ZABAIONE NUMERO 1 ANNO XiI
GIORNALISMO INDIPENDENTE AL PARINI DAL 2006
OTTOBRE MMXVII
EDITORIALE
EDITORIALE PROGRAMMATICO OVVERO: PER QUESTO MESE CI RISPARMIAMO LA FATICA DI CERCARE UN VERO ARGOMENTO di GIULIO PISTOLESI
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ovendo scrivere l’editoriale di questo primo numero dell’anno, nonché mio primo da direttore, mi sono trovato davanti un problema non secondario: non c’era niente di cui parlare. Già: a parte i citrulli di Blocco Studentesco con i loro manifesti neofascisti, che però non si son fatti più vivi, rovinandomi un bel pezzo superindignato, non è che dall’inizio dell’anno sia successo granché. Certo, sono arrivate le lavagne tecnologgiche; ma che dire? Che il fatto che certi insegnanti si rifiutino di farne uso è imbarazzante e insultante nei confronti della scuola tutta, e meriterebbe, come risposta, che gli studenti si rifiutassero di fare uso degli insegnanti stessi? Suvvia, per questo non serve mica un editoriale. Avevo pensato anche di affrontare la mini-polemica scoppiata sulle nuove regole del Faber, quella per cui sembrava che ci stessero tirando via la terra da sotto i piedi senza nemmeno avvisarci (anche se, a guardar bene, non si tratta poi di questa rivoluzione); ma a quello pensa già la nostra Chiara, con più spazio, nella prossima pagina. Niente trippa per gatti, quindi. Però. Però poi mi sono ricordato di quello che dicevo all’inizio, e cioè che questo è il primo numero. E primo numero significa due bellissime parole: linea editoriale. Per2
ché parlarvi di cose che vi riguardano e interessano, quando con minor dispendio di energie posso parlarvi di Zabaione? Scherzo, dai. È che mi farebbe piacere, prima di partire sul serio, dedicare due parole al giornale e a come sarà d’ora in avanti. Perché è vero, le sezioni sono sempre quelle: Attualità per allenarvi a girar le pagine velocemente e Svago perché possiate dire che l’oroscopo era meglio il mese scorso. Ma se c’è qualcosa che, a titolo di autocritica, sento il bisogno di rimproverare al giornale com’è stato fino a ora, è una certa mancanza di elasticità mentale riguardo al concetto di “giornalismo scolastico”. Già, perché “giornalismo scolastico” significa, sì, occuparsi di scuola; ma scuola non sono solo le aule, le cattedre, le lavagne, e nemmeno i voti, le verifiche, i provvedimenti del MIUR; scuola, nel senso più ampio del termine, significa persone, idee, teste pensanti. Liberi tutti, quindi? No, tranquilli, niente analisi critiche dell’andamento del mercato dell’arachide in Arkansas, o recensioni del disco di musica ambient fatta da mio cugino con gli squittii dei topi. Solo, come proposito, quello di affiancare alla scuola come argomento in sé e per sé contenuti che si ricolleghino a quello che della scuola, in particolare - ahem - della nostra, e dunque, per traslato, di Zabaione, è l’obiettivo: stiOTTOBRE 2017
molare il dibattito, la riflessione, le risse al coltello. Agitare idee, come il mio libro di letteratura dice dei filosofi illuministi, anche se loro erano più bravi. Quindi, se volete un assaggio pronti-via, volate a pagina 13 dove vi attende una piccola novità che credo sintetizzi bene questa nostra ambizione. Poi magari non ci riusciamo, eh. Ma intanto ci si prova. E voi, mi raccomando, fatevi agitare a dovere. Buona lettura!
SOMMARIO COME CAMBIA PAG. 3 IL FABER QUISQUE TECNOLOGIA IN CLASSE pag. 4 CHI VA PIANO VA SANO PAG. 6 E VA LONTANO IL METODO DI pag. 7 INSEGNAMENTO NORDICO NEBRASKA, THE GOOD LIFE PAG. 8
FARE MUSICA E TRASMETTERE PAG. 9 AL GIORNO D’OGGI RECENSIONI LIBRI PAG. 10 recensioni CINEMA pag. 11 ZABAOROSCOPO PAG. 12 L’ANGOLO DEL LIBERTARIO pag. 13 CACCIA AL PAG. 13 professore ZABAENIGMISTICA pag. 14 Anno XII
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COME CAMBIA IL FABER QUISQUE
di CHIARA MALAPONTI, vignetta di CHIARA MALAPONTI
in dalla diffusione della bozza del nuovo regolamento Faber Quisque, gli studenti hanno dimostrato perplessità riguardanti alcuni dei nuovi punti introdotti quest’anno, tanto che è stato convocato un Comitato Studentesco in data 9 ottobre per fare chiarezza sulle nuove regole incriminate, che verranno spiegate di seguito. I corsi di consolidamento Faber Quisque diventano obbligatori per gli studenti con carenze a cui vengono segnalati. Questo nuovo provvedimento nasce da una richiesta di moltissimi genitori e studenti: soprattutto i ragazzi del biennio erano disorientati nella scelta ed è stato pensato come un modo
per aiutarli a orientarsi fra i corsi proposti, oltre che un’opportunità di recuperare gratis, senza prendere ripetizioni, proprio come ci si proponeva originariamente di fare con l’introduzione di moduli di consolidamento nel progetto. In caso di più materie insufficienti, è il Consiglio di Classe che valuta le priorità e stabilisce i corsi che verranno segnalati allo studente e sarà valutata la possibilità che questo si svolga con una modalità più flessibile. La valutazione dei corsi avverrà alla fine di questi attraverso una verifica di precisi parametri e sarà monitorata dalla presenza di consulenti esterni. La verifica di fine corso valuterà la partecipazione, l’impegno
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e il risultato dell’apprendimento, quest’ultimo in modo diverso a seconda del tipo di attività: per esempio, nel caso di un corso di retorica, sarà valutata la competenza comunicativa dello studente; nel caso di un laboratorio di traduzione, la capacità di problem solving. È una valutazione data sulla base di un percorso di osservazione, che ha determinato l’allungamento della durata dei corsi, e può incidere positivamente sulla valutazione del Consiglio di Classe, che ne deve tenere conto. I consulenti esterni non hanno il compito di monitorare i voti dello studente, quanto quello di assistere l’insegnante nell’aggiustare possibili falle del proprio corso ed è un modo per validare il progetto al di fuori. I corsi frequentati dagli studenti dell’ultimo anno faranno parte del portfolio dello studente presentato alla maturità. Questo non vuol dire che gli argomenti trattati nei corsi si aggiungeranno al programma di interrogazione all’ esame orale. Infatti, i corsi verranno solo nominati per rendere più ampio il profilo dello studente che si presenta alla commissione attraverso le attività svolte durante l’anno. Nel caso vogliate consultarlo, potete trovare il regolamento pubblicato sul gruppo Facebook del Parini (LGS Parini) oppure richiederlo ai vostri rappresentanti di classe.
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TECNOLOGIA IN CLASSE
DI MARiA CATTANO, vignetta di giulia valli
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a quest’anno nelle aule del Parini è presente una grande novità: il videoproiettore interat-
Si tratta di un dispositivo che può essere definito il discendente della Lavagna Interattiva Multimediale o LIM. Il videoproiettore interattivo può assolvere molteplici funzioni: puó essere utilizzato sia come lavagna fisica sulla quale scrivere con appositi pennarelli cancellabili, sia come lavagna multimediale, potendo così sfruttare tutte le risorse che la tecnologia porta con sé: è infatti possibile scrivere con le proprie dita in maniera del tutto virtuale dal momento che il tratto del proprio dito è riprodotto dal proiettore. Ultima ma non ultima, viene offerta la possibilità di proiettare il desktop del computer al quale il dispositivo è
associato, proprio come succede già da anni negli emicicli, potendo così approfondire via internet gli argomenti trattati a lezione. Va da sé che grazie a questa funzione sarà possibile usufruire in classe di contenuti multimediali un tempo appannaggio esclusivo dell’emiciclo come presentazioni in PowerPoint, esercizi e spiegazioni con Geogebra ed Excel, filmati di fisica, film o immagini. Il tutto avverrà su questo grande pannello bianco che sta sostituendo pian piano la tradizionale lavagna in ardesia. Cosa ne pensano i docenti di questo cambiamento non indifferente avvenuto nelle classi? La professoressa Marioni, la nostra vicepreside, ha espresso un parere positivo: trova che sia comodo poter utilizzare le risorse multimediali relative alle sue materie e mostrare video di approfon-
dimento agli alunni senza doversi ogni volta spostare nell’emiciclo, anche se ridendo ha affermato che le mancheranno i gessetti colorati. Il professor Landi, referente del progetto di installazione dei videoproiettori, trova che questa possa essere una grande occasione di rinnovamento didattico concesso dalle potenzialità delle risorse tecnologiche, e che quindi possa essere molto utile al nostro apprendimento, ma avverte anche che un docente non puó pensare che eventuali problemi didattici verranno automaticamente risolti dalla tecnologia. Ne consegue che lo strumento non potrà mai sostituire l’insegnamento del docente. Tutte le innovazioni stravolgono in qualche modo le consuetudini, dunque è normale che talvolta si manifestino forme di rifiuto. Lo testimonia il fatto che in una quar-
La spassionata dichiarazione d’amore di alcuni studenti alla loro vecchia lavagna d’ardesia
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ta una professoressa ha promesso che durante l’anno scolastico non avrebbe mai utilizzato il videoproiettore interattivo, privilegiando così la cara vecchia lavagna di ardesia che ha insistito a far appendere in fondo alla classe, così da far girare gli alunni durante le sue lezioni. Effettivamente questo progredire della tecnologia puó essere difficile da digerire, considerando che fino a pochi anni fa dispositivi di questo tipo erano riservati a poche scuole, e nemmeno presenti in tutte le classi, mentre ora versioni sempre più innovative vengono presentate di continuo. Durante i primi giorni di scuola, quando nella mia classe il proiettore non era stato ancora installato, ho sentito alcuni dei miei professori dire “Se avessimo la LIM potremmo farlo, ma senza proprio non riusciamo...” Personalmente credo che questo fenomeno di avanzamento dei supporti tecnologici in accompagnamento allo studio sia positivo dal momento è possibile aggiungere informazioni a ciò che troviamo sui libri e supportare altro materiale come i video citati dalla professoressa Marioni. Inoltre noi studenti di oggi andremo a costituire la società del domani, e sarà di enorme importanza sapersi destreggiare tra questi dispositivi anche semplicemente in ambito lavorativo, dove al giorno d’oggi moltissime professioni richiedono come minimo le nozioni generali riguardo all’utilizzo del computer. Io stessa, che non sono nemmeno così matura da poter dire “ai miei tempi” ma che non ho mai utilizzato il computer, la LIM o simili durante la mia infanzia, riconosco di avere qualche lacuna. Per intenderci, sono capace di scrivere testi e ZABAIONE
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di fare ricerche in internet, ma se mi chiedessero di creare una tabella con Excel molto probabilmente non saprei proprio dove mettere le mani, e se in futuro dovessi averne bisogno sul lavoro sono sicura che avrei, almeno all’inizio, non pochi problemi. Sicuramente non sono molti i miei coetanei che hanno le mie stesse difficoltà con la tecnologia, ma per quell’esiguo gruppetto, del quale faccio assolutamente parte, che non è del tutto a suo agio con lo schermo penso che sia molto importante trovarsi a usare quotidianamente uno strumento di questo genere, perché anche se non mi farà diventare un genio dell’hacking di sicuro mi aiuterà a utilizzare il computer con piú sicurezza e meno terrore di combinare un pasticcio. Sono peró d’accordo con il prof. Landi: credo fermamente che sia necessario che negli anni a venire questi nuovi supporti non sostituiscano l’insegnamento del docente in carne ed ossa. Dico questo fondamentalmente per due motivi:
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il primo è che il videoproiettore non è umano e non segue noi studenti con la capacità di interazione umana di un professore, e quindi non puó rispiegare un argomento che non si è capito o rendersi conto dei nostri punti deboli e aiutarci a rendere piú solida la nostra conoscenza degli argomenti spiegati; il secondo motivo è che un professore, discutendo in classe di una certa materia, può integrare alla spiegazione nozioni, aneddoti o concetti non presenti sul libro o su internet, ma frutto della sua esperienza umana. Concludo dicendo che il videoproiettore interattivo non deve e non può sostituire il docente e la sua umanità, ma rappresenta un’importante e potenzialmente utile rivoluzione per il nostro apprendimento, e grazie alla quale gli orizzonti della didattica saranno sicuramente molto più ampi, e noi studenti potremo approfondire svariati argomenti così da avere un bagaglio culturale sempre piú vasto. 5
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CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO CRITICA AL LICEO IN QUATTRO ANNI
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di GIORGIO COLOMBO, vignetta di francesca romano a boutade, scusate dovrei dire notizia, è di quelle che non possono passare sotto silenzio: il liceo in quattro anni, non più in cinque. La ministra dell’istruzione Fedeli ha aperto alla possibilità del “liceo breve” e in un centinaio di scuole gli studenti dell’anno scolastico 2018/2019 avranno una certezza: quattro anni e poi via verso nuove avventure con il diploma in mano. È da mettere in chiaro una cosa: si tratta ancora di sperimentazione e in quanto tale è giusto aspettare un po’ di tempo prima di vomitare giudizi affrettati. A dire il vero, però, non si tratta di un provvedimento tirato fuori dal cappello come un coniglio: “il progetto ha avuto inizio nel 2014 ed era stato ripreso già dalla ministra Giannini poco prima che cadesse il governo Renzi, e ora grazie (o per colpa, sono punti di vista) alla ministra Fedeli sembra destinato a prendere vita. “Sono contento, è difficile ma stimolante” dichiara Gabriele Iurlaro, ex studente del liceo Majorana di Brindisi, a proposito della sua esperienza di “liceo breve”. Infatti dovete sapere che sono 12 gli istituti, pubblici e privati, che hanno già dato il via alla sperimentazione facendo specifica richiesta e ottenendo i permessi. Dal prossimo anno le scuole che vorranno prendere parte alla sperimentazione dovranno partecipare a un bando nazionale e verranno selezionate da un comitato di esperti. So già cosa state pensando: quattro anni, per forza il program-
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ma verrà ridotto. E qui, almeno sulla carta, vi sbagliate. Il preside dell’istituto Majorana, Salvatore Giuliano, vi direbbe che questo percorso di studi “non serve a sbrigarsi prima” e che il programma non viene ridotto di una virgola. Come dire, non solo viene diminuito il tempo per la crescita personale dello studente, ma viene anche stipato il programma di cinque anni in soli quattro: oltre che cornuti, mazziati. Questa sperimentazione fa poi sorgere alcune domande concrete cui personalmente non ho ancora trovato risposta. Prima: ma sarà davvero una proposta costruttiva e utile per il nostro futuro oppure è solo una manovra per tagliare sui costi della scuola? È ancora presto per
dirlo, ma saprete meglio di me come si dice: “a pensare male...”. Seconda: come verrà distribuita l’alternanza su quattro anni? Certo, forse sono io ad essere troppo pessimista, visto che fino a ora l’alternanza scuola-lavoro è stata solo rose e fiori. Terza, ma non meno importante: è davvero necessario ridurre il ciclo scolastico più bello, più ricco e più formativo nello sviluppo del carattere di una persona? Abbiamo tutta la vita per correre, per andare di fretta, e davvero già dal liceo vogliamo incominciare a fare economia sui tempi? Cara ministra, forse sarebbe il caso di tenere a mente una vecchia massima: “chi va piano, va sano e va lontano”.
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IL METODO DI INSEGNAMENTO NORDICO di VIKTOR LINDHOLM
l metodo di insegnamento nordico, più in particolare quello svedese, è considerato da molti uno dei migliori. La domanda sorge spontanea: cosa rende la scuola in Svezia così particolare? Mi sono documentato intervistando alcuni studenti svedesi, e una cosa viene molto valorizzata dagli alunni: l’integrazione. Quello svedese è un sistema che può godere di una grande disponibilità economica e l’idea fondamentale alla base della distribuzione delle risorse è che dove c’è una situazione di disagio, come nel difficile quartiere di Rinkeby a Stoccolma, dove vivono principalmente famiglie di immigrati, la scuola superiore locale gode di maggiori attenzioni e di maggiori investimenti rispetto alle altre. Si può dire quindi che il sistema scolastico svedese si basi sul principio che tutti dovrebbero avere uguali possibilità indipendentemente dalle difficoltà, dall’appartenenza etnica o dalla zona di residenza. Gli anni di scuola obbligatoria o Grundskola sono nove senza contare le materne, in svedese Forskola. La scuola superiore o Gymnasieskola, della durata di tre anni, è dedicata a coloro che scelgono di proseguire gli studi fino ai diciannove anni. Gli alunni entrano a scuola alle 8:15 o alle 10:00 ed escono alle 15:00 o alle 17:30. Le lezioni durano tra i 40 e i 150 minuti e sono strutturate come dei corsi, si possono quindi trovare approfondimenti di teatro, economia, programmazione
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informatica e fotografia. Il rapporto tra professori e alunni in Svezia è molto diverso da quello italiano: gli alunni chiamano il professore per nome e hanno con lui una sorta di amicizia. Ogni professore riceve uno stipendio adeguato al suo delicato e importante lavoro, ma se una classe non riesce a instaurare con il docente un buon rapporto e la didattica ne risente, i rappresentanti di classe si rivolgono al direttore e nella maggior parte dei casi il professore viene sostituito; in casi come questi risalta la fiducia del direttore nei confronti di alunni reputati sufficientemente maturi. I compiti in classe sono uno al mese, per ogni materia, e le valutazioni sono effettuate sul modello americano, cioè dalla A alla F. Se nel corso dell’anno si prendono più di cinque insufficienze la scuola offre la possibilità di frequentare dei corsi di recupero estivi. Il lavoro da svolgere a casa va-
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ria molto a seconda delle scuole: si va dalle due ore settimanali alle cinque ore quotidiane. I libri con i quali gli alunni studiano vengono regalati dalla scuola, infatti in Svezia non esiste il Libraccio o simili. Il numero dei bocciati a fine anno è esiguo, se non nullo, e solitamente alla fine dei tre anni il numero di studenti in classe rimane quello del primo anno, intorno alla trentina. Nelle aule non sono presenti LIM o computer, ma la scuola a inizio anno fornisce a ogni alunno un laptop utilizzabile in classe e a casa. Le vacanze sono quattro: Halloween, la settimana bianca, Pasqua e le vacanze estive della durata di due mesi, durante le quali gli studenti leggono ma non hanno compiti. In qualche modo il nostro liceo rispecchia il sistema di insegnamento svedese, coniugando momenti di gruppo extra-scolastici, come il Faber Quisque, a una preparazione di buon livello.
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NEBRASKA, THE GOOD LIFE VITA DI UNA STUDENTESSA ITALIANA NEGLI STATES
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di CHIARA TEDESCO e cercaste il centro geografico degli Stati Uniti, vi trovereste solo qualche decina di chilometri a sud di Omaha, Nebraska, ed è proprio qui che sono io, nel cuore del Midwest americano e della Tornado Valley. Per quelli che non mi conoscono, mi chiamo Chiara e al Parini ero nella sezione A. Ora frequento il senior year alla Papillion-La Vista High School e vivo, appunto, a Papillion, una cittadina a circa quindici minuti dal centro di Omaha, la più grande città del Nebraska. Sì, posso immaginare la faccia che la maggior parte di voi starà facendo. E’ probabilmente la stessa che ho fatto io quando mi hanno detto che sarei venuta a stare qui, ma la sorpresa è che dal momento in cui sono scesa dall’aereo mi sono dovuta ricredere. Non ci sono parole per descrivere il modo in cui sono stata accolta sia dalla mia host family, sia dai miei nuovi compagni e insegnanti e, alla fine, uno dei tanti stereotipi che avevo sentito prima di arrivare si è rivelato vero: nel Midwest le persone sono tutte gentili! In effetti vedere sconosciuti che si mettono a parlare in mezzo alla strada, o solamente si augurano buona giornata e si scambiano un sorriso è un grande cambiamento rispetto a Milano, dove gli sconosciuti al massimo ti spingono per uscire dalla metropolitana. Qui sembra che le persone facciano tutto per stare bene e per
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far star bene gli altri, e questo si vede anche a scuola: i professori ci tengono moltissimo a fare andare bene gli studenti, ma non fraintendetemi, i compiti ci sono e in numero molto maggiore di quanto mi aspettassi e anche le verifiche non mancano. Diciamo che prendere voti alti è più che possibile, ma è necessaria una certa dose di impegno. Parlando di scuola, che immagino sia uno dei temi che vi incuriosiscono di più, penso che la maggior parte di voi sappia già che, sebbene ci siano moltissime classi obbligatorie, ognuno è libero di crearsi il proprio piano di studi e credo sappiate che ci si sposta di aula in aula durante le lezioni, anche se secondo me la più grande differenza non è così materiale: la scuola qui è vissuta con molta più tranquillità rispetto a come siamo abituati a fare noi. Nonostante, come dicevo prima, gli insegnanti si aspettino molto impegno da parte nostra, fanno davvero tutto il possibile per rendere la classe un ambiente tranquillo e tutto sommato piacevole. Probabilmente è anche perché la scuola è vista come una seconda casa, passiamo la maggior parte della nostra giornata lì, dalle 8 alle 15.20 per le lezioni e poi le varie attività extra, quando usciamo incontriamo le stesse persone dappertutto, e lo spirito di appartenenza e di comunità è davvero forte. A questo punto mi rendo conOTTOBRE 2017
to di aver evidenziato soprattutto le differenze tra la vita in una grande città in Italia e quella in una cittadina letteralmente circondata da campi di mais nel mezzo degli Stati Uniti, ma più ci penso e più realizzo che a stupirmi veramente è quanto, in realtà, siamo tutti simili, molto più di quanto crediamo. Quindi quello che voglio dire, soprattutto ai ragazzi del biennio e della prima liceo (che, a quanto pare, ora è la terza) è: non ascoltate chi vi scoraggia, e fate questa esperienza che vi darà solo da guadagnare. Partite, scoprite cosa c’è lontano da casa, e ricordate quanto siete fortunati ad avere questa opportunità: vedo ogni giorno i miei amici qui che darebbero qualsiasi cosa per andare in Europa, e anche solo conoscere delle persone che arrivano da lì per loro è una cosa meravigliosa, perché è come se in tutti quei Paesi ci fossero stati davvero. Spero tantissimo di aver convinto almeno qualcuno di voi, e per tutte le domande che avete scrivetemi senza problemi! Per concludere, non pensate neanche a quello che vi perderete, perché andrete in un posto dove vivrete una vita totalmente diversa che vi darà più di quanto possiate immaginare, e non è importante dove vi trovate, ogni luogo ha qualcosa che lo rende speciale e completamente unico; se lo vivete nel modo giusto, anche il Nebraska può diventare il posto più bello del mondo. Anno XII
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FARE MUSICA E TRASMETTERE AL GIORNO D’OGGI
INTERVISTA A ROBERTO VECCHIONI, CANTAUTORE ED EX DOCENTE di FEDERICO MANTACI, FRANCESCA ROMANO E FILIPPO SAVIO
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abaione incontra Roberto Vecchioni, cantautore milanese classe 1943 nonché ex docente di latino e greco al Liceo Beccaria e professore presso svariate università italiane e straniere. Nella sua vita ha vinto premi musicali al Festivalbar, al Tenco e a Sanremo, oltre ad aver pubblicato diversi libri con Einaudi.
marsi nelle cose che scrivo. I classici sono però prototipi e antenati dei personaggi e delle emozioni che io descrivo, quindi sì, posso affermare che mi siano serviti. Dare un giudizio alle opere del passato è semplice, teme che i suoi testi possano essere giudicati dai posteri non all’altezza di quelli dei grandi del passato?
Qual è l’evento che l’ha messa sulla strada dell’arte? Penso che sia stato il grande amore che avevano per l’arte i miei genitori, in particolare mio padre per la pittura e mia madre per la poesia. Già a dodici o tredici anni mi piaceva leggere qualcosa che oltre a divertirmi avesse un senso. Leggevo anche fumetti, ma non solo quelli. La sua formazione classica è facilmente riconoscibile, ad esempio nella canzone Euridice. Crede che questa formazione l’abbia aiutata nel suo percorso artistico? Personalmente credo di essere stato aiutato, poiché scrivere in questo modo mi dà molta più emozione e molti più brividi. Certamente non diventa un successo quantitativo, bensì qualitativo, perché non tutti riescono a immedesiZABAIONE
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Non credo che saranno reputati inferiori a quelli dei grandi del presente. Ai grandi del passato, invece, penso proprio di sì. Se lei oggi avesse il compito di seguire il percorso formativo di una classe, adotterebbe gli stessi metodi che adottava quando insegnava? Cambierei molte cose, ma non l’essenziale. L’essenziale è la presen-
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za di grande libertà, grande apertura e discussione libera al pari di tentare di togliere le cose veramente pesanti e inutili. L’importante è entrare nel senso della storia, della vita e non tanto nella precisazione del termine. Quale pensa che sia l’importanza della poesia e del concetto astratto in questi tempi in cui pragmatismo e materialismo sono all’ordine del giorno? Assoluta, massima, spaventosamente massima. Non so cosa dire di più. È una battaglia da combattere continuamente anche se si è soli in un fortino contro duecento mine che ti stanno intorno. Devi assolutamente batterti. Lei che è stato sia cantautore sia insegnante di lettere, pensa che nell’ultimo decennio il potere delle parole sia diminuito in favore di quello dell’immagine? Qual è la sua opinione in merito? Sicuramente sì, però dalle immagini si possono trarre anche ottimi insegnamenti: c’è un modo di capire il mondo anche attraverso le immagini. L’importante è non dimenticare che esistono le parole.
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RECENSIONI LIBRI “IO SONO LA PIOGGIA”
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DI BEATRICE CORRADINI
o sono la pioggia è la storia di Andrea, una classicista sarcastica e ‘pensatrice’, e del suo amore per Primo, il suo nuovo professore di filosofia. Nel racconto non mancano una serie di cliché, come la migliore amica lesbica, un’organizzazione mafiosa o il triangolo amoroso. Ma l’abilità della scrittrice sta nell’aver saputo dare vita a tutto ciò, rendendolo interessante. L’ambientazione è una Roma decadente eppure piena di voglia di vivere, senza alcuna traccia dei suoi monumenti, ma piena di angoli nascosti. I personaggi sono tratteggiati benissimo, a più
dI MARIA CATTANO E EMMA ORSENIGO
dimensioni: ho apprezzato come l’autrice abbia saputo caratterizzarli tutti, anche i secondari. Lo stile di scrittura è ciò che mi ha colpito più di tutto: poetico ma realista, a tratti pieno di amarezza e rabbia. La storia perde un po’ della sua magia nel finale e
certe parti sono di dubbio realismo, ma questo non cancella la bellezza del resto. Se siete romantici, se siete dei sognatori, penso che questo libro possa piacervi. (Emma Orsenigo)
“BERLIN - I LUPI DEL BRANDEBURGO”
DI FABIO GEDA E MARCO MAGNONE
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lupi del Branderburgo, di Fabio Geda e Marco Magnone, è il quarto capitolo di una fantastica saga distopica ambientata nella Berlino Ovest degli anni ‘70-’80, dove un virus apparente-
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mente incurabile ha ucciso tutti gli adulti lasciando bambini e ragazzi in balia di sé stessi. Nel quarto libro ritroviamo tutti i 5 grandi gruppi in cui si sono divisi i superstiti che continuano la ricerca di una cura mentre fanno ogni giorno i salti mortali per accaparrarsi le risorse primarie. In uno di questi gruppi, però, una bambina viene rapita da un gruppo di adulti scampati alla strage. I ragazzi verranno maltratti in quanto portatori sani del virus o verranno aiutati? Consiglio questo libro agli appassionati del genere distopico che cercano una lettura emozionante e coinvolgente ma non noiosa o pesante, narrata da ragazzi che affrontano esperienze adolescenziali, piccole cotte e anche grandi dolori mentre sono impegnati in una lotta per la sopravvivenza per tentare di salvaguardare il loro futuro incerto. (Maria Cattano) Anno XII
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RECENSIONI CINEMA
di MAIA MUTTI E MATTIA PELLIZZARI
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DUNKIRK
aggio 1940, Dunkerque (o, all’inglese, Dunkirk), Francia. Più di 400.000 soldati inglesi sono circondati dall’esercito tedesco, che guadagna terreno giorno dopo giorno. Il primo ministro Churchill dà inizio a una complicata manovra di evacuazione che mira a salvare almeno 30.000 degli assediati. Il regista anglosassone Christopher Nolan ricostruisce questa ritirata dell’esercito inglese attraverso tre ambienti e tre storie diverse che s’intersecano: la terra (ossia la spiaggia e il molo in cui i soldati attendono i rinforzi), il cielo (i caccia alleati) e il mare (lo stretto di soli 25 chilometri che li separa dalla patria). Un capolavoro che suscita nello spettatore un senso di angoscia crescente, complice la meravigliosa colonna sonora firmata Hans Zimmer (già insieme a Nolan in Inception e Il Cavaliere Oscuro) e una fotografia eccezionale. Un film assolutamente da vedere, indipendentemente dal genere che preferite: vi terrà incollati allo schermo per tutta la sua durata. (Mattia Pellizzari)
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L’EQUILIBRIO
equilibrio è un film di Vincenzo Marra che racconta di Don Giuseppe, un parroco che, appena tornato a Napoli, si scontra con la realtà del suo quartiere, vigilato dalla malavita. Il film mette in risalto la frustrazione del parroco, armato di buone intenzioni, molto coraggio e una gran fede, per non riuscire ad aiutare le troppe persone che cercano una vita serena e libera dalle associazioni mafiose. Ma gli viene detto di “ritrovare il suo equilibrio” (da qui il titolo del film), di non impicciarsi negli affari della Camorra e di continuare a svolgere il suo ruolo da prete, non pensando alla disperazione delle persone intorno a lui. Traballa, ma non cede alle intimidazioni. Ho apprezzato molto questo film perché racconta la verità senza veli o censure e ti apre gli occhi su vicende che sono molto più vicine a noi di quello che pensiamo. Gli unici difetti sono la scarsa recitazione e la lentezza del film (nasce infatti come documentario), ma, dopotutto, mi ha colpito davvero e lo consiglio a tutti. (Maia Mutti)
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ZABAOROSCOPO
di CECILIA ALBANESE, ELENA GALVANI E RICCARDO PUZZIFERRI
ARIETE Ariete, è triste per tutti, ma purtroppo anche quest’estate è finita. La scuola è già ricominciata, hai compiti da svolgere e, ahimè, son tornate persino le più grandi rivali di ogni studente: le verifiche. Ti mancheranno le calde spiagge della Sardegna, ma ancora di più… le sue pecore! Ma tranquillo, devi resistere solamente 9 mesi e poi ti potrai ricongiungere alle tue amiche, accolto da suadenti belati.
TORO Non ti bastano quelle che già hai, Toro? Desideri forse avere un altro paio di corna? Non penso. Allora ti conviene tenere d’occhio la tua ragazza perché, sai com’è, mai dire mai. In ogni caso non disperare, c’è sempre un lato positivo: meglio in tre che in uno.
GEMELLI Sei doppiamente sfortunato, Gemelli. Ancora non ti sono stati assegnati alcuni professori? In casi come questo c’è poco da fare: non ti resta che incrociare le dita per non avere un tipo come Renzi per inglese. Altrimenti esiste una formula magica, che se ripetuta 7 volte al giorno può evitare analoghe situazioni. Proprio per questo passerai la prossima settimana a ripetere ossessivamente shish.
CANCRO Vedi, Cancro, capisco che il ritorno 12
a scuola possa essere deprimente, ma sono dell’opinione che dovresti proprio smetterla di uscire con gli amici a bere come una spugna ogni sera, a meno che tu non voglia avere già nel primo quadrimestre metà delle materie sotto e nel giro di pochi anni il fegato spappolato.
per farti espellere e ti possiamo giurare che i professori che a tua insaputa bramano già la tua bocciatura sono tanti, più di quanti tu possa immaginare.
SAGITTARIO
Il primo 4 in greco non ti ha soddisfatto? Pensa che Mattarella sta ben peggio di te, quindi eviLEONE ta di aggirarti per i corridoi con Leone, altro che re della foresta... quell’aria da depresso, perché ti fai mettere i piedi in testa pro- proprio non ti si addice. prio da tutti! Eh! Tira fuori la grinta, con un ruggito li stendi CAPRICORNO tutti. È vero che la verità fa male, ma la sincerità è proprio tutto. DobbiaVERGINE mo assolutamente dirtelo: hai dei Vergine, pensi davvero che questa denti messi peggio di quelli di Jim farsa del nome del tuo segno reg- Carrey. La differenza è che tu non ga ancora? Sei davvero ridicolo, sei certamente un attore famoso, quindi smettila di fare l’innocente anzi. fare, tanto sappiamo tutti benissiACQUARIO mo cosa combini la sera insieme O Acquario, sempre in cerca di a Cancro... guai, stai un po’ più attento: con quello sguardo seducente sarai BILANCIA anche riuscito a farti alzare il voto Come al solito hai litigato con in matematica, ma purtroppo neltutti i professori, Bilancia. A un la vita reale le cose non funzionapaladino della giustizia come te no sempre così. sembrano proprio inaccettabili certi favoritismi. Ma forse potrebPESCI be essere opportuno aggiornarti Pesci, Pesci, Pesci, abbiamo una di una certa cosa: siamo in Italia, bruttissima notizia per te: gli astri e devi sapere che qui, purtroppo, che noi abili astrologi del Parini funziona così. analizziamo e interpretiamo questo mese hanno deciso di imitare SCORPIONE gli impiegati del Comune e iniziaEhi tu, calma un po’ i bollenti spi- re a lavorare meno. Siamo dunque riti: siamo solo all’inizio dell’an- spiacenti, per te oggi non c’è nulla. no, stai tranquillo, mi sembra che tu abbia ancora circa 9 mesi OTTOBRE 2017
Anno XII
Numero I ZABAIONE
SVAGO
C
L’ANGOLO DEL LIBERTARIO
a cura della redazione
iao a tutti, Pariniani, e benvenuti in questa nuova rubrica di Zabaione! Come forse s’intuisce dal nome, il suo scopo è portare all’attenzione dei lettori un tema che nessuno, a parte forse il Conti, si sognerebbe mai di affrontare, e trasformarlo in oggetto di dibattito. L’idea di base è che siate in disaccordo con noi, quindi vi invitiamo a scrivere a parini.zabaione@ gmail.com e comunicarci le vostre opinioni e gli anni di carcere che ci augurereste. Buona lettura! Questo mese, per farci tagliare subito i fondi, si pensava di partire con la liberalizzazione delle droghe pesanti. Già: cocaina, eroina, ecstasy, crack, ketamina, LSD… insomma tutte quelle ottime sostanze universalmente riconosciute come piaghe della società e che noi, invece, non solo vorremmo totalmente depenalizzate, ma
regolamentate dallo Stato come legittimi beni di consumo. Perché, questo? Non per le solite grette ragioni economiche (avete idea di quanto decollerebbe l’economia nazionale se ci tuffassimo nel business della coca?) o umanitarie (tirar fuori di galera chi per inclinazione o circostanze avverse si trova costretto a intraprendere la carriera del pusher seriale), o per la ritrita motivazione della lotta alla criminalità organizzata alla quale fregheremmo il mercato (liberandoci oltretutto di robaccia tagliata col cemento); no, qui è in primo luogo una questione di libertà. Già, perché se io alla fine di una giornata di scuola, mettiamo, con tre interrogazioni una via l’altra voglio tirarmi su con una bella pippata di coca, sentiamo, che problema c’è? Che distruggo la mia vita? Oh, ma questo è affar mio. Certo, c’è sempre il rischio che da strafatto io faccia a pezzi i miei vicini di casa; ma co-
nosco gente che queste cose riesce a farle alla grande anche con la giusta dose di legalissima vodka. Per quanto riguarda poi il discorso dell’incoraggiamento alla tossicodipendenza, be’: il Portogallo, dove consumo e vendita sono regolamentati, non è diventata la capitale dei drogati, e anzi sono diminuite le morti per overdose e HIV. Ma anche se così non fosse, il punto resterebbe uno e semplice: se, invece di annegare il male di vivere con un cicchetto di rum, un barattolo di Nutella o un’ora di GTA, qualcuno preferisce farlo con una dose di speedball, è un suo diritto sacrosanto. Alla fine è solo un modo un filino più rischioso. E non venite a rompermi l’anima con la storia dei costi sociali che la mia eventuale morte comporterebbe, ché se voglio andare in overdose da taralli alla cipolla ci riesco benissimo e nessuno può fermarmi. E chi non è d’accordo è un fan di Totò Riina.
CACCIA AL PROFESSORE
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di ALICE ALESSANDRI e davide rossi
iao Pariniani! Anche quest’anno torna “Caccia al professore” e, per chi non sapesse cos’è, ecco le istruzioni! Qui sotto trovate le fotografie
ZABAIONE
Numero I
un po’ modificate di due professori della scuola: l’obiettivo è riconoscerli, scriverci una mail con le vostre soluzioni e mandarla all’indirizzo parini.zabaione@gmail.com. Il pri-
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mo a indovinare le due identità riceverà come premio un buono di €5 da spendere al bar. Buona fortuna a tutti!
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di RICCARDO VARINI
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ORIZZONTALI 1. Organo principale del sistema nervoso centrale. - 8. Noto matematico e fisico. - 15. Prima coniugazione. - 16. Personaggio Shakespeariano figlio di Polonio. - 18. La “i” del greco. - 19. Le prime di Otranto. - 20. Articolo determinativo femminile singolare. - 21. Bruciò Roma. - 22. Campionato mondiale di moto. - 24. Lo sono il toro e la mucca. - 25. Un altro modo di dire “no” in inglese. - 26. Tessuto grezzo per camicie estive. - 29. Altare in latino. - 31. Uccelli anseriformi migratori, appartenenti alla famiglia degli Anatidi. - 32. Sinonimo di “egli”. - 34. Come si legge “en”. 35. Agrigento in breve. - 36. Secondo segno zodiacale. - 37. Negazione greca. - 39. Roditore. - 41. Le prime due di “gnocchi”. - 42. “Bere” in inglese. - 44. Una delle fermate della M1 di Milano. - 46. Azienda Nazionale Autonoma delle Strade. - 48. “Nero” in francese. - 49. Uccelli bucerotiformi della famiglia degli Upupidi. - 50. Preposizione semplice utlizzata per indicare uno stato in luogo. - 51. Ceto, grado, livello... - 52. “Unghia” in inglese. . 53. Avverbio di luogo. - 54. La sigla di Torino. - 55. Può essere teatrale o suicida. - 56. Può essere sia naturale sia artificiale. - 58. ... Profili, quella di “Uomini e Donne”. - 60. Un noto operatore telefonico. - 61. L’ape inglese. - 62. Tipico cibo messicano. - 63. Livelli essenziali di assistenza (Ministero della Salute). - 64. Decaffeinato in breve. - 65. Noto dizionario di latino. - 66. Fatto due volte. - 67. Elevato alla terza fa 27. - 69. Roma in targa - 71. Una nota musicale. - 72. Una delle sorellastre di Cenerentola. - 73. Nome generico di ogni tipo di tessuto. VERTICALI 1. Fiore bianco ambito dalle spose. - 2. Divinità greca. - 3. Monarca… - 4. Luogo che si trova ad una altezza considerevole. - 5. Comune italiano della provincia di Campobasso. - 6. Si chiamano così Da Vinci e Di Caprio. - 7. Mammifero oviparo. - 8. Desinenza singolare del genitivo in latino. - 9. Non è cip. - 10. Albergo, pensione… - 11. Ossido di
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Numero I ZABAIONE
SVAGO indio-stagno. - 12. Maglia pesante a maniche lunghe (solitamente di lana). - 13. La prima nota musicale. - 14. Si può dire anche “atque”. - 17. Le prime di Teramo. - 21. Affermazione negativa. - 22. Modena in breve - 23. In matematica quello greco equivale a 3,14. - 24. Persona che fa il bagno. - 25. Tipo di luce. - 27. Una fase della preistoria. - 28. Il contrario di “off”. - 30. La tesse il ragno. - 33. Ideale irrealizzabile. - 38. Piccolo strumento musicale appartenente alla famiglia delle chitarre. - 40. Il fiume più lungo d’Italia. - 43. Dativo singolare di “ira”. - 44. Donna nata in Bulgaria. 45. Non conforme a qualcosa di tipico.- 46. Emirati … Uniti - 47. Aggiunto a –mento significa profondamente turbato. - 56. “Ultimo” in inglese - 57. Il centro di luce. - 59. Articolo determinativo plurale. - 60. Tirato, allungato... - 62. Desinenza della seconda persona plurale in latino. - 66. La sigla di Bari. - 67. Né tu, né te. - 68. Dio del sole nell’antico Egitto. - 70. Le ultime di plancton.
CATENE DI PAROLE Caronte T__g___t_ S__n_e B_____d_ _t__c_ S___r___e M___p_l__ _t_t_ Italia
di ALICE ALESSANDRI
Italia R___b___c_ Q__t____n_ __n_ _c_u_ C_s___e NIAGARA
SOLUZIONI Italia Repubblica Quotidiano Pane Acqua Cascate Niagara
E L L L A E E R O V I N A N A T O R O D N O O L U T A C I S S T A
S O R N I T O R I N C O
A R T E E M N O R E O U I N K R U A I L E E L T R E I A
Anno XII OTTOBRE 2017
Caronte Traghetto Sponde Biliardo Stecca Sigarette Monopolio Stato Italia
C E R V A R E L A N L B O A A G N A A S R N G A T O B E I B N A
C H I O O T P E L K B P U L L G E A R P A
Numero I
R A G N A T E L A
I ME T A O G P L I U I T O P O N O P E I A T D E O S N N O
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Il Parini abbandona la distinzione ginnasio-liceo
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