Zabaione_Novembre '18

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SONDAGGIO: FASCISMO E CONSAPEVOLEZZA

ZABAIONE NUMERO 2 Anno xiii

GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006

NOVEMBRE MMXVIII

INTERVISTE ANDREA VITALI LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

INTERVISTA AI RAPPRESENTANTI


EDITORIALE

EDUSCOPIO: CRITICA AL METODO

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di FILIPPO SAVIO

a alcuni anni, ormai, la Fondazione Agnelli mette a disposizione Eduscopio. Si tratta di uno strumento mediante il quale, a partire da dati statistici, viene valutata l’offerta formativa di molte scuole secondarie in tutta Italia. In parole povere, viene giudicata la capacità delle diverse scuole di prepararci al futuro, universitario o professionale che sia. Anche quest’anno la nostra scuola è comparsa nella classifica, e siccome qualsiasi cosa riguardi il nostro liceo fa notizia, l’uscita del blasonato Parini dalla top ten milanese non poteva che sollevare un gran polverone. Tornando a Eduscopio, i percorsi universitari vengono valutati analizzando i risultati del primo anno accademico; si parla dunque di esami sostenuti, crediti acquisiti e voti ottenuti. La qualità dell’ingresso nel mondo del lavoro, invece, è giudicata in base all’ottenimento o meno di un’occupazione, alla velocità con la quale è stato sottoscritto un contratto di durata significativa e alla coerenza o meno del lavoro trovato con gli studi compiuti. E fin qui verrebbe da pensare “tutto bene”: uno strumento completo e utile a molte famiglie. Sì e no. Infatti, due punti nella raccolta dei dati lasciano spazio a molte domande. Come prima cosa, il periodo preso in esame desta sospetti. Sul sito ufficiale si legge “A causa del lento aggiornamento dell’ANSU [N.d.R. Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari] scegliamo i più recenti anni accademici per i quali l’informazione è completa […]. Dunque,

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gli ultimi esami [N.d.R. universitari] presi in analisi sono quelli sostenuti entro la primavera 2017 dagli immatricolati dell’ultimo [N.d.R. 2015/16] dei tre anni accademici considerati”. In sostanza Eduscopio ci segnala – neanche troppo chiaramente, tanto che per accorgersene è necessario leggere la sezione Dati e metodologia – che i dati più recenti tra quelli presi in analisi riguardano gli studenti diplomati nell’estate del 2016. I numeri sono, in una parola, vecchi. Sono statistiche che vanno da due a cinque anni fa, un secolo se si parla della storia di una scuola. Cito un esempio a noi molto vicino: in due anni il nostro liceo è passato da 600 a 850 studenti, in cinque è passato dall’essere sul punto di chiudere battenti a dover applicare il numero chiuso. Questo non vuol dire necessariamente che i risultati delle analisi di Eduscopio siano errati. La mancanza di dati recenti, tuttavia, causa nel migliore dei casi una grave mancanza di chiarezza. Vi è poi un’altra questione degna di nota. Nella sezione Fonti principali si legge: “I dati riguardano tutti gli studenti iscritti in atenei italiani (pubblici e privati) […]. Inoltre, non esistono banche dati integrate che tengano conto anche delle immatricolazioni in corsi di primo livello in atenei esteri che, in ogni caso, riguardano un numero molto limitato di diplomati.” Questa volta il problema non è più il quando, ma il dove. Riassumendo le tre righe di virgolettato, se dopo la maturità decidi di studiare all’estero, tu per Eduscopio non esisti. Non ti sei immatricolato. La Novembre 2018

categoria a cui appartieni è troppo “limitata” per poter spostare qualche cifra nelle classifiche. Non considerare tutti quelli studenti che scelgono di studiare all’estero è grave; è un problema sia di metodo sia di principio. Di metodo perché vuol dire non tenere conto di dati potenzialmente rilevanti, di principio perché significa dire chiaramente a tutti i cervelli in fuga che qui in Italia li ignoriamo, non proprio un bel messaggio, insomma. Alla luce di queste considerazioni, suggerirei di leggere le classifiche di Eduscopio con occhio critico: non sempre un nome autorevole alle spalle è garanzia di affidabilità. Studenti considerati

707.827

Anni accademici considerati.

2013/2014; 2014/2015; 2015/2016.

SOMMARIO

intervista ai rappresenPAG. 3 tanti d'istituto GUARDIAMOCI ATTORNO pag. 5 INTERVISTA DOPPIA PAG. 7 L'UMANITà DEL GENIO pag. 9 SOLE, MARE E PAG. 10 VOGLIA DI PIZZA DUE PAROLE CON PAG. 12 L'AUTORE DEL LAGO RECENSIONI-FILM PAG. 14 RECENSIONI-MOSTRE pag. 15 ZABAOROSCOPO PAG. 16 CACCIA AL PROFESSORE pag. 16 ZABAENIGMISTICA PAG. 17

Anno xiii

NUMERO II ZABAIONE


ATTUALITÀ

INTERVISTA AI RAPPRESENTANTI D'ISTITUTO

di lAURA CAPOCACCIA, GIULIA CAPPATO, LIVIA CRISOSTOMO, ALICE CULTRERA, GINEVRA GIANNì, GRETA MANERA, LORENZO PIRAS, FRANCESCA ROMANO E ALESSANDRO SPAGNOLINI

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ommentate la vostra elezione. Sofia Aloni: Sinceramente pensavo che sarebbe andata meglio anche da come sono andate le assemblee, dalla reazione degli studenti. Il risultato è stato un po’ deludente se devo dirla tutta, ma comunque il nostro obiettivo era arrivare in Consiglio. Francesco Di Marzio: Siamo soddisfatti per i due seggi che abbiamo ottenuto: pensiamo che siano sufficienti per portare avanti il nostro programma e in ogni caso abbiamo già aperto un dialogo con i rappresentanti delle altre due liste e ci impegneremo perché i progetti che verranno attuati siano frutto di una volontà comune e non frammentaria. Filippo Rogledi: Non posso che commentare dicendo che sono felice del fatto che la nostra lista sia piaciuta tanto da guadagnare due seggi su quattro. Andrea Steiner: Sono molto contento a livello personale per quanto riguarda la mia elezione, voglio ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno dato fiducia a me e in generale alla lista; siamo arrivati abbastanza distanti da Idealista, ma siamo comunque soddisfatti del risultato ottenuto e pensiamo, anche con un solo candidato, di poter fare molto per questa scuola.

forza e quali quelli di debolezza della tua lista? Sofia: Intanto si parla di gruppo più che di lista, perché appunto noi siamo un collettivo e anche se solo io sono stata eletta, comunque non lavoro da sola. Mi è sembrato che fossimo l’unica lista con qualcosa da dire, con qualche contenuto vero e qualche idea interessante, anche a livello di attività proposte. Forse il nostro punto debole è stato l’essere stati poco aggressivi quest’anno, perché siamo sempre stati criticati su questo e quindi quest’anno abbiamo deciso di non attaccare le altre liste. Francesco: I punti di forza della nostra esposizione sono state le iniziative che abbiamo proposto e che sono già tutte pronte, mentre un punto debole probabilmente l’incapacità di attirare l’attenzione

e coinvolgere gli studenti in alcuni momenti . Filippo: Credo che i punti di forza siano stati la nostra voglia di fare e la volontà di includere tutti quanti in un progetto che non si limita al presente. D’altra parte, penso che il nostro punto debole sia stato l’apparire distaccati, ho paura che non tutti si siano sentiti inclusi ascoltando i nostri discorsi. Andrea: I punti di forza sono stati sicuramente il fatto che il nostro fosse un progetto già pronto con tante proposte già attuate; un punto di debolezza, come mi hanno detto in tanti, è stata la mia assenza durante il secondo giorno di assemblea, senza contare gli attacchi (anche legittimi) ricevuti dagli altri candidati ai quali non siamo stati in grado di rispondere esaustivamente.

Durante i dibattiti elettorali quali credi siano stati i punti di ZABAIONE

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ATTUALITÀ

Idealista, quale credete sia l’elemento che ha portato all’elezione di un candidato in più rispetto alle altre liste? Francesco: Evidentemente abbiamo ispirato più fiducia. Penso che sia gli eletti sia i non eletti fossero molto preparati e abbiano fatto un’ottima impressione nelle assemblee. Filippo: Credo ci siano più fattori, un insieme di cose che ci hanno permesso di guadagnarci due seggi: le nostre proposte, il modo in cui ci siamo presentati durante le assemblee e i nostri candidati. Per chi di voi è al quinto anno: credete che l’Esame di Stato possa sottrarvi risorse in termini di tempo e fatica a scapito del vostro mandato di rappresentanti? Francesco: Sicuramente toglierà risorse, ma non a scapito della responsabilità che ci siamo voluti assumere. Ovviamente bisognerà essere molto organizzati e precisi nella gestione del proprio tempo, soprattutto nella parte finale dell’anno.

Filippo: La maturità richiede sicuramente tempo e fatica, ma non a scapito di quello che ci siamo promessi di fare. Andrea: Non penso che mi occuperà tutte queste risorse: io ho scelto di dedicare tempo a questo impegno con consapevolezza e penso che essere al quinto anno non sia una limitazione ma che permetta di lasciare un segno in questa scuola. Quale parte del programma di ogni lista pensate di portare avanti? Sofia: Tutti quelli che riusciremo a portare avanti, come i corsi di autodifesa, di primo soccorso (che verrà fatto con Hasta La Lista), il progetto sul carcere e quello sui migranti e stiamo organizzando laboratori musicali e poetici all’interno delle assemblee di istituto. Francesco: Non è ancora chiaro al momento, ma ci incontreremo a breve per definire una linea comune da seguire anche in vista del primo consiglio d’istituto. Abbiamo deciso di portare avanti le proposte

più pratiche, per cui probabilmente il nostro programma sarà quello che vedrete più realizzato, dato che avevamo già tutto pronto. Filippo: Noi siamo sicuri di voler portare avanti, in collaborazione con le altre due liste, i progetti che, perlomeno a noi rappresentanti, sembrano più fattibili, ma che soprattutto sono voluti dal corpo studentesco. Mi sento di poter citare in questo momento la proposta del Collettivo riguardante le carceri. Andrea: Come sapete dalle nostre proposte alcune di esse erano molto simili e tutte le convenzioni sono già state attuate e sono pertanto già pronte; per quanto riguarda i tornei scolastici ed extrascolastici verranno portati avanti di sicuro, così come il cineforum, un progetto proposto da tutte le liste, ma anche le feste e i concerti. Dobbiamo solo ragionare un attimo per capire come gestire i progetti più “unici” proposti dalle varie liste: quali accantonare e quali no.

RAPPRESENTANTI ALLA CONSULTA PROVINCIALE

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n cosa consiste il lavoro di rappresentante alla Consulta Provinciale? Alessia De Cicco: Prima di tutto la Consulta è un organo dove due ragazzi di ogni scuola si incontrano per parlare di argomenti riguardanti le loro scuole, ma soprattutto per creare lì dei progetti che poi verranno portati a scuola. Ad esempio l’anno scorso è stato creato un progetto sulle malattie sessualmente trasmissibili, poi degli esperti sono venuti al Parini per parlarne, e questo progetto è frutto del lavoro della Consulta. Nicolò Baiardo: Il nostro lavoro, dal punto di vista pratico,

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consiste nel partecipare alle assemblee che si svolgono mensilmente, ma, sostanzialmente è invece quello di lavorare a progetti che possano coinvolgere tutte le scuole milanesi presenti in consulta. Inoltre, con il presentare dei problemi riguardanti un individuale organo scolastico, la consulta si occupa anche di provare a risolverli parlandone anche con la provincia.

fatto che gli studenti non si sentano rappresentati dalla Consulta perché questa ha un ruolo non interno alla scuola ma all’esterno, a livello provinciale, quindi si sentono più rappresentati dai Rappresentanti d’Istituto che invece hanno un ruolo fondamentale qui e non all’esterno; tuttavia, come ho già detto, molti progetti vengono proposti e realizzati dalla consulta. Nicolò: Sì, ma non ritengo sia Temete che, a livello di per- un problema, credo che il lavoro di cezione studentesca, la figura di rappresentante di istituto sia più Rappresentante alla Consulta pas- coinvolgente e a contatto con gli si in secondo piano quando si par- studenti mentre quello della Conla di Rappresentanti d’Istituto? sulta è chiaramente più di sottoAlessia: Sì, ma credo sia per il fondo. Novembre 2018

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SO G AG ND

GUARDIAMOCI ATTORNO

QUANDO I FANTASMI DEL PASSATO BUSSANO ALLA PORTA

di ruth demichelis e federico mantaci vignetta di sara illuminato Questo articolo nasce da un’idea venutaci riflettendo su fatti recenti. Abbiamo pensato di sottoporre un sondaggio per conoscere le opinioni degli studenti. I risultati si basano su un campione di 167 ragazzi di diverse fasce di età. Le domande, due a crocette e tre aperte, erano inerenti alla consapevolezza storica sul fascismo e alla modalità di informarsi, comprendendo anche la tipologia di fonte, riguardo a tematiche di politica attuale.

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ome è cambiata la tua percezione dei fatti nel tempo? Se non ci hai mai fatto caso, prenditi un attimo e riflettici. La notizia di un barcone affondato fa molto meno effetto oggi rispetto a cinque anni fa. Fa male, ovvio, ma inevitabilmente si innesca quel meccanismo per il quale il fatto non è più sporadico e straordinario, ma fa parte di una concatenazione di eventi a cui ci stiamo tristemente abituando. Secondo alcuni giornalisti, come Fintan O’Toole, quello che stiamo vivendo non è definibile post-fascismo, bensì pre-fascismo. Dare a un gruppo di persone il “gusto della brutalità” consente di de-umanizzarle e di alzare gradualmente la posta in gioco. Si tratta di un processo involontario che porta prima all’abitudine e poi all’assuefazione. Qui subentra l’indifferenza, ciò che germoglia dall’assuefazione delle coscienze. Si perde così la capacità di reagire e opporsi, arrivando a non mettere più in dubbio l’opinione generale. Uno studio condotto da tre economisti dell’università americana di Harvard sottolinea come ZABAIONE

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gli italiani tendano a sovrastimare di circa il doppio il numero di immigrati presenti sul loro territorio. Una delle cause è senz’altro il tono allarmistico utilizzato dai media, aventi talvolta come unico scopo quello di creare allarme e notizia. Uno dei modi per non lasciarsi suggestionare dall’opinione politica mascherata delle varie testate è quella di attingere a più fonti e l’11% degli studenti intervistati dichiara di utilizzarne una sola, principalmente giornali online o social.

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Non è forse questo un principio di omologazione del pensiero? Il 57% dei ragazzi sottoposti al sondaggio percepisce come concreto il pericolo del ritorno del fascismo. Come sostengono alcuni di loro, l’effetto scatenante potrebbe essere la mancata gestione del malcontento della popolazione, che alimenta l’odio e la paura nei confronti del diverso, il quale finisce per essere identificato come un capro espiatorio. Benché l’organizzazione politica del mon-

LA VIGNETTA

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IO

ATTUALITÀ


IO ND AG G SO

ATTUALITÀ

do di oggi escluda la possibilità del ritorno di un regime dittatoriale, molti studenti vedono nei governi di diversi paesi una minaccia concreta. Il restante 43% presenta un’opinione discorde: alcuni confidano nella sua irrealizzabilità in quanto illegale. Per la legge Mancino (n.205), promulgata nel 1993, è punibile a) con la reclusione fino a tre anni chi diffonde idee basate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi in qualsiasi modo incita a commettere violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali o etnici. Possiamo quindi ritenerci tutelati o addirittura dispensati dal dover agire perché “tanto c’è la legge”? Altri credono che gli italiani non lo permetterebbero. Ma l’ideologia potrebbe essere così mascherata da renderne quasi impossibile il riconoscimento, poiché si manifesterebbe lentamente e in modalità diverse rispetto al passato. C’è anche da prendere in considerazione il grado di consapevolezza in merito: la maggior parte dei ragazzi dichiara di essersi volontariamente documentata in aggiunta all’obbligo di studio scolastico, principalmente mediante visione di film o lettura di saggi. Infatti, il 64% ritiene che la conoscenza della materia possa impedirne il ritorno. Se la storia si ripete, allora, «meditiamo che questo è stato» e facciamo sì che il nostro presente sia diverso. Abbandoniamo i cattivi esempi dei padri, saliamo sulle spalle dei giganti e guardiamo più in là. 6

11%

Riguardo alla situazione politica attuale sei abituato a informarti da:

89%

Una fonte

Più fonti

Tipologia di fonte Social Libri Riviste Giornali online Giornali cartacei 0

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Qual è la tua consapevolezza storica sul fascismo? Nessuna Altro Letto saggi/visto film Studiato a scuola 0

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Ritieni che la conoscenza della materia possa impedirne il ritorno?

25% 64%

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No

Non in assoluto

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ATTUALITÀ

INTERVISTA DOPPIA

LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, FIN DOVE PUÒ ARRIVARE?

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di tito longo e emma orsenigo

lle domande hanno risposto due studenti/ studentesse della nostra scuola scelti secondo un criterio casuale. Per motivi di privacy, il loro nome rimarrà nascosto.

economico, né psicologico. In ogni caso non deve nuocere agli altri in alcun modo, perché, come si dice “la mia libertà finisce dove comincia la tua”.

sono particolarmente pericolose per la comunità, come per esempio la fake news sulla pericolosità dei vaccini, che a detta di alcuni, subito smentiti da validissime ricerche scientifiche, porterebbero, Secondo te in Italia c’è liber- in alcuni casi, all’autismo. Ovviatà di espressione? Cosa la limita? mente non possiamo considerare Come definiresti la libertà A: In Italia senza dubbio non ogni opinione o informazione pedi espressione? manca la libertà di espressione: ricolosa, però c’è da tenere a menA: La libertà di espressione è mi pare che siamo al 46° posto te il fatto che la nostra società si il diritto di ogni cittadino di espri- nella graduatoria per la libertà di è evoluta avendo molti più mezzi mere le proprie opinioni in qual- stampa di Reporters Sans Fron- per diffondere le idee e le proprie siasi modo egli ritenga opportuno. tières. Tuttavia mi sembra sia un convinzioni e questo è un rischio Non deve interessare quanto le po’ limitata dal fatto che noi non che ci stiamo tutti assumendo. opinioni possano essere condivise ne approfittiamo come potremB: Certo che ci sono casi in da altre persone. mo, soprattutto se prendiamo in cui è giusto usare la censura! RiB: È un diritto fondamenta- considerazione episodi come, per peto: quando le persone la usano le che deve assolutamente essere esempio, il tentativo del Movi- per esprimere opinioni con un’acgarantito a tutti gli esseri umani: mento Cinque Stelle di tagliare i cezione offensiva che può risultare credo davvero che la possibilità fondi per l’editoria all’estero. molto pesante, quando qualcuno per ogni persona di dichiarare le B: Diciamo sì e no. Sicura- esprime un parere che va a offenproprie idee e opinioni, senza che mente ci sono paesi in situazioni dere qualcun altro, nonostante siano necessariamente uguali a ben peggiori della nostra, e sicu- ogni caso sia diverso dall'altro, asquelle della maggioranza, sia alla ramente questi sono tanti, ma po- solutamente sì. base di una società egualitaria. tremmo migliorare molto. Potrebbe essere limitata dalla Toglieresti la parola a qualFin dove si può spingere? classe politica, che, poiché teme cuno quando questa rischia di A: In certi casi la libertà di che dare voce a chiunque possa ledere le persone? espressione può diventare diffa- danneggiarli in qualche modo, A: Non credo sia giusto togliemazione o truffa, ma per il resto non permette che tutti possano re la parola, magari sarebbe giusto secondo me non dovrebbe avere dire in qualsiasi maniera quello invitare chi sta parlando o scrilimitazioni, in quanto è un princi- che pensano. vendo ad ammorbidire il tono con pio fondamentale del concetto di cui sta esprimendo le proprie idee, libertà in sè: una persona non può Ci sono casi in cui è giusto oppure, al massimo, non lasciar dirsi davvero libera se non si può usare la censura? diffondere alcuni messaggi, in casi esprimere. A: La libertà di espressio- estremi, però. In generale, se una B: Secondo me non deve mai ne a volte rischia di tramutarsi persona divulga informazioni con arrivare a risultare lesiva nei con- in qualcosa di nocivo: per questo cui non si è d’accordo e che si ritenfronti delle persone. Non deve credo che la censura possa essere gono folli, è comunque un gruppo interferire in alcun modo sul be- usata in determinati casi in cui le di dati che ognuno cataloga, giudinessere delle persone né sul piano informazioni e le idee divulgate ca e considera come giusto o sba-

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ATTUALITÀ

gliato in base a parametri personali e completamente soggettivi. Per questo sta a te decidere se quell’idea o opinione sia o no un modello di ciò che non vuoi condividere. B: Come dicevo prima, assolutamente sì. La libertà di espressione è un diritto che però non deve danneggiare le altre persone in alcun modo, altrimenti diventa uno scudo dietro cui pararsi nel nome di un ideale astratto per poter dire tutto ciò che si vuole senza doversi preoccupare delle conseguenze. Tuttavia, l’esperienza di ogni giorno ci insegna che ciò non è possibile, e per questo vanno tenute in conto e bisogna sapere quando ci si deve fermare.

te” o comunque non serie e del tutto inadatte all’informazione. Le affermazioni del Movimento Cinque Stelle non mi sono piaciute perché mi è sembrato stessero cercando di limitare quello che è il diritto di ogni cittadino, dato che non si può pretendere di mettere a tacere una voce soltanto perché ti sta criticando, e oltretutto, facendo ciò, minano ancora di più un equilibrio già instabile. B: Secondo me il problema è che non si può partire dal presupposto che se qualcuno ti pone una critica sia necessariamente in errore. Attacchi ai giornalisti e al loro lavoro sono in linea di massima scorretti, anche se bisogna cercare di capire a cosa sono dovuti. Se sono insulti è un conto, se Cosa pensi dei toni aggres- sono critiche costruttive o consisivi recentemente adottati da al- derazioni oggettive un altro. Cocuni esponenti del Movimento munque si deve anche considerare Cinque Stelle nei confronti dei che, così come ci sono alcuni giorgiornalisti? nalisti che criticano il movimento A: Lo trovo un errore, soprat- Cinque Stelle, ce ne sono altri che tutto perché stiamo vivendo un lo elogiano e altri ancora che criperiodo di difficoltà per il giornali- ticano altri partiti. In ogni caso, se smo, anche a causa della diffusione fosse necessario usare toni pesanti delle testate online, dove vengono in risposta a determinate testate pubblicate senza alcun ritegno o che utilizzano toni aggressivi nella criterio delle notizie false, “rigira- critica o insultano pesantemente

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chi la pensa diversamente da loro sarebbero legittimati a farlo. Il Movimento Cinque Stelle ha espresso l’intenzione di tagliare i fondi per l’editoria italiana all’estero. Se succedesse, potrebbe essere considerato un limite alla libertà di espressione? A: Certo che lo è. Quando si parla di libertà di espressione non si può non tenere in considerazione il numero di persone a cui un’informazione o un’idea può arrivare. Perciò non dobbiamo fermarci all’Italia, anzi: è nostro diritto e dovere diffondere tutto ciò che riteniamo corretto, a partire dall’attualità, dai fatti di cronaca e da quanto concerne il giornalismo, facendolo arrivare a più gente possibile, anche per ritenerci un paese in cui la libertà di espressione si esercita, e per salire in graduatoria, cosa che in questi due ultimi anni abbiamo già fatto e dobbiamo continuare a fare. B: È una proposta senz’altro ambigua. Pare abbastanza una cosa fatta per interesse. Togliendo soldi ai giornali fanno sì che molti non possano più pubblicare e in questa maniera tolgono loro la parola. Dal momento che non si sa se si tratterebbe di togliere tutti i soldi a tutti i giornali contemporaneamente si rischia anche che venga tolta la possibilità di pubblicare lo stesso numero di copie solo a determinati giornali. Si rischierebbe di entrare in una logica in cui si dice: “se mi critichi ti tolgo i soldi, così ti metto a tacere". Di conseguenza è una proposta che sarebbe quantomeno meno dubbia se fosse più netta, quindi se prevedesse che lo Stato lasci un’indipendenza totale ai mezzi d’informazione.

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Q EC UA C ES E TIO

ATTUALITÀ

L'UMANITÀ DEL GENIO

L'OPERA NON È LO SCRITTORE... O FORSE SÌ?

di emma orsenigo

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on abbiamo abbastanza capacità di astrazione per definire cosa sia la bellezza e tuttavia nel tempo l’abbiamo attribuita a molte opere artistiche, diversissime tra loro. Nel campo della letteratura, spesso trasferiamo agli autori ciò che amiamo nei loro libri. Siamo abituati a credere che la bellezza di un’opera rispecchi quella nell’animo dell’artista, ma la bellezza ha a che fare con il genio e il genio non è sempre umano. Ezra Pound fu un fascista e il suo cognome è stato scelto da Casa Pound, partito di estrema destra che oggi fa paura a molti; fu anche autore dei Cantos e un uomo dalla cultura vastissima – segretario del poeta Yeats e corrispondente di Joyce –, senza l’intervento del quale The waste land di T. S. Eliot non avrebbe vinto il premio Nobel. Figura meno affascinante ma altrettanto indicativa, Louis Ferdinand Céline seguì il Nazismo fino alla fine e scrisse Viaggio al termine della notte. Il nostro primo impulso è cercare qualche attenuante, ma il talento non giustifica le scelte, può solo coesistere. Segue un rifiuto dell’opera, come se leggendola – e apprezzandola – ci fossimo macchiati del consenso dell’autore. Nessuno sano di mente vorrebbe sentirsi vicino a un nazifascista. E’ particolarmente difficile e doloroso parlare di questi autori perché, nonostante nessuno di noi li abbia

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vissuti di persona, orrori come il nazismo e il fascismo sono troppo recenti per smettere di ossessionarci e ferirci. Anche se non possiamo perdonare le persone, dobbiamo riconoscere il valore delle opere: ancora adesso, una persona può immergersi in uno dei Cantos o nel Viaggio al termine della notte’nonostante il divario temporale e la diversa mentalità di allora. Prendiamo le storie di questi autori come arricchimenti, per quanto tremendi, senza le quali queste opere ci farebbero crescere meno. Immaginiamo di leggere La Divina Commedia senza conoscere nulla di Dante: il poema oggi avrebbe lo stesso valore? Senza dubbio, verrebbe considerato in termini diversi. Il problema, in realtà, è ancora etico: come può essere accettabile un’opera riconducibile a un fascista o a un nazista? È ancora la questione del genio, di capire che, nonostante le loro scelte siano state un

susseguirsi di sbagli e crimini, la loro produzione letteraria è buona e lo rimane nonostante tutto. La bellezza è sempre bellezza. In fondo, inoltre, come ci insegna Madame Bovary, non è questione di cosa si legge, ma di come si affronta il testo. Pound e Céline, da una certa prospettiva, hanno semplicemente scritto. Alla fine, però, quelli che ricavano qualcosa da quell’opera siamo noi. Se ancora non riusciamo a fare pace con l’origine di queste, possiamo sfruttare la nostra rabbia per una riflessione su cosa abbia potuto spingere uomini di cultura come loro verso il totalitarismo – considerato una conseguenza dell’ignoranza generale – e su come noi, ragazzi di oggi, possiamo difendere la democrazia attraverso la cultura stessa. Come la Storia ha dimostrato, proteggere i libri, tutti, è fondamentale o la libertà vacilla.

Francesca: Venivi innanzi uscendo dalla notte recavi fiori in mano ora uscirai fuori da una folla confusa, da un tumulto di parole intorno a te. Io che ti avevo veduta fra le cose prime mi adirai quando sentii dire il tuo nome in luoghi volgari. Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero e che il mondo inaridisse come una foglia morta, o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via, per poterti ritrovare, sola. Ezra Pound

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AL PAR L’E INI ST AN ER I O

ATTUALITÀ

SOLE, MARE E VOGLIA DI PIZZA L'ESPERIENZA AUSTRALIANA DI DAVIDE ROSSI

di davide rossi

C

are pariniane e cari pariniani, eccomi a parlarvi della mia esperienza! Vi scrivo da 16000 chilometri di distanza, precisamente da Bribie Island, una piccola isola nella Sunshine Coast australiana, quel posto in cui la gente gira a piedi scalzi per le strade, dove l’estate è eterna ed è possibile incontrare canguri quotidianamente. Vivere sei mesi all’estero significa diventare australiano per un po’ di tempo, svolgendo tutte le loro attività. La scuola è esattamente l’opposto di quella italiana. Avete presente quel luogo comune per cui gli australiani non fanno nulla oltre a surfare? Completamente vero. Innanzitutto, un aussie non conosce il significato della parola ‘compiti’. Si fa tutto in classe, e si viene valutati attraverso dei brevi esami e degli assignments, che sono delle ricerche di cui viene corretta la brutta. Persino le materie sono totalmente diverse: le uniche obbligatorie sono inglese – per carità, non pensiate che si faccia letteratura, troppo difficile – e matematica. Per il resto ogni studente può scegliere materie che spaziano da cucina a teatro, da Marine Science a Film, da Aquatic Practices a Recreation. Ovviamente una scuola organizzata in tale modo suscita non pochi dubbi sulla sua utilità ed efficacia per i propri iscritti, che infatti spesso denotano un’intelligenza, un’attitudine verso le novità e una capacità di gestire i problemi non precisamente brillanti. Dall’altro 10

lato, questa scuola lascia un sacco di tempo libero, che può essere impiegato in svariati modi, e in un posto come l’Australia davvero non ce ne si può lamentare. Infatti, se c’è una cosa che alla Sunshine Coast non manca è il grandissimo numero di attività che si possono svolgere. Durante la settimana si può andare in spiaggia, nel weekend si possono esplorare dei bellissimi parchi naturali, altrimenti si può andare a visitare Brisbane, oppure si può surfare, dato che ci sono tantissime spiagge di sabbia bianca con delle onde eccezionali. Tuttavia, essere un exchange student non è solo andare in giro a divertirsi, o visitare un nuovo posto, è molto di più. E adesso che la mia esperienza è agli sgoccioli me ne rendo conto più che mai. Qui in Australia sono cambiato, sono cresciuto. Essere un exchange student significa partire, e andare in un

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contesto pienamente diverso, dove non si conosce nessuno e si è costretti a cominciare una nuova vita. Ed è come un gioco, in cui bisogna riuscire a far sì che l’intensità dell’esperienza che si sta vivendo faccia superare la mancanza della pizza (e fidatevi, la pizza – o il cibo italiano più in generale – è assolutamente ciò che manca più di tutto e tutti). Partire significa capire che forse la vita non è concentrata nella Cerchia dei Navigli, ma che là fuori è pieno di persone interessanti, con storie diverse e tutte da conoscere. Per questo il consiglio che mi sento di dare a tutti quei ragazzi che stanno decidendo se partire è di farlo, di non guardare ai due chicchi di riso che hanno cresciuto a Milano, quando c’è un intero campo da scoprire, perché partire è maturare, partire è espandere i propri orizzonti ed esplorare il fuori.

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ZABAIONE SPECIALE DI NARRATIVA

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e ti appassiona scrivere racconti, poesie o qualsiasi altro tipo di componimento, escluso l'articolo di giornale, questa è la tua occasione!

Inviaci i tuoi scritti (anche in forma anonima) entro il 15 aprile 2019 e potrai far parte del nostro "Numero Speciale di Narrativa" mail: parini.zabaione@gmail.com

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SVAGO

DUE PAROLE CON L'AUTORE DEL LAGO INTERVISTA AD ANDREA VITALI

dI martina lombardo, maria vittoria massarenti, antonio rezgui e francesca romano

A

ndrea Vitali nasce il 5 febbraio 1956 a Bellano. È uno scrittore e medico italiano. Dopo aver frequentato quello che lui stesso definisce «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, rinuncia alle sue inclinazioni verso il giornalismo e, per soddisfare le aspirazioni paterne, si laurea in medicina all'Università Statale di Milano nel 1982. Dopo venticinque anni di attività abbandona la professione medica nel 2014 per dedicarsi alla scrittura. In campo letterario esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore. Nel 2004 gli è stato assegnato il Premio Dessì, sezione narrativa, per il romanzo La signorina Tecla Manzi. Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà. Nel 2008 ha vinto il Premio Boccaccio per tutta la sua produzione narrativa e in particolare per La modista, con cui ha ottenuto anche il Premio Hemingway.

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er cominciare vorremmo chiederle un aneddoto sulla sua vita da scrittore. Ce ne sarebbero tanti, credo tuttavia che il più interessante sia sicuramente quello che ha determinato il mio esordio. Quando consegnai i miei primi racconti il mio editore li definì “impubblicabili”, ma poiché era un uomo intelligente 12

mi spiegò anche il perché. Ciò era legato al fatto che leggendo troppi testi di letteratura del Diciannovesimo secolo, avevo acquisito uno stile di scrittura ottocentesco. Questo aneddoto sottolinea quindi quanto sia necessaria la lettura per imparare a scrivere e quanto essa influisca sulla scrittura. Modernizzato il linguaggio di quegli stessi testi, me li pubblicò circa sei o dodici mesi dopo questa prima formazione, questo primo contatto. Leggendo i suoi libri ci si rende conto del fatto che nonostante lei usi un registro elevato e dei termini aulici, la lettura riesce comunque a essere scorrevole, come ha fatto a uscire da questo schema? Se si vuole scrivere qualcosa negli anni duemila si deve utilizzare un linguaggio che sia comprensibile per chi vive in quel determinato periodo, non è più possibile scrivere “era una notte buia e tempestosa”, adesso si scrive “era una notte punto”, termina lì. Nonostante ciò, non posso abbandonare il vezzo e l’apprezzamento nel raccontare, che ha determinato la mia cultura di lettore; per questo motivo cerco di coniugare la semplicità e la linearità del racconto, senza però dimenticare di tanto in tanto quella parola, quell’espressione che dà un sapore in più al racconto che, in un certo senso, lo nobilita. Novembre 2018

Secondo lei, rispetto ai decenni precedenti o a quando era giovane, il valore della letteratura è aumentato o diminuito? Per me personalmente non si è mai modificato, perché la letteratura, i libri e la lettura sono sempre stati una componente indispensabile della mia vita quotidiana: il passare una giornata senza leggere -anche poco- per mancanza di tempo non esiste. Per cui, se devo dare una risposta dal mio punto di vista, non è mai cambiato, è sempre stato un valore fondante e tale è adesso. Per me leggere non vuol dire occupare il tempo libero, ma significa semplicemente occupare il tempo. Mentre, a livello italiano, sono poco convinto di quello che tante statistiche raccontano, cioè che gli italiani e i giovani non leggono o leggono poco. I giovani che mi capita di incontrare sono ragazzi che leggono, anche se ovviamente quello che appassiona loro. Io non posso pretendere che i ragazzi si interessino ai miei libri o alla Divina Commedia se non li trovano stimolanti. La cosa importante è leggere, perché leggere è una chiave di ingresso in molti mondi: si può partire da Harry Potter o dai libri di Fantozzi e rimane sempre lettura. Se scatta quella molla, poi da Harry Potter si passerà a studiare la storia medievale o il canzoniere eddico per capire da dove deriva la saga, quali radici culturali ha J.K. Rowling

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e cosa le ha permesso di scrivere la sua storia. È un effetto domino che, se si innesca, non si ferma più: per questo l’importante è che si legga, si sia affascinati da questo mondo incredibile e non si ritenga la lettura una attività noiosa, come talvolta viene malamente intesa.

ri onniscienti così da avere sotto gli occhi tutti gli elementi della storia; È necessario non mettercisi in mezzo per evitare di cadere nell’autobiografismo o in cose che renderebbero la storia meno interessante. Essere dei narratori è simile a essere gli spettatori di un film: si guarda la scena che scorre Parlando di giovani, cosa senza essere implicati nella storia consiglierebbe ai ragazzi che vo- narrata. Si è solamente dei testigliono intraprendere la sua pro- moni esterni e si narra quindi un fessione? racconto che, verosimilmente, si Sicuramente, lo ripeto, direi può aver vissuto o completamente loro innanzitutto di leggere per- inventato. ché la lettura fornisce il vocabolario necessario per la scrittura Quali sono gli scrittori che e insegna come organizzare una ammira di più e a cui si ispira? storia, come raccontarla e chiarirGli scrittori che ammiro di la a sé stessi per renderla quindi più sono quelli “veri” e irraggiunfruibile agli altri. È poi fondamen- gibili, a partire dai grandi del pastale avere qualcosa da raccontare. sato come Omero, per arrivare Inoltre, secondo me, per a quelli moderni, come Haruki quanto riguarda la narrativa come Murakami, Peter Handke, Ferquella che pratico io, più si è lon- nando Aramburu, Andrea Camiltani dalla storia che si racconta leri, Cormac McCarthy, per citare meglio è. Bisogna essere narrato- qualche nome...

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Sono scrittori che narrano di mondi molto lontani da me e che dimostrano che con la scrittura si può raccontare di tutto, e soprattutto si può trasportare un universo intero dove si vuole: io non conoscerò mai il Giappone di Murakami, però, quando leggo le sue storie, i suoi racconti e i suoi romanzi - anche i più lunghi o complicati - intuisco il mondo in cui lui vive, lavora, immagina e opera. Questa è la meraviglia della parola scritta! Quando leggo l’Odissea, vivo quel mare che ovviamente non potrò mai vivere davvero perché non esiste più, vivo quei sogni, quelle avventure… Quando Ulisse approda finalmente a Itaca e c’è quel verso in cui dice “ditemi per favore se questa è davvero Itaca” mi si rizzano i peli sulle braccia perché capisco l’emozione del ritorno. Io torno a casa mia, lui torna a casa sua, però il sentimento è lo stesso.

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RECENSIONI-FILM

dI Maria cattano e francesco sozzi

A

ANNE WITH AN E

nne with an E, in italiano Chiamatemi Anna, serie tv ispirata al romanzo Anne of Green Gables di Lucy Montgomery, è approdata nel 2016 su Netflix e ha subito riscosso un enorme successo. La trama è semplice: l’orfana Anne Shirley, undicenne dal viso lentigginoso e dalle lunghe trecce rosse, viene adottata dai fratelli Marilla e Matthew Cuthberth. Inizia così la sua vita a Green Gables, fattoria situata nella campagna della Nova Scotia. Non tutto fila liscio immediatamente: Anne dovrà affrontare innumerevoli vicissitudini prima di riuscire ad ambientarsi a Green Gables e superare tutti i preguidizi che circolano in paese su di lei, ma la sua fantasia e smisurata intelligenza la renderanno capace di cavarsela in ogni situazione. I personaggi della serie sono ben delineati, la performance degli attori è ottima, i paesaggi e l’ambientazione da sfondo alla storia sono a dir poco mozzafiato. Gli episodi hanno una durata media di 50 minuti l’uno, ma, sebbene inizialmente la lunghezza rischi di annoiare, con il progredire della serie la storia diventa sempre più avvincente fino a tenere lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine della serie. Una “fine” solamente provvisoria: la serie canadese è stata infatti recentemente rinnovata per altri 10 episodi, la cui data di uscita non è ancora stata comunicata. L’affezionato pubblico non vede l’ora di ritrovare Anne, la sua famiglia e i suoi amici in una terza stagione che, si spera, sarà emozionante tanto quanto le due precedenti. (Maria Cattano)

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FIRST MAN

irst Man, è questo il titolo del nuovo film diretto da Damien Chazelle, regista del pluripremiato La la land, interpretato da Ryan Gosling nel ruolo di Neil Armstromg e da Claire Foy nel ruolo di Janet Armstrong. Oggetto della trama non sono solo le celebri imprese spaziali di Armstrong, tra cui lo sbarco sulla Luna, ma anche le sue dolorose vicende familiari. Chazelle, infatti, non dipinge Neil come un eroe, ma come un semplice uomo, che soffre e vive. In una delle prime scene vediamo Neil perdere la figlia più piccola a causa di un tumore. Il dolore generato dalla perdita rimarrà per sempre nel cuore del protagonista e diverrà la spinta che darà lui l’occasione di intraprendere un viaggio come quello sulla Luna: una sofferenza così grande può essere vinta solo da un’impresa altrettanto grande. Questa idea è sottolineata da una delle ultime scene della pellicola e dalla fine che farà il braccialetto della figlia. Il film non evidenzia solo gli aspetti umani di quello che viene considerato un eroe ma anche le difficoltà da lui incontrate per poter arrivare al suo obiettivo, sbarcare sulla luna. Scena importantissima quella in cui la moglie di Neil paragona gli astronauti a dei ragazzini che giocano con aeroplanini di carta insinuando che nessuno di loro abbia davvero il controllo di ciò che poterebbe accadere nello spazio. (Francesco Sozzi)

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RECENSIONI-MOSTRE

di alessia cuzzocrea ED emma orsenigo

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ROMANTICISMO

i tiene da pochi giorni presso le Gallerie d’Italia la prima esposizione mai realizzata sul contributo italiano al movimento nato a inizio Ottocento, che ha cambiato la sensibilità e l’immaginario del mondo occidentale, influenzando ogni forma d’arte: il Romanticismo. Durante la visita si possono ammirare opere che spaziano dalla fase preromantica, sino a quella patriottica del nostro Risorgimento e all’affermarsi del Realismo. Esse sono distribuite per un percorso, forse non sempre chiarissimo, attraverso numerose sale, ognuna dedicata a una o più sezioni rappresentanti i diversi cambiamenti portati da questa corrente. Nonostante la presenza di molti artisti o soggetti stranieri, quasi sempre emerge il ruolo del nostro paese, che, con i suoi meravigliosi paesaggi e talenti, è stato di grande influenza artistica per il periodo. A questo scopo non viene tralasciata nemmeno la Letteratura: oltre alle frasi spesso riportate nelle mostre, viene infatti dato il giusto spazio a Manzoni e al suo componimento. Grazie alla cura della distribuzione e dei particolari, ogni opera è messa in ulteriore risalto e guardandola si resta irrimediabilmente affascinati e colpiti emotivamente. L’atmosfera data dai contrasti luce e ombra sembra inoltre accentuare il trasporto a quell’epoca magica e misteriosa. Perciò il successo riscontrato dalla mostra sta giustamente riscattando anche le Gallerie, che finalmente potrebbero iniziare ad essere oggetto di maggiore interesse. (Alessia Cuzzocrea)

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MARGHERITA SARFATTI

nteresse, avversione, rispetto, persino empatia: sono stati i sentimenti che si sono alternati nei confronti di Margherita Sarfatti. All’inizio ero molto prevenuta, per la sua adesione al Fascismo; verso la fine ero quasi dispiaciuta per l’isolamento dei suoi ultimi anni. Aldilà delle impressioni personali, fu un personaggio notevole, come d’altra parte doveva essere ogni donna che all’epoca voleva far sentire la propria voce: critica d’arte e redattrice del Popolo d’Italia, tenne un salotto frequentato da importanti artisti e patrocinò il gruppo Novecento, evolutosi poi in Novecento Italiano, le cui tele sono esposte in questa mostra. I soggetti sono città e persone, resi con un realismo che a volte sfocia nel sogno. Tra i quadri, si trovano approfondimenti sulla sua storia e su quella di Novecento: è stato interessante poter dare un’occhiata ai documenti ufficiali e ai manifesti, ma la sezione che ho apprezzato di più è dedicata alla collaborazione con Anna Kuliscioff, socialista e femminista. Sono esposti anche degli abiti e alcuni mobili d’epoca: non mi sono sembrati molto incentrati sul tema della mostra, anche se in fondo erano carini. Più toccante, e molto più personale, è l’ultima sala, dedicata al figlio Stefano, interventista caduto durante la Grande Guerra. Sono uscita con un’idea chiara sulla complessità e sull’importanza di questa donna: di Margherita Sarfatti si potrebbe parlare molto di più e questa mostra è un buon inizio. (Emma Orsenigo)

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ZABAOROSCOPO ARIETE

Ti sembra stia andando tutto male? Aspetta e vedrai che andrà ancora peggio. Studia! Latino ti riserverà una sorpresa.

di MARETTA MILANI, KAREN PAGANI, RICCARDO PUZZIFERRI E STELLA TORCHIO

di leone” sii più coraggioso e salva quei poveri compagni che aspettano solo il tuo eroico gesto.

VERGINE

TORO

Le assenze tattiche non ti salveranno dall’interrogazione! Vedrai che i tuoi voti alla fine si alzeranno e che il debito sarà stato solo un brutto sogno.

GEMELLI

Hai un dolore alla schiena? Forse hai dormito male ieri o più probabilmente sei stato troppo sui libri. Rilassati un po'!

Caro Toro abbiamo capito che hai la testa dura ma se continui a sbatterla contro il muro prima o poi ti incastrerai.

Mi raccomando Gemelli, mostrate quella doppia faccia che altrimenti in foto venite male!

CANCRO

Neanche questo ponte ti è servito per ripassare quei maledetti verbi per la verifica. Concentrati su ciò che è importante.

LEONE

E pure oggi ci si offre domani! “Cuor

ucciderti saltando tutti gli zaini prima di arrivare al tuo posto.

CAPRICORNO

Ti conviene sbarazzarti di quell'inutile gingillo che ti porti sempre appresso. A scuola cerca di arrivare puntuale perché potrebbero interrogare i ritardatari!

BILANCIA

SCORPIONE

Questo mese sarai sommerso di problemi se non pregherai Marte di spostare il suo pianeta un po' più a destra.

SAGITTARIO

ACQUARIO

Smetti di essere così magnanimo nell'offrire la cena e, poiché questo mese sarà pesante, ricorda: "anche se piove, nel cuore il sole splende"...Non c'è bisogno che continui a cantare.

PESCI

Non si nota davvero la tua voglia di stare al centro dell’attenzione, scendi mai da quel palco?

Ok, sappiamo che non ti piace stare al primo banco, ma almeno eviterai di

CACCIA AL PROFESSORE di cecilia albanese

C

iao a tutti Pariniani! Caccia al professore torna anche questa volta! Come al solito, il primo a inviare i nomi corretti alla mail parini.zabaione@gmail.com vincerà un buono di 5 euro da spendere al bar della scuola. Che la caccia abbia inizio!

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di RICCARDO VARINI

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ORIZZONTALI 1. Monica, attrice di Matrix Reloaded. - 6. Indumento con la parte inferiore alta in modo da esporre tutto l'addome. - 9. Il materiale dei lingotti. - 10. Uno famoso è quello Medusa. - 11. Il raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri. - 12. Formazioni cornee dell’epidermide. - 15. Componimento lirico della poesia, caratterizzato da vario metro e varia composizione strofica, di tono nobile e solenne e contenuto etico-civile, encomiastico o amoroso. - 16. Fu conquistata dagli Ateniesi nel 425 a.C. sotto la guida di Demostene. - 17. Dominio di primo livello. - 18. Cammino ripido in salita. - 20. Index Catalogue. - 22. Chiamata in inglese. - 23. Sessanta minuti. - 25. Fiume che scorre in provincia di La Spezia. - 27. Così in inglese. - 28. Uno dei monti palermitani. - 29. Lo pseudonimo dell’attore Gian Fabio Bosco. - 30. Eminem all’inizio. - 31. Uno dei tre leader dei Volturi in Twilight. - 32. L’uomo inglese. - 33. Personaggio mitologico. - 35. Quoziente intellettivo in breve. - 37. Sigla dell’elemento chimico numero 30. - 38. L’inizio e la fine di keen. - 39. Un attaccante e centrocampista del Milan. - 40. Le vocali di ogni santo. - 41. Ogni nazione ha il proprio. 42. L’andare latino VERTICALI 1. L’elemento 5 della tavola periodica. - 2. Fu re della Giudea sotto il protettorato romano dal 37 a.C. al 4 a.C.. - 3. Il tipico perdente inglese. - 4. Un uccello bucerotiforme. - 5. Il cognome di un arcivescovo cattolico e musicista italiano, nominato cardinale della Chiesa cattolica da papa Benedetto XV. - 6. È la somma di 23 + 33. - 7. Sottogenere musicale del punk rock. - 8. Elenco dettagliato dei porti e delle coste di una data regione. - 10. Dopo la lettera esse. - 13. Né sì né no. - 14. Il pronome dimostrativo questo neutro singolare latino. - 19. Uno dei pronomi personali soggetto. - 21. Un comune calabrese. - 24. Il cognome di una delle due caporedattrici. - 25. Una popolazione Germanica. - 26. Uno dei tre moschettieri. - 28. Il nome dello Scrittore London. - 29. Lingua parlata dai Ga. - 34. Un’ architettura di rete di trasporto per reti di telecomunicazioni ottiche. - 36. Figlio illegittimo di Priamo

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B O R O I C O S E N Z A

E R O D E R R O M A N O

L O S E R A A G R

L U P T U A P T A U E J A C K

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C C R A N G I L C I E E A R T O O S O T N N

I G T H I O C R C A A R G M A S O

ZABAIONE T R E N T A C I N Q U E

O P I O G R E T V O L L R A A N O I S O O

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SOLUZIONI In questa foto compare sei volte il nostro Preside, riuscite a trovarlo?

DOV’È SODDU?

di FILIPPO SAVIO

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Quando dici ai tuoi che sei stato ammesso Sappiamo bene quanto sia difficile superare la selezione di un test di ammissione. Per raggiungere l’obiettivo ci vogliono motivazione, metodo e una preparazione adeguata. I corsi e i libri Alpha Test hanno aiutato generazioni di studenti a entrare in università. In classe con noi, i ragazzi si preparano nel migliore dei modi alla sfida che li attende, superano i momenti di scoraggiamento e acquisiscono sicurezza. È così ogni anno da 30 anni, e siamo orgogliosi di essere al fianco degli studenti fino all’ultima crocetta. I corsi più completi per l’area medico-sanitaria e per la Bocconi iniziano a novembre e gennaio, anche per studenti di quarta superiore. Parti con noi?

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