Zootecnica International - Rivista Avicola - edizione italiana - 04 aprile 2023

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La strada verso ovaiole di 100 settimane

L’importanza della qualità dell’acqua nella produzione di tacchini

Parassiti interni degli avicoli

2023

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EDITORIALE

Con il crollo del muro di Berlino credevamo utopisticamente che l’Europa potesse assumere un ruolo importante per difendere il diritto di pace universale. Purtroppo la storia ha seguito i suo corsi e ricorsi, come sempre: la guerra del Golfo, i conflitti in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq e in altri Paesi. Un anno fa l’invasione dell’Ucraina.

Russia, Cina e Stati Uniti si contendono il primato della geopolitica, mentre in Europa ormai è opinione diffusa di non poter influire più di tanto in azioni di pace. Ogni Paese procede come un galleggiante in un mare tempestoso, non riuscendo ad essere coeso con gli altri.

Non dobbiamo perdere la speranza di un recupero di valori che riportino a una dimensione umana. Restando nella mia profonda convinzione che ognuno di noi possa fare qualcosa in positivo, mi piace ricordare un verso del poeta francese

Paul Valéry:

“Le vent se lève!… il faut tenter de vivre!” (il vento si alza… bisogna tentare di vivere).

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SOMMARIO ATTUALITÀ 4 LE AZIENDE INFORMANO 8 DOSSIER La strada verso ovaiole di 100 settimane ..........................................................10 MARKETING Produzione e commercio mondiale di uova all’inizio di questo decennio ............. 14 MANAGEMENT L’importanza della qualità dell’acqua nella produzione di tacchini 22 NUTRIZIONISTICA Effetti di uno stimbiotico sulle performance e sulla funzione di barriera intestinale di polli infettati con enterite necrotica (NE) ....................................................... 26 Richieste di calcio digeribile a diverse concentrazioni dietetiche di fosforo digeribile per broiler in fase grower .................................................................. 32 VETERINARIA Parassiti interni degli avicoli 36 MARKET GUIDE 44 GUIDA INTERNET 48 36 22 10

Mycoplasma

gallisepticum: tornano ad essere efficaci alcuni farmaci

Negli ultimi dieci anni Mycoplasma gallisepticum ha cambiato la sua sensibilità verso molti dei farmaci più comunemente prescritti per il suo contenimento: lo afferma uno studio condotto dai ricercatori dell’IZSVe.

pedire o di ostacolare la crescita del patogeno con la più bassa concentrazione di sostanza.

I ricercatori dell’U.O. Micoplasmi dell’IZSVe hanno utilizzato i ceppi di  Mycoplasma gallisepticum – non vaccinali, isolati in Italia tra il 2010 e il 2020 – disponibili presso la ceppoteca dell’IZSVe  per raccogliere i valori di MIC nei confronti delle principali molecole ad azione antibatterica (tetracicline, fluorochinoloni, macrolidi, lincosamidi) e analizzarli in prospettiva storica per individuare variazioni significative e trend di sensibilità.

I ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno analizzato i livelli di minima concentrazione inibente (MIC) per alcuni dei principi attivi più utilizzati per il trattamento del patogeno (tetracicline, fluorochinoloni, macrolidi, lincosamidi). La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Antibiotics.

Mycoplasma gallisepticum  è un patogeno importante in campo veterinario perché altamente contagioso e responsabile di perdite economiche significative, soprattutto nel settore avicolo. Oltre alle misure di prevenzione e alla vaccinazione, la terapia farmacologica degli animali infetti è una delle possibili strategie per contenere la diffusione della malattia.

La gamma di antimicrobici disponibili per il trattamento delle infezioni da  Mycoplasma gallisepticum  è però limitata a causa della resistenza intrinseca dei  Mollicutes (classe batterica a cui appartengono i micoplasmi) a diverse classi e molecole di antibiotici (beta-lattamici, antibiotici glicopeptidici, sulfamidici, bacitracina, trimetoprim e rifampicina) in ragione della loro struttura cellulare e del loro metabolismo. Per contenere possibili fenomeni di antibiotico-resistenza, è fondamentale basare la scelta terapeutica per Mycoplasma gallisepticum in ragione dei livelli di MIC, scegliendo cioè il farmaco capace di im-

Sebbene il 79,1% degli isolati di  Mycoplasma gallisepticum abbia mostrato valori di MIC per enrofloxacina pari a 8 g/mL, per eritromicina, tilmicosina, tilosina, spiramicina, tiamulina e lincomicina è stata osservata una variazione statisticamente significativa nel tempo delle frequenze di MIC. I valori di MIC ottenuti indicano un ritorno alla sensibilità di  Mycoplasma gallisepticum verso questi farmaci, che possono essere quindi considerati come una valida strategia terapeutica in caso di infezione.

I ricercatori IZSVe ipotizzano che questa inversione di tendenza possa essere il risultato di una riduzione della pressione selettiva antimicrobica sul campo, a cui hanno probabilmente contribuito anche i piani nazionali di contrasto all’antibiotico-resistenza recentemente implementati dal Ministero della Salute per ridurre l’uso di antimicrobici nella produzione avicola e l’azione di sensibilizzazione, svolta anche dai veterinari IZSVe verso il comparto avicolo, all’utilizzo del farmaco in ragione proprio dei valori di MIC.

A livello europeo, i dati sulle MIC per  Mycoplasma gallisepticum sono ancora limitati: l’evidenza supportata da questo studio, come da altri simili condotti dall’U.O. Micoplasmi dell’IZSVe, ribadisce l’importanza di procedere all’isolamento dei micoplasmi e alla determinazione dei valori di MIC adottando un metodo standardizzato, fondamentale per ottenere dati riproducibili che consentano di confrontare le osservazioni di diversi laboratori.

4 - attualitàATTUALITÀ
Fonte: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

Aviaria, Unaitalia: manteniamo alta l’allerta

Nessun focolaio in Italia, ma è necessaria una collaborazione stretta con le autorità per ridurre i rischi.

“Non registriamo focolai di Aviaria negli allevamenti italiani dallo scorso anno”, dichiara la direttrice di Unaitalia Lara Sanfrancesco, “ma c’è comunque un’allerta alta. Alla luce dell’alta circolazione riscontrata nelle specie selvatiche, Unaitalia sta ponendo la massima attenzione al tema e il mondo produttivo collabora in maniera attiva e continua con le autorità per ridurre i rischi di focolai”.

Secondo i dati epidemiologici del Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) sono in aumento i casi di Influenza Aviaria (H5N1) tra gli uccelli selvatici, ma nessun caso

è stato registrato negli allevamenti avicoli. Il Ministero della Salute ha diramato una nota, indirizzata a tutti i servizi veterinari regionali e agli Istituti Zooprofilattici italiani, in cui ha manifestato la necessità di rafforzare la sorveglianza dei volatili selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli.

“Siamo costantemente in contatto con le autorità competenti – dalle ASL alle autorità regionali, al Ministero della Salute – e continuiamo a tenere alte le misure di biosicurezza e il sistema di monitoraggio, seguendo tutte le indicazioni ministeriali in merito, per evitare che il virus proveniente da animali selvatici entri ne-

gli allevamenti. Non a caso ad oggi sono ancora attivi i campionamenti in allevamento e altre misure nelle zone a più alto rischio”, prosegue la direttrice di Unaitalia. “Vista la diffusione ampia, davanti a uno scenario così complesso, è necessario trovare ulteriori misure oltre a quelle in atto, già rilevanti e settate, come la vaccinazione, che deve diventare un ulteriore strumento di prevenzione da affiancare a quelli attuali. In Italia è in corso un trial sui tacchini, altri sono in atto in altri Paesi per altre specie. Confidiamo in un approccio globale e strumenti armonizzati”.

Fonte: Unaitalia

- aprile 2023 - 5 ATTUALITÀ
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Istat agricoltura, stime 2022: stabile la zootecnia

L’Istat ha pubblicato la stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per l’anno appena trascorso i cui dati utilizzati si riferiscono ai Conti economici dell’agricoltura (CEA).

61,2 del 2021) dall’altro i consumi intermedi hanno subito un incremento del 23,1%; il valore aggiunto a prezzi correnti è aumentato del 14,2%. Al netto della variazione dei prezzi, nel 2022 la produzione dell’agricoltura si è ridotta dello 0,7% in volume e il valore aggiunto dell’1%.

Secondo l’Istat il settore zootecnico ha mantenuto volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2021 (-0,3%), a sintesi di una crescita che ha riguardato principalmente gli ovicaprini (+5,2%), i bovini (+2,5%) e il latte (+0,1%) e di un calo per le carni suine (-2,8%) e per il pollame (-1,5%). Il prezzo medio dei prodotti zootecnici è in forte aumento (+24,2%), spinto soprattutto dal rincaro di pollame (+33,4%), latte (+26,6%), carni bovine (+19,5%), suine (+18,4%) e ovicaprine (+10,6%).

In generale, nel 2022 gli effetti della crisi pandemica che avevano segnato il biennio precedente sono stati riassorbiti, in particolar modo per le attività secondarie e dei servizi che hanno recuperato il trend positivo bruscamente interrotto. La forte instabilità dei mercati internazionali

delle materie prime agricole e dei prodotti energetici, che ha caratterizzato l’ultima parte del 2021 e che si è amplificata nel corso del 2022 anche per l’effetto dirompente del conflitto russo-ucraino, ha tuttavia innescato un consistente rialzo dei prezzi con ricadute particolarmente pesanti sui costi di produzione. Inoltre, il fattore climatico ha segnato l’andamento del settore soprattutto per la siccità, fenomeno che ha contraddistinto l’intera annata influendo su volumi e qualità di molte colture.

I prezzi dei prodotti venduti sono cresciuti in modo consistente (+19,1%) ma ancora più forte è stato il rialzo dei prezzi dei beni acquistati (+23,6%). Se, quindi, da un lato il valore corrente della produzione totale dell’agricoltura è aumentato del 18,2% (72,4 miliardi di euro contro

Dal report emerge che il 2022 non è stato un anno favorevole per le coltivazioni (-2,2% in volume). Gli eventi climatici hanno condizionato le produzioni, con basse temperature primaverili, eccezionali ondate di calore nel periodo estivo e pressoché totale assenza di precipitazioni e un clima caldo e asciutto che si è protratto per gran parte dell’anno in molte aree del Paese. Sensibili decrementi si registrano non solo per olio d’oliva (-17% in volume) e cereali (-10,4%) ma anche per piante foraggere (-5,5%), piante industriali (-4,5%), patate (-1,9%) e ortaggi freschi (-1,8%). Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti delle coltivazioni, cresciuti mediamente del 17,8%, con punte del 40,3% per i foraggi, 39,9% per i cereali, 21,2% per gli ortaggi freschi, 14,7% per gli agrumi, 13,5% per le piante industriali, 10,1% per il vino e 6,6% per la frutta fresca.

Per quanto riguarda l’Italia, si attesta a 38,4 miliardi il valore aggiunto in euro dell’agricoltura; secondo posto nella Ue27 dopo la Francia (43,5 miliardi di euro) e prima di Germania (30,9 miliardi) e Spagna (28,5 miliardi).

6 - attualitàATTUALITÀ
Fonte: Istat

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AZA INTERNATIONAL presenta i propri prodotti a Fieravicola 2023

Nata alla fine degli anni '50, la società AZA INTERNATIONAL è da sempre riconosciuta come azienda leader in Italia e all’estero nel settore degli impianti per allevamenti zootecnici e vanta un’esperienza di lunghissima data. La strategia aziendale è da sempre basata sull’innovazione, sulla qualità e sul servizio verso il cliente.

pletamente pulita dagli animali dopo ogni pasto. Presenti anche le tramoggette SELF-DOSY, specifiche per l’alimentazione controllata dei galli: automatiche, convenienti e semplici da gestire.

Per quanto riguarda la gamma broiler, la società esporrà i propri prodotti di spicco, come la tramoggetta PRATIKA, caratterizzata da eccellenti performance di conversione, da una comoda regolazione del mangime e un’apertura per le operazioni di pulizia veloce e automatica. Troviamo poi la robusta tramoggetta MODULA, progettata per tacchini dal primo giorno fino ai maschi pesanti.

Anche quest’anno AZA INTERNATIONAL sarà presente a Fieravicola 2023 con un proprio stand, dove presenterà la sua vasta gamma di sistemi di alimentazione avicola e trasportatori a grande portata.

Sarà possibile visionare il sistema BREEDAZA, un impianto rivoluzionario di alimentazione a mangiatoia lineare per polli riproduttori e galline ovaiole, che garantisce un’istantanea e omogenea distribuzione del mangime lungo tutta la linea. Inoltre la mangiatoia lineare, al suo interno, resta libera da qualsiasi ostacolo e viene com -

Presso lo stand saranno disponibili anche tutti gli altri prodotti, come il sistema DUO, combinazione ideale di mangiatoia e abbeveratoi, la tramoggetta FLEXA per pollastre oppure la tramoggetta MIXTA, ideale per anatre o per cicli misti di polli e tacchini.

Presenti anche i trasportatori a grande portata disponibili nei diametri 76, 102 o 114 mm, prodotti con materiali di prima qualità e ideali per quei clienti che hanno la necessità di trasportare rilevanti quantità di mangime.

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La strada verso ovaiole di 100 settimane

Un nuovo studio, finanziato dal Canadian Poultry Research Council, mira a mantenere la salute delle galline ovaiole garantendo un ciclo di deposizione più lungo.

Le galline ovaiole per avere ossa forti e per produrre uova con una buona qualità del guscio necessitano di fosforo e calcio, due minerali essenziali che nel tempo passano dal corpo della gallina alle uova che essa depone. Di conseguenza, al termine di un ciclo di 70 settimane di deposizione, l’apporto di minerali nelle ossa di un’ovaiola può essere ridotto, causando debolezza delle ossa.

Marie-Pierre Létourneau-Montminy del Dipartimento di Scienze Animali della Laval University (Canada) è alla guida di un team di ricerca internazionale multidisciplinare concentrato su due progetti contestuali volti a capire come il calcio e il fosforo viaggino attraverso il corpo delle ovaiole nelle diverse fasi del loro ciclo vitale e in che modo un’assunzione mirata di minerali possa aiutare a soddisfare le esigenze minerali quotidiane per permettere agli allevatori di estendere il ciclo di deposizione.

10 - dossierDOSSIER

“Stiamo lavorando per stabilire il fabbisogno nutrizionale giornaliero di calcio e fosforo delle galline ovaiole”, spiega Marie-Pierre Létourneau-Montminy. “Per la prima volta abbiamo elaborato un progetto di modellazione che raccoglie tutti i dati disponibili per una migliore comprensione del destino di calcio e fosforo nel tratto gastrointestinale e a livello metabolico. Contemporaneamente siamo in grado di testare le previsioni del modello in un test di ricerca della durata di 100 settimane.”

L’importanza della dimensione delle particelle di calcare

Per simulare il destino di questi due minerali, il team ha dovuto prima capire la portata del lavoro già fatto per tracciare fosforo e calcio nel tratto digestivo della gallina ovaiola. I ricercatori si sono trovati ad affrontare un ostacolo inaspettato quando si sono resi conto che non esistevano informazioni relative all’interazione nelle gal-

line ovaiole tra la dimensione delle particelle di calcare (fonte di calcio) e la fitasi, un enzima che produce fosforo dalle piante. I partner di ricerca francesi hanno condotto uno studio che ha fornito le informazioni per colmare la lacuna.

“Abbiamo verificato che le particelle di calcare di grandi dimensioni interagiscono meno con la fitasi e la dimensione delle particelle fini riduce l’efficienza degli enzimi”, prosegue la ricercatrice. “Particelle di calcare più grandi rimangono nel ventriglio più a lungo e, dato che i gusci delle uova si formano durante la notte, quando la gallina mangia meno, rappresentano pertanto una fonte disponibile di calcio. Questo diventa particolarmente importante quando la gallina invecchia e utilizza il calcio con minore efficienza.”

Partendo da questo punto, i ricercatori sono stati in grado di prevedere meglio l’assorbimento di fosforo e calcio. In generale la gallina deve sottrarre un po’ di calcio alle ossa per deporre l’uovo durante la notte; questo proces-

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11 - aprile 2023DOSSIER
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so produce fosforo, che viene poi disperso nella pollina. Grazie ai dati dello studio il team di ricerca è stato in grado di prevedere il fabbisogno nutrizionale giornaliero durante il ciclo vitale di una gallina e addirittura il momento ottimale nell’arco della giornata.

Misurazione della salute delle ossa

Per la seconda parte del progetto i ricercatori stanno testando le previsioni del modello, allevando galline ovaiole fino a 100 settimane con due livelli diversi di fosforo alimentare. Uno scanner osseo, comunemente usato in medicina per le diagnosi di osteoporosi nelle persone, viene utilizzato per testare le ossa delle galline, in particolare per quanto riguarda il contenuto minerale, non-

ché la composizione corporea di massa grassa e magra. Létourneau-Montminy spera che il progetto possa fornire una migliore comprensione circa l’evoluzione delle ossa e della quantità di calcio che si trasferisce nelle uova in base all’età delle galline: “con l’età gli avicoli entrano in una condizione di osteoporosi e fanno un uso meno efficiente del calcio. Tendiamo a vedere inoltre anche una riduzione del fosforo.”

L’importanza del fosforo di precisione

La ricercatrice canadese ha notato che con le riserve mondiali di fosforo colpite dall’aumento dei prezzi e da una conseguente scarsità nel reperimento, i produttori devono affrontare crescenti pressioni per fare attenzione a una risorsa che non è rinnovabile. Al termine del test Létourneau-Montminy spera di avere una migliore comprensione di come fosforo e calcio vengono utilizzati nel corpo delle galline nel tempo: “sappiamo che con l’invecchiamento le galline ovaiole utilizzano più delle loro riserve ossee, quindi stiamo pensando a diverse strategie. Con questa prova avremo informazioni importanti su come cambiano le esigenze minerali e avremo molti dati che ci aiuteranno a colmare le lacune della nostra conoscenza in questo campo”.

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Le ovaiole generalmente depongono 350 uova entro la fine del loro ciclo di 52 settimane. Con l’estensione a 70 settimane della deposizione o a 100 settimane dell’età, l’obiettivo è quello di arrivare alla deposizione di 500 uova, purché i dati confermino che le galline sono in buona forma fisica. Il team di ricerca sta raccogliendo informazioni sulla composizione ossea, la densità del midollo osseo, il contenuto minerale nelle uova e nelle ossa, nonché i livelli ormonali del sangue nel tempo.

Il progetto di modellazione e la sperimentazione dovrebbero essere completati entro i primi mesi del 2023. Marie-Pierre Létourneau-Montminy spera inoltre di completare uno studio simile, utilizzando lo stesso sistema per esaminare le concentrazioni di vitamina D nella dieta e nelle galline ovaiole.

La ricerca è finanziata dal Canadian Poultry Research Council, come parte del Poultry Science Cluster, sostenuto da Agriculture and Agri-Food Canada nell’ambito della Canadian Agricultural Partnership, un’iniziativa federale-provinciale-territoriale.

Un ulteriore sostegno alla ricerca è stato ricevuto da Egg Farmers of Canada, DSM e Avimix Nutrition.

12 - dossierDOSSIER
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Produzione e commercio mondiale di uova all’inizio di questo decennio

Nel dicembre 2022 la FAO ha pubblicato i dati sulla produzione animale mondiale e sul commercio di prodotti animali che consentono di documentare e analizzare i modelli della produzione globale e del commercio di uova a livello continentale e nazionale all’inizio dell’attuale decennio.

Notevole crescita della produzione mondiale di uova

Tra il 2011 e il 2021 la produzione mondiale di uova è passata da 65,5 milioni di tonnellate a 86,4 milioni di tonnellate, aumentando del 31,9% (Tabella 1). Nel 2021 la continua tendenza al rialzo è stata interrotta dalla pandemia di Covid-19 e dai focolai di Influenza Aviaria in diversi Paesi (Figura 1), tendenza che è continuata nel 2022, quando sono state segnalate gravi epidemie di AI non solo in Europa e in Nord America, ma anche in altre regioni del mondo.

I Paesi asiatici dominano la produzione mondiale

La Figura 2 documenta i cambiamenti nella produzione globale di uova di ciascun continente tra il 2011 e il 2021: con l’eccezione di Asia e Centro e Sud America, tutti i continenti hanno perso quote, l’Europa ha perso il 3,3% e il Nord America lo 0,7%. Queste dinamiche riflettono le variazioni assolute e relative del volume di produzione nel decennio considerato. Con una crescita relativa solo del 4,9%, l’Europa è rimasta molto indietro rispetto a tutti gli altri continenti: il già

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MARKETING

di uova tra il 2011 e il 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Paesi al volume di produzione globale è aumentato dal 68,4% nel 2011 al 71,2% nel 2021 (Figura 3).

Figura 3 – Contributo dei dieci Paesi leader nella produzione di uova alla produzione mondiale nel 2011 e nel 2021 (design: A.S. Kauer

elevato consumo pro capite, la diminuzione della popolazione e l’impatto delle epidemie di Influenza Aviaria sono tra le cause di un tasso di crescita relativamente basso. Alla crescita assoluta della produzione mondiale di uova, pari a 20,9 milioni di tonnellate, l’Asia ha contribuito per il 73,8%, l’America centrale e meridionale per il 14,1%, il Nord America per il 6,2% e l’Europa solo per il 2,5%.

La concentrazione regionale osservata nella produzione di uova negli ultimi decenni è continuata anche nel secondo decennio del 2021. Il contributo dei dieci principali

Uno sguardo più attento alle dinamiche a livello nazionale mostra non solo la mutata composizione dei Paesi, ma anche la loro classifica (Tabella 2). Nel 2021, nessuno stato europeo rientrava tra i primi: Turchia e Pakistan hanno sostituito gli Stati membri dell’UE Francia e Spagna, e l’India ha sostituito gli Stati Uniti al secondo posto. Il Giappone è sceso dal quarto al settimo posto, la Russia dal sesto all’ottavo; il Brasile, invece, ha scalato due posizioni. Anche se la Cina ha avuto la più alta crescita assoluta nel decennio preso in esame, l’aumento dei volumi di produzione di India e Indonesia è notevole. La Cina ha contribuito con 5,1 milioni di tonnellate, pari al 24,6% della crescita mondiale, l’Indonesia con 4,1 milioni di tonnellate (19,7%) e l’India con 3,2 milioni di tonnellate (15,5%). La crescita della popolazione e l’aumento dei consumi pro capite, soprattutto in Indonesia e in India, supportati dall’aumento del reddito pro capite di una classe media in crescita, sono stati tra i principali fattori alla base di questo notevole slancio.

Europa e Asia dominano il commercio mondiale

Rispetto alla carne, la quota nella produzione di uova fresche commercializzate è risultata molto bassa: nel 2021 è stato scambiato solo il 2,5% circa delle uova prodotte, addirittura lo 0,3% in meno rispetto al 2011. Il basso volume degli scambi è dovuto al fatto che le uova fresche non possono essere congelate e hanno una durata di conservazione relativamente breve. Le uova da tavola sono quindi prodotte quasi esclusivamente per il mercato interno. La Figura 4 mostra l’andamento delle esportazioni e delle

15 - aprile 2023MARKETING
sulla base di
31,4% 1,3% 1,3% 1,6% 3,1% 3,5% 3,8% 3,8% 5,3% 8,4% 36,5% Cina USA India Giappone Messico Russia Brasile Indonesia Francia Spagna Altri Totale: 65,5 mill. t 2011 Totale: 86,4 mill. t 2021 28,8% 1,2%1,4% 2,9% 3,0% 3,5% 3,8% 6,0% 7,7% 7,8% 33,9% Cina India USA Indonesia Brasile Messico Giappone Russia Turchia Pakistan Altri
dati FAO).
Continente 2011 2021 Incremento assoluto % Africa Asia Europa Nord America C.S. America Oceania 2 884,5 38 211,9 10 598,9 5 934,1 7 587,4 275,7 3 471,8 53 655,1 11 117,5 7 254,4 10 529,5 359,8 568,8 15 443, 2 518,6 1 320,3 2 942,1 84,1 20,3 40 4 4,9 22, 2 38,8 30,5 Mondo 65 474 , 5 86 387, 8 20 913 , 3 31, 9
Tabella 1 – Sviluppo delle produzione di uova tra il 2011 e il 2021 a livello di continente; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).
[mil. t] 0 23 45 68 90 20112012201320142015201620172018201920202021 S America N America Europa Asia Mondo
Figura 1 – Sviluppo della produzione mondiale
Totale: 65,5 mil. t 0,4% 11,6% 9,1% 16,2% 58,3% 4,4% 2011 Totale: 86,4 mil. t 0,4% 12,3% 8,4% 12,5% 62,4% 4,0% Africa Asia Europa N America CS America Oceania 2021
Figura 2 – Contributo di ciascun continente alla produzione mondiale di uova nel 2011 e nel 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Tabella 2 – I dieci Paesi leader nella produzione mondiale di uova nel 2011 e nel 2021; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).

con il 30,6%. Nei successivi dieci anni l’Europa ha perso il 7,1% della sua quota precedente, mentre l’Asia ha guadagnato il 3,3%. In termini di importazioni di uova la quota europea è scesa dal 58,7% al 53,2% nel decennio in esame, mentre quella dell’Asia è passata dal 33,8% al 37,0%. Un’analisi dettagliata delle dinamiche a livello nazionale indicherà quali Paesi sono stati in grado di consolidare la loro posizione e quali si sono trovati di fronte a una perdita di quota di mercato. Nel 2021 solo il Nord America (+167.000 tonnellate) e l’Europa (+40.000 tonnellate) hanno registrato un surplus delle esportazioni, mentre tutti gli altri continenti hanno avuto una bilancia commerciale negativa.

importazioni mondiali di uova tra il 2011 e il 2021. Nel decennio considerato il volume delle esportazioni è aumentato di 328.000 tonnellate, pari al 18,1%. Uno sguardo più attento al grafico mostra che la tendenza al rialzo non è stata continua: nel 2015 e nel 2016, e ancora nel 2019 e nel 2020, i volumi delle esportazioni sono infatti diminuiti. Il calo degli anni 2015 e 2016 è il risultato degli enormi focolai del virus dell’Influenza Aviaria in Europa e Nord America; nel 2019 e nel 2020, invece, il calo è dovuto all’inizio della pandemia di Covid-19 e ai numerosi nuovi focolai di AI (Böckmann 2021, Windhorst 2016, 2022). Le importazioni mondiali di uova sono aumentate più rapidamente delle esportazioni; nel periodo in esame il volume è aumentato di 434.000 tonnellate, pari al 25,7%. La fluttuazione è stata simile a quella delle esportazioni. Europa e Asia hanno dominato sia le esportazioni che le importazioni. Nel 2011 l’Europa ha rappresentato il 61,8% del volume globale delle esportazioni, seguita dall’Asia

Elevata concentrazione regionale nelle esportazioni e nelle importazioni a livello nazionale

Le Tabelle 3 e 4 riportano i dieci principali esportatori e importatori di uova nel 2011 e nel 2021. Le Figure 5 e 6 mostrano i contributi dei dieci Paesi leader rispettivamente nei volumi delle esportazioni e in quelli delle importazioni mondiali. Sia la tabelle che le figure mostrano l'elevata concentrazione regionale nel commercio mondiale di uova, anche se risulta diminuita nel decennio in esame.

Tabella 3 – I dieci Paesi leader nelle esportazioni di uova nel 2011 e nel 2021; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).

I Paesi Bassi da decenni sono il leader incontrastato nell’esportazione di uova. Tuttavia, la Tabella 3 e la Figura 5 mostrano che il loro volume di esportazioni è diminu-

16 - marketingMARKETING
2011 2021 Paese Export Paese Export Paesi Bassi Turchia Polonia Germania Malesia Cina Spagna USA Belgio Arabia Saudita 381,3 206,3 174,0 138,6 137,7 102,2 96,2 94,0 46,4 41,5 Paesi Bassi Turchia USA Uzbekistan Polonia Spagna Germania Malesia Belgio Cina 351,2 221,2 201,4 190,0 147,7 123,7 117,5 114,2 93,4 73,6 10 Paesi 1.428,2 10 Paesi 1.633,9 Mondo 1.809,4 Mondo 2.137,4
2011 2021 Paese Produzione Paese Produzione Cina USA India Giappone Messico Russia Brasile Indonesia Francia Spagna 23.897 5.475 3.466 2.483 2.459 2.284 2.037 1.028 866 819 Cina India USA Indonesia Brasile Messico Giappone Russia Turchia Pakistan 29.316 6.710 6.643 5.156 3.317 3.047 2.574 2.496 1.207 1.000 10 Paesi 44.814 10 Paesi 61.466 Mondo 65.474 Mondo 86.388
[mil. t] 0,0 0,6 1,2 1,8 2,4 20112012201320142015201620172018 Export Import 2019 2020 2021
Figura 4 – Sviluppo delle esportazioni e delle importazioni mondiali di uova tra il 2011 e il 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Tabella 4 – I dieci Paesi leader nelle importazioni di uova nel 2011 e nel 2021; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO).

importante. Un confronto tra la composizione e il posizionamento in classifica dei vari Paesi mostra notevoli cambiamenti. Mentre Paesi Bassi e Turchia sono riusciti a consolidare le loro posizioni al vertice, Polonia, Germania, Malesia e Cina non sono state in grado di mantenere le posizioni precedenti. L’Uzbekistan ha sostituito l’Arabia Saudita e nel 2021 si è assestato al quarto posto, gli Stati Uniti hanno scalato ben cinque posizioni.

Analogamente ai Paesi Bassi nelle esportazioni di uova, la Germania è da decenni il primo importatore di uova. Tra i due Paesi si sono sviluppati stretti scambi bilaterali, che saranno presentati in una parte successiva dell’analisi.

ito di 30.000 tonnellate tra il 2011 e il 2021 e la loro quota nelle esportazioni globali è diminuita del 4,7%. Dei primi dieci Paesi, solo quattro (Uzbekistan, USA, Belgio e Spagna) hanno guadagnato quote; la rapida crescita delle esportazioni di Uzbekistan e Stati Uniti è particolarmente

La Tabella 4 mostra i primi dieci Paesi importatori di uova nel 2011 e 2021, la Figura 6 il loro contributo al volume globale delle importazioni nei rispettivi anni. Un confronto tra la composizione e il posizionamento in classifica dei vari Paesi rivela alcuni cambiamenti notevoli. Iraq, Svizzera e Regno Unito sono stati sostituiti da Emirati Arabi Uniti, Messico e Russia. Mentre l’Iraq era ancora

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2011 2021 Paese Import Paese Import Germania Iraq Paesi Bassi Cina Hong Kong Singapore Francia Belgio Svizzera Regno Unito 416,6 188,2 155,7 112,2 103,1 75,5 63,0 56,7 32,1 31,1 Germania Paesi Bassi Cina Hong Kong Belgio E.A.U. Messico Singapore Russia Francia 325,3 252,1 198,8 183,9 124,1 98,5 82,5 80,6 72,5 48,0 10 Paesi 1.234,2 10 Paesi 1,466,3 Mondo 1.686,2 Mondo 2.120,2 MADE IN ITALY WEB R www.valli-italy.com Area Baby Area Bellavita Castello Casa Piramide Plus Vita VLV Plus Via Cimatti, 2 47010 GALEATA FC -ITALY una scelta di qualità SISTEMI ALTERNATIVI

al secondo posto dietro i Paesi Bassi nel 2011, non faceva più parte del primo gruppo nel 2021, il che è dovuto principalmente al ritiro delle truppe statunitensi dall’Iraq a partire dal 2020. Gli Emirati Arabi Uniti hanno aumentato significativamente le proprie importazioni di uova, ma ne hanno riesportato una parte in altri Paesi della penisola arabica (Bahrein, Kuwait, Oman). Il Messico ha dovuto importare più uova a causa di una popolazione in crescita, un consumo pro capite costantemente elevato e l’impatto dei focolai di Influenza Aviaria. La Russia ha aumentato le sue importazioni di uova a causa del calo della produzione di carne suina causato dai gravi focolai della peste suina africana. La variazione dei volumi delle importazioni si riflette nel contributo mutevole di ciascun Paese alle esportazioni mondiali di uova.

A prima vista appare sorprendente che i Paesi Bassi siano il secondo importatore di uova, nonostante la loro posizione di vertice nelle esportazioni, ma questo fatto è dovuto al trasferimento di uova dagli allevamenti di ovaiole della Germania orientale di proprietà di società olandesi nei Paesi Bassi: tali movimenti sono stati classificati come esportazioni dalla Germania e importazioni dai Paesi Bassi. La Germania ha ridotto le proprie importazioni di 91.000 tonnellate nell’anno di riferimento, con

351.200 t

Figura 6 – Contributo dei dieci Paesi leader alle importazioni mondiali di uova nel 2011 e nel 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Figura 7 – I dieci maggiori Paesi di destinazione delle esportazioni di Paesi Bassi, Turchia e Polonia nel 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

una conseguente diminuzione del 9,4% della sua quota del volume globale delle importazioni. Un consistente aumento nell’allevamento di galline ovaiole ha permesso di ridurre le importazioni nonostante l’aumento del consumo pro capite.

Modelli di flussi commerciali

In questa parte dell’analisi vengono analizzati in dettaglio i flussi commerciali dei principali esportatori e importatori di uova, in tal modo sarà possibile identificare i fattori alla base dei diversi modelli. La Figura 7 illustra i flussi commerciali delle esportazioni di uova dei Paesi Bassi, della Turchia e della Polonia. Nel 2021 i Paesi Bassi han-

18 - marketingMARKETING
Totale: 1,81 mil. t 21,6% 2,3% 2,6% 5,2% 5,3% 5,6% 7,6% 7,7% 9,6% 11,4% 21,1% 2011 Totale: 2,14 mil. t 23,7% 3,4% 4,4% 5,3% 5,5% 5,8% 6,9% 8,9% 9,4% 10,3% 16,4% 2021 Paesi Bassi Turchia Polonia Germania Malesia Cina Spagna USA Belgio S. Arabia Altri Paesi Bassi Turchia USA Uzbekistan Polonia Spagna Germania Malesia Belgio Cina Altri
Figura 5 – Contributo dei dieci Paesi leader alle esportazioni mondiali di uova nel 2011 e nel 2021(design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
Totale: 1,69 mil. t 26,8% 1,8% 1,9% 3,4% 3,7% 4,5% 6,1% 6,7% 9,2% 11,2% 24,7% 2011 Totale: 2,12 mil. t 30,8% 2,3% 3,4% 3,8% 3,9% 4,6% 5,9% 8,7% 9,4% 11,9% 15,3% 2021 Germania Iraq Paesi Bassi Cina Hong Kong Singapore Francia Belgio Svizzera Regno Unito Altri Germania Paesi Bassi Cina Hong Kong Belgio E.A.U. Messico Singapore Russia Francia Altri
Totale:
0,8%0,8%5,5% 0,8% 0,9% 1,1% 2,3% 4,6% 5,8% 14,6% 62,8% Paesi Bassi Germania Belgio Svizzera Arabia Saudita Iraq Polonia Francia Russia Austria Regno Unito Altri 17,8% 2,0% 3,2% 3,3% 3,8% 4,3% 6,8% 7,5% 8,1% 21,1% 22,1% Germania Paesi Bassi Ungheria Singapore Rep. Ceca Romania Belgio Francia Italia Liberia Altri Totale: 147.700 t Polonia 5,4% 2,1% 3,4% 3,6% 4,5% 4,9% 7,3% 12,3% 14,8% 16,0% 25,7% Turchia E.A.U. Siria Kuwait Qatar Oman Iran Iraq Russia Bahrein Afghanistan Altri Totale: 147.700 t

no esportato 351.200 tonnellate di uova, di cui il 62,8% in Germania. Uno sguardo più attento alla composizione delle prime dieci destinazioni mostra che gli Stati membri dell’UE (27) hanno dominato, non solo per l’assenza di dazi doganali, ma anche per le brevi distanze di trasporto che hanno svolto un ruolo importante. L'Arabia Saudita, l’Iraq e la Russia sono diventati mercati interessanti solo qualche anno fa. Il modello di flusso commerciale delle esportazioni di uova dalla Turchia è stato molto diverso: la concentrazione regionale era quasi identica a quella dei Paesi Bassi, ma non esisteva un Paese di destinazione dominante. Nove dei primi dieci Paesi erano paesi islamici, cinque dei quali si trovano nella penisola arabica. Oltre alla denominazione islamica, hanno costituito un importante fattore anche le ridotte distanze di trasporto, dato che la penisola arabica è accessibile con il trasporto su ruote. La Polonia ha esportato quasi 148.000 tonnellate di uova nel 2021, di cui l’82,1% importato da Stati membri dell’UE (27). Uno sguardo più attento mostra che la distanza, i regolamenti tariffari e l’adesione della Polonia al COMECON rappresentano i principali

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fattori di orientamento nel modello di flusso commerciale La Figura 8 mostra i flussi commerciali delle importazioni di uova da Germania, Hong Kong e Emirati Arabi Uniti. Nel 2021 la Germania ha importato più di 325.000 tonnellate di uova; di queste, l’82,7% proveniva dai Paesi Bassi, riflettendo le relazioni commerciali di lunga data tra i due Paesi. I primi cinque Paesi di origine, tutti Stati membri dell’UE (27), hanno importato il 97,0% del totale.

Anche la concentrazione regionale delle importazioni di uova di Hong Kong è stata molto elevata. La Cina è stata il primo Paese di origine con il 44,2%; quattro dei primi cinque in classifica erano Paesi asiatici. Le importazioni da Malesia, Giappone e Thailandia hanno mostrato alti tassi di crescita tra il 2019 e il 2021. Le importazioni di uova dagli USA hanno subito notevoli fluttuazioni negli ultimi anni: i gravi focolai di Influenza Aviaria nel 2015 hanno portato a un forte calo del volume delle importazioni, che sono tornate ai livelli precedenti solo nel 2018. L’epidemia di Influenza Aviaria nel 2022 potrebbe aver causato un ulteriore calo. Gli Emirati Arabi Uniti hanno importato

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98.500 tonnellate di uova nel 2021, di cui il 75,0% dalla Turchia e dall’Ucraina, con la Turchia che si mostra leader indiscusso con una quota del 56,6%. A prima vista, è sorprendente che il Brasile e gli Stati Uniti siano tra i primi Paesi di origine: apparentemente le strette relazioni commerciali nelle importazioni di carne di pollo hanno permesso a entrambi i Paesi di esportare anche uova. Nel 2022 la guerra in Ucraina avrà ridotto significativamente il volume delle esportazioni. Considerando i flussi commerciali nel loro contesto, è chiaro che le distanze di trasporto, i regolamenti tariffari, le confessioni religiose e le tensioni politiche o le strette relazioni rappresentano fattori importanti per la costruzione dei rispettivi modelli.

Sintesi e prospettive

Tra il 2011 e il 2021 la produzione globale di uova è aumentata di quasi 21 milioni di tonnellate, raggiungendo un volume di 86,4 milioni di tonnellate. L’Asia ha contribuito per il 73,8% all’aumento assoluto, l’Europa solo per il 2,5%. La concentrazione regionale a livello nazionale è stata molto elevata: nel 2021 i dieci Paesi leader hanno contribuito per il 77,1% alla produzione mondiale di uova, con la sola Cina che ha prodotto il 33,9%. La rapida crescita in India e Indonesia è degna di nota, mentre nessuno Stato europeo è rimasto nel gruppo di punta. I Paesi europei e asiatici hanno dominato il commercio delle uova, ma la concentrazione regionale delle esportazioni e delle importazioni è risultata inferiore a quella della produzione. Nel 2021 i Paesi Bassi e la Turchia erano nelle prime due posizioni, rappresentando il 26,7% delle esportazioni mondiali. Per quanto riguarda le importazioni, la Germania e i Paesi Bassi si collocano rispettivamente al primo e al secondo posto, rappresentando complessivamente il 27,2% del volume delle importazioni mondiali. I flussi commerciali dei principali esportatori e importatori di uova sono stati molto diversi. Le distanze di trasporto, i regolamenti tariffari, la denominazione religiosa e le tensioni politiche sono stati i principali fattori guida.

Le dinamiche osservate nell’ultimo decennio dovrebbero continuare in quello in corso. I Paesi asiatici consolideranno la loro posizione dominante nella produzione di uova, anche se potrebbero esserci cambiamenti nel modello regionale a causa del notevole sviluppo in India e in altri Paesi del sud-est asiatico. Il volume delle uova commercializzate aumenterà, ma la sua quota nella produzione rimarrà bassa, poiché la stragrande maggioranza delle uova continuerà a essere prodotta per il consumo interno.

Bibliografia e consigli di lettura

Database FAO: https://www.fao.org/faostat/en.

Windhorst, H.-W.: Patterns of the poultry industry in the MEA region: Part 1: Egg Production and trade. In: Zootecnica International 44 (2022), no. 7/8, p. 30-33.

Windhorst, H.-W.: Dynamics and patterns of the poultry industry in the G19 countries. Part 1: Egg Production. In: Zootecnica International 44 (2022), no. 10, p. 26-31.

Windhorst, H.-W.: Dynamics and patterns of the poultry industry in the G19 countries. Part 2: Egg trade. In: Zootecnica International 44 (2022), no. 11, p. 26-30.

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3,0% 0,8% 2,9% 3,4% 7,2% 82,7% Paesi Bassi Polonia Belgio Danimarca Spagna Altri Totale: 325,300 t Germania 8,1% 4,8% 4,8% 7,3% 18,4% 56,6% Turchia Ucraina Brazil Oman USA Altri Totale: 98.500 t Emirati Arabi Uniti 3,3% 5,1% 10,2% 14,0% 23,2% 44,2% Cina USA Malesia Giappone Thailandia Altri Totale: 183.900 t Hong Kong
Figura 8 – I cinque maggiori Paesi di origine delle importazioni di Germania, Hong Kong e Emirati Arabi Uniti nel 2021 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

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L’importanza della qualità dell’acqua nella produzione di tacchini

A differenza del mangime, dove la messa a punto delle formulazioni si basa su anni di ricerca, la qualità dell’acqua – che è il nutriente più importante per gli avicoli – è spesso trascurata.

e adeguato di acqua che abbia parametri fisici, chimici e microbiologici accettabili è dunque essenziale per una produzione efficiente di tacchini, poiché tali parametri possono influenzare le prestazioni del gruppo. Per questo motivo è importante evitare che la qualità dell’acqua sia al di sotto degli standard.

della sua qualità

L’acqua è coinvolta in ogni aspetto del metabolismo degli avicoli. Ha un ruolo praticamente in ogni funzione fisiologica del corpo, ad esempio nella regolazione della temperatura corporea, nella digestione del cibo e nell’eliminazione delle deiezioni. È un componente importante del sangue e un mezzo necessario per molte reazioni chimiche che aiutano a formare muscoli e uova.

A temperature normali i tacchini consumano circa una quantità doppia di acqua rispetto al mangime, mentre quando la temperatura ambientale aumenta il consumo di acqua può raddoppiare o addirittura quadruplicare. Un approvvigionamento sicuro

L’acqua, considerata singolarmente, è il nutriente più importante: il 68-75% della massa corporea è costituito da acqua. È un mezzo di trasporto ideale, un ottimo diluente e può passare attraverso le membrane biologiche con il conseguente rapido scambio di materiale e di liquido. L’acqua agisce come reagente nel processo di digestione, quindi l’alimentazione e l’assunzione di acqua sono collegate. Può essere utilizzata per il trasporto e la dissipazione del calore, in quanto ha un’elevata capacità termica e un elevato calore evaporativo. Deve essere consumata per massimizzare il potenziale genetico per quanto riguarda il consumo del mangime, il suo utilizzo e la conversione. Una minore assunzione di acqua, ad esempio a causa dell’inquinamento, avrà un impatto negativo sulle prestazioni del gruppo.

Dato che molti animali hanno accesso alla stessa fonte di acqua, i problemi relativi alla sua qualità si ripercuoteranno su tutti. Alcune delle più comuni malattie degli avicoli sono trasmesse proprio dall’acqua; pertanto, fattori importanti nella prevenzione di questo tipo di malattie nella produzione di

22 MANAGEMENT - management -
Il ruolo dell’acqua e l’impatto
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tacchini sono la protezione delle fonti di approvvigionamento, la disinfezione dell’acqua e il controllo della qualità delle sue caratteristiche microbiologiche, chimiche e fisiche.

È frequente che le aziende avicole con prestazioni scarse in maniera costante tendano ad avere livelli microbici più elevati nei loro sistemi idrici ed è altrettanto frequente che le prestazioni dell’allevamento migliorino dopo una pulizia accurata ed efficace delle linee di abbeveraggio, purché la gestione dell’allevamento e l’ambiente siano altrettanto buoni. L’acqua deve essere disponibile (fisicamente accessibile, alle giuste quantità, con una portata e una pressione adeguate), appetibile (sapore) e sicura da bere (priva di nitrati, nitriti, microrganismi come E. Coli, Pseudomonas, livelli di acidi e metalli pesanti come il piombo). Non dovrebbe contenere microrganismi che predispongono allo sviluppo di malattie come virus, batteri, lieviti, muffe e protozoi. Gli agenti patogeni si possono introdurre facilmente e si possono diffondere altrettanto rapidamente nel gruppo attraverso la fornitura di acqua contaminata.

Difficoltà di gestione dell’acqua

I capannoni per l’allevamento avicolo rappresentano ambienti ideali per la crescita di microrganismi: l’ambiente è caldo; la portata dell’acqua è relativamente bassa lungo le linee di abbeveraggio in determinati momenti del ciclo di produzione (in particolare durante la fase di svezzamento e durante la notte, il che facilita la sedimentazione e la colonizzazione); fornisce un substrato in cui possono prosperare i microbi, i probiotici, l’acido citrico, le vitamine, gli acidi organici e i vaccini. Una relazione simbiotica tra batteri, lieviti e muffe porta alla formazione di un biofilm. La complessità dei sistemi di approvvigionamento idrico rende difficile una pulizia e una disinfezione davvero efficaci; i sistemi di erogazione possono essere vecchi o non adeguatamente manutenuti. Inoltre, il ciclo di crescita del tacchino è lungo, per cui esistono un sacco di opportunità perché le linee di trasporto dell’acqua pos sano essere contaminate. La portata deve essere consi derata in particolare all’inizio del periodo di allevamento,

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quando i tacchinotti bevono solo piccole quantità di acqua con una portata molto bassa. In un allevamento più grande, in cui sono presenti anche pulcinaie a cerchio, i tacchinotti saranno alimentati con l’acqua che ha già percorso tutta la lunghezza del capannone. Con basse portate, l’acqua raggiungerà la stessa temperatura del capannone e qualsiasi batterio avrà la possibilità di replicarsi e formare biofilm.

I biofilm non sono soltanto strati batterici incastonati all’interno di una matrice extracellulare viscida, ma veri e propri sistemi biologici. I microrganismi si organizzano in una comunità funzionale tridimensionale e coordinata (una specie di città per i microbi), possono essere di una singola specie o anche gruppi diversificati di microrganismi.

I microrganismi che vivono nel biofilm sono in grado di condividere i nutrienti e si trovano al riparo dai fattori nocivi dell’ambiente circostante, come antibiotici o disinfettanti.

I biofilm sono il prodotto di un procedimento di sviluppo microbico. Il processo è riassunto in cinque fasi principali di sviluppo: attaccamento iniziale, attaccamento irreversibile, maturazione I, maturazione II e dispersione (Monroe, 2007). Durante la fase di dispersione nell’acqua potabile può essere rilasciato un numero enorme di batteri, con un conseguente impatto improvviso e significativo sulla salute del gruppo.

Campionamento dell’acqua

I test di laboratorio sull’acqua potabile destinata agli avicoli sono indubbiamente necessari, dato che la percezione sensoriale non è sufficientemente sensibile. L’acqua deve essere testata per individuare la presenza di batteri e altri microbi, per capire i livelli di minerali che vi si trovano naturalmente, per altri fattori fisici e chimici. La qualità dell’acqua richiede un monitoraggio regolare e dovrebbe far parte delle procedure operative ordinarie di qualsiasi allevamento avicolo.

Un buon punto di partenza per individuare i punti deboli del sistema è il campionamento dell’acqua per i test TVC in diversi punti del capannone, inclusa la fonte e la fine della linea di abbeveraggio. L’acronimo TVC sta per “Total Viable Count” ed è la misura del numero totale di organismi batterici vivi. Le misurazioni sono fornite in CFU (Colony Forming Units) per ml. Non identifica gli

organismi non batterici o i batteri nascosti nel biofilm, né il tipo di batteri o di probiotici. Inoltre i test TVC possono sottostimare il numero di batteri dovuti all’aggregazione o alla catena cellulare.

Possono essere impiegati due metodi di campionamento dell’acqua: il metodo più comune è quello ‘stardard’, in cui un recipiente sterile viene utilizzato per raccogliere l’acqua in vari punti. Si tratta di un metodo rapido, facile ed economico; tuttavia il biofilm già formato potrebbe non rilasciare organismi quando si preleva il campione, riflettendo così una situazione che non è quella reale. Un’altra opzione è rappresentata dal metodo ‘a tampone’, dove una spugna sterile saturata in una soluzione di diluente con fosfato di Butterfield viene inserita nella linea e testata per il conteggio aerobico della piastra, E. Coli, lieviti e muffe. Maggiori dettagli su questo metodo possono essere trovati online (Scantling e Watkins).

Un confronto tra i campioni prelevati con il metodo standard e quello con tampone per valutare le linee d’acqua di un’azienda avicola ha evidenziato notevoli differenze tra i due metodi. Sono state eseguite cinque prove: i risultati ottenuti con il metodo standard variavano da 0 a 4 CFU/ml, quelli ottenuti con il metodo a tampone da 5.900 a 191.000 CFU/ml. Alcuni autori ritengono che i campioni prelevati con metodo standard debbano avere risultati inferiori a 100 CFU/ml, quelli prelevati con il tampone inferiori a 10.000 CFU/ml. Altri autori ritengono invece che un TVC<300 CFU/ml dovrebbe aiutare a sostenere la produzione e un TVC>750 CFU/ml dovrebbe garantire una migliore vivibilità.

Mantenere pulite le tubature

Un sistema di acqua pulita è il punto di partenza: il protocollo di pulizia e disinfezione deve rimuovere il biofilm, perché eventuali organismi rimasti possono moltiplicarsi e iniziare a costruire un nuovo biofilm. Tuttavia, poiché l’acqua non sarà comunque sterile, è necessario concentrarsi sulla minimizzazione della moltiplicazione dei microrganismi già esistenti e sul rallentamento della ricolonizzazione del sistema idrico. Una volta che gli avicoli sono accasati, il processo di pulizia e disinfezione è possibile solo in minima parte.

È importante capire le limitazioni dei trattamenti utilizzati durante la vita del gruppo. Monitorare la qualità dell’acqua con test TVC e condurre test ORP (vedi oltre) aiuterà

24 MANAGEMENT - management -

a capire cosa sta succedendo e, se necessario, permetterà di intervenire sul protocollo di pulizia e disinfezione modificandolo di conseguenza.

Per l’igiene dell’acqua sono disponibili molti prodotti diversi. Se i sistemi di basano sul cloro, è di vitale importanza che il valore del pH dell’acqua sia preso in considerazione a causa della dissociazione del prodotto. Una clorazione efficace richiede un pH<7,0 poiché l’acido ipoclorico è 80-300 volte più efficace come igienizzante di uno ione ipoclorito. Il cloro libero è considerato efficace solo se è acido ipoclorito all’85%. Tuttavia, un pH <5,9 può portare a scarse prestazioni, poiché gli avicoli sono inclini a bere meno a causa della scarsa appetibilità dell’acqua.

Conclusioni

L’acqua è il nutriente più importante e offrire acqua dolce di buona qualità, sicura e potabile, disponibile in giusta quantità, è uno strumento essenziale per massimizzare la produzione, il benessere animale e la redditività.

Ridurre al minimo la contaminazione da microrganismi delle linee di abbeveraggio è fondamentale per garantire questo processo. Quindi un regolare programma di sanificazione dell’acqua in azienda è assolutamente necessario per garantire buone performance del gruppo.

Le linee dell’acqua richiedono un regime di pulizia mirato e tagliato su misura in rapporto al momento della disinfezione, richiedono un monitoraggio regolare e possono richiedere un intervento di pulizia anche durante la fase di crescita del gruppo. Inoltre, se i sistemi si basano su prodotti a base di cloro per l’igiene dell’acqua, è di vitale importanza che sia tenuto presente il pH.

Bibliografia

Monroe, D. (2007). Looking for chinks in the armor of bacterial biofilms. PLoS Biol. 2007. Nov;5(11):e307

Scantling, M. and Watkins, S. Identify Poultry Water System Contamination Challenges. FSA8011- PD-2-13N

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3 AB Vista, Marlborough, Wiltshire,

Effetti di uno stimbiotico sulle performance e sulla funzione di barriera intestinale di polli infettati con enterite necrotica (NE)

Il concetto di stimbiotico (STB) è stato introdotto recentemente: si tratta di un additivo indigeribile e non fermentescibile, che stimolerebbe lo sviluppo del microbioma, comprese le specie batteriche che sono principalmente coinvolte nella degradazione delle fibre.

Sono state eseguite due prove sull’efficacia dell’integrazione di uno stimbiotico (STB) in polli infettati con enterite necrotica (NE). Nella prima prova 120 polli Arbor Acres (AA) di un giorno, di circa 45 grammi

di peso, sono stati suddivisi in 6 trattamenti con arrangiamento fattoriale di 3x2. La prova è stata condotta per valutare l’efficacia di un’infezione da NE e determinare anche il dosaggio vaccinale con o senza infezione

J.H. Lee1, B.K. Lee2, X. Rousseau3, G.A. Gomes3, H.J. Oh1, Y.J. Kim1, S.Y. Chang1, J.W. An1, Y.B. Go1, D.C. Song1, H.A. Cho1, J.C. Kim3, M.R. Bedford3 e J.H. Cho1 1 Department of Animal Science, Chungbuk National University, Cheongju 28644, Sud Corea 2 Cherrybro Co.,Ltd. Jincheongun 27820, Sud Corea
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Regno Unito

da Clostridium Perfringens (CP) per limitarne lo sviluppo. Il trattamento includeva un gruppo non trattato (0), uno con dosaggio di vaccino decuplicato (x10) e uno ventuplicato (x20). Le infezioni con CP comprendevano il gruppo non infettato (No) oppure infettato con 3 ml di 2.2x10 CFU/ml di CP (Yes). Nella seconda prova 22 polli AA di 40 grammi sono stati distribuiti a caso in 6 gruppi, con arrangiamento fattoriale 3x2. I trattamenti dietetici includevano quelli senza additivo (CON), con 500mg/kg di STB (STB Signis, AB Vista) e 500 mg/kg STB unito a olio essenziale, probiotico e enzima (CB). L’infezione includeva il gruppo non infettato (NE-) e quello infettato (NE+) come nella prova 1.

Nella prova 1 la somministrazione orale di x20 la dose suggerita di vaccino, insieme a CP, diminuiva significativamente le performance e aumentava l’incidenza di lettiera umida e lesioni intestinali.

Nella prova 2 l’infezione da NE diminuiva la crescita, l’altezza dei villi (VH) nell’ileo, il contenuto di immunoglobuline nel sangue e i batteri benefici nel ceco. Inoltre l’infe -

zione con NE aumentava la profondità delle cripte (CD) nell’ileo, il punteggio delle dermatiti plantari, le lesioni intestinali, i fattori di necrosi tumorale (TNF-alfa) e le endotossine nel siero, oltre che le cariche del batteri patogeni come Escherichia Coli e CP nel ceco, rispetto ai soggetti non infettati con NE. L’aggiunta di STB e CB nella dieta aumentava la crescita e influenzava il microbioma intestinale e il profilo ematico, stimolando la morfologia ileale (VH e VH-CD), ma non si è osservata nessuna differenza nelle variabili misurate tra STB e CB. In conclusione, l’aggiunta di STB riduce le risposte infiammatorie e migliora le performance di polli infettati con NE; il supplemento di uno stimbiotico (STB) ha la stessa efficacia di altri prodotti simili in commercio, che contengono diversi altri additivi.

Introduzione

L’enterite necrotica (NE) causata dal Clostridium perfringens (CP), esacerbata quando i polli sono co-infettati con

- aprile 2023 - 27 NUTRIZIONISTICA

Eimeria spp., è una delle malattie più frequenti e gravi, che causa danno alla mucosa intestinale. Il concetto di stimbiotico (STB) è stato introdotto come additivo indigeribile e non fermentescibile, che stimolerebbe lo sviluppo del microbioma, comprese le specie batteriche che sono principalmente coinvolte nella degradazione delle fibre. Si è notato che basse concentrazioni di STB davano una migliore fermentazione nei campioni di colonie, rispetto ad altri probiotici in commercio, anche se somministrati a dosaggi 10-20 volte superiori. Per valutare questa modalità di azione è importante sviluppare infezioni sperimentali, con un modello tale da mimare infezioni commerciali da NE. Quindi, per avere un’induzione valida di NE nella prova 1, è stato effettuato un pre-screening, per determinare il dosaggio ottimale di vaccino (coccidiosi e bursite infettiva) e di CP, onde indurre un danno alla mucosa intestinale e valutare così il modello di infezione da NE. Nella seconda prova, si sono valutati gli effetti di STB sulle performance e sulle funzioni della barriera intestinale nei polli infettati con il modello di NE.

Metodi

Il protocollo sperimentale di queste prove è stato rivisto e approvato dal Comitato per il Benessere Animale della Chungbuk National University, Cheongju, in Corea.

Prova 1

1. Somministrazione orale di vaccino e C. perfringens

In queste prove sono stati utilizzati il vaccino anticoccidico (Hipra Evalon ®, Laboratorios Hipra, Spagna) e quello per la bursite infettiva (IBD) (IBS Boeringher, USA). Sono stati diluiti in acqua sterile e, quando i polli raggiungevano i 14 giorni di vita, somministrati in dosaggio di 10

o 20 volte superiore a quanto consigliato dal produttore, per via orale, con una pipetta. Il Clostridium perfringens (CP), tipo A NCTC (National Collection Culture Londra UK) è stato il ceppo scelto. 4 giorni dopo la vaccinazione sono stati somministrati oralmente 3 ml di CP 2,2x107 unità formanti colonia (CFU/ml) due volte al giorno per 3 giorni consecutivi (alla mattina e sera, nei giorni 18, 19 e 20).

2. Soggetti in sperimentazione e trattamento

120 broiler Arbor Acres di 45 gr circa sono stati suddivisi in 6 trattamenti con fattore 3x2 (5 repliche di 4 polli/box). La prova è stata condotta dal giorno 14 al 28. I vaccini anticoccidico e IBD includevano il gruppo non infettato (0), quello con dosaggio 10 volte superiore di vaccino e quello con dosaggio 20 volte superiore. Le infezioni con CP davano luogo al gruppo non infettato (NE-) e a quello infettato CP (NE+).

Prova 2

1. Induzione dell’enterite necrotica (NE)

NE è stata indotta secondo le condizioni ottimali descritte nella prova 1. In pratica, i gruppi di polli infettati hanno ricevuto per via orale 20 volte la dose suggerita di vaccino anticoccidico e IBV, cui è seguita l’inoculazione di CP tipo A NCTC ceppo 8798 al dosaggio di 2,210 log 7 due volte al giorno per 3 giorni consecutivi (18, 19 e 20).

2. Soggetti adulti in prova e trattamento

72 polli Arbor Acres di 40 grammi di peso sono stati suddivisi a caso in 6 trattamenti con fattore 3x2 (4 repliche nei box con 3 polli ciascuno). La prova è durata dal giorno 1 al giorno 30. I polli erano identificati individualmente nei box a terra dal giorno 1 al 21, quindi spostati in gabbie di 3 soggetti al giorno 22. Il trattamento dietetico includeva un gruppo senza additivo (CON) con 100 gr/kg di STB e un altro con STB più altri additivi commerciali, come olii essenziali, probiotici e pareti cellulari di lieviti (gruppo CB). I trattamenti infine comprendevano soggetti infettati (NE+) e non (NE-).

Analisi statistica

I dati parametrici (crescita, performance, morfologia ileale, profili ematici, microbioma cecale e SCFA) sono stati analizzati tramite ANOVA , usando il modello JMP

28 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA

pro 15.1 (SAS Institute Inc., Cary, NC, USA). Il modello statistico includeva gli effetti degli additivi (CON, STB, CB), quelli dell’infezione (NE- e NE+) e l’interazione tra i due, inoltre era incluso il peso iniziale quale covarianza. Le medie dei trattamenti erano separate tramite il test Student t, con significatività stabilita a P≤0,05. I dati non parametrici (punteggio della dermatite plantare e delle lesioni intestinali) sono stati analizzati usando la valutazione della contingenza, per testare la correlazione tra categorie variabili, e un Chi-quadro per valutare se le variabili fossero dipendenti o meno, con una significatività stabilita a P≤0,05.

Risultati

Prova 1

1. Performance di crescita

Non è stata notata alcuna interazione tra sovradosaggio vaccinale e infezione CP, diminuzione dell’infezione, peso, accrescimento e consumo al giorno 24, rispetto al gruppo non infettato con CP. Inoltre, il gruppo che aveva ricevuto i vaccini, aveva peso, crescita e consumi inferiori rispetto al gruppo non vaccinato al giorno 24, mentre non c’erano differenze nelle performance del gruppo x10 o x20 dosi vaccinali. Comunque, non si è verificata mortalità a seguito dell'infezione NE.

2. Incidenza di diarrea e lesioni intestinali

L’incidenza di diarrea (punteggio 4) è stata significativamente maggiore nel pollo infettato con vaccino x10 e x20 e CP. La percentuale di lesioni con punteggio 3 e 4, equi-

valenti a lesioni acute, aumentava nel pollo infettato con x20 dosi vaccinali e CP rispetto a quelli infettati x10.

Prova 2

1. Performance di crescita

Non sono state rilevate interazioni tra dieta e infezione NE. L’infezione comunque ha fatto diminuire peso, crescita e consumi (P<0,05), e ha aumentato la conversione (P<0,001) rispetto ai gruppi non infettati, fino alla fine della prova. Rispetto al gruppo CON l’aggiunta di STB e CB ha migliorato la crescita, la conversione e il peso corretto per conversione al giorno 30, ma non si rilevavano differenze tra STB e CB. Di nuovo, non si è vista mortalità da NE.

2. Incidenza di dermatite plantare e lesioni intestinali

La percentuale di punteggi 3 e 2 (equivalenti a lesioni acute e moderate rispettivamente in digiuno e ileo) è aumentata quando i polli sono stati infettati con NE, rispetto a quelli non infettati. L’aggiunta di STB e CB ha ridotto la percentuale dei soggetti con il punteggio maggiore.

3. Morfologia intestinale

Non sono state notate interazioni tra infezione NE e dieta. L’infezione NE ha diminuito VH (P<0.01) e aumentato CD, riducendo quindi il rapporto villi:cripte (P<0,01). L’aggiunta di STB e CB ha mantenuto una maggiore altezza di VH, e quindi anche il rapporto villi:cripte rispetto al gruppo CON, ma tra i due non è stata notata un’influenza significativa.

- aprile 2023 - 29 NUTRIZIONISTICA

4. Profilo ematico

C’è stata un’interazione significativa tra l’infezione NE e l’aggiunta di additivi nelle endotossine e il contenuto di TNF- α (Figura 1; P<0,01). L’infezione da NE ha fatto aumentare significativamente le endotossine sieriche e il contenuto di TNF- α, ma in proporzioni maggiori nel controllo. STB e CB hanno fatto diminuire TNF- α sierica e il contenuto di endotossine, ma solo nei polli infettati.

5. Coltura batterica cecale

L’infezione da NE ha ridotto significativamente le cariche di Lactobacillus e il contenuto cecale e ha aumentato il C. perfringens (Figura 2; P<0,01). L’aggiunta di STB e CB ha aumentato le cariche di lattobacilli (P<0,01), mentre i Coli erano significativamente diminuiti (P<0,01). Si è vista un’interazione tra additivi e infezioni solamente nelle cariche di C. perfringens (P<0,01), quando, in condizioni di infezione e senza CP aggiunto, le cariche risultavano significativamente superiori nei soggetti alimentati con STB o CB. Gli effetti di STB e CB erano maggiori in condizioni di infezione rispetto a condizioni di non infezione.

Discussione

I risultati sono in linea con i lavori di Craig et al. (2020), dove l’aggiunta di XOS aumentava la crescita nel pollo. Questi miglioramenti si spiegano parzialmente con la migliore salute e funzionalità intestinali. In questa prova, l’infezione con NE diminuiva la crescita, la salute intestinale e la produzione di SCFA, mentre aumentava il punteggio

delle lesioni e la penetrazione di endotossine in circolo. STB alleviava questi effetti negativi, indotti dalla NE. L’aggiunta di XOS aumentava significativamente i batteri benefici, oltre che la concentrazione nel lume di SCFA, che sono considerati vantaggiosi per la salute intestinale. L’analisi eseguita tramite le tradizionali metodiche microbiologiche evidenziava che le cariche di patogeni come E. coli e C. perfringens risultavano diminuite, mentre i lattobacilli, una ben nota categoria di batteri benefici, aumentavano grazie a STB. La NE aumentava anche i livelli di endotossina nel sangue, mentre STB diminuiva la penetrazione di endotossine.

Liu et al. (2012) riportano che la NE promuove la proliferazione di varie categorie di batteri gram-negativi nell’ileo, come E. coli, causando il trasferimento di endotossine nel sangue e aumentandone i livelli. La riduzione di endotossine rilevata in questa prova può parzialmente essere attribuita all’aumento dei batteri benefici intestinali, le cui popolazioni potrebbero aumentare la fermentazione delle fibra e dare una migliore integrità intestinale. Un altro rilievo interessante, in questa prova, è stata l’aggiunta di altri additivi nel mangime, aggiunti a STB, che non hanno migliorato significativamente le variabili valutate in queste condizioni sperimentali, considerabili ragionevolmente dure, probabilmente per la sovrapposizione delle modalità di azione dei due principi attivi presenti negli additivi utilizzati.

Bibliografia disponibile su richiesta

Dagli atti dell'Australian Poultry Science Symposium 2022

30 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA
Trattamento P<0,001 CON STB CB Performance P>0,001 Interazione P>0,001 c d d a b b NE+ NE0 2 4 6 8 Conteggio C. perfringens (log10) Conteggio C. perfringens c c b a c b NE+ NE0 5 10 15 20 25 TNF-α (pg/mL) TNF-α Trattamento P<0,001 CON STB CB Performance P>0,001 Interazione P>0,001
Figura 1 – Effetti dell’infezione da NE e dei trattamenti alimentari sul valore sierico di TNF- α e cariche di C.perfringens nel contenuto cecale dei polli infettati con un modello di enterite necrotica.
- aprile 2023 - 31 NUTRIZIONISTICA

Richieste di calcio digeribile a diverse concentrazioni dietetiche di fosforo digeribile per broiler in fase grower È stata fatta una prova per determinare il calcio (Ca) e il fosforo (P) digeribili necessari al pollo da 11 a 24 giorni di vita.

L.S. David1, M.R. Abdollahi1, G. Ravindran2, M.R. Bedford3 e V. Ravindran1

1 Monogastric Research Centre, School of Agriculture and Environment, Massey University, Palmerston North 4442, Nuova Zelanda

2 Institute of Food, Nutrition and Human Health, Massey University, Palmerston North 4442, Nuova Zelanda

3 AB Vista, Marlborough, Wiltshire SN8 4AN, Regno Unito

Sono state formulate 18 diete sperimentali fase grower a base pannello di soia e mais con arrangiamento fattoriale 6x3. Le formule contenevano Ca standard e corrispondente Ca digeribile a livello ileale (SID) con concentrazioni di 1,80; 2,35; 2,90; 3,45 e 4,55 g/kg e tre diverse concentrazioni di fosforo (P) SID (pari a 3,5; 4,5 e 5,5), poi somministrate ai polli dal giorno 11 al 24. Ogni mangime era proposto a caso a gruppi di sei gabbie con 8 polli ciascuna. Al

giorno 11 e 24 sono stati pesati e poi sono stati soppressi per raccogliere la tibia, onde determinare la concentrazione di ceneri tibiali. Gli elementi fissi della prova erano le concentrazioni dietetiche di Ca e P SID e le interazioni tra loro. Le interazioni o gli effetti principali sono risultati significativi (P< 0,05) e le stime dei parametri per le risposte di secondo ordine dei modelli di superficie sono state determinate tramite la procedura modello lineare SAS (2019). La crescita cor-

32 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA

porea dei polli è risultata ottimizzata a concentrazioni P SID di 3,5 g/kg e Ca SID inferiori a 4,0 g/kg. A concentrazioni di 3,5 g/kg di P SID, le richieste di Ca SID per avere il massimo accrescimento corporeo risultavano essere di 3,5 g/kg, il che corrispondeva a un rapporto Ca:P SID di 0,87. La concentrazione di Ca SID che aumentava al massimo le ceneri tibiali a 3,5 g/kg P SID era 3,69 g/kg, che corrispondeva a un rapporto SID Ca:P di 1,05. Quindi per avere le ossa con più cenere occorre più calcio di quello necessario per avere la massima crescita.

Introduzione

Le diete avicole sono attualmente formulate sulla base del Ca totale e del fosforo (P) disponibile con un rapporto di 2:1. Per vari motivi sta aumentando l’interesse nella formulazione basata su Ca e P digeribili, ma occorrono informazioni sulle richieste di questi due elementi digeribili. Uno studio recente nel nostro laboratorio ha determinato le richieste di Ca e P digeribili a livello ileare (SID) nella fase starter del pollo (1-10 gg di vita): i risultati hanno mostrato che il peso corporeo, le ceneri tibiali e l’utilizzazione di Ca e PP erano ottimizzati a concentrazioni di 5 g/kg SID di P. Il Ca SID che dava il migliore peso e le maggiori ceneri tibiali, a 5 g/kg di P SID , risultava essere rispettivamente tra 3,32 e 4,51 g/kg, corrispondente a un rapporto Ca SID:P SID rispettivamente di 0,66 e 0,90. Lo scopo di questa prova è stato quello di determinare le richieste di Ca e P digeribili nel pollo tra 11 e 24 giorni di vita, per ottenere il massimo peso e la massima concentrazione di ceneri tibiali.

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Materiali e metodi

ll protocollo sperimentale è stato approvato dal comitato etico della neozelandese Massey University. Le 18 diete sperimentali a base mais-panello di soia sono state formulate con 6 diverse concentrazioni di Ca SID e 3 di P SID. Si trattava rispettivamente di 1,80; 2,35; 2,90; 3,45, 4,0 e 4,55 gr/KG di Ca SID, corrispondenti a 3,8; 4,8; 5,8; 6,8 e 7,8 g/kg di Ca totale, mentre le concentrazioni del P erano di 3,5; 4,5 e 5,5 g/kg di P SID (corrispondenti a 4,7; 6,2 e 7,7 g/kg di P totale). 864 maschi Ross 308 sono stati alimentati con un mangime sbriciolato per polli fino al giorno 10. Al giorno 11 sono stati pesati (media 383, più o meno 11 grammi) e collocati in 108 gabbie di crescita con 8 soggetti/gabbia. La dieta sperimentale è stata offerta ad libitum a sei gabbie repliche dal giorno 11 al 24. I polli avevano libero accesso all’acqua. Il peso è stato riportato sulla gabbia all’inizio e alla fine del periodo sperimentale e si è calcolata la crescita. Al giorno 24 è stata prelevata la tibia destra da 6 polli, lavorando come descritto in David et al. (2016). La concentrazione di ceneri tibiali era determinata tramite le procedure ADAC (2016); i dati sono stati analizzati tramite il modello lineare generale (GLM) della SAS (2019), tenendo le gabbie come unità sperimentale. Si sono eseguite due serie di analisi. La prima come arrangiamento fattoriale dei trattamenti a diverse concentrazioni di Ca SID e P SID in modo da capire come agissero e interagissero tra loro, considerando significativi gli effetti a P<0,05. La seconda analisi è stata condotta, se i principali effetti dell’interazione erano risultati significativi, per valutare le risposte di secondo ordine del modello di superficie, esaminate tramite la procedura

- aprile 2023 - 33 NUTRIZIONISTICA
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GLM del SAS, usate per calcolare le risposte massime delle concentrazioni di Ca SID necessarie per avere le massime risposte in crescita e durezza ossea.

Risultato e discussione

Tutti i polli sono risultati sani nel corso della prova. La Tabella 1 e la Figura 1 presentano lo sviluppo del peso corporeo e la concentrazione di ceneri tibiali da 11 a 24 gg nei polli oggetto della ricerca. Si può notare un’interazione (P<0,001) tra Ca e P SID per il peso corporeo. Al livello inferiore di Ca SID (1,80 g/kg) l’aumentare della concentrazione di P riduceva il peso, ma aumentando la concentrazione di P SID, il peso aumentava se si incrementava la concentrazione anche di Ca SID (4,55g/kg). Invece, ad altre concentrazioni di Ca SID (2,35 e 4,0 g/ kg), la crescita non era influenzata. Ciò dimostra che la crescita aumentava crescendo il P SID, se si aumentava insieme il Ca SID oltre i 4 g/kg. Per valutare la massima risposta del Ca SID si è usato un modello di crescita corporea. La massima crescita è stata prevista alle concentrazioni di P SID di 3,5; 4,5 e 5,5 g/kg, risultante in 1174; 1177 e 1200 grammi/pollo, usando concentrazioni di Ca SID rispettivamente di 3,05; 3,69 e 4,33. Tali valori corrispondevano a rapporti Ca : P SID di 0,87;0,82 e 0,79 rispettivamente. Sulla base di questi rilievi, alle concentrazioni di Ca SID inferiori a 4 g/kg la concentrazione di P SID suggerita è 3,5 g/kg per il mangime di polli in fase grower (11-24 gg). La concentrazione di Ca SID che massimizzava il peso era di 3,5 g/kg con P SID a 3,05, il che corrisponde a un rapporto Ca:P SID di 0,87.

La valutazione di questo studio risulta inferiore rispetto a quelle attualmente suggerite dalla Ross per ciò che riguarda le concentrazioni di Ca nel pollo in fase grower (8,7 g/kg Ca totale e 4,47 g/kg di Ca SID), come è avvenuto per le fasi starter (3,32 g/kg Ca SID). Le richieste di Ca digeribile tra 4,5 e 5,4 g/kg sono state ipotizzate da Angel (2018) per polli in fase grower, ma i dettagli sperimentali di questi suggerimenti non paiono evidenti.

Sulla base dei trattamenti fattoriali eseguiti non si è notata interazione (P> 0,05) tra Ca SID e P SID sulle ceneri tibiali. Le ceneri tibiali non risultavano aumentate (P >0,05) nell’interazione tra Ca e P SID; invece aumentavano se crescevano le concentrazioni sia di Ca SID che P SID. Come atteso, le concentrazioni maggiori sia di P SID (5,5 g/kg) che di Ca SID (4,0 g/kg e oltre), aumentavano le ceneri tibiali, il che è in linea con i rilevamenti di altri stu-

Tabella 1 – Crescita corporea (gr/capo) e concentrazione di ceneri tibiali (gr/kg di sostanza secca sgrassata) in broiler alimentati con diete che contenevano diverse concentrazioni (gr/kg) di Ca e P standardizzati per digeribilità ileale (SID) da 11 a 24 giorni di età (fase grower)1

1 Ogni valore rappresenta la media di sei repliche con 8 polli ciascuna, con valutazione di 6 soggetti per peso e di 6 per ceneri tibiali.

a-e Medie che hanno diverse sovrascritture nella colonna sono significativamente diverse (P<0.05).

2 Errore standard in pool delle medie.

34 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA
SID Ca SID P Crescita corporea Ceneri tibiali 1.80 3.5 1129 bcd 385 4.5 1082de 385 5.5 1043 e 387 2.35 3.5 1152abc 398 4.5 1129 bcd 400 5.5 1099 cd 403 2.90 3.5 1185a 400 4.5 1167ab 405 5.5 1147abc 417 3.45 3.5 1182ab 396 4.5 1177ab 403 5.5 1161ab 415 4.00 3.5 1156ab 402 4.5 1170 ab 420 5.5 1189a 423 4.55 3.5 1085de 394 4.5 1191a 420 5.5 1200 a 425 SEM 2 19.9 5.2 Effetti principali SID Ca 1.80 1085 386 c 2.35 1127 400 b 2.90 1166 408ab 3.45 1173 405b 4.00 1172 415a 4.55 1159 413 a SEM 2 11.2 3.0 SID P 3.5 1148 396 c 4.5 1153 406 b 5.5 1140 412a SEM 2 8.1 2.1 Probabilit à , P ≤ SID Ca 0.001 0.001 SID P 0.543 0.001 SID Ca × SID P 0.001 0.178

Figura 1 – Interazione e risposta delle valutazioni e risposte di superficie per a) peso corporeo (gr/capo) e b) concentrazione delle ceneri tibiali (gr/kg di sostanza secca sgrassata) di polli alimentati con diverse concentrazioni di Ca SID e P SID (digestione ileale standardizzata), di 3,5, 4,5 e 5,5 g/kg) dal giorno 11 al 24.

di. Per predire la risposta massima del Ca SID si è usato un modello ridotto per le ceneri tibiali. La concentrazione massima prevista per le ceneri tibiali di P SID a concentrazioni di 3,5; 4,5 e 5,5 g/kg, era 401; 413 e 428 g/kg, a concentrazioni rispettive di Ca SID di 3,69; 4,30 e 4,91 g/kg . Questi valori corrispondevano al rapporto Ca SID:P SID di 10,5; 0,96 e 0,86.

Sulla base di queste evidenze, le richieste di P SID per avere il massimo delle ceneri tibiali, a concentrazioni di Ca SID inferiori a 4 g/kg, erano di 3,5 g/kg. La concentrazione di Ca SID che massimizzava la cenere tibiale a P SID di 3,5 g/kg era di 3,69 g/kg, corrispondente a un rapporto Ca SID:P SID di 1,05. Questa valutazione è inferiore a quelle indicate dalla Ross nel 2019 circa le richieste di Ca totale nella fase grower (8,7 g/kg totali, ovvero 4,47 di Ca SID) e sono in linea con quella riportata in precedenza dall’autore nella fase starter per le ceneri tibiali (4,51 g/Ca SID), con una riduzione del 18% nelle richieste di Ca SID in fase grower rispetto alla starter

In conclusione, sono state valutate le richieste di Ca SID, P SID e il loro rapporto per il pollo fase grower : le richieste di P SID per il massimo peso e ceneri tibiali, nel pollo di 11-24 giorni, a concentrazioni di Ca SID inferiori a 4 g/kg, sarebbero di 3,5 g/kg. A concentrazioni di P SID di 3,5 g/kg, peso e ceneri tibiali sono massime a concentrazioni, rispettivamente, di 3,05 e 3,69 di Ca SID.

Bibliografia disponibile su richiesta

Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2022

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- aprile 2023 - 35 NUTRIZIONISTICA
1000 1100 1200 1.802.352.903.454.004.55 Aumento di peso corporeo SID Ca a a b Y = 1317.211 + 42.123 × Ca – 26.060 × Ca2 - 109.943 × P + 33.341 × Ca × P (R2 = 0.44) 380 410 440 1.802.352.903.454.004.55 SID Ca b Y = 372 588 + 12 793 × Ca – 4.104 × Ca2 – 7.828 × P + 4.999 × Ca × P (R2 = 0.48) Aumento di peso corporeo Ceneri tibiali Ceneri tibiali ORIGINAL ATTREZZATURE AVICOLE ® »VARIA CON NIDO CENTRALE« PRODUTTORE DI ATTREZZATURE AVICOLE DAL 1961!
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Tom Tabler, Department of Animal Science, Shawn Hawkins, Department of Biosystems Engineering and Soil Science, Maria Prado, Department of Animal Science University of Tennessee

Pramir Maharjan, Department of Agricultural and Environmental Sciences

Tennessee State University, Jessica Wells, Department of Poultry Science Mississippi State University

Parassiti interni degli avicoli

Il parassita è un organismo che vive in o su un altro organismo di specie diversa, detto ospite, e ne trae beneficio, nutrendosi a sue spese. Solitamente i parassiti non uccidono l’ospite, ma dipendono da lui, quasi sempre, per l’intero ciclo vitale. Bassi livelli di infestazioni parassitarie solitamente non causano gravi problemi e possono anche non richiedere una terapia, tuttavia possono rendere gli avicoli rurali più suscettibili a malattie virali e batteriche oppure peggiorare stati patologici preesistenti.

I parassiti interni che colpiscono gli avicoli sono classificabili in due gruppi distinti: vermi e protozoi. I vermi sono organismi grandi e multicellulari, che si vedono a occhio nudo, e sono piuttosto comuni nei gruppi di avicoli rurali o in quelli allevati all’aperto. Esistono vari tipi di vermi intestinali, di seguito descritti, che danno problemi agli allevatori. I protozoi sono invece organismi monocellulari che non si vedono a occhio nudo e che occupano diversi habitat

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naturali. Sette sono le famiglie di protozoi classificate, di cui due hanno importanza per gli avicoli rurali e quelli commerciali, di seguito descritti.

Vermi

I vermi intestinali più frequenti nei gruppi rurali includono quelli rotondi (Ascaridia spp.), quelli cecali (Heterakis spp.), quelli tricuridi filiformi (Capillaria spp.), quelli piatti (Raillietina e Choanotaenia spp.) e i nematodi strongiloidei (Syngamus trachea). Pochi vermi non causano problemi al pollo; ma un’infestazione massiccia può dare diarrea, depressione, perdita di peso, mancata crescita, anemia e calo di deposizione. In gravi infestazioni, i vermi si trovano anche nelle uova e possono causare la morte dei soggetti parassitati.

Grandi vermi rotondi

Gli adulti misurano da 2 a 10 centimetri, con un diametro grande all’incirca come la mina di una matita e si vedo -

no facilmente a occhio nudo. I vermi grandi (Figura 1) sono quelli che danneggiano maggiormente i gruppi rurali. Il loro ciclo vitale è semplice: le femmine depongono le uova, dal guscio spesso, nell’intestino, che passano poi nelle feci. Nelle uova si sviluppa un piccolo embrione, che non schiude immediatamente ma impiega 2-3 settimane per diventare infettante. I polli si infestano as-

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sumendo le uova in cui le larve hanno poi raggiunto lo stadio infettante. È anche frequente che le uova larvate vengano trasportate da vettori, come scarafaggi, vermi di terra, cavallette o altri insetti: questi ospiti intermedi trasportano le uova e, una volta che vengono mangiati dai polli, le trasmettono. I polli che raggiungono i 3 o 4 mesi di età solitamente sono resistenti all’infestazione. Per molto tempo la piperazina è stata il principale farmaco contro questi vermi, ma oggi negli USA non è disponibile, pertanto si utilizzano ivermectina e fenbendazolo.

Piccoli vermi rotondi

Si tratta di diverse specie che possono infestare varie parti del tratto digerente del pollo. Alcuni infestano gozzo ed esofago, provocando l’ispessimento delle membrane mucose; altri invece si localizzano nel tratto terminale dell’intestino, dove causano infiammazione, emorragie ed erosione della mucosa. Tali vermi si notano al momento dell’autopsia, se presenti in quantità. Grandi infestazioni causano calo della deposizione, della fertilità e della crescita.

Vermi cecali

I vermi cecali infestano le sacche del tratto digerente a livello del ceco. Spesso non danno forme cliniche nel pollo, ma costituiscono un problema per il tacchino, perché possono trasportare Histomonas meleagridis, un protozoo che causa istomoniasi. Nello specifico, Heterakis gallinarum serve quale ospite intermedio di Histomonas meleagridis: per questo motivo è sempre meglio non mescolare polli e tacchini nella stessa zona e comunque i tacchini non dovrebbero accedere ad aree in cui in precedenza sono stati accasati polli. I vermi di terra possono infatti ingerire le uova di Histomonas meleagridis presenti nelle feci dei polli e i tacchini li possono mangiare, infestandosi e spesso morendo. Ovviamente i tacchini si

infettano per via orale anche se ingeriscono i vermi cecali infestati.

Capillaria

Sono un genere di vermi rotondi che colpiscono pollo, anatra, oca quaglia, pernice, fagiano e faraona, oltre ad altri avicoli domestici. Ne esistono centinaia di specie, diffuse globalmente, e sono frequenti nel pollo, dove circa il 60% della popolazione può infettarsi. Capillaria annulata e Capillaria contorta colpiscono gozzo ed esofago, infiammandone e ispessendone le mucose. Occasionalmente si notano gravi episodi nei tacchini o nella cacciagione. Diverse specie colpiscono il tratto terminale dell’intestino, ma la Capillaria obsignata è la più frequente.

Alcune specie di Capillaria hanno un ciclo vitale diretto, mentre altre lo hanno indiretto, con vari vermi di terra che fungono da ospite intermedio. Se il ciclo vitale è diretto, i vermi adulti si infilano negli strati della mucosa, le uova vengono deposte e passano nelle feci. La loro embrionatura richiede 6-8 giorni, dopodiché diventano infestanti per altri avicoli che le mangiano. Se il ciclo vitale è indiretto, i vermi di terra mangiano le uova, che rilasciano le larve al loro interno, e diventano infestanti all’interno del verme in due-quattro settimane. Il danno più grave dovuto alla Capillaria avviene un paio di settimane dopo l’infestazione, con gravi infiammazioni, e a volte emorragie; l’erosione della mucosa intestinale può essere così grave da portare alla morte del soggetto. Inoltre la Capillaria può diventare un problema in capannoni a lettiera profonda, dove provocano infatti gravi infestazioni, con calo della deposizione e della fertilità, oltre che della crescita. Questi parassiti si notano all’autopsia, se presenti in grandi numeri; invece le loro uova sono piccole e difficili da individuare nelle feci.

Vermi piatti (tenie)

Varie specie di questi vermi possono colpire gli avicoli. Sono vermi piatti e segmentati, con varie suddivisioni; la loro dimensione varia da molto piccoli a oltre 30 centimetri; la testa è molto più piccola del resto del corpo. Considerata la loro dimensione, occorre un esame attento per trovarli. Ogni specie attacca aree diverse del tratto intestinale: la testa è fornita di 4 ventose per aderire alla parete intestinale. La maggior parte delle tenie è ospite specifica, pertanto la tenia del pollo colpisce solo il pollo. Per completare il ciclo vitale ha bisogno di un ospite in-

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termedio: i polli si infestano ingerendo questo ospite (ad esempio formiche, scarafaggi, cavallette, mosche, vermi di terra ecc.), che a sua volta si infesta ingerendo le uova eliminate con le feci. Il sistema di allevamento influenza la tipologia degli ospiti intermedi: le mosche domestiche tendono a essere gli ospiti intermedi per soggetti allevati in gabbia, mentre gli scarafaggi lo sono per quelli allevati su lettiera; avicoli allevati all’aperto ingeriscono invece vermi di terra e lumache. I vermi piatti sono composti da numerosi segmenti piatti, che vengono eliminati a gruppi di due o tre ogni giorno, e ciascuna sezione contiene centinaia di uova.

Singami

Il Syngamiasis trachea è un parassita che si posiziona nella trachea degli avicoli sia domestici che selvatici, diffuso in tutto il mondo. Sono vermi sottili e rossi (a causa del sangue che ingeriscono dall’ospite), con una particolare forma a Y, poiché si tratta di due vermi, ovvero maschio e femmina uniti insieme, in cui il maschio funziona da àncora sulla mucosa ed è anche attaccato alla femmina, che è più grande e può arrivare a 2,5 centimetri di lunghezza (mentre il maschio non arriva al centimetro di lunghezza). Aderiscono dunque alla trachea del pollo, del quale succhiano il sangue. Il ciclo vitale è simile ai vermi cecali: si trasmettono quando le uova embrionate vengono mangiate dai vermi di terra o direttamente dagli avicoli, quindi la larva esce dall’uovo. Le femmine depongono in trachea le uova, che vengono emesse o con la tosse oppure, dopo essere state ingerite, per via fecale. Entro 8-14 giorni le uova embrionate diventano infestanti se assunte dal pollo o dall’ospite intermedio. I principali ospiti intermedi sono i vermi di terra, le lumache e altri insetti. Una volta che le larve sono assunte dal pollo, migrano attraverso il sistema gastrointestinale fino alla trachea, dove vivono, alimentandosi di sangue, riproducendosi e deponendo le uova. I soggetti colpiti da questo parassita spesso allungano il collo aprendo il becco, alla ricerca di aria, perché la presenza di numerosi vermi in trachea impedisce il passaggio dell’aria: si può arrivare anche al blocco completo della trachea, causando la morte per soffocamento dei soggetti non trattati tempestivamente.

Protozoi

I protozoi sono organismi monocellulari, che si trovano dappertutto. I principali protozoi parassiti del pollo sono

i coccidi (diverse specie di Eimeria) e i flagellati, tra cui l’Histomonas meleagridis

Coccidi

I più frequenti sono quelli appartenenti alla famiglia delle Eimeria, spesso chiamati semplicemente coccidi; di questi 7 tipi colpiscono il tacchino e 9 il pollo. Tutti sono parassiti/patogeni, anche se alcuni lo sono meno di altri: la mortalità è frequente con E. tenella ed E. necatrix nel pollo; le specie più frequenti nei broiler sono E. acervuline, E. tenella ed E. maxima. Le Eimeria che colpiscono pollo e tacchino non colpiscono altri animali, e, parimenti, quelle dei mammiferi non passano agli avicoli. I coccidi hanno un ciclo vitale diretto, che non prevede ospiti intermedi. La coccidiosi intestinale è una malattia protozoaria gastrointestinale frequente, che colpisce soprattutto i giovani, e che può essere difficile da controllare nei rurali, a causa della compresenza di soggetti di età diverse. I più vecchi, clinicamente sani, emettono le oocisti (stadio della vita del coccidio assai resistente in ambiente) nelle feci, dalle quali poi i giovani, ancora privi di immunità, le assumono. I coccidi vivono e si riproducono nel tratto gastrointestinale, causando danno tissutale. Una oocisti nella parete intestinale danneggia solamente poche cellule, quindi l’estensione del danno dipende dal numero di oocisti presenti. Quando si riproducono, ci sono milioni di oocisti all’apice della malattia, molte delle quali escono in ambiente. In questa fase non sono ancora infettanti: per diventarlo, devono sporulare, secondo un processo che dipende da temperatura e umidità. La sporulazione richiede 2-4 giorni per completarsi, dopodiché, se le oocisti vengono ingerite dal pollo e trovano la strada verso il sistema digerente, danno luogo a una complessa serie di suddivisioni e moltiplicazioni, completando così il proprio ciclo vitale. I coccidi sono assai frequenti in qualsiasi ambiente nel quale vengono allevati avicoli. Col tempo, i polli sviluppano immunità verso i coccidi coi quali sono venuti a contatto; il momento più critico in cui sviluppa la malattia è dunque tra le 3 e le 6 settimane di vita. I sintomi di coccidiosi includono: diarrea con sangue, diarrea acquosa, piume arruffate, depressione, perdita di peso e letargia. Il mangime medicato, che contiene principi attivi anticoccidici (sia specifici che alcuni antibiotici), controlla ma non elimina la coccidiosi, proprio perché deve consentire lo sviluppo nell’animale di una propria immunità e resistenza alla malattia. I polli a terra sono esposti per tutta la vita alla coccidiosi, quelli in gabbia, non essendo

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“I parassiti interni sono un problema frequente nei gruppi avicoli rurali e in quelli allevati all’aperto, che possono essere infestati da vermi cecali, rotondi, tenie, strongili e altri. Mentre un’infestazione lieve non causa malattia grave, se severa può portare a perdite di produzione, una peggiore conversione, un’alterazione dello stato sanitario e un aumento della mortalitàˮ

separatamente. L’Histomonas non resiste molto nell’ambiente, se non viene ingerito da Heterakis, che lo protegge, o da altri vermi di terra, ma le uova dei vermi che contengono l’Histomonas possono restare vitali per anni. La trasmissione di questa malattia è complessa, poiché dipende dalla presenza di altri vermi cecali: in sostanza Histomonas infetta Heteraki, e viene incorporato nelle uova che questo produce, così viene protetto dall’ambiente avverso, al quale altrimenti non sopravviverebbe. Entrambi i parassiti vengono quindi trasmessi quando le uova di Heterakis sono ingerite dal pollo o dal tacchino, mentre i vermi di terra trasmettono Histomonas solo se infettati da larve di Heterakis e sono poi ingeriti da un avicolo. Se il tacchino ingerisce Heterakis, si infesta con entrambi i parassiti.

a contatto con le feci, invece non sviluppano mai alcuna resistenza. Quindi, spostare a terra soggetti allevati in gabbia può dare luogo a episodi clinici devastanti, con gravi perdite, dovute proprio all’assenza di immunità. Per la coccidiosi sono disponibili anche dei vaccini, di solito somministrati dopo la schiusa: questi forniscono una piccola quota di oocisti, alle quali il pulcino viene esposto, aiutandolo a sviluppare l’immunità pur senza contrarre la malattia. I pulcini vaccinati per coccidiosi non dovrebbero mai ricevere mangime medicato con coccidiostatico, che può uccidere le oocisti vaccinali, impedendo così lo sviluppo dell’immunità.

Istomoniasi (Blackhead disease)

L’istomoniasi è stata descritta per la prima volta nel 1893 come malattia fatale nel tacchino. L’agente causale è Histomonas meleagridis. Tutti i gallinacei sono sensibili all’infestazione, ma il tacchino è quello che la subisce maggiormente. Il verme Heterakis gallinarum è l’ospite intermedio di Histomonas ed è abbastanza frequente nel pollo, motivo per cui è meglio allevare polli e tacchini

La malattia in inglese viene definita Blackhead disease perché il tacchino mostra un colore bluastro, causato da una cattiva ossigenazione dell’emoglobina del sangue, anche se in realtà non si tratta di un sintomo clinico frequente e in vari casi è assente. I tacchini spesso hanno una malattia più grave dei polli. Il segno più caratteristico dell’istomoniasi, evidente negli stadi terminali della malattia, è la presenza di feci giallo-sulfuree, causate da grave danno epatico: le principali lesioni infatti sono proprio a carico del fegato. Le pareti cecali risultano ispessite dall’infiammazione e il lume intestinale è dilatato dalla presenza di stampi caseosi. Le lesioni epatiche sono necrotiche, e, nel caso di infiammazione cronica, si presentano con macchie, dal centro scuro e i margini chiari, che si vedono facilmente in corso di necroscopia (Figura 2).

Per l’istomoniasi non esiste una terapia disponibile e non è ancora stata sviluppata una vaccinazione, pertanto le misure di controllo sono focalizzate sulla prevenzione. Il nitarsone e gli arsenicali erano le uniche terapie approvate negli USA, capaci di prevenire la malattia, ma dal 2015 il produttore ne ha sospeso la commercializzazione.

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Figura 2 – Lesioni epatiche in un uccello infettato da Histomonas meleagridis.

Cryptosporidium

I Cryptosporidia sono protozoi che colpiscono l’intestino dei mammiferi, ma negli avicoli spesso si rinvengono nella borsa (organo linfatico vicino al retto) e nel tratto respiratorio. La criptosporidiosi viene causata dunque da protozoi simili, ma distinti, dai coccidi: è più grave nel tacchino che nel pollo e spesso è fatale nella quaglia. Diverse specie di criptosporidi colpiscono vari tipi di animali, incluso l’uomo. Cryptosporidium baileyi si ritrova in tutto il mondo, è il più frequente e infesta molti tipi di uccelli. Spesso si tratta di parassiti opportunistici, che colpiscono soggetti giovani o immunocompromessi; nel pollo si manifesta come sindrome respiratoria, più grave di quella intestinale. I polli possono infettarsi tramite ingestione o inalazione delle oocisti presenti nell’ambiente (lettiera, feci, acqua, polvere, ecc.). Anche solo un centinaio di oocisti è in grado di dare infezione respiratoria o intestinale. Le condizioni igieniche e una buona gestione influenzano notevolmente l’incidenza e la persistenza della criptosporidiosi aviare. Non esiste però una terapia idonea, per cui un buon livello di biosicurezza e un’igiene accurata sono fattori importanti per ridurne la trasmissione.

Riassunto

I parassiti interni sono un problema frequente nei gruppi avicoli rurali e in quelli allevati all’aperto, che possono essere infestati da vermi cecali, rotondi, tenie, strongili e altri. Mentre un’infestazione lieve non causa malattia grave, se severa può portare a perdite di produzione, una peggiore conversione, un’alterazione dello stato sanitario e un aumento della mortalità. I protozoi sono parimenti una seria minaccia per gli avicoli: coccidiosi ed istomoniasi sono i più devastanti. Una buona biosicurezza e igienizzazione sono dunque essenziali per limitare al massimo le infestazioni parassitarie. Ora che ci si indirizza sempre più verso una produzione senza antibiotici, seguendo le recenti direttive veterinarie, i prodotti disponibili per la prevenzione e terapia delle parassitosi saranno sempre più limitati, pertanto il valore della biosicurezza e dell’igiene aumenteranno ancora, rispetto alla terapia, e dovranno essere applicati attentamente i protocolli per mantenere i polli rurali e all’aperto sani.

Brano pubblicato per gentile concessione di University of Tennessee Institute of Agriculture e di UT Extension

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Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze

Edizione italiana

Anno XXXIV • Aprile 2023

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Giordano Poultry Plast offre soluzioni in grado di accompagnare il pulcino fin dai primi giorni di vita e di dosare acqua e cibo durante la crescita, come la mangiatoia Twist e l'abbeveratoio SuperDrop. Queste linee automatiche di mangiatoie e abbeveratoi per pollame riducono l'interazione umana con gli animali e l'intervento umano durante l'allevamento. Inoltre, queste apparecchiature sono sviluppate per essere facili da montare e da utilizzare, consentendo una manutenzione semplice e riducendo il contatto degli operatori con gli allevamenti e il tempo di manutenzione.

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