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www.arcadata.com
La rivista internazionale di architettura, design e comunicazione visiva | The international magazine of architecture, design and visual communication
Auer+Weber Architekten Ugo Cantone Nicholas Grimshaw & Partners Les Halles in Paris MS Studio di Architettura/Cortesi Design Maurice Nio Pei Cobb Freed & Partners/ Caputo Partnership/Sistema Duemila Renzo Piano Building Workshop Urban Environments
In Italia ₏ 9,00 IVA assolta dall’editore
2004 194
Periodico mensile - Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Claude Vasconi
Cesare Maria Casati
Attenzione allo “stile” Watch out for “Style”
evidente che ormai quando si esamina un progetto di qualche significato o importanza si deve dare per scontato che il layout della distribuzione degli spazi, dei percorsi e delle funzioni sia più o meno preciso e corrisponda ai requisiti di distribuzione richiesti dalla committenza. Decenni di razionalismo, espresso soprattutto nell’uso parsimonioso degli spazi e dei volumi, e normative, ormai pressappoco uguali in tutto il mondo nel rapporto di superfici, illuminazione e ricambi d’aria, hanno veramente “globalizzato” la scrittura del progetto funzionale di tutti gli organismi architettonici. Rimane ora ai progettisti, almeno per l’architettura costruita, la possibilità di identificare l’oggetto o gli oggetti che vengono quotidianamente inseriti nel territorio urbano, o sub urbano, l’uso di un linguaggio estetico, che per essere originali, ma comunque legati alla espressività architettonica contemporanea, devono essere sempre più coniugati all’uso, anche solo apparente, di tecnologie strutturali e materiali di diaframma che siano identificabili per appartenenza quasi a uno “stile”, più che a una ricerca appropriata di progetto per l’edificio da realizzare e di rispetto al luogo che lo ospita. Credo che occorra fare molta attenzione a decodificare e inventariare, ormai per famiglie di appartenenza visiva, quanto il panorama attuale del costruito ci propone, soprattutto se confrontato a quella nuova corrente di proposta progettuale di avanguardia che sta avanzando in diverse parti del mondo. Possiamo ammirare quanto, con disciplina e continuità di linguaggio personale, anche se legato a espressività più vicine alle arti visive che all’architettura, continua a proporre Frank Gehry, o stupirci delle ingegnose e imprevedibili strutture di Calatrava, che allontanandosi dall’ingegneria severa inventa una vera e propria “scrittura” di segni nello spazio tridimensionale, oppure apprezzare la sobrietà proporzionata di Renzo Piano, sempre rispettoso del rapporto tra materia e struttura, o esaltarci dei significativi esempi di ingegnosa sperimentazione di volumi trasparenti inglobanti strutture differenti per forma e natura. Dobbiamo ammettere che le tecniche progettuali e le nuove tecnologie costruttive, ormai esplose nei diversi Paesi del mondo, ci rendono difficile, a prima vista, l’identificazione non solo del progettista ma anche, purtroppo, del Paese o città dove delle architetture sono state realizzate. La velocità con cui ora viaggiano, in tempo reale, progetti e immagini rende evidente come le soluzioni migliori, estetiche e funzionali, diventino immediatamente paradigmi di qualità e pertanto riutilizzabili per nuovi progetti ricomponendo in parti separate, come in un grande puzzle, brani di costruzioni già verificate dal consenso comune. Ecco che può nascere, ancora una volta, lo “stile”. Come si evidenzia? Vetri-strutture usati solo come citazioni e non funzionali, pensiline di coronamento trasparenti a sole e acqua e quindi utili solo come segno di tecnologia, inutile ma esteticamente valido; curvature e fuori piombo forzati senza senso in un contesto geometrico tradizionale, doppie pelli di vetro utili solo più per riflessi inusuali che per effettiva coibenza e ventilazione. Per fortuna, d’altro canto, ci sono numerosi giovani progettisti nel mondo, digiuni di piccole o grandi committenze, disoccupati del progetto professionale, che stanno impiegando il loro tempo ad affinare ricerche di nuovi linguaggi architettonici superando il concetto “classico” di struttura, di peso visibile e reale, scegliendo strade che, salvando solo come superficie rigida e orizzontale il piano di calpestio, individuano nuove volumetrie morbide, flessibili per natura e trasparenza, con possibilità emozionali molto legate alla qualità dell’immagine e con apparenza della definizione dei volumi vicina al mondo naturale e organico, senza rifiutare il fascino e le immense strade che la natura dei “cristalli” offre sempre nei suoi parametri geometrici. Spero che lo sforzo di documentazione che l’Arca continua a offrire venga apprezzato e possa dare occasione di sane meditazioni.
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t is obvious that when we now examine a design of any significance or importance at all, it is taken for granted that the layout of spaces, pathways and functions is more or less precise and meets the client’s distributional needs. Decades of rationalism, most notably expressed in the parsimonious use of spaces and structures, plus the fact that the rules and regulations governing relations between surfaces, lighting and air-conditioning are more or less the same the world over, really have “globalised” the functional design of all architectural organisms. Architects are now left with the opportunity (at least in the case of built architecture) to identify the object or objects knit daily into the urban or suburban fabric, using a design idiom which, in order to be original while relating to modern-day architectural expressiveness, must increasingly be linked to the use, if only apparent, of structural technology and diaphragm materials that may be recognised as almost belonging to a “style” rather than working around suitable research into the design of the building to be constructed or respect for the setting in which they are to be incorporated. We need to pay plenty of attention to decoding and inventing, in terms of the visual families they belong to, what the present day scene has to offer, particularly when compared to the latest range of cutting-edge designs being developed in various parts of the world. We may rightly admire what Frank Gehry keeps on designing in his own disciplined personal vocabulary, even if it happens to be closer to the visual arts than architecture, be astonished by Calatrava’s ingenious and unpredictable structures as he has moved away from strict engineering to invent his own “writing” in signs placed in three-dimensional space, appreciate Renzo Piano’s carefully gauged austerity that always respects relations between materials and structure, or even get excited about important examples of ingenious experimentation into transparent structures encompassing structures with different forms and of different natures. We have to admit that design methods and new building techniques, that have now exploded into life in various parts of the world, make it difficult, at least at first sight, to identify not only the designer but even, unfortunately, the nation or city where the architecture has been built. The speed with which projects and images now travel in real time means that the best aesthetic and functional designs immediately turn into paradigms of quality, which can be used for gauging new projects that piece back together separate parts of constructions that have already gained public approval, as if they were some sort of huge jigsaw puzzle. This is why “style” is likely to come back in vogue again. So how is this going to happen? Structural glass used merely to make citations and not serving functional purposes, crowning cantilevers transparent to sun and water and hence only useful as useful but aesthetically valid signs of technology; curved or off-set structures taken to the extreme in conventional geometric contexts, glass double skins only really creating unusual reflections and not proper insulation or ventilation purposes. Fortunately, on the other hand, there are plenty of young architects around the world, who, despite failing to find either small or important clients, are spending their time as unemployed architects developing experimentation into new architectural idioms moving beyond the “classical” concept of structure and real, visible weight, in order to adopt approaches which, only using floors as solid, horizontal surfaces, point towards new soft structural relations, flexible by nature and due to their transparency, opening up emotional prospects closely linked to the quality of their image and designing structures carefully related to the natural/organic world. Without ignoring the intriguing charm and immense possibilities that “crystals” inevitably offer through their geometric parameters. I hope l’Arca’s continuing efforts to outline all this are appreciated and might provide plenty of healthy food for thought.
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Auer+Weber Architekten
Auer+Weber Architekten
Tra cielo e terra
Modello dell’Eso Hotel e, sotto vista dell’Osservatorio sulla cima del Cerro Paranal, nel deserto cileno di Atacama. Nelle pagine successive, vista d’insieme dell’ESO Hotel e del Cerro Paranal e ingresso all’albergo.
Eso Hotel, Paranal
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Eso Press Photo
Destra/right, The Sombrero Galaxy M 104 (VLT Antu+FORS1).
Credits Project: Auer+Weber+Architekte n Project Team: Dominik Schenkirz, Philipp Auer, Robert Giessl, Michael Krüger, Charles Martin Outdoor Facilities: Gesswein, Henkel + Partner Structural Engineering: Mayr+Ludescher Mechanical/Electrical Engineering: HL-Technik Kitchen Engineering: Schneidewendt Light Design: Werner Lampl Furnishing and Decoration: Paula Gutierrez Client: ESO European Southern Observatory
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di cemento dai colori tenui riescono a mantenere confortevoli la temperatura e l’umidità. La costruzione, a causa del suo isolamento, è dotata di sistemi che ne garantiscono la completa autosufficienza sia dal punto di vista energetico che dell’approvvigionamento idrico. Inoltre si è privilegiato l’utilizzo di materiali locali poco costosi e di sistemi di costruzione semplici e veloci per ovviare il più possibile alle difficoltà di trasporto, per favorire una facile manutenzione e per ottemperare al desiderio di assoluto rispetto dell’ambiente manifestato dalla committenza. Il risultato è stato un edificio solido ed elegante che si fonde totalmente con il territorio che lo ospita, tracciandovi allo stesso tempo un segno inconfondibile della presenza e dell’ingegno umano. Le 108 stanze (che potranno in futuro diventare 200, grazie al sistema costruttivo modulare adottato) e i vari servizi (uffici, ristorante, cinema, biblioteca, sale controllo, aree per incontri, piscina, palestra) si sviluppano in quattro piani sottoterra e sono collegati alla facciata panoramica e alle aree comuni, prima fra le quali la reception che si apre al di sotto della grande cupola vetrata, da un sistema di passerelle e corridoi. Gli arredi e le decorazioni, semplici ed eleganti, determinano un’atmosfera “casalinga”. Tra le dotazioni di arredo da segnalare una serie di tappeti fatti a mano dall’artista cilena Luz Méndes, che raffigurano immagini astronomiche derivate dagli interferogrammi ottenuti nell’Osservatorio, e una serie di opere di Roberto Matta (www.matta-art.com), l’artista nazionale, con le quali l’ESO rende omaggio al Paese che lo ospita e promuove anche l’attività collaterale di spazio espositivo. Sempre in omaggio alla tradizione locale l’ESO nel 1999 ha indetto anche un concorso per gli studenti delle scuole della regione di Antofagasta per trovare un nuovo nome ai quattro telescopi principali dell’Osservatorio, chiamati fino ad allora con le secche e tecniche definizioni UT1, UT2, UT3, UT4. Ha vinto la diciassettenne Jorssy Albanez Castilla, che ha proposto i nomi Antu, Kueyen, Melipal Yepun, che nella lingua degli indigeni Mapuche significano rispettivamente Sole, Luna, Croce del Sud e Venere stella della sera. L’ESO Hotel risponde a pieno a una delle indicazioni originarie del committente (meritevole di una Segnalazione al Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura 2003/2004): essere un ambiente destinato alla ricreazione, comunicazione e contemplazione, essere un segno nel deserto, essere un luogo in cui la mente e i sensi convivono in un equilibrio tra benessere fisico e psicologico, essere il punto di incontro tra cielo e terra, high-tech e low-tech, spazio stellare e spazio interiore. Elena Tomei
Model of Eso Hotel and, below, view of the Observatory on top of the Cerro Paranal in the Atacama desert in Chile. Following pages, overall view of ESO Hotel and the Cerro Paranal and the entrance to the hotel.
Eso Press Photo
allo sfumare delle ultime luci del tramonto che, dalla cima del Cerro Paranal (2.635 smslm), sospesi tra l’immensità inospitale del Deserto di Atacama e quella dell’Oceano Pacifico, si inizia a scrutare quella ancora più vasta dell’universo. Lontano da tutto, in uno dei deserti più aridi della Terra, l’Osservatorio Paranal (www.eso.org/paranal) è la sede del VLT (Very Large Telescope) dell’ESO European Southern Observatory. L’ESO, che ha la sua sede madre a Garching, vicino a Monaco in Germania, opera in tre diversi siti nel Deserto di Atacama in Cile, l’ultimo dei quali, iniziato a costruire nel 1991, è questo osservatorio annidato sulla cima del Cerro Paranal, 130 Km a sud di Antofagasta e circa 1.200 Km a nord di Santiago del Cile. Grazie a quattro telescopi da 8.2 metri e a vari altri più piccoli tutti combinati con i più avanzati strumenti astronomici, tra cui un interferometro inaugurato nel 2001, questo osservatorio è tra i più potenti esistenti al mondo e tra i luoghi di ricerca più ambiti dagli astronomi di tutto il mondo per realizzare le loro osservazioni: basti pensare che ogni anno l’ESO riceve oltre 1.300 richieste e proposte di ricerca per il VLT. 1991-2001: dieci anni, dunque, per portare a termine la realizzazione dell’Osservatorio Paranal, dieci anni trascorsi dagli scienziati e da coloro che lavoravano alla sua costruzione in container allineati 200 metri più in basso, alla base del monte, lungo l’unica strada che attraversa la polvere del deserto. La costruzione del telescopio aveva priorità assoluta. Intanto però, a partire dal 1998, l’ESO ha iniziato a pensare anche alla sistemazione più confortevole dei circa cento tra ricercatori, tecnici e visitatori che soggiornano a Paranal. Ha indetto un concorso internazionale per la costruzione di una residenza che è stato vinto dagli architetti tedeschi Auer+Weber Freie Architekten (www.auer-weber-partner-de) per l’edificio e da Paula Gutierrez (www.paulagutierrez.com), architetto cileno, per la sistemazione dell’arredamento e dei decori interni. Sfruttando una depressione esistente nel terreno, i progettisti hanno realizzato una costruzione sotterranea con una singola facciata fuori terra e dello stesso colore del deserto, volta verso l’oceano distante soli 12 Km. Oltre a questa facciata, l’unica altra emergenza è la grande cupola vetrata di 35 metri di diametro che, insieme alle aperture di una serie di corti interne sistemate a verde, consente alla luce naturale di illuminare gli ambienti sotterranei e di metterli in comunicazione diretta con l’esterno. La cupola costituisce fra l’altro, una controparte formale rispetto ai sovrastanti, enormi specchi concavi dei telescopi. L’albergo ha dunque le caratteristiche di una vera oasi, un luogo inaspettato e piacevole nella durezza del deserto in cui pareti
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Roland Halbe
Roland Halbe
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t is at sunset on top of the Cerro Paranal (2365 m above sea level), suspended between the immense inhospitable spaces of the Atacama Desert and the Pacific Ocean, that you can first start to glimpse the even vaster realms of the universe. Far away from everything, in one of the least hospitable deserts on earth, the Paranal Observatory (www.eso.org/paranal) is the home of the VLT (Very Large Telescope) belonging to the ESO, European Southern Observatory. The ESO, whose main headquarters are in Garching near Munich, Germany, works at three different sites in the Atacama Desert in Chile. The last of these sites, which began being constructed in 1991, is this observatory nestling on top of the Cerro Paranal, 130 km south of Antofagasta and about 1,200 km north of Santiago del Cile. Thanks to four 8.2.metre telescopes and various other smaller ones all combined with the latest astronomical instruments, including an interferometer that began operating in 2001, this observatory is one of the most powerful of the world. 1991-2001: it took ten years to complete the construction of the Paranal Observatory. The scientists and constructors spent ten years working in containers set up 200 metres further below, at the foot of the mountain, along the only road crossing the dusty desert. The construction of the observatory took absolute priority. Meanwhile, however, in 1998 the ESO starting thinking of more comfortable ways of lodging the approximately one hundred researchers, technicians and visitors staying at the Paranal. It organised an international competition to design a residence, which was won by the German architects Auer+Weber Freie Architekten for the building itself, and Paula Gutierrez, a Chilean architect, for the furnishing and decorating the interiors. Taking advantage of a dip in the land, the designers built an underground construction with one single façade above ground level in the same colour as the desert, that faces towards the ocean just 12 kilometres away. In addition to this façade, the only other notable feature is the large glass dome measuring 35 metres in diameter which, together with the openings of a set of landscaped internal courtyards, lets natural light illuminate the underground premises and links them directly to the outside. A real oasis, a nice unexpected place in the harsh desert environment, whose light-coloured cement walls even manage to keep the temperature and humidity down. Due to its isolation, the building is fitted with systems making it totally self-contained, both in terms of energy and water supplies. There has also been a focusing on the use of inexpensive local materials and quick and simple building methods to cope as effectively as possible with transportation problems, make maintenance easier, and meet the client’s demand for environmental friendliness. The 108 rooms (that might be extended to 200 in future, thanks to the modular construction system used) and various utilities (offices, restaurant, film theatre, library, control rooms, meeting areas, swimming pool) extend over four underground levels and are connected to the panoramic façade and communal areas, most notably the reception in the main glass lobby, by a network of corridors and walkways. The simple, elegant furnishing and decorations create a “homely” atmosphere. Amongst the furnishing, it is worth mentioning a number of handmade rugs by the Chilean artist Luz Méndes, depicting astronomical images taken from interferograms belonging to the Observatory, and a set of works by Roberto Matta. In 1999 the ESO organised also a competition for students at the schools in Antofagasta to come up with a name for the Observatory’s four main telescopes, until then rather austerely and technically known as UT1, UT2, UT3 and UT4. It was won by the seventeen-year-old Jorssy Albanez Castilla, who suggested the names Antu, Kueyen, Melipal and Yepun, which in the native tongue of the Mapuche Indians mean Sun, Moon, Southern Cross and Venus Night Star. The ESO Hotel complies in full to the original guidelines provided by the client (who deserves being put forward for the 2003/2004 Dedalo Minose International Prize for Architecture Clients): to provide a recreation, communication and contemplation place, to provide a landmark in the desert, to provide somewhere where the mind and senses can co-exist in a perfect balance of physical and mental well-being, and provide a meeting place between the heavens and earth, high-tech and low-tech, the spaces of stars and inner space.
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Eso Press Photo Massimo Tarenghi
From top down, section, detail of the elevation of the above-ground façade, plan of one of the 108 rooms, plans of levels -2 and -4.
Massimo Tarenghi
Dall’alto, sezione, particolare del prospetto della facciata fuori terra, pianta di una delle 108 camere, piante dei livelli -2 e -4. Nella pagina a fianco, viste dell’albergo, dell’ingresso e dell’atrio centrale.
Massimo Tarenghi
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Roland Halbe
Roland Halbe
Roland Halbe
Massimo Tarenghi
Viste dei percorsi di collegamento interni e di uno degli spazi sistemati a verde dell’albergo. Nelle pagine precedenti, la lunga facciata/terrazza rivolta verso il deserto e l’Oceano Pacifico.
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Roland Halbe
Roland Halbe
Views of the connecting corridors inside and one of the hotel’s landscaped spaces. Previous pages, the long façade/terrace facing the desert and Pacific Ocean.
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La forma delle idee
Viste della Hoofddorp Bus Station, realizzata nello spiazzo antistante l’ospedale della città olandese. L’edificio che appare come un’isola calata nello spazio pubblico si ispira alle forme di Oscar Niemeyer.
Fluid Vehicle and Cyclopes luid Vehicle: se fosse almeno di cemento armato resterebbe da capire, in base alle sembianze, quanto il disegno abbia in effetti captato e seguito le forze in gioco. E forse il sospetto nel serpeggiare si mescolerebbe al sollievo di poter ricondurre l’opera a dei precedenti. Invece questa pensilina per gli autobus è fatta da cima a fondo in una schiuma di C6 H5 CH:CH2, polistirene quindi. Una sostanza dalle mille consistenze, universalmente nota in uno dei suoi nomi equivalenti: polistirolo. La sezione di questa struttura è dunque piena, non ha né centine né un’orditura nascosta. Solo una grande guaina di poliestere protegge un tale artefatto. Fatto per pezzi e assemblato in laboratorio come se si ricostruisse l’osso cartilaginoso di chissà quale creatura fuori scala. La struttura, ottenuta in cambio di un milione di euro, misura 50x10x5 metri e viene orgogliosamente presentata come la cosa più grande al mondo mai fatta in un simile materiale. Polistirene: una di quelle prodigiose ma anche vili sostanze plastiche battezzate, a dispetto dell’origine sintetica, con nomi da pastore greco (come faceva notare Roland Barthes al debutto di un intelligentissimo e divertente commento sul loro primo massiccio apparire a metà degli anni Cinquanta), trova quindi oggi il suo più largo impiego. Curiosamente si direbbe, poiché nonostante il sincero entusiasmo progettuale al cospetto di plastiche e affini in un’epoca in fondo ottimista, davvero produttiva e aperta come gli anni Cinquanta/Sessanta, mai si era arrivati a tanto. Al confronto mnemonico di quanto si disegnava o faceva allora – ma bisognerebbe controllare, spulciare riviste e cataloghi, effettuare ricerche apposite – questa pensilina piazzata nel bel mezzo dell’Olanda si scopre ispirata da un maggior edonismo materico, sorprendente, extra-large, addirittura esagerato. Come se un tempo, nonostante lo slancio, ci si fosse comunque trattenuti, avvinti a un’etica inconscia, già peraltro tradita, nonostante il subitaneo soccorso della cultura pop, dalla massificazione acefala, La pensilina di Maurice Nio (1959) rivela invece, specie nelle panoramiche indoor delle fasi di definizione alla fresa e montaggio, le proprietà di un vasto oggetto a reazione poetica.
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Credits Project: Maurice Nio Design Team: Henk Bultstra, Mirjam Galjé, Hans Larsen, Jaakko van 't Spijker Structural Engineer: Ingenieursbureau Zonneveld & Engiplast Contractor: Ooms Bouwmaatschappij bv Client: Schiphol Project Consult
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Inverosimilmente paragonabile, considerato il carattere alieno del materiale, a radici, sassi, ossi, pezzi di conchiglia, levigati dagli elementi e dal trascorrere del tempo, ma con in dote anche qualcosa di repulsivo, intestinale, da sonda che esplori le viscere. Qualcosa di arcano, con il suo posto già iscritto nella mente, mezzo animale o grande bestia da paleontologi, mezzo prodotto industriale di inesorabili macchine a controllo numerico ultracomputerizzate, usate con coraggio e fredda intelligenza. Tant’è che, invece di una critica già superflua, si vorrebbe assistere, mentre si aspetta l’autobus e si saggia di persona la consistenza del manufatto, alla conversazione impossibile tra Joe Colombo e il capitano Ahab. Mentre sull’altro lato della strada confabulano i vandali. Cyclopes: a sostituire, per metafora spiccia, il tavolo operatorio con l’Olanda d’oggi, l’incontro imprevisto tra sbarramenti antirumore e case unifamiliari sarebbe da sedicente Conte di Lautréamont. Ritroveremmo l’ombrello e la macchina da cucire sotto mentite spoglie, a scala territoriale (vedi: Compte Lautrémont, Chants de Maldoror, Chant 6, Paris 1868 – www.maldoror.org). La doppiezza astrusa, celibe, di coppie antagoniste era già insita nell’opposizione tra condizioni ambientali e programma. La zona residenziale, nei boschi intorno Hilversum, è ambita ma per la quiete domestica il terreno era sfavorevole, quasi inservibile, proprio a ridosso del traffico. Qui, piuttosto che disegnare, come se nulla fosse, degli altri edifici audiolesi, affacciati su autostrade o adiacenti a tangenziali assordanti, si è voluto scoprire vicino al pericolo cosa se ne poteva ottenere in cambio. Un’impresa temeraria, necessaria, riconosciuta persino dal mercato immobiliare. Queste dodici case sembra siano state acquistate sulla carta. A qualcuno tra gli acquirenti sarà tornato in mente Hölderlin? In fondo per i progettisti è giocoforza credere che là dove è più grande il pericolo cresce anche ciò che salva. I dodici ciclopi riproducono la speciale atmosfera, rassicurante ma già da fantascienza, di un avamposto su di un pianeta ostile: il nostro. Decio Guardigli
luid Vehicle: if it were at least made of reinforced concrete, then we would need see, based on what it looks like, just to what extent the design has actually captured and followed the forces in play. And perhaps our suspicions would turn to relief as we managed to trace the work back to other previous designs. But in actual fact this bus canopy is made from top to bottom out of C6 H5 CH:CH2, one of the thousands of different consistencies of a substance universally known by one of its various names: polystyrene. This means the structure has a full section with no centrings or hidden warping. The artefact is just protected by a large polyester membrane. Made of pieces and assembled in the laboratory as if reconstructing the bony cartilage of some over-sized creature. The structure, which cost one million Euros, measures 50x10x5 metres and is proudly presented as the world’s biggest object made of this kind of material. Polystyrene: one of those prestigious but vile plastic substances named (despite its synthetic origin) after Greek shepherds (as Roland Barthes pointed out at the beginning of an extremely clever and interesting essay on its first wide-scale application in the early 1950s), is now more widely in use than ever. Strange because, despite all the genuine design enthusiasm surrounding plastics and other similar materials in a fundamentally optimistic, productive and open period like the 1950s/60s, such levels had never been reached until now. Comparing what was being designed or manufactured back then – calling for careful checks, flicking through magazines and catalogues and special research – this canopy built right in the heart of the Netherlands is inspired by much greater hedonism with materials, it is strikingly over-sized and perhaps even excessive. As if in the past, despite the great drive forward, they had somehow been holding back, restrained by subconscious ethics (but already betrayed), despite the sudden help arriving from Pop culture, thoughtless standarisation. On the other hand Maurice Nio’s canopy (1959), particularly in indoor views of how it was first worked and then mounted, shows all the properties of a huge object “à réaction poétique”.
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Compared in a rather unlikely way, bearing in mind the alien nature of the material in question, to roots, stones, bones, bits of shells, smoothed by the elements and the passage of time, but carrying with it something repulsive, intestinal, like a probe exploring somebody’s guts. Something arcane, with its place already set in our minds, half animal or huge beast like those anthropologists study, half the industrial product of relentless numerically-controlled ultra-computerised machines, used with great bravery and cool intelligence. The fact is that, instead making some pointless critique, as you wait for the bus and try it out for size yourself, you would like to overhear an impossible conversation between Joe Colombo and Captain Ahab. While vandals huddle together over on the other side of the road. Cyclopes: if, as a rather weak metaphor, we replace the operating table with modern-day Holland, then the sudden encounter between noise barriers and detached houses would be worthy of some latter day Count of Lautréamont. We would find the old umbrella and sewing machine transferred onto a quite different territorial scale (see: Compte Lautrémont, Chants de Maldoror, Chant 6, Paris 1868 – www.maldoror.org). The obscure, celibate duplicity of conflicting couples was already inherent in the contrast between the environmental conditions and programme. The housing estate, in the woods around Hilversum, is extremely up-market but hardly inductive for peaceful home life, due to all the nearby traffic. Here, instead of just designing other hearing-impaired houses as if there was nothing at issue, facing the motorway or alongside deafening highways, there has been a real attempt to see what could be achieved in such a perilous situation. A bold and almost inevitable enterprise, that even the real estate market was ready to acknowledge. These twelve houses look as if they have been bought on paper. I wonder if any of the buyers thought of Hölderlin? After all the architects were forced to believe that Where the danger is greater, there is also more to be saved. The twelve Cyclops reproduce that very special, reassuring, sci-fi atmosphere of an outpost on a hostile planet: ours.
Views of Hoofddorp Bus Station, built in the space in front of the hospital in this Dutch city. The building, which looks like an island sunk in the public space, is inspired by Oscar Niemeyer’s forms.
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Dal basso in alto, planimetria, pianta, prospetti sud, nord, est e ovest e sezoini trasversali. Nella pagina a fianco, viste dell’edificio che è stato realizzato completamente in schiuma di polistirene
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e poliestere ed è la più grande struttura al mondo fatta di materiali sintetici (50x10x5 metri). From bottom up, site plan, building plan, south, north, east and west elevations, and
cross sections. Opposite page, views of the building which is made entirely of polystyrene and polyester foam and is the world’s biggest structure made of synthetic materials (50x10x5 metres).
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Sotto, piante dei due livelli delle unità abitative realizzate a Diependaal, Hilversum. A destra, planimetria generale. Sopra, prospettiva a volo d’uccello del complesso residenziale. Nella pagina a fianco, viste delle residenze e prospetto. Below, plans of the two levels of the housing units built in Diependaal, Hilversum. Right, site plan. Below, bird’s-eye view of the housing complex. Opposite page, views of the housing and elevation.
Credits Project: Maurice Nio Constructor: Constructieadviesbureau Steens Contractor: Slokker Bouwgroep Client: Slokker Vastgoed Groep
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Claude Vasconi
Nuovo cuore urbano The Wave in Vélizy Nella pagina a fianco, a sinistra dal basso, pianta del piano terreno, sezione longitudinale e planimetria generale del Centro culturale e Scuola di musica e di spettacolo realizzato a Vélizy-Villacoublay, nell’Ile de France, su concorso vinto nel 1998 da Claude Vasconi e ultimato nel 2003. A destra, dal basso, piante primo, secondo e terzo piano. Il complesso, che occupa una superficie di 12.000 mq, riunisce una sala di 700 posti, una pluridisciplinare modulabile di 300, 2 sale di danza, una sala per prove d’orchestra, 12 studios e 4 aule e gli uffici amministrativi. Opposite page, left, from bottom, plan of the ground floor, longitudinal sections and site plan of the Cultural centre and Music and Drama School in VélizyVillacoublay in the Ile de France, designed by Claude Vasconi after winning a competition in 1998 and actually built in 2003. Right, from bottom, first, second and third floor plans. The complex, covering a surface area of 12,000 square metres, combines a 700-seat hall, a modular 300seat multi-purpose hall, 2 dance rooms, a rehearsal room for the orchestra, 12 studios and 4 classrooms and administration offices.
Credits Project: Claude Vasconi Cosultants: Igor Hilbert-Hilbert & Associés Assistants: G. Campos, G. Bez, J. Concordet, P. Lardat, C. Domenici, M. Lallemand-Flucher, H. Guitart, D. Zentelin Scenography: Michel Seban, Agence Babel Acoustic: Yaying Xu-Xu Acoustique Engineering: Jacobs Serete Client: Ville de VélizyVillacoublay
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ncora una volta l’attenzione di questa rivista si concentra sul tema generale della trasformazione dell’immagine e delle funzioni della metropoli contemporanea. L’edificio in oggetto rappresenta infatti un frammento per molti aspetti emblematico e significativo di questa metamorfosi: ci troviamo nella distesa e infinita banlieu parigina all’interno della quale la cittadina di Vélizy-Villacoublay ha scelto di rafforzare la propria identità attraverso la realizzazione di un centro culturale. La cittadina è molto probabilmente sconosciuta ai più: si immagina un moderno sobborgo civile, fino a ieri senza significative pretese, capace tuttavia di aver voluto e saputo intraprendere ambiziosi progetti di rinnovamento urbano incentrati sulla creazione di grandi strutture di uso collettivo tali, tra l’altro, da trasmettere un rinnovato senso di appartenenza. Collocata tra Parigi e Versailles, Vélizy si candida quasi naturalmente a divenire parte integrante della “catena di grandi equipaggiamenti culturali” della regione parigina: un nodo primario nella rete estesa della città policentrica. Viste le dimensioni del suo potenziale bacino d’utenza, il centro culturale, nelle intenzioni degli amministratori e del progettista, è destinato inoltre a rappresentare l’immagine più significativa di Vélizy. Uno stadio, esistente, una nuova stazione tranviaria di prossimo completamento, e infine il centro culturale di cui si riportano le immagini: si tratta, in questo caso, di un progetto senz’altro degno di nota, che prevede la formazione di un nuovo “cuore urbano” per il sobborgo metropolitano di Vélizy in grado di ruotare attorno alle masse sinuose de L’Onde. Si tratta di uno spazio multifunzionale, inteso come punto di incontro per eccellenza delle discipline artistiche: luogo di “incontri e scoperte”, di “apprendimento ed espressione”; sale concerto per diverse centinaia di spettatori, una scuola di musica e di danza, aree espositive e di uso collettivo, oltre agli uffici amministrativi, sono raccolti e organizzati all’interno di un edificio caratterizzato da una serie di curve e controcurve, e che si sviluppa attraverso la realizzazione di due facciate distinte e contrapposte; verso la città, e verso il suo pubblico, il centro culturale si apre flettendosi tramite l’impiego di ampi spazi vetrati, mentre il retro, più prossimo al tracciato di una grande strada di circolazione metropolitana, è rivestita di granito grigio e metallo nero. Al proprio interno si colloca invece una “strada di attraversamento”, intesa come spazio di incontro, di passaggio e di informazione che consente, tra l’altro, una connessione coerente tra la sala concerto principale e la scuola di danza e di musica, per la quale è previsto un funzionamento autonomo. I materiali impiegati sono i più diversi fra loro: dalla solennità rappresentata dal cemento a vista variamente trattato, alle suggestioni del legno, utilizzato per parte del rivestimento della sala concerto principale, a formare delle pieghe, delle onde che contribuiscono in modo essenziale alla qualità acustica dell’impianto. Più in generale, soprattutto per le aree destinate alle rappresentazioni collettive, grande attenzione è stata dedicata all’impiego di tecnologie avanzate nel campo della scenografia, della restituzione sonora e dell’isolamento acustico. La scuola di danza e musica, con i suoi spazi destinati alle attività più diverse, non si sottrae a questo principio generale, che tiene conto anche di tutta una serie di condizionamenti esterni: dalla vicinanza con l’aeroporto locale alla strada di grande comunicazione che scorre a poche decine di metri. Filippo Beltrami Gadola
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nce again this magazine has decided to focus on the general issue of transforming the image and basic functions of the modern-day city. The building in question is actually in many respects a highly emblematic and significant fragment of this kind of metamorphosis: we are in fact in the seemingly infinite outskirts of Paris, where the town of Vélizy-Villacoublay has decided to boost its own identity by building a cultural centre. Most people probably are not familiar with this town: it is actually a modern civic suburb, until now without any real pretensions, but able and willing to take on ambitious urban redevelopment projects focused on creating major communal structures capable, amongst other things, of transmitting a sense of belonging. Situated between Paris and Versailles, Vélizy is an almost natural candidate (if only due to its geographical location) to become an integral part of the “chain of key cultural furbishing” in the Paris region and public sector. The new cultural centre will serve both the French capital and Ile-de-France region: a key node on the city’s extensive polycentric web. Bearing in mind the sheer size of the area it will potentially serve, the architect and administrators also set out to design a project with a biting image, Vélizy’s most distinctive landmark. An old stadium, a new tram-bus station soon to be completed and, last but not least, the cultural centre, pictures of which are shown here: in this case we are certainly talking about a notable project involving the creation of a new “urban heart” for the city suburbs of Vélizy revolving around the winding masses of L’Onde. This is actually a multi-purpose space, in the sense that it provides a real congregation place for the arts: somewhere for “encounters and discoveries”, “learning and expressing”; a concert hall for hundred of spectators, a music and dance school, exhibition areas and communal spaces, and also administration offices, are all collected and set inside a building featuring a series of curves and counter-curves that develops around the construction of two separate, counterposed facades; the cultural centre opens up towards the city and its users through wide glass spaces, while the rear (set as close as possible to a main city thoroughfare) is clad with grey granite and black metal. Inside there is a “road running across” providing somewhere to meet, pass through and access information, also constituting a seamless link between the main concert hall and music & dance school, which will operate on an independent basis. All kinds of different materials have been used: ranging from the austerity of exposed cement (given a variety of different treatments) to the evocative force of wood, used for part of the cladding on the main concert hall to form the folds and waves playing a key part in ensuring the plant’s fine acoustics. More generally speaking, particularly as regards the areas designed for communal events, careful attention has been devoted to the use of cutting-edge technology in the fields of set design, acoustics and sound insulation. The music and dance school, whose spaces are designed for all kinds of activities, is no exception, as it come to terms with a range of external constraints: the closeness of the local airport and the main road just a few dozen metres away.
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Philippe Ruault
In queste pagine, la facciata sud del complesso che dichiara, attraverso l’immagine rigorosa e minerale del rivestimento in granito grigio e metallo nero, la chiusura rispetto alla trafficata A86. These pages, the south façade of the complex whose black metal and grey granite, austere, mineral cladding shuts it off from the busy A86.
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La facciata nord, caratterizzata da una volumetria più morbida e ritmata da un andamento ondivago della facciata completamente vetrata che si apre sulla città scoprendo al pubblico il foyer e le sale espositive. Nella pagina a fianco, la strada interna che attraversa il complesso da nord a sud; spazio di incontro e passaggio consente di raggiungere sia la sala degli spettacoli, sia la scuola di danza e di musica.
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The north façade, featuring a softer structure with a wavelike all-glass façade design that opens up to the city so that the public can see the foyer and exhibition rooms. Opposite page, the inner pathway running across the complex from north to south; a meeting space and passage way providing access to both the concert hall and music and dance school.
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Nelle pagine precedenti lo scalone monumetale contenuto in un cilindro blu scuro che mette in comunicazione i due livelli del foyer. In questa pagina la grande sala degli spettacoli in forma di anfiteatro e dominata
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dal colore blu mare della pavimentazione in moquette e ddella poltrone in velluto. Le pareti in faggio sono definite da una successione di curve e contro-curve che contribuiscono a migliorare le prestazioni acustiche.
Previous pages, the monumental staircase held inside a dark blue cylinder connecting the two levels of the lobby. This page, the large concert hall shaped like an amphitheatre with a distinctive sea-blue floor and velvet seats.
The beech wood walls feature a succession of curves and countercurves that improve the acoustics.
I due livelli del foyer che affacciati sul lato nord sono ampiamente illuminati dalle ampie superfici vetrate che ne proiettano la dimensione verso l’esterno e la città.
The two lobby levels facing north that are well-lit by wide glass surfaces projecting it out towards the outside environment and city.
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otato come si poteva supporre di sette vite almeno, si sta in questi ultimi tempi riaffacciando un po’ dappertutto sulla scena architettonica mondiale uno spirito radical. Un segno che lascia ben sperare, tanto più che, in forme giustamente disparate ma ugualmente traboccanti di energia, sono soprattutto i più giovani a dimostrarsene portatori, con progetti, proposte e qualche volta perfino interventi costruiti. Sempre districandosi con intelligente abilità nella selva oscura delle irrequiete tecnologie digitali, la cui evoluzione ha ormai si può dire cadenze giornaliere se non orarie, e i cui fascini tendono continue trappole ammalianti. Occorrono astuzia e competenza, ironia e freddezza, idee chiare dotate di potenza corrosiva nei confronti di una realtà vischiosa, di uno sfondo nel complesso opaco dominato da logiche quantitative e senza cuore, non prive per questo di forti capacità seduttive. Per mettere ulteriormente a registro il ragionamento, si potrebbe con qualche utilità partire anche alla rovescia, cioè andando a rintracciare recenti o addirittura recentissime epifanie di questa indomita attitudine radical dove meno ce la si potrebbe aspettare. Uno degli indiscutibili grandi del momento, per esempio, Rem Koolhaas e alter ego acronimi AMOMA, evitando di essere seppellito dalle poderose affermazioni professionali da una parte e dall’altra dal peso di sempre più fitte schiere di epigoni più o meno acefali (come ad altri capita o è capitato, mai però a Le Corbusier), ha messo il tutto istantaneamente in posizione di fuori gioco con spietata lucidità, nulla negando del proprio operare, con l’uscita di Content (Taschen, Köln 2004). Un gioco al ribasso, stanno dicendo velenosi i più, storcendo il loro nasino fremente sempre alla ricerca degli effluvi più prelibati, mentre le loro mucose sono ormai completamente atrofizzate. Nessun ribasso ovviamente, caso mai un rilancio salutare e stimolante: ma per capirlo bisogna averci la testa, e non soltanto gli occhi, che poi neppure vedono, abituati come sono ormai soltanto alle schermate video. Anche molta coerenza intellettuale coraggiosa e più che trentennale, sempre squisitamente radical, dal lontano Exodus del 1972 a Delirious New York del 1978, e poi a S,M,L,XL del 1995. A fronte invece di un irrobustirsi esponenziale soltanto di una diffusa e scriteriata coazione a rifare supinamente il verso agli aspetti meramente esteriori. Last but not least, Radical non consente Revival. Urban Environments (www.urban-environments.net): da poco tempo fondato a Düsseldorf da un architetto giovane, Mark Mueckenheim, più che uno studio nel senso abituale del termine si tratta di un assetto operativo strategico costituito da una rete di architetti, designer, artisti, che lavorano in modo assolutamente trasversale. Dal cucchiaio alla città? Anche, non però nel senso inteso da Hermann Muthesius e tanto meno in quello caro a Ernesto Nathan Rogers. Nessun repechage. Un piede di partenza decisamente radical: “form follows fun”, uno slogan-guida originale, denota propositi d’attacco e di ricerca, una specie di “banzai!” architettonico lanciato verso il futuro prossimo. Gli esperimenti si susseguono febbrili. Destini possibili vengono accuratamente passati e ripassati sotto attentissimi scanner. Urban Island scandaglia nel profondo la congestione della metropoli, dando forma alle pieghe e alle assenze. Lo scalo merci di Umeda, ventiquattro ettari di estensione, si trova a pochi passi dalla stazione di Osaka, dove transitano due milioni e mezzo di passeggeri al giorno. Una sorta di squarcio in un tessuto urbano densissimo: nessun dubbio, va suturato, se sta a cuore davvero un rilancio della città. Un vuoto solcato da fasci di binari: che fare? Sperimentando una procedura inconsueta di produzione delle forme per estrusione, il layout ferroviario viene sottoposto a lievitazione forzata, trasformando le tracce dei treni in volumi. Ne risultano come delle grandi dita divaricate, delle quali decidere la stazza più opportuna, coniugandole con tre torri ad andamento spezzato a suggello anche visivo degli spazi interstiziali che si allargano a ventaglio. Per poter procedere si
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stabiliscono il grado della densità, deliberatamente alto, e la vocazione pubblica del sito. Viene messo a punto un mélange polifunzionale sofisticato, ma del tutto plausibile, realistico: tant’è che non a caso si parla di un nuovo quartiere. Polifunzionalità non certo d’accatto, o mera replica di quanto già si può trovare in un qualsiasi agglomerato urbano. Il programma messo a punto è veramente molto differenziato, tutto svolto all’insegna del loisir, intrecciando giardini e promenade con attrezzature e servizi di varia natura, e sorprendenti residenze di piccolo calibro. Una specie di condensatore di vita. Un luogo piacevolmente desiderabile. Analogamente, perché no, uno stato di catastrofe potenziale può essere, sotto il profilo euristico, uno dei migliori punti di partenza. Le epidemie di BSE che hanno già falcidiato in questi anni qua e là stuoli di bestiame di certo suggeriscono qualche riflessione, e qualche prospezione di fulleriana memoria. Calcoli non difficili sull’andamento della produzione agricola, e sulla sua inarrestabile corsa verso squilibri definitivi, portano a incorniciare l’annosa questione del rapporto città-campagna in maniera assai diversa da quella cui molti sono abituati. Assai drammatica, e non più ideologica. Spostando il mirino sull’Inghilterra, Urban Environments registra un dato: per nutrire la popolazione di Londra sono necessari all’incirca 840.000 ettari di terreno coltivato. E nessun abitante della metropoli ne ha la più vaga idea. Perché allora non sottoporre a una mutazione totale un vecchio mercato cittadino, per esempio quello di Berwick Street a Soho, per trasformarlo, incorporando l’adiacente Kemp House, in una grande officina di produzione e vendita di prodotti alimentari, a ciclo continuo 24 ore su 24? Ricorrendo alle opportunità offerte da una tecnologia probabile, viene progettata una architettura il cui aspetto varia incessantemente, per via delle differenti funzioni assunte dai suoi vari elementi costitutivi che, ciclicamente spostati a seconda dei periodi del giorno e della notte, fungono di volta in volta da distribuzione e vendita, lavorazione, stoccaggio, anche produzione. Ne risulta una enorme macchina-architettura dall’aspetto molto organico. Un organismo nel senso pieno del termine, e una scena urbana non priva di risvolti espressionisti, futuristi, ma più ancora vicina alle prefigurazioni care a Philip Dick. C’è anche modo di abitarvi riallacciando rapporti abbastanza diretti con cicli biologici quasi naturali: per esempio la torre della Kemp ha, aggrappate alle facciate, speciali cellule-vivaio per aragoste, altri crostacei, pesci d’acqua dolce e salata; chi abita lì può per così dire adottarne una, seguendo in diretta le varie fasi di crescita ittica, e usufruire anche del surplus prodotto. D’altra parte anche il turismo a medio e breve raggio, sorta di esondazione fisiologica e periodica della metropoli che dà oggi inesorabilmente luogo a sue protesi deformi sparse sul territorio, fatte di grumi di case, casette o caravan, potrebbe, grazie a MTI accuratamente progettati, trasformarsi in forma garbata di colonizzazione leggera. Dimore aggrappate a costruzioni esistenti, ad alberi, a rocce. I moduli “mobile tourist interface” che Urban Environments propone sono, in fondo, la trascrizione fisica di un desiderio squisitamente metropolitano: quello di poter essere altrove sì ma in, e non accanto, o nei pressi, o fuori. Per un week-end, una settimana, un mese. “Home is were I want to be”, diceva David Byrne. Infine perché in futuro non soddisfare anche i desideri inconfessati, magari quelli francamente non condivisibili degli urbanisti che tanto vorrebbero poter vedere le città come fossero cartografie, o, nel migliore dei casi, maquettes? Ecco per questo le apposite capsule su fune del progetto Urban Hubris, che sorvolano, sinistre, minacciose, silenziose come telecamere, la città di Köln, ma è solo un esempio, si potrebbero impiantare ovunque. Qui le cose sono presentate in chiave garbatamente ironica. Ma non possono sfuggire la capacità di disvelamento e la lucidità premonitrice di questo modo di saper affrontare la progettazione. Maurizio Vogliazzo
lessed, as was only to be expected, with seven lives, the spirit of radicalism has started cropping up more or less all over the world architectural scene over recent years. A sign that augers well, particularly since it is mainly young people whose multi-faceted, energy-packed projects, ideas and sometimes even built designs embody this spirit. Youngsters who are managing to find their way through the dark woods of harrowing digital technology, whose charm sets inviting traps, with the greatest of skill and cunning. It takes astuteness and expertise, irony and a cool head, and clear ideas with enough corrosive power to handle viscid reality, against a generally dull background in which the heartless logic of quantity reigns supreme, although not without a certain seductive force. To make this line of thinking even clearer, it might be useful to start from the end or, in other words, retrace recent (or even the very latest) achievements of this untameable radical attitude in the most unlikely of places. Like, for instance, with one of unquestionably the most important stars of the moment, Rem Koolhaas and his alter ego acronym AMOMA, who refuses to be buried beneath all his achievements on one hand and the burden of all the hoards of more or less brainless followers on the other (as often happens, or has happened, to others, although never to le Corbusier); Koolhaas has caught everybody unawares with his usual uncompromising clarity through the publication of Content (Taschen, Köln 2004). A step backwards, so the most spiteful claim, as they turn their noses up in search of more delicate scents, whereas in actual fact their nostrils are completely blocked. Clearly this is certainly no step in the wrong direction, but rather a healthy and stimulating leap forward: but to realise this it takes brains and not just eyes, blind though they often are and too used to stirring at video screens. Koolhaas has always shown plenty of courageous intellectual consistency during over thirty years of exquisitely radical experimentation, stretching from Exodus way back in 1972 to Delirious New York in 1978 and then S, M, L, XL in 1995. All this in face of an exponential boom in a widespread and quite random tendency towards a mere supine mimicking of purely exterior aspects. And last but not least, there can be no Revival in what is Radical. Urban environments (www.urban-environments.net): recently set up in Düsseldorf by a young architect, Mark Mueckenheim, this is not so much a firm in the conventional meaning of the word as a strategic operating unit composed of a network of architects, designers, artists and even (but only as consultants when required) planners, working right across the board. From the spoon to the city, then? Partly, yes, but not in the way Hermanna Muthesius meant it, nor as Eernesto Nathan Rogers took it. No recycling. A genuinely radical starting point: “form follows fun,” this original guideline evokes a positive approach and experimentation, a sort of architectural “banzai!” projected towards the near future. Possible scenarios for the future are carefully examined and then re-examined by scanners. “Urban Island” delves right down into the depths of urban congestion, giving shape to gaps and folds. The Umeda goods depot, twenty-four hectares in size, is just a few steps from Osaka Station that handles two and a half million passengers every day. A sort of densely-knit patch of urban fabric: there is no doubt it needs stitching together, if there really is a desire to re-launch the city. A space cut out by tracks: what could be done with it? Experimenting on an unusual procedure for extruding forms, the railway layout has undergone forced levitation, turning the train tracks into structures. This produces what look like huge spread fingers, that need to be carefully scaled and sized, combining them with three towers placed in a broken arrangement to visually crown the interstitial spaces opening up like a fan. Before taking action, the degree of density (deliberately high) and public vocation of the site need to
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be gauged. A sophisticated but highly feasible and realistic multipurpose mix has been developed: it is hardly surprising there is actually talk of it being a new neighbourhood. There is certainly nothing second hand or merely imitative of what can already be found in any old urban agglomerate about this kind of multi-functionality. The programme that has been developed really is extremely multifaceted, all in the name of relaxation and leisure, weaving together gardens and promenades with various kinds of services and furbishing, and startling residences of a small calibre. A sort of condenser of life. A desirable place. Similarly, why should not a state of potential catastrophe, heuristically speaking, be an ideal starting point? The BSE epidemics that have broken out here and there over recent years and wiped out vast herds of cattle certainly give food for thought, and open up prospects along Fuller-inspired lines. Relatively simple calculations of the trend in farm production and its relentless progression towards unsustainable imbalances mean that the tricky issue of relations between the city and countryside need to be viewed in a quite different and unfamiliar light. Extremely dramatic and no longer ideological. Setting their sights on the United Kingdom, Urban Environments has taken note of a key figure: it takes approximately 840,000 hectares of farmed land to feed the population of London. And not one single member of the population has even the faintest idea of this fact. So why not totally mutilate an old inner-city market, like for instance the market in Berwick Street, Soho, in order to redevelop it, incorporating neighbouring Kemp House, into a huge factory for manufacturing and marketing food products on a non-stop 24hour basis? Resorting to the opportunities provided by the kind of technology likely to be available, the architecture designed looks different all the time due to the different purposes served by its various constitutive parts, which, moved around on a cycle dictated by the time of day and night, serve distribution and sales, processing, storage and even production purposes. This creates a basically extremely organic looking, huge architecture-machine. An organism in the real sense of the word, and an urban setting with certain distinctively futurist, expressionist connotations, actually even closer to the kind of visionary designs that Philip Dick was so fond of. It can even be inhabited, setting up relatively direct relations with almost natural biological cycles: for instance, Kemp’s tower has special nursery-cells for lobsters and other crustaceans, fresh and salt ware fish, hooked onto the facades; anyone living there can, so to speak, adopt one, following the various stages of fish growth as they take place, and also take advantage of any surplus produced. After all, even short and medium-range tourism, a sort of regular, routine flooding of the city which now inevitably gives rise to deformed prostheses all over the land in the form of bundles of houses, chalets or caravans, might be turned into an elegant form of gentle colonisation, given the right design treatment. Houses built onto existing buildings, trees or rocks. The “mobile tourist interface” units that Urban Environments is proposing are basically a physical transcription of an exquisitely metropolitan desire: to be elsewhere, yes, but “in” and not alongside, near or outside. For a weekend, week or month. Home is where I want to be, as David Byrne put it. Finally, why not even satisfy the unspoken and quite frankly highly dubious desires of town-planners, who are so keen to see cities looking like maps or, at best, scale models? So here we have the special cable capsules designed by Urban Hubris, that fly threateningly, mysteriously and silently over the city of Koeln like TV cameras, just one possible application, they could actually be set up anywhere. Here everything is presented in an elegantly ironic light. But there is no escaping the foresight and premonitory lucidity of this way of tackling planning and design.
Agora Dreams and Visions
Agora Dreams and Visions
Urban Environments
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Urban Island
Urban Island è una strategia per la trasformazione della Umeda Cargo Station a Osaka in un quartiere vivace e attivo 24 ore al giorno. Il progetto trae origine dalle direttrici che segnano l’area e, attraverso una trasformazione in 3D, il layout dinamico dei binari esistenti diventa un volume spaziale che risponde alle richieste programmatiche generate dall’analisi del quartiere. Urban Island is a strategy for developing the Umeda Cargo Station in Osaka into a busy, lively neighbourhood 24 hours-a-day. The project is based on the basic lines marking the area and, thanks to a conversion into 3D, the dynamic layout of the old tracks turns into a spatial structure meeting the programme needs deriving from an analysis of the neighbourhood.
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Il nuovo volume si allunga come dita di una mano, che formano “isole urbane” allungate verso la stazione di Osaka. Elementi di spicco del progetto saranno una serie di giardini pubblici e tre torri polifunzionali nel quadrante sud dell’area. The new structure stretches out like the fingers of a hand forming “urban islands” reaching out towards Osaka Station. The most distinctive features of the project will be a set of public gardens and multipurpose towers in the south sector of the area.
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Diagramma programmatico dell’“isola urbana” e, nella pagina a fianco, vista aerea dell’area con individuazione della zone di intervento. Functional diagram of an “urban island” and, opposite page, aerial view of the area showing the project zone.
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Urban Farming
Il progetto si è sviluppato a partire dall’emergenza della BSE (mucca pazza) in Europa. E’ un tentativo di portare le pratiche agricole nelle metropoli per una coscienza maggiore di ciò che mangiamo. Il Sohos Market di Londra è trasformato in un mercato del futuro rifornito di cibo da una fabbrica per il trattamento alimentare collocata nella vicina Kemp House. L’intervento prevede l’uso di materiali futuristici (compositi, computerizzati, organici) e di forme dinamiche destinate a ospitare tutte le fasi del processo di produzione del cibo fino alla distribuzione, in un ciclo continuo basato sulle 24 ore.
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The project was developed in the wake of the break-out of BSE (Mad Cow Disease) in Europe. It is an attempt to introduce farming to the city to gain deeper insights into what we eat. Soho Market in London is converted into a market of the future supplied with food by a food-processing factory in nearby Kemp House. The project involves the use of futuristic materials (composite, computerised, organic) and dynamic forms designed to host every stage in the food production process right through to distribution, based on a non-stop 24-hour cycle.
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MTI-Mobile Tourist Interface
Fotomontaggi dell’inserimento delle MTI in diversi ambienti. Le MTI sono una versione high-yech del tradizionale camper. Questo progetto è stato inizialmente studiato per Tenerife e si è poi sviluppato come concetto più ampio di abitazione temporanea collocabile ovunque.
Rendering degli interni di una Mobile Tourist Interface. Sotto, un’ambientazione in zona montana. Rendering of the interiors of a Mobile Tourist Interface. Below, a mountainous setting.
Photo-montages of how the MTIs fit into different settings. The MTIs are a high-tech version of a conventional camper. This project was initially studied for Tenerife and was then developed as a wider concept of modern-day living for anywhere.
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Urban Hubris
Viste prospettiche dell’MTI che è composto da una serie di parti mobili completamente richiudibili per il trasporto. Perspective views of the MTI, which is made of a set of mobile parts that can be closed up completely for transport purposes.
Questo progetto è stato promosso da Club-A di Colonia che chiedeva dei moduli abitativi. Il risultato è al momento costituito solo da un paio di cartoline che presentano una soluzione provocatoria per una casa dell’architettura costituita da capsule flottanti sul cielo della città. This project was sponsored by Club-A in Cologne that was looking for special living units. The result is currently only composed of a couple of postcards showing a provocative design for a house whose architecture is composed of capsules floating through the city skies.
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Credits Project: Nicholas Grimshaw & Partners Directors in Charge: Nicholas Grimshaw, Andrew Walley Associate Directors: Vincent Chang, Mark Husser Project Architects:
Juan Porral, William Horgan Project Team: Simon Beames, Vincent Chang, Chris Crombie, Chris Duisberg, Mat Eastwood, Kirsten Lees, Melissa Lim, Junko Nakagawa, Michael Pawlyn,
Shane Burger, Paulo Faria, Demetrios Comodromos Architect of Record: Davis Brody Bond; J.Max Bond Jr., William Paxson (Partners in Charge), Steven J.Fisher (Project Manager), Nathan Hoyt (Project Architect),
Ernesto Bachiller, David Manty, Robert Halverson, Dean Ficek, Marc Massay Acoustician, Audio and Video Systems: Kirkegaard Associates: Larry Kirkegaard, Carl Giegold, Louie Sunga, Terry Tyson, Tim Gulsrud, Jake Ament,
Zackery Belanger, Anthony Shou, Ben Willt, Frans Swarte, Richard Laidman, Jonathan Darling, Joanne Chang, Dennis Hoernig Theatre Consultants: Fisher Dachs Associates: Joshua Dachs,
Peter Rosenbaum Structural and Services Engineers: Buro Happold Quantity Surveyor: Donnell Consultants Construction Manager: Tishman Construction Corp Landscape Architect: Michael Van
Valkenburgh Associates Architectural Lighting: Office for Visual Interaction Fire Engineering: Arup Fire IT Consultants: Shen, Milsom & Wilke Client: Rensselaer Polytechnic Institute Troy, New York
Le forme della ricerca Empac at Troy Sopra, sezione sulla sala da concerti e, nella pagina a fianco, sezione sul blocco sud dell’Experimental Media and Performing Arts Center progettato per essere realizzato nel Rensselaer Campus di Troy, New York. Above, section of the concert hall and, opposite page, section of the south block of the Experimental Media and Performing Arts Center designed to built on the Rensselaer Campus in Troy, New York.
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l campus dell’Università Rensselaer è collocato su una collina a ridosso del fiume Hudson nella città di Troy, New York. Dentro la roccia scoscesa si incastrano due volumi affiancati e paralleli che sono la sede dell’EMPAC (Experimental Media and Performing Arts Center). Uno spazio che prima di tutto è un luogo di ricerca che abbraccia un’ampia gamma di esperienze artistiche che vanno dalla danza alla musica, dal cinema al teatro sino alle molteplici esperienze sensoriali legate alle più recenti tendenze artistiche. Un laboratorio che cerca di coniugare gli alti livelli dell’innovazione tecnologica con le infinite possibilità che si aprono nel campo della ricerca delle forme espressive evocate dai nuovi mezzi di comunicazione. Le due anime del programma, quella tecnologica e quella artistica, permangono nel dialogo linguistico-spaziale fra i due volumi. Qui, Nicholas Grimshaw rende evidente la differente complessità che presiede a uno spazio musicale rispetto ad altre forme di rappresentazione artistica. O meglio, egli accetta di far convivere le tradizionali forme espressive, e gli spazi già collaudati, con le forme che nascono da caratteri sperimentali e che, per loro natura, sono in continuo divenire Il primo volume si presenta come una secca lama di vetro geometricamente definita da una rigorosa modulazione. In essa è contenuto il volume del teatro che, articolandosi secondo l’andamento topografico, presenta una sezione che è un’abile ribaltamento del tradizionale schema teatrale ottocentesco. Così, la sequenza atrio, sala e spazio scenico, nel suo procedere per altezze variabili, qui è assorbito dal dislivello naturale. L’altro volume, pur essendo anch’esso racchiuso in una scatola di vetro, tuttavia denuncia, sul fronte a fiume, una diversa intenzionalità. Emerge un corpo con forti connotati organici che allude
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a una cassa armonica. Esso è lo spazio della sala da concerti, con una capacità di 1.200 posti, che è racchiusa in una scocca di legno di cedro, con il pavimento il legno d’acero, come un enorme strumento musicale capace di reagire acusticamente alla complessità dei suoni generati da molteplici fonti elettroniche. Per questo, mentre lo schema planimetrico ricorda altri spazi legati alle più recenti sale per concerti, il soffitto presenta una peculiarità assai originale: è costituito da pannelli di tessuto molto sottile appesi, tramite tensori in acciaio, al solaio soprastante. Tale vela, che si dispone in modo concavo, curvandosi sopra l’area in cui è collocata l’orchestra, riflette appena i suoni ad alta frequenza mentre è più permeabile ai suoni di frequenza medio bassa. Inoltre le proprietà del tessuto gli consentono di svolgere anche il ruolo di superficie illuminante che diffonde una luce soffusa che si espande entro tutto lo spazio musicale. Tuttavia, i due spazi principali, assieme alle scatole nere degli “studios”-laboratori, sono come delle casse disposte liberamente nello spazio, gli altri elementi che le avvolgono, atrio, corridoi, ballatoi sospesi, slarghi e percorsi, costituiscono uno spazio che non assume il ruolo di semplice dispositivo servente ma al contrario è esso stesso spazio che viene totalmente coinvolto, tramite esposizioni, proiezioni e suoni entro la più generale attività di rappresentazione. Questo spazio fluido in cui può avvenire di tutto è forse la nota più significativa. Il tema affrontato non può essere concluso in uno spazio definito. Ciò che ancora non ha forma richiede una struttura aperta. Remo Dorigati
he campus of Rensselaer University is located up on a hill by the Hudson River in Troy, New York. Two structures standing right alongside each other, actually cut into the cliff face, house the EMPAC (Experimental Media and Performing Arts Center). A place which is, first and foremost, a research centre encompassing a wide spectrum of artistic experiences ranging from dance to music, film and theatre, even including a number of sensorial experiences connected with the latest trends in artistry. A workshop striving to combine the highest standards of technological innovation with the endless possibilities now available in experimentation into stylistic forms deriving from the latest means of communication. The two side of the programme (technological and artistic) reemerge in the stylistic-spatial interaction between the two structures. Here Nicholas Grimshaw clearly shows the different kind of complexity involved in a musical space compared to other forms of artistic representation. To be more precise, he is willing to let traditional stylistic forms and tried-and-tested spaces co-exist with more experimental forms, which, by their very nature, are constantly evolving. One looks like a dry blade of glass geometrically defined by careful modulation. It holds the theatre facility which, by fitting in with the topology of the land, features a section which is actually a clever inversion of the traditional nineteenth-century layout. This means the lobby, hall and stage sequence, as it unfolds at various different heights, is absorbed by the natural lie of the land. Even though the other structure is also enclosed in a glass box, it has quite different pretensions over on the river side of the lot. Its powerful organic connotations evoke a sound box. This is the so-called Concert Hall (with a capacity of 1,200 seat-
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ed people), enclosed in a cedar wood shell with a maple wood floor, that looks rather like a huge musical instrument capable of reacting acoustically to the complexity of the sounds generated by numerous electronic sources. This means that, while the site plan is reminiscent of other spaces more recently designed for concert halls, the ceiling is highly original: it is made of panels of extremely thin fabric hung from above by steel tensors. As it curves above the orchestra pit, this concave-shaped veil barely reflects high-frequency sounds, whereas it is more permeable to sounds at medium-low frequencies. The fabric’s properties also let it act as a luminous surface diffusing soft light right through the music area. Nevertheless, the two main spaces and black box holding the workshops-“studios” are like boxes freely set out in space, so that everything surrounding them (lobby, corridors, suspended galleries, landings and pathways) form a space that is not just a service area, but is actually encompassed and actively involved in general representational functions, by means of exhibitions, projections and sounds. This fluid space in which anything might happen is perhaps the most distinctive feature of all. The issue being broached cannot be contained in a confined space. What has not yet taken shape calls for an open structure.
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Concert Hall Concert Hall support space Theater Theater support space Studios 1 & 2 Studio support space Rehearsal studio & WRPI
Esploso assonometrico e viste del modello dell’EMPAC, il complesso dedicato allo studio delle arti pensato per offrire l’opportunità di uno scambio interattivo tra studenti, artisti e ricercatori scientifici. Axonometric blow-up and views of the model of the EMPAC, the complex devoted to studying arts designed to provide the chance of interaction between students, artists and scientific researchers.
Founders Room Artist-in-Residence Studios, Audio & Video Suites Lobby & Café
42 l’ARCA 194
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Viste del modello e dell’atrio interno con il volume rivestito di legno di cedro che contiene la sala da concerti da 1.200 posti. L’edificio segue l’andamento del terreno digradante e, pur rimanendo parzialmente nascosto dalla vegetazione offre dall’interno ampie panoramiche sulla città e sull’Hudson River. Views of the model and internal lobby showing the structure clad with cedar wood holding the 1200-seat concert hall. The building follows the lie of the downwardsloping land and, while remaining partly camouflaged by the landscaping, offers panoramic views from the inside across the city and Hudson River.
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I magnifici quattro… For Les Halles un’operazione prestigiosa e, soprattutto, coraggiosa quella che il Comune di Parigi, in parternariato con la Région Il-de-France, la RATP (la società dei trasposti pubblici, metropolitana e RER), ed Espace Expansion ha avviato per la ristrutturazione del quartiere delle Halles, nodo emblematico nel cuore della città che a soli trent’anni dal primo importante intervento di trasformazione si vede ancora al centro del dibattito urbano. Storico mercato coperto che con Haussman vede la costruzione dei padiglioni di Baltard/Callet, si trova con gli anni Sessanta spogliato di questa sua funzione con il trasferimento delle attività del mercato a Rungis e la demolizione nel ‘73 dei padiglioni ottocenteschi. Si susseguono negli anni Settanta una serie di progetti partiti e dimenticati, concorsi vinti e poi abbandonati. Il 1977 vede comunque l’inaugurazione, oltre che del Centro Pompidou, della RER (3 linee che si aggiungono alle 4 della metropolitana), seguita dal Forum di Vasconi e Pencréach (1979) e dai progetti di Paul Chemetov per la piscina, la videoteca e un ampliamento del Forum (1985). Il quartiere, delimitato da rue de Rivoli, da boulevard de Sébastapol, da rue Etienne Marcel e da rue du Louvre, è oggi una realtà anomala e contraddittoria, dove convogliano record di frequentazione altissimi. Come polo di scambio con RER, metropolitana, autobus e circa 800.000 visitatori al giorno; polo commerciale, con circa 41 milioni di fruitori all’anno, e di strutture pubbliche tra cui la piscina con 320.000 entrate/anno, il Forum delle immagini, 300.000 entrate/anno, la Mediateca, 450.000 prestiti per anno e 20.000 visitatori. A queste cifre elevatissime, corrisponde però una situazione dei servizi e delle strutture altrettanto inadeguata con una conseguente crescita del malcontento dei cittadini, sia per le difficoltà di accesso e di circolazione a causa della scarsa leggibilità dei percorsi e degli ingressi ai sistemi di trasporto pubblico, sia di senso di insicurezza e di oppressione indotti dalla super-frequentazione. Tutti elementi che giunti alla saturazione hanno fatto emergere come prioritaria l’esigenza di sanare questi vuoti per dare una nuova vitalità a un quartiere così strategico per la visibilità e la vivibilità della capitale. Senza vie di mezzo o tentennamenti ecco arrivare la formula riparatrice, una consultazione con quattro équipe selezionate (le francesi AJN e Seura e le olandesi OMA e MVRVD), coinvolgimento diretto dei cittadini nel giudizio finale – che solo a ottobre vedrà la scelta del vincitore – con molteplici possibilità di intervento e di interazione sia attraverso la sede espositiva con una mostra dei progetti, sia attraverso la consultazione del sito, www.projetleshalles.com, con interviste ai progettisti, spiegazione e illustrazione dei progetti, forum, dibattiti ecc. La prima fase del programma, di cui si prevede l’ultimazione entro il 2007, dovrà dare i primi segnali del processo di trasformazione del quartiere. Tra gli elementi cardine su cui si concentrano le ambizioni della committenza, la realizzazione di nuovi spazi pubblici; la parziale risistemazione del giardino delle Halles, oltre quattro ettari a cui ridare omogeneità, accessibilità e fruibilità creando un polmone naturale nel cuore del quartiere; il miglioramento degli accessi al polo di scambio RETP, in particolare verso la stazione della RER e delle comunicazioni dal Forum alle strutture pubbliche (piscina, mediateca ecc.), ai trasporti e ai commerci e la costruzione di almeno un edificio che sia rappresentativo dell’operazione nel suo complesso. Elena Cardani
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he Paris City Council has undertaken a highly prestigious and, above all, extremely brave project, in partnership with the Région Il-de-France, the RATP (transport company running the local Paris network and RER) and Espace Expansion. The project involves redeveloping the Halles, which, just thirty years after the first major conversion project it underwent, is once again right at the focus of urban debate. This historical old indoor market, which, under Haussman, saw the construction of the Baltard/Callet pavilions, was stripped of this function in the 1960s, when business was moved to the market in Rungis and the nineteenth-century buildings were knocked down in 1973. This was then followed by a series of projects that were planned but then forgotten. Eventually in 1977 both the Pompidou Centre and RER (3 lines in addition to the 4 underground lines) were officially opened, followed by the Forum designed by Vasconi and Pencréach (1979), and Paul Chemetov’s projects for a swimming pool, video library and extension to the Forum (1985). The district, bordered by Rue de Rivoli, Boulevard de Sébastapol, Rue Etienne Marcel and Rue du Louvre, is a strangely contradictory neighbourhood always full of record numbers of people. It is a sort of junction between the RER, underground, bus route and an in-flow of about 800,000 visitors-a-day, a shopping mall used by about 41 million people-a-year, and other public facilities like the swimming pool (320,000 people entering every year), the Forum of Images (300,00 visitors-a-year), and the Media Library (450,000 loans-ayear and 20,00 visitors). These extremely high figures are matched by equally impressive services and structures, now causing quite a public outcry due to both problems associated with entry and circulation owing to a lack of clear pathways and entrances to the public transport systems and a feeling of insecurity and oppression resulting from all the people around. All factors which, when compounded with the sheer congestion, have made it imperative that these empty spaces be filled, so as to inject fresh life into a neighbourhood so strategically important. An uncompromising, reparative solution has now arrived in the form of a consultation between four selected teams (the French firms AJN and Seura and the Dutch teams OMA and MVRDV), also involving the direct involvement of the local community in the final decisionmaking process – the winner will actually only be announced in October – and offering plenty of opportunities for intervention and interaction at an exhibition of the projects and through the Internet site (www.projetleshalles.com) with interviews with the architects, explanations and illustrations of the projects, forums, discussion groups etc. The first phase in the programme, planned to be completed by 2007, will provide the first signs of the transformation of the neighbourhood. The key features that the client is betting on are the creation of new public spaces, a partial re-arrangement of the Halles (over four hectares to be made smoothly homogenous, accessible and easy to use creating a green “lung” in the heart of the neighbourhood), an upgrading of the entrances to the RETP junction (particularly by the RER station) and the communications links between the Forum and the public facilities (swimming pool, media library etc.), transport and business services, and the construction of at least one signature building representing the overall design.
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“Giardini, viali, piazze, edifici… per rafforzare la coesione e la continuità parigina. Per risanare le Halles bisogna riconquistare. Bisogna dialogare in permanenza con Parigi, i monumenti del luogo…Noi interveniamo creando un nuovo quartiere che si fonda e sviluppa le qualità del quartiere di oggi”. Il progetto parte dall’invenzione di una nuova tipologia di giardino che trae spunto dall’eredità della grande tradizione parigina. Il giardino esistente di 4 ettari si scompone in tre giardini che ne ampliano la dimensione a 7 ettari. Il primo a livello del suolo urbano libera una prospettiva centrale, il secondo è sospeso a metà altezza tra il suolo e i tetti di Parigi, il terzo levita all’altezza dei tetti, un giardino onirico che permette di assaporare il piacere di essere nel cuore di Parigi. Poi una grande piastra, il Carreau des Halles, spazio di luce aperto sul giardino che libera la continuità tra sopra e sotto del Forum. Gli ingressi al centro commerciale dal Carreau sono bagnati di luce e acqua. Grandi vetrate trasparenti coperte da 20 cm d’acqua si aprono verso il cielo. La copertura del Carreau è concepita come un grande specchio programmabile dove si mescolano, cieli e giardini in sovrimpressione dinamica con immagini e testi. Una piazza con la vocazione di divenire un’icona per Parigi.
“Gardens, avenues, squares, buildings….to stitch Paris seamlessly together. Le Halles need to be conquered before being redeveloped. It will take constant interaction with Paris and its monuments…We are planning to construct a new neighbourhood that blends in with and upgrades the existing quarter.” The project works around devising a new style of garden inspired by Paris’s great tradition in this realm. The old 4-hectare garden breaks down into three gardens extending to cover 7 hectares. The first garden at city level opens up a central perspective, the second is suspended at mid-height between the ground and Paris rooftops, and the third hovers at roof level, a dreamlike garden that lets you enjoy the pleasure of being right in the heart of Paris. Plus a huge platform, the Carreau des Halles, casting light across the garden to open up a certain continuity between the top and bottom of the Forum The entrances to the shopping mall from the Carreau are bathed in light and water. Huge sheets of transparent glass covered with 20 cm of water open up to the heavens. The roof over the Carreau is designed like a huge programmable mirror where the skies and gardens mix and overlap dynamically with pictures and written texts. A square with a vocation to become another icon for Paris.
AJN/Jean Nouvel
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48 l’ARCA 194 194 l’ARCA 49
AJN/Jean Nouvel
AJN/Jean Nouvel
MVRDV/Winy Maas
50 l’ARCA 194
E’ un progetto concepito come una “serie” di micro-progetti mirati ciascuno alle specifiche domande dei diversi attori coinvolti: RATP, Espace Expansion, Città di Parigi, Regione Ile de France, residenti, parigini, pendolari…, come una vetrata monumentale in cui ogni piccolo elemento forma nell'insieme una unità. Gli sforzi principali vengono concentrati nel Forum con la creazione di nuovi viali per passeggiare segnati dalla costruzione di edifici fortemente caratterizzati e da spazi verdi. L’“universo nascosto”, quello sotterraneo, delle Halles viene completamente svelato ritagliando delle aperture nello strato più alto per scoprire una “vallata” composta da diverse stratificazioni. Completamente vetrata questa “vallata” diviene un nuovo grande atrio, sorta di eco haussmaniano della piazza. La copertura è nel contempo trasparenza, spettacolo, grande giardino, passaggio per il Forum e la città. Pensata come il riflesso dei programmi sottostanti, la grande vetrata si colora differentemente e diviene il mosaico vetrato, lo specchio orizzontale della città tridimensionale sotterranea.
This project is designed to be a “series” of micro-projects carefully gauged to the specific demands of the various players involved: RATP, Espace Expansion, Paris City Council, Ile de France Regional Council, residents, Parisians, commuters…., a monumental glass structure whose every feature combines to form a unitary whole. Most effort has gone into the Forum, creating new promenades marked by the construction of highly distinctive buildings and landscaping. The “hidden world” of the underground Halles is completely unveiled by making openings in the highest section to reveal a “valley” of different layers. This all-glass “valley” turns into a new lobby, a sort of Haussmannstyle echo of the square. The roof is a combination of transparency, spectacle, a large garden and passage way for the Forum and city. Designed to reflect what has been planned below, the large glass structure takes on different colours and turns into a glass mosaic, a horizontal mirror of the three-dimensional underground site.
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52 l’ARCA 194 194 l’ARCA 53
MVRDV/Winy Maas
MVRDV/Winy Maas
OMA/Rem Koolhaas
L’ambizione principale del progetto è quella di ricreare le interazioni tra giardino, spazi commerciali e stazioni della RER e della metropolitana, il tutto attraverso strumenti urbani e architettonici. E’ stata sviluppata una composizione di volumi e di vuoti che collegano i diversi spazi, sopra e sotto suolo. Il sito si anima di una serie di spettacolari emergenze, trattate in una comune volumetria e con un’identità fortemente caratterizzata. La costruzione di queste emergenze, consente di posizionare “chirurgicamente” la programmazione del quartiere, proponendo una sinergia tra attività culturali e commercio con la creazione di una nuova gamma di attività nel cuore della città. Il parco non è più dominato da un unico grande progetto, ma sarà colonizzato da un insieme di volumi diversi e flessibili nell’uso e della programmazione. Lo sviluppo delle Halles come frutto di una forma spontanea, in cui intensità e molteplicità permettono di correlare gli interessi di un progetto nazionale e locale.
54 l’ARCA 194
The project’s main aim is to recreate interactions between the garden, retail spaces and RER station and underground line, all by urban-architectural means. A composition of structures and spaces has been developed to connect the various areas, both above and below ground. The site is enlivened by a series of spectacular emergent forms given the same basic structure and highly distinctive identity. The construction of these emergent forms allows for “surgically-precise” programming for the neighbourhood, creating a synergy between cultural and commercial events by providing a new range of activities right in the city centre. The park no longer features one single main project but will be colonised by a combination of different structures serving a variety of purposes. The Halles is developed from a spontaneous form, whose intensity and multiplicity allow national and local interested to be carefully correlated.
194 l’ARCA 55
OMA/Rem Koolhaas
56 l’ARCA 194
OMA/Rem Koolhaas
194 l’ARCA 57
Seura/David Mangin
58 l’ARCA 194
Viene proposta una “strategia di mutazione” in grado di portare un cambiamento progressivo ma sostanziale dell’immagine del sito. Questa strategia è regolata da un Corso, una “ramblas” larga 22 metri che attraversa il sito punteggiata da spazi verdi, giochi, passeggiate, parterre e chioschi. Questo corso confluisce in passaggio coperto protetto da una piastra quadrata di 145 metri di lato sospesa sul Forum. Questo tetto, calato nel giardino e vibrante di luce è nel contempo passeggiata, atrio della stazione sotterranea e galleria commerciale. Un progetto che trae lezione dal passato, proponendo degli spazi pubblici alla scala del sito e dei materiali perenni per offrire ingressi spaziosi a ogni livello e una leggibilità dell’insieme maggiormente facilitata, sia per chi fruisce dei trasporti, sia per il visitatore occasionale.
The idea is to develop a “strategy of change” capable of gradually making a big difference to the site’s image. This strategy is controlled by an Avenue, a “ramblas,” which is 22 metres wide and crosses the site with its landscaping, games, promenades, flower beds and kiosks. This avenues flows into a covered walkway sheltered by a square plane measuring 145 along the side, suspended over the forum. This roof, dropped down over the garden and vibrating with light, is simultaneously a passage way, entrance hall for the underground station, and shopping arcade. A project that has learned from the past, providing public spaces scaled to the site, timeless materials to create spacious entrances to all levels, and a more comprehensible overall plan for both passengers and people who just happen to be visiting.
194 l’ARCA 59
60 l’ARCA 194 194 l’ARCA 61
Seura/David Mangin
Seura/David Mangin
Pei Cobb Freed & Partners/Caputo Partnership/Sistema Duemila
Pei Cobb Freed & Partners/Caputo Partnership/Sistema Duemila
Per essere “abitato” Lombardy Regional Council Building Credits Project: Pei Cobb Freed & Partners/Caputo Partnership/Sistema Duemila PCF&P Design Principal: Henry N. Cobb PCF&P Project Managers: George H Miller, Michael D. Flynn, Simon Hsu PCF&P Project Team: Jose Bruguera, Sherry Lin, Matthew Soules, Georgia Sarlkin PCF&P Structural Project: Richard L. Tomasetti, Leonard C. Zimmermann CP Design Principal: Paolo Caputo CP Project Managers: Matteo Dilani con Marco De Bortoli CP Coordinators: Alessandro Finozzi, Luciana De Rossi CP Project Team: Stefano Antonelli, Conor Mulvenna, Nazario Petrucci, Fabio Radaelli SD Design Principal: Massimo Giuliani SD Project Manager: Anna Milella SD Project Team: Daniela Pulcini, Rocco Nino Sallustio Consultants: Renato Cattaneo, Valeria Ferri, Domenico La Gioia Model: Stefano Orizio Rendering e Animation: Crystal CG Client: Regione Lombardia
Nella pagina a fianco, vista del progetto vincitore del concorso internazionale per il nuovo Palazzo della Regione Lombardia dal “giardino lineare”. Opposite page, view of the winning project in the international competition to design the new Lombardy Regional Council Building with “linear garden”.
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così il filante grattacielo inventato dall’autore della Piramide del Louvre e della Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland ha battuto in un sol colpo l’origami destrutturato di Frank O. Gehry, la trasparenza totale di Metrogramma, il manufatto langhiano stile Metropolis di Hans Kollhoff e soci e gli altri sei progetti per la seconda sede (affiancherà il Pirellone di Gio Ponti) della Regione Lombardia. Il bostoniano Henry N. Cobb, socio di quel Ieoh Ming Pei che, pur in pensione dal 1990, continua a girare per lo studio fornendo il proprio fondamentale contributo all’“idea”, ci offre un grattacielo decisamente più tradizionale rispetto ad altri concorrenti, forse più innovativi, soprattutto il secondo classificato Gehry, ma certamente forieri di costi di gestione che facevano tremare le gambe a quei membri della commissione giudicante più attenti agli aspetti pratici della questione. Cobb ha definito la propria creatura un complesso “accessibile e memorabile”. Ha detto: “Abbiamo seguito due idee guida. La prima era quella di avere un edificio flessibile ed efficiente, dove i vari dipartimenti possano interagire tra loro, adatto a una città del lavoro come Milano. La seconda è stata il desiderio di andare oltre lo spazio cittadino, con una forma fluida che riprenda quella dei paesaggi lombardi. Un posto trasparente e attivo, che non dovrà dare impressione di potenza chiusa al pubblico”. Un complesso costituito da tre distinte figure (torre, base e giardino) con la pretesa di divenire non solo un ‘luogo’ della città ma anche (in questo senso Cobb usa il termine “memorabile”) un polo d’attrazione turistica. Se lo diverrà veramente lo sapremo solo dopo il 2008 quando, così si dice, l’opera sarà completamente realizzata. L’elemento che più caratterizza questa visione a scala urbana è certamente la grande piazza coperta il cui ruolo è coadiuvato da quella scoperta e dai giardini. Senza considerare le relazioni geometrico-spaziali più lontane, come quella sottolineata dall’“asse di tangenza dei due corpi di fabbrica” che “trova origine nella verticale della Madonnina” del Duomo, emblema principe di Milano nell’immaginario collettivo, “ed intercetta, dopo aver attraversato brani della ‘città infinita’, a nord, il lago e i suoi monti e, a sud, la campagna e i fiumi, interconnettendo storia e geografia, cultura e natura”. È infine nel Pirellone – il rapporto con il grattacielo di Ponti era esplicitamente imposto dal bando – “l’elemento di più significativa e diretta dialettica architettonica”. Un progetto, quello di Pei/Cobb, che affascina più visto in pianta che non ‘in alzato’, forse perché il suo maggior pregio sta proprio in questa sua estrema disponibilità a essere vissuto dall’interno, a essere ‘abitato’, proponendo, visto dal cielo, un affascinante contrasto fra l’elemento orizzontale, ondivago e fluttuante, e quello verticale, rigidamente lineare nella sua essenzialità. Un momento architettonico che segnerà comunque un nuovo punto fermo nello sky-line cittadino, ponendosi come simbolo di una metropoli in evoluzione. Un simbolo “altro” e allo stesso tempo dialogante con quelli presistenti. “L’opera di Ponti è singola, compatta e convessa”, ha notato Cobb. “La nostra è complementare: doppia e concava. È un gesto diverso, così come quello della Torre Velasca. Li possiamo vedere come una triade, ognuno parla a modo suo”. Insomma, per citare il titolo di un vecchio film di Robert Wise, Tutti insieme appassionatamente. Ma con una passione dai linguaggi autonomi e autogestiti. Michele Bazan Giordano
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o the towering skyscraper invented by the designer of the Louvre Pyramid has managed, in one fell swoop, to beat off the competition from Frank O. Gehry’s destructured origami, Metrogramma’s total transparency, Hans Kollhoff’ Metropolis-style Lang-inspired construction, and the other six projects designed to provide a second home (to stand alongside Gio Ponti’s Pirelli Tower) for the Lombardy Regional Council. Henry N. Cobb, a partner of Ieoh Ming Pei, who, despite having retired in 1990, still wanders around the firm’s offices providing his own key contribution to “ideas,” has come up with a much more conventional skyscraper than the rest of his rivals. Gehry’s secondplace design is perhaps more innovative, but the costs of running the building turned the legs of the adjudicating commission to jelly, as they focused on the more practical side of the issue. Cobb has described his creation as an “accessible and memorable” complex. He is quoted as saying: “We followed two basic guidelines. Firstly, the need to create a flexible, efficient building, in which the various departments can interact, ideal for a busy and bustling city like Milan. Secondly, an attempt to move beyond the city space through a fluid form evoking the landscapes of Lombardy. An active, transparent place that must not project a sense of public exclusion from the rituals of power.” A complex composed of three separate figures (tower, base and garden) with the presumption of being a tourist attraction as well as an urban “landmark”. We will only find out whether or not it actually turns out to be so after 2008 when the project is planned to be completed. The premises all seem to be in place, starting with a certain conformity to the city’s stylistic/historical stereotypes. The most distinctive feature of this urban-scale design is certainly the large covered plaza (a modernised version, if you like, of Vittorio Emanuele Arcade), whose function is helped along by the uncovered plaza and gardens. Without considering more distant geometric-spatial relations, such as those underlined by the “tangential axis of the two building constructions,” whose “roots lie in the vertical line of the Madonnina” on the Cathedral, Milan’s most important symbol in the eyes of its inhabitants, “and intercepts, after crossing parts of the “infinite city,” the lake and its mountains to the north and the countryside and rivers to the south, interconnecting history, geography, culture and nature”. And, finally, the Pirelli Tower – the need to relate to Ponti’s skyscraper was explicitly set down in the competition brief – provided “the most dialectically significant and direct architectural relation.” Pei/Cobb’s project is more intriguing when viewed in terms of the building plan rather than the elevation, perhaps because its best feature is how “inhabitable” it is on the inside. Viewed from above, it offers a fascinating contrast between its fluctuating, wavering, horizontal element and its rigidly linear vertical form of great simplicity. This is an architectural episode that will provide a new landmark on the city skyline, providing a new symbol for a rapidly developing city. An “alternative” symbol interacting at the same time with old urban features. Cobb pointed out that “Ponti’s design is singular, compact and convex. Ours is complementary: twin and concave. It is a different gesture, as is Velasca Tower. We might see them as a triad, each talking in its own terms.” Quoting the title of an old film by Robert Wise, we can hear The Sound of Music. Harmonious music with each making its own separate and individual tune.
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Sopra, immagine zenitale del sinuoso accostarsi e allontanarsi dei crinali dei monti lombardi che determina il sempre diverso “spazio vuoto” delle valli è stata la matrice morfogenetica del progetto. Un segno organico,
sedimentato nella cultura e memoria collettiva, che è anche quello del corso dei fiumi che si aprono la strada verso la pianura, è per “paradosso” alla base del disegno di un palazzo in “forma di città”: la Nuova Sede
della Regione Lombardia, costruita da fabbricati a mò di dorsali e piazze in luogo di valli. Sotto, planimetria generale del complesso che si pone, in omaggio alla tradizione lombarda come come
“Novissimo Broletto”, un luogo pubblico aperto alla collettività. Above, zenith view of the winding narrowing and widening of the crests of the Lombard mountains marking the ever-changing “empty
space” of valleys that provided the morphological guidelines for the project. An organic sign, deeply embedded in the communal psyche and culture, that is also reminiscent of the waterways that open
up the way to the plains and “paradoxically” lies at the foundations of a building in the “form of a city”: the New Headquarters of the Lombardy Regional Council constructed out of buildings shaped like
ridges and squares in place of valleys. Below, site plan of the complex, which, in homage to Lombardy tradition, a “Novissimo Broletto”, a public place open to the entire community. Rendering del complesso con l’emergenza della torre di 31 piani incastonata in una serie di edifici più bassi ad andamento sinusoidale che inglobano giardini e spazi pubblici.
64 l’ARCA 194
Rendering of the complex showing the 31-storey tower slotted into a set of lower sinuous buildings encompassing the gardens and public spaces.
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Archiutopie di/by Mario Antonio Arnaboldi
In alto, il cantiere dello Stadio Olimpico per Atene 2004 con la copertura progettata da Santiago Calatrava. Top, the building site for the Olympic Stadium for Athens 2004 showing the roof designed by Santiago Calatrava.
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resia, o meglio àiresis, è una parola costruita sul verbo airéin che, nell’antica lingua greca, significava scegliere un fatto trattenendolo nel proprio ambito, avendo la forza di mandare a effetto ciò che è scelto. La scelta di uno sport, come praticante o come spettatore, diviene in tal senso una “eresia” che affina l’arte del comportamento individuale e collettivo. Lo sport è divenuto anche utopia, parola coniata da Tommaso Moro, che sta a significare certi stati di cose, che non sono ancora guidati dalla verità: e lo sport oggi, in molti casi, non ha più altra verità che le proprie regole, troppe volte infrante. Purtroppo infatti, lo sport spesso non è più inteso nella sua essenza di educazione fisica (e non solo), bensì come un mercato e un’occasione di speculazione. Lo sport ha perso il proprio significato di partecipazione collettiva a un evento di valore universale in un luogo preciso e con regole precise, per perdersi in una miriade di implicazioni “altre” di cui lo spettatore e il praticante sportivo rappresentano ormai un aspetto quasi marginale. L’ou (non) tòpos (luogo) di Moro assume in tal senso la valenza dei “non luoghi” teorizzati da Marc Augé, in quanto anche le poche attrezzature sportive delle nostre città sono divenute paragonabili agli aeroporti, ai supermercati e via dicendo, momenti di passaggio, meri emblemi di potenza o credibilità economica e politica, “non luoghi” appunto, avendo in gran parte perso la loro essenza di punti di vera partecipazione e aggregazione della collettività. Il tema della costruzione di un impianto sportivo deve far parte di quegli interventi che, proprio perché hanno il peso dei grandi eventi realizzati nel tessuto urbano, richiedono una particolare e attenta considerazione. Il motivo essenziale è che, per questi tipi di edifici fuori scala, non è oggi più sufficiente una semplice critica sulla forma o sul metodo progettuale dell’autore né tanto meno una critica analitica sulla funzionalità dell’impianto, ma occorre, per meglio capirne le implicazioni, soffermarsi a fondo sulle motivazioni socio/politiche che li generano e ne definiscono la realizzazione. La prima di queste molteplici motivazioni è, senza dubbio, il condizionamento diretto che ha sul tessuto della città; coinvolgimento profondo della sua geometria e della sua geografia. In altre parole un edificio sportivo coinvolge tutte le implicazioni fondative, quelle vitali e quelle esistenziali della città. Un impianto sportivo, come del resto qualsiasi opera di carattere pubblico, deve diventare catalizzatore di aggregazioni e fondatore di nuclei di vita di cui, oggi in modo
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particolare, non si riescono più a distinguere i limiti. Non è più chiaro dove il lavoro delinea la sua area di applicazione e dove il gioco sportivo concentra l’attività ludica o spettacolare in limiti ben definiti. La carica emotiva che distingue entrambe risiede principalmente nel fatto che queste attività sono fra loro complementari o addirittura, a volte, possono anche essere simultanee. L’evoluzione della società, sempre più complessa, ha trasformato la competitività sportiva, intesa come coinvolgimento e come confronto fra gruppi di individui, fra gruppi di diverse nazioni, fra gruppi di diverse religioni, in una competizione d’affari. La competitività, generata dalla forza del lavoro, sia fisico sia intellettuale, diventa, sempre più, l’espressione della supremazia. L’architettura e, più in particolare, il progetto architettonico di un impianto sportivo, è costretta a confrontarsi con temi di ben altro contenuto sociale e diventa il punto di vista della componente socio/politica che non può più essere interpretata solo nella sua semplice espressione linguistica e tecnologica. Il suo valore architettonico e funzionale diventa allora un aspetto minimale rispetto a quello sociale e urbanistico, in quanto appare chiaro come, oggi, un impianto sportivo debba essere considerato come una delle rappresentazioni di massa della società contemporanea. Il tema dello sport e dell’impianto sportivo offre l’occasione di per un approfondimento, per trattare un soggetto onnicomprensivo dei tanti fenomeni, vecchi e nuovissimi, contenuti nell’opera destinata alla funzione pubblica. Un soggetto di tale importanza è in grado di mettere in luce tre elementi fondamentali. Il primo è l’applicazione dell’avanzamento della tecnologia quale frutto dell’intelligenza dell’uomo, che non può essere disattesa in un’opera pubblica. Questi interventi su grande scala devono fare emergere il grado di ricerca e la qualità produttiva di un Paese. Il secondo motivo è che un impianto pubblico, come quello sportivo, deve avocarsi il diritto di saper tracciare le nuove direttrici della città, incluse tutte quelle implicazioni tese a modificare i segni e i mutamenti conseguenti al modo di porsi della città stessa nei confronti del futuro. Sono proprio questi eventi basati sui grandi numeri e sui progetti fuori scala che catalizzano e rappresentano il punto di partenza dalla trasformazione territoriale di un aggregato urbano, generando, così, le prefigurazioni delle periferie. Infine il terzo motivo, è l’imposizione all’evoluzione della cultura
Sportive critica, destinata a creare una nuova costruzione storica degli eventi superando tutto ciò che in passato era gestito da personaggi progettisti, oggi diventa l’espressione sinergica del pluralismo di menti specializzate settorialmente. Ecco i veri valori dell’architettura che sono dati dalla scelta della sua conformazione e dal luogo di edificazione. Ecco ciò che rappresenta lo sviluppo di un reale tema sociale quale è un impianto sportivo; in parole più immediate, è capire come ci si deve avvalere del progetto nell’interno della sua intelligenza, penetrando il sentimento che acco-muna tutti i cittadini. E’ necessario sapere che la città è un fatto vivo che non appartiene solo a pochi eletti; la città è il luogo della partecipazione e dell’accoglienza dei cittadini. Lo sport e gli impianti sportivi sono arte architettonica a tutto tondo, dove l’uomo, la sua famiglia, la sua capacità di lavoro, la sua cultura, intesa come sapere e come volontà al fare, trova la più alta espressione in modo complessivo. Accettare tale concetto vuol dire anche, per le cose già dette, tenere presente l’incidenza di trasformazione data dalle tecnologie emergenti. La produzione legata al lavoro e l’attività sportiva, vista come espressione ludica, hanno una indiscussa somiglianza che trova, proprio negli edifici destinati alla loro applicazione, ampi motivi di analisi. La fabbrica assume la caratteristica di contenitore a perdere, l’impianto sportivo ha la necessità di un rinnovamento che sappia cogliere l’opportunità di passare da una visione a breve distanza a una a lunga distanza: la polifunzionalità. Lo sport/spettacolo può essere un esempio in cui si riflette l’espressione della società urbana e nella quale vengono sottolineati gli intenti che la partita domenicale ha in comune con l’antica piazza, quale luogo d’incontro. L’incontrarsi e il desiderio di motivazioni per incentivare la comunicazione interpersonale non trovano i loro luoghi né nell’assurda pianificazione periferica né nei vecchi centri storici. I pochi temi di interesse comune, quali fonti di dialogo, si trovano allora nei festival, nei concerti allo stadio o nello sport spettacolo in modo puntuale. Sono in verità proprio le strutture progettate per questi scambi che mancano; le poche esistenti, poi, spengono il desiderio della comunicazione, limitandosi alla semplice rappresentazione. L’impianto sportivo può diventare un luogo di cultura a patto che venga saldato alla complessità delle strutture cittadine. Non deve essere un luogo di segregazione, ma un recinto specializzato nell’accoglienza.
E’ d’obbligo, un riferimento alle Olimpiadi Moderne. Atene 2004, Torino, 2006, Pechino 2008, fino all’apparentemente lontana (e ancora non sicura) New York 2012: gli anni sembrano sorpassare gli eventi. L’assegnazione delle sedi olimpiche sembra diventata la “gara” più importante. Il celebre motto decoubertiniano, “importante è partecipare”, si è trasformato in “importante è organizzare”. Le Olimpiadi e, perché no, anche i Mondiali di Calcio, sono un motore e un volano per l’economia di un Paese quanto mai prima e quanto più di ogni altra manifestazione. Le Olimpiadi sono diventate una gigantesca macchina commerciale con interessi enormi e problemi enormi (si pensi a quelli legati alla sicurezza o al doping), dove lo spettacolo dei giochi passa quasi in secondo piano. Basti ricordare come Atene, sede ovvia per l’edizione del centenario nel 1996, si sia dovuta piegare agli interessi della più “cocacolizzata” Atlanta. Eppure, il loro fascino rimane intatto. Come rimane intatta la speranza che segnino, ogni volta, l’inizio di un mondo migliore, di un mondo di pace e più bello, in cui i gesti e le gesta degli atleti, le loro lacrime di gioia o di delusione abbiano un significato puro e universale. E rimane il fascino, specie per chi si occupa di architettura, di scoprire i nuovi impianti, le nuove soluzioni, le nuove idee progettuali che mettono alla prova gli architetti. Scorrendo i siti internet delle prossime manifestazioni olimpiche, allora, possiamo apprezzare fin d’ora sforzi e idee per la realizzazione di nuovi stadi, piscine, piste, trampolini, palazzetti. Atene (www.athens2004.com) a oggi (maggio) appare leggermente in affanno, ma certo ce la farà a completare le raffinate strutture di Santiago Calatrava. Torino (www.torino2006.it) è a buon punto, gli impianti sono tutti in via di realizzazione. Pechino (www.beijing2008.org) corre e ha già presentato gli spettacolari risultati dei concorsi banditi per la spianata olimpica, per il centro natatorio, per lo stadio: sembra la città che più crede nel potere delle Olimpiadi di rendere bella e futuristica la propria sede. New York, in lizza con Parigi, Londra, Madrid e Mosca per le Olimpiadi del 2012 (la decisione sarà nel luglio 2005) ha per ora scelto i finalisti e il vincitore (Morphosis) per l’ipotetico villaggio olimpico (www.nyc2012.com). L’augurio è che questi progetti, dopo la vetrina mondiale che per un mese li renderà “non-luoghi” nell’effimero palcoscenico mediatico delle televisioni di tutto il mondo, sappiano diventare vita quotidiana e, come si diceva all’inizio, “luoghi” veri.
In alto a sinistra, il Palazzo del Ghiaccio di Corso Tazzoli a Torino, progettato dal team Giuseppe Reviglio (RUC), Studio Lee (Enrico Lee, Johanna Covi Lee), Claudio Lucchin, Roberto D’Ambrogio, Studio De Ferrari Architetti (Giorgio De Ferrari, Vittorio Jacomussi, Osvaldo Laurini, Agostino De Ferrari), Cesare Roluti, Antonio Cassotta. In alto a destra, il palaghiacchio di Torre Pellice progettato dal team Giuseppe Reviglio (RUC), Claudio Lucchin, Enrico Lee, Johanna Covi Lee, Studio De Ferrari Architetti, Roberto D’Ambrogio (fonte: www. agenziatorino2006.it). Top left, the Ice Arean in Corso Tazzoli in Turin designed by the Giuseppe Reviglio team (RUC), Studio Lee (Enrico Lee, Johanna Covi Lee), Claudio Lucchin, Roberto D’Ambrogio, Studio De Ferrari Architetti (Giorgio De Ferrari, Vittorio Jacomussi, Osvaldo Laurini, Agostino De Ferrari), Cesare Roluti, and Antonio Cassotta. Top right, the ice stadium in Torre Pellice designed by the Giuseppe Reviglio team (RUC), Claudio Lucchin, Enrico Lee, Johanna Covi Lee, Studio De Ferrari Architetti, and Roberto D’Ambrogio (source: www. agenziatorino2006.it).
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Archiutopy he word heresy or rather àiresis comes from the verb hairéin, which in ancient Greek meant choosing something, using it in its right context, and then having the strength to carry through what you have undertaken. In this sense, choosing a sport, as either a participant or spectator, is a “heretical” way of perfecting the art of individual and collective behaviour. Sport is also utopia, a word coined by Thomas More to refer to certain states of affairs, which are not yet guided by truth; and nowadays, unfortunately, sport often has no more truth to it than its own rules, which are all too often broken. Alas, sport is no longer seen as a form of physical education (amongst other things), but as a speculative investment. Sport has lost its basic meaning of collective participation in events of universal value in determinate places and with definite rules. It has now taken on myriad “other” implications in which the spectator (and sportsman) play only a marginal role. In this sense More’s ou (non) tòpos (place) takes on the meaning of the kind of “non-places” Marc Augé has written about, since even the scarce sports facilities in our cities are in fact more comparable to airports, supermarkets etc., transition places or symbols of power and economic-political credibility, namely “non-places”, since they have lost much of their original significance as means of really knitting the community together. This is why the construction of a sports facility ought to be one of those projects which, due to its importance as a major event stitched into the urban fabric, calls for special attention and consideration. This is mainly because this kind of over-scaled building requires more than just a simple analysis of its architect’s design form or method, neither is it sufficient to critically assess the functionality of the plant itself, as its implications can only really be understood by taking a careful look at the socio-political underpinnings that determine how it is designed and built. The first of all these various implications is certainly the direct affects it has on the geometry and geography of the urban fabric. This basically means a sports building has fundamental repercussions on the very foundations of the city. A sports facility, like any other public building, must bring people together and stimulate a form of interaction whose boundaries, nowadays in particular, are hard to distinguish. It is hard to make out where work ends and
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In alto, rendering del progetto di Herzog De Meuron vincitore del concorso per lo Stadio Olimpico di Pechino 2008. Top, rendering of the project designed by Herzog De Meuron, who won the competition for the Olympic Stadium for Beijing 2008.
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where sports set their own carefully defined playful limits. The emotional charge of each of these realms mainly lies in the fact that the activities in question are mutually complementary or, at times, even simultaneous. As society has grown increasingly complex, it has transformed sporting competition (taken as a way in which groups of individuals, groups of different nations and different religious groups confront each other) into a sort of business competition. Competitiveness deriving from the power of labour (both physical and intellectual) is becoming more and more a sign of supremacy. Architecture, and the architectural design of sports facilities in particular, is forced to come to terms with issues of a quite different social nature, and has turned into the point of view of a socio-political component that can no longer merely be read in purely linguistic-technological terms. This means its architectural-functional value is minimal compared to its social-urbanistic connotations, since it is clear that a sports facility must now be considered as just one of the mass representations of modern-day society. Sports and sports facilities provide the chance to delve deeper into a subject encompassing so many old and new phenomena contained in public works. A subject of this importance is capable of shedding light on three basic features. The first is progress in technology thanks to human ingenuity, that must inevitably be part of any public work. Large-scale projects like this must embody a nation’s level of research and manufacturing expertise. The second reason is that a public facility like a sports arena must reserve itself the right to trace new lines for the city, including all those implications aimed at altering all those signs and changes resulting from how the city itself looks to the future. It is actually events like this, based on big numbers and over-sized projects, that inject life and provide the driving force behind the territorial transformation of an urban neighbourhood, also setting the guidelines for new suburban designs. Finally, the third reason lies in the way cultural critique is destined to create a new historical construction of events moving beyond everything that in the past was handled by designer figures and is now the synergic fruits of a variety of minds specialising in given sectors.
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in Sports These are the real values of architecture deriving from how it is designed and where it is built. This is how genuine social issues, like sports facilities, are developed; more poignantly, the key is to understand how a project is thought out, delving into the unifying sentiment of the entire community. It is time we stopped plastering the history books with pictures of architects and realised that the history of architecture is composed of events and not forms. We need to realise that cities are living entities that do not just belong to the elite few; the city is the place where the community meets and interacts in our modern-day world. Sport and sports facilities are fully-fledged architectural art, in which people, their families, working expertise and culture, seen as the ability and will to work, find their highest expression of all. Acknowledging this idea also means, for what we have already mentioned, bearing in mind the transformational force of emerging technology. The fruits of labour and sports activities, seen as a form of play, unquestionably have something similar about them, which can be analysed in-depth in the buildings catering for them. Factories become disposable containers, and sports facilities need to be redeveloped in a way that takes advantage of the chance to move on from short-range to long-range thinking: multi-functionality. Sports/entertainment might be an example of how to reflect on the state of urban society, showing how the intentions underlying a Sunday afternoon match coincide with our old city squares in their role as meeting places. Meeting together and a desire to encourage interpersonal communication cannot be catered for through either absurd suburban planning or very old historical city centres. The very few widely-shared themes as sources of dialogue are festivals, concerts held in stadiums and sport-entertainment in set locations. It is facilities for hosting events like these that are really lacking; those few existing structures take the sparkle out of communication, catering for nothing but representation. A sports facility can become a place for culture provided it is welded into the rest of the urban environment. It must not segregate, just provide a special sort of fence serving hosting purposes. We must inevitably take a look at the modern Olympics. Athens 2004, Turin 2006, Beijing 2008 and even (however far off it might seem) Mew York 2012: dates seem to overtake events. The most
important “competition” now seems to be the bid to host the Olympic Games. Decoubertin’s famous motto of “taking part being the most important thing” has now turned into “hosting is the most important thing”. The Olympics, and also the Football World Cup, are now a driving force behind a nation’s economy, more than any other event. The Olympics have turned into big business involving huge amounts of money and entailing all kinds of problems (take, for instance, security and drug-taking), as the sporting entertainment fades into the background. Let’s no forget that Athens’ rightful claim to host the 1996 Olympics had to give way to the “Coca Coladriven” interests of Atlanta. Nevertheless, there is still something very special about the Olympics. Just as we always hope the mark the start of better things to come in a safer, more peaceful and more beautiful world, as the athletes’ gestures and performances, their tears of joy and despair, take on a pure and universal meaning. And for people interested in architecture in particular, it is still intriguing to see the new facilities, designs and ideas that test out our architects. Browsing through the Internet sites for the next Olympics, we cannot help admiring the efforts and ideas that have gone into the design of the stadiums, swimming pools, tracks, diving boards and arenas. At the moment (May) Athens (www.athens2004.com) seems to be in a bit of trouble, but it will no doubt manage to finish building Santiago Calatrava’s elegant structures. Everything is well under way in Turin (www.torino2006.it); all the facilities are being built. Beijing (www.beijing-2008.org) is making rapid progress and has already publicised the spectacular results of the competitions organised for the Olympic district, the swimming centre and stadium. This is the city that seems to have most confidence in the power of the Olympics to make its host city more beautiful and futuristic. New York, which is running for Olympics 2012 together with London, Paris, Madrid, and Moscow (the final decision will be taken on July 2005), has so far chosen the finalists and the winner (Morphosis) for the planned Olympic village (www.nyc2012.com). It is to be hoped that all these projects for Olympic facilities, after being in the world spotlight for a month as “non-places” on the transient media scene of TV networks across the globe, will manage to slot into everyday reality as real “places”, as we said at the beginning.
In alto i progetti dei cinque finalisti per il concorso del Villaggio Olimpico per New York 2012: a sinistra 1. Henning Larsens Tegnestue A/S, 2. Morphosis (decretato vincitore lo scorso 31 maggio), 3. Smith-Miller + Hawkinson Architects, 4. Zaha Hadid Architects (fonte: www. nyc2012.com/village), 5. MVRDV. New York è candidata insieme a Londra, Parigi, Madrid e Mosca; l’assegnazione è prevista per il luglio 2005. Top, the five finalist projects for the competition for the Olympic Village for New York 2012: left, 1. Henning Larsens Tegnestue A/S, 2. Morphosis (selected as the winner on May 31st), 3. Smith-Miller + Hawkinson Architects, 4. Zaha Hadid Architects (source: www. nyc2012.com/village), 5. MVRDV. New York is running for Olympics 2012 together with London, Paris, Madrid and Moscow; the venue will be announced on July 2005.
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MS Studio di Architettura/Cortesi Design
MS Studio di Architettura/Cortesi Design
La curvatura dello spazio In Milan Milano, in Via Santa Maria Segreta, Maurizio Camillo Sala e Angelo Cortesi hanno disegnato uno spazio insolito. Un luogo che si adagia su un topos molto particolare: una copertura. L’intervento ha precisi riferimenti nella storia dell’architettura contemporanea come, ad esempio, l’attico a Vienna 1, del 1984, dei Coop Himmelb(l)au, ma non solo questo. Il segnale più forte viene dato a Milano, cioè quello che fa recepire come l’uso di una nuova cultura progettuale possa condurre all’approccio per la progettazione della Città stessa. Affinché Milano diventi una struttura capace di essere aderente alla vita contemporanea e non rimangano luoghi invivibili, occorre organizzarla attraverso delle reti che seguano lo spettacolo, la ricreazione, i servizi, il commercio e così via, dotandosi di tutti quei nodi di intersezione, che permettano una lettura chiara dell’aggregato urbano. Liberare Milano e tendere al suo riordino significa non svilupparla sul territorio, ma cercare di inglobarla nel suo interno, permettendo di innescare il vero senso che essa ha attraverso l’espansione. Ecco il segnale di Sala e di Cortesi e l’attenzione posta a un tema così articolato e così complesso. Occorre dotare la Città di una semplice esemplificazione dei tracciati e svuotarla dei contenitori inutili, ormai a perdere, delle fabbriche, delle carceri, dei mega uffici e via dicendo, ormai porosità non più funzionali. Dotarla di una consequenzialità dei percorsi significa definire i processi della vita cittadina che si svolgono e si svolgeranno nel suo tessuto, oggi e nel futuro; questo permetterà di darle una sua continuità attraverso forme a faccia continua espresse da August Ferdinad Möbius. Ciò permetterà anche di ridurre le distanze dal centro alle periferie, che sarà possibile solo attraverso l’espandersi del tessuto cittadino. Sapere integrare il segno matematico, come è stato espresso nel progetto di Via Santa Maria Segreta, estratto dalla sostanza delle due nature, è generare un sistema basato su reti frattali capaci di non contrapporsi, ma seguire il duplice impalcato di Milano in trasformazione e del territorio cittadino da inglobare. E’ evidente che per fare questo occorre soprattutto convincere l’opinione pubblica in merito a questi valori in essere. Occorre convincere il politico verde, il giornalista e, successivamente, chi può investire il capitale sul territorio. Tutto ciò sembra sia avvenuto nel progetto di Maurizio Camillo Sala e di Angelo Cortesi dove traspare, in modo chiaro, un coinvolgimento con la committenza e il rispetto per il divenire della metropoli. Le generazioni di trasformazione sono conseguenti a un lavoro di sutura continuo che può avvenire se si ha chiaro l’intento che Milano può essere trasformata solo attraverso un atto progettuale e non attraverso un cupo disegno d’urbanistica, ormai strumento sterile. La visione deve essere globale e a essa bisogna riferirsi per la sua applicazione, ma l’idea progettuale deve, sia pur contenendo un intuito di fattibilità e di innovabilità, rappresentare l’accoglienza duttile nell’adattarsi alle trasformazioni della vita. Ciò significa che il progetto di Via Santa Maria Segreta è tale da prevedere l’accoglienza dell’evoluzione tecnologica e sembra intuisca la sua applicabilità, determinandola nel suo divenire. Tutto ciò è dovuto al modo con cui i progettisti hanno pensato al miglioramento del quotidiano del cittadino nel correre dei tempi. Mario Antonio Arnaboldi
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Credits Project: MS Studio di Architettura, Cortesi Design MS Studio di Architettura: Maurizio Camillo Sala, Luigi Cereda, Alberto Agazzi, Stefania Gerli Cortesi Design: Angelo Cortesi, Carlo Ronchi, Fabrizia Pallante, Valentino Fusetti Structures: Studio Antonio Genovesi Plants: Studio Guerre/Giuseppe Rapisarda Security: Antonella Di Dato Main Contractor: Belloni Piero Metalworks: Fermeccanica Plants: C.R.S. Impianti Electrical Plant: D&B Impianti Lifts: Fimmas di Fumagalli & C. Baths: Ideal Standard Lighting Appliances: Artemide, Viabizzuno Light Captators: Energo Project/Giulio Gianola Frameworks and Galzing: Castiglioni Giordano & C. Partitions: Bazzea Doors: Lualdi Wooden Floors: Dicer Stone Floors: Semea di Gervasoni Cav. P. & C., Galmarini, IDM
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aurizio Camillo Sala and Angelo Cortesi have designed an unusual space in Via Santa Maria Segreta, Milan. A place situated in a very peculiar location: on a roof. The project has very precise references in modern-day architecture, such as, for instance, the attic in Vienna 1 designed by the Coop Himmelb(l)au team in 1984, to mention only one. The most powerful message is sent out to Milan itself: pointing out how a new approach to design might help the city’s urban development in general. If Milan is to turn into somewhere capable of catering for modern-day life and not just be a series of uninhabitable places, then it needs to be reorganised around networks providing entertainment, recreation, services, business and so forth, furbishing itself with all those nodes required to let the city be clearly read by its inhabitants. Liberating Milan and taking care of its reorganisation does not mean spreading across the territory but rather encompassing it within its own bounds, letting its inner meaning come forth through expansion. This is the message Sala and Cortesi are sending out and the attention they are paying to such an intricate and elaborate issue. The city needs furbishing with a simple example of pathways emptied of all useless contents that now need to be done away with; no more factories, prisons, mega office blocks etc., porosity is now the touchstone not functionality. Furbishing the city with a sequence of logical pathways means defining the processes of city life that unfold and are destined to unfold within its fabric, both today and in future; this will provide the city with some continuity through the kind of unbroken forms designed by August Ferdinand Möbius. This will also allow the distances between the centre and suburbs to be reduced, which is only possible if the urban fabric is extended. Knowing how to incorporate mathematics, as expressed in the project in Via Santa Maria Segreta, extracted from the basic substance of its “two natures”, means generating a system based on fractal networks capable of following (rather than contrasting with) the twin layout of Milan as it changes and the city territory that needs to be encompassed. It is obvious that this can only be achieved by firstly persuading public opinion about these existing values. This means persuading “green” politicians, journalists, and then anybody interested in investing money in the area. All this seems to have happened in Maurizio Camillo Sala and Angelo Cortesi’s project, in which there clearly seems to be a real desire to get the client involved and respect the city as it evolves. Generations of transformation will naturally follow on from a constant knitting process that will only happen if it is realised that Milan can only be changed through careful planning and urban design, not dull town-planning that is now a very sterile tool. Things must be viewed in their entirety, providing the right guidelines for taking due action. All these planning ideas must – whilst remaining feasible and updatable – flexibly adapt to transformations in everyday life. This means the Via Santa Maria Segreta project is such as to cater for technological developments and appears to sense the possibility of its actual application, even guiding its implementation. All this is due to the way in which the architectural designers have thought about improving people’s everyday lives as time races by.
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Piante della copertura e degli uffici dell’attico dell’edificio in via Santa Maria Segreta a Milano. Plans of the roof and roof office of the building in Via Santa Maria Segreta, Milan.
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Renzo Piano Building Workshop
Renzo Piano Building Workshop
Meridien Reloaded In Turin
Opposite page, the hall of Le Meridien Hotel at the Lingotto, the huge Fiat manufacturing plant built in the 1920s and designed by Giacomo Matté-Trucco and bottom, longitudinal section. In this page, plan of the hotel facility composed of 240 rooms and suites.
Credits Project: Renzo Piano Building Workshop Design Team: M. van der Staay, M. Salerno (Associates in Charge) with M. Parravicini, B. Plattner (Senior Partner) and A. Alborghetti, A. Belvedere, F. Florena, L. Micucci, A. H. Téménides, O. Aubert, C. Colson, Y. Kyrkos (models) Consultants: Fiat Engineering (Structure and Services), PI Greco Engineering (Fire Prenvenction), F. Santolini, F. Mirenzi (Interiors), Studio Inarco (Consulting Architect) Curtain: Model System Client: Lingotto S.p.A.
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l Lingotto Fiat è stata la prima invenzione costruttiva futurista”, così recita un passo del Manifesto Futurista dell’architettura aerea. Giacomo Matté-Trucco (1869-1934), progettista del complesso Fiat, non apparteneva al movimento futurista ma il Lingotto – realizzato tra il 1916 e il 1926 –, un’architettura plasmata sulle necessità della produzione industriale dell’automobile, non poteva non esaltare chi della velocità aveva fatto la sua musa prediletta. Ma il futuro non si addice al Lingotto solamente per la sua attinenza alla tecnologia ma anche per la capacità di reinventarsi come struttura urbana in continuo divenire. Dopo la sua dismissione, il complesso Fiat è divenuto una sorta di città nella città offrendo i suoi enormi spazi e le sue articolate volumetrie ai più svariati usi: centro congressi, centro commerciale, sala cinematografica, spazio fieristico ma anche pinacoteca, politecnico e ultimamente anche quello di hotel. Affidata a Renzo Piano Building Workshop, la riconversione non poteva che basarsi sull’innovazione senza però cancellare le tracce di un passato fortemente legato alla storia dell’industria automobilistica della Torino del primo Novecento. Le vetrate a tutt’altezza, elementi distintivi dell’antica fabbrica d’automobili, hanno mantenuto l’originale configurazione, inondando così di luce gli spazi interni dell’Hotel Le Meridien. Arredate con sobria eleganza, le 240 camere e suites offrono inoltre la calda accoglienza dei materiali naturali, come per esempio le ampie pannellature in legno di ciliegio rosso, un’essenza particolarmente adatta per legare fra loro materiali e colori diversi. Pur mantenendo una forte coerenza di linguaggio, ogni stanza è arricchita di preziosi dettagli, destinati a sottolineare l’identità non seriale di ciascun ambiente. Il tema dell’automobile ricorre spesso attraverso citazioni riferite ad alcuni modelli storici come la Torpedo, che ha dato il proprio nome all’omonimo ristorante. Di straordinaria forza evocativa risulta il percorso destinato al jogging, un nastro lungo oltre un chilometro posto sulla sommità del complesso, in origine era la pista di collaudo delle automobili in arrivo dall’ultima fase della catena di montaggio. In un contesto così carico di memorie industriali, occorreva realizzare un’alternanza naturalistica, un’area verde capace di ricreare un luogo che richiamasse la naturalità del vivere in armonia con l’ambiente. A tale aspettativa risponde il Giardino delle Meraviglie, un’area tropicale con piante di bambù contrappuntata di citazioni mediterranee attraverso la presenza di ulivi e magnolie. Carlo Paganelli
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he Fiat Lingotto plant was the very first Futurist building invention, so it says in the Futurist Manifesto of Aerial Architecture. Giacomo Matté-Trucco (18691934), who designed the Fiat plant, did not belong to the Futurist Movement, but the Lingotto – built between 1916 and 1926 and architecturally shaped around car manufacturing requirements – was bound to thrill somebody whose favourite muse was speed. But the Lingotto is does only allude to the future in terms of technology, it is also futuristic in its ability to reinvent itself as a constantly evolving urban facility. After being abandoned, the Fiat complex has turned into a sort of city in the city, making its huge spaces and elaborate structures available for all kinds of purposes; conference centre, shopping mall, film theatre, trade fair facility and also art gallery, polytechnic and, most recently, even hotel facility. Commissioned to convert the plant, the Renzo Piano Building Workshop was bound to work around innovation, without wiping out the traces of a past so closely related to the history of car manufacturing in Turin in the early twentieth century. The full-height glass windows, the most distinctive features of the old car factory, still feature the same design, flooding the interiors of Le Meridien Hotel with light. Furnished with austere elegance, the 240 rooms and suites also offer the welcoming warmth of natural materials, like, for instance, the extensive panelling made of cherry wood, the ideal essence for bringing together different materials and colours. Whilst keeping to the same basic style, each room is embellished with its own fancy details aimed at emphasising the non-repetitive nature of each separate setting. The motor car theme frequently crops up in reference to certain famous old models like the Torpedo, which has even lent its commercial name to a restaurant. The jogging area is an incredibly striking strip measuring over one kilometre in length on top of the complex; it was originally a test drive track for cars just off the production line. In such a memory-ridden context, some kind of landscaping touch needed to be added, an area of greenery capable of conjuring up the naturalness of living in harmony with the environment. The “Garden of Marvels” meets this requirement; it is a tropical area full of bamboo plants, nicely counterbalanced by allusions to the Mediterranean in the form of Olive trees and sweet-smelling magnolias.
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Enrico Cano
Nella pagina a fianco, la hall dell’Hotel Le Meridien al Lingotto, il grande complesso produttivo Fiat realizzato negli anni Venti, su progetto dell’ingegnere Giacomo Matté-Trucco e sotto, sezione longitudinale. In questa pagina, pianta del complesso ricettivo composto di 240 camere e suites.
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Pagina a fianco, vedute generali del complesso del Lingotto e la hall; qui a fianco, pianta di una camera tipo; in basso, dettagli degli spazi interni. Opposite page, general views of the Linghotto complex and hall; opposite, plan of a standard room; bottom, detail of the interiors.
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Sequenza e conseguenza informatizzate Computerized sequences and consequences così il computer ha aperto possibilità di ricerca infinite, insospettate, audaci, simulative. A proposito di simulazione, la dimensione del “come se” si pone come campo apertissimo di ipotesi. Rispetto a prima, non si tratta di disporre di un ventaglio amplissimo di ipotesi. C’è di più. Le varie ipotesi che si affacciano al computer sono, o possono essere, già subito tesi. Sì, si tratta di un risultato non “vero”, ma “come fosse vero”, e però, proprio per questo, esso non ha bisogno di verifica: è subito tesi (possibile): sta a me assumerla o passare ad altro. Ovviamente, le dinamicissime elaborazioni decostruttiviste di matrice cubofuturista, alle quali Zaha Hadid affida il suo fantastico architettonico, faranno i conti, al momento di passare al realizzato, con la scienza delle costruzioni e dei materiali, e probabilmente quel “come se” sarà stravolto. Ma questo è un caso di fantasia artistica mista a utopia architettonica. Che poi si tratta di quelle dimensioni capaci di dare nuova linfa alla progettualità. A ben vedere il computer è un suggeritore: se manca l’attore a che serve quella figura? A chi suggerirebbe? L’attore-architetto-artista oggi aggiunge alle provocazioni che ha sempre ricevuto dal mondo esterno (specialistico, sociologico, estetico, tecnico ecc.) quelle che gli vengono dal computer-suggeritore. Per questa via, è aumentato il contributo del gioco, e anche del gioco per il gioco. Gli scienziati ne sanno qualcosa: facendo ricerca, si sono trovati
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davanti a immagini “belle”. Tre reazioni: a) fermarsi a questa esperienza; b) trarre stimolo per indugiare sulle immagini belle; c) essere provocati a fare arte in modo responsabile e autonomo (il caso del matematico Benoit Mandelbrot e di Roger Guillemin, Nobel per la medicina). Ma c’è una dimensione “altra” in questo mondo del “come se” su cui meritava indagare, come dimostrano queste immagini di Ugo Cantone: unire la vecchia e sempre efficace teoria della Gestalt, il principio di sequenza e conseguenza e quello di Caos. (Peraltro la Gestalt, partita negli anni Venti del secolo passato con W. Koeler, K, Koffka, M. Wertheimer, ha assunto nel tempo pieghe di aggiornamento e adattata all’oggi, risulta illuminante). Il caos è la condizione scientifica-sentimentale-esistenziale di oggi, una volta ritenuto che esso non è più l’opposto di ordine bensì il nuovo modo di “porsi” dell’ordine, con tutte le implicazioni di attraversamenti, interferenze, complessità, parcellizzazioni. D’altronde, solo con l’avvento del computer si poteva arrivare all’attuale condizione di non-implosione e di complessità. Tutto sommato, il computer ci offre una dimensione complessa del processo sequenziale; complessa, ma semiologicamente analoga alla sequenza di matrice euclidea. E’ lo stesso principio che porta, tanto per restare campo delle immagini, alla rappresentazione sequenziale nei bassorilievi paleocristiani, come i sarcofagi del
“Buon Pastore” o di “Giunio Basso” entrambi del IV secolo d.C. Nel secondo la narrazione è suddivisa a scomparti perfettamente sequenziali, così come sequenziale è l’intricata descrizione della vendemmia nel Buon Pastore: tutto si snoda orizzontalmente, all’insegna di una narrazione senza soluzione di continuità. Farsi prendere la mano, come si dice, dal computer porta a uno sviluppo senza soluzione di continuità. L’originalissima proposta teorica e sperimentale di Cantone, che certamente gioca nella dimensione 3D e che è così ricca di valenze provocatrici, non è di piglio sequenziale. Tutti gli andamenti morfospaziali, anche quelli più capricciosi o più inventivi, avuto l’abbrivio della sequenzialità, si strutturano “progettualmente” per tensioni consequenziali, ossia per abbinamenti ed evoluzioni pluridimensionali. E il loro fascino è solo parzialmente casuale. Infatti, lungo la traiettoria “in fieri” l’autore prefigura i “patterns”...e li raggiunge. Ecco la ragione per cui questa ricerca ha valore di proposta teorica. Audace, ovvio. Alla base, infatti, un principio nello stesso tempo gestaltico e fenomenologico. Non utopico, semmai astratto, nel senso che ha valenza apertissima e che è quindi applicabile a qualunque situazione progettuale. Astratto e non utopico, ma capace di provocare utopia. Verso nuove possibilità espressive per l’architettura e per l’arte. Carmelo Strano
o computers have opened up prospects of infinite, unforeseen, bold and simulative research. As far as simulation is concerned, the “as if” dimension constitutes a wide-open field of hypotheses. It is different from the past, as here it is not only a question of laying out a wide range of hypotheses; there’s a lot more to it. From the very start, the various hypotheses that emerge with computers are – or can be – actual theses. Of course, we’re dealing with a result that is not “real”, but looks “as though it were real”, and due to this, it does not need to be verified: it is immediately a (possible) thesis: it is up to me to accept it or move on to something else. Obviously, when it is time for the very dynamic cubist-futuristic deconstructionist elaborations – to which Zaha Hadid entrusts his fantastic architecture – to be realized, they will have to face up to the science of building and materials; this will probably upset the “as if” connotation. But this is a case of artistic imagination mixed with architectonic utopia. And these are the dimensions that are capable of giving a new boost to design. If we think about it, computers are like prompters: if the actors are missing, what use would prompters be? Who would they prompt? Today, actors/architects/artists have to add more to the challenges they have always received from the outside specialistic, sociological, esthetic, technical (etc...) world – they have to add the challenges coming from the computer-
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Il contributo tecnico alle ricerche di Ugo Cantone è di Giancarlo La Rosa. Technical contributions to Ugo Catone’s research work: Giancarlo La Rosa.
TEORIA DELLA DEVASTAZIONE Il concetto di modificazione astrale La cosmologia può costituire uno strumento insostituibile nella comprensione del mondo esterno. Solo se l’immagine è reale, cioè sincronica con il momento percettivo, si potrebbe ottenere una visione corretta della porzione dell’universo osservato. Ciò che non accade agli umani che possono osservare la volta celeste solo con un ritardo di milioni di anni luce. Noi trogloditi del terzo millennio Possiamo quindi ipotizzare la visione della volta celeste come il presente dell’epoca attuale e generalizzare una ipotesi secondo la quale, in ogni epoca, noi siamo culturalmente futuristi rispetto a un passato molto lontano ma, allo stesso tempo, siamo i trogloditi rispetto a un futuro in evoluzione. Un preconcetto da sfatare E’ un’opinione ricorrente tra gli architetti “organici” come Wright che gli abitanti della grotta, rispetto ai nomadi, fornissero, nel processo evolutivo della specie umana, un azione frenante. Nel perseguire tale preconcetto la grotta sembrava simboleggiare la metafora dell’isolamento interpersonale, cioè l’impossibilità di scambiare conoscenze. Il nomade invece doveva costantemente assumere informazioni sull’ambiente e adattarsi sempre di più alle nuove condizioni di vita che lo facevano crescere intellettualmente verso più alti livelli di civiltà. 78 l’ARCA 194
Il mito dei giganti Due sono i giganti che possono simboleggiare le categorie di esseri viventi nella mitologia mediterranea: il primo metaforicamente rappresentato da Prometeo e l’altro da Polifemo; dove l’uno esprime l’idea astratta del progresso scientifico attraverso la dimensione titanica (questo a noi piace immaginarlo nomade perché acquisisce conoscenza dal mondo esterno e la diffonde all’umanità contro l’interesse dei potenti irriducibili antagonisti). L’altro gigante, Polifemo, si nasconde nella caverna, con la vista limitata a un solo occhio, troppo poco per guardare verso il futuro e sarà vittima dell’errante e astuto Ulisse. Una rivisitazione del viaggio di Ulisse Joyce, attraverso una esperienza ermeneutica, ripropone il viaggio di Ulisse come perenne percorso simbolico e turbolento degli erranti, unica alternativa per la conoscenza della realtà fisica e sensibile. Ma esistono gli erranti in alternativa ai nomadi oggi che l’uomo ha costruito le “protesi” estensive delle sue attività, in questo caso ricettive e comunicative? Sicuramente no, dato che siamo tutti erranti sia in senso reale che in senso virtuale, ma ciò che è ancora più sconvolgente sono i titani del terzo millennio, cioè noi stessi, con una vista molto acuta e con un udito senza limiti. Ci possiamo mettere in contatto, dalla poltrona della nostra dimora, con il resto del mondo attraverso un nomadismo virtuale molto più efficace. I nostri occhi vedono molto lontano e sfondano le pareti delle nostre abitazioni; i nostri viaggi iniziano dalle caverne e proseguono verso voli spaziali.
Una distinzione inesistente Noi siamo i futuristi di oggi ma possediamo un limite insormontabile: vediamo solo il passato astrale che ci informa con un ritardo di milioni di anni luce; una sola certezza: la non appartenenza alla visione cosmica della nostra epoca. Prometeo ha voluto liberarsi dalle proprie catene per inseguire la tecnologia cercando un mondo migliore, non cedendo alla tentazione trionfalistica dell’artificio; ha segnato il percorso concedendo poco all’astrazione. Senza la guida del maestro si sono costruite le città dell’egoismo, secondo una concezione statica che prende le distanze dalla realtà cosmica e si dirige inesorabilmente verso una mutazione formale che è espressione di vitalità naturalistica. Si sono costruite le città fondate sull’astrazione geometrica e sull’“autoreferenzialità statica” priva di quelle tensioni reali che hanno modificato l’assoluto geometrico primitivo. Nel concetto dell’autoreferenzialità architettonica è implicita la stasi, l’indeformabilità della materia, attraverso gli eventi devastanti, in una realtà cosmica fortemente correlata. La rappresentazione formale di una realtà dinamica Noi Titani del terzo millennio dobbiamo rompere le nostre catene, imposte dai potenti, se non vogliamo soggiacere alla nostra virtualità astrale, rivelatrice di una realtà menzognera, che crediamo di possedere ma che è da milioni d’anni luce scomparsa, all’interno della sua metamorfosi formale, comunicatrice dei disastri cosmici senza possibilità di salvezza. Dobbiamo vivere una realtà immaginata nelle sue deformazioni. La volta stellare è un
punto di partenza per una sua reale apparizione, dovuta a una inarrestabile deformazione della materia. Trasformare il presente Così appare il concetto della metamorfosi dell’apparente in contrasto con la realtà virtuale. Trasformare il presente, devastarlo attraverso i principi di una tecnologia informatica, è la ragione dell’essere nella realtà dinamica. Il sistema delle forze Estendere, modificare, trascinare, rientrare, asportare sono i segni intagibili di una realtà che sfugge, che si modifica perché tutto ciò che sta intorno a noi si è trasformato nel tempo. Non possiamo cogliere nulla di certo nelle nostre realtà se non l’idea di “trasformazione”. Siamo troppo abituati ad osservare l’immagine apparentemente stabile della forma del cielo durante le limpide notti estive, emblema di un passato che nessuno di noi ha mai vissuto: un grande occhio inesorabile che potrebbe far rivivere persone e cose da troppo tempo scomparse. Questo significa che possiamo azzerare una parte del nostro passato e, al contrario, immaginare il domani dato che ci è concesso di modificare “il passato”, attualmente presente, per conquistare il futuro! Il percorso della devastazione Per impostare una tale modificazione necessita: a) un punto di partenza dinamico, che può essere configurato come un tram in movimento (realtà dinamica); b) un punto di arrivo, che in questo caso, per analogia, appare come una fermata intermedia. Ciò premesso, “il percorso della devastazio194 l’ARCA 79
THE THEORY OF DEVASTATION
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prompter. Due to this, there has been a greater contribution of play, and also of play for play. Scientists know all about this: through their research work, they have come across “beautiful” images. Three reactions: a) stopping at this experience; b) drawing a stimulus so as to linger on the beautiful images; c) accepting the challenge of creating art in a responsible, independent way (as in the case of the mathematician Benoit Mandelbrot and Roger Guillemin, Nobel prizes for medicine). But there is “another” dimension in this “as if” world which deserves attention, as Ugo Cantone’s images show: combining the old but still efficient Gestalt theory, the principle of sequence and consequence and that of Chaos. (Furthermore, the Gestalt, which began in the 1920s with W. Koeler, K. Koffka and M. Wertheimer, has been duely updated through time; besides, if it is adapted to today, it is illuminating). Chaos is today’s scientific-sentimental-existential condition, if we consider that it is not the opposite of order, but order’s new way of presenting itself, with all of its implications regarding experience, interference, complexity, apportionment. After all, it was only with the advent of computers that we could have come to the current non-implosive and complex condition. All in all, computers offer us a complex dimension of the sequential process; complex, but corresponding semiologically to the Euclidean sequence. Just to stay with the world of images, this is the same principle that
leads to sequential representation in early Christian bas-reliefs, such as in the 4th century “Buon Pastore” and Giunio Basso” sarcophagi. In the latter, the narrative is divided into perfectly sequential sections, and in the Buon Pastore, the complex description of the harvest is also sequential: everything unwinds horizontally in a narrative that finds no solution of continuity. Being taken up by computers leads to a development without any solution of continuity. Cantone’s theoretical and experimental proposition, which certainly plays with the third dimension, is not sequential. Having had the headway of sequentiality, even his most bizarre and inventive morphospatial trends are structured through a planning character, through consequential strains, or, we might say, in multidimensional combinations and evolutions. And their charm is only partially casual. In fact, along an (“in fieri”) trajectory, the author prefigures the “patterns”…and achieves them. This is the reason why this quest assumes the value of a theoretical proposition. Obviously a bold feat. In fact, the basis is a principle that is both phenomenological and gestalt. Not utopian, if anyhing abstract, in the sense that it is very open and can thus be applied to any situation where planning is involved. Abstract and not utopian, but capable of causing utopia. Toward new expressive possibilities for architecture and art. Carmelo Strano
ne” si basa su una mia precedente ricerca sul pre-design dell’architettura, svolta all’insegna del “classicismo strutturale”, con un elevato livello di interazioni e fenomeni di isomorfismo che denunciano una iperattività cinetica e dinamica, ma anche un primo livello di modificazioni (riduzioni e aggregazioni) sulle figure geometriche semplici utilizzate. In queste, ravviso simbolicamente un primo ordine cosmico, felicemente intuito dagli antichi e immagino, in esso, il tempo che trascorre con i suoi eventi devastanti. Inseguo un criterio dinamico permanente che si addiziona a quello implicito della geometria elementare (punto, linea, superficie, volume semplice e/o composto) sul quale innesco un ulteriore processo di modificazione, utilizzando le inesorabili forze in una realtà elastica ma anche soggetta a frantumazioni e modellazioni vistose, riscontrabili nella realtà cosmica. Per fare ciò utilizzo, come base di partenza, una mia esperienza formale che presenta un insieme aggregato con caratteristiche di triplo corpo di fabbrica (chiesa a tre navate con aggregazioni spaziali ipotattiche e paratattiche) sul quale opero utilizzando un sofisticato strumento elettronico per captare l’immagine del tempo. La metaspazialità del paesaggio L’espressione “metaspazialità del paesaggio” viene prelevata da Rosario Assunto, quasi un segnale propiziatorio verso il recupero, in architettura, dell’archetipo naturalistico rispetto alla consolidata “auto–referenzialità astratta” della geometria euclidea. Scelgo tra le molteplici risultanti del processo di anamorfosi una gamma di immagini modificate come narrazione figurativa di un processo legato al tempo reale e inoltre un “Metaprogetto
paesaggistico”, utilizzabile nel progetto architettonico e urbano. Con ciò non si intende raggiungere l’esatta morfologia del reale, bensì la struttura della natura modificata, quanto basta, per conquistare la realtà dinamica nel suo trasformarsi: non l’immagine della realtà che stiamo vivendo, bensì alcuni aspetti della sua natura dinamica. Quasi una nuova maniera di intendere il futurismo: una sorta di coniugazione tra la realtà astrale apparente (un passato lontano) e la realtà terrestre apparente ma anche reale: l’una spiega l’altra e viceversa. Devastazione e futurismo Il Futurismo aveva compreso il “dinamismo plastico” dell’uomo contemporaneo, la “teoria della devastazione” cosmica individua, invece, un dinamismo plastico e virtuale della natura con le proprie inesorabili leggi. Mentre il Futurismo procedeva partendo da un “naturalismo reale” (quello terrestre), la teoria che stiamo illustrando chiama in causa un “naturalismo virtuale” (quello astrale) di tipo empatico. Il procedimento prevede, come già accennato, la distruzione sincronica del rigore logico della geometria, in una attuale concentrazione di forze rispecchianti le modificazioni millenarie. Una sorta di “caos” generato da forze, apparentemente casuali, che hanno distrutto l’ordine universale della realtà esterna, incapace di resistere alle complessive forze cosmiche, le cui applicazioni, nel settore delle arti visive e dell’ architettura, prevedono quindi, la sostituzione dell’ordine geometrico a vantaggio di un disordine non casuale ma oggetto di precise e volute modificazioni. Ugo Cantone
The concept of astral modification Cosmology can be an irreplaceable tool for the understanding of outer space. A portion of the universe can only be viewed correctly if the image is real, or synchronous to the moment we perceive it. This does not happen to human beings, who can only observe the celestial vault with a delay of two million light-years. We, the third-millenium troglodytes We can thus envision the celestial vault as the present of the current era, and generalize a hypothesis according to which from a cultural point of view, in each era, we are futuristic with respect to a very far past; yet, at the same time, we are troglodytes in relation to an evolving future. Disproving a preconception A recurring opinion among “organic” architects such as Wright is that compared to nomads, cave dwellers had a restraining action on the evolutionary process of humankind. In pursuing this preconception, caves seemed to speak metaphorically of interpersonal isolation, or the impossibility of exchanging knowledge. On the other hand, nomads were forced to acquire constant information on their surroundings and adapt more and more to different conditions; this fostered their intellectual growth, which took them to the highest levels of civilization. The myth of the giants Two giants from Mediterranean mythology could symbolize the categories of living beings: the first is metaphorically represented by Prometheus, the other by Polyphemus. The former expresses the abstract idea of scientific progress through a titanic dimension (we like to think of him as a nomad, because he acquires his knowledge from the outside world and spreads it to humanity, against the interest of powerful, unyielding antagonists). The other giant, Polyphemus, hides in a cave and can only see from one eye, which is not enough for him to look towards the future, and he will be victimized by the wandering, clever Ulysses. Re-examining Ulysses and his adventures Through a hermeneutic experience, Joyce poses Ulysses’s journey as a perennial, stormy and symbolic journey that wanderers experience, the sole alternative for acquiring physical and sensitive knowledge of reality. But do wanderers exist as an alternative to nomads, today that man has built extensive “prostheses” for his activities, which in this case are receptive and communicative? Certainly not, since we are all wanderers in both a real and virtual sense. But we, the titans of the third millenium, are even more disturbing; we who have very keen eyesight and limitless hearing. From our living-room armchair we can contact the rest of the world through a much more efficacious virtual nomadism. Our eyes see very far and break through the walls of our own homes; our journeys start from caves and continue as we fly towards space. A nonexistent distinction We are today’s futurists, but we have an insurmountable limit: we can only see the astral past, which gives us information with a two-million-light-year delay. We only know one thing for sure: our cosmic vision does not belong to our era. Prometheus unchained himself so he could follow technology in his pursuit of a better world. He did not yield to the triumphalist temptation of contrivance, but marked his course without granting much to abstraction. Cities of egoism have been built without the master’s guidance, according to a static conception that is far from cosmic reality, and is inexorably directed towards a formal change, an expression of naturalistic vitality. Cities founded on geometric abstraction have been built, but they have also been built on “static self-reference”, which is devoid of the real tensions that have modified the primitive geometric absolute. The concept of self-reference implies a standstill, the non-deformability of matter through devastating events, in a strongly correlated cosmic reality. Formal representation of dynamic reality We Titans of the third millenium must shake off the fetters the powerful have imposed upon us, if we want to overcome our astral virtuality, which reveals a mendacious reality. A reality we think we own, but that has disappeared two million lightyears ago in its formal metamorphosis, which communicates cosmic disasters, leaving no possibility for salvation. We must experience an imagined reality, despite its deformations. The
stellar vault is a starting point for its own real appearance, due to an unstoppable deformation of matter. Transforming the present This is how the concept of apparent metamorphosis appears in contrast with virtual reality. The reason for the existence of dynamic reality is the transformation of the present and its devastation through the principles of computer technology. The system of forces Extending, modifying, driving, re-entering, deleting are intangible signs of an evasive reality that is modified because everything around us has been transformed through time. We cannot catch anything new in our realities, aside from an idea of “transformation”. We are too used to observing apparently stable images of the sky’s shape during clear summer nights, the emblem of a past that none of us have ever lived: a great, inexorable eye that could give new life to people and things that disappeared so long ago. This means we can reset a part of our past and, on the other hand, imagine the future, since we can modify “the past”, currently the present, to conquer the future! The course of devastation What is required in order to set up this modification is: a) a dynamic starting point, which can be configured as a moving streetcar (dynamic reality); b) an arriving point, which analogically appears as an intermediate stop. That being stated, “the course of devastation” is based on a former research of mine on architectural predesign, developed through “structural classicism”, with a high level of isomorphic interactions and phenomena that reveal a kinetic and dynamic hyperactivity, but also a first level of modifications (reductions and aggregations) of the simple geometric figures that are utilized. Symbolically, in the latter I recognize a first cosmic order that the ancients had already sensed, and I imagine time passing through it with its devastating events. I follow a permanent dynamic criterion that is added to the implicit criterion of elementary geometry (point, line, surface area, simple and/or compound volume), and subject it to further modification. In order to do so I use the inexorable forces of an elastic reality which is shattered and modeled to great extents, and this is visible in cosmic reality. To make this possible, I use my formal experience as a starting point, as it presents an aggregate which features a triple construction (a church with a nave and two side aisles that includes spatial hypotactic and paratactic aggregations) on which I use a sophisticated electronic tool to catch the image of time. Landscape metaspatiality The term “landscape metaspatiality”, a quote from Rosario Assunto, is almost a propitiatory sign of the recovery of a naturalistic archetype in Architecture, as opposed to the consolidated “abstract self-reference” of Euclidean geometry. From one of the multiple resultants of the anamorphosis process, I’m to select a range of modified images as a figurative narrative of a process that is connected with real time, as well as a “Landscape metaproject” that can be used in an architectural and urban project. The objective of all this is not the exact morphology of reality, but the structure of modified nature. This is enough to achieve dynamic reality in its transformation: not the image of the reality we are living, but several aspects of its dynamic nature. This is practically a new way of seeing futurism: a sort of conjugation between apparent astral reality (the far past) and apparent terrestrial reality, which is also real: the former explains the latter and viceversa. Devastation and futurism Whilst futurism involved contemporary man’s “plastic dynamism”, the “theory of cosmic devastation”, instead, identifies nature’s plastic and virtual dynamism, which has its own inexorable laws. Futurism started out wirh a sort of “natural realism” (terrestrial realism), while the theory we are considering involves an empathetic “virtual naturalism” (astral naturalism). As mentioned before, the procedure includes the synchronous destruction of geometry’s logical rigor, in a current concentration of forces that reflect millenary modifications. A sort of “chaos” generated by apparently casual forces that have destroyed outer reality’s universal order. That reality is incapable of resisting all of the cosmic forces, whose applications in the sectors of visual arts and architecture thus imply a substitution of geometric order to the advantage of a disorder that is not casual, but subject to precise, deliberate modifications. 194 l’ARCA 81
1°
Nuova Sede della Regione Lombardia (2a fase) Progetto preliminare della Nuova Sede della Regione Lombardia comprese le sistemazioni esterne degli spazi di pertinenza e di uso pubblico previsti sull'area d’intervento, ed il progetto preliminare di sistemazione e arredo urbano dell’asse viabilistico di via Restelli New premises for the Lombardia Region (2nd stage) Preliminary project for the new premises for the Lombardia Region including the rearangement of outdoor public spaces and the preliminary project for the rearrangement via Restelli Giuria/Jury: Stefano Zecchi, Kurt W. Forster, Antonio Piva, Maria A. Crippa, Ennio Brion, Giulio Ballio, Lorenzo Ornaghi, Carlo Secchi, Giancarlo Giambelli, Michele Stramandinoli, Laura Burzilleri, Enrico Dassori, Giovanni Bosi, Gianfranco Vecchiato Committente/Client: Regione Lombardia
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Committente/Client: Ville du Havre Vincitore/Winner Marzia Alloni, Daniele Borin
Italia/Italy - Bari Un logo per il Comitato Pari Opportunità La finalità del presente bando è quella di dotarsi di un logo che, in modo sintetico, consenta di identificare il comitato e i suoi obiettivi A logo for the Equal Opportunities Committee Competition for a logo which will identify, synthetically, the committee and its objectives
COMPETITIONS
Centro del mare e complesso acquatico Progetto per la realizzazione di un centro del mare e dello sviluppo durevole, nonché per a realizzazione di un complesso acquatico. Il programma prevede per il centro del mare, la costruzione di una struttura a vocazione culturale, che si sviluppa su una superficie di 8.900 mq, in grado di accogliere 300.000 visitatori all'anno. Mentre per il complesso acquatico è prevista la costruzione di una piscina olimpionica, uno spazio per la balneoterapia e uno ludico realizzato intorno a una laguna Sea center and water complex Project for the construction of a center of the sea and of the lasting development, in addition to a water complex. In the sea center the brief calls for the construction of a structure for cultural activities and events over a surface of 8,900 sq.m for 300,000 visitors a year, while for the water complex the brief calls for the construction of an omympic swimming pool, an area for bathing therapy and a play ground around a lagoon
Vincitore/Winner Pei Cobb Freed & partners, Caputo partnership, Sistema Duemila 2°Premio/2nd Prize Frank Gehry, Gehry Partners, Carlo Valtolina, Studio Archemi, Tractebel Development Engineering, Umberto Freddi; 3°Premio/3rd Prize Metrogramma, Foreign Office Architects, Luca Molinari, Alessandro Scandurra, Domenico Insinga 4°Premio/4th Prize Foster and Partners, Mario Cucinella Architects 5°Premio/5th Prize BRT Engineering GmbH (Jens Bothe, Kai Richter, Hadi Teherani) 6°Premio/6th Prize Steven Holl Architects, Guy Nordenson, Oda Associati, Simone Giostra Consultants: Sering srl, Claudio Benuzzi, Gian Pietro Manazza, Maurizio Vogliazzo, 1° Chiara Dorigati, Gian Carlo Floridi, Matteo Gatto, Letterio Luca Piraino 7°Premio/7th Prize Hans Kollhoff, arassociati, Edoardo Guenzani, Achille Balossi Restelli, Carlo Masera, Muller-Bbm, I.L.C. Industrial Loos Control & Engineering S.R.L., Serin S.r.l., Giorgio Buffoni; 8°Premio/8th Prize Boris Podrecca, Sandro Benedetti, Polistudio, Studio Associato TE.CO., NIER Ingegneria SpA, Sajni- Zambetti, Marco Castelletti 1° 9°Premio/9th Prize Aimaro Oreglia D’Isola, I.C.I.S., Secondino Coppo, Guido Degli Esposti, Onleco S.R.L., Giorgio Garzino, Saverio Oreglia d’Isola, Mara Luciani 10°Premio/10th Prize Coop Himmelb(l)au Prix & Swiczinsky GmbH
Italia/Italy – Milano
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Vincitore/Winner Jean Nouvel Finalista/Finalists - Daniel Libeskind - MVRDV
Francia/France – Le Havre
Committente/Client: Comitato Pari Opportunità del Politecnico di Bari
1°
Italia/Italy - Brescia Museo dell’industria e del lavoro “Eugenio Battisti” Concorso di progettazione, a procedura ristretta, in un’unica fase in forma anonima con prequalificazione dei concorrenti (secondo quanto previsto dall’art. 26 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157), per la realizzazione del Museo dell’industria e del lavoro “Eugenio Battisti” Industry and labour museum “ Eugenio Battisti” Restricted, one stage, anonimous project competition with pre-qualification of competitors for the construction of the Industry and labour museum “Eugenio Battisti”
Vincitore/Winner Klaus Schuwerk (capogruppo/team leader), Jan Kleihues Finalisti/Finalists - Gregotti Associati International srl - Odile Decq, Benoit Cornette - Pica Ciamarra Associati (capogruppo/team leader) - Archea - Pasquale Culotta (capogruppo/team leader) - Miralles - Tagliabue EMBT Arquitects Associats - Mauro Galantino 1° - Joao Alvaro Rocha Arquitectos Lda - Roberto Collovà
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Giuria/Jury: Aurelio Galfetti, Goncalo Byrne, Esteban Bonell, Rudy Ricciotti, Franco Maffeis, Carlo Simoni, Pierpaolo Poggio, Alfredo Bonomi, Alberto Garlandini Committente/Client: Comune di Brescia
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82 l’ARCA 194
6°
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194 l’ARCA 83
Giuria/Jury: Manuela Cifarelli, Alberto Bassi, Alessandro Besana, Antonio Macchi Cassia, Alberto Meda, Alberto Nencha Committente/Client: Material ConneXion Milano
L’intelligenza dei Sensi. Superficiinterfaccia per l’ambiente bagno La Giuria, incaricata di selezionare il progetto migliore tra i venti modelli in mostra presso la sede di Material ConneXion durante i giorni del Salone del Mobile, ha scelto “Four” per aver proposto una tipologia innovativa dell'ambiente bagno, che unisce al rigore e al controllo delle soluzioni tecnologiche un uso dei materiali e delle superfici ricco di valenze sensoriali The intelligence of senses. Interface-surfaces for the bathroom The Jury selecting the best project among the 20 models on display in the premises of Material ConneXion during the Furniture Trade fair , has chosen “Four” , for its innovative proposal for the bathroom Giuria/Jury: Alberto Bassi, Manuela Cifarelli, Nicoletta Fontana, Carlo Forcolini, Marc Sadler, Gianluca Sgalippa Committente/Client: Assobagno di Federlegno-Arredo Material ConneXion Milano
1°
B
1° C
Italia/Italy – Santa Marinella (Roma) Nuovo palazzo municipale Il Concorso riguarda la progettazione per la realizzazione del nuovo palazzo municipale, ove allocare gli uffici degli organi istituzionali e politici, nonché tutti gli uffici comunali, con annessa la sala consiliare. Oltre a ciò è richiesta la realizzazione di una piazza che assuma il ruolo di centro civico e punto di aggregazione per l’abitato di Santa Marinella New City Hall The competition regards projects and works for the construction of the new City Hall where to accommodate institutional and political offices, in addition to all municipality offices including the Council Hall. In addition is requested the construction of a square assuming the role of civic center and aggregation point for the city of Santa Marinella
3°
1° Premio/1st Prize Alessandra Macchioni 2° Premio/2nd Prize Fernando Pardo Calvo (capogruppo/team leader), Bernardo Garcia Tapia, Stefano Presi, Stefania Albiero, Ricardo Gago 3° Premio/3rd Prize Francesco Gentilucci (capogruppo/team leader), Alessandra Agrello, Salvatore Di Michele, Massimiliano Di Martino, Katia Borrelli, Valentino Anselmi
2°
C
1°
Committente/Client: Comune di Potenza - Ordine degli Architetti della Provincia di Potenza 2°
84 l’ARCA 194
Vincitore/Winner “Four - sistema bagno a microclima controllato”, di Salvo Bonura e Chiara D’Aleo Menzione speciale/Special Mention A- “Camaleonte - superficie con pigmenti termosensibili”, di Alessandra Pasetti e Piero Cavagnoli B- “GummyLight - piastrella illuminante”, di Manolo Bossi Premio speciale/Special Prize C- “Specchio - interfaccia per l’ambiente bagno”, di Salvatore Indriolo
1° B
Committente/Client: Comune di Santa Marinella
Italia/Italy – Potenza Piazza polifunzionale La riqualificazione dell'ambito interessato dal presente concorso è finalizzata a conferire qualità e decoro a una zona attualmente sottoutilizzata, priva di valori ambientali e di propria e chiara funzione a livello urbano Multifunction square The present competitions aims to the requalification of an area presently under-utilized, without environmental values and a proper and clear urban function
1° A
Giuria/Jury: Damiano Mele, Pier Paolo Bonanno, Mario Zimbo Committente/Client: Comune di Rovito
B
Italia/Italy – Milano
1° Premio/1st Prize (ex-aequo) A-Antonio Spadafora (capogruppo/team leader), Domenico De Rito, Stefano Gimigliano, Alessandro Spadafora B-Alberto De Santis (capogruppo/team leader), Andrea Sijnardi C-Massimo Cucinato
Realizzazione di un parco che unisca la casa comunale e il costruendo teatro comunale L’Amministrazione ha inteso perseguire la realizzazione di un parco che unisce la casa comunale e il costruendo teatro comunale. L’obiettivo consiste nella riqualificazione di uno specifico ambito urbano che riveste notevole importanza nell’impianto urbanistico di Rovito e che si colloca, strategicamente, tra il capoluogo e la più prossima frazione Motta Construction of a park connecting the City Hall with the future municipal theatre Project for the construction of a park connecting the City Hall with the future municipal theatre. The objective is the requalification of a specific urban space very important for the urban tissue of Rovito and strategically positioned between the city and the village of Motta
A
COMPETITIONS
“Capire un tubo”. Progettare con i tubi metallici La manifestazione invita a riflettere sul design di un oggetto o sistema di oggetti basati sull'impiego di elementi composti da tubi metallici (elementi in acciaio, alluminio, ferro, ottone, rame, titanio, a sezione chiusa, di sagoma, diametro e spessore variabili), che possano essere lavorati mediante processi tecnologici innovativi di curvatura, sagomatura, taglio al laser “Understand a tube”. Designing with metallic tubes The event invites to reflect on the design of an object or of a system of objects based on the use of elements made up by metallic tubes (steel, alluminum, iron,brass, cupper,elements)
Italia/Italy – Rovito (Cosenza)
+ europaconcorsi
COMPETITIONS + europaconcorsi
Premio della Giuria/Jury Award ex aequo: A-Marzio Riboldi, Matteo Visentin, Jamile Wright B-Margherita Colleoni, Samuele Meda, Daniele Torti Premio Speciale del Pubblico/Special Award of the Public: Simona Bartalucci
Italia/Italy - Milano
1° Classificato/1st Place Antonio Terranova 2° Classificato/2nd Place Luca Braguglia (capogruppo/team leader), Emanuela De Leo, Marco Gigliotti, Gianluca Graziani, Cristiana Sarapo, Coll.: Giorgio Antonazzo 3° Classificato/3rd Place Danilo Palumbo (capogruppo/team leader), Pierpaolo Moramarco, Michele Ciani Progetti segnalati/Mentions - Michele Dragonetti (capogruppo/team leader), Domenico Dragonetti, Geremia Dragonetti - Gennaro Casillo (capogruppo/team leader), Pellegrino Petrone, Nicola Piacquadio - Maria Rosaria Fiocco (capogruppo/team leader), Sandro Raffone, Gianluca Di Vito, Coll.: Davide Capo, Simona Pandolfo, Pasquale Cacace, Giuseppe Basso, Valeria Sorrentino, Giorgio D’Auria, Mariateresa Riannetti, Antonio Greco
Italia/Italy - Venezia Un’antenna per la laguna di Venezia (2a fase) Concorso di idee per la realizzazione di un’antenna radiobase per la telefonia mobile in alcune aree della laguna di Venezia. Il concorso si pone l’obiettivo di sviluppare le basi di un progetto preliminare di un’antenna radiobase criticamente inserita nell’ambiente proposto in vista di una possibile realizzazione An antenna for Venice Lagoon (2nd stage) Design competition for the construction of a radio antenna for mobile telephones in some area of Venice lagoon. The competition aims to select a preliminary project for a radiobase antenna critically inserted in the environment and of feasible construction
1°
1° Classificato/1st Place ex aequo A-Claudio Aldegheri (capogruppo/team leader), Franco Biscossa, Aristide Giorgio Maso, Giorgio Camuffo, Patrizio Giulini, Ibrahim Achraf B-Federica Orrù (capogruppo/team leader), Marco Garbuglio, Mauro Staccioli C-Mirco Tardio (capogruppo/team leader), Caroline Djuric, Yann Kersalé
1° B
Giuria/Jury: Presidente: Marino Folin, Paolo Cacciari, Roberto Da Molin, Livio Giuliani, Giorgio Rossini Committente/Client: IUAV Studi & Progetti - ISP srl, Comune di Venezia, H3G S.p.A.
1° A
1° C
194 l’ARCA 85
Rubriche e articoli sul mondo della progettazione, della produzione e della ricerca. Design, production and research.
Ferrari forever! Progetto: DGF design (Alessandro Debenedetti, Emiliano Fiordi, Marco Francesconi, Pierpaolo Garripoli) Nato alla fine del 2000 con l’intento di trasferire su una supersportiva il DNA e le soluzioni aerodinamiche proprie di una F1, il progetto, da tesi di laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze, si è esteso fino ad arrivare quasi alla soglia di realizzazione di un vero è proprio prodotto. Grazie alla collaborazione di un gruppo di ingegneri dello Sviluppo Prodotto della prestigiosa casa automobilistica di Maranello (Luca Caldirola, Stefano Carmassi, Amedeo Visconti), l’operazione “Ferrari Aurea: studio e progetto di una supersportiva” ha potuto svolgersi su percorsi non solo teorici ma anche pratici: Ferrari ha infatti messo a disposizione il telaio-motore della 360 Modena. Alla fine del percorso, quell’auto che doveva essere vettura sportiva “speciale”, è risultata poi quella “Ferrari” che, insieme agli ingegneri della casa di Maranello, era stata ipotizzata essere una nuova interpretazione del modello otto cilindri, tradizionalmente vettura di punta di Ferrari. L’impostazione della plancia di Aurea si rifà alle vetture di F1, ponendo il conducente in una posizione di centralità, sottolineata dagli specchietti retrovisori a lato volante, regolabili attraverso sensori e da un joystick per orientare le telecamere. Oggi DGF design è uno studio associato di architettura e design (www.dgfdesign.it) composto da tre del gruppo della tesi di Aurea.
Ferrari has made the 360 Modena’s engine-frame available. At the end of the process, the car that was supposed to be a “special” sports car turned into the “Ferrari” which, together with the engineers from the Maranello plant, was planned to provide a new version of the eight-cylinder model, traditionally Ferrari’s main product. The Aurea’s dashboard is based on a F1 car, placing the driver in a central position, emphasised by the rear mirrors on the side of the vehicle that could be adjusted by sensors and a joystick to direct the TV cameras. Nowadays, DGF design is an associated architecture and design firm (www.dgfdesign.it) composed of three of the team that originally worked on the Aurea thesis.
Sotto, modelli di studio e prototipo della Ferrari Aurea Berlinetta. Nella pagina a fianco, il modello GT e, sotto, la Spider America; a destra viste degli interni, della plancia e studi del telaio.
Below, study models and prototipe of Ferrari Aurea Berlinetta. Opposite page, top, the GT model and, below, the American Spider model; right, view of the interiors and control board, and studies for the structure.
First devised in 2000 with a view to transferring the DNA and aerodynamic features of a F1 racing car to a super sports car, this project (a degree thesis in Industrial Design at the Florence Faculty of Architecture) has been developed to the point of almost being constructed in the form of a proper product. Thanks to the joint efforts of a team of engineers in Product Development at the prestigious Maranello car plant (Luca Caldirola, Stefano Carmassi, Amedeo Visconti), the “Ferrari Aurea: study and design of a super sports car” project has developed along both theoretical and practical lines:
86 l’ARCA 194
194 l’ARCA 87
Un nuovo Campus For Bordeaux
Da Europan 7 Residential Diversity
Progetto: Tania Concko
Progetto: Nicolas Toury, Antoine Vallet
E’ considerato il campus universitario più grande d’Europa, Pessac-TalenceGradignan il principale polo di insegnamento e di ricerca regionale della Comunità urbana di Bordeaux ha attualmente un’accoglienza di oltre 50.000 persone al giorno, tra insegnanti, studenti e personale amministrativo, e circa 5.000 la notte. Un nuovo piano di ristrutturazione e ammodernamento è stato al centro di un vasto lavoro di studio e di riflessioni con l’obiettivo di innalzare il livello della vita sociale, urbana e ambientale di quest’area che cominciava ad accusare l’inadeguatezza delle strutture rispetto alle trasformazioni e agli sviluppi nel tempo. Dieci anni, è il periodo che la comunità universitaria e i suoi partner sostenitori del progetto si sono dati per portare a termine il Progetto Campus, come è stata definita l’operazione, e creare quindi nuove opportunità di sviluppo per il personale insegnante e di ricerca, costruire nuovi alloggi, attrezzature sportive e culturali, aprire nuove attività commerciali. Nel marzo di quest’anno, l’équipe della francese Tania Concko si è aggiudicata il concorso per la realizzazione del nuovo campus. Il progetto si basa sull’idea di un campus “senza barriere” e una struttura urbana aperta e flessibile. Partendo dalla realtà attuale, il nuovo intervento si orienta su una “concentrazione dei pieni” cioé degli spazi costruiti, e una “concentrazione del vuoto”, rispetto delle aree verdi naturali, diversificazione e arricchimento del paesaggio. Lo schema generale è attraversato da due “trasversali”, da est a ovest, perpendicolari all’asse originale di sviluppo del campus, e dove si concentrano le attrezzature sportive e culturali, commerci e nuovi alloggi, privilegiando quindi compresenza di attività diverse. Massima importanza allo spazio verde, articolato in un grande parco urbano all’incrocio delle due zone di attività e destinato ad accogliere attività culturali e di svago. Un anfiteatro di verdura e un lago completeranno il parco affermandone l’identità. Le zone costruite esistenti saranno ristrutturate, densificate con piccole strutture di servizio in modo da creare nel tempo veri e propri quartieri. L’accessibilità al campus privilegia infine un tipo di trasporto “dolce”, piste ciclabili, pedonabili e mezzi pubblici, liberando le arre attualmente ingombrate dai parcheggi per dare la possibilità ai pedoni di potersene riappropriare. Elena Cardani
“Matrice” è il progetto con cui Nicolas Toury e Antoine Vallet si sono aggiudicati il premio della VII sessione di Europan Francia. Il tema per il 2003 verteva sulle “intensità e diversità residenziali” e sul come trasformare la città frazionata, per creare una città sostenibile e duratura, ecologica e urbana. La proposta di Toury e Vallet si concentra sul sito della caserma Jean d’Arc a Reims, una zona militare all’epicentro di diversi tessuti urbani indipendenti tra loro: un faubourg della fine del XIX secolo, una città giardino degli inizi del XX secolo e residenze sociali degli anni Settanta. Obiettivo della proposta è offrire attraverso un nuovo sistema di relazioni, una coerenza al luogo, organizzando spazi urbani e paesaggistici di qualità in grado di garantire la continuità sociale tra la popolazione e i fruitori. Il concetto di Matrice diviene l’elemento generatore della trasformazione, l’essenza stessa del progetto che regola le direttrici di un piano di massima impostato sulla chiarezza e la coerenza della rete viaria e della zone costruite. Da nord a sud, viene organizzata una successione di spazi pubblici urbani chiaramente definiti, mentre da est a ovest, si dispongono delle case unifamiliari alternate a spazi pubblici, a blocchi residenziali e attrezzature. Il progetto si struttura come un’architettura a fasce, utilizzando un vocabolario contemporaneo, proiettato verso la definizione di luoghi di vita: un parco, dei viali ombreggiati, dei giardini operai o la piazza del mercato. Su queste fasce si inseriscono in modo continuo i servizi commerciali, le attrezzature sportive e le zone pedonali e ciclabili. Il tutto in continuo rapporto con la maglia urbana della Matrice che intesse così la nuova dimensione del quartiere riconoscendo alla città il suo status di città patrimoniale, in accordo con una reale visione di modernità.
Pessac-Talence-Gradignan is considered Europe’s largest university campus, the Bordeaux urban Community’s main educational and regional research center. Currently, it hosts over 50,000 people daily, including the teaching staff, students and the managerial personnel, as well as about 5,000 at night. A new plan for reorganization and modernization was the focus of extensive studies and considerations aimed at improving the level of the social, urban and environmental life of this area, which was starting to suffer from the inadequacy of its structures in relation to the transformations and developments that have taken place through time. The university community and its partners who support the project have set themselves a ten-year limit to accomplish what has been dubbed the Campus Project. They are thus to create new opportunities for development and for teaching and research staff, build new lodgings, sports and cultural facilities and open new trade centers. In March this year, Tania Concko’s team won the competition for the realization of the new campus. The French architect’s project is based on the idea of a campus “without frontiers”, with an open, flexible urban structure. Starting from current reality, the new work is oriented towards a “concentration of fulls” – or of built areas, and a “concentration of voids”, which refers to natural green areas, differentation and enrichment of the landscape. The general plan features two east-to-west transversals which are perpendicular to the original axis of the campus’s development, and where the sports and cultural facilities are concentrated, as well as trade centers and new lodgings, thus fostering the presence of different kinds of activities. Great importance is given to verdant areas, which feature a great urban park where the two areas of activity intersect, and which is to host cultural and leisure activities. A green amphitheater and a lake will complete the park, establishing its identity. The existing built-up areas will be renovated and compacted with small service structures so that through time, actual districts will be created. Access to the campus will feature non-polluting transportation, with bikeways, pedestrian passages and public transport, thus clearing the areas that are presently occupied by parking lots, so that pedestrians can finally regain possession of them.
88 l’ARCA 194
The 7th session of Europan France awarded a prize this year to Nicolas Toury and Antoine Vallet, with their project “Matrice”. In 2003, the subject was on “residential intensity and diversity”, and on how to transform an apportioned city to create a sustainable, lasting, ecological and urban city. Toury and Vallet’s project focuses on the Jean d’Arc barracks in Reims, a military area which is the focal point of various independent types of city fabric: a faubourg dating back to the late nineteenth century, a garden-city from the beginning of the twentieth century and social residences built in the seventies. The target of the project is to provide the area with consistency through a new system of relationships, by organizing high-quality city and landscape sites that are capable of assuring social continuity between the population and the general public. The concept behind Matrice is the generating element of this transformation, the very essence of the project; it regulates the guidelines of a plan principle based on the transparency and consistency of the road network and the existing built-up areas. A series of well-defined public spaces are organized from north to south, while from east to west a number of onefamily houses are laid out, alternated with public areas, residential blocks and various types of facilities. The project is structured through architectural zoning, and uses a contemporary language bent on defining living space: a park, shaded avenues, gardens or a market square. Trade centers, sports facilities, pedestrian precincts and bikeways are inserted in a continuous fashion along these areas. All of this creates a lasting relationship with the Matrice’s urban fabric, which thus weaves the district’s new dimension, acknowledging the city’s status and heritage, in accordance with a real vision of modernity.
Sopra, rendering del Campus Universitario di Bordeaux. Sotto, prospettiva e sezione longitudinale. Above, renderings of Bordeaux University Campus. Below, perspective view and longitudinal section.
194 l’ARCA 89
Sospeso fra cielo e terra
Un weekend di architettura In Miami
Progetto: Tobia Scarpa, Claudio Caramel, Giancarlo Turrini
La seconda edizione del Midnight Affairs che si è svolta il 28 Febbraio 2004 all’interno del Miami Design District ha visto la premiazione di 9 architetti e designer della Florida. Sponsorizzato da Dacra, società fautrice della rinascita del Design District di Miami e dalle organizzazioni di design della Florida il premio è andato ai seguenti professionisti in 12 distinte categorie: Residenze private sotto i 500 metri quadrati: Upstairs Studio, Miami; Spazi all’aperto: Chad Oppenheim, Oppenheim Architecture + Design, Miami (nelle foto); Spazi sorprendenti: Alexander Karram, Interiors Karram, Boca Raton; Negozi/Showroom: Echeverria Design Group, Coral Gables; Premio della Interior Design Association (IDAF) per il supporto normativo all’industria del design di interni: Janice Young, Jacksonville, e Michael Shiff, Fort Lauderdale; Condomini/Appartamenti: Architect Rene Gonzalez, Miami, and Levin, Calderin & Associates, Miami; Sanità/Istituzionali: Architect Rene Gonzalez, Miami; Uffici: Rink Reynolds Diamond Fisher Wilson, Jacksonville; Conservazione: Alleguez Architecture, Miami; Buddy Award: Bud Merle Foundation, Joyce Short Interior Design, Fort Lauderdale. La giuria era composta da: Dakota Jackson, Elizabeth Plater-Zyberk, Orlando Diaz-Ascuy, DD Allen and Michael Pierce, Lella and Massimo Vignelli, Hugh L. Latta, Larry Laslo, Fred Bernstein, Charles D. Gandy e Juan Montoya.
Planimetria generale e, sotto, schizzi e modello del progetto dell’Interporto di Padova. In basso, una sala dell’Hotel Exedra a Roma.
All’interno del nuovo Piano di Investimenti dell’Interporto di Padova, volto al raddoppiamento degli spazi coperti destinati alla logistica distributiva e al potenziamento dei trasporti su rotaia, il nuovo Centro Servizi Interporto di Padova assolverà, con i suoi 13.000 metri quadrati di superficie lorda e un investimento di quasi 19 milioni di euro, alla crescente domanda di spazi per uffici da parte degli operatori, oltre a ospitare la nuova sede dello stesso Interporto. Conscia della necessità di dotare l’intera struttura di un landmark architettonico la cui qualità formale e funzionale diventi esemplare di un nuovo approccio con il territorio, la società Interporto di Padova S.p.a. ha affidato l’incarico agli architetti Tobia Scarpa, Claudio Caramel e all’ing. Giancarlo Turrini. Il nuovo centro si configura come un “foglio tra cielo e terra”, una duplice “lama” che, impostata sul modulo del quadrato, cela un “nocciolo” strutturale destinato a scale e ascensori e piante per gli uffici versatili e flessibili, basate sul principio dell’open space e in rispetto delle normative vigenti riguardanti la sicurezza e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il nuovo Centro Servizi si relaziona con l’esterno grazie a una suggestiva “pelle” in zinco titanio che modula e riflette la luce del sole: una sensazione di eleganza e leggerezza ulteriormente ribadita dall’“attacco” dell’edificio con il suolo, risolto grazie a un’ellissi trasparente che, oltre a consentire la vista dei locali tecnici sottostanti, gli conferisce un aspetto di lieve e sospeso “galleggiamento”. La funzione simbolica e rappresentativa dell’edificio è inoltre ribadita dalle sue proporzioni: un grattacielo che, con le sue “lame” di quasi 70x70 metri di lato, si configura come la più alta costruzione mai realizzata nel Triveneto.
Site plan and, below, sketch and model of Padua Interport. Bottom, a meeting room at Hotel Exedra, Rome.
In the second edition of Midnight Affairs, which took place on February 28th 2004 in the Miami Design District, prizes were awarded to 9 architects and designers from Florida. Sponsorized by Dacra, which promoted the rebirth of the Miami Design District and Florida’s other design organizations, the prize went to the following professionals, divided into 12 distinct categories: Private residences under 500 sq.m: Upstairs Studio, Miami; Outdoor areas: Chad Oppenheim, Oppenheim Architecture + Design, Miami (in the photos); Surprising spaces: Alexander Karram, Interiors Karram, Boca Raton; Shops/Showrooms: Echeverria Design Group, Coral Gables; the Interior Design Association Prize for regulative support to the industry of interior design: Janice Young, Jacksonville, and Michael Shiff, Fort Lauderale; Condominiums/Apartments: Architect Rene Gonzalez, Miami, and Levin, Calderin & Associates, Miami; Health/Insitutions: Architect Rene Gonzalez, Miami; Offices: Rink Reynolds Diamond Fisher Wilson, Jacksonville; Conservation: Alleguez Architecture, Miami; Buddy Award: Bud Merle Foundation, Joyce Short Interior Design, Fort Lauderdale. The following made up the jury: Dakota Jackson, Elizabeth Plater-Zyberk, Orlando Diaz-Ascuy, DD Allen and Michael Pierce, Lella and Massimo Vignelli, Hugh L. Latta, Larry Laslo, Fred Bernstein, Charles D. Gandy and Juan Montoya.
1000 ritratti in diretta Paesaggi artificiali, una volta impensabili, ma oggi parte della nostra esperienza grazie alle tecnologie informatiche sempre più perfezionate. Video e immagini digitali sono entrate a far parte degli strumenti espressivi di molti artisti contemporanei e a Parigi è stata recentemente presentata l’opera ironica, curiosa e sottilmente pungente di Pierre Marval, figura all’incrocio tra artista, designer, fotografo e cineasta. Style Link è frutto di un’operazione allargata in cui sono stati contattati e coinvolti, via e.mail, passa parola, conoscenze, circa 1000 tra artisti, designer, attori, stilisti, collezionisti, insomma tutti personaggi del jet set riuniti in un’unica istallazione video prodotta in diretta e online. Marval, sfruttando le infinite possibilità offerte dalla tecnologia informatica e dalla cultura dello star system, definisce un paesaggio della creazione
Ospitalità e cultura In Rome
Fontana delle tartarughe By Azuma contemporanea dove i 1000 ritratti dei personaggi coinvolti, ognuno accompagnato da una parola, sorta di firma con cui il singolo creatore evoca il proprio stile, sono trasmessi per video-proiezione mentre lo spettatore è invitato a vivere un’inedita esperienza artistica e sensoriale.
Progetto: Maurizio Papiri L’Hotel Exedra è una nuova struttura di accoglienza ricavata in un palazzo realizzato circa un secolo fa. Il complesso sorge nella centralissima piazza Repubblica, posta fra la Stazione Termini e le Terme di Diocleziano a Roma. All’interno dell’hotel è stato recentemente inaugurato “Benessere Exedra”, uno spazio per il relax localizzato sui resti del Palazzo dell’Acqua di Diocleziano una versione aggiornata dei luoghi destinati alla salute del corpo degli antichi romani: al posto del calidarium un bagno turco, la vasca per l’idromassaggio in sostituzione della natatio, un tecnologico solarium in luogo dell’apricatio per l’abbronzatura. Le preesistenze archeologiche se da una parte hanno rallentato i lavori di ristrutturazione, dall’altra hanno suggerito soluzioni architettoniche di grande suggestione, come la pavimentazione in vetro del Business Center, che lascia intravedere le fondamenta del complesso termale. Ma il culto della memoria storica non finisce nella Spa poiché si sono conservate anche altre memorie architettoniche come, per esempio, le gigantesche capriate lignee che sorreggono la copertura, che ripulite e ripristinate nella loro funzione strutturale evidenziano le due anime, quella antica e quella contemporanea, di un’architettura che rivive il suo passato nelle rinnovate funzioni. Carlo Paganelli
90 l’ARCA 194
The Exedra Hotel is a new lodging establishment designed within a century-old building. The complex rises in the downtown piazza Repubblica, between the Termini railway station and the Diocletian thermal baths in Rome. Recently, “Benessere Exedra” (“Exedra Well-being”) was inaugurated in the hotel; this is an area especially designed for relaxation, located on the ruins of Diocletian’s Water Palace a modern version of places that were meant for the bodily health of ancient Romans: the calidarium has been replaced by a Turkish bath, the natatio by a Jacuzzi whirlpool bath, and the apricatio by a high-tech solarium for sunbathing. Although the significant archeological remains may have slowed down renovation work, they have served to find greatly suggestive architectural solutions, such as the glass flooring of the Business Center, through which the foundations of the thermal-bath complex can be made out. But the cult of historic memory does not end with the spa, as other architectural memories have also been preserved. The giant wooden trusses that support the roofing are an example of this: having been cleaned and restored to their structural function, these beams highlight both the ancient and contemporary souls of an architecture that relives its past through its renewed present roles.
Alla ricerca della natura perduta From Caracas Se per alcuni il design crea relazioni fra le persone, Deformed Cubes Puzzle estende il concetto suggerendo inediti rapporti anche con la natura e lo spazio. Una natura virtuale e multiforme, ottenuta attraverso superfici e volumi combinabili in configurazioni sia spaziali sia bidimensionali, dando massimo risalto alla forza evocativa delle immagini. Esposto al SaloneSatellite durante il 43° Salone Internazionale del Mobile, svoltosi a Milano lo scorso aprile, Deformed Cubes Puzzle, progettato dallo studio di Caracas “oda” (Oficina de Arquitectura, i cui titolari sono Eric Brewer e Juan Andréas Machado) è una sorta di gioco per dare colore e personalità allo spazio domestico attraverso forme adattabili a diverse tipologie d’uso. Si possono realizzare sedute, piani di lavoro ma anche diaframmi divisori, in una soluzione praticamente infinita di configurazioni. La scelta dei materiali è funzionale all’uso dei componenti e comprende legni esotici, vetro, laminati plastici serigrafati e quant’altro.
into both spatial and two-dimensional configurations, emphasising the evocative force of images to its utmost. On display at the Salone Satellite at the 43rd International Furniture Show held in Milan last April, Deformed Cubes Puzzle, designed by the Caracas-based firm “oda” (Oficina de Arquitectura, run by Eeric Brewer and Juan Andréas Machado), is a sort of playful way of adding colour and personality to the home environment by means of forms that can adapt to various types of usage. Chairs, work tops and even partitions can be constructed in an almost endless range of configurations. The choice of material depends on the use of the components and includes exotic woods, glass, serigraphed plastic laminas etc.
Kengiro Azuma, noto scultore giapponese da vari decenni residente in Italia, ha ideato, con Ambrogio Azuma, il figlio architetto, la “fontana delle tartarughe” inaugurata lo scorso aprile nella città di Sesto San Giovanni (MI). La fontana, situata al centro di un ampio spazio urbano racchiuso da edifici storici riqualificati, assume, oltre alle premesse artistiche, poetiche e strutturali, un significativo carattere sociale, poiché stimola e invia richiami per soste, per incontri, per osservare, ascoltare, leggere o parlare. Progettata con un sistema di piani ed elementi in pietra che circoscrivono armonicamente e dinamicamente l’area di contenimento delle acque; habitat naturale e di riferimento, in questo caso, sia per tartarughe artisticamente realizzate in pietra, sia per quelle reali, la fontana si articola in concentriche scansioni geometriche sovrapposte e innestate. La sua funzione d’arte e di richiamo, si completa con l’inserimento di un sistema di illuminazione urbana, costituito da pali che rimandano sinteticamente alla forma del guscio delle tartarughe. Kengiro Azuma, a renowned Japanese sculptor who has lived in Italy for decades, created his “turtle fountain” – which was inaugurated last April in the city of Sesto San Giovanni (Milan) – in collaboration with his son, the architect Ambrogio Azuma. The fountain, which is located in the center of a broad urban space surrounded by renovated historic buildings, not only has artistic, poetic and structural significance, but also assumes an important social character, as it is a natural stopping place for meeting people, observing, listening, reading or chatting. The work was planned with a leveled system of stone elements that dynamically delimit the water-containing area in a harmonious way; in this case, the water constitutes a natural habitat for artistic stone turtles as well as real ones. The fountain is structured in concentric geometric levels that are fit in and laid one on top of the other. This work has an artistic function and constitutes an attraction and the whole is completed by the insertion of an urban lighting system made up of poles set up in what is reminiscent of a turtle-shell shape.
While some people feel that design creates relations between people, Deformed Cubes Puzzle extends the concept suggesting unusual relations with nature and space. Multi-formed, virtual nature deriving from surfaces and structures that can be combined
194 l’ARCA 91
DARC Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee Ministero per i Beni e le Attività Culturali www.darc.beniculturali.it
The Ministry of Cultural Heritage and Activities has worked with the Ministry of Economics and Finance and Venice Biennial through the DARC to present Contemporat Sense: promoting contemporary art in southern Italy.
www.sensicontemporanei.it
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso la DARC, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Biennale di Venezia, presenta Sensi Contemporanei: la promozione dell’arte contemporanea nel Sud d’Italia.
Running at the MAXXI until 3rd October, the Ed Ruscha exhibition, under the curatorship of Paolo Colombo, is the first Italian review of this great American artist’s work, who focused his multi-faceted experimentation on the city of Los Angeles. Roads and highways, car parks, gas pumps, and metropolitan/natural landscapes, often invigorated by the use of a highly colourful use of verbal language, come to the fore in a form of artistry which, between the 1960s and present day, has touched on various trends ranging from Pop Art to conceptual art.
Aperta fino al 3 ottobre al MAXXI, la mostra Ed Ruscha, a cura di Paolo Colombo, è la prima retrospettiva italiana dedicata al grande artista americano che ha concentrato la sua poliedrica ricerca sulla città di Los Angeles. Strade e autostrade, parcheggi, pompe di benzina, paesaggi metropolitani e naturali, spesso animati da un uso del linguaggio verbale fortemente evocativo, assurgono a protagonisti di un’arte che dagli anni ’60 ad oggi ha percorso diverse tendenze dalla Pop Art all’arte concettuale.
to ensure the material is carefully protected and conserved, refers to the period stretching from 1964-1997.
The Aldo Rossi. L’archivio personale exhibition, under the curatorship of Alberto Ferlenga, will be displaying the great Italian architect’s personal archives, that the DARC acquired for MAXXI Architettura, in the spaces belonging to MAXXI. The archives, which have already been sorted out and digitalised to international standards
La mostra Aldo Rossi. L’archivio personale, a cura di Alberto Ferlenga, mette in scena fino al 3 ottobre negli spazi del MAXXI la documentazione originale del grande architetto italiano, acquisita dalla DARC per il MAXXI Architettura. L’archivio, già inventariato e digitalizzato secondo standard internazionali che consentono un ottimo livello di tutela e conservazione del materiale, si riferisce al periodo che intercorre tra il 1964 e il 1997.
Scripta volant The last 50 years of Italian architecture have been hurried along by the post-war reconstruction process, further enhanced by building speculation, often harmfully abusive. This is the gloomy overall picture that initially emerges, but we all know that upon closer scrutiny there is no lack of important examples, carefully gauged projects and even authentic masterpieces within the vast realms of our cities and new conurbations. After all, plenty of famous names from the historiography of architecture have been involved: Albini, Libera, Moretti, Ponti, Ridolfi, Rogers and Terragni, as well as the great structuralist school encompassing the likes of Nervi, Morandi and Musmeci or exceptional individual talents like Carlo Scarpa and plenty of others that we do not have room to mention here. All that mainly focusing on the 1950s, 60s and 70s, when Italian architecture was perhaps more of an international force than at other times, without even touching on the present day. Over the next few months the DARC will mainly be concentrating on studying and exalting this rarefied period of vital importance. Working with Regional Superintendent’s Offices and Universities, it will start to survey the whole of Italy to try and provide a comprehensive picture of the best of architecture over the last fifty years. A report on the progress made in this work, which we plan to finish within 5 years and which will provide the basic cognitive means for safeguarding and protecting this important realm of national architecture, will be given at the Venice Biennial of Architecture next September.
Pio Baldi direttore generale DARC General Manager of DARC
Scripta volant Gli ultimi 50 anni dell’architettura italiana sono stati accelerati dalla ricostruzione postbellica, esasperati dalla speculazione edilizia, tormentati dall’abusivismo. Questo è il quadro di generale negatività che appare a prima vista, ma tutti sanno che, a ben guardare, non mancano, all’interno delle grandi espansioni cittadine e delle nuove conurbazioni, gli esempi significativi, i progetti accurati, i veri e propri capolavori. D’altra parte non mancano nemmeno i nomi illustri che fanno ormai parte della storiografia dell’architettura: Albini, Libera, Moretti, Ponti, Ridolfi, Rogers, Terragni ma anche il grande filone strutturista di Nervi, Morandi e Musmeci o individualità eccezionali come Carlo Scarpa e molti altri che la limitatezza di questo spazio non permette di citare. Tutto ciò senza entrare nell’attualità e concentrando l’attenzione soprattutto sugli anni 50, 60 e 70 del secolo scorso che forse più di altri hanno visto eccellere l’architettura italiana nel panorama internazionale. Nei prossimi mesi l’attività della DARC sarà fortemente concentrata sullo studio e sulla valorizzazione di questa importante e rarefatta stagione. Sta infatti iniziando, in collaborazione con le Soprintendenze regionali e con le Università, una ricognizione su tutto il territorio italiano per individuare e definire il panorama delle eccellenze architettoniche degli ultimi 50 anni. Alla Biennale architettura di Venezia del prossimo settembre sarà illustrato lo stato di avanzamento di questa attività che prevediamo di completare entro i prossimi 5 anni e che costituirà lo strumento conoscitivo di base per tutelare e proteggere questo importante segmento della cultura architettonica nazionale.
Aldo Rossi Concorso per il Museo Storico della Germania a Berlino 1989 collezione MAXXI
Ed Ruscha Historical Dust 1983 collezione MAXXI
Ecco il progetto dei milanesi Park Associati, vincitori del concorso -D40_4 indetto dalla DARC per lo spazio di accoglienza destinato alle attuali aree espositive del MAXXI. Here is the project designed by the Milan-based Park Associati, winners of the -D40_4 competition organised by the DARC, for a reception area where MAXXI’s exhibition spaces are currently located.
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LUGLIO coordinamento lorenza bolelli pagina a cura di emilia giorgi progetto due_pavese
Notizie sui principali avvenimenti in Italia e nel Mondo. Reports on currentevents in Italy and abroad.
Abitare qui e altrove Architecture for Living
Brescia International Biennial
Una mostra di architettura che coinvolge la sfera sociale, geografica e culturale della nostra realtà, di come la percepiamo e viviamo. Est-Ovest/Nord-Sud, in corso a Bordeaux ospitata e promossa da arc en rêve/centre d’architecture, si pone la domanda, spaziando per tutto il pianeta, dei modi di abitare oggi. Questione complessa e con molteplici addentellati che certo non si possono esaurire in una mostra e in un ciclo di conferenze, ma non è questo l’obiettivo degli organizzatori che, invece, si concentrano sullo stato della produzione architettonica nei cinque continenti. Ripetere che il mondo si è urbanizzato per l’80%, in modo più o meno intenso a seconda dei Paesi, non è più sufficiente per abbracciare le realtà sociali, economiche, politiche da un continente all’altro e la mostra si interroga sul rapporto che intercorre tra architettura e questa situazione in perenne mutazione: come pensare contemporaneamente il locale e il globale, il vicino e il lontano, l’habitat, lo spazio pubblico e privato, l’urgenza e la temporaneità, le frontiere? Come l’architetto iscrive la sua epoca nella sua architettura e come l’architettura può prevedere il divenire delle nostre società? L’architettura e l’arte, le nuove forme di città che si stanno delineando volontariamente o per improvvisazione, il design degli alloggi futuri, e ancora l’ossessione della sicurezza o quella della memoria sono i soggetti che sviluppa il progetto espositivo articolato in diverse sequenze, di tre mesi ciascuna, fino a maggio del 2005. I blocchi tematici che occupano questo primo ciclo sono nomadismo/sedentarismo; l’alloggio alla ricerca della sperimentazione, la migrazione, territori in guerra, invenzione architettonica e visione urbana, patrimonio/urbanizzazione in Cina, creazione architettonica in Cina. E. C.
Fino al 5 settembre la città Brescia ospita la Biennale Internazionale di fotografia articolata in 25 mostre, oltre 1000 opere esposte, 5 workshop, serate di incontri con gli autori provenienti da tutto il mondo e una serie di eventi speciali. Numerosi gli spazi interessati dalla manifestazione dal Museo Ken Damy – sede storica della fotografia – al Palazzo della Loggia, da Palazzo Bonoris alla Libera Accademia delle Arti, al Museo di Santa Giulia e poi archivi, centri culturali, gallerie d’arte e spazi alternativi. Il titolo scelto, “Visioni”, è apparentemente generico, ma vuole essere un omaggio all’apertura di nuovi orizzonti tecnici, creativi e, in questo caso, anche espositivi. Nelle parole di Ken Damy si può interpretare la passione che ha sotteso la realizzazione di questo evento: “… Visioni per visionari, per uomini che con il mezzo fotografico hanno saputo interpretare la realtà per trasformarla in opera autonoma sia nella forma che nel contenuto. Ma la forma, da tempo, è divenuta per molti contenuto al di là delle secche contraddizioni ideologiche. Visioni come sogni, come illusioni, come fantasia libera di esprimere la potenza intrinseca di questa tecnologia che non deve più riconoscenza alcuna ad altre forme d’arte; che oramai la inseguono, anche se la distanza è forse incolmabile. Visioni di un visionario con i piedi per terra però quel tanto che basta per non farsi risucchiare in un gioco politico pieno di trasformismi e di revisionismo culturale ed estetico, che è poi la stessa cosa. Visioni per vedere, da leggere con gli occhi e con un po’ di cuore; senza la pressione del clamore pubblicitario esercitato da sponsor aggressivi che condizionano a loro piacimento le scelte culturali dei curatori…”. Per informazioni dettagliate su tutte le mostre e i loro protagonisti si possono consultare i siti www.studioesseci.net e www.museokendamy.com.
An architecture show that involves our reality’s social, geographical and cultural sphere, and how we perceive and experience it. Now open in Bordeaux, East-West/North-South – hosted and promoted by arc en rêve/centre d’architecture – considers today’s way of living all around the world. This is a complex issue with multiple links that cannot be expounded comprehensively through an exhibition and a cycle of conferences. However, this was not the organizers’ goal, since they have concentrated on the state of architectural production in the five continents. Repeating that the world is now 80% urbanized – more or less intensely according to the different countries in question – is not enough to cover the social, economic and political realities that exist in each distinct continent. Thus, the show deals with the relationship between architecture and this continuously changing situation: how can we consider local, global, near and distant issues, our habitat, public and private spaces, urgency and temporariness, as well as frontiers – all at the same time? How can architects insert their architecture in their era, and how can architecture foresee the future of our society? Architecture and art, the new city forms that either voluntarily or through improvisation are taking shape along with future housing design, as well as the obsession with safety or memory are the main topics of the exhibition, which is divided into three-month cycles that will continue until May 2005. This first cycle will feature the following themes: nomadism/sedentariness; housing and its quest for experimentation, migration, war territories, architectural invention and urban vision, heritage/urbanization in China, architectural creation in China. Dell’alto in basso/from top down: Insediamento israeliano nei territori occupati, foto di/Israelian housing in occupied territories, photo by Efrat Shvily; Chang Yung Ho, Wang Jun, Sze Tsung Leong, Atelier Feichang Jianzhu, Beijing Morphing-A Tripartition; Future Systems, Selfridges, Birmingham; Michèle Pédezert, Céline Pétreau, La gher sur le toit, Mongolia; sotto, a destra/below right, Zhang Lei, casa a/house at Nanjing.
center – to the Loggia Palace, the Bonoris Palace, the Free Academy of Fine Arts and the Santa Giulia Museum, as well as archives, cultural centers, art galleries and alternative areas. The title chosen for the event, “Visions”, appears a bit vague, but it is actually a tribute to the opening of new technical, creative, and – in this case – also exhibitive horizons. In Ken Damy’s own words, we can interpret the passion put into the realization of this event: “…Visions for visionaries, for men who, through photography, have been able to interpret reality so as to transform it into an independent work, both in form and content. But for some time, many have been turning form into content – beyond any kind of dry ideological contradictions. Visions like dreams, like illusions, like imagination that is free to express the innate power of this technology, which has no debt of gratitude towards other art forms, which now follow it, although the distance is perhaps unbridgeable. Visions of a visionary whose feet touch the ground just enough not to let himself be drawn into a political game which is full of tranformisms, as well as cultural and esthetic revisionism, which, after all, mean the same thing. Visions, in order to see, to read with one’s eyes and heart; without the advertising clamor of aggressive sponsors who condition curators’ cultural choices to their own liking…”. For detailed information on all of the exhibitions and their protagonists, the following sites can be visited: www.studioesseci.net and www.museokendamy.com.
Until September 5th, the city of Brescia is hosting the International Biennial of photography, which will include 25 exhibitions, over 1,000 works on show, 5 workshops, evenings devoted to meetings with authors coming from around the world and a series of special events. Various places will give space to the event, from the Ken Damy Museum – the historical photography
La nuova collaborazione tra Illy e il Palais de Tokyo di Parigi segna un’ulteriore tappa nel percorso che vede l’azienda impegnata nel campo dell’arte contemporanea a fianco di importanti istitutzioni culturali. Da questa partnership nasce il progetto “Quatre fois moins ou quatre fois plus?” di Daniel Buren, presentato al Palais de Tokyo fino al 22 agosto. L’artista francese ha modificato radicalmente la percezione dello spazio attraverso un gioco di riflessi, di colori e di luci, che invita lo spettatore in un suggestivo percorso all’interno del palazzo. Ed è sempre Buren, che firma la nuova illycollection, caratterizzata dal ridisegno del piattino che trova ispirazione nell’aspetto del tessuto a bande bianche e colorate, da sempre filo conduttore del suo lavoro. Il piattino tagliato alle due estremità, prende così le sembianze di una striscia rigata, e l’insieme tazzine, piattini e confezione, proposto nei colori bianco alternato al blu o verde chiaro si dispone come un ritmo di bande colorate di egual misura. Michelangelo Pistoletto, artista biellese, tra i principali esponenti dell’Arte povera, Leone d’Oro alla carriera alla 50° Biennale Arte di Venezia, firma invece “Love Difference”, l’altra recente illycollection, realizzata in tiratura limitata di 5.500 pezzi. The new collaboration between Illy and the Palais de Tokyo in Paris marks a further stage in the company’s commitment to the world of contemporary art jointly with important cultural institutions. The project “Quatre fois moins ou quatre fois plus?” by Daniel Buren, which is being presented at the Palais de Tokyo until August 22nd, was spawned from this partnership. The French artist has radically modified the perception of space through a play of reflections, color and light, inviting the spectator to a suggestive journey within the palace. And it was Buren again who designed the new illycollection, which features the redesign of a saucer colored in bands of white and different hues, which has always been a characteristic of his work. A saucer cut at the two sides which thus looks like a striped strip. The set of cups and saucers in their packaging – in white alternated with blue or light green – looks like a rhythmic layout of colored strips of the same size. Michelangelo Pistoletto, an artist from Biella and one of the main exponents of Arte Povera who also won the Leone d’Oro for his career at the 50th Venice Biennial, designed “Love Difference”, another recent illycollection, with a limited circulation of 5,500 pieces.
Luis Gonzales, Palma.
Metamorfosi dell’elettricità In Paris
A Rivoli Fiction through Memory
La Fondazione EDF (Electricité de France), allo Spazio EDF Elettra nel VIII arrondissement a Parigi, presenta fino al 12 settembre una mostra riccamente articolata che attraversa la storia dell’elettricità. Tre sezioni scandiscono il percorso espositivo: “Dalla fede misteriosa al confort quotidiano”: dai gabinetti di curiosità, alle esposizioni universali del XIX secolo che testimoniano la magia della nuova energia, fino trasformazione degli ambienti con l’avvento degli elettrodomestistici. “Il paesaggio metamorfizzato”, cioè la metamorfosi del paesaggio avvenuta con i nuovi impianti elettrici testimoniata da modelli originali, fotografie, film d’epoca. Inoltre una parte della sezione è dedicata ad alcune significative trasformazioni di antichi impianti elettrici divenuti spazi culturali, come lo Spazio EDF Electra, la Tate Modern a Londra o il Centro Montemartini a Roma. Infine “Arte e elettricità: alle origini della modernità”, dove sono tracciati i rapporti e le influenze tra industria elettrica, arte e architettura. Opere, filmati, fotografie illustrano la perennità di questa relazione attraverso gli incarichi commissionati dalle diverse aziende elettriche ad artisti come Man Ray, Raoul Dufy, Piotor Kowlaski, fino alla opera di Yann Toma, realizzata per conto della Fondazione stessa, con cui si conclude la mostra.
Il Castello di Rivoli presenta la prima personale in Italia dell’artista francese Pierre Huyghe (classe 1962) con una mostra aperta fino al 18 luglio. Huyghe è balzato all’attenzione della critica a partire dai primi anni Novanta, per le sue installazioni, i film e le collaborazioni e i progetti portati avanti con altri artisti. Le sue opere creano situazioni di instabilità, presentando ambienti che mettono in allerta la percezione del pubblico e che indagano sul rapporto tra realtà e finzione attraverso gli strumenti della memoria collettiva e della struttura narrativa. La rassegna di Rivoli, oltre a presentare alcune delle sue opere più emblematiche, si incentra su una nuova opera-allestimento concepita appositamente per questa occasione. L’opera, allestita al terzo piano del Castello, si ispira alle narrazioni e all’immaginario tradizionalmente associati a un luogo stregato e abitato da fantasmi.
Until September 12th, the EDF Foundation (Electricité de France) is presenting a comprehensive exhibition on the history of electricity at the EDF Elettra Space in the 8th arrondissement in Paris. Three sections make up the exhibition: “From mysterious faith to daily comfort”: from curiosity collections to the nineteenthcentury universal expositions, which witness the magic of this new energy. This first section also shows how the advent of domestic appliances has transformed our living space. The next group of exhibits involves “The
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Buren con Illy New Coffee Cups
metamorphosed landscape”, a series of the period’s original models, photographs and films showing the metamorphosis of the landscape, which came about due to new electric appliances. A part of this section is devoted to a number of significant transformations of old electrical plants into cultural spaces, such as the EDF Electra Space, the Tate Modern in London or the Montemartini Center in Rome. The final section focuses on “Art and electricity: at the origins of modernity”, where the association and influence among the electrical industry, art and architecture is traced. Works, films and photographs illustrate the perpetuity of this relationship through a number of tasks commissioned by various electricity firms to artists such as Man Ray, Raoul Dufy, Piotor Kowlaski, up to Yann Toma’s work, which was created for the Foundation itself, and with which the exhibition draws to a close.
The Castle of Rivoli is presenting the first solo exhibition in Italy devoted to the French artist Pierre Huyghe (born in 1962), with a show which will be open through July 18th. Huyghe leaped to critical attention in the early nineties thanks to his installations, films and collaborations and projects that he carried out along with other artists. His works create unstable situations, presenting settings that put the public’s perception on the alert, and that analyze the relationship between reality and fiction through the tools of collective memory and narrative structure. In addition to presenting some of the artist’s most symbolic works, the exhibition in Rivoli focuses on a new sort of staging especially conceived for the occasion. The work, which is laid out on the third floor of the Castle, is inspired by narratives and images that are traditionally associated with an enchanted place, a place that is haunted by ghosts.
A fianco/left,Pierre Huyghe, Blanche Neige Lucie, video, 1997. A sinistra/far left, Manifesto per le pile Wonder, 1940-1949 Collezione Museo EDF Electropolis.
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Arte in città In Gallarate
Festa per Niki At Kunsthaus Wien
Strategie d’arte At MART, Rovereto
Con tredici installazioni sul territorio e altrettanti lavori artistici nel museo, la Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate si apre alla propria città. Col titolo “Z.A.T. Zone Artistiche temporanee. XXI-XXII Edizione Premio Gallarate” la rassegna propone fino al 31 luglio le opere di Enrica Borghi, Pierluigi Calignano, Ciriaco Campus, Loris Cecchini, Chiara Dynys, Emilio Fantin, M.me Duplok, Giuliano Mauri, Liliana Moro, Ottonella Mocellin/Nicola Pellegrini, Adrian Paci, Luca Vitone e Gruppo Super. Le loro opere nascono dall’analisi del tessuto urbano e affrontano tematiche sociali, comunicative e dell’immaginario. Alcune delle opere rimarranno nel luogo per il quale sono state progettat anch dopo la fine della rassegna. Nell’ambito di questa edizione è stato inoltre bandito un concorso intitolato “Corridoio per l’Arte” che ha visto vincitore il gruppo M.me Duplok con l’opera Pollicino, un percorso urbano attraverso tombini, chiusini, grate dei marciapiedi colorati di verde acido fosforescente che indica l’itinerario attraverso tutte le installazioni realizzate per l’occasione in città.
Grazie a una donazione dello Sprengel Museum di Hannover, la Kunsthaus di Vienna presenta fino al 26 settembre la mostra “Niki De Saint Phalle: The Birth of the Nanas”. Oltre 90 le opere esposte che rappresentano la produzione dell’artista parigina degli anni Sessanta. Niki De Saint Phalle, nata a Parigi nel 1930, e scomparsa a San Diego nel 2002, moglie di Jean Tinguely, arrivò alla notorietà negli anni Sessanta con le sue creazioni, fatte di assemblaggi e fotografie in cui prendeva posizione contro la violenza e la società patriarcale. L’invenzione delle Nana (nella foto), figure femminili che portano in sé tutti i segni ancestrali della femminilità presentate in questa mostra, la rese assai popolare come emblema della sfida al mondo maschile e le valsero il soprannome di Diana di Montparnasse, la cacciatrice vendicatrice.
Importante riferimento per il mondo dell’arte, il Mart, dopo l’inaugurazione della nuova sede di Rovereto, ha sviluppato straordinariamente tutte le possibili potenzialità operative della struttura, nonché quelle riguardanti la propria collezione, stringendo strategiche alleanze e collaborazioni, coproduzioni e scambi, e divenendo interlocutore privilegiato di importanti istituzioni internazionali e di musei italiani, intessendo relazioni con i rispettivi direttori. La volontà finale è di produrre cultura qualificata, organizzare eventi stimolanti e occasioni per approfondimenti scientifici connessi agli specifici riferimenti artistici, nonché promuovere il pensiero critico contemporaneo e divulgare il patrimonio di Mart. Proprio nell’ambito di queste prospettive si stanno sviluppando collaborazioni varie come quella con la Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino per la co-produzione della grande retrospettiva su Medardo Rosso presente prima a Rovereto e successivamente a Torino. Nell’ambito dell’evento è stato stabilito anche un rapporto stretto con il comune di Milano-Civiche Raccolte, che implica un ulteriore e importante e reciproco rafforzamento. Con la Fondazione Sandretto Re Baudengo, la co-produzione ha riguardato la mostra dedicata a Carol Rama, artista che nel 2003 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia. La mostra che, dopo Torino, sarà a settembre al Mart di Rovereto, verrà successivamente allestita nella nuova galleria britannica Baltic. Il 2005, fitto di collaborazioni, vedrà rinnovato l’impegno sinergico del Mart nei confronti del Russian Museum, della Tretyakov Galeriet di Mosca, della Gam di Torino e della Gnam di Roma, nonché l’impegno di un rapporto di scambio con il Vitra Design Museum di Basilea e, soprattutto, sarà l’occasione di una collaborazione con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo che ospiterà, dal mese di febbraio 2005, la prima mostra sul Novecento italiano: evento prodotto proprio dal Mart che spazierà da Boccioni a Fontana.
Gallarate’s Municipal Gallery of Modern Art is opening up to the city with thirteen installations set up on the territory and just as many works of art in the museum. Entitled “Z.A.T. Zone Artistiche Temporanee. XXI-XXII Edizione Premio Gallarate” (Temporary Artistic Areas. 21st-22nd Edition of the Gallarate Award), the show will be on through July 31st with works by Enrica Borghi, Pierluigi Calignano, Ciriaco Campus, Loris Cecchini, Chiara Dynys, Emilio Fantin, M.me Duplok, Giuliano Mauri, Liliana Moro, Ottonella Mocellin/Nicola Pellegrini, Adrian Paci, Luca Vitone and Gruppo Super. Their works stem from their analysis of the city fabric, and face social, communicative and imaginary issues. Some of the works will remain in the place they were planned for even after the end of the exhibition. This edition also published a competition entitled “Art Corridor”; the winners were the M.me Duplok group with “Pollicino”, a journey through the city’s manholes, manhole covers, and sidewalk gratings, all painted in a phosphorescent, acid green that points out the itinerary, marking all of the installations that have been set up in the city for the occasion.
female figures that contain all of the ancestral signs of femininity that are presented in this exhibition, made her extremely popular as a symbol of challenge to the world of men, and won her the nickname “Diana of Montparnasse”, the avenging huntress.
Thanks to a donation by the Sprengel Museum of Hanover, the KunsthausWien is presenting the exhibition “Niki De Saint Phalle: The Birth of the Nanas”, which will be open through September 26th. Over 90 works are on display, representing the Parisian artist’s production during the sixties. Niki De Saint Phalle, who was born in Paris in 1930 and died in San Diego in 2002, was Jean Tinguely’s wife. She made a name for herself in the sixties with her creations, which were made of assemblages and photographs through which she revealed her position against violence and the patriarchal society. Her invention of the Nanas (in the photo),
Spirito Nuovo In Milan
Il Vaticano In San Diego La stagione estiva del San Diego Museum of Art propone fino al 6 settembre la mostra “Saint peter and the Vatican: The Legacy of the Popes”. Quasi quattrocento opere e oggetti, di cui la maggior parte non sono mai stati esposti oltreoceano, compongono questa mostra suddivisa in sei sezioni introdotte dalla proiezioni di un video che ripercorre la scoperta, nel 1968, della tomba di San Pietro e prosegue con la presentazione, talvolta tridimensionale e con apparati multimediali, delle sale vaticane e delle opere a partire dal XIII secolo fino alle acquisizioni più recenti. Il percorso espositivo, poi, inizia proprio con la ricostruzione della tomba di Pietro. Le altre sezioni sono: La costruzione delle Basiliche, La Cappella Sistina, Le Liturgie Papali, Il Papato nel Mondo, Nel Nuovo Millennio. For the summer season, until September 6th the San Diego Museum of Modern Art is presenting the exhibition “Saint Peter and the Vatican: The Legacy of the Popes”. Almost four hundred works and objects – most of which have never been on display overseas – make up this show, which is divided into six sections introduced by video showings that retrace the discovery of Saint Peter’s tomb in 1968. This is followed by a three-dimensional presentation – carried out with multimedia equipment – of the Vatican halls and works from the thirteenth century up to the latest accessions. The exhibitive course begins with the reconstruction of Peter’s tomb. The other sections are: The construction of the Basilicas, The Sistine Chapel, The Papal Liturgies, The Papacy in the World, In the New Millenium.
In alto/top, Ciriaco Campus, Il più bel sogno della mia vita, stampa digitale su carta fotografica/ digital print on photographic paper, 2003.
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A destra, ricostruzione della Cappella Sistina al/right, representation of Sistina Chapel at SDMA.
La Biblioteca di Via Senato a Milano presenta fino al 29 agosto la mostra “L’arte decorative dal Liberty al Déco. Natura fonte di ispirazione”. La rassegna propone un repertorio iconografico appartenente all’Art Nouveau e all’Art Déco rappresentato da una collezione costituita prevalentemente da tavole sciolte, soprattutto francesi e tedesche, illustrate dai più importanti maestri del periodo. Queste preziose illustrazioni sono oggi di difficile reperibilità a causa del loro originario utilizzo come idee e bozzetti per gli artigiani e quindi il loro stato conservativo è spesso deteriorato. Accanto a questi reperti grafici, la mostra presenta anche libri, riviste e periodici, che consentono di comprendere meglio lo spirito innovativo di questa arte. La mostra è inoltre preceduta da due sezioni introduttive: una dedicata alla storia dell’arte decorativa dalle origini all’Ottocento e la seconda all’influenza dell’arte della decorazione giapponese sul Liberty.
Milan’s Library in Via Senato is presenting the exhibition “Decorative art from Art Nouveau to Art Déco. Nature as a source of inspiration”. The show presents an iconographical repertory belonging to Art Nouveau and Art Déco, represented by a collection that is mainly made up of French and German loose plates, illustrated by the leading masters of the time. These precious illustrations are not easy to find today due to the fact that they were initially used as ideas and sketches for craftsmen, and therefore many of them have not been preserved well. Along with these graphic findings, the exhibition also features books, magazines and journals, which help to understand the innovative spirit of this art. Furthermore, the show is preceded by two introductory sections: the first is devoted to the history of decorative art from its origins up to the nineteenth century, and the second to the influence of Japanese decorative art on Art Nouveau.
After the inauguration of its new premises in Rovereto, the Mart, an important point of reference for the world of art, has immensely developed all of its organization’s possible potential, as well as the possibilities offered by its own collection. The Mart has, in fact, made strategic alliances and collaborations, coproductions and exchanges, becoming a privileged interlocutor for important international insititutions and Italian museums, and establishing relations with their respective directors. Its final goal is to produce qualified culture, organize stimulating events and occasions for scientific analyses connected to specific artistic references, as well as to promote contemporary criticism and popularize its own heritage. In view of this prospect, a number of collaborations are taking shape: one is with the Municipal Gallery of Modern and Contemporary Art in Turin, for the coproduction of a great retrospective on Medardo Rosso, which was first presented in Rovereto and then in Turin. Through this event, a close relationship was also established with the city of Milan’s Municipal Collections, which involves further, significant mutual strengthening. With the Sandretto Re Baudengo Foundation, coproduction also regarded an exhibition devoted to Carol Roma, the artist who received the Leone d’Oro for her career at the 2003 edition of the Venice Biennial. After being presented in Turin, the show will be on at the Mart of Rovereto in September, and will later be set up at the new British Baltic Gallery. Full of collaborations, the year 2005 will see the Mart’s renewed synergistic commitment with the Russian Museum, the Tretyakov Galeriet in Moscow, the Gam in Turin and the Gnam in Rome, as well as continuous exchanges with the Vitra Design Museum in Basel. But above all, 2005 will see the Mart’s collaboration with St Petersburg’s State Hermitage Museum, which from February next year will host its first exhibition devoted to twentieth-century Italian art: the Mart itself produced this event, which will span from Boccioni to Fontana.
Art Books In Villeneuve d’Ascq Il Museo d’arte moderna Lille Métropole di Villeneuve d’Ascq presenta fino al primo agosto tre interessanti occasioni di visita. Due mostre rendono omaggio a due importanti collezioni private, la prima è quella d’arte moderna di Geneviève e Jean Masurel, la cui donazione costituisce il primo fondo del museo, costituta da un insieme rappresentativo di opere della prima metà del XX secolo che abbracciano fauvismo, cubismo, Ecole de Paris, artisti del Nord e naif. Dedicata a preziosi libri illustrati è invece la collezione di Maurice Jardot, appassionato d’arte moderna e grande bibliofilo con una ricchissima biblioteca personale, di cui il museo Lille Métropole è depositario. Viene presentato al pubblico un insieme di libri d’artisti, che coprono un ampio periodo storico, dal 1900 al 1979, tra cui Le Chef d’œuvre inconnu di Balzac, illustrato da Picasso, Parallèlement di Verlaine, illustrato da Pierre Bonnard o gli Idilli di Teocrito, illustrati da Henri Laurens e Le Poëme de l’angle droit di Le Corbusier (nella foto). All’art brut, di cui il museo possiede dal 1999 la principale collezione pubblica francese che sarà trasferita nel 2006 nella nuova estensione progettata da Manuelle Gautrand, è invece dedicata la terza mostra in programma. In particolare è l’Italia, la protagonista di questo evento articolato in una retrospettiva di Carlo Zinelli (1916-1974), che riunisce un centinaio di opere realizzate dall’artista tra il 1957 e il 1973 nel suo studio nell’ospedale psichiatrico di Verona, nell’insieme di opere dell’atelier La Tinaia, un centro d’espressione artistica creato nel 1975 all’interno dell’ospedale psichiatrico San Salvi a Firenze. The Museum of Modern Art Lille Métropole in Villeneuve d’Ascq is presenting three interesting shows until August 1st. Two exhibitions pay tribute to two important private collections: the first features Geneviève and Jean Masurel’s examples of modern art, and the second Maurice Jardot’s collection of precious
Gli sberleffi di Cattelan In Trento Maurizio Cattelan continua il suo personale elogio della follia, celebrato questa volta proprio nel cuore della comunità scientifica. Infatti occasione di questa mostra allestita alla Facoltà di sociologia dell’Università di Trento fino al 26 settembre è l’attribuzione a Cattelan di una laurea honoris causa in sociologia. L’artista padovano si rappresenta in modo disarmante con le su installazioni nelle sale dell’università giocando con la tradizione contestataria dell’ateneo trentino la cui storia centenaria è ricca di insubordinazioni e riti carnevaleschi contro dottori e professori. Una sorta di “saggio” sberleffo all’ordine costituito queste sculture ritraggono un mondo alla rovescia nella continua caccia di Cattelan di mettere a soqquadro l’universo. Maurizio Cattelan is continuing his personal praise to folly, which this time is celebrated right in the heart of the scientific community. In fact, Cattelan has been bestowed an Honorary degree in Sociology by the University of Trento, and due to this occasion, the exhibition – which will be on though September 26th – was organized by the Faculty of Sociology at the universtiy itself. The Paduan artist gives a disarming representation of himself with his installations in the university halls; he plays with the dissentient tradition of Trento’s university, whose centenary history is full of insubordination and carnival rites against doctors and professors. These sculptures, which seem to sneer theatrically at established order, depict an upside-down world, in Cattelan’s continuous quest for a topsy-turvy universe.
Ravello Festival illustrated books. Geneviève and Jean Masurel’s donation constitutes the museum’s first endowment, and is made up of a representative collection of works from the first half of the twentieth century, thus comprising Fauvism, Cubism, the Ecole de Paris, Northern artists and examples of naïve painting.The Lille Métropole also serves as a repository for Maurice Jardot’s rich personal library; the collector himself is a lover of modern art, as well as a great bibliophile. A number of artists’ books are on show, covering a wide historic period, from 1900 to 1979, with books such as Le Chef d’oeuvre inconnu by Balzac, illustrated by Picasso; Parallèlement by Verlaine, illustrated by Pierre Bonnard, and the Idylls by Theocritus, illustrated by Henri Laurens Le Poème by Le Corbusier (photo below). The third exhibition is devoted to Art Brut; the main French public collection of this genre has been in the museum since 1999. In 2006, it will be transferred to a new extension designed by Manuelle Gautrand. Italy is the main protagonist of this event, which will feature a retrospective of Carlo Zinelli (1916-1974), which includes about a hundred works created by the artist in his studio between 1957 and 1973 in the mental hospital of Verona, and a whole collection of works by the atelier La Tinaia, a center of artistic expression established in 1975 at the San Salvi mental hospital in Florence.
L’edizione 2004 del Ravello Festival è in corso fino al 22 settembre e ha come tema conduttore “Il Sogno”. Il Ravello Festival, nato nel 1953 come Festival Wagneriano (il più antico in Italia dopo il Maggio Musicale Fiorentino), dal 2003 si presenta in una veste del tutto rinnovata e notevolmente ampliata sotto l’egida della Fondazione Ravello, costituita dalla Regione Campania, dalla Provincia di Salerno, dal Comune di Ravello e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Oggi il Festival propone un’offerta culturale ampia e diversificata, con otto sezioni dedicate ciascuna a un artista che a Ravello ha soggiornato traendone ispirazione. La Sezione Musica Sinfonica (fino al 17 luglio) è dedicata, ovviamente, a Richard Wagner ed è diretta da Roman Vlad. Dall’1 all’8 agosto si svolge la Sezione Cinemusic dedicata a Greta Garbo e diretta da Lina Wertmuller e Remigio Truocchio. La sezione si occupa di film legati alla musica sul tema de “Il Sogno” e lancia una grande novità: il Premio “Ravello Cinemusic” da assegnare alla migliore colonna sonora europea scelta da una giuria internazionale presieduta dal regista Dino Risi. La Sezione Tendenze, dedicata a D.H.Lawrence e diretta da Alessio Vlad (fino al 29 agosto), è la più variegata del Festival e prende in considerazione musica, parola e gesto. La Sezione Grieg - Musica da Camera è diretta sempre da Roman Vlad, si sviluppa nel mese di settembre. La Sezione Riflessione Culturale è intitolata ad Andrè Gide e diretta da Antonio Scurati. Inizia con la XIX edizione del Seminario d’Estate organizzato da S3.Studium e dedicato a “I sogni dell’impresa. Visioni, progetti, decisioni”. Parteciperanno agli incontri della sezione, tra gli altri, gli scrittori Joe R. Lansdale e Nicolò Amanniti (22 luglio), Paolo Maurensig e Aldo Carotenuto (29 luglio) e Antonio Moresco (12 agosto). Si aggiungono due convegni su “Le qualità italiane” il 24 luglio e su “Etica e finanza” il 27 agosto. Alcuni incontri saranno replicati ad Anacapri (23 e 30 luglio, 13, 20 e 27 agosto). Le Arti Visive sono intitolate a Escher e la Sezione è diretta da Cesare de Seta che porterà al Ravello Festival la mostra della visionaria fotografa argentina di origine tedesca Grete Stern (fino al 31 agosto), dello Studio di Design Spera & Spera (fino al 28 luglio) e “Mindscapes - Paesaggi Mentali” a cura di Alessandra Galasso, un’interpretazione del sogno come paesaggio mentale nell’opera di alcuni dei più importanti artisti-fotografi contemporanei (31/7-31/8). La Sezione più lunga fino al 3 settembre) è quella delle Passeggiate Musicali, dedicata a E.M. Forster e diretta da Stefano Valanzuolo, che toccherà chiese, piazze e giardini di Ravello. Moltissime le proposte, dalla musica dei Beatles a quella di Berio.
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Massima competitività e compatibilità
Nuovo sito
Un decennio di design
Momento importante e celebrativo quello evidenziato lo scorso 24 aprile che, con una cerimonia per i 140 anni di vita di Italcementi, ha visto inaugurata ufficialmente la nuova cementeria in Calusco d’Adda (Bg). Presente il Ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, l’evento è stato animato dal brillante intervento del Consigliere Delegato della Società Giampiero Pesenti, che ha ricordato le tappe, la lunga storia, i processi di internazionalizzazione e le strategie della società, da sempre orientate verso un rinnovamento che prevede efficienza e competitività anche nell’ottica di futuri utilizzi. Il discorso ha sottolineato come negli ultimi 5 anni il gruppo abbia operato con investimenti industriali per 1,5 miliardi di euro, di cui un terzo in Italia, rimarcando il concetto personale che vede comunque negli uomini la chiave del successo. Il Consigliere Delegato di Italcementi ha quindi evidenziato come la recente strategia del gruppo riservi particolare attenzione ai paesi emergenti: “Dal 1997 al 2003 la nostra capacità produttiva in questi paesi è salita dal 10% circa a oltre il 40% del totale: una proporzione tra paesi sviluppati e paesi emergenti che già oggi è abbastanza soddisfacente, ma che vogliamo aumentare”. Compresa tra i primi 10 gruppi italiani e fra i primi 5 nel mondo per il settore del cemento, Italcementi vive l’attuale fase di incertezza economica sorretta dalla fiducia che Pesenti riserva ai segnali di crescita che giungono dagli Usa e alla volontà di puntare più che mai su formazione e ricerca. Al Ministro Marzano ha inoltre evidenziato come i programmi di investimento necessitino ora più che mai “di processi autorizzativi definiti e più rapidi”. Successivamente il giovane Carlo Pesenti, Condirettore Generale di Italcementi e responsabile Zona Italia, spiega le premesse e lo sviluppo dedicato a Nuova Calusco, attuale fiore all’occhiello del dispositivo industriale di Italcementi Group, indicando come siano stati investiti circa 150 milioni di euro con la finalità di migliorare l’efficienza produttiva, in un’ottica di compatibilità dello sviluppo e competitività del sistema industriale. Attivo nel territorio da circa 100 anni, ed entrato a far parte del gruppo Italcementi nel primo dopoguerra, il nuovo impianto, già sottoposto a costanti interventi di ammodernamento, è stato, alla fine degli anni ‘90, destinato a un programma di completo revamping che, grazie all’investimento, ha dotato la cementeria delle migliori tecnologie disponibili sul mercato per coniugare le necessità dell’efficacia produttiva con l’attenzione all’impatto ambientale e, più in generale, al territorio. Il principale intervento nella straordinaria e modernissima cementeria di Calusco riguarda la linea di cottura, con il nuovo forno che sostituisce i quattro forni precedenti, ora disattivati. Le migliori tecnologie disponibili sul mercato adottate in questa realizzazione, hanno permesso un abbattimento delle emissioni fra il 50% e il 90% rispetto agli standard. In termini di approvvigionamento della materia prima, le linee teleferiche che collegano le cave di Colle Pedrino, Monte Giglio e la cementeria, saranno sostituite da un tunnel sotterraneo, lungo circa 10 chilometri con diametro di 4,2 metri. Nella potente strutturazione del complesso, spicca imponente, alta (100 metri) e caratterizzante la torre dell’impianto, le cui valenze cromatiche sono state studiate da Jorrit Tornquist. La Nuova Calusco, che aderisce al programma Agenda 21 dell’Isola bergamasca e di Zingonia per la promozione e lo sviluppo sostenibile, ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001.
E’ disponibile il nuovo sito di Vimar che, nuovo nella grafica elegante, sobria e priva di effetti spettacolari, risponde allo stile dell’azienda evidenziando, mediante la concezione dei menù, disposti in orizzontale e con la vista costante del percorso fatto, l’orientamento all’interno del sito. E’ sempre consultabile l’area Vimar Worlwide, che assicura immediate informazioni sull’organizzazione commerciale e di assistenza ovunque. Il nuovo sito www.vimar.it si vale di tre direttrici: - mantiene la caratteristica di sito di servizio per i professionisti del settore, aumentando le possibilità di comunicare e inviare richieste via e-mail. Il cuore è rappresentato dal catalogo tecnico e dalla documentazione correlata, dai supporti al disegno e alla preventivazione (i software), e dai servizi offerti; - consente di poter conoscere rapidamente le novità delle diverse aree mediante ricorso alle news, consultabili per importanza e per argomento; - parla a target differenziati. Il sito si articola nelle aree tematiche: “Azienda”, di carattere istituzionale; “Vetrina delle Idee”, per le esigenze di approfondimento dell’utente finale; “Catalogo tecnico”, che contiene il catalogo multimediale, i listini scaricabili, i file .pdf di tutte le documentazioni cartacee (in tutte le lingue) e la rivista Vimar Point; “Supporto tecnico”; “Software”; “Eventi e pubblicità”, con fiere, convegni, iniziative pubblicitarie e attività promozionali. Presenti inoltre le due aree di servizio”Stampa”, riservata ai giornalisti accreditati e “Lavoro”, per la comunicazione via Internet delle domande e offerte di lavoro.
Per celebrare i propri dieci anni di attività a Treviso, il corso di studi riservato al disegno industriale, presente all’interno della facoltà di Design e Arti dell’Università Iuav di Venezia e, per l’appunto, in quella di Treviso, è stata organizzata la mostra 10x10x10 Iuav design workshop che, nell’ambito del Salone del Mobile di Milano, ha esposto trenta prototipi di giovani designer trevigiani e veneziani, iscritti al corso di laurea in Disegno Industriale. Si è trattato dei risultati di workshop condotti lo scorso autunno, che hanno coinvolto 10 importanti aziende residenti nel territorio del Nordest, 10 importanti
Casa ecologica
Particolarmente confortanti per Cosmit i dati riguardanti la propria attività, con una crescita del 15% nelle presenze di visitatori specializzati (189.655), dei quali il 50% provenienti dall’estero, mentre sono stati 3.752 i giornalisti (1800 stranieri) e 17.235 i “non addetti ai lavori”. Soddisfatto il Presidente di Cosmit Messina, che sottolinea come “i momenti di crisi premiano le fiere trainanti e leader, che lavorano da anni per fornire servizi che accontentino tutte le tipologie di clienti, espositori, visitatori e stampa”. Ottime le prestazioni relative il Salone Internazionale del Mobile (1.271 espositori italiani, 227 esteri e 142.277 i metri quadri netti impegnati). I settori Bagno e Tessile per la casa hanno riscosso molta attenzione, come pure Eurocucina che, nella sua biennalità, propone soluzioni innovative e originalissime. Molto interesse anche per Eimu (155 espositori italiani, 9 esteri, 19.488 metri quadri netti), e a Work & Emotion, che ha stimolato interesse e attenzione. Affollato e apprezzato anche il SaloneSatellite (440 progettisti, 21 scuole, 3.601 metri quadrati netti), e le altre varie iniziative. Manlio Armellini, Amministratore Delegato di Cosmit, commenta : “Il Salone è come una Olimpiade, cui partecipano diverse disciplina. Sono molteplici ormai i settori che si uniscono al nostro per festeggiare la Milano Design Week. Non ci resta che attendere la prossima edizione”.
Montemiele è la nuova casa prefabbricata in legno a bassi consumi energetici che, realizzata da Rubner Haus, azienda leader nella produzione di case prefabbricate, è stata progettata dallo Studio MMA. Costruita in legno, la casa si distingue per le eccezionali qualità termo-isolanti ed è traspirante poiché attiva una ventilazione naturale attraverso un continuo scambio di umidità con l’ambiente esterno. Tutti i materiali impiegati sono naturali e per proteggere le parti in legno si utilizzano prodotti ecologici. La casa è costituita da due unità fondamentali: il tetto sospeso su pilastri d’acciaio che predomina per la sua singolare indipendenza, e il corpo abitato, disposto su due piani per un totale di 300 mq. Il tetto viene montato come primo elemento, facilitando le problematiche per la posa degli elementi prefabbricati e consentendo tempi brevi e programmati per il completamento generale della costruzione. L’esterno è completamente isolato dal punto di vista termico grazie all’innovativo ed ecologico sistema di pareti “Alaska +” a garanzia di un ottimo isolamento termico e acustico. Per proteggere da pioggia e vento è stato previsto un ulteriore strato a struttura areata, sul quale viene fissato il rivestimento a listoni di larice massiccio.
Additivi nanostrutturali
Il bagno in concorso
Brevettati da Mapei a livello internazionale, i superfluidificanti della linea Dynamon sono polimeri innovativi la cui struttura acrilica di base è stata modificata con l’innesto di catene poliossietileniche di diversa lunghezza per controllare la cinetica di idratazione del cemento, e quindi modulare le proprietà del calcestruzzo in funzione delle specifiche applicazioni. Il meccanismo di azione è basato sull’adsorbimento della macromolecola sulla superficie del cemento e il conseguente effetto di repulsione sterica tra le particelle. Caratteristiche della macromolecola: 1) rapporto tra gruppi carbossilici e catene poliossietileniche che influenza il livello di adsorbimento sulla superficie delle particelle di cemento e quindi il potere fluidificante; 2) peso molecolare di tali catene che determina la cinetica di idratazione e quindi lo sviluppo delle resistenze meccaniche. Dinamon SX è stato l’unico prodotto qualificato a livello mondiale atto a realizzare, nel caso del progetto “Diga delle tre gole” in Cina , gli sfioratori, che rappresentano il punto della struttura soggetto alle massime sollecitazioni meccaniche e di usura. Questa nuova generazione di additivi è stata sviluppata nei laboratori R&S Mapei e viene prodotta nello stabilimento di Ravenna.
In occasione di ISH, la Fiera internazionale per Domotecnica, Tecnica Energetica, Mondo del Bagno, Tecnica di Condizionamento dell’Aria e Ventilazione, tenutasi lo scorso marzo a Francoforte sul Meno, è stato indetto il concorso “Outlook – Shaping Water”, al fine di stimolare la concezione di nuovi ambienti per il bagno. Il concorso, indirizzato a studenti e laureati delle facoltà di design, architettura e architettura di interni presenti in Europa, richiede che gli studenti e i laureati partecipanti, debbano essere iscritti in queste facoltà, trovarsi in una fase avanzata di studi o in procinto di laurea. Designer, architetti e arredatori possono a loro volta partecipare se la loro laurea non supera i termini di cinque anni dall’assegnazione. La giuria, composta da noti esperti di settore, selezionerà i progetti
In crescita
L’ ufficio polisensoriale
Armonia tra diversi
Il binomio salute/sicurezza, caratteristiche costanti riguardanti il mondo del lavoro e fortemente legate al concetto morfologico relativo a forma, dimensioni, materiali, inquinamento chimico-fisico, acustico, elettromagnetico e altro, ora si sposta anche verso una nuova concezione psicologica dedicata alla sensorialità espressa dal binomio benessere/efficienza. Rientra in questo concetto l’importanza di consentire a chi lavora un ambiente sano, pulito, olfattivamente gradevole e privo di inquinanti tossici. Proprio in quest’ottica si è attivata, con Oikos Fragrances, da sempre impegnata nella promozione culturale dell’Olfatto quale via sensoriale della Consapevolezza e del Benessere, la Tecno, specialista nel settore dell’arredo per l’ufficio. In sostanza Tecno sta attivando alcuni progetti comuni, orientati da un lato a garantire il benessere psicofisico degli utenti e dall’altro a realizzare una concreta politica di Marketing Olfattivo applicata al mondo dell’ufficio.
Risiede in una contrapposizione tra forme e materiali vari il valore formale e stilistico della nuova linea per il bagno IO di Ceramica Flaminia che, disegnata da Alexander Duringer e Stefano Rosini, nasce dalla compenetrazione dell’elemento ceramico, caratterizzato da un forte segno plastico, in una struttura di rigorosa geometria realizzata con materiali e finiture diverse, che ne diventa sostegno e motivo dominante. Anche SI, la rubinetteria pensata
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designer italiani e internazionali e oltre 150 studenti impegnati in tematiche progettuali innovative. Sedute, lampade, arredi per l’ufficio e complementi, abbigliamento e altro, sono stati evidenziati all’interno di un particolare allestimento realizzato con l’utilizzo di un materiale ecologico quale il cartone. I lavori esposti sono stati selezionati in base al carattere innovativo e alle potenzialità di sviluppo. La mostra sarà presente, in una versione ampliata, nell’ambito della Biennale di Architettura allestita in settembre a Venezia.
dai medesimi designer, segue un concetto di essenzialità ed eleganza, riservando massima attenzione alla naturalità, poiché l’erogazione dell’acqua è prevista secondo schemi che riportano all’armonico e spontaneo defluire dell’acqua sorgiva. I rubinetti si sviluppano mediante una semplice forma ricurva a nastro, che oltre a integrarsi singolarmente al valore estetico dei sanitari IO, si distingue per funzionalità.
secondo quattro criteri: qualità del concetto; innovazione tecnica e di design; qualità del design; scelta dei materiali. I primi tre progetti verranno realizzati in scala 1:1. Tutti i progetti inviati saranno presenti nell’ambito della prossima edizione di ISH 2005, e saranno pubblicati in un opuscolo.
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Informazioni sull’editoria di architettura, design e comunicazione visiva. Information about publications of architecture, design and visual communication.
Altezza e partecipazione Terranova’s skyscrapers
Vedere New York
Progetto e mutazione
Antonino Terranova Grattacieli Edizioni White StarVercelli 2003, ill. a colori, 320 pp
A. Johnson, L’architettura di New York, Una storia, Foto di R. Berenholtz, introduzione di C. Willis, Biblioteca di Architettura Rizzoli Skira, Milano 2003, ill. a colori, 192 pp
Spoiled Climate – R&Sie… architects, Benoît Durandin, Andreas Ruby, Birkhäuser/Ante Prima, Basilea/Parigi 2004
Il volume che segnaliamo si caratterizza per la straordinaria sfilata di fotografie realizzate con particolare capacità di “vedere” da Richard Berenholtz che, oltre ad essere un ottimo fotografo, si è laureato alla Columbia University proprio in Architettura. Per l’esaurienti schede messe a punto da Amanda Johnson, anch’essa laureata alla Columbia, dove ha lavorato con Kenneth Frampton. Non a caso manca quelle delle Twin Towers, ormai completamente rimosse, come il lutto, con un monumento che non evoca affatto il dramma dell’11 settembre, e si termina con la bella icona profondamente europea messa a punto da Christian de Portzamparc per la Louis Vuitton-Moët Hennessy. Interessante anche la prefazione, dovuta alla mano di Carol Willis, storica dell’architettura e direttrice del Museo dei Grattacieli che insegna nella già citata università. Insomma un libro fatto in casa, nei ritagli di tempo, tra il tè e i pasticcini, eppure lucido ed esauriente che certamente risente della lettura di Rem Koolhaas, quel Delirium New York, stranamente non citato in bibliografia. Una storia per capolavori che spaziano dalla Tomba di Grant del 1897 in tardo classicismo al Grand Central Terminal del 1913, ispirata alle terme romane, dal Chrysler Building del 1930 di William Van Alen in Art Déco, forse l’unico stile autenticamente statunitense al Lincoln Center – la prima opera realmente postmoderna insieme ai nostri villaggi in Libia e all’E. 42 – al Guggenheim
Spoiled climate, clima viziato, è il titolo della prima monografia sullo studio d’architettura parigino R&Sie… che racconta i suoi quattordici anni di esperienze progettuali e le sue mutazioni. Mutazioni come quelle che lo studio ha applicato al territorio, al luogo e alle sue caratteristiche, al here and now, ovvero alle mutue relazioni tra i suoi elementi per usarle come materia processuale. Mutazioni, applicate al suo nome nel corso del tempo (BOYEROCHE; Roche & François; Roche, DVS & Sie...; R&Sie. D/B: L, fino all’ultimo R&Sie… che in francese si legge come la parola hérésie). Il libro, con un’irriverente ma intima copertina rosa, una pelle ruvida bucata da due narici fumanti, presenta un particolare allestimento (il progetto è di M/M, studio grafico parigino con all’attivo collaborazioni con van Lamsweerde, Björk e Parreno). E’ pensato, infatti, come un unico nastro di carta su cui scivola, cambiando forma, il suo contenuto. I fogli, così, sono cuciti sul lato sinistro (lungo la costa) e piegati sul lato opposto, offrendo solo una faccia alla stampa, ma dando la possibilità di tracciare una linea continua dall’inizio alla fine. Lo scopo è quello di dare unità visiva ad un volume che è invece diviso in tre sezioni tutte, però, coerenti con un unico pensiero lineare. Nella prima parte scorrono immagini a doppia pagina dei progetti più recenti dello studio, un insieme di suggestioni, un prologo a quella che è la materia prima di cui tratta il volume. La seconda presenta sette saggi critici, tra cui quelli dello stesso Roche, Parent, Parreno, e degli editors Ruby e Durandain, che, su più fronti, scandagliano l’opera di questo studio e il suo approccio intimo all’architettura. Nell’ultima parte, infine, scorrono su una time-line a più livelli i progetti che, non curanti della scansione ritmica delle pagine, le superano, sovrapponendosi tra loro ad indicare un processo progettuale generato dalle molteplici e mutevoli relazioni tra gli elementi. Questi non sono quelli del genius loci, staticizzati nella storia, ma quelli dell’hyper-local, un’alchimia in continuo cambiamento pronta a far respirare e crescere autonomamente B-mu, il loro museo d’arte contemporanea a Bangkok. Valerio Franzone
Antonino Terranova, architetto e docente presso l’Università La Sapienza di Roma, ha recentemente pubblicato, per i tipi della Edizioni White Star di Vercelli, un volume intitolato Grattacieli. Il tema, oltre a essere di particolare attualità, coinvolge la curiosità del lettore e mette in evidenza il concetto del grattacielo, nella sua immagine di status simbol e nella sua accezione economica riferita allo sfruttamento territoriale. L’immaginario collettivo è certamente propenso a pensare al grattacielo come luogo dell’eccezione che paga la sfida al cielo con una superba e tragica solitudine. Gli edifici alti, nati recentemente nelle varie città, sono forse qualche cosa di più che non il semplice prodotto dello zoning che, attorno all’elemento puntiforme, genera un vuoto pari alla sua altezza. Terranova conferma, attraverso le sue osservazioni sviluppate nel testo, come la scala del grattacielo è per sua natura il territorio e il suo ordine, quindi, diventa la traccia nel paesaggio. Questo ha sognato l’utopia europea come il Regno Millenario di Robert Musil: …..devi immaginartelo come una solitudine ed una immobilità piena di continui eventi di puro cristallo. Senza essere molto esplicito Antonino Terranova, attraverso una documentazione fotografica eccellente, riesce a far intendere questa solitudine come condizione irrinunciabile per un grattacielo, purché si strutturi in un insieme territoriale che lo renda partecipe di un consapevole ordine e immagine della città. Mario Antonio Arnaboldi
White Star Editions (Vercelli) has recently published a book entitled Skyscrapers, by Antonino Terranova, an architect and lecturer at the Rome University La Sapienza. In addition to being extremely topical, the theme is very involving for the reader, arousing his/her curiosity, and points out the concept of the skyscraper as a status symbol, as well as the economy of space it implies as referred to territorial exploitation. Collective imagination certainly tends to think of skyscrapers as exceptional places that pay for their challenge to the sky with a superb, tragic loneliness. The tall buildings that have recently sprung up in various cities are, perhaps, more than a simple zoning product, which generates a sense of emptiness that reaches as high as the spiring element itself. Through the observations he develops in his text, Terranova confirms how – due to its very nature – the scale of a skyscraper is the territory itself, and its order thus becomes the outline of the landscape. This is what European utopia such as Robert Musil’s Millenary Kingdom has dreamed:…you have to imagine it as loneliness and immobility full of continuous, purely crystal events. Through excellent photographic material, and without being too explicit, Antonino Terranova makes us feel this loneliness as a sort of inalienable condition for a skyscraper, as long as it is structured within a territorial whole that can make it take part in a conscious order and image of the city.
Segnalazioni
Logiche della grafica History of Graphics
Maurizio Bradaschia Decalogo post-urbano. Progetti e politiche per Trieste Meltemi Babele, Roma 2003, ill. a in b/n 138 pp Sullo sfondo delle vicende recenti della città di Trieste, il testo affronta il tema dell’architettura come motore di eventi, speranze ed eventi. La proposta è quella di applicare una nuova lettura della città con un modello policentrico.
Daniele Baroni e Maurizio Vitta Storia del design grafico Longanesi, Milano 2003, ill. b/n e col., 356 pp Quello che più colpisce sfogliando le pagine di questo libro, scritto a due mani da Daniele Baroni e Maurizio Vitta, è l’estrema chiarezza, di percorso, come di metodo di analisi e di logica di sviluppo, con cui viene affrontato il suo contenuto. Storia del design grafico (Longanesi, 2003), va a colmare un vuoto nella letteratura di settore, ricostruendo attraverso un percorso che segue gli sviluppi della civiltà moderna nel XIX e XX secolo, la nascita, lo sviluppo e il fitto intrecciarsi di vicende di questa parte fondamentale della disciplina del progetto. Le due sezioni che organizzano il contenuto, “La grafica per la nuova società” e “La comunicazione come professione” inquadrano l’argomento in un’ampia prospettiva che dall’Encyclopédie di Diderot et d’Alembert, evento fondamentale per il definirsi della comunicazione di massa di nuove conoscenza, tocca le stagioni del Liberty, delle avanguardie storiche, dell’Art Déco, del Razionalismo, del Movimento Moderno e “Postmoderno”, fino alle soglie della rivoluzione informatica con le più recenti sperimentazioni in campo tipografico e fotografico. Il libro riesce a essere avvincente e nel contempo istruttivo, anche per i non strettamente addetti, sia per la fluidità del linguaggio, che rende la trattazione immediata e comprensibile, sia per l’impaginazione, che alterna i testi a un ricco repertorio iconografico alleggerendo la lettura e soprattutto agevolando i riferimenti storici. Sicuramente un’opera da consultare, oltre che da sfogliare, ritrovando il gusto di una piacevole lettura, in cui è semplice orientarsi, ricostruire i percorsi, ma anche recuperare le fonti raccolte in una dettagliata bibliografia, nelle biografie dei personaggi citati, e nell’indice dei nomi. Elena Cardani
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What leaps to the eye when leafing through the pages of this book, which was written jointly by Daniele Baroni and Maurizio Vitta, is the extreme clearness with which its contents are dealt with, through its method of analysis and development logic. Graphic design history (Longanesi, 2003) fills a void in the literature devoted to the sector; through a course that follows the developments of modern civilization in the nineteenth and twentieth century, it retraces the birth, development and thick interweaving of events in this basic part of project discipline. The two sections that organize the contents, “Graphics for the new society” and “Communication as a profession” set the subject in a broad perspective. In fact, from the Encyclopédie by Diderot and d’Alembert – a fundamental event for the definition of a new mass communication – the volume touches on the seasons of Art Nouveau, historic avant-gardes, Art Déco, Rationalism, the Modern and Postmodern movement, up to the threshold of the computer revolution, with the latest experimentations in the typographic and photographic fields. The book manages to be both engaging and instructive, even for those who are not strictly involved in the field, due both to the fluidity of the language, which makes the treatment of the subject immediate and comprehensible – and to the pagination, which alternates the texts with a rich iconographic repertory, making it a light read and simplifying historical references. This is surely a work to leaf through and consult, rediscovering the pleasure of enjoyable reading, in which it is easy to orient oneself, and retrace the courses taken. In addition, the sources are gathered in a detailed bibliography, in the biographies of the mentioned characters, and in the name index.
Museum di Frank Lloyd Wright, quella spirale di Sant’Ivo rovesciata che rappresenta uno dei più straordinari spazi interni del Novecento. Un vademecum per non correre il rischio di tralasciar qualcosa di questa metropoli realmente incantatrice. Mario Pisani
Silvio Cassarà Richard Meier. Architetture recenti Skira, Milano 2004, ill. a colori e in b/n, 176 pp Il volume fa il punto sulle opere realizzate da Meier nell’ultimo decennio, che sempre più lo hanno consacrato come uno dei maestri dell’architettura contemporanea. Michel Da Costa Gonçalves, Geoffrey Galand Habiter en Ville Editions Autrement Jeunesse, Paris 2004, ill. a colori, 64 pp Informazioni, aneddoti, tracce di riflessione, evocazioni, esercizi, inviti all’osservazione e al confronto per meglio comprendere la città e il nostro modo di abitarla.
Piet Zwart, pagina di catalogo per Drukkeij Trio, 1931.
Piet Zwart, catalogue page for Drukkeij Trio, 1931.
“…Di segni e di sogni”. Carmelo Borzì architetto Comune di Paternò 2004, ill. a colori, 60 pp Catalogo dell’omonima mostra organizzata fino al marzo 2004 nelle sale della Biblioteca Comunale di Paternò, in cui si presentava una rassegna di progetti, dagli anni Cinquanta a oggi, dell’architetto siciliano. In apertura, un saggio introduttivo di Gillo Dorfles. Giovani architetti europei/ Young European Architects Clean, Napoli 2003, ill. a colori e in b/n, 228 pp Catalogo della mostra in cui sono stati presentati i vincitori dell’ultima edizione del Premio Europeo di Architettura Luigi Cosenza riservato ai progettisti under 40, che ha la finalità di promuovere la nuova generazione e i migliori progetti realizzati negli ultimi cinque anni.
Sport e comunicazione Giuseppe Semeraro, Laura Lavarello La normativa di sicurezza e salute nei cantieri EPC Libri, Roma 2002, 1120 pp Pratico manuale per avere sempre sotto mano tutta la normativa in materia di sicurezza e salute sui cantieri. Il volume in un pratico formato, offre con un approccio estremamente operativo tutta la conoscenza di base delle leggi, regolamenti, circolari e determinazioni aggiornate ed integrate tra loro. Al volume è allegato un CD con un software di ricerca in ambiente Windows. Uno sguardo su Firenze – A close look at Florence Testi di Antonio Paolucci Fotografie di Pitt Koch Silvana Editoriale, Milano 2004, 100 ill. a colori, 128 pp Questo volume si pone in modo diverso rispetto alla miriade di pubblicazioni didattiche e informative sulla città. È un libro evocativo, che rappresenta la Firenze di oggi, in dialogo con il suo passato di tradizione e bellezza, senza imporne una visione univoca e stereotipata. Si tratta piuttosto di una galleria di immagini di quello che può svelare Firenze agli occhi di un osservatore attento e non frettoloso che cerchi di instaurare un rapporto esclusivo e profondo con la città: arte, storia, vita quotidiana, bellezza.
Mario Antonio Arnaboldi Impianti sportivi Testo & Immagine, 2004, ill. in b/n, 94 pp A ventidue anni dalla pubblicazione dell’Atlante degli impianti sportivi (Hoepli, Milano,1982), la casa editrice Testo & Immagine pubblica Impianti Sportivi, un agile manuale in formato tascabile (collana L’architettura in pratica, diretta da Luigi Prestinenza Puglisi), destinato all’informazione immediata, alla sintesi di temi progettuali relativi alla costruzione degli impianti sportivi nelle declinazioni più disparate. Il carattere pubblico di tali strutture pone alcune riflessioni sul rapporto fra immagine e funzione, soprattutto oggi in cui l’informazione – grazie allo sviluppo esponenziale dei media – è divenuta una presenza fortemente invasiva. Gli eventi sportivi, soprattutto quelli legati al gioco del calcio, riempiono buona parte del nostro quotidiano, gli stadi sono ormai luoghi iconici, presenze di alto valore identitario del paesaggio urbano contemporaneo. L’architettura come arte pubblica per antonomasia deve dunque farsi carico dell’enorme responsabilità quale sistema fondamentale di rappresentazione della cultura della città, sia a livello locale sia come icona mediatica il cui grado di comunicazione e inversamente proporzionale all’intensità della sua qualità architettonica, espressa sia nei valori compositivi sia nei contenuti tecnologici. In tal senso, ogni forma di comunicazione (compresa quella sintetica e pragmatica rappresentata della manualistica) relativa alle problematiche progettuali dello spazio per lo sport concorre alla formazione di quella mappatura generale di conoscenze indispensabili e necessarie, soprattutto quando orientate alla formazione delle nuove generazioni di architetti. Carlo Paganelli
Alessandra Zanelli Trasportabile Trasformabile-Idee e tecniche per architetture in movimento Libreria Clup, Milano 2003, ill. in b/n, 320 pp I due concetti architettonici del titolo vengono descritti con numerosi esempi nelle due sezioni del libro, ma talvolta trasportabilità e trasformabilità si intrecciano e si sovrappongono dando vita a spazi portatili e adattabili al tempo stesso, sottolineando la matrice comune della leggerezza, della reversibilità costruttiva e della temporaneità.
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AGENDA Concorsi di architettura e design Architecture and design competitions Per i bandi completi For complete rules www.europaconcorsi.com
Belgio/Belgium Bruxelles Servizi Architettonici Invito a manifestare interesse per la prestazione di servizi architettonici, di ingegneria e di estimo per gli edifici occupati dalle delegazioni, dalle rappresentanze e dagli uffici della Commissione Europea in Paesi extracomunitari, nonché per le sue delegazioni nell’ambito di organizzazioni internazionali a Ginevra, New York, Vienna, Parigi e Roma/Invitation to express interest in the offer of architecture, engineering services and surveys of the buildings occupied by all delegations, from representative offices to Europe commissions in extracommunity countries, and also in its delegations within international organizations in Geneva, New York, Wien, Paris and Rome Scadenza/Deadline: 11/7 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione Generale RELEX - Relazioni esterne, Unità Amministrazione, Unità K.3, CHAR 08/186 Rue de la Loi/Wetstraat 200 B-1049 Bruxelles Tel. ++32 2 2957432 Fax ++32 2 2964280
Corea del Nord/Korea Seoul 2004 DBEW International Design Competition Concorso internazionale di design di interni sul tema “Una famiglia con due redditi e un figlio”/International interior design competition on the theme “Dual-Income One-Child Family” Scadenza/Deadline: 3/9 Monte premi/Total prize money: 42,000 US$ Giuria/Jury: Alessandro Mendini, Seoul-Chul Kim Per informazioni: Hanssem DBEW Competition Internet: www.hanssemcompe.com
Danimarca/Denmark Copenhagen Riqualificazione del Norrebro Park L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la riqualificazione paesaggistica del Norrebro Park The awarding authority is collecting project proposals for the landscape requalification of Norrebro Park Scadenza/Deadline: 10/9 Per informazioni: Akademisk Arkitektforening Konkurrencesekretariatet Strandgade 27 A DK-1401 Kobenhavn K. Tel. ++45 32 836901 Internet: www.arkitektforeningen.dk E-mail: konkurrencer@aa-dk.dk
102 l’ARCA 194
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Finlandia/Finland Helsinki Strutture museali Progetto per la costruzione di strutture museali. Il programma prevede anche la realizzazione di un auditorium/Project for the construction of museum structures. The brief also asks for the realization of an auditorium Scadenza/Deadline: 30/9 Per informazioni: Katriina Jauhola-Seitsalo Lintulahdenkatu 10 FIN-00500 Helsinki Tel./fax ++358 20 4242203 E-mail: katriina.jauhola-seitsalo@engel.fi
Francia/France Paris Ermanno Piano Scholarship Borsa di studio per sei mesi di studio presso il Renzo Piano Building Workshop di Parigi/Grant for a sixmonth internship within Renzo Piano Building Workshop in Paris Scadenza/Deadline: 15/9 Borsa/Grant amount: 10.000 Euro Per informazioni: The Workshop Foundation Ref.Ermanno Piano Scholarship C/o RPBW 34 rue des Archives 75004 Paris Tel. ++33 1 44614900 Fax ++33 1 42780198 Internet: www.rpbw.com E-mail: rpbw@rpbw.com
Germania/Germany Berlin Mediateca universitaria Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la costruzione del Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum presso la HumboldtUniversitat. Il programma prevede la realizzazione di un complesso dotato di biblioteca (18.600 mq), sala computer e centro multimediale (1.800 mq), per una superficie complessiva lorda di 34.700 mq/The awaaarding authority is collecting project proposals for the construction of the Jacob und Wilhelm Grimm-Zentrum at the Humboldt-Universitat. The brief calls for the construction of a complex with a library (18,600 sq.m), a computer hall, a multi media center (1,800 sq.m) for a total surface of 34,700 sq.m Scadenza/Deadline: 6/7 Per informazioni: Senatsverwaltung für Stadtentwicklung, II D C/o Herrn Hagelberg Behrenstrasse 42 D-10117 Berlin Tel. ++49 030 9020-5148 bzw. –5515 Fax ++49 030 9020-5653 Internet: www.senstadt.verwaltberlin.de/aktuell/Wettbewerbe E-mail: wettbewerbe@senstadt.verwalt-berlin.de
Dessau International Bauhaus AwardTransit Spaces Premio internazionale di urbanismo sul tema degli spazi di transito aperto ad architetti e docenti nati dopo l’1 settembre 1964/International award on town planning on the theme of transit paces, open to designers and academics born after September 1st, 1964
Scadenza/Deadline: 20/8 Per informazioni: Fondation Bauhaus Dessau Gropiusallee 38 06846 Dessau Tel. ++49 340 65080 Fax ++49 340 6508226 Internet: www.bauhaus-dessau.de/en/ projects.asp?p=award2004
München DETAIL Prize 2005. Estetica e costruzione La manifestazione intende premiare coloro che si sono distinti per la realizzazione di dettagli architettonici, il cui valore compositivo sia tale da caratterizzare il valore estetico complessivo dell’opera intera. Il regolamento prevede l’ammissione di opere completate dopo il 1/1/2000/The event will prize those who have distinguished themselves in the construction of architectural details, characterizing the aesthetic value of the entire building. Only works finished after January 1st 2000 will be admitted Scadenza/Deadline: 30/9 Per informazioni: Institut für internationale Architekturdokumentation Redaktion Detail Sonnenstrasse 17 80331 München Internet: www.detail.de/En/Aktuell/Index E-mail: detailpreis2005@detail.de
ArchiCAD-Preis. Applicazioni innovative del vetro L’ente banditore intende premiare gli studenti che si sono distinti per composizioni progettuali caratterizzate da un utilizzo innovativo del vetro, realizzate attraverso il programma di disegno ArchiCAD/The awarding authority wants to prize students who have distinguished themselves for project compositions characterized by the innovative use of glass, realized through the design program ArchiCAD Scadenza/Deadline: 15/11 Per informazioni: Graphisoft Deutschland GmbH Lindwurmstr. 129e D-80337 München Tel. ++49 089 74643-0 Fax ++49 089 74643299 Internet: www.graphisoft.de/archicad-preis.de
Wismar Ingresso per la nuova Holzstadt L’ente banditore intende valutare proposte progettuali per la realizzazione del nuovo ingresso alla Holzstadt, un vasto parco tecnologico e tematico di 7,5 ha dedicato al legno ubicato nell’area del vecchio porto di Wismar/The awarding authority will evaluate project proposals for the construction of the new entrance to the Holzstadt, a vast technological park of 7,5 ha,dedicated to wood, in the area of the old port of Wismar Scadenza/Deadline: 23/7 Per informazioni: Nordeuropaeische Bauakademie e.V Postfach 1210 D-23952 Wismar Internet: www.nordeuropaeische-bauakademie.de
Giappone/Japan Tokyo Central Glass Competition Concorso internazionale di idee per il progetto di un Asian Front Village,
un luogo per la promozione della cultura asiatica e che possa essere rappresentativo della sua unicità da potersi realizzare in qualsiasi luogo del mondo/International ideas competition for the project of an Asian Front Village, a place of further promotion of the unique culture interspersed throughout Asia and the enjoyment of its results. It can be located anywhere in the world Scadenza/Deadline: 26/7 Monte premi/Total prize money: 4.000.000 Yen Giuria/Jury: Toyo Ito, Masaru Okamoto, Riken Yamamoto, Kiyoshi Sakurai, Taro Ashihara, Kengo Kuma, Norihisa Yamamoto Per informazioni: Dept. of Central Glass International Architectural Design Competition 2004 Shinkenchiku-sha Co., Ltd. 2-31-2 Yushima, Bunkyo-ku, Tokyo 1138501, Japan Internet: www.cgco.co.jp/english/glass_house.html
House of Multiple Dimensions. The Shinkenchiku Residential Design Competition 2004 Ai partecipanti si richiede l’elaborazione di una soluzione progettuale per una casa di 250 mq, effettivamente vivibile, il cui processo compositivo mostri una vocazione sperimentale rivolta alla ricerca di una nuova concezione dello spazio: un’architettura oltre la quarta dimensione/A small house of 250 sq.m could act as an experimental probe into an architecture of more than four dimensions; the experiential phenomena of the house will be a crucial factor. The house should also be inhabitable. Materials, from molecular aspects to geometric properties will be important as will space and time. The house will act like a thought experiment Scadenza/Deadline: 3/9 Per informazioni: Entries Committee The Shinkenchiku Residential Design Competition 2004 - Shinkenchiku-sha Co. 2-31-2, Yushima, Bunkyo-ku Tokyo 113-8501, Japan Internet: www.japan-architect.co.jp/ english/5info/index.html
Gran Bretagna/Great Britain Edinburgh Open space - People Space. Uno spazio pubblico universale L’ente banditore intende selezionare proposte progettuali per uno spazio pubblico condivisibile da persone con gusti e necessità differenti. Pertanto questo dovrà presentare condizioni di accessibilità per chiunque ed offrire caratteristiche flessibilità in grado di soddisfare un ampio spettro di preferenze/The awarding authority will select project proposals for a public space to be used by peoples with different tastes and necessities, therefore it should be accessible to anyone and should offer flexible characteristics, total surface max 5 ha Scadenza/Deadline: 16/7 Per informazioni: OPENspace Administrator, OPENspace Edinburgh College of Art 79 Grassmarket Edinburgh EH1 2HJ Tel. ++44 0131 2216177 Fax ++44 0131 2216157 Internet: www.openspace.eca.ac.uk E-mail: openspace@eca.ac.uk
AGENDA London Philip Webb Award Concorso per studenti britannici promosso dalla Society for the Protection of Ancient Buildings per incoraggiare nuovi progetti nel contesto di edifici antichi/UK Students competition promoted by the Society for the Protection of Ancient Buildings to encourage new design in the context of historic buildings Scadenza/Deadline: 9/7 Monte premi/Total prize money: 1.600 £ Per informazioni: Society for the Protection of Ancient Buildings 37 Spital Square London E1 6DY Internet: www.spab.org.uk/ education_webbaward.html
The Armed Force Memorial Design Competition L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per la realizzazione di un nuovo Monumento Nazionale dedicato ai militari britannici, vittime del terrorismo. Il programma prevede l’ubicazione del monumento all’interno del National Memorial Arboretum presso Lichfield, così come la realizzazione di ulteriori 3 placche sulle quali saranno incisi i nomi dei caduti e che saranno poste a Londra, rispettivamente a Westminster Abbey, nella chiesa di St Martin-in-the-Fields (Marina) e nella cappella del Royal Hospital Chelsea (Esercito)/A unique opportunity for teams of Architects, Sculptors and Landscape Architects to design a new National Memorial to the men and women of the UK Armed Forces killed on duty or as a result of terrorist action since the end of the Second World War. The Armed Forces Memorial will be built in the National Memorial Arboretum, a 150-acre site centrally located in the United Kingdom, near Lichfield, Staffordshire. A memorial plaque in Westminster Abbey will commemorate all those who have died in conflicts throughout the world since the Second World War. Rolls of Honour, similar to those for the Royal Air Force held in the Church of St Clement Danes, will be kept in the Church of St Martin-in-the-Fields for the Royal Navy and in the Chapel of the Royal Hospital Chelsea for the Army Scadenza/Deadline: 16/7 Per informazioni: Lt Col Richard Callandar TD FRICS Tel. ++44 020 73052893/2894 Internet: www.forcesmemorial.org.uk E-mail: richard.callander@forcesmemorial.org.uk
The Reardon Smith Student Award Premio per il miglior progetto di un Hotel termale/Award for the best Hotel Spa design Scadenza/Deadline: 1/10 Giuria/Jury: Jonathan Manser, Grace Leo-Andrieu, Steve Kennard, Amanda Rosa, Guy Dittrich, Chris Rouse, Matt Turner, Graham Boynton, Nick Hoggett, Simon Wigzell and Mark Jones Per informazioni: Reardon Smith Architects Internet: www.reardonsmith.com/events E-mail: spechi@reardonsmith.com
Oxford Ecohouse 2 L’ente banditore invita a presentare proposte progettuali per una casa ecosostenibile, realmente edificabile
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nella propria città. Il programma prevede la realizzazione di una struttura che consenta un consumo energetico ridotto ma in grado di fornire un elevato comfort termico/This second edition of the Ecohouse design guide outlines the key issues, strategies and design solutions for designers and selfbuilders who want to build low energy, low impact homes. Hot topics covered include materials, insulation, thermal mass, natural ventilation, infiltration, solar design systems and water conservation. The house should be around 180 square meters in floor plan size for internal rooms and any height, form, materials and style you like can be used Scadenza/Deadline: 31/8 Per informazioni: School of Architecture, Oxford Brookes University Oxford OX3 OBP, UK Fax ++44 01865 483298 Internet: www.architecturalpress.com E-mail: tia@brookes.ac.uk
Italia/Italy Bologna Iceberg 04 Concorso biennale per artisti under 30/Biennial competition for artists under 30 Scadenza/Deadline: 21/9 Per informazioni: Ufficio promozione Giovani Artisti Settore Cultura Comune di Bologna Via Oberdan 24 40126 Bologna Tel. ++39 051 204622 Internet: www.iceberg.bo.it E-mail: giovaniartisti@comune.bologna.it
Casalgrande (Reggio Emilia) Grand Prix Ceramica Concorso internazionale di architettura che seleziona e premia quei professionisti che, attraverso la loro opera, meglio hanno saputo utilizzare e valorizzare le proprietà tecniche e le potenzialità espressive degli elementi in grès porcellanato Granitogres, Marmogres e Pietre Native/International architecture competition selecting and prizing those professionals who, through their work, have better utilized and improved the technical properties and the expression potentials of elements in Granitogres, Marmogres and Native Stones porcelain grès Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Ceramica Casalgrande-Padana Via Statale 467, 73 42013 Casalgrande (RE) Tel. ++39 0522 9901 (30 linee) Fax ++39 0522 996121/ Fax export ++39 0522 841630 Internet: www.casalgrandepadana.it/ grandprix_quarta.asp E-mail: giullari@casalgrandepadana.it
Catena di Villorba (Treviso) VIVA Competition Concorso internazionale aperta ad artisti, architetti, designer per un’opera che rivitalizzi il cedro del Libano attorno a cui è stata realizzata Fabrica/International competition open to artists, designers and architects for a work bringing to new life the Libanese cedar around which the Fabrica Benetton’s communication research center was built Scadenza/Deadline: 30/9 Monte premi/Total prize money: 8.000 euro
Per informazioni: Fabbrica VIVA Competition Via Ferrarezza 31050 Catena di Villorba (TV) Internet: www.fabrica.it/tree E-mail: competition@fabrica.it
Faenza (Ravenna) Architettura automatica 2004 Concorso per le migliori architetture che abbiano impiegato ingressi automatici e/o automatismi per aperture, controllo della luce, gestione intelligente di facciate e serramenti/Competition for the best realizations that used automatic entrances or automatic devices for light control, facade and frameworks smart management Scadenza/Deadline: 16/12 Monte premi/Total prize money: 9.000 Euro Giuria/Jury: Gabriele Del Mese, Felix Foure, Giancarlo Rosa, Antonio Piva, Fabrizio Bianchetti, Paolo Pons Per informazioni: Flavia Gaeta Gruppo Editoriale Faenza Editrice Via Pier de Crescenzi 44 48018 Faenza (RA) Tel. ++39 0546 670411 Fax ++39 0546 660440 Internet: www.ditec.it, www.faenza.com E-mail: concorso@faenza.com
Ferrara Premio Architettura Sostenibile Fassa Bortolo Il Premio Architettura Sostenibile nasce dalla volontà di premiare e far conoscere a un ampio pubblico, architetture che sappiano rapportarsi in maniera equilibrata con l’ambiente, che siano pensate per le necessità dell’uomo e che siano capaci di soddisfare i bisogni delle nostre generazioni senza limitare, con il consumo indiscriminato di risorse e l’inquinamento prodotto, quelli delle generazioni future/Prize awarding architecture which have a balanced relationship with the environment Scadenza/Deadline: 31/12 Per informazioni: Segreteria del Premio C/o Gianluca Minguzzi Via Quartieri 8 44100 Ferrara Tel./fax: ++39 0544 864353 Internet: www.premioarchitettura.it/# E-mail: premioarchitettura@xfaf.it
Firenze Edifici Residenziali Innovativi Concorso di idee per edifici residenziali innovativi/Ideas competition for innovative residential buildings Scadenza/Deadline: 24/9 Per informazioni: Università di Firenze Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Viale Gramsci 42 50132 Firenze Tel. ++39 055 200071 Fax ++39 055 20007236 Internet: www.gruppolacchini.com E-mail: concorsoidee@unifi.it
Milano Espresso: Spazio/Tempo del caffè Concorso internazionale aperto a progettisti, artisti, designer e studenti under 35 per il progetto di un modello di bar quale luogo di conoscenza, scoperta e incontro/International competition open to architects, designers, artists and students under 35 years of age for the project of a coffee bar as a meeting, discovery and knowledge place
Scadenza/Deadline: 31/1/2005 Monte premi/Total prize money: 7.000 Euro Giuria/Jury: Stefano Boeri, Sergio Silvestris, Anna Barbara, Petra Blaisse, Ludovico Einaudi, Anselm Franke, Naoto Fukasawa, Alessandro Mendini, Hans Ulrich Obrist Per informazioni: Segreteria organizzativa Via Gianni Mazzocchi 13 20089 Rozzano (MI) Tel. ++39 02 824721 Fax ++39 02 57500132 Internet: www.domusweb.it, www.illy.com E-mail: competition.domusilly@domusweb.it
Napoli Riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale dell’area monumentale del porto di Napoli Concorso di progettazione, con due ipotesi, per la realizzazione della riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale dell’area monumentale del porto di Napoli, previsto in due fasi. Fase a) concorso di idee con selezione di 3 concorrenti per ciascuna ipotesi; Fase b) concorso di progettazione, progettazione preliminare degli interventi di pubblico interesse/Project competition with two hypothesis, for the urban, arschitectural and functional requalification of the monumental area of Naples port, foreseen in two stages : stage a) design competition for the selection of 3 competitors for each hypothesis; stage b) project competition for the preliminary project of public interest works Scadenza/Deadline: 19/7 Per informazioni: Nausica SpA, Stazione Marittima Interno Porto 80133 Napoli Tel. ++39 081 5515690 Fax ++39 081 5528535 E-mail: Nausicaa.napoli@libero.it
Biennale 2005 Selezione per la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo/Selection for the Biennial of Young Artists from Europe and the Mediterranean Scadenza/Deadline: 20/9 Per informazioni: Associazione Bjcem Internet: www.bjcem.org E-mail: napoli2005@bjcem.org
Pistoia/Montecatini Terme Una città per tutti Premio riservato alle migliori tesi di Laurea in Ingegneria Civile, Ingegneria Edile, Ingegneria EdileArchitettura e Architettura, aventi per argomento “Una Città per Tutti” discusse negli anni solari 2003-2004 in Università italiane ed estere/Prize for the best degree thesis of Civil or Building Engineering and Architecture on the thme “An architecture for all”, discussed in the years 2003-2004 in Italian of foreign Universities Scadenza/Deadline: 31/12 Monte premi/Total prize money: 4.500 Euro Per informazioni: Club Soroptimist International di PistoiaMontecatini Terme Ditta Balducci Via del Melo 1 51018 Pieve a Nievole (PT) Tel. ++39 0572 956669-95661 Internet: www.ing.unipi.it E-mail: serena.guidotti@balducci.it
194 l’ARCA 103
AGENDA
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Roma
Torino
Premi per tesi di laurea in Architettura/Legno e Architettura Due concorsi a premi da assegnare a progetti presentati in tesi di laurea relativi a: impiego innovativo del legno nell’architettura strutturale e decorativa; Arte e geometrie dei pavimenti in legno nella storia/Two competitions for degree thesis about: the innovative use of wood in structural and decorative architecture; art and geography of wood floors in history Scadenza/Deadline: 31/7
Recupero della qualità nel paesaggio montano La Regione Piemonte, al fine di promuovere la progettazione di qualità nelle aree montane e di incentivare il recupero e la valorizzazione delle tradizioni tipologiche e costruttive locali e l’uso dei materiali tipici, bandisce un concorso per premiare gli interventi realizzati sul territorio della Regione Piemonte, come definiti nel successivo articolo 3, completati tra il 1_ gennaio 1995 e il 31 dicembre 2003/Piemonte Region, to promote quality projecting of mountain areas and to increae the recovery and the improvement of local building traditions and the use of typical materials, announces a competition to prize works made in the territory of Piemonte Region as defined by art. 3, finished between January 1st 1995 and December 31st 2003 Scadenza/Deadline: 31/7
Per informazioni: Rocco Sinisgalli Premio “Legno e architettura” Facoltà di Architettura Valle Giulia Via Gramsci 53 00197 Roma Tel. ++39 06 49919291/2 Fax ++39 06 49919290 E-mail: rocco.sinisgalli@uniroma1.it
Riqualificazione del lungomare di Roma Concorso di idee per la riqualificazione del lungomare di Roma. L’area di intervento, che ricade interamente nel Municipio XIII e fa parte del Comune di Roma, corrisponde ad una porzione della lunga striscia di territorio che si estende dal pontile in corrispondenza di via della Marina a via di Castel Porziano e si snoda variegata e diseguale lungo il mar Tirreno. Le proposte andranno elaborate dando risposta: 1) al tema della sistemazione generale denominato Master plan; 2) ad almeno uno dei seguenti temi specifici: 2.1. Asse attrezzato; 2.2. Pontile attrezzato; 2.3.Area a vocazione naturalistica/Competition for the requalification of the sea side promenade of Rome. The area is a long stretch of territory extending from the quay facing via della Marina, to via di Castel Porziano, along the Tirrenian sea.Proposal should be elaborated according to: 1) the general rearrangement plan called Master plan; 2) and at least one of the following themes: 2.1 equipped road axis; 2.2. equipped quay; 2.3. naturalistic area Scadenza/Deadline: 27/8 Per informazioni: Comune di Roma, Municipio XIII Piazza della Stazione Vecchia 26 00122 Ostia (Roma) Tel. ++39 06 5600672, 06 56304364 Fax ++39 06 69613402 Internet: www.uniroma1.it/vallegiulia/ citera/lungomarediroma.htm E-mail: citera.concorsi@uniroma1.it
Russi (Ravenna) Libri mai visti Concorso per prototipi di libri manufatti, mai editi, presentati in pubblico o recensiti Competition for prototypes of handmade book which have never been published or presented to the public Scadenza/Deadline: 30/9 Giuria/Jury: Paola Pallottino, Giovanni Baule, Cesare Reggiani, Mauro Monaldini, Gianni Zauli Per informazioni: Fucina VACA Via Caduti per la Lbertà 19 48026 Russi (RA) Tel. ++39 0544 580329 Fax ++39 0544 586570 Internet: www.vaca.it E-mail: vaca@vaca.it
104 l’ARCA 194
Per informazioni: Segreteria Tecnica Settore Gestione Beni Ambientali della Regione Piemonte Corso Regina Margherita 304 10143 Torino Internet: www.regione.piemonte.it/montagna; E-mail: redazioneweb.montagna@regione.piemonte.it
Trapani Sistemazione e messa in sicurezza della s.p. perimetrale di Pantelleria Il Concorso viene bandito al fine acquisire idee progettuali sviluppate in armonia con la particolare situazione dei luoghi: la sede stradale, la vocazione turistica e la stagionalità della residenza locale, la necessità di porre rimedio al consistente stato di degrado ambientale ed urbanistico presenti, l’eliminazione dei fattori di rischio per la circolazione e di impedimento per le operazioni di pronto intervento e soccorso. Il progetto dovrà incrementare le opportunità di valorizzazione del sistema antropico e ambientale. Criterio base della qualificazione dell’immagine sarà l’adozione di attrezzature, di arredi e di materiali che rispettino ed esaltino i valori formali naturali e tradizionali della zona, con l’adozione quindi di interventi non invasivi rispetto all’ambiente, non competitivi con l’architettura presente, progettati nel rispetto dell’unitarietà, mirate al corretto utilizzo e alla piena fruibilità e che privilegino prioritariamente le diverse attività collegate con la diretta fruizione del mare e della relativa fascia demaniale marittima/The competition objective is to acquire project ideas to improve: the roadbed, the tourist of the area, the seasonal residencies, the necessity to stop the consistent urban and environmental decay, the elimination of circulation risks and of obstacles to first aid and emergency operations. The basic criteria for image requalification will be the use of equipments, furnishings and materials respecting and enhancing the traditional and natural and values of the area and not in competition with present architecture Scadenza/Deadline: 24/7 Per informazioni: Provincia Regionale di Trapani, U.R.P Via Garibaldi, Palazzo Riccio di Morana Trapani E-mail: urp@provincia.trapani.it
Olanda/Holland Rotterdam Studenten STAAL Prijs 2004. Costruire con l’acciaio L’ente banditore intende raccogliere proposte progettuali per un utilizzo innovativo dell’acciaio nell’ambito dell’edilizia, allo scopo di stimolare l’applicazione di questo materiale nelle realizzazioni architettoniche e ingegneristiche. Il concorso presenta 2 categorie: Architettura e Tecnica/The awarding authority wants to collect project proposals for the innovative use of steel in building, to stimulate the application of this material in architectural and engineering constructions. The competition presents two cathegories: architecture and engineering Scadenza/Deadline: 9/7 Per informazioni: Bouwen met Staal, t.a.v. StudentenSTAALprijs 2004 Postbus 29075 3001 GB Rotterdam Tel. ++31 010 4115070 Fax ++31 010 4121221 Internet: www.bouwenmetstaal.nl/ invulpaginas/act_afstprijs2004.html E-mail: studentenstaalprijs@bouwenmetstaal.nl
Polonia/Poland Krakow Due concorsi di idee: EntwurfsKonfrontationen e Ausstellung In occasione della Biennale di Cracovia l’ente banditore intende promuovere due concorsi d’idee: Entwurfs-Konfrontationen e Ausstellung. Per il primo il programma prevede l’elaborazione di una soluzione progettuale per un luogo della città dedicato all’arte, con la possibilità di scelta tra due siti diversi. L’altro prevede la riqualificazione degli spazi della città dedicati all’arte/For the Krakow Biennial the awarding authority promotes two design competitions: Entwurfs-Konfrontationen and Ausstellung. For the first one the brief calls for the elaboration of a project solution for a place in the city dedicated to the arts, with the possbility of choosing between two different sites; the other calls for the requalification of spaces in the city dedicated to the art Scadenza/Deadline: 14/9 Per informazioni: Krakow Biennial Pl. Szczepanski 6 31-011 Krakow Tel. ++48 12 4227540 Fax ++48 12 4293646 Internet: www.biennale.w-a.pl/en/1/ E-mail: biennale@sarp.krakow.pl
USA Houston International Student Offshore Design Competition Concorso per lo sviluppo e la promozione del processo progettuale e delle relazioni tra studenti e industria dell’offshore/The intent of this competition is to develop an appreciation of the design process, encourage teamwork, and to develop mentor relationships between students and offshore industry professionals. Iscrizione/Registration: 1/10-25/2/2005 Consegna/Submission: 27/5/2005
Monte premi/Total prize money: 2,750 US$ Per informazioni: Alan C. McClure & Associates c/a Lars Ronning 2600 South Gessner, Ste. 504 Houston, TX 77063 Tel. ++1 713 7891840 Fax ++1 713 7891347 Internet: www.isodc.com
Roanoke C2C Home - Idee rivoluzionarie per l’edilizia residenziale L’ente banditore invita i partecipanti a ripensare la macchina per abitare in funzione della gestione delle risorse materiali, sollecitando la ricerca di nuovi processi costruttivi e compositivi, unitamente alla progettazione di tutti i componenti di produzione industriale che vi appartengono. Il programma prevede la realizzazione di un’abitazione dotata di: cucina, sala da pranzo, soggiorno, ingresso, nonché 3 camere da letto, 2 bagni completi e ripostigli vari/Designers of the C2C Home will consider material selection to be more than a multiplechoice problem. In addition to considering the construction process of the house itself, we must rethink the design of all of the component products as well. Space Requirements: Living areas, Kitchen, Dining Room, Living Room, Entry Foyer; Sleeping areas - 3 bedrooms total, 1 bedroom with adjacent bath; Bath/toilet areas - 2 full bathrooms; Storage areas - bedrooms, bathrooms, and Entry Foyer should have storage areas Scadenza/Deadline: 15/7 Per informazioni: C2C HOME c/o SmithLewis Architecture 18 W. Kirk Avenue Roanoke, Virginia 24011 Internet: www.c2c-home.org E-mail: info@c2c-home.org
Affidamenti
Per i bandi completi www.europaconcorsi.com
Italia/Italy Busto Arsizio (Varese) Elenchi di professionisti presso il Comune di Busto Arsizio Formazione degli elenchi dei professionisti per l’affidamento di incarichi di importo inferiore a Euro 100.000 inerenti i seguenti servizi: 1) progettazione e direzione lavori opere edili; 2) progettazione e direzione lavori: a) impianti idrotermosanitari; b) impianti di condizionamento; c) impianti elettrici; 3) progettazione e direzione lavori opere in c.a. e a struttura metallica; 4) progettazione e direzione lavori opere stradali e fognarie; 5) progettazione e direzione lavori verde e arredo urbano; 6) coordinamento sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori ex D.Lvo. 494/96 e 528/99; 7) rilievi catastali e accatastamenti Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Busto Arsizio Via F.lli d’Italia 12 21052 Busto Arsizio (VA) Internet: www.busto-arsizio.it
AGENDA Cesano Maderno (Milano) Elenco di professionisti L’ente intende formare un elenco di professionisti esterni abilitati per l’affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria. La selezione, principalmente, riguarderà le seguenti tipologie di incarichi di progettazione e direzione lavori: 1) opere edili; 2) cementi armati e opere strutturali in genere; 3) fognature; 4) impianti elettrici; 5) restauro architettonico e artistico; 6) opere idrauliche di difesa spondale e paesaggistiche Scadenza: 30-12/2006 Per informazioni: Comune di Cesano Maderno Piazza Arese 12 20031 Cesano Maderno (MI)
Cremona Elenco per l’affidamento di incarichi di consulenza L’ente banditore intende procedere alla formazione di un elenco di soggetti, diviso per competenze professionali, da cui attingere per l’affidamento di eventuali incarichi di consulenza. L’elenco sarà suddiviso secondo tipologie di prestazioni professionali, quali: a) Ingegneria civile; b) Ingegneria idraulica; c) Ingegneria urbanistica; d) Ingegneria ambientale e territoriale; e) Ingegneria gestionale; f) Ingegneria navale; g) Ingegneria dei trasporti (Sfruttamento vie d’acqua, trasporto merci, turistico); h) Ingegneria meccanica; i) Ingegneria elettronica; j) Ingegneria elettrotecnica Scadenza: 11/2/2006 Per informazioni: Azienda Regionale per i porti di Cremona e Mantova Via della Conca 3 26100 Cremona Tel. 037 2592011 Fax 037 2592048 Internet: www.po-seaway.com
Fasano (Brindisi) Elenco professionisti per servizi attinenti all’architettura ed all’ingegneria La Direzione Territorio e Ambiente dell’ente intende costituire un Albo di professionisti e prestatori di servizi (attinenti all’architettura e all’ingegneria anche integrata e per i servizi tecnici concernenti la redazione del progetto preliminare, del progetto definitivo ed esecutivo nonché le attività tecnico amministrative connesse alla progettazione di opere pubbliche), da cui attingere nei casi in cui il legislatore consenta il riscorso alla trattativa privata e/o all’affidamento fiduciario Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Fasano - Direzione Territorio Ambiente Piazza Ciaia 72015 Fasano (BR) Tel. 0804394111 Fax 080 4394321 E-mail: llpp@comune.fasano.br.it
Feltre (Belluno) Elenco professionisti (coordinatore per la sicurezza, collaudatore, rilievi topografici, frazionamenti, pratiche catastali, perizie geologiche) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000 Euro per le
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seguenti tipologie di prestazione: a) coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e/o esecuzione b) collaudatore statico c) collaudatore tecnico amministrativo d) rilievi topografici e) frazionamenti e pratiche catastali f) perizie geologiche Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel. 0439 8851 Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it
Feltre (Belluno) Elenco professionisti (progettazione, direzione lavori, supporto tecnico - amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000 Euro per le seguenti tipologie di prestazione: a) progettazione e/o direzione lavori b) supporto tecnico-amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comune di Feltre P.tta delle Biade 1 32032 Feltre (BL) Tel. 0439 8851 Fax 0439 885246 Internet: www.comune.feltre.bl.it E-mail: contratti@comune.feltre.bl.it
Milano Interconnessione con l’Autostrada A21 Torino-Piacenza Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione (ai sensi del D.Lgs. n. 494/96) per lavori sulla Autostrada A7 (Milano-Serravalle), nel tratto tra il ponte sul fiume Po e l’interconnessione con l’Autostrada A21 Torino-Piacenza. Importo stimato del corrispettivo, al netto degli oneri fiscali e previdenziali: 823.627,98 Euro Scadenza: 12/7 Per informazioni: Milano Mare - Milano Tangenziali SpA Servizio responsabile: Ufficio Gare e Contratti Strada 3 Palazzo B/4 20090 Assago Milanofiori (MI) Tel. 02 575941 Fax 02 57514020
Napoli Elenco professionisti presso il Ministero per i Beni le Attività Culturali Incarichi professionali attinenti agli interventi di cui alla L. 109/94 e s.m. e i. Importi inferiori a E 100.000. 1. Redazione di progettazione preliminare e/o definitiva e/o esecutiva nonché per lo svolgimento di attività tecnico-amministrative connesse; 2. Supporto al Responsabile del Procedimento; 3. Direzione Lavori o assistenza alla Direzione Lavori; 4. Assistenza scientifica allo scavo archeologico; 5. Coordinamento sicurezza; 6. Assistenza alle procedure di esproprio Scadenza: 31/12 Per informazioni: Ministero per i Beni le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta Piazza Museo 19 Napoli Tel. 081 440166 Fax 081 440013
Novara Elenco professionisti (per incarichi di importo inferiore a 50.000) Avviso pubblico per di incarichi di importo inferiore a 50.000 Euro. I curricula dovranno prevedere sezioni specifiche per ciascuna delle seguenti tipologie 1. progettazione edilizia residenziale pubblica e sociale aspetti architettonico - edilizi 2. progettazione impianti termoidraulici a servizio del punto 1) 3. progettazione impianti elettrici e connessi a servizio del punto 1) 4. progetto e calcolo strutturale connesso al punto 1) 5. progetto e calcolo dispersioni termiche Legge 10/1991 connesse ai punti 1) e 2) 6. indagini e relazioni geologiche 7. rilievo di edifici e restituzione grafica 8. rilievo stato di conservazione di immobili 9. rilievo e pratiche catastali 10. pratiche prevenzione incendi 11. coordinamento sicurezza cantieri; 12. pianificazione urbanistica esecutiva 13. elaborazione grafico-informatica di progettazioni Scadenza: 1/12 Per informazioni: Agenzia Territoriale per la Casa Via Boschi 2 28100 Novara Internet: www.atc.novara.it
Perugia Elenco professionisti L’Aur istituirà una Banca dati di tipo aperto per consulenti e collaboratori (persone fisiche) all’interno della quale individuare i soggetti ai quali conferire, in relazione al manifestarsi di specifiche necessità, incarichi di consulenza e collaborazione in varie forme contrattuali Scadenza: 29/4/2005 Per informazioni: Agenzia Umbria Ricerche Via M.Angeloni, 78 06124 Perugia Tel. 075 5045805
Pietra Ligure (Savona) Impianto di depurazione comunale Incarichi di progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, contabilità lavori, assistenza al collaudo, coordinamento per la sicurezza nelle fasi di progettazione e di esecuzione e altre prestazioni accessorie relativi all’appalto di “Realizzazione della fase secondaria, per il trattamento biologico, dell’impianto di depurazione comunale di Pietra Ligure”. Importo stimato del corrispettivo complessivo per tutti i servizi richiesti: 320.196,86 Euro Scadenza: 18/12 Per informazioni: Comune di Pietra Ligure Servizio responsabile: Ufficio lavori pubblici Via S.M.G. Rossello 21 17027 Pietra Ligure (SV) Tel. 019 62931203 Fax: 019 624166 Internet: www.comunepietraligure.it E-mail: lavori.pubblici@comunepietraligure.it
Pomezia (Roma) Elenco di professionisti abilitati Formazione di un elenco di professionisti abilitati ai fini dell’affidamento di incarichi professionali per servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria di importo inferiore a 100.000 Euro Scadenza: 31/12
Per informazioni: Comune di Pomezia Piazza Indipendenza 1 00040 Pomezia (Roma) Tel. 06.91146251 Fax 06 91146236
Roma Ponte sullo Stretto di Messina (cercasi contraente generale) Affidamento a contraente generale, ex L. 443/2001 e d.lgs. 190/2002, nonché L. 1158/1971 come modificata dal d.lgs n. 114/2003, della progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione con qualsiasi mezzo dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina e dei collegamenti stradali e ferroviari sul versante Calabria e Sicilia, comprensivo di tutte le attività correlate Scadenza: 13/7 Per informazioni: Stretto di Messina SpA Servizio responsabile: Affari Legali e Societari Via Po 19 00198 Roma Tel. 06 858261 Fax 06 85826299 E-mail: info@strettodimessina.it Internet: www.strettodimessina.it
Sistema di Qualificazione per Servizi di Ingegneria di supporto alla progettazione E’ istituito presso ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione e Programmazione, per gli affidamenti di servizi compresi entro il limite massimo di 100.000 Euro, un Sistema di Qualificazione dei Prestatori di Servizi di Ingegneria e di supporto alla progettazione Scadenza: 31/12 Per informazioni: Anas S.p.a., Direzione generale Via Monzambano 10 Roma Tel. 06 490326 Fax 06 4454956 Internet: www.stradeanas.it
Elenco professionisti e imprese Il Comando Interregionale Carabinieri “Podgora” e i Distaccamenti amministrativamente dipendenti, nel corso dell’anno 2004, procederanno all’esecuzione di lavori ed all’acquisto di beni e servizi in economia (ai sensi del D.P.R. 5 dicembre 1983, nr. 939 per i lavori e del D.P.R. 20 agosto 2001 nr. 384 per i beni e servizi, nei settori e categorie merceologiche di seguito indicati. Lavori: manutenzione immobili, riparazione impianti tecnici, tecnologici, idraulici, di condizionamento; Beni e servizi: di cui al decreto 28.06.2002 pubblicato sulla G.U.R.I. n. 164 del 15.07.2002 art.2, lett. a), b), c), d), e), f), g), h), i), l), m), n), o), p), q), r), s), t), u), v), z), aa), bb), cc), dd), ee), ff) Scadenza: 31/12 Per informazioni: Comando Interregionale Carabinieri “Podgora” - Servizio Amministrativo Sezione Approvvigionamenti Via Garibaldi 41 00153 Roma Fax 06 58594299 Internet: www.carabinieri.it E-mail: rtlarmcontratti@carabinieri.it
Treviso Elenco professionisti (importo inferiore ad Euro 100.000) Avviso per l’inserimento nell’elenco dei soggetti qualificati ad assumere incarichi fiduciari di importo stimato inferiore a 100.000 euro, per le seguenti tipologie di prestazione:
194 l’ARCA 105
AGENDA a) progettazione e/o direzione lavori b) supporto tecnico-amministrativo alla progettazione e/o alla direzione lavori c) supporto agli atti di pianificazione stradale d) coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e/o esecuzione e) collaudatore statico f) collaudatore tecnicoamministrativo g) rilievi topografici h) visure catastali e presso l’Agenzia del Territorio - Conservatoria dei registri immobiliari, frazionamenti e pratiche catastali i) perizie di stima j) indagini geognostiche Scadenza: 31/12 Per informazioni: Provincia di Treviso - Settore Lavori Pubblici-Viabilità Viale Cesare Battisti 30 31100 Treviso Tel. 0422 656329 Fax 0422 656124
Varese Elenco di professionisti e società: mappatura su ampia scala del registro fondiario (catasto). Ispra Formazione di un elenco di professionisti e società per: Studi intesi a valutare la messa in opera di programmi di mappatura su ampia scala e programmi del registro fondiario (catasto) nell’Unione Europea e nei Paesi candidati Scadenza: 11/4/2005 Per informazioni: Commissione Europea, Direzione generale Centro comune di ricerca Sede di Ispra, Istituto per la protezione e la sicurezza dei cittadini, unità Supporto di gestione Att: F. Graham 21020 Ispra (VA) Tel. 0332 789154 Fax 0332 786243
Vibo Valentia Studio di fattibilità: parcheggi, uffici, risanamento ambientale (rettifica) Studio di prefattibilità: Costruzione parcheggi, servizi e uffici. Risanamento zona. Sistemazione Piazza Spogliatore in Vibo Centro Scadenza: 30/6 Per informazioni: Comune di Vibo Valentia Piazza Martiri d’Ungheria 89900 Vibo Valentia Tel. 0963 599207, 0963 599211 Fax 0963 599207 Internet: www.comune.vibo-valentia.vv.it
Olanda/Holland Tilburg Progetto di sviluppo Noordwaard Servizi professionali per la redazione del progetto dettagliato per il piano di sviluppo Noordwaard. Il programma prevede il movimento di 1.100.000 mc di terra, la realizzazione di un ponte di 120 m (mobile o fisso) e la realizzazione di strade per complessivi 2 km Scadenza: 5/11 Per informazioni: Dienst Landelijk gebied provincie Noord Brabant Att: J.P.M. Leermakers Postbus 1180 NL-5004 BD Tilburg Tel. ++31 135950649 Fax ++31 135950500 Internet: www.dienstlandelijkgebied.nl E-mail: j.p.m.leermakers@minlnv.nl
106 l’ARCA 194
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Convegni e dibattiti Congresses and conferences
Cile/Chile Santiago Colegio de Arquitectos de Chile Primer Seminario Internacional: “Arquitectura y Patrimonio Industrial” - Identidad Cultural y Desarrollo Sustentable 8/7-9/7 Per informazioni: Colegio de Arquitectos de Chile-Centro de Extensión y Perfeccionamiento-Escuela de Arquitectura Universidad de SantiagoArea de Extensión Tel. ++56 6386320 - 6398744 Fax ++56 6398769 Internet: www.coarq.com E-mail: extension@coarq.com
Ecuador Quito Colegio de Arquitectura XIV Bienal Panamericana de Arquitectura de Quito 2004 15/11-19/11 Per informazioni: Colegio de Arquitectura de Ecuador Provincial de Pichincha Nuñez de Vela N 35-204 e Ignacio San Maria Quito Tel. ++593 2 469093 Fax ++593 2 268750 Internet: www.cae.org.ec, www.trama.com.ec/bienal.html E-mail: caep@punto.net.ec, bienal@punto.net.ec
Emirati Arabi Uniti/UAE Sharjah/Dubai American University of Sharjah Post Taditional Environments in a Post Global World Nona conferenza della/Ninth conference of Association for the Study of Traditional Environments 14/12-18/12 Per informazioni: IASTE 2004 Conference Center for Environmental Design Research 390 Wurster Hall University of California Berkeley CA 94720-1839 USA Tel. ++1 510 6426801 Fax ++1 510 6435571 Internet: www.arch.ced.berkeley.edu/research/ iaste/2004%20conference.htm E-mail: iaste@uclink4.berkeley.edu
Finlandia/Finland Jyvaskyla Museum of Central Finland Choices - 4th International Alvar Aalto Design Seminar 27/8-28/8 Per informazioni: Alvar Aalto Academy Merja Vainio Tiilimaki 20 00330 Helsinki Tel. ++358 400 772636 Fax ++358 09 6214099 Internet: www.alvaraalto.fi/conferences/ designseminar/choices E-mail: merja.vainio@alvaraalto.fi
Gran Bretagna/Great Britain London Marriott Grosvenor Square Hotel European otel Design ConferenceDesigning for a Change 25/10 Per informazioni: Reardon Smith Architects Internet: www.reardonsmith.com/events E-mail: spechi@reardonsmith.com
Italia/Italy Como Fondazione Antonio Ratti Corso Superiore di Arte Visiva: Visiting Professor Jimmie Durham 1/7-22/7 Termine del bando di concorso Deadline for selection requests: 15/5 Per informazioni: Fondazione Ratti Anna Daneri Lungo Lario Trento 9 Como Tel. ++39 031 233211 Fax ++39 031 233249 E-mail: fondazioneratti@libero.it
Conferenza interdisciplinare globale sulle prossime tendenze in architettura Global interdisciplinary Conference on the Next Great Wave in Architecture 5/8-8/8 Per informazioni: San Francisco Institute of Architecture Merritt College Environmental Studies Program P.O.Box 2590 Alameda, CA 94051 Fax ++1 510 8485400 Internet: www.sfia.net E-mail: sfia@aol.com
Colorado Springs Doubletree Hotel International Conference on Environmental Systems 19/7-22/7 Per informazioni: Society of Automotive Engineers Internet: www.sae.org
Mostre di architettura e design Architecture and design exhibitions
Milano DesignBoom Design Aerobics-Light Objects On-line course 14/6-23/8 Per informazioni: DesignBoom via Brioschi 7 20136, Milano Internet: www.designboom.com
Trento Università/Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Sustainability of the Housing Project 21/9-25/9 Per informazioni: Antonio Frattari Università di Trento 38100 Trento (Italy) Tel. ++39 461 882668 Fax ++39 461 882672 Internet: www.unitn.it/events/iahs32 E-mail: antonio.frattari@ing.unitn.it
Sud Africa/South Africa Cape Town University of Cape Town/Department of Civil Engineering/Upper Campus The SEMC 2004 International Conference Conferenza internazionale sull’ingegneria strutturale, meccanica e informatica/Structural Engineering, Mechanics and Computation Conference 5/7-7/7 Per informazioni: University of Cape Town Department of Civil Engineering Professor A. Zingoni Chairman, SEMC 2004 Organising Committee Rondebosch 7701 Cape Town, South Africa Tel. ++27 21 650 2601 Fax: ++27 21 689 7471 Internet: www.semc2004.uct.ac.za E-mail: azingon@eng.uct.ac.za
USA Berkeley-Oakland Merritt College Ecological Design: The Unstoppable Wave
Austria Vienna Architekturzentrum The Austrian Phenomenon 2/4-12/7 Austrian Architecture in the 20th and 21st Century 4/3-28/9
Canada
AGENDA Humlebaek
Weil am Rhein
Louisiana Museum of Modern Art Jorn Utzon 2/4-29/8
Vitra Design Museum Airworld-Design and Architecture for Air Travel 15/5-9/1/2005
Finlandia/Finland Helsinky Alvar Aalto Museum Choices 28/8-31/10
Jyvaskyla Museum of Central Finland Choices 28/8-26/9
Francia/France Bordeaux Arc en rêve Nouvelles formes d’habitat individuel Domofrance: La Grenouillère Bordeaux-Sérillan Floirac 13/5-17/10 East-West/North-South: Living for man-here, there, through time, alternatively 27/5-12/9
Orléans Frac Centre U-topia Photographie et architecture 27/5-30/7 Archilab 2004 2/10-2/12
Montreal
Paris
CCA Out of the Box: Price Rossi Stirling + Matta-Clark 23/10/2003-6/9
Pavillon de l’Arsenal Paris, visite guidée: la ville, histoires et actualité Fino al/through 31/12
Vancouver
VIA Design and Sport 3/9-26/12
Art Gallery Massive Change: The Future of Global Design 2/10-3/1/2005
Germania/Germany Berlin
Cina/China Beijing China Architectural Cultural Center ABB2004-1st Architectural Biennial Beijing 2004 (www.ABBeijing.com) 20/9-6/10
Colombia Cartagena de Indias Sociedad Colombiana de Arquitectos XIX Bienal Colombiana de Arquitectura 22/7-24/7
Danimarca/Denmark
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Neue Nationalgalerie Das MoMA in Berlin. 200 der bedeutendsten Meisterwerke des 20.ÊJahrhundert 20/2-19/9 Content – Rem Koolhaas/OMA/AMO Fino al/through 20/11 Aedes West MAP Architects: Slow and Fast 4/6-11/7
Frankfurt DAM Deutsches Architektur Museum Internationaler Hochhaus Preis 2004 12/6-11/7
Copenhagen
Hamburg
Statens Museum for Kunst Design Denmark: le icone dell’industria 20/2-15/8
Raum für Architektur Mylk-conversation>fragen zur mediatecture 3/6-30/7
Gran Bretagna/Great Britain London Design Museum History of Modern Design in the Home Fino al/through 31/10 Zest For Life - The Designs of Fernando + Humberto Campana 19/6-19/9 Saul Bass - On Film 17/7-10/10 Marc Newson 23/10-30/1/2005 Museum of London/London Wall 1920s: The decade that changed London Fino al/through 18/7 RIBA Gallery Celebrating Diversity in Architecture 15/9-4/10
Italia/Italy Bologna
Web- www.provincia.milano.it/ pianificazione/harvard_2004/ index.htm 11 Cities and the new Milan Convention Center 14/4-31/12 Castello Sforzesco Dagli Sforza al design. Sei secoli di storia del mobile 11/6-12/6/2005
Parma Varie sedi (www.festivalarchitettura.it) Festival dell’ArchitetturaEteroarchitettura 20/9-26/9
Tivoli (Roma) Villa Adriana, Antiquarium del Canopo Adriano. Memorie al femminile 1/4-25/9
Svizzera/Switzerland Losanna Vallée de la lon Lausanne Jardins 2004 19/6-17/10
Zurigo Federal Institute of Technology Villa Garbald: Gottfried Semper – Miller & Maranta 10/6-22/7 Adrian Meyer: Lehre und Praxis 27/5-8/7 Diplomarbeiten SS 2004 10/6-22/7
USA Chicago
Trissino (Vicenza)
The Art Institute of Chicago Unbuilt Chicago 4/4-16/1/2005
Villa Trissino Marzotto Premio Martini per gli Architetti di Paesaggio 2004 2/5-31/7
Denver
Venezia
The Department of Architecture, Design & Graphics 20th Century Design: Breaking All the Rules Fino al/through 31/12
Urban Center eBO Il progetto architettonico 1/7/2003-1/7/2005
Giardini di Castello/Arsenale 9. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 5/9-7/11
Chiavenna (Sondrio)
Verona
Sci-Arc Darin Johnstone and Scott Paker: Drop, hi-lo fielding 4/6-18/7
Mulino di Bottonera Riapertura Mulino di Bottonera. L’ultimo esempio di tecnologia industriale aperta al pubblico 12/6-12/9
Museo di Castelvecchio Peter Eisenman: Installazione 26/6-3/10
New York
Como
Basilica Palladiana Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura 14/5-11/7
Ex Casa del Fascio Terragni fra ragione e utopiaViaggio nel tempo intorno alla Casa del Fascio 18/4-26/9 Ex Chiesa San Francesco Terragni architetto europeo 20/4-30/11 Genova Palazzo Ducale L’Età di Rubens: dimore committenti e collezionisti genovesi 19/3-11/7 Palazzo della Borsa Nuova 1925-1955 Architetture del Novecento in Liguria 4/6-13/7 Musei del Mare e della Navigazione I Transatlantici 19/6-1/11
Milano Triennale Il Secondo Palazzo della regione Lombardia: risultati del concorso internazionale 25/5-31/7 Civiltà dell’abitare. L’evoluzione degli interni domestici in Europa Fino al/through 6/12
Vicenza
Olanda/Holland Amsterdam Arcam Architettura ad Amsterdam 3/7-4/9 Architettura del futuro 18/9-13/11 Living Tomorrow HEMA Design Competition 3/7-15/9 Beurs van Berlage Ingo Maurer Dinie Besems 9/7-29/8
Gendringen Hutten former industrial complex Archipuncturale 2004 4/6-29/8
Los Angeles
Cooper-Hewitt Design Museum Shock of the Old: Christopher Dresser 5/3-25/7 MoMA Queens Tall Buildings 16/7-27/9 Pratt Institute Camouflage to Cuisinarts: Seven Decades of Diversity in Design 18/5-31/7
San Francisco SF Moma Art of Design: Selections from the Architecture and Design Collection 27/2-7/8
Washington National Building Museum Symphony in Steel. Ironworkers and the Walt Disney Concert Hall 31/1-22/8 Affordable Housing. Designing an American Asset 28/2-8/8
Rotterdam Kunsthal Content: Rem Koolhaas and OMAAMO. Buildings, Projects and Concepts since 1996 27/3-29/8
Web Exposeum - www.exposeum.com Cu3os. Arquitectura al Cubo 6/2-12/12
194 l’ARCA 107
AGENDA Mostre d’arte Art Exhibitions
Austria Graz
+ europaconcorsi
Arles
Musée Carnavalet L’animal à Paris 12/5-5/9
Maison des rencontres Rencontres de la photographie 8/7-19/9
Crypte Akagi, 40 ans à Paris 9/6-28/11
Chartres
Galerie Malaquais Les architectes du sensible, panorama de la sculpture indépendante au XX siècle 14/5-31/7
Francia/France
Centre National du Vitrail La restauration des vitraux 20/3-10/1/2005
Ecouen
Kunsthaus Videodreams: Between Cinematic and the Theatrical 15/5-19/9
Musé National de la renaissance La Renaissance en Croatie 8/4-12/7
Linz
Le Havre
Ars Electronica Center Ars Electronica 2004 2/9-7/9
Musée des Beaux-Arts Vagues 26/6-27/9
Vienna
Les Mesnuls
Kunsthaus Nicki de Saint Phalle: The Birth of Nanas 19/5-26/9
Fondation d’art contemporain Guerlain Eternelles vanités 10/6-5/9
Lille Belgio/Belgium Antwerp Mode Museum Goddes: The Classical Mode 8/5-22/8
Canada Montreal Museum of Fine Arts Toucher l’art 25/3-3/10 Albrecht Dürer 7/4-8/8 Jean Cocteau : Universal Creator 6/5-29/8
Vancouver Art Gallery Massive Change: The Future of Global Design Culture 24/6-26/9
Danimarca/Denmark
Varie sedi Lille2004 www.lille2004.com Verrère du Palais Rameau Lumières d’artistes-Ici la nuit verte est immense par Sarkis 6/3-2/12 Eglise Sainte-Marie Madeleine Erwin Redl 7/7-30/10 Le Parc de la Deule Hello Terra, le jardin aux cent visages 29/5-30/10 Musée d’art moderne Lille Métropole Amedeo Modigliani et Jeanne Hébuterne 16/4-1/8 Hommage à Maurice Jardot 16/4-1/8 Mexique-Europe, allers-retours 1910-1960 3/9-16/1/2005 Les Beffrois de la culture: Jean Dubuffet et l’Art Brut 6/9-26/9
Musée Nationale d’Histoire Naturelle Piranhas enivrés 11/2-31/8 Galeries Artitude Bru/Cherubini 1/7-12/7 Musée Montparnasse Voyages dans l’intimité de l’Ecole de Paris 29/4-3/10 Centre Culturel Canadien Visages de l’histoire : portraits de Vancouver 7/5-18/9 Espace Electra Métamorphoses de l’électricité 25/5-12/9 Galerie Malingue Matta 1936-1944 19/5-16/7
Rochechouart Musée d’Art Contemporain Raoul de Keyser 5/6-29/8
Statns Museum for Knst Centenario di Georg Jensen 20/4-15/8
Paris
Bonn
Centre Pompidou Giuseppe Penone 1968-2004 21/4-23/8
Kunst-und austellungshalle der BRD Georg Baselitz 2/4-8/8 The Thracians-Orpheus’ Golden Empire 23/7-28/11 Genghis Khan and His Heirs 26/11-28/3/2005
Musée du Luxembourg Moi-Autoportrait 1/3-25/7
108 l’ARCA 194
Palazzo Strozzi Botticelli: da Lorenzo il Magnifico a Savonarola 10/3-11/7
Palazzo Reale Franco Fontana, ombre e colori 17/6-5/9
Le Scuderie Medicee I luoghi della vita- Premio europeo donne fotografe 2003/2004 8/5-11/7
Gran Bretagna/Great Britain Liverpool
Duisburg Stiftung Wilhelm Lehmbruck Museum Denken, Reden, Machen! Joseph Beuys für Kinder und Jugendliche 6/4-1/8
Museo d’arte delle generazioni italiane del ’900 Luce vero sole dell’arte Alberto Martini, anticipatore, inventore e precursore del Surrealismo 5/6-25/7
Bolzano
Various Venues (www.biennial.com) Liverpool Biennial 2004 18/9-28/11
Galleria Civica 24 ore su Bolzano: 1 Leica, 17 fotografi, 1 città 21/5-5/9
London
Brescia
Tate Britain Art of the Garden 3/6-30/8 This Was Tomorrow: Art and the 60s 30/6-3/10
Varie sedi (www.studioesseci.net) Biennale Internazionale di Fotografia 2004 10/6-5/9
Tate Modern Edward Hopper 27/5-5/9 Luc Tuymans 23/6-26/9
Riva R1920 Centre Alessandra Angelini: Walking in the colours 8/5-25/9
Serpentine Gallery Gabriel Orozco 1/7-30/8
Aspex Gallery Uh-Oh ! Pandaman-Zhao Bandi & The Panda 3/7-28/8
Art Forum Berlin Made in berlin 18/9-22/9
Museum of Estonian Achitecture New Art from Lithuania 12/6-8/8
Palazzo Re Enzo Artelibro festival 17/9-19/9
Musée des Arts Asiatiques-Guimet Sanyu. Peintre chinois contemporain 16/6-13/9
Musée de la Mode Glossy. Modes et papier glacé 26/3-5/9
Tallin
Schirn Kunsthalle Art – A Child’s Play 9/5-18/7 Life, Love and Death: The Work of James Lee Byars 13/5-18/7 3’ 30/9-2/1/2005 Yves Klein: A Retrospective 17/9-9/1/2005
Portsmouth
Thorvaldsens Museum Storia dell’Arte Plastica 24/3-13/2/2005
Estonia
Poggio a Caiano (Prato)
Saint-Jean-de-Monts
Marseille
Musée d’Orsay Johan Barthold Jongkind (18191891) 2/6-5/9 Alfred Stiegelitz et son cercle. La modernité à New York, 1905-1930 19/10-16/1/2005
Milano
Royal Academy of the Arts Tamara de Lempicka: Art Déco Icon 15/5-30/8
Copenhagen
Sophienholm Schizzi da Skagen e l’Isola di Fionia 6/11-11/1/2005
Firenze
Parc Départmental de La Courneuve Art Grandeur Nature-Biennale d’art contemporain 15/5-17/10
Neue Nationalgalerie Das MoMA in Berlin 20/2-19/9
Lyngby
Bologna
Saint-Denis
Berlino
+ europaconcorsi
Frankfurt
Victoria and Albert Museum Vivienne Westwood 2/4-11/7 Bill Brandt 22/3-25/7
Germania/Germany
AGENDA
St.Yves Tate David Nash 22/5-26/9 Mariele Neudecker 22/5-26/9
Italia/Italy Aosta Centro saint-Bénin La scultura dipinta-Arredi sacri negli antichi Stati di Savoia 12001500 4/4-31/10 Chiesa di San lorenzo Dentro il cuore...lo spirito della montagna nelle sculture dei nostri artigiani Fino al/through 31/10
Bergamo Gamec Alighiero Boetti: quasi tutto 6/4-18/7
Cantù (Como)
Caraglio (Cuneo) Il Filatoio Luigi Spazzapan, tra figura e astrazione 27/6-18/9
Castiglioncello (Livorno) Centro per l’arte Diego Martelli Dai Macchiaioli agli Impressionisti: il mondo di Zandomeneghi 17/7-31/10
Palazzo Medici Riccardi Stanze segrete-Raccolte per caso: I Medici Santi; Gli arredi celati 25/3-26/9 Galleria Poggiali e Forconi On the Appian Way 22/5-30/7
Gallarate (Varese) Civica Galleria d’Arte Moderna Z.A.T. Zone Artistiche Temporanee: XXI-XXII Edizione Premio Gallarate 9/5-31/7
Galleria Marco Voena Gerhard Richter: Onkel Rudi 5/5-16/7
Genova
Centre Culturel Français Elisabeth Ballet, sculptures 15/5-8/7
Varie sedi Genova 2004 www.genova-2004.it
Viafarini Arrivederci e grazie 9/6-30/7
Palazzo Ducale L’età di Rubens-Dimore, committenti e collezionisti genovesi 20/3-11/7
Galleria Monica De Cardenas Philip-Lorca Dicorcia: Fashion Photographs 27/5-24/7
Magazzini Abbondanza Genova, città del saper fare 24/4-25/7
Arte Struktura associazione Culturale Ludwig Wilding, una traiettoria cinetica 20/5-30/9
Palazzo Tursi La civiltà dei Palazzi genovesi e l’invenzione dei rolli 8/5-5/9 Palazzo Reale Capolavori della Collezione Durazzo da Bronzino a Rubens 14/7-3/10
Como Fondazione Ratti Jimmie Durham: Stones rejected by the builder 22/7-5/9
Piazzale Mandraccio Porto Antico La Terra vista dal cielo: Yann Arthus Bertrand 25/4-25/7
ex-Ticosa Mostra di fine corso 22/7-5/9
Magazzini del Cotone Osservatorio sulla creatività. Normali meraviglie, una mappa di piccole fantasie 17/6-5/9
Palazzo Arnone Gregorio preti, calbrese (1603-1672) 11/5-25/7
Faenza Museo Internazionale della Ceramica JIKI: Porcellana giapponese tra Oriente e Occidente dal 1610 al 1760 26/6-7/11
Ferrara Museo dell’Illustrazione Gino Barbieri (1885-1917), sogni di pace-venti di guerra. Le xilografie 19/6-1/8 Daniel Boudinet ritrovato i Italia 21/8-3/10 La bibliothèque imaginaire de Rabelais 20/11-26/12
Biblioteca di Via Senato L’arte decorativa dal Liberty al Déco: natura fonte di ispirazione 17/3-29/8 Galleria Galica Berta Fischer 6/5-10/7
Museo Ebraico Marc Chagall e la Bibbia 19/4-15/7
Cosenza
Museo della Permanente Andé Derain-La forma classica 26/5-15/7
Palazzo Lomellino Gli affreschi inediti di Bernardo Strozzi 9/4-31/12
Lucca Museo Villa Guinigi Matteo Civitali e il suo tempo. Pittori, scultori e orafi a Lucca alla fine del ’400 2/4-11/7
Matera Chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci Marcello Mascherini 10/7-1010
Merano (Bolzano) KunstMeran Il sacro nell’arte contemporanea 12/6-29/8
Galleria Atonia Jannone Luca Conca, personaggi e paesaggi 10/6-24/7 Galleria Lattuada Stefano Cerio-Machine Man 29/6-27/7
Pordenone Museo Civico delle Scienze Lakota Sioux, il mito e il paesaggio 18/7-24/10
Prato Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Opere storiche 25/10/2003-1/8 Santa Caterina e Museo di Pittura Murale Filippino Lippi (1457-1504) a Prato. Un “bellissimo ingegno” 8/5-25/7
Ravenna Museo d’Arte Alberto Giacometti 16/10-20/2/2005
Reggio Emilia Chiostri di San Domenico, FonderiaFondazione Nazionale Danza, Officina delle Arti Suburbia-Periferie nella mente nella comunicazione 3/7-12/9 Casa dell’Ariosto Franco Guerzoni 29/5-29/8
Rivoli (Torino)
Galleria Raffaella Cortese Marcello Maloberti 25/5-28/7
Castello Pierre Huyghe 21/4-18/7
Mondovì /Cuneo)
Roma
Ex chiesa di Santo Stefano Hans Hartung – Lo spazio del gesto 15/5-15/7
Palazzo Venezia A Flash of Art. Fotografi d’azione a Roma 1953-1973 11/6-3/10
Padova Musei Civici agli Eremitani Petrarca e il suo tempo 8/5-31/7
Macro Tatsuo Miyajima Sarah Ciracì Kendell Geers 22/5-29/8
Padula (Salerno)
Rovereto (Trento)
Certosa di San Lorenzo Le Opere e i Giorni – La Vanitas, Ortus Artis 18/6-30/9
MART Il libro d’artista 14/5-11/7 Medardo Rosso 14/5-22/8 Miró. Opere scelte della Fondazione Maeght 10/9-7/11 Carol Rama 10/9-28/11
Parma Palazzo Sanvitale La parola all’immagine – Il segno satirico di Giovannino Guareschi 21/5-2811
Perugia Galleria Nazionale dell’Umbria Perugino divin pittore 28/2-18/7
Russi (Ravenna) Fucina VACA Libri mai visti 11/12-16/1/2005
Pesaro
San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)
Palazzo Gradari Lorenzo Sguanci 10/4-10/9
Biennale Adriatica di Arti Nuove (BAAN) 28/8-18/9
194 l’ARCA 109
AGENDA
+ europaconcorsi
Sarmede (Treviso)
Vimercate (Milano)
Ligornetto
Los Angeles
Municipio e Museo Zavrel Mostra internazionale dell’illustrazione per l’infanzia: Peter Pan 23/10-19/12
Galleria Magenta 52 Firenze 1401: un portale, 2 artisti, una gara/ Vimercate 2004: un portale, 35 artisti, nessuna gara 21/5-31/8
Museo Vela Winckelmann e l’Egitto 6/6-14/11
Pinacoteca Casa Rusca Pierre Casè 12/9-12/12
LACMA Inventing Race: Casta Painting and Eighteenth-Century Mexico (La invención del mestizaje: La pintura de castas y el siglo dieciocho en México)* 4/4-8/8 Beyond Geometry: Experiments in Form, 1940s–1970s* 13/6-3/10
Lugano
Miami
Museo Cantonale d’Arte Cahier d’artistesArtisti svizzeri selezionati per i Cahier d’artistes 15/5-29/8 Il mito dell’infanzia nell’arte del XX secolo: da Picasso, Kandisky e Klee a oggi 10/10-16/1/2005
Miami Art Museum Chuck Close Prints: Process and Collaboration 14/5-22/8
Strà (Venezia) Villa Pisani Dal cielo all’universo. Il messaggio della luce 20/3-10/10
Torino Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Non toccare donna bianca 10/9-14/11 Palazzo Bricherasio Arte Buddhista Tibetana. Dei e demoni dell’Himalaya 18/6-19/9 Promotrice delle Belle Arti Gli impressionisti e la neve. La Francia e l’Europa 27/11-25/4/2005 Galleria d’Arte Moderna Mario Cresci: La casa della fotografia 1966-2003 7/4-24/7 Archivio di Stato Daphne Maugham Casorati 11/6-18/7
Trento Castello del Buonconsiglio Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po dalla preistoria all’Alto Medioevo 19/6-7/11 Università di trento-Galleria Civica di Arte Contemporanea Progetto speciale: Maurizio Cattelan 31/3-26/9
Treviso Palazzo Bomben Fernanda Pivano “Voci-Voices” 22/5-18/7
Urbino Palazzo Ducale I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano 4/4-4/11 (stesse date anche a Urbania, Palazzo Ducale; Senigallia, Palazzo Ducale; Pesaro, Palazzo Ducale)
Venezia Stazione Santa Lucia Su la testa 26/8-19/9 Museo Correr Il territorio nella società dell’informazione: dalla cartografia ai sistemi digitali 1/5-11/7 Galleria Rossella Junck Anne-Lise Sibony 28/5-17/7 Palazzo Fortuny Mariano Fortuny: viaggio in Egitto, appunti fotografici d’artista Fino al/through 29/8
110 l’ARCA 194
Lussemburgo/Luxenbourg Lussemburgo Mudam/Banque de Luxembourg Patrick Jouin, Ronan et Erwan Bourellec, Laurent Massaloux: Audiolabds 30/6-12/9 Mental Klinik: Self 10/10-12/12
Spagna/Spain Bilbao Bilboko Arte Eder Museoa Kitaj. An Hispanist Portrait 31/5-2/8 From Ingres to Cézanne. The 19th century in the collection of the Petit Palais 28/6-19/9 John Davies. Sculptures and Drawings since 1968 18/10-23/1/2005
Madrid Pabellòn de la Pipa del Recinto Ferial de Casa de Campo NonStop.Madrid 04 30/9-4/10
Locarno
Fondazione Galleria Gottardo Dall’Estonia alla Siberia 2/7-23/12
Martigny Fondation Pierre Gianadda Capolavori della Phillips Collection di Washington 27/5-27/9
Rancate Pinacoteca Cantonale Züst Ludovico David 16/9-28/11
USA
Valencia
Baltimore
IVAM Stipo Pranyko 13/5-29/8 Living under the half moon 17/6-22/8 David Smith-Drawings 15/7-26/9 Barbara Hepworth 2/9-14/11 Ghada Amer 9/9-7/11
Museum of Art Picasso: Surrealism and the War Years 29/1-29/8
Svezia/Sweden Stockholm Moderna Museet Karl Isakson 15/5-29/8 Swedish Hearts 12/6-15/8 Man Ray Meret Oppenheim 4/9-31/10
Svizzera/Switzerland Bellinzona Museo in Erba Toulouse-Lautrec 16/9-29/1/2005 Museo Villa dei Cedri Stanze di Valerio Adami 29/4-15/8 Castello di Sasso Corbaro Mimmo Rotella 1949-2004 5/6-29/8
Boston Museum of Fine Arts The Greek Athlete: Games for the Gods 21/6-28/11 Josef Sudek: Poet With A Camera 28/7-17/1/2005
Chicago Art Institute Seurat and the Making of “La Grande Jatte” 19/6-19/9
Cincinnati
New York Guggenheim Speaking with Hands: Photographs from the Buhl Collection 3/6-8/9 Brancusi: The Essence of Things 17/6-19/9 Metropolitan Museum of Art Pittori della realtà. Le Ragioni di una Rivoluzione da Foppa e Leonardo a Caravaggio e Ceruti 27/5-15/8 Noguchi Museum Noguchi: Sculptural Design 17/4-15/9 MoMA Queens Projects 81: Jane Shean 10/6-27/9 Tall Buildings 16/7-27/9
Philadelphia Institute of Contemporary Art The Big Nothing Yun-Fei Ji Ramp Project: Judy Pfaff 1/5-1/8
San Diego Museum of Art Saint Peter and the Vatican: The Legacy of the Popes 15/5-6/9 American Beauty: Painting and Sculpture from the Detroit Institute of Arts 1770-1920 19/6-3/10
San Francisco SFMoMA Pipilloti Rist: Stir Heart, Rinse Heart 6/3-12/9
Santa Fe
Contemporary Arts Center Crimes and Misdeamenors: Politics in US Art of the 1980s Fino al/through 21/11
SITE 5th Intrenational Biennial: Disparities and Deformations, Our Grotesque 18/7-9/1/2005
Denver
Washington DC
Art Museum Heaven and Home: Chinese Art of the Han Dynasty from the Sze Hong Collection Fino al/through 19/12 Painting a New World: Mexican Art and Life, 1521-1821 4/4-25/7
National Gallery of Art Drawings of Jim Dine 21/3-1/8
West Palm Beach Norton Museum of Art Birdspace: A Post-Audubon Artists’ Aviary 28/5-19/8
AGENDA Fiere e saloni specializzati Trade fairs and exhibitions
Argentina Buenos Aires La Rural ELECTRIC 2004 Mostre e congressi dell’industria elettrica, elettronica, luminotecnica, della casa e della sicurezza/Exhibitions and conferences of electric, electronic, lighting, home and security industries 26/10-30/10 Per informazioni: Expoart F.D. Roosevelt 2445 11º "C" (C1428BOK) Buenos Aires Tel./Fax ++54 11 4788-8501 Internet: www.expoart.com.ar E-Mail: expo@expoart.com.ar
Cina/China Beijing International Exhibition Center ISH China Salone internazionale dei sanitari, del riscaldamento e del condizionamento/International trade fair for sanitation, heating and airconditioning 14/9-17/9 Per informazioni: Messe Frankfurt ISH Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt m Main Tel. ++49 69 75756457 Fax ++49 69 75756758 Internet: www.ish.messefrankfurt.com E-mail: susanne.brendle@messefrankfurt.com
Guangzhou (Canton) New Chinese Export Commodities Fairground CBD 2004 Salone internazionale dell’edilizia e della decorazione/International trade fair of building and decoration 6/7-9/7 Per informazioni: MEREBO Messe Marketing Jakobikirchhof 9 20095 Hamburg / Germany Tel. ++49 40 60876926 Fax +49 40 60876927 Internet : www.cbd2004.de E-mail: cbd@merebo.com
Hong Kong Convention and Exhibition Center Real Facility Expo Asia Pacific Salone e conferenza internazionale del mercato immobiliare e della gestione servizi/International exhibition and conference on corporate real estate and facility management 16/11-18/11 Per informazioni: Messe Frakfurt HK Kate Newman Tel. ++852 22389940 Fax ++852 25198632 Internet: www.messefrankfurt.com.hk E-mail: katie.newman@ hongkong.messefrankfurt.com
+ europaconcorsi
Francia/France Avignon Parc des Expositions Energie, Réseaux Expo et Equipement Territorial Salone internazionale dell’energia e dell’ambiente/International trade fair of energy and environment 22/9-24/9 Per informazioni: Idexpo Christine de Ruffray Tel. ++33 01 41984027 Fax ++33 01 41984076 Internet: www.idexpo.com E-mail: christine.deruffray@idexpo.com
Germania/Germany Essen Exhibition Centre Aluminium 2004 Salone internazionale dei prodotti di alluminio/International trade fair of aluminium products 22/9-24/9 Per informazioni: Reed Exhibitions Deutschland GmbH Project Aluminium Völklinger Strasse 4 40219 Düsseldorf, Germany Tel ++49 0211 90191-202/-265/-129 Fax ++49 0211 90191193 Internet: www.sovereign-publications.com/ aluminium-fair.htm
Koln Messe Orgatec Salone internazionale per la progettazione, l’arredamento e la gestione del business/International trade fair of design, furniture and business management 19/10-23/10 Per informazioni: Koln Messe Volker De Cloedt Tel. ++49 221 8212960 Fax ++49 221 821 3446 Internet: www.orgatec.de E-mail: v.decoedt@koelnmesse.de
Giappone/Japan Chiba Nippon Convention Center-Makuhari Messe DIY Home Center Show Salone internazionale del design per la casa/International trade fair of home design 26/8-28/8 Per informazioni: Japan DIY Industry Association Shin Kanda Bldg. 5F 1-8-5 Kajico, Chiyoda-ku Tokyo 101-0044 Japan Tel. ++81 3 32564475 Fax ++81 3 32564457 Overseas Operations Office Space Media Japan Co. Tel. ++81 3 35125670 Fax ++81 3 35125680 Internet.www.diy.or.jp E-mail: diy@smj.co.jp
Italia/Italy Firenze Fortezza da Basso SET Salone internazionale dell’edilizia e del restauro International trade fair of building and restoration 25/11-28/11
Per informazioni: Elsud Via Leopardi 31/c , 52025 Montevarchi (AR) Tel. ++39 055 9105101 Fax ++39 055 9102759 Internet: www.elsudfiere.it E-mail: info@elsudfiere.it
Genova Fiera Tecnhotel Hospitality Salone internazionale del contract alberghiero/International trade fair of hotels services 12/11-15/11 Per informazioni: Fiera di Genova Piazzale J.F.Kennedy 1 16129 Genova Tel. ++39 010 5391274 Fax ++39 010 5391270 Internet: www.tecnhotel-online.it E-mail: tecnhotel@fiera.ge.it
Milano Fiera Smau Salone internazionale di reti servizi e applicazioni dell’elettronica International trade fair of networks, services and applications of electronics 21/10-25/10 Per informazioni Smau Internet: www.smau.it
Sicurezza 2004 Salone internazionale della sicurezza e dell’automazione degli edifici International trade fair of security systems and building automation 17/11-20/11 Per informazioni: Fiera Milano Tech Davide Grassi Tel. ++39 02 3264393 Fax ++39 02 3264284 Internet: www.fieramilanotech.it E-mail: comunicazione@fieramilanotech.it
Torino Lingotto Restructura Salone della costruzione e della ristrutturazione edilizia/Trade fair of building and restructuring 25/11-29/11 Per informazioni: Promotor International Via Nizza 294, 10126 Torino Tel. ++39 011 6644111 Fax ++39 011 6646642 Internet: www.restructura.com E-mail: info@restructura.com
Pordenone Fiera ZOW Salone dei componenti, semilavorati e accessori per l’industria del mobile/Trade fair of components and accessories for furniture industry 20/10-23/10 Per informazioni: Business International Via Carducci 12, 20123 Milano Tel. ++39 02 86995712 Fax ++39 02 86913226 Internet: www.zow.net E-mail: info@zow.it
Sicailux Salone internazionale componenti e accessori per l’illuminazione International trade fair for components and accessories for lighting 10/11-13/11 Per informazioni: Se/Di/Ci Elisa Velluto Via Sapeto 5, 20123 Milano Tel. ++39 02 89423781 Fax ++39 02 83201606 E-mail: elisa.velluto@sedici16.it
Principato di Monaco Principalità of Monaco Montecarlo Espace Fontvieille Bati Expo Salone internazionale dell’edilizia/Internation trade fair of the building industry 4/11-7/11 Per informazioni: Target International Group 1, Avenue de la Costa MC-98000 Principato di Monaco Tel. ++377 93 504340 Fax ++377 93 506759 E-mail: info@target.mc
Olanda/Holland Amsterdam RAI Woonbeurs Salone internazionale del design International design trade fair 28/9-3/10 Per informazioni: Internet: www.amsterdamarchitecture.nl
Svizzera/Switzerland Basilea Fiera Holz Fiera internazionale per l’artigianato e l’industria della lavorazione del legno International trade fair of craftmanship and industry of wood works 12/10-16/10 Per informazioni: Holz 04 Fiera di Basilea CH-4005 Basilea Tel. ++41 58 2063112 Fax ++41 58 2062188 Internet: www.holz.ch E-mail: barbara.binz@messe.ch
USA Boston Convention and Exhibition Center ISH North America Salone internazionale dei sanitari, del riscaldamento e del condizionamento International trade fair for sanitation, heating and airconditioning 14/10-16/10 Per informazioni: Messe Frankfurt ISH Ludwig-Erhard-Anlage 1 D-60327 Frankfurt m Main Tel. ++49 69 75756457 ++49 69 75756758 Internet: www.ish.messefrankfurt.com E-mail: susanne.brendle@messefrankfurt.com
Chicago Hilton Towers Design-Build Expo 3/11-4/11 Per informazioni: Design-Build Institute of America 1010 Massachusetts Avenue, NW, Third Floor Washington, DC 20001-5402 Tel. ++1 202 6820110 Fax ++1 202 6825877 Internet: www.dbia.org E-mail dbia@dbia.org
194 l’ARCA 111
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(l’Arca International) Paris Art Curial 9, avenue Matignon, 75008 Tél. 01 42991617 Fax 01 433592981 Galignani 224 rue de Rivoli, 75041 Cedex 01 Tél. 01 42607607 Fax 01 42860931 La Hune Librairie 170, boulevard Saint-Germain, 75006 Tél. 01 45483585 Fax 01 454444987 L’arbre à lettres 56, Faubourg Saint-Antoine, 75012 Tél. 01 53338323, Fax 01 43420434 Librairie Flammarion Centre Georges Pompidou 26, rue Jacob, 75006 Tél. 01 44781233 Fax 01 42785059 Librairie Le Moniteur 15-17, rue d’Uzès, 75002 Tél. 01 40133380 Fax 01 40136063 Librairie Le Moniteur 7, Place de l’Odéon, 75006 Tél. 01 43254858 Fax 01 40518598
Strasbourg Librairie International Kleber 1, rue des Francs Bourgeois Tél. 03 88157884 Fax 03 88157880 Toulouse Ombres Blanches 50, rue Gambetta Tél. 05 61214494 Fax 05 61230308 Privat 14, rue des Arts Tél. 05 61126420 Fax 05 61215603
GERMANY Buchhandlung L.Werner Turkenstrasse, 30 80333 Munchen Tel. 089 226979 Fax 089 2289167 F. Delbanco (subscriptions) Bessemerstrasse, 3 Postfach 1447 21304 Luneburg Tel. 041 312428-0 Fax 041 31242812 post@delbanco.de
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