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Un po’ di luce in fondo al tunnel per il turismo piemontese

PIEMONTE

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Un po’ di luce in fondo al tunnel per il turismo piemontese

In estate una prima ripresa, ma quella vera arriverà in inverno con la ripresa degli sport sulla neve

pagine a cura di Pietro Licciardi

Dopo una estate 2020 in cui gli arrivi e le presenze turistiche nel Piemonte sono state in caduta libera a causa del Covid e una stagione invernale 2020-2021 completamente persa per il continuo balletto di colori assegnati per decreto, che di fatto hanno reso impossibili gli spostamenti, la regione sta vedendo un po’ di luce in fondo ad un tunnel che potrebbe ancora diventare un buco nero per il turismo piemontese e nazionale se il Governo non si deciderà a dichiarare cessata una buona volta l’emergenza. Magari prendendo esempio da quegli Stati americani che pur avendo avuto nessun lockdown neppure nelle fasi più acute del epidemia hanno registrato un numero di decessi – per una malattia, che è bene ricordare non è mai stata paragonabile al colera che colpì Torino nel 1835 e neppure alla famigerata Spagnola del 1918 - perfi no inferiore a quegli stati, come New York, che hanno osservato una severissima quarantena. Secondo i dati raccolti dalle strutture ricettive già prima dell’inizio della stagione i turisti stanno cominciando a tornare. Soprattutto italiani ma anche francesi, tedeschi e austriaci, attesi a Settembre. Le prenotazioni stanno avendo un buon andamento per quanto riguar-

da la recettività extralberghiera ma secondo Federalberghi percentuali incoraggianti si stanno registrando pure per gli hotel, che nei prossimi tre mesi dovrebbero avere un tasso di occupazione delle camere del 30% a Giugno, del 50% a Luglio e del 70% ad Agosto. Probabilmente toccherà al capoluogo regionale, principale polo turistico del Piemonte, soffrire ancora perché tradizionalmente le grandi città in estate non sono molto frequentate. Tuttavia le cose potrebbero cambiare a Settembre, sempre che non ricominci il balletto dei colori, con la ripresa degli eventi aperti al pubblico e a Novembre, quando si dovranno svolgere altri eventi di importanza internazionale, come il Salone del libro, Artissima e gli autunnali appuntamenti sportivi. Questa estate tuttavia in Piemonte sarà monitorata più che altro per testare se i turisti italiani e soprattutto stranieri hanno ritrovato l’antica fiducia e conservato la voglia di viaggiare e spostarsi dal momento che in questa regione sono gli sport invernali il “polmone” principale per l’economia legata al turismo. Secondo Fabrizio Valentini, presidente di Federalberghi Bardonecchia, intervistato da un quotidiano torinese, su questo fronte la situazione delle prenotazioni appare “tranquilla”, e attualmente vi sono diversi atleti e gruppi sportivi che si stanno allenando negli impianti di alta quota. Tuttavia si stanno aspettando con una certa ansia le disposizioni per la vendita degli Skypass. Se dovesse essere confermato il contingentamento al 30% sarebbe una buona notizia per gli operatori.

Evoluzione e prospettive Sul fronte dell’offerta ricettiva, la “dote” del Piemonte è di oltre 6.700 strutture e 201.200 posti letto. Il comparto turistico piemontese conta oltre 46 mila imprese - pari al 10% del totale regionale - e circa 153 mila addetti - 11% del totale - . Il settore fino al periodo pre-Covid era in costante crescita e rappresentata per l’indotto un valore di 7,5 miliardi di euro, pari al 7,4% del PIL regionale. Crescita che ha subito un brusco arresto lo scorso anno. Nei primi 8 mesi del 2020, Eurostat ha rilevato che il numero delle notti trascorse nelle strutture ricettive dei 27 paesi dell’Unione europea ha subito un calo di

oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. I dati provvisori del nostro Paese, relativi ai primi nove mesi del 2020, sono in linea con il trend europeo, ovvero -60% rispetto allo stesso periodo del 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno, e rendono bene l’idea del notevole passo indietro e di quanto occorre recuperare, specialmente sul fronte stranieri, che sono stati pressoché assenti: -98 % sia ad aprile che a maggio. Complessivamente nei mesi del lockdown, la variazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è stata di -91,0% con una perdita di quasi 74 milioni di presenze, di cui 43,4 milioni di clienti stranieri e 30,3 milioni di italiani. Una timida risalita c’è stata nell’estate 2020 ma i dati si sono fermati ad appena il 21% di quelli registrati nello stesso periodo del 2019 con una perdita di presenze ancora drammaticamente alta degli stranieri: -93,1%. Se qualcosa si è salvato anche in Piemonte è grazie agli italiani, che hanno trascorso per quanto possibile le loro vacanze entro i confini nazionali. Ma allora la situazione economica delle famiglie non era “Sul fronte dell’offerta ricettiva, la “dote” del Piemonte è di oltre 6.700 strutture e 201.200 posti letto. Il comparto turistico piemontese conta oltre 46 mila imprese - pari al 10% del totale regionale e circa 153 mila addetti - 11% del totale" ancora così gravemente compromessa mentre oggi. A diciotto mesi dall’inizio dell’emergenza vi sono segnali sempre più allarman-

ti di un generale peggioramento e non sono ancora iniziati i previsti licenziamenti mentre ancora vi sono proroghe nella cassa integrazione guadagni. Bisognerà vedere se nei prossimi anni, quando gli operatori turistici stimano di poter tornare ad una piena normalità e recuperare i flussi precedenti, si potrà ancora contare sul turismo domestico nella stessa misura del passato. La Regione Piemonte da parte sua ha varato una serie di misure a sostegno del turismo, come i “Voucher vacanze”, previsti dalla legge regionale del 29 maggio 2020, n. 13 “Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l'emergenza da Covid-19”, da utilizzare presso strutture alberghiere ed extralberghiere del territorio. Con questi voucher è stata avviata una campagna di sostegno delle destinazioni turistiche che hanno messo a disposizione pacchetti vacanza per trascorrere più di un pernottamento presso le strutture alberghiere ed extralberghiere, di cui uno a carico della Regione, o per fruire di servizi turistici in loco scontati grazie all'intervento regionale. La misura sembra abbia riscosso un buon successo con la vendita di più di 29.000 voucher per pernottamenti e 2100 per servizi.

Obiettivi

Prima del Covid il Piemonte si era dato l’obiettivo di migliorare la competitività turistica per adeguarla ai nuovi scenari del mercato contemporaneo; incrementare il numero di arrivi e presenze turistiche nella regione; aumentare l’incidenza del turismo sul PIL. Dopo la pandemia, il Consiglio e la Giunta regionale hanno attivato misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza e successivamente hanno rivisto i propri obiettivi strategici con nuove politiche che sono state messe in campo a partire da questo anno. In dettaglio la regione intende ricostruire l’immagine internazionale del territorio e dei prodotti del Piemonte in vista di un rilancio del settore e anche procedere ad decisa valorizzazione sui mercati internazionali del cosiddetto “made in Italy”. Assieme a ciò cercherà di favorire il recupero di maggior quote di turismo interno, almeno nella prima fase della ripresa. Il Piemonte intende anche cogliere quanto si sta delineando sul mercato globale nel senso di una maggiore integrazione tra turismo e territorio - turismo, agrifood, loisir – facendo leva tra l’altro su nuove strategie di comunicazione e marketing che dovranno tenere conto dell’evoluzione della domanda turistica e degli scenari nel periodo post emergenza Covid. Infine sarà rafforzata la promozione turistica regionale con iniziative, modulate nel tempo, per prodotti e target tenendo conto di quali saranno gli scenari futuri. I prodotti turistici sui quali far convergere le azioni promozionali sono state individuati nel tradizionale e principale turismo della montagna invernale ed estiva e nel turismo dei laghi, assieme al turismo delle colline, assai apprezzato da taluni segmenti stranieri. Il turismo slow, in cui rientrano ad esempio il cicloturismo e le attività open air. Altra risorsa forse al momento poco valorizzata è il turismo spirituale che comprende non solo i percorsi storico devozionali come la Via Francigena, ma Santuari e Sacri Monti, numerosi in questa regione. Non può mancare l’enogastronomia e il turismo culturale con le fortezze sabaude, le residenze reali, le dimore storiche, le ville, i castelli, o giardini storici…. E con essi altre forme di turismo che hanno dimostrato di avere ancora del potenziale, come il turismo del benessere, lo sport, il turismo business e congressuale. Il Piemonte inoltre ha siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’ Unesco e Torino ex capitale e ancora meta per lo shopping di lusso. ✻

“Dopo la pandemia, il Consiglio e la Giunta regionale hanno attivato misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza e successivamente hanno rivisto i propri obiettivi strategici"

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