Zoom Giappone 17

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Rivista

gratuito - numero 17 marzo - giugno 2020

gratuita

Speciale

Niigata

Eric Rechsteiner per Zoom Giappone


ZOOM EDITORIALE L O SGUARDO DI ERIC RECHSTEINER

Fare di meglio Dopo aver consacrato alcuni numeri speciali a Hiroshima, Hokkaidô e Kumamoto, tocca questa volta alla prefettura di Niigata il ruolo da protagonista all’interno di Zoom Giappone. Una volta di più, vogliamo condurvi alla scoperta di una di quelle regioni giapponesi che non suscitano ancora un particolare interesse presso i turisti stranieri, ancora troppo concentrati sulla celebre “Golden Road” e poco inclini a penetrare la più autentica realtà giapponese. Senza voler essere esaustivo, questo numero vi permetterà di avere un’idea un po’ più precisa delle qualità e dei punti deboli di questa regione, conosciuta tanto dai giapponesi quanto dagli stranieri, quasi esclusivamente per la sua produzione di riso.

© Eric Rechsteiner

Fukushimagata Nature Education Garden, Niigata

Città principale della prefettura omonima, Niigata fa parte di quelle città di provincia che, malgrado un certo numero di sforzi, non si sono trasformate in metropoli tentacolari. Designata fra i porti da aprire al commercio internazionale a metà del XIX secolo, non ha conosciuto lo stesso sviluppo di Yokohama, diventata la seconda città del Paese, rutilante e frenetica. Uno dei suoi emblemi è ancora, non per niente, un parco naturale.

LA REDAZIONE info@zoomgiappone.info

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È il numero di abitanti in meno registrati nella prefettura nel 2019, rispetto alla stima precedente. È la prima volta che viene superata la soglia delle 20000 persone. Ridotto in percentuale, ciò rappresenta un abbassamento dello 0,96%, della popolazione, ben superiore allo 0,11% dell’anno precedente. Le città più coinvolte da questo fenomeno sono, in ordine decrescente, le seguenti: Niigata (4198), Nagaoka (2367), Jôestu (2153), Sado (1177) e Murakami (1146).

TURISMO La

guida Michelin a Niigata

ECONOMIA Sempre

Il 15 maggio 2020, gli appassionati giapponesi di indirizzi gourmet potranno scoprire nelle librerie del paese “La Guida Michelin Niigata 2020 - edizione speciale”. È la prima volta che la prefettura ha l’onore di essere al centro dell’attenzione dei critici della famosa guida rossa. La Michelin è ormai una vera istituzione nell’Arcipelago, diverse città e regioni vantano le loro edizioni locali. Ricordiamo poi che Tôkyô è la città più “stellata” del mondo.

Secondo le stime del Ministero della Salute e del Lavoro, la prefettura di Niigata contava 10.430 lavoratori immigrati a fine ottobre 2019, ossia un salto del 17% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un record storico. La maggior parte di essi (45%) lavora nel settore industriale. I vietnamiti sono i più numerosi (3106). Il loro numero è aumentato del 48% in un solo anno.

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più lavoratori stranieri



ZOOM INCHIESTA Niigata: alcune cifre Superficie

Popolazione

12 584 km2 3,3 % della superficie del Giappone

2 217 734 abitanti (gennaio 2020) 15° posto su 47

Shimoaikawa Miniere d’oro e d’argento di Aikawa p. 20, 21

Più di 65 anni 32,3 % della popolazione locale (ottobre 2019)

Sado

Popolazione attiva

1,25 milioni di persone (aprile 2019) Shukunegi p. 21

888 miliardi di yen (7 400 miliardi di euro)

PIL Turisti stranieri

Ogi p. 21

16e posto su 47 (2017)

161 605 (2018)

Itoigawa p. 30

PREF DI TOYAMA

Tsutsuichi

p. 30

Naoetsu

Centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa

Saigata p. 30

p. 6, 7

Kashiwazaki Jôetsu Nagaoka

Jôetsu p. 28,29,30 Myôkô

Myôkô San

p. 16, 17, 18, 19, 20, 28 29

Sekiyama p. 28

Myôkô Kôgen Tôkamachi p. 29

PREFETTURA DI NAGANO

Uonuma

o

p. 26

p. 29

Autostrade

Ferrovie PREFETTURA DI GUNMA

Luoghi principali Fonti: Zoom Giappone; prefettura di Niigata.

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p. 28

i k u n M i

Strade principali

Linee di Shinkansen

p. 29

i g h

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Ishiuchi

E

Echigo-Yuzawa

Minami-Uonuma p. 27 Muikamachi

k u m y a S a n


ZOOM INCHIESTA Niigata, dall’ombra alla luce

Isola di Sado p. 12, 13, 20, 21, 22, 23

Ryôtsu p. 21 Isola di Tori

Niiboôno Tempio Seisui-ji p. 20

Isola di Awa Sakata

MARE DEL GIAPPONE

Niigata p. 6, 7, 8, 12, 20, 27, 28, 29, 30

Tsubame p. 13, 14 Sanjô

Niitsu

Asahi Sanchi Shibata

p. 29, 30

p. 13

Ii d e Sa n

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H o n s h û PREFETTURA DI FUKUSHIMA

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Aizu-Wakamatsu Lago Inawashiro

20 km

Cartografia : Aurélie Boissière, www.boiteacartes.fr

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PREFETTURA DI YAMAGATA

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Per sensibilizzare i giovani alla lettura dei giornali, il Niigata Nippô ha aperto un museo nei locali della nuova rotativa.

IL QUOTIDIANO Sempre Con più di 400 000 esemplari, il Niigata Nippô si è imposto come un titolo di riferimento nella stampa giapponese.

N

iigata può sembrare una delle prefetture tra le meno attraenti del paese, ma il suo principale quotidiano, il Niigata Nippô, possiede uno degli edifici più belli del Giappone. Situato nel cuore della città, a soltanto dieci minuti dalla stazione, il nuovissimo edificio non somiglia affatto alla sede ordinaria di un giornale. Terminato nel 2013, il Mediaship, alto 105 metri, ha la forma di una vela e domina il lungomare e il fiume Shinano, nelle vicinanze. All’interno, numerose sorprese attendono il visitatore. Mentre la maggior parte di sedi di giornali sono chiuse al pubblico, l’edificio a uso misto possiede un’atmosfera calorosa poiché, oltre al quotidiano, ospita ristoranti, caffé, negozi, e offre una connessione WI-FI gratuita. Si può accedere gratuitamente in cima per ap-

più vicino ai lettori

profittare di una vista fantastica dal ventesimo piano. Quando il tempo è clemente, la città di Niigata si offre allo sguardo dei visitatori: sullo sfondo appaiono le belle montagne innevate del parco nazionale di Bandai-Asahi. Il Niigata Nippô è nato nel 1942 dalla fusione di tre quotidiani pre-esistenti - Niigata Nichinichi Shimbun, Niigata-ken Chûô Shimbun e Jôetsu Shimbun – e si è costruito una solida reputazione grazie alla sua copertina ricca di news sull’attualità locale. Come sottolinea il redattore capo BABA Yukio, il giornale ha ottenuto il rispetto dei suoi pari ed è stato ricompensato da diversi premi d’eccellenza in materia di reportage. “Abbiamo ottenuto il nostro primo premio da parte dell’Associazione giapponese della stampa nel 1964 per la copertura del terremoto di Niigata, avvenuto quell’anno. Ci troviamo in una regione fortemente sismica, esiste un certo numero di faglie attive tra Niigata e l’isola di Sado”, ricorda. “La città, che si stava appena rimettendo dall’enorme incendio del 1955, subì diversi danni gravi.

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La parte inferiore del nucleo urbano è stata costruita sui depositi sabbiosi dei fiumi Shinano e Agano. Le scosse hanno provocato la liquefazione di queste zone e numerosi edifici si sono inclinati o sono stati completamente distrutti”. Altri terremoti hanno avuto conseguenze più gravi, come quello di Chûetsu, nel 2007, che ha danneggiato la centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, provocando una fuga di gas radioattivi. Costruita agli inizi degli anni ottanta sulla costa del mare del Giappone, coi suoi sette reattori è la più grande centrale nucleare del mondo. È stata messa in arresto in seguito al terremoto di magnitudo 6,6. I reattori 1, 6 e 7 sono stati fatti ripartire nel 2009, ma dopo la catastrofe di Fukushima, due anni più tardi, l’insieme della centrale ha sospeso le attività per ragioni di sicurezza. Ancora oggi è ferma e la data di ripresa delle operazioni rimane sconosciuta. “Se un incidente come quello di Fukushima avesse luogo a Kashiwazaki, la città di Niigata dovrebbe probabilmente essere evacuata a causa


Il Niigata Nippô è stato stampato per la prima volta il 1 novembre 1942.

negli anni Trenta e Quaranta, sono stati rimpatriati dopo la guerra e le navi che li hanno trasportati verso la loro patria sono partite da Niigata. Era facile quindi infiltrare il Giappone, per le spie comuniste”, spiega. Il reporter fa parte del team che copre la vicenda fin dal rapimento di Megumi. Il lavoro senza sosta per scoprire la verità è stato riconosciuto nel 2004, quando il Niigata Nippô è stato premiato per per la serie di articoli “Rapimenti Corea del Nord”. “Per noi l’importante è mantenere il dossier aperto e vegliare affinché la storia non sia deformata o recuperata a fini politici, come tenta di fare la destra giapponese. Abbiamo il dovere di assicurarci che la sorte di Megumi non sia di-

menticata” aggiunge. A 56 anni, i redattore capo BABA Yukio è un veterano del Niigata Nippô. Vi lavora da 35 anni e ha visto il quotidiano subire diversi cambiamenti. “Attualmente, lavorano per il giornale 512 persone. Stampiamo mezzo milione di copie, ma in questi ultimi anni il numero è sceso a causa della crisi del settore dei media. Il fenomeno si è aggravato per il declino della popolazione nella prefettura” constata con dispiacere. Nel 2019, l’edizione del mattino vedeva una distribuzione di 420 000 copie, in grado di coprire il 70% del mercato all’interno della prefettura. L’edizione serale vedeva invece una distribuzione di 38 500 copie. La gigantesca rotativa del Niigata Nippô a Ku-

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della radioattività spinta dal vento. Anche se non si tratta di un vero e proprio movimento anti-nucleare, la popolazione locale non nasconde la sua inquietudine nei confronti di questa centrale enorme. A più riprese, la Tokyo Electric Power Company (TEPCO, che gestisce anche Fukushima) è stata denunciata per la mancanza di trasparenza su alcuni problemi di cattivo funzionamento a Kashiwazaki, tra questi una deliberata falsificazione di dati fornita nel 2002 alle autorità” confida BABA Yukio. Il terremoto del 1964 è stato seguito da uno tsunami che ha risalito il fiume Shinano. Sebbene nella regione di Niigata il rischio tsunami sia meno elevato rispetto al Tôhoku (nel nord-est del paese), gli esperti hanno valutato che onde di quindici metri di altezza potrebbero abbattersi sul litorale della prefettura nel futuro. Di conseguenza, sono state prese diverse misure per migliorare la sicurezza della centrale, in particolare la costruzione di una diga marittima profonda una cinquantina di metri. “Cio’ che ritengo particolarmente inquietante, è che non sia stata trovata ancora nessuna soluzione per il trattamento delle scorie radioattive. Paragono spesso l’industria nucleare a un castello senza toilette. Potete costruire la dimora più bella, ma se non riuscite a sbarazzarvi degli scarti che producete, è uno sforzo inutile. A mio avviso, se non si riesce a risolvere rapidamente questo problema, dobbiamo imperativamente cercare un altro tipo di energia più pulita e più sicura. Osservate quel che succede a Fukushima: non credo che versare enormi quantità di acqua radioattiva in mare sia la cosa migliore da fare” prosegue il redattore capo. Nel 2008, il Niigata Nippô ha ottenuto un nuovo premio per la sua serie consacrata al deficit di sicurezza della centrale di Kashiwazaki-Kariwa. Quando gli si chiede quali siano le storie che interessano maggiormente i lettori del suo giornale, BABA Yukio menziona velocemente la relazione tra il Giappone e la Corea del Nord, in particolare la spinosa questione dei rapimenti. A partire da YoKoTA Megumi nel 1977, almeno cinque abitanti di Niigata sarebbero stati rapiti dai servizi segreti nord-coreani allo scopo di insegnare ai propri agenti la lingua e le abitudini dei giapponesi. Il caso di Megumi è quello che ha maggiormente attirato l’attenzione: la ragazzina aveva appena tredici anni quando è scomparsa rientrando da scuola. Come spiega il giornalista del quotidiano HArA Takashi, due fattori spiegano che la prefettura sia diventata il “terreno di caccia” preferito dei nord-coreani. “Prima di tutto, Niigata è il punto più vicino alla Corea del Nord. Ci sono soltanto 900 chilometri fra le due coste. D’altra parte, ed è forse il punto principale, esiste un legame storico tra Niigata e la Corea: numerosi migranti coreani che avevano lavorato in Giappone

Niigata Nippô

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Il lavoro della redazione è stato ricompensato da numerosi premi giornalistici d’eccellenza. marzo - giugno 2020 N. 17 ZOOM GIAPPONE 7


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A 56 anni, BABA Yukio non manca di ambizione e progetti per il giornale, malgrado il calo delle vendite.

La rotativa ultramoderna assicura la stampa delle edizioni locali di diversi quotidiani nazionali. 8 ZOOM GIAPPONE N. 17 marzo - giugno 2020

rosaki ha preso il posto della vecchia sede del giornale. oltre al quotidiano, assicura la stampa delle edizioni locali di diversi giornali nazionali quali lo Yomiuri Shimbun e il Nihon Keizai Shimbun, ossia 60 000 copie al giorno. “Abbiamo sempre voluto mettere le persone al centro del nostro lavoro non solo in quanto lettori, ma dando la concreta possibilità di contribuire attivamente ai contenuti. Per molto tempo abbiamo avuto una rubrica di lettori chiamata ‘Mado’ (finestra). Una volta a settimana pubblichiamo poi un’altra rubrica con le loro poesie. Siamo anche il solo quotidiano giapponese che pubblica racconti scritti dai lettori” spiega con orgoglio il redattore capo. Per lottare contro il recente calo delle vendite, l’edizione serale è stata sostituita da otona +, un nuovo magazine che si concentra su questioni destinate ai lettori adulti. “La nostra volontà è quella di estendere le possibilità per gli adulti che vivono a Niigata, aiutandoli a vivere meglio e a riflettere a proposito del loro ruolo nella società” spiega. “‘Fumu fumu’ invece ha un target più giovane. Concentriamo i nostri sforzi sulla cultura dei futuri lettori adulti attraverso una serie di iniziative il cui scopo è mostrare ai più giovani che la lettura dei giornali è un’attività importante e al tempo stesso divertente. Ecco perché invitiamo regolarmente dei gruppi di bambini a visitare l’omoshiro Shimbunkan (Il Meraviglioso Museo della Stampa), che si trova all’interno degli edifici delle rotative.” Il Niigata Nippô ha lanciato inoltre il Global Niigata, una rete di corrispondenti all’estero composta da giornalisti originari della prefettura. Attualmente si appoggia su quattro di loro a New York, Parigi, Shangai e Sao Paulo. “Quest’anno finalmente mettiamo tutto all’opera per rafforzare la nostra presenza su internet, rendendo il nostro sito più attrattivo grazie soprattutto alla produzione video. Proponiamo anche un prezzo ridotto per gli studenti. L’età media dei nostri lettori è piuttosto elevata. Dobbiamo assolutamente riuscire ad attirare un pubblico più giovane” spiega BABA Yukio. Indipendentemente dai problemi attraversati dal mondo della stampa, il redattore capo del quotidiano di Niigata ha le idee chiare riguardo al futuro. “Ci sono talmente tante informazioni, talmente tante storie in questo territorio, che non sono ancora state raccontate. Il nostro lavoro e il nostro dovere consistono nello scoprirle e nel far comprendere la loro importanza ai lettori. L’ideale sarebbe che ogni volta che i lettori leggono il nostro giornale, fossero animati da un sentimento di scoperta e di meraviglia. Il mio obiettivo è rendere ogni articolo un’esperienza di lettura davvero interessante” afferma con convinzione. GIANNI SIMONE



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Niigata, principale città dell’omonima prefettura, è una porta sul mare del Giappone e sul suo immenso potenziale.

Il Giappone più discreto Granaio dell’Arcipelago, la prefettura di Niigata conosce diverse difficoltà, ma possiede numerose attrattive.

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uando esplora la prefettura per la prima volta, il visitatore straniero è colpito al contempo dall’importanza delle risaie e dall’incredibile rete di infrastrutture stradali e ferroviarie della regione. Il riso di Niigata e i prodotti derivati dalla sua coltivazione, in primo luogo il sakè, sono considerati a giusto titolo fra i migliori della produzione agricola giapponese. Gli agricoltori locali hanno acquisito una solida reputazione grazie alla qualità dei loro prodotti, ma anche all’influenza che hanno potuto avere sulla politica giapponese. Il loro peso elettorale in un’epoca in cui l’opinione dei contadini valeva oro, spiega perché la prefettura sia stata privilegiata e abbia potuto beneficiare

di impressionanti investimenti, nonostante non meritasse più delle altre regioni dell’Arcipelago. Autostrade e treni ad alta velocità hanno a poco a poco invaso il paesaggio sotto l’impulso di TANAKA Kakuei, tuttora la personalità politica più celebre della prefettura e sicuramente del paese. Ex Primo ministro tra il 1972 e il 1974, membro del Partito Liberal-democratico (PLD) al potere dal 1955 (ad eccezione dei due periodi 1993-1995 e 2009-2012), è l’archetipo del politico giapponese del dopoguerra, una figura carismatica che ha costruito la sua influenza certo grazie al suo talento, ma anche e soprattutto grazie a un clientelismo diventato leggendario. Non è certo un caso se lo scrittore e ex governatore di Tôkyô, ISHIHArA Shintarô, gli ha dedicato una biografia il cui titolo Tensai [Il Genio] riassume assai bene il personaggio. Ha regnato sul Giappone in un’epoca in cui la vita politica nipponica era

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ancora fortemente dipendente dalle aree rurali. In effetti, in quei tempi, si era creata un’interdipendenza tra i contadini e il settore politico. I primi facevano pressione, dalla primavera all’estate, sui secondi, per ottenere un aumento del prezzo del riso acquistato dal governo nel corso dell’anno. A Niigata, dove l’agricoltura ha sempre occupato un posto centrale, le organizzazioni rurali avevano un peso importante poiché erano in grado di mobilizzare fondi consistenti per sostenere i politici più inclini alle loro rivendicazioni. Potevano inoltre incitare gli elettori locali a sostenere coi loro voti i candidati che facevano prova di vicinanza alle loro istanze. Questo spiega come mai TANAKA Kakuei abbia beneficiato per numerosi anni di una solida base elettorale nella prefettura. Bisogna dire che il sistema accordava un peso particolare ai rurali, il che spiega perché le richieste di sovvenzioni


(condizioni climatiche sfavorevoli, infertilità dei terreni, ecc.) fossero molto spesso soddisfatte. Questo dare-avere era una pratica che serviva gli interessi di entrambe le parti. TANAKA Kakuei, così come il suo partito, il PLD, ne hanno approfittato per conservare il potere durante anni. Ciò che ha permesso all’ex capo di governo di conservare una tale aura, è stato anche il suo impegno a favorire l’uscita dall’isolamento delle regioni giapponesi. Alla vigilia del primo choc petrolifero, pubblicò “La scommessa giapponese: costruire un nuovo Giappone” (Nippon rettô kaizô-ron), opera nella quale propone di rivedere l’organizzazione del paese in un momento in cui esso conosce numerose difficoltà (inquinamento, concentrazione urbana). Il suo obbiettivo è quello di limitare l’esodo rurale che ha per conseguenza l’indebolimento economico delle regioni prive di grandi centri urbani. Per riuscirci, scommette sullo sviluppo di infrastrutture moderne di trasporto che permetteranno una riorganizzazione dell’industria. “È possibile trasformare il Giappone in un paese più ricco, meno inquinato e dotato di una migliore qualità di vita per gli abitanti, rispetto a quanto lo sia oggi. Per ottenere ciò, è necessario cambiare il corso della storia moderna che ha concentrato l’industria, la popolazione e la cultura nelle principali zone urbane, e spostare i poli di sviluppo verso i centri più esterni”, scrive. In altri termini, vorrebbe alleggerire il Giappone della costa del Pacifico, il cosiddetto Omote Nihon, in favore dell’Ura Nihon, il Giappone affacciato sul mare del Giappone. Ai suoi occhi, Niigata, la sua terra natale, costituisce il luogo ideale perché le sue idee vengano concretizzate. Cerca quindi di incoraggiare gli investimenti relativi alle infrastrutture. Parla volentieri dell’ “alba di una nuova era, quella dei treni-razzo”, i quali “potranno viaggiare a 500 km/h, ossia quasi due volte più veloci rispetto ai treni odierni”. Se il suo progetto non è privo di senso, possiede tuttavia diversi limiti. Da un lato, Niigata è poco popolata e i costi per costruire soltanto la linea ad alta velocità di 270 km, esploderanno a causa del rilievo che rende i lavori estremamente complessi. La popolazione non gli serberà tuttavia mai rancore, così come non terrà conto del suo coinvolgimento nello scandalo Lockheed che lo obbligherà a lasciare il ruolo di Primo Ministro e gli varrà, dieci anni più tardi, una condanna a quattro anni di prigione. Ancora oggi rimane per la maggior parte di abitanti di Niigata, l’uomo politico di cui vanno più fieri. Sentimento comprensibile, visto che, nel corso degli anni e delle riforme del sistema elettorale, hanno via via perso la loro influenza sulla vita politica. Il mercato del riso, di cui si facevano i paladini più accaniti, si è aperto alle

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Le risaie occupano uno spazio importante nel paesaggio locale.

produzioni straniere mentre i loro suffragi pesano ormai quanto quelli dei cittadini. Visto che sono meno numerosi di quest’ultimi, non sono più in grado di difendere con vigore i loro interessi. Il PLD non ha più bisogno dei contadini per conservare il potere da quando gli elettori urbani delusi dall’opposizione votano per il partito dell’ordine costituito. TANAKA Kakuei conserva una buona immagine, nonostante la sua “scommessa” sia fallita. Il paese è certamente più ricco e meno inquinato rispetto agli anni Sessanta e Settanta, ma il disequilibrio tra le zone urbane e quelle rurali non è stato riassorbito, anzi, si è rafforzato sotto l’effetto

di una demografia capricciosa. Come ricordava il quotidiano locale Niigata Nippô a gennaio, in una serie di articoli graziosamente intitolati “300 km di contrasti” (Sanbyaku kilo no kontorasuto) a proposito della frattura tutt’oggi esistente tra la capitale e questa regione, la prefettura di Niigata subisce più che altrove le conseguenze del declino demografico. Con il 14,7% di abitazioni vuote, ossia abbandonate dopo il decesso degli ultimi abitanti, supera di un punto la media nazionale (13,6%) e di ben 4 punti la situazione della capitale. Il fattore più grave è che la tendenza cresce in maniera esponenziale da circa cinque anni, mentre si stabilizza a livello na-

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I visitatori sono puntualmente accolti col sorriso come qui nel quartiere di Honchôdôri, a Niigata.

zionale e rallenta a Tôkyô. Questa triste constatazione mette in luce il fallimento della politica di governo in favore di una valorizzazione delle regioni rurali ed è naturalmente un peccato. La prefettura di Niigata possiede tuttavia numerose qualità. La sua posizione geografica, la piazza nel cuore dell’Asia orientale: ciò potrebbe permetterle di diventare un centro di attività importante in caso di rafforzamento dei legami economici nella regione. Alla fine degli anni ottanta e all’inizio degli anni Novanta, all’epoca in cui l’unione europea faceva sognare il mondo, compresa l’Asia, una vasta iniziativa economica tra l’Estremo oriente russo, il nord-est della Cina, le due Coree e il Giappone affacciato sul mare interno era nata suscitando un grande entusiasmo presso gli abitanti di Niigata. Erano stati evocati diversi progetti d’investimento, si erano creati collegamenti aerei fra le diverse regioni implicate nell’iniziativa, senza dimenticare la pubblicazione di decine di libri ricchi di previsioni economiche fortunate per la prefettura. Fu l’epoca in cui i concessionari di auto d’occasione vennero numerosi a stabilirsi nella regione, nella speranza di esportare i loro veicoli di seconda mano nella vicina russia, dove il made in Japan faceva sognare. Le difficoltà politiche a livello nazionale hanno

compromesso il progetto di questa nuova zona economica che aveva come fulcro il mare del Giappone. Si possono tuttavia immaginare, negli anni a venire, dei possibili sviluppi di questa idea embrionale. In attesa, Niigata può ancora riporre fiducia nella sua ricchezza agricola che rimane solida nonostante l’invecchiamento della popolazione rurale. rimane davvero il suo punto di forza, basti pensare che il governo giapponese vi ha organizzato, nel maggio 2019, la riunione dei Ministri dell’Agricoltura del G20. Il sakè, altro prodotto di riferimento della regione, è oggi l’oggetto di una vasta campagna di sostegno da parte delle autorità, motivate dall’intenzione di promuoverlo aldilà delle frontiere nazionali. Grazie al suo savoir faire e alla qualità della produzione, Niigata può sperare di approfittare dei vantaggi economici derivanti dall’entusiasmo internazionale per la “bevanda degli dei”. Pare che in molti abbiano compreso l’importanza di mantenere le tradizioni in questo settore, come dimostra la creazione, durante la primavera scorsa, di un gruppo di ricerca sul sakè, grazie all’iniziativa del professor SAWAMUrA Akira dell’università di Niigata. Dopotutto, non c’è niente di straordinario, visto che la prefettura ospita circa 90 fabbriche di sakè, il numero più elevato del Giappone.

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Le ulteriori ricchezze sulla quale la prefettura può contare, sono il suo potenziale turistico e la popolazione accogliente e calorosa. Niigata dispone in effetti di tutti gli elementi per essere una destinazione ambita per i visitatori stranieri. La città col suo quartiere di Furumachi può rivaleggiare con Kyôto per quanto riguarda la cultura delle geisha. Quelle che qui vengono chiamate geigi sono ancora una trentina e animano il quartiere nei ryôtei (locali tradizionali), dove le si può vedere danzare, cantare e recitare, per la più grande gioia dei clienti. Il vantaggio, rispetto all’antica capitale imperiale Kyôto, è la migliore accessibilità. Shibata, situata a qualche chilometro da Niigata, è una città piena di carattere. Merita la visita quanto le città dell’Omote Nihon, Il santuario Yahiko, a sud di Niigata, è un magnifico esempio di architettura giapponese. ospita ugualmente il Shida-no-Otachi, la spada più lunga del paese e il torii alto 30 metri, non cessa di impressionare i visitatori. L’isola di Sado, i fuochi d’artificio di Nagoaka e le sue montagne innevate sono altri punti di forza sui quali la prefettura deve poter contare per non essere considerata come il volto troppo nascosto del Giappone. In più, si trova ad appena due orette di treno da Tôkyô. ODAIRA NAMIHEI


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Tsubame-Sanjô vuole crederci

Sebbene manchi delle attrattive tipiche delle grandi città del Giappone, la cittadina non manca di idee per sedurre i visitatori.

S

e Tôkyô e le altre grandi metropoli giapponesi sembrano a priori non soffrire del calo di popolazione che tocca attualmente il paese, non si può dire altrettanto per le regioni rurali. Le cifre sono sotto gli occhi di tutti e sono implacabili: innumerevoli villaggi e cittadine di provincia si stanno spegnendo rapidamente nell’insieme del territorio nazionale. La città di Sanjô (accanto a quella di Tsubame), situata a una sessantina di chilometri dalla tentacolare città di Niigata, fa parte di quei posti in passato prosperi ma diventati in meno di vent’anni degli “shutter gai”. L’immagine che si cela dietro a questa espressione è forte: “città della cortina di ferro”. In altri termini, la formula fa riferimento agli shoten gai (quartieri commerciali), polmoni delle città del paese, e designa quei centri urbani dove ormai sono sempre più numerosi i negozi dalla serranda chiusa. Una semplice passeggiata nel centro città di Sanjô – in passato molto animato - potrebbe far cadere in depressione anche il più ottimista dei turisti. Sanjô ha ormai tutti i sintomi di una città fantasma: il municipio ha recensito circa 100 000 abitanti e quando ci si allontana un po’ dal centro, l’impressione di deserto si amplifica ancora di più. Le case abbandonate dopo il decesso dei loro proprietari si contano a decine. Dov’è la gente? Dov’è finita la gioventù di Sanjô? “Sono tutti nel Kansai (la regione di Osaka) o nel Kantô (regione di Tôkyô)” precisa un anziano stupito di vedere uno straniero passeggiare lì… Sanjô è una città priva di fascino? Non stiamo a tergiversare, aprite le vostre guide turistiche sul Giappone, che siano in italiano, in inglese o in qualsiasi altra lingua, non troverete nulla sulle città vicine di Tsubame-Sanjô. Quando le guide citano la regione, è evidentemente per evocare Niigata (il suo riso e il suo sakè), Nagaoka o ancora la splendida isola di Sado. Ma riguardo Tsubame-Sanjô, che possiede malgrado tutto una stazione di treni ad alta velocità, nemmeno una parola! In effetti, a livello turistico, queste due cittadine non hanno chiaramente niente di spettacolare da offrire. Qui la pianura è monotona, non ci sono sorgenti calde naturali, niente templi o santuari che mobilitino i pellegrini e niente grandi feste estive che possano motivare la folla a riunirsi qui dalle province vicine. Tsubame-Sanjô è stata sempre un centro industriale e una città dormitorio per le migliaia di operai che lavoravano nelle fabbriche metallurgiche.

Malgrado questa situazione moribonda, la città può essere orgogliosa di qualcosa: il suo savoir faire nel campo metallurgico. E questo, noto fin dagli inizi dell’era Edo (1603-1868)! Già all’epoca, le tecniche d’eccellenza degli artigiani della regione attiravano gli appassionati di begli oggetti in metallo. I viaggiatori tornavano volentieri dal loro soggiorno qui portando con sè degli splendidi kiseru (lunghe pipe di metallo), rasoi o ancora dei calamai, come souvenir. A un altro livello, le prime fabbriche realizzavano chiodi, tenaglie, coltelli, seghe, martelli e altri utensili, i più affidabili del paese. Fin dal XVIII ecolo, la reputazione di Tsubame-Sanjô è solida ed è d’altra parte in questo periodo che nascono atelier attivi ancora oggi. Qualche secolo più tardi, quando i bisogni in ferro e acciaio sono diventati esponenziali, l’artigianato ha lasciato il posto a una fiorente industria. Il Giappone aveva bisogno di matrici e stampi affidabili per fabbricare i componenti necessari alla produzione di carri armati, aerei, armi e milioni di altri oggetti fortunatamente molto più inoffensivi. La maggior parte delle richieste arrivava alle fabbriche di Tsubame-Sanjô. La città è così diventata prospera e ha contribuito allo sviluppo del paese,

prima, ma anche dopo la disfatta della Seconda Guerra Mondiale. C’è da dire che, durante l’era Edo, le città della regione possedevano numerosi templi, santuari e giardini raffinati; la macchina economica ha rasato al suolo tutti questi luoghi culturali per far spazio a nuove fabbriche, sempre più grandi e performanti. Sul piano economico, TsubameSanjô ha vissuto il suo apogeo verso la fine degli anni Sessanta. Centinaia di fabbriche e atelier artigiani aprivano per confezionare macchine e utensili di una precisione e di una complessità stupefacenti. rapidamente, queste competenze hanno saputo esportarsi al di fuori delle frontiere nazionali. Avete già sentito parlare dei marchi nipponici Tôjirô, Gyokusendô, Suwada, Aida Gôdô, o ancora Kondô? Sicuramente no. Salvo se siete falegnami, cuochi, parrucchieri, giardinieri o ancora proprietari di un istituto di bellezza! Tutti questi marchi in effetti fanno la gioia degli artigiani, dei grandi chef e altri artisti internazionali, desiderosi di equipaggiarsi di materiali solidi, affidabili e belli esteticamente. Ancora oggi questi oggetti hanno molto successo. Se l’industria della metallurgia pesante non è più così florida come un tempo, all’epoca delle ambizioni imperiali, la

Florent Gorges

TURISMO

Come altre città di provicnia, Tsubame-Sanjô soffre terribilmente del calo demografico. marzo - giugno 2020 N. 17 ZOOM GIAPPONE 13


Dal 2011, Suwada ha aperto una “open-factory” che permette di osservare gli artigiani al lavoro.

Florent Gorges

piccola metallurgia giapponese di TsubameSanjô prospera sempre grazie al passaparola nazionale e internazionale. L’avrete capito, tutto non è ancora perduto per Tsubame-Sanjô. Scoprendo che gli ultimi artigiani della città rappresentavano un’icona per innumerevoli ristoratori, falegnami, giardinieri e parrucchieri nel mondo intero, le collettività locali hanno deciso di puntare il tutto e per tutto. “Qui non abbiamo né petrolio, né santuari, ma abbiamo degli artigiani!” si potrebbe scrivere senza imbarazzo sul frontone della stazione. Così, da qualche anno, con l’aiuto delle istituzioni locali, le fabbriche hanno praticamente tutte aperto le porte per valorizzare il loro savoir faire nei confronti dei curiosi di passaggio. È ormai possibile visitare dei mini-musei artigianali, comprare drittamente degli articoli appena usciti dagli atelier, o confrontarsi con diverse attività ludiche legate al mondo della metallurgia. Le scuole della regione fanno a gara per parteciparvi! D’altra parte, se avete voglia di scoprire come si fabbrica un cucchiaio, sappiate che certe visite ed esperienze sono proposte in inglese. Per esempio, nel 2011, la fabbrica Suwada ha interamente rinnovato i suoi locali per aprire una magnifica” open factory” dove si possono ammirare gli artigiani lavorare il ferro, dietro a grandi vetrate. È molto impressionante, incredibilmente appassionante e soprattutto gratuito. Benintesi, un passaggio dalla boutique permette di ripartire con uno dei numerosi oggetti regolarmente premiati ai concorsi nazionali di “good design”. Il best seller della società, è il tagliaunghie. Suwada ne vende decine di migliaia nel mondo ogni anno! Quando ho sentito queste cifre, sono stato ovviamente sorpreso. Così tante persone sarebbero pronte a pagare una cinquantina di euro per un semplice tagliaunghie? A titolo informativo, tutte le fabbriche della zona lavorano soprattutto con l’industria del lusso. riguardo ai nostri famosi tagliaunghie, sono evidentemente i grandi brand degli istituti di bellezza o i saloni di manucure più esclusivi che se li contendono. “Provi e vedrà la differenza” mi è stato suggerito. Ho provato e, effettivamente, ho constatato una vera differenza col mio tagliaunghie (già arrugginito) acquistato in un negozio a buon mercato. La stazione shinkansen di Tsubame-Sanjô è ugualmente diventata una vetrina delle attrattive locali. Su una superficie di 800 m² e soprattutto lungo i portici che permettono di accedere ai binari, lo Tsubame-Sanjô Wing fa la promozione di tutti gli artigiani della regione. Dentro magnifiche vetrine, con tanto di supporti video, centinaia di oggetti d’uso quotidiano (bacchette, scodelle, posate, rasoi, ecc.) sono esposti vicino a strumenti più complessi come ricambi in acciaio per mac-

Suwada (Sanjô/Niigata)

ZOOM INCHIESTA

La stazione shinkansen di Tsubame-Sanjô propone ai viaggiatori di scoprire la produzione locale.

chinari industriali rigorosi in termini di esigenze tecniche (motori, turbine, ecc.) Per permettere ai visitatori di rendersi conto del livello di eccellenza dei suoi abitanti, questa ambasciata del commercio locale non esita a valorizzare certi prodotti come ad esempio, queste lussuose posate “utilizzate in diversi ristoranti di Joël Robuchon”. Inoltre, un cartello posto recentemente all’entrata annuncia orgogliosamente che le posate impiegate nella serie culinaria più popolare del momento Guran Mezon Tôkyô [Grande Casa Tôkyô], su TBS, con TAKUYA Kimura, provengono da Tsubame. Se i fan della star passeranno di là, nessun dubbio: cederanno all’acquisto di un kit completo di coltelli e forchette. Infine, per il vostro piacere, ecco un’altra iniziativa locale divertente: un po’

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simile alle carte da gioco e da collezione Pokemon, esiste ormai anche il gioco Guardians of the Artisans (Guardie degli Artigiani). Al posto dei celebri mostriciattolo di Nintendo, i personaggi raffigurati sulle carte locali sono tutti artigiani che lavorano negli atelier della regione! Questa manciata di iniziative per attirare e sedurre i turisti è solo un assaggio dei mile progetti lanciati da Tsubame-Sanjô. Saranno efficaci veramente? Non siamo stati in misura di raccogliere le cifre ufficiali della presenza turistica, ma, a sentire i fabbricanti e i commercianti di Wing contattati, “i turisti ritornano, a poco a poco”. In ogni caso, la popolazione di Tsubame-Sanjô si attiva e crede nel suo potenziale di attrazione. Ci crede, armata di una volontà di ferro… FLORENT GORGES



Eric Rechsteiner per Zoom Giappone

ZOOM CULTURA

In qualunque stagione i fuochi d’artificio di Nagaoka sono sempre meravigliosi.

TRADIZIONI Lo hanabi di Il festival dei fuochi d’artificio di questa città è uno dei più popolari del Giappone.

I

l Giappone possiede una lunga e ricca storia di feste tradizionali, matsuri, sparse ovunque, da Hokkaidô a okinawa. Esse sono un’occasione per celebrare eventi locali o mantenere delle usanze stagionali come onorare gli spiriti degli anziani in estate o manifestare il rispetto dinnanzi alle kami (divinità) locali. Vi sarà probabilmente capitato di vedere portare per strada dei pesanti mikoshi (santuario scintoista portatile) da persone vestite con abiti tradizionali

Nagaoka

colorati, happi, e un foulard, hachimaki, annodato intorno alla testa. Purtroppo molte di queste significative feste rischiano di scomparire a causa dello spopolamento e della carenza di fondi: non solo le regioni rurali sono colpite da queste difficoltà ma anche i centri più grandi iniziano a risentirne. Due anni fa, per esempio, il celebre festival di danza Awa Odori di Tokushima ha avuto il minimo storico di partecipanti. Per fortuna c’è anche qualche controtendenza, come la città di Nagaoka, che sta vivendo un certo splendore. Situata a due fermate da Niigata sulla linea a grande velocità Jôetsu che collega

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la prefettura di Niigata alla capitale, Nagaoka è celebre nell’Arcipelago per il suo festival di fuochi d’artificio (hanabi) che si svolge i primi tre giorni di agosto e genera introiti importanti. I festival pirotecnici sono un classico dell’estate, nel solo mese di agosto se ne contano più di duecento in tutto il paese, ma quello di Nagaoka è sicuramente uno dei più noti (https://nagaokamatsuri.com/en/) e i suoi organizzatori stanno cercando di ampliarne la notorietà a livello mondiale. Questi fantastici fuochi sono già presenti al festival annuale di Honolulu alle Hawaï, ma il prossimo obiettivo è quello di far diventare Na-


Eric Rechsteiner per Zoom Giappone

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Nonostante le basse temperature invernali, gli spettatori sono sempre numerosi ad assistere al tramonto al meraviglioso spettacolo.

gaoka la città di riferimento per i fuochi d’artificio in Giappone, ampliando la portata degli eventi tra cui l’edizione invernale Winter Fantasy, che dura un giorno, o quella autunnale, il Nagaoka Come Hyappio Fest. Quest’ultimo è un festival che unisce musica e gastronomia (Come - generalmente scritto “kome” - significa “riso”, prodotto famosissimo delle prefettura di Niigata), si svolge a metà ottobre e propone concerti, stand di cibo e ovviamente spettacoli pirotecnici. Questi differenti eventi hanno contribuito ad aumentare la reputazione di tutta la prefettura, come sostiene HIGUCHI Katsuhiro, nato a Nagaoka e proprietario di un’azienda alimentare locale. Da diversi anni implicato nella gestione del festival e della rinascita della città, è attualmente direttore generale della Nagaoka Fireworks Foundation. “Circa trentacinque anni fa vivevo ancora a Tôkyô e la prefettura era quasi inesistente agli occhi degli altri, quando dicevo che ero originario di Niigata, la maggior parte delle persone dicevano: Ah sì, è il luogo di nascita di Tanaka Kakuei, (ex Primo Ministro!). Altri invece men-

zionavano il riso, ma nessuno aveva mai sentito parlare di Nagaoka. Avevo quasi iniziato a sviluppare un complesso d’inferiorità perché venivo da un luogo che nessuno conosceva. Ora, invece, sempre più persone conoscono il nostro festival e dicono frasi come: Ah sì, non è lì che fanno quegli incredibili fuochi d’artificio? Mi piacerebbe andarci. Questo mi rende fiero del lavoro che abbiamo costruito negli anni; all’origine il festival di Nagaoka era un evento estremamente locale, dal popolo per il popolo” spiega HIGUCHI. Il primissimo fuoco d’artificio ebbe luogo nel 1879 presso il santuario Hachiman ed è diventato un evento regolare dal 1906. Tuttavia la versione attuale è stata organizzata per la prima volta il primo agosto 1946, esattamente un anno dopo la distruzione di Nagaoka durante un raid aereo americano , con l’obiettivo di ricordarsi del passato della città e celebrarne la resurrezione dopo la guerra. “All’epoca è stato battezzato festival della ricostruzione del dopo guerra, ma era stato causa di controversie poiché alcune persone erano contrarie ad ogni forma di

celebrazione anche in considerazione del fatto che il processo di ricostruzione vero e proprio era ancora distante dall’essere terminato. Gli organizzatori del festival vedevano le cose diversamente; dopo aver vissuto una tragedia tale gli abitanti di Nagaoka dovevano essere incoraggiati e pensavano che un tale evento avrebbe potuto dar loro il coraggio e la motivazione di cui necessitavano per ricostruire la città. Infatti, ancora oggi, il motto del festival è Ricordo-Rinascita-Pace”, spiega il patron della Nagaoka Fireworks Foundation. Eppure questo festival in piena crescita suscita ancora la controversia: «Nel corso degli ultimi anni la popolarità dei fuochi d’artificio ha acquisito risonanza, attirando sempre più persone. Eravamo al punto di non riuscire a gestire questi numeri e abbiamo dovuto far fronte a problemi urgenti: è nata così la fondazione, anche se non tutti ovviamente erano d’accordo. Nagaoka non è mai stata una città turistica e gli organizzatori dell’evento non avevano mai pensato di fare del festival un’attrazione. Come vi stavo spiegando abbiamo dovuto attivarci per far fronte a questa popolarità

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Nagaoka Fireworks Foundation

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A differenza dell’edizione estiva, il Winter Fantasy dura solo un giorno ed è composto da soli due fuochi d’artificio.

crescente, Nagaoka è stata la prima città del Giappone a creare un’organizzazione di questo tipo”, ci spiega. La principale motivazione era di evitare la nascita di numerosi matsuri in Giappone. “A Nagaoka abbiamo realizzato che i tempi erano cambiati e che il solo modo di sopravvivere era adattarci al cambiamento, facendo del festival un’attrazione turistica che piacesse ai visitatori provenienti da fuori. Chiaramente questo non doveva significare l’annullamento dei nostri valori tradizionali e degli ideali promossi dal nostro evento”, prosegue HIGUCHI Katsuhiro. La recente popolarità del festival di Nagaoka legata allo spettacolo Phénix, vede la sua origine in un’altra pagina nera della storia della città. Il 23 ottobre 2004 la regione è stata scossa da un terremoto di magnitudo 6,8, causando la morte di 68 persone, oltre a 4805 feriti e provocando il primo deragliamento di un treno ad alta velocità. Per i cinque giorni seguenti la città di

Nagaoka è stata colpita da una quindicina di violente scosse. “Sulla scia dei nostri padri che avevano sviluppato il festival dei fuochi d’artificio dopo la guerra, abbiamo deciso di creare un nuovo grande evento per pregare per la ricostruzione della città”, racconta HIGUCHI. “Siamo riusciti a raccogliere dieci milioni di yen per un nuovo spettacolo di fuochi che abbiamo chiamato Phénix e dopo vari tentativi abbiamo optato per il format attuale: nove postazioni di lancio per una lunghezza totale di due chilometri. Durante i cinque minuti di spettacolo una fenice blu appare, pare sia di buon auspicio per chi riesce a scorgerla”. Lo spettacolo è sempre accompagnato da Jupiter, la famosa canzone della cantante pop HIrAHArA Ayaka. “Come potete immaginare, le persone si sentono perdute dopo un terremoto. In quel periodo la canzone veniva trasmessa continuamente alla radio e alcune sue parole dicono ‘non sei solo’, dando speranza alle vittime

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della catastrofe, per questo abbiamo pensato fosse perfetta per accompagnare lo show pirotecnico e Hirahara ce lo ha gentilmente concesso”, ci confida HIGUCHI Katsuhiro. Le starmine della musica sono probabilmente le tecnologie soggette ad un’evoluzione continua in ambito pirotecnico. Si tratta di computer utilizzati per sincronizzare i fuochi d’artificio e la musica per creare un’esperienza totale in cui gli elementi visivi e quelli sonori si rincorrono e si rinforzano a vicenda. Se foste interessati al matsuri vi raccomandiamo di fare un giro a Nagaoka o per l’edizione Winter Fantasy, più breve, o per quella completa di agosto, in contemporanea con lo svolgersi di un evento tôrô-nagashi (lanterne di carta galleggianti) durante il quale una moltitudine di piccole barche che portano delle lanterne come offerta alle anime dei morti, galleggiano lungo il fiume, crea uno spettacolo veramente unico e magico. JEAN DEROME



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I tesori dell'isola di Sado

A due ore e mezza da Niigata, l'isola, che un tempo fu una terra d'esilio, offre oggi molti luoghi d'interesse.

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urante una giornata di sole e incredibilmente calda per essere dicembre, di prima mattina sono salito su un battello a Niigata per un viaggio di 2 ore e mezza fino all'isola di Sado. La sesta isola più grande del Giappone potrà sembrare minuscola rispetto agli altri territori, ma presenta in realtà una circonferenza di 260 km ed è una volta e mezzo più grande dei 23 quartieri di Tôkyô. In altre parole, è abbastanza grande perché siano necessari tre giorni per esplorarla al meglio e sperimentarne la cucina tipica, la cultura tradizionale e i suoi siti turistici. oggi l'isola attira un buon numero di turisti, grazie alla sua natura incontaminata (è l'ultimo habitat naturale del toki o ibis giapponese dalla cresta selvaggia, un uccello specie protetta a livello internazionale) e al suo patrimonio musicale, in particolare al festival organizzato dal celebre gruppo di tamburi giapponesi Kodô. Ciononostante il passato dell'isola ha più ombre che luci. Diversi romanzi tragici mettono Sado in primo piano, soprattutto "Il so-

vrintendente Sansho" (Sanso dayu), capolavoro del 1954 di MIZUGUCHI Kenji, dove la famiglia di un governatore in esilio cade in un'imboscata sulla strada per andarlo a trovare e sua madre viene venduta come prostituta a Sado. E a proposito di esilio, quando l'isola è passata sotto il controllo diretto delle autorità giapponesi nel corso dell'ottavo secolo, molte personalità politiche, religiose e culturali, vi sono state confinate dopo essere cadute in disgrazia per diverse ragioni, passando quasi tutte lì il resto della loro vita. Questa pratica si è protratta fino al diciottesimo secolo, sotto il regno di Tokugawa. Tra gli esiliati più celebri possiamo citare HoZUMI Asomioyu, poeta mandato a Sado nel 722 per aver criticato la famiglia imperiale, o il monaco buddista NICHIrEN (1271), che aveva avuto da ridire con lo shogunato Kamakura e con delle sette buddiste. Addirittura un imperatore, JUNKoTU, vi fu esiliato per aver avuto un ruolo importante nella rivolta di Jokyu nel 1221. Anche ZEAMI, il più grande drammaturgo del teatro Nô, non riuscì a sottrarsi da tale destino. Dopo aver conosciuto la gloria e il successo sotto la tutela dello shôgun ASHIKAGA Yoshimitsu, cadde in disgrazia sotto i suoi successori, finché venne esiliato nel 1434. La sua influenza sul suo nuovo ambiente fu tale che questa forma di espressione teatrale mise radici profonde

Copia del Kiyomizu-dera di Kyoto, il Sesui-ji è una delle curiosità dell'isola di Sado. 20 ZOOM GIAPPONE N. 17 marzo - giugno 2020

nella vita sociale e culturale di Sado. Nonostante il Nô sia senza dubbio la tradizione teatrale più sofisticata in Giappone, gli abitanti la affrontano con un atteggiamento rilassato, mangiando, bevendo ed applaudendo proprio durante le stesse rappresentazioni. Tempo fa si contavano quasi duecento magnifiche scene di Nô in tutta l'isola. oggi se ne contano circa una trentina, ovvero un terzo di tutte quelle presenti nell’arcipelago; si trovano di solito nei santuari e molte persone, specialmente contadini, sono in grado di interpretare qualche scena. Ho visto molti santuari e templi durante la mia visita, ma nessuno bello come il Seisu-ji, un tempio di 1200 anni che non mancherà certo di suscitare la curiosità di quelli che conoscono Kyôto. Infatti il Seisui-ji è una replica più piccola ma pur sempre fedele del Kiyomizu-dera, costruito da un monaco che, durante la sua visita a Sado nell’808, realizzò che doveva essere molto difficile per gli isolani recarsi nella capitale imperiale per scoprirne i tesori. Benché privo dello splendore maestoso della costruzione a cui è ispirato, il Susei-ji è molto più rilassante, dal momento che non vi sono orde di turisti con le loro macchine fotografiche. È anche piuttosto fatiscente, cosa che lo rende paradossalmente più intrigante. L'altra importante caratteristica storica dell'isola è molto più recente: la miniera d'oro e d'argento di Aikawa. Sebbene già citata in "Antologia delle avventure del passato" (Konjaku monogatari shû), un'antologia di racconti della fine del dodicesimo secolo, la cava è stata sfruttata sistematicamente a partire dall'inizio del diciassettesimo secolo dal nuovo Shogunato dei Tokugawa. Durante il suo periodo di apogeo forniva 400 kg di oro all’anno: questa nuova prosperità attirò ingegneri, minatori, tecnici e carpentieri. Tuttavia l'aumento della popolazione non fu sufficiente ad assicurare il funzionamento rapido della miniera, cosa che portò il governo a inviare dozzine di senzatetto da tutti i paesi a Sado e a costringerli a lavorare in schiavitù. Essi erano noti come hoito e, come i burakumin, erano vittime di discriminazione e vivevano in condizioni durissime. otto grosse cave d'oro si estendevano per 3 km da est a ovest, 600 m da nord a sud e a 800 m di profondità. In totale 78 tonnellate d'oro e 2300 d'argento giunsero a riempire le casse del governo durante i 373 anni di sfruttamento tra il 1601 e il 1974. Dopo essere stata definitivamente chiusa nel 1989, la miniera fu conservata come esempio di patrimonio industriale ed è diventata un'attrazione turistica che ospita oggi dozzine di automi spaventosi che martellano. Ci sono due cave principali, una del periodo Edo (16031868) e un'altra del periodo Meji (1868-1912),


Eric Rechsteiner per Zoom Giappone

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Shukunegi era uno dei luoghi in cui si concentrava la ricchezza dell’isola, mentre oggi è un villaggio deserto.

per un totale di 400 km di tunnel (stessa distanza che separa Sado e Tôkyô). Dall'esterno ci si può recare su uno dei siti più emblematici dell'isola, la montagna che si trova sopra la miniera. Questa ha perso la sua parte centrale, come se un gigante l’avesse colpita con la sua ascia di guerra. A parte la cava, la situazione geografica di Sado, dove si congiungono correnti calde del sud e il freddo del nord, la rese uno scalo vitale per i kitamaebune, navi mercantili che viaggiavano per il mare del Giappone e assicuravano gli scambi tra osaka e Hokkaidô. Le navi acquistavano prodotti locali a prezzi inferiori prima di venderli a prezzi più cari in luoghi lontani. Prodotti popolari di Sado erano quelli in bambù e paglia, i cachi secchi, le reti da pesca, la pasta di miso, la salsa di soia e la bevanda degli dei, il sakè. La città di ogi divenne porto importante per il commercio di oro e argento, e il luogo dove i prodotti culturali provenienti da tutto il Giappone potevano entrare nell'isola. Ad esempio

Sado Okesa, una canzone popolare giapponese, è ispirata ad una melodia che viene da Kyûshû. D'altronde il Kojishimai è uno spettacolo di danza e musica shintoista apparso inizialmente nel Tohoku, a nord est dell'isola di Honshû. Ai giorni nostri ogi è una piccola cittadina tranquilla per gran parte dell’anno. Il santuario Kisaki, una delle rare testimonianze delle epoche antiche, è stato costruito per pregare per una navigazione sicura, ed è qui che l'oro e l'argento venivano immagazzinati prima di essere imbarcati sulle navi per lo Honshû. L'ultimo obiettivo del mio soggiorno era Shukunegi, un villaggio un tempo abitato, di fronte ad una piccola insenatura a qualche chilometro a ovest di ogi. Molti marinai vivevano qui, e Shukunegi possedeva, si diceva, un terzo della ricchezza totale di Sado, mentre oggi è una sorta di città fantasma (non ci sono che tre case aperte al pubblico). Lo spettacolo è davvero affascinante, oltre cento abitazioni su un ettaro di terra. I muri ab-

battuti dalle intemperie furono costruiti con delle assi di navi, dunque l'intera zona è oggi patrimonio nazionale da salvaguardare, per i suoi battelli e la sua architettura tradizionale. Aspettando il traghetto per Niigata mi sono fermato in un piccolo ristorante di ramen, nascosto in un vicoletto. Nakamura-San, la proprietaria di circa sessanta anni, sembrava molto soddisfatta della sua vita e della sua boutique, aperta da sua nonna circa cinquanta anni fa. “Mi sono trasferita a Tôkyô poco tempo dopo il liceo, ma dopo qualche anno sono dovuta tornare a Sado e ci sono rimasta”, racconta. E mentre lei è tornata nella sua terra d'origine, in molti l'hanno invece abbandonata per sempre. Secondo lei, venti-trenta anni fa, 100 000 persone vivevano sull'isola, quando oggi sono meno di 53 000. Uno stormo di gabbiani ha accompagnato il traghetto fuori dal porto di ryôtsu, mentre continuavo a guardare l'isola al tramonto, promettendomi che sarei tornato. J. D.

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ZOOM CULTURA ARTE

Al ritmo dei tamburi di Kodô

Trasferitosi sull'isola agli inizi degli anni ’ 70, il gruppo di percussionisti ha creato legami solidi con il luogo, traendone ispirazione.

A

partire dai suoi esordi a Berlino nel 1981, il gruppo di percussionisti Kodô (www.kodo.or.jp/en) ha introdotto il tamburo taiko nel mondo della musica. Con base sull'isola di Sado, al largo delle coste di Niigata, questa band si consacra alla preservazione della musica tradizionale giapponese rimanendo sempre aperta a ogni genere di collaborazione artistica, dal teatro alla musica rock. Zoom Giappone ha avuto la possibilità di incontrare SUMIYoSHI Yûta, membro dei Kodô, in occasione dell’esecuzione del gruppo a Tôkyô, lo scorso dicembre. A ventotto anni, il giovane è conosciuto come il “creatore dei suoni" della band. oltre ad essere uno dei solisti principali, ha composto svariati pezzi ed è stato il direttore musicale delle due ultime opere più importanti del gruppo, Meguru e NoVA. I Kodô sono attualmente in tour in Europa e dopo le varie tappe in Francia, si esibiranno in Gran Bretagna, Germania e talia. Ho sentito dire che ha iniziato a suonare il taiko quando era piccolo. Gli altri membri della sua famiglia erano accomunati dalla sua stessa passione? SumIYoSHI Yûta: Assolutamente no. Penso che ad aver giocato un ruolo determinante nel mio interesse per questa forma di espressione musicale sia stato essere cresciuto in un ambiente in cui ho avuto la fortuna di vedere a più riprese degli spettacoli di taiko, come il Shishimai (la danza del leone), in occasione dei festival tradizionali locali. Poi, circa all'età di otto anni, mi sono unito ad

un gruppo di taiko: ho iniziato così. Che cosa apprezza del taiko? S.Y.: Per cominciare, amo la sua ampia gamma musicale, capace di variare da suoni udibili a malapena ad altri di una potenza incredibile, tutto questo senza aver bisogno di ricorrere ad alcun tipo di amplificazione elettronica. Ti permette di esprimere una grande varietà di emozioni in maniera semplice e diretta. Per dirla in un altro modo, amo la fisicità dello strumento: percuotere il tamburo e essere a mia volta toccato dalle sue onde sonore mi fa stare bene. È entrato nel vivo della formazione della band nel 2010 dopo aver terminato i suoi studi secondari. Come si diventa un membro dei Kodô? S.Y.: Non ci sono delle condizioni preliminari particolari. Chiunque dai 18 ai 24 anni può provare a cominciare. Al momento dell'audizione, più che le competenze musicali, i membri del gruppo si interessano prima di tutto della forza fisica, della resistenza, del kai (lo spirito guerriero) e delle competenze comunicative. Coloro che passano il test si trasferiscono al villaggio Kodô sull'isola di Sado. Lì vivono in comunità per due anni in un centro di apprendimento: impareranno a suonare il taiko, il flauto di bambù, a cantare e a danzare e a padroneggiare anche altre arti tradizionali come il teatro Nô e Kyôgen (una forma comica di teatro giapponese) e certamente la cerimonia del tè. Coloro che passano l'audizione alla fine di questi due anni di studio sono selezionati come membri apprendisti junior e trascorrono un ulteriore anno di formazione. Ciononostante sono soltanto coloro che superano l'esame finale a poter diventare effettivamente membri del Kodô. Immagino che sia molto difficile arrivare fino alla fine di questo percorso di formazione.

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S.Y.: Ogni anno è diverso, e talvolta capita che nessuna delle persone ammesse a partecipare alla formazione diventi un membro effettivo del gruppo. Nel mio caso, 22 dei 25 aspiranti apprendisti hanno passato la prima audizione, ma solamente 7 0di noi sono riusciti ad affrontare anche gli anni successivi. Su questi 7, 4 sono diventati membri junior, gli altri 3 hanno abbandonato strada facendo. Sono dunque rimasto l'unico dei 22 candidati originari ad essere arrivato fino alla fine e ad essere diventato un membro del Kodô. È stato difficile adattarsi a questo stile di vita all’età di diciotto anni? S.Y.: Lo stile di vita e il programma di allenamento al centro di formazione sono particolarmente restrittivi e severi, a cominciare dagli orari. Bisogna alzarsi molto presto al mattino e il carico di lavoro, soprattutto per quanto riguarda lo sforzo fisico, è incredibilmente elevato. Diciamo che se non siete completamente concentrati e pronti a fare tutto ciò che è necessario per diventare membri del gruppo, ci sono grandi probabilità che il vostro tentativo si concluda con un fallimento. Evidentemente, tutti gli aspiranti apprendisti amano la musica e le percussioni, ma far parte di un gruppo come i Kodô, soprattutto all'inizio, è tutt'altro che un piacere. In veste di apprendista, mi sono dovuto spingere oltre i miei limiti e ho dovuto affrontare le mie lacune. Non riesco neanche a contare tutte le volte in cui mi sono ritrovato davanti un ostacolo, sapevo di doverlo superare se volevo davvero farcela… Ad essere sinceri, più di una volta ho pensato di gettare la spugna, ma sono contento di non averlo fatto. Come si svolgono le sue giornate al villaggio di Kodô? S.Y.: Contrariamente agli apprendisti, i membri


OKAMOTO Takashi

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marzo - giugno 2020 N. 17 ZOOM GIAPPONE 23


OKAMOTO Takashi

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I membri del gruppo hanno sviluppato un forte legame con l'isola di Sado e con le comunità locali.

del gruppo non vivono in comunità ma in villaggi vicini e si recano quotidianamente al centro. Di solito mi sveglio presto, accompagno mia figlia alla scuola materna e arrivo al villaggio verso le 9:00 e provo dei pezzi con gli altri, lavorando in particolare su delle nuove composizioni. Il pranzo è alle 12:30, poi mi rimetto al lavoro fino alle 18:00 e rientro a casa. I membri più giovani continuano le prove tutta la sera, fino alle 22:00 e talvolta anche più tardi. Si esercitano letteralmente tutto il giorno. Bisogna anche tenere presente che passiamo soltanto circa un terzo dell’anno sull’isola

di Sado. Tutto il resto del tempo è dedicato ai tour, nell'arcipelago o all'estero. Quando si è trasferito per la prima volta sull'isola di Sado qual è stata la sua prima impressione? S.Y.: Sono stato colpito dalla natura. È un luogo in cui la si può scoprire in maniera molto diretta. Il clima non è dei più favorevoli con le sue estati molto calde e i suoi inverni letteralmente glaciali, eppure è un luogo molto piacevole in cui vivere. Il mare è meraviglioso e di notte si possono vedere le stelle brillare alte nel cielo. Non esiste alcun filtro

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tra te e i fenomeni naturali che ti circondano. Tutto questo contribuisce a lasciarti delle sensazioni molto forti e particolarmente arricchenti. Dopo averci vissuto per un certo periodo, comunque, inizi ad accorgerti del netto conflitto tra un suo lato luminoso e quello oscuro. Mi ha colpito ad esempio la violenza con cui le onde ruggenti si infrangono sugli scogli, così come mi hanno colpito le grotte scure e profonde dell’isola. Lei è originario dell'isola di Shikoku, la più piccola delle quattro principali isole del Giap-


pone, che è comunque molto più grande rispetto a Sado. Quali sono le maggiori differenze tra le due? S.Y.: La differenza principale è la pressoché totale assenza di neve a Shikoku. La prima volta che l'ho vista a Sado, non sapevo come comportarmi da quanto ero felice. In seguito, a forza di vederla tutti i giorni, il sentimento di meraviglia iniziale è finito per svanire. Dopo un po' preghi soltanto che la neve sparisca (ride). Oltre a questo, più che le differenze, apprezzo il fatto che Sado e Shikoku abbiano conservato gran parte delle loro tradizioni: il matsuri (feste tradizionali) e la musica. Il primo gruppo Kodô è stato creato da DEN Tagayasu, perché ha scelto l'isola di Sado come base? S.Y.: Il gruppo di DEN, Ondekoza, si è installato a Sado all’inizio degli anni ’ 70 in un’epoca in cui molti giovani lasciavano l'isola per spostarsi nelle grandi metropoli. Den ha deciso di fondare una scuola consacrata allo studio delle arti e dei mestieri tradizionali giapponesi, attraverso cui voleva attirare dei giovani a Sado. Il gruppo di taiko è stato inizialmente creato al fine di raccogliere i fondi necessari alla costruzione di questa scuola.

Den è partito all'inizio degli anni ’ 80 per lanciare un altro gruppo ed è in quel momento che gli Ondekoza di Sado sono diventati i Kodô. Suppongo che il gruppo abbia instaurato un forte legame con l'isola. S.Y.: La maggior parte delle persone che gravitano attorno alla band viene da altre regioni del Giappone, ma siamo tutti diventati membri attivi della comunità locale. Siamo tutti ispirati dall'ambiente naturale di Sado e dalle sue ricche tradizioni culturali. Per esempio, gli apprendisti del gruppo partecipano alle feste dei villaggi vicini, e l’apprendimento del rito attuale del tamburo del demone (ondeko ou onidaiko) insieme agli abitanti fa ormai parte del loro programma di studi. La vostra band è conosciuta per la sua collaborazione con vari artisti e musicisti. L'anno prossimo presenterete un nuovo progetto chiamato NoVA(www.kodo.or.jp/ nova/en/), creato con il celebre regista canadese Robert Lepage. Come ha preso forma questa cooperazione? S.Y.: Ci siamo incontrati per la prima volta quando Robert Lapage era a Niigata per presentare uno dei suoi progetti ed è venuto a farci visita sull’isola di Sado. A quanto pare, apprezzava la

nostra musica da parecchi anni e abbiamo dunque subito deciso di progettare uno spettacolo insieme. Robert si è incaricato del concepimento dell'opera e noi della musica. Che cosa può dirci di questo progetto? S.Y.: Nel linguaggio astronomico “nova" è la “nuova stella”: questo lavoro si basa sull'idea della nascita dell'universo. Inizialmente è nata la flora, poi la fauna ed infine gli uomini. Questi ultimi si sono uniti in comunità, ma con le comunità vengono i conflitti e con i conflitti la distruzione a cui è seguita una rinascita, e il ciclo che ricomincia. È una sorta di opera filosofica in cui faremo ricorso alla tecnologia per unire musica e immagini. Di solito sono i musicisti che se ne occupano e che modulano i suoni in base alle figure rappresentate sullo schermo. Nel caso del progetto NOVA, sarà un computer a generare delle immagini in relazione alla musica che noi suoniamo. Attraverso questo lavoro vogliamo esprimere l'idea che scienza, tecnologia e spirito umano non sono necessariamente degli elementi antitetici. La tecnologia è di fatto un altro strumento per migliorare la nostra umanità. INTERVISTA REALIZZATA DA J. D.

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La prefettura supera largamente Hokkaidô e Akita nella produzione di riso.

TERRITORIO

Non c’è solo il riso nella vita!

La prefettura di Niigata, molto reputata per la produzione di riso, può vantare altri interessanti prodotti.

K

oshihikari, questo termine evoca sicuramente qualcosa agli appassionati di cucina giapponese e di riso in particolare. Si tratta della principale varietà

coltivata nella prefettura di Niigata, considerato il riso più aromatico del Giappone, titolo conteso ad altre regioni produttrici. Il koshihikari ha contribuito a estendere la notorietà della regione in termini di coltivazione di riso ben al di là delle frontiere nazionali. Negli scaffali dei negozi di alimentari che vendono prodotti giapponesi, i

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sacchi della varietà koshihikari (non sempre provenienti solo da Niigata) sono spesso i primi esposti. Eppure alla base non si tratta di una qualità di riso locale, anzi fu sviluppata nella prefettura più a sud sotto il nome di etsunan 17, ma a causa della mediocrità dei risultati ottenuti gli agricoltori della regione non lo adottarono,


ZOOM CUCINA notorietà della melanzana sia dovuta al fatto che la maggior parte della sua consumazione sia interna alla prefettura stessa, infatti solo il 34% della produzione è esportata. Grazie al clima caldo e umido della regione, la melanzana ha trovato il terreno ideale di coltura, tra la stagione del trapianto e quello della mondatura del riso. Nella regione di Nagaoka si trovano i migliori produttori di melanzane e molti ristoranti propongono specialità a base di differenti qualità di melanzana, come la yakinasu, consigliata per essere grigliata, o la kinchaku, piuttosto dolce che si sposa bene con lo zenzero. Le fave di soia, o edamame, sono un altro prodotto di cui Niigata è leader con la proposta di circa quaranta

varietà diverse. La kurosaki Chamame è tra le più note tra gli estimatori per il suo indistinguibile aroma e la sua tipica croccantezza. Prodotta a Kurosaki, nella zona di di Nishi a Niigata, è senza alcun dubbio la “regina degli edamame”. Infine ci sono anche prodotti ittici che hanno permesso lo sviluppo di una gastronomia di alta qualità. Nel periodo del XVII°-XVIII° il porto di Niigata era una tappa importante per i kitamaebune, le imbarcazioni che assicuravano il commercio tra il nord e il sud dell’Aripelago, permettendo così a questa regione di sviluppare una solida e inedita cultura gastronomica da proteggere e valorizzare. G ABRIEL B ERNARD

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a differenza dei loro omologhi di Niigata che ne fecero invece il loro prodotto di punta. Grazie ad esso, la prefettura occupa una posizione di spicco tra le produzioni di riso, di gran lunga davanti a Hokkaidô e Akita. Gli agricoltori locali sono riusciti a capire come coltivarlo nonostante le notevoli difficoltà, è dunque facilmente comprensibile il loro senso di fierezza nel possedere la ricetta di questo meraviglioso “oro bianco”. Le città di Uonuma e di Minami-Uonuma, a sud-est della prefettura, forniscono la migliore qualità di riso grazie alle favorevoli condizioni microclimatiche, quali il calore di giorno e la freschezza notturna, che regalano al riso un sapore unico e molto ricercato. L’abbondanza della produzione di riso in questa regione circondata dalle montagne e ricca di acqua purissima, è comprovata dalla nascita di numerose fabbriche di sakè artigianali. Con le sue ottantanove aziende specializzate nella realizzazione della preziosa bevanda fermentata, la prefettura è in cima alle classifiche nazionali, complice il cambiamento dei gusti. Verso gli anni ’ 80 i giapponesi hanno cominciato a riapprezzare il sakè del territorio (jizake) mentre prima preferivano quello industriale. I produttori di sakè di Niigata hanno approfittato di questo cambiamento e hanno assistito ad un aumento della richiesta, andando contro la tendenza di altre regioni di produzioni tradizionali come Kyôto. La reputazione della purezza dell’acqua e delle varietà di riso utilizzate per la produzione della “bevanda degli dei” ha contribuito a trasformare la prefettura in una zona di referenza, ponendosi in cima alle classifica per la produzione del ginjô (sakè di qualità superiore). Insomma, in fatto di riso, Niigata è inarrivabile! La prefettura è leader anche per altri prodotti agricoli meno conosciuti, come la melanzana, coltivata principalmente qui. Gli specialisti sostengono che la mancanza di

Gli agricoltori della prefettura coltivano almeno venti qualità diverse di melanzane.

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Eric Rechsteiner per Zoom Giappone

Paesaggio nei paraggi di Nagaoka, dove venne inaugurata la prima tratta della linea Jôetsu nel 1920.

ESPLORANDO Un

paradiso ferroviario

Per scoprire questa bella regione, le compagnie ferroviarie locali offrono diverse soluzioni originali.

U

n lungo tunnel fra le due regioni, ed eccoci arrivati nel Paese delle nevi.”. L’incipit de “Il Paese delle nevi” (Giulio Einaudi Editore) di KAWABATA Yasunari è uno dei più celebri della letteratura giapponese e fornisce un’idea assai precisa dell’emozione che i viaggiatori possono provare quando in inverno prendono il treno che collega Tôkyô con la prefettura di Niigata. Nella capitale e nelle regioni che la circondano, i fiocchi di neve si avventurano raramente, trattenuti dalla barriera della catena montagnosa che separa il cosiddetto Omote Nihon (Giappone della costa del Pacifico) dall’Ura Nihon (territorio affacciato sul Mare del Giappone). Certo, succede che le nubi cariche di neve l’attraversino e provochino il caos in una megalopoli poco preparata ad affrontare un consistente manto nevoso.

Ad essere preparata invece, è la parte occidentale dell’Arcipelago, dove si è abituati a vedere quantità di neve impressionanti, al punto che la maggior parte delle abitazioni possiede due piani con due entrate, la seconda al primo piano viene utilizzata quando l’inverno è al culmine delle nevicate. Sebbene la regione subisca come altre l’effetto del cambiamento climatico e si riscontrino temperature più clementi e nevicate meno copiose rispetto alle annate precedenti, quando si giunge qui si ha ancora l’impressione di penetrare in un altro universo. Una volta passata la serie di gallerie che conduce al famoso Yukiguni, l’emozione é sempre forte e intatta. Basta una notte di nevicate abbondanti perché il viaggio prenda una piega tutta particolare. Avventurarsi in questo Giappone in treno è senza dubbio il miglior modo per valutare e apprezzarne tutta la profondità. Soprattutto dal momento che la prefettura di Niigata beneficia di una rete ferroviaria importante, nonostante

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una popolazione esigua. Deve ciò soprattutto alla linea ad alta velocità che collega la regione alla capitale, nata grazie alla volontà dell’ex Primo Ministro TANAKA Kakuei, originario di queste parti. Gli abitanti si fanno un vanto di essere stati pionieri nell’avventura ferroviaria giapponese. La storia del treno ha avuto infatti i suoi debutti qui, a Niigata, nel 1886, con l’apertura del tratto tra Naoestu e Sekiyama mentre la linea Tôkaidô (TôkyôÔsaka) non era ancora terminata e non esisteva alcun binario a Shikoku o a Kyûshû. Sarà tuttavia necessario aspettare gli inizi del XX secolo perché il treno possa assumere un’importanza strategica per il territorio, liberandolo dal suo isolamento e permettendo lo sviluppo degli scambi col resto del paese. È da subito apparso importante creare un collegamento tra Nagaoka e Takasaki, nella prefettura di Gunma, dall’altro versante delle montagne. Un uomo in particolare, oKUMUrA Mitsuru, difese


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A bordo del Genbi Shinkansen, lo sguardo del viaggiatore è rivolto all’interno.

l’idea di far nascere quella che diverrà la linea Jôetsu. Dal 1882, venne aperto a Tôkyô un ufficio per promuovere il progetto, lanciato poi soltanto nel 1918. Quando, due anni più tardi, venne organizzata la cerimonia di apertura a Nagaoka, il Signor oKUMUrA, ormai ottantacinquenne, fu l’invitato d’onore. Alla stazione di Shiuchi, situata tra Nagaoka e Takasaki, si può ammirare la sua statua eretta a vegliare sul binario che ha cambiato il destino della regione. La costruzione della linea ad alta velocità, Jôetsu Shinkansen, negli anni Settanta, ha considerevolmente ridotto i tempi di percorrenza tra la capitale e Niigata, ci vogliono appena poco più di due ore per veder sfilare i 330 km che separano le due città. I turisti non hanno quindi scuse per non rendersi in questa parte dell’Arcipelago. Soprattutto dal momento che Jr East, che gestisce la maggior parte di linee regionali, propone loro di scoprire la diversità dei paesaggi e la ricchezza del territorio anche dal punto di vista gastronomico, grazie alla messa in circolazione di treni specialmente allestiti per permettere di approfittare al meglio. I nostalgici del treno a vapore possono salire sulla SL Banestsu Monogatari, che circola tra Niitsu e Aizu-Wakamatsu. Sono già vent’anni che la locomotiva C57-180, affettuosamente chiamata kifunin (la nobile dama) dagli appassionati, è stata

rimessa a nuovo per portare a spasso nei fine settimana tutto coloro che vogliono tornare indietro nel tempo. oltre alla bellezza dei panorami di cui si può godere, a un ritmo lento, in spazi di osservazione estremamente accoglienti, ci si può deliziare con un SL Banetsu Monogatari bentô (1000 yens), un bentô speciale che propone la stessa ricetta del 1897, l’anno in cui venne proposto alla clientela per la prima volta. Quando si percorre la regione in treno, in un periodo in cui non c’è la neve, il viaggiatore è colpito dall’onnipresenza delle risaie. Queste hanno permesso alla prefettura di diventare il principale produttore di riso e sakè del paese. Era dunque assolutamente logico che un treno fosse dedicato alla valorizzazione della “bevanda degli dei”. ShuKura, il cui nome associa i termini giapponesi di “sakè” e di “ristorante”, ha per vocazione quella di promuovere i migliori cru locali in una piacevole atmosfera, allietata dalla musica e da bei paesaggi. Sono proposti tre itinerari in partenza dalla stazione di Jôetsu Myôkô, servita dalla linea a grande velocità Hokuriku Shinkansen (Tôkyô-Kanazawa). Il primo, chiamato Koshino, ha come capolinea Tôkachi, il secondo, Yuzawa, va a Echigo-Yuzawa e l’ultimo, ryûto, termina la sua corsa a Niigata. In ogni itinerario, la prima parte del viaggio procede lungo la costa del mare del Giappone fino a Kashi-

wazaki, permettendo di approfittare di magnifiche vedute sull’oceano. In genere, questi treni sono in servizio dal venerdì alla domenica. Bisogna tuttavia verificare gli orari, così come per gli altri treni turistici, sul sito a essi consacrato da Jr East: www.jreast.co.jp/e/joyful. Basta scegliere il proprio itinerario in funzione delle prossime destinazioni. Ad esempio, se si vuole continuare sulla SL Banestsu Monogatari, è meglio prendere la linea ryûto che si ferma alla stazione intermediaria di Niitsu, da dove parte la “nobile dama”. Uno dei punti forti di questi treni turistici è quello di condividere diverse stazioni, permettendo agli appassionati di viaggi in treno di organizzare week end indimenticabili a bordo di uno o dell’altro. Si può ad esempio immaginare di prendere il ryûto ShuKura fino a Niigata, prima di salire a bordo del Kairi. Questo permette di lasciare la prefettura in direzione nord, verso Sakata, nella prefettura di Yamagata, via Tsuruoka. Ultimo nato fra i treni turistici della regione, il Kairi è stato lanciato nell’ottobre del 2019. Grazie ad esso, si possono ammirare i magnifici paesaggi del mare del Giappone, dal momento che la maggior parte del suo percorso procede lungo la costa. Altro importante obiettivo della compagnia ferroviaria è quello di mettere in valore la gastronomia locale, la cui ricchezza non è più da dimostrare.

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Lanciato dalla piccola società Echigo Tokimeki Tetsudô, lo Stetsugekka è un mezzo ideale per scoprire Niigata.

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A bordo del ShuKura, gli appassionati di saké saranno soddisfatti.

In circolazione dall’ottobre 2019, il Kairi è l’ultimo nato fra i treni turistici della regione. 30 ZOOM GIAPPONE N. 17 marzo - giugno 2020

Associando i prodotti ittici (kai) alle tradizioni contadine (ri), viene offerto ai passeggeri un eccellente assaggio di ciò che potranno degustare nella regione. La cura portata alla presentazione, agli oggetti e al servizio, rappresentano, come negli altri treni di questo tipo, armi di seduzione per il viaggiatore. I passeggeri possono così concentrarsi sulla bellezza che li circonda. Per coloro che desiderano apprezzare un altro tipo di bellezza, più artistica, il Genbi Shinkansen è fatto apposta per loro. Questa volta gli sguardi dei viaggiatori sono rivolti all’interno: nel treno sono disposte infatti numerose opere d’arte. Circolando il week end tra Niigata e Echigo-Yuzawa, offre un’inedita esperienza di viaggio ferroviario, molto più personale e intensa: le opere esposte susciteranno una differente gamma di emozioni a seconda delle persone che le osserveranno. La potente Jr East non è la sola compagnia a proporre viaggi originali. Altre più modeste, come l’Echigo Tokimeki Tetsudô, che gestisce solo due linee a sud della prefettura, cercano anch’esse di attirare i turisti coi loro treni speciali. Con il Setsugekka (www.echigo-tokimeki.co.jp/setsugekka/pdf/setsugekka_english.pdf) composto da due vagoni panoramici, la piccola società ferroviaria vuole offrire ai passeggeri l’immagine più completa possibile della prefettura di Niigata, grazie alla varietà dei paesaggi attraversati. Circolando tra le stazioni di Jôetsu Myôkô e Itoigawa, cerca inoltre di sedurre i numerosi fan di convogli giapponesi dotati di caratteristiche particolari, come la stazione sotterranea di Tsutsuishi e la stazione di switchback (manovra per girare il treno) a Nihongi (verso Jôetsu Myôkô-Itoigawa). Tutto questo senza dimenticare i gourmet, grazie alla cucina francese servita in direzione d’Itoigawa e della cucina in giapponese che si può gustare viaggiando verso Jôetsu Myôkô. Per 17 500 yen, il viaggio di circa tre ora nel cuore di paesaggi superbi lascia un’ottima impressione di Niigata. Per i sognatori, l’altra piccola compagnia ferroviaria locale, Hokuetsu Express Corporation, ha scelto di valorizzare la presenza di numerosi tunnel sulla tratta Muikamachi-Saigata, situata tra Echigo-Yuzawa e Naoetsu, con l’inaugurazione dello Yumezora (https://hokuhoku.co.jp/yumezora.html): dei film sono proiettati sul soffitto del treno durante l’attraversamento delle gallerie. I temi sono diversi, ad esempio i fuochi d’artificio, peculiarità della regione. ognuno offre al percorso una dimensione davvero originale. Questo dimostra ancora una volta come la prefettura di Niigata abbia conservato il suo primato nel settore ferroviario: lo Yumezora è il solo treno di questo tipo nell’Arcipelago e lo scrittore KAWABATA avrebbe certamente cominciato diversamente il suo romanzo se questo treno fosse esistito negli anni Trenta, al momento della sua redazione. ODAIRA NAMIHEI




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