SONDAGGIO: RAPPORTO GENITORI-FIGLI
ZABAIONE Anno xIV
GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006 GENNAIO MMXix
INTERVISTE FILIPPO DEL CORNO SILVIA PINELLI RAPPRESENTANTI D'ISTITUTO
LIB ER TA RIO DI : L DIC A EM RIV BR OL E UZ IO NE
Numero 3
EDITORIALE
LA MATURITÁ CAMBIA ANCORA
D
di DAVIDE ROSSI
a ormai qualche anno, l’esame di maturità è causa di preoccupazioni e di dubbi per noi liceali, quanti almeno una volta hanno detto “ministro che viene, maturità che cambia”, quanti si sono lamentati del ritardo del MIUR nel comunicare le modifiche, quanti, professori compresi, hanno avuto difficoltà nel comprendere la struttura delle varie prove degli esami, quanti hanno pensato più volte che tutto questo fosse un macello e nulla di più. Ma il 21 novembre il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha comunicato in una videointervista tutte le modifiche apportate per la maturità 2019/2020. L’intervista è stata rilasciata a skuola.net, nota testata giornalistica che da sempre ha tra i suoi primi obiettivi l’informazione, soprattutto quando si tratta di versioni di Platone o Demostene, un sito ufficialmente consigliato da nove professori su dieci. Intervista condotta peraltro in toni diversi da quelli che ci si aspetterebbe in presenza di un ministro, sarò forse troppo all’antica, ma credo che una persona normale, se dovesse intervistare Fioramonti, gli darebbe quantomeno del lei, e dubito che gli si rivolgerebbe dicendo “Ministro ma stai cercando di diventare il ministro più amato dagli studenti, dov’è la fregatura, cioè, c’è una fregatura nel senso che c’è un sistema peggiore?”, come invece fa l’intervistatore del sito sopracitato. Al di là di queste mere formalità, che a quanto pare non ha più senso usare, passiamo ai cambiamenti che vedremo nell’edizione 2020 della maturità, un’edizione -a detta del Ministro- che vuole eliminare tutte le ragioni su2
perflue di ansia e che non dovrebbe essere modificata nei prossimi anni. Le prove INVALSI saranno da quest’anno un criterio necessario per l’ammissione alla maturità, anche se la loro valutazione non varierà né il punteggio dei crediti né il voto finale di uscita. Una prova insomma tipica della scuola italiana, che le rende obbligatorie solo perché altrimenti nessuno le farebbe e no ci sarebbero dei dati uguali per tutte le scuole d’Italia, ma senza il coraggio di fare delle prove pensate per valutare gli studenti con modalità diverse dal classico tema e dalla tradizionale versione. L’anno scorso, sotto il Ministro Bussetti, era stato eliminato l’obbligo che almeno una delle tracce del tema argomentativo (tipologia B) avesse traccia storica. Dopo un’aspra critica, a mio avviso comprensibile e corretta, della società civile, da quest’anno sarà reintrodotta l’obbligatorietà del tema storico. La seconda prova, invece, dovrebbe rimanere invariata rispetto a quella dell’anno scorso, e dovrebbe quindi presentare un brano di greco o di latino da tradurre, uno nell’altra lingua già tradotto in italiano e delle domande che favoriscano un confronto tra i due testi, cosa che credo possa aiutare nella traduzione e che richiede allo studente un abilità di traduzione e di analisi interpretativa di un testo. Per quanto riguarda invece l’orale, sono state tolte le famigerate buste, massimo motivo di ansia e preoccupazione tra gli studenti; la commissione dovrà infatti proporre all’esaminando uno spunto da cui il candidato dovrà elaborare un discorso unitario che tocchi quante più materie possibili. È inoltre ufficiale che saranno fatte domande anche di
cittadinanza e costituzione, insegnamento appioppato ai docenti di storia e filosofia, già costretti a ridurre parti di un programma ampio per motivi di tempo. Che l’educazione civica sia fondamentale per la formazione delle giovani menti è una verità assodata, ma non è questo il metodo corretto di preparare gli studenti. Non si può pensare di aumentare gli argomenti di un insegnamento senza aumentare le ore, non è corretto testare gli studenti in un solo momento episodico per avere scritto tra i documenti che la scuola italiana fornisce anche conoscenze in ambito civico, materia particolarmente valorizzato nelle scuole internazionali. Per quanto dunque possano essere state apportate modifiche che miglioreranno l’esame per i maturandi, ritengo che questa nuova maturità manchi ancora di serietà e completezza, e che sia l’emblema di una scuola che si accontenta di dove arriva, di una scuola che fa tutto, ma che lo fa solo a metà.
SOMMARIO
FILIPPO DEL CORNO PAG. 3 RAPPORTO COI GENITORI PAG. 4 INTERVISTA AI RAPPRESENTANTI PAG. 7 IL CILE SI È SVEGLIATO PAG. 10 INTERVISTA A SILVIA PINELLI PAG. 7 COME EMMA DIVENNE UN KIWIPAG. 12 L'AMARO PAG. 12 BUONE INTENZIONI PAG. 13 RECENSIONI-MOSTRE PAG. 14 RECENSIONI-FILM PAG. 15 NATALE A MILANO PAG. 16 ZABAOROSCOPO PAG. 17 LIBERTARIO PAG. 17 ZABAENIGMISTIICA PAG. 18
GENNAIO 2020 ANNO XIV NUMERO III
ZABAIONE
ATTUALITÀ
IL REGNO UNITO DOPO LE URNE di EMMA ORSENIGO E OTTAVIO RUSSI
S
embrava quasi che si fosse cambiata idea: manifestazioni di piazza, rinvii a non finire, le dimissioni di Theresa May, il verdetto della Corte Suprema contro Johnson per la tentata sospensione del Parlamento tra Settembre e Ottobre, dichiarazioni di intellettuali come Ken Follet… Tuttavia, come si è potuto notare, né la piazza né i personaggi pubblici rispecchiano necessariamente l’opinione dell’elettorato, che ha deciso per la vittoria di Johnson. Il risultato è significativo soprattutto per il crollo dei Laburisti persino in roccaforti storiche come le Midlands: la maggioranza conservatrice è nata sostanzialmente da quei 45 seggi persi. Gli Inglesi, infatti, si sono ritrovati a scegliere tra i Conservatori, rappresentati dal chiaro ‘Get Brexit done’, e un partito di posizione ondivaga tra la neutralità e il Remain. Se questa posizione aveva il fine di porre i Laburisti come alternativa ai Conservatori, non è piaciuta ai suoi elettori, presenti nelle aree deindustrializzate in cui la libera circolazione di persone e merci vigente in Unione Europea appare una concorrenza ingiustificata e pertanto favorevoli alla Brexit. Si aggiunga il fattore di un leader, Jeremy Corbyn, che non riscuote il consenso del suo stesso partito. Dunque, la sorpresa destata dal voto e fomentata da due anni di stasi sembra più che altro il risultato di
ZABAIONE
IL FALLIMENTO DELLA SINISTRA E IL DIFFICILE DIALOGO CON L'UNIONE EUROPEA
un’interpretazione scorretta della situazione da parte dei media: proteste e satire ci sono state, ma sono state sopravvalutate e incasellate in una visione europeista che considera la Brexit un’Apocalisse. Il punto di vista dei giornali dell’Unione, giustamente, è quello dell’Unione, però resta unilaterale: un paese lontano dall’Unione Europea come la Nuova Zelanda, invece, dalla Brexit può sperare nella riapertura di un canale commerciale privilegiato con la madrepatria. Inoltre il campione scelto dai media era poco rappresentativo: Londra, per quanto capitale, non è il Regno Unito; un londinese politicamente non equivale a un abitante delle Cotswolds. La ricerca di un punto di vista comune al proprio rimane comunque comprensibile: l’assenso dato alla Brexit due anni fa si è rivelato un vaso di Pandora che ha scoperto il movimento euroscettico insito nell’Unione, rappresentato soprattutto dai paesi dell’Est, e la sua conferma potrebbe rafforzare ulteriormente questi ultimi. Perdere un paese fondatore è in ogni caso un forte colpo alla credibilità europea. Valutarne l’impatto economico, invece, è più complesso: al momento l’economia inglese sembrerebbe quella ad averne risentito maggiormente. La questione più preoccupante riguarda il diritto di residenza, con la Brexit non più garantito: nonostante il panico in merito, il futuro dei cittadini euro-
GENNAIO 2020 ANNO XIV NUMERO III
pei nel Regno Unito bene o male dovrebbe essere assicurato, anche se per gli studenti dovrebbe esserci un aumento delle imposte scolastiche; non si può dire lo stesso dei cittadini inglesi sparsi tra i membri dell’Unione Europea, ognuno dei quali si sta regolamentando con ritmi e norme diverse. L’attuale livello di comunicazione e chiarezza si può misurare dall’ondata di reazioni alle voci secondo cui il Regno Unito vorrebbe sfilarsi da Erasmus+, programma che tuttavia dovrebbe ancora reggere per tutto il 2020 e per il 2021. La Brexit, tuttavia, ha avuto una conseguenza sicura, ovvero risvegliare lo spirito indipendentista della Scozia, incarnato dalla leader dello Scottish National Party, Nicola Sturgeon, che contro ogni aspettativa ha battuto i conservatori e i laburisti al potere da anni. Non è una battaglia dell’ultima ora: il suo ultimo atto è avvenuto sei anni fa, con il Referendum del 2014, quando i sostenitori del Regno Unito hanno ottenuto una vittoria non certo schiacciante a fronte di un’alta affluenza alle urne. Le simpatie europeiste della Scozia potrebbero avere una spinta decisiva. Tuttavia, come cihanno insegnato gli Inglesi stessi, l’unica verità da considerare sarà quella dei voti. Ciò non toglie che questo nuovo anno potrebbe riservare nuove sorprese in merito alla Brexit. 3 3
ATTUALITÀ
LUCY HAWKING
COMMENTO AL SONDAGGIO SUL RAPPORTO GENITORI-FIGLI di ADRIANO MANTICA
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embrava quasi che si fosse cambiata idea: manifestazioni di piazza, rinvii a non finire, le dimissioni di Theresa May, il verdetto della Corte Suprema contro Johnson per la tentata sospensione del Parlamento tra Settembre e Ottobre, dichiarazioni di intellettuali come Ken Follet… Tuttavia, come si è potuto notare, né la piazza né i personaggi pubblici rispecchiano necessariamente l’opinione dell’elettorato, che ha deciso per la vittoria di Johnson. Il risultato è significativo soprattutto per il crollo dei Laburisti persino in roccaforti storiche come le Midlands: la maggioranza conservatrice è nata sostanzialmente da quei 45 seggi persi. Gli Inglesi, infatti, si sono ritrovati a scegliere tra i Conservatori, rappresentati
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dal chiaro ‘Get Brexit done’, e un partito di posizione ondivaga tra la neutralità e il Remain. Se questa posizione aveva il fine di porre i Laburisti come alternativa ai Conservatori, non è piaciuta ai suoi elettori, presenti nelle aree deindustrializzate in cui la libera circolazione di persone e merci vigente in Unione Europea appare una concorrenza ingiustificata e pertanto favorevoli alla Brexit. Si aggiunga il fattore di un leader, Jeremy Corbyn, che non riscuote il consenso del suo stesso partito. Dunque, la sorpresa destata dal voto e fomentata da due anni di stasi sembra più che altro il risultato di un’interpretazione scorretta della situazione da parte dei media: proteste e satire ci sono state, ma sono state sopravvalutate e incasellate in
una visione europeista che considera la Brexit un’Apocalisse. Il punto di vista dei giornali dell’Unione, giustamente, è quello dell’Unione, però resta unilaterale: un paese lontano dall’Unione Europea come la Nuova Zelanda, invece, dalla Brexit può sperare nella riapertura di un canale commerciale privilegiato con la madrepatria. Inoltre il campione scelto dai media era poco rappresentativo: Londra, per quanto capitale, non è il Regno Unito; un londinese politicamente non equivale a un abitante delle Cotswolds. La ricerca di un punto di vista comune al proprio rimane comunque comprensibile: l’assenso dato alla Brexit due anni fa si è rivelato un vaso di Pandora che ha scoperto il movimento euroscettico insito nell’Unione, rappresenta-
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ATTUALITÀ to soprattutto dai paesi dell’Est, e la sua conferma potrebbe rafforzare ulteriormente questi ultimi. Perdere un paese fondatore è in ogni caso un forte colpo alla credibilità europea. Valutarne l’impatto economico, invece, è più complesso: al momento l’economia inglese sembrerebbe quella ad averne risentito maggiormente. La questione più preoccupante riguarda il diritto di residenza, con la Brexit non più garantito: nonostante il panico in merito, il futuro dei cittadini europei nel Regno Unito bene o male dovrebbe essere assicurato, anche se per gli studenti dovrebbe esserci un aumento delle imposte scolastiche; non si può dire lo stesso dei cittadini inglesi sparsi tra i membri dell’Unione Europea, ognuno dei quali si sta regolamentando con ritmi e norme diverse. L’attuale livello di comunicazione e chiarezza si può misurare dall’ondata di reazioni alle voci secondo cui il Regno Unito vorrebbe sfilarsi da Erasmus+, programma che tuttavia dovrebbe a
ZABAIONE
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ATTUALITÀ numero raggiunto dagli studenti con 1 fratello/sorella. Passiamo ora a ciò che riguarda i genitori degli intervistati. Infatti almeno uno di circa la metà di questi ha frequentato il liceo classico, mentre l’altra naturalmente ha studiato altrove. Per essere precisi, il 48% ha conseguito studi classici e il 52% si è diplomato altrove. Sempre parlando di genitori, un’altra domanda chiedeva al soggetto se dialogasse di più con sua madre o suo padre. Qui la mamma ha raggiunto il 74%, battendo di gran lunga il papà che si ferma al 16%. C’era poi la possibilità di completare con l’opzione “nessuno dei due” o “entrambi”, i quali prendono rispettivamente il 2% e il 7% dei voti. Il mondo é cambiato, i genitori sono cambiati. Siamo in una società dove non esiste più il patriarcato. Madre e padre hanno eguali diritti in campo familiare e il rispetto della figura femminile - intesa come madre - é particolarmente cambiato, come anche quella del padre. C’é dunque da chiedersi se ciò sia abbia cambiato le dinamiche all’interno del nucleo familiare. Ovviamente non vi é una situazione simile a quella vissuta da i nostri nonni, ma la domanda è riguardo a un cambiamento rispetto a quando i nostri genitori erano bambini. Per ottenere una risposta, ma soprattutto per capire se gli “stereotipi” familiari avessero un vero e proprio fondamento, abbiamo proposto alla scuola un sondaggio usando come campione un decimo degli studenti. Molto spesso viene in mente la figura paterna come severa e rigida che punisce per ogni errore AUTOSTIMA TOLLERANZA commesso dal figlio. Questo non é del tutto vero; ad esempio, la maggioranza del campione ha identifi-
AUTOSTIMA
mamma
TOLLERANZA
GENITORI AMICIZIA nessuno entrambi
GENITORI TOLLERANZA mamma POLITICA papà nessuno
papà
AMICIZIA
CON CHI PARLI DI PIÙ DEI SEGUENTI ARGOMENTI? GENITORI mamma papà
SESSUALITA' nessuno entrambi
POLITICA
GENITORI AMOREentrambi mamma papà nessuno
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mamma
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papà
nessuno
entrambi
entrambi
AMORE
mamma
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nessuno
entrambi
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ATTUALITÀ
INTERVISTA AI RAPPRESENTANTI D'ISTITUTO
di livia crisostomo, Greta Manera, Maria Vittoria Massarenti, Davide Rossi, OTTAVIO RUSSI, Filippo Savio, FEDERICO SAVORANI Punti forti del tuo programma? FEDERICO CAPURRO (Daimon): I punti forti del nostro programma sono soprattutto l'orientamento e la società politica, ma in generale tutti i nostri punti sono concreti, ben definiti e portati a termine LUIGI LORENZONI (Daimon): I nostri punti forti sono la nostra società politica, che abbiamo fondato proprio ieri, e di cui martedì prossimo ci sarà la prima riunione in emiciclo, e l'orientamento. Abbiamo anche una serie di convenzioni e di offerte, come quella col teatro Elfo Puccini. ARTHUR GOLDSTEIN (Collettivo Rebelde): Sicuramente i percorsi storici che abbiamo organizzato in seguito ai fatti che sono successi l'8 Giugno, mentre tutti festeggiavamo la fine della scuola. Poi il torneo di calcio e le partite organizzate contro una squadra composta da immigrati, per incoraggiare l'integrazione e lo scambio culturale. Inoltre penso che anche il cineforum sia importante per dare a tutti l'occasione di elaborare una riflessione personale su alcuni temi, di vedere dei bei film e di poterne discutere tutti insieme. ELIA PALMIERI (Ermes): Il nostro programma è stato creato con un fine: creare una realtà studentesca, come ho già ampiamente ripetuto in assemblea. Le nostre proposte quindi erano mirate a questo obiettivo. Quella ZABAIONE
del circolo politeia è stata quella che ha riscosso per ora il maggior successo, ed è stata la proposta con la quale siamo andati incontro a Daimon per ora. Questo progetto è già partito, anche se dobbiamo discuterne con il preside per quanto riguarda l'utilizzo dell'emiciclo. Un'altra proposta importante è stata quella degli assorbenti, per la quale provvederemo a breve. Quali proposte delle altre liste ti sono piaciute? FEDERICO: Le altre liste hanno proposto buone idee e buoni spunti, ma purtroppo hanno peccato di concretezza. Noi contiamo di riuscire a portare a termine alcuni dei loro progetti. LUIGI: Le altre hanno avuto buone idee - come quella di lista Ermes riguardante l'ecosostenibilità delle felpe - tuttavia è mancata la parte pratica. Adesso stiamo infatti cercando di sviluppare il progetto come squadra di rappresentanti, invece che come lista singola. ARTHUR: La politeia di lista Ermes mi è sembrata abbastanza interessante, come il concorso di filosofia, che pure esistendo già, mi interessa personalmente. ELIA: Mi sono piaciute molto il circolo politico di Daimon, che poi è andato ad unirsi al circolo politeia, quindi siamo felici di poter unire le proposte affinché tutti gli studenti possano parteciparvi, che è l'obiettivo di noi rappresentanti al di fuori della
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lista. Mi è piaciuto molto anche il percorso decenni storici del Collettivo, perché penso che sensibilizzare i giovani su un tema importante come il fascismo sia fondamentale. Conosco anche personalmente il prof. Beltrami, che insieme al professor Piazza sarà uno dei docenti che parlerà dell'argomento, e penso che siano molto competenti. Qual è l’elemento che ha portato un candidato in più ad essere eletto? LUIGI: Di sicuro il pragmatismo e la completezza del nostro programma, il quale era già stato realizzato, toccava quanti più ambiti possibili e pensava a ogni ambito della vita studentesca. FEDERICO: I voti delle altre due liste sommati non raggiungono i nostri. Ritengo quindi che il Parini abbia perfettamente compreso la serietà della nostra lista e il nostro impegno. Siamo molto contenti di questo e adesso siamo pronti a realizzare le nostre proposte che comunque sono già in via di definizione. Come pensi di gestire la rappresentanza insieme all'esame di maturità? FEDERICO: Innanzitutto penso che il tempo ci sia: la rappresentanza è qualcosa che deve essere separata dalla scuola. In ogni caso l'esame di maturità verrà più tardi e penso di avere il tempo per fare entrambe le cose. 7
PA AL RINI L'E AN ST O ER O
ATTUALITÀ
COME EMMA DIVENNE UN KIWI TRA CALLE, TUI, E "IL SIGNORE DEGLI ANELLI"
I
l mio trimestre in Nuova Zelanda è iniziato alle cinque di un mattino invernale quando, già con la voglia di scappare, ho raggiunto la casa della mia hostfamily ai margini di una foresta pluviale. Sono finita con uno stereotipo della famiglia inglese, un’assistente sociale assorbita dalla ricostruzione del suo albero genealogico, un avvocato che ho tentato invano di convincere della realtà dell’emergenza climatica, un cane iperattivo e mille figli sempre in giro. Nonostante gli impegni, hanno fatto del loro meglio per integrarmi, insegnandomi a cucinare i mitici hockey pokey biscuits o invitandomi alle loro riunioni di famiglia, e trovarmi bene con loro mi ha dato il coraggio di affrontare anche tutto il resto. Inoltre mi facevano compagnia una coreana e un fantasma giapponese che, dopo alcune apparizioni durante la cena, è sparita senza salu-
tare nessuno. Aldilà di certi trascorsi, sono state un appoggio per la scuola, dove il mio primo giorno la reazione media dei professori in genere è stata: “Wow, una studentessa italiana, ora che ce ne facciamo?”. Nel giro di una settimana, però, mi hanno integrata tanto da permettermi di fare gli esami di fine bimestre con gli altri studenti. Da una parte mi sono piaciuti l’uso del computer - ormai è una realtà quotidiana - e l’approccio tecnico ad alcune materie - per esempio, a Storia imparavo ad analizzare le fonti -, ma dall’altra ho sentito i limiti di un sistema scolastico dove le lezioni frontali sono ridotte al minimo e il lavoro è finalizzato al superamento degli esami. Mi è sembrato un sistema arido, in cui non c’è una vera formazione culturale. In ogni caso, quello che davvero mi interessava era l’incontro con nuove persone e devo dire che in Nuova Zelanda è stato particolarmente facile: in un parco
di EMMA ORSENIGO
una ragazza ha iniziato a parlarmi del suo sogno di vedere Londra, una barista mi ha chiesto di insegnarle come fare un macchiato, su un autobus un vecchietto mi ha detto con orgoglio che stava imparando l’italiano… Sono passata di colpo dal sapere che esistono mentalità diverse dalla mia a viverne una appieno, un impatto indescrivibile finché non lo si sperimenta di persona: ho collezionato vesciche in giro per Auckland; mi sono improvvisata baby-sitter per una piccola fedele in erba che, in mancanza di meglio, aveva adibito a Bibbia un romanzo di Roald Dahl; mi sono unita al kapahaka group della scuola cantando in Maori -ignoro tuttora cosa. Vi invito a partire perché imparerete non solo a confrontarvi con le novità, ma anche a rivalutare ciò che conoscete e perché alla fine sentirete che non c’è nulla che non possiate fare. E, sì, nel frattempo potreste anche migliorare l’inglese.
SARDINE, NUTELLA E WITTGENSTEIN
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dI FILIPPO SAVIO onsideriamo i dieci punti che compongono la carta dei valori del movimento delle Sardine. Dove abbiamo sbagliato negli ultimi anni? Mi spiego, e nel farlo cito alcuni dei principi sanciti nella carta dei valori del movimento. Primato dei numeri su propaganda e fake news, della "persona in carne e ossa" sull’account social, necessità in politica di ascoltare, associare alle emozioni un pensiero critico, ed evitare la violenza (verbale e non). La prima riflessione è che questi dovrebbero essere principi dettati prima di tutto dal buon senso, dalla buona creanza. Non dovrebbe essere necessario fondare un movimento per ricordare alla classe politica le basi della buona educazione, e della deontologia che dovrebbe seguire. E ripeto, non dovrebbe. Se l’ecosistema politico italiano fosse sano, principi così basilari non avrebbero mai portato in piazza 40mila persone e più. D’al12
tronde, se uno dei più graditi leader politici fa del non mangiare la Nutella (perché usa nocciole turche), un atto patriottico e quasi eroico, allora non sorprende il fatto che qualcuno voglia riempire le piazze con una speranza necessaria e umile: quella di far tornare di moda la buona educazione e il pensiero critico. Le Sardine sono un sintomo, un anticorpo contro l’imbarbarimento del linguaggio e del pensiero, ormai davanti agli occhi di tutti. Le conseguenze di tale degrado sulla politica sono una delle prove più lampanti del fatto che Wittgenstein avesse tremendamente ragione riguardo al rapporto tra linguaggio e mondo: "i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo" (e comunque la Ferrero utilizza anche nocciole turche. In quanto la sola produzione nostrana non basterebbe a soddisfare la domanda degli scoiattoli delle Langhe).
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ZABAIONE
ATTUALITÀ
BUONE INTENZIONI di DANIELE MUSATTI
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iovedì 28 Novembre, 14:30, ufficio di Soddu. E’ il giorno dell’inaugurazione dell’aula studio della prof. D’Alessi. Siamo in 16, professori compresi. L’aula è dedicata alle prime due studentesse diplomate al Parini, Beatrice Moreschi e Maria Rostagno, tra le prime di tutta Milano anche se, ahimè, il Beccaria ci ha battuti. Dopo aver tagliato il nastro, tenuto su da due studenti, con un paio di forbici rubate da una cartella senza apparente propritario, siamo entrati nella fantomatica aula studio. Dopo l’inaugurazione il prof. Piazza, resuscitato da Soddu dal suo beato riposo, ci ha allietati con la storia delle donne del Parini, che sembrano avere tutte qualcosa in comune: molte erano vicine a persone famose ma nessuna di loro lo è mai diventata. Non un trend motivante. L’aula studio è un’aula adiacente alla biblioteca (che, sì, esiste) che contiene una miriade di testi scolastici abbandonati negli armadi dai pariniani più smemorati. Ci sono dei bei tavoli dove studiare, molta luce naturale e anche una graziosa piantina. Lo scopo dell’aula è avere uno spazio in cui i pariniani possano studiare dopo l’orario scolastico. Perfetto, no? No. Per accedere all’idilliaca aula studio bisogna andare giù in segreteria a chiedere le chiavi e firmare per avere l’accesso. Questa procedura è fatta per evitare che non venga vandalizza-
AULA STUDIO, UNA BELLA OPPORTUNITÀ?
ta l’aula e che non vengano rubati i libri. Purtroppo questa procedura è troppo macchinosa: se si vuole studiare dopo le 14:00 bisogna sperare di trovare un bidello (visto che la segreteria chiude prima), sperare che il sudetto bidello sappia di cosa stai parlando (cosa che non è detta, l’altro giorno una bidella mi ha rincorso per il secondo piano chiedendomi a gran voce se sapessi dove fosse il laboratorio di chimica), serve che sappia dell’esistenza e della posizione della chiave dell’aula e soprattutto bisogna che sia disponibile ad aiutarti, siccome non è detto che non ti mandi in giro per la scuola alla ricerca di un bidello meglio disposto. In difesa dell’aula studio, che devo difendere, siccome sono stato uno di quelli che l’hanno
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messo in piedi (i miei polmoni non si sono ancora ripresi dopo lo shock da polvere eccessiva. I muscoli meno, da buon borghese mi sono occupato di supervisionare il lavoro degli altri, con ottimi risultati!), vorrei dire però che non è del tutto un male: il materiale è tantissimo e la disponibilità di un aula in cui studiare è un tesoro inestimabile, essendo l’aula ristoro inagibile. Mi chiedo se questo progetto sarà una innovazione che cambierà per sempre le routine dello studio dei pariniani o se si tratti solo di buone intenzioni, sconfitte dalla burocrazia. Spero di essere stupito ma non resta altro che stare a vedere.
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SVAGO
RECENSIONI-MOSTRE di FEDERICO SAVORANI E MARIA VITTORIA MASSERETTI
WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR 2019
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ell’ultimo anno uno dei principali temi di discussione tra i giovani è diventato l’ambiente, grazie anche all’intervento di una ragazza svedese. Ma anche molto prima che avvenissero queste mobilitazioni, si parlava di come questo fosse influenzato dall’uomo e di come ciò influisse sui suoi altri abitanti: gli animali. Questo è stato il tema principale della 35° edizione del più grande premio per la fotografia naturalistica del mondo. Il primo premio è andato ad una foto raffigurante specie in via d’estinzione in un habitat a rischio e c’è un’ intera categoria dedicata alle relazioni tra essere umano e animali. Ma oltre a questo, per chi fosse interessato ai soggetti e non al premio in sé, la disposizione della mostra (aperta fino al 22 Dicembre!) è molto pragmatica e le fotografie esposte sono di una qualità e bellezza incredibili. Per comprendere appieno tutte le storie dietro questi scatti consiglio vivamente di leggere le didascalie, che raccontano e spiegano tutte le tecniche utilizzate e le situazioni in cui sono state realizzate le istantanee, spesso molto particolari. La mia preferita, per fare un breve esempio, è quella di uno stormo di fenicotteri immortalati riflessi dall’acqua, tanto da farli sembrare parte di un sogno. Più in generale la mostra si sviluppa tentando di mostrare come in un ecosistema, anche quello metaforico dell’esposizione, diversi organismi possano coesistere senza danneggiare l’habitat comune. L’unico rammarico rimane, come ogni anno, le dimensioni della mostra, sempre troppo corta. (Federico Savorani)
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GUGGENHEIM: LA COLLEZIONE THAUNNASER DA VAN GOG A APICASSO
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’esposizione temporanea a Palazzo Reale arriva da oltreoceano: dal Guggenheim di New York, l’incredibile collezione di Justin K. Thannhauser, per la prima volta in Italia dopo altre tappe in Europa. Thannhauser era un collezionista e mercante di opere d’arte ebreo, che come molti altri si rifugiò in America allo scoppio della guerra. Lì continuò la sua attività e nel 1963 donò la sua collezione al museo. Era un appassionato di avanguardie e dava particolare spazio agli artisti emergenti francesi e tedeschi. Ogni quadro è a sé stante, non c’è un vero e proprio percorso: camminando da un’opera all’altra si riconoscono subito i tratti distintivi di ciascun artista, come i paesaggi malinconici di Van Gogh e le figure scomposte dei primi cubisti. Non ci si annoia mai grazie al continuo cambiamento di artisti e periodi storici. La mostra si rinnova in un gioco di colori e di stili. Qualche dipinto di Gauguin accompagna Manet e Matisse, le nature morte degli impressionisti e quelle quasi irriconoscibili di Braque, le statue di bronzo di Renoir e un cospicuo numero di quadri di Picasso. Nell’ultima parte dell’esposizione si osserva in particolare l’evoluzione stilistica dell’artista, come il dipinto L’aragosta e il gatto del periodo blu dedicato allo stesso Thannhauser, di cui fu molto amico. In definitiva, il patrimonio lasciato di Thannhauser è unico: un modo vivace per scoprire quasi cento anni di storia dell’arte. (Maria Vittoria Masseretti)
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RECENSIONI-FILM di ANDREA KOSSUTA E OTTAVIO RUSSI
THE IRISHMAN
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tati Uniti d’America, 1950-60. Frank “The Irishman” Sheehan, veterano di guerra, entra nel giro mafioso tramite incontri casuali e intraprende una vita da sicario. Dopo tre anni da Silence e sei da The Wolf of Wall Street, Martin Scorsese ritorna sulla scena cinematografica, forse con uno dei suoi film più introspettivi. Nulla da dire, la pellicola è, a detta di tutti, tecnicamente impeccabile, confermando ancora una volta che il regista italoamericano è un Maestro. La sensibilità con cui maneggia la videocamera e la ripresa, suo marchio di fabbrica, ritornano nel nuovo film. Anche per quanto riguarda la recitazione nessuna novità e anzi un grande ritorno per Joe Pesci e Al Pacino. The Irishman è una riflessione da parte di Scorsese, un discorso che fa a se stesso e al pubblico, che porta lui e tutti noi a chiederci cosa significa e ha significato la nostra vita. Questo lo fa tramite un espediente narrativo particolare: Robert De Niro ripercorre la sua vita da una sedia a rotelle in una casa di riposo, raccontandola agli spettatori come fosse una storia. Frank Sheeran è un uomo umile e ordinario che si trova quasi per caso nelle vesti di un criminale mafioso ed è su questa sua trasformazione che le sequenze finali sul pentimento e il lascito calcano. La pellicola propone anche uno spaccato interessante della storia americana. Le tensioni politiche, i Kennedy e il caso Hoffa da un punto di vista interno alle vicende sono temi che si vedono poco spesso sul grande schermo. Se c’è un aspetto che non ha funzionato alla perfezione è stato la computer grafica. Per “svecchiare” De Niro, in modo tale da farlo recitare anche in un ruolo più giovane, è stato utilizzato il CGI. In alcune scene, le fattezze del personaggio quarantenne non vanno di pari passo con i movimenti dell’attore più vecchio. Nonostante ciò il film è capace di intrattenere per tre ore e mezza. Consigliato particolarmente agli amanti del buon cinema
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L'UFFICIALE E LA SPIA
’Ufficiale e La Spia è un film del regista Roman Polanski uscito il 21 novembre 2019, che parla dell’affare Dreyfus, un clamoroso caso di antisemitismo nella Francia del XIX secolo. Tutta la storia ha come protagonista il colonnello Picquart dei servizi segreti, che indagando e scontrandosi con i suoi superiori giungerà alla verità e si batterà per essa. Nella storia il regista mostra tutto il marcio della società francese dell’epoca, la quale discrimina e colpevolizza estremamente il diverso, ma mai davvero apertamente. Si tratta in effetti di un tema più che mai attuale e che sembra rimanere una costante nella storia umana. Dal punto di vista della regia bisogna dire che il film è davvero ben strutturato con un ottimo uso della fotografia, dei costumi e della musica. Mantiene sempre un ritmo giustamente lento e costante. Infatti molti, a prima vista direbbero che lo è in modo esagerato, ma in realtà la bellezza di questo film sta nel fatto che Polanski riesce a prendere gli eventi e la storia reali e, senza cambiarli di una virgola, a trasporli in un’ottima pellicola. Per farlo deve usare una cadenza del genere per rendere l’idea dello scorrere del tempo nella vita vera. Gli attori tutto sommato fanno la loro parte in maniera abbastanza buona e contribuiscono alla riuscita del lungometraggio. Di sicuro non si può dire che sia un film fatto per gli incassi, anzi, è adatto solo agli appassionati di storia e cinema d’autore, perché altrimenti rischia di risultare noioso. (Ottavio Russi)
(Andrea Kossuta) ZABAIONE
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SVAGO
NATALE A MILANO
DI ALESSIA CUZZOCREA
TEATRO LEONARDO ROMEO E GIULIETTA - L'AMORE È SALTIMBANCO DAL 10 AL 15 DICEMBRE
TRIENNALE DI MILANO ACADEMY OF SKATEBOARDING FINO AL 29 DICEMBRE
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1 PIAZZA XXIV MAGGIO, 2 PIAZZA GAE AULENTI 3 VILLA SCHEILBER
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4 PIAZZA ANGILBERTO II
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5 PIAZZA GRAMSCI GIARDINI MONTANELLI IN PORTA VENEZIA VILLAGGIO DELLE MERAVIGLIE FINO AL 6 GENNAIO
FABBRICA DEL VAPORE L'ESERCITO DI TERRACOTTAFINO AL 9 FEBBRAIO PALAZZO DELLA PERMANENTE RAFFAELLO A MILANO FINO AL 2 FEBBRAIO
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DICEMBRE 2019 ANNO XIV NUMERO II ZABAIONE
SVAGO
di GRETA CAVONE E CLAUDIA ENRICHETTI
CAPRICORNO
Le attese vacanze di Natale si avvicinano, ma non rilassarti troppo, un’interrogazione inaspettata è dietro l’angolo.
ACQUARIO
Non ti sei ancora iscritto in palestra vero? Corri a farlo, perché la prova costume è più vicina di quanto sembra.
PESCI
Ti sembra già passato un secolo dall’inizio dell’anno scolastico e tu, caro Pesci, sei già pieno di verifiche ed interrogazioni varie. Cerca di studiare e non lasciare niente al caso.
ARIETE
Problemi di cuore? Non ti preoccupare c’è il greco che ti tira su il morale.
TORO
Stasera vorresti solo divertirti con i tuoi amici e dimenticare tutto, ma il latino resta sempre un pensiero fisso.
ZABAOROSCOPO
GEMELLI
Le ore di lezione sembrano infinite, ma tra appunti ed intervalli vari l’ultima fatidica campanella suona… Aspetta ricordati del Faber!
CANCRO
Caro Cancro, sai bene che la matematica non è proprio il tuo forte (penso che sia anche per questo che tu abbia scelto il classico!), ma stringi i denti e continua a studiare, i risultati presto si presenteranno.
LEONE
Caro Leone, cerca di essere più aperto e più disponibile verso i tuoi compagni di classe, anche se qualche volta pensi di non sopportarli, sai di volergli bene. Soprattutto quando ti mandano i compiti!
VERGINE
L’unico momento della giornata che aspetti con ansia dalla prima ora è l’intervallo, dove ti precipiti al bar per
prendere l’ultima piadina che ti farà superare le ultime ore.
BILANCIA
Versioni di greco e latino, l’incubo di ogni studente del Classico e tu non sai mai da cosa iniziare, ma fatti forza: prendi i vocabolari e preparati ad un lungo pomeriggio di sacrificio.
SCORPIONE
Le cose potrebbero non andare per il verso giusto durante questo mese, tieniti stretto le amicizie e anche qualche eventuale relazione, rinuncia per un po’ alle uscite… E sta attento a ciò che fai, qualcosa potrebbe andare storto.
SAGITTARIO
Siamo a dicembre e tu non ti sei ancora abituato alla sveglia presto, vorresti continuare a dormire sotto le coperte calde ma dentro di te sai che devi alzarti e andare a scuola. Perciò evita di rimandare la sveglia se non vuoi timbrare in ritardo.
L’ANGOLO DEL LIBERTARIO
O
dell' Ufficio Centrale Sindacati Polo Nord
gni Natale, mi correggo, Periodo delle Festività Invernali (perché Natale è troppo dannatamente pregiudizievole, ergo, buon Hanukkah, Kwanza e sai cos’altro), tutti i felici bimbetti hanno il loro giorno prescelto allietato da gioia, amore e generosità che si percepiscono nell’aria. E ci si scambia regali. Tutti i bambini sono più felici che mai e non vedono l’ora di scartare i doni che l’omone rosso gli ha gentilmente portato.
Ora, soffermiamoci sulla figura di questo famigerato omone rosso. Apparentemente, durante la notte della Vigilia, un grosso e grasso uomo barbuto irrompe dal camino (che poi, chi ce l’ha più il camino?) in casa tua, seleziona dalla sua gigante slitta i regali che gli hai richiesto
ZABAIONE
LA RIVOLUZIONE DI DICEMBRE
e li posiziona ai piedi del tuo albero. La mattina seguente poi, quando i pargoletti stracciano gli involucri di carta che li separano dai tanto attesi oggetti richiesti, celebrano e ringraziano il dispensatore di regali. Il suddetto regalo però necessita di ideazione, produzione e imballaggio. Per la distribuzione ci pensa l’omone rosso (che esiste, punto e stop). Ma il processo creativo invece? L’omone rosso è un impostore, che ha il solo merito di guidare qualche renna magica e saltare su e giù per i camini. Sono gli elfi la vera forza motrice del Polo Nord. Ebbene sì, questi esseri sfruttati e sottopagati fabbricano e producono macchinine, robot, bambole e orsetti peluche tutto l’anno, per poi non ricevere alcuna gratificazione. Nel mo-
DICEMBRE 2019 ANNO XIV NUMERO II
mento in cui guardiamo a un po’ di dati si più notare una cosa terribile: se al mondo ci sono circa 7 miliardi di persone e il 30% di questi sono bambini allora nel giro di un anno gli elfi dovranno produrre più di 2 miliardi di regali, se vogliamo essere ottimistici, il doppio se si volesse essere più realistici. Facendo un piccolo calcolo, includendo l’area del Polo Nord e la densità degli abitanti, ci sarebbero 4 milioni di elfi, che avrebbero almeno 1140 regali da produrre ogni anno. Questo numero sembra piccolo ma se pensiamo alla complessità dei giochi moderni significa lavorare ogni giorno per turni lunghissimi. Tutto ciò per dichiarare una più che evidente emergenza: lo sfruttamento degli elfi è una realtà.
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di ALESSANDRO SPAGNOLINI 7
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ORIZZONTALI 1. Uno dei sette peccati capitali, insieme alla pigrizia. - 7.Gruppo etnico africano. - 10. "allora, a quel tempo" in latino. - 11. Voto non numerico che tutti sperano di non vedere mai . - 12. In mezzo al Gobi . 13. CittĂ fenicia che fonderĂ Cartagine. - 14. L'autore della poesia X Agosto. - 17. Riguardante gli aspetti tecnici della navigazione. - 19. Sovrano di Tebe, fratello di Giocasta. - 21. Di sera e di pena . - 22. Preposizione articolata. - 23.Connettivo logico di disgiunzioneinclusiva. - 24. Abitanti di Ankara e Istanbul . - 29. Altari. - 31. Ha lo zucchero in fondo . - 33. Prima e dopo la M. - 34. Uccello ritenuto di scarsa intelligenza. - 35. Legius syndrome . - 37. Apoplessia. - 40. Ai margini delle lenti. -41. Autore del "De bello Gallico" (usare il nome latino). - 43. Pronome traducibile in latino con "ego". - 45. Piccola porzione di terra volta alla crescita delle verdure. - 46. Lettera graca dopo "v". - 47. Mezzo pubblico di superficie su rotaie. VERTICALI 1. Regione in cui si trova Atene. - 2. Un pronome relativo. - 3. Consiglio nazionale di ricerca. - 4. Aggettivo relativo all'apparato di immagini che illustra un testo. - 5. Contrario di output. - 6. Fido compagno di Enea. - 7.Parassiti ematofagi che attaccano gli animali . - 8. Lot of laughs . - 9. Sinonimo di situate. - 15. Sistema internazionale . - 16. Inizio e fine dell'oblio. - 18.In inglese, usato al posto di "a" davanti a vocale . - 20. Usanza, spesso derivata da un culto religioso. - 25. Inmezzo alla luce. - 26. Nei cibi e nel cubo. - 27. Prima persona singolare dell'indicativo presente di uno dei verbi ausiliari. - 28. Coloro che credono a qualcosa che non sanno essere falso. - 31. Fortificazione romana, famoso quello di Adriano . - 32. La "curva" del fiume.- 36. Appellativo cavalleresco inglese . - 38. Apre il calcio . - 39. Protagonista dell'omonimo fumetto western . - 42. Right tackle, un ruolo nel football americano . - 44. Sillaba sacra molto ricorrente nell'induismo
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A T T I C A
5 6 1 8 4 3 9 2 7
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6 1 7 3 8 9 5 4 2
3 9 4 6 5 2 7 1 8
8 5 2 1 7 4 3 9 6
9 1 2 7 4 8 5 6 3 4 3 8 2 6 1
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V A L L O
7 1 6 4 5 9
C C I D U N C I R O N A R E O N I G T U R C O C A B F S I C C A I R T O
I A N C P A S U T I T E V H I O L A L N T U S E S A X I
Z U L C O C O L C O H E E L A R R I O O C C R I T R A
ZABAIONE
U B I C A T E A O M
SOLUZIONI
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SUDOKU NUMERICO
di aLESSANDRO SPAGNOLINI di FILIPPO SAVIO
In questa foto compare sette volte il nostro Preside, riuscite a trovarlo?
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