Zabaione_Giugno '19

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ALL'INTERNO SONDAGGIO DI FINE ANNO

ZABAIONE

DE L

INTERVISTE MARCO DAMILANO LUCIA ANNUNZIATA

GIUGNO MMXix

CO NC O RS O

GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006

VI NC ITR ICE

Anno xiii

FO TO

Numero 8


EDITORIALE

ARRIVEDERCI

Q

uando sono stato eletto direttore di Zabaione, mi era già chiaro che l’ultimo editoriale sarebbe stato quello dei saluti e dei ringraziamenti. Non potevo tuttavia immaginare che sarebbe stata anche l’occasione per salutare un grande giornalista, ex-pariniano e membro della Zanzara nel periodo del Sessantotto. Sto parlando di Vittorio Zucconi, venuto a mancare il 25 maggio scorso. Cito un estratto da un’intervista che Luigi Lorenzoni realizzò con lui, pubblicata sul numero di aprile dell’anno scorso: “Io non posso dare giudizi […], credo tuttavia che vi sia molta confusione tra i giovani […] (ndr: i quali) dovrebbero combattere per costruire un futuro”. Credo che il modo migliore per ricordarlo sia seguire il suo suggerimento, perché sono sicuro che oggi risponderebbe nello stesso modo, forse con ancor maggiore veemenza. Scusandomi per aver compromesso la letizia di questo editoriale in così poche righe, vi prometto che cercherò di rimediare, cominciando con un sintetico bilancio dell’anno ormai quasi finito. Sul fronte politica interna alla scuola sono stati mesi tranquilli, senza litigi, disastri organizzativi né particolari note di merito. Constatazione, questa, confermata dai risultati del nostro sondaggio. Oltre le mura del Parini, tuttavia, l’anno è stato più movimentato: tra gli strafalcioni statistici della Fondazione Agnelli a danno della nostra scuola e i vandalismi di qualche nazimbecille sulla facciata di Via Goito 4, non ci siamo fatti mancare nulla. È stato un anno durante il qua2

di FILIPPO SAVIO

le il nostro giornale non ha avuto paura di schierarsi politicamente, e ritengo che questo coraggio – lo dico senza alcuna presunzione – sia stato premiato. Innanzitutto, da voi, studentesse e studenti, che avete valutato il nostro operato nel 64% dei casi buono o molto buono. In secondo luogo, dai media. Sì, perché Zabaione è finito sul giornale per ben due volte, riempiendoci di gioia, orgoglio e soddisfazione. Dallo spazio dedicato alla grandiosa mobilitazione in favore del clima, alle interviste ai grandi del giornalismo italiano, passando per i sondaggi, abbiamo lavorato al fine di raccontarvi un presente complesso nel modo più esatto e giornalistico possibile, proponendovi, di fianco alla vostra, l’opinione di coloro che siedono nelle grandi redazioni d’Italia o nei talk show. Tutto questo, a misura di giornale scolastico, interpretando ciò non come un limite, ma come un’opportunità. È stato un anno in cui Zabaione ha cercato di migliorare, investendo lì dove secondo noi era necessario: il coinvolgimento di voi lettori. A questo proposito, non posso che considerare lo Speciale di Narrativa un traguardo e un’importante lezione per il futuro. Concluso questo bilancio, realizzo, senza nascondere la mia malinconia, che è arrivato il momento dei ringraziamenti e dei saluti. Il primo grazie va a voi lettrici e lettori che date un senso al nostro lavoro e alla nostra fatica. L’invito che vi faccio è di continuare a leggerci, senza risparmiarci critiche, e senza pensare che Zabaione sia una realtà chiusa e limitata agli attuali membri. Dunque, invito a farsi avanti senza alcun timore chiunque

sia interessato a vedere il suo lavoro su queste pagine. Il secondo ringraziamento – il cui scopo è anche quello di garantire al mio successore, il capacissimo Davide, la copertura finanziaria necessaria per continuare a stampare – va al Preside, nostro lettore, che non ci fa mai mancare complimenti né critiche, che ci assicura sempre la totale libertà di stampa, e che sopporta ogni mese di vedere la sua immagine inserita in contesti improbabili. Tutto ciò è, non saprei come altro definirlo, formidabbile. Ringrazio poi la dottoressa Cola e la signora Marina, da me disturbate senza pietà ogni volta che si presentano problemi la cui natura va oltre la mia capacità Infine, ringrazio voi, redattrici e redattori di Zabaione. Per un anno abbiamo lavorato e faticato assieme, e ripensarci mi commuove. Il vostro sempre eccellente lavoro è ciò che ci ha consentito di arrivare qui dove siamo ora. Grazie a tutti voi. Vi lascio nelle mani di Davide, nella lieta sicurezza che questo giornale continuerà a migliorare. Ci rivediamo a settembre, pariniane e pariniani, per l’ultima volta vi auguro una buona lettura, nella speranza che Zabaione possa essere un valido spunto di riflessione.

SOMMARIO

TRA BISBIGLI E GRIDA PAG. 3 DALL'ITALIA CON AMORE pag. 5 LA STORIA DEL GIORNALISTA PAG. 6 GIORNALISMO E FAKE NEWS pag. 8 LA FINE DEL BIENNIO PAG. 10 RECENSIONI-FILM PAG. 11 RECENSIONI-MOSTRE PAG. 12 zabaoroscopo pag. 13 l'angolo del libertario PAG. 13 zabaenigmistica pag. 14

GIUGNO 2019 Anno xiii

Numero viii ZABAIONE


ATTUALITÀ

TRA BISBIGLI E GRIDA

COMMENTO AI RISULTATI DEL SONDAGGIO CONCLUSIVO

E

di andrea kossuta, GRAFICI DI FILIPPO SAVIO

bbene, adesso che giugno è alle porte, possiamo dire con certezza che quest’anno di scuola non finirà diretto nel dimenticatoio. Tra regolarità e irregolarità, il Trust Onlus e gli atti di vandalismo sui muri del Parini, nel bene e nel male il 2019 è stato intenso e vivido. Ma vediamo nel dettaglio come gli studenti del nostro liceo hanno realmente percepito quest’anno. Dando un primo sguardo generale ai sondaggi, le cifre parlano chiaro: la contentezza si mantiene discreta, fatta eccezione per Zabaione e il preside. I giudizi molto buono e buono sommati, riguardo l’efficienza dell’operato e la capacità di mantenere informata la scuola sulla attività dei rappresentanti d’istituto, non arrivano nemmeno al 40%. Sembra che gli studenti abbiano apprezzato di più la rappresentanza dell’anno scorso, che aveva ottenuto un 53% tra buono e molto buono. Per il preside invece le cifre cambiano di pochissimo e Soddu si riconferma ben voluto dagli studenti: il 64% e l'80% tra buono e molto buono contro il 72% e l’80% a proposito del suo operato e della sua disponibilità sono la dimostrazione del fatto che il potere di questa scuola continua a essere in buone mani, o almeno così dicono le statistiche. Sposterei ora l’attenzione sui Faber Quisque, offerta unica nel suo genere proposta solo dal nostro liceo. L’anno scorso il responso circa questi ultimi non superava il 40%, sommando i giudizi molto buono e buono. Quest’anno le cifre non ZABAIONE

cambiano molto, tuttavia il miglioramento c’è: con il 41%, somma tra la percentuale buono e quella molto buono, gli studenti hanno evidentemente trovato più utili e appaganti le proposte di quest’anno. Vi ricordo che però abbiamo lasciato anche uno spazio dedicato a consigli e idee per migliorare i Faber. La risposta più comune è quella riguardante i problemi all’iscrizione. Sembra che la scuola non abbia trovato la soluzione a queste complicazioni che rimangono causa di scontento e arrabbiature. Anche l’anno scorso infatti era stata da molti segnalata questo tipo di difficoltà. In secondo luogo gli studenti chiedono di organizzare i corsi a orari più comodi. Un numero più modesto di ragazzi fa richiesta di lasciar organizzare corsi agli studenti e fare più corsi di approfondimento, consolidamento e riguardo al cinema e al teatro. Anche la descrizione dei corsi sembra essere una problematica che penalizza gli studenti, in quanto spesso le didascalie nel momento dell’iscrizione sono povere di dettagli e poco esaustive, o addirittura inesistenti, rappresentando un ostacolo nella scelta del corso da frequentare. In conclusione il problema non sembrano essere i Faber Quisque, ma il loro contenuto e la presentazione di essi. Ora il momento di Zabaione, il nostro giornale, che è giudicato buono o molto buono dal 64% degli studenti del liceo, con la gioia e la soddisfazione della redazione. Anche qui vi abbiamo lasciato la possibilità di annotare suggerimenti per

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migliorare la testata. Escludendo risposte ironiche e scherzose, sono emersi alcuni punti interessanti. Una buona parte di ragazzi chiede di rafforzare e migliorare l’enigmistica, aggiungendo sudoku e rendendo più difficili i cruciverba e i Trova Soddu. Altri invece propongono di aggiungere rubriche e sezioni. Nella sezione di attualità a qualcuno piacerebbe leggere più articoli relativi alla politica e meno interviste. Un numero discreto di persone infine chiede di migliorare l’oroscopo e scrivere pezzi di gossip, o più in generale sulla scuola. Poi alcune richieste poco chiare, come le schede compilate con la risposta “più numeri”. Ora, il significato semantico di queste parole può andare in due direzioni: la realizzazione di più numeri rispetto alla frequenza mensile adottata fino a ora, o la tiratura di più copie per numeri. Nel caso della prima, purtroppo è molto difficile preparare un giornale da quattordici pagine, che impegna la metà della redazione in articoli, disegni, controllo di bozze e impaginazione, in meno di un mese. Se invece l’intento fosse quello di chiedere più copie, ci si può lavorare. Ricordiamo che dall’anno scorso stampiamo circa il 30% di copie in più. Quest’anno inoltre abbiamo realizzato un numero speciale di narrativa. Bene, il mio commento termina qui. Girando pagina troverete i grafici con i relativi dati. Non mi resta che augurarvi una buona estate e figurativamente far cadere il microfono, imitando Obama. 3


ATTUALITÀ COME VALUTI LA CAPACITÀ DEI RAPPRESENTANTI Come valuti la capacità dei rappresentanti Come valuti l’operato dei rappresentanti COME VALUTI L'OPERATO DEI RAPPRESENTANTI D'ISTITUTO DI MANTENERE IL RESTO DELLA SCUOLA d’istituto di mantenere il resto della scuola D'ISTITUTO NEL CORSO DELL'ANNO? d’istituto nel corso dell’anno? INFORMATO SULLA LORO ATTIVITÀ? informato sulla loro attività?

6%

11%

13%

19%

26% 26%

28%

29%

20%

Come valuti l’operato del preside COME VALUTI L'OPERATO DEL PRESIDE NEL CORSO DELL'ANNO? nel corso dell’anno? 20%

22%

6%

COME VALUTI LA DISPONIBILITÀ DEL PRESIDE NEL CORSO DELL'ANNO?

6%

9%

6%

43%

18%

21% 44%

COME VALUTI L'OPERATO DI ZABAIONE NEL CORSO DELL'ANNO?

27%

LEGENDA: = Insufficiente = Non del tutto sufficiente = Sufficiente = Buono = Molto buono

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ATTUALITÀ QUANTO SEI RIMASTO SODDISFATTO DELL'OFFERTA DEI CORSI FABER QUISQUE DI QUEST'ANNO SU UNA SCALA DA 1 A 5?

9% 7% 17% Schede scrutinate: 254

32% 35%

=1

=2

=3

=4

=5

DALL’ITALIA CON AMORE

A

I RISULTATI DELLE EUROPEE CAMBIANO LO SCENARIO DELLA POLITICA ITALIANA? di FILIPPO SAVIO

ffluenza al 56,10%, due punti in meno rispetto al 2014. Lega al 34,26%, PD al 22,74% e M5S al

17,06%. Sono questi i numeri delle Elezioni Europee 2019 qui in Italia. Operando un confronto con i risultati delle politiche del 4 marzo scorso notiamo come l’affluenza sia del 20% più bassa, e come i ruoli di Lega e M5S si siano fondamentalmente scambiati, con un eterno secondo, il PD, che a queste Europee ha portato a casa il 4% di voti in più. In coda troviamo Forza Italia all’8,78% e Fratelli d’Italia al 6,45%, mentre tutti gli altri partiti non superano la soglia di sbarramento. Compresa, ironicamente, +EuroZABAIONE

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pa. Da non dimenticare che il 44% dei cittadini non ha votato. Il primo dato che salta all’occhio è l’ennesima prova che la sinistra italiana dovrebbe temere la sua frammentazione più di quanto tema Salvini: i voti di PD, +Europa, Europa Verde e La Sinistra sommati equivalgono a un 29,92% che dista “solo” cinque punti dalla Lega. In secondo luogo, è evidente che il M5S in questo momento sia in vita solo grazie ai voti di Salvini: il Governo del Cambiamento oggi è sostenuto dal 51,32% degli elettori, ma se il contratto di governo dovesse cedere, il centro-destra unito sarebbe l’unica alternativa matematicamente possibile, con un eventuale 49,5% delle preferenze. Di contro, un’alleanza PD-M5S

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varrebbe dieci punti in meno. A questo punto è legittimo chiedersi: Salvini farà valere il fatto di aver portato a casa il doppio dei voti dell’alleato di governo? Come verrà conciliato il fatto che i programmi economici di Lega e M5S sono sostanzialmente incompatibili? Il governo durerà fino alla prossima finanziaria? Una manovra che, tra l’altro, si prospetta durissima, tanto che si parla o di tagli, o di aumento dell’IVA o di entrambi. E infine, se la manovra sarà dura come ci si aspetta, come potrà il Governo del Cambiamento giustificare davanti agli elettori misure che potrebbero ricordare tanto quelle del Governo Monti? 5


ATTUALITÀ

LA STORIA DEL GIORNALISTA

DUE CHIACCHIERE CON MARCO DAMILANO

di CECILIA ALBANESE, ALESSIA CUZZOCREA, ANDREA KOSSUTA, FEDERICO MANTACI, EMMA ORSENIGO, KAREN PAGANI, DAVIDE ROSSI E FILIPPO SAVIO

C

ome ha deciso di intraprendere la carriera giornalistica? Diciamo che non è una decisione, ho potuto notare che è sempre stato un lavoro intrapreso da molti miei compagni e in parte dai famigliari, e constava di lavorare fino a tardi e di vedersi arrivare in casa 10/ 12 quotidiani al giorno o anche di più. Studiavo, copiavo quello che mi piaceva dei titoli, e poi mi piacevano le foto. Poi, diventato un po’ più grande, mi sono accorto che quando seguivo un evento un passo in avanti, invece di seguire l’evento in sé, stavo seguendo quello che raccontava. E quando te ne accorgi capisci che t’interessa non tanto e non solo quello che succede ma anche come viene raccontato, e questo è significativo perché vuol dire che tu cominci a sognare di fare quel lavoro. Quindi, si può dire che io abbia sempre pensato di fare questo mestiere e mai di farne un altro perché se non fossi riuscito sarebbe stato qualcosa di molto triste. È luogo comune dire che i giovani non leggano il giornale. Cosa ne pensa? A cosa crede sia dovuto? Ritiene che questo determini una mancanza di informazione nelle nuove generazioni? Penso che sia luogo comune. Viviamo in un paese in cui la lettura dei giornali non è mai stata particolarmente diffusa rispetto agli altri paesi europei. Se i giornali non girano in casa, fatto sempre

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avvenuto pochissimo, è difficile che questa venga considerata un’abitudine. Oggi naturalmente potete prendere le notizie e i titoli che più vi interessano, condividerli. Questo però potrebbe essere anche un impedimento se non prendi nota anche delle opinioni contrastanti. Io ho cominciato a leggere i giornali tutti i giorni quando avevo 12 anni e ricordo che non capivo le pagine di economia. Però se tu le incontri cominci a leggere delle cose che magari da solo non avresti mai incrociato. Questo vale anche per lo studio. È come vedere qualcosa nel suo complesso.In più, questo aiuta a crescere nel senso contenutistico, ottenendo un altro punto di vista. Questo mestiere seleziona e sceglie degli argomenti al posto del lettore ma in ciò dovrebbe rendergli un servizio.

tre momenti chiave: il telegiornale della mattina (oggi è difficile immaginare di sentire qualcosa che davvero non conosci accaduto durante la notte), il giornale di carta e il telegiornale delle ore 20.00. Adesso tutti quelli che lavorano nell’informazione lo fanno a tutte le ore. Questo richiede una capacità diversa - non dico ulteriore, perché ogni generazione ha la sua sfida. È sconvolgente pensare di dover uscire tutti i giorni usando la macchina da scrivere. Penso che tutti i giornalisti dovrebbero avere l’ambizione di scrivere qualcosa che non è mai stato scritto. Oggi si scrivono articoli utilizzando materiali altrui. In ogni opportunità c’è un rischio, come quello del conformismo. Poi quello di leggere cose che già sai. Hai cercato notizie su un argomento, e te ne mandano solo su quello. I social Qual è il suo punto di vista sono un grande strumento se t’inriguardo al rapporto tra l’infor- formi anche su altro. mazione social e nuove tecnologie? A suo parere è possibile Credo di aver in parte già ri- svolgere la professione di giorsposto. La cosa che mi sconvolge nalista in maniera totalmente di più è che sono state spezzate ca- indipendente in un contesto in tegorie base del sistema che deve cui le principali testate giornaliresistere nello spazio-tempo con la stiche sono controllate dai granrete. Noi siamo qui, qualcuno sta di gruppi editoriali? chattando con qualcuno che chi Assolutamente sì, se no non sa dov’è, quindi sei qui e non sei farei il giornalista. Però questo riqui. Anche il tempo in cui potete guarda tutti i mestieri, perché si riprendere, mettere su una pagina può essere un giudice che fa senFacebook e riguardare più volte. tenze in base a quanto all’opinione Questo influisce sia su come pen- pubblica, si può essere un giornasare, sia su come selezionare l’in- lista che dipende parossisticamenformazione, che una volta aveva te dai genitori o dall’editore. PerGIUGNO 2019 Anno xiii

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ché si parla degli editori, di coloro che mettono i soldi sul giornale. Oggi le inserzioni pubblicitarie sono crollate, quindi in futuro i giornali si reggeranno sempre sempre di più su lettori e abbonati digitali. Ma se vuoi aumentare il tuo numero di abbonati, devi essere molto credibile, altrimenti il lettore che ti ha dato fiducia, te la toglie. Quindi spero aumenterà l’indipendenza dei giornalisti dagli editori. Questa è più una questione di regolamenti. Ma c’è anche un’indipendenza verso la parte, verso i lettori. Ci sono giornalisti che si sono fatti un pubblico e pensano che bisogni sempre soddisfarlo. Come dopo un litigio un rapporto rinasce, se si dà sempre ragione, forse c’è qualcosa che non va. Dal secondo dopoguerra a oggi riesce a individuare un periodo storico in cui in Italia il linguaggio istituzionale della politica ha perso la sua istituzionalità? Sì, direi negli anni ’80. Fino agli anni ’80 la politica aveva un linguaggio molto cortese con un grande rispetto per le istituzioni. Intanto c’era una spettacolarizzazione della politica, che in Italia ha avuto una serie di assolute novità. Nel maggio 1978, il partito radicale, partito piccolissimo di quattro deputati, 1,3%, chiede una tribuna autogestita, ossia uno spazio televisivo sulla RAI in cui non c’erano giornalisti e il partito faceva politica. Quando si accendono le telecamere, i deputati del partito radicale indossano un cartello al collo su cui c’è scritto che l’informazione è manipolata, e che non si dice la verità, e restano in silenzio. E per 20 minuti va in onda una cosa che oggi non si può ZABAIONE

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vedere, il silenzio. In un secondo momento, gli stessi radicali si sono visti protagonisti di un’altra vicenda molto particolare: venne loro l’idea di lasciare dire agli ascoltatori della loro stazione radio tutto quello che volevano, telefonando. Pensavano che avrebbero parlato di politica, invece essi cominciarono a parlare di cose orrende, perlopiù una valanga d’insulti e di battute a sfondo razzista e omofobo - il che fece scalpore, soprattutto in una radio di partito. Pensate quanto era moderno: fecero telefonicamente negli anni ’80 quello che oggi facciamo noi sui sociali continuamente. Allora c’era l’idea che la politica non rappresentasse la società per il linguaggio che usava, e arriviamo ai giorni nostri in cui ci sembra che i politici siano più vicini al popolo perché parlano in modo molto aperto. Può fornirci un’analisi critica dei metodi di propaganda e campagna elettorale che hanno portato al potere le attuali forze elettorali il 4 marzo scorso? La propaganda è commercio politico, quindi tutti i partiti fanno propaganda. L’Italia è l’unico paese dell’Occidente in cui venticinque anni fa nacque un partito, Il Movimento 5 Stelle, dalla TV commerciale. Nascendo da un mezzo di comunicazione e non avendo sedi fisiche, si identifica con esso. Ma, forse, tutto questo è un tipo di propaganda. Dieci anni fa è successo anche che un blog sia diventato un partito. Anche questo non esiste in nessuna parte del mondo. Direi che la propaganda delle ultime elezioni sia stata focalizzata sul cercare di abbattere definitivamente la mediazione. Come se qualcuno che ha letto tutta la letteratura italiana al po-

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ATTUALITÀ

sto nostro ci dicesse solo alcune delle cose che sa. Dal piano della politica significa dire che questi nuovi leader parlano solo a te anche se hanno milioni di follower: anche condividere il fatto che stai mangiando la pizza o andando a correre dà un’idea di prossimità. Io diffiderei da politici e giornalisti che ci sono troppo vicini. Se in un ospedale tutti facessero sempre battute, chiederei di essere spostato in un altro. E invece noi tolleriamo questa politica che organizza lo Stato gestita da persone che dicono di essere come noi, la forma più sottile di propaganda, dovendo fare qualcosa che però noi non sappiamo fare. Cosa consiglia infine ai giovani che desiderano fare del giornalismo la loro professione? Crederci, anche se non è un atto di fede. Leggere tanto e selettivamente quello che interessa, ciò che riguarda gli altri paesi, i grandi reportage, i romanzi. Cercare di assumere ed entrare nei meccanismi dell’informazione. Ed è questo che distingue un ascoltatore normale. Come diceva D’Alema, tu cominci a capire il meccanismo, cosa che lo spettatore non vede, ma che chi parla vede benissimo. L’attacco del pezzo, la conclusione, quello che c’è in mezzo. Bisogna scegliere rapidamente una specializzazione (politica estera, interna, cronaca, sport, spettacoli, cultura) e la selezione va fatta perché si sente la risposta: “Vorrei scrivere quello che c’è”. Poi ci sono le scuole di giornalismo che aiutano, ma prima c’è questa scelta. Non è come scrivere un romanzo o la sceneggiatura di un film, è un tipo particolare di racconto con delle regole precise. Il resto s’impara con l’esperienza. 7


ATTUALITÀ

GIORNALISMO E FAKE NEWS

INTERVISTA A LUCIA ANNUNZIATA

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di ANDREA KOSSUTA, LORENZO PIRAs, DAVIDE ROSSI E FILIPPO SAVIO osa l'ha spinta a far parte del mondo del giornalismo? Ho cominciato a 19 anni, ne ho 68, manco me lo ricordo. Comunque io non ho cominciato con il giornalismo, ho cominciato come tutta la mia generazione ha cominciato: con la politica; cioè, quando io ho cominciato a scrivere per il Manifesto, nel ‘69, il Manifesto era soprattutto il giornale del gruppo politico scissionista del PCI, quindi per noi giornalismo e politica erano la stessa cosa; solo nel ‘76 ho deciso di separare l'attività politica dal giornalismo, perché secondo me quello era un modello troppo legato alla politica, che tendeva essere propagandista.

quindi quelle che ti arrivano al livello normale le “sgami” - come la storia di un maiale che partorisce tre cani, per dire, - ma il mondo si è evoluto e siccome tutto è comunicazione si costruiscono delle narrative che sono borderline con la verità, cioè più sali più è difficile capire cos'è fake news e che cos'è manipolazione intellettuale. Basta guardare uno dei settori su cui non si è mai discusso: le fake news veicolate dalla pubblicità. La pubblicità, che una volta si diceva “pubblicità ingannevole” - e c'è anche una authority che regola questa cosa - è diventata per definizione ingannevole, nel senso che ti vende quello che si dice una “narrativa”, attraverso cui poi passano storie, punti di vista, schemi anche di gender o di razza... per esempio la grande storia di tutti i troll russi è una grandissima storia, perché arrivano a noi filtrati da tanti di quei media e di quei siti che alla fine tu non sai neanche quale sia l'origine, neanche volendo ricercarla... quindi bisogna stare in campana!

mi-globale degli imperi, eccetera, eccetera... - la prima informazione aveva a che fare con le navi che arrivavano dall'America a Londra a fine Settecento e l'Associated Press o le varie agenzie cercavano di capire quanti e quali erano i beni, e stampavano un volantino per dare un prezzo a ciò che arrivava. Allora siamo passati dalla barca, al volantino, alle cose stampate e poi siamo arrivati alla radio, la televisione... Io ho passato la vita a dire "è finito il giornalismo" perché è arrivata la televisione - prima era la radio ma non ero ancora nata... Ogni new media ha un suo particolare linguaggio, un suo particolare impatto, un modo per cambiare il giornalismo, ma non credete a chi dice che il giornalismo muore, perché quelli sono solo un vecNell'epoca della post-verità, chio establishment, quello della come si evolve il ruolo del giorcarta stampata. Andando sul web nalista? ci si trova sicuramente nel monIl giornalismo è un mestiedo dei click, il mondo dei cretini, re, ci sono delle regole, e, se le si il mondo dei bambini, ma questo applica, non è niente di che fare il eventualmente passerà perché giornalista; devi conoscere un po' tutti i grandi giornali ormai sono di lingue, devi aver letto un po' giornali sul web; è tutto web, il di libri, devi essere una persona web è come l'elettricità in casa, è che si informa e soprattutto devi Crede che il giornalismo come se mi domandassi "la preapplicare le regole; per esempio possa continua a rivestire per senza dell'elettricità in casa cambisogna sempre avere tre fonti da giovani il ruolo di importante bierà il giornalismo?" e io dico verificare, perché la prima non ba- strumento di formazione che ha “no” perché eventualmente tutti sta, la seconda neanche, e la famo- rivestito finora? quanti miglioreremo la vista ... la sa terza fonte te la devi trovare; Il Assolutamente. Noi abbiamo lettura insomma. problema delle fake news è un al- la prova che il giornalismo non tro, cioè che la politica stessa oggi è mai finito, è cominciato più o In un mondo in cui i social e moltissime delle aziende che do- meno nel 700, cominciò insieme sono sempre più presenti, come minano il mondo mettono in pie- alle grandi compagnie commer- pensa si possa evolvere la propadi delle sofisticatissime fake news, ciali all'inizio del capitalismo se- ganda politica? 8

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I social finora hanno portato due grandi cambiamenti nella struttura della politica - ma presto ne porteranno altri. Intanto lo smartphone ha conquistato l'idea di "uno smartphone = un voto" perché siccome tu puoi raggiungere tutti attraverso i tuoi device ti senti non solo capace, ma anche intitolato a dare la tua opinione. Tu che sei di qua, tu che sei di Milano e uno che è della Nigeria, tutti con lo smartphone in mano, avete accesso alle stesse cose e vi sentite in diritto di dire la vostra sul mondo: questo ha allargato la partecipazione; lo so che il vecchio establishment non ama ciò, però è la realtà. Significa che prima si votava ogni 5 anni e adesso si vota ogni 5 secondi e questo ha disorganizzato le strutture: non c'è tempo, no? Tanto è vero che poi i leader durano 2 mesi, 6 mesi... altre elezioni... 3 mesi … e poi se ne vanno, scompaiono. Guardate Macron: è arrivato e doveva essere il “principe della Francia” e adesso... Il secondo cambiamento è che anche la democrazia stessa è stata, da un certo punto di vista,

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sderenata dalla disintermediazione: se io sono, che so io, Matteo Salvini non mi metto davanti a Lucia Annunziata che fa politica, ma mi metto sul mio iPhone, ti dico quello che sto facendo e non ho assolutamente bisogno di un partito, di un'alleanza, di voti, o di ricerca di voti. Perché se io sono il segretario di un partito e comincio a dire che le donne con capelli biondi lunghi se li devono tagliare, anche se non c'è una legge prima o poi avrò una maggioranza che vede le persone e dice che i capelli lunghi biondi non ci devono essere in questo paese. E' anche un processo che sostituisce il processo legislativo. Parlando di querela, dove crede che passi il limite tra la legittima difesa della propria immagine pubblica e l'abuso per silenziare la stampa? Penso che ci siano tutti gli strumenti legali per ragionare. Tanto è vero che non è vero che tutti siamo denunciati; una delle conoscenze che un giornalista di esperienza deve avere sicuramente in qualità di direttore è la differen-

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za tra quell'aggettivo che ti porta in tribunale e quell'aggettivo che non ti ci porta; questa non è una cosa filosofica, è una cosa pratica. Se io dicessi che una persona nella vita fa un mestiere che non è proprio “per bene”, sarebbe diverso dal dire che su di lei ci sono vari sospetti riguardo alla poca trasparenza della sua vita privata. Diventa impossibile trascinare un giornalista in tribunale per delle parole del genere. E poi in tribunale ci sono le leggi, dunque io non penso che questo sia un problema serio. Cosa consiglia a chi volesse diventare giornalista? Cominciate a farlo. Cominciate come già state facendo e prima o poi ci arriverete, come tutti i mestieri. Questo non è un mestiere a cui si accede superando l'esame di Avvocatura di Stato; state per strada, state in campana, state attaccati alla televisione, fatevi venire idee, andate nei posti dove ci sono altri giornalisti, poi alla fine c'è una selezione naturale, perché è un mestiere tostissimo.

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ATTUALITÀ

LA FINE DEL BIENNIO

UN PASSAGGIO OBBLIGATO PER IL TRIENNIO

dI EMMA ORSENIGO e alessandro spagnolini

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ualunque cosa si possa pensare della fine, essa non è mai un punto fermo: al contrario, la conclusione di un avvenimento porta all’inizio di un altro, sua conseguenza. Si potrebbe definirla una condizione di passaggio. In fondo, i Maturandi uscendo dalla scuola superiore non fanno altro che passare all’Università, con tutte le implicazioni che ne derivano. Per questo la Maturità è considerata di tale importanza, ed ogni anno viene messa sotto i riflettori. Si considera molto meno, invece, il ruolo chiave del percorso che vi sta dietro, il triennio. In genere, l’informazione sulle conseguenze per la fine del biennio viene lasciata a carico dello studente ed è circoscritta alle classi nelle ultime settimane di Maggio. Non è un avvenimento che faccia notizia, effettivamente. Ciò non significa che abbia meno valore, tuttavia: infatti comporta un allargamento di prospettive enorme. La funzione principale del biennio è permettere allo studente di ambientarsi, capendo i meccanismi del liceo ed acquisendo i rudimenti delle materie. Alcuni li considerano gli 10

anni più difficili, ma sono anche una sorta di comfort zone forgiata in parte dall’abitudine e appunto da questa immersione graduale nella scuola superiore. Forse anche perché in un certo senso il biennio permette di restare ancorati al presente, vivere un po’ alla giornata sapendo che l’unico obbiettivo è passare l’anno senza grandi lacune; durante il triennio, invece, si è proiettati verso il futuro: se la Maturità è solo all’ultimo anno, comunque il risultato dipende dai voti che si prendono fin da subito; in tutti i suoi pregi e difetti, l’Alternanza Scuola-Lavoro tenta di introdurre gli studenti a un surrogato di mondo lavorativo, anche perché vanno scelte facoltà e università. Nell’immediato si aggiungono nuove materie ed arrivano nuovi professori, con cui bisogna costruire un rapporto da zero, spesso con un deciso cambio di metodo.

Per affrontare tutto questo è richiesta una certa versatilità e capacità di organizzazione, in una parola responsabilità. Non che prima non lo fosse, ma, mano a mano che ci si avvicina alla maggiore età, se ne sente di più il peso. Non sarebbe onesto, però, descriverlo come un periodo di solo stress. Il quarto è l’anno delle esperienze all’estero, che - siano dodici, sei o anche solo tre mesi - cambiano il modo di vedere il mondo; e anche senza partire, si fanno tutte le esperienze su cui si costruisce l’identità di adulto. Di fatto gli studenti di seconda si immagineranno il triennio come vorranno: in spiaggia o in montagna si dimenticheranno persino della scuola oppure ci fantasticheranno sopra. Arriverà comunque settembre, inizieranno la terza e solo a maggio si renderanno conto che è passata, pure quella.

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SVAGO

RECENSIONI-FILM

di livia crisostomo, alessia cuzzocrea e greta manera

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ALADDIN

egli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi adattamenti cinematografici dei meravigliosi cartoni Disney che hanno reso magica l’infanzia di molti di noi. Alcuni cambiamenti nelle varie storie sono risultati azzeccati e hanno portato freschezza a favole sentite mille volte, altri invece sono stati giudicati eccessivi e hanno deluso i fan. Fortunatamente questa nuova versione di “Aladdin” non ha infranto le altissime aspettative generate e si è rivelato un film meraviglioso, come promesso dal trailer. Nel complesso la trama è abbastanza fedele, l’umorismo, presente anche nell’originale, è stato accentuato ulteriormente in modo da far apprezzare la favola anche a un pubblico più cresciuto. La perfetta ricostruzione dei luoghi e dei costumi accompagnano lo spettatore in una fantastica atmosfera mediorientale, mista a quel soffio di mistero portato dal caldo vento di quei regni celati dal deserto. Ascoltando le canzoni si può tirare un sospiro di sollievo, in quanto non sono state modificate troppo da quelle vecchie e si è liberi di cantarle appassionatamente a squarciagola, infastidendo tutto il cinema. L’unica cosa criticabile è il comportamento di Jasmine in alcune scene, che pare troppo costruito apposta per accontentare il pubblico offrendogli un personaggio femminile forte. E’ giusto voler far riaffermare le principesse, ma sarebbe più apprezzato se ciò venisse fatto in modo naturale, in quanto non c’è bisogno di fare cose pazzesche per dimostrare la potenza di una ragazza. (Alessia Cuzzocrea)

ZABAIONE

Numero viii

Anno xiii GIUGNO 2019

THE GOOD PLACE Eleanor Shellstrop a seguito di un’imbarazzante morte causata da un mix per margarita, si risveglia nella “parte buona” dell’aldilà, a cui si rende presto conto di non appartenere. Non farsi scoprire è il suo unico obbiettivo, raggiungibile solo con l’aiuto del suo amico, nonché ex insegnante di filosofia morale, Chidi Anagonye. Conoscerà anche una inusuale coppia formata da Tahani Al-Jamil, raffinata ragazza con un accento inglese particolarmente pronunciato e un monaco buddista Janiu, fedele al suo voto del silenzio. Una serie che tratta principi fondamentali con una notevole leggerezza, che unisce l’ironia della situazione e la morale etica. Il regista Micheal Shur risulta brillante, creando una serie imprevedibile, piacevole e interessante, impreziosita dalle interpretazioni di Kristen Bell (Eleanor), Ted Danson (Michael, “essere” immortale) e William Jackson-Harper (Chidi). La consigliamo vivamente a chi è in cerca di qualcosa di poco puerile, che sia in grado di far riflettere e ridere contemporaneamente, insomma, un break non affatto banale. Che possa piacere o meno, la sua natura affascinante è indiscutibile. La serie contempla tre stagioni, 2 reperibili su netflix con episodi dalla durata di circa 20 minuti. Non spesso ci capita di avere gusti simili in fatto di serie, solo questo è la prova che può piacere proprio a tutti e che vale la pena darle un’occhiata. (Livia Crisostomo e Greta Manera)

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SVAGO

RECENSIONI-MOSTRE

dI GIULIA CAPPATO e LUDOVICA SANCASSANI

LEONARDO: LA MACCHINA DELL'IMMAGINAZIONE

ROY LICHTENSTEIN. MULTIPLE VISIONS

ncora una volta Milano rende omaggio a uno degli artisti più legati a questa città. Leonardo. La macchina dell'immaginazione è una mostra costituita da sette installazioni multimediali, la maggior parte delle quali interattiva, che proiettano il visitatore in un percorso che evidenzia i principali studi del genio. I principali punti di forza di questa mostra sono sicuramente l'impatto visivo che da subito ha sullo spettatore, e il coinvolgimento dato dall'interattività; le installazioni sono munite di microfoni e torce con i quali comunicare quale approfondimento si preferisce ascoltare e/o visualizzare. Questo aspetto è il grande vanto della mostra, che si differenzia per ciò da tutte le altre riguardanti lo stesso artista. Purtroppo, l'originalità del progetto non ha salvato la mostra dalla propria disorganizzazione. Nel complesso, la visita mi è parsa molto dispersiva e il percorso poco chiaro; a partire dalle sale che presentavano massimo due impianti, talvolta difficili da comprendere senza consultare le schede esplicative che erano situate da tutt'altra parte, e illeggibili continuando a guardare l'installazione. È inoltre inesistente un collegamento logico che guidi la visita, le sale sono pressoché sconnesse o, se un filo rosso c'è, non è per nulla evidente al visitatore. In conclusione l'esposizione non è spiacevole, anche se più che una mostra sembra una passeggiata attraverso sale scure accese da suggestive esperienze multimediali. (Ludovica Sancassani)

La mostra sul poliedrico artista Newyorkese Roy Lichtenstein, classe 1923, arriva al museo Mudec di Milano, con un percorso tematico diviso in otto fasi che parte dall'America dei Nativi arrivando al Far West con "Storia e Vernacoli", e va da quella pop postbellica, con le tipiche star bionde del cinema intitolata "Action Comics", fino all'ambiente totalmente diverso dell'Oriente. Grazie alla cura dell'organizzatore Gianni Mercurio, con "Multiple Visions" è possibile immergersi anche nel panorama produttivo delle opere di Lichtenstein, vedendo in che modo egli abbia prodotto le 100 stampe esposte a Milano, le sculture, gli arazzi e le editions concessi da musei di tutto il mondo. Sono presenti anche foto e video ed è possibile ammirare come le varie culture incontrate dall'artista siano state riebalorate secondo la personale visione pop e nella sua caratteristica "forma stampata", quella riporoduzione meccanica di una copia che poi diventa originale. Cominciando dal Cubismo misto all'Espressionismo, sono in realtà il design, il fumetto e la pittura, che, insieme al mondo dei cartoni animati e allo stile puntinato inconfondibile (vedi "Drowning Girl"), ne hanno fatto uno degli artisti più conosciuti e importanti del Novecento. L'ambiente dell'esibizione è stato impostato secondo lo stile fumettistico, basato su colori primari sgargianti e forti contorni neri è, i pavimenti si fondono con le opere, completandole e ampliandole nella tridimensionalità architettonica: l'arte non è più confinata nella tela, vuole uscire per toccare il mondo da cui Lichtenstein l'ha presa. (Giulia Cappato)

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Numero viii ZABAIONe


SVAGO

di Livia crisostomo E greta manera

TORO

Sei ancora convinto che alcuni prof ti grazieranno senza darti un debito, sarà proprio così?

ARIETE

Ci sei quasi! La fine dell’anno è vicina e potrai finalmente riposarti, se solo tua madre non ti svegliasse presto la mattina con il suo “sciabattare” e il rumore dell’aspirapolvere.

GEMELLI

Ok, ok, abbiamo capito che ti farai delle vacanze della madonna, ma non te ne vantare troppo, alla fine sarà la τύχη a decidere per te.

CANCRO

Prevedo per te una lunga e sudaticcia estate, piena di compiti e cose da fare. Il lato positivo è che col riscaldamento globale non finirà mai!

ZABAOROSCOPO LEONE

Abbello, scrollati l’ansia dalle spalle e goditi l’estate, la vita!

VERGINE

Tanto lo sai che non puoi sotterrarti nella sabbia, quindi prendi in mano la tua vita e guarda in faccia la realtà.

BILANCIA

Immagino che tu sia già in ansia per gli esami, a giugno o a settembre che siano. Bene non pensare che questo sentimento vada via col tempo. Proprio zero.

SCORPIONE

Un’altra estate sta iniziando, sei pronto per feste, calde notti sotto le stelle, tramonti romantici, cenette a lume di candela... da solo? Siamo sicuri che l’anima gemella non sia proprio dietro l’angolo.

SAGITTARIO

Non dimenticare che l’anno scorso hai fatto tutti i compiti a settembre, un incubo. Evitiamo di ripeterlo anche quest’estate, lo dico per te.

CAPRICORNO

Beh, iniziare l’estate con l’unico scopo di abbronzarti non mi sembra ottimale. Infatti stai simpatico al nostro amico sole, ci penserà lui ad arrostirti, come un pollo.

ACQUARIO

Una bella granita sulla spiaggia è proprio quello che ti servirà quando sarai finalmente libero. Peccato che questo non accadrà mai grazie a tutti i tuoi compiti... però divertiti!

PESCI

Eccoti qui, a leggere l’ultimo numero di “zaba”. Che ti manchiamo già è palese, ma a fine estate ci ritroverai qui, proprio come le “cotolle” e le “piade” del bar.

L’ANGOLO DEL LIBERTARIO dI LA BELLA E LA BESTIA

V

iviamo nel 2019, tempo in cui la stragrande maggioranza della popolazione mondiale adora gli animali. “Il cane è il miglior amico dell’uomo” ci viene detto alla scuola materna. E così è inevitabile che tutti i bambini crescano con un amore quasi innato nei confronti del mondo animale. Questa affermazione però potrebbe creare dei problemi, linguistici e morali: quello che noi chiamiamo “amare gli animali” può essere reso con il termine greco zoofilia. Se i nostri lettori non hanno ancora voltato pagina siamo fortunati.

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Numero viii

L'AMORE DEGLI ANIMALI

Perché dico questo? Perché zoofilia è senza ombra di dubbio una parola “brutta”, non ci piace sentirla e non ci piace usarla. Ci si potrebbe chiedere quale sia la definizione di zoofilia. Infatti, la parola deriva dal greco e significa letteralmente amore (φιλία) per gli animali (ζώον). La parola φιλία però ha una connotazione amicale, quasi come un amore fraterno, non una erotico-romantica. Segue che la zoofilia consiste esclusivamente nel provare attrazione sessuale verso un animale, non vuole dire farci sesso. Questo termine è troppo spesso usato in modo improprio e viene da

Anno xiii GIUGNO 2019

chiedersi quanto sbagliato sia amare un animale… se ci pensiamo, se dovessi amare il gatto del mio direttore starei facendo un torto a qualcuno? No! L’amore è un sentimento di cui tutti hanno oggettivamente bisogno, e come canterebbe qualcuno di molto illuminato: “all you need is love!”. Perciò ognuno ha il sacrosanto diritto di amare chi vuole, che sia un uomo, una donna o un animale. Il passo successivo è la zooerastia, fare effettivamente sesso con un animale. Di questo pensate quanto volete. Noi però non giudichiamo. 13


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ZABAENIGMISTICA CRUCIVERBA

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di riccardo varini

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ORIZZONTALI 1. Theodore Bronev, protagonista di un gioco della Nintendo . - 13. Un mensile italiano edito dai primi anni ottanta. - 14. Mantello del cavallo caratterizzato da peli e crini biondi, fulvi o rossicci. - 15. Roma in breve . - 16. Un libro di Pietro Grossi . - 19. Le consonanti della Liberia. - 20. Per l'ennesima volta. - 23. Niente, zero.... - 26. Atto del ferire. - 28. Un santo inglese . - 30. L'Indicatore della Situazione Economica Equivalente. - 31. Un traduttore, poeta, numismatico e drammaturgo italiano. - 32. Un fiume toscano . 35. Testa e coda della dab. - 37. Antimeridiano . - 38. Uno youtuber italiano. - 39. Vicendevolmente . - 44. Una divinità greca. - 45. Immagine fotografica ottenuta con il processo della dagherrotipia. VERTICALI 1. Un compito assegnato su un testo poetico. - 2. Quartiere, borgo.... - 3. Al centro del toro. - 4. Dario, drammaturgo italiano. - 5. Grandissimo, gigante.... - 6. Spranghe in latino. - 7. Articolo endopladmatico ruvido . - 8. ... soon ... possibile . - 9. Già in spagnolo. - 10. Cicerone . - 11. Il presidente ungherese. - 12. Né, neppure, neanche in inglese. - 17. Metodologia di gestione dei gruppi. - 18. In in spagnolo. - 21. In toscano è una grossa cesta di vimini per trasportare erba, fieno, pollame. - 22. Il futuro di φέρω . - 24. Usare 1 plurale del passato remoto. - 25. Una città della provincia di Fars (Iran). - 27. Sì al contrario . - 29. Un verbo latino di 2 coniugazione. - 33. Città brasiliana, famosa per il carnevale . - 34. Un errore nella scrittura del codice sorgente di un programma software. - 35. Un numero primo. - 36. All'intervallo è sempre affollato . - 37. Si genera con la fosforilazione ossidativa. - 39. Non va assieme a però . - 40. Vicino agli ordinali inglesi. - 41. Le due liquide . - 42. Un altro modo di dire atque . - 43. Né sì né no.

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P A R A F R A S I 1 3 9 7 8 5 6 2 4 6 4 5 9 2 3 1 7 8 7 8 2 4 1 6 9 3 5 6 7 4 5 9 3

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8 6 5 4 1 9

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R O F I R O O N C O E R I I S R N O I O O D

E S S N E O R R R A M E N E O B M U T A G H

O R L A E S O R E S N U T O S C A D B M U A L M E R R O

Y T O A U R L B L L A A I N R O A E N T T I P

N O R T I M E O

6 5 8 2 1 4 9 7 3 5 3 4 8 1 7

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SUDOKU NUMERICO

di GIULIA CAPPATO E ALESSANDRO SPAGNOLINI di FILIPPO SAVIO

In questa foto compare otto volte il nostro Preside, riuscite a trovarlo?

TROVA SODDU SVAGO


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