Zootecnica International – gennaio 2021 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Problemi nel controllo ufficiale sul benessere degli avicoli La Champions League dei Paesi produttori di uova Acidi organici e composti naturali identici come alternativa o coadiuvanti agli antibiotici convenzionali in avicoltura
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE L’economia mondiale ha una profonda influenza sulla produzione e sul commercio avicolo internazionale. Il controllo del debito nazionale permette di incrementare la produzione reale e di tenere sotto controllo l’inflazione, l’occupazione e i tassi d’interesse, che sono tutti prerequisiti delle economie forti. Negli ultimi decenni il mondo è cambiato e non vi è più traccia del modello precedente, composto da singole nazioni e blocchi dominanti negli scambi globali. Gli Stati Uniti d’America e i suoi partner non investono più in modo massiccio nelle economie occidentali ma sono, a loro volta, importatori di materie prime ed esportatori di prodotti finiti. L’aumento del commercio e l’incremento del reddito nazionale hanno portato a stili di vita più favorevoli. Le migliori condizioni di salute nei Paesi in via di sviluppo sono strettamente correlate alla qualità dell’apporto calorico e proteico. Il settore avicolo, grazie soprattutto alla migliore efficienza di conversione alimentare, può contribuire a ottimizzare i fabbisogni nutrizionali e rappresentare un valido aiuto nella lotta alla denutrizione. Nei Paesi industrializzati la tendenza è però del tutto diversa. Qui, infatti, gli stili di vita più frenetici favoriscono l’acquisto di prodotti ad alto contenuto di servizio. Anche in questo caso però, il settore avicolo è in grado di soddisfare pienamente le richieste dei consumatori con prodotti salubri, garantiti e dall’alto valore nutritivo. Da questa situazione traggono particolare beneficio le popolazioni dei Paesi con economie forti, che commerciano liberamente e massimizzano il loro potenziale di produzione. Le nazioni più tecnologicamente avanzate forniscono vaccini, strumenti farmaceutici, stock di riproduttori e si occupano della formazione e dell’addestramento del personale. I Paesi ricchi di risorse agricole forniscono cereali, animali e proteine vegetali. I vantaggi del libero commercio internazionale sono particolarmente evidenti nel contesto del settore avicolo. La maggior parte delle nazioni, grandi e piccole, può partecipare a qualche fase della produzione utilizzando i terreni disponibili, la forza lavoro, le materie prime o i capitali. Le risorse necessarie per completare una filiera integrata possono essere fornite da partner commerciali, a condizione che i governi non impongano, in modo avventato e irragionevole, limitazioni irreali e penalizzanti.
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SOMMARIO ATTUALITÀ.................................................................................................. 4 LE AZIENDE INFORMANO..................................................................... 6 PRIMO PIANO
Come cambierà il colore delle uova.................................................................... 8
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FOCUS
Problemi nel controllo ufficiale sul benessere degli avicoli..................................12
MARKETING
La Champions League dei Paesi produttori di uova............................................18
TECHNICAL COLUMN
Qualità interna delle uova: tendenze e opportunità per rispondere alle mutevoli richieste di mercato. Seconda parte........................24 Valutare la qualità del pulcino........................................................................... 30
MANAGEMENT
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Allevare tacchini antibiotic-free......................................................................... 32 Come proteggere il proprio incubatoio dai rischi per la biosicurezza................... 36
NUTRIZIONISTICA
La idrossiseleniometionina può migliorare le rese delle galline nelle fasi finali della produzione..................................................... 40
VETERINARIA
Acidi organici e composti naturali identici come alternativa o coadiuvanti agli antibiotici convenzionali in avicoltura..................................... 42
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Effetto dell’immunizzazione, con diverse dosi di vaccino Newcastle, su performance di crescita, variabili plasmatiche e risposta immunitaria dei broiler...................................................................... 46
MARKET GUIDE................................................................................... 52 AGENDA.................................................................................................. 55 GUIDA INTERNET............................................................................... 56
ATTUALITÀ
In memoria di Camillo Pirovano Martedì 27 ottobre 2020 si è spento, all’età di 92 anni, Camillo Pirovano, fondatore della società AZA INTERNATIONAL S.r.l. e inventore dei sistemi di alimentazione a fune.
Considerato uno dei precursori della moderna zootecnia, il signor Pirovano nel 1961 aveva rivoluzionato profondamente il sistema di trasporto e distribuzione del mangime negli allevamenti grazie all’invenzione della fune, un cavo di acciaio con stampati dei dischi di plastica che permetteva di trasportare il mangime per distanze fino all’epoca impossibili. Il sistema era caratterizzato da un’estrema versatilità del percorso, silenziosità e ingombri ridotti. Grazie a tale idea e al successo del prodotto a livello mondiale, la sua società, sorta dal nulla negli anni ’50, diventa una delle realtà più influenti nel settore della moderna zootecnia. Camillo Pirovano è sempre andato fiero della sua invenzione e ha sempre affermato: “È stato in seguito all’idea, immediatamente brevettata, di stampare dischi in plastica su una fune d’acciaio che è nata e si è sviluppata questa mia impresa ora riconosciuta e stimata in tutto il mondo. Credo di poter guardare con
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soddisfazione al passato perché la costante crescita dell’azienda e il grande numero di imitazioni della fune AZA confermano l’apprezzamento e la validità di questo prodotto che, unitamente a una vastissima gamma di accessori, può attendersi ulteriori affermazioni nell’avvenire. Il grande impegno nella ricerca di materiali e idee nuove, la continua sperimentazione e aggiornamento dei nostri prodotti mi fanno guardare con fiducia al futuro e alla presenza di mio figlio e dei miei collaboratori, che attivamente contribuiscono al successo della società.”
Negli anni ’90, Camillo Pirovano ha intuito che la sua fune poteva trovare applicazione anche in realtà diverse da quelle della zootecnia e ha proiettato la società AZA INTERNATIONAL nel settore industriale, utilizzando i propri impianti a fune non solo per il trasporto del mangime, ma anche per quello di polveri e granulati industriali. La nuova realtà da lui creata, inizialmente denominata AZA INDUSTRY è cresciuta molto velocemente grazie ai trasportatori a fune meccanici e aero-meccanici progettati per portate orarie molto elevate, che hanno richiesto funi sempre più grandi e prodotti sempre più specifici. La divisione industriale è stata separata da quella zootecnica alla fine degli anni ’90, con la nascita della società HIWAY, leader nel trasporto di polveri e granuli. Alle soglie del 2000, la gestione delle due aziende è passata nelle mani del figlio Paolo, che prosegue tutt’oggi con assiduità il lavoro del padre.
Il signor Pirovano fonda la sua azienda inizialmente a Cernusco Lombardone, in provincia di Lecco, per poi ampliarla negli anni ’90 nell’attuale sede, più grande e moderna, di Medolago, in provincia di Bergamo.
Anche se in pensione, il signor Pirovano non ha mai smesso di fare visita alle proprie aziende. Pur dedicandosi ai suoi hobby, fino a poco tempo fa, quasi quotidianamente lo si vedeva passare nel reparto produzione e negli uffici delle sue due società, per accertarsi che tutto stesse andando per il verso giusto e scambiare due parole con i propri dipendenti.
Con il passare degli anni la sua società ha costruito una vasta rete distributiva in tutti i continenti, rafforzatasi ulteriormente negli ultimi anni soprattutto nei Paesi emergenti.
Le due realtà create dal Camillo Pirovano avranno sicuramente ancora ulteriore spazio per crescere in futuro e questa è sempre stata la soddisfazione a lui più cara.
- attualità -
ATTUALITÀ
Migliorare la salute dell’intestino del broiler proteggendo l’Integrità Intestinale Elanco Italia S.p.A. – PM-IT-20-0289
La salute intestinale è fondamentale per sostenere la performance del broiler e si fonda ampiamente sull’Integrità Intestinale dei nostri animali. Obiettivo dei produttori è ottimizzare l’efficienza alimentare e le crescite, riducendo allo stesso tempo il ricorso a costosi interventi terapeutici. Obiettivo raggiungibile concentrandosi sulla conservazione dell’Integrità Intestinale come strumento per migliorare la salute intestinale.
Ruolo dell’Integrità Intestinale (I2) nella salute dell’intestino Una buona Integrità Intestinale garantisce una ottimale funzionalità del tratto intestinale. Infatti, l’intestino svolge numerose e importanti funzioni come la digestione, la secrezione, l’assorbimento e il trasporto dei nutrimenti. Queste azioni sono regolate, nel bene o nel male, dal grado di Integrità Intestinale di ciascun animale. Molti fattori influenzano l’Integrità Intestinale, ma due fra i più importanti sono le infezioni da parte di microrganismi patogeni e la qualità del mangime.
Impatto della coccidiosi sulla salute intestinale del broiler La coccidiosi, in avicoltura, causa ogni anno danni per oltre 3,5 miliardi di euro¹. Principalmente perché la coccidiosi, con il suo impatto negativo sull’Integrità Intestinale, può peggiorare l’ICA, ridurre le crescite e incrementare la mortalità2,3. Il costo totale per animale può arrivare fino a 0,04€/capo, a volte può essere persino più elevato4. Tuttavia, è possibile agire preventivamente per proteggere l’Integrità Intestinale del broiler e promuovere efficienza alimentare e crescite ottimali.
Proteggere I2 e salute intestinale con gli anticoccidici Gli anticoccidici vengono ormai utilizzati da decenni per proteggere l’Integrità Intestinale e, di conseguenza, la salute dell’intestino e la performance degli animali. Si dividono in due categorie principali, gli anticoccidici chimici e gli ionofori. Gli anticoccidici chimici funzionano bene, soprattutto nei casi più gravi, ma a lungo andare possono dare luogo a resistenza. Per contro, gli ionofori sono in grado di controllare efficacemente la coccidiosi consentendo lo sviluppo di un’immunità naturale e ridurre il rischio di resistenza¹.
Proteggere I2 e salute intestinale con gli ionofori potenziati Gli ionofori potenziati hanno rappresentato un’innovazione nella prevenzione della coccidiosi. Combinando, infatti, uno ionoforo
con la nicarbazina (anticoccidico chimico) si ottiene un’attività anticoccidica migliore rispetto alla somma degli effetti delle due molecole prese singolarmente. Questa combinazione sinergica, i cosiddetti “ionofori potenziati”, grazie a livelli di inclusione ridotti per entrambi i principi attivi, consente di migliorare l’efficacia delle due molecole riducendone i possibili effetti negativi. Gli ionofori potenziati hanno anche il vantaggio di ridurre il rischio di resistenza, e ciò aiuta a spiegare perché l’associazione narasin+ nicarbazina (Maxiban) possa essere continuamente impiegata con successo nel corso degli anni. Una recente prova di campo europea, della durata di tre anni, ha ulteriormente confermato che Maxiban non perde la sua efficacia nel corso del tempo, anche con un utilizzo continuativo5. Gli stessi risultati sono stati confermati anche in una prova condotta negli Stati Uniti, dove Maxiban è stato utilizzato in modo continuativo, per 10 cicli produttivi consecutivi, senza alcuna riduzione della performance dei broiler6. Questi studi a lungo termine dimostrano che l’uso continuativo di Maxiban, senza rotazioni, consente di ottenere performance migliori per quel che riguarda ICA, I2, punteggio delle lesioni da coccidi, escrezioni delle oocisti e incrementi ponderali5,6.
Bibliografia 1. Farran M.T., Shahib H., Hakeem W.G., Kaouk Z.M., Harkous A.A. Performance of Eimeria challenged male broilers fed two ionophore-Nicarbazin combination. Journal of Applied Poultry Research. 2020; 29:684–691. 2. Williams R. A compartmentalized model for the estimation of the cost of coccidiosis to the world’s chicken production industry. Int. Journ. for Parasitology. 1999; 29(8). 3. Brennan J., Bagg R., Barnum D., Wilson J., Dick P. Efficacy of Narasin in the Prevention of Necrotic Enteritis in Broiler Chickens. Avian Diseases. 2001; 45:210. 4. Van der Sluis W. Clostridial enteritis is an often-underestimated problem. World Poultry. 2000; 16(7). 5. Elanco. Data on file. 6. Mathis G.F., et. al. Evaluation of the effects of long-term Maxiban (nicarbazin/narasin) use on coccidiosis control and broiler chicken performance. 2016. Poult. Sci; 95 (Suppl. 1):79. Maxiban, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati da Elanco o sue affiliate. © 2020 Elanco. Contenuto sponsorizzato Elanco
LE AZIENDE INFORMANO
Selezione in linea con la sostenibilità Aviagen sottolinea all’International Poultry Council il proprio impegno nel settore della selezione genetica nei confronti dei cinque obiettivi di sviluppo sostenibile. L’impegno del settore Nella Dichiarazione di San Paolo, IPC evidenzia i cinque obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) di maggiore rilevanza per l’industria avicola: • Fame zero (SDG 2). Gli allevatori e i produttori avicoli aiutano le famiglie di tutto il mondo a mettere #FoodOnEveryTable - cibo su ogni tavola, migliorando la filiera, condividendo buone pratiche e promuovendo una produzione e un consumo sostenibili. • Buona salute e benessere (SDG 3). La carne avicola è una carne magra, sana e conveniente; è il risultato di obiettivi volti alla qualità, alla sicurezza dei prodotti e alla condivisione di buone pratiche di gestione, produzione e nutrizione. • Educazione alla qualità (SDG 4). Il settore avicolo contribuisce a garantire una produzione sostenibile e di alta qualità. L’International Poultry Council (IPC) ha dato priorità a cinque degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, che rappresentano le aree chiave in cui il settore avicolo internazionale può davvero fare la differenza nel realizzare un futuro migliore e più sostenibile nel campo della selezione. Questi principi sono delineati nella Dichiarazione di San Paolo - un indirizzo congiunto di IPC e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) promosso per uno sviluppo sostenibile del settore avicolo globale. Jan Henriksen, CEO di Aviagen®, ha scritto all’IPC, confermando l’impegno dell’azienda nel mettere in pratica questi cinque obiettivi attraverso un approccio equilibrato alla selezione.
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- le aziende informano -
• Industria, innovazione e infrastrutture (SDG 9). Il settore avicolo sostiene una produzione innovativa e sostenibile e il miglioramento delle infrastrutture, tutelando la salute e il benessere degli animali. • Azione per il clima (SDG 13). L’industria lavora su continui progressi ed efficienze per ridurre i gas serra e altre emissioni. Questi sono gli obiettivi intrinseci relativi ai 5 principali impegni che Aviagen si assume: • Salute, sicurezza e salubrità alimentare, con prodotti di alta qualità e consegne sicure dalle basi di approvvigionamento verso ogni continente.
LE AZIENDE INFORMANO
• Disponibilità, grazie a una base genetica ampia che garantisce scelta e rapidità per le esigenze future. • Selezione equilibrata, per migliorare contemporaneamente la robustezza dei soggetti, il benessere, l’impatto ambientale, la qualità e le prestazioni. • Importanza della custodia e della gestione degli animali, per rafforzare la salute e il benessere avicolo e la sostenibilità della produzione. • Trasparenza, comunicazione e impegno con i rappresentanti del settore, le organizzazioni governative e tutti i membri della filiera avicola globale. I cinque punti SDG selezionati da IPC fanno parte di un gruppo più ampio di 17 che hanno l’obiettivo di porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti. Alla base dei 17 punti SDG ci sono i tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambientale (pianeta), economico (profitti) e sociale (persone).
“Allineando il nostro tema di Selezione Sostenibile e la nostra responsabilità come casa di selezione a questo impegno, miriamo a rafforzare la sicurezza alimentare per tutti e a migliorare la salute e il benessere degli avicoli, riducendo l’impatto della produzione alimentare sul nostro mondo naturale”
Ringraziando IPC per la sua guida in questa importante iniziativa, Henriksen ha dichiarato: “In qualità di membro associato, Aviagen riconosce IPC come rappresentante dell’industria avicola per la sostenibilità. Allineando il nostro tema di Selezione Sostenibile e la nostra responsabilità come casa di selezione a questo impegno, miriamo a rafforzare la sicurezza alimentare per tutti e a migliorare la salute e il benessere degli avicoli, riducendo l’impatto della produzione alimentare sul nostro mondo naturale”.
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IN PRIMO PIANO
Come cambierà il colore delle uova Aggiornamento sul regolamento dell’Apo-estere
L’Associazione Europea del Consumatore (BEUC) ha indicato alcune delle variabili che sono maggiormente apprezzate dai consumatori, attraverso degli studi condotti in diversi Paesi europei. 3085 persone sono state coinvolte in una sperimentazione con l’obiettivo specifico di convalidare e classificare nelle uova le caratteristiche proposte dalla BEUC.
Percezione del consumatore sulla qualità dell’uovo
Susanna Lolli, Technical Marketing Manager DSM – Istituto delle Vitamine Anna Maria Palazzo, Regulatory Affairs Manager DSM – Istituto delle Vitamine
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Non sorprende che l’indagine condotta dall’Associazione Europea del Consumatore (BEUC) abbia mostrato che per i consumatori, “sicurezza” e “freschezza” erano i fattori di qualità più importanti, con “valore nutritivo” e “caratteristiche sensoriali” utilizzati come parametri chiave. Per quanto riguarda le “caratteristiche sensoriali”, i risultati delle indagini condotte negli ultimi 10 anni in una serie di Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Polonia e Grecia) indicano che i consumatori apprezzano una serie di caratteristiche tangibili dell’uovo: forza del guscio, consistenza dell’albume e colore del tuorlo.
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IN PRIMO PIANO
Colore tuorlo Il colore del tuorlo, sia in termini di colore in sé che di variabilità di colore tra le uova, è un parametro essenziale in base al quale i consumatori giudicano la qualità delle uova. Nei sondaggi, quando venivano offerti campioni di uova con diversi colori di tuorlo (misura 8, 10, 12 e 14 della DSM Yolk Color Fan), la maggior parte delle persone interrogate in tutti i Paesi ha espresso una preferenza per i tuorli d’uovo con la tonalità di colore più scuro (14).
Per ottenere il livello target e la distribuzione omogenea dei carotenoidi nel mangime, è importante utilizzare prodotti affidabili e uniformi che abbiano sia una buona stabilità (forme di prodotto commerciale/premiscela/mangime) sia caratteristiche di miscelabilità. Raggiungendo i livelli corretti dei carotenoidi più appropriati nel mangime, è possibile ottenere il colore del tuorlo atteso dai consumatori, con regolarità e ripetibilità, riducendo al contempo il grado di variabilità e il potenziale di non conformità. L’integrazione di carotenoidi naturali con CAROPHYLL® Yellow e CAROPHYLL® Red di DSM fornisce esattamente i livelli giusti per produrre la tonalità desiderata. L’integrazione della dieta con CAROPHYLL® è completamente sicura e fornisce un colore dell’uovo coerente. Inoltre aumenta lo stato antiossidante dell’uovo, aiutando così a preservarne la freschezza (Figura 1).
Il colore del tuorlo nelle galline ovaiole è determinato principalmente dal contenuto e dal profilo dei carotenoidi pigmentanti (xantofille) presenti nel mangime. A questo proposito, è sorprendente notare che nei dati pubblicati da un laboratorio di controllo qualità che verificava le uova per i supermercati (analisi di 12.000 uova nel 2002/3), il colore del tuorlo abbia mostrato la più alta non conformità (8,8% di uova al di sotto delle specifiche). Ci sono diverse spiegazioni e alcune potenziali soluzioni che possono aiutare a ridurre al minimo questo effetto. Il modo più semplice per contrastare questo fenomeno ed evitare un livello così elevato di non conformità è aumentare il colore medio del tuorlo della produzione totale di uova. Oltre alla variazione biologica intrinseca, è anche importante minimizzare l’effetto di altri fattori che contribuiscono a ridurre la costanza del colore del tuorlo: più ampia è la distribuzione dei colori del tuorlo rispetto al valore medio, maggiore sarà il potenziale di non-conformità con le specifiche del rivenditore.
CAROPHYLL® Yellow
CAROPHYLL® Red
Apo-Estere
Cantaxantina
estere etilico dell'acido -apo-8-carotenoico (2a160f)
è un carotenoide naturale-identico di sintesi offre stabilità, omogeneità e facile miscelabilità nel mangime grazie all’innovativa Product Form CAROPHYLL® BEADLETS è una molecola stabilizzata che garantisce una pigmentazione ottimale e una colorazione omogenea prodotta con una tecnologia rispettosa dell'ambiente, dell'uso della terra e dell'acqua: è più sostenibile rispetto alla produzione di altre fonti di carotenoidi SPECIE
-carotene-4,4’-dione (2a161g)
è un carotenoide naturale-identico di sintesi offre stabilità, omogeneità e facile miscelabilità nel mangime grazie all’innovativa Product Form CAROPHYLL® BEADLETS protegge dallo stress ossidativo, mitigando la perossidazione lipidica di diversi tessuti, anche negli embrioni, il cui sviluppo è associato a un'elevata attività ossidativa è principalmente deposta nel fegato, nella pelle, nel grasso e nel tuorlo d'uovo (membrana), proteggendo dallo stress ossidativo
MODALITÀ DI IMPIEGO
Galline ovaiole* e specie avicole minori destinate alla produzione di uova
Max 5 mg di sostanza attiva/kg di mangime completo**
Max 8 mg di sostanza attiva/kg di mangime completo**
Polli da ingrasso e specie avicole minori da ingrasso
Max 15 mg di sostanza attiva/kg di mangime completo**
Max 25 mg di sostanza attiva/kg di mangime completo**
Regolamento (EU) 2020/1400
Regolamento (UE) 2015/1486
*Nessuna differenza della modalità di impiego per tipo di produzione di uova (tavola o industriale) **Livelli massimi di residui: o 20 mg di estere etilico dell'acido beta-apo-8 -carotenoico/kg di tuorlo (tessuto umido). o 8 mg di estere etilico dell'acido beta-apo-8 -carotenoico/kg di fegato (tessuto umido). o 2,5 mg di estere etilico dell'acido beta-apo-8 -carotenoico/ kg di tessuto cutaneo/adiposo (tessuto umido).
Figura 1 – CAROPHYLL® Yellow e Red: caratteristiche dei carotenoidi naturali-identici di sintesi DSM e modalità di impiego.
Nuovo Regolamento (EU) 2020/1400 Il Regolamento (UE) 2020/1400 relativo al rinnovo dell’autorizzazione dell’estere etilico dell’acido beta-apo-8’-carotenoico (Apo-estere - 2a160f) che corrisponde al prodotto DSM Carophyll ® Yellow, pubblicato lo scorso 5 ottobre, ha stabilito i nuovi limiti di utilizzo dell’Apo-estere nelle specie avicole.
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IN PRIMO PIANO
Figura 2 – Tempi di adeguamento del Nuovo Regolamento (EU) 2020/1400.
Sono consentiti periodi di transizione: “Poiché motivi di sicurezza non richiedono l’applicazione immediata delle modifiche alle condizioni di autorizzazione della sostanza in questione, è opportuno consentire un periodo di transizione ...”. In Figura 2 sono riportati i tempi di ade-
guamento. La prima data da ricordare è il 25 aprile, termine per la produzione di premiscele con i vecchi livelli di Apo-estere (80 ppm). Dal 26 aprile fino al 25 ottobre 2021 sarà possibile vendere e utilizzare tali premiscele. Ultima finestra temporale sarà quella tra il 26 ottobre 2021 e il 26 aprile 2022, quando scadrà il termine per la vendita e l’uso dei mangimi con i vecchi dosaggi di Apo-estere (80 ppm).
Conclusioni
Cosa sono i carotenoidi? Il chimico H. Wackenroder fu il primo a scoprire un composto di carbonio nelle carote, chiamandolo carotene. Oggi se ne conoscono più di 750, responsabili della colorazione di frutta, vegetali e fiori. In natura, i carotenoidi sono molto più che semplici coloranti. Svolgono anche funzioni di protezione vitali per l’organismo e non possono essere sintetizzati, ma devono essere introdotti unicamente con la dieta. Alcune delle funzioni biologiche dei carotenoidi sono: • protezione dell’organismo, grazie alla capacità di legare ed eliminare i “radicali liberi”; • miglioramento delle prestazioni del sistema immunitario; • supporto delle funzioni disintossicanti; • essere precursori di altre molecole, quali il retinolo (Vitamina A); • aumento della fertilità degli animali.
Con i nuovi livelli di Apo-estere, piuttosto restrittivi, la colorazione dell’uovo, destinato al consumo fresco da tavola o all’industria, subirà un cambiamento notevole. Ammettendo un’inclusione media di mais al 60% e aggiunta di apoestere per 5ppm nella dieta di galline ovaiole, il colore del tuorlo sulla scala DSM Yolk Fan sarà al massimo di 6. L’aggiunta di Cantaxantina (pigmentante naturale identico di sintesi, DSM CAROPHYLL® Red) potrà consentire di raggiungere una colorazione più intensa di giallo. Nelle uova destinate all’industria, tuttavia, è altamente sconsigliato l’uso della Cantaxantina in quanto tende a imbrunire il colore del tuorlo alla cottura. Per produzione di pasta e prodotti da forno, la colorazione è basata sulla conversione in BCE (beta-carotene equivalente) cioè il tasso % di deposizione di pigmentante nel tuorlo, e dovremo aspettarci un futuro con pasta all’uovo di un giallo poco intenso.
Bibliografia https://www.thepoultrysite.com/publications/egg-qualityhandbook/10/consumer-perceptions-of-egg-quality. Optimum Egg Quality - A Practical Approach© The State of Queensland, Australia (through its Department of Primary Industries and Fisheries) and DSM Nutritional Products Ltd., 2007.
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Image: Fotolia - © Minerva Studio
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FOCUS
Problemi nel controllo ufficiale sul benessere degli avicoli
Il benessere dei broiler e lo stordimento elettrico in macello Continua l’analisi degli aspetti principali da tenere conto nella valutazione del benessere degli animali in alcune fasi della filiera avicola, con particolare riferimento alle previsioni delle normative europee vigenti. In questo articolo l’aspetto viene affrontato dal punto di vista degli allevamenti di broiler. La corretta valutazione della metodica utilizzata dagli operatori e l’omogeneità di lettura dei risultati rappresentano uno dei principali problemi che si possono riscontrare nelle varie fasi di produzione. A fronte di metodiche valutabili tramite idonee e oggettive strumentazioni, infatti, ne esistono altre che dipendono molto dal giudizio del controllore. Per rendere le metodiche uniformi sarebbe necessario adattarle ai requisiti previsti dalla normativa comunitaria vigente, a
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FOCUS
cui faremo riferimento in questo articolo, indicando quali sono i punti ancora oscuri e suggerendo alcune soluzioni, ove possibile.
Benessere dei broiler in allevamento Numero di addetti La direttiva 98/58/CE richiede un numero sufficiente di addetti per ciascun allevamento. – Tale numero non è fissato con chiarezza, poiché dipende dal grado di automazione o da altri aspetti strutturali.
Formazione La direttiva 43/2007/CE, art. 4, richiede corsi certificati per gli allevatori, con relativa attestazione finale, sulla gestione di allevamento, finalizzata al benessere dei broiler. – In Italia, in seguito al recepimento della normativa europea, sono stati attivati i corsi previsti e praticamente tutti gli allevamenti hanno personale in possesso di attestato. Occasionalmente si tengono altri corsi per i nuovi addetti o allevatori: si tratta di corsi della durata di 8 ore, in cui si affrontano le nozioni di base su gestione, biosicurezza, comportamento, soppressione indolore, fisiologia, ecc. negli allevamenti.
Lettiera La stessa direttiva 43/2007, nell’allegato I al punto 3, prevede un accesso permanente a una lettiera asciutta e friabile in superficie.
– La modalità di valutazione della lettiera è basata sul singolo controllore: già camminando si nota se la lettiera è umida (ad esempio se aderisce ai calzari) oppure si rileva l’eventuale pulverulenza nell’aria (nel caso sia troppo secca). Infine, prendendola tra le mani e stringendola, se resta compatta e non si sfalda, la lettiera si considera umida.
Mangiatoie Nei punti 14, 15 e 17 dell’allegato alla direttiva 98/58 si richiedono mangiatoie tali da evitare le contaminazioni e tali da ridurre la competizione tra animali. – Il controllo di questo aspetto è semplice: basta valutare le tipologie di mangiatoie (a tramoggia, tonda, ecc.) e calcolare lo spazio prefissato per pollo, ottenendo così il numero di soggetti accasabili in quella struttura. Le mangiatoie dovranno inoltre avere sempre il mangime disponibile e al giusto livello, onde evitare che sia troppo basso (con conseguente competizione) oppure eccessivo (con relative perdite sulla lettiera).
Abbeveratoi La direttiva 98/58/CE, punti 16 e 17 dell’allegato, chiede, parimenti, abbeveratoi posti in modo da evitare la contaminazione dell’acqua e ridurre la competizione. – Anche in questo caso il controllo è semplice: si calcola lo spazio di accesso agli abbeveratoi (o il numero di abbeveratoi a goccia), ottenendo il numero di polli accasabili. Naturalmente gli abbeveratoi, come le mangiatoie, dovranno sempre avere acqua disponibile e al giusto livello, che, se troppo basso, aumenterà la
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The Netherlands
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FOCUS
della direttiva 43/2007/CE (densità superiori) che richiede che “l’umidità relativa media misurata all’interno del pollaio durante 48 ore non superi il 70% quando la temperatura esterna è inferiore a 10 °C”. – Tale parametro non è rilevato facilmente dal controllore, sia per le difficoltà logistiche del rilevamento (prima fra tutte la disponibilità di una idonea strumentazione), che – come già menzionato – per una mancata chiarezza sulle modalità di esecuzione (quante volte deve essere effettuata la rilevazione, in quale fase del ciclo, in quanti siti del capannone, ecc.). Pertanto è facile che ci si limiti al rilevamento leggendo semplicemente la strumentazione disponibile nel capannone stesso.
Ventilazione La direttiva 43/2007, allegato I, punto 4, richiede una ventilazione tale da evitare il surriscaldamento, oppure, insieme al riscaldamento, che rimuova l’umidità in eccesso.
competizione, mentre se è in eccesso tracimerà, bagnando la lettiera.
Temperatura Sempre la direttiva 98/58/CE, al paragrafo 10 dell’allegato, richiede un controllo della temperatura che deve essere mantenuta “entro limiti non dannosi per gli animali”. Nell’allegato II, paragrafo 3 della direttiva 43/2007/CE si precisa inoltre che la temperatura interna non deve superare quella esterna “di più di 3 °C quando la temperatura esterna all’ombra è superiore a 30 °C.” – Ogni capannone è dotato di un controllo termometrico, utile al controllore per una prima valutazione, ma le autorità a volte dispongono di un proprio strumento, appositamente tarato, per rilevare la temperature. Il controllo avviene di solito a seguito di una segnalazione da parte del macello, dove, al momento della valutazione delle lesioni legate al benessere, vengono rilevati problemi. In tal caso si cerca quindi un riscontro nella fase di allevamento.
Umidità Questo parametro è indicato sia nel punto 10 dell’allegato alla direttiva 98/58/CE (i limiti di umidità non devono essere dannosi per gli animali), sia nell’allegato II, punto 3
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– Anche in questo caso, difficilmente il controllore dispone di idonea strumentazione tarata (nello specifico, un anemometro), ma desume l’adeguatezza della ventilazione rilevando la presenza di gas (come NH3 e CO2), polvere o eccessiva umidità della lettiera. Tutti questi aspetti sono infatti fortemente collegati alla ventilazione.
Gas Il punto 10 dell’allegato della direttiva 98/58/CE richiede concentrazioni di gas non dannose, mentre il punto 3 dell’allegato II (densità maggiori) della direttiva comunitaria 43/2007 prevede livelli di ammoniaca (NH3) inferiori a 20 ppm e di anidride carbonica (CO2) inferiori a 3.000 ppm, entrambi misurati a livello della testa degli animali. – Restano valide le osservazioni già menzionate sulla frequenza e sul numero delle rilevazioni, per avere un dato corretto e condivisibile.
Polvere La direttiva 98/58 al punto 10 dell’allegato richiede livelli di pulverulenza non dannosi per gli animali. – Il rilevamento della pulverulenza, effettuato con il metodo del foglio nero, come accade anche per le galline ovaiole, è poco chiaro e difficilmente confrontabile con la valutazione di altri controllori.
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FOCUS
Intensità luminosa
Rumore
Al punto 6 dell’allegato I della direttiva 43/2007 si legge che “tutti gli edifici sono illuminati con un’intensità di almeno 20 lux durante le ore di luce, misurata a livello dell’occhio dell’animale e in grado di illuminare almeno l’80% dell’area utilizzabile. Una riduzione temporanea del livello di luce può essere ammessa se ritenuta necessaria in seguito al parere di un veterinario.”
Livelli sonori ridotti, con l’indicazione di diminuire per quanto possibile il rumore, sono previsti dalla direttiva 43/2007/CE al punto 5 dell’allegato I.
– Il controllore spesso dispone di un luxmetro sotto forma di app per smartphone, utile per avere una prima idea, oppure di luxmetri appositamente tarati. Un primo criterio soggettivo, comunque, consiste nel controllare che l’intensità luminosa sia tale da consentire la lettura di un giornale.
Densità di accasamento
Programma luce Le disposizioni della 98/58/CE, punto 11 dell’allegato, e della 43/2007/CE, punto 7, allegato I, prevedono sia il divieto di tenere gli animali costantemente al buio, sia quello di tenerli costantemente alla luce. Pertanto bisogna fornire un’illuminazione basata su un ritmo circadiano (di 24 ore) che deve comprendere “periodi di oscurità di almeno 6 ore totali, con almeno un periodo ininterrotto di oscurità di almeno 4 ore, esclusi i periodi di attenuazione della luce”. Ciò deve avvenire dopo i primi 7 giorni dall’accasamento dei pulcini, quando è consentito aumentare il periodo luminoso fino alle 24 ore/dì; un’ulteriore deroga è prevista nei 3 giorni prima della macellazione, escludendo i periodi di alba e tramonto artificiali.
ABBEVERATOI
GABBIE DA TRASPORTO
– Questo parametro nella pratica non viene rilevato, sia per la carenza di appositi dispositivi, che per l’assenza di limiti stabiliti.
La direttiva 43/2007/CE, all. V, punto 1, consente un aumento della densità fino a 42 kg/m2, ma in tal caso il controllo ufficiale deve confermare di non avere avuto carenze negli ultimi 2 anni, avere a disposizione un manuale di buone pratiche di allevamento, e che, negli ultimi 7 cicli consecutivi, il tasso di mortalità sia stato inferiore all’1% +0,06% giornaliero (tale dato lo si ottiene moltiplicando l’età di macellazione per i giorni di allevamento). In caso di allevamento a densità normale (solamente fino ai 33 kg/ mq), occorre comunque produrre, per il macello, i dati sulla mortalità cumulativa, alla quale verrà aggiunta quella riguardante i morti allo scarico, come indicato nella stessa direttiva al par. 1 dell’allegato II. – Il controllo ufficiale ha un primo, importante, ruolo nel definire la qualità e l’anamnesi dell’allevamento al quale si concede di allevare a densità superiori: la mortalità dei cicli precedenti, la disponibilità di idonee ventilazioni e raffrescamenti, tali da limitare gli eccessi termici, ecc. In seguito sarà soprattutto il macello, unendo ai
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FOCUS
dati di allevamento quelli rilevati in macellazione (come le lesioni plantari, ai carpi, quelle sternali, ecc.) a dare un giudizio definitivo sulla partita, rilevando eventuali non conformità e comunicandole al veterinario ufficiale dell’allevamento, per decidere se ridurre o meno la densità, fino alla correzione, nei cicli successivi, della difformità rilevata.
Lo stordimento elettrico in macello Vediamo adesso cosa dice la normativa europea circa lo stordimento elettrico in macello.
Stato di coscienza Il regolamento 1099/2009, art. 4 paragrafo 1, richiede uno stordimento con perdita di coscienza e sensibilità, che deve permanere fino alla morte. – Solitamente si osserva il riflesso corneale, sfiorando gli occhi, all’uscita dal bagno elettrico, prima del coltello killer. A volte basta sollevare la testa per osservare un movimento della terza palpebra, che si evidenzia in circa il 10% dei soggetti.
Controllo a campione e frequenza Il regolamento 1099/2009, art. 5, paragrafo 1, richiede un controllo su un numero sufficientemente rappresentativo di animali, tenendo in considerazione l’anamnesi del macello, per verificare l’efficacia dello stordimento. – Tutte le partite sono controllate esaminando una percentuale variabile di soggetti, solitamente da 10 a 100 per gruppo.
Stordimento insufficiente Sempre lo stesso articolo del regolamento CE richiede che, quando i controlli effettuati mostrano uno stordimento inefficace, il responsabile prenda le misure appropriate. – In caso di mancato o insufficiente stordimento dei polli in bagno con corrente elettrica, occorre solitamente rivedere l’amperaggio, aumentandolo, anche se può accadere che alcuni gruppi siano meglio storditi di altri, pur mantenendo i medesimi parametri. Nello stordimento a bagno elettrico di solito costituiscono la norma circa 200 milliampere per pollo. Nel regolare la scarica elettrica, va sempre tenuto conto del numero di soggetti presenti nella vasca, onde fornire a ciascuno la giusta dose.
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Frequenza dei controlli All’art. 16 par. 4 del regolamento 1099/2009 è prevista una regolazione della taratura dello stordimento elettrico con il variare delle partite in termini di età, peso, razza, ecc. così come indicato più precisamente nell’art. 8, contenente le istruzioni per l’uso dei dispositivi di immobilizzazione e stordimento. – Si è visto che alcune razze (in particolare le rustiche) sono meno sensibili allo stordimento rispetto ai polli da carne e devono quindi ricevere intensità maggiori. Meno importante è invece il peso di macellazione, anche se a volte occorre una regolazione dei parametri tra gruppi leggeri e pesanti. Un esempio di variazione dei parametri potrebbe anche essere dovuta a un cambiamento del programma di macellazione: a volte il macello non appende i polli in tutti i ganci della catena, e quindi saranno presenti meno soggetti nella vasca. Si dovrà quindi regolare l’amperaggio diminuendolo, per non eccedere nella somministrazione di corrente ai singoli polli, con conseguenti lesioni muscolo-scheletriche.
Parametri elettrici fondamentali Il regolamento 1099/2009, allegato II, punto 5.10, richiede la presenza di uno schermo che mostri i parametri utilizzati nel corso della macellazione e che ne tenga traccia, in modo da poterli riesaminare. Tali dati vanno conservati per almeno un anno. – I vecchi strumenti analogici di stordimento, dunque, sono caduti in disuso, sostituiti da strumentazione digitale, solitamente collocata nell’ufficio del responsabile del benessere del macello, per una pronta risposta.
Elettrodi e disposizione della vasca di stordimento elettrico Il regolamento 1099/2009, allegato II punto 5.7, prevede vasche disposte in modo che i polli che le attraversano siano costantemente a contatto con la terra, consentendo un passaggio continuo di corrente. – Ogni vasca va considerata nella sua lunghezza e profondità e occorre sempre evitare che l’ingresso delle vasche sia disposto in modo da consentire alle ali di toccare l’acqua prima della testa. Infatti, in questo caso, la corrente potrebbe causare una contrazione spastica, con sollevamento della testa, e conseguente mancato stordimento.
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La Champions League dei Paesi produttori di uova
Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Direttore Scientifico del WING all’Università Veterinaria di Hannover e Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
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L’industria avicola mondiale ha mostrato un notevole dinamismo negli ultimi decenni sia nella produzione di carne sia in quella di uova. In questo articolo viene condotta un’analisi sui 18 Paesi leader nel settore della produzione di uova tra il 2008 e il 2018. Il numero dei Paesi presi in considerazione richiama volutamente quello delle squadre che partecipano ai maggiori campionati sportivi. Dinamiche notevoli nelle scorte mondiali di galline ovaiole Nel 2018 5,2 miliardi di persone, pari a quasi i tre quarti della popolazione mondiale, vivevano nei 18 Paesi su cui si concentra l’analisi di questo articolo, Paesi che d’ora in poi saranno de-
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nominati CLC (Champions League Countries). Questi Paesi hanno contribuito per il 77,5% alle scorte mondiali di ovaiole; dodici di questi si trovano in Asia, tre nelle Americhe, due in Europa e uno in Africa (Tabella 1). Tra il 2008 e il 2018, l’inventario mondiale di galline ovaiole è aumentato da 6,3 a 7,5 miliardi di capi, con un aumento del 19,4%. Nei 18 CLC le scorte sono aumentate di 1,2 miliardi, pari al 19,2%. La crescita relativa più rapida a livello globale indica che anche in altri Paesi le ovaiole sono notevolmente aumentate. Con l’eccezione di Indonesia, Nigeria, Giappone e Ucraina, le scorte sono aumentate in tutti i 18 Paesi leader. Alla crescita complessiva della popolazione di ovaiole la Cina ha contribuito con 472 milioni di capi, pari al 38,9%, seguita dal Brasile (+120 milioni), dal Bangladesh (+82 milioni), dal Pakistan (+65 milioni) e dall’India (+57 milioni). Le dinamiche nell’Est e nel Sud-Est asiatico sono davvero notevoli: i quattro Paesi hanno infatti contribuito per il 55,6% all’inventario mondiale di ovaiole. Le crescite relative più alte le hanno fatte registrare la Birmania (73,5%), la Malesia (73,4%), il Bangladesh (70,7%) e il Pakistan (68,4%). Uno sguardo più approfondito alla composizione e alla classifica dei 18 CLC tra il 2008 e il 2018 rivela alcuni cambiamenti interessanti. Il Messico e il Bangladesh hanno superato l’Indonesia. Pakistan, Malesia, Turchia e Filippine hanno scalato posti in classifica, mentre Ucraina e Giappone hanno perso le loro precedenti posizioni. Inoltre Iran e Malesia nel 2018 non sono rientrati nei 18 Paesi leader del settore, sostituiti da Birmania e Repubblica di Corea. Nonostante l’aumento complessivo del numero di galline ovaiole tra i 18 CLC, si sono registrate diminuzioni in Indonesia, Giappone, Nigeria e Ucraina. E anche se le loro scorte sono cresciute, Cina, Stati Uniti e Messico hanno comunque perso delle quote. I primi quattro Paesi potrebbero riuscire a mantenere la posizione; vale infine la pena notare il notevole aumento delle galline ovaiole in Brasile.
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Aumento notevole della produzione di uova Un confronto delle Tabelle 1 e 2 mostra che la composizione dei 18 Paesi leader non è identica: questo è dovuto alle differenze nei sistemi di produzione. Nel 2018 4,8 miliardi di persone vivevano nei 18 Paesi, condividendo il 61,9% della popolazione mondiale. Otto di questi Paesi si
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trovano in Asia, cinque nelle Americhe e cinque in Europa. Ovviamente i Paesi europei hanno giocato un ruolo più importante nella produzione mondiale di uova grazie ai loro sistemi di produzione intensiva. Tra il 2008 e il 2018 la produzione mondiale di uova è cresciuta da 61,7 milioni a 76,7 milioni di tonTabella 1 – Allevamenti di galline ovaiole nei 18 CLC nel 2008 e nel 2018 (fonte: database FAO). 2008
2018
Galline ovaiole (mill.)
Contributo (%)
Cina USA Brasile India Indonesia Messico Giappone Russia Nigeria Bangladesh Ucraina Pakistan Iran Tailandia Filippine Malesia Turchia Italia
2.450 340 260 258 216 185 143 139 127 116 107 95 85 79 70 64 63 60
39,2 5,4 4,2 4,1 3,5 3,0 2,3 2,2 2,0 1,9 1,7 1,5 1,4 1,3 1,1 1,0 1,0 0,9
18 CLC
4.857
Mondo
6.254
Paese
Galline ovaiole (mill.)
Contributo (%)
Cina USA Brasile India Messico Bangladesh Indonesia Russia Pakistan Giappone Malesia Nigeria Turchia Tailandia Ucraina Birmania Rep. Corea Filippine
2.922 391 380 315 205 198 182 161 160 139 111 106 95 94 93 85 77 76
39,1 5,2 5,1 4,2 2,7 2,7 2,4 2,2 2,1 1,9 1,5 1,4 1,3 1,3 1,2 1,1 1,0 1,0
*77,7
18 CLC
5.790
*77,5
100,0
Mondo
7.467
100,0
Paese
*la somma non aumenta per l’arrotondamento
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nellate, con un aumento del 24,2%. Nei 18 Paesi leader la produzione è cresciuta di 10,3 milioni di tonnellate, pari al 69,0%. Ad eccezione della Francia, i volumi di produzione sono cresciuti in tutti gli altri CLC. Alla crescita di produzione di uova dei 18 Paesi di 10,3 milioni di tonnellate, la Cina da sola ha contribuito con 3,6 milioni di tonnellate (24,2%), seguita dall’India con 2,2 milioni di tonnellate (14,6%), dagli Stati Uniti con 1,1 milioni di tonnellate (7,5%), dal Brasile con 821.000 tonnellate (5,5%) e dall’Indonesia con 521.000 tonnellate (3,5%). Questi cinque Paesi insieme hanno contribuito per il 55,3% all’aumento mondiale e per l’80,1% alla crescita del gruppo di 18 Paesi leader nel settore. L’aumento relativo maggiore lo hanno fatto registrare la Malesia con il 78,9%, l’Argentina (77,1%), l’India (71,9%) e il Pakistan (68,4%). Le notevoli dinamiche dell’industria delle uova nei Paesi del Sud e dell’Est asiatico si riflettono nelle posizioni occupate in classifica da questi Paesi nonché
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Tabella 2 – Produzione di uova nei 18 CLC nel 2008 e nel 2018 (fonte: database FAO). 2008 Paese
2018 Produzione (1.000 t)
Contributo (%)
Cina USA India Messico Brasile Giappone Russia Indonesia Turchia Ucraina Malesia Francia Pakistan Germania Spagna Argentina Colombia R. Unito
26.590 6.466 5.237 2.872 2.666 2.628 2.486 1.644 963 922 857 848 847 846 839 829 780 777
34,7 8,4 6,8 3,7 3,5 3,4 3,2 2,2 1,3 1,2 1,1 1,1 1,1 1,1 1,1 1,1 1,0 1,0
*79,0
18 CLC
59.097
*77,1
100,0
Mondo
76.695
100,0
Produzione (1.000 t)
Contributo (%)
Cina USA India Giappone Messico Russia Brasile Indonesia Francia Ucraina Turchia Spagna Germania Italia Iran P. Bassi R. Unito Polonia
22.968 5.344 3.047 2.554 2.337 2.119 1.845 1.123 874 855 824 812 790 750 727 627 600 582
37,2 8,7 4,9 4,1 3,8 3,4 3,0 1,8 1,4 1,4 1,3 1,3 1,3 1,2 1,2 1,0 1,0 0,9
18 CLC
48.778
Mondo
61.729
Paese
*la somma non aumenta per l’arrotondamento
dai loro tassi di crescita assoluti e relativi. La crescita relativa più alta a livello mondiale rispetto a quella dei 18 CLC indica che anche in altri Paesi la crescita è aumentata considerevolmente. Un confronto nella composizione e nella classifica dei Paesi tra il 2008 e il 2018 mostra alcuni interessanti cambiamenti. Messico e Brasile hanno preso il posto in classifica di Giappone e Russia, la Francia ha lasciato il proprio posto alla Turchia ed è scesa al dodicesimo posto. La Malesia, che nel 2018 non faceva parte del gruppo, ha fatto un salto dal diciannovesimo all’undicesimo livello. La sua produzione di uova è cresciuta di 378.000 tonnellate: risultato dell’aumento delle esportazioni, soprattutto verso Singapore (vedi Windhorst 2020).
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Hanno fatto registrare crescite notevoli anche Argentina (+361.000 tonnellate), Pakistan (+341.000 tonnellate) e Colombia (+238.000 tonnellate). Iran, Paesi Bassi e Italia invece sono uscite dal gruppo dei 18 Paesi leader nel 2018. In modo analogo a quanto visto per le galline ovaiole, la concentrazione regionale nella produzione di uova non è cambiata molto. I tre Paesi leader hanno potuto difendere le proprie posizioni. Nonostante un aumento del volume di produzione, Cina e Stati Uniti hanno perso rispettivamente il 2,5% e lo 0,3% della loro precedente quota. Al contrario, l’India ha guadagnato l’1,9% ed è stata l’unica vincitrice dei primi tre Paesi. Il principale fattore di orientamento alla base di questa dinamica è stato il notevole aumento del consumo pro capite (vedi Windhorst 2019).
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Conclusioni L’analisi fin qui condotta è utile a documentare lo sviluppo molto dinamico dell’industria mondiale delle uova tra il 2008 e il 2018. Le scorte di galline ovaiole sono aumentate del 19,4%, la produzione di uova del 24,2%. È ovvio che l’intensità della produzione di uova è aumentata considerevolmente in diversi Paesi di soglia e Paesi emergenti, dove si sono usate galline ibride nutrite con mangimi di alta qualità. Nel 2018 i 18 Paesi leader hanno condiviso il 77,5% dell’inventario mondiale di galline e il 77,1% della produzione mondiale di uova. Al volume di produzione dei 18 CLC gli otto Paesi asiatici hanno contribuito con il 67,2%, i cinque Paesi americani con il 23,0% e i cinque europei con il 9,8%. Il dominio dei Paesi asiatici documenta che i poli di crescita dell’industria mondiale delle uova si sono spostati dall’Europa e dal Nord America all’Asia orientale e meridionale e nuovi centri si sono sviluppati anche nel Sud America.
Suggerimenti di lettura Database FAO: www.faostat.org. Windhorst, H.-W.: Eiererzeugung in Asien: Indien – zwischen Tradition und Umbruch. In: Deutsche Geflügelwirtschaft und Schweineproduktion 71 (2019), Nr. 3, S. 4 -5. Windhorst, H.-W.: Emerging Markets Countries. Dynamics and Patterns of the Egg Industry. (= WING – Beiträge zur Geflügelwirtschaft 23). Vechta 2020 (download disponibile su https://wing.tiho-hannover.de/pdf_files/wing-beitraegeheft-23_860_1.pdf).
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1. Anderson DM, Hsiao HY, and Dale NM. 2008. Identification of an inflammatory compound for chicks in soybean meal-II. Poultry Science 2008; 87: 159. (REF-01075). 2. Worthley, D.L., Bardy, P.G., Mullighan, C.G. 2005. Mannose-binding lectin: biology and clinical implications. Internal Medicine Journal 2005; 35 (9): pp 548-555. (REF-01146). 3. Gabler, N. and Spurlock, M. 2008. Integrating the immune system with the regulation of growth and efficiency. J. Anim. Sci. 86: E64-E74. (REF-00805). 4. Spurlock, M. 1997. Regulation of metabolism and growth during immune challenge: an overview of cytokine function. J. Anim. Sci. 75: 1773-1783. (REF-00807). 5. Zuo, J.J. et al. 2014. Supplementation of β-Mannanase in Diets with Energy Adjustment Affect Performance, Intestinal Morphology and Tight Junction Protein mRNA Expression in Broiler Chickens. J. Animal and Vet. Adv. 13(3): 144-151, 2014 (REF-09891). 6. Anderson, D.M. & Hsiao H.-Y. 2009. “New Feed Enzyme Development.” ChemGen Corp. 2009. 1: 1-30. (REF-01125) 7. Caldas, J.V. et al. 2018. The effect of β-mannanase on nutrient utilization and blood parameters in chicks fed diets containing soybean meal and guar gum. 2018 Poultry Science 0:1–11. http://dx.doi.org/10.3382/ ps/pey099. (REF-07106). 8. Qiao, Y., Zhu, X., Zhai, L., Payne, R., and Li, T. 2017. Dietary soybean meal level and β-mannanase supplementation affected immunioproteins in carotid artery and morphology and aquaporin water channels in small intestine of nursery pigs. Journal of Animal Science Vol. 96, suppl. S3. PSIII-36. REF-00994.
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Hemicell HT, Elanco e la barra diagonale sono merchi registrati di Elanco o sue affiliate. PM-IT-20-0234 © 2020 Elanco o sue affiliate
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TECHNICAL COLUMN
Qualità interna delle uova: tendenze e opportunità per rispondere alle mutevoli richieste di mercato – Seconda Parte La seconda parte dell’articolo tratta della qualità dell’albume in termini di freschezza espressa in Unità Haugh, della frequenza di macchie di sangue nelle uova a guscio marrone, dei progressi della genetica per risolvere tale problema e della qualità organolettica delle uova, soffermandosi sull’importanza del loro consumo in quanto ricche di proteine nobili. Dietmar K. Flock Lohmann Tierzucht Il Dr Dietmar K. Flock ha contribuito al miglioramento genetico della qualità delle uova delle linee bianche e rosse. Nella seconda parte l’autore si concentra sulla qualità dell’albume e sui progressi della genetica.
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Qualità albume: freschezza, unità Haugh L’albume d’uovo è di particolare interesse in termini di nutrizione globale, perché può essere prodotto in tutte le parti del mondo con un minore impatto ambientale rispetto, per esempio, alla carne bovina. Per garantire una qualità ottimale dell’albume, le uova devono essere raccolte almeno una volta al giorno, raffreddate alla temperatura di conservazione e conservate in frigorifero a circa 4 °C. Senza raffreddamento, la qualità dell’albume si deteriora
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TECHNICAL COLUMN
rapidamente a seconda delle condizioni di conservazione. Le pubblicazioni di Grashorn et al. (2016) e Simons (2017) riportano le raccomandazioni per uno stoccaggio ottimale. La freschezza può essere stimata misurando l’altezza della camera d’aria nelle uova sperate, ma è più comunemente riportata in termini di altezza dell’albume, convertita in unità Haugh. La conversione ha senso quando la qualità delle uova viene confrontata a diverse età delle galline. Tuttavia, quando le case di selezione genetica rompono le uova per determinare la qualità interna delle uova nelle linee pure, l’età è la stessa per tutte e quindi qualsiasi pregiudizio a favore di uova più grandi non è valido perché andrebbe in una direzione desiderabile. Quando si misura la qualità interna delle uova in allevamenti di linee pure, il numero di uova valutate per gallina determinerà l’accuratezza della stima del valore genetico. Il Grafico 1 mostra gli effetti delle condizioni di conservazione sulle unità Haugh. Le differenze genetiche tra le ovaiole commerciali, espresse in unità Haugh, sono lievi rispetto a quelle imputabili all’età delle galline, al loro stato di salute, alla temperatura di conservazione delle uova e alla manipolazione, dalla deposizione alla misurazione dell’altezza dell’albume. 90 80 6 °C
Unità Haugh
70 60
15 °C
50 40
22 °C
30 20 10 0 -10
22 °C HU = 77.199 - 2.277*D 15 °C HU = 73.068 - 0.934*D 6 °C HU = 71.909 - 0.226*D 5
10 15 20 Durata di conservazione
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Grafico 1 – Regressione lineare delle unità Haugh (HU) in risposta alla durata di conservazione (giorni) e alla temperatura (6,15 e 22 °C) (Grashorn et al., 2016).
I risultati riportati nella Tabella 3 di due recenti prove di campo in Germania (che hanno riguardato due razze livornesi, due marroni e una razza dalle uova avorio, schiuse il 1° giugno 2016 e uova analizzate alla stessa età) mostrano differenze significative tra i due siti in tutte e cinque le razze, con le unità Haugh in calo con l’a-
vanzare dell’età delle galline. Nei test futuri dovrebbero essere approfonditi gli effetti delle condizioni ambientali specifiche (allevamento alternativo vs. gabbia) sulla qualità interna delle uova. Tabella 3 – Effetti della razza, dell’età della gallina e del sito di prova sulle unità Haugh. Sito Haus Düsse
Kitzingen
Età
LB
NB
DW
LSL
Sandy
Media
42 sett.
95,5
90,2
96,2
96,6
96,2
94,9
58 sett.
92,9
82,9
94,8
93,3
91,6
91,1
68 sett.
89,8
85,1
92,0
89,3
88,4
88,9
Media
92,7
86,1
94,3
93,1
92,1
91,7
42 sett.
89,5
87,4
91,5
91,0
89,4
89,8
58 sett.
84,0
81,4
87,4
86,8
84,2
84,8
68 sett.
84,1
81,7
86,0
86,7
82,9
84,3
Media
85,9
83,5
88,3
88,2
85,5
86,3
Presenza di macchie di sangue o di carne Le uova a guscio marrone a volte includono macchie di dimensioni e colore variabili, chiamate “macchie di sangue” o “macchie di carne”. I consumatori le trovano raramente nelle uova a guscio bianco, ma si lamentano se ne rilevano una presenza insolita nelle uova a guscio marrone. Ovviamente si tratta di predisposizione genetica, come dimostrato in due recenti prove di campo effettuate in Germania. I risultati della Tabella 4 confermano la differenza prevista tra le razze rosse (LB, NB) rispetto alle bianche (DW, LSL), mentre l’incrocio tra linee bianche e rosse (Sandy) presenta una frequenza intermedia di macchie di sangue e carne nelle stesse condizioni ambientali. La consistente differenza tra i due siti dove si sono svolte le prove e l’apparente aumento con l’incremento di età delle galline suggeriscono un ruolo rilevante degli effetti non genetici (molto probabilmente la composizione del mangime). Entrambi i siti tedeschi riportano macchie di almeno 3 mm, senza specificare la differenza tra quelle di sangue e carne. Gli studi pubblicati non contengono alcuna spiegazione per l’ovvia differenza tra i siti e la questione è rimandata a futuri test a Kitzingen, quando potranno essere identificate le cause specifiche della maggior frequenza. Per esempio, la qualità e l’inclusione di micotossine nei mangimi possono variare tra le stagioni e quindi per l’età delle galline.
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TECHNICAL COLUMN
che hanno partecipato a tre test consecutivi. La frequenza varia in modo significativo tra gli anni e anche tra i mesi dello stesso anno, rispetto a differenze minori tra le 10 razze rosse che hanno partecipato a tutti e tre i test. Le guide di allevamento per le galline ovaiole includono anche raccomandazioni sulla composizione del mangime, che dovrebbero aiutare i nutrizionisti a formulare diete equilibrate e ridurre al minimo il rischio di macchie di sangue nelle uova marroni. I produttori di uova che mettono in primo piano la qualità dei loro prodotti a scopo di marketing dovrebbero acquistare mangimi da fornitori affidabili che non utilizzano componenti che potrebbero causare un cattivo odore nell’uovo. L’odore del mangime alla consegna può essere impiegato come criterio di qualità ed è pratica comune conservare un campione di mangime da ciascuna fornitura per l’analisi in caso di reclami da parte dei consumatori. Una farina di pesce di buona qualità non ha effetti negativi sull’odore delle uova, ma non va utilizzato un olio rancido.
Tabella 4 – Effetti della razza, dell’età e del sito di prova sulla frequenza delle macchie (%). Siti Haus Düsse
Kitzingen
Età
LB
NB
DW
LSL
Sandy
Media
42 sett.
6,0
6,0
0,0
0,0
7,0
3,8
58 sett.
10,0
7,0
0,0
0,0
6,0
4,6
68 sett.
9,0
9,0
0,0
0,0
1,0
3,8
Media
8,3
7,3
0,0
0,0
4,7
4,1
42 sett.
13,8
11,5
0,5
1,0
8,5
7,1
58 sett.
18,5
16,5
0,0
0,5
13,0
9,7
68 sett.
23,8
22,5
0,0
0,0
14,5
12,2
Media
18,7
16,8
0,2
0,5
12,0
9,6
Un altro punto è se la gestione dell’allevamento a terra a Kitzingen causi più stress durante il periodo dell’ovulazione rispetto al sistema in gabbie arricchite di Haus Düsse. Frequenze notevolmente inferiori di macchie di sangue sono state documentate in test di campo a Ustrasice, nella Repubblica Ceca, senza specificare le dimensioni e distinzioni tra macchie di sangue e di carne. Nella Tabella 5 è riassunta la frequenza delle macchie di sangue in tre periodi di 4 settimane di deposizione per 10 razze rosse
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Cinquant’anni fa, quando ho iniziato a lavorare come genetista nel team di H&N, ho imparato molto sulla qualità delle uova dalla letteratura e ho analizzato i dati delle linee pure per migliorarne la qualità. I ricercatori dell’Università della California avevano utilizzato la selezione per l’alta vs bassa frequenza di macchie di sangue in una linea sperimentale per dimostrare come funziona nella pratica la teoria genetica: a partire dalla bassa frequenza all’inizio dell’esperimento, sono stati in grado di aumentare la frequenza in modo significativo in poche generazioni (alta intensità di selezione per un tratto raro), mentre nessun progresso è stato ottenuto nella direzione desiderata di un minor numero di macchie di sangue. Quando ho analizzato grandi volumi di dati nelle linee pure White Leghorn di Lohmann Tierzucht, la “ripetibilità” calcolata era negativa, perché la maggior parte delle galline deponeva tutte le uova senza macchie e solo poche galline deponevano un singolo uovo con un piccola macchia di sangue. Per i genetisti che selezionano linee da uova marroni, è pratica standard raccogliere i dati genealogici sulle macchie di sangue e selezionare contro questo tratto indesiderato. Potremmo quindi chiederci perché le case di genetica non siano state in grado di ridurre la frequenza delle inclusioni. Sembra ragionevole supporre che il colore del guscio abbia qualcosa a che fare con la frequenza delle inclusioni, ma non ci sono risultati scientifici pubblicati per verificarlo e quindi ci si è dovuti rifare a dati non pubblicati. La Tabella 6 mostra le stime recenti dei parametri genetici
- technical column -
TECHNICAL COLUMN
Tabella 5 – Effetti della razza, età e anno sulla frequenza di macchie (%) nel test di campo di Ustrasice. 2014-15 Razza
2015-16
2016-17
LP 6
LP 9
LP 12
LP 6
LP 9
LP 12
LP 6
LP 9
LP 12
Media
S.E.
Hy-Line Brown
0
1
2
7
2
2
1
0
0
1,7
0,7
H&N Brown Nick
0
2
2
8
2
10
3
0
0
3,0
1,2
ISA Brown
0
7
3
4
1
11
2
0
0
3,1
1,3
Novogen Lite
2
3
9
8
0
4
2
0
0
3,1
1,1
Bovans Brown
0
5
9
9
2
4
0
0
0
3,2
1,3
LB Classic
1
3
5
10
3
6
4
0
0
3,6
1,2
Hisex Brown
0
1
6
12
4
8
3
0
0
3,8
1,4
LB Lite
2
2
9
14
0
9
2
0
0
4,2
1,7
Novogen Brown CL
2
6
9
9
3
9
2
1
0
4,6
1,2
Lohmann Tradition
0
6
5
16
8
13
2
0
0
5,6
2,0
0,7
3,6
5,9
9,7
2,5
7,6
2,1
0,1
0,0
3,6
1,2
Media
di 7 linee da uova marroni, alcune delle quali in commercio, mentre altre sono linee sperimentali attualmente in fase di test per mercati speciali. All’esame delle uova per determinarne la qualità interna, le macchie di sangue e carne vengono classificate in un range da 1 (nessun punto) a 9 (grandi macchie di sangue o carne), corrispondente alla reazione prevista dei consumatori quando trovano uova macchiate. L’ereditabilità per le macchie nelle uova è bassa (h² = 0,17) rispetto all’ereditabilità per il colore del guscio (h² = 0,49) e i due parametri sono correlati nella direzione contraria, quindi non desiderata. Il miglioramen-
Tabella 6 – Parametri genetici del colore del guscio (L-a-b) e punteggio di inclusione delle macchie (1 = molto grande, 9 = nessuno) in diverse linee da uova marroni (Schmutz, 2018). Ereditabilità
Correlazioni genetiche con il punteggio di inclusione
Codice della linea
L-a-b
Punteggio di frequenza
L
a
b
A
0,57
0,17
0,23
-0,18
-0,28
B
0,45
0,14
0,28
-0,27
-0,32
C
0,30
0,25
0,19
-0,16
-0,08
D
0,57
0,26
0,21
-0,19
0,01
E
0,53
0,08
0,09
-0,12
0,03
F
0,48
0,14
0,21
-0,18
-0,01
G
0,56
0,13
0,13
-0,15
-0,13
Media
0,49
0,17
0,19
-0,18
-0,11
to simultaneo di tratti correlati negativamente non è impossibile e il progresso genetico sarà lento. Per garantire che l’incidenza delle inclusioni non aumenti, ma si spera diminuisca, è necessario esaminare più uova per valutare questo tratto genetico in modo da aumentare l’accuratezza della stima nella selezione.
Valutazione organolettica delle uova Il mio interesse per il gusto delle uova è iniziato negli anni 70, quando ero responsabile del programma di selezione HNL White Leghorns di Lohmann su licenza di H&N. Le uova a guscio bianco avevano dominato per molti anni il mercato tedesco, mentre le razze a uova marroni stavano gradualmente aumentando la loro quota di mercato. In presenza di un’offerta eccessiva di uova bianche, i consumatori con maggior potere d’acquisto cominciavano a prediligere le uova marroni più costose, supponendo che queste avessero un sapore migliore perché provenienti da galline più felici, allevate all’aperto. Per testare questa ipotesi, sono state offerte ai dipendenti aziendali uova sode durante la pausa caffè e chiesto loro di valutarne l’odore e il gusto. Le uova provenivano da galline bianche e da galline rosse allevate in gabbia e alimentate con lo stesso mangime ed erano sgusciate per escludere qualsiasi pregiudizio dovuto al colore del guscio. Alcune uova marroni avevano un sentore “di pesce”, che le ha escluse dall’assaggio. Le persone hanno sensi-
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TECHNICAL COLUMN
“Le galline ovaiole di oggi vengono selezionate per deporre un uovo quasi ogni giorno in un ciclo di vita prolungato. Il consumo di uova è aumentato, ma il comportamento di consumo è cambiato e molti possono includere o meno le uova nella loro dieta. Il modo migliore per promuovere il consumo di uova è garantire la massima qualità a un prezzo equo.”
bilità diverse rispetto ai sapori e alcune hanno addirittura considerato “normale” il sentore di pesce nelle uova. In altre situazioni si nota la stessa incapacità di alcuni di rilevare il sapore sgradevole, per esempio con burro rancido o vini che sanno di tappo. Alcune persone sono ancora dell’idea che l’uso della farina di pesce nella dieta per ovaiole trasmetta un sentore di pesce nelle uova, ma una farina di buona qualità non lo provoca e inoltre, è stata eliminata dai mangimi in commercio per ovaiole nell’UE. Quando la farina di colza è stata identificata come una possibile causa di odore sgradevole, i nutrizionisti si sono concentrati sulla qualità della componente e hanno limitato la sua inclusione nel mangime per le genetiche rosse. Per molti anni si è selezionato contro il sapore sgradevole nelle linee rosse, senza sapere se la causa fosse un gene dominante o recessivo. Una svolta è arrivata con l’introduzione della genetica molecolare, dopo che ricercatori in Finlandia hanno identificato un gene recessivo che blocca il metabolismo della trimetilammina. Le case di selezione genetica hanno quindi potuto identificare non solo i portatori omozigoti, ma anche eterozigoti ed eliminare questo gene indesiderato dalle loro linee pure. Sebbene il problema del “sentore di pesce” nelle uova marroni possa sembrare risolto, i produttori di mangimi devono essere consapevoli che alcune componenti possono influenzare il gusto delle uova, specialmente se
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usate a livelli eccessivi per ridurre il prezzo del mangime. Quando possibile, le prove nutrizionali che coinvolgono materie prime critiche dovrebbero essere seguite da un pannello di assaggio per valutare i possibili effetti sulla qualità interna delle uova. Infine, sarebbe interessante scoprire fino a che punto i tecnici aziendali siano effettivamente in grado di valutare la qualità dell’aria nei capannoni durante gran parte della giornata, in modo da valutare il benessere degli animali.
Cambiano i modelli nel consumo di uova Le galline ovaiole di oggi vengono selezionate per deporre un uovo quasi ogni giorno in un ciclo di vita prolungato. Il consumo di uova è aumentato, ma il comportamento di consumo è cambiato e molti possono includere o meno le uova nella loro dieta. Il modo migliore per promuovere il consumo di uova è garantire la massima qualità a un prezzo equo. Invece di allarmare in modo ingiustificato, affermando che le uova possono causare problemi di salute, si dovrebbe informare sulla loro salubrità e valore nutrizionale, ideali soprattutto per i bambini: le uova sode da allevamenti sicuri dovrebbero essere offerte nelle scuole a sostegno di un’alimentazione equilibrata, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
Conclusioni La produzione mondiale di uova è aumentata da diversi decenni, più velocemente della crescita della popolazione umana. Le case di selezione genetica continuano a monitorare tutti i parametri di qualità delle uova per una produzione più sostenibile, ma i nutrizionisti devono approfondire le conoscenze sugli effetti di eventuali componenti critiche nel mangime sul gusto delle uova. Le aziende di trasformazione possono trarre vantaggio dalla conoscenza delle differenze nelle razze prima di stipulare contratti con i produttori di uova. Anche i consumatori potrebbero beneficiare di una maggiore informazione quando si orientano all’acquisto, comprese le raccomandazioni su come mantenere la qualità delle uova e su come preparare pasti delicati e nutrienti con uova di alta qualità. La bibliografia è disponibile su richiesta Traduzione di Zootecnica International Tratto da Lohmann Information Vol 53(1), gennaio 2019
- technical column -
TECHNICAL COLUMN
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TECHNICAL COLUMN
Valutare la qualità del pulcino Il termine “qualità del pulcino” è piuttosto vago perché può riferirsi a vari aspetti: dai tratti fisici, direttamente visibili, a quelli nascosti, come livelli di anticorpi, disturbi fisiologici, infezioni e carenze nutrizionali. Molti di questi hanno origine ben prima che le uova raggiungano l’incubatoio. Le condizioni ambientali e il tempo possono avere un effetto negativo sulla qualità dei pulcini. Un punteggio di questa qualità è soltanto il riflesso di uno status temporaneo e un’espressione delle attuali prospettive per i risultati dell’allevamento.
Maciej Kolanczyk Senior Hatchery Specialist, Pas Reform Academy
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La responsabilità legale dell’incubatoio è di solito limitata alla prima settimana di vita di un pulcino - un periodo delicato, quando la velocità di sviluppo è al suo massimo. Un buon inizio è essenziale e determina il risultato finale. Con il passare del tempo, i fattori correlati all’allevamento cominciano a prevalere su quelli dell’incubatoio. Tuttavia ma-
- technical column -
lattie a trasmissione verticale riscontrate in seguito possono influenzare negativamente la reputazione dell’incubatoio. Dal punto di vista dell’incubatoio, un buon pulcino appena nato non ha disturbi fisici e mostra le seguenti caratteristiche: forte, in piedi sulle proprie zampe; soffice (con presenza di lanugine ritta sulla testa); attivo ma rilassato; pulito; con occhi aperti e rotondi; con la pancia morbida ed elastica; ombelico ben chiuso, invisibile; non emaciato; non disidratato; senza lesioni e deformazioni. Queste caratteristiche sono legate tra loro e corrispondono a diversi aspetti dell’incuba-
TECHNICAL COLUMN
zione e delle procedure dell’incubatoio. Mentre un punteggio sulle caratteristiche può avere una vasta gamma (ad esempio per descrivere le dimensioni della pancia o il livello di forma fisica), sarebbe bene ridurre al minimo la soggettività e semplificare la valutazione con un sistema 0/1, che consente di individuare se la caratteristica è corretta oppure non lo è. In un incubatoio moderno si svolgono operazioni di massa, processando migliaia di pulcini ogni giorno. Una schiusa quotidiana è spesso costituita da molti sottogruppi (divisi in base all’allevamento, all’età, all’età delle uova). Un sistema di controllo qualità deve essere completo, rapido, facile e ripetibile. Dovrebbe inoltre consentire il confronto dei vari lotti e fornire un’espressione numerica della qualità. Un esempio è il Pasgar ©Score, basato su 5 caratteristiche facili da valutare. Alcune delle caratteristiche, come il becco o le zampine rossi, possono sembrare indici cosmetici, ma in realtà sono indicatori di problemi molto seri. 1. Un pulcino forte e ben formato si raddrizzerà entro 3 secondi se adagiato sulla schiena su una superficie piatta e antiscivolo. Questa capacità, che è un riflesso del pulcino, è un’indicazione della sua forma fisica generale. 2. L’ombelico dovrebbe essere ben chiuso e invisibile. Un ombelico asciutto e del colore della pelle ma convesso e ruvido al tatto non va bene, ma è comunque migliore di un ombelico che perde liquido o iperemico. Seguendo il principio del “corretto o non corretto”, entrambe le tipologie risulteranno con un punteggio negativo.
3. La valutazione del ventre - la sue dimensioni e la sua durezza - richiede sensibilità ed esperienza. Il contesto è importante. Poiché le dimensioni dell’addome sono legate soprattutto alla perdita di peso dell’uovo, alcune riserve extra di acqua possono costituire un vantaggio per pulcini che fanno parte di lotti i cui tempi di consegna previsti sono piuttosto lunghi oppure se è lunga la distanza da percorrere. 4. Le zampe rosse suggeriscono un’insufficiente perdita di peso (pancia grossa) e/o surriscaldamento. 5. Una macchia rossa sopra il becco o la fuoriuscita di sangue dalle narici indicano surriscaldamento; il becco sporco è il segno di disturbi metabolici legati alla perdita di peso dell’uovo. Nel sistema che utilizza il Pasgar ©Score viene sottratto un punto dagli iniziali 10 per ognuno degli ‘errori’ sopra indicati. Il punteggio medio di 50-100 pulcini rappresenta il punteggio finale di qualità per l’intero lotto (un buon punteggio è almeno di 9 punti) e permette di individuare i problemi chiave.
Consigli • Decidere cosa sottoporre a punteggio: la qualità alla schiusa o la qualità dei pulcini da vendere? • Tenere traccia dei punteggi di qualità e analizzare le tendenze. • Identificare i principali problemi e usare queste informazioni per correggere i programmi di incubazione e le procedure dell’incubatoio.
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MANAGEMENT
Allevare tacchini antibiotic-free Allevare tacchini senza ricorrere all’uso di antibiotici sta diventando una pratica sempre più diffusa a livello globale, soprattutto a causa dell’antibiotico-resistenza. Per troppo tempo l’uso di antibiotici è stato visto come un modo facile e veloce di risolvere i problemi di produzione e di gestione, piuttosto che capirne le cause di base. Dr Wiebke Oellrich, Company Veterinarian, Aviagen Turkeys Ltd
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Si può evitare l’uso di antibiotici in allevamento investendo in migliori strutture e formazione, in una gestione più consona e adottando un approccio completamente integrato. Per raggiungere questo obiettivo bisogna tener conto di alcune importanti esigenze: la salute dei
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MANAGEMENT
riproduttori e dei gruppi in produzione, la biosicurezza, la salute intestinale, la qualità dell’acqua e la gestione ambientale.
Fattori principali per evitare l’uso di antibiotici in allevamento Salute dei riproduttori Bisogna acquistare tacchinotti da incubatoi in cui si effettua una corretta vaccinazione, provenienti da riproduttori sani, alimentati con una dieta ben equilibrata; ciò è essenziale per potere superare il periodo di svezzamento e favorire l’evoluzione di una flora intestinale sana e bilanciata, fattore determinante per una produzione senza uso di antibiotici.
Biosicurezza È importante mettere in atto un programma di biosicurezza efficace e stringente, necessario per salvaguardare la salute dei tacchini ed evitare l’introduzione e l’esposizio-
ne a malattie infettive come i Micoplasmi. Un programma efficace richiede l’identificazione delle fonti patogene più probabili e l’attuazione di pratiche apposite per prevenire la presenza e la diffusione di patogeni tra e all’interno di gruppi. Tra tali pratiche ricordiamo l’esclusione e il contenimento. L’esclusione si applica ai visitatori, ai veicoli e alle attrezzature in ingresso nel capannone; oppure a chi è stato in altri allevamenti avicoli, incluso il personale che ci lavora. Il contenimento riguarda l’isolamento dei capannoni, il controllo di ratti e insetti e l’ingresso di uccelli selvatici o altri animali. La regola è sempre quella di effettuare una doccia di disinfezione in ingresso, indossando poi gli abiti forniti dall’azienda. Occorre notare che, per una gestione ottimale, è anche particolarmente critico il tempo di vuoto tra i collocamenti. A questo proposito è più importante il periodo di vuoto del capannone completamente pulito e asciutto dopo il lavaggio e la disinfezione rispetto al tempo complessivo di vuoto che intercorre tra lo svuotamento e il successivo accasamento. Tale periodo dipende dai rischi sanitari e dalle condizioni geografiche.
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MANAGEMENT
con accuratezza, se necessario implementando un programma di gestione del rischio specifico. Vanno evitate le materie prime di scarsa qualità e quelle condizioni che potrebbero aumentare i danni provocati da muffe e insetti; meglio non utilizzare grassi e olii rancidi. La contaminazione batterica del mangime o dell’acqua può recare danni al tratto intestinale con una conseguente risposta infiammatoria dell’intestino, un minore transito intestinale per i digesta e una ridotta disponibilità e assimilazione dei nutrienti.
Mangime sbriciolato, da grossolano a fine.
Salute del gruppo Prevenire la Coccidiosi e l’Enterite necrotica è solitamente il primo fra i problemi da affrontare in una produzione antibiotic-free. La gestione della lettiera e la densità di accasamento giocano un ruolo notevole. L’assenza di un vaccino per Coccidiosi rende difficile la gestione. L’uso di un programma vaccinale adatto al collocamento e allo stato del gruppo può prevenire una serie di malattie virali e batteriche. Dove necessario, l’uso di vaccini autogeni specifici per i singoli allevamenti e solitamente diretti a combattere le infezioni batteriche può essere una valida soluzione per ridurre l’impatto dei patogeni più frequenti in allevamento.
Salute intestinale e alimentazione Nei tacchini sono molti i fattori che influenzano la salute intestinale e, di conseguenza, le performance e la predisposizione alle infezioni. Un mangime di qualità è essenziale per una buona digeribilità. Fattori antinutrizionali – come la struttura fisica del mangime, un accesso inadeguato alle mangiatoie dovuto all’elevata densità di stoccaggio, il contenuto in nutrienti e la presenza di micotossine – possono giocale un ruolo rilevante nel ridurre la salute intestinale. I programmi di produzione antibiotic-free devono porre una particolare enfasi nell’evitare quote di micotossine che superino i limiti raccomandati; i livelli di rischio possono essere elevati in varie aree, quindi i produttori dovrebbero verificarne l’eventuale presenza nel mangime
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Condizioni ambientali inadeguate, in particolare una cattiva gestione della ventilazione, danno luogo a lettiere umide instaurando un clima deleterio per i tacchini con conseguenti problemi intestinali e diarrea, che vanno poi a peggiorare ulteriormente le condizioni della lettiera. La diarrea può anche essere causa di uova sporche nei gruppi di riproduttori, il che ne facilita l’infezione oppure comporta scarti in grandi quantità. La lettiera umida è anche nota come causa di dermatiti plantari nel tacchino.
Qualità dell’acqua La qualità dell’acqua è spesso trascurata nella produzione, anche se si tratta di un nutriente vitale che può avere un impatto negativo sui soggetti se contaminato da patogeni pericolosi o anche da alte cariche di batteri, lieviti o muffe. Di solito si pone massima attenzione alla qualità dell’alimentazione, ma occorre valutare che, nel corso della loro vita, i tacchini consumano un quantitativo doppio di acqua rispetto al mangime. Anche se si usa acqua di buona qualità, è necessario effettuare una pulizia quotidiana delle linee idriche e degli abbeveratoi e una detersione totale dell’impianto a fine ciclo. Ciò è necessario a causa dei batteri, funghi o lieviti che possono velocemente formare un biofilm nel sistema idrico. Alcuni additivi come vitamine o vaccini somministrati nell’acqua di bevanda possono ugualmente creare condizioni favorevoli per lo sviluppo di biofilm. Quando il biofilm viene rimosso, migliora sia il tasso di mortalità che lo stato sanitario generale dei soggetti. Idealmente, la formazione del biofilm andrebbe prevenuta sin dall’inizio, pulendo le linee tra i cicli. Un programma di sanificazione quotidiano dell’acqua porta quindi beneficio sia ai tacchini che all’impianto stesso. L’utilizzazione di disinfettanti registrati per l’uso nell’acqua di bevanda di animali destinati alla produzione alimentare
- management -
MANAGEMENT
riduce i livelli di patogeni presenti. Ci sono varie metodiche di sanificazione, ma occorre tener presente che i tacchini sono assai sensibili ai sapori e potrebbero ridurre il consumo di acqua.
Ambiente Per produrre antibiotic-free in modo efficace è essenziale assicurare un buon ambiente di allevamento, a bassa densità. Ogni soggetto che si trovi in un ambiente non ideale, secondo la propria età, sarà stressato e più predisposto alle malattie. Durante la pulcinaia, ad esempio, è importante fornire sufficiente spazio per l’alimentazione e l’abbeverata, per evitare competizione tra i pulcini. Lo stress ha un’influenza negativa sui consumi alimentari che potrebbero peggiorare la motilità intestinale, con risvolti negativi sulla salute dei soggetti e quindi sulla loro resistenza alle malattie. È importante mantenere il controllo della temperatura per evitare stress da caldo o da freddo e fornire, al contempo, una corretta ventilazione per estrarre i gas e l’umidità e
garantire buona ossigenazione. Un ambiente così controllato è confortevole per i tacchinotti e favorisce il consumo di mangime. I tacchini trascorrono la vita a contatto con la lettiera che deve essere sempre in buone condizioni, secca ma senza polvere, per evitare problemi respiratori. Livelli alti di ammoniaca nell’aria comportano danni delle vie aeree e quindi aumentano l’esposizione a infezioni.
Conclusioni L’aver avuto la possibilità di utilizzare antibiotici per molti anni ha portato a pratiche integrate che dovranno essere cambiate man mano che l’industria si avvia verso una produzione antibiotic-free. Tale procedura non aggiunge davvero nulla di nuovo ai sistemi attuali, ma richiede un’attenta cura dei dettagli senza lasciare niente al caso. I sistemi devono essere adattati a operazioni specifiche, essere continuamente rivisti e le pratiche modificate secondo le necessità. Avere un approccio proattivo, piuttosto che reattivo, dovrebbe portare al risultato desiderato.
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MANAGEMENT
Come proteggere il proprio incubatoio dai rischi per la biosicurezza La biosicurezza, per semplice definizione, è un insieme di procedure intraprese per limitare la diffusione di agenti patogeni infettivi in una popolazione esposta. Tuttavia, è più di questo: si tratta di un approccio mentale nel valutare e reagire a potenziali rischi che, unito a procedure adeguate, proteggerà l’incubatoio dalle varie minacce. cesso di realizzazione di azioni specifiche. La recente e diffusa pandemia di Covid-19 ci ha aiutato a capirlo meglio: si tratta di fare la cosa giusta per proteggere persone, animali, ecc.
Quattro fattori di rischio
Sviluppare una mentalità adeguata per salvaguardare la biosicurezza in incubatoio In incubatoio per ottenere buoni risultati, tutto parte dalla biosicurezza. Ci sono procedure e protocolli da seguire, ma la biosicurezza non finisce certo qui: è un approccio mentale importante per il successo a lungo termine.
Team di Specialisti dell'Incubatoio
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Ogni dipendente dell’incubatoio deve capire quanto siano rilevanti per la buona riuscita dell’incubatoio delle procedure di biosicurezza rigorose. Se il personale comprende a fondo l’importanza delle procedure di base, è probabile che sia più coinvolto nel pro-
- management -
Per stabilire una procedura di biosicurezza efficiente ed efficace bisogna investire nei rischi più elevati, da mantenere sotto controllo. Per questo motivo vengono esaminati quattro vettori che possono introdurre agenti patogeni durante le procedure d’incubazione. Una volta determinati i vettori o i fattori di rischio, si possono prendere le misure più appropriate per limitarne la possibilità di ingresso in incubatoio: • Uova in arrivo. • Persone. • Accesso al sito. • Altri animali.
1. Uova in arrivo Una prima “minaccia” è rappresentata dalle uova provenienti dall’allevamento. Durante la fase di sviluppo embrionale, all’interno dell’ovidotto, alcune malattie possono essere trasmesse all’uovo per via verticale interna. Queste possono essere rilevate tramite test settimanali sui gruppi di riproduttori e ciò consente di estrarre le uova da un gruppo
MANAGEMENT
che potrebbe essere infetto, prima di trasferirle in incubatoio, in modo da evitare che i pulcini diffondano la malattia. La contaminazione per via esterna, invece, è quella che avviene sulla superficie dell’uovo. Le uova sporche non dovrebbero mai entrare in incubatoio, poiché contengono un’enorme minaccia batterica e virale. Inoltre, le testine di trasferimento delle uova possono aspirare dell’eventuale materiale fecale o piume presente sulla superficie delle uova, il che può portare a contaminazione crociata di altre uova di prima categoria. Questo è il motivo per cui dovrebbero essere utilizzate solo uova di nido pulite ed eseguita una fumigazione precoce per ridurre i livelli batterici.
2. Persone Le persone rappresentano un fattore ad alto rischio nella diffusione della malattia da un luogo all’altro. Per evitare che ciò accada, si possono introdurre alcune pratiche semplici, ma molto efficaci:
Deve essere sempre evitata la trasmissione per contaminazione della superficie dell’uovo.
• Fornire corsi di formazione sulla biosicurezza per tutti i dipendenti. Il nuovo personale dovrebbe essere formato immediatamente. Si consigliano corsi annuali di aggiornamento. • Non consentire ai dipendenti di possedere (o interagire con) specie aviarie o visitare mercati di animali vivi o carne fresca e altri luoghi ad alto rischio di infezione e trasmissione di malattie aviarie. Anche il contatto fisico con uccelli selvatici e la caccia dovrebbero essere sempre evitati.
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3. Accesso al sito Sono necessarie misure adeguate per impedire l’accesso non autorizzato all’incubatoio e garantire un adeguato controllo della biosicurezza in loco: • Recintare i locali con una segnaletica chiara e controllare i punti di ingresso e di uscita. • Tenere un registro dei visitatori e chiedere a tutti di rispondere a un questionario all’arrivo per valutare i rischi di biosicurezza. Includere domande sul “motivo della visita”, “ultimo sito aviario visitato”, “data della visita” ecc. per la tracciabilità in caso di insorgenza di una malattia. • Tutto il personale che entra in incubatoio deve passare attraverso una doccia filtro all’ingresso che funge da barriera: un sistema di disinfezione unidirezionale che elimina la ricontaminazione degli indumenti dedicati (non possibile con una doccia convenzionale). • Collocare disinfettanti per le mani accessibili presso ogni porta, poiché le mani dovrebbero essere igienizzate quando si entra e si esce da tutte le singole stanze (dal lato dei locali delle uova e dei pulcini e soprattutto dalla mensa). • Qualsiasi attrezzatura che entra nell’incubatoio deve essere disinfettata, utilizzando una camera ultravioletta o uno spray disinfettante. • Dividere l’incubatoio in tre settori: quello delle uova, dei pulcini ed esterno, per mantenere separati coloro che lavorano nei diversi comparti. L’uso di divise colorate semplifica l’identificazione del personale e aiuta a limitarne i movimenti. • Quando si acquistano nuove apparecchiature, valutarle anche dalla prospettiva di biosicurezza. Alcune apparecchiature riducono al minimo i rischi meglio di altre: no a trappole per lo sporco, pulizia facile e ad alta pressione, ecc.
di plastica (non di cartone) e posizionare le esche per roditori all’esterno e all’interno dell’incubatoio. • Tenere lontani gli uccelli selvatici mettendo delle reti.
Covid-19: alcune precauzioni di buon senso Gli esperti sanitari prevedono che l’impatto della pandemia proseguirà. Ecco perché è consigliabile adottare le seguenti precauzioni di buon senso oltre alle procedure standard di biosicurezza: • Aumentare i livelli di formazione sulla biosicurezza. • Formare il personale in modo che tutti i dipendenti possano svolgere funzioni diverse nel caso in cui alcuni debbano essere sottoposti a isolamento. Non dimenticarsi di provvedere ai kit di manutenzione e pronto soccorso in quanto fondamentali per qualsiasi incubatoio. • Concentrarsi ancora di più sull’igiene, soprattutto delle mani: lavarle, disinfettarle regolarmente, evitare di toccare occhi, naso e bocca, ecc. • Assicurarsi che siano disponibili i pezzi di ricambio essenziali.
4. Altri animali Anche tutti gli altri animali (a eccezione delle specie aviarie) costituiscono un rischio potenziale di ingresso di patogeni. Fortunatamente è possibile impedire facilmente l’ingresso alla maggior parte di questi animali. Le minacce maggiori sono rappresentate dai roditori e dagli uccelli selvatici: • Mantenere un efficace programma di controllo dei roditori: conservare le potenziali fonti di cibo in scatole
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Una doccia filtro come barriera elimina la ricontaminazione degli indumenti dedicati.
• Installare internet negli edifici dell’incubatoio in quanto utile per il supporto tecnico diretto da remoto, se necessario. È fondamentale assicurarsi che tutti i membri del personale conoscano e seguano le procedure di biosicurezza adottate dall’incubatoio e, cosa ancora più importante, comprendano l’importanza di fondo di queste procedure per proteggere in modo adeguato l’incubatoio.
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NUTRIZIONISTICA
La idrossiseleniometionina può migliorare le rese delle galline nelle fasi finali della produzione
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Per incrementare la persistenza in deposizione delle galline ovaiole con l’aumentare dell’età può essere utile il selenio, minerale che potrebbe influenzare performance delle ovaiole e qualità delle uova.
Brito1,
Cavalcante1,
A. D. M. De Marco2, Y.G. Liu2, J.G. Goncalves2, F. Perazzo1 1 Universidade Federal da Paraiba, Areia, Paraiba, Brazil 2
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Con l’aumento della popolazione mondiale, ci si aspetta che la produzione di uova vada rapidamente crescendo: per sostenerla, occorre incrementare la persistenza in deposizione delle ovaiole, mantenendo la qualità delle uova deposte. Con l’aumentare dell’età, infatti, le galline gradualmente diminuiscono non solo la produttività ma anche la qualità del guscio. Lo stress ossidativo è un fattore importante di invecchiamento e il selenio (Se) è un minerale essenziale nei vari processi antiossidanti: quindi può avere effetti benefici sia sulle performance che sulla qualità delle uova. L’idrossiseleniometionina (OH-SeMet) è una delle fonti di selenio più efficienti – mi-
- nutrizionistica -
gliore rispetto al selenito di sodio (SS) – nel migliorare le rese avicole, in particolare nei periodi critici del ciclo produttivo. Lo scopo di questo studio era quello di valutare gli effetti di OH-SeMet sulle performance produttive e sulla qualità delle uova deposte da ovaiole di età compresa tra le 50 e le 70 settimane. Nello studio 384 ovaiole Dekalb brown (con una media di peso di 1,86 kg) sono state assegnate random a 2 trattamenti, con 12 repliche ciascuno di 16 galline. Le due diete sperimentali sono state addizionate con 0,3 mg Se/kg di mangime, sia con SS che OH-SeMet. I parametri di produzione standard sono stati quindi registrati. È stata poi
NUTRIZIONISTICA
analizzata la qualità delle uova, tenendo conto del peso e della percentuale di albume, tuorlo e guscio, oltre che dello spessore del guscio, della sua resistenza, dell’indice di Haugh e del colore del tuorlo. I dati sono stati analizzati col test di Student T, per campioni indipendenti (P<0,05).
Conclusioni La OH-SeMet migliorava diversi parametri produttivi rispetto al SS (Tabella 1). Circa i tratti qualitativi dell’uovo, la OH-SeMet aumentava lo spessore del guscio e la sua durezza, rispetto al SS. Si può quindi ipotizzare che la qualità del guscio possa essere correlata a una maggiore concentrazione di Se – ottenuta aggiungendo OH-SeMet – nel guscio e nelle sue membrane. Complessivamente, l’aggiunta nel mangime di OH-SeMet aumenta la produzione di uova e i parametri qualitativi nelle ovaiole da 50 a 70 settimane di vita, rispetto al SS, pertanto consente di prolungarne il ciclo. Tabella 1 – Performance e qualità: risultati dello studio condotto su galline ovaiole alimentate con selenite di sodio o con idrossiseleniometionina (OH-SeMet). Selenite di sodio
OH-SeMet
SEM
Valore P
Produzione uova (%)
88.80
90.41
1.71
0.038
Peso uovo (gr/uovo)
62.50
63.63
1.05
0.014
Massa uova (gr/giorno)
55.50
57.54
1.56
0.004
Conversione massa uova (gr/g)
2.05
1.95
0.09
0.005
Numero uova gallina accasata
124
126
2.40
0.030
Spessore guscio (mm)
0.458
0.470
0.008
0.002
Resistenza (kg/piede)
3.092
3.335
0.264
0.034
Bibliografia 1. Bain MM, Nys Y & Dunn IC (2016) Br. Poult. Sci. 57: 330-338. 2. Dunn IC (2013) Proc. 19th Europ. Symp. Poult. Nutr. 19: 124-129. 3. Surai PF, Kochish II, Fisinin VI & Velichko OA (2018) J. Poult. Sci. 55: 79-93. Dagli atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2019
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VETERINARIA
Acidi organici e composti naturali identici come alternativa o coadiuvanti agli antibiotici convenzionali in avicoltura Il fenomeno dell’antibiotico resistenza è un tema di importanza globale in zootecnia. Data l’inversione di tendenza che ha preso piede negli ultimi decenni sull’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti, oggi sono sempre più diffusi composti antimicrobici utilizzati come additivi per mangimi. Un esempio sono gli acidi organici e i composti naturali identici.
Giulia Giovagnoni, Benedetta Tugnoli, Andrea Piva, Ester Grilli
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- veterinaria -
VETERINARIA
Gli acidi organici alterano la crescita di microorganismi patogeni attraverso un meccanismo chiamato “modello anionico”. Secondo questo modello, gli acidi organici all’interno della cellula batterica vanno incontro a dissociazione: gli ioni H+ diminuiscono il pH intracellulare con conseguente consumo di energia da parte del microorganismo per espellere i cationi stessi attraverso pompe di membrana; allo stesso tempo gli anioni sono tossici per il DNA batterico, alterano funzioni metaboliche e aumentano la pressione osmotica della cellula batterica. I composti naturali identici sono molecole sintetizzate chimicamente identiche alle molecole naturali che compongono gli olii essenziali: la loro principale attività antimicrobica si riscontra nella formazione di pori a livello della membrana batterica, cui consegue una perdita di materiale citoplasmatico, la coagulazione dello stesso all’interno della cellula, l’inattivazione di enzimi e il blocco delle ATPasi batteriche. La Colibacillosi, l’Enterite necrotica e la Spondilite enterococcica sono tre patologie che causano importanti riduzioni delle performance di crescita e notevoli perdite economiche nell’allevamento avicolo. Obiettivo dello studio è stato quello di valutare se acidi organici e composti naturali identici potessero rappresentare molecole alternative o coadiuvanti l’azione di antibiotici convenzionali utilizzati per il trattamento di queste patologie. La sensibilità dei rispettivi agenti eziologici di queste patologie (Escherichia coli, Clostridium perfringens ed Enterococcus cecorum) è stata investigata nei confronti di antibiotici, acidi organici e
composti naturali identici da soli e in combinazione. In particolare, sono stati oggetto dello studio 8 ceppi di Escherichia coli isolati da fegato, 10 ceppi di Clostridium perfringens isolati da intestino, 10 ceppi di Enterococcus cecorum isolati da intestino, testa del femore e colonna vertebrale. L’attività degli agenti antimicrobici è stata valutata attraverso la determinazione della minima concentrazione inibente o MIC, ovvero la più bassa dose di antimicrobico che permette l’inibizione della crescita batterica. La MIC delle sostanze è stata determinata con il metodo della microdiluizione in piastre 96 well: in ogni piastra è stata incubata una concentrazione nota di batteri con dosi decrescenti di antimicrobico o combinazioni di diversi antimicrobici, e a seguito di un’incubazione di 24h, è stata valutata la torbidità dei pozzetti attraverso la misurazione dell’assorbanza a 630 nm con l’utilizzo di uno spettrofotometro. In un primo screening, è stato testato individualmente un set di antibiotici, acidi organici e composti naturali identici. I pattern di sensibilità agli antibiotici si sono dimostrati molto eterogenei tra i diversi isolati (Tabella 1). I ceppi di E. coli si sono rivelati totalmente resistenti al gruppo delle penicilline, mentre C. perfringens ed E. cecorum sono risultati sensibili. La quasi totalità dei ceppi è risultata resistente alla neomicina, antibiotico largamente utilizzato dato il suo ampio spettro d’azione. Infine, per molti antibiotici come, ad esempio, la lincomicina per entrambi C. perfringens ed E. cecorum, si è evidenziata una distribuzione bimodale dei valori MIC, identificata come risultato di un emergente fenomeno di antibiotico resistenza. Tabella 1 – Frequenza delle concentrazioni minime inibitorie in mg/L degli antibiotici testati contro i ceppi di E. coli, C. perfringens ed E. cecorum. AMX = amoxicillina; AMP = ampicillina; BAC = bacitracina; DOX = doxiciclina; LIN = lincomicina; NEO = neomicina; PEN = penicillina G; TIA = tiamulina; TYL = tilosina NT = non testato.
Riguardo gli acidi organici, la crescita di E. coli è stata inibita da acido sorbico, benzoico ed esanoico. Nelle altre due specie batteriche, per la quasi totalità degli acidi organici testati è stato individuato il valore MIC. In particolare, l’attività antimicrobica degli acidi grassi a media catena, oltre ad essere nettamente più elevata rispetto a E. coli, è risultata direttamente proporzionale alla lunghezza della catena carboniosa, con massima efficacia data dall’acido dodecanoico. L’acido butirrico non ha avuto alcun effetto su nessuno dei ceppi testati.
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VETERINARIA
“La Colibacillosi, l’Enterite necrotica e la Spondilite enterococcica sono tre patologie che causano importanti riduzioni delle performance di crescita e notevoli perdite economiche nell’allevamento avicolo. Obiettivo dello studio è stato quello di valutare se acidi organici e composti naturali identici potessero rappresentare molecole alternative o coadiuvanti l’azione di antibiotici convenzionali”
Tra i composti naturali identici testati, timolo, carvacrolo ed eugenolo hanno avuto un potere antimicrobico superiore alla vanillina. I valori MIC di acidi organici e composti naturali identici sono riportati nella Tabella 2. Sulla base dei risultati ottenuti da questo screening iniziale, sono state selezionate molecole al fine di combinare concentrazioni inferiori alla MIC di antibiotici con acidi organici o composti naturali identici. Un risultato promettente è stato il miglioramento dell’azione della neomicina dalla combinazione con timolo contro E. coli. Lo stesso antibiotico ha migliorato la sua efficacia grazie al supporto di acido dodecanoico, sorbico, benzoico e citrico rispetto ai ceppi di E. cecorum. Nel caso particolare dei due Tabella 2 – Concentrazioni minime inibitorie in mM degli acidi organici e composti naturali identici testati contro i ceppi di E. coli, C. perfringens ed E. cecorum. CIT = acido citrico; SOR = acido sorbico; BEN = acido benzoico; BUT = acido butirrico; HEX = acido esanoico; OCT = acido ottanoico; DEC = acido decanoico; DOD = acido dodecanoico; THY = timolo; VAN = vanillina; CAR = carvacrolo; EUG = eugenolo.
E. coli (n = 8)
C. perfringens (n = 10)
E. cecorum (n = 10)
CIT
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25
50
SOR
50
100
100
BEN
50
100
100
BUT
-
-
-
HEX
25
100
100
OCT
-
7.5
7.5
DEC
-
1.87
1.87
DOD
-
0.94
0.94
THY
3.75
1.87
1.87
VAN
-
7.5
7.5
CAR
3.75
1.87
1.87
EUG
3.75
3.75
3.75
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ceppi di E. cecorum con una MIC di 64 mg/L anche timolo e carvacrolo hanno completamente inibito la crescita batterica. L’azione della bacitracina, cui già i ceppi di C. perfringens erano sensibili con una MIC compresa tra 1-2mg/ L, è stata ulteriormente aumentata dall’azione di timolo, eugenolo, vanillina e, in maniera meno significativa, dall’acido sorbico. La sensibilità dei sei ceppi di C. perfringens totalmente resistenti alla lincomicina è stata nettamente migliorata dall’eugenolo, permettendo una quasi totale inibizione della crescita batterica. Da questi risultati si può dedurre come questi antimicrobici naturali abbiano la capacità di supportare l’azione antibiotica, sia nei confronti di ceppi completamente resistenti (ad esempio neomicina o lincomicina), sia di ceppi già sensibili aumentando ancora l’efficacia dei farmaci (ad esempio bacitracina). In conclusione, si è evinto che la risposta agli antibiotici è risultata sempre specie- e ceppo-specifica. Per acidi organici e composti naturali identici si è evidenziata invece un’azione ad ampio spettro, con un effetto dose dipendente e una risposta univoca per le diverse specie batteriche, anche quando gli antibiotici non avevano alcun effetto. Infine, la combinazione di determinati antibiotici con acidi organici e composti naturali identici ha permesso di aumentare la sensibilità dei ceppi agli antibiotici convenzionali testati, suggerendo che i meccanismi d’azione di queste molecole possano lavorare sinergicamente. Acidi organici e composti naturali identici possono essere una valida risorsa per combattere il fenomeno dell’antibiotico resistenza.
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Effetto dell’immunizzazione, con diverse dosi di vaccino Newcastle, su performance di crescita, variabili plasmatiche e risposta immunitaria dei broiler L’effetto di alti livelli di vaccinazione sullo stato immunitario non è stato ancora ben chiarito. In questo studio gli autori hanno usato i vaccini stessi come agente stressore, per meglio comprendere lo stress immunitario nel pollo.
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Newcastle, e questa rappresenta una delle sfide che il broiler affronta per tutta la vita.
Xiaofei Wang1,2, Qinqin Zhou¹, JingShen¹, Junhu Yao¹, Xiaojun Yang1 1 College of Animal Science and Technology, Northwest A&F University, Yangling, Shaanxi, Cina 2
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College of Science, Nanjing Agricultural University, Nanjing, Jiangsu, Cina
Il virus della malattia di Newcastle (NDV), appartenente al gruppo Paramyxoviridae, è l’agente causale chiave della malattia di Newcastle (ND) che attacca polli, tacchini e altri avicoli. Gli uccelli sopravvissuti hanno mostrato una crescita ridotta, un utilizzo alterato del mangime, una riduzione della produzione di uova e conseguenti gravi perdite economiche. Per alleviare questo effetto negativo sul tasso di crescita e di conversione, l’inoculazione NDV è stata utilizzata per proteggere il pulcino dalla malattia di
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Lo stress immunitario, come altre forme di stress, si tramuta più o meno direttamente in due risposte da parte dell’organismo: l’asse ipotalamo-ipofisario-adrenale, che provoca il rilascio di ormoni correlati a corticotropina, ormone adrenocorticotropo e glucocorticoidi, e l’asse simpatico adrenale, che risulta nel rilascio di catecolamine. È noto che il costante rilascio di ormone adrenocorticotropo aumenta il corticosterone plasmatico, il colesterolo e la concentrazione proteica totale. Concentrazioni elevate di corticosterone hanno dato diversi effetti deleteri sulle rese del pollo. Il trattamento con corticosterone, infatti, influenza le scelte alimentari e l’appetito del pollo, in modo inversamente proporzionale al peso. La gluconeogenesi è indotta dal corticosterone, come pure il catabolismo proteico e la deposizione di grasso. Viene anche alterato il meccanismo dell’insulina nel fegato del pollo e pure il muscolo viene influenzato negativamente dal corticosterone, tramite meccanismi vari. Uno studio effettuato in passato ha mostrato che l’immunizzazione, indotta dalla vaccinazione routinaria, ha diminuito il consumo alimentare, il peso corporeo (BWG) e la digeribilità dei nutrienti, il tutto accompagnato da un’elevata concentrazione plasmatica di IgG. Invece una dose immunizzante di
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ORIGINAL globuli rossi di montone non induce alcuna differenza nel consumo, peso, crescita e metabolizzazione dell’energia grezza nelle pollastre. Dopo un’immunizzazione singola, o comunque limitata, negli avicoli domestici, le crescite non erano alterate, e la risposta immunitaria usava pochi nutrienti. Inoltre, nell’industria avicola moderna i vaccini sono somministrati a un notevole dosaggio e con frequenze elevate, onde ridurre la mortalità, specialmente per i vaccini somministrati per via orale.
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L’effetto di alti livelli di vaccinazione sullo stato immunitario, come pure sull’energia e il metabolismo dei nutrienti nel pollo, non è stato ancora ben chiarito. In questo studio gli autori hanno usato i vaccini stessi come agente stressore, onde valutare l’effetto di livelli diversi di virus NDV su rese, metabolismo, risposte immunitarie e caratteristiche delle carcasse di broiler Arbor Acres, per meglio comprendere lo stress immunitario nel pollo.
Metodo Gestione e trattamenti Tutti i protocolli sono stati approvati dal comitato per il benessere animale dell’Università del Nordwest. Pulcini Arbor Acres di 1 giorno provenienti dall’incubatoio commerciale Shaanxi Zhengda (Cina) sono stati accasati in un ambiente a temperatura controllata (35-33 °C) per la prima settimana, calando 2 °C a settimana fino al raggiungimento di 24 °C. Mangime e acqua venivano forniti a volontà e si forniva anche luce continua per la durata della prova. Tutte le diete erano formulate per soddisfare o superare le richieste stabilite dal NRC. 8480 pulcini sono stati suddivisi dunque in 4 gruppi, con 6 repliche di 20 soggetti ciascuno. Il peso corporeo iniziale (BW) non dava differenze significative. Il virus della MD è termostabile (La Sota, Bio Industry, Cina) e veniva sciolto con soluzione salina sterile. I pulcini, in buono stato di salute, ricevevano dosi di 4.6 e 8 volte la normale dose di vaccino, a 12 e 28 giorni, per via oculo-nasale e acqua di bevanda (gruppo 4, 6 e 8).
Rese di crescita Il BW (peso) e il consumo erano registrati settimanalmente e venivano calcolati rispettivamente a 12 e 42 gg.
Raccolta di sangue e peso degli organi Al giorno 12 e 28 un soggetto da ciascuna replica veniva campionato, per misurare il peso. Venivano raccolti circa 8 ml di sangue e trasferiti in provetta da centrifuga eparinizzata. Una parte del sangue era usata per valutare il rapporto eterofili/linfociti e fare il test di proliferazione linfocitica, mentre l’altra era centrifugata a 2000 g per 10 minuti, per
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dal nido centrale! Raccolta delle uoeva automaticamente.
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ni piano! Eccellente veduta su og stretti garantiscono un I nastri della pollina ottimo scorrimento! ianto fino al centro è La profondità dell’imp quanto un braccio! cessibile! Griglia di appoggio ac il benessere Nidi che garantiscono degli animali! e! a su richiesta del client Essiccazione della pollin GmbH & Co. KG
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VETERINARIA
ottenere plasma atto a successive analisi biochimiche. Al giorno 28, tutti i polli sono stati soppressi tramite dislocazione cervicale, dopo un prelievo ematico, per misurare il peso della borsa di Fabrizio, milza e timo. Infine si è calcolato il peso relativo di ciascun organo.
Parametri ematici: misurazioni Al giorno 12 e 28 si determinava il rapporto eterofili/linfociti secondo la metodica di Zang. In breve, 5 microlitri di sangue erano usati per fare uno striscio su vetrino; poi lo si colorava con Geimsa dopo averlo seccato. Il numero delle cellule era calcolato con microscopio a immersione in olio, con ingrandimento di 100, da personale qualificato. In ciascun campo visivo, si contavano 100 cellule, tra neutrofili ed eterofili, infine si calcolava il rapporto tra essi. La concentrazione di corticosterone plasmatico e insulina era calcolata tramite un test radioimmunologico (RIA) per il corticosterone (ICN, Costa mesa) e l’insulina (Beijin Biolm Tech, Cina). La concentrazione di glucosio plasmatico, proteine totali, colesterolo, trigliceridi e acidi grassi non esterificati veniva determinata con kit commerciali secondo le istruzioni del produttori.
Onde valutare il contenuto in materia secca, l’azoto e altri lipidi estraibili in etere corporei, un soggetto per ogni replica era soppresso e spennato prima della prima inoculazione (a 12 gg) e alla fine della prova (42 gg), per valutare la composizione corporea iniziale e finale. Poi la carcassa è stata sminuzzata in piccoli pezzi, passati in una macina (Mig, Cina). Tutti i campioni erano liofilizzati e rimacinati, per renderli omogenei. La materia secca veniva determinata tramite asciugatura a 105 °C per 24h. Azoto e lipidi estraibili con etere erano misurati secondo le procedure dell’associazione di chimica analitica.
Analisi statistica I dati sono stati valutati secondo uno schema randomizzato che seguiva le procedure GLM tramite SPSs 17,0. Differenze significative tra i trattamenti venivano determinate con il test multiplo di Duncan e P<0,05 era considerato statisticamente significativo.
Risultati Performance di crescita
Proliferazione dei linfociti ematici periferici Il sangue era raccolto a 0, 6, 12, 24 ore ai giorni 2 e 4, dopo la seconda vaccinazione eseguita a 28 giorni, in modo da valutare la variazione della proliferazione linfocitica. I linfociti T e B erano testati secondo la metodica di Zang modificata. Il terreno di separazione dei linfociti (TBD, China) era usato per separare i linfociti. Si usavano lipopolisaccaridi (LPS, Singa) e Concavalina A (Sigma) per indurre la proliferazione dei linfociti B e T rispettivamente. L’assorbanza a 570 nm era registrata tramite in lettore ELISA su micropiastre (Bio Tek USA). L’indice di stimolazione (SI) era calcolato come segue: SI=OD570 (gruppo in prova)/OD570 (gruppo controllo).
Titolo degli anticorpi sierici verso ND I campioni di sangue erano raccolti dalla vena alare a 6, 10 e 14 gg dalla prima inoculazione e a 5, 9 e 13 gg dalla seconda di NDV. I campioni di siero erano preparati e refrigerati a -80 °C prima dell’analisi. La quantificazione degli anticorpi NDV era fatta con inibizione dell’emoagglutinazione. Il titolo medio geometrico era espresso come valore reciproco della diluizione finale.
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Determinazione del sangue intero
Rispetto al gruppo di controllo, il trattamento con NDV diminuiva significativamente il peso a tutte le dosi a 1-21 g (P<0,05), mentre era significativo a 21-42 gg e a 1-42 gg (P>0,05). Il rapporto risultava significativamente inferiore nei gruppi a 4 e 6 dosi a 21-41 gg. Nel corso di tutta la prova, il gruppo a 6 dosi mostrava un rapporto inferiore del 6,3% (P<0,05). Nessun’altra differenza significativa si evidenziava invece tra tutti i trattamenti circa il consumo di mangime per tutti i periodi sperimentali (P<0,05). Circa il peso di borsa di Fabrizio, timo e milza, non risultavano differenze significative tra i trattamenti.
Parametri plasmatici del rapporto eterofili/linfociti Dopo la prima inoculazione a 12 g, il corticosterone plasmatico aveva un aumento della concentrazione nel gruppo a 8 dosi rispetto alle 4, e la concentrazione insulinica plasmatica risultava inferiore in tutti i gruppi trattati con NDV. Comunque, non si trovavano differenze significative nella concentrazione di corticosterone plasmatico ed insulina, tra tutti i gruppi, dopo la seconda inoculazione a 28 gg. La concentrazione di glucosio plasmatico, proteine totali, colesterolo, trigliceridi, acidi grassi non
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esterificati, non risultava alterata dall’inoculazione. Il rapporto eterofili/linfociti tendeva ad aumentare con la dose inoculante di NDV, ma le differenze non erano significative.
Proliferazione del titolo anticorpale e proliferazione linfocitaria L’immunizzazione NDV elevava significativamente il titolo anticorpale 10 giorni dopo la prima inoculazione e 5, 9 e 13 giorni dopo la seconda. Il titolo degli anticorpi NDV tendeva ad aumentare 14 gg dopo la prima inoculazione, ma non in modo significativo. La proliferazione di linfociti B e T non risultava influenzata dalla seconda inoculazione effettuata a 28 gg. L’indice di stimolazione a 4 gg ritornava a concentrazioni non diverse da quelle fatte un’ora dopo la prima inoculazione.
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Contenuto di nutrienti corporeo Il contenuto corporeo di acqua, proteina e lipidi non era influenzato dalla inoculazione di NDV. L’aumento del tasso di nutrienti era parimenti inalterato dalla immunizzazione con NDV a 21-42 gg.
Discussione Lo stress si concretizza in diverse forme e il risultato è il rilascio di ormoni; lo stress fisiologico pare riduca il peso e la conversione. In questa prova, un trattamento con NDV mostrava una riduzione di peso e conversione rispetto ai gruppi di controllo non inoculati a 1-21 gg. L’assenza di un aumento del corticosterone dopo la seconda inoculazione a 28 gg potrebbe essere dovuto all’adattamento verso ripetuti interventi immunizzanti. Il peso era maggiore e la conversione minore nel gruppo inoculato con 4 dosi e 6 dosi, rispetto al controllo, il che suggerisce l’esistenza di una crescita compensatoria a 21-42 gg. Leeson ha rilevato che soggetti che hanno sofferto restrizioni alimentari precoci sono in grado di esprimere un consumo energetico o un peso corporeo uguale o maggiore a fine ciclo. Ciò può essere spiegato con un adattamento metabolico e un miglioramento del tratto digerente. Inoltre, il trattamento con 8 dosi non ha diminuito la conversione, il che indica che il vaccino va usato a livelli appropriati.
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È chiaro che l’insulina è l’ormone chiave, che regola
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“È chiaro che l’insulina è l’ormone chiave, che regola i peptidi e il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi nel pollo. L’insulina induce la distribuzione di glucosio nei tessuti adiposi e nel muscolo e previene anche la produzione di glucosio nel fegato”
i peptidi e il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi nel pollo. L’insulina induce la distribuzione di glucosio nei tessuti adiposi e nel muscolo e previene anche la produzione di glucosio nel fegato. In questa prova non si è notata una variazione significativa di insulina e corticosterone plasmatici, a seguito della seconda iniezione. Queste alterazioni degli ormoni plasmatici sono in grado di spiegare i risultati di crescita sopra descritti. La resistenza all’insulina è uno degli indicatori di stress cronico. Comunque, una concentrazione plasmatica di insulina inferiore nei soggetti trattati NDV è stata rilevata dopo la prima inoculazione, il che indica che il trattamento NDV aveva indotto uno stress immunitario acuto. Al contempo, la concentrazione di corticosterone plasmatico ritornava a livelli normali dopo la seconda iniezione. Gli effetti dello stress sul metabolismo sono stati studiati estensivamente ed è condiviso che lo stress causi uno spostamento dall’anabolismo verso il catabolismo, aumenti la lipolisi e il catabolismo proteico. In questa prova, non si è vista alcuna variazione significativa di glucosio ematico, proteine totali, colesterolo, trigliceridi e acidi grassi non esterificati. Ciò potrebbe essere dovuto al momento del campionamento o alla dose di inoculazione. Una tempistica di campionamento più dinamica sarà forse necessaria in futuri studi. Un parametro immunitario importante – il rapporto tra eterofili e linfociti circolanti – è uno dei sintomi più facili
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da riconoscere dello stress nel pollo. Soggetti trattati con corticosterone hanno mostrato numeri minori di linfociti circolanti. Nello studio presente, il rapporto eterofili/linfociti era leggermente elevato, nei soggetti trattati NDV, a seguito della seconda immunizzazione a 28 gg. Nonostante questo aumento non fosse rilevante, suggerisce che inoculazioni ripetute di NDV possano risultare in una certa immunosoppressione. Il titolo di anticorpi e la proliferazione linfocitaria corrispondono rispettivamente all’immunità cellulare e umorale. Le conseguenze sull’immunità vengono influenzate dal tipo di immunità (immunoprotettiva, immunoregolatoria, inibitoria o immunopatologica) e dalla durata e dalle misurazioni eseguite sul sistema immunitario. In questa prova i titoli immunitari verso NDV erano notevolmente aumentati a 10 gg dalla prima immunizzazione, e a 5, 9 e 13 dopo la seconda, il che indica che il sistema umorale immunitario era rafforzato da ripetute inoculazioni di NDV. La riesposizione verso i patogeni spesso ha come risultato una risposta più rapida ed efficace, rispetto a quella che si osserva nella prima vaccinazione, per l’intervento della memoria immunitaria. Non si notavano differenze significative nella risposta linfocitaria alla Concavallina A od PLS nel pollo, tra il controllo e i vaccinati NDV a 28 gg. Gli autori ipotizzano dunque che la vaccinazione NDV migliori la funzione e i numeri delle cellule T helper circolanti, e di conseguenza venga modulata la produzione di citochine, che attivano le cellule B. I polli stressati mostrano tipicamente una riduzione dello sviluppo muscolare e un aumento del grasso addominale: in questa prova, la composizione delle carcasse e l’utilizzo dei nutrienti non differivano tra i trattamenti, il che indica che l’immunizzazione da NDV non può alterare la composizione corporea.
Conclusioni La vaccinazione NDV ha ridotto le performance del pollo solo nel periodo immediatamente successivo alla prima vaccinazione, e anzi, un livello appropriato di dosi (4 e 6) ha avuto un effetto benefico sulla conversione e sulla crescita. Il titolo di anticorpi NDV aumentava 10 gg dopo la prima inoculazione e 5, 9 e 13 giorni dopo la seconda. Queste evidenze suggeriscono che un livello appropriato di dosi vaccinali NDV aumenti la conversione nel pollo.
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VIV-MEA International trade show from feed to food for Middle East and Africa ADNEC Abu Dhabi National Exhibition Centre Khaleej Al Arabi Street, Abu Dhabi, EAU Per informazioni: VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O. Box 8800 – 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2999 Email: viv.mea@vnuexhibitions.com Web: www.vivmea.nl Tel.: 800 23632 and international
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