Zabaione_Dicembre’21

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ZABAIONE NUMERO 3 ANNO XVI GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006 DICEMBRE MMXXI


EDITORIALE

QUANDO LA SCUOLA TRABALLA

di daniele musatti, vignetta ma gli altri numeri vanno solo a le. Questo è il problema centrale a scendere, solo il 12% delle scuole tutta la questione: l’Italia, in media, di noemi vismara

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he bella l’aria fresca, nevvero? Di questa stagione, poi, che con tutti i riscaldamenti a temperature laviche un po’ di frescolino qua e là ci vuole. O forse no? O, quantomeno, non a scuola. La nostra simpatica esperienza di ibernazione scolastica è solo la punta dell’iceberg: l’edilizia italiana sta andando a pezzi. Secondo dati dell’allora MIUR nel 2016 nell’8,6% delle scuole italiane c’era un problema strutturale nell’edificio – per strutturale si intende o compromissione delle strutture portanti verticali, o dei solai, o delle coperture, leggasi: se si soffia troppo forte il muro crolla. In 465 scuole i problemi sono due di questi tre, in 388 tutti e tre. A seguire sono tutti i problemi di sostenibilità, che sono pressoché universali: la statistica più rassicurante è che il 40% degli edifici scolatici è munito di doppi vetri o doppi serramenti,

può vantare l’isolamento delle pareti esterne. Questi sono solo i problemi facili da comunicare. Problemi ai vari impianti o degli spazi sono impossibili da misurare: tutti gli edifici scolastici sono diversi tra loro e più di due terzi sono precedenti al ’76, non una situazione ideale. Per ultimi sono quei problemini piccoli piccoli, che non importano a nessuno, come i vetri rotti e l’intonaco che crolla – che poi, chi si lamenta di quello? L’intonaco che cade a mo’ di neve è un buon surrogato, soprattutto considerato che col surriscaldamento globale nevica sempre meno… Dopo questa panoramica sorge spontaneo chiedersi cosa si possa fare a riguardo e la risposta è ovvia. Spendere. Bisogna spendere per risolvere i problemi strutturali gravi, bisogna spendere per risolvere i problemi strutturali altrettanto gravi ma che non ti fanno cadere la scuola sopra, bisogna spendere per rendere la scuola un posto vivibi-

investe meno del 3% della sua spesa pubblica nelle scuole, al di sotto della media dei paesi dell’OECD, che spendono in media 17.000 dollari all’anno per studente, contro i 12.000 che ne spende l’Italia. Finché l’Italia non sarà disposta a investire nel suo futuro la situazione non ha speranze di migliorare, anzi, può solo peggiorare, perché vengono costruite sempre meno scuole e sempre più scuole invecchieranno. Noi pariniani accontentiamoci di avere un tetto e dei muri (quasi) integri e compriamoci una sciarpa, potrebbe andarci anche peggio. Vi piace quello che leggete? Volete scrivere anche voi? Scriveteci su Instagram (@zabaione.liceoparini) per partecipare alle prossime riunioni del giornale, ogni mercoledì alle 14.00 da qualche parte dentro la scuola!

SOMMARIO il grinchPAG. 3 il protagonista inevitabilePAG. 4 ancora sul filo del rasoioPAG. 6 bye bye, queenPAG. 8 ritorno a hogwartsPAG. 9 zabarecensioniPAG. 10 zabaoroscopoPAG. 12 l'angolo del libertarioPAG. 13 zabaenigmisticaPAG. 14 2

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Numero 3 ZABAIONE


ATTUALITÀ

IL GRINCH

È

L’EUROPA CHE RUBA IL NATALE E REINVENTA LE LINGUE

di martina lombardo

curioso, o perlomeno insolito, scovare l’ultima trovata tragicomica proprio in seno ai palazzi dell’Unione a Bruxelles, eppure questa volta è successo. Tutto è cominciato quando poco prima dell’inizio di dicembre si è venuti a conoscenza dell’esistenza di una scottante circolare interna all’Unione Europea, una sorta di opuscoletto esplicativo volto a illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei, e far sì che ciò sia riflesso nel modo di parlare dei funzionari dell’Unione. E i contenuti si sono mostrati esplosivi tanto da non aver solo scatenato l’ironia di giornalisti e politici, ma sono arrivati al punto da scomodare persino il papa; dell’intero testo però l’argomento che ha lasciato il segno è certamente il più icastico: a detta della Commissione per l’Uguaglianza, così da non offendere nessuno, il periodo di Natale farà meglio a spogliarsi della sua maschera incartapecorita e andare sotto il nome di “festività invernali”. Da qui la gran commediola mediatica che si è sollevata in risposta, tanto veemente da spingere il Commissario all’Uguaglianza a ritirare il documento per “continuare a lavorarci su”. Il Natale non verrà certo rubato dall’ augurio di “buone festività invernali” per quanto la locuzione suoni sgradevole, come vorrebbero suggerire le accuse di alcuni esponenti della politica europea ed italiana in primis, succubi della loro stessa retorica iperbolica; non per questo non ZABAIONE

risulta impellente riflettere su questo impulso da parte dell’Unione. Poiché in fondo, per ora, di questo si tratta: sarebbe assurdo immaginare un Inquisitore che di città in città sanziona chi non si adegua alle linee guida; allo stesso modo è però inconcepibile finger di non capire che queste non solo volevano mostrare l’Unione come emblema di liberalità all’esterno dei confini europei, ma soprattutto dare un esempio al loro interno. E se l’espunzione della discriminazione dalla nostra società è certamente questione nobile e di primo piano, non è, né può essere questo il modo di raggiungere l’obiettivo. Si ignori per il momento che il Natale è ormai festa nazionale nella stragrande maggioranza dei Paesi europei e con le sue radici religiose ha ormai molto poco a che fare; certe banalità le lasciamo alla cronaca. Ciò a cui si deve prestare attenzione è che questo è chiaro segno che la rivoluzione culturale in corso è ancora ben lontana dal produrre risultati di alcun genere, e specialmente non sarà un manipolo di funzionari a metterla in atto. Hanno capito che il pensiero e la sensibilità collettiva sono strettamenti legati alla lingua; gli è però sfuggito che questa è sintomo di uno Zeitgeist, non il suo motore. Nel momento stesso in cui si vuole operare di forza un cambiamento al modo di parlare di una cultura, come il presente stravolgimento di significati e stilemi comuni, bisogna ammettere a sé stessi di star imponendo dei valori che non appartengono alla società di parlanti, o per lo meno non ancora. La lingua è un mezzo, per quanto abusato, che ha ragion d’essere sol-

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tanto quando funge da veicolo comunicativo tra le persone; e per quanto sia doloroso, tutto ciò che non viene da essa interiorizzato diventa superfluo. Non per altro l’insegnamento nelle scuole di strutture grammaticali rigide e di una straordinaria quantità di parole non ha creato generazioni di magniloquenti oratori dalle sopraffine capacità retoriche intrise di strabiliante esattezza e padronanza lessicale. E nell’era della lingua brachilogica imposta da Twitter e delle espressioni sincopate nate dalla società dietro la tastiera, della grammatica traballante e dei continui anglicismi, è forse il momento di avere coerenza. È ormai innegabile la vittoria– almeno in Italia– della linguistica descrittiva, che non detta regole, ma ne crea che descrivano la lingua corrente: come si può anche solo concepire la possibilità di cambiarla forzatamente, quando questi accorgimenti non scaturiscono dai parlanti stessi? Forse è meglio in questi casi affidarsi agli esperti– come l’Accademia della Crusca– che da anni ragiona e pondera su come mantenere l’italiano corretto e vivo al tempo stesso, e perciò ha, almeno per il momento, escluso l’introduzione per esempio dello schwa e segni simili per indicare un genere neutro al momento per noi perduto. Dunque, “Buon Natale” rischia di diventare una microaggression? Forse, chi può dirlo. Quel che è certo però, è che nessun organo governativo o autorità potrà introdurre un’ideologia nuova a colpi di correzioni e imposizioni estranee attraverso la lingua, semplicemente perché essa è meravigliosa, e si rifiuta di essere forzata. 3


ATTUALITÀ

IL PROTAGONISTA INEVITABILE

L'EUROPA FARO DELLA DEMOCRAZIA NEL MONDO di daniele musatti

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opo due mesi di accordi tra i maggiori partiti tedeschi, Olaf Scholz è il nuovo cancelliere della Germania, dopo più di tre lustri di cancellierato Merkel. Non sono orme facili da seguire. Angela Merkel è stata una figura di importanza colossale nel panorama politico europeo e mondiale, ottenendo il rispetto tanto di alleati quanto di avversari e all’ex ministro delle finanze spetta il poco invidiabile compito di guidare l’Europa post-covid. Perché spetterà a lui, senza dubbio. L’Unione Europea, faro della democrazia nel mondo, in quanto a situazione politica al momento è un po’ malconcia: nei due mesi richiesti a stabilizzare la politica tedesca il resto d’Europa ha visto cambiare tre cancellieri austriaci, la Svezia eleggere un primo ministro il cui governo è collassato in sette ore per rivederlo riconfermato giorni dopo con una salda maggioranza parlamentare del 29% e l’Olanda sembra ancora ben lontana dall’avere un governo a nove mesi dalle elezioni. Le battute che di solito si fanno a Bruxelles sui paesi dell’Europa del sud – i cosiddetti “PIGS”, per intenderci, Portogallo, Italia, Grecia e Spagna – dovrebbero cominciare a far sudare freddo anche il Nordeuropa: l’Unione Europea sembra divisa in due. Da una parte troviamo la maggior parte dei paesi dell’Unione, disastrati in un modo o nell’altro – senza neanche stare a pensare a Polonia e Ungheria, da 4

considerarsi sostanzialmente in rivolta aperta. Dall’altra troviamo la Germania e la Francia, che sembrano star giocando a un altro gioco. Il caso dell’Olanda è esemplare dello spacco nell’Unione: prima delle elezioni di marzo il Governo Rutte III si era dimesso in seguito a uno scandalo, servendo ad interim nell’attesa della formazione di un nuovo governo. Dopo le elezioni sono cominciati gli accordi nel tentativo di formare un governo di coalizione, ma con 17 partiti in parlamento, di cui il più grande ha il 21% dei seggi, il processo è stato lungo e arduo. Cosa vuole dire questo? Che da gennaio a metà dicembre è stato al potere nei Paesi Bassi un governo già dimessosi e per nove mesi il neoeletto parlamento non è riuscito a esprimere una maggioranza. Anche la Svezia offre qualche risata: appena eletta primo ministro – ricevendo 117 voti a favore e 174 contro, ma per la legge elettorale svedese i 57 astenuti sono bastati a confermare il governo – Magdalena Andersson ha visto la sua proposta di bilancio sconfitta, causando l’uscita dei Verdi dalla coalizione e le sue dimissioni. Erano passate sette ore. Cinque giorni dopo è stata rieletta con 101 voti a favore, 173 contro e 73 astenuti, nel disperato tentativo da parte degli altri partiti di tenere i Democratici Svedesi, il partito di estrema destra, all’opposizione… La terza dei cosiddetti “quattro frugali”, l’Austria, è anch’essa in una situazione poco facile. A

ottobre gli uffici del giovane cancelliere Sebastian Kurz sono stati perquisiti in un’inchiesta per corruzione contro una decina di figure di rilievo. Spinto dalle richieste dell’opposizione e dai Verdi con cui era al governo, Kurz ha annunciato le sue dimissioni e gli è succeduto il ministro degli esteri Alexander Schallenberg che, in seguito alle dimissioni da leader del Partito Popolare Austriaco di Kurz, ha annunciato di non volersi candidare come suo successore e pertanto si è dimesso. Karl Nehammer è stato eletto leader del partito e confermato cancelliere, il terzo in due mesi. C’è speranza per l’Europa? Secondo molti osservatori esterni sì, che vedrebbero “Super Mario” come la soluzione a tutti i problemi dell’Unione: è una figura nuova, investita di forte autorità morale e credibilità grazie al suo status di tecnico e non politico, che tra l’altro vuol dire che non c’è rischio che rimanga incastrato in qualche intrigo politico locale. Il candidato perfetto insomma. Certo, va detto che Mario Draghi può essere paladino della virtù quanto vuole, ma se non ha dietro un partito politico o perlomeno un’infrastruttura non potrà smuovere facilmente Bruxelles senza qualcuno che combatta per lui a livello europeo, rischiando di essere un generale senza esercito destinato a un’impresa donchisciottesca, imbevuta di tanta forza morale quanto di poca potenza politica. Supponiamo però che riesca a farcela; non striderebbe il tecnopopulismo? Per

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ATTUALITÀ quanto possa essere competente, Mario Draghi si ritroverebbe leader d’Europa senza aver mai nella sua vita ricevuto un voto. Chi rimane a questo punto? L’unico altro Paese che sembra star giocando al gioco dei bimbi grandi è la Francia di Emmanuel Macron, politico flessibile che considera lo spettro destra-sinistra più che altro una traccia e che è tra i più europeisti dei leader dell’Unione; a modo suo, ovviamente. La politica europea di Macron sembra imbevuta di molto poco idealismo e di molto pragmatismo: per il presidente francese l’Europa è uno strumento. I commentatori politici prevedono già che userà la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea (che sarà da gennaio a luglio del 2022, N.d.R.) per migliorare le proprie chances nelle elezioni presidenziali ad aprile, dirigendo il programma del Consiglio per favorire la Francia, specialmente perché una sua potenziale rivale, leader dei repubblicani, Valérie Pécresse, sta andando bene nei sondaggi, troppo bene. Per quanto ridicolo possa sembrare, fa pensare il fatto che il presidente francese abbia cambiato il blu del

tricolore, facendolo tornare com’era nella Francia rivoluzionaria, dopo che era stato per anni dello stesso blu della bandiera dell’Unione; una mossa fatta di nascosto, che a livello pratico cambia ben poco ma che denota un desiderio di tenere al primo posto la Francia, al contrario del presidente Valéry Giscard D’Estaing, che l’aveva cambiata nel ’74 per accostarsi all’Europa, non solo cromaticamente. E da qui ecco Scholz: l’Unione sta cercando di riassestarsi in quest’ultima (si spera) fase della pandemia e a prepararsi a un nuovo futuro ma i singoli membri hanno talmente tanti problemi loro che faticano a concentrare parte dei propri sforzi sull’Europa, lasciando inevitabilmente il palco libero per l’ingresso di questo nuovo attore protagonista. Viene da chiedersi per quanto la situazione riuscirà ad andare avanti in questo modo, con un unico Paese in testa all’Unione, che adesso sembra essere soltanto un insieme di Stati satelliti della Germania. Quello che serve è un’Europa più forte e più unita: attualmente i meccanismi dell’Unione

Foto di Sandro Halank/Wikimedia Commons / CC BY 4.0

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sono sconosciuti alla maggior parte della popolazione europea, che la vede come un ente distante e troppo spesso è usata come facile antagonista, a cui attribuire tutti i mali dei singoli Stati. L’apparato burocratico di Bruxelles è spesso kafkiano e troppo spesso i capricci degli Stati membri bloccano mesi se non anni di lavoro, grazie all’abusatissimo potere di veto. Una speranza c’è, perché l’Europa ha la possibilità di reinventarsi completamente: la Brexit, l’aggressiva (e spesso irrazionale) politica estera di Trump, l’affronto nei confronti della Francia con la storia dei sottomarini e di AUKUS, per non parlare della debacle afghana di Biden, sembrano aver messo molto chiaramente e molto definitivamente una croce sulla NATO, tagliando l’ultimo legame con le alleanze della Guerra Fredda, lasciando l’Europa libera di decidere per sé le proprie relazioni internazionali future. Sul piano economico invece, il covid ha dato l’opportunità di partire daccapo tanto che abbiamo già visto il programma Next Generation EU (quello che noi chiamiamo il “Recovery Fund”, N.d.R.), un unicum nella storia dell’Unione, che lascia pensare alla possibilità di qualcosa di nuovo. La palla è in mano ai singoli Stati: la spinta per una nuova Europa deve partire dal basso, deve partire. Se la situazione attuale andrà avanti invariata non si farà altro che dare ragione agli euroscettici e l’Unione rimarrà lenta e macchinosa, con alla base meccanismi troppo oscuri e troppo poco democratici. Servono riforme e le riforme devono essere strutturali, che riparino un sistema che funziona poco e male. L’Europa ha davanti una scelta; se sceglierà bene, forse potrà tornare a essere un faro di democrazia nel mondo. 5


ATTUALITÀ

ANCORA SUL FILO DEL RASOIO

LA SITUAZIONE INSTABILE TRA RUSSIA E USA

Di Maria Vittoria Massarenti, Viola Pilo e Jessica Stefanini

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elice di rivederti: queste le parole d el Presidente Biden che hanno aperto la videoconferenza con il leader mondiale Putin. Nel colloquio è stata trattata la situazione in Ucraina, che, dopo l’allineamento con l’Occidente, si ritiene essere prossima ad un’invasione da parte della Russia. Gli Stati Uniti, in un’eventualità tale, reagirebbero in maniera decisa, come chiunque abbia anche solo vaga conoscenza della tensione storica tra le due potenze, che ancora persiste dagli anni della Guerra Fredda. La situazione attuale è nuovamente instabile, soprattutto a causa dei noti avvenimenti del 2014 che riguardano l’Ucraina.. Questa è in stretti rapporti con la Russia in quanto ex membro dell’Unione Sovietica, ma si sta avvicinando ai Paesi occidentali, in un percorso iniziato dall’ex presidente Poroshenko e portato avanti dal suo successore in carica Zelensky. Nel 2014, innanzitutto, ha avuto luogo la cosiddetta Rivoluzione della Dignità, che ha visto la cacciata del Presidente ucraino Yanukovich sulle basi del mancato rispetto della procedura di affiliazione all’UE, in favore di una politica filorussa; l’atto è stato reso possibile anche dall’appoggio economico da parte degli Stati Uniti, poco apprezzato dal Presidente russo Putin. Ciò ha portato al secondo evento fondamentale: l’occupazione militare della Crimea 6

da parte della Russia, che ha violato un grande numero di trattati internazionali. La conseguenza di quest’azione è stata la politica separatista delle regioni ucraine di Lugansk e Donetsk, che costituiscono il cosiddetto Donbass, e la loro trasformazione in Repubbliche filorusse caratterizzate da stretti legami con la Russia stessa, con la quale vantano, inoltre, un rapporto di libero scambio. Davanti ad uno quadro simile, l’ipotesi di recente piuttosto accreditata di una possibile invasione russa dell’Ucraina risulta sempre meno incerta, tanto che la speranza di Putin in una sua eventuale riannessione, con la conseguente rimozione dell’influenza della NATO nel paese, non è poi così improponibile. Da una parte, in questo possibile scenario, l’Ucraina usufruirebbe dell’appoggio di USA e Turchia, accompagnate da una lunga lista di Paesi Europei; dall’altra, però, Kiev ha perso,

di fatto, il 10% della popolazione e il totale controllo su due regioni del Paese. Per di più, con l’annessione della Crimea, Mosca ha il dominio sul Mar Nero, eliminando la precedente posizione strategica dell’Ucraina. In quest’alternanza di vantaggi e svantaggi certamente non sfigura la superpotenza statunitense, per la quale un avvenimento simile apparirebbe come una sorta di medaglia a due facce. Mentre l’Ucraina è per il paese un importante mezzo per ridurre l’area d’influenza russa, rappresenta al tempo stesso anche un problema, dal momento che ostacola una qualsiasi comunicazione diplomatica con Mosca, l’unica speranza per gli USA nel tentativo di contenere l’egemonia cinese, e costringe ad una perenne tensione militare. Intanto, nella regione del Donbass, sono state collocate all’incirca centomila unità militari russe, senza contare le già presen-

Foto da Kremlin.ru / CC BY 4.0

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ATTUALITÀ ti Forze armate della Federazione Russa. Nel territorio, infatti, è in corso da ormai quasi sette anni una guerra civile tra i nuclei separatisti filorussi e il governo ucraino. Ciononostante, secondo le fonti statunitensi, i piani di Mosca restano invariati e prevedono un’offensiva militare contro l’Ucraina all’inizio del 2022 che coinvolgerebbe, stando alla dichiarazione al Washington Post di un dirigente dell’amministrazione, il movimento di cento gruppi di battaglione, con un numero stimato fino ai 175mila soldati. Tuttavia, secondo il ministro degli Esteri russo Maria Zakharova, gli USA svolgerebbero un ruolo considerevole nell’inasprire la situazione dell’Ucraina mentre addosserebbero la responsabilità unicamente a Mosca. Ha aggiunto pertanto che: “Partendo dalle azioni NATO nell’area, la stampa americana dovrebbe essere preoccupata per gli atti aggressivi non della Russia ma degli USA”. Dal canto loro, gli Stati Uniti si sono mostrati fortemente preoccupati per la situazione in Ucraina e hanno ribadito il loro appoggio alle forze di Kiev. Comunque evolva la situazione, è stato dichiarato un impegno da parte degli Stati Uniti a rafforzare i rapporti con l’Europa e in particolare con la NATO. In aggiunta, gli USA sono decisi a prendere importanti iniziative in caso la Russia decida di effettivamente invadere l’Ucraina. Biden ha dichiarato: “Non accetterò la linea rossa di nessuno”. Il Presidente, sia durante la videoconferenza con Putin, sia in interviste precedenti, si è rivelato molto risoluto su questo punto, minacciando di rendere l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia estremamente difficiZABAIONE

le. La risposta alla possibile offensiva russa sarebbero però misure sostanzialmente di natura economica. Benché dalla Casa Bianca scarseggino ancora indicazioni precise sulle iniziative finanziarie che verranno prese, il Presidente americano Biden ha parlato di “sanzioni mai viste prima” e ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti ad adottare provvedimenti che non erano disposti a prendere nel 2014. Per quanto riguarda eventuali contrattacchi militari, però, il Presidente Biden si è detto profondamente contrario. Ha infatti affermato inizialmente che da parte dell’America non ci sarebbe stata nessuna risposta militare alla Russia e ha rivelato di non aver intenzione di inviare ulteriori truppe difensive sul territorio ucraino – anche se, come puntualizzato dal Consigliere nazionale per la sicurezza della Casa Bianca, Jake Sullivan, sui territori dei Paesi membri della NATO sono già presenti truppe statunitensi che, in particolare in Ucraina, stanno collaborando con le forze del Paese. Biden ha successivamente affermato che gli USA provvederanno a rafforzare la presenza di forze statunitensi nei Paesi membri della NATO a seguito dell’invasione russa. Durante l’incontro tra i due leader, Putin ha inoltre richiesto la garanzia da parte degli Stati Uniti di escludere l’annessione dell’Ucraina alla NATO: essa significherebbe un’estensione verso la Russia del Patto Atlantico e quindi, secondo il Presidente russo, un aumento della presenza di truppe straniere sui suoi fronti. Sullivan ha replicato che Biden crede che ogni Paese debba avere il diritto di scegliere liberamente con chi associarsi come esercizio della

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propria sovranità e che pertanto il Presidente non prenderà nessun impegno di questo genere. Non è da ignorare il ruolo che l’Europa gioca in questa situazione. La NATO, infatti, riveste una posizione non indifferente all’interno del conflitto e il Presidente Biden ha reso chiaro che le future decisioni e risposte alle azioni della Russia verranno prese insieme ai leader europei, con cui lui stesso si è già confrontato. Va inoltre considerata la dipendenza di molti Paesi europei dalla Russia, per via della sua esportazione di gas su cui si basa l’approvvigionamento europeo. Di fronte a questa situazione, l’UE è saldamente schierata con l’Ucraina, tanto in difesa da un attacco russo, quanto da un contrattacco statunitense. L’obiettivo principale, al momento, consiste nell’evitare la crisi. Infatti, a detta dei Commissari Europei, un potenziale intervento russo costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, oltre che un grande rischio per l’Europa. Il continente dovrebbe fronteggiare non solo l’improvviso arrivo dai tre ai cinque milioni di migranti, ma anche numerose difficoltà nell’importazione di prodotti alimentari russi e ucraini, per non parlare del possibile blocco delle forniture energetiche russe. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’obiettivo fondamentale dell’Ue rimane la de-escalation della preparazione dell’offensiva russa, ma nel caso di minacce alla sovranità dei singoli paesi l’Ue valuterà nuove sanzioni. 7


ATTUALITÀ

BYE BYE, QUEEN!

LA REPUBBLICA PIÙ GIOVANE DEL MONDO Di lorenzo vinelli

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on bastavano alla regina Elisabetta II i grattacapi di figli, nipoti e nuore. Ora dovrà occuparsi anche della grande “famiglia” del Commonwealth, animata da nuovi moti secessionisti. Nelle ore precedenti la mezzanotte del 30 novembre scorso, le strade di Bridgetown, capitale delle Barbados, erano invase da persone esultanti, dopo aver letto “Tonight’s the night” sul giornale locale “Daily Nation”. Ma la notte di cosa? A partire dalle 00.01, sulla meravigliosa isola caraibica sono iniziati i festeggiamenti per i 55 anni di Indipendenza dall’Impero britannico, e non solo. Alla cerimonia, infatti, era presente anche il Principe Carlo d’Inghilterra, per salutare Barbados, visto che da qualche minuto era passata da Monarchia a Repubblica, non riconoscendo più la Regina Elisabetta come Capo di Stato. La storia coloniale inglese dell’isola cominciò nel 1625, quando una barchetta inglese vi giunse per la prima volta e intitolò il territorio a Re Giacomo I. Più tardi, divenne sede di una nuova forma di capitalismo: la coltivazione dello zucchero, massacrante da produrre e riservato ai ricchi d’Europa, che ha portato con sé il brutale modello di produzione delle piantagioni con gli schiavi africani, abolito solo nel 1834. La triste storia della tratta degli 8

schiavi sull’isola è poco divulgata e anche nelle scuole si preferisce trattare di Cristoforo Colombo e di come ha scoperto e colonizzato il continente. Nel 1966 la colonia si è staccata dall’Impero britannico, mantenendo però la Regina come Capo di Stato. Oggi, sulle orme del movimento Black Lives Matter e sulla strada per la parità di genere, Barbados è diventata Repubblica, con Sandra Mason come Presidente e Mia Mottley in veste di Primo Ministro. La transizione politica è stata eseguita “all’inglese”, alla presenza di un amichevole Principe Carlo. Ma dietro le apparenze, la Corona trema: la via di Barbados potrebbe essere seguita da altri Stati, grandi e piccoli, con conseguente restringimento della già minuta monarchia inglese. “Vive congratulazioni e auguri. Sono contenta che ci sia con voi mio figlio. Rimarrete sempre nel mio cuore”, scrive con tono colloquiale Elisabetta II in una lettera indirizzata al paradiso caraibico. Molti si chiedono cosa cambierà per il Paese, schiacciato sotto il peso dell’ondata di Covid-19 all’avvicinarsi della stagione turistica, che dà un po’ di respiro ai bilanci economici. Quasi nessuno sa che, al di là delle spiagge bianchissime e delle foreste di palme, si celano le memorie del passato coloniale e dei suoi orrori. I più stanno facendo leva proprio su questo

fatto, invocando un maxi risarcimento a Sua Maestà, con tanto di scuse formali, per i soprusi subiti in 400 anni di colonialismo. Dal canto suo, Carlo si è tenuto a debita distanza dall’argomento. Deve essere chiaro, però, che l’isola caraibica non ha abbandonato il Commonwealth, l’organizzazione ultracentenaria che nel passato coincideva con l’Impero britannico e composta oggi dai Paesi ancora legati all’Inghilterra da fattori economici o politici. Dopotutto, il mercato britannico è esteso a tutto il mondo e rappresenta quindi una base solida di commercio per molti Paesi, tra cui anche Barbados. Tuttavia oggi, grazie anche a fenomeni di massa come la globalizzazione, questi solidi rapporti stanno venendo meno, e molti Paesi in via di sviluppo non esitano ad aprirsi a relazioni economiche anche con Paesi asiatici, come la Cina, che proprio nei Caraibi sta avviando un imponente progetto per aumentare infrastrutture e economia, come è già avvenuto in molti Paesi africani. Forse, in quel “resteremo amici” pronunciato da Carlo, oltre all’intento di mantenere alto l’orgoglio inglese, si cela anche la volontà di tenere unita la grande “famiglia” del Commonwealth, se non più sul piano politico, almeno su quello economico, con gli occhi puntati ai grandi Paesi asiatici.

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SVAGO

RITORNO A HOGWARTS MA SENZA ROWLING

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ent’anni di Harry Potter: felicità, nuove edizioni, un quiz tra i membri del fanclub e nuovi gadget. Anche i fan meno sfegatati non possono fare a meno di sentirsi coinvolti dalla magica atmosfera che accompagna il ventesimo anniversario del debutto al cinema di Harry Potter; il mondo creato da J. K. Rowling non è ignoto a nessuno, e una ricorrenza così importante va celebrata come merita. Punto focale dell’evento è la reunion con una parte del cast dei film e il regista Chris Columbus, che prenderanno parte a un cortometraggio della piattaforma televisiva HBO Max che verrà trasmesso in streaming il 1° gennaio 2022. C’è solo un piccolo aspetto controverso in questo momento di grande gioia per tutto il fandom: la produzione ha pensato di non invitare la creatrice del capolavoro, J. K. Rowling. Il motivo di questa esclusione sono dei contrasti tra i membri del cast e l’autrice: inevitabile una scissione tra i fan, decisi a supportare chi ha impersonato i personaggi più amati della loro infanzia, ma anche chi ha dato vita ai personaggi stessi con la sua penna. Per comprendere appieno la situazione è necessario essere a conoscenza dei motivi scatenanti dei contrasti di cui sopra. Tutto è iniziato con la pubblicazione, circa due anni fa, di alcuni tweet dell’autrice in cui esprimeva un suo giudizio negativo riguardante la comunità transgender. Il cast si è pubblicamente ZABAIONE

di ELENA COVINI e CHIARA GALGANI schierato contro i post dell'autrice, dichiarando ciononostante di rispettarla ancora come persona. La piattaforma HBO max è stata più categorica nei confronti di Rowling: essendosi sempre impegnati a favore le persone transgender, non esiste tolleranza verso dell’autrice. Queste le circostanze che hanno determinato l’esclusione della Rowling dall’evento; vista la sua presa di posizione sui social e gli attriti che ne sono scaturiti, la sua presenza potrebbe creare imbarazzo tra gli invitati durante la trasmissione, senza contare che si rischierebbe di puntare i riflettori sui tweet dell’autrice e distogliere così l’attenzione dal tema principale dell’evento. Vista da un’altra prospettiva, tuttavia, l’assenza dell’autrice crea senza dubbio un vuoto difficile da trascurare, e la notizia ha lasciato non pochi fan enormemente amareggiati. Come si può parlare di reunion senza la madre del capolavoro, la creatrice di un mondo magico in cui tanti lettori di tutte le età si sono rifugiati e hanno amato? Un’o-

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biezione che è stata sollevata da una parte del fandom. Purtroppo, non si può negare che i pensieri esplicitati da Rowling siano incompatibili con buona parte della cultura odierna. Il rispetto nei confronti dell’altro è un requisito fondamentale, che si dovrebbe poter dare per scontato, specialmente da parte di un personaggio con un’influenza così importante sulle menti più giovani. In queste circostanze non è J.K. Rowling a venire penalizzata dal mancato invito, bensì Harry Potter. Senza la sua autrice è privo di un tassello cruciale, e ciò che prima era un mezzo per riunire molti individui sotto un’unica passione adesso sta creando discussioni anche accese a causa di circostanze che non rientrano nell’argomento della reunion. Il non invitarla darà origine ad ulteriori dibattiti che non faranno altro che rovinare l’atmosfera che si è lavorato per creare, quella del ritorno nel magico mondo che molti considerano casa.

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SVAGO

ZABARECENSIONI

Di caterina borello, Alice cultrera, noemi fecca, giacomo gafforini, ginevra giannì, giosuè inzoli, victoria lucarelli e maja pogutz

IL POTERE DEL CANE

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mbientato nel Montana, 1925, “Il potere del cane” si presenta quasi come un western, ma bastano pochi minuti di visione per comprendere che si tratta di tutt’altro. Il film porta sullo schermo le vicende di due fratelli di indole opposta, Phil e George, e le loro rispettive vite all’interno del ranch che hanno ereditato e gestiscono. Quando George sposa la vedova Rose, che si trasferisce insieme al figlio Peter nel ranch, l’equilibrio tra i due fratelli si rompe, e si crea un’atmosfera di grande irrequietezza tra i personaggi. La trama in sé è molto semplice, la forza della pellicola sta sicuramente nella fotografia, che con la cura e rappresentazione dei dettagli riesce a creare un sentimento di angoscia nel pubblico, lo stesso disagio che i personaggi stessi sembrano provare. Tratta di tematiche particolari, quali il rapporto con la virilità, la solitudine e le dinamiche tra i membri di una famiglia- in modo molto sottile, sviluppandole non tanto attraverso la parola quanto con comportamenti a tratti enigmatici dei personaggi. È infatti attraverso i silenzi e poche scene significative che la regista permette allo spettatore di ricostruire i tratti principali del carattere di Phil e Pete, che si riveleranno essere di natura inaspettata. In un crescendo di tensione, con inganno e ingegno verrà determinato il futuro del ranch nel tentativo di ristabilire l’equilibrio. (Victoria Lucarelli e Maja Pogutz)

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SINGLE PER SEMPRE? “Single per sempre?” potrebbe sembrare il solito film natalizio scontato che Netflix aggiunge ogni anno al suo catalogo; per certi aspetti rispecchia questa definizione, ma porta un’innovazione fondamentale, in quanto si tratta della prima commedia romantica natalizia distribuita dalla piattaforma che ha come protagonista una coppia omosessuale. Questa nuova pellicola, che in pochi giorni ha scalato le classifiche di Netflix, ci accompagna nelle movimentate vacanze natalizie di Peter, le cui relazioni con le sue amate piante si sono rivelate sempre più durature di quelle con gli uomini, che lo hanno sempre deluso. Spinto dalle pressioni della famiglia riguardo alla sua vita sentimentale, chiede al migliore amico Nick, scrittore di libri per bambini e tuttofare per passione, di inscenare il loro fidanzamento durante la permanenza a casa dei genitori. Ma un appuntamento al buio organizzato dalla madre di Peter sconvolgerà i loro piani e porterà il film verso un finale inaspettato. Nonostante vi si possano trovare alcuni dei cliché tipici del genere la trama offre spunti innovativi e attuali, dal lavoro nel mondo dei social alla totale apertura sui temi dell’orientamento sessuale da parte di tutti i personaggi. Se state cercando un film leggero, divertente, da vedere in famiglia o con gli amici, ma che allo stesso tempo non sia eccessivamente banale e vi faccia entrare nel mood natalizio in appena 1h e 40 minuti, “Single per sempre?” è sicuramente l’opzione migliore che Netflix offre al momento. (Alice Cultrera, Noemi Fecca e Ginevra Giannì)

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CORPUS DOMINI

l Corpus Domini è una festività cristiana: si celebra il corpo di Cristo attraverso una processione. Il corpo è proprio il tema principale della mostra Corpus Domini: dal corpo glorioso alle rovine dell’anima, che presenta più di cento opere, in tutte le diverse forme con cui si esprime l’arte contemporanea. Molti degli artisti esposti non sono mai stati presentati in Italia e provengono da collezioni private. In questa mostra il corpo è “vivo” e perde il suo significato concreto, per andare a parlarci di situazioni lontane da noi e poi farci riflettere sulla nostra cultura attuale che promuove corpi finti, lontani dall’idea del corpo nella cultura classica. La prima sala, dedicata a Lea Vergine, la quale ha condotto gli studi che poi hanno portato alla realizzazione della mostra, è un omaggio alla sua vita e al suo lavoro fino alla sua recente scomparsa. L’esposizione va a toccare temi come l’Olocausto, l’immigrazione, il razzismo e la privazione dei diritti, il tutto attraverso la rappresentazione del corpo, della voce e degli oggetti di persone dimenticate o anonime: un’opera da evidenziare è Le Terril Grand Hornu di Christian Boltanski, tra le prime del percorso. La mostra coinvolge, come vuole l’arte contemporanea, a trecentosessanta gradi: il silenzio costante, interrotto solo dai rumori di alcune opere, e le pareti grigie creano un’atmosfera che permette di concentrarsi sulle opere. (Giacomo Gafforini e Giosuè Inzoli)

ZABAIONE

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LAST CHRISTMAS

ast Christmas, I gave you my heart … proprio sulle note di questa celebre canzone si sviluppa una simpatica e romantica commedia uscita nel 2019. È una pellicola ambientata a Londra durante le festività natalizie, e racconta la storia di Kate, interpretata da Emilia Clark, una giovane che lavora come elfa di Babbo Natale in un magazzino ma che sogna di diventare una famosa cantante. Proprio al lavoro incontra un ragazzo fuori dagli schemi, Tom, interpretato da Henry Golding. Tra i due scatta inevitabilmente la scintilla e costruiscono un rapporto solido e profondo, in grado di cambiare per sempre lo sguardo di entrambi verso la vita e la felicità. È diverso dal tipico film natalizio visto e rivisto, è una ventata d’aria fresca, innovativo e divertente. Da sottolineare come Emilia Clarke riesca ancora una volta ad interpretare alla perfezione un personaggio bizzarro con cicatrici più profonde di quanto mostri, e come, con l’aiuto di Henry Golding, riesca a trasportare sullo schermo l’intensità del rapporto che si instaura tra i due. La colonna portante del soundtrack è senza ombra di dubbio Last Christmas, degli Wham!, che ha il compito di introdurre diversi colpi di scena che conferiscono al film un tocco intrigante e curioso. Assolutamente consigliato: un film perfetto da vedere in famiglia, o da soli sotto le coperte. (Caterina Borello)

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ZABAOROSCOPO

di LEONARDO PEREGO e ROCCO SORAVIA

sorti al massimo del vostro splenSAGITTARIO dore in questo periodo dell’anno! Non riuscite a far tornare la Il vostro spirito del Natale è Evitate però di tornare in letargo a così vivace che, come minimo, l'al- Gennaio, anche il momento dei tor- media di greco in verde? L'unica soluzione sembra essere fuggire a bero tornerà nello scatolone per mentoni estivi non è male. Fuerteventura in camper e non torCarnevale! Siete pronti con l’impanare più... Buona fortuna! sto per i biscotti natalizi?

ARIETE

TORO

VERGINE

GEMELLI

Se qualcosa va storto dovete CAPRICORNO essere voi i primi ad attivarvi per reLa fine dell’anno è vicina e le cuperare, non affidatevi al fato! Per forze sono al minimo, vi stanno adesso godetevi il Natale e ci rivepiano piano lasciando: smettetela di diamo a Gennaio tra i banchi. piangervi addosso guardando maratone di serie tv, su con la vita!

CANCRO

Sentite già l’eco delle zie invadenti che al pranzo di Natale pronunceranno l’inevitabile “E la fidanzatina??”. Potreste sempre pagare qualcuno per fingersi il vostro partner e prendervi una rivincita, ve la butto lì…

Che sia sulle piste da sci, su qualche bella spiaggia o nella vostra cameretta, non fate altro che sognare la pausa natalizia di cui avete un gran bisogno. Tenete duro! È ora di tirare le somme di quest’anno a dir poco turbolento: ragionate sulle vostre scelte senza fretta, anzi, un po’ di fretta sì: manca poco alla fine del 2021....

BILANCIA

Questo mese non è dei miSCORPIONE gliori, ma non c’è motivo di sentirvi Siete tristi per un brutto voto? troppo giù di morale: il nuovo anno Avete ricevuto un rifiuto dalla voporterà con sé tante sorprese... stra cotta? Non vi preoccupate, scorpioni, non vi abbattete: entro LEONE maggio la situazione si capovolgerà Come Michael Bublé, siete ri- completamente.

AQUARIO

Durante le vacanze della scuola vi mancheranno senza dubbio la piadina, la conchiglia, il cappuccino al bar… Forse il pandoro non vi sembra allo stesso livello, ma è comunque un valido sostituto.

PESCI

Il quadrimestre per voi si sta concludendo così in bellezza che vi dispiace che ce ne sia un altro da affrontare. Coraggio, che in un batter d’occhio ci troveremo a giugno!

ZABARICETTE LO ZABAIONE DI ZABAIONE

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er cominciare questa rubrica sperimentale abbiamo pensato di proporvi una ricetta semplice e – non potendo resistere alla possibilità di fare una battutaccia – la scelta dello zabaione è stata inevitabile. È un dolce vecchissimo, di cui tutti conoscono una ricetta segretissima per renderlo perfetto, ma l’idea di base è: 1 tuorlo d’uovo per persona e zucchero e marsala quanto pesano i tuorli (circa 20 g 12

l’uno). Unite in una terrina tuorli e zucchero e frustateli insieme, fino ad avere un composto chiaro e spumoso. Unite metà del marsala e incorporatelo, una volta ottenuto un composto omogeneo aggiungete il marsala rimasto e riprendete a frustare, finché il composto non sarà bello chiaro e gonfio. Riempite un pentolino d’acqua e mettetelo su un fornello, mettendovi sopra la ciotola con dentro il composto. Continuate

a mescolare finché non raggiungerà 80° – se non avete un termometro badate che si sia raddensato ma che sia ancora fluido (più liquido di una crema pasticcera, per intendersi). Rimuovetelo dal fuoco e continuate a frustare finché non si sarà raffreddato. Il vostro zabaione è pronto. Vi è piaciuta questa ricetta? Avete provato a farla? Condividete i vostri progressi culinari con la nostra pagina Instagram e fateci sapere se volete altre ricette!

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di Ludovica sancassani

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L'ANGOLO DEL LIBERTARIO

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vete presente i compleanni brutti? Quelli dove metà dei vostri amici vi dà buca, o peggio, si dimentica di farvi gli auguri perché in vacanza non guardano il calendario… quelli dove mentre aspettate il vostro regalo vedete i vostri amici che si scambiano soldi per il regalo condiviso. Ecco. Anche il mio è così, ma peggio. Già il fatto che si siano improvvisati la data mi fa arrabbiare, ma passi, il calendario lunare è un casino da adattare. Quello che fa davvero arrabbiare è che la parte di compleanno ne “il mio compleanno” – ben quello vuol dire il nome – sta venendo progressivamente ZABAIONE

di salvatore croce messa in secondo piano. Una volta era ragione di festeggiare, di essere felici, di farsi regali l’un l’altro… oggi è diventato fonte di malumore per alcuni e rende altri intollerabili – sì, ho capito che la tolleranza è il mio punto forte ma l’albero prima di Sant’Ambrogio e le lucine da novembre sono troppo anche per l’amore divino fatto uomo. La filosofia corrente è una di felicità forzata, di un simulato affetto verso tutta l’umanità, temporalmente limitato a un paio di settimane che, consumata la quantità annua di gentilezza e amore verso il prossimo, consente di spendere il resto dell’anno trattando tutti malissimo tutto il tempo. Come dicono i testi sacri, “you can’t always get

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“BUONE” FESTE

what you want”, accontentiamoci dunque. E di cosa? Le dimostrazioni di affetto (e che affetto!) consistono principalmente nel dare e ricevere regali, non importa quanto sia calzante e con quanto affetto vengano fatti, quel che conta è il prezzo. Non è forse vero che il principio di ogni regalo è la domanda “Quanto siamo disposti a spendere?” Ma forse mi lamento troppo, se non sono io a perdonare chi? Fate delle buone vacanze e divertitevi, siate lieti e ringraziate l’omone rosso che vi porta i regali, mangiate tanto buon cibo e riscaldatevi la sera davanti al roveto ardente… Fate gli auguri a tutti e magari questa volta fateli anche a me! 13


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ZABAENIGMISTICA CRUCIVERBA

di matteo morellini

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ORIZZONTALI 2. Il voto della sufficienza - 3. Replica, ripetizione - 5. Targa di Caserta - 6. Centro di trattamento per le tossicodipendenze - 8. Parassita della polvere - 9. Immagine sacra tipica dell'arte bizantina - 11. Elemento chimico dalla sigla Ne - 12. Forma forte del pronome di prima persona singolare 13. Preposizione dell'interno - 14. Recidere nel giardinaggio - 17. Richiesta Intervento Aereo - 19. Compongono il sistema nervoso periferico - 20. Santo patrono dei muratori - 23. Messaggero di Dio - 24. Compact-Disk - 25. Vibrazione che viaggia a 343 m/s in aria 14

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Numero 3 ZABAIONE


SVAGO TROVA BARRELLA

di daniele musatti

IN QUEST'IMMAGINE COMPARE IL NOSTRO PRESIDE 9 VOLTE, RIESCI A TROVARLO?

PARNASO

Raffaello, dipinto tra il 1510 e il 1511 è situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane. L'affresco alla sua destra è la celeberrima “Scuola di Atene”.

VERTICALI 1. Augurio di Capodanno - 4. Locale a vetri per la coltivazione delle piante - 6. Colpo giornalistico - 7. Torino in auto - 8. Servizio vincente - 9. Tempo di gioco nel baseball - 10. Mammifero con grandi corna ramose - 12. Giuseppe e … - 13. Nazione mediorientale - 15. Telefono in breve - 16. Esercito Italiano - 18. Età britannica - 20. Gli estremi della sciarpa - 21 Noto vocabolario di latino 22 Anno Domini ZABAIONE

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SOLUZIONI

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