ZABAIONE NUMERO 9 ANNO X
GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006
GIUGNO MMXVI
EDITORIALE Ebbene sì, anche quest’anno sta per finire e tutti voi, probabilmente, preferireste farvi un bel bagno al mare piuttosto che leggere questo editoriale improvvisato. Improvvisato? Proprio così. Infatti le poche persone che forse hanno letto l’autore di questo editoriale avranno notato che non si tratta più del solito caro e amato Stefano Trentani, ma di una tale Althea Barrese (e chi sarà mai?). Magari qualcuno ha letto il mio nome nella quarta di copertina, sono l’impaginatrice e la vicedirettrice. E proprio in quanto ricopro l’ultimo ruolo citato sono qui a scrivere questo fantastico (ehm, ehm...) editoriale. Sì, perchè Stefano nell’ultimo numero vi ha detto addio, pensando che una settimana dopo sarebbe stato eletto un nuovo direttore, ma così, ahimè, non è stato. Dunque io sono qui per spiegarvi perchè questo editoriale non lo stia scrivendo una persona più capace di me, insomma, un direttore. Circa un mese fa ci è stato proposto di far votare il nuovo direttore di Zabaione a tutti gli studenti, a settembre. Ovviamente la cosa ha suscitato all’interno della redazione opinioni diverse e svariate, c’era chi riteneva che il direttore andasse votato da noi redattori, in quanto conosciamo meglio i candidati, e chi, al contrario, riteneva che fosse un’ottima occasione per coinvolgere maggiormente la scuola in questo progetto. Bene, tra problemi di deleghe e non deleghe, durante una riunione di maggio abbiamo trovato una via di mez2
di ALTHEA BARRESE
zo, che più o meno ha accontenta- elettorale, che interessa solo gli stuto tutti: avremmo fatto un’elezione denti che vanno dalla quarta ginall’interno della redazione, ma che nasio alla seconda liceo, mi sembra sarebbe stata più come delle pri- giusto dedicare le ultime due righe marie, infatti avremmo votato due anche agli studenti di terza, augucandidati da mandare davanti a rando loro una buona maturità e tutti voi a settembre. Ma con una un buon proseguimento (anche a piccola eccezione: se un aspirante te, Trentani, anche se abbiamo cerdirettore avesse ottenuto il 75% dei cato in tutti i modi di farti bocciavoti – così è stato deciso – sarebbe re)! diventato tale subito. E per tutti, invece, buone vaE questo abbiamo fatto il 18 canze e a presto da parte mia e di maggio, durante una delle no- tutta la redazione di Zaba! stre settimanali riunioni. Per prima cosa, in realtà, si è discusso se mantenere o meno la redazione verticale. Nessun cambiamento, la manteniamo. E siamo quindi passati ai candidati direttori, che in cinque minuti ciascuno hanno PERPETUARE LA STORIA PAG. 3 presentato ognuno il proprio proPROCESSO A MEDEA pag. 5 gramma, presentazione seguita da IL PARINI IN VELA un breve dibattito per chiarire gli PAG. 6 A MONTECRISTO ultimi dubbi. AL SIGNOR M, Voi vi starete giustamente pag. 7 chiedendo chi fossero i candidati. CON INDIPENDENZA Ve lo dico subito: erano Anna Lun- LA GRAFIA DEL SESSISMO PAG. 8 ghi (IB), Chiara Malaponti (IB) e 5 CONSIGLI pag. 9 Guglielmo Pensabene (IC); e proAD UN NEOMILANESE prio gli ultimi due sono quelli che UN’INTERVISTA AL CAPITANO PAG. 10 vi presenteranno i loro programmi OLIMPIADI 2016 a settembre, forse in Aula Magna, pag. 11 RIO DE JANEIRO forse in un numero apposito, o forse, spero, in entrambe i modi. UN PIANOFORTE PAG. 12 Infatti, come avrete ben capito IN CORTILE fin dall’inizio, nessuno ha ottenuto UNA GIORNATA pag. 13 i 16 voti necessari per essere incoNEGLI ANNI 2000 ronato immediatamente. MISTERO AL PARINI PAG. 14 Ma sì dai, forse a qualcuno tempus fugit pag. 15 può interessare il numero di voti ottenuti da ciascun candidato: caccia al professore PAG. 16 Chiara ne ha conquistati 10, GuZABAoroscopo pag. 17 glielmo 7 e Anna 4. ZABAenigmistica PAG. 18 Terminata questa lunga parte
SOMMARIO
GIUGNO 2016
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
ATTUALITÀ
PERPETUARE LA STORIA IL PARINI CELEBRA LA ZANZARA
di GIULIO PISTOLESI
“
La storia non è un orologio, è piuttosto un fiume: può capitare che scorra per anni sottoterra, ma anche che torni d’improvviso in superficie e si getti in una cascata”. Sono queste le parole con cui il professor Paolo Aziani ha aperto il proprio intervento all’incontro di lunedì 23 maggio al Piccolo Teatro Strehler, di fronte alla scuola riunita. Perché, se la storia è davvero un fiume, allora è certo che tra le tante cascate che di questo fiume hanno turbato il corso dobbiamo annoverare quel periodo, o movimento, o fenomeno socioculturale che dir si voglia noto come Sessantotto. E, se è indubbio che il Sessantotto sia stato la cascata vera e propria, lo strapiombo, non bisogna dimenticare che, come i vermi di Francesco Redi, esso non nacque per generazione spontanea: fu la risposta
ZABAIONE
Numero 9
a istanze di cambiamento sempre più opprimenti in una società che cominciava ad andar stretta a chi avrebbe dovuto raccoglierne i frutti, e cioè i giovani. È proprio uno dei sintomi di questo bisogno di cambiamento a essere al centro del convegno allo Strehler, un episodio nel quale è difficile non vedere in fieri gli elementi che, due anni dopo, avrebbero contraddistinto il Sessantotto: lo scandalo della Zanzara. Quale migliore anticipazione delle ragioni alla base dei moti che di lì a poco avrebbero squassato il mondo intero, infatti, di un processo per oscenità intentato agli autori, e non solo, di un’inchiesta sul ruolo della donna nella società? Siamo infatti nel 1966, quando tre redattori de “La Zanzara”, giornale studentesco del Parini, Marco Sassano, Marco De Poli e Claudia Bel-
Anno X GIUGNO 2016
tramo Ceppi, intervistarono nove compagne di scuola a proposito di argomenti allora alquanto scabrosi: le ragazze vennero chiamate a pronunciarsi su divorzio, sesso prematrimoniale, anticoncezionali, per tentare di capire quale fosse l’opinione delle “ragazze d’oggi” su temi al tempo censurati da una cappa di decenza morale, o presunta tale. La reazione fu immediata: gli autori dell’inchiesta, insieme con il preside del Parini e la stampatrice del giornale, furono trascinati in tribunale per rispondere dell’accusa di aver espresso “posizioni eversive” attraverso un “linguaggio atto a corrompere i fanciulli e gli adolescenti”. Per difenderli si mobilitarono alcuni tra i maggiori penalisti italiani e gli incriminati furono assolti, ma l’attenzione sollevata dal caso fu enorme: manifestazioni, interventi di uomini politici di 3
ATTUALITÀ spicco (tra gli altri, Nenni), interrogazioni parlamentari. Per queste ragioni il caso de “La Zanzara” rappresenta una pietra miliare della lotta per la libertà d’espressione in Italia, e per questo, a cinquant’anni precisi dagli avvenimenti sopra descritti, il nostro liceo ha organizzato un evento di commemorazione della vicenda, prendendo possesso del Piccolo Teatro e invitando i protagonisti dello scandalo a portare la loro testimonianza e a commentare con i Pariniani di oggi la vicenda che li vide coinvolti, le sue implicazioni e i suoi effetti sulla società. Introdotti dal preside e coadiuvati dal giornalista del Corriere della sera Paolo di Stefano, hanno quindi preso posto sulle sedie allineate sul palco del teatro i tre redattori, Sassano, De Poli e Beltramo Ceppi, e altri testimoni più o meno diretti dei fatti: gli ex pariniani Lodovico Jucker e Ada Gigli Marchetti, il membro del collegio difensivo al processo del ’66 Carlo Smuraglia, il rettore emerito del Politecnico Giulio Ballio e il filosofo Salvatore Veca, anch’essi con trascorsi pariniani. A chiudere il cerchio, alcuni relatori in forza alla scuola: Paolo Aziani, artefice di un’efficace introduzione al contesto storico dello scandalo, dalla quale è tratta la citazione in testa al pezzo, e Gianguido Piazza, che ha presentato i risultati di una ricerca effettuata nell’archivio storico a proposito della presenza femminile al Parini. L’incontro, durato all’incirca tre ore, ha spaziato dalla semplice rievocazione storica all’analisi critica dei fatti, riuscendo ottimamente a rendere il clima di ottusità imperante in certi ambienti della società dell’epoca (basti pensare che a destare maggior scandalo, tra i termini impiegati nell’inchiesta, 4
fu “anticoncezionale”), ma senza necessariamente mitizzare l’accaduto: è proprio Claudia Beltramo Ceppi a parlare della necessità di sottrarsi a una certa “aneddotica sulla Zanzara”, rifiutando ogni tipo di etichetta di eroina, in quanto, a suo dire, lei e i suoi compagni si trovarono nell’occhio del ciclone “quasi senza accorgersene”. Ma la Zanzara non è solo lo scandalo, e, per quanto quest’ultimo fosse l’argomento principale dell’evento, la presenza di tanti relatori diversi ha permesso di affrontare, nel corso dell’incontro, argomenti di vario tipo. Così Claudia Beltramo Ceppi ha parlato di femminismo, mentre l’avvocato Smuraglia ha offerto una lucida ricostruzione del processo; Marco Sassano si è abbandonato a una rievocazione del Parini di una volta, unendosi a Jucker e a Veca nel ricordare i professori che, per dirla con Veca, “li fecero sentire connessi al mondo”; De Poli ha ricordato agli studenti in sala che “non potrete mai capire l’atmosfera di quegli anni”, salvo poi aggiungere che le conquiste di allora non sono mai definitive: “difenderle, adesso, tocca a voi”. Sul
GIUGNO 2016
filone del Parini d’antan è da collocarsi anche l’intervento di Ballio, che, dopo una vita da ingegnere, ha tessuto un elogio degli studi classici, quegli stessi studi che, per Veca, “ti insegnano a confutarli”; e, in conclusione, a questi interventi si è riallacciato il preside, congedando pubblico e relatori con la promessa di non rinnegare niente della scuola dove stanno crescendo e sono cresciuti: “non un accento, non uno spirito”. Infine, poiché, come ha detto lo stesso preside in apertura, il tema dell’incontro era “la Zanzara e oltre”, un intervento è spettato di diritto a quelli che sono i virtuali prosecutori dell’opera della Zanzara, ovvero i redattori di Zabaione: il direttore, Stefano Trentani, ha quindi presentato alla scuola il nuovo assetto redazionale, per poi chiudere con la promessa, fatta direttamente ai protagonisti dello scandalo, di continuare, con i modi e con i tempi adeguati al contesto nel quale Zabaione si trova a operare, il lavoro iniziato da loro con quell’inchiesta nell’ormai lontano 1966.
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
ATTUALITÀ
di GUGLIELMO PENSABENE
I
l 10 Maggio va in scena nell’aula magna del Parini una simulazione di processo alla greca: l’imputata è Medea, la donna che aiuta Giasone a rubare il vello d’oro, che appartiene al padre di lei. I due, racconta il mito, si sposano, avendo anche due figli e vivendo felicemente, fino a quando Giasone lascia Medea per Glauce, la figlia del re di Corinto Creonte, in modo tale da divenire il legittimo successore al trono. Dopo la separazione dei due, Glauce e i due figli muoiono misteriosamente e Giasone porta Medea in tribunale, accusandola di infanticidio. Perciò, i ragazzi del corso di Diritto greco dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dalla loro docente, la professoressa Laura Pepe, inscenano un tesissimo processo davanti ad un’aula magna quasi piena. La mattina del giorno in cui si è tenuto il processo abbiamo assistito ad una lezione sulle procedure del diritto greco, tenuta dalla prof. Pepe, in cui ci ha spiegato, per esempio, che avremmo dovuto decidere solo
ZABAIONE
Numero 9
PROCESSO A MEDEA
per l’assoluzione totale o la piena colpevolezza dell’imputata, perché nel diritto greco non sussiste l’idea di condanna più lieve o assoluzione parziale: o avremmo deciso per la decapitazione di Medea o per la sua totale libertà. Giunti quindi in aula magna, noi giudici ci sediamo nelle prime file e a ciascuno vengono distribuiti due sassi: uno bianco e uno nero. Al termine del processo, infatti, dovremo mettere in un’urna il sasso del colore scelto: nero per la condanna e bianco per l’assoluzione. Comincia così finalmente il processo e per prima parla l’accusa, con Giasone, ovviamente, subito sul piede di guerra. Dalle parole dell’accusa emerge un profilo dell’imputata terrificante: Medea sembra essere senza alcun dubbio una folle criminale, addirittura una serial killer, visto che a sorpresa Giasone la accusa anche dell’omicidio del fratello. Medea viene dipinta anche come una strega, visto che ad Atene conduceva anche un’attività di guaritrice, mal vista da diversi abitanti della polis greca.
Anno X GIUGNO 2016
E così, dopo che Medea viene anche accusata dalla sua balia, che la descrive come pericolosa e fuori di testa fin da quando era piccola, la parola passa alla difesa, e più precisamente a Medea stessa. L’imputata quindi racconta la sua versione dei fatti, accusando i Corinzi della morte dei suoi figli e spiegando che lei mai avrebbe potuto commettere un gesto simile. Accusa poi Giasone di voler confondere le idee ai giudici, imputando a lei anche la morte del fratello, dato che effettivamente non si sta parlando di quel caso, ma solo del presunto figlicidio. Spiega di non essere una strega, ma di aver curato diversi Ateniesi con i suoi infusi. Attribuisce l’odio che questi provano per lei al solo fatto di essere una straniera e a questo punto accusa Giasone di avvalersi della versione di Euripide, un poeta che lei considera inattendibile, e chiama a testimoniare a suo favore addirittura Omero. Così, dopo gli scambi di accuse tra i due poeti, giunge finalmente il momento del voto. Non vola una mosca nell’aula magna, come del resto per tutta la durata del processo, poiché è assolutamente vietato confrontarsi, ma il sottoscritto capisce subito di star votando per la parte che perderà, essendo circondato da persone che inseriscono nell’urna un sassolino di colore sempre diverso dal mio. Lo scarto è infatti di più di 40 voti e Medea, con quasi un plebiscito, viene assolta. Ai ragazzi che hanno recitato, nessuno di loro attore professionista, vanno i miei complimenti, visto che sono riusciti a regalarci un’esperienza affascinante da replicarsi al più presto. 5
ATTUALITÀ
IL PARINI IN VELA A MONTECRISTO INTERVISTA A SOFIA CASSISA DI IIIC
L
e aspettative per questa gita erano molto alte, sono state soddisfatte? Sofia: Sì, completamente, è stata una gita fantastica. Però, confrontandoci, è emerso il parere comune che, nonostante i paesaggi dell’isola di Montecristo fossero davvero spettacolari, ci aspettavamo qualcosa di diverso. Ci avevano parlato di una vegetazione e di animali straordinari, ma non siamo riusciti a toccare con mano queste caratteristiche che rendono l’isola inaccessibile. Nonostante ciò, è stata una gita fantastica anche dal punto di vista didattico, perché abbiamo acquisito delle conoscenze particolari e mirate. Quante barche c’erano? Quanti eravate su ogni barca? Ne avevamo tre, Mythos, Griseide e Morgana ed eravamo otto studenti per ogni barca, più un professore e uno skipper. Su due
6
di GUGLIELMO PENSABENE
barche c’erano anche due aiuto- Aneddoti particolari? skipper. Ce ne sarebbero tantissimi, ma molti non si possono raccontare, C’è stato un momento in cui ave- essendo questo un giornalino che te temuto di non riuscire a rag- leggono tutti, e altri andrebbegiungere l’isola? ro a toccare singole persone non In realtà, no. Ovviamente il pro- molto contente di essere citate. fessor Aziani e gli skipper avevano L’aneddoto più divertente, però, pronto un escamotage, qualora ci è stato quando, salendo sull’isofosse stato brutto tempo, ma non la di Montecristo, abbiamo fatto si è mai presentato questo proble- tre ore buone di salita tra sterpi ma. C’è sempre stato un sole fan- e sassi e una professoressa non si tastico. è sentita bene. Lo skipper italoargentino ha iniziato a imitare il L’isola era così diversa da come papa, dicendole: “*****! È Gesù ve l’aspettavate? che ti chiama! Alzati e cammina!”. Dopo la conferenza in aula ma- In una situazione di ansia, caldo gna, ci eravamo fatti un’idea sul- e malori, quest’uomo ci ha messo la base delle foto che ci avevano un po’ di allegria e ci ha tolto un mostrato. Tuttavia, come ho detto peso dallo stomaco. prima, non avendo visto animali o piante particolari siamo rimasti Rifaresti questa gita e la consiquasi stupiti, perché ci aspettava- glieresti ad altre classi? mo di vedere la flora e la fauna di Rifarei la gita ventimila volte e cui ci avevano tanto parlato. con una consapevolezza in più, sapendo di dover lasciare da parte tutti i beni e tutte le preoccupazioni del tipo “mi porto il vestitino, mi porto i tacchi”. Il mio consiglio è viversela al meglio, è una gita nella natura e non si sopravvive in una situazione del genere se si pensa alle cose superflue: la barca era piccola ed eravamo in tanti. È stata un’esperienza importante perché tutti siamo cresciuti mentalmente e abbiamo imparato a goderci le piccole cose. Dunque, questa gita mi ha arricchito moltissimo e la consiglio a tutti: ragazzi, non perdete tempo! GIUGNO 2016
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
ATTUALITÀ
AL SIGNOR M, CON INDIPENDENZA di GIORGIO colombo
S
i chiamava Giacinto, ma volle essere libero di scegliere anche il suo nome e quindi lo cambiò in Marco. Marco Pannella, morto a 86 anni tormentato da due tumori, è oggettivamente stato il politico a cui non si è mai potuti restare indifferenti. Le sue idee sono sempre state radicali, si può essere in forte disaccordo o in totale accordo con esse, ma ciascuna ha cambiato il nostro modo di vivere. Possiamo immaginare un’Italia senza divorzio? No. Possiamo immaginare un’Italia senza aborto? No (beh, alcuni forse sì, visto che il 90% dei medici è ancora obiettore di coscienza). Tuttavia non bisogna circoscrivere le battaglie di Pannella a quelle passate, combattute senza violenza nel secolo scorso, perché, come egli stesso disse, “non è vita quando vivi nella memoria”; è necessario ricordare anche quelle più recenti e non ancora concluse: la lotta per l’eutanasia legale, per la legalizzazione della cannabis, per l’abolizione della pena di morte, per i diritti dei carcerati, per l’amnistia al posto delle prescrizioni, per il diritto umano alla conoscenza. Per queste cause Marco ha messo in gioco la vita, non la morte, come lui stesso dichiarò. I suoi scioperi della fame e le proteste non violente hanno mostrato agli Italiani che c’è un modo diverso di combattere, di fare valere i propri diritti e quelli altrui e di fare politica, con passione e impegno, lontano dalla corruzione e sui marciapiedi in mezzo alla gente. ZABAIONE
Numero 9
ADDIO A MARCO PANNELLA
“Addio a un leone della libertà”, ha dichiarato Matteo Renzi; “L’Italia perde un assoluto protagonista che ha fatto fare enormi passi avanti sul cammino della crescita civile, morale e politica”, ha commentato Silvio Berlusconi; Marco Cappato (candidato sindaco a Milano per il Partito Radicale, ndr.) lo ha ringraziato per “una rivoluzione dolce e non violenta”. Insomma, tutti i politici e personaggi pubblici italiani, da destra a sinistra, dalla Chiesa al Presidente della Repubblica, hanno reso omaggio a Marco Pannella che, come avviene per molti visionari fuori dagli schemi, sarà davvero e talvolta ipocritamente incensato più da morto che da vivo: Emma Bonino, infatti, ha reclamato che “non ha mai avuto i riconoscimenti adeguati”.
Anno X GIUGNO 2016
Sul retro della copertina del disco in vinile Rimmel di Francesco de Gregori, a fianco al titolo della canzone Il signor Hood, si può leggere la dedica “Al signor M, con indipendenza”: questa canzone parla della storia del signor Hood, Robin Hood, che rappresenta Marco Pannella ma anche la parte di noi sempre pronta a essere in disaccordo con qualcuno o qualcosa, pronta a far sentire la propria voce fuori dal coro “regalando le parole ai sordi, con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole”, cioè quando nessuno è pronto né disposto ad ascoltarci. Ecco: penso che Pannella ci abbia insegnato a fare questo, a regalare le parole ai sordi.
7
ATTUALITÀ
LA GRAFIA DEL SESSISMO
D
di ANNA LUNGHI
opo aver sentito citare i pezzi incriminati della famosa inchiesta della Zanzara, ci viene quasi da ridere di fronte a quelle opinioni, che ci paiono lontane, ma ancora oggi ci sono problemi legati ai ruoli maschili e femminili. E non ci sono solo grandi fatti, ma anche i piccoli messaggi che quotidianamente ci vengono passati a livello quasi di subconscio e che raramente vengono notati perché fanno parte della realtà quotidiana di tutti noi. Riguardo questi, riporto qui un piccolo esempio che mi ha colpito. Un giorno stavo cercando, non mi ricordo perché, materiale sulla grafologia. Sono finita in un sito, di quelli abbastanza comuni, di test della personalità, che tramite alcune domande avrebbe dovuto dirti il tuo profilo psicologico per un determinato ambito. Questi test (per quanto si possano nutrire dei profondi dubbi sulla loro attendibilità) possono anche essere divertenti: tutto finché non si finisce nella sezione ”Test su rapporto di coppia e amore” diversi per lui e per lei. Per lei c’è “che tipo di moglie sei, sarai o potresti essere?” mentre per lui “ a che personaggio della mitologia assomigli in campo della seduzione?”. Presentati così che quasi non ci si accorge della differenza: se si è uomini si guarda quello per lui, se si è donne si guarda quello per lei, ignorando completamente ciò 8
che non è di propria competenza. Un piccolo messaggio subliminale, che contribuisce però, con tante altre piccole cose a vincolare pesantemente la figura femminile nella società. Inoltre pone anche qualche complicazione al maschio che, per quanto navigato seduttore, ha poco mercato: chi c’è da sedurre se son tutte mogli dedite unicamente alla famiglia e incorruttibili? Da qualche parte qualcosa non quadra. Per farvi divertire e per darvi l’idea dell’assurdità della cosa, vi lascio qua sotto i risultati ottenuti con la stessa identica grafia. LUI. Gioco: a che personaggio della mitologia assomigli in fatto di seduzione? Diavoletto Affascinante e simpatico, non fai fatica ad accattivarti l’attenzione delle ragazze che ti interessano. E se per caso non ottieni subito il successo che desideri… poco male: ti giri da un’altra parte e guardi altrove… LEI. Che tipo di moglie sei, sarai o potresti essere? Che cosa ti aspetti dal matrimonio, cosa speri o temi, cosa è bene per te coltivare e cosa invece evitare?
sogni, con il cuore nelle nuvole e la testa per aria. Occhio a non eccedere in fantasie, col rischio di un risveglio amaro, faccia a faccia con una realtà molto diversa dai tuoi ideali. Finchè tutto fila liscio metti il tuo lui su un piedistallo e ti sacrifichi all’osso pur di farlo felice, ma una volta delusa non esiti a fare la valigia e a fuggire in lacrime (finchè il tuo lui non ti riporta indietro con una rosa!). Con le incombenze pratiche e i conti da pagare sei una frana, ma quando si tratta di creare atmosfere coinvolgenti e parlare d’amore sei veramente imbattibile. Dal matrimonio ti aspetti: nuvolette, fiori, zuccherini e una felicità cristallina e senza macchia. Il tuo sogno è fonderti col tuo compagno, diventare una cosa sola al suono di mille violini. Del matrimonio temi: la quotidianità fatta di piatti da lavare e letti da rifare, ovvero il naufragio della poesia. Punta su: la delicatezza d’animo, la sensibilità, la creatività, lo spirito di adattamento e sacrificio, la tua invidiabile capacità di trasformare la realtà in sogno. Attenta a: il vittimismo, per cui drammatizzi ogni cosa, e la tendenza ad amare l’amore più ancora della persona.
Che moglie sei: sei una ragazza romantica, persa dietro ai suoi GIUGNO 2016
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
ATTUALITÀ
5 CONSIGLI AD UN NEOMILANESE
Q rama.
di CHIARA MALAPONTI
uesto articolo è da inserirsi nel concorso per giornalini scolastici “Il bello di Milano” indetto da Pano-
Non frequento Milano da molto tempo, anzi: ho mosso i primi passi in questa città agli albori dei miei quattordici anni, perché sapevo che da lì a breve avrei dovuto orientarmi alla grande tra metro, autobus e tram per non inaugurare tra un ritardo e l’altro il mio ingresso nel mondo del liceo. Per questo, per il fatto che io sia sostanzialmente un topo di campagna, una straniera, non nutro alcun legame affettivo con Milano (almeno per ora), il che mi permette di valutarne più o meno lucidamente i pregi e i difetti. Infatti, più passano gli anni – al momento siamo a tre – più trovo che i Milanesi DOC siano straordinariamente simili agli abitanti di località costiere: questi ultimi o amano il mare alla follia e lo considerano proprietà privata o, siccome ce l’hanno sotto il naso tutti i giorni, non ne apprezzano abbastanza l’incredibile bellezza. Inoltre, è mio dovere fare un’altra premessa, che probabilmente farà rizzare i capelli a molti di voi: sono terribilmente ignorante. Non ho mai visitato il Cenacolo, né Santa Maria delle Grazie ed è passato troppo tempo ormai perché io mi possa ricordare l’interno del Duomo. Pur essendo tutto ciò - me ne rendo conto - assolutamente increscioso, da un certo punto di vista mi sento sollevata. Mi reputo autorizzata a non impelagarmi nella descrizione di qualche famoso affresco che sarei solo in grado di deturpare con le mie paroZABAIONE
Numero 9
le fuori posto. Oggi la mia intenzione non è quella di parlare di bellezze universalmente note, riconosciute e consacrate, ma di scovare lo splendore intrinseco di questa città, attraverso ciò che colpì, ormai tre anni fa, un’innocente ginnasiale, la quale si apprestava a vivere Milano come una vera cittadina e non come un turista giapponese alla Rinascente (aveva già dato). Quella stessa ragazzina, se dovesse tornare indietro nel tempo e rivolgersi a tanti come lei o se addirittura dovesse placare le nenie di qualche Milanese scontento, elargirebbe loro questi cinque consigli. 1. Per prima cosa, assaporate la sensazione di avere tutto a portata di mano. E non parlo solo di “Milano capitale dello shopping”, del fatto che ovunque ci siano punti vendita forniti di ogni bene (per quanto sia imperdonabile il fatto che il negozio di Victoria’s Secret venda solo profumi, borse e qualche slip), ma anche della grande copertura del territorio da parte dei mezzi pubblici. È davvero possibile balzare da una parte all’altra del capoluogo lombardo in poco tempo. Non sono solo i negozi a essere a portata di mano, prima di essi c’è l’intera città. 2. Camminate con il naso per aria. Lo ammetto, questo non è farina del mio sacco, ma è un consiglio che mi diede anni fa la mia maestra d’italiano: “Se vuoi apprezzare la bellezza artistica di Milano e non hai voglia di fare la coda per entrare nel Duomo, vaga per il centro con lo sguardo rivolto verso l’alto. Le case di Milano ci dicono tanto”. Ed è vero, provare per credere! Dal punto di vista architettonico, Milano è
Anno X GIUGNO 2016
molto varia e ce ne accorgiamo osservando comuni edifici per le vie: accanto a quelli d’epoca svettano quelli moderni, per un mix davvero unico. 3. Non abbiate paura di ingrassare. Non ci troviamo né a Londra né a New York, ma credo che Milano possa vantare una certa multietnicità che si ripercuote sulle offerte culinarie della zona. Che siate giovani o vecchi, che il vostro metabolismo abbia ormai preso l’andazzo della tartaruga o meno, ungetevi le mani tra un involtino primavera e l’altro o buttatevi su un taco, non ve ne pentirete. 4. Siate iperattivi. Eccolo, lo stavamo aspettando tutti, il consiglio da Milanese Imbruttito! Mi dispiace deludervi, ma non vi sto chiedendo di aumentare la vostra produttività sul lavoro. Lasciate stare le call e i meeting col capo: quello che intendevo dire è che Milano è un ambiente prolifero di opportunità per la crescita personale e per il divertimento. Saltate dal corso di yoga al cineforum, per poi passare alle feste in Piazza Leo o alla serata ai Magazzini e non fatevene sfuggire nemmeno una. 5. Riscoprite il verde. Mi ha sempre stupito la quantità di parchi e parchetti presenti in questa città. Accantonate il pregiudizio di “Milano città grigia”, perché non lo è affatto. Oddio, la nebbia c’è davvero, quella non è una leggenda, ma per quanto ci si lamenti dello smog dirompente, è ancora possibile ritagliarsi un angolo nella natura (anche più di uno), magari per una corsa o per un panino in pausa pranzo. 9
SPORT
UN’INTERVISTA AL CAPITANO
“I
Di LEONE LEVI nnanzitutto buonasera”. Comincia così, timidamente, la mia intervista al capitano degli azzurri Gianluigi Buffon, che incontro al Circolo Filologico Milanese, dove una volta al mese si tiene il 5x15 (evento che vede cinque persone raccontare le loro vite, passioni e aspirazioni). Sulla carta quel “buonasera” sembra fermo e deciso, ma la mia voce trema, scandisco appena le parole. Sono agitato, non perché io sia un tifoso accanito, ma perché è da giorni che spero di ottenere l’intervista. Non vorrei deludere la redazione dopo aver promesso l’articolo e così le ore che precedono l’incontro mi paiono più lunghe di quelle delle spiegazioni di greco e latino. Mi ritrovo in un pomeriggio di maggio a saltellare come un bambino per tutta la casa per sciogliere la tensione, si avvicina sempre di più l’ora X, e la tensione continua a salire. Prendo posto a sedere e aspetto, comincia a parlare il primo ospite, poi gli altri a seguire sino alla pausa, ma di lui nemmeno l’ombra. Temo non si presenti, ma ad un certo punto mi dicono: ”è qui, veloce, vieni”. Mi precipito nel salottino, accanto all’ingresso. Lui è lì, in piedi, che firma autografi e viene stordito dai flash. Lo vogliono tutti: è l’11 maggio e il capitano ha appena firmato il rinnovo con la Juventus fino al 2018. E’ un attimo, tendo la mano, mi presento, e comincio l’intervista…
diamo atleti come lei o, in generale, gente di successo come “semidei” che vivono in realtà dorate, ma lei che rinunce ha fatto per arrivare fin qui e che rinunce fa tuttora? Di rinunce ne fai tante, più che altro quando sei bimbo o ragazzo, perché sono anni importanti della tua vita, della tua formazione, e tu li dedichi solo esclusivamente a questo sport, a questa passione che è il calcio, non sapendo neppure se verrai ripagato, perché tantissimi ragazzi, che con me hanno fatto sacrifici enormi, poi non hanno avuto neanche il privilegio e la fortuna di poter giocare ad alto livello. Ci sono molti sportivi che pur giocando a livello agonistico guadagnano poche centinaia di euro al mese, per questo il mondo del calcio è molto criticato. Lei che cosa ne pensa? Penso che alla fine può essere un qualcosa di non eticamente corretto, però è anche vero che, come in tutti i mondi, ogni cosa ha un suo valore. Ci sono giocatori più forti, tra i quali non ci sono
nemmeno io, che, per inciso, guadagnano tanto e una quantità industriale di giocatori meno bravi che guadagnano di meno. Chiunque pratichi uno sport che permette un confronto con altre persone in match sa che spesso ansia da prestazione e paura di sbagliare possono nascondersi dietro l’angolo. A lei, che è un professionista, capita mai d’esser teso per una partita o aver paura di sbagliare, non necessariamente in una finale, anche solo in una partita di campionato? Sì, capita, ed è il motivo per il quale gioco ancora, perché ancora mi emoziono, ogni tanto ho ancora paura di fallire, però la vera sfida non è non aver paura, perché paura alla fine la si ha tutti, ma è trovare il coraggio per affrontarla. Finita l’intervista il mio livello di adrenalina comincia a scendere, mi calmo, penso di aver capito due cose dopo aver stretto la mano a Gianluigi Buffon, che l’attesa è il piacere stesso e che le persone famose non sono semidei ma, come dice un personaggio dell’Elena d’Euripide: ”Gli occhi vedono con la mente” e, se la mente ci trae in inganno, solo il tatto ci ricorda che quelle non sono altro che povere anime come noi, che si svegliano ogni mattina e vivono la loro vita, ma basta sciogliere quel piccolo contatto fisico perché la mente riprenda il sopravvento ed inganni la vista.
Noi tifosi o ammiratori ve10
GIUGNO 2016
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
SPORT
OLIMPIADI 2016 RIO DE JANEIRO
di TOMMASO VENCO
E
h sì, son proprio passati quattro anni…. Ci risiamo. È giunto il momento delle Olimpiadi. Quest’anno si terranno a Rio de Janeiro, la cerimonia di apertura è prevista per il 5 agosto al Maracanà, e la fiamma olimpica è già stata accesa dove, migliaia di anni fa, tutto è cominciato, nelle rovine dell’antica città di Olimpia in Grecia. Ad accendere la fiamma è stata, travestita da sacerdotessa, l’attrice greca Katerina Lechou, davanti all’ antico tempio della Dea Atena, fiamma che è stata poi trasportata per centinaia di migliaia di chilometri fino ad arrivare a Rio, passando anche per solidarietà in mezzo a decine di campi profughi in Europa. Come per ogni olimpiade che si rispetti, anche quest’anno ci saranno novità molto interessanti, anche se non per tutti liete. Prima fra tutte é l’introduzione di due nuovi sport: il golf (che mancava da oltre un secolo), ed il rugby, per il quale la nostra nazione è già stata sconfitta durante le qualificazioni. Infatti le previsioni di possibili ori italiani sono veramente tristi, solamente sei ori e venticinque podi. Fortissime sono invece le possibilità di vittoria assoluta per l’ America e la Russia. Quest’anno però nell’atletica leggera è molto probabile che la Russia non possa gareggiare, a causa della pesante accusa di “Doping di stato” presentato dalla WADA ( organizzazione mondiale anti doping ). L’ accusa va ormai avanti da più di un anno, ma in realtà è venuta alla luce solo qualche ZABAIONE
Numero 9
mese fa. Oltre allo scandalo russo si stanno presentando altri nuovi problemi legati al costo della costruzione delle strutture (che è più alto del 30% rispetto a quello che i governi federali avevano ipotizzato) e al territorio. Tra tutti il più grosso è il problema di acque fortemente inquinate e a rischio di straripamento nelle vicinanze di alcune strutture dedicate alle competizioni olimpiche. Anche la vendita dei tagliandi destinati al mercato nazionale ed internazionale è stata un punto dolente: infatti fino ad adesso sono stati venduti meno della metà dei tagliandi. Comunque il comitato nazionale per i giochi olimpici assicura che quasi tutte le strutture
Anno X GIUGNO 2016
sono in fase di completamento e tutti i problemi sono o saranno risolti in pochissimo tempo. Come per ogni olimpiade non possono mancare le mascotte che quest’anno sono: Vinicius e Tom, rispettivamente un felino giallo ed un alberello verde. Vinicius è il padrone di casa dei Giochi Olimpici, un simpatico animaletto giallo, verde, azzurro e arancione, che deriva da un miscuglio di animali tipici del Brasile. Come è presumibile, sta a simboleggiare la varietà e la ricchezza di animali presenti in Brasile. Tom invece, è la mascotte delle Paralimpiadi e simboleggia la ricchezza delle piante e delle foreste di Rio e dintorni.
11
MUSICA
UN PIANOFORTE IN CORTILE PIANOCITY ENTRA AL PARINI
T
rasformare Milano in un’unica, grande sala da concerto, organizzando eventi a sfondo musicale e, in particolare, pianistico, in ogni angolo della città, con una particolare attenzione per spazi solitamente inaccessibili al pubblico: è il progetto alla base di Piano City, manifestazione che da ormai cinque anni imperversa nella nostra città, portando la musica ovunque, nei parchi e nei musei, sulle barche e nei salotti. E perché non nelle scuole?, devono essersi domandati Pablo Mileni e Nicolò Morocutti, organizzatori del concerto che ha permesso al nostro liceo di inserirsi nel palinsesto di Piano City. E si suppone anche che non si siano ri-
12
di GIULIO PISTOLESI
sposti, se il 21 maggio, sotto il sole del primo vero caldo della stagione, eravamo in cortile ad ammirare Brando Barbieri intento a destreggiarsi tra Mozart, Chopin, Khachaturian e Albéniz. Brando, diplomatosi tra queste mura l’anno scorso, studente presso il Conservatorio, è stato infatti richiamato dagli organizzatori per dare una prova delle sue virtù musicali esibendosi in cortile, dove tra l’altro ha avuto la fortuna di trovarsi il sole di mezzogiorno a picco sulla testa, e ha intrattenuto i presenti con una quarantina di minuti di concerto classico, consumando una media di sei bottigliette d’acqua a pezzo e sudando come un crociato in Terrasanta ma riceven-
GIUGNO 2016
do copiosi e meritati applausi, per congedarsi poi dall’uditorio sulle note di un bis richiesto a suon di battimani. Insomma, il Parini ha, come enfaticamente declamato da programmi e proclami, aperto le sue nobili porte al pubblico, offrendo a tutti i milanesi un’oretta di buona musica in un’atmosfera rilassata come solo quella del fine settimana appena iniziato sa essere, e la speranza degli organizzatori è che non si sia trattato che della prima di una lunga serie di occasioni di interazione tra la scuola e la città. Se questo sia vero, solo la storia saprà dircelo; intanto, noi ci siamo goduti un gran bel concerto.
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
NARRATIVA
UNA GIORNATA NEGLI ANNI 2000
di ALESSANDRO SIMONETTA
S
alve! Mi chiamo Omero e questa è la prima volta in cui scrivo qualcosa, visto che ai miei tempi si usava tramandare tutto a voce grazie a dei pazzi chiamati Rapsodi che passavano giornate intere in piazze sporche e puzzolenti a parlare a due o tre persone (magari un pochino di più) che per giunta, in verità, non erano neanche tanto interessate all’argomento e si fermavano ad ascoltare giusto per ciondolare in giro invece di zappare nei campi da mane a sera. Ma torniamo a me: quando mi sono svegliato, sono rimasto piuttosto sconcertato, perché ero disteso su qualcosa di bollente e sono stato costretto a balzare in piedi per il dolore. Mi sono guardato intorno: mi trovavo in uno spiazzo circondato da enormi edifici costruiti con uno materiale che non avevo mai visto prima… purtroppo non ho avuto nemmeno un attimo per capire dove mi trovassi quando uno strano carro senza cocchiere né cavalli mi è venuto addosso. Anzi, a ben vedere un cocchiere c’era, solo che era nascosto da un materiale simile a quello di cui erano fatti gli edifici. Il rumore assordante prodotto da quel carro a un certo punto è stato coperto da quello provocato dal colpire delle braccia del povero cocchiere contro lo strano materiale. Sembrava spaventato (ho capito più tardi che era semplicemente infuriato con me) per cui, preoccupato, sono corso verso di lui e ho cominciato a prendere a pugni ciò che ci separava, finché la lastra che ZABAIONE
Numero 9
ci divideva si è rotta. L’uomo per un attimo è rimasto come paralizzato, poi mi ha scaraventato a terra con un pugno: ho pensato che forse per quella persona era un modo per manifestare il suo affetto e per ricambiare glien’ho tirato uno anch’io; fatto sta che venti minuti dopo mi sono ritrovato in una specie di prigione, dentro a uno strano edificio. Sono rimasto lì per qualche ora e in seguito mi hanno rilasciato dicendomi però, prima, qualcosa che allora per me era incomprensibile. Mi hanno poi restituito in fretta e furia le poche cose che avevo e i miei vestiti che, non so perché, destavano stupore in tutte le persone che incontravo. A un certo punto però, mentre camminavo con i piedi come incendiati da quel materiale che stava al posto della terra, un edificio bizzarro mi ha fatto fermare e poiché era scritto nella mia lingua sono riuscito a leggere l’insegna: “Antica biblioteca di testi Greci e Romani”. Antica: chissà perché, mi son chiesto. Chi fossero poi questi Romani mi era completamente ignoto. Sono entrato e ho notato subito che il posto non era tanto grande ed era composto da due zone con parecchi scaffali. Mi sono avviato tra questi, ma a un certo punto il mio sguardo si è fermato su un’opera creata da un certo Omero. Infuriato ho preso quell’oggetto e l’ho stracciato. Qualcuno mi aveva rubato il nome! Ho cominciato a distruggere ogni cosa che appartenesse a quel tale fino a quando per la furia non mi è caduto il mantello e una
Anno X GIUGNO 2016
donna richiamata dal mio disastro mi è svenuta davanti. Prima che potessi fare qualunque cosa, sono stato costretto a scappare fuori dall’edificio rincorso da un energumeno armato che tentava di colpirmi. Ho corso più che potevo finché non mi sono ritrovato nel posto in cui mi ero svegliato. Non ero più inseguito per fortuna, ma ero molto frustrato: era chiaro che fosse uno scherzo degli dèi, ma perché quelli ce l’avessero proprio con me non riuscivo a capirlo. È stato allora che ho preso una decisione: mi ero svegliato disteso in quel punto e quello scherzo sarebbe finito solo se mi fossi riaddormentato proprio lì. Mi sono accovacciato per terra, ho chiuso gli occhi e… ed eccomi qui tre mesi dopo in un posto che ho scoperto chiamarsi ospedale per essermi rotto tutte le ossa, essendo stato travolto da uno di quegli strani carri che ho scoperto chiamarsi macchine. Ho fatto amicizia con il mio compagno di stanza che mi ha insegnato la lingua spiegandomi che mi trovo in Italia, ma pare che non sia la zona della “Magna Grecia”, quindi qui non ho nessun potere, non sono in una nostra colonia. Ho anche scoperto che alle persone che sono nelle macchine non va di essere ostacolate come non va a quelle che stanno facendo un nuovo record su “Candy Crush”. Purtroppo non ho ancora capito cosa io ci faccia qua e come tornare a casa mia, ma in fondo un po’ mi diverto. Quasi quasi a casa non ci torno! 13
NARRATIVA
MISTERO AL PARINI
E
ra un giorno come un altro. Era sera oramai e io avevo dimenticato la testa sotto il banco. Poiché senza la testa risulta difficoltoso nutrirsi, dissetarsi, studiare, leggere o anche, semplicemente, addormentarsi, decisi che era assolutamente necessario recuperarla. Fu così che, a tentoni, sbattendo di qua e di là (come del resto faccio ogni mattina), privo della maggior parte dei sensi, giunsi sorprendentemente alla mia classe, trovai la mia testa e, finalmente, me la riattaccai. Che sollievo! Diedi un’occhiata in giro: era notte fonda e la classe si manifestava in tutta la sua tetraggine. La lavagna, pulita accuratamente dal bidello dopo la nostra uscita, era nera come la pece e i banchi, illuminati soltanto dalla pallida luce lunare, erano lividi e incutevano un’arcana inquietudine. Ma la cosa più terrificante era la cartina dell’Asia. Un’enorme X rossa richiamava lo sguardo, dominando Russia e Afghanistan. Illuminata dalla bianca luna, assomigliava a quelle mappe sulle quali terribili e spietati alieni evidenziano le terre già annientate. Con un brivido, adocchiai l’orologio appeso alla parete: stava per scoccare la mezzanotte! Esitai ad avviarmi all’uscita e solo in seguito avrei capito di aver commesso un gravissimo errore. Mentre il campanile di San Marco suonava la mezzanotte, battuto il dodicesimo rintocco, sentii le dolci note di un pianoforte provenire dal corridoio. Uno stupore seducente mi 14
di EDOARDO FRACCHIOLA
pervase: chi mai poteva essere il misterioso pianista che riempiva l’aria del mio liceo di una melodia tanto suggestiva, a quell’ora della notte? Mi avviai attraverso i lunghi corridoi, come richiamato da quelle note. Chi poteva essere dunque il fantomatico pianista? Mozart? Beethoven? Il professor Cafiero? Chi poteva essere colui che sapeva produrre da un pianoforte una così soave melodia? Seguii la musica, giù per le scale, fino al piano terreno. Mi trovai a fianco alla porta del bar di Nando quando, proveniente proprio dalla porta del sopraindicato punto di ristoro dei pariniani, sentii riecheggiare una risata. Ovviamente il mio animo, troppo temerario per farsi intimorire soltanto da una stridula risatina, mi suggerì di girare l’angolo con celere incedere, per portarmi il più lontano possibile dal bar... Scrutando i numerosi busti di marmo, che, illuminati dalla luna, assumevano un aspetto dannatamente tetro, quasi cadaverico, continuai a inseguire la musica. Tentai di non dar loro peso, ma i miei occhi erano magneticamente attratti dal loro sguardo freddo e severo. Giunsi così di fronte all’aula magna. La musica sembrava provenire proprio da lì! Indugiai per un attimo nell’atrio. Poi, raccogliendo tutto il coraggio che mi era rimasto, ne aprii la porta. Un’enorme buco nero si apriva davanti a me, e mi rapiva in un vortice di fascino inesorabile in cui le sedie di metallo, di giorno riservate agli spettatori, mi accarezzavano, gelide e vuote. Il lungo GIUGNO 2016
tavolo, che abitualmente ospita l’oratore, era ugualmente deserto. Le tende, aperte, lasciavano penetrare nella stanza un altro po’ di luna che, come nelle notti maledette, mi accompagnava nel terrore più profondo. Entrai comunque, come in trance e mi volsi verso quel pianoforte dal quale sbocciavano le note di una sinfonia. Collocato sullo sgabello, sedeva un ometto piccolo e tozzo, sulla quarantina, avvolto in un lungo mantello nero. Dapprima non si accorse della mia presenza e le sue dita continuarono a danzare lungo la tastiera, come guidate da qualche ignoto elfo musicale. Ma l’armoniosa melodia si interruppe bruscamente quando, inavvertitamente, inciampai nel cavo che collega il computer al microfono. Patatrac! Ecco che il sottoscritto, da allocco imbranato, si era lasciato smascherare!L’ometto si erse in tutta la sua statura e, avvolgendosi nel suo mantello, scomparve in una nuvola di fumo. Poff! Terrorizzato, mi gettai supino, tenendo sollevata la schiena coi soli gomiti. E, sudando freddo, ispezionai con gli occhi intorno a me, cercando invano una traccia del fantomatico pianista. Subitaneamente una voce potente risuonò nell’aria circostante: “COSA FAI QUI?…TERRONE!”. Tutto era ormai chiaro. Così, completamente terrorizzato, considerai fosse d’uopo svignarsela. E di corsa! Da quel giorno mi ripromisi di non dimenticare mai più la testa sotto il banco.
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
SVAGO
TEMPUS FUGIT
C
di SOFIA CIATTI
iaone, Pariniani! Vi starete sicuramente chiedendo come mai io sia qui a scrivere un bilancio spiritoso di quest’anno scolastico che ormai volge al termine, visto che di solito sono “quella che scrive sempre di villaggi in luoghi improponibili della Pianura Padana nelle pagine di Svago”. Ebbene, oggi voglio proporvi qualcosa di nuovo, sperando che sia di vostro gradimento. “Tempus fugit”, diceva qualcuno, e come dargli torto! Infatti, ridendo e scherzando, siamo già a giugno: quest’anno è proprio volato (fatta eccezione per i poveretti che dovranno sostenere la maturità: loro sono solo all’inizio, eh eh!), anche se devo ammettere che mi sembra di essere a maggio da almeno quattro mesi, ma è risaputo che quest’ultimo è il mese più ostico, non a caso si dice: “Studente, è maggio, fatti coraggio”. E così sia: questo è l’ultimo sprint in cui bisogna proprio dare il meglio di sé, dopodiché ci aspettano tre mesi di sole, mare e fritture di pesce! Ma adesso ciancio alle bande e stendiamo ‘sto bilancio: se state leggendo il mio articolo di nascosto dalla prof, meglio non dilungarsi troppo. Mettendo un attimo da parte l’ironia, inizio col dire che questi mesi che ho trascorso al Parini sono stati favolosi e, se dovessi tornare indietro, sceglierei nuovamente di iscrivermi in questo liceo. Sapete, io reputavo il Parini un ambiente d’élite, come ZABAIONE
Numero 9
BILANCIO FINALE DI UNA NEOPARINIANA
si suol dire, e quindi pensavo che la mia avventura tra le mura del fantomatico liceo sarebbe stata un incubo, essendo io una Masatese DOC. Beh, devo ammettere che mi sbagliavo su tutta la linea: qui ho incontrato persone affabili, alla mano, con una mentalità aperta, socievoli, persone con le quali è davvero piacevole scambiare quattro chiacchiere mentre mangi una gustosa piadina del bar! Inoltre, il Parini offre opportunità che, se colte come si deve, possono spalancarti numerose porte, anzi, direi portoni. Certo, come per tutte le cose, l’ozio non paga e quindi un po’ di mazzo bisogna farselo, ma tutto quel che fai torna indietro tre volte, per cui state sicuri che tutta la vostra fatica porterà i suoi frutti. Ovviamente, non tutto è rose e fiori, quindi è normale che durante la versione di latino intitolata “Cesare ingannato dal giovane re Tolomeo” voi non abbiate trovato qualcosa che assomigli nemmeno lontanamente ad un inganno, ma poco importa, vi rifarete con la prossima: tradotta una versione, se ne fa un’altra. Stesso discorso per le versioni di greco oppure per il maledettissimo…COMPITO DEI VERBI! Un argomento a parte, invece, è la matematica: se pensate di cavarvela con la tabellina del sette (che già quella non è che sia proprio una passeggiata, ahah) beh, vi state sbagliando di grosso, amici miei! A cosa servirà nella vita trovare la “x”? Beh,
Anno X GIUGNO 2016
non chiedetelo a me, non vi saprei rispondere, io so solo che (purtroppo) serve anche quello. Fa parte della cultura generale, tutto fa brodo. Ah, un’altra cosa che ho appreso è che non bisogna prendere le interrogazioni di storia e geografia come quel quiz televisivo che trasmettono all’ora di cena su Canale 5…come si chiama… ah sì, Caduta Libera, ecco. Non è necessario prepararsi a ginocchia piegate e con gli occhi chiusi nel caso voi non conosciate la risposta alla domanda che vi ha posto la prof. Niente panico, fortunatamente, sotto i vostri piedi non c’è una botola che vi farà finire direttamente nell’Ade sulla barca di quel tale…Caronte, di cui tutti hanno molta paura, ma sinceramente ancora non ho capito perché. Quindi, il peggio che possa capitarvi è un bel quattro sul registro. Concludendo, direi che se dovessi trovare una critica, seppur costruttiva, per questo anno scolastico, sarebbe come cercare l’ago in un pagliaio. Sono orgogliosa di essere una Pariniana e sono certa che, se siete dei quartini come me, saranno cinque anni ricchi di soddisfazione. Al contrario, se c‘è qualche veterano che sta leggendo questo articolo, non potrà che darmi ragione (o almeno spero).
15
SVAGO
CACCIA AL PROFESSORE
di ALICE ALESSANDRI E ISOTTA MANFRIN
D
opo che Carolina Balducci di I D ha riconosciuto la professoressa Perfetti e la professoressa Marioni, “Caccia al professo-
16
re” torna con una nuova immagine: rappresentano la silhouette di un professore, sta a voi indovinare chi sia! Inoltre, come sempre, chi in-
GIUGNO 2016
vierà il più velocemente possibile le soluzioni alla mail parini.zabaione@gmail.com riceverà un buono di tre euro al bar. Che la caccia abbia inizio!
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
SVAGO
a cura della redazione
ZABAOROSCOPO
e matematica stanno avvicinandosi sempre di più a quelle di aramaico. Ultimamente sei poco coraggioso/a È ora di finirla. Eppure, c’è qualcoe questo non è in linea con il tuo ca- sa (o qualcuno) che ti fa venire a rattere, ma siamo sicuri che quest’e- scuola col sorriso e che ti mancherà state ritroverai tutta l’audacia persa con l’arrivo delle vacanze... in questo mese di maggio a sgobbare sui libri. Forza, materassino in spalla e buttati (in tutti i sensi). Non senti anche tu l’estate che si avvicina? Il sole che finalmente ogni tanto scalda, i prati verdi, le prof Ehi tu! Sì, tu che stai sognando il che tirano le somme delle medie e si mare, la spiaggia, gli ombrelloni lamentano perché non hanno temcolorati, il bagnino... Non ti preoc- po per verifiche e interrogazioni, le cupare: manca poco e tutto questo spiagge che cominciano ad affollarsarà tuo! Cerca solo di studiare, si? Ecco, forse, l’anno prossimo, se studiare, studiare e non farti boc- vuoi goderti tutte queste belle cose, ciare. sarebbe meglio non prendere tre debiti, amico/a pariniano/a.
ARIETE
VERGINE
TORO
GEMELLI
Dunque, questo è il mese del tuo compleanno! Ricorda di fare attenzione nel caso volessi fare una festa: la persona con cui flirti da settembre ti vomiterà sulle scarpe.
BILANCIA
È stato un duro pentamestre, cara la mia Bilancia. Con quel totem, poi. Eri riuscita a tenere nascosto quel secondo nome per secoli e adesso, ogni mattina, ti tocca sentire la risata del cretino di turno. Mi chiedo cosa trovino di così diverCe l’hai fatta! Dopo lunghi mesi tente nel... Ehi, aspetta un attimo. di agonia (che tra l’altro sono Ti chiami DAVVERO così? Dico, pure nove, quindi potresti parto- ma i tuoi genitori cosa bevevano? rire a breve) sei riuscito/a a finire Candeggina? quest’anno scolastico. In qualunque modo sia andata, arrivare a giugno è sempre una conquista. Senti, lo sappiamo entrambi che Quindi, adesso, potrai girare per i la tua vita sentimentale è più triste corridoi saltellando come Heidi… del finale di Titanic, ma alla festa del Parini, l’otto giugno, tu provaci, al massimo ti aspettano le manette. Ricorda che stare al fresco è sempre Tu più di tutti desideri che la scuola meglio che studiare per il debito. finisca. Non ne puoi più di “testini” di scienze e verifiche a sorpresa di letteratura. Le spiegazioni di fisica L’unico consiglio che posso darti
CANCRO
SCORPIONE
LEONE
è che l’omicidio del prof che ti sta per rimandare non è la miglior soluzione. Non lo è nemmeno un suicidio per evitare lo studio estivo. Ma il Messico, sì, il Messico, ti dico che è una GRANDE soluzione, i biglietti di sola andata di questi tempi li regalano.
CAPRICORNO
Sei testardo/a. Questo aspetto del tuo carattere ti ha sempre contraddistinto/a, non ti arrendi mai e non ammetti in nessun caso di avere torto. Ma ora basta. Non riuscirai a recuperare cinque materie in dieci giorni. Arrenditi. Sei stato/a sconfitto/a da questa scuola.
ACQUARIO
Dall’8 giugno inizierai la full immersion cinematografica epocale che stai preparando da tempo. Sul videoregistratore hai già impilato tutti i DVD di SHERLOCK e tutti i film di Woody Allen. Buona maratona! Dimenticavo, guardati le spalle dallo Scorpione, con te ha il dente, o meglio, il pungiglione avvelenato.
PESCI
Ora, Pesci, io posso capire benissimo che il debito, l’estate rovinata, la verifica dell’ultimo giorno e insomma, tu abbia il dente un tantino avvelenato. Ma fidati, è nel tuo interesse che te lo dico: lascia andare immediatamente i bambini della prof di greco. Non c’è scusa che tenga.
SAGITTARIO
ZABAIONE
Numero 9
Anno X GIUGNO 2016
17
SVAGO
ZABAENIGMISTICA
di MATTIA COLOMBO
CRUCIVERBA
18
GIUGNO 2016
Anno X
Numero 9
ZABAIONE
SVAGO ORIZZONTALE 1. Giudica nelle partite 7. Arezzo 8. Pantalone 13. Cittadina del Polesine famosa per le anguille 14. Colosso energetico italiano 17. Con in francese 18. La tassa odiata dai negozianti 19. Il prima dei latini 20. Biblico traghettatore zoofilo 21. Tipica interiezione teutonica 22. Tipica interiezione romanesca 23. Capoluogo dell’omonima striscia 26. Articolo greco nominativo maschile plurale 27. Elemento chimico 28. Affettuoso nomignolo di un genitore della famosa porcellina che fa impazzire i bambini 31. Asolai senza ASL 33. Risata on-line in uso tra i teenagers 34. La caratterizzazione del personaggio nella poesia provenzale 36. Fastidiosa malattia respiratoria 39. Puro, semplice, talvolta anche avvilente 40. Interiezione fumettistica per sorpresa, disgusto o paura 41. Già in latino 42. Senza quella, l’aereo non si alza 44. La Venere dei Persiani 46. Insostituibile componente di una vera colazione inglese 47. «Proprio ... coccio!» 48. Prefisso per “prima” 50. Dea greca della giovinezza 52. Cosenza 53. Opera di Edmondo De Amicis 55. Aver paura 57. A Lampedusa chiedono tutti quello politico 59. Grande aeroplano 61. Sempre greco 62. Livorno 63. Intelligenza artificiale 64. Odierna Albania 65. Sito greco del Peloponneso famoso per il grande teatro e per il santuario di Asclepio 68. Comoda banca vaticana 70. Olio inglese 71. Interiezione fumettistica per il
ZABAIONE
Numero 9
terrore 72. Guadagnai 75. Cagliari 76. Tanti anni fa 77. Frutto arancione e succoso VERTICALI 1. Ricco e felice 2. Pianta della mora 3. Cittadina gastronomica del cuneese 4. Me, me stesso, me medesimo 5. L’innamorato di manzoniana memoria 6. Offesa, ignominia 7. Alessandria 9. Ravenna 10. Vecchia parente morta e sepolta 11. Simpatica lucertolina 12. Eroe invincibile acheo 15. La fine dell’ISEE 16. Argomentazione capziosa e fallace, apparentemente valida 19. Il Ramsey calciatore gallese 23. Vattene in inglese 24. Colomba spagnola 25. Pianta messicana della famiglia delle Astoracee 28. Volgo, gente, chi vota 29. La fine dell’ Europeo 30. Ce l’ha il Monte Rosa ma non la muntagnèta di S. Siro 32. Il primo ucciso
Anno X GIUGNO 2016
33. Diminutivo di Dolores 35. Relativo all’ambiente che ci circonda 37. La fine del digeridoo 38. Iniziali di Goldoni 39. La Maria peccatrice convertita da Gesù 43. Mitico re a cui Ilio deve il suo secondo nome 45. Libro dell’Antico Testamento 46. Cognome di Cyrano (dell’omonima commedia) 48. Cuccioli di cavalli 49. Mitico eroe platonico 51. Il big di Londra 53. A noi 54. Ai piedi di Erebor 55. Organizzazione Economica Autorizzata (piccolo aiutino... è in inglese) 56. Aiuola in toscano antico 58. Prima della Telecom 60. Monetina greca di infimo valore 63. Zona mineraria della Germania occidentale 66. Il MacEwan autore 67. Ha la cruna 69. La testa dell’orso 73. Nazioni Unite 74. La fine della fantasia
19
WE WANT YOU! CONTATTATECI! e-mail: parini.zabaione@gmail.com facebook: www.facebook.com/zabaione.parini youtube: www.youtube.com/user/ZabaioneParini forum: http://zabaione.forumcommunity.net/
LA REDAZIONE DIRETTORE: STEFANO TRENTANI VICEDIRETTRICE: ALTHEA BARRESE CAPOREDATTORI: CHIARA MALAPONTI (ATTUALITÀ), GUGLIELMO PENSABENE (SPORT), ALICE ALESSANDRI (CINEMA), GIULIO PISTOLESI (MUSICA), SARA MERENGO (LIBRI), ZOE TRAGNI (NARRATIVA), ISOTTA MANFRIN (SVAGO) REDATTORI: ALICE ALESSANDRI (IB), SOFIA ALONI (IVA), ALTHEA BARRESE (IB), EMMA BRAMBILLA (IVE), ALICE BRUSAFERRI (VB), FEDERICA BUBLIL (VB), ANDREA CALDANI (VC), SOFIA CIATTI (VE), GIORGIO COLOMBO (IB), MATTIA COLOMBO (IB), SOFIA CIATTI (IVE), BIANCA FAZIO (IA), EDOARDO FRACCHIOLLA (IB), ADELE GABBANELLI (IB), LORENZO GRECHI (IIA), IRENE IANNOTTA (IVC), LEONE LEVI (IVE), MARIAEMILIA LUCA (VB), ANNA LUNGHI (IB), CHIARA MALAPONTI (IB), ISOTTA MANFRIN (IB), SARA MERENGO (VC), MICHELLE MORETTI (IVA), NICOLO’ MOROCUTTI (ID), ILARIA MUGGIANI (IVE), SARA MUSURUANA (IVE), AURORA NEGRETTI (IC), GUGLIELMO PENSABENE (IC), GIORGIO PIRATONI (IVE), GIULIO PISTOLESI (IB), RADIOLOGIA, CECILIA RIVAROLI (IVE), MARTINA RUGGIERI (IVF), PAOLO SCIUNNACH (IB), ALESSANDRO SIMONETTA (IVA), RAFFAELE SIMONETTA (IVD), LAURA SPEDALETTI (IVB), CLARA TACCONI (IB), STEFANO TRENTANI (IIIA), TOMMASO VENCO (IVF) IMPAGINATRICE: ALTHEA BARRESE