Zabaione_Febbraio '17

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GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006

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NUMERO 4 ANNO Xi


EDITORIALE

NUOVA MATURITÀ: C’È DA ESSERE CONTENTI?

di GUGLIELMO PENSABENE

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BLOG DI ZABAIONE

hi siamo? Dove andiamo? Cosa vogliamo? Sono queste le domande che la scuola italiana deve porsi in questo momento, mettendosi nei panni di noi ragazzi. Siamo studenti o lavoratori in erba? Andremo all’università o a lavorare? Vogliamo una preparazione approfondita o un accessibile diploma? Le ultime riforme attinenti al nostro magico mondo scolastico sembrano aver preso una precisa direzione: “modernità” e “facilità”. Se Renzi non riuscirà a detronizzare Gentiloni in tempi brevi, e sarà quindi approvata la recente riforma scolastica concernente in particolare l’esame di maturità, dall’anno prossimo bisognerà fare cose come discutere il proprio percorso di scuola-lavoro e non più la tesina o svolgere prove Invalsi e non più la terza prova. Giusto o sbagliato? È un bene che probabilmente dall’anno prossimo non servirà più avere il 6 in tutte le materie ma una media complessiva (compresa la condotta) uguale o superiore alla sufficienza? La sensazione a caldo, non lo

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nascondo, è di gioia, perché l’esame, a occhio, sembra nettamente più semplice. Ma è davvero questa la direzione giusta? L’istruzione è una delle poche cose che, forse, funzionano meglio da noi che nel resto del mondo, visto che garantisce una preparazione media davvero buona, e chi va a studiare all’estero, per esempio, se ne rende subito conto. Questa riforma, per esempio aumentando i crediti accumulabili nel triennio, conferisce un’importanza nettamente maggiore al “percorso”, andando a tutelare quindi chi nel corso degli anni ha studiato con continuità. Ma rendere la prova finale più semplice ha davvero senso? Da sempre la maturità è lo spartiacque per eccellenza della vita dello studente, la chiusura di un cerchio e l’inizio di qualcos’altro di totalmente nuovo, ed è per questo che si pone(va) come prova suprema e terribile. Personalmente penso che il fatto che la maturità diventi un semplice timbrare il cartellino sia profondamente sbagliato, e rappresenti anche un campanello d’allarme per la nostra società tutta. Abbassare l’asticella non è mai un buon segnale, in qualsiasi campo, e a maggior ragione in quello delle conoscenze. Insomma, dopo aver bevuto lo champagne stappato alla lettura della riforma e all’idea di non dover risolvere problemi di fisica o enunciare formule chimiche, sopraggiunge un po’ di amarezza, con il timore di un paese destinato a divenire sempre meno colto e di conseguenza meno consapevole. FEBBRAIO 2017

SOMMARIO INTERVISTA A pag. 3 BEPPE SALA IL CONCERTO DI BENEFICENZA PAG. 4 AL PARINI IL PARINI SULLA NEVE: 2° MEMORIAL pag. 5 VALERIA BASSI TORNEO DI HITBALL PAG. 6 NUOVI ISCRITTI: PARLA pag. 6 LA PROF. MARIONI NESSUNO TOCCHI PAG. 7 IL REGISTRO COME CAMBIA (FORSE) pag. 8 LA MATURITà CONFESSIONI DI UNA PAG. 9 TELEFONO-DIPENDENTE VOGLIA DI GRECO pag. 10 CONCORSO PAG. 11 DI FOTOGRAFIA INTERVISTA A BEBE VIO pag. 12 NON VOGLIO ESSERE PAG. 13 UNA FORMICA recensioni LIBRI pag. 15 RECENSIONI CINEMA PAG. 16 ZABAOROSCOPO pag. 17 CACCIA ALLO STUDENTE: PAG. 17 LA COPPIA ZABAENIGMISTICA pag. 18

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ATTUALITÀ

PER UNA CITTÀ PIÙ OMOGENEA

INTERVISTA A BEPPE SALA

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Di FILIPPO SAVIO E GUGLIELMO PENSABENE, FOTO DI FEDERICO MANTACI

ei che scuola ha frequentato? E come andava? Non vivevo a Milano, quindi ho frequentato un istituto tecnico a Desio. Andavo abbastanza bene, ma non ero il primo della classe.

pa del bene pubblico sia testimone all’interno delle scuole di quello che è giusto fare per la nostra città.

In questo momento iscriverebbe suo figlio a una scuola pubblica o privata? Sicuramente a una scuola Cosa sta facendo il Comune pubblica, anche se non ho nulla per la scuola, e, più in particolare, contro le scuole private. Lo iscriveper la scuola-lavoro? rei al liceo classico, nello specifico Stiamo creando le condizioni al Parini perché ci abito di fronte. necessarie a rendere agli studenti più semplice vivere a Milano, Milano è uno dei pochi capoun campo nel quale so che non luoghi dove ha vinto il “Sì” al Refacciamo abbastanza. Dobbiamo ferendum: crede di avere qualche soprattutto trovare delle formule merito? per aiutare gli universitari ad abiNon saprei, più che altro pentare in città: Oggi a Milano è mol- so che in cabina elettorale ognuno to difficile trovare casa e questo ci si sia portato il proprio benessere impedisce di ospitare studenti va- e il proprio malessere, sentimenti lidi provenienti da tutto il mondo. che vanno al di là del quesito refeRiguardo alle scuole di livello infe- rendario. A Milano la situazione è riore, è necessario che noi le soste- un po’ meglio rispetto ad altre parti niamo e che chi, come me, si occu- d’Italia, e penso sia per questo che

ha vinto il “Sì”. Dove pensa che Milano possa migliorare ancora? Deve migliorare ancora nell’omogeneità della città. L’ho detto più volte, le periferie sono un tema importante. Credo che stiamo facendo le cose per bene, abbiamo fatto investimenti significativi e abbiamo una grande volontà di recupero non solo delle case ma anche del sociale. Quando vedrò una città un po’ meno a due velocità sarò più contento. Si è parlato della riapertura dei Navigli. La ritiene un’iniziativa fattibile o solo un sogno? Quando troveremo i fondi, allora potrà essere fattibile. Oggi non posso pensare di sacrificare esigenze primarie in favore di questo progetto. Se troveremo fondi europei allora faremo quello che ho detto, cioè chiederemo l’opinione dei cittadini al riguardo mediante un referendum. Ma non sarebbe un referendum generico, spiegherebbe i costi, i tempi, i disagi e il risultato finale del progetto. Quale pensa sia stato il messaggio della sua autosospensione? Non credo sia stato un messaggio politico, lo vedo più come un messaggio di un cittadino un po’ stupito di fronte a quello che stava succedendo e che voleva capire. E’ stata sicuramente una scelta molto personale.

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ATTUALITÀ

Per vedere il video del concerto!

IL CONCERTO DI BENEFICENZA AL PARINI MUSICA PER LE VITTIME DEL TERREMOTO

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di DAVIDE ROSSI, FOTO DI FEDERICO MANTACI enerdì 10 febbraio si è tenuto nell’Aula Magna del nostro liceo un concerto di beneficenza per le vittime del recente terremoto nel Centro Italia. I fondi raccolti, che consistono in circa 2600 euro in contanti e altri arrivati per mezzo di bonifici, saranno donati alla Caritas Ambrosiana, che li utilizzerà per costruire un nuovo centro socio-educativo per bambini e anziani a Visso (MC) e un altro polifunzionale a Posta (RI) e un deposito logistico per la distribuzione di aiuti a Rieti. La parola chiave della serata, come ribadito dagli organizzatori, è stata condivisione, in quanto “noi Pariniani ci sentiamo parte integrante della società, e vogliamo contribuire agli aiuti ai terremotati in maniera tangibile e non solo con le parole”. L’ideatore dell’iniziativa

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è stato Edoardo Agostinelli di I A (organizzatore e conduttore della serata insieme a Nicolò Morocutti di II D), che, ascoltando “We Are The World”, ha pensato che organizzare un concerto dove bisognasse donare qualcosa, invitando gli studenti e le loro famiglie, sarebbe stato un ottimo modo per raccogliere una quota non indifferente, offrendo nel mentre “un evento sincero che permettesse di condividere quello che noi abbiamo con chi non ne ha”. E così è stato: l’Aula Magna, tra alunni, genitori e amici, era piena, e noi Pariniani “abbiamo dato prova dell’unione della nostra scuola e della nostra generosità”, per dirla con le parole del preside. Alla serata ha presenziato il nostro Sindaco Giuseppe Sala, che si è detto fiero del Parini e dei Pariniani e ha definito l’iniziativa un’opera generosa, classificandola tra i

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più rilevanti aiuti in cui la città di Milano si è prodigata in seguito alla tragedia del sisma, insieme alla spedizione di tensostrutture per gli uffici comunali di Amatrice nei giorni immediatamente successivi al terremoto, al trasferimento di quaranta uomini sul luogo e a un concerto di beneficenza che si terrà alla Scala. Il preside, invece, ha voluto che prima dell’inizio del concerto venisse riprodotto l’Inno di Mameli, per ricordare a tutti che siamo parte dell’Italia, una comunità di cui condividiamo gioie e dolori, e che quindi è dovere di ciascun cittadino aiutare i bisognosi. I musicisti sono stati principalmente Pariniani ed ex Pariniani - ma c’erano anche due esterni - e si sono esibiti in brani che spaziavano dal rock al pop alla musica classica. Particolarmente apprezzati sono stati il gruppo dei Moonage, del quale fa parte lo stesso Morocutti, un medley di grandi successi a opera di diversi studenti e l’”improvvisazione sulla Follia” dell’ex Pariniano Brando Barbieri. Dobbiamo perciò ringraziare Nicolò ed Edoardo che ci hanno regalato una serata di buona musica e di sincera generosità.

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ATTUALITÀ

IL PARINI SULLA NEVE: 2° MEMORIAL “VALERIA BASSI”

Di LUIGI LORENZONI

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l giorno 8 febbraio, io e altri settantasei studenti del Parini abbiamo invaso, con un’egregia dose di ignoranza, la località sciistica di Pila, dove si è svolto il torneo scolastico di sci. La competizione era intitolata a Valeria Bassi, docente del Parini appassionata di montagna scomparsa due anni fa in un incidente. Dopo aver atteso a lungo una studentessa in particolare (MSDC, n.d.r.) siamo partiti da via Goito e, una volta arrivati ad Aosta, abbiamo preso gli impianti. In cima abbiamo scoperto che le condizioni meteorologiche non erano a nostro favore, in quanto la neve fioccava imperterrita già da ore. Dopo una breve sciata di riscaldamento, ci siamo appropinquati alla partenza della pista “Nouva Breve”, dove la tensione si tagliava col coltello e gli skimen avevano già preparato gli sci con sciolina perfetta e lamine taglienti. Dopo l’ok della regia internazionale la gara è partita, e gli atleti del Parini hanno affrontato il temibile slalom gigante di Pila. Il tifo era veramente strabiliante, vi erano ultras agguerriti

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che saltavano addosso agli sciatori e una telecronaca tutta molisana. La neve ha cantato: miglior tempo assoluto di Bianca Friggi, IV G, vincitrice della categoria Allievi femminile con 36,21 secondi; dietro di lei, Luigi Lorenzoni, IV C (ebbene sì, sono io), primo classificato tra gli Allievi maschi con 36,85. Per le categorie Juniores femminile e maschile hanno vinto Giulia Margreth di II C, con 43,86, e Paolo Garbelotto, sempre di II C, con 37,15. Raggiunta dai microfoni di Zabaione, Bianca Friggi, che scia dalla tenera età di quattro anni, ha ammesso che non si sarebbe mai aspettata di totalizzare il miglior tempo assoluto. Bianca frequenta una sezione senza il sabato, in modo da poter andare in montagna ogni weekend e praticare sci a livello agonistico; ma, di fronte alla possibilità di trasformare questa passione in una professione, ci lascia con un sibillino “può darsi”. Dopo l’agguerrito duello nel tempio della neve abbiamo avuto qualche ora per sciare liberamente e mangiare, svaccati nelle baite montane. Lo sci è stato tuttavia

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ostacolato dalle condizioni meteo, che comunque non hanno impedito di fare sane risate. E’ stata una bellissima giornata in cui abbiamo avuto l’opportunità di fare attività fisica staccando dalla monotonia di tutti i giorni. CLASSIFICA JUNIORES RAGAZZE 1. MARGHRETH Giulia 2C 1999 43,46 0,00 2. PESCATORI Giulia 2B 1999 45,46 +2,00 3. NASINI Anna 2C 2000 47,32 +3,86 JUNIORES RAGAZZI 1. GARBELOTTO Paolo 2C 1999 37,15 0,00 2. MAZZOLA Alberto 1E 2000 37,44 +0,29 3. FORTI Gioachino 3B 1997 37,72 +0,57 ALLIEVE 1. FRIGGI Bianca 4G 2002 36,21 0,00 2. DE PIETRI TONELLI Federica 1D 2001 37,67 +1,46 3. ACCINNI Allegra 4 O 2002 39,26 +3,05 ALLIEVI 1. LORENZONI Luigi 4C 2002 36,85 0,00 2. SIRTOLI Carlo 5D 2002 40,59 +3,74 3. SIMONETTA Raffaele 4F 2002 41,15 +4,30

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ATTUALITÀ

TORNEO DI HITBALL Mercoledì 8 febbraio si è concluso il torneo di Hitball, organizzato dal Professor Coccia nell’ambito del Faber Quisque. Questi sono i risultati: Squadra vincitrice: I Diavoli (IV D) Miglior realizzatore: Baio (Quelli di Nokes) Miglior giocatore: Mazzola (Squadra B) Miglior difensore: Carella (I Diavoli) Miglior promessa: Magni (Sucka)

NUOVI ISCRITTI: PARLA LA PROF. MARIONI di FEDERICO MANTACI, vignetta dI GIULIO PISTOLESI

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LA VIGNETTA

l 6 febbraio si sono chiuse le iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Chiediamo alla professoressa Marioni, responsabile dell’orientamento, se è già in grado di darci qualche anticipazione sulla formazione delle quarte ginnasio. Quanti sono gli iscritti e quante sezioni sono previste? Il numero degli iscritti non è ancora definitivo, ma sappiamo per certo che le sezioni che verranno aperte l’anno prossimo sono quelle previste, cioè dieci. Non è possibile formarne tredici come l’anno in corso a causa della capienza limitata dell’edificio. Ad ogni modo, il numero totale degli studenti del Parini aumenterà, visto che le terze che usciranno sono cinque.

Siete soddisfatti del numero No, non vi è stato alcun esubero. Ciò grazie ad un fenomeno di Ci saranno aule sufficienti ad di iscritti? Molto soddisfatti! Dieci sezio- autoselezione: si sono iscritti solaospitare cinque classi in più? mente gli studenti che hanno penSì, anche perché pensiamo di ni sono un ottimo risultato. sato di avere una media sufficiente spostare le aule dei dipartimenti C’è stato un esubero nel nu- per essere ammessi. Quindi, fortudal terzo piano nell’edificio rosso verso San Marco e renderle quindi mero degli iscritti, a causa del natamente, non dovremo escludequale dovrete applicare i criteri re nessuno, cosa che sarebbe stata usufruibili. di ammissione? molto spiacevole. 6

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ATTUALITÀ

NESSUNO TOCCHI IL REGISTRO

DI AURORA NEGRETTI, vignetta dI tommaso venco LA VIGNETTA

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er giorni al Parini non si è sentito altro all’infuori di lamentele o insulti all’indirizzo del nuovo registro elettronico adottato in questo secondo quadrimestre. Come tutti i cambi in corsa, anche questo ha generato molti problemi e fastidi, oltretutto proprio prima degli scrutini. Tuttavia, adesso che la situazione si è stabilizzata si possono notare i diversi benefici che questa scelta ha determinato. Sono presenti numerose funzioni che non erano state neanche prese in considerazione da Spaggiari, e la sezione dedicata a Faber Quisque è notevolmente migliorata ed è stata semplificata: non si è più costretti a rincorrere professori in corridoio, tra un’ora e l’altra, per chiedere di essere tolti da un corso e aggiunti a un altro. Bisogna anche tenere in considerazione che la sezione attuale è una “toppa” per permettere le iscrizioni a questo bimestre:

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prossimamente essa verrà meglio adeguata alle esigenze di studenti e professori. Sono state aggiunte due nuove sezioni: la prima è dedicata alla scuola-lavoro (sarà attivata in un futuro prossimo), la seconda permette di entrare direttamente in contatto con i professori scambiando con loro importanti comunicazioni istituzionali. Alla radice di questo cambio non vi sono (diversamente da quanto pensano alcuni) mere motivazioni economiche, anche se in parte hanno pesato anche queste, ma, semplicemente, il mancato rispetto, da parte di Spaggiari, di una promessa fatta ormai più di un anno fa riguardo la creazione

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di una sezione dedicata al Faber basata su criteri più immediati, situazione aggravata dalla mancanza di ascolto delle proposte per i miglioramenti. Perché la scelta è ricaduta su questo fornitore? Semplice, si tratta del migliore sul mercato, ed è riuscito a dimostrarlo trasferendo un’enorme mole di dati in un tempo relativamente breve entro le date degli scrutini. Già dai primi giorni il nuovo sistema è stato messo a dura prova: per iscriversi il prima possibile ai vari corsi e riuscire ad accaparrarsi i più richiesti troppi studenti si sono collegati contemporaneamente, e questo ha fatto sì che il server non reggesse, provocando il blocco del sistema. Il problema è poi stato risolto grazie al potenziamento del server, che, in futuro, dovrebbe garantire il funzionamento del registro anche in condizioni come quelle sopra citate. È inoltre importante ricordare che le presenze segnalate al mattino tramite il badge non valgono per i corsi dopo le 14:00: dopo quest’ora è necessario segnalare la propria permanenza a scuola “timbrando” nuovamente. In ogni caso, per coloro che stanno gioendo per la scomparsa dei totem “in carne e ossa”: non godete troppo, ritorneranno e non faranno sconti a nessuno.

I NUMERI DEL REGISTRO ELETTRONICO

Un sondaggio condotto dal Comitato Studentesco per Faber Quisque il 6 febbraio ha riportato i seguenti risultati: -459 studenti non si erano ancora iscritti a nessun corso del terzo bimestre a causa di problemi tecnici -584 studenti avevano avuto difficoltà a comprendere date e orari dei corsi -654 studenti chiedevano che fosse reinserita sul registro la descrizione dei corsi

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ATTUALITÀ

COME CAMBIA (FORSE) LA MATURITÀ

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di ALICE ALESSANDRI, vignetta dI GIULIO PISTOLESI

o scorso 16 gennaio il Consiglio dei Ministri ha trasmesso alle Camere lo “Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”; in parole povere, si tratta del disegno di legge con lo scopo di riformare, tra le altre cose, il nostro esame di maturità, o almeno quello di chi dovrà sostenerlo a partire dall’anno prossimo. Allo stato attuale la riforma prevede la riduzione del numero delle prove scritte da tre a due: rimangono la prima prova, che consiste nello svolgimento di un testo di tipo argomentativo su temi di vario genere (filosofico, artistico, economico, ecc.), e la seconda, cioè la prova di indirizzo, che nel nostro caso corrisponde alla versione di greco o di latino; viene soppressa la temutissima terza prova, ossia il test elaborato dai docenti di ogni istituito che valuta le conoscen-

ze in diverse materie. All’interno del colloquio orale è poi prevista una breve relazione sull’esperienza fatta dallo studente nel contesto dell’alternanza scuola-lavoro; viene quindi eliminata la “tesina”, con cui fino a ora i maturandi rompevano il ghiaccio presentando un argomento a loro ben noto. Cambiano di conseguenza anche i punteggi assegnati a ogni prova: i due scritti e l’orale avranno un valore di 20 punti ciascuno (oggi le tre prove scritte danno 15 punti ciascuna e l’orale 30), ai quali si andranno ad aggiungere 40 punti di credito scolastico accumulati durante il triennio (oggi invece incidono per soli 25 punti). Cosa c’è al posto della terza

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prova? La riforma prevede l’introduzione delle prove Invalsi, il cui svolgimento è un requisito di ammissione all’esame di Stato: una prova di italiano, una di matematica e una di inglese, da svolgersi non insieme alle altre prove, bensì durante l’ultimo anno, e la cui valutazione non influisce sul voto di maturità, ma compare nel giudizio finale dello studente e potrà essere tenuto in conto al momento dell’iscrizione all’università. Per poter sostenere l’esame di Stato, oltre alle 200 ore di alternanza scuolalavoro e alla frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale, è sufficiente avere la media del sei, considerando tutte le materie e il voto di condotta. La commissione d’esame è invece destinata a rimanere invariata: tre commissari interni, tre esterni e un Presidente di Commissione esterno. Il bonus di 5 punti che la Commissione oggi può dare agli studenti più meritevoli sarà sottoposto a una serie di limitazioni: il beneficiario, infatti, potrà riceverlo solo se ha accumulato un credito scolastico di almeno 30 punti e un punteggio di almeno 50 punti nelle prove d’esame. Queste sono le proposte di oggi, sulle quali i nostri parlamentari esprimeranno il loro parere. Non ci resta che attendere!

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ATTUALITÀ

CONFESSIONI DI UNA TELEFONO-DIPENDENTE

di RUTH DEMICHELIS, ILLUSTRAZiONE DI PAOLO SCIUNNACH

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uanto sarebbe facile restare un giorno intero senza il nostro adorato cellulare? Come una buona parte dei miei coetanei, io dipendo dal mio telefonino. L’effetto che il cellulare ha su di me è simile a quello che avrebbe una droga: se sto relativamente troppo tempo senza farne uso inizio a sentirne il bisogno. Non riesco a farne a meno. Controllo WhatsApp mediamente dodici volte al giorno e mi capita di mandare messaggi anche apparentemente inutili pur di non restare troppo a lungo senza avere contatti con il mondo esterno. Che poi, “mondo esterno” è davvero l’espressione più adatta a indicare qualcosa di esclusivamente virtuale? Nonostante ci appaia molto più immediato inviare un messaggio rispetto ad attendere giorni prima di poter comunicare qualcosa a voce, le conversazioni che abbiamo via chat non hanno nulla di diretto. Stiamo man mano perdendo la capacità di relazionarci con gli altri senza il telefono che ci faccia da mediatore. Non possiamo sapere se chi ci sta rispondendo al di là dello schermo pensi davvero ciò che ci dice, ma ci sembra comunque più facile sostenere una conversazione cibernetica. Abbiamo più difficoltà a esprimere opinioni e sentimenti dal vivo rispetto che tramite un messaggio, e un rifiuto letto su uno schermo ci sembra non abbia

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la stessa valenza di un rifiuto pronunciato a voce. L’uso continuo di social e giochini ci aiuta a scacciare la noia e a far passare il tempo più velocemente, ma al contempo ci impedisce di capire quanto sia importante annoiarsi per apprezzare di più gli altri momenti. Tutto questo ci viene quotidianamente ribadito da forse troppe persone e suona ormai alle nostre orecchie come un’affermazione insensata. Ci appare giustificabile dal fatto che i tempi siano cambiati rispetto a quando coloro che oggi ci rimproverano avevano la nostra età. Non mi ero mai accorta di quanto io fossi realmente dipendente da quell’affare prima d’ora e non avevo mai prestato troppa attenzione a coloro che me lo facevano notare. Il cellulare ha progressivamente iniziato a far parte della mia vita, prima lo usavo poco e adesso mi è difficile separarmene. È come se fosse una parte di me. Se ci pensiamo, tutto ciò è assurdo. Come è possibile che un oggetto così piccolo possa essere così indispensabile e che riesca a sostituire i rapporti umani? Il fatto di guardare una persona negli occhi, di ridere o piangere con lei o di gioire per un semplice saluto sono sensazioni che non devono essere rimpiazzate da quei mezzi sorrisi che ci spuntano quando riceviamo un messaggio. Compresi davvero quanto il

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mio problema di dipendenza fosse grave il giorno in cui dimenticai a casa il telefono. Avrei dovuto trascorrere una giornata in montagna e, essendo come sempre in ritardo, mi dimenticai di prenderlo. Quando me ne accorsi non ne rimasi particolarmente turbata, ma, con il passare delle ore, la sua mancanza si fece sentire sempre di più. Il pensiero di non poter leggere i messaggi e di non poter rispondere alle telefonate mi faceva stare male. Tuttavia mi divertii molto di più rispetto al solito. Per rispondere alla domanda iniziale, stare lontani dal cellulare è difficile ma possibile, ed è fondamentale esserne in grado. Il rischio, altrimenti, è quello di rimanere schiavizzati dalla tecnologia e da una realtà che non ha nulla a che vedere con quella reale.

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AL PAR L ’E I N ST IAN ER I O

ATTUALITÀ

VOGLIA DI GRECO

ARTICOLO NON TROPPO SERIO SULLA SCUOLA TEDESCA E SU QUELLA ITALIANA

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di MATTIA COLOMBO a scuola tedesca rispecchia, a livello di organizzazione, tutte le aspettative che avevo quando sono sceso dal treno quel lontano sabato 3 settembre e su cui la scuola italiana ha ancora molto da imparare. Non solo l’aspetto esterno è impeccabile, ma anche all´interno non si trovano le pitture moderne con le quali generazioni di Pariniani hanno impresso a colori vivaci eterni motti di ringraziamento ai loro più amati insegnanti (ah, l’arte italiana…) Nei bagni, poi, sono rimasto disgustato dall’assenza dei tipici effluvi che abbondano nei gabinetti nostrani. Neanche una traccia del salubre odorino tanto caratteristico di piscio finito fuori dai vasi! Ho fatto poi un’altra terribile scoperta: ogni cabina era provvista di rotoli di carta igienica, alloggiati negli appositi contenitori affissi a portata di mano. Del resto, si sa, barbari come sono, questi tedeschi non hanno neanche pensato che la gioia dell’occhio nel vedere il contenitore vuoto della carta igienica senza una vite pendere artisticamente a lato del cesso possa essere molto maggiore di quella del deretano che può beneficiare della morbida carezza della carta. Per non parlare poi dei caloriferi che funzionano in novembre quando fa freddo e non in aprile quando fa caldo, laddove nelle scuole italiane, per temprare gli studenti e svilup10

pare l’adattamento al lavoro anche in condizioni climatiche sfavorevoli, i caloriferi non sono accesi a novembre, quando fuori ci sono 0 gradi, mentre ad aprile, con 25, affinché gli studenti possano trovare il giusto equilibrio tra stress e relax tanto utile oggigiorno, lo Stato italiano offre loro gratuitamente la sauna. Potrei scrivere un intero libro in questa guisa, e andare a toccare argomenti molto più seri che riconfermano la superiorità dell’efficienza della scuola tedesca: dai libri che vengono distribuiti gratuitamente a tutti gli studenti, anche allo studente italiano che fa l’anno all’estero (e che quindi non ha mai pagato un soldo di tasse in Germania), laddove i nostri genitori devono spendere ogni settembre suppergiù 300 euro, ai docenti che non si sognerebbero mai di arrivare in ritardo di venti minuti per poi fare la ramanzina ai ragazzi che arrivano alle 8:01, o di portare le verifiche corrette un mese e mezzo dopo (e al Parini, su questo punto, siamo anche fortunati); dalla segreteria, che ha orari flessibili anche per i genitori che lavorano e non solo per quelli pensionati, all’organizzazione della mensa e delle attività extrascolastiche… ma manca qualcosa. Manca (e mi manca) la Cultura che si fa da noi al classico, ovvero la storia ripercorsa più e più FEBBRAIO 2017

volte, in diverse materie, per capire il pensiero dell’uomo nei secoli, dall’antichità greca e latina, sulla cui esperienza culturale si fonda la civiltà in cui viviamo, fino ad oggi. Perché qui tutto questo non c’è. Lo studente della mia età non avrà mai la possibilità di entrare in contatto con questo mondo, che è un mondo per pochi, rinchiuso nelle biblioteche delle università i cui alti armadi devono schiudersi di qualche centimetro per dare l’occasione allo studente del liceo classico di buttarci un occhio, di afferrare qualche carta, qualche testimonianza, un piccolo frammento che si porterà nel cuore tutta la vita, che faccia il medico, l’economista, l’avvocato o, inutile negare l’eventualità, il cassiere dell’Esselunga. Perciò, quando battete la testa contro il muro per l’ennesima versione andata male, l’ennesimo canto di Dante di cui non capite una parola, pensate anche a questo. Io ho capito, grazie alla Germania, quale fortuna ho avuto e quale sfortuna hanno invece i ragazzi tedeschi come me, che sono, sì, molto più avanti nelle materie scientifiche, ma che mai avranno l’occasione di conoscere tutto questo. Questo articolo lo dedico alla professoressa Suardi e a tutti gli insegnanti (e non) che si impegnano perché questo tipo di didattica possa avere un futuro.

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CONCORSO DI FOTOGRAFIA SIETE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE AL NOSTRO PRIMISSIMO CONCORSO DI FOTOGRAFIA! Il tema è “il parini che non ti aspetti”, puoi interpretarlo come vuoi, sbizzarrisciti! per partecipare MANDA LA TUA FOTO (MI RACCOMANDO, SOLO UNA A PERSONA) ALLA MAIL DELLA REDAZIONE PARINI.ZABAIONE@GMAIL.COM, indicando il tuo nome, cognome e la classe. la scadenza è il 27 marzo 2017. la giuria è composta dagli studenti federico mantaci (4n) e paolo garbelotto (2c), dai professori forti grazzini e d’ospina e dalla fotografa alessandra ianniello. LE DIECI FOTO MIGLIORI VERRANNO ESPOSTE A SCUOLA DAL 4 AL 9 APRILE 2017 IN OCCASIONE DEL SALONE DEL MOBILE. PER I TRE FOTOGRAFI MIGLIORI METTIAMO INVECE IN PALIO I SEGUENTI PREMI:

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IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!


SVAGO

INTERVISTA A BEBE VIO

FATE COME ME, DEDICATEVI ALLE VOSTRE PASSIONI

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di LORENZA PENSABENE E FEDERICA DE PIETRI-TONELLI ome andavi a scuola? Andavo bene: non ero una secchiona, però ho sempre avuto la media del 7.3. Ero piuttosto motivata perché se fossi andata male non mi avrebbero mandato a fare le gare, quindi ero costretta ad andare bene. In ogni caso ho preso 82 alla maturità, non è un voto altissimo ma è buono! Che messaggio puoi dare alle ragazze che guardano a te come un simbolo di forza e coraggio? Mi sento sempre molto in imbarazzo a rispondere a queste domande perché in realtà non cerco di dare esempi, ma mi diverto a fare le mie cose di tutti i giorni. L’unico consiglio che posso veramente dare è quello di fare qualcosa che piaccia veramente, qualcosa che renda felici e che diverta. Non cercate risultati facili, dovete farvi un mazzo tanto per ottenere ciò che volete: dopo che vi siete fatte un mazzo tanto e avete lavorato molto per avere quello che davvero desiderate, se siete veramente soddisfatte, allora avete fatto bene. Non perdete tempo a fare qualcosa che non vi entusiasma, lasciate perdere tutto e fate quello che vi appassiona. È molto più facile fare meglio qualcosa che piace, può sembrare scontato ma è davvero così. 12

Che cosa provi a essere diventata un modello femminile in questi ultimi anni? In realtà fortunatamente non mi rendo conto di queste cose, non vorrei mai montarmi la testa. Odio le persone che si montano la testa e quindi diciamo che rimango con i piedi per terra e sto bene così. Quando vedo tanti bambini che mi scrivono su Instagram e su altri social è una strana sensazione, però è una cosa che mi rende contenta. L’età fra i sedici e i

vent’anni è l’età in cui si fanno le cavolate più grandi, ma è anche l’età in cui si possono fare perché si pensa sempre “se non le faccio adesso, non le faccio più”. Io uscirò dai venti tra poco e ne uscirò “immune” perché effettivamente mi rendo conto che se facessi una sciocchezza ci sarebbe la possibilità che rimangano deluse le persone che mi hanno preso come esempio. Non vorrei vedere una persona che stimo davvero in giro ubriaca o che si droga o che magari si scopre essere dopata: ci rimarrei veramente malissimo, e quindi non vorrei mai che ciò capitasse con me e quindi cerco di evitare tante cavolate che non vorrei mai facesse una persona che mi piace. Come è stato incontrare Barack Obama? È stato bello, lui è un figo, una persona davvero scialla. È stato divertente, proprio una bellissima esperienza. La casa bianca è una cosa fantastica, così come lo erano Obama e sua moglie Michelle, quindi devo dire che ogni volta che Trump divide il mondo con le sue dichiarazioni mi sento sempre più fortunata ad aver conosciuto Obama.

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SVAGO

NON VOGLIO ESSERE UNA FORMICA CHE COS’È L’ARTE: INTERVISTA FILOSOFICA AL PARINI

di sERENA ALTARE E ARIANNA ROGIALLI, INTERVISTA A MiCAELA TROTTA, DISEGNO DI ARIANNA ROGIALLI

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l tema di questo numero è l’arte. Perché gli uomini sentono la necessità di comunicare la propria interiorità attraverso l’espressione artistica? Che cosa distingue un’opera d’arte da un oggetto comune? Perché l’arte è importante per gli esseri umani? Secondo me non è importante, è fondamentale. È indispensabile per avere una completezza come individuo. L’arte ti permette di esprimere e di capire quello che senti. L’arte si basa quindi su sentimenti o su concetti? L’arte è più sentimento che concetto. Poi si esprime attraverso concetti, ma è un mezzo per esprimere il sentimento. Si può ricavare un’opera d’arte a partire da qualsiasi oggetto? Penso di sì. Se pensiamo per esempio a una composizione di fiori, mentre una persona che mette tre rose insieme perché deve venderle non sta cercando di esprimere qualcosa, un fioraio di passione li mette insieme secondo un ordine di colori e un determinato schema mentale perché vuole trasmettere qualcosa attraverso di essi. E in quel caso anche un mazzo di fiori può essere un oggetto artistico.

qualità necessaria affinché un’opera d’arte possa essere considerata tale? Per far nascere un’opera d’arte non è fondamentale che ci sia la bellezza. Soprattutto nella fotografia moderna e nel reportage, che secondo me hanno valore artistico, spesso l’arte è generata anche da qualcosa che è esteticamente brutto. Un po’ come diceva Victor Hugo, che rappresentava il brutto della società parigina. Il bello non è quindi una qualità necessaria, secondo me. Sto pensando anche a Marina Abramović e all’installazione in cui lei ripuliva le ossa (n.d.r. Marina Abramović, Balkan Baroque. Attraverso la performance art, l’artista rappresenta le atrocità della Guerra dei Balcani). Non era per niente una scena bella. Eppure stava cercando di trasmettere quello che per lei era il conflitto. La bellezza non è affatto fondamentale in un’opera d’arte.

Quali sono le qualità che creano bellezza in un’opera d’arte? Ho subito pensato all’armonia, ma tuttavia abbiamo una quantità di esempi di opere d’arte che non sono armoniche. Anche i pensieri di alcuni scrittori, che non sono armonici per niente, risultano capolavori. Non è quindi l’armonia che definisce la bellezza. E neanche il caos. Tuttavia, la bellezza è comunque qualcosa di oggettivo Pensi che la bellezza sia una e se eliminiamo la sua oggettività,

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non rimane quasi niente. Dall’altra parte però, se ciò che è bello è sicuramente ciò che piace, non è solo quello. È qualcosa di più. Tra i lavori più significativi della produzione di Marcel Duchamp, uno dei maggiori esponenti del movimento dadaista, sono presenti i cosiddetti ready made. Questi consistevano in oggetti di uso comune, come sgabelli, ruote di bicicletta e addirittura un orinatoio (n.d.r. Marcel Duchamp, Fountain) che venivano proposti come opere d’arte. Credi che i ready made siano classificabili come opere d’arte? Perché no? Perché non deve essere un’opera d’arte? Non credo che una persona possa mettere insieme una tazzina, un cucchiaino, metterli lì e semplicemente dire “questa è la mia opera d’arte”. Per assemblare, perché si tratta di questo, ed esporre, ci vuole comunque un ragionamento dietro, e il ragionamento è dettato da una volontà di esprimersi. È questo, forse, che la definisce un’opera d’arte: la volontà di esprimere qualcosa, di esternare un’interiorità, un pensiero, un concetto, una parte brutta e oscura che c’è dentro di noi. Non si tratta di mettere una cosa lì perché è carina ma di metterla in un certo modo per cercare di esprimere ciò che si sente. Metteresti sullo stesso piano 13


SVAGO un’opera come l’orinatoio di Duchamp e un Leonardo? Non lo so, perché qua entra in gioco la tecnica. Un personaggio come Leonardo sicuramente da un giorno all’altro non si è detto “disegniamo e vediamo cosa ne esce”. Tuttavia, secondo me, sul piano di arte e rappresentazione sì, potrebbero essere messi sullo stesso livello. Ti suscitano lo stesso sentimento? Tendo a vedere più sentimento in qualcosa che non sia strettamente legato alla tecnica. Alla tecnica spesso si è portati ad associare la bellezza e l’armonia e quindi si torna al fatto che non sempre ciò che bello è arte. Forse mi suscita più emozioni qualcosa che ha meno tecnica ma più capacità espressiva. Tuttavia, è impossibile rimanere impassibili a un’opera d’arte bella e perfetta dal punto di vista della tecnica.

essere la nuova Picasso e nessuno lo saprebbe. Se si deve fare una distinzione tra la più canonica statua e la rappresentazione, allora c’è bisogno di un oggetto. Però è comunque difficile dire che, per esempio, un’opera teatrale, che non puoi toccare, a meno che tu non vada lì a toccare gli attori, non sia una forma d’arte. Soprattutto se concepiamo l’arte come un modo di esprimersi.

Credi che tutte le tipologie di arte siano allo stesso livello? ad esempio, l’arte figurativa allo stesso livello della scultura, della performance art, del teatro oppure si trovano su livelli artistici differenti? Se si tratta di esternare qualcosa, in un qualsiasi modo, credo che qualunque rappresentazione possa essere definita arte. Credo di sì, credo si possano mettere sullo stesso piano. Se questa intervista ti è piaciuta e sei interessato a partecipare a questo progetto per esprimere le tue idee, siamo alla ricerca di un volontario per il prossimo numero!

Vienici a trovare in III C o scrivici una e-mail: serenaltare98@hotmail.it, arianna@rogialli.com

Un’opera d’arte deve essere necessariamente tangibile, un oggetto, per essere ritenuta tale oppure può trattarsi anche di una rappresentazione? Secondo me, deve manifestarsi in qualche modo. Altrimenti saremmo tutti artisti avendo pensieri, concetti e meravigliosi mondi all’interno del nostro intelletto. Finché non esce da noi in un qualsiasi modo, probabilmente non la definirei un’opera d’arte, perché, appunto, anche io potrei 14

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dI giulio pistolesi E clara tacconi

“LA PARANZA DEI BAMBINI”

DI ROBERTO SAVIANO

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a paranza dei bambini, ultimo libro di Roberto Saviano, è, come ci si aspetta, un libro crudo e feroce, che lascia i suoi lettori sconvolti e colpiti. Teatro dell’azione è una Napoli da cui emerge una realtà talmente tragica da risultare in alcuni punti surreale, perché non si riesce a credere che tanta crudeltà e violenza possano appartenere a degli adolescenti qualsiasi. Ragazzini disposti a tutto pur di conquistarsi la città, nemmeno avrebbero l’età per salire in sella, ma sfrecciano sui motorini nel centro, senza regole e senza paura. Giurano fedeltà e omertà con un patto di sangue, accendono un cero alla Madonna e ottengono la sacrosanta benedizione della paranza, un clan di ragazzini. Imparano a usare armi su Youtube, non temono né il carce-

RECENSIONI LIBRI

re né la morte, se avverrà dignitosamente in battaglia. L’unica legge esistente è quella del più forte. Sono fragili pur impugnando armi e uccidendo prima di essere uccisi. I loro genitori spesso sono incapaci di vedere il mondo in cui vivono i figli, e di offrire loro un’alternativa. È un libro appassionato e appassionante, fortemente realistico e spaventoso, che purtroppo prende spunto da fatti di cronaca. La storia ha un ritmo frenetico e l’uso del dialetto nei dialoghi rende tutto più incisivo; anche questa volta Saviano è riuscito a trattare tematiche scottanti e complesse senza scadere nell’ovvio, raccontandole in un libro che pur non risparmiandosi resta scorrevole e coinvolgente. Una lettura sicuramente consigliata. (Clara Tacconi)

“LA MUSICA FA CRESCERE I POMODORI” DI PEPPE VESSICCHIO

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n’autobiografia di Peppe Vessicchio? Davvero? Ebbene sì, sembra che il direttore d’orchestra più barbuto e amato d’Italia esista anche al di fuori di quei due secondi in cui il conduttore pronuncia le fatidiche parole e lui accenna l’inchino. E non solo esiste, ma si dedica a un sacco di attività curiose, come coltivare ortaggi con la musica e sviluppare vibrazioni sonore per modificare il sapore del vino. Questo, infatti, è l’argomento de La musica fa crescere i pomodori, edito da Rizzoli e scritto in collaborazione con il giornalista Angelo Carotenuto: un libro che racconta la vita di Peppe Vessicchio

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in forma quasi dialogica, con Carotenuto che pone al maestro domande esistenziali e lui che risponde impartendo massime di vita come “non seguire le mode” e “insegui le tue passioni”. Tutto molto carino, insomma, e a noi tutti fa piacere che questo simbolo vivente della cultura nazionalpopolare italiana riesca a trarre vantaggio dalla fama social della quale sta furbamente cavalcando l’onda; però… c’è un però. Ovvero: ma insomma, Vessicchio, dov’è il sensazionalismo? Le storie piccanti su Pippo Baudo? I giochi con i nani e la cocaina dietro le quinte dell’Ariston? Altro che i pomodori, mannaggia, noi quello ci aspettavamo da te. Che tu, cacciato, facessi crollare la baracca raccontando tutto quello che hai visto negli ultimi trent’anni. E invece no, tu fai il signore e parli di teoria musicale. Fortuna che, finché c’è il tuo faccione bonario in copertina, il contenuto del libro ha importanza decisamente marginale. (Giulio Pistolesi) 15


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RECENSIONI CINEMA FILM CANDIDATI ALL’OSCAR

di FEDERICO MANTACI E GIULIO PISTOLESI

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“LION”

aroo è un bambino di quattro anni che vive in un piccolo villaggio indiano in condizioni di estrema povertà e spesso aiuta il fratello maggiore a compiere piccoli furti. Una notte rimane solo in una stazione e, addormentatosi su un treno, giunge a Calcutta, lontana migliaia di chilometri da casa sua. Spaesato e incompreso a causa della differenza della lingua, viene portato in un orfanotrofio e da lì parte per l’Australia, dove lo aspetta una nuova famiglia. Nonostante viva con tutte le comodità che non aveva in India e sia molto amato dai suoi nuovi genitori, non riesce a sopportare il peso del proprio passato e, una volta adulto, decide di ritrovare le proprie origini per riabbracciare la madre naturale, ma non sa dove si trovi il suo villaggio né ne conosce il nome esatto. Riuscirà nell’impresa? Lion è un film avvincente e commovente, che ci mette di fronte alla difficile situazione dei figli adottati, da un lato legati ai genitori adottivi e dall’altro, inevitabilmente, a quelli biologici. È la storia vera di un bambino che diventa adulto nel momento in cui ritrova se stesso. Il film, candidato a sei premi Oscar, è tratto dal libro La lunga strada per tornare a casa di Saroo Brierley. La regia è di Garth Davis e Saroo è splendidamente interpretato da Dev Patel” (attore anche in The Millionaire). Tra gli altri interpreti, Nicole Kidman, Rooney Mara e il bravissimo e dolcissimo bambino indiano Sunny Pawar. La colonna sonora è di Dustin O’Halloran, ma contiene anche una canzone di Sia. (Federico Mantaci)

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“LA LA LAND”

edicato ai folli e ai sognatori”, recita la tagline di La La Land, ultimo film di Damien Chazelle, e quella che può sembrare una ruffianeria si trasforma in realtà non appena si varca la soglia del cinema e ci si immerge in questa tempesta di colori, musica e follia. Chazelle - già autore e regista di Whiplash - riparte dalla musica per raccontare una storia d’amore delle più classiche, quella tra il pianista Sebastian (Ryan Gosling) e l’attrice Mia (Emma Stone), in un modo al tempo stesso perfettamente canonico e meravigliosamente originale. La La Land è un film profondamente romantico, sia per quanto riguarda la vicenda dei due protagonisti sia nella sua ricchezza di citazioni, tributi e affettuosi cliché; ma la scelta di ambientare la storia dei protagonisti nella Los Angeles di oggi, tra tablet e cellulari, permette al film di Chazelle di trasformare la semplice nostalgia in una riflessione sull’arte e sull’importanza dei sogni che, se forse non è di una profondità spaventosa, ha dalla propria una capacità senza pari di muovere cuori e gambe degli spettatori. Canzoni, comicità, meraviglie fotografiche, abiti sgargianti: Chazelle non si fa mancare niente, e, non appena ci si convince di aver capito il suo gioco, ecco che sorprende, tuffandosi di testa nel surreale e facendo passare in secondo piano la dimensione temporale e quella spaziale. Così la “La La Land” del titolo diventa un luogo indefinito, talvolta malinconico ma anche incantevole, dove si vorrebbe restare ben più a lungo delle due ore del film. (Giulio Pistolesi)

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dI emma brambilla e sofia ciatti

ARIETE

Nella sfera privata, al momento, sembra che non tutto vada proprio bene. Provate a liberarvi piano piano dallo stress quotidiano e, se avete ferito qualcuno, scusatevi

TORO

La settimana di pausa che ti sei presa non ha portato a nessuna decisone se non quella su quale ciambella mangiare? Beh, c’è sempre tempo per rimediare, rimboccati le maniche e al lavoro!

GEMELLI

Finalmente la luce in fondo al tunnel: previsto a marzo il modulo tenuto da Bello Figo (Swag) su come non pagare afito e su come non fare opraio!

CANCRO

Siamo nell’anno del Gallo, aggiornati! Basta indossare il boa di struzzo.

ZABAOROSCOPO LEONE

SAGITTARIO

Brutte notizie in arrivo e umore proprio a terra. Sfrutta Venere che è entrata in Ariete a tuo favore e apri gli occhi, un’amicizia potrebbe diventare qualcosa in più.

Stai tranquillo, non sei solo: la dipendenza da Splash Latino è molto diffusa, con la Luna nel tuo segno tutto si aggiusterà.

Godete di un benessere interiore invidiabile, finalmente siete riusciti ad entrare nel registro elettronico.

Attento, Capricorno! Saturno nel tuo segno significa una cosa sola: il rendimento scolastico è in caduta libera, dacci un taglio con i rave party.

Il periodo non è dei migliori, prenotate il charter per Lourdes e durante il viaggio le stelle consigliano Leopardi. Su con la vita!

L’intero sistema solare è nel vostro segno, farete fatica a trovare il bagno libero.

VERGINE

BILANCIA

SCORPIONE

Tornate coi piedi per terra e occhio a non volare di nuovo dalle scale; se vi rompete un’altra volta il braccio non sarete più giustificati per le verifiche in classe.

CAPRICORNO

ACQUARIO PESCI

Dovete decidere: o la scuola o la vita sociale. Sappiamo tutti di quel figo che avete conosciuto qualche sera fa, datevi da fare e sarà vostro! In amore non conta l’età.

CACCIA ALLO STUDENTE: LA COPPIA

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di ALICE ALESSANDRI e isotta manfrin, con la partecipazione di gaia minoli

iao pariniani! Dopo che Alessia Rotolo di IIB ha riconosciuto Anna Lunghi, Stefano Mazzola e Bartolomeo Aletti, “Caccia allo studente” tor-

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na con un nuovo format: la coppia! ATTENZIONE: In questo caso le due identità sono una “coppia” perchè hanno un particolare in comune. Inoltre, come sempre, il primo a

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inviare la soluzione giusta alla mail parini.zabaione@gmail.com riceverà un buono di cinque euro al bar. Che la caccia abbia inizio!

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ZABAENIGMISTICA SUDOKU

di ALTHEA BARRESE

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CATENA DI PAROLE di ALICE ALESSANDRI

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Goito V__ S_t_ _ac_ G_l_o M__a B_o__a P__t_n_ __s_o Volante FEBBRAIO 2017

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di GIOVANNI PESCE 8

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ORIZZONTALI 1. Cantautore piemontese scomparso meno di un anno fa. 15. Per Agatha Christie erano dieci e piccoli. 16. Contraddistinguevano il siècle di Voltaire. 18. Composti come DNA e RNA. 20. L’inizio di uno starnuto. 21. Sfugge alla cattura. 22. Pronome da bere. 23. Prefisso di monotonia. 24. Uno sport con le racchette. 25. A un capo della lenza. 27. L’Alamuddin moglie di George Clooney. 29. Iniziali del Tonino storico doppiatore di Homer Simpson. 30. Iniziali di Escobar. 31. Mezzi come i dirigibili. 35. L’unico modo per evitare l’asfissia. 36. Desinenza da participio passato. 38. Il presidente della Juventus (iniziali). 39. Pari di Mathias. 40. Démodé senza limiti. 41. Dev’esserlo il tappeto per essere calpestato. 44. Sozza all’inverosimile.

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46. Risuonano nell’ovile. 47. I casi senza un colpevole. 49. Quella de France ospita Parigi. 50. Quartiere romano noto per il suo carcere. 51. Uno degli artefici della Brexit. 54. Il grande sopravvissuto al referendum costituzionale. 55. Un gruppo come i Twenty One Pilots. 56. Duchamp lo rese un’opera d’arte. VERTICALI 1. Gli inventori della telecronaca comica all’italiana. 2. Incassare. 3. Lo si dà ai dubbi. 4. Quelli di ragno costellavano il sentiero di Calvino. 5. Dirige il servizio in sala. 6. La sorella di Didone. 7. Grande catena di alberghi spagnola. 8. συμμαχiς. 9. Se non sono né mie né sue. 10. Quelli Arabi Uniti hanno come capitale Abu Dhabi. 11. Vi sbarcarono gli Alleati nel ’43. 12. Atei senza principio.

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13. Iniziali del Ranocchia calciatore. 14. Una provincia del Piemonte. 17. Accende il fuoco e attira i pesci. 19. Iniziali di Tavecchio. 24. Mette alla prova ogni anno i corridori meneghini. 26. La “torre” delle borgate romane. 28. Quelli del Sud sono un intramontabile sogno vacanziero. 31. …puoi fare quello che non puoi fare mai. 32. Quelli d’Inghilterra sono tra i più amati dal gossip. 33. Le zone di Venezia. 34. Una fashion-addicted nostrana. 37. La principale impresa di costruzioni della Germania nazista. 40. Atti di grande coraggio. 42. Grecismo per pochi. 43. L’autoritario primo ministro ungherese. 44. Piace in latino. 45. Le chiavi dell’informatica. 48. Capitale della Lettonia. 50. Raro solo in parte. 52. Pari in Linus. 53. Un Dario notissimo attore.

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G I A N M A R I N D I A N I AC I D I N U L AT I T A A MO R T P E A E R O P R E N D E R A A A HA S R O T O L A B E L A T I A I L E R N I G E L F A D U O O R

I A T E L U M C L E I T E R A M A S T A T E A R I S I T O E I R R I E B I B R A G E I N A T

A S T A I E R E S C I S T I S C I L T A M I R A A T O E M O D U R I D A S O L T I O B I A C N E L A O I O

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LA REDAZIONE DIRETTORE: GUGLIELMO PENSABENE VICEDIRETTRICE: ALTHEA BARRESE CAPOREDATTORI: GIULIO PISTOLESI (ATTUALITÀ), giorgio colombo (svago) REDATTORI E COLLABORATORI: CECILIA ALBANESE (IVN), ALICE ALESSANDRI (IIB), SERENA ALTARE (IIIC), ALTHEA BARRESE (IIB), EMMA BRAMBILLA (VE), SARA BRUNI (IVC), sofia ciatti (ve), SOFIA CIMAROSTI (IVC), GIORGIO COLOMBO (IIB), MATTIA COLOMBO (IIB), ruth demichelis (ivb), FEDERICA DE PIETRI-TONELLI (ID), ELENA GALVANI (IVN), GIORGIA HEFFLER (IVF), LUIGI LORENZONI (IVC), anna lunghi (iib), ISOTTA MANFRIN (IIB), FEDERICO MANTACI (IVN), SARA MERENGO (IC), GAIA MINOLI (IIB), SIMONE MOLINARI (IId), MICHELLE MORETTI (VA), AURORA NEGRETTI (IIC), EMMA ORSENIGO (IVL), GUGLIELMO PENSABENE (IIC), LORENZA PENSABENE (ID), GIULIO PISTOLESI (IIB), SOFIA RENELLI (IVC), SORAYA RICHELDI (IVA), GIULIA RIMINI (IVA), ARIANNA ROGIALLI (IIIC), DAVIDE ROSSI (VG), TOMMASO ROTUNDO (IVO), FILIPPO SAVIO (VG), PAOLO SCIUNNACH (IIB), CLARA TACCONI (IIB), TOMMASO VENCO (VF) IMPAGINATRICE: ALTHEA BARRESE Copertina: SIMONE MOLINARI


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