Zootecnica International – novembre 2020 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
Indagine per Covid-19 in alcuni impianti di macellazione in Italia Concentrazione regionale nella produzione mondiale di uova La salute intestinale in avicoltura: i probiotici
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE Negli ultimi decenni il settore avicolo ha raggiunto livelli tecnologici e dimensioni che hanno superato le previsioni più ottimistiche dei primi giorni. Se da un lato l’espansione del settore contribuisce a un reale miglioramento della nutrizione, dall’altro lo stesso processo crea una serie di gravi problemi legati principalmente alla concentrazione geografica. Una delle questioni che riceve maggiore attenzione è lo smaltimento dei rifiuti organici. La pressione della crescita demografica crea la necessità di produrre più cibo. Le produzioni alimentari di migliore qualità provengono dai Paesi industrializzati dove i produttori prestano particolare attenzione all’impatto ambientale indipendentemente dalla sfida di fornire prodotti e prezzi competitivi. I progressi della ricerca in ingegneria genetica, biotecnologia, nutrizione animale e salute mirano ad aumentare la produttività e a ridurre l’eccesso di componenti minerali negli escrementi che vengono lavorati e usati come fertilizzanti. In caso contrario, i metalli pesanti possono accumularsi nel suolo in quantità superiori alle concentrazioni consentite. I Paesi maggior produttori di carne avicola hanno introdotto nuove tecnologie di compostaggio, adottando una migliore gestione dei rifiuti liquidi e solidi e adeguati sistemi di trattamento dell’acqua negli allevamenti e negli impianti di lavorazione. Ma questi sforzi sono sufficienti per risolvere il problema? Negli ultimi anni è aumentata la sensibilità del pubblico e dello stesso settore verso questo argomento. Come deconcentrare la produzione e agire in modo sostenibile è un tema di discussione molto frequente fra gli addetti ai lavori. La sfida è rendere tecnicamente fattibile una più ampia distribuzione della produzione in armonia con la varietà geografica dei diversi Paesi e con le caratteristiche delle loro risorse.
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SOMMARIO ATTUALITÀ.................................................................................................. 4 LE AZIENDE INFORMANO..................................................................... 6 PRIMO PIANO
AZA International.............................................................................................10
Nuove tecnologie Incubatrici VICTORIA............................................................12
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REPORTAGE
Indagine per Covid-19 in alcuni impianti di macellazione in Italia......................... 14
DOSSIER
Sistema di qualità nazionale per il benessere animale........................................18
MARKETING
Concentrazione regionale nella produzione mondiale di uova............................ 22
TECHNICAL COLUMN
Ruolo dell’incubatoio nella produzione antibiotic free......................................... 28
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MANAGEMENT
Gestione dei tacchinotti nella prima settimana di vita........................................ 30 Livelli graduali di densità per il tacchino maschio allevato fino a 16 settimane..... 36
NUTRIZIONISTICA
La salute intestinale in avicoltura: i probiotici .................................................... 40
VETERINARIA
Il controllo dell’infiammazione per migliorare le performance............................. 44
TRASFORMAZIONE
Sindrome del petto legnoso e altre miopatie del pollo moderno.......................... 46
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MARKET GUIDE................................................................................... 52 AGENDA.................................................................................................. 52 GUIDA INTERNET............................................................................... 56
ATTUALITÀ
EuroTier ed EnergyDecentral 2021 programmati in digitale In considerazione della situazione internazionale incerta dovuta al persistere della pandemia, EuroTier, la fiera leader mondiale per la produzione animale e EnergyDecentral, la fiera internazionale per l’approvvigionamento energetico innovativo, si svolgeranno dal 9 al 12 febbraio 2021 in versione digitale.
La decisione di non dare luogo alla fiera in presenza a Hanover è stata presa dalla DLG (Deutsche Landwirtschafts-Gesellschaft, Società tedesca di agricoltura) in qualità di organizzatore di queste due fiere che sono le principali nel settore, a seguito di vari incontri con rappresentanti del settore, con il comitato consultivo e i vari partner. Gli eventi di “EuroTier / EnergyDecentral digital” offriranno agli espositori un’ampia scelta e la massima flessibilità, con pacchetti di business in formato digitale, un ampio programma tecnico e interessanti opportunità di networking. Per il 2021, la DLG presenterà anche ulteriori eventi e fiere su tutti gli aspetti della zootecnia e dell’approvvigionamento energetico decentralizzato. “Il numero crescente di casi di Coronavirus in tutto il mondo e le relative linee guida restrittive per espo-
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sitori e visitatori richiedono soluzioni aziendali e servizi di informazione flessibili, come quelli offerti da ‘EuroTier / EnergyDecentral digital’”, ha spiegato Reinhard Grandke, CEO DLG. “Le nostre fiere digitali si caratterizzano per essere sia piattaforme commerciali internazionali che reti di esperti per le questioni attuali dei settori inerenti la produzione animale e l’energia”.
Inform & Connect - EuroTier ed EnergyDecentral come piattaforme digitali Informare e connettersi: con profili aziendali digitali, eventi dal vivo tra cui chat e funzioni di riunione, “EuroTier / EnergyDecentral digital” introdurrà un’ampia gamma di opportunità di comunicazione e interazione per esposito-
- attualità -
ATTUALITÀ
servizi degli espositori, contattarli direttamente e partecipare attivamente ai numerosi eventi e alle discussioni del programma tecnico. “Offriamo quindi ai visitatori un modo semplice per avere contatti specifici e appropriati all’interno dell’azienda espositrice e per pianificare gli investimenti e il business”, ha concluso Schlösser. In programma per il 3 dicembre 2020 ci sarà una conferenza stampa digitale per annunciare i vincitori degli EuroTier Innovation Awards e per fornire un’anteprima dei media online con gli espositori. Ulteriori informazioni su entrambi gli eventi e su come registrarsi saranno comunicate a breve. Per informazioni aggiornate su entrambe le fiere: www.eurotier.com e www.energy-decentral.com Per informazioni su EuroTier / EnergyDecentral digital: www.eurotier.com/en/digital Le prossime fiere EuroTier ed EnergyDecentral si svolgeranno dal 15 al 18 novembre 2022 in versione ibrida a Hannover, in Germania.
ri e visitatori. Il programma tecnico digitale si baserà sui principali argomenti fieristici relativi ai prodotti lattierocaseari, suini, avicoli, energia, controllo delle emissioni e commercio agricolo diretto; inoltre, discussioni dal vivo sulle recenti ricerche di DLG forniranno l’ambiente ideale per la pianificazione degli investimenti. “Per DLG, è importante rendere l’ingresso nel mondo digitale di EuroTier ed EnergyDecentral il più semplice possibile. Pertanto, abbiamo elaborato tre diversi pacchetti espositivi che possono essere utilizzati individualmente dai nostri espositori e eventualmente ampliati in modo flessibile. La partecipazione al programma tecnico e ulteriori opzioni pubblicitarie completano la gamma di servizi, che è parimenti attraente sia per gli espositori nazionali che internazionali. Offriamo la massima portata e flessibilità per rivolgersi ai visitatori, nonché una pianificazione degli investimenti trasparente e sicura”, ha affermato Karl Schlösser, Project Manager di EuroTier, sottolineando i vantaggi per le aziende espositrici. Lo stesso tipo di servizio professionale è offerto ai visitatori della piattaforma digitale. Dopo la registrazione online i visitatori potranno ottenere informazioni sui prodotti e
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LE AZIENDE INFORMANO
We Make It Possible, la nuova campagna DSM DSM promuove una nuova campagna per trasformare la nutrizione e la salute animale a livello mondiale e rendere possibile la sostenibilità della produzione animale. missione è di guidare una trasformazione solida e realizzabile in tutto il mondo nella produzione sostenibile di proteine animali e accelerare soluzioni che promuoveranno un futuro più luminoso.
Con la crescita della popolazione mondiale, la domanda di proteine animali continuerà a crescere. Nel tempo, questa necessità di quantità sempre maggiori di proteine animali, che sta già esercitando un’enorme pressione sulle limitate risorse naturali del nostro pianeta, porterà a un notevole stress ambientale e i nostri sistemi alimentari ben oltre i confini del pianeta. La necessità di fornire abbastanza proteine animali per una popolazione in crescita riducendo i costi ambientali dell’agricoltura richiederà una scienza intelligente e soluzioni innovative. Per affrontare questa sfida, DSM Animal Nutrition and Health ha lanciato il suo nuovo movimento strategico all’avanguardia: We Make It Possible. La sua
“DSM è orientata a conseguire questo scopo, e sappiamo che il settore agricolozootecnico può trasformarsi dall’interno”, ha affermato Ivo Lansbergen, presidente della DSM Animal Nutrition and Health. “Per troppo tempo la sostenibilità è stata un problema di qualcun altro, un problema del domani. Ma non è una sfida impossibile. Crediamo di poter rendere sostenibile l’allevamento - da un punto di vista sociale, finanziario e ambientale - guidando verso soluzioni tangibili e attuabili che si rivolgono al cliente a cui teniamo di più: il pianeta terra. La sostenibilità è nel nostro DNA. Vogliamo mostrare la nostra nuova visione, sia all’interno di DSM che all’esterno, come vediamo il futuro del settore agricolo-zootecnico e il ruolo che vogliamo avere. Questo movimento riflette il nostro impegno, non solo come parte della filiera ma da protagonisti del cambiamento, guidando alle decisioni globali, collegando i vari stakeholder dell’ecosistema agricolo, pensando al futuro, generando idee e nuovi modi di lavorare. Se non noi, chi? Se non ora quando?” In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite 2, 3, 12, 13 e 14*, il movimento è guidato da sei piattaforme di sostenibilità che affronteranno le principali sfide del settore zootecnico. Queste sono: • migliorare le performance durante la vita degli animali da allevamento
* Gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sono un modello per realizzare un futuro più sostenibile per tutti. Gli obiettivi elencati sono i seguenti: 2 - Fame zero; 3 - Buona salute e benessere; 12 - Consumo e produzione responsabili; 13 - Azione per il clima; 14 - Vita sott'acqua (fonte).
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- le aziende informano -
LE AZIENDE INFORMANO
• migliorare la qualità del cibo (cioè carne, latte, pesce, uova), riducendo al contempo le perdite e gli sprechi di cibo • ridurre le emissioni degli animali • fare un uso efficiente delle risorse naturali • ridurre la dipendenza dalle risorse marine • aiutare ad affrontare la resistenza antimicrobica. “DSM ha una lunga e comprovata esperienza nell’ambito della sostenibilità ed è su questa base che operiamo come una società orientata a conseguire gli obiettivi fissati. Le aziende non possono più posticipare questo impegno. Devono intensificare e abbracciare la sostenibilità in maniera olistica: è vitale per il successo del business, così come è vitale per tutto il resto”, ha affermato Christie Chavis, Vicepresidente di DSM Animal Nutrition and Health. “Creeremo valore su tre dimensioni contemporaneamente: persone, pianeta e profitto.”
animali”, ha affermato David Nickell, VP di Sustainability & Business Solutions di DSM ANH. “In DSM, ci assumiamo la responsabilità del nostro ruolo nella protezione del pianeta e abbiamo sviluppato, e continuiamo a sviluppare, soluzioni aziendali che consentano all’industria di apportare miglioramenti misurabili e dimostrabili nella sostenibilità delle proteine animali e speriamo che molti altri seguiranno l’esempio.” La campagna We Make It Possible nasce dopo molti anni di investimenti e innovazione in soluzioni scientifiche volte a fornire risposte reali alle sfide che il settore agricolozootecnico deve affrontare e segna non un nuovo inizio, ma una significativa accelerazione del viaggio verso un futuro più sostenibile.
“Applicando la nostra leadership in scienza, innovazione e sostenibilità, crediamo di poter fare una differenza sostanziale per la sostenibilità del settore delle proteine
Per maggiori informazioni: Susanna Lolli Istituto Delle Vitamine S.p.A. susanna.lolli@dsm.com www.dsm.com/wemakeitpossible
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LE AZIENDE INFORMANO
Novogen, investimenti strategici per soddisfare le ambizioni di sviluppo Dopo essere diventato un protagonista globale nella genetica di galline ovaiole, Novogen sta adesso dimostrando la propria proiezione al futuro e le ambizioni di crescita inaugurando nuove strutture produttive. sima qualità dei prodotti consegnati, tramite l’impiego di attrezzature all’avanguardia. Allo scopo di implementare le condizioni di lavoro dell’équipe Novogen, una particolare importanza è stata data all’installazione di attrezzature e tecnologie all’avanguardia che consentono un alto livello di controllo e standard sanitario, eccellenti condizioni di benessere e un’ottimizzata schiusa dei riproduttori, permettendo migliori performances. Novogen sta dimostrando il proprio impegno per i clienti industriali, con l’obiettivo incentrato su 5 pilastri fondamentali, fatti propri dal brand: attenzione per clienti e collaboratori, dipendenti, umanità, benessere animale e pianeta. Per la realizzazione del suo nuovo incubatoio, Novogen ha deciso di lavorare con numerose aziende globalmente riconosciute per i loro approcci innovativi: Petersime, Hatch Tech, Emka, Avi-Clim e Nectra, con una speciale attenzione nella produzione di pulcini con metodologie rispettose dell’ambiente. Oltre a investire in innovativi strumenti e approcci di ricerca e sviluppo (R&D), Novogen quest’anno ha investito nell’acquisto di un nuovo incubatoio a Gare d’Uzel (SaintHervé in Brittany). L'investimento è stato essenziale per soddisfare la crescente domanda di prodotti Novogen. Nel nuovo incubatoio, che inizierà a operare a novembre 2020, si realizzerà sia la produzione di Grand Parent Stock, distribuiti a livello mondiale, che di Parent Stock distribuiti nelle regioni dell’EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) e in Asia. “Questo investimento rappresenta una pietra miliare per la strategia di Novogen degli anni 2030. Il nuovo incubatoio aumenta immediatamente la capacità di produzione a quasi 4 milioni di femmine riproduttrici, lasciando spazio per ulteriori incrementi! Questa è un’eccellente novità che ci permette di sviluppare le nostre attività con sicurezza”, spiega Mickaël Le Helloco, direttore generale di Novogen. Costruito a breve distanza dagli uffici direzionali di Plédrans, l’incubatoio permetterà all’équipe di Novogen di adempiere egregiamente al perseguimento della mas-
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La nuova struttura produttiva va a integrare le attuali installazioni di Novogen presenti negli Stati Uniti d’America e in Brasile, che permettono di consegnare riproduttori nelle regioni del nord e Sud America. Attualmente distribuita in oltre 50 Paesi del mondo, Novogen sta raccogliendo sempre maggiore soddisfazione dai propri clienti: “Recentemente abbiamo dovuto irrobustire le nostre forze commerciali per meglio raccogliere i crescenti ordini”, ha aggiunto Mickael Le Helloco. “Nuovi clienti sentono ben parlare dei nostri prodotti persino prima di conoscerci e questo ci rende orgogliosi! Siamo più che pronti a raccogliere le sfide del futuro, adesso Novogen guarda al futuro del settore con nuovo entusiasmo.”
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LE AZIENDE INFORMANO
Piattaforma Elanco Integrità Intestinale (I²) Elanco Italia S.p.A. – PM-IT-20-0254
utilizzo efficiente dei nutrienti è essenziale prevenire e controllare efficacemente la coccidiosi2.” In un mondo in cui la domanda di carne avicola è in costante aumento e il suo consumo in rapida crescita, è fondamentale mantenere la giusta attenzione sulla salute del pollame. Il controllo e il miglioramento dell’Integrità Intestinale del pollo, attraverso strumenti completi e mirati, svolgono un ruolo chiave nel promuovere la salute e il benessere degli animali come parte di un approccio olistico e sostenibile. Con il termine di Integrità Intestinale (I²) ci si riferisce al funzionamento ottimale del tratto intestinale del pollo e alla sua capacità di svolgere importanti funzioni metaboliche come digestione, secrezione, assorbimento e trasporto dei nutrienti. Un’Integrità Intestinale ottimale presenta chiari benefici: 1) consente una migliore conversione dei nutrienti in energia e crescita, 2) consente di utilizzare meno energia per i processi di “manutenzione e riparazione” dell’organismo. Di per sé, possiamo considerare l’Integrità Intestinale come il motore principale per la salute e la performance produttiva del broiler. Esistono molti fattori che possono avere un impatto negativo sull’Integrità Intestinale, tra questi possiamo elencare: 1) coccidiosi, 2) enteriti infettive (batteriche o virali), 3) alterazioni della microflora, 4) fattori non infettivi (gestione dell’allevamento, qualità del mangime, risposta immunitaria indotta dagli alimenti).
La prevenzione della coccidiosi è quindi fondamentale per tutelare l’Integrità Intestinale del broiler e consentire agli animali di esprimere il loro pieno potenziale genetico. Con una posta in gioco così elevata, l’utilizzo di uno strumento come l’Health Tracking System (HTSi) di Elanco, uno strumento di sorveglianza e benchmarking utilizzato e apprezzato a livello mondiale, consente di individuare con precisione il periodo del ciclo produttivo in cui è più elevata la minaccia dei coccidi e, di conseguenza, delineare il miglior programma di prevenzione personalizzato. Sulla base dell’esperienza acquisita nel corso degli anni, Elanco ha recentemente perfezionato il sistema HTSi così da consentire una migliore e più approfondita comprensione dello stato di salute dei gruppi di animali, per prendere decisioni tempestive basate su solidi dati e supportare in modo adeguato una produzione sostenibile e profittevole. Il sistema HTSi di Elanco consente di implementare un programma anticoccidico ottimale ottimizzando l’Integrità Intestinale e le prestazioni.
Bibliografia 1. Kadykalo, S. 2017. “The value of anticoccidials for sustainable global poultry production .” International Journal of Antimicrobial Agents. 1 7 2. Tom Jeffers - Presented at XIVth European Poultry Conference Stavanger, Norway 23 – 27 June 2014
La coccidiosi, in particolare, è uno dei fattori che maggiormente influiscono sulla qualità dell’Integrità Intestinale del broiler ed è ancora un problema largamente diffuso nella moderna industria avicola. Essa influenza negativamente la salute e la produttività del broiler e si stima che a livello mondiale, per l’industria avicola, possa rappresentare perdite pari a circa tre miliardi di dollari all’anno1. “La coccidiosi è probabilmente la minaccia più importante e costosa per l’industria avicola a livello globale, per mantenere un’Integrità Intestinale ottimale e garantire un
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AZA International La società AZA International è da sempre riconosciuta come leader nella produzione di impianti per il trasporto e accessori per la distribuzione automatica di alimenti zootecnici.
PRATIKA
La principale gamma di prodotti, completa dei nuovi impianti trasportatori a grande portata e delle innovative mangiatoie lineari e tramoggette, è stata appositamente studiata per le esigenze degli allevatori di polli da carne, galline ovaiole, riproduttori, galli, anatre e tacchini; si tratta di prodotti di alta qualità a prezzi competitivi. I trasportatori a grande portata, fino a 12 metri cubi/ora, sono disponibili a catena e nel diametro 76 e 114. Realizzati con materiali di prima qualità, si compongono di gruppi traino e tramogge in acciaio inox, di curve e scarichi disponibili in diverse forme e materiali a seconda del tipo di prodotto che deve essere convogliato. Sono la soluzione ideale per quei clienti che hanno la necessità di trasportare rilevanti quantità di mangime da uno o più punti di carico a uno o più punti di scarico. Un esempio di questa applicazione trova conferma nel set-
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tore delle gabbie, dove vi è la necessità di trasportare velocemente grandi quantità di mangime senza essere rotto o sbriciolato ulteriormente, come invece accade con gli impianti a spirale. La tramoggetta MIXTA, presentata per la prima volta alla fiera Space nel 2018, sta riscuotendo un ottimo successo per l’allevamento delle anatre, e anche in Paesi come Francia, Marocco e Algeria, dove gli allevatori praticano cicli misti di polli e di tacchini. Coloro che hanno creduto in questo prodotto e hanno iniziato a usarlo, apprezzano la sua semplicità operativa. È completamente automatica e permette facilmente il lavaggio di tutte le componenti interne rispetto ad altri prodotti presenti sul mercato. La tramoggetta PRATIKA, per polli da carne, è stata realizzata per garantire una distribuzione e un’assunzione ottimale del
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lineare, particolarmente adatto per polli riproduttori e galline ovaiole allevate sia in gabbia che a terra. Rispetto agli impianti esistenti a catena piatta o spirale, l’impianto BREEDAZA funziona con catena dotata di anello in plastica che corre all’interno del tubo anti-sosta installato sopra la canalina di plastica, che resta completamente libera da ostacoli; i soggetti possono così alimentarsi e pulirla completamente dal mangime alla fine di ogni pasto. Il sistema BREEDAZA garantisce una rapida e omogenea distribuzione del mangime lungo tutta la linea, riducendo notevolmente i tempi di alimentazione degli animali. A fine ciclo le operazioni di pulizia sono semplici e veloci. Necessita di un solo gruppo traino e di un solo punto di carico anche per impianti lunghi 300 metri, permettendo così l’installazione del silo di caricamento in testa al capannone e non al centro. Il sistema BREEDAZA è dotato di una griglia antigallo regolabile, per l’alimentazione separata.
GT 114
mangime da parte degli animali, con ottime performance di conversione. Dispone di un sistema completamente automatico per la regolazione del mangime e per l’apertura dei piatti, agevolando le operazioni di pulizia e lavaggio. Il sistema DUO, per polli da carne, ha una regolazione automatica ed è caratterizzato dall’abbinamento della linea di alimentazione con quella di abbeveraggio. Questo riduce la migrazione degli animali consentendo un maggiore spazio libero nel capannone con un unico sistema di sollevamento, sia per la linea dell’acqua che per quella del mangime. La tramoggetta COMPACTA è anche ideale per pulcinaie di tacchini.
BREEDAZA
La tramoggetta SELF-DOSY è un altro prodotto che AZA International sta presentando alla propria clientela. Si tratta di una mangiatoia robusta, studiata appositamente per galli riproduttori che incorpora un innovativo dosatore volumetrico, a regolazione centralizzata, che permette di variare istantaneamente su tutta la linea la quantità di mangime da distribuire nel piatto in funzione del ciclo riproduttivo dei galli. Con questa tramoggetta non servono più i vari sistemi di pesatura a monte e non è necessario sollevare la linea durante la fase di riempimento del mangime. La tramoggetta è molto semplice da lavare grazie al fondo rimovibile che permette una pulizia completa di tutti i componenti. MODULA è una tramoggetta progettata per i tacchini utilizzabile dal primo giorno fino ai maschi pesanti. È robusta, facile da gestire e disponibile a un prezzo molto competitivo.
DUO system
Il sistema BREEDAZA è un impianto innovativo per la distribuzione e l’alimentazione controllata a mangiatoia
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Per informazioni: Email: info@azainternational.it Web: www.azainternational.it
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Nuove tecnologie Incubatrici VICTORIA VICTORIA, azienda leader nella produzione di incubatrici da quasi un secolo, rinnova la sua continua e dedita ricerca della migliore tecnologia che il mercato dispone, da applicare ai suoi macchinari e a servizio del cliente.
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Sono facili da “digerire” Il mangime fornisce l’energia necessaria a promuovere la crescita del broiler, tuttavia la sua dieta può contenere anche β-mannani, sostanze che scatenano una risposta immunitaria a livello di apparato digerente. Evento che influisce negativamente sulla salute e sulla performance del broiler.
IL PROBLEMA
LA SOLUZIONE
β-mannani
Hemicell HT
Inducono una risposta immunitaria (FIIR)1,2
Contiene β-mannanasi, un enzima che degrada i β-mannani6 Riduce la risposta immunitaria (FIIR)6
Peggiorano la digestione dei nutrienti3
Migliora la digestione e l’assorbimento dei nutrienti7
Migliora l’efficienza energetica7
Sottraggono energia necessaria per la crescita, energia che viene utilizzata per costruire la risposta immunitaria4
Ha un impatto positivo sulla salute intestinale8 Hanno un impatto negativo sulla performance e sulla salute intestinale5
Riduce il costo del mangime consentendo un miglior ritorno economico
Studi clinici dimostrano che l’aggiunta di Hemicell HT al mangime migliora la salute e il benessere degli animali. Hemicell HT. Più energia per la loro salute e per i tuoi profitti.
Aumentano il costo del mangime
1. Anderson DM, Hsiao HY, and Dale NM. 2008. Identification of an inflammatory compound for chicks in soybean meal-II. Poultry Science 2008; 87: 159. (REF-01075). 2. Worthley, D.L., Bardy, P.G., Mullighan, C.G. 2005. Mannose-binding lectin: biology and clinical implications. Internal Medicine Journal 2005; 35 (9): pp 548-555. (REF-01146). 3. Gabler, N. and Spurlock, M. 2008. Integrating the immune system with the regulation of growth and efficiency. J. Anim. Sci. 86: E64-E74. (REF-00805). 4. Spurlock, M. 1997. Regulation of metabolism and growth during immune challenge: an overview of cytokine function. J. Anim. Sci. 75: 1773-1783. (REF-00807). 5. Zuo, J.J. et al. 2014. Supplementation of β-Mannanase in Diets with Energy Adjustment Affect Performance, Intestinal Morphology and Tight Junction Protein mRNA Expression in Broiler Chickens. J. Animal and Vet. Adv. 13(3): 144-151, 2014 (REF-09891). 6. Anderson, D.M. & Hsiao H.-Y. 2009. “New Feed Enzyme Development.” ChemGen Corp. 2009. 1: 1-30. (REF-01125) 7. Caldas, J.V. et al. 2018. The effect of β-mannanase on nutrient utilization and blood parameters in chicks fed diets containing soybean meal and guar gum. 2018 Poultry Science 0:1–11. http://dx.doi.org/10.3382/ ps/pey099. (REF-07106). 8. Qiao, Y., Zhu, X., Zhai, L., Payne, R., and Li, T. 2017. Dietary soybean meal level and β-mannanase supplementation affected immunioproteins in carotid artery and morphology and aquaporin water channels in small intestine of nursery pigs. Journal of Animal Science Vol. 96, suppl. S3. PSIII-36. REF-00994. Hemicell HT, Elanco e la barra diagonale sono merchi registrati di Elanco o sue affiliate. PM-IT-20-0234 © 2020 Elanco o sue affiliate
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REPORTAGE
Indagine per Covid-19 in alcuni impianti di macellazione in Italia Si è tenuto il 29 settembre, organizzato dall’Istituto superiore di sanità, un webinar indirizzato alle Regioni e ai Dipartimenti di Prevenzione interessati, che ha riguardato uno scambio di informazioni e conoscenze sui focolai di Covid-19 registrati in Italia in impianti di macellazione e sezionamento. Il tema centrale è stato trattato partendo da alcune domande qualificanti alla luce delle evidenze estere: cosa caratterizza gli stabilimenti di lavorazione carni rendendoli, a parità di dimensioni aziendali e intensità di ritmi di lavoro, più suscettibili alla diffusione del virus rispetto ad altri comparti lavorativi? Esiste la possibilità di fornire alle imprese e agli stessi operatori dei Servizi Asl e Ats linee di indirizzo finalizzate alla migliore conoscenza del rischio e alla prevenzione della diffusione del contagio in questi stabilimenti? Ferme restando le esigenze produttive del singolo stabilimento o della stessa filiera, esistono criteri condivisi che consentano un approccio che rispetti l’esigenza primaria della tutela della salute pubblica e del singolo individuo? Nel corso del webinar sulle attività di indagine per Covid-19 in alcuni impianti di macellazione si è voluto illustrare l’obiettivo finale: proporre a livello nazionale un piano mirato di prevenzione con attuatori i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl e Ats, in quanto il settore in questione appare strategico e al contempo fragile per garantire un accesso sicuro alla risorsa alimentare.
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REPORTAGE
A livello di impianti industriali, caratterizzati anche da una forza lavoro soggetta ad ampio turnover, non ci si può permettere l’introduzione di Sars-CoV-2, in quanto le condizioni microclimatiche possono favorire il contagio in ambito lavorativo. La ridotta differibilità della macellazione, prioritariamente nel settore avicolo e a seguire nei suini e bovini, può comportare uno spreco di risorsa alimentare per un eventuale aumento degli animali morti in attesa di essere macellati oltre il termine di vita commerciale, laddove l’impianto di macellazione dovesse lavorare a ritmo ridotto o essere temporaneamente chiuso e non ci fossero adeguati impianti vicarianti. Da notare che 6-7 impianti di macellazione in Italia coprono il 90% della produzione di broiler, e per il territorio veneto, la filiera avicola è a maggiore rischio. L’iniziativa, su invito, è stata presa per il perfezionamento degli strumenti di lavoro destinati alle associazione datoriali come schema per l’autocontrollo e per i dipartimenti di prevenzione, attraverso un questionario per la sensibilizzazione (il termine tecnico è “advocacy”) delle potenziali criticità impianto per impianto, senza generalizzare e associare in modo immediato e non dimostrabile le evidenze Covid-19 in Italia nel settore della macellazione. Tale iniziativa è il seguito delle attività di un gruppo di lavoro tra Iss, Inail e Asl Bari-Dipartimento prevenzione, che ha proposto al tavolo tecnico interregionale sulla sicurezza sul lavoro gli strumenti sopra citati. Dalla consultazione di tale tavolo tecnico, presieduto dalla Regione Lombardia – dottoressa Nicoletta Cornaggia, è scaturita la proposta di un Piano mirato di prevenzione, strutturato secondo l’approccio indicato nel Piano nazionale della Prevenzione 2020-2025, ovvero “…come un modello territoriale partecipativo di assistenza e supporto alle imprese nella prevenzione dei rischi…”, allo scopo di verificare e meglio individuare gli interventi non farmacologici efficaci a contenere la trasmissione del contagio nei luoghi di lavoro. Il piano è incentrato e contestualizzato sul territorio e vi vengono disegnati i criteri alla base delle priorità di intervento; inoltre non è disgiunto da un’attività di formazione/informazione alle imprese del settore. Tale proposta ha raccolto il consenso della dottoressa Francesca Russo, Regione Veneto, coordinatrice del Coordinamento interregionale prevenzione (CIP), che ha sottolineato gli aspetti di collaborazione con il mondo produttivo per risolvere insieme i problemi evitando gli aspetti sanzionatori.
Le evidenze salienti portate alla conoscenza sono state le seguenti: Esiste la possibilità di un’azione preventiva efficace lavorando in maniera organica su vari fattori di rischio: a) gestionali, b) strutturali, c) lavorativi (mercato del lavoro); socio-culturali (etnie presenti e loro abitudini sociali). In questo, le esperienze maturate da Ats Valpadana per i primi focolai in provincia di Mantova, e da Regione Emilia-Romagna per i primi focolai tra Modena e Reggio Emilia sono state risolutive per capire lo sforzo alla base di un’opera di prevenzione e tracciamento dei casi. In particolare la Regione Emilia-Romagna si è attivata con un depistaggio molecolare (tampone e RT-PCR) a tappeto di tutti gli operatori nel settore ATECO 10.1, insieme alla logistica, in seguito a tempestiva ordinanza regionale. Monitorati in maniera preventiva anche i flussi lavorativi da aree non Shengen, accompagnati da opportuna verifica dell’isolamento fiduciario, in accordo con le aziende del settore. Analoga per intensità ed efficacia l’azione dell’Ats Valpadana che, potendo contare su schede di controllo del Nucleo ispettivo Covid delle Prefetture Mantova e Cremona e sulla verifica dei contenuti in base alla scheda regionale e anagrafe zootecnica con la collaborazione dei servizi veterinari, ha effettuato oltre 4.000 tamponi sui lavoratori e interventi di prevenzione in un’area a fortissima densità di attività ATECO 10.1 (20% delle imprese nazionali). Dai sopralluoghi, le criticità che hanno generato una richiesta di interventi sono state: aspetti organizzativi, aspetti strutturali, microclima, aspetti igienico-sanitari (pulizia/sanificazione), utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, aspetti informativi/formativi. Anche qui sono state evidenziate le modalità legate al mercato del lavoro e le cause socio-economiche e culturali di base. Dopo i casi di inizio estate si è passati alla descrizione di quanto riscontrato in provincia di Trento, da Apss, e in provincia di Treviso, da Regione Veneto. Questi casi tardivi hanno tuttavia evidenziato meglio alcune criticità. In provincia di Trento, le dimensioni “non industriali” degli impianti interessati riconoscono appunto una circolazione di forza lavoro “non stanziale”, con i 2 casi indice sintomatici che di fatto hanno determinato focolai secondari in almeno altri 4 stabilimenti. Anche qui la componente etnica ha rappresentato un fattore determinante. A Treviso è stata effettuata una valida strategia di screening dei lavoratori basata su tamponi rapidi, ripetuti serialmente
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REPORTAGE
“L’iniziativa, su invito, è stata presa per il perfezionamento degli strumenti di lavoro destinati alle associazione datoriali come schema per l’autocontrollo e per i dipartimenti di prevenzione, attraverso un questionario per la sensibilizzazione delle potenziali criticità impianto per impianto, senza generalizzare e associare in modo immediato e non dimostrabile le evidenze Covid-19 in Italia nel settore della macellazione”
su tutti gli individui risultati negativi al primo screening. Di fatto l’impianto, che ha sostenuto anche una produzione più elevata rispetto all’atteso, nonostante la riduzione del conferimento al settore Ho.Re.Ca, si è trovato a utilizzare forza lavoro “non stanziale” dopo le ferie di agosto, pari a circa il 50% degli effettivi a pieno regime sulle linee di macellazione e sezionamento. Inail, tramite il dottor Sergio Iavicoli, ha illustrato l’analisi di rischio, che viene incrociata con le denunce di infortunio per Covid-19 che l’Ente riceve dai medici competenti. La matrice è basata sui fattori esposizione/prossimità/ aggregazione; a questo scopo si è rivelato necessario un focus particolare su attività ricomprese nel codice ATECO 10.1, considerando anche le differenze nei cicli produttivi delle varie specie animali. Il problema di manodopera giovane e asintomatica può rendere difficile la prevenzione, se riferita alla sola sintomatologia. Sono stati sottolineati anche i fattori legati agli ambienti di lavoro (basse temperature, umidità, superfici di acciaio, rumorosità, ventilazione), al corretto distanziamento, all’utilizzo di DPI adeguati, alle modalità di raggiungimento del posto di lavoro e ai determinanti socio-demografici legati anche al reclutamento della forza lavoro. Sono stati indicati anche i cardini per una riapertura in sicurezza, basata su una strategia multifattoriale per la mitigazione dei rischi. Si è auspicato infine una collaborazione con
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le Regioni per fare tesoro dei casi studio attraverso l’approfondimento sui focolai, la comprensione dei processi, l'analisi di rischio e quali strategie di gestione adottare. Le associazioni di categoria invitate hanno manifestato interesse all’iniziativa in modo collaborativo, segnalando la scarsa prevalenza di casi negli impianti in fase di picco pandemico, la sensibilizzazione degli assistiti, la necessità di una prevenzione anche attraverso un accesso prioritario alla vaccinazione anti-influenzale e il fatto che la situazione italiana sia diversa da quella che si è verificata in altri Stati.
Per concludere Le schede e il questionario non sono stati resi disponibili, in quanto oggetto di revisione in base alle risultanze del webinar. Tali schede, d’altra parte, sono risultate valide in quanto sperimentalmente applicate all’interno di impianti di macellazione industriali. La regione Umbria le ha già adottate in una prima versione e attivato i Dipartimenti di Prevenzione competenti. Si è concluso che prevenire i focolai all’interno dei macelli si può, anche se richiede impegno e trasversalità nelle azioni. Le realtà territoriali che per prime sono entrate in contatto con la problematica, in base a strumenti legislativi e organizzativi, sono state in grado di prevenire ulteriori focolai. Tuttavia, i recenti casi in provincia di Trento, Treviso e Napoli, non permettono di abbassare la guardia, anche considerando le modalità di organizzazione della forza lavoro. I servizi veterinari sono chiamati a una forte collaborazione istituzionale, anche per la profonda conoscenza delle filiere e di come lavora un macello, condividendo peraltro il rischio lavorativo. L’organizzazione del webinar è il risultato dei quesiti posti al Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid da Sivemp Veneto: di sicuro avere sollevato il problema sulla sicurezza lavorativa e sulla gestione dei focolai in ambito macelli, che pone la salute come driver principale e trasversale ad altre politiche sociali, culturali, economiche, lavorative fa onore a Sivemp, che ha i piedi nella realtà di ogni giorno e che quindi può rilevare e proporre in modo propositivo e professionale interventi migliorativi.
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Fonte: Sivemp Veneto
Image: Fotolia - © Minerva Studio
REPORTAGE
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DOSSIER
Sistema di qualità nazionale per il benessere animale Si è svolta a fine settembre, in Parlamento, la conferenza stampa sul “Sistema di qualità nazionale nel settore zootecnico – strategie per il rilancio del comparto”, al quale hanno partecipato rappresentanti delle organizzazioni di categoria: Confagricoltura, Copagri, ACI, Assocarni, CIA, UnaItalia, Coldiretti, Uniceb e Assica. È stato presentato in una conferenza stampa a Roma, su iniziativa del presidente della Commissione Agricoltura della Camera, on. Filippo Gallinella, il nuovo sistema di certificazione volontaria per il benessere animale, i cui disciplinare e logo dovranno essere redatti di concerto dai Ministeri delle Politiche agricole e della Salute e approvati previo accordo con le Regioni. Il sistema è costituito “dall’insieme dei requisiti di salute e benessere animale superiori a quelli delle pertinenti norme europee e nazionali”; quindi riguarderà uno standard superiore a quello applicato per legge a tutti gli allevamenti. Saranno indicati quegli standard che possono assicurare una produzione zootecnica di maggiore qualità e rafforzare la sostenibilità dell’intera filiera. L’adesione al sistema sarà volontaria, così come volontaria è quella al sistema di qualità già esistente, istituito ai sensi del regolamento UE n. 1305 del 2013. I prodotti certificati saranno contrassegnati da un
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- dossier -
DOSSIER
marchio, uno strumento che “potrà dare una spinta all’intero comparto”, così ha dichiarato il presidente di Copagri, Franco Verrascina. Per Confagricoltura è intervenuto il vicepresidente Matteo Lasagna che ha espresso una valutazione positiva sull’iniziativa. “Però – ha detto – non dovrà essere l’ennesima certificazione. Spetta al governo rendere lo strumento davvero efficace e capace di dare valore aggiunto agli sforzi delle imprese che aderiranno. La sfida che ci si deve porre ora – ha concluso Lasagna – è di avvicinare il sistema di qualità nazionale nel settore zootecnico alla strategia ‘Farm to Fork’, che ha l’obiettivo di guidare la transizione dell’agricoltura verso pratiche più sostenibili”.
Adesione su base volontaria Allevatori e aziende non saranno dunque costretti all’adozione dell’etichetta, ma se aderiranno ciò rappresenterà un merito aggiuntivo, una certificazione ufficiale che attesterà la virtuosità dell’azienda. Per accedervi sarà necessario rispettare delle regole che verranno precisate dal dicastero agricolo e da quello della salute, accettando ovviamente i relativi controlli.
I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
I Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole avranno così il compito di stabilire i criteri di valutazione, sulla base di requisiti sanitari e delle modalità di gestione degli animali, come pure i tipi di controllo che saranno affidati a organismi terzi accreditati. Insieme alla disciplina produttiva, si deciderà quale debba essere il segno distintivo con il quale identificare i prodotti ottenuti. Il sistema opererà sotto la guida di un costituendo organismo tecnico scientifico che dovrà definire regime e modalità di gestione.
Il marchio
Nuovo ventilatore MagFan costruito in materiale composito, motore a variazione di velocità con inverter, trasmissione in presa diretta, portata d’aria fino a 70.000 mc/h a 0 Pa e con risparmio energetico fino ad un massimo del 70%.
Si tratterà di una sorta di marchio riferito a tutti gli operatori che credono seriamente nell’importanza della realizzazione di criteri di allevamento riguardosi degli animali e che, per questo, vengono premiati da un riconoscimento istituzionale. È giusto che il consumatore, al momento dell’acquisto, possa riconoscere se il prodotto proviene da un allevamento intensivo o all’aperto, perché sapere con quale metodo è stato allevato un animale è già un’indicazione
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DOSSIER
di benessere degli animali e indirizzarli, attraverso iniziative volontarie, a promuoverne il valore sia all’interno dell’UE che al di fuori di essa.
“L’introduzione del nuovo Sistema “Siamo fortemente convinti che l’etichettatura degli alidi qualità nazionale, su i cui decreti menti, regolamentata a livello europeo e nazionale, posattuativi il Mipaaf è al lavoro, permetterà sa agire da volano per il miglioramento dei nostri sistemi di allevamento, ridurre il consumo dei farmaci e miglioradi definire requisiti di salute e benessere re la qualità dei prodotti e il livello di fiducia dei consumatori”, con queste parole anche la ministra Teresa Bellanoanimale più elevati rispetto a quelli ad va si è dichiarata a favore dell’etichettatura sul benessere oggi effettivi. Saranno quindi indicati animale, ricordando che il Mipaaf, insieme al ministero alcuni standard da perseguire per della Salute e le Regioni, ha messo a punto anche un sistema di misurazione specifico, il cosiddetto Classyfarm. assicurare una produzione zootecnica di maggiore qualità e rafforzare la ClassyFarm sostenibilità dell’intera filiera anche nell'ottica di una migliore competitività a Si tratta di un sistema informatizzato che consente la categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, balivello europeo”
sul suo potenziale stato di salute e benessere. Già altri Paesi europei stanno definendo etichette analoghe e, nel mercato comunitario, questo potrebbe comportare un vantaggio per alcuni Stati a scapito della produzione italiana. Un’iniziativa del genere non solo tutela la libertà di scelta, ma difende anche gli allevatori italiani virtuosi, che lavorano ogni giorno per dare una vita migliore agli animali e un futuro alla propria attività, rispettando l’ambiente e la salute delle persone coinvolte. Il valore del marchio dovrà essere colto dai consumatori; sarà quindi importante comunicare con efficacia la sua presenza perché possa trasmettere quei valori che i consumatori ritengono fondamentali: dalla sicurezza alimentare alla sostenibilità.
Una proposta che risponde anche ai parametri europei Si tratta di un progetto particolarmente importante anche nell’ottica della Politica Agricola Comune (PAC) post 2020, chiamata a rispondere, più che in passato, alle aspettative dei cittadini e dei consumatori. In questo contesto, infatti, la PAC potrà aiutare gli agricoltori a migliorare l’applicazione delle norme dell’UE in materia
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sandosi su metodi armonizzati e scientificamente validati nel rispetto della massima trasparenza. Lo scopo del sistema è rafforzare la prevenzione delle malattie animali e la lotta all’antibiotico-resistenza, rendere più efficiente il controllo ufficiale da parte delle autorità competenti e offrire agli allevatori le condizioni per migliorarsi e tendere all’eccellenza. Tutti i dati resi disponibili sono convertiti attraverso coefficienti scientificamente validati in un indicatore numerico che misura il livello attuale di rischio dell’allevamento stesso.
A garanzia della massima trasparenza, le modalità di calcolo dei coefficienti, utilizzati per la determinazione del livello di rischio degli allevamenti ai fini della loro categorizzazione, sono rese pubbliche. ClassyFarm permette la visualizzazione delle informazioni aggregate per aree geografiche e per tipologia di allevamento, favorendo un circuito virtuoso basato anche sull’emulazione di best practice; ciò a vantaggio dell’interesse economico dello stesso allevatore e, soprattutto, a tutela dei consumatori per quanto riguarda la salubrità e qualità degli alimenti prodotti. Il benessere animale gioca un ruolo di primo piano nel miglioramento della sostenibilità delle produzioni zootecniche e nella lotta contro la resistenza antimicrobica e rappresenta quindi uno degli obiettivi chiave da raggiungere a livello nazionale ed europeo per sostenere la competitività delle diverse filiere zootecniche e la gestione delle problematiche sanitarie.
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DOSSIER
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©defresasylaurel
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Concentrazione regionale nella produzione mondiale di uova Una panoramica a livello di continente
Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Direttore Scientifico del WING all’Università Veterinaria di Hannover e Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania
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L’articolo individua i Paesi leader nella produzione di uova in ogni continente e documenta il contributo che ciascuno di essi offre sia alla produzione del proprio continente che a quella mondiale. Lo stesso metodo di analisi sarà utilizzato in un articolo successivo per analizzare la produzione mondiale di carne avicola. Tra il 2008 e il 2018 la produzione mondiale di uova è passata da 61,7 milioni di tonnellate a 76,7 milioni di tonnellate, con una crescita del 24,2%. Parallelamente a questo aumento,
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Tabella 1 – I dieci Paesi leader nella produzione di uova in Asia nel 2018 (fonte: database FAO).
Figura 1 – Lo sviluppo nella produzione di uova a livello di continente tra il 2008 e il 2018 (fonte: database FAO).
anche la concentrazione regionale è cresciuta in modo considerevole (Figura 1).
Produzione asiatica di uova dominata da tre Paesi Nel 2018 i Paesi dell’Asia hanno contribuito con il 59,8% alla produzione mondiale di uova. La concentrazione regionale in Asia è stata molto elevata, come si evince dai dati riportati in Tabella 1. I dieci Paesi leader hanno condiviso l’89,2% del volume di produzione di tutti i Paesi asiatici; i tre Paesi leader (Cina, India e Giappone) il 75%. Il divario tra i primi tre e quelli che seguono in classifica è piuttosto ampio, visto che Indonesia e Turchia insieme hanno contribuito solo al 5,7% del volume di produzione del continente.
ABBEVERATOI
GABBIE DA TRASPORTO
Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Asia
Mondo
Cina India Giappone Indonesia Turchia Malesia Pakistan Rep. Corea Iran Tailandia
26.590,0 5.236,9 2.627,8 1.644,5 963,5 856,8 847,7 772,9 723,6 701,6
57,9 11,4 5,7 3,6 2,1 1,9 1,8 1,7 1,6 1,5
34,7 6,8 3,4 2,1 1,3 1,1 1,1 1,0 0,9 0,9
10 Paesi
40.965,3
89,2
*53,3
Asia
45.905,2
100,0
59,8
Paese
*la somma non aumenta per l’arrotondamento
Grazie all’elevata produzione di uova in Cina, i dieci Paesi leader nel 2018 hanno contribuito alla produzione mondiale di uova per il 53,3%, contributo che senza la Cina sarebbe stato solo del 18,6%.
Concentrazione regionale molto alta anche nelle Americhe I Paesi delle Americhe hanno contribuito per più di un quinto alla produzione mondiale di uova nel 2018. La concentrazione regionale è stata ancora più elevata di quella asiatica, dato che i dieci Paesi leader si sono spar-
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Brasile, è stata rispettivamente di 2,6 milioni di tonnellate e di 2,8 milioni di tonnellate. Il secondo posto del Messico è il risultato di una domanda interna molto elevata derivante da un consumo pro capite straordinario, pari a 368 uova all’anno. In Brasile il consumo pro capite è stato di 190 uova all’anno, mentre negli Stati Uniti di 272 uova all’anno. I primi tre Paesi della lista hanno contribuito per il 15,6% alla produzione mondiale, i primi dieci Paesi per il 19,9%.
titi il 94,2% del volume di produzione dell’intero continente (Tabella 2). Tabella 2 – I dieci Paesi leader nella produzione di uova nelle Americhe nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Americhe
Mondo
USA Messico Brasile Argentina Colombia Canada Perù Guatemala Cile Venezuela
6.466,3 2.871,9 2.665,6 829,0 780,0 571,3 452,2 275,0 247,1 173,0
39,7 17,6 16,4 5,1 4,8 3,5 2,8 1,7 1,5 1,1
8,4 3,7 3,5 1,1 1,0 0,7 0,6 0,4 0,3 0,2
10 Paesi
15.331,4
94,2
19,9
Americhe
16.274,2
100,0
21,1
Paese
Ad eccezione della Russia, la produzione europea di uova è distribuita in maniera più uniforme (Tabella 3). L’Europa ha contribuito per il 14,4% al volume della produzione mondiale di uova, i primi dieci Paesi per l’11,9%. Tra il 2008 e il 2018 la produzione in Russia è cresciuta di 300.000 tonnellate, in Ucraina di quasi 700.000 tonnellate. I due Paesi durante i dieci anni presi in esame hanno contribuito per il 40% all’incremento della produzione europea. La produzione di uova dei tre Paesi seguenti non è molto diversa e lo stesso vale per i successivi quattro Paesi. Il divario tra la Polonia e la Romania, però, è stato piuttosto ampio, con oltre 375.000 tonnellate. La produzione di uova in Europa non aumenterà molto nel corso dell’attuale decennio, considerando una popolazione stabile e un consumo di uova pro capite per anno già elevato. Tabella 3 – I dieci Paesi leader nella produzione di uova in Europa nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Europa
Mondo
Russia Ucraina Francia Germania Spagna Regno Unito Italia Paesi Bassi Polonia Romania
2.486,3 922,3 847,9 846,0 839,3 777,0 736,4 704,7 656,9 280,2
22,5 8,3 7,7 7,6 7,6 7,0 6,7 6,4 5,9 2,5
3,2 1,2 1,1 1,1 1,1 1,0 1,0 0,9 0,9 0,4
10 Paesi
9.097,0
*82,1
*11,9
Europa
11.073,3
100,0
14,4
Paese
Anche se la posizione di vertice degli Stati Uniti non è stata dominante in modo così netto come è successo per la Cina in Asia, gli statunitensi sono risultati comunque di gran lunga i più importanti produttori di uova delle Americhe con il 40% della produzione. La distanza dai due Paesi che seguivano gli USA in classifica, ovvero Messico e
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Produzione distribuita in modo più uniforme in Europa
*la somma non aumenta per l’arrotondamento
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ORIGINAL In Africa cinque Paesi producono i due terzi delle uova La produzione di uova in Africa si è attestata su 2,6 milioni di tonnellate nel 2008 e 3,1 milioni di tonnellate nel 2018, con una crescita del 19,2%. La Tabella 4 documenta che solo cinque Paesi hanno contribuito per il 67,6% al volume di produzione del continente. Tre dei Paesi leader si trovano in Africa settentrionale, solo uno in Africa centrale. Tabella 4 – I dieci Paesi leader nella produzione di uova in Africa nel 2018 (fonte: database FAO). Africa
Mondo
481,4 454,3 453,6 396,0 314,0 111,3 108,7 72,7 65,0 60,6
15,5 14,6 14,6 12,8 10,1 3,6 3,5 2,3 2,1 2,0
0,6 0,6 0,6 0,5 0,4 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1
10 Paesi
2.517,6
81,1
3,2
Africa
3.104,5
100,0
4,0
Nigeria Egitto Sudafrica Algeria Tunisia Tanzania Libia Sudan Burkina Faso Zambia
»VARIA CON NIDO CENTRALE« PRODUTTORE DI ATTREZZATURE AVICOLE DAL 1961!
Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Paese
ATTREZZATURE AVICOLE
Vale la pena notare che il volume di produzione dei tre Paesi leader non differisce di molto. Non c’è stato un Paese che ha assunto una posizione dominante e l’andamento è simile a quello europeo, con l’eccezione della forte posizione della Russia. L’Africa, nonostante una popolazione di 1,33 miliardi di persone, ha giocato un ruolo minimo nella produzione mondiale di uova con un contributo del 4,0%. Il consumo pro capite annuo in molte regioni a sud del Sahara è molto basso, anche se questo dato potrebbe essere sottostimato a causa della presenza di allevamenti domestici, che sono usati sia per la produzione di uova che per il consumo di carne.
In Oceania sono solo due i Paesi leader nella produzione In base alle proprie risorse, l’Australia sarebbe in grado di produrre più uova rispetto al 2018, ma una popolazione relativamente modesta, con una domanda interna ridotta e la sua posizione periferica (che è il principale ostacolo alle esportazioni) stanno limitando l’espansione dell’industria delle uova. Nel 2018 il Paese ha prodotto il 75,4% delle uova del continente, seguito dalla Nuova Zelanda con il 18,0% (Tabella 5). I Paesi dell’Oceania hanno contribuito alla produzione mondiale di uova solo con lo 0,4%. Tuttavia il volume di produzione è aumentato da
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dal nido centrale! Raccolta delle uoeva automaticamente.
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Tabella 5 – I cinque Paesi leader nella produzione di uova in Oceania nel 2018 (fonte: database FAO). Contributo (%)
Produzione (1.000 t)
Oceania
Mondo
Australia Nuova Zelanda Figi Papua N.G. Polinesia Francese
258,9 61,9 9,1 5,5 2,4
75,4 18,0 2,7 1,6 0,7
0,3 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1
5 Paesi
337,8
98,4
0,4
Oceania
343,3
100,0
0,4
Paese
È sorprendente che, diversamente da quanto accade per la produzione di polli da carne, nessuna società cinese o indiana si sia classificata tra i primi quindici produttori. Ovviamente la concentrazione settoriale in questi Paesi è stata molto inferiore a quella negli Stati Uniti o in Messico. La francese Avril, unica società entrata nella lista dei primi 25 produttori di uova, si è classificata al sedicesimo posto con 10 milioni di capi.
sole 229.200 tonnellate del 2018 alle 343.000 tonnellate di dieci anni più tardi, con un aumento quasi del 50%.
L’analisi fin qui condotta ha dimostrato che la concentrazione regionale della produzione di uova è stata molto alta in Asia, nelle Americhe e in Oceania. Senza l’apporto della Russia, la concentrazione è stata molto più bassa in Europa e in Africa. La Tabella 6 elenca i dieci Paesi leader nella produzione mondiale di uova nel 2018, che hanno contribuito per il 68,4%. Appare ovvio il ruolo eccezionale assunto dalla Cina, senza la quale gli altri 9 Paesi hanno contribuito per il 33,7% alla produzione mondiale, un valore più basso di quello della sola Cina. Cinque dei Paesi si trovano in Asia, tre nelle Americhe e due in Europa. Vale la pena notare che nessuno dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea è riuscito a entrare nella top ten. Tabella 6 – I dieci Paesi leader nella produzione di uova nel 2018 (fonte: database FAO). Continente
Produzione (1.000 t)
Contributo (%)
Cina USA India Messico Brasile Giappone Russia Indonesia Turchia Ucraina
Asia Americhe Asia Americhe Americhe Asia Europa Asia Asia Europa
26.590,0 6.466,3 5.236,9 2.871,9 2.665,6 2.627,8 2.486,3 1.644,5 963,5 922,3
34,7 8,4 6,8 3,7 3,5 3,4 3,2 2,1 1,3 1,2
10 Paesi
-
52.475,1
*68,4
Mondo
-
76.700,5
100,0
* la somma non aumenta per l’arrotondamento
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Tabella 7 – I dieci Paesi leader nella produzione di uova nel 2019 (fonte: WATTAgNet ottobre 2019). Società
Sommario e prospettive
Paese
L’elevata concentrazione regionale nella produzione mondiale di uova si riflette solo in parte sull’elenco delle dieci principali società produttrici di uova (Tabella 7).
Cal-Maine Foods Proteina Animal Rose Acre Farms CP Group Versova Holdings LLC Hillandale Farms Ise Inc. ACOLID Daybreak Foods Michael Foods Totale
Paese
Milioni di ovaiole
USA Messico USA Tailandia USA USA Giappone Arabia Saudita USA USA
40,3 34,0 26,6 22,0 21,1 20,0 20,0 14,4 14,0 13,3 225,7
È lecito aspettarsi che la lista e la classifica cambino nel corso dell’attuale decennio, durante il quale Paesi come Malesia e Pakistan potranno superare l’Ucraina e la Turchia. In questo caso il ruolo dell’Asia nell’industria mondiale di uova ne risulterà ulteriormente rafforzato. Anche se la produzione di sostituti delle uova a base vegetale mostra tassi di crescita annuale elevati – sono già presenti nei principali negozi di alimenti e sono utilizzati nelle catene alimentari nelle Americhe, in Europa e in Asia – essi occupano una quota ancora piuttosto bassa nel consumo mondiale di uova. Questo trend, tuttavia, potrebbe cambiare più velocemente del previsto e potrebbe raggiungere una quota tra il 10% e il 15% nel 2030.
Database Database FAO: http://www.fao.org/faostat. Maggiori produttori di uova al mondo: www.WATTAgNet. com (ottobre 2019).
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TECHNICAL COLUMN
Ruolo dell’incubatoio nella produzione antibiotic free Non ci sono motivi per utilizzare antibiotici nell’incubatoio, poiché i pulcini non vi restano per molto tempo. Se però si utilizzano (in ovo o attraverso iniezione dopo la schiusa), lo si fa preventivamente, per evitare malattie, o per un potenziale beneficio in allevamento, dove i pulcini verranno spediti. Nell’allevamento, peraltro, gli antibiotici possono essere somministrati nel mangime o nell’acqua come misura preventiva o come promotori di crescita. Gerd de Lange Senior Poultry Specialist, Pas Reform Academy
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L’utilizzo di antibiotici come promotori di crescita viene sempre più criticato, perché porta a resistenze (AMR): i batteri cioè possono eventualmente diventare resistenti agli antibiotici.
- technical column -
TECHNICAL COLUMN
In queste condizioni non occorre applicare antibiotici e i polli potenzialmente produrranno bene. Tuttavia, se la resistenza alle malattie è bassa oppure è alta la pressione infettante, si verificano malattie. In questo caso si è tentati di usare antibiotici in via preventiva perché altrimenti è più facile che vengano usati come terapia nel caso di eventi come un’elevata mortalità.
Suggerimenti Spedire pulcini di un giorno con un’alta resistenza alle malattie, usando le pratiche di buona gestione nell’allevamento riproduttori e in incubatoio, che includono:
Figura 1 – Il ruolo dell'incubatoio.
Nel lungo periodo l’antibioticoresistenza causa problemi per la terapia nell’uomo e negli animali. Molti impianti avicoli moderni si stanno impegnando a produrre senza antibiotici o almeno a limitarli al solo uso terapeutico. Diversi Paesi hanno introdotto una legislazione che vieta l’uso di antibiotici, sia come profilattici che come auxinici, mentre altri rispondono alle richieste dei consumatori, che chiedono alimenti “sani e puliti”. La domanda adesso è quale ruolo l’incubatoio possa giocare nel bloccare l’uso profilattico di antibiotici e nel ridurre la necessità dell’uso terapeutico (Figura 1).
• fornire le condizioni di incubazione ottimali per assicurare un pulcino forte e vitale (con ombelico chiuso e sacco vitellino ben assorbito); • applicare un buon programma vaccinale sull’allevamento da riproduzione o da carne, e assicurare in incubatoio un alto livello di immunità; • evitare stress agli embrioni e ai pulcini, quali surriscaldamento, raffreddamento, disidratazione e ritardo di accesso al mangime e all’acqua. Mantenere bassa la pressione infettante in incubatoio, tramite le pratiche di buona igiene, come:
Gli avicoli, ad esempio i polli, si mantengono in salute se sono mantenute le seguenti due condizioni:
• aumentare le misure di biosicurezza per prevenire l’ingresso di patogeni in incubatoio, pertanto garantire anche una buona igiene dell’uovo;
1. alta resistenza alle malattie: gli animali sono robusti e hanno alti livelli di immunità;
• evitare la contaminazione crociata, per prevenire il trasporto di patogeni in incubatoio;
2. bassa intensità delle malattie: i patogeni (batteri, virus) sono assenti o presenti a concentrazioni molto basse.
• pulire e disinfettare regolarmente, per prevenire sviluppi di patogeni in incubatoio.
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MANAGEMENT
Gestione dei tacchinotti nella prima settimana di vita
©Nolangroup
Negli allevamenti di tacchini si tende a replicare e migliorare il comportamento naturale materno, fornendo mangime, calore, acqua, sicurezza e comfort.
L’importanza di fornire ottime condizioni di pulcinaia è evidenziata dalle conseguenze sullo sviluppo intestinale dopo la schiusa che, se inadeguato durante le prime due settimane, può ostacolare in modo permanente la capacità di assorbire i nutrienti. Le prime ore e giorni di vita di un tacchino sono quindi importantissimi e influenzano la sua capacità di accrescimento, di ottenere un’ottima salute e di esprimere il potenziale economico, fattori che poi si traducono in una maggiore produzione di carne o uova. Questa fase della vita, se ben gestita e con la dovuta attenzione ai dettagli, ricompensa lo sforzo e il tempo dedicati.
La preparazione del capannone
Aviagen Turkeys Ltd
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La preparazione del capannone per l’accasamento di un nuovo gruppo di tacchini inizia subito dopo lo svuotamento. È necessa-
- management -
rio rimuovere la vecchia lettiera e poi lavare e disinfettare bene, impiegando manodopera professionale. Tutte le sostanze chimiche usate devono essere approvate, sottoposte a diluizione e gestite secondo le indicazioni del produttore. Bisogna lavare capannone e attrezzature in modo accurato, togliendo qualsiasi residuo di materiale organico che altrimenti ostacolerebbe l’azione del disinfettante. Dopo la disinfezione e prima di posizionare la nuova lettiera, i capannoni andrebbero testati con tamponi ambientali per effettuare un accertamento sulla qualità del lavaggio, riducendo così il rischio di trasmettere patogeni da un gruppo all’altro. Tutte le vaschette per l’immersione degli stivali e le altre attrezzature di biosicurezza vanno quindi riattivate, per mantenere un ambiente pulito ed esente da patogeni. Le linee idriche e i vasconi vanno ripuliti, svuotati e disinfettati usando prodotti approvati e registrati come l’acido peracetico. A questo punto si procede con la manutenzione delle attrezzature. Dovrebbe poi essere posta sul pavimento ben asciutto una lettiera fresca e di buona qualità, a una profondità di almeno 7 cm in estate e 10 in inverno. La profondità della lettiera evita infatti ai pulcini il contatto con il pavimento freddo sottostante, consentendo loro di mantenere il comfort termico necessario. Meglio non usare trucioli di legno duro o umido. Potrebbe essere necessario applicare un secondo disinfettante, con nebulizzazione a caldo, dopo avere sparso la lettiera e preparato il capannone all’arrivo dei pulcini, ma ciò dipende dallo stato sanitario, dall’età dei soggetti e dalla condizione dei capannoni.
MANAGEMENT
Disposizione del capannone
Pulcinaia a cerchi
Ci sono due modi per preparare un capannone per l’arrivo dei pulcini: 1) con pulcinaia a cerchio (Figura 1) dove i pulcini sono tenuti in cerchi chiusi fino a 5-7 giorni (solitamente usata per lo svezzamento dei riproduttori), o 2) con l’intero capannone a disposizione (Figura 4) dove ai pulcini viene fornito uno spazio maggiore usando quasi tutto il capannone; solitamente ciò avviene per i tacchini allevati a scopo commerciale.
La dimensione del cerchio dipende dalla fonte di calore della cappa, ma solitamente richiede circa 4 metri di diametro, con una cappa che emana circa 40 °C nel centro e 28 °C al bordo (Figura 2). Queste temperature, nel cerchio, si possono modificare, alzando o abbassando la cappa. Tutt’intorno al cerchio va posto del materiale solido come cartone, che viene usato frequentemente nei Paesi freddi oppure una rete, nei Paesi più caldi. L’altezza è di circa 45 cm.
Entrambi i sistemi sono validi, ma quello esteso a tutto il capannone risulta più difficile per i pulcini che sono esposti fin da subito agli effetti ambientali (temperatura, luce, ventilazione, mangime e acqua). Per tale ragione Aviagen Turkeys suggerisce gruppi di pulcinaia di piccole dimensioni, soluzione più pratica ed economica.
Figura 2 – Temperatura della cappa.
Meno pulcini vengono collocati nel cerchio e minore sarà la competitività tra loro, con maggiori probabilità di avere una buona partenza per ciascuno. Come regola genera-
Figura 1 – Disposizione del sistema.
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The Netherlands
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MANAGEMENT
le, ogni cerchio dovrebbe contenere non oltre 270 pulcini maschi o 290 femmine. Dentro il cerchio andrebbero poste almeno due mangiatoie e due abbeveratoi per 100 pulcini, di cui la metà aggiuntive. Tali mangiatoie possono essere cartoni portauova, di plastica o altro materiale.
Accasamento dei pulcini I pulcini andrebbero posti in un ambiente caldo e confortevole, preriscaldando il capannone almeno 24-72 ore prima dell’accasamento. La superficie della lettiera a contatto con i pulcini deve essere di almeno 28 °C di temperatura e, idealmente, di 30 °C prima dell’accasamento. Ciò può essere controllato con un termometro a infrarossi. Una giusta temperatura del capannone è fondamentale per l’accasamento dei pulcini, soprattutto se si accasa in tutto il capannone e, per ottenerla, potrebbe essere necessario riscaldare più a lungo.
Figura 3 – Esempi di mangiatoie e abbeveratoi aggiuntivi.
La ventilazione minima e il ricircolo, se disponibili, vanno attivati 24 ore prima dell’accasamento per raggiungere una temperatura uniforme e adeguata dappertutto. Prima di accasare i pulcini occorre controllare il livello di CO2 all’altezza della lettiera e, se si usano i cerchi, all’interno di ciascun cerchio. Il livello deve essere inferiore ai 2500 ppm; se è maggiore bisogna aumentare la ventilazione fino a raggiungere il livello normale. Accasare i pulcini con livelli di CO2 superiori a 2500 ppm ne riduce l’attività, con un conseguente minore consumo di cibo e acqua e un impatto negativo su salute e prestazioni. Il capannone va controllato bene prima dell’accasamento, per essere certi che ambiente, temperatura, acqua, mangime e luce (minimo 80 lux) siano adeguati.
Accasamento nel capannone intero
Figura 4 – Capannone intero a pulcinaia.
I pulcini hanno accesso a un’area maggiore e quindi i punti di abbeverata e alimentazione vanno collocati dappertutto, alla giusta altezza. Ciò significa che mangiatoie e abbeveratoi sono messi in linea per tutta la lunghezza del capannone, mentre quelli aggiuntivi sono posti tra le linee, in modo che i pulcini abbiano distanze minime da percorrere per trovare mangime e acqua. Come per la pulcinaia a cerchio, occorrono almeno due mangiatoie e due abbeveratoi per 100 pulcini, di cui il 50% supplementari.
Presentazione del mangime Il consumo di mangime, durante la pulcinaia, è vitale in termini di raggiungimento del peso vivo. È importante, sia in pulcinaia a cerchio che a capannone intero, che il mangime starter sia fornito come sbriciolato o come mini pellet, ed entrambi con un contenuto in polvere minimo (non oltre il 10%). Aviagen Turkeys ha creato uno speciale
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vaglio per mangime, in modo da controllarne la qualità. Altre informazioni in merito si possono trovare sul sito aziendale: www.aviagenturkeys.com.
Il trasferimento dei pulcini dal camion al capannone con i carrelli o le scatole rappresenta un momento importante per la biosicurezza. Se i carrelli sono quelli del camion, vanno portati il più vicino possibile alla porta di ingresso e disinfettati prima di entrare. Durante l’accasamento va mantenuta costantemente la separazione tra zona sporca e pulita. Il personale che trasferisce le scatole dal camion al capannone deve restare nella zona sporca. Le scatole vanno consegnate al punto di ingresso per poi essere prelevate dagli addetti che devono restare sempre nella zona pulita, per l’intera durata della operazione. Il personale della zona sporca non deve accedere a quella pulita. All’arrivo, i pulcini vanno collocati subito, un ritardo aumenterà il rischio di disidratazione. Il camion va scaricato il più velocemente possibile per prevenire il raffreddamento dei pulcini e per ridurre le perdite di calore del capannone. Se si accasa nel sistema a cerchi, non bisogna mettere le scatole direttamente nei
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MANAGEMENT
cerchi, perché ciò potrebbe causare il surriscaldamento dei pulcini, ma vanno poste all’esterno, calcolando se i numeri sono corretti. Nell’accasamento a tutto capannone vanno contate le scatole sui carrelli all’ingresso. Se i pulcini sono stati sessati in incubatoio, occorre essere certi che le scatole siano ben contrassegnate prima di aprirle; ciò al fine di garantire il corretto collocamento dei singoli sessi nelle zone apposite. I pulcini possono essere rilasciati gentilmente e velocemente dalle scatole nella zona pulcinaia, vicino a mangi-
me e acqua, contando gli eventuali morti. I pulcini dovrebbero essere attenti, vitali e cercare subito cibo e acqua. Dopo il loro accasamento, vanno lasciati soli per circa un’ora, per ambientarsi, per far loro trovare acqua e mangime senza distrazioni, evitando rumori inutili. A questo punto andrebbero ispezionati ogni due ore, controllando come si dispongono nella zona pulcinaia, sia nel cerchio che nel capannone intero. È necessario regolare la temperatura sulla base della loro disposizione e usare solo le indicazioni delle tabelle come linee guida (Figura 5 e Tabella 1). Mangime e acqua vanno somministrati in continuazione e mantenuti puliti da feci. L’ideale è aggiungerne poca quantità e spesso, in modo da incoraggiare i pulcini a bere e mangiare, aggiungendo vassoi portauova che vanno sostituiti quando vengono contaminati dalle feci.
Figura 6 – Altezza giusta dell’abbeveratoio e corretta profondità dell’acqua.
Figura 5 – Distribuzione dei pulcini attorno alle cappe.
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MANAGEMENT
Tabella 1 – Target temperatura ambientale. Sesso
Temperatura sotto la cappa °C
Primo giorno
M+F
40
36-37
Secondo giorno
M+F
40
35-36
39-40
34-35
38-40
Diminuzione di 1 °C al giorno
Età
Terzo giorno
Temperatura ambientale °C
Temperatura dell’intera pulcinaia °C
Dal quarto al settimo giorno
M+F
Seconda settimana
M+F
27-28
27-28
Terza settimana
M+F
25-26
25-26
Quarta settimana
M+F
23-24
23-24
Quinta settimana
M+F
21-22
21-22
Sesta settimana
M+F
20-21
20-21
Settima settimana
M+F
19-20
19-20
Ottava settimana
M+F
18-19
18-19
Nona settimana
M+F
17-18
17-18
Decima settima fino a fine ciclo
M+F
16-17
16-17
Con temperature di pulcinaia elevate, l’acqua negli abbeveratoi e nelle linee si riscalda, il che non incoraggia i pulcini a bere e inoltre favorisce lo sviluppo di batteri. Abbeveratoi e linee idriche vanno svuotati spesso e l’acqua lasciata scorrere per mantenerla fresca, assicurando la giusta profondità negli abbeveratoi e regolando gli stessi all’altezza corretta (Figura 6). La lettiera può bagnarsi o contaminarsi, specialmente attorno agli abbeveratoi, il che richiede la sua rimozione e sostituzione con materiale fresco, per prevenire condizioni di lettiera bagnata (con danni alla superficie plantare dei pulcini) che potrebbe causare dermatite. Dopo 3-4 giorni i cerchi possono essere uniti e consentire così ai pulcini uno spazio maggiore, incorporando al contempo ulteriori abbeveratoi e mangiatoie fissi. I cerchi vanno poi tolti dopo 5-6 giorni, lasciando libero l’accesso all’intero capannone. Sia con la pulcinaia a cerchio che a capannone intero, le mangiatoie e gli abbeveratoi aggiuntivi andrebbero rimossi gradualmente dopo 5–7 giorni, togliendone la metà il primo giorno e poi i rimanenti nei due giorni seguenti. Ciò permette ai pulcini di avere il tempo di orientarsi e abituarsi alle mangiatoie e agli abbeveratoi automatici, riducendo lo stress. Andrebbe introdotto un programma luce che includa periodi di oscurità sin dal primo giorno, con un minimo di un’ora di buio. L’oscurità va poi aumentata gradualmente fino a 5-10 giorni, quando i pulcini dovrebbero ricevere 8 ore di buio continuo. I pulcini necessitano di questo periodo di buio prolungato per stimolare la produzione di melatonina che aiuta a sviluppare la forza ossea e che consente un periodo di tranquillità e riposo, favorendo l’abbeverata e l’ali-
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- management -
mentazione nelle restanti ore. Sono stati ottenuti buoni risultati fornendo inizialmente 48 ore di luce, per poi passare a periodi alternati di luce e buio di 2 ore ciascuno. Quando la luce si riaccende, dopo un periodo di buio, i pulcini sono naturalmente stimolati alla ricerca di mangime e acqua. Questo è anche il momento ideale per aggiungere mangime fresco nelle mangiatoie. In entrambi i sistemi di pulcinaia è fondamentale che l’intensità luminosa sia tenuta a un minimo di 80 lux in tutta l’area: si aiuta così il pulcino a trovare cibo e acqua immediatamente dopo l’accasamento. Dopo pochi giorni è possibile che l’intensità debba essere ridotta per evitare fenomeni di beccaggio delle piume e della cloaca. La ventilazione minima va aumentata ogni giorno per mantenere buona la qualità dell’aria. Ciò lo si valuta dai valori di CO2 (massimo 2500 ppm). La misurazione si esegue all’altezza del pulcino e va effettuata al mattino, come prima cosa, per essere certi di misurare la qualità dell’aria dopo un periodo prolungato di ventilazione al minimo e quindi al suo massimo livello di CO2.
Conclusioni Ci sono molti fattori importanti, prima e dopo l’accasamento dei pulcini, cruciali per il benessere dei tacchini. Per tale ragione la gestione di questa fase è vitale e deve essere affidata ad addetti specializzati, ben organizzati e con un programma preciso. Usare scorciatoie e gestire male la pulcinaia compromette le performance dei pulcini e dei tacchini, con una conseguente redditività ridotta in ogni tipo di allevamento.
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MANAGEMENT
Livelli graduali di densità per il tacchino maschio allevato fino a 16 settimane La densità di allevamento potrebbe essere uno dei principali fattori di guadagno, ma può influenzare performance, salute e benessere degli animali. Ecco i risultati di una prova atta a individuare gli effetti di differenti livelli di densità di accasamento dei tacchini maschi. te, occorre rimuovere qualsiasi altro fattore che porti confusione. Studi passati hanno riferito effetti negativi sulla densità di accasamento e sulle rese dei maschi, incluso il peso, la conversione e il consumo alimentare. La densità causa anche cattiva deambulazione, aumento delle lesioni plantari, e differenze comportamentali. Lo scopo di questa prova era stabilire e fornire dati che delineassero gli effetti di livelli differenti di densità di accasamento dei tacchini maschi su performance, resa, benessere e sanità.
Materiali e metodi
K. Beaulac, K. Schwean-Lardner Department of Animal and Poultry Science, University of Saskatchewan, Saskatoon, Canada
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Nei tacchini maschi pesanti, esistono poche prove che considerano la densità. Aumentare la densità può influire negativamente sull’ambiente (ad esempio sulla qualità dell’aria e della lettiera) che può, a sua volta, influenzare la salute del tacchino. Per mitigare gli effetti della densità sull’ambien-
- management -
La prova è stata realizzata con due sperimentazioni su 1.434 tacchini maschi Nicholas Select. Ogni prova consisteva in 2 ambienti replica, con densità di accasamento di 30, 40, 50 e 60 kg/m², il che risultava in 4 repliche per trattamento. I tacchini erano accasati in ampi settori (6,71x10,06 m), forniti di controllo ambientale. La qualità dell’aria era monitorata, per aiutare la gestione della ventilazione e garantirne una buona qualità per tutta la durata della prova. Il peso e i consumi erano registrati a 4, 8, 12 e 16 settimane. La mortalità era rilevata ogni giorno, mentre l’uniformità di gruppo lo era a 12 e 16 settimane. I parametri sanitari, valutati a 12 e 16 settimane, includevano il punteggio delle lesioni del plantare, quello della deambulazione, lo stato del piumaggio e la sua pulizia, il rapporto tra eterofili e linfociti (rapporto H/L), l’incidenza di danni da aggressione e il comportamento.
MANAGEMENT
Tabella 1 – Influenza della densità di accasamento finale sulle rese dei tacchini maschi, fino a 16 settimane. Età (settimane)
n
Densità stimata di allevamento (kg/m²) 30
40
50
SEM¹
60
Regressione
Equazione di regressione²
P-value
R²
0,070
0,01L
0,38
Y=-0,02x+6,66
0,098
0,01L
0,39
Y=-0,02x+19,43
Y=-0,03x+21,15
Aumento ponderale (kg) 12-16 0-16
4 4
6,19 18,72
6,06 18,65
5,94 18,49
5,73 18,07
Consumo di mangime (kg) 12-16
4
20,34
19,54
19,47
19,25
0,186
0,04L
0,26
0-16
4
44,24
43,57
43,51
43,35
0,210
NS
-
Efficienza di conversione alimentare 12-16
4
3,20
3,21
3,27
3,35
0,027
0,03L
0,29
Y=0,51e -2x+3,03
0-16
4
2,29
2,29
2,31
2,35
0,010
0,02L
0,35
Y=0,20e -2x+2,22
Mortalità e abbattimento selettivo (%) 12-16
4
6,8
6,2
4,2
5,5
0,52
NS
-
0-16
4
14,1
12,6
10,2
13,4
0,84
NS
-
¹ = Errore standard della media (standard error of the mean). ² = Regressione considerata significativa se P≤0.05. L = La regressione lineare è significativa.
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MANAGEMENT
Nel corso della valutazione dei parametri sanitari, aumentando la densità (Figura 1) si è osservato un aumento di lesioni plantari, che peggioravano (P=0,02), e della deambulazione (P=0,04), con zoppia. Le lesioni plantari e la deambulazione non sono parametri rilevati frequentemente in relazione alle densità di accasamento e il peggioramento conseguente all’aumento della densità si notava sia nei maschi che nelle femmine. Inoltre, sia la copertura della livrea che la pulizia delle piume erano peggiori a 16 settimane con la maggior densità di accasamento. Il rapporto H/L non risultava influenzato dall’aumento della densità a età maggiori (12 e 16 settimane).
Punteggio medio
5.0 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0
Punteggio deambulazione (/5) Punteggio lesioni plantari (/4) Densità di accasamento finale stimata (kg/m2) 30 40 50 60
Figura 1 – Influenza della densità di accasamento finale sul punteggio della deambulazione e delle lesioni plantari dei tacchini maschi a 16 settimane. Il punteggio di deambulazione va da 0 = nessun peggioramento a 5 = zoppia completa. Le lesioni plantari a punteggio 0 non mostravano nulla, mentre il livello 4 mostrava oltre il 50% dei plantari con cellule necrotiche (Hocking et al., 2008)
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80.0 70.0 60.0 50.0 40.0 30.0 20.0 10.0 0.0
A riposo
In piedi
In movimento
5.0
% di animali nel campo visivo
I risultati presentati sono solo quelli della settimana 16. Le rese dei tacchini (Tabella 1) erano influenzate negativamente con una maggiore densità di accasamento (P=0,01). Questo calo era stato rilevato anche in studi precedenti. Il consumo alimentare e l’efficienza erano influenzati negativamente aumentando la densità nelle ultime 4 settimane, e comunque solo la conversione era influenzata negativamente nel corso dell’intera prova (0-16 settimane). La conversione non era influenzata dall’aumento di densità, come è stato dimostrato anche in altri studi, mentre alcune prove mostrano notevoli peggioramenti nell’efficienza alimentare. La mortalità totale (Tabella 1) e l’uniformità del gruppo, non evidenziata, non erano influenzate dall’aumento di densità. Mentre la mortalità non era significativamente differente in questa prova, due altre prove evidenziavano mortalità maggiore in relazione alla densità.
% di animali nel campo visivo
Risultati e discussione
4.0 3.0 2.0 1.0 0.0
Pettinamento delle piume
Beccaggio aggressivo
Densità di accasamento finale stimata (kg/m2) 30 40 50 60 Figura 2 – Impatto della densità di allevamento sul comportamento dei tacchini a 16 settimane di età.
Il comportamento dei tacchini (Figura 2) era influenzato dall’aumento della densità: atteggiamenti di riposo, deambulazione, pettinamento delle piume e beccaggio aggressivo risultavano diversi nei vari trattamenti. Infatti, i tacchini a minori densità mostravano maggiore attività e meno tendenza al riposo, ma anche un aumento di atteggiamenti aggressivi; quelli a densità moderate (40-50 kg/m2) erano meno aggressivi, meno attivi, e frequentemente si riposavano o si aggiustavano le piume. Concludendo, alte densità di allevamento, che sono economicamente valide, diminuiscono le performance dei tacchini e causano un maggiore rischio per la loro salute e il loro benessere. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli atti della Midwest Poultry Federation Convention 2019
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MANAGEMENT
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NUTRIZIONISTICA
La salute intestinale in avicoltura: i probiotici Come nell’uomo anche negli animali la salute del tratto intestinale si basa principalmente sul mantenimento in equilibrio dei microrganismi che colonizzano la mucosa enterica. A questo livello troviamo, infatti, una flora batterica ampia e varia, il cosiddetto “microbiota”, composto prevalentemente da batteri commensali responsabili della digestione e dell’assorbimento dei nutrienti e, in minor misura, da microrganismi “potenzialmente patogeni”, ossia in grado di arrecare danno all’organismo, ma che in condizioni di salute rimangono quiescenti e numericamente scarsi.
Maria Parigi medico veterinario
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In generale i fattori coinvolti nell’insorgenza della disbiosi, o disequilibrio intestinale, sono sia di natura tecnica che nutrizionale. In avicoltura, in particolare, condizioni di allevamento stressanti, errori di formulazione e/o bruschi cambiamenti di dieta, assunzione di nutrienti di scarsa qualità, e non per ultimo, una scarsa igiene dei mangimi somministrati agli animali
- nutrizionistica -
NUTRIZIONISTICA
possono comportare una proliferazione dei patogeni a livello intestinale e, nei casi peggiori, una loro diffusione sistemica attraverso il torrente circolatorio. In queste condizioni gli animali manifestano sintomatologia enterica, scarso accrescimento, calo delle performance produttive e aumento della mortalità, proprio a causa dell’alterata integrità della barriera intestinale e della riduzione dell’assorbimento dei nutrienti. Se fino a diversi anni fa era consentito l’uso profilattico di antibiotici a dosaggi sub-terapeutici per prevenire l’insorgenza della disbiosi, ad oggi la prevenzione può essere fatta unicamente utilizzando presidi anti-microbici alternativi, in combinazione con un significativo miglioramento delle condizioni di allevamento. Nel panorama dei prodotti alternativi troviamo quindi probiotici, prebiotici, enzimi, acidi organici, olii essenziali e batteriofagi. In particolare, con il termine probiotici si fa riferimento a ceppi batterici in mono o multi coltura, solitamente vivi, che una volta assunti apportano effetti benefici all’ospite andando a migliorare, integrare e supportare la microflora intestinale cosiddetta “buona”1.
Non tutti i ceppi batterici possono essere utilizzati come probiotici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti definito quali debbano essere i requisiti necessari affinché un ceppo batterico possa essere selezionato come potenziale “probiotico”: la sicurezza per l’organismo, la resistenza alla trasformazione tecnologica, la sopravvivenza in ambiente gastrico, il grado di colonizzazione intestinale e, infine, la capacità di apportare benefici alla salute dell’ospite2. I ceppi batterici più frequentemente utilizzati come probiotici in avicoltura appartengono ai generi Lactobacillus, Bifidobacterium, Enterococcus e Bacillus3; i meccanismi di azione attraverso cui queste specie batteriche sono in grado di apportare benefici alla microflora intestinale dell’ospite sono diversi ed elencati di seguito. • Esclusione competitiva, ossia la capacità dei batteri probiotici di bloccare fisicamente i recettori cellulari, impedendo ai potenziali patogeni di aderire ai villi, alle cellule mucipare e alle cripte intestinali. Maggiore è l’adesività del probiotico alla mucosa
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“Se fino a diversi anni fa era consentito l’uso profilattico di antibiotici a dosaggi sub-terapeutici per prevenire l’insorgenza della disbiosi, ad oggi la prevenzione può essere fatta unicamente utilizzando presidi anti-microbici alternativi, in combinazione con un significativo miglioramento delle condizioni di allevamento”
intestinale, maggiore sarà la sua permanenza nel lume intestinale e la durata dei suoi effetti benefici. • Miglioramento dell’integrità della barriera intestinale, mediante una duplice azione, in primis stimolando la produzione di muco da parte delle cellule mucipare intestinali, e in secondo luogo, rafforzando le tight junction tra le cellule intestinali. • Produzione di sostanze ad azione antimicrobica, quali acidi organici, perossido di idrogeno e batteriocine. Gli acidi organici nella loro forma non dissociata possono penetrare all’interno delle cellule batteriche; una volta entrati riescono poi a dissociarsi, con conseguente acidificazione del citoplasma e danno della funzionalità cellulare. Inoltre la presenza di acidi organici a catena corta nel lume intestinale comporta un abbassamento del pH con inibizione della crescita di batteri patogeni. Il perossido di idrogeno ha invece un forte effetto ossidante sulle cellule batteriche, limitandone la replicazione. Le batteriocine sono sostanze di natura proteica sintetizzate a livello ribosomiale dai ceppi probiotici, in grado di uccidere o inibire la crescita di specie batteriche indesiderate, in particolare gram-negative4. • Stimolazione della funzione immunitaria intestinale, il GALT o tessuto linfoide associato all’intestino riveste una grande importanza anche nelle specie avicole. Studi scientifici dimostrano che i probiotici possono stimolare la produzione di citochine in grado di modulare la risposta immunitaria sia locale
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sia sistemica, come ad esempio in corso di disbiosi, coccidiosi1 o in condizioni di stress e di colpo di calore5. Per quanto riguarda l’utilizzo pratico dei probiotici, sono numerosi gli studi che dimostrano gli effetti di questi composti sul contenimento della replicazione dei principali patogeni intestinali, zoonotici e non. Diversi esperimenti in vivo hanno dimostrato che, con la somministrazione di più specie di Lattobacilli a broiler infettati sperimentalmente con Campylobacter jejuni, è possibile ottenere una diminuzione significativa del numero di colonie del batterio nell’intestino degli animali trattati rispetto ai gruppi di controllo, riducendo così il rischio di contaminazione delle carcasse in fase di macellazione e la conseguente trasmissione del patogeno all’uomo6–8. Risultati simili sono stati ottenuti sempre in broiler infettati sperimentalmente con un ceppo di Salmonella Enteritidis e trattati con un probiotico costituito da Lactobacillus spp, Bacillus spp. ed Enterococcus faecalis9. In un altro studio, l’integrazione di Lactobacillus plantarum nell’alimentazione di galline ovaiole infettate con Salmonella Enteritidis ha portato all’incremento dell’espressione, a livello intestinale, di citochine anti-infiammatorie con riduzione dell’escrezione del patogeno per via fecale10. Infine, utilizzando prodotti composti da diverse specie di bacilli, lattobacilli, enterococchi, bifidobatteri e lieviti, sono stati ottenuti risultati incoraggianti anche nella prevenzione dell’Enterite Necrotica, patologia subclinica a carico dell’intestino causata da Clostridium perfringens e responsabile di importanti perdite economiche, la cui insorgenza è favorita da scarse condizioni ambientali e dalla coccidiosi intestinale11. Alla luce di quanto detto, i probiotici possono considerarsi, a tutti gli effetti, validi strumenti da utilizzare in campo ed è sempre più frequente trovare in commercio prodotti con azione mirata al contenimento di specifiche patologie, intestinali e non. Le industrie del settore sono ancora al lavoro, infatti, per studiare da un lato le potenzialità di nuovi probiotici, e dall’altro per ottenere formulazioni commerciali che permettano un loro utilizzo più agevole e su larga scala, soprattutto in previsione di un’avicoltura sempre più “antibiotic-free”.
Bibliografia 1. Kabir SML. The role of probiotics in the poultry industry. Vol. 10, International Journal of Molecular
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NUTRIZIONISTICA
Sciences. 2009. p. 3531–46. 2. (WHO) F and AO (FAO)/World HO. Probiotics in food. Food and Nutrition. 3. Fesseha H. Probiotics and Its Potential Role in Poultry Production: A Review. Vet Med – Open J. 2019; 4(2):69–76. 4. Annuk H., Shchepetova J., Kullisaar T., Songisepp E., Zilmer M., Mikelsaar M. Characterization of intestinal lactobacilli as putative probiotic candidates. J. Appl. Microbiol. 2003;94(3):403–12. 5. Zulkifli I., Abdullah N., Mohd. Azrin N., Ho YW. Growth performance and immune response of two commercial broiler strains fed diets containing Lactobacillus cultures and oxytetracycline under heat stress conditions. Br. Poult. Sci. 2000; 41(5):593–7.
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VETERINARIA
Il controllo dell’infiammazione per migliorare le performance L’infiammazione o flogosi è un meccanismo di difesa non specifico innato che costituisce una risposta protettiva all’azione dannosa di agenti fisici (traumi, calore, ecc.), chimici (acidi, ecc.) e tossici e da agenti di natura biologica (batteri, virus, ecc.). L’obiettivo dell’infiammazione è l’eliminazione della causa iniziale del danno cellulare o tissutale. Le manifestazioni delle modificazioni tissutali di un tessuto infiammato sono: • arrossamento dovuto all’aumento di sangue nell’area (rubor); • rigonfiamento dovuto all’edema (tumor); • aumento della temperatura (calor); • inibizione della funzionalità dell’area colpita (specie se si tratta di un’articolazione) a causa del dolore e degli squilibri indotti dall’infiammazione (es. edema) sull’integrità delle strutture infiammate (functio lesa). È importante non confondere l’infiammazione con l’infezione. L’infezione è il processo di penetrazione di microrganismi (batteri o virus); se tale penetrazione è opera di un fungo si parla di micosi, se invece si tratta di un parassita (vermi, insetti, pidocchi, zecche) si parla di infestazione.
Pier Enrico Rossi, medico veterinario
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Quando un agente lesivo attacca i tessuti provoca un’intensa azione vascolare che ha la funzione di distruggere, diluire e confinare tale agente, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che favoriscono la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato. I fenomeni elementari comprendono vasodilatazione e aumento di permeabilità, che provocano un travaso di liquidi dal letto vascolare al tessuto leso (edema) e l’infiltrazione leucocitaria nell’area di lesione.
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Tutti questi tentativi di penetrazione possono provocare lesioni ai tessuti e quindi generare infiammazione reattiva. In questo caso il processo di infezione e quello di infiammazione si fondono: ecco perché quelli che consideriamo i sintomi di una malattia (febbre, dolore, alterazioni funzionali) sono in realtà i segni dell’infiammazione, provocata dal microrganismo che distrugge le cellule del tessuto ospite, per riuscire a crescere e sopravvivere al suo interno. L’infiammazione ha proprio lo scopo di liberarsi dell’intruso e non è mai solo un fenomeno locale: diverse molecole, che vengono sintetizzate e rilasciate da cellule che parteci-
VETERINARIA
pano all’infiammazione, passano nel sangue e agiscono su organi a distanza, in prevalenza il fegato, stimolandolo a produrre altre molecole, responsabili della risposta di fase acuta. I principali effetti della flogosi sono: 1. febbre; 2. leucocitosi, ovvero innalzamento dei leucociti circolanti; 3. aumento drammatico (anche nell’ordine di centinaia di volte) di alcune proteine plasmatiche da parte del fegato;
Esempio di zampa di tacchino infiammata. Foto di Carmelo Luzio Alfieri.
4. aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES); 5. modificazione della concentrazione plasmatica di alcuni cationi bivalenti, con riduzione del ferro e dello zinco e aumento del rame; 6. aumento della proteolisi muscolare e dei processi catabolici; 7. risposta immunitaria; 8. sonnolenza. Tutti questi effetti, per quanto in apparenza disparati, sono conseguenti alla produzione di TNF (fattore di necrosi tumorale), IL-1 e IL-6 (pirogeni endogeni), da parte dei macrofagi a seguito dell’esposizione a pirogeni esogeni. L’esame anatomopatologico rende sempre facilmente visibili i segni della flogosi: gli organi colpiti mostreranno segni di edema, versamenti ematici, depositi fibrinosi. In linea di massima il decorso del processo infiammatorio può essere acuto o cronico: tutto dipende dall’entità e dalla durata dello stimolo flogistico, dalla sede della flogosi e dalla risposta dell’ospite. L’infiammazione acuta può andare incontro alla completa risoluzione con guarigione o alla formazione di una cicatrice, con sostituzione del tessuto danneggiato con tessuto fibroso, oppure può progredire verso una flogosi cronica, cioè un’infiammazione di durata prolungata. È chiaro dunque che mentre l’infiammazione acuta può interessare tutti gli animali in ogni fase d’allevamento, l’infiammazione cronica interesserà solo animali con un ciclo vitale più lungo, come riproduttori, tacchini, pollastre ovaiole. Bisogna considerare che l’insorgenza del processo infiammatorio è sempre positiva, poiché mostra la reattività delle difese dell’organismo, ma diventa un problema
quando tale processo non riesce a raggiungere il suo scopo, ovvero una rapida guarigione. In questo caso il processo di cronicizzazione e la sostituzione del tessuto colpito con tessuto connettivo comprometteranno il raggiungimento di elevati standard produttivi. Poter intervenire per indirizzare il processo infiammatorio verso una rapida guarigione, impedendo la cronicizzazione, permette di migliorare lo stato di benessere dell’animale e le sue performance produttive. Oggi questo è possibile grazie all’impiego di antinfiammatori vegetali, metaboliti secondari delle piante, appartenenti al gruppo dei lignani, classificati tra i polifenoli, che – a differenza dei farmaci antinfiammatori di sintesi (FANS e steroidei) – non presentano controindicazioni, non sono gastrolesivi e possono essere assunti per lunghi periodi. L’assunzione di questi particolari lignani, quindi la loro biodisponibilità, permette di intervenire sui meccanismi e le cause che provocano l’infiammazione dei tessuti e organi. Gli antinfiammatori vegetali, in particolare i fitocomplessi costituiti dai lignani, sono in grado di accentuare gli effetti positivi dell’infiammazione, contrastando l’eziologia sia a livello locale che sistemico: localmente l’azione è rivolta all’agente batterico con una potente azione batteriostatica, che agevola l’azione leucocitaria, mentre a livello sistemico l’attività dei fitocomplessi assorbiti favorisce l’inibizione della produzione delle PGF proinfiammatorie e contrasta l’attività dei leucotrieni. La possibilità di intervenire anche per periodi prolungati, senza incorrere in effetti indesiderati, permette inoltre una vera e propria azione di prevenzione, riducendo drasticamente l’insorgenza del processo flogistico e impedendone la sua cronicizzazione, con tutte le ricadute positive sul benessere animale e sull’indice di conversione.
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TRASFORMAZIONE
Sindrome del petto legnoso e altre miopatie del pollo moderno
S. Barbut Food Science Department, University of Guelph, Ontario, Canada
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Lâ&#x20AC;&#x2122;industria avicola negli ultimi 10 anni ha visto un aumento delle anomalie muscolari a carico del petto, che variano dalla sindrome del petto legnoso (filetto duro) alle strisce bianche (altrimenti dette muscolo a spaghetti) alla separazione delle miofibre. Tutte paiono correlate alla quantitĂ di tessuto connettivo muscolare. Diversi ricercatori credono che lâ&#x20AC;&#x2122;eziologia sia comunque la medesima.
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TRASFORMAZIONE
Si stima che le miopatie della carne di petto costino all’industria, tra costi diretti e indiretti, oltre un miliardo di dollari. L’incidenza di tali miopatie all’interno di un gruppo sembra essere correlata a fattori quali tasso di crescita, genetica, alimentazione, gestione e attività dei soggetti. La carne che ne deriva ha una tessitura più consistente, meno legami e quindi una minore capacità di trattenere l’acqua, ma ciò non pone problemi di sicurezza alimentare. Comunque, per l’aspetto della carne, alcune parti potrebbero essere ritagliate ed eliminate in lavorazione. Vari segmenti dell’industria stanno lavorando sulla riduzione della prevalenza del fenomeno, modificando fattori ambientali e selezione genetica. Vediamo quali sono questi tipi di miopatie e i fattori attualmente studiati per ridurne l’incidenza.
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Introduzione L’aumento dell’incidenza delle miopatie nel pollo giovane, negli ultimi anni, ha richiamato una maggiore attenzione dell’industria per eliminarne gli effetti. Le tre principali miopatie che preoccupano sono denominate: strisce bianche (WS, white striping) con strisce parallele sulla superficie del muscolo pettorale; petto legnoso (WB, woody breast) con accumulo di tessuto connettivo e cellule lipidiche dentro al pettorale; muscolo a spaghetti (SP, spaghetti meat) che separa le fasce muscolari. Tali miopatie paiono associate a una crescita veloce e a soggetti più pesanti. Occorre notare che a volte sono presenti altre miopatie, in aree diverse, come le zampe, il dorso e il pettorale profondo, ma non ai livelli di WS o WB, e quindi non sono fonte di preoccupazione. Recentemente varie riviste scientifiche e anche la stampa generalista ha fatto alcune stime su costi e cause. Il Wall Street Journal nel 2016 ha intitolato un articolo “Polli più grandi e problemi maggiori: il petto legnoso”, in cui si stimava che il 5-10% dei polli fosse colpito dal problema. Il quotidiano ipotizzava anche che la causa non fosse necessariamente associata al peso finale del pollo, ma più alla velocità con la quale lo raggiungeva. Nello stesso anno, è stato stimato in circa 200 milioni di dollari il costo annuale per l’industria USA. Oggi, le stime arrivano a oltre 1 miliardo a livello globale. Tale costo deriva dallo scarto della carne, che viene usata per macinati e lavorati, come pure dalla rifilatura, con conseguente valutazione della carne di seconda qualità. L’industria ha fatto notevoli passi avanti per crescere
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TRASFORMAZIONE
i polli velocemente e in maniera efficiente e adesso alcuni suggeriscono che ciò possa aver provocato un aumento delle miopatie.
que sappiamo che il peso corporeo è un fattore importante, anche perché, pure le femmine, se si avvicinano ai pesi dei maschi, mostrano un aumento della patologia.
Discussione
Lo sviluppo di queste miopatie varia notevolmente e sono diversi i fattori che possono contribuire. Soprattutto pare che queste miopatie siano il risultato di una denaturazione a danno delle cellule, che non hanno abbastanza tempo per ripararsi, specialmente in soggetti a crescita veloce. Questa è una delle ragioni per cui il tasso di crescita a un’età giovane (10-20 giorni) pare essere un fattore importante e oggi alcuni produttori usano tale indicazione per diminuire le miopatie. Comunque ciò influenza anche l’efficienza della produzione, che è un aspetto fondamentale per gli allevatori. Stanno inoltre crescendo gli studi che si focalizzano sullo stress ossidativo e su una fornitura di ossigeno insufficiente, a causa della veloce crescita del muscolo pettorale, che può influenzare lo sviluppo della miopatia. La striatura bianca è il risultato della sostituzione delle fibre muscolari
©Kuttapan et al., 2016
Alcuni ricercatori riferiscono che l’incidenza di WS aumenta con l’aumentare del peso: esistono dati secondo i quali, con l’aumento del pollo oltre i 2,7 kg, in effetti aumenta anche l’incidenza di WS grave. Oggi però sappiamo che ciò è anche correlato alla velocità di crescita a un’età specifica, e non solo al peso in assoluto. Si è anche osservato che 4 diversi ceppi di pollo hanno incidenze di WS diverse: il primo del 5%, il secondo del 35%, il terzo del 5% e il quarto del 16%. Questo dimostra che la genetica gioca un ruolo e attualmente le aziende che si occupano di genetica stanno lavorando sulla selezione di soggetti meno sensibili a questa miopatia. Inoltre, gli scienziati hanno visto che i maschi hanno più spesso forme gravi di WS rispetto alle femmine (43% rispetto a 18%). Oggi comun-
Figura 1 – La gravità delle sindromi WB e WS può variare, per questo motivo è stata sviluppata una scala per classificare il loro grado e la gravità (solitamente dal grado 0 al grado 3, Petracci et al., 2019), ©Kuttapan et al. 2016.
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con tessuto grasso e connettivo. Nel passato la si poteva notare nelle galline vecchie, ma oggi si vede nei polli giovani da 30 a 50 giorni. Al microscopio i filetti mostrano anche fibre muscolari degenerate, cellule infiammatorie e infiltrazione di materiale eosinofilo: tutto ciò è indicativo di lesioni delle cellule muscolari e dell’inizio del processo di riparazione. I filetti WS possiedono inoltre una minore capacità di trattenere l’acqua, quindi anche le marinature, e sgocciolano in cottura per la presenza di proteine solubili nel sale meno funzionali. I filetti legnosi sono caratterizzati da una tessitura più soda. Questa particolarità può essere notata anche alla palpazione dei soggetti vivi. Quando poi al disosso i filetti vengono posti su una superficie piana, si osserva un margine nettamente più duro. A volte, i filetti appaiono più pallidi, alcune superfici sono emorragiche e compare un essudato chiaro in superficie. Visto che la gravità di WB e WS può variare, si sono sviluppate delle gradazioni semplici per valutarne l’ampiezza (solitamente da 1 a 3). La selezione della carne è importante per gli addetti alla macellazione e quando un gruppo ha un elevato grado di gravità di WS o WB, lo si destina a produzioni specifiche (come ad esempio la preparazione di nuggets). La microstruttura dei filetti con WB mostra anche un accumulo di fibre di tessuto connettivo, di cellule adipose e di linfociti; questi ultimi indicano il processo di rimozione delle cellule lesionate. Nel 2017 Sihvo et al. hanno descritto questa tipologia istologica: “la valutazione istologica ha rivelato una significativa associazione di miodenegenerazione e di
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“Lo sviluppo di queste miopatie varia notevolmente e sono diversi i fattori che possono contribuire. Soprattutto pare che queste miopatie siano il risultato di una denaturazione a danno delle cellule, che non hanno abbastanza tempo per ripararsi, specialmente in soggetti a crescita veloce”
vascolite linfocitica nella WB. La vascolite e l’infiltrazione perivascolare di cellule si limitavano alle vene. Il risultato indica che la sindrome del petto legnoso inizia con dei focolai e poi si diffonde, provocando lesioni più ampie e gravi […] e spesso le striature bianche sono associate al petto legnoso”. Altri ricercatori hanno ipotizzato che si verifichi un’ipossia locale nei tessuti colpiti da WB, a causa dell’alterazione vascolare e della perfusione tissutale, secondaria alla stagnazione. Se si paragonano i vasi pettorali tra soggetti sani e quelli con aree di WB, si nota che l’area trasversale delle miofibrille ha maggiore vascolarizzazione nei sani rispetto ai soggetti con WB. Ciò era significativamente maggiore rispetto ai tessuti colpiti in modo macroscopico e indica una diminuzione relativa del flusso ematico che può favorire lo sviluppo della sindrome. Questi autori ritengono quindi che tali variazioni derivino dallo squilibrio osmotico e che nello sviluppo della sindrome le eziologie probabili includano sia l’ipossia tissutale che la miodegradazione delle fibre muscolari circostanti. In termini di genetica, altri ricercatori hanno paragonato grandi gruppi di polli e hanno dimostrato differenze tra due linee pure di polli commerciali, con diversa storia di selezione: il primo gruppo aveva una resa in petto del 29% mentre il secondo del 21%. In entrambi i gruppi c’erano soggetti con alto potenziale genetico per una crescita in peso e con meno miopatie. Sono questi i soggetti che potrebbero essere usati per la selezione, che è ciò
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Attualmente l’industria attua diverse strategie per ridurre queste miopatie, che vanno dal controllo del tasso di crescita al cambio di genetica, come anche alla modifica di fattori ambientali. Bodle et al. nel 2018 hanno valutato diverse modificazioni nella dieta e la loro capacità di mitigare l’incidenza di WS e WB in polli maschi ad alta resa. Le diete comprendevano un mangime commerciale, un aumento del tasso di lisina e arginina digeribili, un aumento di vitamina C, un raddoppio di vitamine, una riduzione degli amminoacidi digeribili nella fase di accrescimento e infine un’associazione delle 4 soluzioni di cui sopra. Nelle rese finali al termine della fase starter non sono state notate differenze; però, alle fine della fase grower e di finissaggio, un ridotto apporto di amminoacidi nella fase grower ha diminuito il peso e aumentato la conversione. Il punteggio WQB è calato da 1,83 nella dieta di controllo a 1,4; 1,27; 1,74 e 1,43 rispettivamente. Altri ricercatori hanno anche suggerito di usare un’alimentazione che diminuisca la sindrome da petto legnoso tramite aggiunta di vitamina C, per migliorare il metabolismo antiossidante. La classificazione e la cernita della carne è compiuta da diverse aziende, ma non da tutte. I metodi più utilizzati per effettuare la selezione sono la palpazione e l’osservazione, ma sta diventando sempre più diffuso l’utilizzo della tecnica a infrarossi NIR, che rileva la minore quantità di proteine del muscolo e il maggiore contenuto di umidità. Il sensore lavora ad alta velocità, processando circa 200 filetti al minuto, un dato fondamentale in impianti di selezione della carne che lavorano oltre 15.000 polli l’ora. Questo sensore viene utilizzato in molti stabilimenti e lo si sta regolando sempre meglio. Lo scopo è avere strumenti che diano il minor numero possibile di falsi positivi o negativi, per evitare conseguenze economiche.
che viene fatto dalle ditte che si occupano di genetica. I ricercatori hanno anche discusso circa la natura poligenica di questi due tratti e della correlazione relativamente bassa tra peso e resa in fesa, che facilita il miglioramento genetico nell’ambito di un programma di riproduzione equilibrato. Inoltre hanno sottolineato l’importanza di fattori ambientali e gestionali, che possono contribuire a oltre la metà dell'incidenza sia di WB che di WS.
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Riassumendo, alcuni allevatori stanno già apportando modifiche nell’alimentazione (ad esempio con aggiustamenti del contenuto proteico), cambiamenti gestionali (luce, densità) o genetici (scegliendo razze a crescita più lenta o linee meno sensibili alle miopatie), mentre le soluzioni a lungo termine si focalizzano sulla selezione di polli con meno miopatie, facendo più attenzione all’interazione con i fattori ambientali. Ringraziamenti: l’autore desidera ringraziare il Ministero
dell’Alimentazione e degli Affari Rurali dell’Ontario per il sostegno finanziario nella realizzazione di questo studio.
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AGENDA 2021 9 ~ 12 febbraio
EuroTier and EnergyDecentral 2021 in Digitale Hannover, Germania Per informazioni: Web: www.eurotier.com/en/contact
4 ~ 6 maggio FIERAVICOLA
Salone internazionale avicolo Rimini Expo Center, Via Emilia, 155 – 47921 Rimini Per informazioni: Tel.: 0547 1877115
10 ~ 12 giugno
VIV TURKEY International trade fair for poultry technologies Istanbul Expo Center Istanbul, Turchia Per informazioni: Mrs Hande Çakıcı Tel.: +90 212 216 4010 Fax: +90 212 216 3360 Email: hande@hkf-fairs.com Web: www.viv.net/events/viv-turkey2021-istanbul
35042 Rennes Cedex, Francia Per informazioni: Tel.: +33 (0) 2 23 48 28 80 Fax: +33 (0) 2 23 48 28 81 Email: info@space.fr Web: uk.space.fr
22 ~ 24 settembre
VIV-ASIA International Trade Show From Feed To Food For Asia New venue: at Impact Muang Thong Thani Bangkok, Tailandia Per informazioni: Worldwide VNU Exhibitions Europe P.O.Box 8800 3503 RV Utrecht – Paesi Bassi Tel.: +31 (0)30 295 2700 Fax: +31 (0)30 295 2809 Sud Est Asia VNU Exhibitions Asia Pacific Co., Ltd. 88 The PARQ, 4th Fl., West Wing Ratchadaphisek Rd., Khlong Toei, Khlong Toei Bangkok 10110 Tailandia Tel.: +66 2 111 6611 Email: info@vnuasiapacific.com Web: vivasia.nl
22 ~ 24 novembre VIV-MEA
21 ~ 23 luglio
ILDEX Vietnam 2020 8° International Livestock, Dairy, Meat Processing and Aquaculture Exposition, Vietnam Hall A1-A2, SECC, HCM, Vietnam Per informazioni: Web: www.ildex-vietnam.com
14 ~ 17 settembre SPACE
Rue Maurice le Lannou - CS 54239
International trade show from feed to food for Middle East and Africa ADNEC Abu Dhabi National Exhibition Centre Khaleej Al Arabi Street, Abu Dhabi, EAU Per informazioni: VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O. Box 8800 – 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2999 Email: viv.mea@vnuexhibitions.com Web: www.vivmea.nl Tel.: 800 23632 and international Tel.: +971 (0) 2 444 6900
Fax: +971 (0) 2 444 6135 Web: www.adnec.ae
24 ~ 26 novembre
ILDEX Indonesia 2021 5th International livestock, dairy, meat processing and aquaculture exposition ICE Jakarta, Indonesia Per informazioni: Web: www.ildex-indonesia.com/ contactus
2022 18 ~ 20 gennaio
VICTAM and VIV Health & Nutrition Asia 2022 Trade show & forum focusing on feed, pharma & genetics in the animal protein production Bitec, Bangkok, Tailandia Per informazioni: Panadda KongmaHead of competence center livestock Tel.: +662 670-0900 Ext. 204 Email: panadda@vnuexhibitionsap.com Zhenja Antochin, Event Manager Tel.: +31 (0) 6 8379 9693 Email: zhenja.antochin@vnuexhibitions.com Tel.: +66 (0) 2 726 1999 +66 (0) 2 366 9797 Fax: +66 (0) 2 726 1939 (Sales Office) Web: www.bitec.net
31 maggio ~ 2 giugno VIV Europe World Expo From Feed To Food
Per informazioni: Jaarbeurs Exhibition Center, Utrecht, Paesi Bassi Web: www.viveurope.nl
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Edizione italiana Anno XXXI • Novembre 2020