ZABAIONE NUMERO 2 ANNO Xi
GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006
dicembre MMXVI
EDITORIALE
UN NUOVO INIZIO
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ualche giorno fa, provando a dare una lontana parvenza di ordine alla mia stanza, mi sono ritrovato tra le mani un numero di Zabaione di due anni or sono e, cercando di trattenere l’inevitabile lacrimuccia, ho cominciato a sfogliarlo delicatamente, tuffandomi per qualche minuto nella storia del nostro giornalino. Zabaione negli ultimi anni si è radicalmente trasformato, arrivando, l’anno scorso in particolare, ad assomigliare sempre di più a una rivista di costume di buon livello, con svariate pagine dedicate al cinema, ai libri, allo sport e alla musica. La mia idea di giornalino però, come forse avrete intuito ascoltando il dibattito tra me e Chiara - alla quale vanno i miei più sentiti complimenti per essersi battuta come una vera e propria leonessa - è profondamente diversa. Nei numeri passati, per quanto fossero godibili e ben fatti, si avvertiva comunque la mancanza di qualcosa di imprescindibile per un giornalino, cioè il giornalismo; e nel numero che state per leggere troverete un tentativo (se riuscito o meno, sarete voi a deciderlo) di dare più spazio possibile proprio a questa sfuggevole ma fondamenta2
di GUGLIELMO PENSABENE
le componente. baione le sembianze di un giornale Abbiamo quindi un’intervista degno di chiamarsi tale, ed essendo al ministro dell’istruzione del go- ciò che ho promesso prima di esverno Renzi Stefania Giannini, la sere scelto dalla maggioranza della quale ci parlerà di argomenti che scuola come direttore, vi posso gaovviamente ci toccano da vicinissi- rantire che faremo tutto il possibile mo, e una a Erri De Luca; abbiamo per non deludere le aspettative e articoli sulla ragione per cui i prof provare a sorprendervi ogni volta. sono sempre meno disponibili a Detto questo, mi unisco alla portarci in gita e sulla qualità del- Redazione nell’augurarvi buon Nala mensa; scopriremo poi, grazie ai tale, buon Anno e, naturalmente, nostri compagni di stanza all’estero, buona lettura! come gli studenti californiani hanno reagito all’elezione di Donald Trump, o perché è meglio essere rifiutati da una ragazza italiana INTERVISTA AL MINISTRO piuttosto che laDELL’ISTRUZIONE PAG. 3 sciarsi sedurre da STEFANIA GIANNINI un’americana; vi STRANE CREATURE sarà raccontapag. 5 ta la storia di ALL’OMBRA DEL FABER una ragazza PERCHè I PROF NON CI PAG. 6 e un ragazzo PORTANO PIù IN GITA a modo loro UNA LEZIONE “vittime” del pag. 7 DI SOLIDARIETà Faber Quisque NOT MY PRESIDENT PAG. 8 (uno ancora a 2 moduli, l’altro AMATE L’ITALIA pag. 9 quasi a 90), e legge(E LE ITALIANE) remo reportage degli PANE E SIMPATIA PAG. 10 eventi cui i Pariniani hanno preso parte: dal cine- INTERVISTA A ERRI DE LUCA pag. 11 forum del Collettivo alla nauseaNON VOGLIO ESSERE PAG. 12 bonda o meravigliosa mostra (diUNA FORMICA pende dai gusti) Real Bodies. Parte in questo numero poi una rubrica caccia al professore pag. 13 che cercherà di scoprire i pensieri più reconditi e filosofici degli abi- REAL BODIES, UNA MOSTRA PAG. 14 DAVVERO UNICA tanti di questa scuola, senza dimenticare infine i giochi e l’oroscorecensioni LIBRI pag. 15 po, che naturalmente non possono RECENSIONI CINEMA PAG. 16 mancare. zabaoroscopo pag. 21 Insomma, il nostro immodesto obiettivo è quello di ridare a Zazabaenigmistica PAG. 22
SOMMARIO
DICEMBRE 2016
Anno XI
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ZABAIONE
ATTUALITÀ
INTERVISTA AL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE STEFANIA GIANNINI
IL NOSTRO FABER QUISQUE, LA SCUOLA-LAVORO E LA MATURITÀ
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di GIORGIO COLOMBO
Ministro, come giudica il progetto del Liceo Parini di ridurre le ore scolastiche a cinquanta minuti ciascuna, ricavando così moduli di recupero e approfondimento a scelta del singolo studente? Questo progetto propone, anticipando da un lato e declinando dall’altro, quella che è la legge 107 del 2015 della riforma della scuola, cioè flessibilità del curriculum degli studenti e possibilità, all’interno del mantenimento del percorso classico, di un rafforzamento del tradizionale percorso di formazione. E offre l’occasione di poter fare di più.
cornice di questo lavoro che state facendo. Mi sembra ottimo, l’importante è che i vostri insegnanti siano disponibili, la loro collaborazione è fondamentale. Nella riforma abbiamo pensato che i dirigenti scolastici venissero valutati ma anche valorizzati, perché se sono bravi sono anche il motore del proprio istituto. Molto bene, il mio giudizio sul vostro Faber Quisque è molto positivo.
della vita questa disposizione d’animo. È indispensabile non cullarsi sugli allori della tradizione. Forse ti scioccherò, ma per un classico vedo bene andare in un’azienda o in un mondo lontano, magari digitale. La cultura umanistica deve dare il suo contributo a una società che ha bisogno di innovazione, e l’alternanza può essere davvero una grande occasione. A Milano, con tutte le possibilità che avete, siete in paradiso. Senza perdere la Per quanto riguarda il pro- nostra identità culturale, credo che getto di scuola-lavoro da lei isti- dobbiamo guardare agli orizzonti tuito, cosa ritiene più idoneo per delle nuove tecnologie. un liceo classico? Credo molto nella contaminaMinistro, dopo tre anni al zione, è il principio chiave del mo- governo, secondo lei la scuola in dello educativo moderno che serve Italia è davvero “buona”? a imparare e a mantenere nel corso Abbiamo un impianto scola-
Il Ministro alla Camera dei deputati
o avuto l’opportunità di intervistare a tu per tu il ministro dell’Istruzione del governo Renzi Stefania Giannini. Diplomata al liceo classico, laureata in lettere classiche, ha insegnato ed è stata Preside per dieci anni all’università di Firenze per stranieri. E’ stata anche l’occasione per avere un giudizio così titolato e importante sul nostro Faber Quisque.
Sono proposti davvero tanti corsi: dal recupero di greco al laboratorio di retorica, da seminari sulla Costituzione allo studio assistito. Nella legge della Buona Scuola ci sono i principi che sono la ZABAIONE
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ATTUALITÀ
Qual è dunque, secondo lei, una soluzione pratica per scongiurare questo rischio? Ripensare completamente la formazione degli insegnanti e metterla al primo posto fra gli aspetti importanti, pari alla conoscenza e alle competenze dei ragazzi. Troppi docenti utilizzano ancora e solamente il metodo di insegnamento frontale, e questo è ormai mal sopportato e non soddisfa più voi ragazzi che siete nati con il computer in mano. Inoltre, capita che molti professori si “affidino” alle capacità degli studenti: in ogni classe c’è un gruppo di runners che vanno avanti perché sono intelligenti, motivati, perché a casa hanno una famiglia che li segue. La scuola, invece, deve garantire che tutti i ragazzi ce la facciano. Crede che i professori si adegueranno alla formazione? Lo dico da ex insegnante, rimettere in gioco il modo con il quale hai sempre gestito il rapporto con i ragazzi nella tua materia è molto difficile. Saper scendere dalla cattedra è una scommessa, ma è anche indispensabile: le barriere non ti fanno interagire con i giovani. È necessario organizzare in ogni scuola corsi di formazione obbligatori per i docenti che comprendano anche l’inglese e il digitale, fornendo a ciascun insegnante un portfolio personale sul quale 4
Il Ministro Giannini con Giorgio Colombo durante l’intervista
stico ottimo, lo dico da classicista, ma abbiamo anche una scuola che nella sua storia ha privilegiato la dimensione teorica. Se non troviamo l’umiltà di capire che questo, così com’è, non basta più, perché non è all’altezza di ciò che ci sta intorno, allora siamo in difetto. E rischiamo di perdere la sfida più grande.
segnalare i traguardi della formazione. Questo portfolio servirebbe anche ai presidi, che sarebbero a conoscenza delle competenze dei docenti che possono chiamare.
una specie di artigianato fai da te. Un famosissimo linguista, Noam Chomsky, mi ha messo in guardia sulla valutazione di prove come le Invalsi. Mi ha detto: “Non vi fate catturare dalla mania del test”. Gli Alcuni quotidiani hanno studenti negli Stati Uniti stanno pubblicato la notizia che già in perdendo la capacità di elaborare quest’anno 2016-17 cambierà l’e- un pensiero critico. Le prove quansame di maturità. È vero? titative però ci devono essere. Come il metodo di insegnamento, così vanno ripensati anche In quasi tutti i Paesi d’Eugli esami, che dovranno corrispon- ropa c’è stata una sollevazione dere ai criteri della nuova scuo- contro i compiti a casa. Lei li conla. Certo non sarà abolito, come sidera adeguati o anche questi anqualcuno ha detto e come, invece, drebbero riconsiderati? si potrebbe prendere in consideIn Italia non possono esserci razione di fare con l’esame di terza leggi che impongano o eliminino media, inutilmente complicato. i compiti, da noi c’è libertà d’inseLa maturità è un passaggio gnamento. Certo, bisogna assicuimportante, da ragazzi si entra nel rarsi che il docente abbia una premondo degli adulti, dell’univer- parazione solida, altrimenti può sità. Si può ragionare sull’utilità o succedere che siano proprio quelli meno del cosiddetto “quizzone”, meno preparati a dare più compiti che è l’unica delle tre prove scritte a casa. Ho sentito voci critiche che non disciplinare, così come si deve ritengono siano i professori più prendere in considerazione una “scarsi” a caricare di lavoro, perché certificazione delle competenze, in classe non finiscono il programche manca. ma. Il ministro dell’Istruzione non può intervenire sulla quantità, può Cosa pensa delle prove In- solo chiedere che gli insegnanti valsi, spesso molto criticate? in classe propongano lezioni così Sono da ristudiare e da poten- complete che a casa si debbano ziare. Spesso sono lasciate un po’ a solo rielaborare. DICEMBRE 2016
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di GUGLIELMO PENSABENE E GIULIO PISTOLESI
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STRANE CREATURE ALL’OMBRA DEL FABER
e c’è un evento che più di ogni altro ha influenzato il nostro modo di vivere la scuola, si tratta senza dubbio dell’introduzione del progetto Faber Quisque. Piaccia o meno, al Progetto va riconosciuto il merito
di aver reso la didattica più innovativa e flessibile, permettendo a ogni Pariniano di influire su una buona parte del proprio monte-ore scolastico scegliendo da sé i corsi da seguire e distribuendoli a piacere lungo il corso dell’anno.
Proprio per questa sua componente personalizzabile, il Progetto è stato interpretato dai Pariniani in mille maniere diverse, a seconda dell’indole dei singoli. Siamo andati a cercare le più degne di nota.
P., di quarta ginnasio, ha fatto del Faber Quisque una vera e propria ragione di vita. Questo intraprendente quartino è riuscito a completare nel solo primo bimestre l’intero monte-ore richiesto per la fine dell’anno, senza mancare uno dei sessantacinque moduli cui si è iscritto. A questo punto si potrebbe pensare che P.P. sia un furbo, uno che ha fatto in modo di potersi svegliare tardi e tornare a casa presto per il resto dell’anno; ma non è così. Per P.P. il Faber Quisque è qualcosa di più, è una religione. Per questo
motivo il nostro eroe ha deciso di proseguire la propria folle corsa, arrivando a toccare quota ottantotto in questo secondo bimestre. Alla domanda sul perché si sia lanciato su questa china, P.P. risponde di non essersi minimamente reso conto dell’entità dell’impresa, e che semplicemente “doveva recuperare inglese”. Dopo diverse settimane di quotidiani rientri al pomeriggio, P.P. non è purtroppo riuscito a rimediare alle proprie lacune; ma, grazie alle molteplici opportunità offerte dal Progetto, ha scoperto di avere una vocazione: la scrittu-
ra, che ha sviluppato nel corso di un laboratorio al quale si è iscritto nonostante fosse riservato agli studenti di quinta ginnasio. Qualche professore si è accorto di ciò che P.P. stava facendo, e ha cercato di metterlo in guardia, dandogli del pazzo; ma la risposta di P.P., pronunciata con un ba- MODULI* gliore fiero e volitivo negli occhi ancora velati d’innocenza, è: “Sì. Io sono pazzo”. Siamo con te, P.P.
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a non tutti vedono nel Faber Quisque il paradiso in terra. X, una ragazza di terza liceo che ha preferito celare anche le proprie iniziali per paura di ritorsioni, si dichiara contraria alla flessibilità oraria perché, a suo dire, si tratta di “uno spreco di tempo assurdo, cioè io arrivo a casa molto più tardi coi moduli, anche adesso che ne sto facendo solo due”. A una ferma convinzione ideologica si è aggiunta una problematica che ha colpito molti altri Pariniani: la stolidità della sezione “Aule Virtuali”
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del registro elettronico, che, nel caso di X, si è spinta fino al punto di impedire alla ragazza di accedere al cuore pulsante del Progetto. Questo fatale mix, unito a un certo lassismo, ha portato X a trovarsi all’inizio del secondo bimestre senza nemmeno un modulo da appuntarsi sul petto, una situazione che, come lei stessa a un certo punto ha realizzato, rischiava di mettere in dubbio il felice esito del suo ultimo anno tra le mura del Parini. Così, svestendo i panni dell’obiettrice di coscienza, X si è rimboccata le maniche e si è iscritta a ben due corsi,
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LA RIBELLE
dei quali si dice inaspettatamente soddisfatta per quanto abbia partecipato solamente a due moduli. Di fronte a una situazione non propriamente rosea, X non nasconde la propria preoccupazione all’idea che i suoi professori possano venire a conoscenza del suo passato sedizioso; ma ciò che vogliamo dirle è di stare tranquilla: se il MODULI* preside darà l’assenso, potrà provare a convincere il sopracitato P.P. a donargliene qualche decina. Buona fortuna, X.
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*totalizzati al momento dell’intervista
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PERCHÉ I PROF NON CI PORTANO PIÙ IN GITA
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di AURORA NEGRETTI, CON LA COLLABORAZIONE DI FEDERICO MANTACI
Settembre. Inizio dell’anno scolastico. Mentre tutti sono impegnati nell’affannosa corsa per conquistare i banchi in fondo all’aula, io ho un compito decisamente più arduo: convincere due professori ad accompagnare me e la mia classe in viaggio d’istruzione. Ho poche ore: già dal primo giorno, infatti, tutti i professori storicamente disponibili ad accompagnare vengono prenotati, costringendo me e la mia classe a sfoderare tutto il nostro talento da imbonitori per convincerli. L’anno scorso, presi dalla disperazione, siamo arrivati perfino ad offrire dolci per superare la concorrenza di una classe un poco più diligente di noi; quest’anno fino a che punto ci spingeremo? Rincuora, se così si può dire, che questa disperata ricerca di accompagnatori per le gite non riguardi solo la mia classe ma in generale l’intera scuola. Eh sì, perché, sebbene quest’anno il numero di classi sia decisamente cresciuto rispetto all’anno scorso e un nutrito gruppo di nuovi professori sia giunto al Parini, il numero delle gite in programma non è aumentato. Il problema è sempre lo stesso: troppe responsabilità, sia civili sia penali. La gita, a differenza delle normali lezioni, si sviluppa sull’arco temporale di una giornata (notte compresa) e spesso, se non sempre, mentre i professori organizzano attività dalle 8 alle 20, i ragazzi si oc6
cupano delle successive dodici ore durante le quali gli insegnanti non riescono a dormire sonni tranquilli perché è loro responsabilità controllare gli studenti. Se questo non bastasse, a complicare la situazione interviene il fatto che questa attività di sorveglianza notturna non venga minimamente riconosciuta a livello salariale. Oltre il danno anche la beffa, dunque. Inoltre, osservando i meri numeri, tra tutti gli studenti italiani che vanno in viaggio di istruzione la media è di uno studente morto all’anno, e questo rappresenta un avvenimento straziante non solo, ovviamente, per la perdita umana, ma anche per tutto ciò che ne consegue: professori che finiscono in tribunale, scuola indagata...
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Insomma, portare studenti in gita non è una scelta che si può fare a cuor leggero, è soprattutto una questione di fiducia. Fanno da contraltare a tutti questi lati negativi, però, tutti i cambiamenti che un viaggio di istruzione comporta nelle dinamiche di classe, le nuove esperienze e soprattutto la possibilità di conoscere luoghi che, magari, senza questa occasione non si visiterebbero. Quindi, quando chiederete ad un vostro professore la sua disponibilità e vi sentirete per l’ennesima volta rispondere in senso negativo, pensate anche a ciò che una gita comporta per un insegnante e mettetevi nei suoi panni: voi, al suo posto, accompagnereste la vostra classe?
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UNA LEZIONE DI SOLIDARIETÀ
IMMIGRAZIONE E DIRITTI UMANI AL CINEFORUM DEL COLLETTIVO di CLARA TACCONI
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enerdì 2 dicembre, al CAM di via Strehler, il Collettivo Rebelde ha organizzato il primo cineforum dell’anno, presentando La mia classe, un film di Daniele Gaglianone. Ambientata nel quartiere multietnico Pigneto di Roma, la trama racconta la storia di una classe di immigrati di varie nazionalità che imparano l’italiano, intrecciando le vicende individuali degli studenti, interpreti di loro stessi, e del loro schietto ma comprensivo insegnante, l’attore Valerio Mastandrea. A rendere il film interessante e intenso, ma soprattutto particolare, è la doppia focalizzazione con cui è girato. Fin dall’inizio, infatti, La mia classe mostra chiaramente come i protagonisti stiano lavorando con il regista e la troupe, che appaiono spesso in scena, per girare un film all’interno del film stesso; ma, a un certo punto, la storia di questo film si scontra con la vita vera, in una confusione di piano
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cinematografico e piano reale che svela allo spettatore risvolti inaspettati e stupefacenti. Il risultato è una storia diversa dal solito, in cui a tenere lo spettatore attaccato allo schermo non è un unico filone appassionante, ma il susseguirsi di tante vicende vere, o comunque verosimili, vissute da persone reali. Affrontando temi delicati e controversi come la qualità del lavoro o i diritti umani, che spesso hanno toccato direttamente le vite dei protagonisti, La mia classe non solo trasmette un profondo senso di solidarietà, ma aiuta ad approfondire una realtà ormai molto, troppo attuale come l’immigrazione, insegnando che le storie raccontate nel film non sono episodi troppo lontani per esserne toccati, ma situazioni che si verificano ogni giorno. Dopo il film c’è stato un dibattito che ha visto la partecipazione di Selam, una ragazza che si occupa di integrazione e solidarietà con il Comitato di Zona 8 Solidale. Se-
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lam ha parlato delle leggi con cui l’Italia gestisce il flusso migratorio, raccontando i problemi che incontra non solo chi è appena arrivato ma anche chi è in Italia da tempo e sta provando a integrarsi, come nel caso di uno dei protagonisti del film, che da un momento all’altro si trova con il permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato ed è quindi costretto ad andarsene dal luogo dove aveva iniziato a ricostruirsi una vita. Il film si è rivelato davvero interessante, e il dibattito finale è servito a comprenderne meglio le dinamiche e ad approfondirle. È sempre bello dedicare del tempo a conoscere più a fondo un tema così importante, e se ciò avviene ascoltando esperienze dirette raccontate in modo stimolante ed entusiasmante, come è successo in questo caso, l’occasione si rivela davvero preziosa. Aspettiamo con curiosità i prossimi cineforum! 7
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NOT MY PRESIDENT
UNA PARINIANA RACCONTA DAGLI USA L’ELEZIONE DI TRUMP
di LORENZA CARCHIDIO
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novembre 2016, martedì. È una tranquilla sera d’autunno: fuori ci sono 11 gradi, il sole è tramontato da un po’ e le strade sono deserte. Tutti gli abitanti di Goleta (Santa Barbara, California) sono rintanati in casa davanti alla televisione, gli occhi incollati allo schermo e un’ansia crescente nel cuore. E un sentimento diffuso, una di quelle certezze cui nemmeno si dà più voce per non cadere nell’ovvietà: che quest’anno i due candidati alla presidenza americana siano a dir poco pessimi, bestie affamate di potere che, persi di vista gli ideali e la maturità che ogni cittadino cerca nel loro presidente, non fanno altro che sbranarsi tra di loro per cercare di salvarsi la pelle. Trump, Clinton, democratici, repubblicani, tutto diventa sinonimo di spietato cinismo e gioco sporco. “Uno vale l’altro” buttano lì in molti, “siamo qui per scoprire di che morte moriamo”. Io li guardo come Elliot guarda E.T. quando lo vede per la prima volta, ma sono troppo impegnata a buttare giù cucchiaini di Nutella e a ripetermi che da un momento all’altro la grande cifra rossa tondeggiante aumenterà vertiginosamente contro ogni previsione, e così non dico nulla. Alle 23.35 Donald Trump viene eletto quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il giorno dopo, a scuola è il caos. Le prime due ore mi passano davanti senza che nemmeno me ne accorga. La mia prof di lettere 8
si presenta in classe vestita a lutto: anche gli orecchini e la collana sono neri. Oggi non si parla de L’amore ai tempi del colera, ma ognuno cerca di darsi una spiegazione su come si sia arrivati all’incredibile vittoria del populismo di Trump, e a ciascuno viene lasciato spazio per dare sfogo alle proprie opinioni. Suona la campanella, e mi trascino fino alla classe di American Government. Nel mezzo di una discussione particolarmente accesa, la mia vicina di banco viene sopraffatta da una crisi isterica, e strillando “Fuck off all of you, fuck off Mr. Sherman, fuck off everybody!” fa un’uscita in grande stile, con tanto di porta sbattuta. Non l’ho più rivista. Così finisce anche la terza ora. Dopo una manciata di minuti, tutti i telefoni cominciano a vibrare come pazzi: un gruppo di studenti, con il beneplacito della Dos Pueblos High School, ha deciso di riunirsi in strada durante l’orario scolastico, in segno di protesta contro il risultato delle elezioni. Non ci penso due volte, e alle 12 in punto sono nel cortile della scuola in mezzo a tante facce conosciute: ci ritroviamo a marciare per le strade di Goleta al grido di “Not my president!” e, raggiunto uno spiazzo abbastanza grande, diversi studenti prendono la parola per dare voce all’amarezza, alla rabbia e alla delusione che aleggiano intorno. Ma non si tratta solo di disappunto: mano a mano vengono menzionate parole come ‘amore’, ‘rispetto’, ‘uguaglianza’, ‘libertà’, valori su cui DICEMBRE 2016
ogni democrazia dovrebbe essere fondata e che in molti hanno paura di vedere sfumare. In effetti, dopo tutti i bei discorsi che abbiamo sentito uscire dalla bocca del futuro presidente, è naturale temere che nei prossimi anni, anziché a un’evoluzione, si possa andare incontro a una regressione; ma il modo migliore di reagire di sicuro non è abbassare la testa rassegnati e abbandonarsi a un pianto disperato. Riflettere bene, discutere e continuare a lottare per cambiare le cose: questo è quello di cui c’è bisogno, e non solo in America. Per quanto riguarda il resto della giornata, terminata la manifestazione, siamo rientrati a scuola. Il mio prof di economia non si è dimostrato entusiasta all’idea che un branco di ragazzi si fosse permesso di saltare metà della sua ora per manifestare contro l’elezione di ‘The Donald’, e così mi sono ritrovata con un 2 sul registro... Ma penso che ne sia valsa totalmente la pena.
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I IAN RO RIN TE PA L’ES AL
ATTUALITÀ
AMATE L’ITALIA (E LE ITALIANE)
NOSTALGIE E DOLORI DI UN PARINIANO IN AMERICA
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uante volte ho desiderato lasciare l’Italia: ero stanco della solita vita che facevo, e, leggendo le avventure di altri, sognavo di vivere in un posto diverso, possibilmente quell’America desiderata da molti per via della descrizione che ne fanno i film. Eppure, lasciando il bel paese per 10 mesi per andare a studiare in California, ho scoperto quanto io sia fortunato a essere italiano. D’altronde si sa, ci rendiamo conto di amare qualcosa soltanto quando la lasciamo; per questo ciò che sto per scrivere sembrerà insensato a molti di voi. Tuttavia è possibile apprezzare ciò che si ha anche prima di perderlo, guardandolo da nuovi punti di vista. Amate la storia e la cultura dell’Italia e ciò che ogni giorno queste ci donano. Una volta all’estero camminerete lungo strade fiancheggiate da case moderne e centri commerciali, e rimpiangerete quando invece passavate accanto al Duomo e, girando per il nostro paese, visitavate paesini rimasti nel passato, chiese secolari e monumenti carichi di storia. Amate la nostra scuola, il temutissimo Parini. Dentro le sue mura ho esclamato un sacco di volte di odiarlo e ho dovuto subire le pene delle interrogazioni e dei 2 presi nei compiti di greco. All’estero, al contrario, ho cominciato ad arrivare in classe senza neanche aver aperto i libri e completare la verifica in 10 minuti sapendo che meno di 9 non prenderò. E pensare ZABAIONE
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che un 9 in Italia per me avrebbe significato esigere i complimenti dai professori, tornare a casa fiero e pretendere una cena a mia scelta dato il mio incredibile successo! Quindi perché dovrei rimpiangere quei tempi? Perché mi manca la sfida che affrontavo ogni giorno, le notti passate sui libri per poi arrivare in classe ed esclamare: “Non so assolutamente nulla”. Mi manca fare la verifica con il sorriso allegro perché riesco a completare gli esercizi o con il sorriso ironico perché so che mi aspetta un altro 3; finire il compito di matematica, confrontarmi con i compagni e realizzare che a nessun altro nella classe sono venuti i miei stessi risultati. Mi mancano la riconsegna, con quella sensazione di terrore misto a eccitazione mentre il numero scritto in rosso si rivela, e addirittura le interrogazioni, che qui non esistono, perché c’era quel confronto a tu per tu con il professore in cui ti battevi con tutte le tue forze per superare le domande più dure. Infine amate le ragazze italiane, quelle per cui devi lottare, che amano essere corteggiate e ti fanno passare le pene dell’inferno, e il più delle volte ti lasciano deluso (chiunque mi conosca di persona sa a cosa io mi stia riferendo). Conoscendo ragazze straniere, e vedendo come siano loro a provarci e come raramente ci sia bisogno di impegnarsi per ottenere successo, rimpiango la sfida che mi attendeva ogni volta in Italia; e, come per la scuola, anche in questo ambito la
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Il corrispondente dall’estero Riccardo Nava nell’atto di rievocare commosso la pizza margherita
di RICCARDO NAVA
“vittoria” non ha lo stesso sapore. Questi erano soltanto tre esempi del perché ho scoperto di amare l’Italia con tutto il mio cuore - se dovessi elencarli tutti, il giornalino sarebbe insolitamente lungo - ma sono comunque sufficienti a mostrare come il nostro paese ci dia tanto da ammirare e apprezzare, e molto altro che, proprio perché non ci è dato per scontato, ameremo ancora di più una volta ottenuto.
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ATTUALITÀ
PANE E SIMPATIA
RECENSIONE: LA MENSA DEL PARINI
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l ristorante “Mensa del Parini” è un grazioso locale da poco restaurato in stile moderno da designer di fama internazionale. È gestito con passione da Fabio e dal suo team scelto, la cui cordialità, insieme alla musica di gusto, rappresenta il tocco di classe del ristorante. C’è una sola sala, alquanto spaziosa, denominata “Aula Ristoro”: un nome che rievoca la storia della struttura in cui è ospitato il rinomato locale. La proposta migliore del menù, per quanto riguarda i primi piatti, sono le “Lasagne con Ragù”,
DI PETROLIO ARBITRO
con ingredienti di altissima qualità forniti dai migliori produttori artigianali selezionati mensilmente dallo chef. La mensa del Parini non propone secondi in quanto lo chef è sostenitore della teoria che i secondi non esistono. Per i dessert possiamo trovare biscotti e caramelle artigianali anch’essi provenienti da produttori locali che lavorano i dolciumi a mano. Nel menù è compresa anche la “Sfoglia artigianale con crema di nocciole indonesiane” (per voi ignoranti piada alla Nutella), che
DI SIMONE MOLINARI
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però non sono ancora riuscito a mangiare in quanto le nocciole stanno ancora arrivando dall’Indonesia. Complessivamente questo ristorante è ottimo, ed è già stato inserito, dalla sua restaurazione, nelle principali guide enogastronomiche mondiali, con ottimi giudizi. E’ facile incontrare personaggi di spicco facenti parte delle alte sfere del Ministero dell’Istruzione e celebri giornalisti. Il locale è assolutamente consigliato: se passate per il piano terra non esitate ad andarci!
DI TOMMASO VENCO
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INTERVISTA A ERRI DE LUCA
di GIORGIO COLOMBO, GUGLIELMO PENSABENE E GIULIO PISTOLESI
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rri de Luca è uno scrittore e poeta italiano, autore, tra le altre cose, dei romanzi Tu, mio e I pesci non chiudono gli occhi. Vincitore di diversi premi internazionali, nel 2003 ha fatto parte della giuria del festival di Cannes. Lei a scuola come andava? Male. Avevo il peggior rapporto qualità-prezzo: studiavo molto ma andavo da cani. Capita spesso di trovare il suo nome nelle antologie dei libri scolastici. Sente una responsabilità al pensiero che molti estratti dai suoi libri o racconti sono letti dai più giovani? Non sento questa responsabilità, sento piuttosto un grande imbarazzo per il fatto che degli studenti siano costretti a leggere delle mie pagine invece che sceglierle o incontrarle per caso, che i miei racconti vengano loro somministrati come parte dell’impegno scolastico. Questo mi secca un po’.
vece, abbiamo il rapporto peggiore, perché siamo noi a schiacciare l’ambiente, la natura finisce sotto i nostri piedi e ci crediamo superiori. In realtà siamo in continua inferiorità. Da giovane, prima di cominciare a scrivere, ha svolto una serie di lavori fisici, come il muratore e il camionista. In un periodo difficile per i giovani che cercano lavoro, crede che siano da accettare anche i lavori “umili” o che si debba per forza ricercare un impiego corrispondente al titolo di studio ottenuto? Per me il lavoro è stata una dannata necessità, che non mi ha impedito però di salvare un pezzetto delle m i e
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Quindi, secondo lei, oggi un giovane che vuole fare lo scrittore dovrebbe accettare un posto da operaio o stare a casa e continuare a scrivere e mandare racconti? Lo ripeto: fare l’operaio è una dannata necessità. Se puoi scansartela e restare a casa a fare quello che ti pare, meglio. L’importante è non pensare che un lavoro del genere possa tarparti le ali della fantasia, dell’apprendimento: non è così. Oltre alla narrativa, lei ha sperimentato diverse forme espressive, come la poesia, il teatro e il cinema. Tra queste, quale pensa che possa essere la più efficace per comunicare ai giovani? In questo momento la comunicazione passa per via d’immagine, e l’immagine può essere anche analfabeta: per partecipare delle immagini non c’è bisogno di saper leggere, scrivere o far di conto. È una forma espressiva più immediata. Tuttavia è solo attraverso il passaggio della lettura che si impara a dare un nome a quelle immagini con le proprie parole.
Nei suoi libri compaiono spesso paesaggi che fanno più che da sfondo: qual è, secondo lei, il giusto rapporto tra la natura e l’uomo che, col progresso, a volte rischia di danneggiarla? Il giusto rapporto tra la nostra taglia e la taglia della natura è quello di sentirci insignificanti in una vastità, in un mondo che era lì prima di noi e che sarà lì dopo di noi. Nelle città, inZABAIONE
giornate leggendo e scrivendo storie. La condizione di operaio, insomma, non mi ha negato la possibilità di essere altro, di fare altro; però ci sono molti casi in cui la pressione fisica del lavoro manuale schiaccia completamente le persone, costringendole a rifugiarsi, per esempio, nell’alcool. Io mi sono buttato nella letteratura.
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NON VOGLIO ESSERE UNA FORMICA L’IDENTITÀ PERSONALE: INTERVISTA FILOSOFICA AL PARINI
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di sERENA ALTARE E ARIANNA ROGIALLI, INTERVISTA A CLARA CERAVOLO, DISEGNO DI ARIANNA ROGIALLI arliamo di filosofia. Cosa pensano i Pariniani? Abbiamo intenzione di indagare a riguardo intervistando ogni mese uno studente diverso. Il nome della rubrica si ispira a una scena tratta dal film Waking Life, nella quale due sconosciuti si incontrano per caso ma scelgono di ribellarsi contro la frenesia, l’indifferenza, l’essere “formiche” per condividere qualcosa di più umano e reale. Ogni giorno ci incontriamo per i corridoi, ma cosa succederebbe se qualche volta ci fermassimo a parlare di argomenti più profondi? Il tema di questo numero è l’identità personale. Cosa ti rende “te” e ti distingue da tutte le altre persone? A questo proposito, abbiamo intervistato Clara Ceravolo di III C. La tua identità è determinata da tratti fisici, carattere o ricordi? L’aspetto fisico è parte fondamentale della nostra identità: è il “biglietto da visita” con cui ci proponiamo alle persone. Tuttavia, quello che rende me me è principalmente la componente dei ricordi. È molto importante anche tutta la parte dell’infanzia: se io ho avuto un certo imprinting quando ero piccola quello è il motivo per cui adesso sono come sono. Un’altra cosa importantissima sono le persone che conosci nella vita. Ogni tanto mi chiedo: se non avessi conosciuto quella persona, adesso sarei così, saprei le stesse cose? Credo che se avessi avuto de12
gli amici diversi non sarei la stessa persona. Tu sei composto dalle persone che hai conosciuto, dai posti dove sei stato e dalle cose che hai fatto. Sei un puzzle della tua esistenza e delle tue esperienze e conoscenze. Nella tua personalità è presente anche una componente innata o è fondata solo sul tuo vissuto? Potresti parlare della stessa Clara, se fossi cresciuta in un’altra casa, in un’altra situazione? No. Sarei una persona completamente diversa, però magari avrei le stesse predisposizioni. Forse sarei comunque attratta dal giornalismo, ad esempio, ma non l’avrei mai coltivato in modo così approfondito. Le circostanze in cui mi sono trovata e le esperienze che ho vissuto mi hanno fatto scoprire questa mia passione. Sono convinta di essere speciale come persona, ma ho scoperto che tutti pensano di esserlo. Questo implica che alla fine siamo comunque tutti uguali. O siamo tutti speciali in modo diverso. Mi è capitato di incontrare persone identiche o molto simili a me nel modo di pensare e di esprimersi. Persone con nazionalità, età ed esperienze completamente diverse.
attivano una predisposizione sola. E se dentro a due persone si accendono le stesse “lucine” alla fine si trovano simili. In che modo sei diversa da qualche anno fa? È stato un cambiamento progressivo o c’è stata una sorta di cesura? Puoi parlare di due persone diverse? Sì: se io avessi una conversazione con la me di tredici anni non mi sembrerebbe di parlare con me stessa. Ho sempre avuto la sensazione di cambiare durante l’estate. Ogni volta che torno a scuola l’anno successivo mi sento completamente diversa e questo si ricollega alla possibilità di fare nuove esperienze. Vedi quindi una sola Clara o una successione di tante versioni di Clara? Tante, diverse. Ne vedo una per ogni anno. I miei interessi sono gli stessi, ma sono cambiate le pri-
La conseguenza logica è quindi che la personalità sia innata e che le esperienze non abbiano grande influenza a proposito. O magari è una sorta di mix, esperienze diverse ti possono dare lo stesso risultato. Più esperienze DICEMBRE 2016
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SVAGO orità. E secondo me questa cosa continuerà a succedere sempre. Secondo te, si può parlare di una natura umana che ci accomuna tutti? Se sì, che cos’è per te? Di sicuro c’è qualcosa che abbiamo in comune tutti. Mi capita a volte di pensare che qualche poeta, pur avendo vissuto quattrocento anni prima di me ha scritto cose che condivido e che sento mie in questo momento. Ho quindi delle caratteristiche in comune con una persona che non ho mai conosciuto, e che ha vissuto in un sistema culturale completamente diverso. Allora penso: ma quindi siamo tutti identici. Chissà quanta gente
che si accendono in tutti. E invece le cose che troviamo più differenti sono dettate dalla società in cui viviamo. Ci sono alcune luci che vengono accese da tre milioni di esperienze e altre che vengono accese da tre esperienze. E quelle che vengono accese da tantissime esperienze sono quelle cose che tutti, in quanto umani, abbiamo in comune. Se questa intervista ti è piaciuta e sei interessato a partecipare a questo progetto per esprimere le tue idee, siamo alla ricerca di un volontario per il prossimo numero! Vienici a trovare in III C o scrivici una email: serenaltare98@hotmail.it, arianna@ rogialli.com
CACCIA AL PROFESSORE
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di ALICE ALESSANDRI
opo che Francesca Bolengo di II B ha riconosciuto il professor Conti e il professor Scarpis, “Caccia al professore” torna con
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ha letto questa poesia e si è sentita come me. Però non siamo tutti uguali. Siamo fortemente influenzati dalla società in cui ci troviamo. Viaggiando in altri continenti ho capito quante cose ci siano in comune con quei popoli che vivono dall’altra parte del mondo in una cultura diversa. Mi è sempre successo di trovare dei punti in comune con quelle persone. Ci sono però dei modi di fare e di porsi che a me sembrano stranissimi, come i miei lo possono sembrare a loro. Le cose che abbiamo in comune sono quelle che ci appartengono in quanto umani. Non la definirei tuttavia come una “natura umana” in generale. Più come delle “luci”
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due nuove immagini: rappresentano la silhouette di due professori, sta a voi indovinare chi siano! Come sempre, il primo a inviare la soluzione giusta alla mail
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parini.zabaione@gmail.com riceverà un buono di cinque euro per il bar. Che la caccia abbia inizio!
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REAL BODIES, UNA MOSTRA DAVVERO UNICA
di GIULIO PISTOLESI
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vete presente Tafazzi, lo storico personaggio dei primi sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo la cui peculiarità era quella di colpirsi ripetutamente l’inguine con una bottiglia di plastica senza alcun apparente motivo che giustificasse una simile pratica? Ecco. Più o meno è così che mi sono sentito subito dopo aver accettato di recarmi a Real Bodies, la mostra in corso fino al 29 gennaio presso lo Spazio Ventura XV di Lambrate che vede esposti veri corpi umani sottoposti a un processo di conservazione dei tessuti denominato plastinazione. Cadaveri, insomma, fantasiosamente dissezionati per mostrare i più reconditi antri del nostro organismo. Forse un azzardo, per uno che se si sbuccia un ginocchio rischia di rimettere il pranzo. A tranquillizzarmi, inoltre, c’erano i
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dati riportati dai giornali: sessantatré malori in venticinque giorni di esposizione e un’infermeria aperta ad hoc di fianco allo spazio espositivo. Chi me lo fa fare, mi sono detto; ma, per evitare le code chilometriche di cui avevo letto, avevo commesso l’imprudenza di acquistare in anticipo il biglietto. Così la tirchieria ha finito per avere la meglio sulla paura, e io per recarmi a Real Bodies con la merenda che già sobbolliva tra i visceri, pronto a fuggire in infermeria al primo morto sventrato che mi si fosse parato di fronte. E invece, sorpresa. Non solo sono riuscito ad arrivare alla fine della mostra padrone di me e delle mie budella, ma mi è pure piaciuto. L’esposizione, per quanto tendente alla spettacolarizzazione degli “esemplari”, come nel caso dei corpi in “posizioni anatomiche DICEMBRE 2016
sportive” (morti imbalsamati che giocano a pallacanestro e a calcio), non è mai morbosa o gratuitamente impressionante, anzi: mostrando in modo completo e incensurato organi, ossa, muscoli e tessuti, Real Bodies ha piuttosto l’effetto di spogliare l’ambito anatomico di paure e tabù, abituando passo passo il visitatore a familiarizzare con il corpo umano attraverso una sapiente combinazione di didattica e semplice impatto visivo ed emozionale, come nel caso della spettacolare galleria dedicata alla maternità, che segue lo sviluppo dei bambini nel ventre materno lungo tutto l’arco della gravidanza. Non solo: oltre alla più canonica sezione su apparati e sistemi, la mostra esplora anche campi come la chirurgia ricostruttiva, i tatuaggi e le malattie, con tanto di polmoni devastati dal fumo, fratture spinali e organi rattrappiti per ogni sorta di patologie. Insomma, Real Bodies può spaventare, soprattutto se non si è particolarmente attratti dal campo dell’anatomia; ma allo stesso tempo, forse in particolare per quegli stessi neofiti che, come me inizialmente, preferirebbero sottoporsi ad autoflagellazione piuttosto che trascorrere un pomeriggio a guardare organi in teca e lembi di pelle umana, rappresenta un’occasione unica per avvicinarsi attraverso l’esperienza diretta a quel mondo talora impressionante, ma anche straordinariamente complicato e affascinante che è il corpo umano.
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a cura dI EMMA ORSENIGO, SORAYA RICHELDI E TOMMASO ROTUNDO
“L’ITALIANO, LEZIONI SEMISERIE”
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DI BEPPE SEVERGNINI
o già cosa state pensando in questo momento: “Un libro d’italiano? Ma siamo seri! Come se non studiassi abbastanza…”. Beh, era quello che pensavo anch’io. Invece questo libro vale la pena. È una vera e propria guida dell’italiano scritto e parlato. I capitoli sono scorrevoli e si leggono velocemente. Il tutto è raccontato con grande ironia, senza risparmiare nessuno: dai politici alla maestra delle elementari. Ve lo consiglio perché Beppe Severgnini è bravo a rendere i concetti base e perché, dopo questo libro, mi sento molto migliorata come scrittrice... Non vi resta che provare a leggerlo. (Emma Orsenigo)
RECENSIONI LIBRI
“OMOFOLLIA” DI MATTIA CESARI
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attia è un ragazzo come tanti altri che vive in un piccolo quartiere di Roma con i suoi genitori e sua sorella, con la quale non va molto d’accordo. Con il tempo Mattia comincia a porsi domande sulla sua identità e scopre di essere omosessuale. Per questo motivo i suoi coetanei lo insultano e lo evitano. Dopo aver fatto coming out su Facebook questi insulti aumentano e peggiorano, ma lui trova felicità e rifugio seguendo la famosa showgirl Belén. Cosí decide di imitarla e di condividere questa sua passione su Youtube. Dopo poco tempo Mattia acquista numerosi seguaci, più amici e le persone che lo insultano diminuiscono. Ora Mattia ha 19 anni, è fiero di chi è e non ha paura delle cattiverie dei mostri dell’omofollia. (Soraya Richeldi)
“DODICI” DI ZEROCALCARE
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odici è un fumetto scritto da Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, un ragazzo nato ad Arezzo che poi ha vissuto a Roma. La storia racconta di una banda di giovani formata da Zero, lo
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stesso autore, dal suo amico Secco, il quale è fissato con il rito propiziatorio di mangiarsi una merendina prima di ogni impresa, da Kadja, unica ragazza del gruppo, e da un cinghiale pervertito parlante, depresso per la sua astinenza dal sesso. Essi cercano di sopravvivere a una Rebibbia post-apocalittica, infatti nel quartiere romano e in tutto il mondo è scoppiata un’apocalisse zombie e i nostri “eroi” cercano di cavarsela nel miglior modo possibile. Il tutto è presentato in uno stile divertente e travolgente che trasporta i lettori di ogni età nell’adolescenza del giovane fumettista romano, vissuta nel quartiere descritto, attraverso vignette ironiche che sono metafore più o meno bizzarre utilizzate da personaggi simbolo, come Ken il guerriero o Peppa Pig. (Tommaso Rotundo)
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RECENSIONI CINEMA
“ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI”
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a storia è ambientata nella New York del 1926, dove Newt Scamander, affascinante mago Tassorosso, si reca con una valigetta al cui interno è ospitato un mondo di animali magici. Alcuni di essi riescono, malauguratamente, a scappare a causa di uno “scontro” fortunato o meno con il No-Mag Jacob Kowalski, così i due nuovi amici insieme all’ex-Auror Tina Goldstein (la quale inizialmente aveva cercato di arrestare Newt), e sua sorella Queenie si ritrovano a dover girare per la città per recuperare gli animali, altrimenti si rischierebbe uno scandalo che rivelerebbe l’esistenza di una vita magica parallela. Già il titolo del film è un richiamo per tutti noi “potterhead”, ansiosi di poterci ri-immergere nel meraviglioso mondo di J.K. Rowling. Ed-
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di CECILIA ALBANESE, ELENA GALVANI e DAVIDE ROSSI
die Redmayne con la sua abilità nel recitare il ruolo del protagonista ci fa vivere in prima persona le sue avventure, grazie anche agli effetti speciali che rendono tutto più realistico. Il timido e introverso mago inglese ci dimostra come alcune persone si trovino più a loro agio con gli animali che con gli esseri umani. (Cecilia Albanese e Elena Galvani)
“IN GUERRA PER AMORE”
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econdo film di Pif, ambientato nella Sicilia del ’43, tratta l’insediamento mafioso nell’isola durante lo sbarco americano. Il film inizia a New York, dove vivono Arturo e Flora che hanno una relazione segreta, perché lei è stata promessa in sposa dallo zio al figlio del braccio destro del boss Lucky Luciano. Tuttavia DICEMBRE 2016
Flora dice ad Arturo che, se fosse andato in Sicilia per chiedere la sua mano direttamente al vecchio padre, si sarebbero potuti sposare. Così Arturo si arruola nell’esercito americano che sta per sbarcare in Sicilia, a Crisafulli. Lì conosce il luogotenente Chiamparino, agente dell’Office of Strategic Services che doveva consegnare agli americani una lista segreta, che contiene i nomi dei mafiosi da liberare: insomma, c’era un accordo tra gli americani e i boss. Per una serie di circostanze, Chiamparino e Arturo sono imprigionati insieme e vengono poi rilasciati. Arturo si trova in una realtà provinciale dove comandano le credenze popolari e il boss Don Calò, eletto sindaco, che vuole farlo uccidere. Intanto Arturo, ignaro della tresca mafiosa, cerca il padre di Flora che dopo molte difficoltà gli concede la mano della figlia. Chiamparino invece capisce che, affidando l’amministrazione locale alla Democrazia Cristiana, la Sicilia sarebbe andata in rovina. Per questo scrive una lettera di denuncia al presidente americano Roosvelt, ma viene ucciso per sbaglio al posto di Arturo. Questi allora, dopo aver letto la lettera, decide di recapitare lui stesso la missiva a Roosvelt, ma il presidente non lo accoglierà mai. La commedia di Pif si rivela come sempre ironica ma profonda al tempo stesso, facendo riflettere sulle conseguenze che porta l’omertà, poiché quella americana ha fatto sì che la mafia siciliana diventasse più forte e radicata di prima.
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(Davide Rossi) Numero 1I
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a cura dI SARA BRUNI, SOFIA CIMAROSTI E SOFIA RENELLI
ARIETE È il tuo mese fortunato! Presta attenzione a chi ti circonda, tieni vicino i tuoi amici, e ancora di più i tuoi nemici: la fortuna ti arriverà da uno di questi ultimi. Ricordati della matematica: ti stai concentrando troppo sulle materie letterarie, trascurando i numeri!
TORO Il Natale e le soddisfazioni stanno arrivando di pari passo, hai davvero bisogno di riposo, ma non trascurare mai lo studio! Canta Jingle Bells durante le vacanze, ti restituirà il buon umore.
GEMELLI
Impara a cogliere l’attimo, carpe diem!, e a non pensare troppo al futuro. Una sorpresa è vicina, forse sotto l’albero di Natale. Preparati a riceverla, positiva o negativa che sia. Impara ad accettare le sconfitte, 3 in latino inclusi!
CANCRO È ora di allontanarsi da tutto ciò che ti stressa e ti infastidisce. Parti per le vacanze, divertiti e non pensare troppo. Una bella camminata in montagna ti aiuterà a schiarirti le idee e a smaltire il pranzo di Natale!
LEONE Questo purtroppo non è proprio ZABAIONE
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il tuo mese; tieniti vicino un Ariete che ti tirerà un po’ su di morale. Non rimanere troppo a casa, piuttosto esci, ma stai attento alla compagnia che scegli! Male che vada, affoga i tuoi dolori in torrone e panettone, ma giù le mani dalle caramelle della Befana!
VERGINE Non guardare troppo lontano, la persona giusta è più vicina di quanto credi, quindi ti conviene fare la prima mossa. Presto ci saranno le vacanze di Natale: scrivile! Altrimenti perderai il contatto e rischierai di essere dimenticato. Oltre a questo, mi raccomando, resta sobrio a Capodanno!
BILANCIA
SAGITTARIO Prenderai un voto altissimo nella materia che non è mai stata il tuo forte. Un piccolo disguido potrebbe essere vicino, ti consigliamo di provare nuovi sport e di accantonare quello che fai attualmente. Perché non lo sci?
CAPRICORNO Stai nella tua bolla, non commentare troppo le frasi altrui. Concentrati su te stesso come facevi all’inizio dell’anno. Impara a memoria i testi di nuove canzoni, ti aiuterà a memorizzare e a concentrarti quando sarà il momento di studiare.
ACQUARIO
Ascolta i professori e non parlare durante la lezione: la pagella si avvicina e devi migliorare la condotta! Ricorda però che anche le materie di studio sono importanti. Tieniti vicino un Capricorno, che ti aiuterà a recuperare la serietà, ma stai lontano dagli Acquario: il loro nervosismo potrebbe distrarti ulteriormente.
Stai più attento a non sbagliare la fermata della metro: il tuo senso dell’orientamento è calato; non andare in giro da solo e stai il più possibile con le persone più sveglie di te. Stai vicino a un Pesci, vede poco ma si orienta benissimo, se viaggiate in coppia vi risparmierete un sacco di complicazioni a vicenda.
SCORPIONE
Non fai una visita medica da molto tempo, lo studio ti sta consumando e ti sta facendo calare la vista. Se devi prendere un paio di occhiali prendili verdi, colore della speranza. Cerca di ritrovare i decimi perduti e non mollare mai.
È giusto riposarsi durante le vacanze, ma fai più versioni possibili. Ricordati che l’anno scolastico non finisce a dicembre ma a giugno! Però non chiuderti in casa, festeggia Natale con la famiglia e Capodanno con gli amici: non dimenticare nessuno.
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PESCI
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di sandro pannocchia
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55 ORIZZONTALI 1. La luce del Parini. 12. Prefisso d’uguaglianza. 13. Quella di Giacobbe fu dipinta da Raffaello Sanzio. 14. Solo in Star Wars. 15. Iniziali di un Angela. 16. Uno dei compiti del cane da caccia. 18. Il Giovanni Paolo più longevo. 19. Scollacciato. 20. Amare senza requie. 22. Chiamato anticamente. 25. Può essere atmosferico o segreto. 27. Un po’ d’ironia. 28. Pianta aromatica. 30. Il titolo di Paul McCartney. 31. Quella Nera spadroneggiava negli Stati Uniti d’inizio Novecento.
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32. Andare in poesia. 33. Una barretta del sistema solare. 34. Esistono quelli essenziali. 35. Primo nome di Poe. 37. Pari in Alassio. 38. Motivo di indugio. 40. Un poète come Paul Verlaine. 42. Imposta sul valore aggiunto. 44. Dispari nel morto. 45. Iniziali della Minetti. 47. Inerente al mestiere dei campi. 50. Sig. oltremanica. 51. L’attore comico Aykroyd. 53. Veicolo spaziale con equipaggio in progettazione presso la NASA. 54. Mai dirlo. 55. Il nostro fu composto da Novaro.
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1. Il volto social della canzone italiana. 2. Diminutivo di nome femminile. 3. Il cuore della scuola. 4. Cultore della bellezza. 5. Pari in spacca. 6. Insieme ai tulipani nel titolo di un film pluripremiato. 7. Mela senza morsi. 8. Pesce di mare ottimo al forno. 9. Iniziali dell’Hasselhoff principe del trash. 10. Incitamento. 11. Le tasse degli studenti. 16. Rendono femmina il dottore. 17. Una molecola parte dell’emoglobina. 19. Due come Svevo e Calvino. 21. Grande famiglia industriale genovese. 23. L’igiene che preserva dalle carie. 24. Importante costituzionalista italiano. 25. La squadra di mercenari buonisti di un noto telefilm degli anni Ottanta. 26. Bastoni rituali di Dioniso e del suo seguito. 29. Un’unità di misura dell’energia. 35. Bestseller fantasy di Cristopher Paolini. 36. Gioco di carte simile a scala quaranta. 39. Le deponevano le galline d’una volta. 41. Il grosso bovino descritto da Giulio Cesare. 43. Il mais spagnolo. 46. Accomuna Super, Spider, Bat, Iron e Aqua. 48. Estremo limite di Gibilterra. 49. Un sovrano come Luigi XIV. 50. Se è comune, concede mezzo gaudio. 52. In mezzo allo spannung. 54. La congiunzione avversativa per eccellenza.
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1. Il cantautore di via Paolo Fabbri. 15. Gli adoratori di Hailé Selassié. 16. Famoso stilista piacentino. 17. Preposizione di chi moltiplica. 18. Le unità base di RisiKo!. 19. Una pala visibile dall’autostrada. 21. Il Nagai creatore di Goldrake. 22. Solenne copricapo papale. 23. Il Royaume du del Nordafrica. 24. Il meschino d’oltremanica. 26. Punto cardinale. 27. Happy Birthday secondo Marilyn Monroe. 30. Pari in Alassio. 31. Inizio dell’aoristo. 32. Nella mitologia greca, collegato alla terra. 33. Il legislatore di Sparta. 36. Strette aperture. 38. L’etica di chi non ha etica.
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40. Compagnia ferroviaria privata. 42. Il fronte vincitore del referendum del 4 dicembre. 43. Curiosità. 46. La sigla sulle foto di classe. 47. Lo è un braccio meccanico. 48. L’origine del mistero. 49. La prima nave. 50. Operatore specializzato.
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1. Profondo affetto e solidarietà. 2. Quasi introvabile. 3. Necessita del Ventolin. 4. Contare parzialmente. 5. Veloce imbarcazione multiscafo. 6. Le squadre d’assalto naziste. 7. L’azione divina per eccellenza. 8. Il liquido secondo Dante. 9. Proteggono le scarpe dalla pioggia. 10. Rende peculiare. 11. Cicerone sul dizionario.
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12. L’indirizzo che fa gola agli hacker. 13. Decisamente poco portato. 14. La Lady di Meryl Streep. 20. Delizia paesaggistica. 23. Iniziali di Parolo. 25. L’azienda di Enrico Mattei. 28. Rappresentante per un giorno. 29. Rendevano appetibili le mogli. 34. Pianeta del sistema solare. 35. Perfetto di οραω 36. Dispari nel miagolio. 37. Un vino come il Lambrusco. 39. Tourism Development Bank Limited. 41. Lo bevono i bimbi francesi. 44. Pari in Italia. 45. Istituto europeo di design. 47. Il Gainsbourg della canzone (iniziali). 48. Le Macchine Tecniche dei giochi Pokémon.
SOLUZIONI 19
G I A N N I M O R A N D I
I U S S O A S O S O M A R O A N O C I E M O I V M A A N N N O
E S T E T A E R A G O N
P P E S C A L A A N A R E A O A G N E T O I R E D G A R A M A M M R A R I R I O N A Z I O
O D H E M A E N S M A L U D R O O M N A
D U A N I I V T E I R R S S I I T A M R A I L E
F R A T E L L A N Z A
R A R I S S I M O
A S M A T I C O M S R G
N T A R A U R A N O
C A T A M A R A N O G
E S C O C A R M E N E O M A R R P R E O E E O GO E M L I T A E D D O D A B I I A L I
G A L O S C E
U N I C I T A L T I L E A D
C C I I N P C A M E D E N ON I T I A I T A I A D A M D E T
N I E R G O A N T E OR R M L O A S I S T O
BUON NATALE E BUON ANNO NUOVO DA PARTE DELLA REDAZIONE! CONTATTATECI! e-mail: parini.zabaione@gmail.com facebook: www.facebook.com/zabaione.parini youtube: www.youtube.com/user/ZabaioneParini forum: http://zabaione.forumcommunity.net/ ISSUU: https://issuu.com/zabaione_liceoparini
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