Zootecnica International - edizione italiana - 09 settembre 2020

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Zootecnica International – settembre 2020 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze

Produzione e commercio mondiale di carni avicole Il continente dimenticato. Dinamiche dell’industria africana delle uova Stress, il rischio principale per gli avicoli

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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net


EDITORIALE Negli ultimi anni ricercatori e sociologi hanno rinnovato i loro sforzi nell’intento di incrementare le risorse alimentari disponibili per la popolazione mondiale. Un’altra questione di particolare rilievo è data dalla disponibilità di acqua per il fabbisogno mondiale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Entro il 2050, un terzo della popolazione mondiale sarà carente di acqua e negli Stati Uniti si stanno già stanziando fondi specifici per salvaguardare le risorse idriche esistenti e per creare delle strategie in modo da migliorarne l’efficienza di utilizzo. Soprattutto in agricoltura è necessario provvedere a una migliore preservazione, evitando gli sprechi ed effettuando il recupero dove sia possibile. Le risorse idriche rappresentano un fattore chiave anche per l’industria avicola: basti pensare che nei Paesi tropicali il consumo medio di acqua di un pollo da carne di 1,9 kg di peso è di circa 6 litri al giorno. Con l’introduzione del sistema HACCP per ridurre la contaminazione da Salmonella, il fabbisogno di acqua negli allevamenti intensivi è cresciuto notevolmente (da 20 a 35 litri per soggetto macellato). Le ovaiole consumano circa 0,3 litri al giorno, senza considerare che l’acqua viene adoperata in allevamento anche per rendere operative le unità di raffrescamento per la decontaminazione ambientale e, in alcuni casi, anche per la rimozione della pollina. Le grandi aziende avicole americane ed europee sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’acqua. Nei Paesi industrializzati c’è sempre più volontà di preservare i fiumi e i laghi dall’inquinamento, anche da quello prodotto dagli allevamenti. L’approvvigionamento di acqua, soprattutto nelle zone dove è scarsa, rappresenta un costo notevole per le aziende. Inoltre, la qualità, a livello microbiologico, è spesso sotto gli standard medi, comportando una ridotta efficienza di produzione e una maggiore mortalità fra i soggetti. Le risorse idriche devono essere preservate a beneficio della popolazione umana.


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SOMMARIO ATTUALITÀ.................................................................................................. 4 PRIMO PIANO Mosche negli allevamenti: Newpharm propone una strategia efficace e a basso impatto ambientale............................................................................ 6 Alimentazione precoce: fattore chiave per sostenere il pulcino in modo ottimale................................................................................................ 8

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Sessant’anni di selezione genetica nelle linee da uova.......................................12

REPORTAGE Come ottimizzare la funzionalità gastrointestinale. Strategia eubiotica DSM per una produzione più sostenibile...............................16

DOSSIER

Indagine MSD Animal Health su allevamento e COVID-19................................. 20

FOCUS

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Produzione e commercio mondiale di carni avicole. Analisi dei mutamenti post pandemia e prospettiva sulle tendenze future............24

MARKETING

Il continente dimenticato. Dinamiche dell’industria africana delle uova................ 28

TECHNICAL COLUMN

Polidipsia e iponatriemia, il ruolo delle acquaporine........................................... 34

MANAGEMENT

Stress, il rischio principale per gli avicoli........................................................... 38

NUTRIZIONISTICA

Nutrire i broiler del futuro.................................................................................. 46

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MARKET GUIDE................................................................................... 52 GUIDA INTERNET............................................................................... 56


ATTUALITÀ

Avicoltura italiana, una filiera integrata Il fatto di essere una filiera integrata ha permesso una maggiore flessibilità e un intervento immediato per adattarsi al nuovo scenario: così l’avicoltura italiana ha garantito una piena operatività anche durante il lockdown. L’importanza del medico veterinario “La sicurezza e la qualità nelle fasi di produzione della filiera avicola – ha osservato Lara Sanfrancesco – sono sintetizzabili in alcuni concetti chiave: benessere animale; biosicurezza; igiene in tutte le fasi della produzione; numero elevatissimo di controlli”.

“In Italia la filiera avicola è una filiera completamente integrata” ha dichiarato Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, intervenuta al webinar ‘La filiera agroalimentare ai tempi del coronavirus: prospettive future a seguito dell’emergenza’ organizzato da Msd Animal Health. “Tutte le fasi della produzione (a partire dalla produzione del mangime, agli incubatoi, gli allevamenti da ingrasso, la trasformazione, la logistica, fino al punto vendita) – ha proseguito Lara Sanfrancesco – sono controllate in maniera integrata da un unico soggetto che è il capofiliera. Questa integrazione, caratterizzata da un complesso sistema di relazioni tra tutte le parti in causa, rende la filiera avicola italiana un unicum nel panorama zootecnico e consente di ottimizzare i processi produttivi e controllare attentamente gli aspetti della tracciabilità e della sicurezza, permettendo alla filiera di creare e condividere best practices e quindi svilupparsi molto in termini di inno-

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vazione, benessere animale, qualità del prodotto, sicurezza.”

Alti livelli di sicurezza e qualità I dati confermano l’alto livello di sicurezza e qualità della filiera avicola, a partire dal forte controllo pubblico: il Piano Nazionale Residui del Ministero della Salute, per quanto riguarda i prodotti avicoli, ogni anno segna tassi di non conformità ormai prossimi allo zero. C’è poi un grosso sistema di autocontrollo che, proprio grazie al sistema integrato, consente di mantenere standard molto elevati che fanno dell’avicoltura italiana un’eccellenza nel panorama zootecnico. Infine, il Ministero della Salute ha creato un nuovo sistema di misurazione, Classyfarm, che serve a categorizzare gli allevamenti sulla base di un’analisi del rischio e di una serie di parametri, per far sì che gli allevamenti non conformi continuino con il miglioramento progressivo degli standard.

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A tutto questo si aggiunge una figura fondamentale, quella del medico veterinario, che costituisce “il punto di contatto con l’enorme numero di allevatori professionali”, che gestiscono allevamenti di grandi dimensioni. Infatti, insieme al tecnico di allevamento, la figura del medico veterinario permette di monitorare l’andamento degli allevamenti e fornisce il supporto di natura tecnica necessario all’allevatore. “Grazie anche al ruolo del medico veterinario – ha proseguito la Sanfrancesco – la filiera avicola italiana ha ridotto di oltre il 70% l’utilizzo di farmaci sia per i polli sia per i tacchini”.

Autosufficienza della filiera avicola “Lo studio, la ricerca, l’innovazione sono elementi cardine che consentono di portare sulle tavole degli italiani un prodotto 100% Made in Italy”, ha concluso il direttore di Unaitalia. “La filiera avicola italiana è completamente autosufficiente ed è prevista anche una quota dedicata all’export”.


Migliorare la somministrazione dei vaccini orali per una protezione più efficace Elanco Italia S.p.A. - PM-IT-20-0196

Per proteggere efficacemente gli animali è importante effettuare correttamente la vaccinazione in acqua di abbeverata. La qualità dell’acqua e la sua distribuzione all’interno dei capannoni sono molto spesso trascurate e possono influire negativamente sul buon esito della vaccinazione. AviBlue è stato sviluppato per proteggere i vaccini che si somministrano in acqua di abbeverata proprio durante uno dei momenti più a rischio, la somministrazione. Contiene una combinazione di agenti neutralizzanti che tamponano gli effetti dei contaminanti potenzialmente presenti nell’acqua. Un apposito colorante aiuta a identificare il flusso d’acqua durante la preparazione del sistema di abbeverata prima della somministrazione del vaccino.

Ottimizzare la sopravvivenza dei vaccini vivi durante la somministrazione Per qualsiasi vaccinazione effettuata in allevamento è importante che il vaccino raggiunga efficacemente e in sicurezza gli animali secondo la via di somministrazione raccomandata. Per i vaccini somministrati in acqua di abbeverata è fondamentale seguire le indicazioni del produttore in tema di conservazione, manipolazione e somministrazione. Soprattutto per quanto riguarda la somministrazione è importante consentire agli animali di assumere la dose efficace di vaccino. Per la maggior parte dei vaccini vivi si prepara una sospensione in acqua, che verrà poi distribuita attraverso l’impianto di abbeverata. Durante questa procedura la concentrazione degli antigeni vaccinali (titolo) può inevitabilmente ridursi, in funzione del naturale tasso di sopravvivenza del vaccino quando sospeso in acqua. La sopravvivenza del vaccino può, però, ridursi drasticamente se si utilizza acqua di qualità “sub-ottimale”1 che può, ad esempio, contenere cloro, metalli pesanti, acidificanti e disinfettanti in grado di danneggiare o inattivare gli antigeni vaccinali.

Vaccinazione efficace in presenza di acqua di qualità non ottimale¹ AviBlue, granulato effervescente, riduce gli effetti nocivi di un’acqua di qualità non ottimale. Qualsiasi fonte d’acqua può potenzialmente avere un effetto dannoso sulla

sopravvivenza del vaccino, acqua della rete idrica contenente cloro o acqua di pozzo contenente metalli pesanti. Anche l’uso di acidificanti, antibiotici e disinfettanti può rappresentare un rischio se i residui di queste sostanze non vengono eliminati efficacemente dalle linee di abbeverata. Un valore di pH dell’acqua pari a 7 (neutro) rappresenta le condizioni ottimali per la sopravvivenza del vaccino.

Stabilità a elevate concentrazioni Nelle prove condotte anche a elevate concentrazioni (100 e 1000 volte la dose raccomandata) AviBlue è in grado di mantenere stabile il pH. In altre prove di laboratorio, condotte per valutare l’effetto tampone di AviBlue in acqua contenente 5 ppm di cloro (acqua di rubinetto addizionata con 5 ppm di cloro attivo per la sanificazione delle linee di acqua di abbeverata), AviBlue è stato in grado di conservare il titolo vaccinale efficace per un vaccino vivo orale contro Salmonella Enteritidis¹.

Valutazione della corretta distribuzione e assunzione di vaccini • Il colore intenso di AviBlue aiuta a visualizzare la corretta distribuzione dell’acqua all’interno dell’impianto durante le fasi di preparazione. • Consente di verificare che la soluzione contenente il vaccino sia distribuita uniformemente all’interno della linea di abbeverata, così da consentire la corretta assunzione da parte di tutti gli animali. • Consente di monitorare la durata della vaccinazione valutando il flusso di acqua colorata attraverso gli abbeveratoi. • Consente di valutare la corretta assunzione del vaccino attraverso la temporanea colorazione della lingua. 1.

Dye Trial 2009-1. Lab no: 09-2473. Elanco data on file.


IN PRIMO PIANO

Mosche negli allevamenti: Newpharm propone una strategia efficace e a basso impatto ambientale

©Humane Society Intern

Alla stessa stregua degli altri settori zootecnici, anche la moderna avicoltura è vulnerabile agli attacchi di mosche e mosconi in quanto gli allevamenti intensivi offrono le condizioni ideali al loro sviluppo. Larvicidi altamente selettivi e formulazioni a lunga efficacia contro gli stadi adulti: questa è la strategia che caratterizza il “Progetto Mosche” Newpharm® , per una sicurezza trasversale e un impatto ambientale limitatissimo.

Allevamenti a terra nelle lettiere umide Dott. Stefano Cherubin Dipartimento Ricerca & Sviluppo Newpharm S.r.l. Newpharm S.r.l. Via Tremarende, 24/B 35010 Santa Giustina in Colle (PD) – Italia Tel.: +39 049 9302876 info@newpharm.it www.newpharm.it “Progetto mosche” www.progettomosche.it

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Il controllo totale dello stadio larvale delle mosche avviene mediante la distribuzione direttamente sul substrato organico rappresentato dalla pollina di Larvmeth® IGR, un regolatore di crescita (IGR) a base di S-metoprene. Analogo dell’ormone giovanile degli insetti, l’S-metoprene interrompe il regolare sviluppo delle larve inducendole anzitempo alla metamorfosi. Applicato tal quale, alla dose di circa 30 g ogni m2 di matrice umida, altera irreversibilmente lo sviluppo di tutte le tipologie di larve brulicanti nelle deiezioni

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degli animali (non solo mosche quindi) fino a 3 settimane. In caso di substrato particolarmente asciutto si consiglia di inumidirlo per ottenere un rapido innesco del prodotto.


IN PRIMO PIANO

Alphi® WG: la soluzione definitiva contro le mosche adulte A base di Azamethiphos in granuli idrosolubili, Alphi® WG rappresenta l’adulticida a elevata residualità, applicabile sia in ambienti avicoli che civili. Nebulizzato o pennellato sulle superfici delle gabbie o su appositi pannelli cromotropici risulta efficace contro tutte le tipologie di mosche e mosconi. Alphi® WG offre uno spettro d’efficacia completo, rivolto anche a insetti striscianti del calibro di scarafaggi e tenebrioni.

La speciale formulazione naturale di FLYREX® ha la capacità di attirare diverse specie di mosche e mosconi da distanze notevoli.

Newpharm ® introduce la trappola in assoluto più efficace per la cattura di mosche e mosconi. Completamente ecologica, Flybag non contiene alcuna sostanza insetticida o impattante per l’ambiente, risultando perfetta negli allevamenti di natura biologica. L’esca attrattiva Flyrex è confezionata in una busta idrosolubile, capace di attivarsi in autonomia trascorse poche ore, realizzando un polo attrattivo per tutte le specie di mosca per una durata compresa tra 30 e 60 giorni.

Un’esperienza trentennale nel controllo delle mosche.

Nonostante la sostanza attiva non necessiti di presentazioni, Alphi ® WG si vanta di una formulazione unica e innovativa contraddistinta nettamente nel mercato dei biocidi. Infatti, a differenza di altre sostanze attive, l’Azamethiphos ha superato a pieni consensi le recenti questioni in ambito normativo, salendo agli altari come molecola del “futuro”.

Nuovo sistema ecologico per la cattura massale di mosche e mosconi: l’esca FLYBAG® Dai laboratori di Ricerca&Sviluppo Newpharm® nasce una soluzione innovativa e totalmente ecologica per la lotta agli adulti di mosche: l’esca FLYREX®.

Lo scopo del sistema è realizzare una cintura protettiva attorno agli allevamenti in modo tale da arginare il flusso delle mosche verso le strutture. L’esca granulare idrosolubile Flyrex, in essa contenuta, consente di catturare oltre 80.000 esemplari adulti. Flybag viene messa in funzione facilmente: una volta rimosso il coperchio è sufficiente introdurvi dell’acqua all’interno.

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IN PRIMO PIANO

Alimentazione precoce: fattore chiave per sostenere il pulcino in modo ottimale L’alimentazione precoce è un argomento di grande attualità, ma cosa significa esattamente? L’alimentazione precoce riguarda il periodo tra schiusa e accasamento e fornisce alimento di qualità nei primi 5-7 giorni di vita; per una maggiore efficienza viene incluso anche il processo d’incubazione. stato sanitario, riduce la necessità di trattamenti antibiotici e infine, è anche economicamente vantaggioso. In anni recenti sono stati approfonditi gli effetti negativi di un lungo digiuno dopo la schiusa su salute e performance, è stato provato scientificamente il vantaggio di un accesso precoce a mangime e acqua e anche i benefici che se ne ricavano su benessere, sanità e resa finale.

L’alimentazione precoce promuove i cambiamenti fisiologici e morfologici

Figura 1 – I pulcini neonati necessitano di cure specifiche.

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L’alimentazione del pulcino di un giorno convenzionalmente inizia con l’accasamento in allevamento; qui viene fornito un mangime starter a volontà e l’ambiente è preparato in anticipo per avere una buona pulcinaia sin dall’inizio. Prima di avere accesso a mangime e acqua nella pulcinaia, i pulcini possono dover attendere 60 o anche 72 ore. Il tempo dipende anche dalla finestra di schiusa, dalla velocità di lavorazione in incubatoio e dal trasporto fino all’allevamento.

Un buon inizio influenza positivamente le prestazioni finali I pulcini schiusi richiedono un’attenzione speciale. Un buon inizio influenza anche le rese finali, perché migliora l’immunità, lo

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I nutrienti forniti dal sacco vitellino sostengono il pulcino mentre la madre aspetta che tutta la covata schiuda. Ciò fornisce abbastanza nutrimento per 2-3 giorni. I pulcini che schiudono per ultimi hanno un vantaggio perché cominciano a mangiare e bere appena schiusi. Inoltre, hanno a disposizione tutta la riserva di lipidi ed energia presente nel sacco vitellino residuo. Entrambe le fonti energetiche possono essere utilizzate come segue: • i nutrienti che derivano dal consumo di mangime integrano completamente il processo di crescita. La crescita proporzionale dell’intestino tenue è maggiore di quella corporea e raggiunge il picco nei primi 10 giorni; • l’attivazione del sistema immunitario deriva da fonti altamente energetiche;


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• gli enzimi digestivi vengono stimolati dal consumo precoce di mangime. Essi facilitano la transizione da un’alimentazione ad alto contenuto lipidico (sacco vitellino) a una ad elevato contenuto in carboidrati, come le diete a base di cereali; • lo sviluppo dei villi intestinali è stimolato da un contatto precoce col mangime. Villi più sviluppati comporteranno una superficie intestinale più ampia, con un migliore assorbimento dei nutrienti.

Concetti relativi all’incubatoio Un approccio fondamentale consiste nel fornire mangime e acqua ai pulcini appena schiusi, quando sono ancora in incubatoio. Esistono molte attrezzature sul mercato che forniscono soluzioni valide. In tutti questi sistemi i pulcini hanno accesso al cibo e a una qualche forma di idratazione non appena fuoriescono dal guscio. Tali soluzioni, tuttavia, non vengono spesso adottate negli incubatoi a causa degli elevati costi di investimento e delle stringenti richieste di gestione e igiene.

sente anche una maggiore igiene nella somministrazione dei probiotici nel mangime in incubatoio fino a tre giorni, che potrebbe risultare compromessa a causa delle temperature elevate. Fra i vari benefici ci sono anche la distribuzione uniforme ai pulcini e i livelli di consumo elevati e veloci. Con queste

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La somministrazione in gel in incubatoio potrebbe rappresentare un’alternativa valida: sebbene non fornisca lo stesso valore alimentare del mangime completo, risulta molto idonea per fornire integratori benefici e potrebbe contenere pre, probiotici, vitamine e altri micronutrienti. Questo sistema è quindi particolarmente ideale per somministrare probiotici, in quanto minimizza il rischio di contaminazione con i batteri vivi, cosa che potrebbe avvenire in caso di utilizzo di applicazioni spray; con-

Figura 2 – Applicazione gel in gocce in incubatoio.

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enzimi, nucleotidi e acidi organici, ma anche alimenti funzionali come i lieviti idrolizzati, sono noti per l’effetto positivo sui pulcini alimentati con mangime prestarter. In aggiunta o in alternativa a un mangime prestarter, viene suggerito l’uso di additivi, per esempio i probiotici nell’acqua da bere, come “bevanda di benvenuto”. Il tratto gastrointestinale è quasi sterile alla nascita, il microbioma si sviluppa infatti nelle prime settimane di vita. In questa fase delicata è importante supportare al massimo lo sviluppo del sistema digestivo, il che include: • la colonizzazione del tratto digerente con batteri benefici; • il supporto della popolazione dei batteri lattici; • la soppressione dei patogeni; • l’influenza positiva sulla morfologia intestinale.

Conclusioni Figura 3 – Villi intestinali di tacchinotti di 21 giorni. Sopra: villi corti e superficie intestinale ridotta dopo un trattamento antibiotico. Sotto: villi lunghi e maggiore superficie intestinale dopo un trattamento probiotico iniziale. Effetti simili sono osservabili anche nel pollo (Biochem 2017).

soluzioni, la prima cura per il pulcini avviene già a livello di incubatoio e senza grandi sforzi.

Mangime di “benvenuto” Il cosiddetto mangime di benvenuto, o prestarter, sta assumendo un ruolo sempre più rilevante ed è un valido modo per integrare una dieta starter regolare. Una quota elevata di mangime prestarter può essere costosa ma il pulcino ne consuma poca, mentre i benefici che ne derivano superano di gran lunga il costo relativo alle materie prime di qualità. Viene fornito ai pulcini al momento dell’accasamento, per i primi 5-7 giorni. Un buon mangime prestarter dovrebbe essere appetibile per essere consumato in quantità, facilmente digeribile, con un alto contenuto energetico e capace di sviluppare e stabilizzare il microbioma. Diversi supplementi quali probiotici,

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La qualità del primo mangime fornito può essere fondamentale per le prestazioni finali. L’ottimizzazione della salute intestinale ha dei benefici sullo stato immunitario e sul benessere degli animali. Combinare gli aspetti connessi all’incubazione con l’uso di un mangime prestarter di alta qualità, in allevamento, è fondamentale per un buon inizio del pulcino e per avere ottimi risultati durante il ciclo produttivo. È necessario investire in ingredienti di alta qualità per ottenere un valore aggiunto dalle diete prestarter. La fornitura di certi additivi, come i probiotici, effettuata quanto prima possibile, aiuta anche lo sviluppo positivo del microbioma e del tratto intestinale, fornendo al pulcino neonato una buona partenza.


Image: Fotolia - © Minerva Studio

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Sessant’anni di selezione genetica nelle linee da uova

L’inizio La selezione di galline ovaiole ibride a Cuxhaven è iniziata nel 1959, sulla base di un contratto di licenza con Heisdorf & Nelson Farms (H&N), una delle principali case di selezione di linee ovaiole ibride degli Stati Uniti. H&N aveva vinto numerosi test in campo con la “H&N Nick Chick”, una linea livornese con capacità produttive superiori e Art Heisdorf, il genetista fondatore di Heisdorf & Nelson Farms (H&N), era convinto che l’applicazione della Selezione Ricorrente Reciproca (RRS) avrebbe assicurato il progresso genetico per molti anni.

HNL Nick Chick

Dietmar K. Flock Lohmann Tierzucht

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In base a tale contratto, la Lohmann cominciò ad adattare il profilo produttivo di “HNL Nick Chick” alle esigenze del mercato europeo. Nel 1969, quando iniziai a lavorare a Cuxhaven, l’HNL Nick Chick deteneva un’immagine eccellente, e, negli anni 1969/70, il numero di riproduttori venduti in Germania era aumentato oltre i 500.000. Rispetto ad altre razze livornesi bianche, le ovaiole HNL erano note per il loro comportamento calmo e una qualità delle uova superiore. Negli anni successivi, il programma di selezione fu migliorato passo dopo passo e venne monitorato il progresso genetico sulla base di “controlli di accoppiamento ripetuti”, test

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random ufficiali sui campioni e test sul campo. Durante la mia formazione iniziale presso H&N (1968/69) appresi la storia della selezione delle linee da uova partendo dalla riscoperta delle leggi di Mendel, di quasi 100 anni fa, e mi aspettavo di approfondire i potenziali miglioramenti dall’analisi delle registrazioni delle razze HNL, dalle prestazioni in campo e dai confronti con i partner del settore.

Migliorare la resistenza genetica alla malattia di Marek In quegli anni una delle questioni critiche era provare a migliorare la resistenza genetica alla malattia di Marek (MD). Prima che diventassero disponibili vaccini per la Marek furono effettuati test sui gruppi di linee pure in un allevamento in Spagna con una storicità da infezione da Marek. Nei test in tre generazioni successive venne ridotta la mortalità da MD del 20% in una serie di linee secondarie, mentre la produzione di uova delle linee principali incrementò in modo significativo. Subito dopo l’introduzione dei vaccini per la Marek, le linee secondarie furono però interrotte. I

risultati cumulativi sono stati poi pubblicati in uno studio di Muir and Aggrey (2003).

Metodi per l’effettuazione dei test La produzione di uova da incroci di linee pedigree era registrata in allevamenti a terra, con nidi a trappola e gabbie individuali. Poiché i test a terra erano più costosi e risultavano meno accurati rispetto a quelli in gabbie individuali, si decise poi di espandere i test su gabbie individuali e di aggiungere test in gabbie di gruppo in condizioni di campo. Un’analisi statistica dei dati su un periodo di sei anni, con gruppi di fratellastri da parte paterna tenuti in gabbie individuali rispetto a gabbie di gruppo, dimostrò un’elevata correlazione genica per la maggior parte dei tratti genetici, tranne la mortalità. Prima di ogni selezione e riproduzione di una nuova generazione, i parametri genetici venivano stimati sulle ultime generazioni e l’enfasi sui singoli tratti rilevati era considerata in base al cambiamento delle priorità nei diversi segmenti del mercato delle uova.

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Dalle sfide alle possibilità Negli anni 70, i produttori di uova erano spesso messi in difficoltà dall’aumento dei prezzi dei mangimi e dalla produzione eccessiva di uova. La mortalità delle pollastre era stata ridotta grazie all’introduzione della vaccinazione per la Marek, mentre il consumo di uova pro capite diminuiva a causa delle preoccupazioni per le infezioni da Salmonella, per il colesterolo e per il benessere degli animali. Di conseguenza, Lohmann Tierzucht ridusse le vendite delle linee da uova bianche in Germania concentrandosi sulle esportazioni. Nello stesso periodo si iniziò a registrare il consumo individuale di mangime e a selezionare per migliorare l’indice di conversione alimentare.

Sessaggio all’ala Dopo la fine del contratto di licenza con H&N (nel frattempo acquisito da Pfizer) e l’ingresso nel mercato mondiale, abbiamo appreso che è più semplice sviluppare una gallina ovaiola competitiva dalle uova marroni che orientare le preferenze del consumatore verso le uova dal guscio bianco. Infatti, le ovaiole Brown possono essere prodotte a un costo inferiore, con la stessa resistenza del guscio e con una migliore qualità interna. Gli incubatoi che utilizzavano questi riproduttori Brown riconobbero presto il vantaggio del sessaggio al colore e si interessarono alle White Leghorn. Sapevamo dalla letteratura e dall’esperienza di altre case di selezione che il sessaggio all’ala delle White Leghorn era suscettibile alla Leucosi Linfoide (LL). Con l’introduzione del gene per la lenta impiumagione (K) da una linea sperimentale nella linea femminile LSL (10 generazioni di incroci), la generazione pedigree di tutte le linee è stata vagliata per LL e sono iniziati i test sul campo sulla linea LSL-F dopo l’eradicazione del virus.

Miglioramento delle prestazioni dei riproduttori Un altro quesito da risolvere era se una modifica della Selezione Ricorrente Reciproca (RRS), per includere le prestazioni delle linee pure, potesse aiutare a migliorare le prestazioni anche dei genitori senza compromettere l’indice di miglioramento per gli ibridi commerciali. Nel 1973/74 dopo RRS a lungo termine, fu valutata l’eterosi sulla base

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di figlie di linee pure e incroci riprodotte simultaneamente dall’inseminazione artificiale e testate in gabbie individuali; i risultati furono poi presentati alla Conferenza Avicola europea di Amburgo (1980). Nel 1986/87, nel confrontare di nuovo i risultati delle linee pure e degli incroci per le linee LSL, gli incroci reciproci avevano guadagnato 2 uova all’anno (318 contro 292 uova) e le linee pure 3 uova all’anno (288 contro 249 uova in 52 settimane). Apparentemente l’eterosi era stata ridotta (dal 17,3 al 10,4%) selezionando una combinazione di prestazioni delle linee pure e degli incroci. Il miglioramento delle prestazioni delle linee pure e dei riproduttori fu notato negli incubatoi e contribuì a ridurre i costi di produzione dei pulcini. Ciò venne confermato nelle riunioni annuali tra gli incubatoi in franchising, dove presentavo un riepilogo dei test random e dei miglioramenti genetici previsti, basato sulla selezione già messa in pratica. Nei miei trent’anni di lavoro, HNL e LSL si sono costantemente posizionate in cima alla classifica, se non ai primi posti, in termini di indice di conversione e redditività.

L’introduzione di Lohmann Brown Quando fu introdotta Lohmann Brown per la prima volta, alcuni incubatoi si lamentavano del fatto che non raggiungevano la schiudibilità specificata nelle linee guida di gestione e che non ottenevano quindi abbastanza pulcini. Resistei però al suggerimento di ridurre gli standard ripromettendomi di incrementare i miglioramenti genetici in un futuro prossimo. Uno dei miei laureandi, Anke Förster (1993), scrisse poi una tesi incentrata proprio su questo problema, analizzando le ragioni di questa scarsa schiudibilità e contribuendo a risolvere questo problema. Diversi altri specializzandi lavorarono sui dati genealogici dei nostri programmi di selezione delle due linee, bianca e marrone, e i loro risultati contribuirono a una serie di miglioramenti. Henning Willeke (1972) iniziò con un’analisi della produzione di uova in periodi di 4 settimane e mostrò come il progresso genetico annuale potesse essere massimizzato in base alla previsione dei risultati completi di un anno, effettuata sulle registrazioni parziali. Da allora, ci siamo concentrati sulla persistenza di produzione delle uova e sulla qualità del guscio. Quando Art Heisdorf decise di iniziare con la RRS, un valido argomento di discussione fu che questo schema di selezione non richiedeva la consanguineità per generare

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IN PRIMO PIANO

nuovi incroci. Tuttavia, la selezione intensiva porta sempre a una certa consanguineità che può essere valutata sulla “dimensione della popolazione effettiva”. Hossein Ameli (1989) ha stimato il tasso di consanguineità da un grande volume di dati ricavati dalle linee pedigree HNL originali, dopo 12 generazioni RRS classiche (ignorando le prestazioni delle linee pure) e 12 anni di selezione combinata sulle prestazioni degli incroci e delle linee pure (mRRS).

Focus sul miglioramento genetico Anche se l’attenzione è sempre stata rivolta a una buona produzione di uova, si è investito molto sulla qualità del guscio, in particolare sulla resistenza nelle linee bianche e sul colore nelle linee marroni. Molte persone intravedono una correlazione negativa tra la produzione di uova e la resistenza del guscio. In realtà, la correlazione genetica è leggermente positiva se si contano solo le uova “vendibili” con gusci intatti e se si tiene conto dell’effetto dell’età della gallina. La correlazione negativa tra dimensione dell’uovo e resistenza del guscio è un’altra storia. Abbiamo selezionato per molti anni per la resistenza alla rottura del guscio e negli ultimi anni abbiamo aggiunto anche i test di risonanza. Oggi, tutte le linee bianche e marroni Lohmann hanno una resistenza del guscio superiore. Il colore del guscio delle linee a piumaggio marrone non ha nulla a che fare con il valore nutrizionale delle uova, ma è spesso usato come criterio di vendita ed è stato quindi preso in considerazione nel programma di selezione Lohmann Brown, in base alla misurazione fotometrica (Lab Index) e al punteggio soggettivo. Il colore scuro del guscio è sfortunatamente correlato all’incidenza di macchie di sangue e carne. Negli ultimi 20 anni, i test e il miglioramento genetico si sono incentrati sull’adattamento a condizioni cage-free. La selezione genomica è diventata uno standard per combinare informazioni quantitative e qualitative di diverse generazioni in vari sistemi di allevamento. Le ovaiole moderne possono produrre più uova grazie alla migliore persistenza sviluppata dalla genetica e in Lohmann è disponibile una gamma di diversi incroci per soddisfare ogni richiesta specifica del cliente. Tratto da Poultry News, Lohmann Tierzucht, Nr. 2 del 2019 Traduzione di Zootecnica International

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©In Ovo

REPORTAGE

Come ottimizzare la funzionalità gastrointestinale Strategia eubiotica DSM per una produzione più sostenibile

Al convegno DSM ‘Monogastric Gut Functionality School’, svoltasi a Casalecchio di Reno il 14 novembre 2019, Ole Lund Svendsen, Direttore del settore Eubiotici, ha illustrato le strategie aziendali in materia di prodotti eubiotici per risolvere le sfide più difficili di una nutrizione animale sostenibile e in linea con le richieste alimentari mondiali.

A cura della redazione

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Oggi il consumatore non è sufficientemente informato sulle procedure di produzione animale e vige un gran senso di confusione e di smarrimento nel pubblico. Nel prossimo futuro, uno dei maggiori impegni del settore dovrà essere quello di informare in modo corretto.

- reportage -


REPORTAGE

Cosa si intende per ottima funzionalità gastrointestinale? Dieta

Sistema Immunitario

Digestione e assimilazione Ottima funzionalità gastrointestinale

Benessere e ambiente

Microbiota

Mucosa

Ottima funzionalità gastrointestinale:

‘Uno stato stabile in cui il

microbioma e il tratto intestinale (ospite) esistono in equilibrio simbiotico e dove il benessere e le prestazioni dell'animale non sono ridotti da disfunzione intestinale’ (mod. Celi et al. 2017)

Tutte le aziende desiderano massimizzare i profitti e un mezzo per farlo è sicuramente migliorare la salute e il benessere degli animali. Ma quali sono le soluzioni da intraprendere? Via via che le esigenze del consumatore si fanno più pressanti in termini di sicurezza alimentare, le soluzioni si riducono progressivamente, ma è qui che si devono concentrare gli sforzi per cercare delle vie innovative. DSM si focalizza su sei punti fondamentali per una produzione animale sostenibile che sono: lotta contro l’antibiotico-resistenza, tutela delle risorse marine, riduzione delle emissioni da allevamento animale, uso più efficiente delle risorse del pianeta, alimentazione sicura e di qualità con minore spreco, e incremento dell’efficienza e del benessere animale.

Migliorare la funzionalità gastrointestinale Quando si parla di allevamento avicolo, una buona funzionalità gastrointestinale è un fattore fondamentale che ha un forte impatto sui profitti degli allevatori in quanto migliora le prestazioni, permette di ridurre o addirittura di fare a meno degli antibiotici, favorisce il benessere degli animali e la tutela ambientale, e infine, garantisce alimenti più sicuri dal punto di vista sanitario. Per ottima funzionalità gastrointestinale si intende: ‘Uno stato stabile in cui il microbioma e il tratto intestinale (ospite) esistono in equilibrio simbiotico e dove il benessere e le prestazioni dell’animale non sono ridotti da disfunzione intestinale’ (Mod. Celi et al. 2017). I punti fondamentali per ottimizzare questa funzionalità vengono individuati nelle diete, in un buon assorbimento dei nutrienti, nella salute del microbiota e della mucosa intestinale, in un sistema immunitario forte e infine, nella capacità di mantenere il benessere degli animali.

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REPORTAGE

La funzionalità ruota intorno a quattro punti chiave del tratto gastrointestinale: l’assorbimento di nutrienti e fluidi, l’immunotolleranza, la prevenzione dalle infezioni, i segnali neurali.

Approccio olistico per migliorare la funzionalità gastrointestinale i ,

Fino ad oggi, per mantenere una buona funzionalità intestinale, l’approccio dell’industria si è basato su interventi di tipo sanitario con uso di coccidiostatici e promotori della crescita, mentre ora si delinea la necessità di un approccio più di tipo olistico, con interventi nelle pratiche di gestione e nuove strategie nutrizionali quali l’uso di prodotti eubiotici. L’approccio olistico riguarda tutti gli aspetti dell’allevamento, è multi-fattoriale e consente quindi di intervenire in ogni settore in cui possa presentarsi un problema al fine di trovare nuove soluzioni.

La funzionalità gastrointestinale si basa su quattro compiti chiave che il tratto digerente deve assolvere

Carotenoids

, Vitamins

Enzymes Premixes

Tortuga minerals

Eubiotics Tools

,

,

Crina® Digest Fra i prodotti eubiotici DSM ha introdotto Crina® Digest, una combinazione di olii essenziali che migliora la digestione degli avicoli per fornire agli allevatori – a un costo molto conveniente – una soluzione efficiente in grado di modulare il microbiota e stimolare, allo stesso tempo, la secrezione enzimatica endogena.

Bischoff, 2011 Graph from Mutiz et al., 2012

Assunzione nutrienti e fluidi

Immunotolleranza

Tutela contro le infezioni

Combinazione unica e complementare

Segnali neurali

Le aree di innovazione si focalizzano sulle soluzioni nutrizionali, nello specifico sulla qualità del mangime, sulla digeribilità e sull’uso di vitamine, enzimi e oligominerali, con particolare riguardo alla nutrizione nelle prime fasi di vita dell’animale – fattore fondamentale per una buona crescita e salute per tutto il ciclo vitale – e sull’utilizzo di prodotti eubiotici, quali acidi organici, olii essenziali pre e probiotici. I prodotti non sono da utilizzarsi contemporaneamente, ma è necessario selezionare via via i più adeguati, secondo la singola situazione e le problematiche specifiche. Per quanto concerne la sostenibilità, è essenziale concentrarsi soprattutto sulla qualità della nutrizione fin dalle prime fasi di vita dell’animale: ciò significa promuovere l’uso di fibra per rafforzare il tratto digerente, fornire enzimi quali carboidrasi, protesi e fitasi per abbassare la viscosità intestinale che impedisce una buona assimilazione dei nutrienti, ricorrere all’uso di vitamine e minerali per fortificare il sistema immunitario e a prodotti eubiotici per bilanciare il microbiota.

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Timolo (Timo)

Eugenolo (Chiodi di Garofano)

Microbiota

Piperina (Pepe nero)

Mucosa

Digestione e Assorbimento

Crina® Digest si avvale della combinazione consolidata e complementare di 3 componenti attivi di olii essenziali (timolo, eugenolo e piperina) con l'obiettivo di favorire la digestione degli avicoli

La formulazione tecnologica è stata ottimizzata con il risultato di un miglior rilascio intestinale, maggior stabilità e uniformità nei mangimi e nelle premiscele, mentre la gestione è agevole per consentire notevoli benefici in termini di equilibrio intestinale, miglior efficienza di conversione e maggior redditività per gli allevatori. I componenti utilizzati sono tre: Timolo, Eugenolo (chiodi di garofano), noti per la loro azione di modulazione sul microbiota e Piperina, che agisce sulla mucosa. Negli avicoli, la combinazione complementare dei principi attivi di questi tre olii essenziali ottimizza la digestione e quindi l’assimilazione dei nutrienti.

- reportage -


REPORTAGE

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DOSSIER

Indagine MSD Animal Health su allevamento e COVID-19 Presentati i risultati dell’indagine condotta da MSD Animal Health che analizza impatto, conseguenze e prospettive della pandemia sul settore dell’allevamento animale. Il comparto è stato colpito in maniera incisiva dall’emergenza, anche se il 61% degli intervistati vede comunque in questa situazione anche un’occasione per valorizzare il Made in Italy e renderlo caposaldo della ripartenza. (51,7%), bovini da latte (29,9%), bovini da carne (12,6%), ma anche ovini (2,3%), avicoli (1,7%) e caprini (1,1%). Quali dunque i principali effetti sull’allevamento? In che modo il lavoro è stato riorganizzato? Quale ruolo ha giocato la figura del medico veterinario? Può questa emergenza rappresentare un’occasione in termini di incremento della biosicurezza e in generale per una maggiore valorizzazione del Made in Italy? Sono queste le principali domande a cui l’indagine ha cercato di dare risposta, fornendo una panoramica e le prospettive future del settore.

Impatto e riorganizzazione del lavoro

Sono stati resi noti i risultati dell’indagine realizzata da MSD Animal Health per esaminare l’impatto della pandemia da COVID-19 sul settore dell’allevamento. L’inchiesta, condotta su un campione di circa 200 allevatori di piccole e grandi produzioni, ha analizzato il modo in cui queste realtà si sono interfacciate con l’emergenza sanitaria e le conseguenze di breve e lungo periodo sul comparto. Le categorie coinvolte nel questionario sono state diverse così da far emergere una visione a tutto tondo: allevatori di suini

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- dossier -

Il settore dell’allevamento è stato immediatamente coinvolto e ha dimostrato resilienza e adattabilità di fronte alle improvvise difficoltà di un’emergenza sanitaria, non fermando la produzione. Dall’indagine emerge che le principali ripercussioni subite dagli allevatori riguardano problematiche e rallentamenti sui prodotti sia venduti che acquistati (che rappresentano rispettivamente il 40% e il 18% delle risposte), mentre il 15% delle risposte indica la necessità di ripensare l’organizzazione del lavoro per garantire l’approvvigionamento e la continuità produttiva. È da evidenziare come, durante tutta la fase 1, gli allevatori abbiano dimostrato una


DOSSIER

grande capacità di adattamento e grande senso di responsabilità, riorganizzando le proprie aziende per tutelare la sicurezza dei lavoratori e degli animali. I principali cambiamenti a livello organizzativo riguardano l’aumento sostanziale delle ore lavorative (indicato dal 29% degli intervistati) e una differente pianificazione dei turni di lavoro (28%), che ha permesso di garantire le distanze di sicurezza lungo la catena produttiva. Si evidenzia infine una riorganizzazione del lavoro in ambito familiare (18%): nel caso di aziende a conduzione familiare i titolari degli allevamenti si sono schierati in prima linea per far fronte a questa esigenza, coinvolgendo anche i collaboratori familiari. Oltre alla riorganizzazione del lavoro qualcuno si è impegnato anche nella diversificazione della produzione.

Parola chiave: biosicurezza Il tema della biosicurezza è da sempre fondamentale e priorità assoluta per le aziende che si occupano di allevamento e che già in condizioni normali applicano norme e leggi stringenti. L’applicazione di ulteriori misure in questo senso non ha quindi rappresentato un ostacolo per un settore da sempre abituato ai massimi livelli di sicurezza, ma ha sicuramente richiesto lo sforzo di tutti gli attori coinvolti che si sono impegnati affinché il livello di guardia fosse ancora maggiore.

La figura del medico veterinario Durante l’emergenza, ancora una volta, la figura del medico veterinario è stata fondamentale per il settore dell’allevamento e ha saputo adattarsi con intraprendenza e professionalità alle diverse situazioni. Più dell’80% dei partecipanti alla survey ha dichiarato che, durante la fase 1, la presenza del medico veterinario è stata costante.

I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.

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Il 21% degli intervistati ha affermato che la loro presenza in allevamento è sempre stata assicurata per i casi più urgenti e il 10% ha indicato che è stata garantita attraverso visite e interventi pianificati. Anche la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel facilitare l’assistenza costante dei veterinari: il 12% degli allevatori ha infatti descritto di avere utilizzato strumenti telefonici e informatici di supporto tecnico alle visite. Un dato che lascia ben sperare sulle future possibilità di applicazio-

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DOSSIER Uno sguardo al futuro Nonostante la pandemia da COVID-19 abbia avuto un forte impatto sul settore dell’allevamento, sia in termini logistici sia economici, in vista della ripartenza emergono anche opportunità che la filiera potrà cogliere. In termini di sicurezza, la pandemia rappresenta l’occasione per migliorare ulteriormente le condizioni di biosicurezza e di prevenzione lungo l’intera catena produttiva, come confermato da oltre il 55% degli intervistati. “La filiera italiana è una delle migliori in Europa e il potenziale è riconosciuto su larga scala. L’adozione di misure che ampliano le pratiche di biosicurezza e di prevenzione all’interno degli allevamenti non fanno altro che consolidare la forza dei nostri prodotti e della nostra offerta: un animale sano e allevato nel benessere, dai primi mesi di vita fino all’età della massima produzione, si traduce in maggiore rendita e qualità del prodotto finale. Per questo i controlli che vengono effettuati rappresentano un riconoscimento del nostro lavoro, perché è l’attenzione quotidiana che ci permette di raggiungere i risultati di eccellenza”, ha dichiarato Paolo Fellegara, co-titolare con il fratello Stefano della Società agricola Pievetta Ss di Fellegara.

ne della tecnologia anche in questo settore che, come molti altri, dovrà cogliere la sfida dell’innovazione aperta dall’emergenza COVID-19. La figura del medico veterinario ha avuto un ruolo centrale non solo nell’assistenza in allevamento, ma anche nella diffusione di una corretta informazione: il 33% delle risposte

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riconosce nel Veterinario la fonte più affidabile di informazioni per la gestione delle varie problematiche legate alla pandemia, orientandosi nel mare di un’informazione spesso confusa proprio in seguito al ruolo degli specialisti. A seguire, le istituzioni e le associazioni di categoria (20% e 15% delle risposte).

- dossier -

In termini più ampi, una menzione particolare riguarda il Made in Italy: il 61% degli allevatori vede un’immediata opportunità per la valorizzazione delle produzioni italiane e il rilancio del settore, rappresentato spesso anche da aziende locali e a conduzione familiare, piccole e medie imprese impegnate ogni giorno a garantire la massima qualità dei nostri prodotti di eccellenza, conosciuti in tutto il mondo.


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FOCUS

Produzione e commercio mondiale di carni avicole Analisi dei mutamenti post pandemia e prospettiva sulle tendenze future

Lo scorso maggio, l’International Poultry Council ha ospitato una serie di interessanti webinar su “Resilienza e ruoli chiave nella catena di approvvigionamento internazionale di carni avicole”, offrendo una preziosa visione del settore a livello globale e mettendo in evidenza i modi per delineare un futuro resiliente in questi tempi difficili. 24

- focus -


FOCUS

Il primo contributo si è focalizzato sul tema ‘Approvvigionamento e commercio globale di carne avicola’, con una presentazione dettagliata di Justin Sherrard, Global Strategist Animal Protein, Rabobank. Le mutevoli condizioni economiche e di mercato, causate dalla pandemia, hanno avuto e avranno un impatto molto significativo sul settore avicolo internazionale nel 2020 e nel 2021. Il commercio globale dovrà affrontare un elevato livello di incertezza quest’anno per quanto riguarda destinazioni, origini e prezzi. Le principali problematiche legate al COVID creeranno potenziali turbolenze nella domanda e nell’offerta, a causa dei problemi di quarantena e logistica e dei cambiamenti temporanei nei fabbisogni dei mercati interni. Justin Sherrard ha delineato le implicazioni sulla produzione avicola, illustrando ciò che accadrà in alcune delle principali economie mondiali, partendo dagli Stati Uniti.

Il quadro mondiale Negli ultimi mesi, l’industria di trasformazione del broiler negli Stati Uniti ha registrato un calo di circa il 10 percento della capacità produttiva, ma sta iniziando a riprendersi. Il settore dei tacchini è stato più colpito rispetto a quello dei polli da carne, ma questo è niente rispetto a quanto successo nel comparto delle carni suine e bovine, settori in cui la capacità di lavorazione è calata del 20-30 percento, sempre negli ultimi mesi. Un altro fattore determinante è stato l’impatto negativo della forte valuta statunitense sulle esportazioni. Nel complesso, si prevede che la produzione di polli da carne negli Stati Uniti aumenterà di circa l’1 percento nel corso del 2020.

In Brasile si è verificata una situazione insolita con un aumento dei costi del mangime a causa dell’impatto delle variazioni valutarie. Le materie prime vengono valorizzate in dollari americani e questo, insieme a un indebolimento delle valute locali in calo dal 35 al 40 percento da inizio anno, rende i costi dei mangimi piuttosto elevati. La domanda interna si sta attenuando e le opportunità di esportazione in Cina si sono leggermente ridotte, mentre meno colpiti risultano gli altri mercati di esportazione. Il risultato complessivo è che quest’anno la produzione aumenterà di circa l’1-1,5 percento, mentre le previsioni precedenti si orientavano su un aumento del 2 percento su base annua. In Europa il fattore più critico è la sovrapproduzione. L’Influenza Aviaria ha limitato le opportunità di esportazione per alcuni Paesi, in particolare in alcune parti dell’Europa centrale e orientale, con la Polonia più penalizzata. Questa situazione ha comportato una ridistribuzione delle quote di carne avicola in altre parti dell’Unione europea. Ci sono stati anche dei cambiamenti negli accordi commerciali in seguito ai risvolti dell’Influenza Aviaria, con l’Ucraina per esempio. Sebbene il periodo si possa considerare ampiamente alle spalle, queste variazioni in ambito commerciale hanno comportato una sovrapproduzione, ulteriormente aggravata dalla chiusura del food service. Negli ultimi mesi si è verificata un’enorme variazione nei prezzi, ma la buona notizia è che i segnali di ripresa sono già visibili. I produttori sono quindi abbastanza ottimisti in merito alle previsioni su produzione e prezzi almeno nel breve termine, anche se la crescita sarà ridotta e si attesterà tra lo 0,5 e l’1 percento su base annua.

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The Netherlands

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FOCUS

“A breve termine il bilancio di quest’anno presenterà tutta una serie di sfide da un lato, e di opportunità dall’altro. Le tendenze in atto nel mercato suggeriscono una maggiore attenzione all’offerta, ai prodotti e alle singole filiere locali. La futura contrazione negli scambi commerciali è un tema che tutti dovranno affrontare, ma la carne avicola sarà quella che ne subirà l’impatto minore, dato che è la più economica fra tutte le carni.”

In Cina il problema maggiore è ancora oggi la peste suina africana e attualmente il dibattito è incentrato su come la carne avicola possa sostituire la carne suina nei consumi. La produzione avicola cinese è in aumento di circa il 10 percento su base annua. Il Paese ha assunto un ruolo dominante nel commercio globale di proteine ​​animali; le importazioni avicole cinesi hanno un forte impatto sullo scenario internazionale e negli ultimi anni il mondo intero è diventato in gran parte dipendente dagli equilibri di mercato stabiliti dalla Cina. Il quadro del Sud Est asiatico è molto più complicato. La peste suina africana è particolarmente diffusa in Vietnam e, in parte anche nelle Filippine, il che rappresenta un dato a favore del consumo di carne avicola e della produzione, che aumenterà di circa il 4 percento nei cinque principali Paesi di quest'area.

In Africa, il Sudafrica ha introdotto alcune tariffe antidumping che, insieme alla chiusura del mercato del fresco in altre zone del continente, stanno paralizzando la domanda. Il mercato dei prodotti surgelati tende a fare meglio rispetto al passato, proprio in conseguenza delle chiusure. In India si è verificata un’incredibile situazione quest’anno, con tutta una serie di voci e notizie allarmanti secondo le quali il COVID verrebbe trasmesso dal pollame, il che ha provocato un disastro completo per il settore avicolo; sebbene le cose siano in progressivo miglioramento, molti consumatori indiani sono ancora seriamente preoccupati a causa di queste notizie allarmistiche. La forza del dollaro americano domina al momento i mercati mondiali e tende a influenzare anche il modo in cui si svolgono gli scambi e i prezzi

dei mangimi. La peste suina africana continua a essere un nodo critico nel mercato globale delle proteine​​ animali: oggi la nostra attenzione viene completamente assorbita dalle conseguenze della pandemia, ma non dobbiamo scordare il problema incombente e devastante dell’ASF. A breve termine il bilancio di quest’anno presenterà tutta una serie di sfide da un lato, e di opportunità dall’altro. Le tendenze in atto nel mercato suggeriscono una maggiore attenzione all’offerta, ai prodotti e alle singole filiere locali. I costi di esportazione tramite container in partenza dall’Europa verso la Cina sono aumentati, addirittura raddoppiando o triplicando nel corso del 2020. Ciò rappresenta un enorme costo in più che deve essere aggiunto a qualsiasi esportazione e che non sempre è possibile far gravare sul prezzo. La futura contrazione negli scambi commerciali è un tema che tutti dovranno affrontare, ma la carne avicola sarà quella che ne subirà l’impatto minore, dato che è la più economica fra tutte le carni.

Rischi e opportunità Per il settore avicolo, vi sono quattro punti principali di “opportunità” e di “rischio” che emergeranno nel corso dei restanti mesi di quest’anno e nel prossimo: il ruolo attivo del consumatore, le catene di approvvigionamento, il commercio globale in prospettiva futura, e soprattutto la fiducia del consumatore. Per quanto riguarda il primo, si nota un cambiamento improvviso nelle preferenze d’acquisto e diventa ora quanto mai indispensabile capire

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- focus -


FOCUS

cosa realmente i consumatori desiderano in materia di prodotti alimentari. Non basta individuare i nuovi bisogni del mercato: bisogna poi essere in grado di rispondere abbastanza rapidamente: questa sarà una sfida importante che il settore dovrà saper affrontare. L’International Poultry Council conta 23 membri nazionali e 52 membri associati. I Paesi membri rappresentano oltre il 95% del commercio mondiale di carni avicole e oltre il 90% della produzione di pollame. La sua missione è rafforzare la comunicazione tra i settori avicoli dei diversi Paesi, sviluppare e incentivare politiche mirate per il comparto e promuovere una strategia di fidelizzazione e di conoscenza dei prodotti avicoli come fonte proteica preferita. Nicolò Cinotti è il nuovo Segretario Generale IPC dal 1° gennaio 2020. Laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università di Bologna, si è specializzato in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche all’Università di Pisa. Dopo il tirocinio al laboratorio di diagnostica della sezione di Bologna dell’IZS della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ha prestato servizio al Ministero della Salute, Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, Direzione generale della sanità animale. Di recente ha ricoperto la carica di policy advisor dell’area tecnico-sanitaria di Unaitalia e referente per le politiche di internazionalizzazione.

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Per quanto concerne il secondo punto, saranno importanti le capacità di interazione e digitalizzazione in tutta la catena di rifornimento, ma il fattore essenziale resterà la velocità di reazione al mercato e come si sarà in grado di rispondere alle nuove richieste nei prossimi mesi. Per il terzo punto, il futuro degli scambi dipenderà molto dal modo in cui la Cina utilizzerà il suo crescente potere di mercato come acquirente dominante nei mercati alimentari mondiali. Saranno senza dubbio necessari accordi e associazioni per sostenere i flussi commerciali quando i costi saliranno e la concorrenza diventerà particolarmente agguerrita. Infine, la fiducia: come può il settore guadagnare e mantenere la fiducia dei consumatori? Quali misure devono essere adottate per rassicurare chi acquista che i prodotti avicoli in commercio sono sicuri e con un alto valore nutrizionale? Questi tempi di incertezza diffusa comportano una forte richiesta di rassicurazione da parte dei consumatori e i produttori hanno la meravigliosa opportunità di ritagliarsi un ruolo unico nel rafforzare la fiducia del pubblico nel settore alimentare in generale, e in quello avicolo in particolare.

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MARKETING

Il continente dimenticato. Dinamiche dell’industria africana delle uova Parte prima – Censimento delle galline ovaiole e produzione di uova

Le analisi che si occupano dello sviluppo e dei modelli dell’industria mondiale delle uova si concentrano su Europa, Nord America e Asia orientale, tralasciando invece l'Africa e l'Oceania. contribuito solo con il 16,7% alla popolazione del mondo e con il 4,2% al volume mondiale di uova. La popolazione di Europa, America Centrale e America del Sud messe insieme raggiunge quella africana, ma i tre Paesi hanno contribuito alla produzione mondiale di uova per il 22,7%.

©Oneegg

Differenze sostanziali nelle dinamiche relative alle galline ovaiole

A eccezione di pochi Paesi, l’Africa e l’Oceania non sono al centro di ricerche scientifiche. Questa lacuna viene colmata con due articoli: il primo si concentra sul censimento delle galline ovaiole e sulla produzione di uova; nel secondo articolo, di prossima pubblicazione, saranno individuati alcuni modelli nelle cinque sub-regioni africane.

Lo squilibrio tra i continenti

Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Direttore Scientifico del WING all’Università Veterinaria di Hannover e Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania

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La Tabella 1 documenta lo squilibrio esistente tra i vari continenti nel loro contributo alla popolazione globale, alle scorte di galline ovaiole e alla produzione di uova. L’Asia domina sugli altri continenti: nel 2018 ha contribuito per il 60% alla popolazione mondiale e per circa il 60% alla produzione mondiale di uova. Al contrario l’Africa ha

- marketing -

Tra il 2008 e il 2018 le scorte di galline ovaiole in Africa sono passate da 455,1 milioni a 518,2 milioni di capi, con un aumento del 18,9%. Il tasso di crescita relativa non è risultato molto più basso di quello mondiale, che è stato del 19,4%. Uno sguardo più approfondito alla situazione a livello dei singoli Paesi rivela, però, differenze sostanziali. Nei dieci Paesi leader, come indicato nella Tabella 2, le scorte sono cresciute solo del 11,1% a causa della consistente riduzione di allevamenti in Nigeria e in Sudafrica. Negli altri otto Paesi invece il numero di ovaiole è cresciuto tra il 18,9% (Kenya) e il 96,1% (Marocco). Nella decade presa in esame la crescita assoluta più alta di allevamenti di galline ovaiole è quella del Marocco, con 32,2 milioni di galline, seguita dall’Egitto con 5,7 milioni di capi e dalla Tunisia con 5,1 milioni di capi. Gli allevamenti in Nigeria sono diminuiti di 20,6 milioni di capi (16,2%) mentre quelli in Sudafrica di 7,4 milioni (10,9%). I focolai di Influenza Aviaria hanno colpito entrambi i


MARKETING

Tabella 1 – Contributo dei cinque continenti alla popolazione mondiale, agli allevamenti di ovaiole e alla produzione di uova nel 2018; dati in percentuale (Fonte: database FAO). Continente Africa Asia Nord America* Centro e Sud America Europa Oceania Mondo

Popolazione

Galline ovaiole

Produzione uova

16,7 59,8 6,4 6,8 9,8 0,5

6,9 64,9 8,4 8,6 10,8 0,3

4,2 59,8 12,9 8,3 14,4 0,4

100,0

100,0

100,0

* Canada, Messico, Stati Uniti

Paesi (OIE 2017) e hanno causato drastiche perdite negli allevamenti. Oltre alla malattia, la carenza di pulcini appena nati, la scarsa qualità dei mangimi e la mancanza di un sistema veterinario qualificato hanno portato a tassi di mortalità elevati. Anche l’instabilità politica ed economica ha avuto un impatto negativo sullo sviluppo dell’industria avicola (FAO 2018). Le massicce epidemie in Sudafrica hanno provo-

Tabella 2 – I dieci Paesi africani con il maggior numero di galline ovaiole nel 2008 e nel 2018 (Fonte: database FAO).

Paese Nigeria Sudafrica Marocco Egitto Tunisia Algeria Kenya B. Faso Tanzania Ghana

2008 Galline ovaiole (mil.)

Perc. (%)

127,0 43,0 33,5 25,2 20,0 19,0 15,9 15,0 12,8 12,7

27,9 9,4 7,4 5,5 4,4 4,2 3,5 3,3 2,8 2,8

Paese Nigeria Marocco Sudafrica Egitto Tunisia Algeria Kenya B. Faso Benin Tanzania

2018 Galline ovaiole (mil.)

Perc. (%)

106,4 65,7 38,3 30,9 25,1 23,5 18,9 17,7 17,2 16,1

20,5 12,7 7,4 6,0 4,8 4,5 3,6 3,4 3,3 3,1

10 Paesi

324,0

71,2

10 Paesi

360,1

69,5

Africa

455,1

100,0

Africa

518,2

100,0

cato la perdita di diversi milioni di animali. Uno dei maggiori problemi nella diffusione del virus è stata la presenza di allevamenti di struzzi, che hanno veicolato il virus senza mostrarne i segni clinici, causandone la diffusione in circa 100 allevamenti avicoli. Molti altri Paesi sono stati

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MARKETING Tabella 3 – I dieci Paesi africani con la maggiore produzione di uova nel 2008 e nel 2018 (Fonte: database FAO).

colpiti da ceppi di Influenza Aviaria ad alta patogenicità, che sono stati rilevati per la prima volta in Africa nel 2006 e si sono poi diffusi velocemente in molti altri Paesi. La Tabella 2 mostra come, nonostante le notevoli perdite, la Nigeria si sia classificata al primo posto nel 2018 ma abbia perso il 7,4% di quanto aveva fatto registrare nel 2008. Il Sudafrica ha perso il 2,0%, mentre il Marocco ha guadagnato il 5,3%. Tra il 2008 e il 2018 la composizione e il posizionamento in classifica non sono cambiati molto. Il Marocco ha preso il posto del Sudafrica in seconda posizione e il Ghana è stato sostituito dal Benin. La diminuzione delle scorte in Nigeria e Sudafrica ha determinato un calo della concentrazione regionale dal 71,2% del 2008 al 69,5% del 2018. Il virus dell’Influenza Aviaria costituisce una minaccia permanente per l’industria avicola africana. Le iniziative volte ad aumentare il livello di biosicurezza degli allevamenti hanno avuto un successo limitato, soprattutto a causa dello scarso livello di istruzione di molti piccoli allevatori e della mancanza di capitale per effettuare i necessari investimenti.

Elevata concentrazione regionale nella produzione di uova La produzione di uova in Africa è cresciuta di 594.500 tonnellate tra il 2008 e il 2018 e ha raggiunto un volume di 3,2 milioni di tonnellate, pari al 4,2% della produzione mondiale. Il tasso di crescita relativo del 22,8% è stato di circa l’1,6% più basso rispetto a quello mondiale. Questo è un indicatore del problema che hanno molti Paesi africani a tenere il passo con lo sviluppo dinamico degli altri continenti. Nei dieci Paesi leader, la produzione di uova è cresciuta di 438.000 tonnellate (pari al 22,8%) indicando una crescita più rapida in molti Paesi rispetto alla media del continente. L’unica nazione che ha fatto registrare un calo nella produzione (99.600 tonnellate, pari al 17,1%) è stata la Nigeria. Nonostante la perdita di allevamenti di ovaiole, il volume della produzione in Sudafrica è cresciuto di 27.600 tonnellate, pari al 6,5%. La crescita assoluta più alta nella decade presa in esame è stata quella del Marocco con 203.600 tonnellate, seguita dalla Nigeria con 129.600 tonnellate e dall’Egitto con 98.800 tonnellate. In Marocco e in Sudan la produzione di uova è più che raddoppiata (Tabella 3). Vale la pena notare che cinque dei dieci Paesi leader si

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Paese Nigeria Sudafrica Egitto Marocco Algeria Tunisia Tanzania Kenya Libia Burkina Faso

2008 Produzione (1.000 t)

Perc. (%)

Paese

2018 Produzione (1.000 t)

Perc. (%)

581,0 426,0 355,5 192,4 184,4 89,0 85,2 76,6 60,0 52,5

22,3 16,4 13,7 7,4 7,1 3,4 3,3 2,9 2,3 2,0

Nigeria Egitto Sudafrica Marocco Algeria Tunisia Tanzania Kenya Libia Sudan

481,4 454,3 453,6 396,0 314,0 111,3 109,7 83,6 72,7 65,0

15,1 14,2 14,2 12,4 9,8 3,5 3,4 2,6 2,3 2,0

10 Paesi

2.102,6

80,8

10 Paesi

2.540,6

79,5

Africa

2.603,2

100,0

Africa

3.179,7

100,0

trovano in Africa settentrionale, un dato prevedibile considerando le dinamiche delle scorte di galline ovaiole. Il ruolo straordinario che i dieci Paesi leader ricoprono nelle dinamiche dell’industria africana di uova diventa chiaro se si pensa che essi hanno contribuito per il 73,7% alla crescita della produzione di uova di tutto il continente, ma solo per il 57,2% alla crescita degli allevamenti di ovaiole. Ovviamente la produzione in queste zone è stata più efficiente che negli altri 43 Stati. La concentrazione regionale nella produzione di uova è stata anche più alta di quella della popolazione di ovaiole. Mentre i dieci Paesi leader hanno contribuito per il 79,5% al volume della produzione africana, hanno contribuito solo per il 69,5% a quella della popolazione di galline ovaiole. Un confronto nella composizione e nel posizionamento in classifica dei Paesi nel 2008 e nel 2018 mostra che il Burkina Faso è stato rimpiazzato dal Sudan, l’Egitto ha spodestato il Sudafrica dal secondo posto e la Libia è salita dal nono all’ottavo posto. Un confronto con i dati riportati nella Tabella 2 mostra alcune differenze interessanti: l’Egitto si è classificato quarto per numero di allevamenti di ovaiole, ma si colloca al secondo posto per quanto riguarda la produzione di uova. Il Burkina Faso e il Benin sono stati sostituiti dalla Libia e dal Sudan. Lo sviluppo dinamico dell’Egitto è degno di nota soprattutto perché il Paese, a partire dal 2009, è stato colpito da numerosi focolai di Influenza Aviaria, in particolare tra il 2014 e il 2016 (Kayali et al. 2016). La crescita del volume di produzione dal 2016 è il risultato di un efficiente controllo della diffusione del virus e di un maggiore livello di biosicurezza negli allevamenti. Le uova non sono state solo prodotte per soddisfare la crescente domanda interna, ma anche per essere esportate. Questo è il caso anche del Marocco, che è stato capace di controllare i focolai di In-

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fluenza Aviaria, che hanno colpito il Paese dal 2016 in poi, ed è riuscito ad aumentare notevolmente la produzione di uova.

Produzione di uova per gallina: una misura per determinare l’autosufficienza di un Paese? Dei 53 Paesi africani indipendenti, per i quali erano disponibili i dati relativi al 2018 riguardanti gli allevamenti di galline ovaiole e la produzione di uova, 31 appartenevano ai Paesi meno sviluppati secondo la classificazione FAO. Per la maggior parte dei Paesi africani non sono stati pubblicati nelle statistiche ufficiali dati affidabili sul tasso di deposizione delle galline, sul consumo pro capite di uova e sul tasso di autosufficienza con le uova. Anche molti dati su scorte e produzione pubblicati dalla FAO sono in realtà basati essenzialmente su stime. Per avere un’idea dell’autosufficienza di questi Paesi si può calcolare la produzione di uova in kg per gallina e per anno (Tabella 4). Si deve tuttavia considerare che a causa della mancanza di dati sul consumo pro capite, i dati possono fornire solo una prima impressione sulla disponibilità di uova per la popolazione. Supponendo, ad esempio, che in Tanzania una gallina in un allevamento domestico, non industriale, produca 6,7 kg di uova all’anno, si ottiene un risultato – considerato che il peso medio di un uovo è di 52 grammi – di 129 uova all’anno per persona. È ovvio che in Paesi più sviluppati dell’Africa settentrionale e in Sudafrica, Paese soglia, la produzione è stata maggiore rispetto a quella di Paesi meno sviluppati come la Tanzania e il Sudan. Si può presumere inoltre che la maggiore produzione per gallina sia un indicatore dell’impiego di galline ibride, che si differenziano dalle razze locali usate nei Paesi meno sviluppati.

Sommario L’analisi fin qui condotta ha fornito una prima fotografia delle dinamiche e dei modelli dell’industria delle uova in Africa ed è stato documentato l’ampio divario tra il contributo di questo continente alla popolazione mondiale e la sua produzione di uova. È stato inoltre possibile dimostrare che la concentrazione regionale nella produzione di uova è stata notevolmente superiore rispetto a quella delle galline ovaiole, il che rappresenta un indicatore delle forti differenze esistenti nell’efficienza della produzione di uova.

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Tabella 4 – Produzione di uova per gallina ovaiola nei dieci Paesi africani leader nel 2018 (Fonte: calcoli dell’autore sulla base dei dati FAO). Paese Egitto Algeria Sudafrica Libia Tanzania Sudan Marocco Nigeria Tunisia Kenya

Uova annue per gallina (kg) 14,6 13,3 11,8 7,4 6,7 6,6 6,0 4,5 4,4 4,4

10 Paesi

7,1

Africa

6,1

Mondo

10,3

Il virus dell’Influenza Aviaria è stato – e tuttora è – una minaccia costante per la produzione africana di uova e ha colpito duramente molti Paesi negli ultimi 10 anni. Inoltre, l’instabilità politica ed economica di molti Paesi, la popolazione in rapida crescita, bassi livelli di istruzione, la mancanza di veterinari esperti di avicoli, i mangimi di bassa qualità e l’uso di razze locali sono tutti fattori che possono spiegare lo squilibrio tra l’apporto dell’Africa alla popolazione mondiale e il suo contributo alla produzione di uova. Saranno necessari grandi sforzi per migliorare l’offerta di uova come proteina di alto valore per la popolazione.

Bibliografia e approfondimenti Fasanmi, O. G. et al.: Public health concerns of highly pathogenic avian influenza H5N1 endemicity in Africa. In: Veterinary World 10 (2017), October, p. 1194-2004 (https:// www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5682264, maggio 2020). FAO (ed.): Livestock and Poultry Spotlight Nigeria. Rome 2018 (http://www.fao.org/3/CA2149EN/ca2149en.pdf, maggio 2020). Kayali, G. et al.: Avian Influenza A (H5N1) virus in Egypt. In: Emerging Infectious Diseases 22 (2016), no. 3, p. 379-388. (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/ PMC4766899, maggio 2020). OIE, World Organisation for Animal Health. Update on Avian Influenza in Animals (Types H5 and H7) 2017 (http:// www.oie.int/en/animal-health-in-the-world/update-onavian-influenza/2017, maggio 2020). Windhorst, H.-W.: The contrasting world of global egg production. In: Zootecnica international 42 (2020) (di prossima pubblicazione).

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TECHNICAL COLUMN

Polidipsia e iponatriemia, il ruolo delle acquaporine Il rene, l’organo che permette la concentrazione dell’urina con secrezione quasi nulla di sodio, è il risultato di tre miliardi di anni di evoluzione. Il passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre ha richiesto modifiche profonde e radicali nella morfologia renale, modifiche che hanno portato quest’organo a trasformarsi, nel corso dell’evoluzione dei vertebrati terrestri, da sistema principalmente escretorio dell’acqua corporea ad apparato funzionale alla sua conservazione. L’impulso a bere si attiva in una porzione ipotalamica denominata centro della sete, dove avviene la sintesi dell’ormone (poi immagazzinato nella neuroipofisi) vasopressina, chiamata anche ormone antidiuretico ADH, che agisce sia inducendo il bisogno di acqua esogena (sete), sia come antidiuretico a livello renale, stimolando il processo di concentrazione dell’urina. Il meccanismo, che sta alla base del processo di concentrazione dell’urina, comporta sia una riduzione dell’escrezione di acqua, che l’induzione del suo riassorbimento nei dotti collettori. Quest’ultimo processo è mediato da alcuni membri specifici di una famiglia di piccole proteine di membrana chiamate acquaporine (AQP).

Pier Enrico Rossi Medico Veterinario Daniele Menghi Allevatore Fileni

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L’assunzione di acqua avviene attraverso l’attivazione del meccanismo della sete: i principali segnali che attivano questo meccanismo sono l’iperosmolalità del plasma, con conseguente disidratazione cellulare (l’osmolalità è una misura della concentrazione di una soluzione e rappresenta il numero di osmoli di soluto per kg di solvente), l’ipovolemia (ovvero la diminuzione del volume di sangue circolante, associata alla diminuzione della pressione arteriosa) e la natriemia (la concentrazione del sodio nel plasma).

- technical column -

Le acquaporine rivestono un ruolo importantissimo in tutti i passaggi di molecole di acqua nei diversi tessuti dell’organismo, tanto che allo scienziato che le ha identificate, il biochimico statunitense Peter Agre, nel 2003 è stato assegnato il premio Nobel per la Chimica. Le membrane cellulari sono costituite da un doppio strato di fosfolipidi e rappresentano quindi una barriera impenetrabile per le molecole polari come l’acqua. Alcune cellule devono consentire il passaggio di acqua attraverso la membrana: per esempio la separazione delle molecole di scarto nel rene e la pressione interna dell’occhio richiedono un preciso controllo del flusso di acqua; in


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appartengono rettili e insetti — che provvedono attraverso laboriose reazioni metaboliche alla trasformazione dell’ammoniaca in acido urico, che può essere eliminato in forma semisolida, con un ulteriore risparmio di acqua.

Il metabolismo degli uccelli Negli uccelli la digestione e il transito del cibo attraverso il tubo digerente sono rapidissimi. Nel colibrì, ad esempio, tra l’ingestione del cibo e l’espulsione dei suoi residui non assimilabili passa solo una quindicina di minuti, trascorsi i quali l’animale torna a cercare altro nutriente. Per quanto riguarda il fabbisogno idrico, normalmente i volatili bevono il doppio dell’alimento assunto, ma sono frequenti i casi di polidipsia (composto del greco πολύς, «molto», e δίψα, «sete»), che porta gli uccelli a ingerire un’eccessiva quantità di liquidi. La polidipsia può essere primaria, per coinvolgimento del centro ipotalamico della sete, oppure secondaria, causata da un’aumentata perdita di acqua attraverso le urine o il tratto gastroenterico.

Peter Agre, Premio Nobel per la Chimica nel 2003 insieme a Roderick MacKinnon

questi casi le cellule usano dei particolari canali proteici di membrana, le acquaporine, per controllare il flusso d’acqua dentro e fuori dalla cellula. Le acquaporine si trovano in organismi molto diversi, dai batteri agli organismi superiori, ma hanno sempre una struttura simile: sono formate da quattro catene proteiche identiche, ogni catena possiede un piccolo canale al centro che consente il passaggio delle molecole di acqua una alla volta, in fila indiana. Il foro più grande, che si trova al centro delle quattro catene, invece è circondato da amminoacidi apolari e non consente pertanto il passaggio di acqua. Il rene è deputato all’escrezione dei cataboliti azotati. Dal catabolismo delle proteine e degli acidi nucleici si forma come scarto finale l’ammoniaca, composto altamente tossico. La maggior parte degli animali acquatici, compresa gran parte dei pesci, espelle l’ammoniaca tal quale, motivo per cui questi animali sono detti ammoniotelici, mentre altri animali sono detti ureotelici, perché si liberano dell’ammoniaca previa trasformazione epatica in urea, un composto che può essere eliminato in soluzioni concentrate consentendo un importante risparmio di acqua. Infine vi sono gli uricotelici — categoria a cui

La polidipsia è uno dei fattori fisiopatologici che determinano l’iponatriemia, un disturbo elettrolitico in cui la concentrazione del sodio nel plasma è più bassa del normale. Il sodio è un catione (ione positivo) predominante nello spazio extracellulare e non può passare liberamente dallo spazio interstiziale all’interno della cellula. Ogni singolo catione di sodio, infatti, attrae intorno a sé 25 molecole d’acqua, creando una struttura di tipo polare troppo larga per attraversare liberamente i canali delle acquaporine. Gli uccelli hanno un unico orifizio per espellere feci e urina e per deporre le uova: la cloaca è l’organo che consente, grazie a molteplici pieghe di pelle e muscoli che la suddividono in camere adatte a usi diversi, l’esecuzione di tutte queste funzioni. Le feci sono solitamente conservate in una o più camere di fogna, al cui interno continua l’assorbimento di nutrienti; i rifiuti solidi e liquidi vengono miscelati ed escreti simultaneamente al termine della digestione. A differenza dei mammiferi e degli anfibi, gli uccelli non hanno la vescica: l’urina passa direttamente dai reni alla cloaca attraverso gli ureteri, da dove viene trasportata con un movimento peristaltico verso l’intestino, dove l’acqua in eccesso viene riassorbita prima dello smaltimento dei rifiuti. Questo processo di riassorbimento dell’acqua negli uccelli è simile a quello che avviene nei mammiferi,

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TECHNICAL COLUMN

Schema di funzionamento dell'acquaporina.

tuttavia gli uccelli non hanno la capacità di concentrare l’urina con la stessa efficienza dei mammiferi. L’urina degli uccelli si presenta in pasta densa, con un basso contenuto di acqua e un alto contenuto di acido urico; dopo averla mescolata nella cloaca con i rifiuti solidi, essa viene espulsa dal corpo dell’uccello sotto forma di pasta bianca o cremosa sullo sgabello solido. Quando i reni non funzionano in modo efficiente oppure quando l’animale ha consumato cibi ricchi di proteine, l’acido urico può concentrarsi nel sangue a tal punto che il sistema escretore non è in grado di eliminarlo. La mancata eliminazione può provocare la fuoriuscita di acido attraverso le pareti dei capillari, fuoriuscita che innesca una condizione nota come gotta viscerale, caratterizzata da depositi biancastri presenti sulla superficie dei visceri. Attualmente la selezione genetica ha portato in allevamento volatili molto performanti, con ottimi indici di conversione, proprio grazie all’elevato metabolismo. Di conseguen-

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za l’alimentazione si è dovuta adeguare a questa richiesta metabolica, con la produzione di mangimi a elevato tasso proteico ed energetico. Ciò conduce a modificare il controllo idrosalino, con il risultato di vedere volatili che cercano di compensare tale stato aumentando il consumo di acqua, che provoca uno stato di polidipsia accompagnato da iponatriemia. Il risultato di questo processo è una maggior perdita di liquidi con le feci, che si presentano con la pasta di urati su uno sgabello semiliquido. Tale esagerata perdita di acqua porta alla formazione di lettiere eccessivamente umide, con tutte le relative conseguenze negative. Per cercare di attenuare l’insorgenza di stati di polidipsia e iponatriemia, possiamo cercare di razionare il mangime, dove possibile, e contemporaneamente additivare l’acqua di abbeverata con soluzioni saline, in grado di ottimizzare la funzionalità delle acquaporine. Il canale per l’acqua che attraversa le acquaporine potrebbe causare gravi problemi alla membrana, poi-

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ché una fila di molecole d’acqua può trasferire velocemente protoni da un lato all’altro della membrana con una specie di passamano di protoni da una molecola di acqua alla successiva. Questo processo potrebbe dissipare rapidamente il gradiente elettrochimico, che spinge la maggior parte delle pompe ioniche sulla superficie cellulare. L’acquaporina riesce a evitare tale inconveniente, impedendo alle molecole d’acqua nel poro di avere tutte lo stesso orientamento e costringendole a orientarsi in versi opposti sui due versanti del poro. Questo è realizzato grazie a due amminoacidi di asparagina che legano una molecola d’acqua nella parte centrale del canale e la costringono a orientarsi in un certo modo. Questa molecola d’acqua, insieme con gli altri amminoacidi lungo il canale, interagisce con le altre molecole d’acqua, allineate in fila indiana, e le costringe a rivolgersi in direzioni opposte su due lati del poro. Il corretto bilanciamento salino e la capacità di ottimizzare il pH dell’acqua e il suo potere osmotico, non solo agevola l’orientamento delle molecole d’acqua per facilitarne il transito nelle acquaporine, ma riduce anche la presenza di gruppi OH- e H3O+, che pur non essendo in grado di attraversare il canale delle acquaporine, possono però perturbare il passaggio delle molecole di acqua. L’efficacia del bilanciamento salino dell’acqua è così in grado di contrastare i disturbi di razionamenti necessariamente molto energetici e ricchi di proteine, ripristinando una corretta natriemia e contrastando la polidipsia.


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MANAGEMENT

Stress, il rischio principale per gli avicoli Tutte le specie avicole, e in particolare i tacchini, sono costantemente sottoposte ad agenti stressori, la cui influenza inizia ancor prima dell’accasamento nel capannone. Lo stress è il meccanismo che denuncia problemi a vari sistemi dell’organismo; stress forti o prolungati portano inevitabilmente a un calo delle resistenze naturali, delle rese, della qualità, fino a condurre alla morte dell’animale. Nell’industria avicola moderna si verificano spesso situazioni in cui anche cambiamenti minimi della gestione portano a notevoli cali delle rese, a malattie, mortalità ed enormi perdite economiche.

©Chris Ilinka

Ciò può essere parzialmente spiegato grazie ai fenomenali progressi nel campo della genetica avicola, che oggi – a differenza degli anni ‘60 quando il tratto di selezione ricercato era unicamente quello della crescita – lavora su più di dieci fattori addizionali: conversione, produzione uova, schiusa, tratti della carcassa e resa della fesa, qualità della carne, sanità degli arti e del sistema cardiovascolare, immunità, resistenza allo stress, ecc.

Edward S. Mailyan, DVM, PhD Live Production Director, DAMATE Group of companies, Russia

“Quod me non necat, me facit fortiorem That which doesn’t kill me makes me stronger” Friedrich Wilhelm Nietzsche

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Per ottenere e mantenere un’elevata produzione e risultati economicamente soddisfacenti, gli specialisti (veterinari, nutrizionisti e allevatori), oltre a identificare nuovi patogeni, cercare nuovi vaccini e antibiotici, additivi alimentari e innovazioni tecnologiche, devono prevenire le condizioni associate allo stress negli avicoli tramite una migliore conoscenza della biologia, del comportamento e delle richieste fisiologiche, al fine di mantenere la cosiddetta ‘comfort zone’ per tutta la durata del ciclo produttivo.

- management -

Come risultato di questo lavoro, negli ultimi 30 anni l’età di macellazione dei polli si è dimezzata e al tempo stesso è triplicata la crescita giornaliera, mentre qualsiasi evento in qualsiasi momento del ciclo comporta riflessi tangibili sul risultato finale. L’andamento non è stato lo stesso per il tacchino, anche se in un periodo relativamente breve si sono ottenuti progressi notevoli. La storia dell’addomesticamento del pollo nel Sud Est asiatico e in Cina da alcune fonti è fatta risalire tra l’VIII e il III secolo a.C., mentre le prime tracce di addomesticamento del tacchino in Messico risalgono al II secolo a.C. Il potenziale delle razze moderne sarebbe irraggiungibile senza la genomica, una scienza che ha raggiunto lo sviluppo dopo la completa sequenziazione del genoma del


MANAGEMENT

pollo nel 2004 e del tacchino nel 2010. I tacchini sono diventati la terza specie avicola (dopo il pollo e la Zebra amadine) di cui sono state completate le mappe fisiche del genoma. La genetica però non provvede soltanto a offrire più opportunità all’industria, ma impone anche richieste più stringenti agli allevatori. Le nuove razze sono eccezionalmente produttive, ma anche più difficili. Le conseguenze di una cattiva gestione possono variare da fluttuazioni di peso e conversione, accompagnate da alterazioni dello stato clinico, aumento di scarti, mortalità, peggioramento della qualità della carne, eliminazione di carcasse e, infine, aumento del costo di produzione. L’EPEF (European Poultry Efficiency Factor, fattore europeo di produzione efficiente) viene usato come indicatore unificato di performance per la produzione del pollo. In Russia esistono ditte che lavorano con un’ampia gamma di EPEF: da 250 (potenziale genetico del 1994) a 400 (elite Club 400 e riproduttori Ross). Per il tacchino l’attuale potenziale genetico è nell’ambito di un EFEP 480-520. Gli stessi allevamenti avicoli hanno un’ampia gamma di variazioni di performance, che non è facile identificare un singolo fattore con il peggior impatto. Solitamente si tratta di problemi multifattoriali, e la soluzione richiede un’analisi completa, seguita da un dettagliato piano di azione. Alcuni specialisti preferiscono guardare a un patogeno da isolare, identificare e tenere sotto controllo con una terapia specifica o una vaccinazione. Sfortunatamente questo approccio spesso porta a conseguenze opposte, esacerbando una situazione già difficile. Occorre allora riconoscere che il classico postulato di Koch (rilevamento, isolamento in coltura pura del patogeno e riproduzione della malattia in soggetti sani) è applicabile, con riserva, solamente alle infezioni classiche, che non sono così frequenti negli allevamenti avicoli. Secondo le statistiche ufficiali, il solo rilevamento, in più della metà dei casi in cui si notano variazioni patologiche, consiste in forme di colibacillosi, che spesso sono la causa di infezioni sistemiche secondarie. Secondo la “classificazione razionale epizootologica” sviluppata dal prof. Simon Dzhupina “tutte le malattie infettive sono divise su base ecologica in fattoriali e classiche. Le prime sono caratterizzate dal fatto che il loro patogeno vive naturalmente su pelle, cavità aperte, organi e tessuti, come ospite obbligato, e mostra patogenicità solamente sotto l’influenza di certi fattori, che variano le

loro condizioni di vita. Le malattie classiche sono invece caratterizzate da una permanenza temporanea nel corpo dell’ospite e da gravi manifestazioni cliniche della malattia. Su base epizootologica, sono classificate in malattie con o senza trasmissione di patogeno.” Ne consegue che alterazioni di batteri e microflora virale rappresentativi (E. coli, Cocci, Clostridia, Ornitobacteria, Salmonella, Pasteurella, Bordetella, Proteus, Mycoplasma nonché Metapneumo-, Paramixo-, Astro-, Corona-, Adeno-, Arena-, Rota-, Arbo-, Birna- e Reo-virus, etc.) non sempre sono introdotti in allevamento passando dall’esterno, e possono coabitare naturalmente in varie nicchie del corpo, fino a quando l’equilibrio viene mantenuto, grazie anche all’azione del sistema immunitario. Se analizziamo la storia della scoperta delle principali malattie infettive degli avicoli, appare ovvio che il picco del loro studio sia avvenuto durante l’intensificazione dell’industria. Ciò suggerisce che malattie ben note, come pure quelle nuove, sono conseguenze naturali dell’aumento della concentrazione in siti industriali e del deterioramento delle condizioni sanitarie, prerequisiti per l’acquisizione di nuove qualità patogeniche della microflora, che fino a poco prima aveva convissuto pacificamente nelle popolazioni avicole. Nell’ambiente naturale gli avicoli spesso sono portatori di patogeni, ma raramente muoiono a causa di malattie note per la loro letalità. In condizioni di allevamento industriali, la manifestazione di malattie (da asintomatica, cronica, subclinica fino ad acuta, con mortalità di massa) dipende dalla combinazione di vari fattori, che violano il delicato equilibrio tra il sistema di difesa dell’ospite e il microbiota: la presenza, la localizzazione, la circolazione e il passaggio della microflora all’interno dell’organismo, la sua quantità, la potenziale patogenicità e la virulenza, la mancata protezione delle barriere e dei meccanismi cellulari e umorali della risposta immunitaria dipendono dall’azione di vari fattori endogeni ed esogeni. Possiamo parlare di diversi stressori tecnologici, climatici, alimentari (Tabella 1), il cui effetto è l’alterazione delle normali funzioni delle barriere delle membrane mucose, soprattutto dei tratti intestinale e respiratorio, il cosiddetto tessuto associato alle mucose/intestino linfoide (MALT/GALT). Vari effetti stressanti combinati iniziano una catena di variazioni metaboliche che portano a gravi alterazioni dell’integrità fisica e della funzione di queste barriere (strato mucoide protettivo, formazione linfoide periferi-

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MANAGEMENT

ca) e aprono così la porta al passaggio della microflora all’ambiente interno, con disseminazione e sviluppo di infezioni batteriche secondarie. Se l’allevatore sta attento e osserva i prodromi, come variazioni comportamentali o leggeri sintomi clinici, la situazione può facilmente essere ribaltata tramite miglioramenti gestionali e il gruppo può essere riportato sul binario della normalità. Quando si recupera l’equilibrio, la microflora ritorna alla sua composizione originaria, e rientra nelle sue nicchie consuete. Comprendere questi semplici principi comporta che gli allevatori espandano le proprie conoscenze circa la fisiologia degli avicoli e il loro comportamento, in relazione alla loro gestione moderna, per giungere alla prevenzione delle malattie non specifiche. Sfortunatamente si cre-

de che risultati buoni o eccellenti possano essere ottenuti solamente con strumenti moderni e sofisticati e con il controllo automatizzato della produzione. Certamente l’automazione facilita il lavoro dell’allevatore e gioca un ruolo importante nel mantenere i parametri microclimatici, grazie al controllo costante di ventilazione, temperatura, illuminazione, alimentazione e abbeverata. Tuttavia ciò non può sostituire l’esperienza, l’attenzione e la sensibilità dell’operatore che deve monitorare costantemente la situazione nel capannone e attuare tempestivamente i necessari aggiustamenti al funzionamento dei vari computer, per mantenere le condizioni ideali. Quindi capita di frequente di trovarsi in situazioni in cui in capannoni avicoli poco attrezzati e gestiti da allevatori esperti

Tabella 1 – Le più comuni cause di stress negli avicoli. Fattore stressante

Descrizione

Incubazione

Bassa qualità delle uova in schiusa e nella progenie di un giorno; riproduttori giovani, cattiva qualità del guscio, contaminazione, conservazione troppo lunga delle uova, eccesso di caldo o freddo durante la schiusa, finestra di schiusa troppo lunga, disidratazione, ombelichi aperti, carente sviluppo di cuore, ossa, cartilagine.

Gestione

Alta densità di accasamento, spazio mangiatoia/abbeveratoi insufficienti, sete, tasso di crescita, peso, selezione, cattura, trasporto, illuminazione carenti, somministrazione mangime e luce scorretti a inizio deposizione, ecc.

Psicologica/sociale

Sviluppo legato alla schiusa, gerarchia, competizione, ordine di beccaggio, aggressività, beccaggio piume, cannibalismo.

Fisiologica

Maturità sessuale, inizio deposizione, inizio monta, muta.

Fisica

Dolore, danni da cattura, immobilizzazione, pesate, selezione, debeccaggio, deunghiazione, decaruncolazione, vaccinazione, trasporto.

Ambientale/climatica

Tipo di accasamento (gabbia, terra, aperto), cattive condizioni di pulcinaia: luce bassa, rumore, lettiera bagnata, ventilazione inadeguata, deterioramento della qualità dell’aria. Fattori fisici: temperatura, umidità, velocità dell’aria, polvere. Fattori chimici: CO, CO2, NH3, H2S.

Qualità della lettiera

Tipo e frazioni (paglia, trucioli di legno, sabbia, bucce ecc.), umidità, stato sanitario (carica batterica, coliformi, muffe), presenza di componenti chimici (vernici, colle, ecc.)

Qualità dell’acqua

Carica batterica, coli, pH, biofilm, composizione chimica (durezza, ferro, sostanze tossiche).

Nutrizionale

Qualità delle materie prime e dei mangimi, eccesso o carenza di nutrienti, vitamine, struttura scorretta del mangime (macinatura troppo fine), semi, pesticidi, sostanze antinutrizionali (glucani, xilani, galattomannani, tannini, gizzerosina, putrescine. ecc.), ossidazione del lipidi. Tossine fungine o microbiche, componenti sgradevoli, medicinali, tossici. Composizione della dieta scorretta, variazione del contenuto di nutrienti, distribuzione del mangime troppo lunga o poco omogenea, alimentazione a sessi separati, fame, cattiva qualità del pellet (polveroso, separato), surriscaldamento, digiuno. Basso livello di biosicurezza e pulizia, allevamenti vecchi o multietà, cattiva pulizia e igienizzazione dei capannoni avicoli, cattivo controllo dei vettori (ratti, insetti, uccelli), cattivo stato sanitario delle lettiere, delle linee idriche o di alimentazione. Capannoni contaminati da lettiera vecchia, esposizione precoce a vari agenti infettanti.

Microbica

Infezioni subcliniche intestinali o respiratorie, infestazioni e infezioni da: Mg/Ms/Mm, ORT, LPAI/HPI, NCD, ILT, IBV, AMPV, HE, Pasteurella, Bordetella, Hemophilus (Avibacterium), Pseudomonas, Salmonella, Staphylo- , Streptococci, Clostridium, Coccidia – danni alle mucose e alle barriere delle vie respiratorie e digerenti. Programma vaccinale insufficiente (scelta, tempistica, metodica) per: IBV, NCD, ILT, AMPV, ORT, HE che può causare una reazione tissutale delle membrane mucose con infezioni secondarie che dipendono dallo stato del gruppo, ceppo virale, metodo vaccinale, interazione con altri vaccini e tipi, e, di nuovo, con un clima sfavorevole e altri tipi di stress da soli o combinati. Immunosoppressione diretta da: IBD, MD, CAV, HE, REO, ILT, PEMS – che danneggiano i linfociti o altre cellule immunocompetenti, che provocano infezioni secondarie.

Chimica

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Utilizzo ingiustificato di antibiotici a largo spettro, dosaggio e trattamento scorretti, con disturbi al microbiota intestinale e sviluppo di batteri super resistenti: “superbugs”.

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MANAGEMENT

L’influenza di fattori ambientali sul comportamento, il consumo alimentare, la digestione, la crescita e la salute, non andrebbe mai trascurata. Riguardo all’ambiente, ci riferiamo all’intero ecosistema, che combina un’ampia gamma di fattori che riguardano il gruppo non solo all’interno del capannone (la costruzione dell’edificio e i materiali con i quali è fatto, la qualità e lo stato microbico della lettiera, il mangime, l’acqua e l’aria, il trasporto, le strutture, ecc.), ma anche all’esterno (area climatica, stagione, prevalenza dei venti, pressione dell’aria, prossimità a zone industriali o ad altri capannoni avicoli, fonti di rumore, luce, polvere, autostrade, riserve di selvaggina, avicoli sia sinantropi che selvatici e altri animali). Al fine di creare un ambiente ottimale per la crescita degli avicoli, specialmente i tacchini, è necessario non solo considerare, ma anche controllare tutti questi fattori, che sono direttamente o indirettamente in contatto costante con il gruppo. Fattori che causano stress sono quelli irritanti, il cui impatto può essere utile o stimolante (ad esempio effettuare vaccinazioni che sviluppano una difesa immunitaria specifica oppure abituare i soggetti a un’alta temperatura per resistere allo stress da caldo pre-macellazione, ecc.), ma anche distruttivo, perché eccede le capacità fisiologiche di adattamento degli animali. Il termine “stress” è popolare in varie aree delle medicina e biologia mo-

derne, ma molti allevatori non ne comprendono completamente la complessità, l’eziologia, i meccanismi, le manifestazioni e le possibili conseguenze dei vari stressori negli avicoli, il che rende difficile la prevenzione di condizioni di stress, soprattutto in uno stadio precoce. L’originaria “teoria dello stress” fu formulata in Canada nel 1936 dall’endocrinologo Hans Selye e fu descritta come sindrome generale da adattamento (GAS).

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MANAGEMENT

La teoria di Selye era la risposta a domande sulle cause e i meccanismi di un rapido cambiamento dello stato di salute della popolazione mondiale, la pressione di malattie croniche, il generarsi di malattie non epidemiche, che risultavano dall’influenza di fattori non specifici, ma da un loro insieme (fattori patogeni e situazioni sfavorevoli), che producevano malattie multicausali, chiamate da allora “malattie da civilizzazione”.

dizioni normali, favorisce uno stato di salute (eustress), che cambia sotto l’influenza di condizioni avverse, con reazioni patologiche (distress). Il processo patologico del distress passa attraverso determinati stadi: ansietà/mobilizzazione, resistenza/ adattamento, esaurimento. Se l’organismo non supera l’ultimo stadio, può sopraggiungere la morte. Nei suoi numerosi esperimenti, il medico rilevò che il distress, indipen-

STRESS inevitabile

tecnologia • • • • • • • • •

incubazione densità velocità di crescita peso selezione debeccaggio digiuno sete maturità/inizio deposizione

controllato

da trasporto • cattura/ ingabbiamento • trasferimento • trasporto

fisico • temperatura • umidità (aria/lettiera) • spifferi • polvere • luce

psicologico • gerarchia • competizione • paura

biologico • muffe, batteri, virus • vaccinazione, terapia

I risultati delle sue ricerche erano applicabili a tutti i sistemi biologici e a tutte le popolazioni e furono di stimolo per ulteriori studi in aree diverse, inclusa l’avicoltura. Selye trovò che, indipendentemente dal fattore stressante e dalla sua natura, il corpo risponde con un insieme di reazioni aspecifiche, che tendono ad adattarlo alle variazioni dell’ambiente, sia esterno che interno. Lo stato sanitario è influenzato da vari stimoli, che causano tensioni funzionali a tutti i sistemi corporei, quindi uno stato di stress. Lo stress, in con-

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chimico • СО2 • NH3 • CO • farmaci

nutrizionistico • • • • • •

fame sovralimentazione carenze struttura del cibo semi di piante tossine

dentemente dalla sua causa, porta sempre alle medesime variazioni corporee, dette in seguito “sindrome di Selye”: ipertrofia delle corteccia adrenale, involuzione dell’apparato timico e linfatico e ulcerazione delle membrane mucose dello stomaco e dell’intestino. Le risposte allo stress sono controllate dal sistema neuroendocrino. In base al tipo di stressore, alla forza e alla durata del suo impatto, la risposta può essere superficiale (comportamentale) o indurre una complessa risposta ormonale che influenza i processi me-

- management -

tabolici. L’ipotalamo viene attivato da qualsiasi stress e gioca un ruolo cruciale nella formazione del GAS: influenza l’intero sistema, coordina le reazioni endocrine, metaboliche e comportamentali del corpo. Stress prolungati causano l’attivazione del sistema ipotalamo-pituitario adrenale (HPAS) e la produzione di ormoni dell’adattamento, che organizzano la protezione verso i fattori che debilitano l’omeostasi. Nell’organismo degli avicoli è principalmente l’ormone glicocorticoide corticosterone (CS), insieme alle catecolamine (CA, adrenalina e nor-adrenalina): la loro concentrazione nel plasma può aumentare in concomitanza di vari fattori fisiologici e stressanti (l’inizio dell’ovodeposizione, la pubertà, correlazioni gerarchiche nel gruppo, ecc.). Un ruolo nella formazione della reazione allo stress deriva dal glucagone, la cui secrezione aumenta sotto l’influenza della CA. Al tempo stesso, un eccesso di CA inibisce la produzione di un altro ormone pancreatico, l’insulina. Lo stress naturalmente aumenta il livello di ormone paratiroideo, che stimola la mobilizzazione del calcio osseo nelle cellule ematiche, ed è uno stimolatore universale del processo intracellulare. Elevate concentrazioni di CA aumentano l’ossidazione lipidica. Il risultato è la formazione di radicali liberi, il decadimento del lisozima, il rilascio di enzimi proteolitici e di prodotti altamente tossici: aldeidi, chetoni, alcoli, il cui accumulo causa danni agli enzimi delle membrane protettive e l’alterazione del trasporto cellulare di membrana, con conseguente morte cellulare. L’iperproduzione di CS a lungo ter-


MANAGEMENT ORIGINAL mine può essere accompagnata da grave atrofia del tessuto linfoide e quindi dalla perdita dei meccanismi di difesa immunitari, il che riduce l’efficacia della risposta immunitaria. Un altro risultato dell’eccessiva produzione di CS è la soppressione della risposta infiammatoria. L’infiammazione funziona come barriera, che previene l’ulteriore diffusione degli agenti infettanti fuori dal loro punto di ingresso; il CS ha invece un effetto antinfiammatorio e quindi inibisce le funzioni di barriera, contribuendo alla diffusione dell’infezione.

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Alti livelli di cortisone, in risposta a stress sia grave che cronico, indipendentemente dalla sua natura, trasformano i principali processi metabolici dell’organismo, portandoli verso il catabolismo, che ha effetti irreversibili e termina con gravi conseguenze: carboidrati, proteine e lipidi si alterano, la crescita rallenta, si verifica immunosoppressione con diffusione di infezioni batteriche secondarie, dovute alla microflora che trasloca alcuni patogeni attraverso il tratto intestinale. Infatti, ciò avviene a causa della riduzione della produzione di muco da parte delle cellule globose, del danno ai villi, agli enterociti e agli elementi GALT/MALT, come pure della funzionalità delle giunzioni intra cellulari e del tratto respiratorio. La predisposizione genetica allo stress e l’ereditarietà della resistenza variano tra soggetti da carne e da uova, e si correlano tra le varie razze di polli e tacchini, come pure tra maschi e femmine, in base all’età e allo stadio della pubertà. Il livello di stress può essere stabilito tramite il contenuto ematico di proteina C reattiva (CRP) o l’alfa 1 glicoproteina acida (AGP1, orosomucoide), proteine di fase acuta sintetizzate nel fegato. Maggiori livelli di AGP circolante nel corpo sono associati con uno stato di malattia e stress, inclusa l’ alterazione meccanica o termica. I tacchini sono assai più sensibili allo stress rispetto ai polli. Questa pare una conseguenza del loro periodo relativamente breve di addomesticazione e si manifesta con il loro comportamento e la loro reazione a vari stimoli. Quindi alcune influenze esterne, che nel pollo causano solo un allarme, per un tacchino possono diventare letali. Un buon esempio è l’istinto di ammassarsi al minimo stimolo esterno, come rumore, luce, correnti, ecc., istinto tipico del tacchino ma non del pollo. Indicatori di stress negli avicoli sono:

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• cambiamenti comportamentali (in base al tipo e durata dello stress); • calo di consumo del mangime (anoressia); • aumento o calo della temperatura corporea (in base alla temperatura ambientale e all’età); • calo di crescita e degradazione muscolare; • eccessiva deposizione di grasso addominale;

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MANAGEMENT

• calo della qualità della carne al macello (PSE); • calo di deposizione, dimensione delle uova, qualità del guscio, aumento di chiocce, muta spontanea; • calo della qualità del seme nei maschi fino a blocco della produzione; • alterazione della crescita e differenziazione delle cartilagini in tessuto osseo (osteoporosi); • disbatteriosi e disfunzioni intestinali, causate dal ridotto tasso di rigenerazione e dallo stato immunitario delle membrane mucose intestinali; • intestino con perdite ed enterite ulcerativa, causata dalla riduzione dell’altezza, del numero e della superficie dei villi, riduzione della produzione di muco da parte delle cellule globose mucosali, aumento della permeabilità delle giunzioni intracellulari; • ipertensione polmonare e ipossia, ascite, infarti: SDS nei polli o cuore tondo nei tacchini; • malattie respiratorie croniche dovute ai danni dell’epitelio del tratto respiratorio; • atrofia di timo, milza e borsa di Fabrizio nei giovani; • aumento delle ghiandole pituitarie anteriore e adrenale; • aumento del livello del corticosterone plasmatico e glucagone; • iperglicemia, iperlipidemia, ipercalcemia, ovvero livelli elevati di glucosio, trigliceridi e acidi grassi insaturi, calcio e lattato; • aumento dell’attività della creatinasi plasmatica, come risultato dell’effetto diretto del CS sulle membrane cellulari, che porta alla loro rottura, e aumento del livello ematico di acido urico; • rilascio di proteine di fase acuta, citochine (monochine e linfochine), proteine specifiche di shock da caldo o freddo; • aumento del contenuto di adrenalina nel tuorlo d’uovo; • immunosoppressione dovuta al ridotto numero di leucociti circolanti, aumento del rapporto eterofili/linfociti e variazioni nel numero di basofili ed eosinofili; • calo dell’attività migratoria dei leucociti (LMA); • problemi locomotori dovuti alla rilocazione del calcio con indebolimento osseo, artrite dovuta a immunosoppressione e traslocazione della microflora dal lume intestinale al torrente ematico; • aumento delle infezioni sistemiche secondarie (soprattutto sierositi colisetticemiche).

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La diagnosi di stress di basa sull’esame clinico del gruppo e dei singoli individui, sull’autopsia sia dei morti che dei soppressi, combinata con analisi di laboratorio delle variazioni subcliniche metaboliche espresse nell’aumento o calo delle proteine specifiche di fase acuta (CRP, AGP), variazioni ormonali (corticosterone) ed ematiche (tasso di sedimentazione degli eritrociti ESR, leucogramma, rapporto H/L, LMA: quest’ultimo è il più semplice ed evidente. Comunque questi esami richiedono esperienza, tempo e situazioni giuste, senza menzionare l’aspetto economico; pertanto una diagnosi precoce di stress dovrebbe basarsi sul monitoraggio sistemico delle condizioni cliniche e del comportamento del gruppo, come pure su indicatori intermedi (consumo di acqua e mangime, peso vivo, crescita, uniformità, locomozione e qualità della lettiera), e sullo stato immunitario, tramite specifici esami sierologici. Dobbiamo comprendere che lo stress è parte integrante di un fenomeno biologico di protezione, che tende ad aumentare la resistenza agli stimoli, nonostante includa anche elementi di danno. È quindi fondamentale, quale componente dell’adattamento biologico corporeo. Il nostro scopo principale è controllare e prevenire tempestivamente la transizione dallo stadio fisiologico di eustress a quello patologico di distress. La chiave per un’efficace prevenzione delle conseguenze irreversibili dello stress passa attraverso l’adozione di misure gestionali chiare, sottoposte a costante ottimizzazione, tenendo conto delle novità nella genetica e nell’industria avicola, formando costantemente il personale a un controllo diligente, mantenendo il massimo stato sanitario dei capannoni, assicurando una protezione biologica al gruppo dall’introduzione di agenti infettivi e attraverso un attento controllo veterinario e dello stato sanitario tramite un programma razionale di vaccinazione. La riduzione delle infezioni batteriche secondarie associate allo stress permette di ridurre al minimo l’uso di antibiotici e la diffusione della resistenza antimicrobica (AMR), che attualmente è il tema più discusso sulla scena mondiale della produzione avicola. “Ricordiamo che non è il microbo, il veleno o l’allergene, ma la nostra reazione a essi, che sperimentiamo come malattia” (Hans Selye, Stress and Disease. Science. November 1955).

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MANAGEMENT

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NUTRIZIONISTICA

Nutrire i broiler del futuro L’unico modo per mantenere il livello produttivo è capire meglio l’alimentazione di precisione, in maniera da alimentare gli animali con margini di errore bassi o nulli. Questo articolo fornisce alcuni suggerimenti ai nutrizionisti, che per innovare le produzioni avicole devono rivedere alcuni concetti. L’alimentazione del pollo in futuro richiederà notevoli cambiamenti: finora ai nutrizionisti è stato chiesto di abbassare i costi di produzione, trovando una formula a basso costo che assicuri le migliori performance, ma la società moderna ormai esige maggiore trasparenza su come gli animali sono trattati e alimentati.

Introduzione Antônio Mário Penz Junior Cargill Animal Nutrition, Minneapolis, USA

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La trasparenza e la sostenibilità ambientale continueranno a costituire fattori di mercato forti. I nutrizionisti dovranno partecipare a iniziative sostenibili, prestare maggiore attenzione alla

- nutrizionistica -


NUTRIZIONISTICA

qualità degli ingredienti, lavorare sulle differenziazioni del nutrimento nelle diverse fasi di crescita e in base al sesso, concentrarsi sulla dimensione delle particelle e la qualità del pellet e utilizzare gli additivi in maniera più efficace, facendo particolare attenzione agli enzimi. Inoltre, da parte dei consumatori ci sarà sempre una maggiore richiesta di polli allevati senza antibiotici (AGP-free). Per incontrare questa crescente domanda, sarà necessario adottare nuove metodologie di alimentazione. Negli ultimi 50 anni, nell’industria avicola mondiale si è verificato uno sviluppo incredibile e i progressi sono stati significativi. I progressi scientifici più importanti sono focalizzati sulla produzione avicola, sul rapido adattamento della produzione famigliare al mercato industriale, sul basso costo della carne avicola e delle uova e sulle restrizioni sia religiose che culturali sui prodotti avicoli. Nel 2015 i dati della FAO confermavano che la produzione di pollo sta crescendo di più rispetto a quella di altre proteine animali. Comunque, il futuro porrà nuove sfide, pur mantenendo i costi di produzione come problema centrale. I produttori devono trarre abbastanza profitto per continuare a lavorare con efficienza, ma restando competitivi e fornendo prodotti affidabili ed economici. Esistono altri aspetti della produzione di pollo che i nutrizionisti dovranno valutare e tra questi è fondamentale quello relativo alla biosicurezza. Con l’Influenza Aviaria è aumentata l’attenzione sulla mortalità degli animali e sulle regole di biosicurezza degli allevamenti. Inoltre, molti consumatori hanno timore di come la patologia aviare (Salmonella, malattia di Newcastle, Campylobacter, etc.) possa influenzare la salute umana. Per evitare di compromettere la biosicurezza degli allevamenti, governi, professionisti dell’industria e allevatori devono lavorare insieme per stabilire le migliori pratiche, come controllare la presenza di avicoli da cortile o selvatici vicino agli allevamenti. Inoltre, gli allevamenti devono essere il più puliti possibile, e gli addetti devono implementare i programmi di sanificazione, stabiliti in base alle raccomandazioni dei veterinari. Negli ultimi 20 anni i consumatori sono stati molto più attivi nell’esprimere timori correlati a ciò che gli animali mangiano, ai motivi di una crescita più veloce rispetto al passato e al modo in cui vengono trattati negli allevamenti industriali. La società moderna desidera maggiori informazioni sul benessere animale e sulla sicurezza alimentare, con una produzione sostenibile.

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NUTRIZIONISTICA

Dunque, l’alimentazione del pollo come potrebbe rinnovarsi e al tempo stesso assecondare le richieste della società, migliorando la sostenibilità con tecniche adeguate? Innanzitutto bisogna definire cosa sia la sostenibilità. Di base, gli allevatori devono migliorare l’efficienza sulla conversione alimentare, cioè evitare di dare mangime che viene sprecato, e ridurre gli escreta, che inquinano. Inoltre, è necessario ridurre il consumo di acqua, che rappresenta una fonte sempre più scarsa, e limitare la produzione in varie aree del mondo, in cui gli animali competono con l’uomo per le risorse, e dove non ci sarà spazio per alimentare i polli con vaste formule alimentari. L’unico modo per mantenere la produzione è migliorare la alimentazione di precisione, per crescere gli animali con margini di errore bassi o insignificanti.

Alimentare i polli per un futuro sostenibile Produzione di polli senza promotori di crescita antibiotici (AGP) La produzione di polli da carne senza auxinici è stata presa in considerazione per molti anni. La prima proposta di allevare broiler AGP free viene dalla Svezia e risale al 1968. Le prime reazioni a tale proposta si focalizzavano sulle perdite produttive, con un relativo aumento dei costi. Dopo molti anni di ricerca, però, questo tipo di valutazioni non è più accettabile per l’industria. La preoccupazione sociale sul tema, soprattutto in Europa, ha promosso ricerche su additivi non antibiotici (probiotici, prebiotici, oli essenziali, acidi organici, antiossidanti, etc.), e un uso più efficiente degli enzimi, che preservano la salute intestinale, con un calo minimo delle rese. Contemporaneamente, i tecnici del settore hanno migliorato le buone pratiche in tema di gestione, alimentazione, biosicurezza, cura etc., migliorando la prevenzione delle infezioni e minimizzando l’inefficienza della produzione. Nel frattempo l’allevamento di animali AGP-free è diventato una realtà in molti Paesi, ma la velocità con cui si sta attuando il cambiamento è variabile. Nel 2015 gli USA hanno deciso di seguire le indicazioni europee, ma già dal 2010 si era cominciato a diminuire gli AGP, quando la Food and Drug Administration aveva elaborato una strategia per eliminare gradualmente l’uso di prodotti antimicrobici, mantenendo solo gli usi terapeutici sotto controllo veterinario. La strategia ha avuto conseguenze importanti. La catena alimentare e la grande distribuzio-

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ne hanno accettato la sfida e hanno iniziato a pubblicizzare i prodotti che contenevano ingredienti AGP free. I consumatori hanno ricevuto il messaggio e il movimento AGP free si è evoluto. Oggi, la riduzione degli antibiotici negli allevamenti rimane un’importante priorità nell’innovazione per i nutrizionisti.

Analisi degli ingredienti Se il nutrizionista desidera formulare mangime con margini di rischio minimi, è fondamentale conoscere la composizione degli ingredienti, anche tramite l’aiuto di laboratori qualificati. I dati storici mostrano che molti nutrizionisti sottostimano il valore degli ingredienti, il che non garantisce le rese migliori, ma significa invece una perdita di nutrienti e un possibile aumento dell’inquinamento (azoto e fosforo). Con il progresso della tecnologia NIR, i mangimifici oggi non hanno scuse per non disporre di una costante valutazione degli ingredienti. Ecco alcuni esempi di alimentazione appropriata e valutazione della energia, con i conseguenti benefici che ne derivano. Pirgozliev nel 2009 ha identificato l’importanza di mantenere il rapporto amilosio: amilopectina nei diversi cereali (mais, frumento e riso) e come questo possa influenzare le performance. Zou nel 2010, lavorando con le anatre, ha osservato parimenti che tale rapporto è uno dei fattori principali per la determinazione dell’energia metabolizzabile vera e può essere utilizzato per predire l’energia disponibile. Questi esempi mostrano che gli ingredienti usati nelle diete non sono solo materie prime, se usati nella formulazione alimentare, ma fattori importanti di produzione. Le nuove tecnologie, come la formulazione in linea, spingono verso l’alimentazione di precisione. La tecnologia consente l’installazione di un NIR sulla linea di trasporto degli ingredienti, prima del miscelatore, il che consente un’immediata lettura — e la conseguente formulazione e dosaggio — secondo la composizione nutrizionale degli ingredienti che vengono esaminati. Questo miglioramento e altre tecniche consentono ai mangimifici di consegnare cibo con le esatte specifiche per produrre avicoli migliori e per farlo in modo più sostenibile.

Digeribilità e alimentazione a fasi La digeribilità dei nutrienti e l’energia variano nelle diver-

- nutrizionistica -


NUTRIZIONISTICA

se fasi produttive. Ad esempio, i giovani sono meno efficienti dei vecchi. Inoltre, la composizione e la digeribilità degli ingredienti possono variare in anni diversi e nelle diverse regioni. Conoscere queste differenze di digeribilità e calcolare correttamente gli ingredienti necessari per la varie fasi sarà un aspetto importante da considerare per i futuri nutrizionisti. Avere il calcolo della digeribilità ancora prima della formulazione significa un minor costo del mangime, una migliore sanità del tratto digerente e una maggiore sostenibilità ambientale, oltre a una migliore digeribilità. Inoltre, un maggior numero di fasi nel corso della produzione consente un minor spreco di nutrienti. Ad esempio, usare 5 fasi, rispetto alle 3 attuali, nell’alimentazione del pollo migliora la disponibilità e l’utilizzo della lisina (Figura 1).

tutti e 3 non ha compromesso il peso del filetto. L’alimentazione a fasi ha significativamente ridotto il consumo di proteine e di amminoacidi, rendendo il costo di alimentazione più economico rispetto a quello tradizionale. Risultati simili sono stati osservati lavorando con 4 ceppi genetici diversi, alimentandoli a fasi ogni 2 giorni, dai 17 ai 58 giorni di età. Il maggior beneficio dell’alimentazione a fasi è stata la riduzione dei costi di produzione, legati al minore consumo dell’energia e dei nutrienti. Questi rilevamenti hanno confermato ciò che già stato visto da Angel. Passando da 4 a 6 fasi alimentari, nel pollo (da 0 a 42 gg), e fornendo 6 diete con amminoacidi (lisina, metionina, treonina, isoleucina, valina, arginina e triptofano), gli escreta azotati erano ridotti del 40% rispetto al gruppo controllo, alimentato con 4 fasi. L’attenzione attuale dei ricercatori verso un impiego ottimale di nutrienti ed energia sposterà la ricerca futura verso l’uso dell’energia netta degli ingredienti, rispetto a quella metabolizzabile convenzionale, altro metodo che favorisce la sostenibilità ambientale. A volte l’alimentazione a fasi ha dei limiti, legati alla struttura del mangimificio, ma la sua importanza va sempre considerata se si sviluppa un progetto di un nuovo mangimificio e se ne stabilisce la logistica, in modo che non diventi il collo di bottiglia della produzione.

Alimentazione per sesso

Figura 1 – L’effetto di una diversa alimentazione a fasi (3 e 5) sulla fornitura di lisina digeribile (lo spazio giallo rappresenta la quantità di lisina digeribile che è superiore o inferiore a quella offerta ai polli da carne, per fase).

Brewer ha lavorato con 3 diversi ceppi genetici e li ha alimentati con 3 diverse diete (0-18;19-32 e 32-40 gg) o, dopo 19 giorni, ha alimentato i polli a fasi, cambiando la dieta ogni due giorni. L’alimentazione a fasi, nel corso di tutto il periodo (19-40 gg), non ha influenzato il peso, ma ha migliorato l’efficienza alimentare in 2 dei 3 ceppi, e in

In genere l’alimentazione per sesso è un argomento controverso tra nutrizionisti, incubatoi, mangimifici, allevamenti e impianti di macellazione. Ma in futuro una maggiore attenzione alla sostenibilità richiederà che tutte le aree produttive contribuiscano al miglioramento logistico. Le differenze tra maschi e femmine di velocità di crescita, di composizione corporea, richiesta nutrizionale e comportamento, bastano a giustificare un’alimentazione separata per sesso. Questa strategia promuove la riduzione dei costi di alimentazione e, soprattutto, la riduzione della variabilità di peso al macello. Nelle produzioni a sesso misto, i maschi hanno bisogno di stare nel capannone più a lungo, per aumentare il peso, fino a una media che le femmine non riescono a raggiungere. Questa procedura può raddoppiare la variabilità del peso, rendendo difficile ottenere dai maschi una buona efficienza alimentare e aumentando la mortalità, causata dai giorni supplementari di permanenza in allevamento. Il manuale Aviagen dei Ross 308 (2014) e quello Cobb 500 (2015) non forniscono informazioni sulle richieste alimentari di

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NUTRIZIONISTICA

“L’attenzione attuale dei ricercatori verso un uso ottimale di nutrienti ed energia sposterà la ricerca futura verso l’uso dell’energia netta degli ingredienti, rispetto a quella metabolizzabile convenzionale, altro metodo che favorisce la sostenibilità ambientale” ciascun sesso. Aviagen però suggerisce che, nel caso di alimentazione a sesso separato, dovrebbero essere calcolate le modifiche di energia e di nutrienti. Entrambi i manuali mostrano differenze nella velocità di crescita e nell’efficienza alimentare, come pure di necessità di nutrienti ed energia. Quindi, i broiler di ciascuno di questi ceppi hanno necessità di diversa alimentazione e materie prime. Queste considerazioni sono state confermate da Faridy, che ha valutato i dati desunti dalle ricerche sui ceppi Ross e Cobb. Usando una meta analisi, la ricerca ha concluso che i maschi hanno bisogno di più lisina delle femmine, e che sussiste anche una diversa richiesta di lisina tra i vari ceppi. Inoltre, la richiesta di lisina aumenta con l’aumentare di proteina grezza nel mangime.

Dimensione delle particelle e pellettatura I nutrizionisti e mangimifici devono guardare con maggiore attenzione alla dimensione delle particelle alimentari e alla qualità del pellet. Alimentare con particelle di gran-

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di dimensioni promuove un migliore sviluppo di gozzo e proventriglio, come pure della motilità gastrica e gastroduodenale del pollo. Ciò migliora anche la digestione e riduce l’ingresso di patogeni per via intestinale. Particelle grandi richiedono anche una minore energia durante l’assunzione del cibo, poiché ai polli sono necessarie meno beccate per assumere la stessa quantità di mangime, e al tempo stesso anche i mangimifici risparmiano energia per la molitura. I broiler alimentati con pellet hanno mostrato migliori rese rispetto a quelli alimentati con dieta sbriciolata, con un miglioramento dovuto alla qualità del pellet. Inoltre, l’alimentazione degli avicoli col pellet consente maggiore densità del mangime, maggiore consumo e una riduzione di energia richiesta per la sua assunzione. C’è anche una migliore digeribilità, sia della energia che delle proteine, e una minor spreco di mangime. Pare anche che il pellet migliori la funzione intestinale, come evidenziato dal rapporto tra maggiore altezza dei villi e profon-

- nutrizionistica -


NUTRIZIONISTICA

dità delle cripte. I primi rilevamenti hanno confermato ciò che più tardi è stato confermato da Naderinejad, ovvero le particelle grossolane di mangime e la dieta pellettata migliorano lo sviluppo e la funzione del gozzo, favorendo l’uso dei nutrienti e dell’energia, con una conseguente migliore performance dei polli.

Enzimi e additivi A volte gli enzimi vengono impropriamente chiamati additivi, invece sono proteine, che possono migliorare la digestione dei nutrienti e l’energia, ma consentono anche una maggior disponibilità per l’ospite che li ingerisce. Una nuova tecnologia a base di enzimi è cresciuta moltissimo negli ultimi 15-20 anni e continuerà a crescere in futuro. Nel 1996 pareva solo che migliorasse la digeribilità dei nutrienti ed il loro assorbimento, e nel 2010 è stato dimostrato che riduce gli inquinanti negli escreta . Esistono molti enzimi disponibili per favorire la digestione di fosforo, calcio, carboidrati, proteine e lipidi della dieta somministrata agli animali, specialmente avicoli e suini, però gli enzimi non sempre funzionano al 100%, perché

sono una fonte esogena. Il loro efficace utilizzo dipende dalla decisione tecnica corretta, dalla corretta miscelazione e dalla disponibilità del substrato. Esiste un’ampia informazione circa le diverse modalità di azione, i diversi prodotti enzimatici e il livello di inclusione, e i nutrizionisti dovrebbero valutarne un diverso uso caso per caso, in modo da rendere la produzione avicola più sostenibile. Anche solo un 10% di miglioramento della digeribilità dei nutrienti, dovuto egli enzimi, potrebbe ridurre significativamente la quota di azoto e fosforo inquinanti degli escreta. Inoltre, con lo sviluppo delle produzioni di pollo senza antibiotici (AGP free), la salute intestinale è più importante che mai. È ben noto che circa il 70% della risposta immunitaria degli avicoli viene fornita dal tratto gastrointestinale (GI) grazie alla stimolazione cellulare: gli enzimi, se ben utilizzati, hanno un effetto positivo sulla risposta immunitaria del pollo, derivante dall’intestino. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli Atti del XXV World’s Poultry Congress

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AGENDA 2020 9 ~ 11 luglio

49° annual Midwest Poultry Federation (MPF) Convention Minneapolis Convention Center Downtown Minneapolis, Minnesota, USA Per informazioni: Lara Durben Email: ldurben@midwestpoultry.com Web: www.midwestpoultry.com

9 ~ 11 luglio

VICTAM Asia and VIV Health & Nutrition Asia 2020 Trade show & forum focusing on feed, pharma & genetics in the animal protein production Bitec, Bangkok, Tailandia Per informazioni: Panadda Kongma Tel.: +662 670-0900 Ext. 204 Email: panadda@vnuexhibitionsap.com Zhenja Antochin Tel.: +31(0)6 8379 9693 Bangkok International trade and Exhibition Centre (BITEC) 88 Bangna-Trad Road, Bangna, Prakanong, Bangkok 10260 Tailandia Tel.: +66 (0) 2 726 1999 e +66 (0) 2 366 9797 Fax: +66 (0) 2 726 1939 (Sales Office) Web: www.bitec.net

10 ~ 12 agosto

33° Poultry Science Symposium on 'Pre and probiotics, nutrition, veterinary and production perspectives' Clare College, University of Cambridge Cambridge, Regno Unito Per informazioni: Email: wpsa@hotmail.co.uk Web: www.wpsa2020.org

31 agosto ~ 2 settembre

VIV-MEA International trade show from feed to food for the Middle East and Africa ADNECAbu Dhabi National Exhibition Centre Khaleej Al Arabi Street, Abu Dhabi, Emirati Arabi Per informazioni: VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O.Box 8800 – 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2999 Email: viv.mea@vnuexhibitions.com Abu Dhabi National Exhibitions Company Khaleej Al Arabi Street – P.O. Box 5546Abu Dhabi, Emirati Arabi Tel.: 800 23632 and international: Tel.: +971 (0) 2 444 6900 Fax: +971 (0) 2 444 6135 Web: www.adnec.ae

17~ 19 settembre VIV Qingdao 2020

Qingdao Cosmopolitan Exposition, halls S1 to S6 Qingdao, Cina Per informazioni: VIV Qingdao, Shanghai, China VNU Exhibitions Asia 2F, Business Mansion, Shanghai Exhibition Center, No. 1333 Nanjing Road (W) 200040 Shanghai Cina Ms. Sylvia Shan Tel.: +86 21 6195 6063 Email: sylvia.shan@vnuexhibitions.com.cn

7 ~ 9 ottobre

7° Mediterranean Poultry Summit Cordova, Spagna Per informazioni: Mr C. Garcés Narro Universidad Cardenal Herrera CEU C/Tirant Lo Blanc, 7 46115 Alfara del Patriarca Valencia, Spagna Email: cgarces@uchceu.es

14 ~ 15 ottobre Poultry Africa

MAXIBAN. LA SCELTA ELANCO, SENZA SORPRESE.

22 ~ 24 luglio

Saigon Exhibition and Convention Center (SECC) Ho Chi Min City Vietnam Per informazioni: Saengtip Techapatiphandee Tel.: +662 111 6611 ext. 330 Email: saengtip@vnuasiapacific.com

15 ~ 18 settembre

Kigali Convention Centre Kigali, Rwanda

Per informazioni: Mr. Jean Baptiste Musabyimana Abusol Ltd. Email: jeanbapti@yahoo.fr

SPACE 2020 Rue Maurice le Lannou - CS 54239 35042 Rennes Cedex, Francia Per informazioni: Tel.: +33 (0)2 23 48 28 80 Perchè Fax: +33 (0)2 23 48 28 81 Email: info@space.fr Web: uk.space.fr

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Direttore responsabile Lucio Vernillo Redazione Daria Domenici, Tania Montelatici (zootecnica@zootecnica.it) Amministrazione Marianna Caterino (amministrazione@zootecnica.it) Ufficio Zootecnica International Via Ugo Foscolo 35 50018 Scandicci (FI) Italia Tel.: +39 055 2571891 Fax: +39 055 2571897 Web: www.zootecnica.it Registrazione Registrazione Tribunale di Firenze n.3162 Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Firenze ISSN 0392-0593 Abbonamento (1 anno / 11 numeri): Italia Euro 26 Abbonamento con Carta di credito o Paypal www.zootecnica.it Abbonamento con bonifico bancario: 1. Zootecnica International, via Ugo Foscolo, 35 50018 Scandicci (FI) Italia; banca: UNICREDIT, BIC: UNICRITM1OU9 Iban: IT 81 H 02008 38083 000020067507 Art Direction e impaginazione Laura Cardilicchia - ellecigrafica.com Copertina © Denise Vernillo Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze

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