Zabaione_Gennaio '16

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ZABAIONE NUMERO 5 ANNO X

GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006

GENNAIO MMXVI


EDITORIALE

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ariniani, “nuntio vobis gaudium magnum”: quest’anno Zabaione compie 10 anni! Nell’Anno Domini 2006, infatti, uscì il primo numero del nostro giornalino che, contro ogni pronostico e in barba alle malelingue, è riuscito a raggiungere questo notevole traguardo. Ciò che personalmente ammiro di questo giornalino, infatti, è proprio il fatto che sia riuscito a sopravvivere così a lungo, malgrado i suoi frequenti periodi di crisi e l’aperta ostilità che molti hanno nutrito (e nutrono) nei suoi confronti. Ma la capacità di evolversi senza mai tradire la propria natura è sempre stato il punto di forza di Zabaione. Moltissime cose sono cambiate in questi anni di pubblicazione. Siamo passati dai tempi in cui eravamo felici se creavamo un numero di 16 pagine, ad adesso che raramente ne facciamo meno di 30; dai tempi in cui i redattori del ginnasio si contavano sulle dita di una mano, ad adesso che abbiamo probabilmente la redazione più “giovane” dai tempi della fondazione; dai tempi in cui eravamo un mensile che non usciva mensilmente, a riuscire a raggiungere il traguardo del “un numero al mese” ambìto dalla maggior parte dei giornalini scolastici italiani. Giornalini fra i quali Zaba-

di stefano trentani

SOMMARIO

ione occupa una posizione di notevole prestigio, essendo dal 2008 il fondatore ed organizzatore del Convegno Italiano di Stampa StuSERIO BILANCIO DI SERI dentesca (CISS), che si svolge ogni TRE MESI CHE UNA PAG. 3 anno a Perugia in concomitanRAGAZZA SERIA za col Festival Internazionale del HA PASSATO AL PARINI Giornalismo. Il convegno permette FINALMENTE UN PRIMO alle redazioni dei diversi giornaliACCORDO UNIVERSALE pag. 5 ni scolastici del Paese di aiutarsi a SUL CLIMA migliorare attraverso il dibattito e il confronto dei rispettivi punti di L’INVASIONE DELL’ISLAM... PAG. 6 debolezza e di forza. O DELL’ISLAMOFOBIA? Ma per quanto possano esse- HENRI CARTIER BRESSON pag. 8 re cambiate le pagine, la grafica, E GLI ALTRI gli articoli, i redattori e la struttuRADIO IMMAGINARIA PAG. 9 ra della redazione, c’è qualcosa che FLASH pag. 10 non si è mai modificato nel tempo: Zabaione è prima di tutto il frutFINALMENTE I TORNEI PAG. 11 to del lavoro di molte persone che dedicano alla sua realizzazione im- STAR WARS: IL RISVEGLIO pag. 12 DELLA FORZA pegno, fatica e passione. Malgrado i difetti che si possono riscontrare PERFECT DAY PAG. 13 nel giornalino, quindi, è necessario IRRATIONAL MAN pag. 14 non dimenticare che non è altro IL PONTE DELLE SPIE PAG. 15 che l’opera di ragazzi che cercano di creare qualcosa di bello insieme L’UOMO CHE CADDE pag. 16 e che non si arrendono di fronte SULLA TERRA agli errori nel tentativo di contiIL TOUR DI JOVANOTTI: nuare a migliorare il proprio lavoUNA FESTA CHE SEMBRA PAG. 17 ro. Dobbiamo quindi avere fiducia ESTATE nel fatto che Zabaione continuerà a NOTHING BUT THIEVES pag. 18 migliorare e che esisterà ancora per molti anni. Io credo di in questo NON DIRMI CHE HAI PAURA PAG. 19 giornalino e, soprattutto, nei suoi UNWIND.LA DIVISIONE pag. 19 redattori. Buon decennale e lunga IL RITORNO vita a Zabaione! PAG. 20

DI hARRY POTTER L’IRRIGATORE pag. 21

ERRATA CORRIGE

NEL NUMERO DI DICEMBRE 2015, NELLA QUARTA DI COPERTINA SI INDICAVA COME AUTRICE DELLA COPERTINA ALTHEA BARRESE; L’AUTORE ERA IN REALTA’ LEONE LEVI. 2

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CACCIA AL PROFESSORE PAG. 23 FUORI DAL GUSCIO pag. 24 ZABAOROSCOPO PAG. 26 ZABAENIGMISTICA pag. 27 Anno X

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ATTUALITÀ

SERIO BILANCIO DI SERI TRE MESI CHE UNA RAGAZZA SERIA HA PASSATO AL PARINI di ILARIA MUGGIANI

Questo articolo e’ a scopo satirico e non intende offendere nessuno. I commenti in esso contenuti rispecchiano unicamente le opinioni dell’autrice e non necessariamente quella di altri redattori. Per questa ragione la redazione non si assume alcuna responsabilita’ in merito.

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ovrei smetterla di buttare tutto e ricominciare da capo, o finirò come al solito con il rinunciare a scrivere questo stramaledetto articolo e andare a prepararmi un tè. Ne vuoi uno? D’accordo, mentre scrivo questa... cosa... è esattamente l’una e quarantotto di notte e ho appena chiuso il libro di latino, dal quale ho appreso due cose: per cominciare, gli antichi Romani erano dei bastardi, perché non è che se uno non ha niente da fare si mette a decidere regole della grammatica, non ci pensava nessuno a noi poveri classicisti? In secondo luogo (e non ho idea di come il libro di latino sia riuscito a rivelarmi ciò) è finito il trimestre, quindi perché buttare ore dormendo, quando potrei fare un serio e molto utile bilancio su questo primo trimestre dal punto di vista di una quartina un po’ capra? Beh, fine trimestre significa soprattutto pagelle, ossia voti. Per alcuni motivo di vanto, regali, genitori orgogliosi. Per altri, ad esempio me, la speranza che le insufficienze non siano troppo gravi. Vivere con l’ansia fa schifo. Forse tu, studente modello che apre il libro e sa tutto, con la me-

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dia dell’undici, non capirai le mie parole, probabilmente ti vedi già all’università a studiare per ciò che da prima che entrassi in questa scuola sapevi sarebbe stata la tua strada. Ma ci sono persone (dubito fortemente di essere l’unica, quindi piantatela di mentire a voi stessi e ammettetelo, se così), che non hanno idea del motivo per cui sono fra quei banchi, che si convincono di essere preparate, ma nel profondo sanno che quei vocaboli greci ancora non li sanno a memoria, o che quella formula matematica “non riusciranno mai ad eseguirla”. Ci si convince, a un certo punto, che forse si è troppo stupidi e, per Diana, magari qualcuno lo è davvero. Eppure io, mettendo da parte la modestia per qualche secondo, penso di non essere completamente scema. Questa scelta l’ho fatta io, per

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una ragione che va ben oltre il voler dimostrare che chi sosteneva che non ce l’avrei mai fatta era in errore, ma proprio perché - evidentemente un po’ scema lo sono - amo il greco, il latino, la storia: le ragioni per cui ogni giorno la mia sanità mentale dà sempre meno segni di esistere (tranne la matematica, la odio, spero che muoia investita da un tir con un bue alla guida). Ed è vero, faccio fatica, capisco metà delle cose sprecando il doppio del tempo, ma lo faccio per una ragione, anche se il Parini rimane pur sempre una scuola, e come tale i suoi problemi vanno ben oltre lo studio. Il fatto che cada a pezzi non è colpa di nessuno, così come la totale assenza di carta igienica nei bagni, ma i professori? I professori, detti “prof ”, sono esseri sovrannaturali dotati di radar interni in grado di percepire la paura, ed

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ATTUALITÀ

hanno la capacità di farti sclerare esattamente nel momento giusto. Possono renderti la vita un inferno come possono farti sentire in pace con te stesso, da loro dipende il tuo futuro. Per questo è un bel problema, quando ti capitano quelli sbagliati. Quanto è odioso il momento in cui perdi il treno, fai una corsa dalla metro a scuola che Bolt se la sogna, ce l’hai quasi fatta, ma... sono le 08:06? Le porte sono chiuse e ti ritrovi con il fiatone a bestemmiare in ellenico contro il pesantissimo portone che ancora nessuno ha ben capito di che materiale sia fatto (io personalmente inizio a pensare che sia un misto fra piombo e quei panini con la cotoletta che ti riprometti ogni giorno di non mangiare, anche se puntualmente cedi e prendi il doppio del tuo peso per ogni morso) per poi accorgerti che è il portone sbagliato, quello che nonostante sia orribile è chiamato “ornamentale” e allora, finite le bestemmie greche, inizi ad imprecare in latino contro il mondo, perché quel portone è chiuso e tu sai già che arriverai ancora più in ritardo.

A questo punto ti butti con tutto il tuo peso contro la porta giusta, e ti fiondi verso la tua classe, sperando che la professoressa comprenda che dovevi finire il tuo croissant, dal momento che la colazione è il pasto più importante della giornata, o che se ti sei svegliato tardi è solo una conseguenza del fatto che sei rimasto alzato fino ad orari improponibili per finire gli esercizi della sua materia. Ma quando mai. Adesso la mia classe è al piano terra, ma ho idea di come ci si potrebbe sentire alle otto del mattino a correre per il secondo piano, tornare al primo e aspettare che altri dieci ragazzi finiscano quel “breve colloquio” con il preside. Ed ecco che tocca a te. Il colloquio si svolge più o meno in questo modo: “Come ti chiami?” “Il-” “In che classe sei?” “Quar-” “Ti piace la scuola?” “Si” E poi si inizia a parlare della vita a scuola, della vita personale, di nuovo della scuola (lo sapevate che le iscrizioni, quest’anno, hanno subito un incremento di più del 50%?), ed infine ti firma il permes-

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Orario d’entrata: 8:59. Una volta entrati in classe ed essersi divertiti un po’ a osservare la professoressa ultra novantenne, che a momenti ti urla dietro perché ancora non ha capito come usare il registro elettronico e deve usare gli ultimi minuti di lezione per segnare che effettivamente in classe ci sei anche tu, questa preferisce tentare di farti capire che hai interrotto la lezione di una delle materie più importanti che potrebbero mai essere in un liceo classico e per questo subirai tutta la peggio ira di Zeus. Ti siedi al posto e suona la campanella, ora di greco. Dove cavolo hai lasciato il foglio della versione? Ti prendi l’ennesima insufficienza, tentando di non scoraggiarti. Perché alla fine, l’ho capito: devo solo tenere a mente il motivo per cui sono al Parini, e resistere, perché tolta l’ansia costante, è quello che mi piace fare. Si sono fatte le due e mezza di notte, e nelle mie orecchie i Green Day finiscono di suonare “Boulevard of Broken Dreams”, che non c’entra nulla con questo tema, ma è bellissima.

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ZABAIONE


ATTUALITÀ

FINALMENTE UN PRIMO ACCORDO UNIVERSALE SUL CLIMA

di TOMMASO VENCO

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al 30 novembre all’11 dicembre 2015, 195 paesi hanno discusso un nuovo accordo per ridurre le emissioni, in modo da rallentare il riscaldamento globale. Il presidente francese Francois Hollande pensa che questo sarà il primo accordo universale sul clima. L’accordo prevede un obiettivo davvero molto ambizioso: contenere l’aumento della temperatura globale del pianeta ben al di sotto dei 2°C. Il testo approvato alla Conferenza sul clima di Parigi parte da un presupposto fondamentale: il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta e richiede pertanto la massima cooperazione di tutti i Paesi con l’obiettivo di accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra. Gli obiettivi dell’accordo sono: Aumento della temperatura entro i 2°. Alla conferenza sul clima che si tenne a Copenaghen nel 2009, i 200 paesi partecipanti si diedero l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale rispetto ai valori dell’era preindustriale. L’accordo di Parigi stabilisce che questo rialzo va contenuto ben al di sotto dei 2 gradi centigradi, sforzandosi di fermarsi a +1,5°. Per centrare l’obiettivo, le emissioni devono cominciare a calare dal 2020. Consenso globale. A differenza di sei anni fa, quando l’acZABAIONE

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cordo era fallito, questa volta ha aderito tutto il mondo, compresi i quattro più grandi inquinatori: oltre all’Europa, anche la Cina, l’India e gli Stati Uniti si sono impegnati a tagliare le emissioni. Controlli ogni cinque anni. Il testo prevede un controllo che dovrà svolgersi ogni cinque anni. Il primo controllo quinquennale sarà quindi nel 2023 e poi a seguire. Fondi per l’energia pulita. I paesi di vecchia industrializzazione verseranno cento miliardi all’anno dal 2020 per diffondere in tutto il mondo le tecnologie verdi e limitare l’utilizzo del petrolio e dei combustibili fossili nell’economia. Rimborsi ai paesi più esposti. L’accordo dà il via a un meccanismo di rimborsi per compensare le perdite finanziarie causate dai cambiamenti climatici nei paesi più vulnerabili geograficamente. L’accordo è un passo storico importantissimo per la battaglia contro l’inquinamento. Tuttavia ha suscitato non poche critiche tra i vari gruppi ambientalisti in circolazione. Le maggiori critiche sono: Partenza troppo prorogata. Secondo molti è rischioso stabilire nel 2018-2023 la prima revisio-

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ne degli obiettivi nazionali sulla quantità di emissioni. Infatti, se il mondo continuasse a inquinare per altri tre anni, a quel punto sarà impossibile raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Nessuna data per l’azzeramento delle emissioni. Non è stato fissato un calendario che porti alla progressiva ma totale sostituzione delle fonti energetiche fossili. La richiesta degli ambientalisti era di arrivare intorno al 2050 a una riduzione del 70 per cento rispetto ai livelli attuali, e raggiungere le emissioni zero nel decennio successivo. Potere ai produttori di petrolio. I produttori di petrolio e gas si sono opposti e hanno ottenuto che non si specificasse una data per la riduzione dell’utilizzo del petrolio. I controlli saranno autocertificati. I Paesi più industrializzati volevano che fossero gli organismi internazionali a controllare se ogni paese rispetta le sue quote di emissioni; gli emergenti (soprattutto la Cina) hanno chiesto e ottenuto, invece, che ogni Stato verifichi le sue. Nessun intervento su aerei e navi. I gas di scarico di aerei e navi sfuggono a ogni controllo. 5


ATTUALITÀ

L’INVASIONE DELL’ISLAM... O DELL’ISLAMOFOBIA?

DOPO I FATTI DI COLONIA (INDUBBIAMENTE GRAVI) LA GERMANIA E TUTTA L’UNIONE EUROPEA SONO SCONVOLTE DALLE MANIFESTAZIONI DEI MOVIMENTI ISLAMOFOBI E NAZIONALISTICI di MATTIA COLOMBO

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l 31 dicembre, verso le nove e mezza, la polizia di Colonia ha notato un raggruppamento di persone in piazza del duomo la maggior parte delle quali è stata definita: “di etnia araba o nordafricana”; queste intorno alle dieci e mezza hanno cominciato a muoversi in gruppi di 30-50 persone verso la stazione e molti di loro hanno perpetuato atti di aggressione verso donne bianche, la maggior parte delle quali sole, fino all’intervenire dei rinforzi di polizia intorno alla mezzanotte. Il numero di aggressori è stato stimato di mille unità e le ipotesi sembrano propendere per atti organizzati. Le denunce per stupro sono state all’inizio cinquanta, più altre cento per altri abusi e il 2 gennaio un corteo

ostile agli immigrati, a cui hanno partecipato alcune formazioni neonaziste, ha manifestato nel centro di Colonia, storico avamposto del Partito Socialista. Il 3 gennaio è stato organizzato un corteo formato per la maggior parte da donne (fra le quali si contavano alcune vittime delle violenze della notte di Capodanno) con slogan come: “Gegen Rassismus, gegen Sexismus” (Contro il razzismo, contro il sessismo) nel tentativo di contrastare l’ultradestra. Ma le denunce per abusi sessuali nella notte di Capodanno sono vertiginosamente aumentate a Colonia fino a diventare 500 e sabato 9 gennaio il movimento Pegida (Patriotische Europäer Gegen die Islamisierung des Abendslandes – Europei

Corteo di Pegida. “I cittadini si ribellano. Proteggete i nostri bambini e il nostro futuro. Noi siamo il popolo.”

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patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente) ha organizzato un grandissimo corteo al grido “Widerstand! Wir sind das Volk und wir hassen alle Flüchtlinge” (Resistenza! Noi siamo il popolo e odiamo tutti gli immigrati) con conseguente gran dispiego di forze dell’ordine per disperdere i manifestanti, che non disdegnavano atti violenti contro un altro corteo di sinistra simile a quello del 3 gennaio. Ma il tema fondamentale resta: i fatti di Capodanno, che mettono a dura prova la strategia d’integrazione della Germania, offrono un grandissimo pretesto per i nemici dei rifugiati, le cui file diventano sempre più numerose. Dopo i fatti di Colonia il quotidiano tedesco “Die Tageszeitung” è uscito con un editoriale che commenta le violenze subite dalle donne di Colonia con queste parole: “Nell’Unione Europea una donna su due è stata vittima di violenze fisiche o sessuali. Chi vuole cambiare la situazione deve pensare alla società nella sua interezza. Per certi maschi tedeschi il carnevale o l’Oktoberfest non sono divertenti senza qualche palpatina.”. Senza contestare le affermazioni dell’autore (eccetto il dato sulle donne violentate che risulta intorno al 33%, cifra comunque altissima per la civile Europa) vorrei soffermarmi sul fatto che ciò che è successo a Colonia è unico nel suo

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Corteo antirazzista. “No al razzismo, no al sessismo.”

genere: mai c’era stata una violenza con partecipazione così massiccia in Germania in tempo di pace, e, dispiace dirlo, perpetrata da persone accomunate dall’etnia araba o nordafricana. Quindi, anche se i molestatori ubriachi dell’Oktoberfest sono parecchi, e senz’altro riprovevoli, non si mettono certo d’accordo per agire. Ovviamente le donne sono ancora considerate oggetto sessuale da troppe persone e ovviamente questo deve cambiare mediante punizioni severe, ma persone come me o (spero) molti di voi che sono a favore dell’integrazione dei rifugiati che scappano da situazioni create da noi Europei, non possono far altro che rimanere profondamente delusi da come il Paese che più si è impegnato per quest’obiettivo sia stato quasi tradito da presunti mille beneficiari della sua ospitalità. Certo se qualcuno mi dirà “Vedi: gli immigrati sono degli stupratori e dei ladri” non gli darò ragione per i fatti di Colonia, ma forse esiterò un attimo ricordandomi di quelle cinquecento denunce in continuo aumento. Persone dalle opinioni meno salde di me che prima non si erano opposte all’arrivo dei migranti però forse direbbero: “È vero: gli immigrati sono degli stupratori e dei ladri”. Molte persone la cui idea precedente già era ostile ai rifugiati, sabato erano sicuramente nel corteo di Pegida. La Cancelliera Federale di Germania Angela Merkel ha fatto in proposito dichiarazioni molto compite in occasione di una riunione del suo partito (CDU) a Magonza, ma ha fatto capire chiaramente che i tempi delle frontiere aperte per i migranti sono finiti: “Vanno cambiate le leggi, che siano più dure, e che poi vadano effettivamente applicate”. La Cancelliera cede evidentemente a pressioni ormai forti all’interno del suo partito per una più oculata politica dei rifugiati. Il docu-

ATTUALITÀ

mento di proposta di legge redatto dopo questa riunione, diffuso con il nome di “Mainzer Erklärung” (Dichiarazione di Magonza) dice che gli immigrati saranno subito rimpatriati: “se colpevoli di reati o responsabili recidivi di infrazioni” e anche: “L’integrazione significa rispettare le nostre leggi, il nostro modo di vivere e la nostra cultura nonché imparare la nostra lingua”. La Merkel esprime il suo cordoglio verso le vittime con queste parole: “Abbiamo assistito ad azioni criminali disgustose con donne attaccate e molestate”. Ma molto più violenti sono i discorsi degli oratori di Pegida, tra cui il capo del movimento Michael Diendorf che tuona al microfono in Breslauer Platz a Colonia: “Merkel, cancelliera incompetente e traditrice, certo ti paga l’Arabia Saudita per portare i musulmani a casa nostra; elezioni e referendum, vinceremo noi patrioti! Con i migranti italiani e greci non abbiamo problemi, ma l’Islam è estraneo al mondo moderno”. I musulmani di Germania esprimono su Twitter la loro indignazione: “Non mi sono mai sentito più rispettato che qui e ora, ogni volta che sento alla televisione che i responsabili potrebbero essere nordafricani o arabi mi vergogno e sono disgustato” “Ogni volta che cerchiamo di migliorare l’immagi-

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ne degli arabi, un branco di stronzi distrugge tutto” “L’Europa si pentirà di accogliere persone che sono vittima di repressione politica e religiosa?”. Questi commenti testimoniano fortunatamente una corretta visione critica della comunità islamica residente in Germania, e, se le politiche dell’Europa ritorneranno a essere miti e tolleranti come prima, sarà sicuramente merito di questo tipo di cittadini islamici consapevoli e critici. Intanto, cosa impensabile per il Belpaese, il comandante della polizia di Colonia Wolfang Anders si è subito dimesso dall’incarico scusandosi per la cattiva gestione degli agenti (solo 140 erano in servizio, più 70 della Gendarmeria Federale). In effetti, stando ai resoconti delle vittime, era quasi impossibile trovare un agente quella notte; i rinforzi sono arrivati solo quando il danno più grande era già fatto. In conclusione, sebbene il gesto di quei mille nordafricani e arabi di Colonia sia riprovevole e senz’altro, come detto dalla Merkel, meritino come punizione l’espatrio, è anche riprovevole l’attaccamento alla questione da parte dei media e dei partiti euroscettici e islamofobi che non perdono occasione per ingigantire i dati a loro favore e alimentare la paura collettiva. 7


ATTUALITÀ

HENRI CARTIER BRESSON E GLI ALTRI

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urante queste vacanze di Natale, vedendo Milano piena di mostre, ho deciso di sfidare la mia diffidenza per l’arte e visitarne qualcuna. Sono rimasta particolarmente colpita dalla mostra di fotografia in allestimento FINO AL 7 FEBBRAIO 2016 a Palazzo della Ragione: “Henri Cartier Bresson e gli altri”. Attraverso le fotografie di 36 diversi autori e i loro punti di vista, viene raccontata l’Italia con le sue numerose piccole sfumature. La mostra è divisa in sette aree tematiche, all’interno delle quali si sviluppa una storia indiretta della fotografia e dell’evoluzione dei suoi linguaggi. Il cuore della mostra è composto dalle fotografie del francese Henri Cartier Bresson, che introducono il visitatore in un viaggio attraverso l’Italia dagli anni ‘30 ai giorni nostri. Le prime foto suonano distanti, non si riesce a riconoscervi il Paese di oggi, ma sono estremamente affascinanti: c’è un qualcosa che rende difficile smettere di osservarle. Le ho trovate con la loro grande espressività davvero in grado di raccontare la storia presente dietro gli scatti! Segue poi Robert Capa, che nel 1943 sbarca in Sicilia al seguito delle truppe statunitensi: immortalando i volti delle persone del luogo riesce a rendere chiaramente l’idea di cosa abbia significato la guerra. Poi, a poco a poco, tutto si modernizza e diventa più riconoscibile. Si passa per le foto di Sebαstiᾶo Salgado, che racconta gli 8

di CLARA TACCONI

ultimi pescatori e le tonnare siciliane. Osservando quei volti senti un brivido che ti scorre lungo le spalle, per quanto sono vividi e comunicativi. E quelle di Herbert List, che ci immerge nella Napoli degli anni ’60. Dal bianco e nero si arriva ai colori e a forme di fotografia sempre più vari e originali, fino alla rappresentazione di sequenze “disturbanti”, come il disagio e il dolore espressi da Michael Ackerman, che dopo aver scorto nelle periferie di Napoli un uomo intento a iniettarsi una dose di eroina ne fa una serie di scatti. A tutto ciò fanno da cornice immagini e pensieri più positivi, come quelle del fotografo Joel Meyerowitz, che si fa incantare

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dalla Toscana, o dell’incomparabile Steve McCurry che riporta vedute dell’affascinante Venezia. L’ultimo percorso è identificato dall’autoritratto, con la fotografa finlandese Elina Brotherus e con la francese Sophie Zénon che affianca le immagini della penisola a quelle dei suoi nonni che lasciarono il Paese durante la seconda guerra mondiale. Nel complesso ho trovato la mostra molto interessante e ben strutturata, ogni foto è accompagnata dal titolo e ogni autore è anticipato da qualche riga in grado di spiegarlo in maniera esaustiva e di introdurre le sue foto. Insomma, vale proprio la pena di andarla a vedere!

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ATTUALITÀ

RADIO IMMAGINARIA di isotta manfrin

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utti voi siete a conoscenza dell’esistenza di una radio al Parini, dove gli studenti possono parlare di ciò che vogliono liberamente. Pochi conosceranno invece Radio Immaginaria, che è anch’essa gestita da giovani, ma coinvolge tutta Italia. Questa radio è nata nel 2010 in un piccolo paese della provincia di Bologna, quando tre quattordicenni hanno iniziato a trasmettere sul web. È diventata via via più grande, mantenendo sempre come obiettivo quello di parlare di ciò che si voleva e far arrivare a tutti la voce dei giovani, anche al mondo degli adulti. Ora la radio conta più di duecento collaboratori in tutta Italia e chiunque dagli undici ai diciassette anni abbia voglia di dire la sua può unirsi a loro. I redattori, oltre alla diretta che si svolge negli studi di Radio Immaginaria, possono registrare puntate autonomamente con cellulare o computer. La principale sede dove si trasmette la diretta è quella a Castel Guelfo di Bologna dove c’è uno studio professionalmente attrezzato. La radio è organizzata secondo una sorta di gerarchia (direttore, vicedirettore, caporedattore…) e per farla funzionare occorre un grande lavoro di gruppo. Ho potuto vedere dal vivo alcuni redattori della radio ad un evento dell’associazione 5x15, che organizza serate in cui cinque soggetti parlano della loro esperienza per al massimo un quarto d’ora. ZABAIONE

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Quando due ragazzi di sedici e quattordici anni sono saliti sul palco dicendo che avrebbero parlato della loro radio attraverso il tema dell’adolescenza, ero un po’ scettica, ma poi mi sono ricreduta: oltre a parlare come dei veri e propri adulti, sono riusciti a coinvolgere tutto il pubblico e a riscuotere molto successo. Ecco la carta d’identità di alcuni membri della radio. NOEMI, 16 anni Tutti la chiamano Sassa ed è nata a Medicina “un paesino sconosciuto, il nome dice già tutto…”. È entrata a far parte della radio tre anni fa per seguire un ragazzo per cui aveva una cotta. Frequenta il liceo delle scienze umane e si dedica alla radio circa due ore a settimana. Da quando vi è entrata ha imparato a mettersi in gioco e ha migliorato la sua capacità espressiva, a tal punto che molte volte riesce a prendere voti alti nelle interrogazioni, pur avendo studiato meno dei suoi compagni. All’inizio questo “lavoro” può sembrare difficile e infatti numerose sono le volte in cui ha storpiato una parola o “assassinato” un congiuntivo, ma la filosofia di questa radio insegna che “un errore di uno è un errore di tutti, un merito di uno è un merito di tutti”, e quindi, se qualcuno sbaglia, ci si ride semplicemente su. Da grande le piacerebbe imboccare questa strada perché “è bello sentire la voce e conoscere la storia di persone diverse”. TOMMASO, 14 anni

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LA RADIO DEI GIOVANI

È arrivato in radio l’anno scorso e ora è già vicecaporedattore della sua redazione a Torino. Frequenta il liceo internazionale e quindi a volte fa trasmissioni in inglese. Secondo lui, la radio prepara in tutto e ti dà moltissimi strumenti per il futuro: “noi ragazzi siamo obbligati ad essere responsabili, altrimenti crollerebbe tutto il lavoro di gruppo”. Ecco un suo messaggio per tutti i pariniani: “Partecipate anche voi, è una figata!”. LIS, 15 anni Ha abitato in Francia fino ai suoi nove anni e ora vive a Milano. Frequenta il liceo linguistico Manzoni ed è entrato in radio quest’estate, dopo aver visto alcuni redattori all’opera a Expo. Un giorno di prova e si era già unito a loro: “Quando mi hanno messo davanti il microfono per la prima volta mi è venuto naturale, gli ascoltatori infatti non si trovano di fronte a te fisicamente, il pubblico è immaginario”. È stato il primo collaboratore della radio a Milano ed è riuscito a coinvolgere un suo compagno. A volte registrano perfino nei corridoi della scuola. COME ISCRIVERSI? Basta mandare una mail all’indirizzo radioimmaginaria@gmail. com, chiunque può partecipare, non ci sono provini o selezioni. Attualmente a Milano ci sono solo tre redattori di Radio Immaginaria. Hanno bisogno di voi! 9


ATTUALITÀ

FLASH

di chiara malaponti

ITALIA

INDONESIA

VENEZUELA

Lo Stato islamico ha rivendicato gli attentati di Jakarta con un comunicato. Ci sono state sei esplosioni in diversi punti della capitale indonesiana e scontri a fuoco tra polizia e attentatori, armati con fucili e granate. Sono morte sette persone: due civili e cinque jihadisti, due dei quali si sono fatti esplodere

SIRIA

Arrivato a Madaya il secondo convoglio di aiuti umanitari in una settimana. Una cinquantina di camion della Mezza luna rossa e dell’Onu hanno portato cibo alla cittadina siriana, isolata da mesi per l’assedio delle truppe governative che tentano di strapparla ai ribelli. Molti abitanti sono a rischio malnutrizione. 10

Gay.it pubblica nomi e mail di una trentina di senatori che sarebbero pronti a non votare il ddl Cirinnà. Braccio di ferro nel Pd con la maggioranza che dice no allo stralcio della norma sulla “stepchild adoption”.

TEXAS

È stato registrato in Texas il primo caso di zika degli Stati Uniti. Il contagio è avvenuto in El Salvador, dove il virus si è radicato. Il virus zika provoca febbre e dolori articolari, ma è sospettato di provocare Il parlamento venezuelano è uscito danni molto gravi al feto e malfordallo stallo. Tre deputati dell’oppo- mazioni alla nascita. sizione si erano insediati anche se la loro elezione era stata sospesa dalla corte suprema. Lo stesso tribunale aveva allora delegittimato l’intera assemblea. Ma i tre deputati hanno deciso di non partecipare ai lavori parlamentari finché la loro posizione non sarà chiarita. GENNAIO 2016

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SPORT

di GUGLIELMO PENSABENE

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’anno scorso ho partecipato al torneo di calcio della scuola e mi sono divertito parecchio, nonostante la mia squadra fosse stata l’unica ad aver perso tutte le partite (finimmo il campionato a nove punti grazie a tre squadre che si dimenticarono della partita contro di noi). Quest’anno, complice mancanza di tempo e mole di studio aumentata, non mi sono riscritto, ma avevo comunque intenzione di seguire il torneo. Gli organizzatori erano passati per le iscrizioni verso i primi di novembre, e così ai primi di dicembre andai a vedere che squadra stesse vincendo quest’anno, credendo che il campionato fosse iniziato. Con mia grande sorpresa scoprii che non erano ancor partiti, e quando dopo il traumatico ritorno dalle vacanze non ho visto tabelloni o calendari ho deciso di informarmi sul perché. Insomma, l’unico foglio che parlava di sport appeso fuori dalla palestra grande ZABAIONE

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FINALMENTE I TORNEI

era riferito alla gara di sci e snowboard. Ma i tornei non erano stati un cavallo di battaglia di AGORÀ, con il torneo di calcio addirittura da giocarsi sull’erba? Alla fine ho scoperto che i tornei sportivi ci saranno, ma differenza dell’altro anno, e di quello che si diceva a Ottobre, saranno solo di due sport: calcio e pallavolo. A causa della mancanza di iscrizioni per i tornei di basket, pallamano, badminton e unihockey, i tornei di questi sport quasi sicuramente non si faranno. Il torneo di calcio inizierà invece dopo le due settimane di sperimentazione del progetto dei cinquanta minuti, e durerà fino ad Aprile, in modo da non andare a giocare a Maggio, nel periodo di massimo studio. Parteciperanno i ragazzi delle classi 4°A, 4°C, 4°E, 4°F, 4°G, 5°A,5°D, 5°E, 1°B e 1°D nel primo torneo, ed invece 2°A, 2°B, 2°C, 2°D,2°E, 3°A, 3°C, 3°D e 3°E nel secondo torneo, e giocheranno per un totale di trenta ore. Per la palla-

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volo invece le notizie sono ancora confuse: la Prof. Nuccio rassicura che il torneo si farà, e che dovrebbe finire verso la prima settimana di maggio, indipendentemente dalla data di inizio. Il ritardo non è dovuto a una cattiva organizzazione, ma alla difficoltà di reperire giocatori e soprattutto dalla novità di quest’anno: il certificato medico, pratica burocratica necessaria ed obbligatoria, che però ha rallentato un bel po’ le cose, visto che si doveva essere sicuri che tutti gli iscritti ne fossero muniti, e che magari non fosse scaduto. Tutt’altro discorso invece per la giornata sulla neve, voluta e preparata da tempo, dove gli iscritti sono molto numerosi e il certificato medico non ha rallentato troppo le pratiche per partecipare al “Memorial Valeria Bassi”, che si svolgerà a Pila (Ao) il 25 Gennaio, fatto senza precedenti nella storia del Parini.

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CINEMA

STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA

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tteso con trepidazione dai fan più accaniti della saga, fonte di attrazione – data la grande popolarità – anche per i meno affezionati, l’Episodio VII di Star Wars è uscito nelle sale il 18 dicembre 2015. Inutile dire che le aspettative per questo film erano molto alte e qualche uccellaccio del malaugurio già insinuava che si sarebbe rivelato un flop senza Lucas alla regia, ma a proiezione avvenuta la schiera dei fan si è totalmente divisa. C’è a chi – come a me – è piaciuto molto. La sceneggiatura e l’ambientazione del film sono ricche di rimandi agli Episodi precedenti, soprattutto della trilogia originale, e per un affezionato è letteralmente una goduria riconoscere queste citazioni e sentirsi, di conseguenza, estremamente preparato – almeno, per me è stato così. Tuttavia, non tutti hanno apprez-

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zato ciò: qualcuno l’ha anche considerato un remake (per non dire plagio) dell’Episodio IV e quindi prevedibile e poco trascinante. Concentrandosi invece sulla sceneggiatura in sé, una critica mossa da parecchi riguardava la povertà dei dialoghi e l’impronta per certi versi comica di questi ultimi. Secondo la mia opinione, però, battute articolate sono figlie degli ultimi tre Episodi usciti, sicuramente non della trilogia originale, anzi: ai tempi del giovane Luke la sostanza del film era costituita da scene d’azione. E, per quanto riguarda la “comicità fuori luogo”, dobbiamo senz’altro riconoscere che personaggi come quello di Han Solo non ci hanno mai risparmiato frecciatine e allusioni. L’ultimo punto saliente della critica riguarda certe incongruenze nella trama del film: come può Rey imparare a combattere con la

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di CHIARA MALAPONTI

spada laser nel giro di due ore e sconfiggere pure il principale antagonista? Basti guardare quanto tempo ha impiegato Anakin per imparare a padroneggiare la Forza. A questa obiezione mi sento di rispondere con la seguente domanda: come può Luke Skywalker passare in poco tempo da pezzente desertico (efficace e tagliente definizione di uno dei nostri redattori) a pilota di successo, distruggendo per di più la Morte Nera? Il nocciolo della questione, a mio parere, sta in questo: Il Risveglio della Forza va giudicato e confrontato con i primi tre film usciti, sicuramente non con i più recenti, perché ne riprende gli schemi. Ed è per questa ragione che, ragionando sulla saga nel complesso, è in perfetta continuità con gli Episodi che lo precedono e si lascia guardare senza mostrare uno stacco evidente e fastidioso dal sesto.

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CINEMA

di ALICE ALESSANDRI

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995, da qualche parte nei Balcani. In quel periodo, sebbene siano giá stati firmati gli accordi di pace, la guerra non sembra ancora finita; numerosi sono gli episodi di conflitto, come fucilazioni di ostaggi o il tentativo di inquinare l’acqua di un paese. È proprio quest’ultimo il caso del film “Perfect Day”: ZABAIONE

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PERFECT DAY

un cadavere é stato gettato in un pozzo con lo scopo di rendere non potabile l’acqua usata nella zona circostante. A cercare di risolvere questa situazione c’è una squadra di operatori umanitari formata da Mambrú (Benicio del Toro), che guida la spedizione insieme all’altro veterano chiamato B (Tim Robbins), la giovane ma decisa Sophie

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(Mélanie Thierry) e l’affascinante Katya (Olga Kurylenko), una vecchia conoscenza di Mambrú, mandata in Bosnia in qualità di analista di guerra. Fondamentale alla riuscita della missione sembra essere una corda che consenta di tirare su il corpo dell’uomo, ma trovarla risulta più difficile del previsto, in una situazione di tensione in cui i nativi del luogo sono restii a collaborare con degli stranieri. Durante il viaggio, alla ricerca della fune, la squadra dapprima si imbatte in un bambino che ha perso i genitori in guerra e poi si scontra con i caschi blu dell’ONU che, invece che fornire loro aiuto, appaiono inutili, scomodi e inconsapevoli della situazione che li circonda. Questi ultimi, infatti, vogliono impedire la rimozione del corpo dal pozzo, in quanto la priorità deve essere data allo sminamento, dando così chiara testimonianza di non comprendere la vera urgenza per un paese che rischia di rimanere privo di acqua potabile. A complicare la situazione ci sono, appunto, le mine sparse per strada e camuffate de mucche morte che B si diverte a evitare con rocambolesche manovre della sua jeep. Fernando León de Aranoa dirige un film che è l’adattamento cinematografico del romanzo “Dejarse Llover” di Paula Farias, in cui riesce a combinare la drammaticità portata dalla guerra, in questo caso quella in Bosnia, con un’ironia che fa sorridere chiunque. Panorami mozzafiato e una colonna sonora coinvolgente accompagnano il pubblico in questo viaggio spericolato tra i Balcani. 13


CINEMA

IRRATIONAL MAN

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uando Woody Allen gira un nuovo film, le aspettative sono giustamente al massimo. Irrational Man, uscito a dicembre 2015, non ha fatto eccezione; ma ahimé, nella gran parte dei casi, le ha deluse. Questo perché, a detta di molti, il buon vecchio Woody sta rivangando sempre e comunque gli stessi concetti. Morte, omicidio, morale, caso. Dici poco. In particolare, si è puntato il dito contro l’omicidio: chi ha una buona conoscenza della filmografia alleniana sa infatti che almeno due sono i film del maestro newyorkese in cui si insiste in modo martellante sul togliere la vita al prossimo, ovvero Match Point, del 2005, e Sogni e delitti, del 2007. In particolare il primo dei due, principalmente perché universalmente riconosciuto come meglio riuscito, è stato accostato, come struttura, ad Irrational Man. E a questo punto sarà bene darvi un paio di delucidazioni sulla trama. Irrational Man è ambientato in un campus universitario del Rhode Island, dove il tormentato professore di filosofia Abe Lucas, inter-

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di GIULIO PISTOLESI

pretato da Joaquin Phoenix, vive il punto più basso della propria crisi esistenziale, tra whisky di puro malto e tresche con colleghe e allieve, del tutto incapace di dare un senso alla propria vita. Ma un bel giorno, mentre si trova in un caffè con la sua pupilla Jill (non è in una bevanda con il proprio occhio; è in un locale con la propria studentessa prediletta), ovvero la bella Emma Stone, figura centrale del film, apprende che una donna che non conosce verrà ingiustamente privata della custodia dei figli per colpa di un giudice corrotto. È il momento della svolta: Abe individua nell’uccisione del giudice una missione, anzi la missione che darà un significato alla sua esistenza. Agire da esterno, senza interessi in causa, per obbedire all’imperativo morale di “schiacciare lo scarafaggio” ed evitare che una persona innocente subisca un sopruso. Bene, questo è il film. Che dire. L’idea è interessante, e, se i temi sono gli stessi di altre opere di Allen, va però detto che il modo di affrontarli è ben diverso: mentre, per esempio,

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in Match Point il personaggio di Jonathan Rhys Meyers si trovava costretto ad uccidere e a venire a patti col proprio gesto, in Irrational Man il protagonista non ha alcuna necessità di compiere l’omicidio, ma si sente in dovere di farlo. Il film, dunque, più che essere una ripetizione, è uno sguardo su un argomento già trattato ma da un punto di vista diametralmente opposto. Ecco, c’è da dire che, eliminata la problematica del tema, zoppica un po’ il film in sé. Insomma, i personaggi di Phoenix e della Stone, il “professore tormentato” e la “giovane studentella affascinata”, sono dei clichè su gambe che fanno a gara a chi è meno credibile, e il maledettismo di lui, all’inizio, è goffamente esagerato. Allo spettatore, poi, decidere se questo è o meno rilevante, in un film che punta a mettere in scena spunti per riflessioni etico-morali; ma quel che è certo, e che anche il più feroce critico dovrà riconoscere, è la maestà e presenza scenica della debordante panza di Joaquin Phoenix, vera protagonista di Irrational Man.

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CINEMA

di GIULIO PISTOLESI

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957. Rudolf Abel, spia sovietica, viene arrestato a New York. Che si fa, quando si cattura una spia? La si processa. E come la si processa? In modo equo, per far vedere al mondo che noi, le spie, le trattiamo in modo umano, non come QUELLI LÀ. Poi la si condanna, ma intanto abbiamo mostrato che la giustizia americana è giusta per davvero. Ottimo, non fosse che Jim Donovan, avvocato designato per la difesa dell’imputato, prende la cosa a cuore e si adopera in ogni modo per salvare la vita di Abel, mettendosi contro la CIA, l’FBI e, soprattutto, la gente. Ma ci riesce, e il suo operato risulta decisivo quando i sovietici catturano una spia americana e si comincia ad ipotizzare uno scambio. Dunque Jim viene spedito dal governo in una Berlino fresca di muro, per condurre il negoziato. Questa la trama de Il ponte delle spie, ultima fatica di Steven Spielberg, che vede Tom Hanks nei panni di Donovan e Mark Rylance

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IL PONTE DELLE SPIE

in quelli di Abel, più delle altre persone che non ci interessano, a parte Alan Alda che è inutile ma è amico di Woody Allen e quindi merita una menzione. Dunque. È un film ben fatto, senza dubbio. Lungo, ma appassionante. Del resto la storia, che ovviamente è vera, è interessante. Ecco, a volte dà l’impressione che i negoziati siano un tantino semplici, ma io non ho mai gestito situazioni di delicato equilibrio politico internazionale con esponenti di spicco del regime sovietico, quindi potrebbe anche funzionare così. Piuttosto, parlando di cose serie: è, naturalmente, un film molto americano. Molto. Del resto è un film sulla guerra fredda girato da Steven Spielberg con Tom Hanks come protagonista, un biglietto da visita abbastanza eloquente: già dai tempi del soldato Ryan Hanks ci ha abituati al personaggio dell’eroe americano umile e dimesso, che non è invasato di patriottismo ma che incarna i veri valori degli Stati

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Uniti e la libertà e bla, bla, bla (basti, a questo proposito, il “discorso del libro delle regole” di Donovan, all’inizio). Ecco, diciamo che non me la sentirei di criticarlo più di tanto, come aspetto. Il film è, appunto, quello che è, e la patina di retorica a stelle e strisce non è propriamente un difetto, è parte integrante del film. Se leviamo quella, leviamo tutto. E poi, in fin dei conti, cosa vogliamo aspettarci? Dunque cerchiamo di non farci troppo caso, e chiudiamo un occhio. In questo modo, salta fuori un bel film di spionaggio, con i giusti riferimenti storici e qualche espediente un po’ scontato ma riuscito. Di certo, non il film di spionaggio che cancellerà tutti i film di spionaggio: è più che altro un esercizio di stile, l’ennesima dimostrazione della capacità di quella vecchia volpe di Spielberg di fare centro, tanto al botteghino quanto con la critica.

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MUSICA

L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA IN MEMORIA DI DAVID BOWIE

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hiudiamo gli occhi tutti insieme e concentriamoci. Voglio proporvi un esercizio. Chi ama il cinema di qualità prenda Bastardi senza gloria, la scena in cui Shosanna Dreyfus si prepara alla strage. Chi non ha questa fortuna si accontenti invece di Noi siamo infinito, la corsa in pick-up. I difensori del made in Italy si tranquillizzino pescando dalla cesta Io e te di Bernardo Bertolucci e godendosi la danza del protagonista con la sorella, e i sognatori dell’ultimo minuto rievochino la sequenza nel bar de I sogni segreti di Walter Mitty, con lei che canta. Bene, spero che ognuno abbia trovato qualcosa di proprio gusto. Ora possiamo cominciare. Togliamo la musica a queste 16

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scene. Naturalmente, muoiono. Shosanna si trucca nel silenzio, e i tre protagonisti di Noi siamo infinito esultano sotto un tunnel galvanizzati da non si capisce cosa. Olivia e Lorenzo intanto ballano a vuoto e l’incanto svanisce, mentre niente spinge Walter Mitty a gettarsi all’avventura, perché l’immaginaria ragazza con la chitarra non sta più cantando Space Oddity. Già, Space Oddity, ma non solo quella: anche Cat People e Heroes. Perché quello che forse qualcuno ha già notato è che ognuno dei film di cui sopra ha la propria scena clou fondata su un brano scritto e cantato da tale David Robert Jones, nato a Brixton, Londra, l’8 gennaio del 1947 e scomparso a GENNAIO 2016

New York il 10 gennaio del 2016, noto al mondo come David Bowie. Ho scelto questo come esempio dell’immensa influenza di quest’uomo sulla nostra cultura, e non solo musicale, ma è solo uno dei tanti possibili: basti pensare alle innumerevoli citazioni, cinematografiche e non, alle saette sugli occhi dipinte in ogni angolo del mondo, alle mostre ed agli studi sui costumi, a libri e libri e libri per cercare di capire cosa ci fosse dietro questo strano personaggio. Ma del resto David Bowie ha sempre dimostrato di non riuscire a limitarsi a far della musica. Stiamo parlando di un signore che in quasi cinque decenni di produzione artistica, dal 1967 all’ultimo album, il numero ventisette uscito due giorni prima della morte, non solo ha spaziato in ogni campo del rock, contaminandolo con più o meno qualsiasi influenza musicale esistente, ma ha reso ogni suo lavoro un’opera d’arte a tuttotondo: ad ogni nuovo album corrispondeva una nuova storia, un nuovo concept e in definitiva un nuovo personaggio, portato sui palchi da un nuovo Bowie, trasfigurato ora nella rock-star posseduta dagli alieni Ziggy Stardust, ora nell’altero Duca Bianco, ora nel pirata postapocalittico Halloween Jack, sempre con quell’inconfondibile e leggendaria aria androgina e quegli occhi in perenne disaccordo. E ora che non abbiamo più ne l’una né gli altri, non ci resta che una certezza: ci mancherà terribilmente.

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MUSICA

IL TOUR DI JOVANOTTI: UNA FESTA CHE SEMBRA ESTATE

di GIORGIO COLOMBO “La sera sul palco è come se avessi 19 anni, ma il giorno dopo mi sento tutti i miei 49”. Così ha dichiarato Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, riguardo alle fatiche del suo tour, intitolato Lorenzo nei palazzetti dello sport, iniziato il 2 dicembre 2015 a Torino e conclusosi l’11 gennaio a Bolzano. Ed è vero che sul palco sembra un ragazzo perché, avendo assistito alla prima tappa milanese, posso dire che Jovanotti ha cantato e ballato insieme a tutto il pubblico per più di due ore senza mai fermarsi. Lo spettacolo è iniziato nel migliore dei modi con E non hai ancora visto niente, infatti sono seguite più di altre venti canzoni, tra vecchi successi come l’intramontabile e scatenata Ombelico del Mondo e

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la romantica e mai scontata A te, e più recenti hit come L’estate addosso. “Abbiamo fatto comparire l’estate in pieno gennaio, e senza scomodare l’effetto serra, piuttosto con l’effetto festa”, ha scritto il cantautore su Facebook il giorno seguente alla prima serata al forum di Assago: effettivamente dentro il palasport si era creata un’atmosfera simile a quella di una festa in spiaggia in pieno luglio. Meritano una citazione speciale le esecuzioni di Sabato, portata in scena come secondo pezzo e che subito ha fatto scatenare il pubblico; Penso positivo, divisa in due parti da un breve intervento del cantante e quindi durata più di dieci minuti, e Ti porto via con me che, eseguita alla fine dello spettacolo, ha saputo più

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di tutte le altre canzoni scuotere il palazzetto e fare ballare i presenti. Ha arricchito lo show una parentesi acustica, in cui il cantante ha suonato con la chitarra una manciata di canzoni, e un’altra parentesi in cui Jovanotti ha cantato in mezzo al pubblico occupando per qualche minuto anche la postazione di deejay. Ma a rendere particolarmente gradevole lo spettacolo non sono state solo le canzoni e le diverse sfaccettature mostrate da Jovanotti, da cantante a ballerino e da cantautore a rapper: il grande e colorato palco, le molte luci, i video e gli sfondi animati riguardanti le canzoni, e ancora i costumi realizzati da una sarta che segue l’artista per tutto il periodo del tour hanno sicuramente contribuito a costruire uno spettacolo degno di essere goduto dall’inizio alla fine e curato nei minimi dettagli, come ha dichiarato lo stesso cantate: “È un lavoro fatto di dettagli estremi, di estrema cura”. E adesso? Dopo un 2015 che ha visto Lorenzo 2015 c.c, ultimo album del cantante, come il più venduto in Italia secondo le classifiche Fimi GfK, Jovanotti dice di avere voglia “di rilanciare, di cambiare tutto”, ma anche di “festeggiare, con me stesso, con i miei”. E noi siamo impazienti di ascoltare e vivere i suoi rinnovati prodotti. E di festeggiare con lui.

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MUSICA

NOTHING BUT THIEVES

IL FUTURO DELLA MUSICA ROCK

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icordo ancora quel giorno torrido, nel bel mezzo dell’estate romana, in cui vidi per la prima volta questi cinque ragazzi inglesi salire sul palco del Rock in Roma all’Ippodromo delle Capannelle. Ricordo di aver sentito i loro brividi di emozione in quel momento. L’urlo di 30’000 persone davanti ai loro occhi li accolse, per poi trasformarsi nel boato degli strumenti che scaldarono il pubblico curioso. Di quel concerto ricordo tanta energia, una passione che mi travolse come una scarica elettrica. E così, dopo qualche mese, mi ritrovo con il loro primo disco omonimo in mano, mentre le chitarre rabbiose, il basso pesante e il tuono della batteria arrivano dritte al cuore del Rock N’Roll. Il disco si apre subito con un fulmine di canzone: Excuse Me, ricca di potenza, una perfetta

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di NICOLO’ MOROCUTTI

sincronia tra gli strumenti ed un improvviso falsetto tagliente nel ritornello, ispirato a Matt Bellamy, cantante dei Muse, la band che li ha portati verso il successo chiedendogli di aprire per loro al Rock In Roma. Di grande impatto anche le canzoni in coda all’apertura come Ban All The Music e Wake Up Call, entrambe introdotte da un riff di chitarra secco e deciso. Brani come Itch, definito da loro il vero primo singolo rock della band, Trip Switch e Hostage, mettono in chiaro uno dei punti forti di questa band: la cantabilità dei ritornelli, spesso in falsetto o con un’impronta decisamente radiofonica. Nel disco ritroviamo anche dolcissime ballate romantiche come If I Get High, Graveyard Whistling o la commovente Lover, Please stay, e numerosi richiami al rock alternativo britannico di band

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quali Muse o Radiohead in brani come Six Billion, Neon Brother e Tempt You (Evocatio). Senza dubbio, dopo aver sentito per intero il loro album ed aver visto come si muovono sul palco, sono sicuro che questi ragazzi rappresentino il futuro della musica rock. Me lo suggeriscono la loro freschezza e il loro sound ricco, di forte impatto, e me lo suggeriscono i ritornelli delle loro canzoni che una volta canticchiati non ti escono più dalla testa, contenendo i perfetti ingredienti per un rock radiofonico ma lontano dalla banalità della musica commerciale. Così i Nothing But Thieves, con un’età media di soli 23 anni, sono la prova di come la passione del rock continui a vivere nonostante il passare degli anni, ridando speranza a quei giovani che continuano a credere nella vita di questa musica immortale.

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LIBRI

di ALICE BRUSAFERRI e sara merengo

RECENSIONI

“NON DIRMI CHE HAI PAURA” DI GIUSEPPE CATOZZELLA

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amia ha un solo sogno: correre. Le gambe magre e scattanti, il fisico esile e leggero, Samia corre tutti i giorni per le strade di Mogadiscio insieme ad Alì, suo migliore amico fin da piccola. È proprio Alì che convince la ragazzina che ha talento e si propone di allenarla; Samia accetta e corre, corre sempre più veloce, guardando speranzosa verso il futuro. Mentre in Somalia la guerra civile si fa sempre più vicina e pericolosa, Samia a soli diciassette anni riesce a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa simbolo di riscatto e speran-

za per le donne musulmane di tutto il mondo. Samia, però, vuole vincere e aspetta con ansia le Olimpiadi di Londra del 2012. Nel frattempo la situazione in Somalia diventa sempre più difficile: gli integralisti prendono potere e Samia è costretta a correre dentro un burqa, anche sotto il cocente sole di Mogadiscio. Poi, la decisione: nonostante il profondo amore che la lega alla sua terra, Samia sente che in Somalia non c’è più posto per lei e parte per la spaventosa odissea che, attraverso il Sahara, potrebbe condurla in Italia, lontano dalla guerra. “Non dirmi che hai paura” è

la tragica storia vera di Samia Yusuf Omar, raccontata da sua sorella Hodan e reinventata da Giuseppe Catozzella in uno stile semplice e sincero. Una storia di sogni e di paure, di speranza e di guerra. Samia con la sua tenacia e la sua travolgente energia ci insegna a non arrenderci mai, a credere nei nostri sogni e nei nostri ideali, a combattere le nostre battaglie aspettandoci sempre il meglio. Ci ricorda che, in un modo o nell’altro, bisogna continuare a correre. (Sara Merengo)

“UNWIND. LA DIVISIONE” DI NEAL SHUSTERMAN La storia si ambienta in America, in un futuro non troppo lontano dal nostro, dove non è cambiata la tecnologia ma la società. Molti anni prima dell’inizio del romanzo, scoppiò una lunga e sanguinosa guerra, chiamata “Guerra morale” poiché fu combattuta, sostanzialmente a causa di un dibattito etico, da due schieramenti: gli abortisti e gli antiabortisti. Dopo lunghi anni di guerra, alcuni politici, ormai stanchi di quel massacro, lanciarono una provocazione, sicuri che le due parti, davanti a una simile prospettiva, avrebbero trovato un accordo: e così crearono la “Legge sulla vita”, che dichiarava la vita di un bambino intoccabile dal momento del concepimento fino al compimento dei 13 anni. Ma, nell’intervallo di tempo tra i 13 e i 18 anni, il bambino poteva essere diviso chirurgicamente in ZABAIONE

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molti pezzi, anche se lasciando intatta la sua vita; ogni parte veniva poi trapiantata a chi ne aveva bisogno. Incredibilmente, questa legge accontenta entrambe le parti, e viene dunque accettata. I protagonisti sono tre ragazzi destinati a farsi dividere: Connor, adolescente problematico, mandato alla divisione dai genitori, dopo l’ennesima rissa; Lev, una “Decima”, decimo figlio di una potente famiglia, viene offerto in sacrificio per la reputazione dei genitori; Risa, un’orfana, viene sacrificata per lasciare spazio ai nuovi orfani. Insieme scappano, in attesa di compiere i fatidici 18 anni, attraversando tutte le realtà che la “Legge sulla vita” ha provocato. Ormai tutti sembrano ritenere ottima la divisione: niente più malattie terminali, per qualsiasi ferita o malattia ci sono sempre dei “pez-

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zi di ricambio”, e non ci sono più adolescenti problematici. Ma nessuno parla dei problemi, o si chiede se dividere sia giusto o sbagliato; nessuno parla delle persone che trapiantandosi un braccio, un pezzo di cervello o una qualsiasi altra parte del corpo acquisiscono nuove abilità o personalità, nessuno parla del rimorso dei genitori, dei ragazzi che scappano dalla divisione attraverso un mondo diventato improvvisamente ostile, chiedendosi se il loro destino sia davvero la morte, o se continueranno a vivere. Questo libro fa crescere dentro l’orrore e il gelo fino all’ epilogo, dove regna, per fortuna, un quasi lieto fine, che fa sciogliere leggermente quel ghiaccio; ma ciò che lascia davvero è una riflessione e una domanda a cui ognuno trova una risposta diversa. (Alice Brusaferri) 19


LIBRI

IL RITORNO DI HARRY POTTER

di EDOARDO GRIFONDORO (ALIAS EDOARDO FRACCHIOLLA) E SARAZAR SERPEVERDE (ALIAS SARA MUSURUANA)

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randi occhiali a lente rotonda, capelli corvini sempre scompigliati, occhi verdi e una cicatrice a saetta sulla fronte: Harry Potter, tornato per la gioia di milioni di lettori e appassionati. J.K. Rowling ha annunciato quest’estate dal suo profilo Twitter il ritorno della saga fantasy più amata al mondo, poco dopo aver pubblicato un racconto, sotto forma di articolo firmato da Rita Skeeter, su Pottermore. La nuova avventura del mago più famoso di tutti i tempi vedrà il suo debutto il 7 giugno 2016 al Palace Theatre di Londra. Sì, avete capito bene: debutterà a teatro. La nuova storia, infatti, non nasce come un romanzo, come i precedenti libri di Harry Potter, bensì come una pièce teatrale che vedrà il suo debutto, appunto, a Londra. La pièce non è stata scritta interamente dalla Rowling, ma è stata il risultato di un lavoro di collaborazione con lo sceneggiatore Jack Thorne e il regista teatrale John Tiffany. Ma le sorprese non sono finite: la nuova avventura magica non avrà infatti come protagonista Harry Potter, ma il suo figlio minore, Albus Severus, che già compare nelle pagine finali de I Doni della Morte. La celeberrima scrittrice ha voluto però occultare la trama della sua nuova opera: “Non voglio dire nient’altro perché non voglio rovinare quella che sono certa sarà una sorpresa per i fan”. La Rowling ha inoltre aggiunto: “Per rispondere ad un’inevitabile (e ragionevole!) domanda -perché “Cursed Child”

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non è un libro?- Sono certa che quando il pubblico vedrà lo spettacolo capirà che il teatro è il mezzo più adatto per raccontare questa storia”. Dal momento dell’annuncio della Rowling, nell’animo degli appassionati convivono due sentimenti opposti: da una parte questi sono contenti che la scrittrice riprenda in mano la storia che li ha fatti sognare così tanto e sono curiosi di sapere come andrà avanti, dall’altra invece hanno paura che venga rovinata. Non sarebbe stato più saggio scrivere un prequel? In questo modo le vicende di Harry, Ron e Hermione sarebbero rimaste le stesse e, magari, avremmo potuto sapere un pochino di più riguardo al misterioso Regulus Black o al complesso personaggio di Severus Piton. Per sapere di più riguardo a quello che pensano i Potterhead abbiamo intervistato dodici persone e abbiamo chiesto loro come si ponevano di fronte a “Cursed child” e se avrebbero preferito un prequel oppure un sequel. La maggioranza si è rivelata ottimista al riguardo e crede che la storia possa diventare ancora più affascinante, ma avrebbe comunque preferito un prequel. Azzardata, e molto discussa, è anche la scelta degli attori che dovranno interpretare Harry, Ron e Hermione. Nei panni di Harry vedremo calato Jamie Parker, attore nonché cantante, di 36 anni, mentre Ron verrà interpretato da Paul Thornley. L’attrice più discussa della pièce è però Noma Dumezweni, 46 anni, vincitrice di un Olivier GENNAIO 2016

Award e con una considerevole esperienza nel mondo del teatro. Nessuno mette in discussione la validità dell’attrice inglese nel campo teatrale e della televisione, ma quello che fa discutere gli appassionati è il fatto che lei è quanto di più diverso possa esserci dall’idea di Hermione Granger che tutti noi, anche coloro che non hanno letto i libri, abbiamo in mente. L’attrice anglosassone ha infatti cortissimi capelli neri e ricci, occhi dello stesso colore, carnagione scura e viso stretto e allungato. Emma Watson, invece, l’attrice famosa per aver interpretato Hermione Granger in tutti gli otto film, ha lunghi capelli castani e mossi, occhi castani, carnagione e viso grazioso. Insomma, nessuno dei tre assomiglia all’idea di Harry, Ron e Hermione a cui ognuno di noi è abituato. In ogni caso, tra dubbi e speranze, la pièce andrà in scena il prossimo 7 luglio e, si sa, la Rowling è sempre la Rowling. Speriamo che, al di là degli attori che la metteranno in scena, ci stupisca ancora una volta e ci renda nuovamente entusiasti del suo lavoro.

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NARRATIVA

di EDOARDO FRACCHIOLLA

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bitavo con mia moglie in quel condominio da dicembre: ambiente tranquillo, vicini simpatici, appartamento spazioso e luminoso. Era il primo giorno di primavera, un sabato, e l’indomani avrei avuto una giornata libera. Tutto pareva tranquillo. Verso le tre e mezza di notte, però, la mia sveglia per qualche strana ragione (per puro dispetto, oserei dire) decise di suonare. Scaraventato il terribile ordigno contro la parete, mi alzai: un bicchiere d’acqua fresca era proprio quello che ci voleva. Fu allora che lo udii per la prima volta. Inizialmente non ci feci caso, ma una volta tornato a letto si fece più fastidioso e irritante: un tatatatarataratara tanto insistente che mi inquietava e agitava allo stesso tempo, impedendomi di riprendere sonno. Arrivarono le quattro e finalmente il rumore cessò: con sollievo mi riaddormentai. Fui nuovamente destato verso le cinque del mattino, mentre l’alba cominciava a rischiarare il cielo. Il rumore non mi fece più chiudere occhio. Mi girai e rigirai nel letto, provandole tutte: cuscino sulla testa (fa soffocare!), mani sulle orecchie (formicolano!), cotton fioc (non diciamo sciocchezze: se mi giro, mi perforo il timpano e allora il problema si risolve troppo definitivamente), dove diavolo avevo messo quei tappi che comprati per la piscina e mai usati? Non si trovava mai niente in quella casa! ZABAIONE

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L’IRRIGATORE

Dopo mezz’ora, ormai rassegnato ed esausto, mi alzai per farmi un caffè, anche se nemmeno una caffettiera intera sarebbe stata sufficiente. Quando mia moglie arrivò in cucina, fastidiosamente gaia e sorridente, alla sua solita domanda: “Dormito bene, amore?”, un grugnito fu tutto ciò che mi uscì dalla gola. Il pomeriggio sarebbe però stato decisivo per eliminare il problema: avevo un piano. E non sarebbero state certo le occhiaie blu che mi cerchiavano gli occhi gonfi a farmi desistere. Andai in giardino per individuare le varie postazioni degli irrigatori... come sospettavo! Uno, il colpevole, era piazzato proprio sotto la finestra di camera mia! Tornai in casa: come disinnescarlo senza distruggere l’intero impianto e quindi incrementare notevolmente le già considerevoli spese condominiali?, mi chiedevo. Ci pensai tutto il giorno, ma non trovai alcun rimedio. Del resto non ero (e non sarei mai potuto diventare) un ingegnere... tanto meno un tecnico! Mi rimisi alla sorte: forse quella notte non sarebbe stata disturbata dall’infido baccano. Ma non fu così: seguirono tre notti infernali che si ripercossero sul mio stato di salute fisica e mentale, oltre che sul mio umore. Inspiegabilmente, però, la notte successiva dormii. Che quel chiasso si fosse preso una vacanza? Oppure, meglio ancora, era il mio fisico stremato che, inconsapevolmente, sopportava ormai

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ogni fastidiosa insidia notturna? Purtroppo non era così. Dopo tre giorni, infatti, un vicino botanico (e chi li vuole i botanici in certe occasioni?), suonò il campanello di casa per informarmi che si era guastato il timer che faceva azionare gli irrigatori disseminati ovunque nel giardino. E io (proprio io!), che ero stato eletto poche settimane prima consigliere condominiale, avevo il compito di ripristinare il suo funzionamento, pena la sofferenza delle belle piante che rinfrescavano il giardino. Il nostro giardino, mi spiegò l’amabile vicino, era ricco di svariate, ben assortite, nonché rare specie di piante, che avevano un delicato equilibrio. Era pertanto fondamentale intervenire tempestivamente. La mancanza d’acqua, per alcune di loro, avrebbe determinato addirittura un ingiallimento del fogliame e una precoce caducità. Mentre parlava, mi domandai se fosse davvero sempre necessario un botanico (pedante, per di più) in un condominio con giardino e rimpiansi di non aver accettato il consiglio di mia madre di acquistare una casa in centro, magari con un terrazzo tutto mio... Tuttavia, memore dell’amore per le piante che mia nonna aveva vanamente tentato di trasmettermi e fedele al suo desiderio di mostrarmi la bellezza degli habitat incontaminati, feci del mio meglio per chiamare il tecnico al più presto. Sarebbe venuto il giorno successivo e la mia pace si sarebbe così conclusa. Quella 21


NARRATIVA

sera, mentre ero seduto in poltrona tutto mesto, mia moglie, accarezzandomi la testa, mi chiese che cosa non andasse. Le confidai che non ero affatto felice di passare altre notti in bianco per via dell’aggeggio spargi-acqua. Lei, molto praticamente (come sanno essere pratiche le donne in certe occasioni!) mi consigliò dei tappi per le orecchie, una considerevole dose di camomilla e una pastiglietta di valeriana. Decisi di darle retta: mia moglie, infatti, una donna estremamente assennata, sapeva sempre dare ottimi consigli. Il giorno dopo il tecnico si mise ad armeggiare intorno al sensore sotto agli occhi preoccupati del botanico. Il guasto era causato da una banale lesione del cavetto che forniva energia al timer. La notizia non fu accolta con sorpresa dal botanico, che già paventava una manomissione dell’impianto. Lo avrebbe lui stesso sorvegliato poiché lo riteneva essenziale per la buona salute delle nostre amate piante. Giunse l’ora del riposo: mi infilai i tappi per le orecchie e, come suggerito dalla mia consorte, ingollai una pillola di valeriana (odio prendere pastiglie). Arrivate però le cinque fui svegliato dal solito chiasso infernale e non richiusi occhio. I giorni che seguirono risultarono drammatici come previsto. Era tutto inutile: avrei potuto impasticcarmi di sonnifero fino a scoppiare e bere tanta camomilla da far crollare dal sonno un bisonte, ma non avrei ottenuto alcun risultato. Lo zombie in cui mi ero trasformato (occhi iniettati di sangue, occhiaie scure da far pau22

ra, ghigno e grugniti che avevano preso il sopravvento sul sorriso e sull’amabile eloqunza che mi avevano sempre contraddistinto) cominciava a fare paura persino al sottoscritto. Non potevo finire così! La notte successiva riuscii a dormire tranquillo. Come per magia il fracasso che ogni notte mi buttava giù dal letto cessò e io potei riposare senza espediente alcuno. Il mattino seguente, mentre stavo facendo colazione con mia moglie, sentii che qualcuno scampanellava ossessivamente alla nostra porta. Andai ad aprire e vi trovai il botanico, tutto agitato. “Signor consigliere, non ha idea della vigliaccata che è accaduta stanotte” mi disse tutto d’un fiato. “La prego, entri, si sieda e mi racconti tutto” risposi. “Il nostro timer, l’impianto appena riparato... Stanotte, verso le quattro e mezza, mentre gli irrigatori stavano per cominciare il loro nobile compito, un uomo misterioso, tutto vestito di nero e con il volto coperto da un passamontagna, si è avvicinato al palo armato di pinze. Ho pensato che fosse un ladro di appartamenti e infatti ero pronto a chiamare la polizia... Ma, santi numi, signor consigliere, non può neanche immaginare la mascalzonata che ha compiuto quel farabutto!” quasi mi sbraitò addosso, furibondo. “Ma insomma, si calmi e mi dica: cos’è successo?” “Si è arrampicato sul palo e... ebbene sì, ha staccato il filo della corrente, causando lo spegnimento di tutti gli irrigatori! Capisce cosa significa tutto questo, signor GENNAIO 2016

consigliere?” “Ma certo, caro vicino!” gli risposi, “Questo significa che d’ora in poi lei potrà fare a meno di stare sveglio tutta la notte e che tutti noi potremo finalmente dormire sonni tranquilli!”. Detto questo, approfittando dello sgomento che la mia risposta gli aveva creato, lo accompagnai alla porta con un sorriso. Richiusi e, tutto baldanzoso, andai in camera mia a vestirmi per andare in redazione. Vestito di tutto punto, con una sgargiante cravatta cremisi, uscii dalla camera e, sorridendo, imboccai il corridoio che portava al soggiorno. Alzai lo sguardo e mi si parò davanti mia moglie, i capelli di un castano chiaro tendente al biondo che terminavano con dei seducenti boccoli che le ricadevano sulle graziose spalle. Mi guardava con le mani sui fianchi e le labbra volte a formare un sorriso beffardo e affascinante allo stesso tempo. “Tu non hai niente a che vedere con il ‘delitto’ di stanotte, vero?” domandò maliziosamente. “Ma certo che no, tesoro!” feci io “Essendo io rivestito della prestigiosa carica di consigliere condominiale, è mio compito mantenere in buona salute sia il condominio che coloro che lo abitano.” le risposi sorridendo sornione. “Certo, caro.” mi rispose con un sorriso complice mia moglie. “Devo andare, tesoro. Il giornale mi aspetta! Ciao amore!” “Ciao, uomo misterioso!” mi salutò mia moglie. Le sorrisi e la baciai per poi dirigermi, finalmente sereno, alla fermata dell’autobus. Anno X

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CACCIA AL PROFESSORE

di ALICE ALESSANDRI E ISOTTA MANFRIN

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iao pariniani, dopo la vittoria di Bartolomeo Aletti (IIB), che ha riconosciuto il professor Marchesini, la professoressa Ferrero e la professoressa Palieri, Caccia al professore torna con tre nuovi personaggi! La logica è la stessa: vi forniamo delle informazioni su alcuni professori da noi intervistati e a partire da questi indizi dovete cercare di risalire alle identità misteriose. Nel caso abbiate un’illuminazione e pensiate di aver riconosciuto i tre insegnanti, non dovete fare altro che scriverci all’indirizzo: parini.zabaione@gmail.com Chi indovinerà per primo tutte le tre identità riceverà UN BUONO DI €5 AL BAR DELLA SCUOLA. Buona fortuna! ATTENZIONE: I professori di questo numero insegnano nel corso C; useremo sempre il maschile, ma ciò non esclude che ci possano essere anche delle donne tra gli intervistati.

acquistare un oggetto molto prezioso (che non sveleremo per non rendere il gioco troppo facile), di cui è così appassionato da parlarne anche nelle sue lezioni. Inoltre, ama viaggiare e ascoltare in particolare musica popolare. Anch’egli studente di liceo classico nel corso degli anni è riuscito quasi sempre a instaurare rapporti sinceri su una base culturale con gli studenti. Questo è infatti il suo principale obiettivo nel lavoro, sebbene qualche volta abbia incontrato delle classi non interessate alla sua materia. Una parola che lo rappresenti? “Ollen”. SECONDA IDENTITA’ Come la prima identità, egli ha come passa-

PRIMA IDENTITA’ Trascorre la serata o cucinando, ha infatti affermato di essere un ottimo cuoco, o andando al cinema o leggendo. É un gran lettore e troppi sono i libri letti per trovarne uno preferito. Lo trova, invece, nei film, indicandoci “La sottile linea rossa” e, più in generale, quelli di guerra. Il suo sogno nel cassetto è quello di ZABAIONE

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tempo la cucina. Raggiunge la scuola con autobus e metropolitana, arrivando da fuori Milano. Il suo libro preferito, da cui di recente è stato tratto un film già realizzato in passato, è ambientato negli anni ‘20. Il suo sogno nel cassetto è quello di aprire una cartoleria. Dopo aver studiato al Beccaria, trascorre il tempo con i giovani, aspetto che considera la parte migliore del proprio lavoro; al contrario, odia dover correggere i compiti. “Μάθος διά παθός” TERZA IDENTITA’ Ormai arriva a scuola con la bici, dopo che il primo giorno di scuola, venendo in macchina, ha dovuto fare cinque chilometri a piedi per problemi di parcheggio, prendendosi anche una multa. È sportivo, infatti praticava pallacanestro fino a poco tempo fa, mentre ora, nel tempo libero, si dedica alla critica cinematografica. Tuttavia, non ha né un film, né un libro preferito, non credendo in questa definizione. La sera ama condividere un pasto con gli amici e dopo “birra”. Sebbene abbia studiato allo scientifico, con un improvviso voltafaccia, si è laureato in Filosofia. Stare a contatto con gli studenti lo mantiene giovane, considerando questo l’aspetto più positivo del suo lavoro e vedendo nello stipendio quello più negativo. Una frase? “Copritevi testa e piedi, per il resto comportatevi pure da animali”. 23


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FUORI DAL GUSCIO CRESPI D’ADDA

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di sOFIA CIATTI 1875 e poi ultimata nel giro di tre anni. Successivamente la cittadella fu ereditata dal figlio Silvio Benigno Crespi. All’interno di questo piccolo mondo, il padrone e proprietario dirigeva e assegnava le mansioni da un vero e proprio castello, cioè la sua dimora. Al contrario di quanto si possa pensare, egli non era affatto un despota, anzi, simboleggiava l’autorità ma soprattutto la benevolenza verso gli operai e le loro famiglie ed era visto da tutti come un leader da stimare: provvedeva e soddisfaceva ogni bisogno dei propri dipendenti. Nel villaggio avevano il diritto di abitare soltanto coloro che erano impiegati all’interno dell’opificio e relativi nuclei familiari. La vita quotidiana di tutti i singoli ruotava attorno alla fabbrica stessa, alle sue esigenze e a quelle del padrone.

Secondo alcune fonti il villaggio venne edificato, come già citato, durante l’ultimo quarto del diciannovesimo secolo, quando Cristoforo Crespi acquistò ottantacinque ettari dai comuni di Capriate e Canonica D’Adda. Il grandioso progetto era volto soprattutto ad emulare le cittadelle già esistenti nell’Inghilterra della Rivoluzione Industriale. La costruzione fu commissionata all’architetto Ernesto Pirovano e alla sua équipe di ingegneri. Il Villaggio di Crespi d’Adda era a tutti gli effetti un microcosmo completo e autosufficiente. Le maestranze della fabbrica potevano trovare qui tutto ciò che serviva loro e alle loro famiglie, in un’epoca in cui lo stato non era in grado di fornire le tutele e i servizi indispensabili, nel contesto di una società che l’industrializzazione poneva

Struttura del villaggio di Crespi

alve a tutti pariniani, oggi parliamo di…Crespi D’Adda! Questo è una frazione del comune di Capriate San Gervasio, situato nella provincia di Bergamo. Il paesino sorge vicino alla confluenza del fiume Brembo nell’Adda. Esso non è altro che un villaggio operaio di misure molto ridotte, impiegato nel settore tessile. Crespi è il cognome della famiglia di industriali cotonieri lombardi che verso la fine degli anni settanta dell’Ottocento diede origine ad una sorta di “Villaggio ideale del lavoro”, dirimpetto ad un opificio tessile già di loro proprietà, sito lungo la riva bergamasca del fiume Adda. È giusto attribuire l’idea a Cristoforo Benigno Crespi e così anche la fondazione stessa del villaggio, avvenuta a partire dal

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Veduta aerea del villaggio

in profonda trasformazione. Questa piccola comunità era dotata dei servizi di prima necessità, come ad esempio: la chiesa, peculiare copia di quella di Busto Arsizio, di tipo bramantesco (la famiglia Crespi era di fatto originaria di Busto Arsizio), nei tratti tipici dell’architettura rinascimentale; una scuola, volta ad educare i futuri dipendenti, dove si insegnavano loro le basilari nozioni, la lettura, la scrittura e i conti; e poi ancora l’ospedale, il teatro, i bagni pubblici, il lavatoio (in modo che le donne non dovessero per forza ricorrere all’ausilio del fiume e quindi essere costrette a trasportare enormi e pesanti ceste piene zeppe di indumenti ed altro fino alla sponda del fiume), il cimitero, posto al termine della via principale, consta di una piramide a gradoni. Il monumento funebre si erge sulle tombe riposte ordinatamente nel prato, simboleggiando con le “mura” che si aprono ai suoi lati un enorme abbraccio. Il cimitero venne realizzato da Gaetano Moretti, lo stesso Moretti che si occupò anche della costruzione della centrale idroelettrica “Taccani” di Trezzo sull’Adda. Troviamo anche il “dopolavoro”, una struttura dedicata completamente ad attività ludiche, culturali e sportive, una specie di zona in cui ci si poteva svagare dopo le fatiche del lavoro; per ultime, ma non per importanza, le abitazioni, le quali potevano essere di due tipologie: le case operaie, complete di orti e giardini e volte ad ospitare proprio i lavoratori oppure le ville, abitazioni un gradino sopra la “classica casetta operaia”, assegnate principalmente a direttori o capireparto. In più, il villaggio comprendeva all’interno del suo complesso un castello, la villa padronale della famiglia Crespi. In stile medioevale, rievoca una sorta di feudalismo, dove

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il padrone governa e amministra ciò che gli compete. Una curiosità riguardo questa piccola comunità è sicuramente il fatto che fosse il primo paese d’Italia con il sistema moderno di illuminazione Edison. Il 5 dicembre 1995, il Villaggio di Crespi d’Adda fu annoverato tra i patrimoni dell’umanità proclamati dall’Unesco in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”. Esso, infatti, costituisce uno degli esemplari meglio preservati di villaggio operaio e industriale che esistano al mondo. Diversamente ad alcuni siti analoghi, la cittadina è stata funzionante fino al 2003 e tuttora quelle stesse abitazioni ospitano altri nuclei familiari. Tra i luoghi principali da menzionare non può mancare l’ingresso centrale del cotonificio, una sorta di biglietto da visita per il sito, poiché costituisce l’immagine più conosciuta dai visitatori. La suddetta costruzione appare quasi come una cattedrale dedicata al lavoro e all’industria: si compone di una ciminiera, un nucleo di palazzine dirigenziali e un cancello in ferro battuto. Questi elementi formano una maestosa ed affasci-

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nante composizione architettonica, emblema dell’architettura industriale a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Nel 1889 il villaggio, compreso fino a quel momento nel comune di Canonica d’Adda, nel circondario di Treviglio, passò sotto la giurisdizione del comune di Capriate nel circondario di Bergamo. L’11 ottobre 2013 il complesso fu acquistato da un imprenditore locale con l’intenzione di utilizzarlo come “quartier generale” della sua azienda. Che dire, sicuramente questo micro-villaggio è uno degli innumerevoli vanti del nostro splendido Paese, ahimè, molto spesso sottovalutato o addirittura non considerato. Ma tu Pariniano che stai leggendo questo articolo, sì, proprio tu, fidati di me: se abiti in questa zona, non puoi non averne sentito parlare o soltanto nominare, non puoi non aver visto le tue ex insegnanti delle scuole medie tutte gasate all’idea di fare un’uscita didattica che loro definivano “fuori porta” a questo fantomatico villaggio industriale. Invece se risiedi anche tu nella mia zona l’hai sicuramente provato sulla tua pelle! 25


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ZABAOROSCOPO

di CHIARA MALAPONTI

ingegno oppure risolvere la nostra Caccia al Professore e vincere un Quest’anno si prospetta ottimo buono del valore di cinque euro! per voi: avrete successo non solo nell’ ambito scolastico, ma anche in quello affettivo. Soprattutto in Siete persone che non amano il quest’ultimo, siate bene diligenti dialogo, preferiscono venire ai fato ci saranno terribili conseguenze. ti. La vostra impulsività però poState attenti, per esempio, a non trebbe essere un problema nel moscambiare l’ennesimo anniversario mento in cui vi capiti di discutere di fidanzamento con il complean- con il vostro professore, perché – no di vostro zio o qualcuno si po- uomo avvisato mezzo salvato – le trebbe arrabbiare molto (e non sto sedie in testa fanno davvero male, parlando dello zio). soprattutto se questa appartiene ad un individuo non più nel fiore degli anni. Siete degli esseri soprannaturali. Non è possibile non mettere su neanche mezzo chiletto dopo le Siete troppo precisini e organizvacanze natalizie: e dire che vi sie- zati. Non che questo sia un male te pure abbuffati di pandoro e ma- quando si tratta di studio, ma cerscarpone il giorno di Natale - sì, cate sciogliere le briglie della vostra ormai la notizia è di dominio pub- creatività e soprattutto, per piacere, blico, proprio come quelle bellissi- siate clementi e fate copiare qualme foto che vi hanno fatto i vostri che esercizio ogni tanto o prima o parenti mentre eravate collassati poi una folla inferocita di compasul divano. gni affamati vi assalirà.

ARIETE

LEONE

TORO

VERGINE

GEMELLI

La ripresa dopo le ferie sarà dura, lenta e graduale. Ciò che vi disturba di più è sicuramente l’orario della sveglia, ma dovrete farvene una ragione. Preparatevi i vestiti la sera prima o potreste incappare in situazioni imbarazzanti, come presentarvi la mattina della versione indossando il vostro pigiamino con gli orsetti.

CANCRO

Con i saldi avete fatto grandi spese e ora vi ritrovate sul lastrico. Vestiti firmati da capo a piedi, non avete neanche i soldi per comprarvi un panino alla cotoletta. Potreste tentare di elemosinare qualcosa per i corridoi, nobilitare la vostra indigenza fingendovi filosofi d’alto 26

BILANCIA

un pupazzo di Han Solo a grandezza naturale. E no, non basta passare le giornate a contemplarlo.

SAGITTARIO

Cucinare diventerà, se non lo è già, la vostra passione. Più di un hobby, vi dedicherete tutte le vostre energie. Studierete molto di meno, ma paradossalmente il vostro rendimento ne sarà avvantaggiato. Potrete corrompere, infatti, i vostri professori più golosi con leccornie varie.

CAPRICORNO

Non siete mai in ritardo e questo sicuramente è un gigantesco punto a vostro favore. Chi non ama le persone puntuali? Un giorno, però, vi farete prendere un po’ la mano e arriverete a scuola tanto presto da essere in ritardo… per la lezione del giorno prima.

ACQUARIO

Durante un viaggio nel Nuovo Continente, scoprirete un nuovo tipo di dolcetti alla frutta che vi piaceranno da morire, tali “Skittles”. Purtroppo in Italia non sono reperibili e questo vi provocherà delle forti crisi di astinenza. Vi segnalo, nel caso, che una nostra redattrice è ghiotta di queste schifezze, e potreste sempre sottrargliene qualcuno da sotto il letto (3408858073).

La colazione è il pasto più importante della giornata secondo molti, ma saltarla la mattina prima del compito in classe di greco probabilmente gioverà alla classe intera. Infatti, le vostre energie saranno talmente poche che, sopraffatti dalla difficoltà della lingua, sverrete in aula, facendo annullare così la terribile verifica e salvando tutti da un probabile votaccio. Su, bisogna Siete totalmente assenti dalla realtà pensare alla collettività. e questo vostro tratto andrà palesandosi sempre di più nel tempo. C’è a chi risulterà buffo, a chi irriVi siete fatti prendere dalla febbre tante, a chi affascinante. L’impordi Star Wars e ormai possedete una tante è che vi ricordiate almeno di vasta gamma di gadget, dei quali la esistere, perché in caso contrario maggior parte è totalmente inutile. potremmo avere un grosso probleSta a voi e alla vostra fantasia rein- ma. ventarvi l’utilità, per esempio, di

PESCI

SCORPIONE

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ZABAENIGMISTICA

di ALICE ALESSANDRI e GIULIO PISTOLESI

ORIZZONTALI 1. Nome da pontefice di Joseph Aloisius Ratzinger 9. Il Joseph di “Cuore di tenebra” 10. Chişinău ne è la capitale 12. La rete televisiva, nonché casa di produzione, de “Il trono di spade” 14. In mezzo al lobo 15. Quello bagnato è ovvio 17. Sponsor del Manchester United 18. Il grigio dei Francesi 20. Pari di Pellico 21. La carta raffigurante un giullare 23. Non ancora matura 25. Il leader dei Trenta Tiranni di Atene 27. L’Istituto nazionale di statistica 28. Vi mena il cane chi non arriva al dunque 29. Comodità 31. Unto senza olio 32. Rosalino Cellamare, in arte 33. Iniziali dell’Ezio di “Drive In” 34. Pari in Erdogan 35. Una donna di Esfahan 40. L’attraversa il moribondo 41. Re di Sicilia dal 1071 al 1101

CRUCIVERBA

ACETO M__R_ N_T___ F__Z_

CATENA DI PAROLE

C___C_A U___ C___C____O FABBRICA FABBRICA CIOCCOLATO UOVO CAMICIA FORZA NATURA MADRE ACETO

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VERTICALI 1. La Helena ex compagna di Tim Burton 2. L’Umberto de “Il pendolo di Foucault” 3. Il cuore di Adolf 4. Il pianeta sulla cui Luna Boscosa si combatté la battaglia finale di Star Wars VI 5. Comune in provincia di Palermo 6. La più discussa delle ferrovie 7. Tanto Parini quanto Foscolo ne composero diverse 8. Cantante italiano divenuto famoso negli anni ‘80 con il brano “Polisex” 10. Gli elettori di Lista Civica 11. Squarcio 13. Località termale della Val Camonica 16. Il Carrisi paradigma del nazionalpopolare 18. Personificazione mitologica della Terra 19. Pussa via 22. Le ultime delle Bratz 24. Iniziali della Stone di Hollywood 26. Re mitologico di Argo 30. Il Gaio Giulio noto grammatico romano e amico di Ovidio 36. … Doll, razza felina 37. L’età degli Inglesi 38. Pari nel Calippo 39. I Nuclei Armati Rivoluzionari del terrorismo nero

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WE WANT YOU! CONTATTATECI! e-mail: parini.zabaione@gmail.com facebook: www.facebook.com/zabaione.parini youtube: www.youtube.com/user/ZabaioneParini forum: http://zabaione.forumcommunity.net/

LA REDAZIONE DIRETTORE: STEFANO TRENTANI VICEDIRETTRICE: ALTHEA BARRESE CAPOREDATTORI: CHIARA MALAPONTI (ATTUALITÀ), GUGLIELMO PENSABENE (SPORT), ALICE ALESSANDRI (CINEMA), GIULIO PISTOLESI (MUSICA), SARA MERENGO (LIBRI), ZOE TRAGNI (NARRATIVA), ISOTTA MANFRIN (SVAGO) REDATTORI: ALICE ALESSANDRI (IB), ALTHEA BARRESE (IB), GIORGIO COLOMBO (IB), MATTIA COLOMBO (IB), SOFIA CIATTI (IVE), EDOARDO FRACCHIOLLA (IB), CHIARA MALAPONTI (IB), ISOTTA MANFRIN (IB), SARA MERENGO (VC), nICOLO’ MOROCUTTI (ID), ILARIA MUGGIANI (IVE), SARA MUSURUANA (IVE), GUGLIELMO PENSABENE (IC), GIULIO PISTOLESI (IB), PAOLO SCIUNNACH (ib), CLARA TACCONI (IB), STEFANO TRENTANI (IIIA), TOMMASO VENCO (IVF) IMPAGINATRICE: ALTHEA BARRESE Copertina: PAOLO SCIUNNACH


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