Qui Bergamo n.ro 282

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ANNO 29 - N° DUECENTOTTANTADUE - SETTEMBRE 2021 - € 3

BERGAMO

SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

MAGAZINE

IN COPERTINA

PROF. MARIANNO FRANZINI: LA MIA COVID-STORY

CMP BERGAMO

ph. View Point Strategy

PATCHWORK: PER TENERLI INSIEME ASCOM BERGAMO: JOIN THE CLUB RIPARTE LA NUOVA FIERA DI FABIO SANNINO BOCCALEONE: PROVIAMO A RICUCIRE ART DATE A BERGAMO A NOVEMBRE NUOVA FORD MUSTANG MACH-E ALL ELECTRIC CIRCUITO PORSCHE IN FRANCIACORTA FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE BERGAMO ROMANTICA MÉTA DI NOZZE ADOTTARE UN CANE: SETTEMBRE MESE IDEALE TUTTI PRONTI PER LA WINTER MARATHON? GUZZI V7: LA PIÙ AMATA DAGLI ITALIANI


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Pag. 10 Associazione Patchwork

Pag. 14 Con Ascom Join the Club

Pag. 18 Fiera: Ripartiamo dalla Terra

Pag. 22 Boccaleone: proviamo a ricucire

Pag. 36 Porsche Mission R il futuro delle competizioni elettriche

Pag. 40 Guzzi V7: la più amata dagli italiani

Pag. 42 BMW Motorrad concept CE02

Pag. 44 Pronti per la Winter Marathon

Pag. 54 Stefano Raimondi Artadate 2021

Pag. 58 Basil Kincaid The Rolling fields to my house

Per tenerli insieme

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Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci venerucci@editaperiodici.it Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bg.it

Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it Fotografie di: Federico Buscarino Sergio Nessi Paolo Stroppa Hanno collaborato: Bruno Bozzetto Manuel Bonfanti Maurizio Maggioni Giuseppe Mazzoleni Benito Melchionna Francisco Malenchini Giorgio Paglia Valentina Visciglio

Pag. 64 ... e respirare. di Manuel Felisi

Pag. 64 GAMeC

Stampa: Euroteam Nuvolera (Bs)

Pag. 28 Ford Mustang Mach-E All Electric

Stampato con inchiostri a base vegetale.

Pag. 34 Porsche ha il suo circuito in Franciacorta

Pag. 46 Pag. 50 Bergamo Romantica Fabio Galessi presenta il Festival Organistico per gli sposi del mondo

Pag. 60 Irving Penn a Milano

Pag. 62 Fuori dal Centro

Pag. 68 Mass Pressure

Pag. 70 Storie ad acquerello

Pag. 76 Adottare un cane: a settembre è meglio

Pag. 80 Covid 19 Questione di geni?

Pag. 6 Marianno Franzini: la mia covid story Pag.75 Politicando: Kabul come Saigon

Pag. 77 C’è una Mummia da salvare



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SAVE THE EARTH È giunto alla quattordicesima edizione il premio che raccoglie e mostra il meglio della fotografia ambientale, il concorso Environmental Photographer of the Year, organizzato da Nikon con CIWEM e WaterBear. Tema delle fotografie in concorso è l’impatto che gli esseri umani hanno sul pianeta e i ritratti di coloro che ispirano una vita sostenibile. Sia i fotografi professionisti, sia i fotografi amatoriali sono incoraggiati a presentare i loro lavori più creativi, provocanti ed emozionanti per sensibilizzare sulle questioni ambientali che mettono a rischio il nostro pianeta. Le fotografie vincitrici faranno parte di una mostra esclusiva alla Conferenza ONU (COP26) sul cambiamento climatico che si terrà a novembre 2021. La mostra Environmental Photographer of the Year 2021 sarà anche in tournée a livello internazionale con Nikon Europe, CIWEM e WaterBear.

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MARIANNO

FRANZINI Conosco il prof. Franzini da molto tempo

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ma, tra i suoi impegni in giro per il mondo e il periodo pandemico, non eravamo ancora riusciti ad incontrarci, come ci eravamo ripromessi, per parlare delle nuove frontiere dell’Ozonoterapia. Finalmente a Maggio fissiamo un appuntamento ma, il nostro Marianno, la sera precedente viene portato al Papa Giovanni con il covid. È rimasto, quasi certamente, infettato durante una delle visite ai malati che aveva in cura con l’Ozonoterapia in varie strutture ospedaliere che avevano adottato la sua metodica in giro per l’Italia. Fin dall’inizio dei contagi il Prof. Franzini si è sbracciato e ha cercato di far sentire la sua voce circa i benefici anche risolutivi dell’Ossigeno Ozono Terapia contro il covid. Poichè le sperimentazioni hanno dato esiti sorprendenti. Franzini viene ricoverato al Papa Giovanni dove non è prevista la terapia con ossigeno-ozono ed in quanto contagiato non può neppure essere trasferito in altra struttura. La carica virale è molto forte e Franzini si aggrava fino ad essere intubato ma, questa volta, la sfortuna guarda altrove e, dato che da intubato può essere trasportato, ecco che il nostro eroe viene trasferito all’Ospedale San Carlo di Paderno Dugnano dove verrà subito sottoposto all’Ossigeno Ozono Terapia. Il paziente si riprende presto e risulterà guarito dopo solo due settimane. Per questo motivo la SIOOT ha pubblicato sulle pagine del Corriere della Sera un appello alle Autorità affinché diano modo agli ospedali di erogare il servizio di Ossigeno Ozono Terapia SIOOT ai pazienti. Le terapie non si limitano al Covid ma ci sono evidenze anche riguardo l’efficacia nel trattamento delle infezioni antibiotico resistenti, problema che solo quest’anno nel mondo ha fatto oltre 49 milioni di decessi. Il Prof. Franzini ha fatto da testimone diretto dei benefici che l’Ozono Ossigeno Terapia produce per sconfiggere i virus. (V.E.Filì)

Colpito dalla variante Delta del Covid-19, il prof. Marianno Franzini, presidente internazionale della SIOOT (Società scientifica di Ossigeno Ozono Terapia), ha raccontato le fasi drammatiche della sua malattia e di come sia riuscito a salvarsi grazie all’aiuto dell’Ozonoterapia di cui in Italia è considerato il padre.

COVID STORY Nel mese di maggio 2021 il prof. Franzini si reca in un importante ospedale di Milano per offrire il suo ausilio terapeutico a un paziente affetto da Covid, previa autorizzazione dell’azienda ospedaliera. Quasi certamente è in quella sede che Franzini contrae il coronavirus, a causa dell’altissima concentrazione virale che, come è noto, si produce nei reparti specialistici destinati ai malati di Covid. La malattia, come sovente accade, esplode in tempi brevissimi e senza alcun preavviso. Alle prime ore del 12 maggio Franzini viene trasportato d’urgenza in un ospedale di Bergamo. Le sue condizioni sono gravi, con una compromissione polmonare del 90%. Praticamente solo gli alveoli non erano stati intaccati dall’infezione virale che - come si scoprirà dagli esami di laboratorio - era la variante Delta: la più aggressiva. Al pronto soccorso viene sottoposto a ventilazione tramite CPAP e, poche ore dopo, viene trasferito in terapia intensiva. Il prof. Franzini chiede, da subito, che gli venga praticata l’ossigeno ozono terapia. Il giorno stesso viene fatta formale richiesta alla direzione dell’ospedale di sottoporre il paziente, in via compassionevole, all’ossigeno ozono terapia secondo la sua volontà dichiarata per iscritto (a cui si aggiunge una corposa documentazione scientifica comprovante la validità della terapia). Alcune persone molto vicine a Franzini (fra cui la moglie Delia, la segretaria Francesca, i medici Luigi Valdenassi e Francesco Vaiano, e l’On. Claudio Pedrazzini, che a suo tempo era stato curato e guarito dal Covid dallo stesso Franzini) si recano dal primario per caldeggiare l’utilizzo dell’ozonoterapia.


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IL PROF. MARIANNO FRANZINI RACCONTA COME È SOPRAVVISSUTO AL COVID GRAZIE ALL’OZONOTERAPIA ph. View Point Strategy


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Le prassi mediche prevedono che, dal momento in cui un paziente viene intubato, risulta trasportabile. E a quel punto gli amici e i collaboratori di Franzini riescono ad ottenere la disponibilità dell’ospedale di Bergamo a trasferire il paziente presso l’Ospedale S. Carlo di Paderno Dugnano, dove era in uso l’ozonoterapia e che aveva offerto un prezioso contributo ai lavori scientifici pubblicati sul tema. La presidenza dell’Ospedale S. Carlo di Paderno Dugnano, nonché il suo primario, dott. Emiliano Agosteo, si dichiarano, a loro volta, pronti ad accogliere il paziente. E a questo punto viene disposto il trasferimento, dietro approvazione scritta da parte della moglie Delia nonché in base alla forte volontà manifestata dallo stesso Franzini di sottoporsi al trattamento di ozono. Il prof. Franzini viene ricoverato presso l’Ospedale S. Carlo nel tardo pomeriggio del 14 maggio. Immediatamente viene sottoposto all’ossigeno-ozono secondo il protocollo medico della SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia). Il protocollo prevede cinque modalità di trattamento a seconda delle condizioni del paziente. Al professore viene praticata la fase 5 del protocollo, cioè quella prevista per le situazioni più gravi a cui viene sottoposto due volte al giorno.

Il 19 maggio, ossia cinque giorni dopo l’inizio del trattamento terapeutico all’ossigeno ozono, il prof. Franzini viene estubato e dichiarato fuori pericolo. Grande la soddisfazione del primario, dott. Emiliano Agosteo, che aveva preso a cuore la situazione del collega seguendo il professore con scientifica ed umana dedizione. A partire da quel momento la ripresa è rapida, fino alla dimissione del paziente avvenuta una settimana dopo, per l’esattezza il 28 maggio. Dal momento della diffusione dell’epidemia virale, il prof. Franzini si è battuto con tutte le sue forze affinché venisse utilizzata l’ossigeno ozono terapia anche nella cura dei malati di Covid. Il dott. Emiliano Agosteo e l’Ospedale S. Carlo di Paderno Dugnano erano stati tra i primi ad aderire all’invito di Franzini. Il suo impegno meritorio ha salvato molte vite umane. E per una strana coincidenza del destino, questa sua opera di bene si è riflettuta anche su di lui. Franzini ha vissuto in prima persona l’esperienza drammatica di tanti malati di Covid, ed ora è in grado di testimoniare in prima persona l’efficacia dell’ossigeno ozono terapia: salvato tra i salvati grazie alle risorse di questa pratica medica che apre nuovi orizzonti nel campo della medicina. Testimonianza raccolta da Antonio Gaspari Direttore Orbisphera www.orbisphera.org


MARIANNO

FRANZINI COVID STORY

Non poteva certo prevedere Marianno Franzini, a quei tempi fresco di Laurea in Medicina, che la sua intuizione di approfondire gli insegnamenti e i consigli sull’ozonoterapia avuti dall’amico, Guido Razzoli medico come lui, italo francese, conosciuto durante una vacanza a Monaco, avrebbe avuto tanto successo. L’Ozono altro non è che Ossigeno arricchito con una forma molecolare di tre atomi invece che due, molto instabile e sempre disposta a cedere il prezioso “terzo incomodo”, liberando così Ossigeno nella sua forma più pura. Venne scoperto in Germania dal chimico Christian Friedrich Schonblein e si forma in natura con le scariche elettriche dei fulmini durante i temporali che lasciano quell’odore tipico un po’ aglioso… L’uomo ha iniziato a produrlo “caricando” l’ossigeno con la corrente elettrica. Le grandi proprietà dell’Ozono, che ridiventa presto Ossigeno e che quindi non può essere conservato in bombole come altri gas, vennero studiate dal tedesco Hans Wolf il quale, avendo intuito le grandi capacità antisettiche dell’ozono, lo sperimentò sui feriti della prima guerra mondiale con risultati sorprendenti dovuti alla grande capacità di questo gas di riossigenare le cellule. Da allora le applicazioni terapeutiche e salutistiche dell’ozono terapia si sono moltiplicate e ancor oggi si continuano a registrare progressi nella ricerca e si profilano nuovi settori in cui viene sperimentata con successo. Marianno Franzini viene oggi considerato il padre dell’Ozonoterapia in Italia essendo stato il primo ad importarne una serie di applicazioni dalla Francia, dove si procurò anche i macchinari per la produzione del gas che in Italia nessuno realizzava. Nei suoi 40 anni di attività ha contribuito a dar vita, non solo ad un’azienda che oggi produce anche le apparecchiature per la produzione di ozono e una linea di prodotti a base si sostanze ozonizzate, ma soprattutto ad un grande movimento di pensiero che ha spinto molti ricercatori a percorrere strade nuove e sperimentare le potenzialità dell’ozonoterapia nei campi più disparati e molti medici ad iniziare a praticarla su un numero sempre maggiore di pazienti. Marianno Franzini, oggi presidente della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia fondata nel 1983, ha dovuto sostenere non poche battaglie affinché le sue idee trovassero spazio. Franzini ancora ama sottolineare che “Oggi l’ozonoterapia è a tutti gli effetti una pratica medica naturale, non un farmaco, e viene utilizzata ormai in tutto il mondo, è una medicina complementare e certo non è una moda. Da noi in molte regioni tra cui la Lombardia è stata inserita nei prontuari terapeutici per il trattamento di alcune patologie come ulcere vascolari o insufficienze venose.

Clinica Comunian Gorle (BG),Via Roma 79 Tel. 035 1991 0043 mail: info@clinicacomunian.com



PER TENERLI “INSIEME” Il Patchwork consiste nell’unire, cucendoli uno all’altro, diversi ritagli di tessuti recuperati, al fine di ottenere una coperta, un maglione, una tovaglia…qualcosa che riprende vita. Così la definiscono ragazzi e le ragazze che partecipano all’associazione: “un po’ come noi, tanti, tutti diversi, ma che insieme creiamo qualcosa di nuovo, colorato e bello!” L’Associazione Patchwork di Bergamo è un centro specializzato nel supporto emotivo-didattico di ragazzi/e durante tutto il percorso scolastico. Rivolge una particolare attenzione agli alunni delle scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado, cui offre un affiancamento che inizia con l’elaborazione di un metodo di studio individuale, “cucito addosso” secondo le necessità di ognuno e volto al raggiungimento degli obiettivi individuali. “Sono sempre più - ci dice Annamaria Galli fondatrice di Patchwork - le famiglie che cercano un supporto nella formazione scolastica dei propri figli, in particolar modo quando questi dimostrano difficoltà nell’apprendimento. Per questo è nata e si è strutturata la nostra Associazione che, con l’affiancamento di professori e psicologi in aiuto ai ragazzi e alle ragazze nel percorso didattico, ma non solo quello, offre alle famiglie un valido sostegno nella crescita serena dei loro figli, un progetto in cui nessuno è lasciato solo. Se individuate e riconosciute per tempo, quasi tutte le inadeguatezze possono essere recuperate. L’Associazione è nata come conseguenza del desiderio e anche del bisogno da parte di genitori coinvolti, di voler condividere le rispettive esperienze per cercare di fare ogni cosa possibile per rendere ai loro ragazzi la situazione meno difficile. Da lì nasce l’idea di creare uno spazio che nelle ore libere dalla scuola potesse accogliere chi sente di avere bisogno di una mano nello studio o anche solo di sentirsi al sicuro come in una seconda casa”. Una casa aperta a tutti ma in particolare per chi rischia di rimanere indietro... “L’Associazione - prosegue Annamaria Galli - offre la propria esperienza a ragazzi/e diagnosticati con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), con bisogni educativi speciali (BES) o con disturbi da deficit di attenzione o iperattività (ADHD). Per ultimo, ma non meno importante, l’Associazione si preoccupa anche di affiancare ragazzi/e che devono semplicemente recuperare lacune scolastiche, affrontare esami di riparazione o prepararsi ai test d’ingresso universitari. Con la collaborazione tra famiglie, insegnanti, tutor, psicologi e psicoterapeuti, individuiamo un percorso proficuo sereno e personalizzato affinché il ragazzo sviluppi strategie che ottimizzino gli sforzi per il raggiungimento di risultati ottimali, garantendo al contempo una crescita di autostima e fiducia nelle proprie capacità”.


Vista la grande varietà delle difficoltà di apprendimento come indirizzate il percorso? “L’Associazione è di fatto uno spazio dedicato a ragazzi/e, specializzato nel supporto emotivo-didattico durante tutto il percorso scolastico. Rivolge una particolare attenzione agli alunni/e delle scuole Primarie e Secondarie, fino all’orientamento universitario, cui offre un servizio di tutoraggio/coaching che inizia con una osservazione personale, per poi elaborare un metodo studiato sulle attitudini di ognuno, al fine del raggiungimento degli obiettivi individuali. Questo si realizza attraverso percorsi creati su misura per le loro necessità e messi in atto con la presenza o il consulto di educatori, psicologi, psicopedagogisti, tutor certificati, oltre ad insegnanti qualificati. I professionisti di cui l’Associazione si avvale, pur operando presso studi privati, mantengono uno stretto rapporto di collaborazione e posseggono le necessarie qualifiche sia per il rilascio delle certificazioni relative ai vari deficit e difficoltà, sia per le indicazioni al fine dell’elaborazione dei piani didattici personalizzati (PDP) da sottoporre all’attenzione degli istituti scolastici ed ai relativi docenti”.

PATCHWORK:

PER TENERLI

INSIEME

Annamaria Galli, Fondatrice della Associazione Patchwork con alcuni dei suoi Tutor i suoi ‘Tati’ come li chiama lei

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Cosa rischiamo di perderci…

“Tutto è iniziato quando mio nipote ha avuto le prime difficoltà, nello studio, poi con i compagni fino al rifiuto di continuare a frequentare la scuola a cui è seguita una diagnosi che ha dato un nome alle sue fragilità.Volevo assolutamente aiutarlo, ho iniziato a documentarmi e mi si è aperto un nuovo, infinito mondo: ho scoperto quanto siano diffuse le diverse forme di disturbo dell’apprendimento, dislessia, discalculia, ecc. e ancor più quelle che vengono raggruppate nei Bisogni Educativi Speciali che costituiscono una galassia di casi sempre differenti nelle cause e negli effetti. Ho potuto dare risposte anche a me stessa, faccio parte di quelle tante persone che a scuola non riusciva, tanto da abbandonare dopo la 3’ media e ricominciare poi molto più tardi: rientro nei DSA (disturbi specifici di apprendimento). Ho iniziato a studiare perché volevo aiutarlo a trovare gli strumenti adatti a lui per affrontare le sue difficoltà e in questo periodo ho conosciuto tante famiglie che molto spesso si sentivano abbandonate e che non sapevano come aiutare i propri figli. Da qui nasce il mio progetto, essere un aiuto concreto per i ragazzi/e, e per le loro famiglie, questa la mission dell’Associazione. Oggi, mio nipote frequenta con soddisfazione la Facoltà di Ingegneria Biomedica e con lui molti altri ragazzi che negli anni ho avuto la fortuna di aiutare.

Ma c’è molto di più̀ nella struttura dove una novantina di ragazzi e ragazze si trovano ogni giorno per studiare, socializzare, condividere esperienze e, perché no, anche divertirsi. Spesso ragazzi con problematiche creano seri problemi di “tenuta” nelle famiglie... “La nostra Associazione si prefigge di promuovere, mediare, nonché migliorare il rapporto ragazzo-famiglia che spesso in età adolescenziale risulta conflittuale e poco sereno. Ogni membro dell’Associazione si impegna a favorire tra famiglia, alunno e scuola una rete, solida ma flessibile, di interazioni, tese ad ottenere comportamenti di maggiore impegno, collaborazione, cooperazione e socializzazione costruttiva. Tali comportamenti aiutano i ragazzi/e a crescere più fiduciosi nelle proprie capacità, a non abbattersi irrimediabilmente nei momenti di difficoltà ma, soprattutto, ad accrescere la propria consapevolezza verso un futuro orientamento professionale. Alle volte ragazzi/e necessitano solo di essere stimolati e accompagnati all’acquisizione di un metodo di lavoro più efficace, altre volte invece la mancanza di risultati scolastici o di alcuni atteggiamenti non dipende dall’essere ‘adolescente’, cela altre situazioni che vale la pena approfondire. Ho visto ragazzi e famiglie trasformarsi e ritrovare armonia e serenità dopo aver dato ‘un nome’ a certi atteggiamenti e fare di conseguenza un lavoro mirato. Dobbiamo aiutarli e fare di più per loro: sono il futuro non possiamo lasciarli soli. ”.


Nella struttura dell’Associazione non sembra di essere a scuola... “Abbiamo voluto ricreare un clima totalmente familiare mettendo a disposizione dei ragazzi spazi che suggeriscano in tutto quelli di una casa in cui possano sentirsi accolti, dove lo stacco dall’ambiente scuola è immediatamente visibile ai loro occhi, offrendo un contesto completamente diverso. Allo stesso tempo l’interazione con insegnanti, per lo più giovani, o con i coetanei, fa in modo che ognuno si senta spronato e motivato attraverso la creazione di nuovi rapporti interpersonali che esulano dalle mere conoscenze scolastiche. Invitiamo i genitori a visitare i nostri spazi e a conoscere i nostri professionisti affinché possano avere un’idea chiara dei nostri percorsi e scegliere con fiducia un nuovo modo di aiutare i propri figli”. Com’è organizzata la permanenza dei ragazzi nella struttura? “È prevista la possibilità di pranzare, per chi lo desidera, per ridurre le eventuali difficoltà di spostamento tra la scuola, l’Associazione e la casa. Si organizzano talvolta cene, uscite, attività o tornei per favorire l’unione del gruppo e nuove amicizie, per recuperare dopo un periodo di grande stress o semplicemente per divertirsi. Se è l’Associazione a lanciare le idee nei modi e nei tempi più adeguati, sono poi i ragazzi e le ragazze autonomamente che le realizzano. Le lezioni possono essere individuali oppure rivolte a piccolissimi gruppi di due o tre ragazzi. Questo è valutato sulla base dei bisogni, delle preferenze o del tipo di compito o di argomento da svolgere. Il doposcuola e le diverse lezioni hanno luogo in un ambiente che ha tratti domestici in cui i ragazzi possano sentirsi come a casa e in cui sia chiaro come ciascuno debba prendersi cura dei luoghi che sta abitando. Per altri versi l’ambiente ricorda la struttura di un college poiché ragazzi di età simili sono chiamati a convivere sotto lo stesso tetto più ore al giorno non solo per le lezioni, ma anche nella condivisione degli spazi, nella cura delle cose e nei momenti ricreativi”.

Bergamo via Enrico Rossi, 1 www.associazionepatchwork.it Tel. 335.244309 - 333.7465409 associazionepatchwork@gmail.com


chi c’era

ph: Sergio Nessi

JOIN THE CLUB LE PARTITE IVA FANNO SQUADRA: PIÙ DI CENTO GLI ISCRITTI AL PRIMO EVENTO DI BUSINESS NETWORKING DEL GRUPPO LIBERE PROFESSIONI DI ASCOM CONFCOMMERCIO BERGAMO SVOLTOSI AL SETTECENTO HOTEL

Dall’importanza di costruirsi un’identità digitale all’uso intelligente

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dei social network, dal rapporto di fiducia tra consulente e azienda alle nuove frontiere del marketing emozionale. E ancora: come scegliere il business networking più adatto alla propria attività e come trasformare un sogno imprenditoriale in un’azienda di successo: questi e tanti altri temi sono stati al centro delle 7 room di Join the Club, evento organizzato dal Gruppo Libere Professioni di Ascom Confcommercio Bergamo e andato in scena giovedì 22 luglio al Settecento Hotel di Presezzo. Alte le adesioni: oltre cento i lavoratori autonomi e liberi professionisti del terziario bergamasco che si sono dati appuntamento per il primo grande evento organizzato in presenza dopo oltre un anno di relazioni virtuali sui social network, ClubHouse in primis. “Nei mesi scorsi - ha sottolineato Matteo Mongelli, presidente del gruppo Libere Professioni di Ascom Confcommercio Bergamo ci siamo chiesti come fare ad intercettare le necessità del mondo professionale e per questo abbiamo deciso di (segue)



JOIN THE CLUB

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dare voce alle varie considerazioni emerse nelle “stanze” virtuali trasformandole in un vero e proprio incontro in presenza per dare vita, davanti ad un apericena, a tavoli di confronto che potessero orientare le conoscenze nel segno dell’unione tra liberi professionisti”. Sotto il claim “Torniamo a creare relazioni e a sviluppare business” Join The Club è stato molto di più di un evento di business networking tra imprenditori, di cui molti under 40: la serata è stata l’occasione per tornare a rivedersi e a scambiarsi idee, progetti e soprattutto competenze per dare valore al lavoro autonomo e gettare le basi della ripartenza delle partite iva bergamasche che stanno tornando a crescere. Nel primo trimestre dell’anno, infatti, il totale delle nuove partite Iva (imprese e liberi professionisti) aperte in provincia di Bergamo è pari a 2.841 (dati Ministero Economia e Finanze), con un picco a gennaio di 1.258: un boom di nuove attività che sigla un +90% rispetto all’ultimo trimestre del 2020 quando le nuove partite Iva erano 1.454.


2 LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna Procuratore emerito della Repubblica

POST PANDEMIA, DALL’IO AL NOI

Non sempre cambiare 1. La necessità di relazionarsi equivale a migliorare, Quando veniamo al mondo, già al primo impatto-incontro con la realtà realizziamo che non una passeggiata. ma per migliorare sarà Senza volerlo, ci ritroviamo infatti immersi nella solitudine di una natura matrigna, che - menbisogna cambiare. tre ci nutre - espone a continui rischi la nostra stressa sopravvivenza. (Winston Churchill)

Diamo volentieri spazio ad un prezioso collaboratore non nuovo ai nostri lettori. Sarà uno spazio di riflessione che di questi tempi non guasta di certo specie se ad intrattenervi è una penna così raffinata. Questo primo intervento si suddivide in tre puntate: questo mese La necessità di relazionarsi Ad ottobre L’era dei legami virtuali A novembre Il dopo Covid nella comunità di destino

Dato però che, come sosteneva Aristotele, l’uomo è per tendenza animale sociale, intervengono forze aggregatrici e meccanismi idonei a mettere in relazione (cioè a unire) gli individui con l’obiettivo di collaborare e integrarsi tra loro. A questo scopo è comunque richiesto che tutti gli elementi di socializzazione, fisici e psicologici (visibili e invisibili), siano tenuti insieme dalla coesione solidale garantita anzitutto dalle leggi della sostenibilità dell’ambiente e della resilienza delle risorse materiali. Tali principi sono ora mortalmente minacciati da un dissennato non più sostenibile modello di sviluppo. Un sistema che, essendo tutto centrato su logiche mercantili e sul dominio corruttivo del denaro, in realtà non cura più di tanto le relazioni umane e neppure si fa carico della tutela dei fragili ecosistemi che preservano la biodiversità naturale e quindi la vita. Tutto ciò avviene in plateale contraddizione con i ripetuti richiami alla solidarietà e agli obiettivi, spacciati dall’ennesimo “green deal” europeo e dai vari trattati, volti a contrastare - solo sulla carta - i gravi disastri del cambiamento climatico e a completare la neutralità energetica entro il 2050. Peraltro, come spiegano l’antropologia, la psicologia e la religione, è necessario costruire relazioni e cioè “ponti” (da cui Pontefice) tra gli esseri umani. Infatti, essendo gli uomini “rivali” per competizione individuale e per ingordigia, si impone il difficile raggiungimento della pace (da pax, pactum, patto), intesa quale presupposto dell’ordine civile garantito dal “patto sociale”, già teorizzato dal filosofo inglese Thomas Hobbes nel suo Leviathan (1651). Peraltro, i legami che uniscono le persone e le diverse comunità sono sempre condizionati da un insondabile e instabile intreccio di complesse motivazioni. Le quali sono orientate da mappe cognitive, disegnate dalle sinapsi e dai neuroni cerebrali progettati dalla natura anzitutto per selezionare i vantaggi e le opportunità degli scambi e delle utilità materiali. Interagiscono nel contempo le mappe emotive che percepiscono e interpretano “da dentro” gli eventi della vita, collegandoli alle emozioni, al sentimento etico e al bisogno di spiritualità (religione significa appunto mettere in relazione, unire terra e cielo). L’intesa tra i due schemi cognitivi (mentali e psicologici) è in grado di indicarci la strada nella scelta tra bene e male, e ci indirizza al culto dell’estetica e del bello, anche se quest’ultimo è spesso futile e fine a se stesso, in specie nella civiltà dell’apparire. Da questo mirabile intreccio nascono la beata inquietudine e i dolorosi contrasti che scandiscono le passioni (da patior, patire). Così che, fortificata dai vincoli affettivi, l’esperienza umana riesce a districarsi tra le lusinghe e le insidie che si manifestano nel convulso divenire della storia individuale e collettiva. (...) La seconda parte sul prossimo numero

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FIERA DI S.ALESSANDRO 2021

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DOVE ERAVAMO RIMASTI?


ph. Sergio Nessi

Fabio Sannino Dottore Commercialista Presidente di Ente Fiera Promoberg

RICOMINCIAMO DALLA TERRA LE PAROLE DI FABIO SANNINO IN OCCASIONE DELLA RIAPERTURA DELLA FIERA

“È con una certa emozione che abbiamo riaperto gli spazi della Fiera di via Lunga al pubblico per una tre giorni dedicata al mondo dell’agricoltura a 360°: la 18a edizione della Fiera di Sant’Alessandro, che per la nostra città ha un significato particolare. È la fiera, millenaria, dedicata al Santo Patrono e quest’anno ha segnato per Ente Fiera Promoberg e Bergamo Fiera la ripartenza dopo mesi difficili, consapevoli che non siamo del tutto fuori dalla pandemia. Ma è ora di guardare con fiducia al futuro; anche il Comune di Bergamo ha scelto quest’anno la virtù della fiducia come tema attorno a cui organizzare le celebrazioni per festeggiare Sant’Alessandro. E sotto la protezione di Sant’Alessandro siamo ripartiti dalla terra, dalla caparbietà, dalla concretezza del mondo contadino e agricolo, dalle tradizioni, da saperi antichi coniugati con l’innovazione e le nuove tecnologie di supporto alle aziende. Siamo ripartiti dalle attività del settore primario con tanta voglia di incontro e confronto con i produttori e le aziende, le eccellenze del nostro territorio e del paese. Ringraziamo per la fiducia che hanno riposto in noi i tanti espositori che sono tornati a riempire gli spazi della Fiera con i loro prodotti, i loro servizi, i loro animali per dar vita ad una manifestazione che è sempre anche un’occasione di svago per tutti, anche per i più piccoli, preziosa occasione per scoprire e degustare cibo del territorio, e conoscere le tante storie delle aziende espositrici con i prodotti e i servizi più innovativi dedicati al settore primario. La Fiera di Sant’Alessandro rimane un momento di confronto tra le aziende di un settore sempre più attrattivo anche per l’imprenditorialità giovanile, ma che, sempre più spesso, deve affrontare e superare grandi sfide. Pensiamo solo agli eccezionali fenomeni climatici che stanno mettendo a dura prova il mondo agricolo. Partiamo quindi dalle nostre realtà territoriali per ripensare una crescita in termini globali, sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico”.

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Le dichiarazioni di Giuseppe Epinati, Amministratore Unico di Bergamo Fiera Nuova s.p.a., proprietaria della Fiera di Bergamo, il giorno dell’inaugurazione della Fiera di Sant.Alessandro

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“Fin dall’inizio del mio mandato mi sono occupato della sicurezza e della funzionalità degli spazi della Fiera, sia per chi in questi spazi lavora, sia per i visitatori e per coloro che partecipano ai vari eventi organizzati da Promoberg. Il 2020 ci ha messo di fronte ad una sfida impensabile fino a qualche anno fa. Per contribuire a contrastare la pandemia Covid-19 siamo diventati ospedale d’emergenza e poi centro vaccinale. Una prova, possiamo dire oggi, superata con successo grazie all’impegno di una squadra di volontari, operatori specializzati e, non ultimo, anche grazie alla flessibilità dei nostri immobili. Un ringraziamento particolare a tutto lo staff dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII per l’impegno e l’efficienza profusi anche nelle operazioni di smantellamento e bonifica dell’immobile di via Lunga. Ora si è tornati ad essere non più luogo di cura ma luogo di accoglienza e incontro per le imprese, le aziende, le associazioni, le eccellenze del nostro territorio e non solo. È con la Fiera di Sant’Alessandro che siamo ripartiti, una fiera che ci ha parlato di valori del lavoro, di ambiente, di produzione, di capacità di affrontare e superare le crisi rinnovandosi, dialogando con le nuove tecnologie e la digitalizzazione del settore primario. Una fiera che parla di saperi e di mondi antichi, del mondo contadino, fortemente legato al territorio ma capace oggi di guardare con occhi nuovi ad un mondo che cambia e che richiede attenzioni nuove. Con la Fiera di Sant’Alessandro, storica per la città di Bergamo, il polo fieristico è tornato ad animarsi di persone, famiglie con bambini, operatori, produttori, allevatori. È da qui che intendiamo ripartire dalla Fiera come crocevia di gente, saperi, attività, commercio, scambio di idee e prodotti. Da qui poniamo le basi per un percorso di crescita, di consolidamento che possa diventare collante strategico per il mondo imprenditoriale locale, regionale, nazionale, internazionale capace di incidere nella vita della nostra comunità. Riallacciamo il dialogo con le imprese, le aziende, la società tutta; torniamo ad offrire spazi di incontro, lavoro, condivisione di saperi, di conoscenza”.


IL GRAZIE DEL PRESIDENTE DELLA FIERA

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ringrazimenti di Fabio Sannino vanno a tutto il personale di Promoberg, donne e uomini che hanno dovuto affrontare, sia dal punto di vista lavorativo che umano, i difficili mesi della pandemia. Donne e uomini che sono stati sempre disponibili a mettersi in gioco, anche nell’incertezza del momento, per rendere possibile questo evento. Ringrazio Bergamo Fiera Nuova, la Provincia e il Comune di Bergamo, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, e tutti coloro, in primis le associazioni di categoria Coldiretti e Confagricoltura, che ci hanno supportato nel riaprire alle nostre tradizionali attività: dare visibilità ed essere punto di riferimento per l’economia e per il nostro territorio. Particolare gratitudine, infine, va alla Camera di Commercio di Bergamo che con il suo contributo ha reso possibi-

I PROSSIMI APPUNTAMENTI ALLA FIERA DI BERGAMO

30 set.

28 ott.

13 nov.


BOCCALEONE: PROVIAMO A RICUCIRE

Il tempo stringe e le decisioni circa i lavori alla linea ferroviaria ad est di Bergamo che attraversa il quartire di Boccaleone, sembrano ormai prese. A monte la scelta di avere un collegamento ferroviario con lo scalo di Orio voluto e finaziato dalla Regione con le risorse delle Olimpiadi invernali del 2025. Il quartiere, già attraversato oltre che dalla linea ferroviaria anche da una tangenziale si è opposto al progetto che prevede il raddoppio dei binari, la chiusura del passaggio a livello di via Rovelli e una muraglia di barriere fonoassorbenti lungo la linea stessa. Si è costituito un comitato molto agguerrito e competente il quale ha presentato un primo progetto che sarebbe stato l’ideale per la “ricucitura” di quella parte della città che da 150 anni è rimasta un po’ tagliata fuori. Il treno, secondo questo progetto, dovrebbe scorrere dentro un tunnel che, dal ponte di via Piatti, sottopassa Boccaleone, per uscire dopo l’attuale casello di via Rovelli che sarebbe così eliminato. Bel progetto ma non si può fare. Per RFI è questione di tempi, lunghissimi, impossibili da pianificare e di costi molto al di sopra di quanto preventivato.

22 Il comitato prende atto di tutto ciò ma ribadisce che, come proposto da RFI, il progetto non può andare bene e ha presentato un secondo studio, altrettanto circostanziato che questa volta prevede solo una piccola galleria e il resto del binario in trincea. In sostanza il treno non passerebbe a livello dell’attuale sedime ma in uno scavo profondo 4 metri, le sponde del quale si potrebbero congiungere con ponticelli e passerelle per consentire quella ricucitura con la città tanto auspicata dagli abitanti di Boccaleone. Questo sì, si potrebbe realizzare, anche per i tecnici di RFI, ma ormai non c’è più tempo anche perchè i finanziamenti previsti per le Olimpiadi del 2025 scadono se non sono utilizzati per tempo. Gli abitanti di Boccaleone e il comitato che si è mosso in modo davvero encomiabile non vogliono però credere che rimarranno inascoltati, che il loro habitat e la qualità della loro vita peggioreranno in modo così drastico.


Il Comitato di Quartiere di Boccaleone in questi mesi ha cercato un dialogo con tutte le istituzioni, il Comune di Bergamo in primis; purtroppo ciò è stato molto faticoso e veniamo a conoscenza solo tramite i giornali di controdeduzioni espresse da RFI alla nostra proposta di progetto alternativo, senza mai aver potuto presentare il nostro progetto e dialogare con loro. Inoltre, proprio perché RFI, tramite una lettera presentata al comune di Bergamo, ha obiettato alla nostra idea di interramento, abbiamo voluto ripensare il nostro progetto. Segnaliamo che anche il Comitato Provinciale per l’abolizione delle Barriere Architettoniche di Bergamo preoccupato per la realizzazione di quest’opera, ha spedito al Ministero dell’Ambiente le proprie osservazioni al progetto. In sintesi: nella prima fase il Comitato di quartiere di Boccaleone aveva pensato ad un parco lineare orizzontale ma, viste le varie osservazioni di RFI, abbiamo rivisto in parte il progetto: • Il tracciato ferroviario parte con un semi-interramento e appena dopo il cavalcavia si trasforma in una galleria in rilievo che scende fino a sottopassare via Recastello, dove oggi c’è il passaggio a livello; in questo modo dopo 300 metri la ferrovia si sarà abbassata circa 4 metri (esiste già sotto il cavalcavia un abbassamento di quasi 1 metro); a questo punto si possono creare delle rampe e delle scalinate per salire sul parco/piazza lineare che si creerebbe sopra la ferrovia in leggera pendenza 1,25% e più ci si avvicina all’attuale passaggio a livello, più lo scavalcamento da una parte all’altra sarà più facile. In questo modo si evitano le spese, preventivate nel progetto di RFI, di: - passerella (stimato dal Comune nel progetto “Legami urbani” 1,5 milioni di euro); - sottovia alla Fiera (stimato dal Comune 6 milioni di euro), perchè se la ferrovia è in trincea la si può superare con un semplice scavalco a quota terreno; - sottopasso in via Recastello, ritenuto da tutti pericoloso (costo circa 1 milione); - barriere fono assorbenti sulla tratta che attraversa il quartere di Boccaleone(stimate da RFI 2,7 milioni di euro);

Ecco come vorrebbero risolto il problema i cittadini di Boccaleone: la Ferrovia sottoterra e sopra un’ area verde ciclopedonale a fungere daricucitura tra le due parti di Boccaleone tagliate da sempre in due dalla linea ferroviaria.


L’INTERRAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA E LA TRASFORMAZIONE DI VIA ROVELLI: UN SOGNO DESTINATO A RIMANERE TALE.. SOTTO A DESTRA, IL RENDERING DELL’ATTRAVERSAMENTO A RASO DOVE ORA C’È IL PASSAGGIO A LIVELLO

NELLE IMMAGINI LA SITUAZIONE ATTUALE E LA TRASFORMAZIONE PREVISTA DA RFI CON LE BARRIERE ANTIRUMORE ALTE SETTE METRI E IL VIADOTTO PER IL SUPERAMENTO DI VIA LUNGA. IL TUTTO CON UN IMPATTO AMBIENTALE DAVVERO SCONCERTANTE.

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Dopo la curva, all’altezza della Fiera, il percorso continua in trincea con muri controterra fino all’aeroporto per impattare il meno possibile con l’ambiente. In questo modo: - si evitano le spese per il viadotto su via Lunga, molto impattante (stimate da RFI 1,3 milioni di euro); - si può prevedere una fermata alla Fiera interrata con rampe e scale di risalita; - si risparmiano le spese per i nuovi svincoli stradali; - non è necessaria la galleria per il cono di volo, perché per la sicurezza degli aerei (solo una parte per bypassare via Orio) è sufficiente continuare con la trincea; in questo modo le spese di copertura possono essere usate per coprire l’abbassamento su via Rovelli per realizzare la piazza/parco lineare; • il tracciato originale è stato notevolmente allungato, passando dai circa 3 km del 2008 ai 5,2 km attuali. Si può superare l’asse interurbano con una tipologia costruttiva completamente diversa (nella versione 2008 il progetto avrebbe sfruttato una sottovia installata appositamente durante la costruzione dell’asse interurbano, mentre ora si rende necessaria una galleria interrata di 600 m). Infatti nel progetto abbiamo previsto un accorciamento di circa 500 metri del tracciato (una delle ipotesi proposte da RFI), verso la zona dei parcheggi dell’aeroporto; in questo modo si possono ottenere risparmi nei costi e nel consumo di suolo; • non è necessario costruire in aeroporto una stazione a livello strada ma è sufficiente una fermata interrata più vicina all’ingresso dell’aeroporto; in questo modo si risparmiano altri milioni di euro e si può accorciare il tunnel interrato per arrivare in aeroporto (nel progetto RFI tra la stazione dei treni e l’ingresso delle partenze dell’aeroporto, Sacbo deve costruire un tunnel interrato di circa 150 metri); • altre economie si possono avere ripensando alla tipologia di infrastruttura.


L’immagine sopra è quella relativa al primo progetto presentato dal Comitato di Boccaleone che prevede l’interramento totale della linea ferroviaria e rigettato da RFI come irrealizzabile. Sotto, il secondo progetto presentato dal Comitato che propone un percorso in trincea e solo in parte interrato, ritenuto realizzabile ma è impossibile rimanere nei tempi e nei budget previsti. Insomma, bel progetto, fattibile ma non si farà perchè, essendo il treno per Orio finanziato con i soldi delle Olimpiadi, deve essere pronto per il 2025. Ma siamo sicuri che serva davvero? Pare che, quando ci sono gli stanziamenti, un’opera debba essere realizzata a tutti i costi anche se ci si accorge che è un errore...


Infatti, non è chiaro perché si è passatti da un progetto a un binario ad un progetto con due binari e perché è stata eliminata la fermata intermedia della Fiera; riproponendo tale fermata e aumentando le tecnologie di automatizzazione dei movimenti si potrebbe tornare ad 1 solo binario. Quindi si potrebbe risparmiare sia in termini economici che di suolo (larghezza sedime dimezzata); • altri risparmi si potrebbero avere con la riduzione dei binari di fine corsa corrispondenti alla stazionedell’Aeroporto, che nel progetto RFI è stata portata da 3 a 4 binari: ma sono davvero necessari? Il terminal di Malpensa ha 4 binari ma un numero di passeggeri/anno molto superiore a quello di Orio. Abbiamo rilevato che tutte le esigenze infrastrutturali sono andate a vantaggio di RFI e Sacbo; così facendo non è rimasto più nulla dei 170 milioni stanziati per elaborare un progetto più sostenibile (non siamo riusciti a trovare un computo metrico riassuntivo di tutti i totali dei vari computi presentati nel progetto, si fatica a capire come viene speso l’importo totale dei 170 milioni). Ci chiediamo se non si poteva fare una scelta diversa per diminuire l’impatto

viario, economico e sociale su Boccaleone? Noi crediamo di sì e questa nostra proposta vuole rimettere in discussione non l’opera come collegamento, ma il progetto dell’opera che, così come presentato da RFI, non ha considerato il pesante impatto ambientale, sociale, economico e viario, ma ha considerato un unico obiettivo: realizzare un collegamento ferroviario diretto con l’aeroporto. Inoltre si denuncia nuovamente la completa mancanza di partecipazione e relativa divulgazione da parte del Comune di Bergamo verso gli abitanti del quartiere di Boccaleone del progetto di RFI. Segnaliamo che il finanziamento di 170 milioni euro rischia di essere inadeguato sia economicamente che nei tempi di realizzazione a causa dei problemi di approvvigionamento di materie prime e dell’esagerato aumento dei relativi prezzi. Per chiarezza aggiungiamo che noi del comitato abbiamo cercato un computo metrico estimativo complessivo, ma nella documentazione presentata da RFI non è stato possibile rintracciarlo. Sommando i circa 20 computi metrici estimativi presenti, sommandoli, danno un totale di circa 70 milioni. Mancano all’appello gli altri 100 milioni.

SI PUÒ FARE NELLE IMMAGINI ALCUNI DEGLI INTERVENTI IN CUI RFI HA SCELTO DI INTERRARE UNA O PIÙ LINEEE FERROVIARIE PER NON INCIDERE SULLA VITA E SULLA VIABILITÀ DELLE CITTÀ ATTRAVERSATE.

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BARI

TARANTO

FERRARA

TRENTO

Il comitato di quartiere quindi chiede di

Interrare completamente il tracciato della ferrovia valutando anche la trincea, perché riteniamo che il progetto presentato da RFI sia altamente invasivo per il nostro quartiere, per la qualità della vita dei suoi abitanti e a tutela del parco agricolo.


buone notizie

BENTORNATA VALE Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano... Come nella canzone di Antonello Venditti, Valentina Visciglio è di nuovo nella squadra di qui Bergamo. La sete di nuove esperienze, qualche anno fa, l’ha presa e l’ha portata lontano, dopo che era stata una della colonne portanti di questo giornale. La nostra sede a quei tempi era in via S.Alessandro, lei lavorava a l’Eco di Bergamo e non riuscivo a credere, il giorno che le chiesi di incontrarla, che avrebbe preso in considerazione di venire con noi. Vale ha trascorso in mezzo ai giornali buona parte della sua vita poi qualcosa l’ha spinta a percorrere nuove strade. L’ho incontrata quando mi ha proposto un’intervista con Oney Tapia che abbiamo poi pubblicato, del quale curava ogni apetto delle relazioni, organizzando per lui eventi e convention. Donna di grandi passioni, grandi capacità e grandi risorse non potevamo che stenderle un tappeto rosso quando ci ha comunicato che avrebbe voluto tornare in squadra. Bentornata a casa, è sempre un piacere lavorare con te.

LA PASSERELLA DELLA DISCORDIA POLEMICHE ESTIVE SULLA PASSERELLA CHE DETURPEREBBE LE MURA E LA LORO PORTA PIÙ ICONOGRAFICA SI POTEVA FARE MEGLIO? PROBABILMENTE SÌ PERÒ QUESTA È STATA REALIZZATA POI, SE CI SARANO IDEE MIGLIORI SI ADOTTERANNO INTANTO DISABILI E MAMME CON CARROZZINE PLAUDONO LA SOLUZIONE

Mentre la città sonnecchiava sotto il sole agostano, indecisa se sbracarsi e lasciarsi un po’ andare o tenere duro contro il virus, i nostri beneamati politici non trovavano di meglio da fare che accapigliarsi per una passerella. Il caso scoppia poco prima di Ferragosto quando viene installata una struttura, peraltro amovibile, per consentire il passaggio di carrozzine, con a bordo bambini o disabili, in un tratto della Cinta Muraria. Esattamente quello che precede Porta San Giacomo, scendendo da Bergamo Alta e che consente di proseguire sul percorso pedonale, superando l’antica Porta, senza invadere la sede stradale. Sino ad oggi quel tratto era collegato da alcuni scalini difficili da superare per chiunque, ma certamente d’epoca e da conservare. L’alternativa per aggirare l’antipatico ostacolo era solo quella di occupare la strada con conseguenti pericoli derivanti da autobus o auto in discesa, che tra l’altro sbucano da una curva con scarsa visibilità. La sensibilità di questa amministrazione verso i più fragili ha portato alla costruzione di una struttura per unire i due tratti scavalcando l’antica breve scalinata. Una passerella tutto sommato utile anche a chi non ha più vent’anni, forse leggermente invasiva in un contesto così importante ma, vista la sua nobile funzione si poteva chiudere un occhio… Invece, apriti cielo. Hanno cominciato con le prese per il sedere su internet, dicendo che la passerella con annessa barriera è una schifezza fino ad appendere di tutto e di più sulla suddetta struttura in segno di disapprovazione… La cosa, e non poteva essere diversamente, è stata subito messa alla berlina da molti politici e su tutti a prendere la parola in modo deciso è stato il cittadino Onorevole Daniele Belotti, il quale non si vede più in giro ma che ogni tanto interviene via social sulla vita della città specie se si tratta dello stadio, dell’Atalanta e dei i tifosi. Lo stesso Belotti, che evidentemente non trova di meglio per attaccare l’amministrazione di Bergamo, ha coinvolto nella vicenda nientemeno che Vittorio Sgarbi, il quale ha minimizzato le responsabilità del Comune e del Sindaco, pestando però durissimo contro la Soprintendenza che pare abbia voluto che la struttura fosse così com’è stata realizzata. Il mitico Vittorio, in un video pubblicato poi da Belotti, osservando la struttura si è scagliato con l’animosità che gli conosciamo contro la sciagurata scelta adottata dalla Sovrintendenza. La risposta di quest’ultimo ente è stata lapidaria: la passerella così va bene e resta dov’è. Dalle invettive alle velate minacce: vedrete che anche questo intervento sarà tacciato dall’Unesco che già sta pensando di togliere il suo patrocinio alle Mura per via del guaio combinato con il parcheggio della Fara. Però Vittorio Sgarbi ha tutte le ragioni del mondo. Un luogo così importante, la via di accesso principale dell’antica Bergamo, con quella breve gradinata che conservava una sua “poesia” ora così trasformata lascia un po’ l’amaro in bocca. Un amaro che si addolcisce leggendo le testimonianze, tante, da parte di persone disabili che ringraziano per il problema risolto e pensando che in fondo, quella passerella, che le rende più accessibili, non farà perdere alle Mura il loro grande fascino. (VEF)


MACH-E LA MUSTANG ELETTRICA

FORD ANTICIPA IL FUTURO E PRESENTA IL PRIMO SUV COMPLETAMENTE ELETTRICO DELLA SUA AMPIA GAMMA. DESIGN SPLENDIDAMENTE SCOLPITO, TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA E UN’AUTONOMIA FINO A 610 KM PER L’AUTO SPORTIVA PIÙ VENDUTA AL MONDO Testo di Tommaso Revera ph: Sergio Nessi

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Mustang Mach-E è il primo SUV totalmente elettrico della gamma Ford: “rappresenta il primo passo verso un processo di elettrificazione che inizierà nel 2026 e terminerà nel 2030. Da lì in poi si produrranno solamente macchine totalmente elettriche” - ha affermato Stefano Fusco, consulente alle vendite del FordStore Iperauto Bluberg di Bergamo, che ci guida alla scoperta della prima Mustang a zero emissioni nella versione da 269 CV, con trazione integrale e batteria standard range. La scelta del primo veicolo totalmente elettrificato dell’Ovale Blu è caduta su Mustang - un’icona conosciuta, collaudata e che storicamente vanta una platea di estimatori molto importante - certo un filo rivista nelle linee ma pur sempre molto affascinante.


Chiaramente la Mach-E è un veicolo completamente diverso rispetto alla Mustang tradizionale: se prima era il simbolo del motore V8 a benzina, in questa versione è il simbolo del motore elettrico di Ford. “La vettura - ha proseguito Fusco - è disponibile in due allestimenti: con la trazione posteriore o con le 4 ruote motrici e due pacchi di batterie, standard o extended. Si va da un minimo di 400 km di autonomia per la 4 ruote motrici standard range ad un massimo di 610 km per la trazione posteriore extended range”. Percorrenze importanti che la proiettano al top nel segmento di mercato delle auto elettriche superando persino Tesla di circa 30 km. Con la nuova Mustang Mach-E è possibile inoltre adattare l’esperienza di guida allo stile preferito. “Le tre diverse modalità di guida (Active, Whisper e Untamed) - ci ha confermato il consulente - modificano il suono del motore (per i più nostalgici), l’illuminazione ambientale e persino la reattività della vettura per adattarsi perfettamente al tuo umore”. Il primo veicolo completamente elettrico Ford dispone inoltre di un’ampia gamma di tecnologie connesse, progettate per offrire un’esperienza di guida basata sulle tue esigenze.

“Esce già di serie con tutti i sistemi di tecnologia attiva ideati come veri e propri aiuti alla guida - ci ha confermato l’addetto vendite del FordStore Iperauto Bluberg di Bergamo il sistema di parcheggio automatico, le modalità di guida personalizzabili (come per esempio il Lane Keeping AID, una tecnologia avanzata per mantenere l’auto in corsia, o la frenata automatica d’emergenza sia con le marce, sia in retro), il sistema One Pedal Drive (la guida a pedale unico per una gestione della vettura fluida e senza sforzo), i sistemi di sicurezza avanzati come il controllo adattivo delle velocità di crociera, il pre-collision assist e il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco. Dispone, inoltre, di un sistema di comandi vocali machine learning, sull’onda di Siri e Alexa, con un dispositivo che ascolta e impara memorizzando le abitudini di chi sta al volante e cercando di venirgli incontro”.


Mustang Mach-E è una macchina strettamente connessa ai sistemi multimediali: dispone di un’applicazione che consente di avere un controllo generale, su tutta la vettura, anche da remoto: dalla geolocalizzazione alla possibilità di accenderla, spegnerla, rinfrescarla o riscaldarla, dalla possibilità di prenotare il service al privilegio di disporre del report dei propri consumi, dalla programmazione dei propri itinerari all’utilizzo del cellulare come chiave della macchina. “Può essere aperta con la chiave elettronica tradizionale, col cellulare accoppiato qualora mi fossi scordato la chiave o, ancora, tramite un codice alfanumerico che si inserisce sul montante della portiera grazie al quale accedere al veicolo e partire - ci ha raccontato Fusco. Solo in seguito all’avvenuto spegnimento del veicolo, ci arriverà la relativa notifica”. Come tutte le elettriche presenta un interno minimalista dominato da uno schermo da 15,5 pollici che si trova al centro dell’elegante abitacolo con sistema SYNC e un impianto audio realizzato dalla B&O con 10 altoparlanti e subwoofer.“Dietro al volante c’è un ulteriore schermo da 10,3 pollici che offre, invece, le informazioni di navigazioni principali (i cosiddetti widget) come l’autonomia, il cruise control, eventuali segnali stradali che la telecamera frontale va a leggere, ecc.

Il volante è in versione multifunzione classica mentre la connettività in modalità wireless sia in versione Android Auto, sia Apple Car Play, è di serie. Anche gli aggiornamenti da eseguire sulla vettura periodicamente possono essere effettuati in modalità over the air: non si dovrà portare la macchina in officina ma sarà sufficiente collegarsi ad una rete wi-fi o addirittura sfruttare il modem integrato della vettura. Gli aggiornamenti più importanti andranno completati a veicolo fermo mentre quelli secondari potranno essere eseguiti in movimento”. La Mustang Mach-E non disponendo di un motore a propulsione termica anteriore offre la possibilità, un po’ come avviene per Ferrari e Porsche, di sfruttare anche un secondo bagagliaio, piccolo ma molto funzionale, oltre a quello posteriore di 480 litri per il quale, con l’abbattimento dei sedili posteriori e la leggera inclinazione del pianale, è possibile guadagnare ulteriore superficie di carico. I vantaggi garantiti dall’acquisto di una Mustang Mach-E sono molteplici: non si pagano bolli, si parcheggia gratuitamente sulle strisce blu a Bergamo ma anche in altre città, si entra gratis nelle ZTL e in Area C. “I costi di manutenzione, inoltre, sono davvero contenuti con meno parti soggette ad usura e una garanzia della batteria


di 8 anni (si può risparmiare oltre il 50% in 5 anni/100.000 km rispetto ai veicoli a combustione tradizionale), così come quelli di gestione grazie ad una sensibile riduzione dei costi di rifornimento” - ha sottolineato Stefano Fusco. Ultima, ma non per importanza, l’opportunità di contare su una varietà importante di ecoincentivi (statali e regionali ma ad esaurimento fondi) che consentono di acquistarla ad un prezzo davvero conveniente. Nel caso di rottamazione di una vettura Euro 0, 1 e 2, LA MUSTANG ELETTRICA per esempio, la Mach-E con la trazione posteriore costa solo 38.000 euro.

MATCH-E

“I tempi di ricarica della batteria dipendono sempre dalla fonte: se ricarichiamo la nostra Mustang elettrica da una fonte leggera come il 220 Volt di casa è un conto, un altro se invece lo facciamo da una colonnina Fast Charge presente ormai in maniera massiccia - ha continuato l’esperto. Si va da un minimo di 35/40 minuti in quest’ultimo caso ad un massimo di 46 ore con la presa domestica per ricaricare la versione quattro ruote motrici. Riguardo, infine, ai tempi di consegna va detto che, per chi la ordina adesso, la consegna è prevista entro la fine dell’anno o, nella peggiore delle

MACH-E LA MUSTANG ELETTRICA

Con l’acquisto di questa vettura, Ford regala un anno di abbonamento al network New Motion grazie al quale non solo conoscere dove sono dislocate le 20.000 colonnine di ricarica elettrica (di vari fornitori e di varie potenze) sparse sul territorio nazionale ma anche contare su un prezzo al kWh di 31 centesimi invece che a 89 per il primo anno. Dal secondo anno, se il cliente lo desidera, si può prorogare l’abbonamento al prezzo di 170 euro l’anno”.

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PORSCHE EXPERIENCE CENTER FRANCIACORTA Porsche Italia ha inaugurato il Porsche Experience Center Franciacorta, un complesso di 60 ettari dove la passione per la Casa di Zuffenhausen si esprime in una serie di spazi in grado di coinvolgere ogni tipo di pubblico, dai clienti agli appassionati, dalle aziende alle famiglie, riservando ad ognuno il piacere di vivere il mondo Porsche da protagonista. La cerimonia di inaugurazione si è svolta l’11 settembre - un giorno simbolico per Porsche e per tutti gli appassionati della Marca (11 settembre: 9 come settembre e 11, ovvero 911) – alla presenza, fra gli altri, di Oliver Blume, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Porsche AG, Detlev von Platen, Membro del Consiglio di Amministrazione Vendite e Marketing di Porsche AG e Mark Webber, Brand Ambassador Porsche. “Siamo davvero orgogliosi di avere un Porsche Experience Center nel nostro Paese - dice Pietro Innocenti, Amministratore Delegato di Porsche Italia - In Italia esistono già molti circuiti ma il PEC Franciacorta è una struttura radicalmente diversa perché pensata per esprimere al meglio i valori della nostra Marca e offrire un’esperienza unica e coinvolgente”. L’impianto è situato a Castrezzato (BS) in una delle regioni più affascinanti del nord Italia, sia per la posizione, a due passi dalle sponde del Lago d’Iseo e centrale rispetto ai tre aeroporti di Milano, Bergamo e Verona, sia per le caratteristiche morfologiche, dolci colline coltivate con pregiati vitigni che rendono la produzione vinicola e il marchio Franciacorta un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo. L’architettura accattivante del Customer Center Il PEC italiano è l’ottavo e il più grande Porsche Experience Center al mondo*.


L’impianto è diviso in due aree principali: Customer Center e Paddock. Il primo, ospitato in una costruzione avveniristica, una struttura ad archi dal design raffinato, è il portale di accesso a tutte le esperienze rivolte a clienti e appassionati. Da qui i visitatori s’immergono nel mondo Porsche in tutte le sue sfaccettature. Il Customer Center misura 5.600 mq ed è composto da una agorà centrale dalla quale si dipanano i vari servizi: sale briefing per le sessioni teoriche, uno showroom per la configurazione delle vetture dove è possibile richiedere la consegna della propria Porsche ordinata presso il concessionario, un elegante ristorante panoramico a sbalzo sull’autodromo, uno shop, un’area Kids, un bar e un’ampia terrazza panoramica, adatta per godere lo spettacolo del circuito grazie ad una vista privilegiata su tutto il complesso.

Sono disponibili anche un Business Center con capienza fino a 140 posti a sedere e una Board Room per meeting di lavoro, entrambe prenotabili su richiesta, per soddisfare anche le esigenze di aziende che vogliono organizzare al PEC Franciacorta i propri eventi. Il Paddock, comprensivo di un pit building dotato di 29 box, è invece l’area dedicata ad ospitare i grandi eventi motoristici, a partire dal campionato monomarca Porsche Carrera Cup Italia. Il cuore dell’impianto, il circuito, comprende tre differenti zone di esercizio. La pista, un tracciato molto tecnico di 2,5 km, si dispiega in un susseguirsi di curve di vario raggio e chicane, perfette per mettere a punto la tecnica di guida. L’area di guida sicura comprende una pista a bassa aderenza dove sperimentare sbandate, sovrasterzi e pendoli, un anello irrigabile in cemento levigato, perfetto per affinare la tecnica di controllo di sovra e sottosterzo e un’ampia sezione dove saggiare l’efficienza degli impianti frenanti e la stabilità dell’auto nelle manovre d’emergenza. È disponibile inoltre un percorso Off Road con rampe, twist e sterrati, in grado di esaltare le prestazioni fuoristradistiche dei SUV Cayenne e Macan. L’offerta è ampliata anche con altre due proposte, pensate per chi vuole sperimentare modalità alternative di guida: un Simulation Lab dedicato alla realtà virtuale e gli Esports, con otto simulatori di ultima generazione, e una pista di Go-Kart elettrici con 3 mappature di potenza, l’unica degli otto Porsche Experience Center esistenti al mondo. Entro la fine dell’anno sarà inoltre completato il nuovo Training Center di Porsche Italia, dedicato alle attività di formazione della rete di concessionari. Un progetto all’insegna della sostenibilità Il PEC Franciacorta, costato 28 milioni di euro, è un impianto nato all’insegna della sostenibilità, in linea con la strategia di Porsche. L’attenzione all’ambiente ha guidato ogni fase del progetto, dallo studio del design alla sua realizzazione. Il concept architettonico è stato infatti studiato per recuperare il più possibile le strutture pre-esistenti e l’intero impianto è alimentato da energia proveniente da fonti rinnovabili. Attenzione particolare anche al rispetto delle diversità, con alcune delle vetture che verranno utilizzate per le attività in pista dotate di un dispositivo di assistenza alla guida che permette alle persone con disabilità di poter vivere senza limiti le emozioni alla guida delle sportive a marchio Porsche. “Porsche è più dei suoi prodotti, Porsche è una promessa di esperienze uniche”, afferma Detlev von Platen, Membro del Consiglio di Amministrazione per le vendite e il marketing di Porsche AG. “Nei nostri Porsche Experience Center promettiamo esperienze uniche ed emozionanti che i visitatori non dimenticheranno mai. Qui, la community Porsche può mettere alla prova le nostre auto sportive e vivere un’autentica esperienza del marchio”.

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PORSCHE MISSION R UNA SPORTIVA COMPLETAMENTE ELETTRICA PER LE COMPETIZIONI RISERVATE A CLIENTI PORSCHE PRESENTA IL SUO FUTURISTICO PROTOTIPO MISSION R


Al salone IAA MOBILITY 2021 conclusosi da pochi giorni a Monaco di Baviera, Porsche ha presentato una spettacolare anteprima del futuro dell’auto. La concept car Mission R coniuga tecnologie d’avanguardia e materiali sostenibili, come la plastica rinforzata con fibre naturali, con la passione per le competizioni. Oltre a un design futuristico, il prototipo da competizione a trazione completamente elettrica e dal profilo estremamente ribassato, presenta i tratti caratteristici delle sportive prodotte dalla Casa di Stoccarda-Zuffenhausen. I due motori elettrici di nuova concezione della Porsche Mission R erogano fino a 800 kW (1.088 CV) nella cosiddetta “modalità di qualificazione”. La batteria con capacità di circa 80 kWh e l’innovativo sistema di recupero consentono di effettuare gare di velocità (Sprint Race) senza perdita di potenza. “Porsche è il marchio per le persone che realizzano i loro sogni. Questo vale anche per gli sport motoristici. Mettiamo alla prova la nostra capacità innovativa sui circuiti di gara, dimostriamo coraggio nel seguire nuove rotte e affasciniamo gli automobilisti con prestazioni di guida sportive”, ha dichiarato Oliver Blume, Presidente del C. d. A. di Porsche AG. “Oltre a partecipare al Campionato Mondiale di Formula E, ci accingiamo ora a fare un ulteriore grande passo avanti nella mobilità elettrica. La concept car che presentiamo rappresenta la nostra visione degli sport motoristici con vetture completamente elettriche per i clienti. La Mission R incarna tutto ciò che fa di Porsche un marchio forte: prestazioni, design e sostenibilità”. Gli sport motoristici riservati ai clienti godono di grande considerazione in Porsche. Da quando è nata la Porsche Carrera Cup Deutschland, 31 anni fa, la Casa costruttrice di auto sportive ha prodotto e spedito da Weissach più di 4.400 vetture in versione Cup. Nel mondo si svolgono complessivamente 30 campionati monomarca basati su queste vetture da corsa affidabili e ad alte prestazioni. L’ultima versione della 911 GT3 Cup è stata introdotta solo all’inizio della stagione sportiva 2021 e si basa sulla generazione di modelli 992. La Porsche Mission R offre un’indicazione di quello che potrebbe essere il futuro delle serie monomarca con vetture a trazione completamente elettriche.


PORSCHE MISSION R 38

La sportiva a trazione integrale, in grado di sviluppare poco meno di 1.100 CV in “modalità di qualificazione”, accelera da zero a 100 km/h in meno di 2,5 secondi. La velocità massima è di oltre 300 km/h. In pista, il prototipo elettrico ha registrato lo stesso tempo sul giro dell’attuale Porsche 911 GT3 Cup. Grazie a motori elettrici e celle della batteria di nuova concezione - tutti dotati di un innovativo raffreddamento diretto dell’olio - la concept Porsche Mission R eroga una potenza costante di 500 kW (680 CV) in “modalità gara”. Un motore elettrico con una potenza fino a 320 kW (435 CV) alimenta l’asse anteriore, mentre al posteriore vengono trasferiti al massimo 480 kW (653 CV). L’avanzata tecnologia a 900 volt e il sistema Porsche Turbo Charging consentono di caricare la batteria dal 5 all’80% di SoC (stato di carica) con una pausa di soli 15 minuti durante le corse. La ricarica può essere effettuata fino a 340 kW. La Mission R vanta anche un aggiornamento del sistema Porsche Active Aerodynamics (PAA) con sistema di riduzione della deportanza DRS sul frontale e sull’alettone posteriore. Questo comprende tre feritoie su ciascuna delle due prese d’aria laterali del muso e un’ala posteriore regolabile composta da due sezioni. Oltre a sfruttare un innovativo concetto di propulsione elettrica a batteria, la concept car si distingue per una carrozzeria orientata alla riduzione di CO2 e alla sostenibilità: è in gran parte realizzata in plastica rinforzata con fibre naturali (NFRP), in cui il materiale di base è costituito da fibre di lino provenienti dalla produzione agricola. Questo materiale ecologico è stato utilizzato anche per il bordo dello spoiler anteriore, il diffusore e le minigonne laterali. e ampiamente impiegato per la realizzazione degli interni fra cui i pannelli interni delle portiere, la paratia posteriore e i sedili.


La progettazione degli interni risulta focalizzata sul guidatore in tutti gli aspetti. Un display posizionato ergonomicamente tra i comandi sul volante visualizza i dati rilevanti durante la corsa. Il monitor sopra la colonna dello sterzo visualizza le immagini riprese dalle telecamere degli specchietti laterali e dalla telecamera dello specchietto retrovisore centrale. Un display a sfioramento a destra del sedile può essere utilizzato, ad esempio, per richiamare i dati biometrici del conducente. All’interno dell’abitacolo vi sono numerose altre telecamere che possono essere usate per fornire sequenze emozionanti per una trasmissione in diretta. Con il progetto Mission R, Porsche porta le corse reali più vicino che mai a quelle virtuali. Il modulo di guida monoscocca funge anche da simulatore di Esports e ne ripro-

duce esattamente la forma. La struttura di sicurezza in materiale composito in fibra di carbonio unisce un elevato potenziale di protezione per il pilota a un peso ridotto e a una linea inconfondibile. Gli ingegneri e i designer di Porsche hanno ribattezzato “esoscheletro” la struttura del tetto in carbonio di nuova concezione, che integra la gabbia di sicurezza e la superficie del tetto. Con i suoi 4.326 millimetri di lunghezza, la Porsche Mission R è leggermente più corta dell’attuale serie 718 Cayman; in compenso è notevolmente più larga con i suoi 1.990 millimetri e decisamente più bassa, avendo un’altezza esterna di 1.190 millimetri.


V7:

LA PIÙ AMATA DAGLI ITALIANI MOTO GUZZI V7 È LA MOTO PIÙ VENDUTA IN ITALIA NELLE CILINDRATE OVER 700 CC NEL MESE DI AGOSTO LA MOTO DI MANDELLO HA FATTO MEGLIO DELLA CONCORRENZA ITALIANA E STRANIERA

Moto Guzzi V7, la best seller del marchio dell’aquila, è stata la moto con

cilindrata oltre 700 cc più venduta nel mercato italiano nel mese di agosto appena concluso. Con 213 esemplari consegnati ai clienti l’ultima versione di Moto Guzzi V7 ha distanziato la concorrenza giapponese, tedesca e italiana. È una bella notizia per Moto Guzzi, che proprio quest’anno festeggia i cento anni di storia, ma non una sorpresa visto l’entusiasmo col quale il nuovo modello della gamma di Mandello è stato accolto sin dal suo lancio commerciale nella scorsa primavera.

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Disponibile in due versioni - Stone, più essenziale e dai contenuti contemporanei e Special più classica ed elegante - la nuova Moto Guzzi V7 è spinta da nuovo motore di 850 cc e 65 cv dalle prestazioni entusiasmanti, è diventata così più veloce, più confortevole, meglio equipaggiata e rifinita, senza perdere nulla di quel carattere e autenticità che sono i valori di tutte le Moto Guzzi. La nuova generazione di V7 vuole continuare a essere la motocicletta d’accesso nel mondo Moto Guzzi, facile, dalle dimensioni e peso contenuti ma al contempo dal carattere forte e autentico, esibito dal bicilindrico trasversale a V, configurazione unica al mondo. Moto Guzzi V7 è uno dei modelli più amati e di successo, riconosciuto quale rappresentante della motocicletta classica italiana nel mondo La fama mondiale è dovuta alla sua capacità di mantenere fede alle aspettative e alla reputazione di un marchio leggendario. Dal 1967, anno in cui iniziarono le vendite dei primi esemplari in Italia, V7 è diventata il caposaldo della gamma e la rappresentante per eccellenza della motocicletta italiana, distinta da contenuti e design in grado di raccogliere l’apprezzamento di un pubblico trasversale ed eterogeneo. Rilanciata nel 2008 nella cilindrata 750, la V7 ha subito rappresentato un grande successo grazie anche al suo stile classico, alla qualità costruttiva e alla sua facilità di guida. A inizio 2021 Moto Guzzi ha presentato la nuova generazione di V7, completamente rinnovata che si è subito dimostrata perfetta per continuare il grande successo di una moto leggendaria.

NUOVO MOTORE 850 CC, NUOVO COMFORT, CICLISTICA RINNOVATA, ELETTRONICA DI AVANGUARDIA E STILE INIMITABILE, L’ULTIMA GENERAZIONE DI V7 STA CONFERMANDO IL SUCCESSO DELLA MOTOCICLETTA ITALIANA NELLA SUA VESTE PIÙ CLASSICA



BMW MOTORRAD

CONCEPT CE 02 UNA BOCCATA D’ARIA FRESCA PER LA MOBILITÀ ELETTRICA URBANA SU DUE RUOTE

Con il Concept CE 02, BMW Motorrad presenta una nuova e intelligente interpretazione della mobilità urbana su due ruote ad una settimana della IAA Mobility 2021. Il concept elettrico, che non incarna né una moto classica né uno scooter, si presenta come un’offerta di mobilità allettante e altamente emozionale.

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Grazie alle sue dimensioni compatte e alle proporzioni giovanili, si rivolge chiaramente ad un nuovo target group: dai 16 anni in su, per tutte quelle persone che non hanno mai guidato una moto ma sono interessate a nuove esperienze, alla tecnologia intelligente e soprattutto al connubio tra mobilità e divertimento. Come veicolo elettrico leggero dal peso di circa 120 kg, il BMW Motorrad Concept CE 02 è ideale per l’impiego urbano, offre grande divertimento così come semplicità ed eleganza durante i tragitti abituali. Gli 11 kW di potenza e tutta la coppia disponibile da fermo permettono una rapida accelerazione ai semafori. Una velocità massima di 90 km/h e un’autonomia di 90 km rendono facile spostarsi dal punto A al punto B - e ritorno - anche nell’intenso traffico cittadino. L’aspetto generale della due ruote rivela a prima vista il carattere innovativo del BMW Motorrad Concept CE 02. “Volevamo sviluppare una due ruote facilmente accessibile per quanti vogliano potersi spostare ed essere indipendenti”, ha dichiarato Alexander Buckan, Head of Vehicle Design BMW Motorrad. “Il BMW Motorrad Concept CE 02 è un compagno affidabile per tutti i giorni. Lo ami perché è sempre lì per te e semplicemente funziona - anche se a volte non lo tratti con la dovuta attenzione. E ci sono adesivi, nastri e altre forme di personalizzazione che rendono chiaro che appartenga a te. Incarna la libertà giovanile e la spensieratezza - un po’ come uno skateboard su due ruote”.

“A prima vista, c’è poco del BMW Motorrad Concept CE 02 che

sia tipicamente BMW Motorrad - è qualcosa di completamente nuovo. Vogliamo impegnarci a creare qualcosa di innovativo ed essere dei pionieri - che è ciò che abbiamo dimostrato di essere con vari progetti in passato. Il Concept CE 02 presenta nuove proporzioni e forme moderne per la mobilità urbana su due ruote. Inoltre, volevamo arrivare ad un livello di innovazione nel design mai raggiunto finora. La semplicità d’uso era importante, ma ancor più fondamentale era la componente emozionale, così come il divertimento alla guida”, spiega Edgar Heinrich, Head of Design BMW Motorrad.

Le proporzioni semplici e trasparenti assicurano un appeal estetico onesto ed emotivo. Due ruote di grandi dimensioni, simili a quelle di una fun bike, promettono robustezza e divertimento di guida immediato. Sono progettate come ruote a disco, enfatizzando graficamente le proporzioni del veicolo. La zona scura per le due unità della batteria e la trasmissione con dettagli argentati crea un corpo compatto. La sella lunga e stretta e il telaio completano la silhouette distintiva.


SIETE CALDI?


Il settore della regolarità per auto storiche ripartirà dalla 34ª Winter Marathon, la numero 15 organizzata da Vecars, in programma da giovedì 20 a domenica 23 gennaio 2022 a Madonna di Campiglio. Tante le novità a partire dal percorso rinnovato di 500 km con 65 prove cronometrate e 6 di media, riproposto nuovamente su 2 tappe: la prima nella serata di giovedì 20 al termine delle verifiche ante gara, la seconda venerdì 21 attraverso le strade e i passi più affascinanti del Trentino-Alto Adige e le Dolomiti a fare da sfondo. A far da corollario il tradizionale show fuori classifica di sabato 22 sul lago ghiacciato con la disputa dei trofei a eliminazione diretta. Alla manifestazione saranno ammesse tutte le vetture costruite entro il 1968 a trazione anteriore o posteriore alle quali si aggiungerà una selezione di vetture di particolare interesse storico e collezionistico prodotte fino al 1976. A far da cornice all'evento sarà ovviamente Madonna di Campiglio, che ospiterà tutte le fasi salienti a partire dalle verifiche ante gara, la partenza e l'arrivo di entrambe le tappe, i trofei speciali sul lago ghiacciato del sabato pomeriggio e le premiazioni finali. Le iscrizioni apriranno il prossimo venerdì 1 ottobre ( con le consuete agevolazioni per coloro che le completeranno entro il 31 ottobre) e termineranno domenica 19 dicembre.Restate sintonizzati sul sito internet e sui canali social di Facebook, Instagram e Twitter per scoprire tutte le novità della #WinterMarathon2022. ph. Pierpaolo Romanoo


FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE CITTÀ DI BERGAMO ph.Federico Buscarino

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RITORNO AL FUTURO CONCERTI DAL VIVO MA RIMANE LA DIRETTA STREAMING

INTERVISTA A FABIO GALESSI DIRETTORE ARTISTICO E FONDATORE DEL FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE CITTÀ DI BERGAMO

Tornare ad incontrare Fabio Galessi è un vero piacere. L’età non lo corrode... Sarà la

musica. Il piacere è dovuto al fatto che, oltre ad essere una persona sempre gradevole, è venuto ad annunciarmi l’avvio della 29a edizione del Festival Organistico Internazionale, di cui lui è l’anima, che vede Bergamo al centro dell’universo organistico planetario. Piacere perché è una ripartenza con tanto desiderio di recuperare il tempo perduto. Novità? “La novità è che ci siamo ancora e abbiamo tanti amici, tanta gente che ci aiuta e ci vuol bene, nonostante i tempacci che stiamo vivendo”. Sorride sotto la mascherina lo intuisco dagli occhi “Gli amici penso ce li siamo guadagnati con la qualità e la serietà. In Italia, posso dire senza falsa modestia che, nel mondo organistico, abbiamo cambiato e ringiovanito il target. Siamo stati i primi in Italia a fare improvvisazione. Ci hanno dato degli eretici, ma la tendenza si è diffusa; oggi tutti ne parlano e noi ne siamo molto contenti. Come vede non ci siamo arresi e riponiamo molta fiducia in questo 2021. Lo scorso anno è stato per tutti emotivamante travolgente... Abbiamo sperimentato le dirette streaming sui canali social in un clima complicato e tra mille difficoltà organizzative. Terminata la scorsa edizione però decidemmo subito di programmarne immediatamente una nuova edizione che desse ulteriore propulsione alla completa ripartenza della vita culturale cittadina, rivelatasi così preziosa quanto necessaria, nei momenti di peggior smarrimento. E pensammo di non celebrare più il ricordo del dolore che ha colpito con particolare crudeltà la nostra comunità, ma invitare quest’ultima ad una festa di vera rinascita, nel nome di una luce faticosamente riconquistata. E, anche se di piena festa non si può ancora parlare, davanti alla possibilità di un ritorno alla paura, questa luce va difesa e preservata con la massima determinazione, come fosse la fiaccola olimpica.


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Ed è per questo che abbiamo deciso di allestire sei concerti, uno in più rispetto ai tradizionali cinque, che costituiscono un cartellone di assoluta eccellenza, ricco di attualità e curiosità nel solco delle linee guida del Festival che sono: la centralità della personalità dell’interprete, l’arte dell’improvvisazione, la fruibilità delle proposte, pur nella loro complessità, ed intenti fortemente divulgabili e didattici. Si tratta di una programmazione che, per qualità e contenuti si colloca fra le migliri del nostro percorso artistico e per questo, indipendentemente dalle condizioni epidemiologiche, verrà di nuovo integralmente trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube del festival”. Può raccontarci qualcosa del programma? “La serata inaugurale sarà dedicata al 50° anniversario dalla morte di Marcel Douprè, compositore francese che ha formato generazioni di grandi interpreti organisti. L’invito all’organo non poteva che esssere per Ben Van Osten, che ne è il massimo conoscitore avendone registrato l’opera integrale. Da alcuni anni abbiamo deciso affiancare agli organi delle nostre sedi storiche, altri organi mai utilizzati prima dal Festival. Quest’anno, per il secondo appuntamento in programma, sarà la volta dell’organo Adeodato Bossi 1850, custodito nella chiesa di San Leonardo e restaurato nel 2005. L’organista sarà Gianpaolo di Rosa che vanta una grande co- Ben van Oosten noscenza della scuola portoghese e spagnola e proporrà un intercalare di improvvisazioni in forme e stili iberici con brani di repertorio. Il terzo appuntamento doveva essere dedicato al giovane vincitore di un concorso internazionale del 2020. Ma l’anno scorso i concorsi non si sono svolti e così abbiamo scelto il tedesco Chris Schonfelder, vincitore di vari premi, che ci delizierà con un recital speciale, incentrato su Bach... ma senza suonare alcuna opera originale del Kantor. Per la quarta serata arriva in Basilica uno dei più incredibili interpreti improvvisatori dell’ultima generazione, già ai vertici mondiali pur avendo solo 31 anni. A lui è stato affidato un originale tributo a Dante Alighieri, nel 700° anniversario della morte. Dopo una prima parte del concerto dedicata a Dupré e Guillou, nella seconda ascolteremo una intera sinfonia improvvisata in quattro tempi (Inferno Purgatorio Paradiso e Magnificat) ispirata alla Divina Commedia. Il 22 ottobre il monumetale organo Serassi di S. Alessandro in Croce, storica sede del Festival, sarà fatto vibrare da una figura unica nel panorama organistico internazionale. La straordinaria Marina Tchbourkina, russa di nascita e di studi ma francese di adozione, è un’interprete piena di passione ed energia e ambasciatrice nel mondo, sia della scuola francese sei-settecentesca di cui ha inciso praticamante tutto, sia della meno conosciuta letteratura russa del ‘900. Attualmente è l’organista Giampaolo Di Rosa della Cappella di Versailles. Infine, per l’ultima serata, riproporremo in cattedrale ciò che lo scorso anno abbiamo dovuto annullare. Parlo del progetto vincitore del 2° Concorso Children Project Competition organizzato nel 2019 dall’Associazione ECHO (European City of Historical Organ) dove eravamo parte della giuria. Il primo premio fu assegnato ad una avvincente trascrizione organistica dei ‘Quadri di un’esposizione’ di Modest Musorgskij, illustrati da un video su grande schermo appositamante concepito per i più piccoli. Lo propone lo Scott Brothers Duo: Jonatan fenomenale organista e il fratello Tom, pianista, in questa occasione regista dello spettacolo che, nella prima parte, prevede le celebri Quattro Stagioni di Vivaldi con le quali intendiamo festeggiare i 1600 anni della nascita di Venezia”. Bergamo con Brescia Capitale della Cultura. Sarete della partita? “Certo che vogliamo esserci. L’importante è farlo con un progetto di alta qualità, che risulti interessante per la commissione giudicante allestita dalle due Municipalità. Ci stiamo lavorando, e con ottime prospettive. La direzione è quella richiesta: creare eventi che uniscano le due città sotto un unico denominatore comune. Del resto l’esempio ultra cinquantennale del grande Festival Pianistico è lì da vedere.... Ma di più non posso per ora proprio dire: top secret”. (VEF) Christoph Schönfelder


FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE CITTÀ DI BERGAMO Cattedrale – Città Alta Organo Corna 2010 Venerdì, 24 Settembre, ore 21 Ben van Oosten (Hol) Organista titolare della Grote Kerk all’Aja (Franck,Vierne, Duprè) Chiesa di San Leonardo Organo Adeodato Bossi 1850 Venerdì, 1 Ottobre, ore 21 Giampaolo Di Rosa (Ita) Organista titolare di S.Antonio dei Portoghesi, Roma (Sweelinck, Scarlatti, Seixas, Bach, Improvvisazioni) Chiesa di S.Maria Immacolata delle Grazie Organo Balbiani 1924 Venerdì, 8 Ottobre, ore 21 Christoph Schönfelder (Ger) (Sigmund, Liszt, Reger, Improvvisazioni)

Thomas Ospital

Basilica di S.Maria Maggiore - Città Alta Organo Vegezzi Bossi 1915 Venerdì, 15 Ottobre, ore 21 Thomas Ospital (Fra) Organista titolare di Sant’Eustache a Parigi (Bach, Mozart, Duprè, Guillou, Improvvisazioni) Chiesa di S.Alessandro della Croce in Pignolo Organo Serassi 1860 Venerdì, 22 Ottobre, ore 21 Marina Tchebourkina (Rus) Organista titolare della Cappella Reale di Versailles (Charpentier, Clerambault, Balbastre, Kikta, Dianov, Boutsko, Prokofiev) Cattedrale – Città Alta Organo Corna 2010 Venerdì, 29 Ottobre, ore 21 Jonathan Scott (Uk) Vincitore E.c.h.o. 2019 Children Project Competition Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, Quadri d’un Esposizione di Modest Mussorgski con animazione a cura di Tom Scott INGRESSO LIBERO, ACCESSO CON GREEN PASS, POSTI CONTINGENTATI, OBBLIGO UTILIZZO DELLA MASCHERINA.

Marina Tchebourkina

Jonathan Scott duo

INDIPENDENTEMENTE DALLA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA DEL MOMENTO, TUTTI I CONCERTI SARANNO TRASMESSI IN DIRETTA SUL CANALE UFFICIALE YOUTUBE DEL FESTIVAL.


BERGAMO

ROMANTICA 50


PROMUOVERE BERGAMO COME META DI NOZZE E SOGGIORNI ROMANTICI: QUESTA L’IDEA DI UMBERTO DALDOSSI, FOTOGRAFO E CREATIVO SICURAMENTE ROMANTICO

Non solo turismo culturale o enogastronomico: da

anni l’Italia si distingue come meta anche per il wedding tourism. Sempre più stranieri scelgono infatti il Belpaese proprio per pronunciare il fatidico sì. A questo proposito vogliamo illustrarvi un’interessante iniziativa di Umberto Daldossi, bergamasco e fotografo che, come molti altri durante i mesi di forzata inattività, si è fatto venire davvero un’ottima idea. In sintesi propone di promuovere Bergamo come meta di matrimoni romantici e, se leggerete le cifre di cui parla Daldossi vi renderete conto che è una risorsa su cui è meglio riflettere anche perchè Bergamo romantica lo è davvero. “Come fotografo - ci dice - ho spesso collaborato con wedding-planner specializzate nell’organizzazione di matrimoni per coppie provenienti da ogni parte del mondo. Per loro ho lavorato nelle nostre tradizionali località turistiche (Venezia, Roma, Firenze, Costiera Amalfitana, Alberobello), e con il passare del tempo ho iniziato a domandarmi il motivo per cui Bergamo fosse sempre stata trascurata come location per questi matrimoni “internazionali”. Quante sono le coppie che scelgono l’Italia per sposarsi? “Studiando il mercato e indagando sempre di più nel mondo del wedding tourism ho scoperto che, ogni anno, sono circa diecimila le coppie straniere che scelgono l’Italia per il loro matrimonio, generando un giro d’affari di quasi cinquanta milioni di euro nel nostro Paese. Ma ciò che ha attirato la mia attenzione sono stati ben altri dati: se prima erano le città d’arte e i laghi più noti i protagonisti indiscussi di questo mercato, ora il 40% delle coppie straniere si sta orientando verso zone meno conosciute, ottenendo migliori servizi con budget contenuti. A questo proposito, Bergamo avrebbe tutte le carte in regola per rientrare in questo business: aeroporto, città storica ricca di arte e cultura, laghi, montagne e splendide locations”. Da qui l’idea di cercare di indirizzare una parte di quel 40% sul nostro territorio? “Per mettere in pratica questo era necessario dare a Bergamo una ‘strutturata’ visibilità sul web come

destinazione romantica e lavorare specificatamente su un’unica nicchia di mercato: wedding e weekend romantico. Il progetto era già ben chiaro nella mia mente ma per portarlo avanti avevo bisogno di confrontarmi sia con esperti del settore, ovvero i principali fornitori di servizi wedding, sia con potenziali clienti (coppie di futuri sposi). Avendo ottenuto da tutti un riscontro più che positivo, non rimaneva altro da fare che rimboccarsi le maniche e dare vita al progetto iniziando a creare la piattaforma web. Per far questo dovevo necessariamente essere appoggiato da un’esperta agenzia di comunicazione. A quel tempo facevo parte di B.N.I., un’importante organizzazione mondiale di imprenditori, e lì ho avuto la fortuna di conoscere Lino Olmo, titolare di una affermata agenzia pubblicitaria in Val Seriana. Sottoposto il mio progetto a lui e ai suoi collaboratori e ottenuto da loro un responso più che positivo, mi è stata messa a disposizione l’agenzia per la creazione e la gestione dei siti. LinoolmoStudio comprende un team di una quindicina di giovani e motivati professionisti, ognuno con un ruolo specifico con i quali mi sono trovato subito a mio agio: i miei input venivano immediatamente elaborati e rivisti per ottenere la massima fluidità nella lettura e fruibilità del sito. Di lì a pochi mesi il lavoro era terminato con il launch di due siti: weddingbergamo.com e weekendbergamo.com”. Come descrivi la loro mission? “Weddingbergamo.com focalizza l’attenzione sul territorio bergamasco come destinazione wedding. È costruito come una vetrina privilegiata per i fornitori del settore (location, catering, abiti, addobbi floreali etc.) ai quali la coppia, straniera o italiana, si può direttamente rivolgere per chiedere dei preventivi. Per chi preferisse invece delegare l’organizzazione di tutto l’evento a mani esperte, il sito presenta i contatti di due wedding planner, pronti a soddisfare ogni cliente in base alle rispettive esigenze e budget. Portare un matrimonio di stranieri a Bergamo significa creare un consistente flusso di persone, che salvo per l’invito all’evento, forse mai avrebbero pensato di far visita alla nostra città, sperando poi di poter contare su un loro positivo passaparola in futuro.

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Weekendbergamo.com (portale completamente gratuito agli inserzionisti) fornisce invece una serie di suggerimenti per accogliere al meglio chi desideri visitare Bergamo per organizzare il proprio matrimonio o semplicemente per trascorrervi un romantico weekend. Il sito presenta una selezione di servizi (alberghi-B&B-ristoranti etc.) da noi scelti per qualità, prezzo e prestigio, oltre ad esperienze romantiche in costante aggiornamento per arricchire ulteriormente il portale. Ad introduzione dei due website ho pensato che fosse utile poter offrire al futuro visitatore un piccolo scorcio di Bergamo come destinazione romantica. Per questo in collaborazione con l’amico ed esperto videomaker Franco Valtellina, ho deciso di creare un piacevole e breve filmato rappresentando quello che potrebbe essere un weekend romantico trascorso nella nostra città”. I due siti lavorano uno per l’altro... “I due portali sono in stretta sinergia per poter sfruttare al meglio tutti i servizi offerti. Cosicché una coppia attirata dal sito weddingbergamo.com per organizzare il proprio matrimonio, viene invitata a far visita all’atro sito per poter programmare un sopraluogo. Viceversa se una coppia fosse interessata ad organizzare una romantica vacanza a Bergamo, tramite weekendbergamo.com, possa poi scoprire che la stessa città potrebbe in un futuro ospitarli per il loro matrimonio o anniversario. Ho presentato la piattaforma a VisitBergamo, il principale portale per il turismo bergamasco, e ne è nata subito una stretta collaborazione. Siamo presenti sulla loro piattaforma come unico sito di riferimento per il matrimonio a Bergamo e attualmente stiamo collaborando per promuovere la Bergamo romantica”. Un turismo romantico? “Non ha stagionalità e può compensare i vuoti del normale flusso turistico. Il portale weekendbergamo.com propone l’acquisto di un voucher che dà la possibilità di prenotare pernottamenti e usufruire di una serie di scontistiche del 10% su oltre 150 ristoranti, negozi e servizi sul territorio bergamasco. Ogni mese vengono poi messi in palio due fantastici weekend: per partecipare all’estrazione è sufficiente inviare foto o video della Bergamo romantica. Questi verranno poi selezionati e premiati dagli sponsor dell’iniziativa”. Carino, come i biscottini che avete messo in produzione... “Sempre per dare visibilità al progetto ho pensato che sarebbe stata un’idea carina fornire a servizi, negozi etc aderenti alla nostra iniziativa, un pocket biscuits che racchiudesse i sapori del nostro territorio. Ho sottoposto il progetto a Italo Tresoldi, noto imprenditore nel ramo della panificazione e della pasticceria che con grande entusiasmo, si è messo subito al lavoro, creando una ricetta con i grani antichi della Valle Seriana”.


BERGAMO

ROMANTICA

Che accoglienza ha avuto l’idea presso gli operatori interessati? “Ho personalmente fatto visita ai negozianti e ho condiviso con loro i momenti di difficoltà e incertezza a cui abbiamo dovuto far fronte negli ultimi tempi. Ho sempre ricevuto sorrisi e complimenti per un progetto che potrebbe per loro rappresentare una piccola speranza di ripartenza. I negozianti che hanno accolto il progetto sono tutti presenti sul nostro sito e hanno accettato di esporre la vetrofania che dà diritto allo sconto del 10% a chi si presenti con il voucher scaricato dal sito. Mi auguro che quest’ iniziativa, nata semplicemente dalla mia passione per Bergamo e supportata dal desiderio di per poter far qualcosa di nuovo per la mia città, sia da traino ad altre più importanti, per accrescere l’interesse “romantico” sulla nostra città e dare finalmente a Bergamo la visibilità che merita”. Il nostro sito weekendbergamo.com si prefigge di promuovere Bergamo come destinazione romantica; con il supporto dei nostri canali social saremo lieti di supportare chiunque voglia contribuire a creare l’immagine di una “Bergamo Romantica” per il turismo italiano ed estero attraverso mostre, concerti, arte e spettacolo. Cerchiamo aiuti e sponsorizzazioni che saranno totalmente finalizzati ad incrementare le campagne di Google Ads e Facebook per far conoscere sempre più la nostra splendida e romantica città.

Bergamo Romantica ha anche il suo biscottino ricordo Un biscottino, denominato “Orobico”, si presenta anche in confezione regalo e potrà essere venduto nei negozi che ne fanno richiesta. Alcuni alberghi o B&B hanno già chiesto di poter utilizzare i pocket biscuits, con possibilità di personalizzazione, come omaggio di benvenuto agli ospiti, per poter lasciare loro un dolce ricordo del soggiorno a Bergamo. Il logo del progetto, è da supporto ad ogni singola azione di marketing finalizzata alla divulgazione dei siti. Lo troverete facilmente esposto in molte vetrine dei negozianti del centro, di città alta e dei borghi grazie alla collaborazione con il DUC (Distretto Urbano del Commercio).

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Quello del TEMPO SOSPESO è il tema affrontato nella XI edizione del Festival di Arte Contemporanea ArtDate Un’ampia riflessione sull’indeterminatezza e l’apprensione che sta caratterizzando questo indimenticabile periodo di cui tutti noi siamo protagonisti e testimoni, fase storica anche però densa di aspettative e desideri. Da Giovedì 11 a domenica 14 novembre, Bergamo ospiterà l’11a edizione di ArtDate, Festival di Arte Contemporanea, organizzato da The Blank. Diventato nel corso del tempo un punto di riferimento capace di avvicinare e promuovere l’arte contemporanea presso un pubblico ampio e diversificato, in questa edizione ArtDate presenta numerose novità̀ di rilievo, focalizzando l’attenzione sulla tematica del tempo sospeso, rinverdendo l’attenzione alle tematiche di accessibilità e partecipazione.

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Stefano Raimondi è il fondatore di The Blank e sta or ganizzando insieme allo staff dell’associazione l’edizione 2021 di ArtDate, il Festival di Arte Contemporanea che animerà Bergamo dall’11 al 14 novembre. “Il mio desiderio è sempre stato quello di risvegliare la passione e la curiosità per l’arte contemporanea, facendo in modo divenisse appannaggio di molti e non di un pubblico elitario. Tornato dall’Inghilterra, nel 2015 ho allestito la mia prima mostra in Città Alta a Bergamo, “La città che sale”, che è stata un l’inizio della mia attività curatoriale. Nel 2010 ho fondato The Blank con l’idea di riunire le realtà che si occupavano di arte contemporanea sul territorio, sia pubbliche sia private, come GAMeC, Museo Bernareggi, Spazio ALT etc” La mostra che stiamo preparando per Palazzo della Ragione, “Statements” dichiarazioni, (titolo preso da un saggio di Lawrence Weiner, uno dei più grandi artisti concettuali del ’68 che parteciperà alla mostra) vede il coinvolgimento 25 artisti, ognuno dei quali ha realizzato uno stendardo di tre metri per tre che sarà appeso, uno al giorno, al balcone del di Palazzo della Ragione e tutti insieme all’interno. Sono 25 giganti internazionali che si affacciano verso la nostra città da un balcone che diventa metaforicamente una finestra sul mondo, 25 artisti che lanciano una dichiarazione su come hanno vissuto questi due anni attraverso un’opera concepita appositamente”. ph.Sergio Nessi


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Le altre iniziative previste dal programma? “Il Festival vede il coinvolgimento di tutto il network di The Blank, composto da istituzioni, gallerie private, project space, studi d’artista, dimore storiche, collezioni private. La tematica di questa 11° edizione è NEL TEMPO SOSPESO, e tutti hanno concepito eventi che riflettono su questo indimenticabile periodo di cui tutti noi siamo protagonisti e testimoni, fase storica anche però densa di aspettative e desideri. Inaugura THE DRAWING HALL, satellite dello studio di Andrea Mastrovito; avremo una performance dell’artista turca Gucci Chunk, una serie di proiezioni di Gian Maria Tosatti, diverse presentazioni editoriali, il consueto momento del Galleries Time. Il festival si conclude nella nuova sede di lab 80 con una proiezione di un film di Davide Ferri”

“Una pluralità di realtà - prosegue Raimondi - che si occupano di Arte Contemporanea, numerosi per una città piccola, ma tra i quali spesso non c’è un dialogo né una progettualità comune. Per questo ho pensato di dare vita ad un festival che durasse qualche giorno dove tutte queste realtà si uniscono attorno ad un tema comune per presentare le cose migliori. Poi Nel tempo questa la realtà di The Blank è cresciuta tantissimo. Abbiamo aperto una residenza d’artista in via Quarenghi, dove sono passati oltre 60 artisti in questi nove anni; siamo stati riconosciuti dalla Piattaforma Europea Effe, la piattaforma dei festival, e abbiamo vinto l’Italian Council, il bando più importante del Ministero della Cultura per valorizzare gli artisti Italiani”.


La pandemia ha fermato le mostre ma non ha fermato gli artisti per cui adesso dovremmo aspettarci una specie di bolla che porterà alla luce quello che hanno creato... Non è un po’ questo il senso della manifestazione di novembre a Bergamo? “A dire il vero molti artisti in questi mesi hanno smesso di lavorare mentre altri, invece, hanno trovato le motivazioni per creare e adesso si sta assistendo ad un vero boom. Durante i primi mesi di quest’anno è stato tutto fermo e quello che era previsto nel primo semestre si è spostato da settembre a dicembre. Infatti, già da inizio settembre, ci sono una quantità di eventi, fiere, appuntamenti”. Il messaggio degli artisti è di disperazione o di speranza? “L’Arte non dispera mai, anzi dalla sofferenza spesso trae linfa vitale ed è la prima che reagisce. Penso ci sia molta voglia di esprimersi e di far sentire la propria voce. In questi due anni gli artisti sono statiin un certo senso emarginati. Si è dato ascolto ai ristoratori, ai gestori delle discoteche, agli operatori dello spettacolo... Il mondo dell’arte contemporanea non ha avuto davvero modo di farsi sentire”. Cosa ne pensi dell’idea di portare l’arte nella fabbriche? “È fondamentale potersi imbattere nell’arte: è sempre positivo provoca emozioni, genera impulsi, offre punti di vista diversi. Una cosa di cui andiamo fieri è aver realizzato prima della pandemia all’interno dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII una installazione musicale sonora permanente di Lorenzo Senni. Trovare arte in questi luoghi, negli ospedali, nelle chiese, è qualcosa di vitale e dovrebbe essere del tutto naturale. Come te la immagini la Capitale della Cultura? “Me la immagino duratura, qualcosa che inizi nel 2023 ma non si concluda con il 2023, che non sia occasionale, che non sia solo la grande mostra manifestazione che di certo ci sarà, ma qualcosa che produca un lascito alla città. Qualcosa che vada oltre il lato espositivo e che siano progetti permanenti”.

ARTDATE FESTIVAL DI ARTE CONTEMPORANEA

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BASIL KINCAID The Rolling Fields to My House

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Una ricerca spinta dalla voglia di comprendere la trama della propria identità personale e culturale all’interno della diaspora africana, filtrata dalle sovrastrutture della sua esperienza americana. Si muove in questa direzione il nuovo corpus di opere con il quale l’artista ghanese-statunitense Basil Kincaid (1986, St. Louis, Missouri) debutta nella sede milanese della Galleria Poggiali con la sua prima mostra personale italiana dal titolo The Rolling Fields to My House. Attraverso collage, fotografie, installazioni, performance e soprattutto con la tecnica del quilting (assemblaggio di frammenti di trapunte) - realizzate con materiali trovati, recuperati e donati - Basil Kincaid interroga i costumi sociali mentre disegna tessuti culturali alternativi. L’intraprendenza e la libertà di immaginazione emergono come componenti critiche nella liberazione dello spirito. Co-creare luoghi che stimolino la memoria ancestrale dell’amore inteso come libertà insita in noi Basil Kincaid (nato nel 1986, St. Louis, Missouri) per attivare spazi che partecipano alla liberazione è un artista post-disciplinare che attraverso la sua ricerca costruisce, contempla e rivede i limiti condivisa su scala locale e globale.

Fino al 20 novembre Galleria Poggiali Foro Bonaparte 52 Milano

The Rolling Fields to My House utilizza la pratica del ‘mondeggiamento’ per creare appartenenza. Le trapunte, le sculture e i disegni esposti in mostra rappresentano la comunicazione interna che l’artista ha coltivato per arrivare a un luogo che avesse senso per l’unico ragazzo nero in una classe di coetanei bianchi. Il trasferimento di Kincaid in Ghana nel 2020 gli ha permesso di rivisitare mondi precedentemente sviluppati e realizzarli in nuovi formati. L’entità nera che appare in queste opere è una solida radice del sé e dell’osservatore; un testimone onnisciente in sintonia con tutte le versioni di sé attraverso le dimensioni esponenziali. Probabilmente un corpo sempre presente che ha pianificato di incontrare ed esplorare la natura policromatica dell’identità nera diasporica su vari terreni, questa volta sul suolo italiano. Le trapunte appese al muro sono estraniate dalla loro utilità e manipolate nel modo in cui vengono lette. In tutto il suo lavoro, Basil si concentra su come il luogo modella la nostra prospettiva, la nozione di appartenenza e il modo in cui ci percepiamo. Il suo lavoro è composto principalmente da materiali trovati o donati che hanno un grande significato emotivo per coloro che un tempo li hanno apprezzati. La pratica della trapuntatura ha una lunga storia nella famiglia che si tramanda da oltre 7 generazioni. Il quilting, all’interno della tradizione culturale nera, è sempre servito come uno spazio rivoluzionario di gioia, coraggio e comunità in diretto contrasto con la sottomissione sociale e finanziaria. “È un modo per onorare i miei predecessori mentre affronto le domande e le preoccupazioni su dove sono, siamo, oggi. - Ha afferma Basil Kincaid - È un modo per restaurare e ricostruire con l’intraprendenza insita dentro di noi.”

autoimposti e condizionati e ne esplora le loro fissità. Attraverso la tecnica del quilting, del collage, dell’installazione e della performance realizzati con materiali di recupero o donati Kincaid abbandona i costumi sociali per dedicarsi alla stesura di tessuti culturali alternativi. Kincaid ha studiato disegno e pittura al Colorado College, laureandosi nel 2010. Ha collaborato con Kavi Gupta Gallery, Mindy Solomon, Kravets Wehby e Carl Kostyal e altri. Nel 2019, Kincaid ha debuttato con il suo primo lavoro commissionato da un’istituzione, la performance “The Release”, presso la Pulitzer Arts Foundation di St. Louis MO. Nel 2020 Kincaid ha ricevuto la Regional Arts Commission of St. Louis. Nel 2021, Kincaid è stato selezionato come borsista per la United States Artist Fellow ed è entrato a far parte della collezione del Smithsonian AmericanArt Museum.

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IRVING PENN IN COLLABORAZIONE CON THE IRVING PENN FOUNDATION FINO AL 22 DICEMBRE CARDI GALLERY, CORSO DI PORTA NUOVA 38, MILANO

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DEDICATA INTERAMENTE A IRVING PENN, QUESTA AMPIA E COMPLETA MOSTRA RAPPRESENTA LA PRIMA OCCASIONE IN OLTRE TRENT’ANNI DI INCONTRARE LA COMPLESSITÀ DELL’OPERA DELL’ARTISTA AMERICANO.


La mostra si sviluppa su due piani della galleria, abbracciando non

solo la fotografia di moda per cui Penn è conosciutissimo, ma sottolineando il legame speciale dell’artista con l’Italia, capitolo a cui è interamente dedicato il primo piano. L’esposizione, che comprende opere prodotte dall’artista tra gli anni ‘40 e gli anni ‘90, percorre momenti salienti della quasi totalità della carriera artistica di Penn. Considerato uno dei maggiori fotografi del Novecento, Irving Penn (1917-2009) è conosciuto per il suo radicale contributo alla modernizzazione del mezzo fotografico, grazie alla creazione di un canone concretizzatosi attraverso le sue opere sia commerciali che personali. Figlio di migranti ebrei russi, Penn emerse a New York in un’epoca turbolenta dal punto di vista sociopolitico. In seguito a studi di pittura, verso la fine degli anni ‘30 iniziò a lavorare come artista per la rivista di moda Harper’s Bazaar, all’epoca guidata proprio dal suo ex insegnante, il leggendario Alexey Brodovitch, per poi passare ad American Vogue negli anni ‘40. Incoraggiato da Alexander Liberman, direttore editoriale di Vogue, Penn focalizzò la propria attenzione professionale sulla fotografia, coltivando al contempo una pratica artistica personale. Nel corso dei successivi sessant’anni, scattò oltre 150 copertine per Vogue, producendo editoriali all’avanguardia, celebrati per la loro semplicità formale e l’uso della luce. Il contributo artistico di Penn formò per Vogue un’eredità senza precedenti; la direttrice Anna Wintour descrive come egli “cambiò radicalmente il modo in cui la gente vedeva il mondo, e la nostra percezione del bello”. Rompendo con le convenzioni, Penn utilizzava la fotografia come un artista, espandendo il potenziale creativo del mezzo in un’era in cui l’immagine fotografica era vista principalmente come mezzo di comunicazione.

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La mostra riunisce lavori chiave che situano l’opera di Penn nel contesto di vari soggetti artistici, sociali e politici e sono presenti alcuni dei suoi contenuti più iconici, scattati sia in studio che in esterna. Sono scatti che spaziano dalle immagini accattivanti delle star a impressioni del mondo naturale, fino ai rifiuti abbandonati in strada, e a nature morte surreali, a testimonianza della sua costante ricerca di autenticità. L’esposizione introduce l’ispirazione dell’artista, derivata da rifiuti e oggetti quotidiani, e la sua capacità di portare alla luce la bellezza di ambienti caratterizzati da un’estetica calma e minimalista, producendo un linguaggio visivo distillato, caratterizzato da una eleganza disarmante.


FUORI DAL CENTRO Da non luogo a fucina creativa: la partita per la

rinascita urbana e sociale si gioca anche ai margini delle città. Un tempo solo metafora di malessere e degrado sociale, la periferia può diventare fonte di riflessione e innovazione e nuovo punto di riferimento per la condivisione di esperienze. La periferia in tutte le sue espressioni è il tema proposto dall’edizione 2021 di FOTOGRAFICA. Festival di Fotografia Bergamo che proprio in due luoghi simbolo della rigenerazione urbana bergamasca presenta 9 mostre, workshop, iniziative. Basilico, Bulaj, Faraci, Ramazzotti, Diffidenti, Alessi, Podavini, Bispuri, Ducke, Rota i nomi in esposizione, in un ideale percorso esplorativo di tutti i “luoghi non luoghi”: urbani, dell’anima, sociali, intimi, creativi, diversi.

A BERGAMO DAL 2 OTTOBRE ALL’1 NOVEMBRE. 62

ph. Sergio Ramazzotti


La periferia avvolge l’anima di chi è costretto ai confini delle città ma è anche linfa creativa e impulso vitale di coloro che ne vedono un’opportunità per progettare, per condividere, per migliorarsi. E proprio la periferia, in tutte le sue poliedriche forme, è il cuore pulsante dell’edizione in arrivo di Fotografica - Festival di Fotografia Bergamo, manifestazione che avrà luogo a Bergamo dal 2 ottobre all’1 novembre.

Una terza edizione che vuole esse-

re non solo un evento culturale, ma anche un punto di partenza per una riflessione collettiva, mantenendo salda la sinergia con il territorio e con gli Enti e le Istituzioni, negli anni sempre più presenti ed attivi a riguardo. Una presa di coscienza della situazione economica e sociale che interessa i contesti ai margini, un’interessante testimonianza di come vengano vissute oggi le periferie. Un fil rouge tematico che interesserà due luoghi simbolo della città di Bergamo: l’ex-centrale elettrica Daste e Spalenga, oggi Daste. Imponente e solitaria testimonianza dell’economia manifatturiera del secolo scorso Daste è divenuta, a seguito di un importante intervento di riqualificazione, sede di prestigio per lo sviluppo culturale e ricreativo con sale di proiezioni, spazi per il coworking, attività istituzionali e laboratori didattici di arti: uno spazio di socialità e aggregazione, oltre che innovativo motore di trasformazione urbana, sociale e culturale. E il Monastero del Carmine a Bergamo Alta, un bene culturale pubblico di grande interesse storico ed artistico che dal 1996 è sede del TTB Teatro tascabile di Bergamo – Accademia delle Forme Sceniche. Il Tascabile nel 2018 ha sottoscritto con il Comune di Bergamo il primo Partenariato Speciale Pubblico Privato in Italia per il recupero e la valorizzazione in chiave culturale del Monastero rendendone possibile l’utilizzo per manifestazioni culturali come, per l’appunto, Festival Fotografica.

ph: Giovanni Diffidenti

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... E RESPIRARE

Mostra personale di MANUEL FELISI

La galleria milanese Fabbrica Eos è lieta di presentare la mostra personale di Manuel Felisi “… E Respirare” a cura di Ivan Quaroni. Manuel Felisi si muove con disinvoltura nei diversi ambiti del fare artistico, dalla pittura, alla fotografia fino alle tecniche dell’installazione per raccontare sempre di uno stesso tema, il Tempo; perché riguarda tutti noi, il nostro esserci; il tempo che con il suo passare cambia le cose, le preserva o le fa dimenticare.

La mostra “… E Respirare” già dal titolo dà un’accezione profonda e liberatoria per confrontarci con la natura che ci circonda. 64 L’immagine più frequente nelle opere di Felisi è l’albero, simbolo di energia e rigenerazione per rivitalizzarsi, che converge perfettamente al centro, reiterata in una serie di dipinti curiosamente intitolati “Vertigini” accostati l’uno con l’altro a rappresentare scorci vertiginosi di rami e fusti. Le vertigini di Felisi convergono dal basso verso l’alto e concentrano lo sguardo al punto centrale dell’opera per portare l’occhio dello spettatore ad accorgersi della vastità che lo circonda, in una sorta di rovesciamento con la natura stessa.

“La pittura è il fuoco centrale della pratica di Manuel Felisi, - ha spiegato Ivan Quaroni curatore della mostra - la disciplina di costruzione delle immagini da cui in seguito si è sviluppata una ricerca plastica e oggettuale legata, come sappiamo, alla memoria, luogo di convergenza dei processi di conservazione e cancellazione dei ricordi.


A cura di Ivan Quaroni in mostra fino al 23 ottobre 2021

Fabbrica Eos Viale Pasubio (angolo via Bonnet) Milano Infatti, ben prima delle installazioni in cui l’acqua, sotto forma di pioggia o di ghiaccio, assume il ruolo di ricettore mnestico e di sismografo organico di ogni accadimento, la pittura ha fornito all’artista l’opportunità di maturare un proprio linguaggio lirico”. L’OPERA una somma di procedure ibride e di tecniche spurie che includono, accanto all’atto gestuale del dipingere, l’uso di strumenti reiterativi per produrre pattern ornamentali (come i vecchi rulli per la decorazione d’interni), la scelta di supporti e materiali di origine industriale (come la resina o il feltro) e la stampa d’immagini fotografiche digitalizzate che si imprimono, come sigilli definitivi, sulla massa stratificata dei depositi pigmentali. Il risultato finale è un quadro, e più spesso un polittico, costruito, come i file digitali, per sovrapposizione di più livelli pittorici, ognuno dei quali è l’inconcluso e indefinitivo tassello di un percorso progettuale che si palesa solo alla fine della lavorazione dell’opera. Ciò significa che la pittura di Felisi è anche una forma di design, cioè di progettazione dell’immagine, che non esclude, però, la possibilità di deviare dall’intento originario e di includere la componente erratica della pittura tradizionale. In mostra sarà presente anche un’installazione dal titolo “Il peso dell’ombra”.


NULLA È PERDUTO ARTE E MATERIA IN TRASFORMAZIONE

Alla GAMeC di Bergamo il secondo capitolo della Trilogia della Materia

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Hans Haacke Large Condensation Cube, 1964-1967 acrilico trasparente, acqua distillata, climatizzazione76 x 76 x 76 cm Courtesy l’artista e Paula Cooper Gallery, New York © Hans Haacke, by SIAE 2021


Apre al pubblico dal 14 ottobre alla GAMeC di Bergamo, Nulla è

perduto. Arte e materia in trasformazione, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, secondo capitolo della Trilogia della Materia, progetto espositivo pluriennale inaugurato nell’ottobre 2018 con la mostra Black Hole. Il progetto coinvolge storici dell’arte, curatori, filosofi e scienziati per affrontare un discorso trasversale attorno al tema della materia, attivando contestualmente un dialogo con la storia delle scoperte scientifiche e con lo sviluppo delle teorie estetiche. Il programma prevede un ciclo di tre mostre, accompagnate da altrettante pubblicazioni, contraddistinte dalla presenza di autori e opere di generazioni diverse. Dopo il primo appuntamento del ciclo, dedicato all’essenza della materia in dialogo con le teorie della fisica moderna, la seconda mostra in programma rivolge lo sguardo al lavoro di quegli artisti che, in momenti diversi, hanno indagato le trasformazioni della materia traendo ispirazione dalla vita degli elementi per sviluppare una riflessione sulla realtà delle cose, sul mutamento e sul tempo. “Rien ne se perd (nulla si perde)” è l’incipit della celebre massima attribuita a Lavoisier con la quale il chimico francese spiegava il senso generale della sua legge della conservazione della massa, la quale affermava che, nel corso di una reazione chimica, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti. La materia, in altre parole, non si crea e non si distrugge. Da questo principio fondamentale sarebbero scaturite alcune idee chiave per la modernità, che avrebbero portato poi alla definizione della teoria della relatività, all’individuazione di una sostanziale equivalenza tra massa ed energia e quindi alla convinzione, raccontata da scienziati, artisti, filosofi, di una materia sempre viva, sempre presente, e di un mondo in continua trasformazione. Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione occuperà interamente gli spazi della GAMeC sviluppando un percorso di forte impatto sensoriale, data la natura materica e sinestetica delle numerose opere esposte, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche sia private. Le quattro sezioni della mostra - Fuoco, Terra, Acqua e Aria - riferiscono agli elementi naturali, intesi come stati di aggregazione della materia, e ne sondano le relazioni e le trasformazioni: fuoco/stato ardente; terra/stato solido; acqua/stato liquido; aria/ stato gassoso. Attraverso una ricca selezione di opere, la mostra andrà a comporre un quadro articolato capace di mettere in luce il forte legame che da sempre lega gli artisti alla chimica degli elementi e alle trasformazioni della materia. Un campo di indagine e di sperimentazione che nel nostro tempo trova anche una significativa declinazione sul piano della riflessione attorno all’impatto dell’azione dell’uomo sugli equilibri naturali (dalla reperibilità delle risorse alle trasformazioni climatiche). L’esposizione raccoglierà opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell’interesse di alcuni autori – come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington – per il tema dell’alchimia, alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke – includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell’Arte Povera – Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro –, opere scultoree e installazioni di autori emersi negli anni Ottanta – come Rebecca Horn o Liliane Lijn – fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Erika Verzutti e numerosi altri.

Leandro Erlich - Champignon Collection de Nuages, 2018 vetro chiaro, stampa digitale con inchiostro ceramico, vetrina di legno, luci a led vetrina 199,5 x 175 x 81 cm; fogli di vetro: 110 x 140 cm (9 strati) Courtesy l’artista e Galleria Continua Foto: Sara De Santis.

Michel Blazy Fleurs de bain moussant, 2000 Plastica, 6 elementi Dimensioni variabili Courtesy l’artista e Art: Concept, Paris Foto: Romain Darnaud © MichelBlazy, by SIAE 2021

Artisti presenti Ignasi Aballí, William Anastasi, Isabelle Andriessen, Davide Balula, Lynda Benglis, Alessandro Biggio, Karla Black, Michel Blazy, Renata Boero, Dove Bradshaw, Victor Brauner, Dora Budor, Pier Paolo Calzolari, Nina Canell, Leonora Carrington, Giulia Cenci, Tony Conrad, Tania Pérez Córdova, Lisa Dalfino & Sacha Kanah,

Giorgio de Chirico, Edith Dekyndt, Marcel Duchamp, Olafur Eliasson, Leandro Erlich, Max Ernst, Joana Escoval, Cerith Wyn Evans, Lars Fredrikson, Loïe Fuller, Cyprien Gaillard, Pinot Gallizio, Hans Haacke, Roger Hiorns, Rebecca Horn, Roni Horn, Paolo Icaro, Bruno Jakob, Yves Klein, Gary Kuehn,

Liliane Lijn, GordonMatta-Clark, David Medalla, Ana Mendieta, Otobong Nkanga, Jorge Peris, Otto Piene, Man Ray, Pamela Rosenkranz, Mika Rottenberg, Namsal Siedlecki, Roman Signer, Robert Smithson, Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger, Yves Tanguy, Wolfgang Tillmans, Erika Verzutti, Andy Warhol.

14 ottobre 2021 – 13 febbraio 2022 GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo


DROR BENSHETRIT

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MASS PRESSURE AL SALONE DEL MOBILE 2021 HORM HA PRESENTATO INSIEME AL PARTNER NOVACOLOR LA POLTRONA MASS PRESSURE, PROGETTATA DAL PLURIPREMIATO DESIGNER DROR BENSHETRIT, NOTO PER I SUOI LAVORI NELL’AMBITO DELL’ARREDO, DELL’ARCHITETTURA E DELL’ARTE.


La poltrona MASS PRESSURE è il risultato della compressione come mezzo per trasformare un metro cubo di gommapiuma in un oggetto funzionale. Un telaio tubolare in metallo fornisce una posizione di seduta desiderabile, dove la gommapiuma è fissata fornendo alla poltrona un’espressione innovativa e accattivante. Realizzata con tre strati compressi all’interno di una struttura di metallo verniciato, la poltrona sarà disponibile in un’unica versione come una vera e propria opera d’arte dedicata a gallerie d’arte e musei. Il progetto è il frutto di un complesso trattamento superficiale, totalmente manuale, per rendere la gommapiuma verniciabile con rame liquido ossidato e/o effetto cemento: un risultato dal notevole impatto visivo che ne preserva la morbidezza. In questo modo ogni pezzo è completamente differente l’uno dall’altro.

Renato Zamberlan, Co-Owner e Creative Director di Horm

ha affermato: “Per questo progetto ho appositamente scelto un designer di fama internazionale che condividesse i valori del brand e i suoi stilemi. Quando Dror ha espresso il desiderio di realizzare un prodotto capace di trasmettere l’enorme pressione dell’uomo, inteso come massa, sull’ambiente e le sue risorse, e che la presa di coscienza di questo è il primo passo verso un cambiamento di direzione, la collaborazione con Novacolor e i suoi laboratori di ricerca è stata automatica. Siamo orgogliosi che, in un mondo competitivo come quello del design, Dror abbia reputato Horm e Novacolor all’altezza del suo genio creativo, rendendo la collaborazione e il prodotto ancora più esclusivi.


STORIE AD ACQUERELLO

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IL PRIMO FESTIVAL DEDICATO ALL’ACQUERELLO CHE SI ESPRIME CON L’ILLUSTRAZIONE. 25 E 26 SETTEMBRE A BERGAMO


SFUMATURE, TRASPARENZE, COLORI LIEVI COME UNA CAREZZA SI TRASFORMANO IN IMMAGINI ATTRAVERSO I GESTI DELICATI DELL’ARTISTA: BERGAMO OSPITA IL 25 E IL 26 SETTEMBRE LA PRIMA EDIZIONE DI UNA MANIFESTAZIONE UNICA, CHE VEDE LA PARTECIPAZIONE DI UN PARTERRE DI NOMI ECCELLENTI DEL MONDO DELL’ILLUSTRAZIONE E DELL’ACQUERELLO.

CECILIA CAVALLINI La fanfara delle fiabe

Con 20 artisti, 15 workshop, 6 demo, 5 mostre di acquerello e illustrazione,

5 conferenze, Storie ad Acquerello è il festival dedicato a tutti coloro che desiderano incontrare l’illustrazione e immergersi nell’universo incantato e spesso poco conosciuto di questa nobile tecnica pittorica. Bergamo, luglio 2021 - “L’acquerello è uno strumento di narrazione nelle mani dell’artista: si possono raccontare storie attraverso giochi di acqua e colore. Le Immagini catturano mondi di fantasia e reali, astratti e concreti. La leggerezza del gesto, le sfumature e le trasparenze si trasformano in emozione per chi osserva. Le illustrazioni diventano porte su mondi meravigliosi. Storie ad Acquerello è il festival che trasporterà la città di Bergamo nell’atmosfera onirica di questa tecnica pittorica, in un contesto storico e culturale di pregio. Artisti di rilievo del settore coloreranno con il loro stile i luoghi più belli della città”. Così Laura Cortinovis, nota illustratrice bergamasca, freelance e autrice di libri per bambini molto nota in ambito social con un profilo professionale seguito da 18mila follower, presenta la prima edizione di un evento straordinario, che vede per la prima volta protagonista l’acquerello che si esprime attraverso l’illustrazione. Una due giorni di Artefestival, dedicata a una tecnica raffinata ed onirica, che avvolgerà con il suo tocco delicato il capoluogo lombardo il 25 e 26 settembre 2021. La manifestazione, ideata, curata e progettata da Laura e organizzata in collaborazione con SpazioCam – Associazione culturale di Bergamo dedicata all’arte e a corsi di vario genere - e Momarte, lo store online dedicato al mondo dell’arte - è dedicata a tutti coloro che desiderano immergersi in questa preziosa arte: appassionati, dilettanti ed esperti, adulti e bambini, conoscitori o fruitori, artisti o semplici curiosi. Storie ad Acquerello è una doppia prima volta: una prima edizione di un festival che per primo in Italia è dedicato all’acquerello che si esprime nell’illustrazione. “Nasce tutto da un’idea prima e dalla volontà poi di avvicinare chiunque al mondo dell’acquerello e dell’illustrazione per l’infanzia, e non solo. Per questo è un progetto dal profondo valore simbolico e narrativo: siamo pronti a portare a una dimensione pop tutta la cultura che ruota intorno a questo mondo, ad offrire nuove suggestioni e punti di vista su una disciplina che fa parte del nostro immaginario visivo e delle nostre radici. E anche pronti a creare un ponte di connessione tra tutti i partner che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, consci che una prima edizione in un anno come questo può essere una grande sfida organizzativa”, dichiara Laura Cortinovis.

ANNA PAOLINI S’alza il vento

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STORIE AD ACQUERELLO DANIELA VOLPARI Family

Una prima eccellente, visto che il programma di Storie ad Acquerello vede tra gli ospiti confermati alcuni

ALESSANDRA NARDOTTO Aprile

LUCIA DE MARCO Take care

ROBERTA ROSSETTI_Jurassic Pattern_I diritti dell’infanzia con parole semplici.jpg

tra i nomi di maggior rilievo nel mondo dell’illustrazione e dell’acquerello. Artisti e professionisti pronti a mettere a disposizione del pubblico le loro competenze e i loro lavori grazie ad un fitto programma di incontri, mostre, workshop e dimostrazioni. Tra i tanti che hanno aderito all’edizione 2021, anche gli illustratori Giovanni Manna e Alessandro Sanna e l’autrice Giusi Quarenghi, vincitori negli anni passati del premio Andersen, il più prestigioso riconoscimento italiano attribuito ai migliori libri per ragazzi dell’annata editoriale, ai loro autori, illustratori ed editori. E poi Cecilia Cavallini, Marina Cremonini, Lucia De Marco, Morena Forza, Gianluca Garofalo, Margherita Leoni, Laura Manaresi, Lorenzo Naia, Alessandra Nardotto, Anna Paolini, Lorenza Ravasio, Roberta Rossetti, Valentina Scagnolari, Daniel Torrent, Daniela Volpari, Lucio Schiavon, oltre naturalmente a Laura Cortinovis. 20 artisti in totale saranno impegnati durante la due giorni in 15 workshop, 6 demo, 5 mostre e 5 conferenze: la partecipazione ai singoli eventi sarà su prenotazione e aperta a tutte le persone interessate. A corredo delle mostre e degli eventi, è previsto un luogo espositivo dedicato a tutti gli strumenti di lavoro dell’artista, reso possibile dalla presenza di importanti aziende del settore e uno spazio libreria, a cura di Libreria Fantasia di Bergamo, dove sarà possibile trovare i libri degli artisti presenti al festival. Ad ospitare il ricco cartellone di Storie ad Acquerello sono state coinvolte alcune delle location più suggestive di Bergamo come l’Accademia Carrara, l’Ex Carcere di Sant’Agata, il Circolino Città Alta, l’Orto Botanico di Bergamo, il Teatro Sant’Andrea e il Seminarino oltre alla Sede dello SpazioCam, punto di partenza del Festival, spazio informativo noto in città agli appassionati di fotografia e luogo di allestimento di una delle mostre previste. Sul sito di Storie ad Acquerello è presente una mappa interattiva da poter consultare per conoscere tutti i punti di interesse dell’evento. La prima edizione dell’ArteFestival sarà un’occasione imperdibile per immergersi in un mondo incantato, un immaginario di colori lievi, in dissolvenza, capaci di trasportare la mente e l’anima in mondi lontani, dove fantasia e realtà si congiungono alla perfezione. Un’occasione unica per conoscere da vicino un universo che è in grado di dare vita ai sogni.


2 FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it

PIAZZE INFIAMMATE

Siamo stati dei facili profeti a prevedere, proprio da queste colonne, il possibile scatenarsi di problemi sociali a causa di una pessima gestione governativa del Covid. Mai come oggi lo Stato, nonostante Draghi, si dimostra così lontano dal comune sentire della gente. Innanzitutto il problema principale è stata la comunicazione a senso unico diffusa ai tempi del coronavirus: imprecisa, tendenziosa, parziale e inaffidabile, in nome di un politicamente corretto che non ammetteva alcuna disapprovazione di sorta. Il secondo malessere è venuto con il voler chiudere tutto tramite dei lockdown e dei coprifuoco lunghissimi, senza tener debito conto dei possibili risvolti economici e di quelli psicologici, soprattutto nei giovani. Quando un’epidemia colpisce una nazione, è necessario e indispensabile essere precisi e prudenti nel divulgare informazioni scientifiche e sanitarie. Altrimenti si diffonde panico e la scienza diventa inattendibile. Di conseguenza si perde la fiducia. Invece si sono susseguiti, senza soluzione di continuità, una miriade di pseudo medici trasformati in stars televisive, seguiti da generali logistici esperti in vaccinazioni, con il contorno di matematici che fornivano numeri e dati senza nemmeno considerare le medie ponderate. Ma il caos lo si è creato soprattutto col vaccino. Prima è stato comunicato che avrebbe protetto quasi completamente dal virus e che si poteva somministrare a tutti. Poi si è scoperto che in realtà funzionava poco con le varianti e che certe marche non andavano bene per i più giovani. Allora si è detto che chi era vaccinato non poteva più infettare altre persone, ma subito dopo i fatti hanno immancabilmente smentito le soloniche previsioni. Ancora: si proclamava che il vaccino non sarebbe stato obbligatorio, ma poi si è introdotto un green pass che in effetti emargina totalmente i non vaccinati. Infine il raggiro: numerosissimi e problematici sono stati gli effetti collaterali del vaccino (compreso in chi vi scrive), ma si è sottostimato il fenomeno e subito si è messo tutto a tacere, dimenticandosi che il tam tam della gente corre sui social senza censure governative. Così la verità è venuta comunque a galla. E adesso due parole sul disastro economico. Le persistenti chiusure hanno mandato sul lastrico molte attività e tantissime piccole imprese. Sono stati promessi dai due governi (Conte e Draghi) sostanziosi sussidi e ristori, ma in concreto è stato molto diverso. I ritardi, compresi quelli del pagamento della cassa integrazione Covid, sono stati inaccettabili. I finanziamenti alle aziende sono arrivati col contagocce, in quantità modesta e solo a seguito di fidejussioni rilasciate a garanzia dagli stessi imprenditori. Ancora oggi si continua a parlare di una ripresa in termini maggiori rispetto al reale. Nel frattempo gas, benzina e

luce sono andati alle stelle e le tasse non si sono mai realmente fermate. E ora sono pure ripartite 20 milioni di cartelle esattoriali. Alla faccia di un popolo in difficoltà! Detto tutto ciò, una domanda sorge spontanea. Le manifestazioni di protesta a cui assistiamo sono causate unicamente da facinorosi fascisti e da violenti ribelli, o sotto sotto c’è dell’altro? Ora i politici, dopo i recenti tentativi di aggressione e le minacce via Web, pretendono dalle Forze dell’Ordine una linea durissima e auspicano la repressione delle piazze, adducendo un contenimento di una violenza di parte fine a se stessa. Persino i tanti virologi, che si pavoneggiavano saccentemente dalle compiacenti TV, sembrano diventati più umili e più guardinghi. Sono gli effetti di ciò che la paura incute anche sui potenti. Nel frattempo lo Stato si è indebitato per ulteriori centinaia di miliardi, con operazioni emergenziali ridicole e costose, ma nessuno sembra chiamato a risponderne. E allora tutto ciò è sufficiente per infiammare chi non solo si sente privato ingiustamente di una libertà di scelta, ma anche coloro che stanno pagando sulla propria pelle il disastro gestionale di questa strana pandemia. Alla prossima e in alto i cuori. Anche su Twitter: @Fuochidipaglia Illustrazione tratta dalla copertina dell’instant book L’altro virus. Comunicazione e disinformazione al tempo del Coronavirus di Marianna Sala e Massimo Scaglioni.

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2 POLITICANDO di Maurizio Maggioni

VINCE SEMPRE CHI PIÙ CREDE, CHI PIÙ A LUNGO SA PATIR... Settembre, mese di fine estate dove tutto è dolce,

sfumato, i colori si stanno pian piano adeguandosi a quelli dell’autunno che tra poco giungerà: la pensavano così anche coloro che viaggiavano sugli aerei quel famoso 11 settembre a New York insieme ad altri che dalle Torri del World Trade Center osservavano l’Hudson dalle loro finestre? Certamente si, quel mattino il cielo era terso ed il sole splendeva, per l’ultima volta per più di 3000 di loro. Il fanatismo “religioso” pose fine alle loro vite e a quelle dei familiari e di molti volontari e forze dell’ordine e di primo soccorso che corsero in aiuto dei palazzi più famosi del mondo colpiti a morte dagli aerei Kamikaze mandati da Osama Bin Laden. Preci, RIP, possiamo dire tutto, ma soprattutto dobbiamo constatare che purtroppo oggi, 20 anni dopo, non abbiamo imparato nulla dalla storia. Il popolo americano è a maggioranza un po’ bamboccione, urla, sbraita, guerreggia, ma poi, travolto dal dio denaro e non consapevole del ruolo che ha nel mondo, si adegua ed adagia e panta rei, non fa niente: vedremo la prossima volta. Perché è possibile affermare ciò? Perché è la storia che ce lo insegna. Facciamo una breve analisi, magari superficiale, perdonatemi. Primo lustro degli anni ‘50, guerra di Corea contro l’espansionismo cinese, pari e patta, cioè persa. Si sono create due “Coree” che oggi tengono in scacco il mondo con la minaccia nucleare di quella del Nord, armata dalla Cina. Primi anni ‘60, Cuba, Baia dei Porci, sbarco fallimentare, empasse con l’URSS, missili nucleari in mano a Fidel Castro... Intervenne anche il Papa Roncalli da Bergamo... Pari e patta. L’URSS sdoganata come potenza e unico riferimento anche dei Paesi non Allineati. 1975 fuga da Saigon,Vietnam del sud.Vince Ho Chi Min. Un’altra guerra persa con disastro economico e sociale degli Stati Uniti con gravi conseguenze al loro interno. La Cina vince su tutti i fronti. Anni ‘90 guerra del Kuwait, un paese finto che non interessa a nessuno se non per il petrolio.

La chiameranno guerra per i diritti umani: Iraq sotto assedio con gli alleati Nato obbligati a partecipare a seguito delle risoluzioni dell’Onu. Vittoria di Pirro. Seconda guerra contro Iraq, in possesso di armi di distruzione di massa (sic). Saddam Hussein destabilizzato, equilibri in Medio oriente minati, anzi saltati. Si scopre che era una fandonnia addirittura del generale nero Powell. Bene continuiamo contro la Siria di Hassad unico alleato dell’occidente, ma arriva la primavera araba del 2011con la morte di Saddam e di Gheddafi…. Isis agli apici del contenzioso internazionale, perdiamo il controllo del Nord Africa.

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Tutto inizia con i talebani finanziati dagli americani in veste antirussa a fine anni ‘80 inizio anni ‘90 in Afghanistan. I talebani combattono i russi con le armi americane, Osama è un uomo della Cia e viene armato ed addestrato…. Ora 2021 si scappa da Kabul e si lasciano armamenti, istruttori e soldi ai talebani che… riportano il loro mondo indietro di vent’anni. Chi crederà più ai bamboccioni che ogni volta desiderano esportare democrazia a suon di dollari, affari e armamenti, fregandosene dei popoli interessati e dei loro alleati? A noi non hanno detto nulla del ritiro, per fortuna gli italiani si erano ritirati un mese prima perché distanti da Kabul, altrimenti….)


POLITICANDO

di Maurizio Maggioni

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Così come per la guerra di dissoluzione della ex Jugoslavia e Kosovo: nessuna capacità gestionale dell’Onu e della Nato ma un bel do ut des con la Germania, da poco riunificata a spese dell’Europa tutta e liberata grazie ad un altro santo Padre, di Cracovia questa volta. D’Alema addirittura scavalca il governo italiano e autorizza i bombardamenti con armi al limite del convenzionale: tutti i comunisti sono atlantisti, mah! Omicidi, genoicidi, pulizie etniche e religiose nei Balcani come cento anni prima, nulla cambia… (ricordiamoci i caschi blu olandesi dell’Onu o le violenze sessuali de….) Se il popolo afgano, non è stato in grado di cambiare il proprio pensiero e la propria mentalità, dopo aver sconfitto i russi prima e gli alleati americani dopo, perchè mai si dovrebbe ancora morire per loro? Questo il pensiero di Sleeppy Joe, che in quattro e quattrotto se ne è andato in fretta e furia, lasciano a 70.000 guerrieri talebani il controllo di 5 milioni di persone… “Vince sempre chi più crede, chi più a lungo sa patir” diceva una canzone dei tempi andati. Nemmeno un colpo sparato dall’esercito regolare che era ottimamente armato e addestrato e più del doppio numericamente dei talebani stessi, con il Panshir di Mossoul come alleato. Eh no, c’è qualcosa in loro che non funziona bene. Il popolo afgano deve liberarsi da solo dal loro cancro interno, noi occidentali dobbiamo solo “non aiutare” i talebani nelle loro pazzie religiose, solo così in un prossimo decennio potrebbe cambiare qualcosa. Oppio, eroina, hashish, materie prime, vie della seta, crocicchio d’affari russo-cinesi e delle ex repubbliche sovietiche, stato cuscinetto pakistan -dipendente, sharia catariana…, ma cosa c’entriamo noi italiani ? Nulla o poco, abbiamo fatto bene a salvare chi con noi ha collaborato, e stop. Andremo ancora lancia in resta al seguito degli Usa? Non penso, mi auguro di no. Vogliamo esportare democrazia? Facciamolo mandando le Ong sul territorio come fece Gino Strada, impariamo da lui. Abbiamo i Gesuiti al potere del cattolicesimo, rieditiamo cio’ che si fece nei secoli scorsi da Loyola in poi. Vogliamo che le donne siano ritenute uguali agli uomini ( maschi), certo che si’, allora andiamoci con tutte le organizzazioni femministe, femminili e soprattutto apolitiche apartitiche aconfessionali e vediamo cosa riusciremo a fare. Nel frattempo vediamo se riusciamo ad ottenere la giusta democrazia nel nostro paese, vaccinandoci tutti, belli e brutti, che il governo agisca in tal senso senza prendere ingiro i cittadini; che democraticamente si possa votare un nuovo Presidente della Repubblica, magari tornando a votare subito per elezioni politiche libere, oppure se ciò non possibile per fattori contingenti (europadixit) che nel 2023 si possa tornare a votare democraticamente e che sempre in tal senso si dia voce al popolo sovrano accettando i referendum proposti sulla giustizia, sulla fine vita, sulla cannabis… ma che poi il verdetto venga rispettato, non travisato e poi dimenticato, come per alcuni precedenti. Ecco questa sarebbe la vera democrazia, fare ciò che il popolo decide: gli americani volevano andarsene da Kabul e lo hanno fatto ( “tra 15 giorni si dimenticheranno della nostra ritirata e saremo tutti contenti, disse il loro Comandante in Capo). Noi vorremmo essere liberi dalle paure sanitarie, poter riformare alcune cose che i politici non vogliono fare da un ventenni, goderci il pil a piu 6 per cento e i soldini europei che arriveranno. Schiavi del sistema prima, schiavi ora, ma con una maggior libertà ideologica comportamentale che possa essere l’inizio di una nuova realtà. dissociandosi da quell’ordine costituito che ci ha narcotizzato sino ad ora.

A KABUL COME A SAIGON, GLI AMERICANI SE NE VANNO SCONFITTI E LA GENTE SI AGGRAPPA AGLI AEREI E ALLA SPERANZA DI POTER SCAPPARE VIA CON LORO


UNA MUMMIA DA SALVARE

MUMMY PROJECT

NADIA GHISALBERTI ASS.ESSORA ALLA CULTURA COMUNE DI BERGAMO

www.mummyproject.it Gli studi sulla mummia conservata al Museo Civico Archeologico di Bergamo È finalizzato allo studio dei proseguono. Dopo la Tac eseguita il 21 reperti organici, in particolare Giugno al Policlinico di Milano, il team mummie umane e di animali, at- del “Mummy Project” - composto da traverso analisi effettuate con le Sabina Malgora, egittologa e direttrice, e più moderne tecniche di indagine gli antropologi Chantal Milani, Jonathan medica ed investigativa, eseguite Elias e Francesca Motta - ha analizzato da un’équipe multidisciplinare, in le immagini ricostruendo in 3D il corpo grado di recuperare tutte le infor- mummificato celato sotto le bende: una mazioni disponibili e di confron- sorta di autopsia virtuale, senza toccare tarle nel panorama scientifico e danneggiare il reperto. di riferimento, nel rispetto della integrità e della conservazione dei reperti. Restituisce un’identità alle mummie completando il quadro storico e culturale da cui provengono. Collabora con università, musei, fondazioni ed istituzioni culturali. Organizza inoltre mostre, eventi culturali.

Passo dopo passo sono state rimosse le bende per poter studiare l’individuo. Nonostante il deterioramento della mummia – le ossa della mummia bergamasca sono in gran parte fuori sede e il corpo è particolarmente assottigliato -, la tac ha permesso di determinare che si tratta di un uomo adulto, approssimativamente fra i 40 e i 50 anni, non particolarmente robusto, ma piuttosto alto per quell’epoca: fra i 172 e i 178 cm. Molti denti sono sparsi lungo la crisalide di bende. In quelli ancora in sede si può osservare qualche carie. Fra le scoperte più affascinanti vi è il ritrovamento di alcune piccole corde annodate, non facenti parte del bendaggio e che saranno oggetto di ulteriori studi, così come i campioni di sedimenti che si preleveranno potranno fornire informazioni sulla tecnica di mummificazione.

“Questo è un altro passo del progetto “Una mummia da salvare” del Mummy Project – spiega la direttrice del museo Stefania Casini - che concerne lo studio ed il restauro della mummia contenuta nel sarcofago di Ankhekhonsu. Le indagini sono volte al recupero di dati per ricostruirne la storia e l’identità, ma anche informazioni sulle tecniche di mummificazione e sulle malattie antiche (paleopatologia) molto utili alla moderna ricerca medica.” “Il Comune di Bergamo – spiega l’Assessora alla Cultura, Nadia Ghisalberti - ha deciso di rinnovare completamente il museo Archeologico di Bergamo Alta, affrontando importanti lavori strutturali che lo trasformeranno in un museo nuovo e all’avanguardia. Dalle asce di pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti di bronzo celtici alle croci d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici, nel museo si snoda un vero e proprio viaggio nel tempo sulle tracce dei Celti, dei Romani e dei Longobardi vissuti a Bergamo e nei territori della Provincia. Tutti i reperti, dalla Preistoria ai Longobardi, troveranno spazio in un nuovo allestimento, ma la grande novità è che sarà creata una nuova sezione egizia, che andrà a valorizzare adeguatamente i reperti egizi oggi nella collezione del museo. All’interno delle sale di piazza Cittadella sono 22 shabti (statuette funerarie in faience), 8 bronzetti, 10 amuleti, il sarcofago con la mummia e altro ancora. Questa parte sarà realizzata con la collaborazione del Mummy Project: protagonisti saranno la mummia di Ankhekhonsu, mai esposta al pubblico, ed il suo sarcofago.” IL PROGETTO “UNA MUMMIA DA SALVARE” Ideato dal Mummy Project in collaborazione con il Museo Archeologico è sostenuto dalla Fondazione Comunità Bergamasca, da GP Batteries International leader nella produzione di batterie tradizionali, ricaricabili e powerbank (www.gpbatteries.com) e BPS srl, Consulenza e Servizi per l’Ambiente (www.bpssrl.it), il Agenzia Funebre Regazzi di Calusco D’Adda (BG) che ha curato il trasporto, dal Rotary Club di Bergamo che sosterrà il restauro.

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ADOTTARE UN CANE?

Christian Costamagna

SETTEMBRE È IL MOMENTO MIGLIORE


Rientro

dalle vacanze: settembre è il momento ideale per prendere con sé un amico a 4 zampe! Boom di “adozioni pelose”, ben 7.8 milioni dallo scoppio della pandemia. Christian Costamagna educatore, istruttore e formatore cinofilo nonchè fondatore del metodo Empathydog, ci svela gli step fondamentali per assicurarsi una convivenza perfetta. Condividere la casa e il proprio tempo con un cane regala benefici indiscussi. Secondo uno studio pubblicato da Society & Animals, le persone che ne hanno uno sorridono di più. Persino la medicina riconosce che il “miglior amico dell’uomo” è un vero e proprio antidepressivo naturale, contrasta lo stress, aiuta ad avere ritmi più regolari, a sentire di avere uno scopo e di essere la persona più importante per quel pelosetto. E questi sono solo alcuni degli indiscussi effetti positivi che questa convivenza, fatta di amore incondizionato, dona. Forse per questo dallo scoppio della pandemia ad oggi si è registrato un vero e proprio boom di adozioni a 4 zampe: ben 7,8 milioni di persone hanno accolto (o lo faranno a breve) un animale. In pole position, ovviamente, l’amico fedele per eccellenza: il cane! Solo nel 2020, sono stati 8.100 i cani che hanno trovato una nuova famiglia (dati Enpa). Christian Costamagna considera la convivenza con un amico scodinzolante un’esperienza bellissima e arricchente. Una scelta che, stando all’esperto, vede settembre essere uno dei periodi ideali. Costamagna sottolinea, però, come l’adozione non debba certo essere fatta a cuor leggero, magari in balia di emozioni momentanee. Al contrario, una scelta tanto importante deve essere consapevole, supportata da grande senso di responsabilità. “Chi adotta un cane - afferma il formatore cinofilo - lo sa, in casa cambiano i ritmi, si deve adattare la propria vita con quella dell’amico a 4 zampe. In alcuni casi, soprattutto se stiamo accogliendo cani con un passato burrascoso, conoscere la psicologia e la comunicazione canina è sicuramente importante per creare una relazione in totale empatia con il nuovo amico”. Una volta sicuri di voler accogliere un nuovo componente in famiglia, non rimane che capire come scegliere il proprio amico ideale.

COME SCEGLIERLO Questi i 5 consigli fondamentali dati dall’esperto. Il primo passo per scegliere in modo consapevole è quello di valutare il proprio stile di vita e non l’aspetto estetico del cane. Chi è attivo, sportivo, non dovrebbe adottare un Bulldog Inglese ma un cane agile, attivo e resistente. Chi ama andare al mare e stare ore sotto il sole dovrà scegliere un cane propenso a rimanere in spiaggia, magari in acqua, come il Labrador. Questo per evitare di dover condividere una vita intera con piaceri ed obiettivi diversi. Prima di scegliere un cane, dunque, è bene aver presente il proprio stile di vita, passioni e impegni compresi. Il cane va scelto anche in base alle sue attitudini. Il Border Collie, ad esempio, è un cane da lavoro, il Pastore Abruzzese è da guardia, il Setter è da caccia… La sua attitudine, dunque, può far capire se l’animale è più attivo o, al contrario, sedentario. Dopo aver valutato le proprie esigenze personali e le attitudini del cane che si vorrebbe prendere (magari con l’aiuto di un professionista per verificare il feeling che potrà venirsi a creare) si potrà passare a scegliere basandosi anche sul carattere dell’animale. Il carattere del cane è fondamentale per poter vivere una vita serena insieme. Alcuni sono caratterizzati da una tempra forte e, con loro, riuscire a creare un legame e farsi ascoltare diventa molto più difficile in alcune situazioni. Ce ne sono altri, invece, più “pavidi”. In questo caso, avere come padrone una persona molto premurosa e sensibile potrebbe rendere più complicato il riuscire ad aiutarlo a superare queste sue paure. Ci sono alcuni principi fondamentali da rispettare per educare o supportare il proprio cane a superare delle difficoltà. Principi che, per alcune persone, sono difficili da mettere in pratica. Anche il periodo durante il quale accogliere un cane è molto importante. Per esempio, è meglio farlo al ritorno dalle ferie, per essere preparati per il suo arrivo ma anche per evitare al cane inutili situazioni stressanti (come, ad esempio, il doverlo lasciare in una pensione) o snervanti (come il caos, la spiaggia o posti nuovi) proprio in un momento tanto particolare. Il periodo migliore per adottare un cane è anche quando la situazione dell’aspirante proprietario, lavorativa e privata, è più tranquilla, in modo tale da dedicare al nuovo arrivato tutto il tempo necessario per il suo inserimento. L’ultimo consiglio, forse il più importante, è quello di essere educati ad accogliere un cane al meglio, applicando alcuni accorgimenti fondamentali. Il suo arrivo in una nuova casa è un momento delicato perché si stacca dal branco, dal posto in cui ha vissuto e dai suoi odori. È molto importante fare le cose giuste e vanno messe in conto prima ancora di passare all’adozione.


FONDAZIONE A.R.M.R. AIUTI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE RARE

COVID-19 E MALATTIA:

QUESTIONE DI GENI? Ariela Benigni Segretario Scientifico e Coordinatore delle Ricerche dell’Istituto Mario Negri

ORIGIN è il nome dello studio dell’Istituto di Ricerche

Ing. Giuseppe Mazzoleni Fondazione ARMR

UNO STUDIO

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DELL’ISTITUO MARIO NEGRI PER CAPIRE LE RELAZIONI FRA DNA E RESISTENZA AL COVID PERCHÈ NON TUTTI CI AMMALIAMO ALLO STESSO MODO PERCHÈ IL 10% SOCCOMBE E IL 90% SOPRAVVIVE ALLA MALATTIA

Farmacologiche Mario Negri IRCCS che vuole indagare le cause genetiche di suscettibilità e severità della malattia COVID-19. La malattia che si associa al nuovo coronavirus ha manifestazioni cliniche molto diverse: per circa l’80% dei pazienti infetti, il Covid-19 è una malattia lieve, per lo più limitata alle vie aeree superiori, caratterizzata da sintomi modesti, simili alla comune influenza, tra cui febbre e tosse secca, che si risolvono spontaneamente dopo 6-10 giorni. Nel restante 20% dei pazienti, il SARS-CoV-2 si diffonde nei polmoni, dove colpisce gli alveoli polmonari. Questi pazienti sviluppano una malattia grave caratterizzata da polmonite interstiziale bilaterale atipica e sindrome da stress respiratorio acuto, il 10% di questi soggetti muore. Per quale motivo ci sono queste differenze tra persone esposte alle stesse condizioni? Per capire se la suscettibilità a contrarre il Covid-19 e a contrarlo in modo grave (severità) possano essere influenzate da fattori genetici, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha da tempo avviato lo studio ORIGIN. L’ipotesi alla base del progetto è che le variazioni genetiche interindividuali possano spiegare in una popolazione le diverse risposte a un’infezione virale, e che la gravità della malattia Covid-19 possa essere determinata geneticamente. Il progetto, iniziato a ottobre 2020, ha coinvolto circa 10mila soggetti volontari provenienti da tutto il territorio bergamasco. Tra di essi, è stato selezionato un gruppo di studio composto da 400 individui che hanno avuto una forma grave di Covid-19, 400 che hanno contratto il virus ma non si sono ammalati o hanno avuto sintomi lievi e 400 che sono stati esposti al virus ma non si sono ammalati. La collaborazione dei cittadini è stata fondamentale: 9704 persone hanno compilato il questionario proposto dall’Istituto e i 1200 soggetti selezionati sono stati invitati al Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”, a Ranica (BG) per un colloquio con un medico genetista e lo staff di ricercatori che effettuerà le analisi genetiche previste dal progetto. Sono attualmente circa 1000 le persone che si sono recate al Centro di Ranica e, entro l’inizio di ottobre, si chiuderanno le giornate dedicate all’arruolamento dei soggetti, prima di avviare le complesse analisi genetiche e lo studio dei dati raccolti. I risultati di questo studio aiuteranno i ricercatori a comprendere i meccanismi attraverso cui l’infezione da SARS-CoV-2 danneggia i polmoni e molti altri organi e a validare l’ipotesi che la risposta individuale al Covid-19 dipenda dai nostri geni. Potremo sapere chi rischia di più di sviluppare una malattia grave e chi invece è portatore di geni protettivi. Questo potrebbe avere ricadute importanti per la prevenzione delle forme più gravi.

Per ulteriori informazioni: origin.marionegri.it www.marionegri.it

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