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Nordest sempre turisticamente in testa ma senza distrazioni

Per l’assessore Federico Caner il turismo va posto al centro delle politiche di sviluppo del territorio, senza mai «adagiarsi sugli allori»

Nel 2019 il turismo all’aria aperta secondo le stime è cresciuto di 1,3 punti rispetto allo scorso anno arrivando a oltre 67 milioni di presenze e il Veneto è in testa tra le regioni preferite dai campeggiatori. Possiamo perciò parlare di una destinazione turistica matura, che colloca questa regione ai primi posti del turismo nazionale. Regione turisticamente “matura” ma che, sottolinea l’assessore regionale al turismo Federico Caner «non ha certo esaurito la sua capacità attrattiva, mostrando al contrario la necessità di perseverare, con creatività e attenzione alle evoluzioni dei mercati per migliorare e

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10 rendere attuale la propria offerta». Nel Piano strategico del turismo approvato quest’anno sia la parte pubblica che quella privata si impegnano ad una simultanea e comune attenzione ai vari segmenti che compongono la multiforme proposta turistica regionale, puntando alla rigenerazione qualitativa dell’offerta, alla diversificazione e innovazione dei prodotti, alla valorizzazione degli elementi distintivi di “The Land of Venice”, all’inclusione del turismo nelle scelte di pianificazione degli altri settori. In questo contesto – secondo l’assessore Caner -si situa anche la politica di sviluppo del comparto turistico all’aria aperta all’interno dell’intero sistema ricettivo veneto, che si compone di più di 62 mila strutture per un totale di oltre 750 mila posti letto. Di questi ultimi, 230 mila appartengono alle strutture all’aria aperta e nel corso dell’ultimo decennio, a fronte di una sostanziale stabilità dell’offerta alberghiera, è emersa la progressiva attrattività esercitata dall’extralberghiero, compresi i campeggi. Tutto questo «senza adagiarsi sugli allori, perché di fronte a una domanda in continua mutazione è d’obbligo sapersi rinnovare, nei servizi, nelle strutture, nella tipologia di alloggio, guardando, ad esempio, a quel turismo esperienziale in costante crescita e che ben si sposa con le caratteristiche dell’offerta open air».

assessore Federico Caner Assessore, un paio di anni fa la Regione ha promosso un progetto per la valorizzazione dell’alto Adriatico che prevedeva anche la realizzazione di un apposito marchio e un budget per la riqualificazione delle aree naturali lagunari e open air del litorale veneto.Quale bilancio può fare di questa iniziativa e e quali benefici ha porta- t o al turismo regionale? «Il progetto di promozione del cosiddetto territorio riconosciuto come Alto Adriatico è iniziato lo scorso anno e per prima cosa abbiamo analizzato potenzialità e caratteristiche comuni tra la nostra Regione e il Friuli Venezia Giulia. Per fare questo ci siamo rifatti ad un precedente progetto congiunto, conclusosi nel 2017 con il finanziamento del Ministero del Turismo e di quell'esperienza abbiamo deciso di considerare quanto fatto allora. L'individuazione del marchio d'area è stato il primo passo e dopo aver considerato tutto abbiamo deciso che sarebbe stato giusto mantenere un unico riferimento grafico sul quale fondare le successive politiche di marketing. Abbiamo anche concordato che la promozione non avrebbe dovuto limitarsi al solo aspetto turistico ma per quanto possibile sarebbe dovuta estendersi all'intero comparto economico. Abbiamo quindi realizzato due “ Per Marzo dell'anno prossimo stiamo progettando un grande workshop internazionale per portare i migliori tour operator del mondo in alto Adriatico."

accordi di programma uno per il settore turistico ed uno dedicato all'internazionalizzazione delle imprese. Per quest'ultimo aspetto l'idea iniziale è stata quella di guardare ad est e perciò il primo approccio è stato quello di incontrare la Camera di commercio serba con la quale sviluppare rapporti commerciali che potranno consentire un più agevole accesso per le nostre imprese interessate a quei mercati. Sul fronte turistico stiamo preparando due grandi iniziative, una si realizzerà ad ottobre in occasione di IGTM 2020, il Salone internazionale dedicato al golf. Entrambe le regioni sono molto interessate a questo prodotto e abbiamo ritenuto di unire le forze per presentare insieme in tale occasione le rispettive offerte turistiche collegate con questo sport in grado di muovere interessanti masse di turisti con un potenziale economico di valore assoluto. Per Marzo dell'anno prossimo poi stiamo progettando un grande workshop internazionale per portare i migliori tour operator del mondo in alto Adriatico e proporre loro non solo l'offerta turistica che le nostre coste sono in grado di proporre ma quanto di più è possibile offrire al turista dal punto di vista ambientale, culturale ed enogastronomico. Tutto ciò, con sfumature diverse, è rinve-

nibile in quei territori che si trovano dislocati nelle immediate vicinanze delle più rinomate località turistiche balneari ma che troppo spesso non sono conosciute come meriterebbero. Sempre nell’ambito della promozione unitaria delle nostre due regioni, si inserisce anche la sponsorizzazione dell’Adriatica Ionica Race, la manifestazione ciclistica a tappe che a Luglio scorso è stata occasione per promuovere le meraviglie storico-paesaggistiche e le specialità enogastronomiche dei nostri territori. Quali saranno le linee guida del suo assessorato da qui a fine mandato? «Saranno le stesse che hanno ispirato la nostra azione dal 2015 a oggi. I nostri obiettivi rimangono quelli indicati nel Piano strategico, elaborato attraverso un lungo e proficuo lavoro di confronto con tutti gli attori del settore, partendo dal presupposto che la prima industria del Veneto è anche quella più trasversale e che l’offerta turistica è composta da un vasto insieme di elementi, di servizi diversi, di interventi strutturali e infrastrutturali, di professionalità eterogenee, di prodotti che si fondono come quelli del commercio, dell’agricoltura, dell’artigianato, in una “ I nostri obiettivi rimangono quelli indicati nel Piano strategico, elaborato attraverso un lungo e proficuo lavoro di confronto con tutti gli attori del settore" logica di sharing economy, che faccia consapevolmente emergere il valore del turismo come quello di un bene di comunità. In sintesi pensiamo che il turismo vada posto al centro delle politiche di sviluppo del territorio. E a proposito di quest’ultimo, non posso che confermare quanto sia importante la sfida indicata dal presidente nazionale della Faita, Maurizio Vianello, cioè quella di dare un’interpretazione del nostro territorio in funzione delle istanze e aspettative dei nostri ospiti. Se bastasse elencare e proporre lo straordinario patrimonio culturale, artistico, ambientale e paesaggistico del Veneto, avremmo ben pochi concorrenti. La vera competizione si gioca sulla capacità di rendere tutti questi beni fruibili in modo sostenibile e in modo siano realmente vissuti come un’esperienza unica, originale, irriproducibile. ✻

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