Boxe Ring - 1/2014

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ROUND I - EDITORIALE

ALBERTO BRASCA hashtag “io ci metto la faccia”, lanciato lo scorso autunno, ha avuto una discreta fortuna. In questi mesi abbiamo navigato in un mare difficile, pieno di insidie normative e difficoltà economiche. Lo abbiamo fatto sempre, appunto, mettendoci la faccia, operando scelte nette. Senza nasconderci, mai. Oggi apriamo una nuova fase di Boxe Ring: nuova direzione, nuova impostazione, nuovi contenuti, nuova periodicità, nuova relazione con la comunicazione via Web. E ci mettiamo la faccia. Consapevoli della responsabilità di dare continuità alla testata storica del Pugilato Italiano, abbiamo ritenuto che per mantenerla viva dovevamo operare un rinnovamento profondo, adeguando una tradizione gloriosa ai nuovi canoni della comunicazione. Abbiamo voluto una nuova veste grafica, più essenziale e allineata all’immagine coordinata federale. Abbiamo optato per una cadenza bimestrale, puntando ad una rivista di promozione e di approfondimento; mentre per l’informazione abbiamo deciso da un lato di raccogliere in un supplemento annuale (Almanacco) la sintesi di tutti gli accadimenti dell’anno precedente, e dall’altro di ricorrere alla velocità del Web per la tempestività dell’informazione quotidiana. La regia della svolta è affidata al nuovo direttore Walter Borghino e ad un impegno diretto e corale dei nostri addetti dell’Ufficio Comunicazione e Marketing: Michela Pellegrini, Matteo Schiavone e Tommaso Gregorio Cavallaro, affiancati da

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“...per mantenerla viva dovevamo operare un rinnovamento profondo, adeguando una tradizione gloriosa ai nuovi canoni della comunicazione...” Andrea Savastio e Silvia Moretta. Centrale resta il ruolo di Alfredo Bruno che continuerà a collaborare alla rivista come giornalista, ma soprattutto si è assunto la responsabilità di curare la rubrica on-line “Italia Ring” finalizzata ad illustrare e valorizzare le iniziative sul territorio ed a curare, affiancato dalla preziosa collaborazione di Vincenzo Belfiore e Pietro Anselmi, la redazione dell’Almanacco annuale, il cui primo numero, relativo al 2013, è in procinto di essere pubblicato. Continueremo ad avvalerci, naturalmente, della penna prestigiosa di Giuliano Orlando. Ed hanno accettato la sfida del rinnovamento sostanzialmente tutti i collaboratori, giornalisti e fotografi, che ci sono stati vicini in questi anni e che ci hanno consentito, malgrado le difficoltà editoriali e gli insopportabili ritardi nelle uscite e nelle spedizioni, di tenere in piedi una rivista che è restata, sempre e comunque, una delle più belle del panorama internazionale. Questo primo numero, come è naturale, è un numero di rodaggio, suscettibile di aggiustamenti progressivi. Ma i tratti essenziali della svolta che intendiamo perseguire sono già ben delineati. In qualche modo ci abbiamo già messo la faccia. Non è per caso che dedichiamo la prima intervista e la copertina al Presidente del CONI Giovanni Malagò. Non con un’immagine di repertorio ma con una foto che ha voluto dedicare esplicitamente alla nostra disciplina. Anche questa non è una novità da poco. Credo anzi che sia la prima volta che accade con questa evidenza. Poterci avvalere dell’amicizia e del sostegno del più autorevole rappresentante dello Sport Italiano è un segnale importante che ci incoraggia e ci sprona ad affrontare le nuove sfide che ci attendono.

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GIOVANNI MALAGÒ IO CI METTO LA FACCIA INTERVISTA AL PRESIDENTE ALBERTO BRASCA

EDITORIALE DI ALBERTO BRASCA

WSB

IWBL MANGIACAPRE

ROCKY VS TORO SCATENATO IL GRANDE MATCH

ALLA RICERCA DEL TALENTO

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ITALIA BOXING

MADIBA

BOSCHIERO EUROPEO AMARO

CAMICIA & PAPILLON

INTERVISTA AL PRESIDENTE EUBC FRANCO FALCINELLI

R I N G Anno 2014 n. 1 (gennaio / febbraio 2014) - Direttore responsabile: Walter Borghino - Periodico bimestrale della Federazione Pugilistica Italiana (F.P.I.) - Presidente federale: Alberto Brasca - Registrazione presso il Tribunale Civile di Roma n. 10997/66 del 18.05.1966 - Redazione: Viale Tiziano n. 70 - 00196 Roma - Editore: Stegip Group s.r.l. Amministratore unico Donatella D’ambrosio - Sede legale: Via Paolo V n. 31 – 00167 - Roma - Sede operativa: Piazza Pio IX 5 - 00167 Roma - Stampato da: Romantech s.n.c. di Antonio De Luca, via Giovanni Dominici n. 6, Roma; Coordinamento Editoriale: Michela Pellegrini e Tommaso Gregorio Cavallaro; Progetto Grafico: Matteo Schiavone e Andrea Savastio; Pubblicità: Silvia Moretta; Foto di copertina: Enrico Datti. Hanno collaborato: Alfredo Bruno, Giuliano Orlando, Luca Cisternino, Stefano Petrucci, Massimo Scioti, Luca Svizzeretto, Roberto Cammarelle, Massimo Barrovecchio, Vezio Romano, Giuseppe Giallara, Stefano Buttafuoco, Valerio Esposito, Gianni Virgadaula, Roberto Savi. Foto di: Archivio FPI, Enrico Datti, Emanuele Di Feliciantonio, Fabio Bozzani, Marcello Giulietti, Renata Romagnoli, Sergio Vollono, Luigia Giovannini, Simone Ferraro GMT, Il Fotone - G. Monacelli, Flavia Valeria Romano, Alessandro Sebastiani, Gaetano Caso, Massimo Campi, AIBA, WSB - Dolce & Gabbana Italia Thunder, Osservatorio Bullismo e Doping, Agenzia Nazionale per i Giovani; Illustrazione: Arianna Rea - Info: www.boxering.it - Info: boxering@fpi.it - Chiuso in tipografia il 24 aprile 2014. BOXE


AOB

BLANDAMURA OLTRE IL RISULTATO

NAPOLI SUL RING

MARSILI CONFERMA SUL TETTO D’EUROPA

FRANCO UDELLA

GIANFRANCO ROSI L’ARTE E IL FASCINO DELLA BOXE

ANGOLO ROSSO ALESSIA MESIANO

PATRIZIO OLIVA

STIAMO ARRIVANDO

VOX POPULI

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UNA SOCIETÀ SARANNO FAMOSI AL VERTICE VALENTINO MANFREDONIA

SOMMARIO

ANGOLO BLU SARA CORAZZA

LE PENNE DEL PUGILATO fpi.it

ERASMUS+

VALORI IN MOVIEMENTO

DENTRO & FUORI IL RING


ROUND II - EDITORIALE

walter borghino ssumo l’incarico di Direttore Responsabile della nostra rivista federale con sentimenti intensi e diversi, ma tutti di segno positivo. Da un lato l’onore di succedere in un incarico così delicato a personaggi che hanno segnato la storia del Pugilato Italiano e della sua comunicazione, con la speranza di essere alla loro altezza. Dall’altro, il peso di una responsabilità che sento forte, ma che mi sprona ad un impegno ancora più incisivo e determinato. Ringrazio per questo il Presidente Brasca e il Consiglio Federale tutto, che hanno voluto ancora una volta dimostrarmi la loro fiducia e confermare l’attenzione verso la mia persona e la mia professionalità. La rivista, da sempre momento di incontro e di confronto per tutti i nostri attenti lettori, tesserati e appassionati in genere, presenta una nuova veste e persegue una linea editoriale innovativa. Una grafica moderna, fresca e accattivante, che risponde alle più attuali richieste di mercato e che ci pone al passo con organi di stampa e riviste di grande respiro e accertato riferimento. E una maggiore

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...l’onore di succedere in un incarico così delicato a personaggi che hanno segnato la storiaa del pugilato italiano e della sua comunicazione. attenzione all’approfondimento e alla ricerca, intesa come segnale di rispetto verso un mondo al quale il pugilato mostra fieramente di appartenere a pieno titolo, in cui l’agonismo ed il confronto sportivo da sempre si sposano con l’arte, la cultura, il sociale, l’impegno. Sono certo che il nostro universo pugilistico, che ci segue da sempre con critica attenzione, saprà apprezzare e premiare lo sforzo sostenuto per questo articolato rinnovamento, un segnale di discontinuità pur nel pieno rispetto della tradizione e del comune sentire. Non da ultimo, sarà dato spazio anche ai lettori e alle loro segnalazioni, che certamente ci aiuteranno a migliorarci e a rispondere sempre meglio alle loro aspettative. Il parco collaboratori rimane di altissimo profilo e si arricchisce di nuove firme, rimanendo sempre aperto a ulteriori proposte di collaborazione che sappiano e vogliano mettersi alla prova, anche con originalità e progetti innovativi. A tutti va sin da ora il mio incondizionato ringraziamento per la passione e la sensibilità dimostrate nel voler continuare, se possibile con ancora maggiore entusiasmo, in questa avventura editoriale che caratterizza con grande orgoglio la nostra Federazione e che con grande attenzione abbiamo voluto mantenere. Buona lettura a tutti!

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SPONSOR TECNICO


ROUND III - GIOVANNI MALAGO

GIOVANNI MALAGÒ

IO CI

DI MICHELA PELLEGRINI PH ENRICO DATTI

METTO

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FA C C I A

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Nel rispetto della tradizione, lo Sport made in Italy vanta un nuovo modello di governance. A metterci la faccia è Giovanni Malagò che ha lanciato la sfida al futuro del Palazzo di Cristallo impegnandosi nella realizzazione di un presente trasparente e partecipativo, con l’intento di valorizzare e coinvolgere tanto l’eccellenza quanto la base.

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are il bilancio del primo anno da Presidente del CONI non è un’impresa facile, soprattutto alla vigilia dei festeggiamenti dei 100 anni del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Dal 19 febbraio 2013 per Malagò “primo imprenditore dello sport” cosa è cambiato? “E’ iniziato un processo che ha come obiettivo quello di modernizzare e favorire l’evoluzione del CONI, perseguendo con determinazione i propositi manifestati attraverso il programma che mi ha portato alla Presidenza. Non cambierei questa carica con altre, credo sia la più importante del Paese e mi impegno quotidianamente per trasferire entusiasmo e mentalità mutuate dall’esperienza imprenditoriale a disposizione del sistema. Pensavo di poter incontrare maggiori difficoltà nel portare la cultura dell’Ente verso un’idea di gestione aziendale, dalla quale provengo, e invece ho riscontrato una grande propensione al cambiamento. Sono soddisfatto delle risposte ricevute all’interno e da quelle ottenute dalla base e dal territorio, le solida fondamenta del nostro sistema. Si deve lavorare ancora molto ma sono arrivati segnali importanti, come la riforma della giustizia sportiva, l’approvazione della legge sull’impiantistica grazie all’efficace moral suasion portata avanti con il Governo -

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ROUND III - GIOVANNI MALAGO

con il quale vantiamo ottimi rapporti, senza dimenticare il rinnovo dell’impegno con il MIUR”. Se il calcio è il motore trainante dello sport pensa che le altre discipline, come il Pugilato, possano ambire a diventare, attraverso un restyling della propria immagine e del proprio background socioculturale, la benzina che alimenta il movimento sportivo? “Il pugilato vanta un patrimonio inestimabile, fatto di fascino e tradizione, che è una solida base da cui partire per costruire qualcosa di importante. Il problema del Paese però è legato a una visione calcio-centrica che ha creato una sottocultura, bisogna lavorare in profondità per cambiare la mentalità e, contestualmente, aumentare il peso specifico

cato risultato nelle attività di sponsoring. Nonostante le strategie di comunicazione e marketing federale risultino il più delle volte vincenti e innovative, il riscontro con le aziende è quasi sempre deludente. In che modo le Federazioni possono diventare imprenditori dello sport? “C’è la necessità di sviluppare progetti capaci di aggregare l’azione di più soggetti, con interessi coerenti tra loro. Un limpido esempio è costituito dalla presentazione - avvenuta nello scorso agosto - di “agosto azzurro”, con più discipline protagoniste di un evento unico, in funzione dei rispettivi Mondiali che si sarebbero disputati nella scorsa estate. Un appuntamento capace di aggregare interessi, dando forza al movimento e a ogni singola realtà. Così

Lo Ius Soli Sportivo. Un esempio di come lo Sport veda più lungo della politica, anticipando quel senso di responsabilità che risulta inevitabile per una società a tutti gli effetti multietnica. Anche il pugilato italiano ha messo all’angolo le discriminazioni prevedendo nessun limite per gli atleti nati in Italia e aumentando, quindi, le proprie risorse. Quali sono le linee guida del CONI per una corretta integrazione? “Lo ius soli è un principio inderogabile nel contesto di una società multietnica, come quella attuale. Lo sport vuole recepirne il significato perché da sempre esempio di integrazione e di inclusione sociale, un linguaggio universale che abbatte ogni barriera. E’ un discorso di cultura, non si tratta solo di un mero

“Il pugilato vanta un patrimonio inestimabile, fatto di fascino e tradizione, una solida base da cui partire per costruire qualcosa di importante.” delle altre discipline. Alcune Federazioni possono giovarsi di offerte vantaggiose sul mercato, penso al rugby che, grazie all’indotto del Sei Nazioni, si finanzia principalmente con sponsor e diritti televisivi. Non è un concetto che può essere esteso in assoluto ma l’obiettivo deve essere teoricamente quello, con la fondamentale implementazione degli strumenti di finanziamento, cercando sinergie che sappiano attrarre capitali privati e creare progetti integrati, accattivanti e originali. Lo sport insegna che la vita è una sfida continua, quindi l’impegno è quello di dimostrare che possiamo cambiare marcia per fare del nostro mondo l’elemento di traino del Paese”. Una delle criticità che accomuna la maggior parte delle Federazioni Sportive, visto anche il periodo storico, è il man-

si genera un movimento virtuoso e appetibile, a livello di visibilità mediatica, favorendo i contatti con gli sponsor e con le tv. Tra gli obiettivi del CONI c’è comunque quello di supportare le Federazioni, ma anche gli altri Enti Sportivi, a livello di attività di marketing e branding, licensing e merchandising. Secondo una logica che estenda la ricerca e l’impiego delle sponsorizzazioni ben oltre l’anno olimpico, divenendo una costante del fund raising del nuovo modello di gestione. La creazione e la diffusione di un vero brand CONI, attraverso la suddivisione pro quota del ritorno economico in favore di Federazioni e delle altre entità associative. Il progetto prevede ovviamente l’implementazione degli strumenti di finanziamento dello sport, della capacità di attrazione di capitali privati”.

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discorso finalizzato all’accrescimento del potenziale agonistico. Per questo le Federazioni che hanno adottato una nuova concezione della legge di cittadinanza rappresentano un esempio da codificare a livello di sistema Paese. Il CONI si affida alla moral suasion verso il legislatore, in modo che possa diventare presto una legge dello Stato. Ora c’è un esecutivo sensibile a questi argomenti. Dobbiamo cercare di cambiare marcia e dare un segnale forte e concreto”. Rivivere la straordinaria avventura olimpica di Roma 1960 è senza dubbio il ricorrente di tutti gli appassionati dello sport. Per quelli della boxe l’opportunità di tornare alla ribalta con grandi campioni. Se così fosse nel 2024 quali sarebbero i punti di forza dell’organizzazione? “Credo sia prematuro affrontare questo


argomento, ma è innegabile che riportare le Olimpiadi nel nostro Paese sia il sogno di 11 milioni di tesserati e penso della maggioranza degli italiani, anche come segnale da offrire alle nuove generazioni e al sistema Italia. Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha parlato di Olimpiadi come occasione importante, di partita da giocare, perché dobbiamo avere ambizioni importanti. Abbiamo comunque tempo per fare tutte le valutazioni più opportune: la candidatura dovrà essere forte e condivisa, a ogni livello. E dobbiamo avere il coraggio di pensare, eventualmente, a un modello diverso e innovativo. Non possiamo competere con il gigantismo ostentato in precedenti edizioni olimpiche ma varare un modello low cost, sperando che il messaggio venga apprezzato dalla sensibilità dell’elettorato”. Si parla molto dei valori dello sport ma si opera poco per contestualizzarli nell’ambito delle attività agonistiche. L’esempio dello sport è fondamentale per i giovani ma anche per gli educatori. Quali sono i prossimi passi del CONI per la promozione giovanile? “Occorre un’interazione costante tra il mondo dello sport e quello della scuola per favorire il miglioramento della cultura sportiva. Oggi, purtroppo, gli italiani sono molto più tifosi che praticanti. Abbassare il tasso di sedentarietà di un punto percentuale permetterebbe al Paese di risparmiare 200 milioni di spese sanitarie. Con lo sport nelle scuole spenderemmo di meno, avremmo più campioni e una prospettiva diversa, dalla quale potremmo ripartire come Paese. Serve una mentalità che contempli valori ineludibili, da anteporre al risultato a tutti i costi, per garantirci un orizzonte fatto di certezze granitiche e basato su lealtà, trasparenza, rispetto dell’avversario e spirito di sacrificio. Partire dalla scuola, a livello didattico e agonistico, ci aiuterebbe a radicare un modello nuovo, vincente nel tempo”.

Il Presidente del CONI con il Segretario Generale Roberto Fabricini

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ROUND IV - PROTAGONISTI & BOXE

NELSON ROLIHLAHLA MANDELA

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M A D I B A DI STEFANO PETRUCCI PH ARCHIVIO FPI iceva di amare "la scienza che sta dentro la boxe, piuttosto che la violenza, che sul ring è spesso un dettaglio". Diceva, pure, che «la boxe è un modo eccellente per perdermi in qualcosa di diverso dalla lotta politica», come ha ricordato anche nel suo ultimo libro, “Conversazioi con me stesso” . Diceva, soprattutto, che "lo sport ha in sé una forza straordinaria: una forza che può cambiare

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il mondo". Deve essere davvero così, se questo è stato, persino negli anni più bui, il pensiero di Nelson Mandela, l'uomo dei miracoli, il magico visionario che il mondo ha finito per cambiarlo davvero. E non soltanto il suo. Adorava tutto lo sport, Madiba. Il rugby degli Springbocks orgogliosi di averlo come primo tifoso, il calcio dei Bafana Bafana che riuscì a portare nel suo Paese per un mondiale che segnò il suo trionfo, ma nessuno quanto il pugilato. "E' la cosa che più mi ha aiutato ad andare avanti, a sentirmi vivo, a far scorrere il tempo", confessò appena uscito dal carcere di Robben Island, dopo l'allucinazione dei quasi ventotto anni di sole a strisce vissuti in nome della libertà. "Tirare pugni, là dentro, mi aiutava a sopravvivere. E mi suggeriva ogni giorno la strada da affrontare. La prigione diventa spesso un ring, a livello più mentale che fisico. E la boxe, quella vera, può insegnarti a vivere, a salvarti la vita. Ti insegna, ad esempio, la strategia di attaccare e di indietreggiare allo stesso tempo. E, poi, ti dà coraggio in tutto quello che fai. E certezze. E punti fermi cui poggiarsi. La boxe significa uguaglianza. Sul ring il colore, l'età e la ricchezza non contano nulla. Ma prima ancora che il combattimento, a me piace l'allenamento regolare, l'esercizio fisico che, quando ti ritiri in cella, ti fa sprofondare in un sonno senza sogni e la mattina dopo ti fa sentire più fresco e più carico di energia". Parole sentite, parole sincere. La boxe era davvero vita, per l'eroe della lotta al razzismo. I guantoni Madiba - "buon peso medio, agile e scattante, più tecnico che potente", ricorda chi ha avuto la fortuna di vederlo sul ring - aveva cominciato del resto a infilarli presto. Per non lasciarli più. A Soweto, la più grande township del Sudafrica, alle porte di Johannesburg, c'è Radebe Street, la strada

oggi luogo di pellegrinaggio dei turisti dove, negli anni feroci dell'apartheid, tanti giovani di colore erano soliti distrarsi dalle tensioni razziali. E' lì che ha ancora sede il Donaldson Orlando Community Center, l'impianto cui Madiba si affacciava con il figlio Thembi. Una piccola palestra, racchiusa da uno stanzone, realizzata con i fondi di un imprenditore locale sostenitore del partito di Mandela, dove giovani e meno giovani scaricavano i problemi della vita quotidiana, soprattutto tirando di boxe. Un luogo storico per il Sudafrica: furono organizzate qui le manifestazioni del 1976 contro l’imposizione nelle scuole della lingua afrikaans (i bianchi di origine boera), culminata nel massa-

Diceva di amare “la scienza che sta dentro la boxe, piuttosto che la violenza, che sul ring è spesso un dettaglio".

cro di Sharpeville. Amava allenarsi duramente l’icona della lotta all’apartheid. Tutte le sere, dal lunedì al giovedì. Un'abitudine mai persa, come detto, neanche nei terribili anni di prigionia. In una lettera scritta dal carcere a Zindi, una delle sue figlie, Mandela fa riferimento al piccolo centro sportivo di Soweto, spiegando che "le pareti di quella palestra restano intrise di dolci memorie". Una passione, quella per il pugilato, che lo ha accompagnato per tutta la vita: nel suo ufficio privato, oggi incorporato nella Fondazione che porta il suo nome,

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saltano subito agli occhi le decine di cimeli legati al mondo della boxe. I guantoni autografati dal suo grande amico Mohammed Ali. La cintura del campione mondiale di pesi massimi Sugar Ray Leonard. Una miriade di foto che lo raffigurano con i guantoni, l'aria concentrata, tesa, come se davvero di lì a poco suonasse il primo gong. I grandi campioni di questo sport meraviglioso hanno ricambiato il suo amore. Se Sugar gli ha donato la sua cintura mondiale e Ali ha preteso di posare al suo fianco ("Io sono stato grande, tu mille volte di più"), fu lo stesso Mandela, a una cena di gala a New York, a far commuovere Joe Frazier, puntando il dito verso di lui e dicendogli: «Tu eri il mio idolo quando ero in prigione». Il grande Smoking Joe si sciolse in lacrime e gli appoggiò la testa sulla spalla, piangendo come un bambino. La vecchia palestra di Soweto è sempre lì, con le sue mura intrise di ricordi, i due ring, i sacchi che penzolano dal soffitto, persino i pesi e i bilancieri un po' arrugginiti che Madiba usava ogni giorno, e gli spogliatoi in cui l'uomo dei miracoli come in un rito liberatorio si toglieva le vesti di attivista politico e indossava quelli del boxeur. Un santuario della memoria, spesso del rimpianto. "Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso», amava ripetere Madiba. Adesso che l’uomo dei miracoli se ne è andato per sempre, toccherà a chi è rimasto, specie a chi ama davvero lo sport, provare ad essere all’altezza dei suoi sogni.

Nelson Mandela in una foto di gruppo con Jose Sulaiman


ROUND V - INTERVISTA AL PRESIDENTE

Lastrategia vincentedelMadein Boxe

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DI MICHELA PELLEGRINI PH ENRICO DATTI

Intervista al Presidente FPI Alberto Brasca

Squadra Elite Maschile, che parteciperà anche a numerosi tornei internazionali e confronti con squadre straniere. Per gli Youth sarà un anno impegnativo con i Campionati Mondiali Youth, ormai alle porte, programmati ad aprile in Bulgaria, in occasione dei quali sarà prevista una kermesse femminile solo per le categorie olimpiche, entrambi validi anche per la qualificazione ai Giochi Olimpici Giovanili previsti in Cina ad agosto. I guantoni rosa Elite avranno la possibilità di farsi strada in occasione dei Campionati del Mondo Femminili che si svolgeranno in Korea a novembre. In sintesi un calendario molto ricco che ci offrirà l’opportunità di scalare le vette del ranking europeo e mondiale. Sul fronte dell’attività nazionale cosa bisogna segnare in agenda? Confermiamo integralmente il calendario ricco e collaudato con alcune modifiche tecniche dirette a garantire a ‘tutti’ la partecipazione e insieme a ridurre i giorni di gara delle finali dei Campionati Italiani. L’innovazione più rilevante è l’adozione del così

iflettori puntati sul Pugilato Italiano: dopo il bilancio positivo del 2013 si riparte dalla voglia di essere nuovamente protagonisti sulla scena nazionale ed internazionale. Gli attori non cambiano ma il copione si arricchisce di nuove scene. Con lo sguardo rivolto a Rio 2016, la Federazione si veste di nuovo con l’AOB (AIBA Open Boxing) e prende le misure con l’APB (AIBA Pro Boxing). In casa iniziano i preparativi per le Celebrazioni del Centenario della FPI, previste a marzo 2016, e si potenziano le competizioni nazionali per aumentare le opportunità di cre-

“...dopo il bilancio positivo del 2013 si riparte dalla voglia di essere nuovamente protagonisti sulla scena internazionale...”

scita delle nuove generazioni di atleti. Con il pensiero rivolto anche al futuro del pugilato “Pro”, il Presidente Brasca punta alla promozione ed allo sviluppo del brand FPI, in ambiti diversificati e con nuove e più efficaci azioni sinergiche. Presidente qual è lo scenario 2014 previsto per il Pugilato Olimpico Azzurro? Per la preparazione delle Squadre Azzurre i nostri tecnici federali hanno già acceso i motori e dal mese di gennaio sono a lavoro presso il Centro Nazionale Federale di Assisi e la Scuola Sovrintendenti della Polizia di Stato di Spoleto che ospita la Nazionale Azzurra Femminile. I Campionati dell’Unione Europea, previsti a giugno, rappresentano l’appuntamento più significativo per la

detto ‘ius soli sportivo’ per gli atleti stranieri tesserati con le nostre società. Da quest’anno potranno partecipare anche ai Campionati Italiani di tutte le qualifiche: Schoolboy, Junior, Youth, Elite. Senza limiti per gli atleti nati in Italia, con un minimo di anzianità di tesseramento per gli atleti stranieri ‘solo’ residenti. Abbiamo adottato questa scelta perché il ring è per eccellenza un luogo di pari opportunità, dove non ci sono differenze tra gli uomini, e perché le nostre società sono di fatto, da anni, centri attivi e vitali di inclusione sociale: chi si allena quotidianamente con noi è giusto che non si veda escluso dalle nostre competizioni più importanti. La seconda innovazione è costituita dai due tornei nazionali a squadre regionali (maschile e femminile) che si

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svilupperanno in una serie molto significativa (circa 40) di manifestazioni di qualità con oltre 300 incontri complessivi. Il progetto maschile, ideato da Roberto Cammarelle e accolto con favore dai nostri Comitati Regionali, ricalca a grandi linee lo schema delle World Series of Boxing, con sfide regionali in andata e ritorno, e prevede la partecipazione di tutti i nostri migliori atleti, che avranno finalmente l’opportunità di esprimersi con più continuità ad alto livello. Il progetto femminile, che ricalca sostanzialmente quello maschile, è invece ‘figlio’ dell’esplosione di entusiasmo scaturito all’interno del settore femminile ed è promosso e sostenuto fondamentalmente dai maggiori tecnici dei guantoni rosa riunitisi in un apposito Comitato Organizzatore. Anche questa, invero, è una bellissima novità, una vera e propria spinta imprenditoriale dal basso, impensabile sino a qualche mese fa. Immancabile anche quest’anno la spinta propulsiva verso progetti ed iniziative socio-culturali correlati all’attività agonistica. Cosa bolle in pentola? Si, siamo impegnati su più fronti per la promozione del nostro sport e per renderlo fruibile anche a categorie di persone tradizionalmente escluse. Permangono condizioni difficili, anche in termini comparativi con altre nazioni europee, per garantire un adeguato livello di visibilità televisiva al nostro sport. Abbiamo comunque conquistato spazi televisivi importanti collaborando con RaiSport per la realizzazione di una docu-soap a sfondo sociale sulla boxe nelle carceri e con Rai Gulp per un programma divulgativo diretto ai ragazzi. Abbiamo attivato un rapporto collaborativo con il Comitato Paralimpico Italiano per un programma di attività pugilistica specificamente rivolta ai portatori di handicap. Stiamo lavorando con un’equipe qualificatissima di esperti

medici per l’utilizzo del nostro sport, in analogia a quanto già in atto in alcune realtà degli USA, come coadiuvante delle cure di prevenzione e riabilitazione dei malati di Parkinson. Continuano le nostre attività di vicinanza e di sostegno alle attività sociali di numerose associazioni, primi fra tutti i nostri Social Partner. Si parla molto del futuro del Pugilato ”Pro” e della Lega Pro Boxe ma in pochi hanno le idee chiare. In che modo verrà avviato il cambiamento a seguito delle direttive AIBA? Il settore professionistico è il più complesso e difficile ed è quello che più di tutti è colpito dalla crisi. Cominciamo da un dato positivo: dopo ripetuti tentativi di modificare l’ordinamento federale al fine di sottrarre l’attività pugilistica alla sfera di applicabilità della Legge 91/81, finalmente il Consiglio Nazionale del CONI, con propria delibera del 19/12/2013, ha accolto la richiesta della FPI di escludere il pugilato professionistico dai vincoli rigidi ed incongrui di tale normativa. La novità è importante perché si alleggeriscono notevolmente le rigidità delle normative e soprattutto si potrà usufruire di un regime fiscale molto più favorevole. La Federazione, prendendo atto della scelta AIBA di imporre a tutte le Federazioni olimpiche l’interruzione del loro ruolo di governo sul pugilato professionistico tradizionale, ha concretamente avviato con la Lega Pro Boxe un percorso condiviso per addivenire entro un triennio ad un nuovo assetto federale, analogo a quello già in essere nei principali paesi europei. L’obiettivo da perseguire è chiaro: sarà di competenza esclusiva della Federazione l’intero comparto del pugilato dilettantistico (AOB – AIBA Open Boxing) nonché i settori WSB e APB – AIBA Pro Boxing - previsti negli ordinamenti AIBA. Sarà invece di competenza della Lega Pro Boxe l’intero comparto del pugilato “Pro” tradizionale ivi compresi i rapporti con l’EBU e con le sigle mondiali che intenderà riconoscere, nonché la ridefinizione della propria mission volta alla riorganizzazione dell’intero comparto con il raggiungimento della piena autonomia al termine del 2016.

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ROUND VI - SFIDE EUROPEE

BOSCHIERO, EUROpeo amaro

verdetto casalingo per jacob con qualche dubbio e molti rimpianti, pronta la rivincita. DI GIULIANO ORLANDO PH SERGIO VOLLONO

C’ERA da aspettarselo e Salvatore Cherchi, il manager di Devis Boschiero, quando aveva letto i nomi dei giudici, uno spagnolo, un tedesco e un belga, nella giuria della sfida tra Boschiero che metteva in palio l’europeo superpiuma contro il francese Romain Jacob, imbattuto gioiello di Calais che tentava l’impresa, si era recato da Logist il Presidente dell’EBU che fungeva da supervisor, facendo presente l’infelice scelta, che avrebbe favorito lo sfidante. Il Presidente lo aveva tranquillizzato. I fatti hanno dimostrato il contrario, per fortuna la decisione dell’EBU ha messo in chiaro che il verdetto è stato di parte. I Jacob a Calais sono il riferimento pugilistico cittadino da oltre mezzo secolo. Il precursore è stato Jacques, 79 anni ad aprile, origini algerine, che mette famiglia a Calais nei primi anni ’30. Attivo dal ’59 al ’68. Tre dei quattro maschi continuano la saga pugilistica. Thierry, il padre dello sfidante di Boschiero, è il migliore. Campione del Mondo e d’Europa. Bruno ed Harve ad un livello inferiore.

è annullata dai pugni più pesanti di Devis che in alcune occasioni, la settima e la dodicesima in modo evidente, hanno messo in grande apprensione il clan francese, che addirittura si inventa lo stratagemma di non trovare il paradenti, per consentire un riposo ulteriore a Jacob. Che poi il pubblico urli solo per il fumo del ragazzo di casa e ignori l’arrosto di Boschiero, fa parte del copione. Quello che sconcerta è che il tedesco Brien (115-114) e il belga Verbeke (115-113), noto per la generosità per i pugili di casa, siano così condizionati dall’ambiente da assegnare la vittoria a Jacob. Uno schiaffo all’onestà e alla realtà espressa sul ring. Purtroppo è accaduto e l’EBU spesso condizionata e poco incline a decisioni esemplari, stavolta ha agito con tempestività, accogliendo il ricorso della OPI2000 che chiedeva una pronta rivincita in virtù di un verdetto che non rispecchiava la realtà del ring. Il supervisore Bob Logist, che è anche presidente dell’EBU, dopo una riunione con l’esecutivo ha deciso di dare a Boschiero la priorità su tutti come sfidante al vincitore tra il neo campione Romain

vorrei ritrovare presto Jacob per non perdere l’opportunità mondiale. aspetto gli eventi.

Poi arriva Stephane - figlio di Jacky, quello che ha fatto solo il tecnico - un welter arrivato al titolo UE, l’ultimo testimone prima che spuntasse Romain. Passato professionista a 20 anni, nel 2008, condotto sotto l’ala paterna all’ombra della sua città. Arriva all’europeo superpiuma dopo 20 incontri tutti vinti anche se l’unico nome di qualità è il connazionale Chakim. L’offerta dei Jacob è stuzzicante: 60.000 euro non sono bruscolini, anche se devi scarnificarli tra tasse e percentuali. Neppure a Tokyo aveva preso tanto. Che poi fosse una trappola, Devis Boschiero, lo ha capito a fine match. Alleggerito del ti-

tolo con un verdetto di 2-1, che grida vendetta sul piano etico, ma conferma che l’EBU è condizionata da sempre, dando spazio e vantaggi a chi organizza. Succede anche in Italia, purtroppo. Nella cittadina dell’estremo Nord della Francia, dove è stato allestito dai Jacob l’evento, l’atmosfera è da corrida. Il campione non è certo condizionato e parte forte, mantenendo il ritmo alto per la maggior parte delle riprese. Jacob è generoso e anche valido, ma nel riscontro dei colpi messi a segno, la differenza è tutta per l’italiano. Lo sfidante muove molto le braccia, in particolare il sinistro, ma tanta attività

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Jacob e il belga Ermanno Fegatilli sfidante ufficiale. Orientativamente a fine autunno Boschiero riavrà la giusta opportunità cont i n e n t a l e . Salvatore Cherchi prende atto con soddisfazione della decisione: “Bob Logist si è reso conto che non era più tollerabile questo andazzo. Finalmente ha preso il coraggio di cambiare e non lasciar correre per non scontentare gli organizzatori. Nel caso specifico sarebbe stato un errore madornale, perché un campione come Baschiero non è solo un valore italiano, ma mondiale e quindi a tutto vantaggio dell’EBU. Ci fossero stati giudici di scuola inglese, sarebbe cambiato


tutto. L’avete vista la faccia di Jacob dopo il match, una maschera impressionante. Dopo una fatica simile deve stare a riposo almeno sei mesi e mi auguro che non ripeta certi rischi. Ha preso pugni pesanti e averli incassati non significa che sia un bene. Nella settima ripresa, all’angolo del francese pensavano di fermarlo. Nel dodicesimo round è caduto tre volte, sfinito. Certo ha mosso molto le braccia, ma colpi precisi ne ha messi pochi. Ho inviato all’EBU la richiesta di una immediata rivincita e spero che le sigle mondiali tengano conto dell’esito vero del confronto, suffragando il quanto dalla decisione europea. Il WBC mi ha dato già questa assicurazione. A giugno ci saranno le elezioni EBU, mi auguro ci sia un passo avanti, diversamente rischia di essere un contenitore vuoto”. Devis Boschiero temeva la beffa, ma ci ha provato, stuzzicato da una buona borsa, la più alta della carriera. E’ andata male, considerato che in effetti l’incontro lo aveva vinto, per cui la beffa brucia e amareggia. Per consolarsi ha trascorso il fine settimana a Parigi. “Uno fa sacrifici incredibili, si allena come un pazzo e disputa un match, dove tutti ti dicono che sei stato il migliore, ma ti ritrovi senza il titolo che era il mio capitale. Cosa debbo pensare di quello che ruota attorno al pugilato? So che i Cherchi lavoreranno per non farmi perdere l’opportunità mondiale o ritrovare presto Jacob. Sulla rivincita, dopo la decisione dell’EBU, penso che ritroverò Fegatilli, visto lo stato in cui Jacob ha finito l’incontro. Aspetto gli eventi. Purtroppo sono stato scippato per la seconda volta dopo Tokyo e quello più grave è che il tempo passa e io non sono più un ragazzino”. Gino Freo, il maestro-papà, è talmente arrabbiato che non vorrebbe parlare per evitare polemiche. Si limita a dire: “Che sia stato un furto non c’è dubbio. Una volta, per togliere il titolo ci volevano almeno due punti. Nel conteggio totale il francese ha vinto di uno. Peccato che la regola non vale più.

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ROUND VII - ITALIA BOXING TEAM

giovani, donne e.. 2014

DI TOMMASO GREGORIO CAVALLARO PH ARCHIVIO FPI

I

una stagione tutta da vivere tra olimpiadi giovani e mondiali femminili

compagini giovanili. La squadra Youth Maschile, ad esempio, sarà chiamata in Aprile (10-25) a partecipare in quel di Sofia (Bulgaria) agli AIBA Youth World Boxing Championships, a volare ad Agosto (23-28) nella ridente città cinese di Nanchino per gli Youth Olympic Games, e a prendere parte ad Ottobre (Data e Luogo da stabilire) all’EUBC European Youth Boxing Championships. Olimpiade giovanile che potrebbe veder la partecipazione anche di nostre atlete, nel caso in cui una di loro dovesse passare le qualificazioni per l’agone olimpico che avranno luogo contestualmente alla disputa dell’incipiente edizione bulgara dei mondiali Youth. Questo 2014 sarà caratterizzato, inoltre, da altri tre Cam-

“Non posso che essere contento di come si sono comportati i ragazzi in questo primo torneo del 2014. Ci tenevamo a fare bene e così è stato.”

L 2014 si preannuncia un anno molto impegnativo per le Nazionali Italiane di pugilato, soprattutto per quel che riguarda il versante femminile e giovanile. La Nazionale Elite, a parte vari Tornei e competizioni di routine, dovrà affrontare una solo kermesse di un certo spessore: l’EUBC EU Boxing Championships in programma nel prossimo luglio. Viceversa questi 365 giorni saranno monopolizzati dalle Azzurre e gli Azzurrini. Le prime avranno i loro main event nei prossimi European Boxing Championships, che si svolgeranno tra fine maggio e inizio giugno a Bucarest, e negli AIBA Women Boxing Championships, in calendario ad ottobre con sede ancora da definire. Ancor più corposa l’agenda degli appuntamenti agonistici delle nostre

pionati Europei: EUBC European Women Youth-Junior Boxing Championships (giugno); EUBC European Schoolboys Boxing Championships (Agosto); EUBC European Junior Boxing Championships (Settembre). Per prepararsi al meglio, quindi, a questa serie di suggestive e impegnative sfide, i due Responsabili Tecnici dell’Italia Boxing Raffaele Bergamasco Nazionali Maschili e Emanuele Renzini Nazionali femminili - hanno programmato raduni e partecipazioni a tornei fin dall’alba del 2014. Sono state, però , le Azzurre a confrontarsi per prime a livello internazionale. Tra l’8 e l’11 gennaio una mista Elite-Youth-Junior ha preso parte alla 3 edizione della Nations Cup, storico happening che si celebra ogni inizio gennaio a Vrbas in Serbia. Positivo

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il bilancio finale delle nostre boxer alla conclusione del contest serbo. Le Azzure, infatti, hanno riportato in patria un argento (Francesca Ceo Youth 51 Kg) e due Bronzi (Valentina Alberti Elite 69 Kg e Monica Floridia Youth 64 Kg). Dopo di loro sono entrati in scena i Pugili della Nazionale Elite Maschile, chiamati in causa nella 58° Edizione del Istvan Bocskai Memorial, rinomato torneo pugilistico internazionale che ogni anno si tiene nella città magiara di Debrecen. Gli Azzurri, che da inizio gennaio hanno ricominciato con i Training Camp in quel del Centro Nazionale di Pugilato di Santa Maria degli Angeli Assisi (PG), non hanno deluso le attese, visto che sono riusciti a conquistare un oro (Fabio Turchi nei 91 Kg), un argento (Manuel Fabrizio Cappai 49-52 Kg) e un Bronzo (Alfonso di Russo 69 Kg). Un risultato

che ha pienamente soddisfatto il Responsabile Tecnico delle Nazionali Maschili di Pugilato, Raffaele Bergamasco: “Non posso che essere contento di come si sono comportati i ragazzi in questo primo torneo del 2014. Ci tenevamo a fare bene e così è stato. La cosa che mi conforta di più, è il fatto che, a dispetto di una pesante preparazione fisica a cui li stiamo sottoponendo, hanno mostrato velocità e brillantezza sul ring.”

Raffaele Bergamasco in allenamento e la Nazionale Azzurra impegnata al Torneo Internazionale di Debrecen; Il II posto di Cappai, la vittoria di Turchi ed una foto di gruppo.

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ROUND VII - WSB

Italia Thunder, sorpasso e primato WO R L D

SERIES

“Lo splendido e incredibile sorpasso dei ragazzi guidati da Francesco Damiani ha un significato che oltre il trionfale 5-0, oltre ogni più rosea previsione”.

DI GIULIANO ORLANDO PH WSB E fabio bozzani

GRAZIE a Clemente Russo, l’Italia conquista i tre punti per restare in vetta alla Girone A e quindi disputare i quarti a Campione d’Italia a fine aprile o ai primi di marzo. E’ andata bene a Maddaloni, ma gli USA hanno tentato l’impossibile per espugnare il ring esterno. Hanno vinto nei gallo e nei superleggeri, grazie a Fulton e Adams, battendo Crudetti e Stankovic, per fortuna il piccolo Barriga nei 49 kg. ha com-

carnet onusto di podi e titoli mondiali ed europei, ha domato il battagliero Usenaliyev, kirghiso tosto, velocissimo di braccia, ma non tanto quanto il rivale, che a gioco lungo ha assunto il ruolo di dominatore. Per il leggero Conceicao si presentava il campione europeo in carica, il focoso Ishenko che se solo sapesse sfruttare con raziocinio il vigore atletico, avrebbe ben pochi rivali. Purtroppo per lui, la cecità agonistica riduce di molto la forza musco-

Rivisto il campioncino che stupisce ed entusiasma. Col passare dei round, la superiorità del ragazzo di Marcianise è venuta fuori come una luce che aumenta il voltaggio ad ogni giro di interruttore. Sul finire vedevi le finezze tecniche di Vincenzo e la delusione di un rivale che ha finito trovando il vuoto. Con l’aggiunta che il successo d Mangiacapre era il centesimo dei Thunder Italia. Sulla carta era la sfida più equilibrata. Parliamo di Ben-

piuto un capolavoro tattico contro Bin cinese di qualità, il romeno Juratoni ha domato l’ottimo Delgado, infine Russo ha dato il terzo successo dominando il giovane Temple. Manca l’impegno dell’8 marzo, ospiti dei falchi d’Algeria, fattibile. La svolta vincente dei Thunder Italia è stata l’impresa sul ring di Gela nei confronti degli Otamans ucraini, che avevano comandato il girone A dalla prima giornata. Lo splendido e incredibile sorpasso dei ragazzi guidati da Francesco Damiani ha un significato che va oltre il trionfale 5-0. Il mosca Selby, folletto gallese dal

lare. Così è stato contro il vice campione del mondo, in difficoltà solo nel round iniziale, assorbendo un paio di randellate pesanti. Fatto tesoro dell’esperienza, il brasiliano non ha più dato bersaglio e per l’ucraino è stato un vano inseguimento, dove quasi sempre aveva la peggio. Conceicao, pur rigido nei movimenti, ha grande scelta di tempo e sfrutta al meglio le lunghe leve. Mangiacapre ritrova il welter Lazarev, già superato ai mondiali in Kazakistan con un 2-1, che poteva lasciare qualche dubbio. Cancellati nella riprova, con una prestazione di grande carattere.

chabla e Ganzulia due mediomassimi di valore, per la prima volta di fronte. L’algerino, 27 primavere, ha esperienza da vendere tra mondiali e Giochi, veterano alle WSB, con 14 successi e quattro sconfitte, mentre il più giovane ucraino classe ’92, campione nazionale 2012, assente nel 2013, arriva al confronto con due successi all’attivo. Ad Almaty pur sconfitto, destava ottima impressione contro De La Cruz, doppio campione del mondo. L’avvio di Ganzulia era semplicemente strepitoso. Per tre minuti toglieva tempo e spazio all’africano, colpendo sopra e sotto con pre-

“Un 5-0 pulito e meritato, nessun verdetto casalingo, ma una squadra che è salita sul ring col pugnale tra i denti.”

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cisione chirurgica. Tre minuti a senso unico o quasi. Benchabla, faccia impassibile, assorbiva ma non mollava. Nel secondo tempo, Ganzulia che aveva speso tutto, pagava il conto, che col passare dei round, diventava salatissimo. Aver finito in piedi è stato un merito per l’ucraino, in balia del rivale per quattro tempi. Acquisito il 4-0, il sorpasso era cosa fatta. Il romeno Nistor,23 anni, migliora ad ogni incontro. Lo ha dimostrato pure contro Plevako dal fisico compatto, ma inesistente contro in rivale che lo ha centrato fin dai primi scambi. Nistor entrava e usciva come voleva, si permetteva spostamenti laterali e sinistri pesanti a ripetizione. Plevako denotava una resistenza incredibile. Alla fine del secondo tempo l’ucraino si feriva all’occhio sinistro vicino alla palpebra e al terzo round il medico dava lo stop. Evitando che il conto al passivo diventasse molto pesante per l’ospite. Un 5-0 pulito e meritato, nessun verdetto casalingo, ma una squadra che è salita sul ring col pugnale tra i denti. E ha fatto en-

capre, contro un motivatissimo e furbo Cissokho, campione francese, titolare agli europei di Minsk e ai mondiali di Almaty, che ha messo il match sullo spigoloso e la giuria lo ha ingiustamente premiato. Vincenzo ha boxato meglio, ma da tempo ha dimenticato quella determinazione di qualche anno addietro. Il debuttante Gallo ha mostrato generosità contro un Correa che mostrava oltre al carattere più precisione e velocità. Vincono Conceicao nei leggeri di fronte allo scorretto Mays, l’algerino Benchabla senza neppure sudare contro l’immaturo brasiliano De Souza, mentre Nistor ha la vittoria in tasca per wo, non essendosi presentato Paul Koon. Lo sostituisce a risultato acquisito, Edwin

Torres in Sardegna nel sassarese. Nella prima di ritorno, Damiani mette sul ring tre debuttanti: i professionisti italiani Crudetti nei gallo e De Donato nei superleggeri oltre al filippino Barriga nei 49 kg. Nessuno dei tre ha rivali comodi. Il più ostico è il galletto Melian, che ha esperienza da vendere, titolare ai mondiali di Almaty, ha boxe essenziale molto concreta. Troppo veloce per l’italiano che contiene i danni, ma è lontano dal poter vincere. Barriga offre uno show per cinque round. Trottolino imprendibile sembra che colpisca con radiocomando, mentre Blanc, costruito molto bene, non cava un ragno dal buco. Più difficile il compito di De Donato contro il quotato Aquino, professionista a sua volta, atleticamente più possente col tritolo nei guantoni. Il capolavoro del mancino milanese lo ha costruito con grande intelligenza tattica, evitando il fuoco a vicino e muovendosi in continuazione, riuscendo a colpire di rimessa. Successo oltre il pronostico e un bravo all’italiano. Le altre due vittorie per merito del medio Tavares, grande

tusiasmare il pubblico in sala e quello che ha seguito su Fox Sport 2, con le voci di Mario Giambuzzi e Patrizio Oliva, l’evento. Operazione sorpasso compiuta. Il primo passo dopo la scoppola a Brovary in Ucraina, il 13 dicembre 2013, quando l’Ucraina ci rifilò quattro pappine contro un solo successo, il team italiano si è rimboccato le maniche, iniziando un recupero incoraggiante verso la vetta del Girone A. La prima tappa è targata Miami in Florida, una vittoria non facile, perché segna anche la sconfitta imprevista di Mangia-

Alvarez che dure tre round, prima della resa. La Germania rifila un pesante 5-0 all’Argentina e l’Ucraina ottiene un tranquillo 4-1 in Algeria. Nel girone B, i kazahi di Astana espugnano Wyszkow in Polonia 4-1), stessa impresa dei Domadores di Cuba, contro il forte team dell’Azerbajan, che cede 3-2 a Quba. A Mosca una Russia all’altezza, non lascia scampo al Messico, vincendo i cinque confronti. Dal sole della Florida, si passa all’aria più frizzante, ugualmente gradevole di Porto

talento, a corrente alternata. L’Argentino Ozan ha mani pesanti e il mancino francese deve stringere i denti al secondo round, per evitare il disastro. Piano, piano recupera e alla fine domina. Il magiaro Szello non corre rischi contro lo svedese Richards, dominato in lungo e largo. Un 4-1 importante per mantenere la speranza del sorpasso. Pur vincendo, l’Ucraina deve lasciare due successi agli USA nella solita Miami, ormai sede fissa nelle WSB. Un po’ a sorpresa l’Algeria stoppa la Germania con un secco 4-1. Vincono i quotati Flissi, argento mon-

“difficile il compito di De Donato contro il quotato Aquino, pro a sua volta, atleticamente più possente col tritolo nei guantoni.”

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ROUND VIII - WSB

diale nei mosca, il superleggero Chadi, il medio Abbadi e il massimo Bouloudinat, mentre gli ospiti si impongono solo con El Hag (56), campione tedesco, originario dell’Arabia Saudita. Nel girone B, la sfida tra Azerbajan e Kazakistan, sorride ai primi per 4-1, Cuba stende il Messico all’Havana e la Polonia incassa l’ennesima sconfitta in casa contro la Russia 3-2. Il primo febbraio l’Italia Thunder gioca ancora in casa. Ad ospitare l’evento è Bergamo, che nell’occasione vede il ritorno sul ring del suo concittadino Luca Messi, che non combatteva in casa dal 2006. Messi è rientrato battendo il piemontese Kristian Camino in sei tempi. Sul futuro vedrà tra qualche altro incontro. Nella sfida con i falchi del Nord Africa, l’Italia davanti al tutto esaurito sugli spalti, nonostante la serata da nubifragio, ottiene il primo 5-0 dell’edizione in corso. Picardi domina l’altissimo Khentache,1.77 ben 13 cm. sull’italiano. Handicap annullato con la velocità e la scelta di tempo nel colpire e mettersi al sicuro arretrando col passo laterale. Ma Khentache ha voluto lasciare il

del Mediterraneo nei 56 kg. è da prendere con le molle, ha bella scelta di tempo e gioco di gambe, il limite attuale è che non affonda i colpi. Valentino lo ha sempre anticipato, colpendo con precisione e uscendo fuori dalla reazione dell’algerino. Nei welter è stato un testa a testa tra Tabi e il nostro Pintaudi. Battaglia che alla fine ha visto il nostro mettere più colpi a bersaglio, ma onore anche all’ospite che ha tentato in tutti i modi di capovolgere l’esito del confronto. Rientro positivo del tulipano Mullenberg nei mediomassimi per quanto riguarda il risultato, molto meno sul piano del rendimento. Battere Kaalaour non era impresa difficile, ma qualche volta Mullenberg ci è quasi riuscito. Frontale e rigido, monote-

segno ugualmente. Lo ha impresso sulla spalla sinistra di Vincenzo con una morsicata degna del miglior Tyson. Gesto che gli è costato la sospensione a tempo indeterminato dalle WSB. Mentre l’arbitro greco Bougioukas, riflessi da brachicardico, comminava solo un richiamo, ignorando che tale gesto comporta la squalifica. Il confronto col maggior tasso tecnico è stato come previsto quello tra i leggeri Valentino e Benbaziz, vinto nettamente dall’italiano che sta tornando al meglio delle condizione e ci voleva. Il vincitore degli ultimi Giochi

matico e incapace di muovere il tronco, ha subito pugni inutili. Il gigantone inglese Joyce, dopo aver lasciato sfogare il campione nazionale algerino Touahar, impresentabile sul piano atletico, con una decina di kg. di adipe flaccido, ma dotato di braccia veloci e precise, ha aumentato i giri del motore e dopo un secondo round a senso unico, dopo 40” del terzo l’arbitro ha detto stop. Joyce ha un fisico impressionante, ma tecnicamente è ancora uno scolaretto. I suoi mentori cercano di farlo crescere e lentamente migliora. Il fatto è che ha già 27 anni

e se aspetta ancora entra in zona pensione. La successiva trasferta in Germania, a Francoforte, conclusa con una preziosissima vittoria grazie alle prove maiuscole di di Barriga (49), del francese Djelkhir e in particolare dell’ungherese Szello, che ha battuto il campione tedesco Witt e la concomitante sconfitta dell’Ucraina a Buenos Aires (3-2) rimettono i gioco la vetta della classifica. L’ostacolo tedesco non era da sottovalutare, come infatti è stato. Il romeno Juratoni atteso con interesse e Stankovic hanno deluso e non poco, Battuti nettamente dal modesto Radovic (759 e da Sopa (64). Per quanto riguarda l’Ucraina a Buenos Aires, i trionfatori della storica vittoria, sono tre pugili che si erano esibiti a Porto Torres. Blanc (49), battuto da Barriga, di Melian (56) vincitore su Crudetti e del superleggero Aquino, professionista imbattuto (15), che De Donato superò con intelligenza tattica. Blanc ha superato Kudriakov, Melian dominava Avagyan, un armeno bronzo agli europei di Minsk e titolare ai mondiali di Almaty, dove aveva

“Valentino sta tornando al meglio della condizione, ha sempre anticipato, colpendo con precisione e uscendo fuori dalla reazione dell’algerino.”

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battuto Parrinello. Aquino ha battuto il lituano Petrauskas, terzo a Londra. A quel punto il distacco dall’Ucraina, che si aggiudicava il recupero con la Germania si riduceva a due punti. Per questo il confronto diretto sul ring di Gela diventava determinante per assegnare il primato del girone. Come infatti è stato e come abbiamo raccontato in apertura del servizio.

Tutti i risultati sul sito: www.worldseriesboxing.com


ad “Alberto Mura” Il Palazzetto dello Sport Comunale di porto torres Alla cerimonia di intitolazione, che si è svolta il 18 gennaio u.s. a Porto Torres, ha partecipato anche la Dolce & Gabbana Italia Thunder. Il “Palazzetto delle città unite” oggi, per volontà dell’amministrazione comunale, porta il nome di un grande organizzatore e manager di pugilato, Alberto Mura, scomparso nel 2012. Fondatore del Boxing Club “Mario Solinas”, Mura ha dato lustro alla sua città ed al Pugilato Italiano allestendo manifestazioni di grande risonanza a livello nazionale e internazionale. A ricordarlo con grande commozione è stato il Prof. Massimo Scioti, Consigliere Federale e Coordinatore del Settore Tecnici Sportivi FPI... Io mi ricordo… è una frase che tutti possiamo raccontare e nutrire di tanti episodi il cui protagonista si chiama Alberto Mura. E’ stato generoso con chiunque l’abbia frequentato. Perché? Sicuramente la sua generosità lo aiutava a diventare se stesso. Essere se stessi è difficile, non è detto che ci si riesca anche quando lo si voglia, figuriamoci se si accetta un’esistenza non libera e non autentica. Oppure si diventa servi di qualche potente o prezzolati al servizio di un gruppo di politici al potere. Grazie alla nostra memoria, grande prerogativa che ci appartiene e nessuno è in grado di sopprimerci, Alberto lo rendiamo presente. Alberto ha voluto bene a tante persone: familiari, colleghi di lavoro, popolo del pugilato, umanità. Si metteva al servizio di “belle idee”, realizzava iniziative sociali e sportive per la costruzione vera del “bene comune”. Alberto ha scelto di vivere felice con e per gli altri. Con le sue molteplici capacità di fronte al bivio dell’essere felice ricercando il pia-

cere personale che avrebbe facilmente ottenuto, si è posto l’obiettivo dell’altruismo. E’ stato un esempio permanente di “altruità”. Ha impersonificato quel ponte che ci unisce agli altri, che ci consente di muoversi verso la comunità. Intitolare il Palazzetto dello Sport di Porto Torres ad Alberto Mura significa unire energie positive: riempire una struttura sportiva, sociale, culturale di contenuti di qualità; di salvaguardare il benessere di chi vi acceda; di far esprimere le potenzialità dei giovani facendoli innamorare dello sport; di estendere il concetto di “allenabilità” a tutte le fasce di età. Questa prospettiva rende felice Alberto perché prima che nostra è stata sua. Al mio amico Alberto voglio dedicare un ricordo e un pensiero romantico. Tempo fa gli comunicavo, tramite SMS, che stavo navigando a vela di notte e che indossavo per difendermi dall’umido e dalla brezza la tuta della sua società pugilistica. Noi ci leghiamo a quegli oggetti se rinviano alla persona che ce li ha donati. E’ piacevole ricevere e dare affetto: essere portatori di un legame stretto. Navigando con la barra del timone in mano mi venivano in mente quei pescatori che ci avevano scolpito la mano della loro amata e tutte le volte che la impugnano evocano una cara stretta di mano. Propongo questa stretta corale rivolta al nostro caro Alberto. Roma 11 gennaio 2014

Massimo Scioti, Consigliere Federale e Coordinatore del Settore Tecnici Sportivi FPI"

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Valentino, Tavares e Barriga in azione


ROUND IX - VINCENZO “MURZY” MANGIACAPRE

C

esuberante di natura VI N C E N Z O

M A N G I ACA PR E

DI ADRIANO CISTERNINO PH Enrico datti

hiariamolo subito: nessuna intenzione di “rubare” a Vincenzino Picardi, amico e collega del Club Italia, l'appellativo di “faccia di bronzo”. Perchè a sentir lui, quei bronzi (europeo, mondiale ed olimpico) fin qui raccolti nei 64 chili, sono soltanto l'antipasto di una carriera ancora tutta da percorrere. Classe '89, na-

ring come nella vita, a 25 anni (compiuti in gennaio) vanta un palmares già invidiabile. Ma c'è chi sostiene che, con maggiore concentrazione e sacrificio, avrebbe potuto e potrebbe fare di più. Insomma, angelo o diavolo? Vero fenomeno o uno scombinato ingovernabile? E' l'eterno dilemma, dottor Jekyll o mister Hyde, in versione pugilistica. Una cosa appare sicura: c'è chi lo

cetto sembra averlo recepito ormai abbastanza chiaramente: “Se ho fatto qualche stupidaggine in passato - sottolinea - è stato solo per esuberanza giovanile. Ma poi ho capito che la strada giusta era un'altra. Come dice il grande Mohammed Alì, non è sbagliato cadere, è sbagliato rimanere a terra”. L'altalena fra i 64 ed i 69 chili, per esempio: ecco un altro “leitmotiv” delle polemiche che gli ronzano in-

“...vero fenomeno o uno scombinato ingovernabile? E' l'eterno dilemma, dottor Jekyll o mister Hyde, in versione pugilistica...”

tivo di Marcianise, che ormai è una specie di marchio doc nella boxe, Vincenzo Mangiacapre ha tutt'altre idee per la testa: “Stia tranquillo il mio amico Picardi - scherza, ma non troppo - non intendo commettere un... furto d'immagine, la sua “faccia di bronzo” nessuno gliela tocca. Il mio è stato finora solo il primo giro a certi livelli. Ripasserò, vedrete, farò un nuovo giro per le stesse piste e cambierà il colore delle medaglie”. Estroso, discusso, imprevedibile, sul

osanna e chi lo critica, chi lo ama, chi lo discute e chi non gli perdona ancora certe scelte passate. Ma nessuno osa mettere in discussione il suo talento che ne ha fatto una sorta di potenziale “golden-boy” della boxe italiana. Si sa, talento e disciplina, fantasia e sacrificio non sempre sono conciliabili facilmente. Così come è ormai acclarato che il talento, da solo, oggi non basta più per ottenere risultati importanti, ma va coltivato con serietà ed impegno. E lui questo con-

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torno da qualche tempo: “Purtroppo - confida - il mio peso ideale sarebbe sui 67. Ma questa categoria non c'è più. E allora sono anche disposto a fare dei sacrifici per scendere nei 64, ma li faccio in funzione di un obiettivo importante. E li farò, giuro, a partire dal prossimo ottobre, per le qualificazioni olimpiche e poi per le olimpiadi. Ce la farò, vedrete. Ma non posso stare eternamente sotto stress”. Concorda con questa prospettiva anche il cittì Lello Bergamasco che


spiega: “Vincenzo nei 64 chili è un fuoriclasse. Nei 69 è pure bravo, tanto vero che agli ultimi mondiali ha fatto tre incontri. Di lui si dicono tante cose, ma sono chiacchiere. La realtà è che è serio e si allena bene, l'inverso di ciò che si dice. Capisco che non si possono fare grossi sacrifici per sempre. Ma se vuole il podio nelle grosse manifestazioni internazionali deve rientrare nei 64 chili”. Sostanzialmente della stessa opinione è anche il maestro Brillantino, della “Excelsior”, la palestra dove Mangiacapre è cresciuto vincendo svariati titoli giovanili: “Nei 69 chili lui entra in un mondo che non gli appartiene, perchè la sua struttura fisica è da superleggero. Da welter trova avversari molto più grossi di lui, gente che magari poi sale sul ring anche a 75 chili. Purtroppo, dopo le olimpiadi di Londra, per fruire delle Wsb, si è adagiato su quel peso ed ora fa fatica a rientrare”. Con Mimmo Brillantino, antico “guru” di quella rinomata fabbrica di campioni che è l'Excelsior, il ragazzo ha rotto i rapporti da tempo. Fra i motivi di contrasto, anche un'accusa di “alto tradimento”, per aver lasciato la divisa dell'Esercito dov'era stato accolto con il “red carpet”, per passare alle Fiamme Azzurre: “Ho il massimo rispetto per il maestro Brillantino chiarisce - che mi ha insegnato tante cose. Ma voglio anche precisare che quando sono arrivato in palestra lui era impegnato con la nazionale ed i primi passi li ho mossi sotto la guida di Peppe Foglia e Angelo Musone, e poi con il maestro Santoliquido. Quanto al passaggio nelle Fiamme Azzurre, mi hanno offerto una sistemazione definitiva, mentre nell'Esercito ero ancora un precario. Il certo per l'incerto, insomma. Sfido chiunque, con i tempi che corrono, a fare una scelta diversa dalla mia. Qui ho

trovato un comandante, Marcello Tolu, che crede in me. E non lo deluderò”. Considerato unanimemente il capofila di una nuova generazione del ring, quella successiva ai Cammarelle, Russo, ecc., c'è chi sostiene che uno col suo talento e con la sua personalità avrebbe potuto dare una svolta alla boxe italiana passando al professionismo dopo Londra 2012: “Grazie per la stima - obietta - ma se non ho preso in considerazione questa possibilità è perchè nessuno è venuto da me con una proposta concreta. Tuttavia io non escludo il professionismo dal mio futuro, magari dopo Rio. Però non in Italia dove l'attività langue. Magari in America, ecco il mio sogno: diventare qualcuno là, e poi venire in Italia per dare una scossa a tutto l'ambiente”. Tutto già programmato, insomma, a medio e lungo termine. D'altra parte, ormai è ufficiale, l'ha stabilito l'Aiba: la vita pugilistica dura almeno fino a quarant'anni.

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X ROUND - GONG SI GIRA

B

ILGRANDE

DI LUCA SVIZZERETTO PH EMANUELE DI FELICIANTONIO

oxe e cinema sono da sempre un mix di successo. Film che hanno fatto la storia ed anche incetta di premi. Tra questi senza dubbio tutti hanno visto almeno una volta ‘Toro Scatenato’ e ‘Rocky’, Robert De Niro e Sylvester Stallone. Eroi per più di una generazione di bambini ed adulti che hanno affollato le sale per vedere le loro pellicole e per esaltarsi davanti alle loro avventure, drammatiche, coinvolgenti, indimenticabili. Così ecco l’idea di regalarci ancora una volta i loro due personaggi più amati, con tanto di guantoni, nonostante l’età. Ma si sa che i veri uomini non cedono mai al tempo e trovano la forza nel loro spirito e nel saper giocare sull’autoironia. Il Grande Match è uno scontro tra leggende. Con tanta ironia Stallone e De Niro giocano sulle loro personalità, confidando nel loro passato e sull’essere grandi star hollywoodiane. Mossa azzeccata quella di utilizzare parte del materiale pubblicitario d’epoca dei loro due film storici e di rendere omaggio alle sequenze più co-

MATCH ROC KY V S

T ORO

S C AT E N AT O

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nosciute (Rocky nel mattatoio ad esempio). Bob e Sly da veri professionisti danno ai rispettivi ruoli tutto il possibile, lasciando a grandi caratteristi del cinema stelle e strisce, come Kevin Hart e Alan Arkin, il lato più comico della sceneggiatura. ‘Grudge Match’ (titolo originale) non delude le aspettative dei fans del cinema di genere e del pugilato, un’idea nata come ‘entertainment’ fine a se stesso della durata di due ore, con la sceneggiatura di Tim Kelleher e Rodney Rothman che punta principalmente al conflitto personale tra i due protagonisti andando oltre la rivalità sul ring e scavando il più possibile nella loro psicologia. L’incontro di boxe si concretizza negli ultimi minuti e la narrazione generale è incentrata principalmente sugli allenamenti e sugli scontri verbali tra le parti, insomma nel più tipico ‘Rocky style’. Grazie alle gustose interpretazioni, non scordiamo Kim Basinger, sempre affascinante e carismatica, il risultato è una pellicola scorrevole e assolutamente interessante.


La storia è tanto semplice quanto perfetta per chiunque ama sognare davanti al ‘grande schermo’ e magari con lo sport del cuore. Henry “Razor” Sharp (Sylvester Stallone) e Billy “Kid” McDonnen (Robert De Niro) sono due tra i pugili più celebrati degli anni ottanta. Una vittoria ciascuno negli scontri diretti, grande spirito competitivo e all’improvviso, al momento di andare sul ring per la sfida decisiva ecco il ritiro di Razor, che fa saltare tutto. Trenta anni dopo The Kid è rimasto col desiderio di rivincita, Razor ha voluto dimenticare un passato che forse brucia più del previsto. La simulazione per un imminente videogioco porta i due a ritrovarsi faccia a faccia nella stessa stanza e riaccende l’eterna rivalità. Grazie ai social media, che rimandano il battibecco finito a cazzotti durante la simulazione, cresce l’interesse del pubblico e con esso gli interessi economici. Il lauto compenso e l’insistenza del promoter Dante Slate Jr (Kevin Hart) convince i due a riprendere i guantoni per determinare una volta per tutte chi sia il più forte.

Alla prima del film, oltre a Silvester Stallone e Robert De Niro, erano presenti anche i nostri campioni. Quì a destra: Nino Benvenuti con i l “doppiatore nazionale” Giancarlo Giannini; sotto ancora Benvenuti in posa con Roberto Cammarelle e Patrizio Oliva.

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ROUND XI - INTERVISTA A FRANCO FALCINELLI

D

I GUANTONI SULL’EUROPA FRANCO

FA L C I N E L L I

DI TOMMASO GREGORIO CAVALLARO PH ARCHIVIO FPI

opo aver avuto in mano le redini del Pugilato italiano, condotto con abile Maestria prima in qualità di tecnico della Nazionale e poi come Presidente Federale per oltre un trentennio, Franco Falcinelli siede da un anno sullo scranno più importante della Boxe del Vecchio Continente. Dal dicembre 2012 è, oltre che Vice Presidente AIBA, il Massimo dirigente dell’European Boxing Confederation (EUBC). Un prestigioso incarico per il Presidente Onorario della FPI che può vantare nella sua personale bacheca ben 14 medaglie olimpiche, 7 vinte da Responsabile Tecnico degli Azzurri e 7 da Presidente Federale. Tempo quindi di bi-

Il Vecchio Continente è stata la culla della Noble art. Qual è ad oggi lo stato di salute del Pugilato in Europa? L’Europa rimane il Continente guida di tutto il movimento pugilistico mondiale. Qualitativamente il Vecchio Continente coglie in tutti i grandi eventi mondiali, Campionati ed Olimpiadi, le affermazioni più lusinghiere e numericamente ottiene sempre risultati che superano il 50% del totale. Nell’ultimo Campionato del Mondo abbiamo registrato una lieve flessione dovuta alla straordinaria prestazione del Kazakistan che ha ospitato la manifestazione ad Almaty. Il 2013 ha visto svolgersi importantissimi Tornei sia a livello continentale che mondiale. Alla luce dei risultati ottenuti, so-

“L’Europa rimane il Continente guida di tutto il movimento pugilistico mondiale. Qualitativamente il Vecchio Continente coglie in tutti i grandi eventi mondiali, Campionati ed Olimpiadi”.

lanci alla fine di un’annata che ha visto svolgersi importantissimi eventi sia agonistici che istituzionali, ma che ha soprattutto segnato l’alba di una nuova era per il Pugilato. Ormai è da un anno che ricopre la carica di massimo dirigente del movimento pugilistico europeo. Che bilancio può fare di questi primi 365 giorni da Presidente EUBC? E’ stato un anno molto intenso sia dal punto di vista organizzativo che istituzionale. L’Europa organizza più del 50% di tutti gli eventi internazionali. Ben 4 Campionati Continentali ed un Campionato dell’UE. Dal punto di vista istituzionale tutte le Federazioni europee hanno adeguato i loro statuti e regolamenti a quelli dell’AIBA. Ed ora vi è una coerente e omogenea organizzazione del pugilato europeo.

prattutto per quel che riguarda le competizioni iridate, le compagini nazionali europee hanno dimostrato di essere all’altezza delle Superpotenze americane e asiatiche. Questa disamina la trova d’accordo? Come sopra constatavo, l’Asia è il Continente emergente per le notevoli potenzialità economiche e di risorse umane. L’America è in lieve calo per la debole attenzione che gli USA dedicano al pugilato olimpico, ma Cuba, Brasile, Messico, Canada e Argentina stanno riconquistando le passate prestigiose posizioni. L’Africa, che io ritengo il Continente più ricco di risorse umane è purtroppo destinato a rimanere ai margini del successo a causa delle numerose problematiche legate principalmente alla mancanza di risorse finanziarie e di conseguenza carente di attività

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Il movimento amatoriale è in crescita in tutto il mondo. In Europa si registrano cifre elevate di praticanti a tutti i livelli. La riscoperta delle peculiarità formative ed igienico-sanitarie che derivano dalla pratica del pugilato amatoriale sono ormai riconosciute anche da coloro che non conoscevano il nostro mondo o che denigravano la boxe. Il 2013 è stato l’anno del ritorno al combattimento senza caschetto tra i dilettanti e di altre novità nel sistema regolamentare della Boxe. Come giudica, sia in qualità di vice Presidente AIBA che di ex Presidente Commissione Tecnica-Regolamentare AIBA, queste innovazioni? Quali benefici apporteranno all’ars pugilatoria? L’eliminazione del caschetto è stata una soluzione che ha trovato qualche opposizione. Il paradosso è che la stragrande maggioranza dei pugili preferisce combattere senza caschetto in quanto ha una migliore visibilità dei colpi ed una libertà dei movimenti della testa. Ma l’ultima

promozionale ed organizzativa. Cosa ci attende, invece, per il 2014. Quali saranno i più importanti appuntamenti agonistici targati EUBC? L’anno appena iniziato vedrà l’attuazione di importanti eventi agonistici quali i Campionati Europei Femminili che avranno luogo a Bucarest a fine maggio, utili alla qualificazione degli European Games 2015. Inoltre abbiamo in calendario i Campionati Europei Youth, Ju-

“Cuba, Brasile, Messico, Canada e Argentina stanno riconquistando le passate prestigiose posizioni. L’Africa, che io ritengo il Continente più ricco di risorse umane è purtroppo destinato a rimanere ai margini...” parola spetta ai medici. La Commissione Medica dell’AIBA, dopo approfonditi studi e ricerche, ha valutato positivamente l’eliminazione del caschetto in quanto non lo ritiene utile alla tutela dei traumi cerebrali. Ora si dovrà esprimere definitivamente la Commissione Medica del CIO, ma sarebbe improponibile il combattimento dei pugili APB/WSB senza casco e gli AOB con il casco.

nior, i femminili Junior e Youth, i Campionati Europei Schoolboys ed infine i Campionati Elite dell’Unione Europea. Nel contempo abbiamo molti eventi delle sei WSB Teams ed a giugno partirà l’avventura dell’AIBA Pro Boxing. Che ruolo ritiene che possa avere il pugilato amatoriale all’interno del movimento pugilistico, alla luce soprattutto del suo indubbio successo a livello di appassionati e praticanti.

eubcboxing.org

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ROUND XII - TALENT LEAGUE OF BOXING

alla ricerca del talento

parte il 28 marzo il campionato a squadre di pugilato maschile

DI ROBERTO CAMMARELLE PH enrico datti

League of Boxing (TLB), il campionato italiano a squadre, che si propone di aumentare l’attività del pugilato in canottiera al fine di far emergere o confermare i talenti del futuro, in chiave olimpica e professionistica. Attraverso una programmazioni, certa e in serie, di eventi siamo sicuri di offrire al pubblico una maggiore competizione, un attaccamento e af-

CA R I

amici del pugilato, arriva sempre nella vita di un atleta il momento di interrogarsi sul proprio futuro: cos’ho ancora da dare a questo sport? Cosa posso fare se smetto di combattere? Anche per me è arrivato questo momento, ma in attesa di capire se troverò le forze fisiche e mentali per ricalcare ancora i ring più importanti, da un po’ di tempo sto lavorando al futuro del mio amato sport. Io e i miei compagni di squadra, gli stessi delle ultime edizioni olimpiche, abbiamo dimostrato che in Italia ci sono ragazzi di grande qualità tecnica, ma che non c’è un numero sufficientemente pronto al cambio generazionale. Tra i tanti motivi, ho preso “a cuore” la mancanza di combattimenti tra gli Elite. Dopo la mia ultima partecipazione ai campionati italiani Elite del 2012, ho capito la necessità di dare più continuità a tutti quei ragazzi che vogliono emergere o ritornare in auge. Ma anche l’importanza di dare loro nuove sfide, durante l’anno, che li stimolano a raggiungere i grandi obiettivi che si sono prefissati. Nasce così la Talent

“...a quei ragazzi che vogliono emergere, e l’importanza di dare loro nuove sfide". fezione ai propri pugili e una maggiore visibilità. Al fine di poter riposizionare verso l’alto la percezione del nostro sport nel panorama sportivo italiano. Certo di aver intrapreso una strada lunga e impegnativa, sono convito che questa mia iniziativa mi darà grandi soddisfazioni e farà crescere tutto l’ambiente pugilistico. Io ci metterò la faccia, l’anima e il cuore. Voi seguiteci. Buona visione! talentleagueboxing.it

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ROUND XIII - CAMICIA E PAPILLION

ARBITRO: POSIZIONE E MOVIMENTO IL POSIZIONAMENTO DELL’ARBITRO SUL RING ED IL SUO MOVIMENTO RISPETTO ALL’AGIRE DEI PUGILI DI MASSIMO BARROVECCHIO PH SIMONE FERRARO GMT

L A posizione per un arbitro di boxe, come per arbitri di altre discipline sportive, e' fondamentale. Infatti una corretta posizione rispetto all'azione dei pugili, permette di vedere lo svolgimento delle fasi dinamiche del match e quindi di poter intervenire al momento giusto stando al posto giusto. E' questa la condizione ottimale per poter vedere eventuali falli e scorrettezze commesse dai pugili e soprattutto nei casi di atterramento o difesa passiva, valutare e calibrare gli interventi finalizzati ad assicurare l’integrità fisica degli atleti. Al suono del gong della prima ripresa con i pugili in “guardia”, un buon arbitro nei primi minuti deve saper valutare quale sarà la “giusta posizione” viste le caratteristiche dei due atleti. Ovviamente non esiste una regola fissa, ma essa cambia in funzione del movimento dei pugili. L’arbitro si deve trovare sempre al centro, in modo da essere il vertice di un triangolo isoscele, dove i due lati uguali sono le distanze che lo separano dai pugili, mentre il terzo è quello che congiunge i pugili. Una volta “conquistata” tale posizione, l’arbitro è nella condizione di poter vedere al meglio quello che accade. Se i pugili sono in guardia normale e girano, l’arbitro li “segue” con lo stesso senso di rotazione, tenendo alla

sua destra il pugile che attacca. Mentre se uno dei due pugili è un guardia-destra(mancino), l’arbitro deve trovarsi all’interno dell’arco formato dai due pugili, sempre in posizione centrale. Deve evitare di trovarsi dalla parte esterna dell’arco, in quanto in tale posizione non riesce a vedere bene lo svolgersi delle azioni interne e quindi non essendo nelle migliori condizioni per intervenire, aumentano le probabilita' di errore. Altra difficoltà per l’arbitro è quello di mantenere la posizione piu' idonea allo svolgimento dell'incontro. E qui entra in gioco un altro dei tasselli che completa la professionalità di un arbitro: il movimento. In funzione e correlato all’interagire dei pugili, l’arbitro deve muoversi per “acquisire” la giusta posizione. Egli deve farlo con natu-

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ralezza e semplicità, misurando la velocità , evitando le accelerazioni improvvise e/o gli spostamenti a scatti, avendo sempre come punto focale il centro dell’azione. Deve adeguarsi e non essere da intralcio agli spostamenti dei pugili. Nei suoi movimenti deve limitare i "passaggi" dietro i pugili, non di rado effettuati di corsa per evitare la collisione con il pugile e/o l'impatto con le corde. Assolutamente da evitare di stare alle spalle durante un'azione o uno scambio. vietato quando un pugile e' chiuso all'angolo o alle corde. I pugili durante l’azione esplicano la loro strategia anche mediante la cinematica dei loro spostamenti. Se razionali e quindi prevedibili, diventa facile per l’arbitro acquisire e mantenere la “giusta posizione”, mentre se i loro movimenti sono imprevedibili ne aumenta il coefficiente di difficoltà . Quindi , oltre alla qualità degli interventi, la professionalità di un arbitro è rappresentata anche dalla capacità di trovare la “giusta posizione” e mantenerla. Quest’importante aspetto deve essere affinato e migliorato. Il Comitato Esecutivo Settore Arbitri Giudici, tramite Stage e Corsi di Aggiornamento , ha come uno dei primari obiettivi la valutazione ed il miglioramento della posizione di un arbitro.


ROUND XIV - IWBL

DI

lavoro di squadra

I W B L I N T E R N AT I O N A L WO M A N B O X I N G L E A G U E

DI TOMMASO GREGORIO CAVALLARO PH LUIGIA GIOVANNINI

acqua sotto i ponti ne è passata dal lontano 2001, anno che, oltre ad essere quello che ha aperto il secondo millennio della Storia umana, ha aperto una nuova Era nel pugilato italiano. Dopo un certosino e tambureggiante lavoro da parte della Federazione Pugilistica Italiana, allora guidata da Franco Falcinelli, e grazie all’interessamento di moltissime personalità dell’ambito sportivo e istituzionale (in primis il Ministro della Salute Sandro Veronesi e la Dott.ssa Katia Belillo), la Boxe femminile ebbe piena legittimazione anche sul territorio italiano. Una saggia decisione, che diede la possibilità a migliaia e migliaia di appassionate di potersi cimentare sul ring, sentendosi finalmente delle boxer al 100% e non dovendo più vivere la loro passione in semiclandestinità La crescita del movimento pugilistico femminile da quel momento è stata costante, registrando un aumento esponenziale sia nei numeri delle atlete che lo praticano a livello agonistico (nel 2013 il numero delle atlete tesserate FPI è arrivato a quota 501, ndr), che di quelle che si dilettano a livello amatoriale. Il maggior successo, però, si è registrato a livello di interesse mediatico e di pubblico, come dimostrano i dati dello share Televisivo-Web e dell’affluenza di spettatori per gli incontri del Torneo femminile a

Londra 2012, la prima Olimpiade ad avere nel suo programma anche un agone di pugilato per Donne. Sull’onda di questa inarrestabile popolarità, nasce l’International Women Boxing League (IWBL), il primo torneo italiano a squadre femminile di pugilato. La FPI ha affidato l’organizzazione di questa competizione alla Power Boxing Team, un Comitato Promotore di Eventi Pugilistici nato con lo scopo di organizzare – sotto l’egida della FPI - tornei nazionali e internazionali, individuali o a squadre, di pugilato. Forti della loro esperienza ultra ventennale nell’organizzazione di grandi eventi sportivi. Scopo principale della IWBL è quello di sostenere e incrementare l’attività delle boxer italiane sul territorio nazionale, promuovendo e organizzando questa Kermesse per Team. Una competizione itinerante, la cui fase eliminatoria, su base interregionale, ha avuto inizio nel weekend del 7-8 febbraio e vedrà svolgersi le finalissime (1-2 Posto e 3-4 Posto) nelle giornate di sabato 5 e domenica 6 aprile. Il battesimo ufficiale della IWBL c’è stato lo scorso 25 gennaio a Terranuova Bracciolini, amena località nell’aretino. Nella cittadina in provincia di Arezzo hanno avuto luogo i due eventi-varo: il Training Camp delle atlete partecipanti e la presentazione della competizione. Alle ore 15, presso la Palestra Salus di Marco Consolati presidente della Power Boxing Team (società cui la FPI ha de-

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Alcuni momenti dell’allenamento durante la presentazione dell’IWBL


mandato l’organizzazione del Torneo) più di 60 atlete (tra cui anche alcnue pugili junior e Youth tra le quali c’è da segnalare la presenza della Campionessa Mondiale Junior 52 Kg Irma Testa) si sono allenate agli ordini del Responsabile Tecnico delle Nazionali Femminili, Emanuele Renzini, coadiuvato dalla Campionessa Pro Simona Galassi, che è anche la madrina della IWBL. Coach Renzini che, prima dell’inizio dell’allenamento collegiale, ha tenuto un discorso a tutte le partecipanti e ai tecnici presenti, in cui ha ribadito l’importanza dei questo torneo che darà la possibilità alle nostre boxer di aumentare il loro bagaglio esperienziale, andando a colmare quel che

il cui settore femminile ha fatto registrare negli anni dei numeri in aumento esponenziale. Darà modo a tutte le partecipanti di aumentare il proprio bagaglio di esperienza pugilistica, grazie a i moltiincontri in calendario. Tutto questo è stato possibile anche grazie a tutti quelli che hanno creduto fortemente in questo progetto a cominciare da Emanuele Renzini, Sergio Rosa e gli organizzatori della PBT Marco Consolati e Nicola Bortlolamei. Voglio infine ringraziare la grandissima Simona Galassi, che ha gentilmente accettato la scelta della FPI di nominarla madrina della competizione. Simona, oltre a essere un fenomeno del ring, è anche una donna straordinaria. Auguro a tutte voi di raggiungere i suoi successi.”

“Il maggior successo, però, si è registrato a livello di interesse mediatico e di pubblico, per gli incontri del Torneo femminile a Londra 2012, la prima Olimpiade ad avere nel suo programma anche un agone di pugilato per Donne”. gap che, sotto questo punto di vista, c’è tra le atlete italiane e quelle straniere. Un Torneo, la IWBL, che darà anche la possibilità a Renzini sia di testare le pugili che già fanno del giro azzurro – come Terry Gordini, Romina Marenda, Alessia D’Addario, Alessia Mesiano eccetera – che vedere all’opera delle atlete per futuri e potenziali inserimento nei roster della Nazionale. A Fine allenamento, invece, a prendere la parola è stato il Presidente FPI, Alberto Brasca: “Per me è stata un’emozione molto grande” queste le sue dichiarazioni “entrare questo pomeriggio in palestra e vedervi mentre vi allenavate con tanta dedizione e passione. Questo Torneo nasce proprio grazie alla passione che voi ragazze riversate sul pugilato,

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Nella stessa giornata del Training Camp, ma alle 19, presso l’Hotel Antica Tabaccaia, ha invece avuto luogo la presentazione ufficiale della Kermesse, cui hanno preso parte: Alberto Brasca, Presidente FPI, Walter Borghino, Vice Presidente FPI, Sergio Rosa, Consigliere Federale e Coordinatore Nazionale Settore Boxe Femminile, Pino Ghirlanda, Presidente Comitato Regionale FPI Toscana, Emanuele Renzini, Responsabile Tecnico Italia Boxing Femminile, Marco Consolati, Presidente PBT, Nicola Bortolamei, Vice Presidente PBT, e Simona Galassi. Di fronte a una folta platea, formata dai tecnici e dalle boxer, sono stati spiegati i regolamenti del Torneo e il suo calendario


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ROUND XIV - IWBL

nel mese di febbraio ha vissuto le sue prime giornata di gara (In calce i risultati, ndr). A ogni “franchigia” è stato attribuito un nome di guerriere o di donne che hanno avuto un ruolo rilevante nella storia, dalla Grecia antica fino ai giorni nostri: a dimostrazione di quanto l’universo femminile sia importante nella storia dell’uomo. A competere per il Titolo di squadra regina sono: nel Girone A Amazzoni (Toscana- Emilia Romagna – Liguria), Valchirie (TriVeneto) e Nereidi (Abruzzo - Lazio2 – Molise – Marche – Campania 2); nel Girone B Moire (Lazio), Furie (Campania) e Driadi (Sicilia – Calabria – Puglia). Alla fase finale passano le prime due di ogni girone, che si sfideranno incrociandosi per l’accesso alla finalissima del 6 aprile. Un Torneo che vede la partecipazione di 8 team (6 categorie di peso) per 110 atlete

CALENDAZRIO IWBL

SQUADRE GIRONE A

ANDATA 1^ GIORNATA - 01/02/2014 VALCHIRIE VS NEREIDI RIPOSO AMAZZONI 2^ GIORNATA - 08/02/2014 AMAZZONI VS NEREIDI RIPOSO VALCHIRIE 3^ GIORNATA - 15/02/2014 AMAZZONI VS VALCHIRIE RIPOSO NEREIDI RITORNO 1^ GIORNATA - 01/03/2014 NEREIDI VS VALCHIRIE RIPOSO AMAZZONI 2^ GIORNATA - 08/03/2014 NEREIDI VS AMAZZONI RIPOSO VALCHIRIE 3^ GIORNATA - 15/03/2014 VALCHIRIE VS AMAZZONI RIPOSO NEREIDI SQUADRE GIRONE B

ANDATA 1^ GIORNATA - 01/02/2014 MOIRE VS FURIE RIPOSO DRIADI 2^ GIORNATA - 08/02/2014 FURIE VS DRIADI RIPOSO MOIRE 3^ GIORNATA - 15/02/2014 DRIADI VS MOIRE RIPOSO FURIE RITORNO 1^ GIORNATA - 01/03/2014 FURIE VS MOIRE RIPOSO DRIADI 2^ GIORNATA - 08/03/2014 DRIADI VS FURIE RIPOSO MOIRE 3^ GIORNATA - 15/03/2014 MOIRE VS DRIADI RIPOSO FURIE 05.04.2014 SEMIFINALI 1^ GIRONE A - 1^ GIRONE B 2^ GIRONE A - 2^ GIRONE B 06.04.2014 FINALI 1°- 2° VINCENTE SEMIFINALE VINCENTE SEMIFINALE

FINALI 3°- 4° PERDENTE SEMIFINALE PERDENTE SEMIFINALE Simona Galassi e Irma Testa in allenamento

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rappresentanti oltre 82 Società e 16 regioni. 12 le riunioni (72 incontri) della fase eliminatoria, 4 quelle della Fase Finale a livello Nazionale (2 Semifinali con 12 Match, 1 Finale 3-4 Posto con 6 Match, 1 Finalissima con 6 match). Social Partner di questo Straordinario campionato è la Onlus - già partner FPI Donna e Politiche Familiari. Un’associazione, nata nel 1998 senza finalità di lucro, che si occupa di problematiche familiari, tutela minori, tutela donne che subiscono violenza e del lavoro femminile attraverso la collaborazione di una équipe di psicologhe, psicoterapeute familiari ed avvocate specializzate in diritto di famiglia. Testimonial musicale del Torneo è la rapper Linda B. Lega che, però, ha già avuto il suo varo agonistico nella con la disputa delle prime tre giornate. Sabato 8 si è svolta la prima. Nel Girone A ha avuto luogo il match tra Amazzoni e Nereidi, con la vittoria delle prime sulle seconde. Nel raggruppamento B, invece, le Furie si sono imposte sulle Driadi. Una settimana dopo (sabato 15 febbraio) è stata la volta della seconda giornata, che ha visto imporsi nuovamente le Amazzoni nel girone A, stavolta sulle Valchirie, e le Moire in quello B, capaci di vincere in trasferta contro le Driadi. Sabato 22 Febbraio, infine, c’è stato lo svolgimento della terza giornata, nella quale per il girone A le Valchirie hanno sconfitto in quel di Vicenza le Nereidi, mentre nel B le Moire, in un match disputato all’interno della plancia dello Stadio Flaminio di Roma, hanno regolato le Furie. Dopo tre giornate, Le Amazzoni comandano il girone A (6 punti), seguite dalle Valchirie (3 punti) e dalle Nereidi (0 punti). Nel B, invece, a farla da padrone sono le Moire (6 punti), alle cui spalle ci sono le Furie (3 punti) e le Driadi (0 punti).

Da destra a sinistra, Simona Galassi e Irma Testa in allenamento, il calendario degli incontri



ROUND XV - GLOSSARIO DELLA BOXE

La

AIBA OPEN BOXING

AOB DI TOMMASO GREGORIO CAVALLARO PH IL FOTONE G. MONACELLI

boxe, come del resto tutti gli sport, nel tempo si è evoluta, cambiando i suoi statuti, regolamenti e modificando l’organizzazione e svolgimento delle sue competizioni. L’AIBA (International Boxing Association) sta apportando degli opportuni cambiamenti alla struttura dell’ars pugilatoria per tenerla al passo con i tempi. L’Ente Mondiale, fino alla prima metà del 2010, gestiva e governava un solo tipo di Pugilato: Il Dilettantismo. Ora, invece, sono tre le sigle afferenti al massimo organismo pugilistico planetario: AOB (AIBA OPEN BOXING), APB (AIBA PRO BOXING) e WSB (WORLD SERIES OF BOXING). La prima comprende tutte quelle competizioni che rientrano nell’ambito della - precedentemente - nota come boxe dilettantistica: Campionati Nazionali, Continentali (Europei) e Mondiali. Tutti Tornei che continueranno a servire come principale via di approdo alle Olimpiadi. La APB, il cui avvio ufficiale è previsto per il prossimo mese di giugno, è la prima sigla Professionistica gestita direttamente dall’AIBA e che dal 2016 sarà l’unica a poter essere riconosciuta da tutte le Federazioni Affilate all’AIBA. I pugili che vi competeranno avranno, per la prima volta nella storia in quanto pro, la possibilità di gareggiare anche nei Giochi Olimpici. Le WSB, infine, sono un campionato a squadre semiprofessionistiche ormai giunto alla sua 4° edizione. Per rendere più comprensibili tutte queste novità, la redazione di Boxe Ring ha deciso di creare una Rubrica ad Hoc. Il Glossario della Boxe, appunto. Prima pa-

Chi è un pugile AOB

rola/sigla sotto i riflettori: AOB. Il regolamento dell’AOB (AIBA OPEN BOXING), varato in via definita il 23 agosto del 2013 dall’AIBA, consta di 70 Articoli suddivisi in 6 Titoli (Marco Aree). Pugili, Le Riunioni di Pugilato, Attività Agonistica, Incontro di Pugilato e le sue Regole, Direzione Incontro e Verdetti, Tornei e Campionati. Posto che tutti gli articoli hanno un loro interesse e devono essere conosciuti soprattutto da chi opera all’interno del mondo del pugilato, alcuni hanno necessità di essere posti sotto la lente di ingrandimento perché sono di estremo interesse anche per gli appassionati e amati della Boxe. PER SAPERNE DI PIU’, si rimanda all’intero Regolamento AOB presente su FPI.it Sezione STATUTO E REGOLAMENTI. Ad esempio, le disposizioni riguardanti i protagonisti principali del ring, i pugili, e le novità a livello regolamentare e di verdetto dei match:

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E’ pugile A.O.B. l’atleta che partecipa a pubbliche gare per puro spirito agonistico e non a scopo di lucro. Nella categoria dei pugili A.O.B. sono compresi: Schoolboy (uomini), Junior, Youth e Elite. Per frequentare la palestra di una Società affiliata e per svolgere attività agonistica, è indispensabile essere muniti della tessera FPI per la stagione sportiva in corso. E’ fatto assoluto divieto a tutti i pugili A.O.B. di sostenere esibizioni con pugili professionisti, salvo deroghe da concedersi dalla F.P.I., su istanza degli interessati. Gli incontri fra pugili appartenenti a qualifiche diverse, quando ammessi, si svolgono secondo le norme stabilite per la qualifica inferiore. Non è consentito il tesseramento in qualità di atleta A.O.B. ai pugili che hanno preso parte a qualsiasi forma di pugilato professionistico (ad eccezione di APB e WSB) o a qualsiasi altro sport individuale da combattimento professionistico. Non è altresì consentito il tesseramento a coloro che abbiano sottoscritto un contratto con un soggetto sportivo diverso dall’AIBA in ordine alla futura partecipazione al pugilato professionistico o a qualsiasi altro sport individuale da combattimento professionistico. Le Categorie Appartengono alla qualifica Schoolboy (18 Categorie di Peso dalla 37-38,5 alla +76 ) i pugili uomini che hanno compiuto il 13° anno d’età o compiano il 14° nell’anno cui il tesseramento si riferisce. I pugili Schoolboy gareggiano sulla distanza delle tre riprese di 1’ 30” ciascuna:


Appartengono alla qualifica Junior (13 Categorie di Peso dalla 44-46 alla +80) i pugili uomini che compiono il 15° o il 16° anno d’età, nell’anno cui il tesseramento si riferisce e i pugili donne che hanno già compiuto il 14° anno e compiano il 15° o il 16° anno d’età nell’anno cui il tesseramento si riferisce. 3- I pugili Junior donne gareggiano sulla distanza delle tre riprese di due minuti ciascuna: a- fra di loro; bcon le pugili Youth. Appartengono alla qualifica Youth (10 categorie di Peso: UOMINI 46/49 a +91; DONNE 45-48 a +81) i pugili che compiono il 17° o il 18° anno d’età, nell’anno cui il tesseramento si riferisce. Appartengono alla qualifica Elite (10 categorie di Peso: UOMINI 46/49 a +91; DONNE 45-48 a +81) i pugili uomini e donne di età compresa tra i 19 anni e i 40 da compiere nell’anno cui il tesseramento si riferisce. I pugili Elite possono continuare a svolgere attività e tesserarsi come tale fino al compimento del 40° anno di età. pugili Elite uomini/donne sono suddivisi in Senior ed Elite (non più esistenti le diciture I II e III serie) Novità regolamento guantoni - caschetto Per l’attività agonistica si devono utilizzare esclusivamente guanti che hanno ottenuto

l’omologazione dell’AIBA o approvati dalla FPI. Per tutte le competizioni in cui gareggiano i pugili Elite uomini nelle categorie di peso da Kg. 49 a Kg. 64 incluso, devono essere utilizzati i guanti da 10 once. Per le categorie di peso da Kg. 69 a Kg. +91, guanti da 12 once esclusivamente per i pugili Elite uomini. Per tutte le altre qualifiche maschili e femminili si devono utilizzare Guanti da 10 once. In tutti gli incontri tra pugili Elite uomini il casco non viene indossato. PER TUTTE LE ALTRE QUALIFICHE (UOMINI E DONNE) CASCO OBBLIGATORIO. Giurie e verdetto L’Arbitro dirige l’incontro senza assegnare i punteggi delle riprese. Per ogni incontro di pugilato possono essere designati: - un arbitro e tre giudici; un arbitro e cinque giudici (solo per incontri di Torneo e/o Campionato). In tale ipotesi, prima dell’inizio di ciascun incontro, il sistema di punteggio (Ten Point Must System) seleziona a caso 3 (tre) su 5 (cinque) Giudici. Ai fini del verdetto, saranno validi solo i punteggi assegnati dai 3 giudici prescelti. TEN POINT MUST SYSTEM: I Giudici al termine di ogni ripresa indicano il pugile che si è aggiudicato la ripresa asse-

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gnandogli 10 (dieci) punti e attribuendo all’avversario proporzionalmente da 9 (nove) a un minimo di 6 (sei) punti in base alla valutazione del livello della sconfitta. L’esito di un incontro di pugilato è deciso nei modi che seguono: 1- vittoria ai punti (V. P.); 2- pareggio (N.); 3- vittoria per fuori combattimento tecnico (V.K.O.T.); 4- vittoria per fuori combattimento tecnico per ferita (V. K.O.T.-I.); 5- vittoria per fuori combattimento (V.K.O.); 6- vittoria per abbandono (V. ABB.); 7- vittoria per squalifica (V. SQ.); 8- vittoria per assenza dell’avversario (V. W.O.); 9- NoContest (N.C.).


ROUND XVI - L’ANGOLO AZZURRO

Il

E M A N U E L E R E N Z I N I

DI VEZIO ROMANO PH flavia valeria romano

2014 è un anno molto importante per il pugilato femminile. Ne parliamo con il Direttore Tecnico della Squadra Nazionale Emanuele Renzini che è stato un autentico pioniere della boxe femminile in Italia. " Ho iniziato nei primi anni novanta - ci racconta quando allenavo mia moglie

Sara Paci che ha combattuto da professionista negli Stati Uniti, in Germania, in Francia e in Belgio. All'epoca in Italia non era permesso alle donne di essere tesserate alla FPI sia nel settore dilettantistico che in quello professionistico. Grazie all'interessamento dell'allora Ministro delle Pari Opportunità Katia Belillo e di Franco Falcinelli, appena eletto Presidente della FPI, nel 2001 si ottenne l'autorizzazione per un periodo di prova di tre anni. Nello stesso anno Falcinelli, a seguito di una iniziativa dell'AIBA, mi incaricò, insieme a Raffaele Bergamasco, di formare una squadra per i primi Campionati Mondiali di Scranton (USA). Partecipammo con Simona Galassi (51 kg), Antonella Bellandi (57 kg) e Cristina Cerpi (63,5). Galassi vinse l'oro, Cerpi il bronzo Un buon risultato iniziale al quale sono seguite molte affermazioni internazionali delle nostre atlete, fra le quali ricordo, ad esempio, Marzia Davide e Laura Tosti che attualmente presta la sua opera come collaboratrice tecnica nella Squadra Nazionale. Nel settembre dello scorso anno in Bulgaria ai Mondiali Junior e Youth abbiamo confermato la tradizione

vincendo l'oro con Irma Testa nei 52 kg e il bronzo con Roberta Bonatti nei 46 kg. In questo momento siamo molto impegnati nella partecipazione ad importantissimi eventi internazionali. Il primo è in aprile per le qualificazioni per le Olimpiadi Giovanili (YOG) che si svolgeranno a Nanchino (Cina) in agosto. Dal 30 maggio a Bucarest si svolgeranno i Campionati Europei Elite: qui pensiamo di poter partecipare in otto categorie di peso. A novembre poi i Mondiali Elite in Corea del Sud". A questo punto chiediamo al maestro Renzini un pronostico sulle nostre atlete: "per i Mondiali è presto parlare ma per gli Europei confidiamo molto sulle già affermate Marzia Davide, Terry Gordini e Valeria Calabrese. Fra le giovani puntiamo su Romina Merenda, Alessia Mesiano e Valentina Alberti. Un elemento interessante è Flavia Severin: oltre a praticare validamente la boxe, è nazionale di rugby e si allena anche nel sollevamento pesi e nel getto del peso. Inoltre appartiene alla categoria dei + 81kg, caso da noi molto raro". Per finire domandiamo a Renzini di darci un parere sulle Nazioni più forti nel settore femminile. "Indubbiamente l'India e la Cina sono da considerare molto forti ed anche la Russia si sta affermando. In Europa vedo bene la Francia, la Polonia, più recentemente la Gran Bretagna e l'Irlanda e, se permettete, la nostra Italia. In ogni caso c'è da osservare ovunque il grande sviluppo del pugilato femminile che ha saputo superare ogni forma di prevenzione ed oggi è universalmente accettato ed apprezzato". Emanuele Renzini con Irma Testa, Alessia Mesiano e Terry Gordini

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FRANCOUDELLA

ROUND XVII - LA PAROLA AL COMITATO - SARDEGNA

DI GIUSEPPE GIALLARA PH ARCHIVIO FPI

C A G L I A R I ,

febbraio 2014 - E' già successo, in passato, che alla guida del comitato sardo della Federboxe ci sia stato un ex pugile. Il primo fu il pioniere del pugilato isolano Efisio Leccis, eletto nel 1953, seguito dall'ex campione mondiale degli universitari (1939 a Vienna) dottor Antonio Pirastu. Oggi il presidente è il cagliaritano Franco Udella, nato pugilisticamente nell'Ap Sardegna, che da amateur divenne campione nazionale novizi nel 1966, campione italiano dilettanti nel 1970 e nel 1971, argento ai campionati europei del 1969 a Bucarest, olimpionico nel 1968 a Città del Messico e nel 1972 a Monaco. A torso nudo Udella fu campione europeo dei pesi mosca e campione del mondo dei minimosca battendo il messicano Valentin Martinez nel 1975 a Milano dopo aver tentato invano di strappare la corona iridata dei mosca al messicano Betulio Gonzales nel 1974 a Lignano. Appesi al chiodo da un pezzo i suoi gloriosi guantoni, Franco Udella ha accettato di candidarsi alla presidenza del comitato, succedendo così a Vittorio Lai, attuale vice-presidente della Fpi. Appena eletto, egli esordì così: “Questa è una nuova avventura della mia vita che mi vede ritornare con continuità alla boxe. Si tratta di un incarico non facile nel quale spero di riuscire a fare la mia parte portando umilmente il mio contributo di esperienze e di conoscenze”. Da allora è trascorso quasi un anno, ma l'entusiasmo e l'impegno dell'ex iridato non sono venuti meno. “Il bilancio di tutti questi mesi è positivo - dice Udella - perché siamo stati competitivi e abbiamo conquistato delle medaglie nonostante la nostra attività ridotta per

mancanza di fondi. Ai miei tempi si organizzava e si combatteva spesso, mentre oggi i nostri ragazzi si presentano alle competizioni nazionali con pochi incontri e senza un'adeguata esperienza”. Ci sono dei dilettanti sardi, tuttavia, che riescono ugualmente ad emergere... “Si, si mettono in luce in

“...torso nudo Udella fu campione europeo dei pesi mosca e campione del mondo dei minimosca battendo il messicano Valentin Martinez nel 1975 a Milano...” casa e poi si confermano quando vengono chiamati a indossare la maglia azzurra e possono svolgere una buona attività nazionale e internazionale. E' il caso di Manuel Cappai e di alcuni ragazzi che cercano di seguire le sue orme e ai quali auguro di avere successo”. E al presidente Franco Udella

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che cosa si può augurare? “Di proseguire facendo del suo meglio. Rispetto ai miei tempi ho trovato molti cambiamenti, ma mi sto adattando in fretta grazie alla mia passione per la boxe che è rimasta intatta”.

Franco Udella con Piero Rollo e Giovanni Carrucciu. Sotto sempre Franco Udella a “torso nudo”


ROUND XVII - TITOLO EUROPEO LEGGERI

conferma sul tetto d’europa TITOLO

EMILIANO

EUROPEO

DI ALFREDO BRUNO PH ALESSANDRO SEBASTIANI

MARSILI

T O L FA , 25. 01. 2013 - La lettura “roboante” di Valerio Lamanna fa capire subito la situazione quando esordisce con “verdetto all’unanimità”. Il pubblico intuisce e rimane la curiosità per i numeri: per Adrio Zannoni il computo è di 115 a 112, per Massimo Barrovecchio e Giuseppe Quartarone c’è un giudizio all’unisono di 116-111, tutti a favore di Emiliano Marsili, che conserva, quindi, il Titolo Europeo dei leggeri dall’assalto di Pasquale Di Silvio. A pelle per chi ha vissuto la serata come noi da spettatori neutrali il punteggio di Zannoni sembra il più giusto, ma con il senno del poi riusciamo anche a capire il giudizio degli altri due considerando l’atterramento del primo round che vale doppio e gli ultimi tre round che hanno visto un Marsili crescere alla di-

LEGGERI

B AT T E

UN

OSTICO

di Tolfa, storica patria di cavalli e di fiorente artigianato del pellame. Il sindaco Luigi Landi ha colto un doppio obiettivo: quello di presentare uno spettacolo memorabile e quello di tornare a far parlare di questa località storica. A tutto questo è collegata l’abilità di Alessandra Branco e

DI

S I LV I O

che va al tappeto. “Il Puma” si alza un po’ frastornato, comprensibile per un colpo a freddo, ma fa appello al suo orgoglio e quando suona il gong si avvia all’angolo per rassicurare Marcello Paciucci e Roberto D’Elia che è tutto a posto. Il secondo round è frenetico e le braccia sembrano intrecciarsi quando scambiano e Di Silvio prova a forzare i tempi su un Marsili che lo aspetta al varco cercando la replica con il suo sinistro. Nel terzo round il pugile romano sembra più preciso e raccoglie qualche frutto. La sensazione nel quarto e quinto è che Di Silvio abbia rosicchiato qualcosa al tesoretto del primo round. Nel quinto round “Il puma” si scatena con serie velocissime e Marsili si fa sorprendere da vari colpi pur non rinunciando alla replica. Round decisamente per Di Silvio. Marsili capisce che deve riprendere le redini, ma il suo avversario è

“Il round è frenetico, le braccia sembrano intrecciarsi quando scambiano...

stanza mentre Di Silvio affaticato gettava nella lotta le ultime estenuanti energie rimaste. Mi piacerebbe dire che Marsili ha meritato la vittoria per due punti, quelli del primo round, poi è stato un rincorrersi con capovolgimenti di fronte incredibili che hanno entusiasmato e trascinato il pubblico, anche lui protagonista con un tifo acceso, ma improntato alla massima correttezza se pensate che i fans di Marsili e Di Silvio stavano gomito a gomito. Il Palazzetto di via della Purifica ha forse avuto il battesimo del tutto pieno, posto in piedi esaurito, scrivendo una sua personale storia insieme alla ridente cittadina

Rino Romagnuolo, con la supervisione della OPI 2000 di Salvatore e Alessandro Cherchi, di aver saputo trovare una piazza per un evento così importante come può essere un titolo europeo disputato da due pugili italiani, da due pugili che vivono nell’ hinterland romano. Il gong d’inizio tra Marsili arriva quasi liberatorio in un silenzio che viene interrotto automaticamente quando i due vanno a segno. Il round sembra scivolare via, ma non è così perché quasi allo scadere il civitavecchiese lascia partire un destro preciso al mento seguito da un sinistro velenoso che scuotono Di Silvio

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abile nel tenersi fuori portata e nel legare al momento opportuno. Nell’ ottavo round una testata accidentale provoca un taglio allo zigomo sinistro del campione, che si innervosisce, e allo scadere c’è il replay per fortuna senza ulteriori danni, nonostante il sangue. Di Silvio capisce di trovarsi al confine di un’impresa e si scatena con serie impressionante, stoppato a sua volta da un micidiale sinistro dell’avversario. Decima ripresa all’insegna della “cattiveria” con una gomitata involontaria di Marsili e un dente di Di Silvio che si spacca, ma c’è l’impressione che le energie del romano siano vicine al capolinea,


anche se ancora funzionanti grazie all’orgoglio. Prova il tutto per tutto lo sfidante, ma la replica è immediata e viene scosso da un tremendo sinistro. Prima del suono del gong i due si abbracciano, un segno di stima e di amicizia che non li ha mai abbandonato. L’ultimo round conferma che il più fresco e più lucido è Marsili. Inutile descrivere alla fine l’entusiasmo del pubblico quantificato dallo share di applausi al sommo decibel. La serata è iniziata con un match di dilettanti: per Christian Beltrano (Santa Marinella) e Stefano Ramundo forse scatterà un giorno “io c’ero”. I due ragazzi ce la mettono tutta. Inizia bene Ramundo che tiene sotto pressione l’avversario per due riprese, ma cala nella terza per la maggior consistenza del pugile di Santa Marinella, che ottiene il verdetto. Tra i professionisti con curiosità è atteso l’esordio di Diego Di Luisa, buon passato tra i dilettanti, ma assente sul ring da qualche anno per infortuni. Il giovane dà segnali giustificabili di ruggine, ma dà anche segnali con sprazzi di quella boxe estrosa che gli si riconosceva. Csipak fa il suo dovere di buon collaudatore e il match fila via piacevole per quattro round con la netta vittoria di Di Luisa. Tocca quindi a Carel Sandon che sale sul ring con l’immancabile cappello da Ranger seguito come un’ ombra da Kalambay. L’ avversario è il lettone Fjodorovs, pugile di grande esperienza, pericoloso nelle sue improvvise reazioni. Carel utilizza molto

avere la sua conclusione al terzo round quando Pojonisevs colpito al corpo si accascia in ginocchio e fa segno al rientro nel suo angolo di aver sentito il colpo. Il match sembra un monologo di Di Luisa fino all’ultimo minuto quando il lettone tenta il tutto per tutto, ma logicamente senza successo. Manuel Lancia, campione italiano dei leggeri, replica indirettamante al suo sfidante, Carel Sandon, affrontando l’Horvath di turno, quel Zoltan che a guardarlo non gli dai un soldo bucato, mentre sul ring è abituato a rendere la vita

...Di Silvio prova a forzare i tempi su un Marsili che lo aspetta al varco.”

il sinistro, ma sembra poco propenso a doppiare con il destro. Il match, tenuto saldamente sotto controllo dal nostro pugile, si ravviva nel terzo round con un bello scambio culminato da un insidioso destro di Fjodorovs. Sandon controlla tranquillamente il match senza gettarsi allo sbaraglio per una chiara vittoria. Sale sul ring quindi anche Andrea Di Luisa per rispolverare la sua fama di picchiatore. Pojonisevs più basso sembra intenzionato fin dall’inizio a non passare per vittima designata e tiene allertato l’avversario con pericolose “sventolacce”. Il match sembra

difficile a chi lo affronta. L’ungherese toglie spazio al pugile di Guidonia, che deve badare a non ricevere una testata che potrebbe compromettere la sua difesa al titolo. Manuel porta colpi isolati, ma deve far fronte alla bagarre che il suo avversario gli impone. Negli ultimi due rounds l’allievo di Pino Fiori schioda dal “legame” avversario con il passo indietro per incrociarlo con il suo destro che non è certo una carezza. Il finale è molto duro per lo stoico Horvath che incassa e sbarella sotto l’azione efficace di Lancia.

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RISULTATI. Dilettanti: Kg. 64 Cristian Beltrano (Santa Marinella) b. Stefano Ramundo (Boxe Pescara). Professionisti: SUPERWELTER: DIEGO DI LUISA DEBUTTO ITALIA b. ARON CSIPAK 0-8 UNGHERIA a.p. 4. LEGGERI: CAREL SANDON 16-1 (6 KO) ITALIA SFIDANTE UFFICIALE TITOLO ITALIANO b. JEVGENIJS FJODOROVS 943-6 (4 KO) LETTONIA a.p. 6. SUPERMEDI: ANDREA DI LUISA 14-2 (11 KO) ITALIA b. RUSLANS POJONISEVS 15-29-1 (11 KO) LETTONIA a.p. 6. LEGGERI: MANUEL LANCIA 9-0-1 (3 KO) ITALIA CAMPIONE ITALIANO b. ZOLTAN HORVATH 1-23 (1 KO) a.p. 6. UNGHERIA: CAMPIONATO EUROPEO PESI LEGGERI - 12 ROUNDS EMILIANO MARSILI 27-0-1 (12 KO) ITALIA CAMPIONE EUROPEO b. PASQUALE DI SILVIO 17-5-1 (5 KO) ITALIA SFIDANTE a.p. Arbitro: Luigi Muratore (Italia) - Giudici: Massimo Barrovecchio (Italia), Adrio Zannoni (Italia), Giuseppe Quartarone (Italia) - Supervisore: Enza Jacoponi (Italia). Commissario di Riunione: Rolando Barrovecchio. Arbitri/Giudici: Marco Marzuoli, Francesco Ramacciotti, Raffaele Derasmo.


ROUND XIX - BLANDAMURA

Blandamura, oltre il risultato

Il 25 Gennaio scorso si è laureato campione dell’Unione Europea dei pesi medi sconfiggendo ai punto per split decision (115-113, 117-111, 113-115 i cartellini dei tre giudici) l’austriaco Marcos Nader (18-1-1).

L’impresa in Germania: una vittoria più importante del titolo conquistato.

U N A

vittoria meritata e per certi aspetti sorprendente che va oltre l’importanza della pur prestigiosa cintura conquistata. Imporsi al-

DI STEAFNO BUTTAFUOCO PH renata romagnoli ribalta delle cronache per un successo che lo ha collocato al terzo posto delle classifiche EBU di categoria e che gli è valso la nomina di co-sfidante ufficiale al più blasonato titolo europeo di categoria. Emanuele, è stato il combattimento che ti aspettavi ? “E’ stato sicuramente il mio match più difficile. Anche Luca Tassi mi aveva impegnato molto ma Marcos Nader mi ha sorpreso per intensità, tecnica e forza. Qualcuno me lo aveva descritto come un pugile monotono e prevedibile mentre si è dimostrato un boxeur completo e decisamente scomodo da affrontare. Non a caso da professionista era imbattuto dopo 19 incontri e da dilettante si era messo in evi-

razione. Sono salito sul ring con un solo obiettivo e cioè vincere e non ho mollato fino all’ultimo secondo del gong finale. Gli ultimi due round sono stati quelli decisivi, quelli in cui ho dimostrato di stare meglio fisicamente e di essere più lucido anche da un punto di vista tattico. Ho cercato sempre di anticipare il mio avversario consapevole del fatto che per uscire vincitore avrei dovuto batterlo in maniera netta ed inequivocabile. Sono riuscito a fare tutto questo e sono molto soddisfatto della mia tenuta anche psicologica” Hai combattuto davanti a 10.000 spettatori all’interno di un impianto moderno e funzionale. Impressionato dall’organizza-

“in una palestra cerco di trasmettere ai miei allievi tutta la mia passione ed i valori della “noble art”: rispetto, umiltà ed orgoglio. ...” l’estero non è mai infatti stato semplice, soprattutto in Germania quando sul ring ad incrociare i guanti c’è il “pupillo” di Wilfried Sauerland, uno degli organizzatori più autorevole ed economicamente influenti dell’attuale panorama pugilistico mondiale. Parliamo di Emanuele “Sioux” Blandamura (22-0-0), trentaquattrenne pugile di Udine ma residente da sempre a Roma, salito alla

denza vincendo 83 dei 98 match sostenuti” Ci parli delle tue sensazioni nel corso del match ? “L’incontro di Stoccarda è stato una guerra più che una battaglia nel senso che ho come l’impressione che sia durato un eternità. Ho vissuto al massimo della concentrazione ogni istante del match cercando di fare al meglio quello che avevo provato e riprovato nel corso della prepa-

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zione tedesca ? “Avevo parlato molto con Giovanni De Carolis che a fine ottobre aveva combattuto contro Arthur Abraham ad Oldenburg. Mi aveva descritto la straordinaria atmosfera che si respira nelle riunioni pugilistiche tedesche e sono andato preparato. Effettivamente è stato tutto perfetto, dal giorno del peso - davanti a una cinquantina di fotografi - alla uscita dal-


l’Arena la sera del combattimento. Un organizzazione impeccabile da prendere a modello e da imitare per far crescere il movimento professionistico nel nostro paese. Il palazzetto era straordinario e gli spettatori hanno potuto trascorrere una serata di sport e di emozioni eccezionale assistendo a combattimenti di grande livello nel massimo confort. La mia uscita tra gli applausi dei tifosi tedeschi rappresenterà per me un ricordo indelebile” Chi ti senti di ringraziare in questo momento particolarmente positivo della tua carriera sportiva? “Tante persone e mi scuso in anticipo se mi scordo di qualcuno. Il mio allenatore Eugenio Agnuzzi assieme a Roberto D’Elia e Sonja Mirabelli, il preparatore atletico Flavio Macrì, il mental coach Patrizio Zepponi, il mio manager Cristian Cherchi ed i mie sponsor (Ristorante Amatrice, Teste a posto e Mr. Pizzami). Un pensiero particolare va poi alla mia compagna Silvia, a mia cugina Giulia e a tutti quelli che mi hanno inviato messaggi di congratulazioni nei giorni successivi alla vittoria. In generale ho sentito tutto l’ambiente molto vicino e questo per me è stato motivo di soddisfazione ed orgoglio. Non voglio fare nomi ma tanti pugili mi hanno chiamato per esprimermi la loro felicità. E’ un momento particolare per il pugilato italiano, solo noi sappiamo i sacrifici che dobbiamo affrontare per rimanere competitivi e per fare i professionisti ad alti livelli. Ultimamente poi sempre più spesso siamo costretti a combattere all’estero per spuntare borse più appetibili ed è normale che tutte queste difficoltà abbiano accresciuto il nosttro spirito di gruppo e di appartenenza” E’ sempre più complicato vivere di sola boxe…. “Purtroppo si. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Le televisioni investono budget limitati, gli sponsor latitano cosi come i contributi delle istituzioni ed a rimetterci siamo noi atleti. A me non piace piangermi addosso, credo fortemente che ci siano ampi margini per migliorare lo stato delle cose. Serve però uno sforzo da parte di tutti

e credo che sia molto importante offrire spettacoli qualitativamente all’altezza altrimenti nessuno troverà convenienza a risollevare il mondo della boxe professionistica” Entriamo un attimo nel tuo privato. Ci parli un pò di te fuori dal ring ? “Sono un ragazzo semplice, con la testa sulle spalle che francamente ha ben poco tempo per se stesso. Durante il giorno - oltre chiaramente ad allenarmi - lavoro per una società di sicurezza ed in una palestra dove cerco di trasmettere ai miei allievi tutta la mia passione ed i valori della “noble art”: rispetto, umiltà ed orgoglio. E’ una vita senza un attimo di respiro che però mi rende felice e che cerco sempre di affrontare con il sorriso sulle labbra ed in maniera positiva. Ho avuto un infanzia difficile, sono cresciuto senza genitori e sono stato allevato dall’amore incondizionato dei miei nonni e dei miei zii. Tutte queste esperienze mi hanno fatto diventare un uomo prima di tanti miei coetani e di questo sono fiero” Neanche il tempo di godersi questo successo che è arrivata la nomina a co-sfidante al titolo europeo… “Si, è successo tutto molto in fretta. Il campione in carica Max Bursak (29-2-1) ha inaspettatamente perso contro Jarrod Fletcher (17-1-0) in un match valido per il titolo internazionale Wba e l’Ebu ha nominato me e il ventiquattrenne inglese Blly Joe Saunders (190-0) co-sfidanti ufficiali. Entro Marzo ci sarà l’asta per l’assegnazione dell’organizzazione e spero che il mio manager possa

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riuscire a portare il match a Roma. Sarebbe l’incontro della vita contro un avversario difficile ma non impossibile. Ho già avuto modo di studiare l’inglese. E’ un tipo tosto, guardia destra, molto tecnico e dotato di un buon pugno ma la trasferta in terra tedesca ha fatto aumentare la mia autostima. Ora so che posso giocarmela con tutti, in Italia come all’estero. La mia casa è il ring e le sedici corde che lo delimitano, tutto il resto non conta” Complimenti “Sioux”, allora è proprio vero che certe vittorie contano più nella testa che per le cinture messe in bacheca. Quello che alla soglia dei trentacinque anni mancava a questo eccezionale atleta era forse proprio la convinzione dei propri mezzi. Ora che l’ha trovata nessun obiettivo sembra impossibile, neanche quello di salire sul tetto più alto d’europa.


ROUND XX - TEAM BOXE ROMA XI

L

una Societa’ al vertice TEAM

B OX E

ROMA

XI

DI ALFREDO BRUNO PH ALFREDO BRUNO

ROMANA

a vasta zona romana che delimita la Garbatella, Montagnola, e Tor Marancia ha sempre avuto una tradizione forte per la boxe romana. A tenerla viva oggi c’è la Team Boxe Roma XI di Italo Mattioli e Luigi Ascani in viale Pico della Mirandola 15. I due si sono conosciuti più o meno casualmente quando sono venuti ad abitare alla Garbatella, quartiere

si presentò con un prefabbricato inutilizzato e abbandonato da tempo, che era stato costruito per ospitare una scuola. I due hanno scolpita nella memoria la data d’ inaugurazione e inizio della loro attività: “Il 5 ottobre del 2004”. Siamo entrati nel decimo anniversario di una delle più fulgide realtà della boxe romana, che ha travalicato di successo in successo anche i confini nazionali. “Abbiamo unito le nostre forze - ricorda Ascani - e ci abbiamo

spesso il Patrocinio con aiuti economici. Tutto questo ci ha fatto crescere e i ragazzi sono aumentati, poi sono venute anche le ragazze. Noi a differenza di altre palestre facciamo esclusivamente pugilato. La cosa ci piace e intendiamo continuare su questa strada”. Ascani ha un impiego al Comune e Mattioli lavora come infermiere, la loro giornata si svolge fuori di casa, tra lavoro e palestra: “ In palestra cerchiamo di essere

rispolverato dalla Fiction dei Cesaroni. Una passione, la boxe, e amici in comune li hanno fatto incontrare. Ascani era un discreto dilettante della Libertas dell’avvocato Rubino, dove insegnava Goffredo Placidi; anche Mattioli ha fatto il suo tirocinio con la boxe dilettantistica, provenendo dalla gloriosa Ferrovieri, dove insegnava suo nonno, il grande maestro Armando Alleori, e poi quando la Ferrovieri si sciolse si allenò alla Preneste Ring dei fratelli Natale. Una passione la loro rimasta salda e rinfocolata dal desiderio di fare qualcosa per questo sport, l’occasione

lavorato mattino e sera, un po’ da noi, un po’ aiutati dai ragazzi e da altri appassionati, anche le istituzioni all’epoca, viste le nostre buone intenzioni, ci diedero una mano. Logicamente abbiamo iniziato con pochi iscritti, ma abbiamo bruciato le tappe diventando una grossa realtà del territorio. E da uno scherzo, quasi, con cui siamo partiti, si è trasformato in un impegno grande. L’ XI Municipio ci ha riconosciuto a più riprese i meriti della nostra iniziativa, cosa che a sua volta lo ha fatto conoscere con i nostri successi, anche fuori dai confini. Abbiamo avuto

sempre presenti, anche se abbiamo qualche acciacco - ribadisce Mattioli - Sembra che ci manchi sempre l’impegno nei confronti dei ragazzi, e allora ci sforziamo e cerchiamo di essere sempre presenti”. La Team Boxe Roma XI è stata sempre attiva anche dal lato organizzativo. Una trentina di riunioni dalla nascita ad oggi portano il loro marchio di fabbrica. Molte sono state dedicate a personaggi in particolare come Armando Alleori, il maestro, Renato Biaggetti, un giovane della zona ucciso da balordi, Alvaro Nuvoloni, grande campione romano degli anni ’40

V I S I TA

ALLA

PA L E S T R A

“La zona che dalla Garbatella va a Tor Marancia ha sempre avuto una tradizione forte per la boxe. A tenerla viva oggi c’è la Team Boxe Roma XI.”

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Italo Mattioli con Falcinelli, Sotto Ascani con Althea Ciminiello e Sabrina Marconi

e ’50, nato nella Garbatella, allenato da Giuseppe Ballarati prima e poi da Quintilio Nobili all’Indomita. Le riunioni organizzate dalla Società si sono svolte in piazze tradizionali della Garbatella, davanti alla Basilica di San Paolo, dentro la palestra, ma rimase impressa quella che si svolse sette anni fa nel cuore della Sapienza, la storica Università romana. Fu la prima volta che la boxe valicò le mura dell’Ateneo e l’unica volta, un’ impresa storica. La palestra ha un buon numero di iscritti tra agonisti e amatori come riferiscono i due tecnici: “ Abbiamo quasi in pianta stabile una trentina di agonisti. C’è un ricambio continuo, quasi generazionale. Chi va e chi viene, chi rimane e in un certo senso fa parte del nostro mondo. Da noi si allenano alcuni professionisti come Giovanni De Carolis, in pratica nato nella nostra palestra, Andrea Pesce, Manuel Grimieri De Ioanni, Andrea Angelocore, sparito dopo la conquista del

La soddisfazione ricevuta da un singolo va di pari passo a quella della Società che da anni campeggia al vertice nel Lazio, ma anche nella classifica Nazionale come è avvenuto l’anno scorso con un lusinghiero VI posto. Rimane ancora nella memoria l’incredibile exploit femminile agli Assoluti di Barge tre anni fa quando Althea Ciminiello e Sabrina Marconi si laurearono campionesse. “ Se andiamo a vedere gli ultimi Assoluti di Galliate conferma con giustificato orgoglio Mattioli - Vianello, vincitore dei + 91 kg., era un ragazzo che è cresciuto da noi, anche se oggi sta nella Forestale e si allena alla Phoenix Gym, Mattia Faraoni, battuto in finale dei 91 kg., è nostro come pure Damiano Falcinelli, battuto in finale da Zito nei 69 kg.. Se le loro strade si fossero incrociate in altra maniera, avremmo potuto conquistare tre titoli. Lo so che è fantascienza, ma serve a far capire come sta operando la nostra Società”. L’elenco di titoli e vincitori di Tornei, soprattutto nei settori giovanili, ma anche tra gli Elite, della Team Boxe Roma XI è lungo e porta i nomi di Sonnino, Biagiotti, Faraoni F., Bottoni, Althea Ciminiello, Sabrina Marconi, Vianello, Faraoni M., Sanna, Riccio, Falcinelli, Puleo, Mazzali. La palestra apre i battenti dal lunedì

Mondiale Giovani, e Mirco Ricci, grande promessa, per un periodo si è allenato da noi”. Parliamo un po’ di soddisfazioni e i due maestri all’unisono scandiscono il nome di Giovanni De Carolis. Il giovane dopo una brillante carriera dilettantistica è arrivato ai vertici del professionismo come dimostra la sua ultima sfida in suolo tedesco contro una sorta di monumento, l’armeno Arthur Abraham, ex campione del mondo dal pugno devastante.

al venerdì alle 15 per un viavai di agonisti e amatori senza restrizioni d’orario fino alla sera: dal professionista al dilettante, dall’ esordiente all’amatore si allenano, gomito a gomito, ascoltando le indicazioni dei maestri che sono coadiuvati da Franco Venditti e Sandro Novelli. Venditti, recentemente è stato nominato Maestro per la sua lunga attività, è anche personaggio noto fuori dal ring, i suoi ricordi del passato diventano ghiotta materia per chi vuol conoscere campioni ed

episodi. La sua lunga amicizia con Tiberio Mitri, i Proietti, Guido Nardecchia, Steve Klaus e Natalino Rea, lo ha reso depositario di verità legate a personaggi, diventati ormai leggenda. Venditti è anche un caratterista cinematografico, ben voluto da Carlo Verdone con cui ha recitato a Grand’ Hotel Excelsior. Alla Team Boxe tra gli Amatori si allena anche il figlio del regista-attore, tocca a Venditti vigilare perchè al giovane non baleni l’idea di salire sul ring e combattere.

...Siamo entrati nel decimo anniversario di una delle più fulgide realtà della boxe romana, che ha travalicato di successo in successo anche i confini nazionali.

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ROUND XXI - PATRIZIO OLIVA

cosi’ Oliva E’ diventato attore DAL

RI NG

A L

PA L C O S C E N I C O

DI LUCA CISTERNINO PH archivio FPI

M atteo Garrone, il regista di “Gomorra”, ha ricevuto il suo nome fra le proposte di casting per il nuovo film “The Tale of Tales”, tratto da “Lo cunto de li cunti” di Giovan Battista Basile e tradotto in inglese. Film che avrà come protagonisti Vincent Cas-

man, attore sul piccolo e sul grande schermo e, recentemente, anche attore di teatro con l'impegnativa maschera di Pulcinella. Patrizio Oliva “il trasformista”, insomma, un Fregoli dei tempi moderni, sempre a caccia di nuove esperienze, di nuove emozioni, per sé e per chi lo segue. A stargli vicino, insomma. non c'è il rischio di annoiarsi. Ogni tanto ne tira fuori una nuova. Che altro ancora?...

lone per beneficenza, (a proposito, questa fra le tante attività fin qui praticate ci era sfuggita...) grazie al fiuto del regista Luciano Capponi: “Mi osservò nello spogliatoio mentre parlavo e scherzavo con i compagni. Mi si avvicinò dopo la partita e mi disse: 'tu devi fare l'attore'. Pensavo scherzasse e invece...”. Invece gli riservò un cammeo in “Butterfly zone” e lo volle addirittura protagonista nel film “Il Flauto”,

“Mi osservò nello spogliatoio mentre scherzavo con i compagni. Mi si avvicinò dopo la partita e mi disse: tu devi fare l'attore'. Pensavo scherzasse e invece...”. sel e Salma Hayek . La carriera di attore di Patrizio Oliva, insomma, è sul punto di decollare definitivamente verso mondi e traguardi insospettati. Pugile ai massimi livelli (titolo olimpico e mondiale prof, accoppiata che è privilegio di pochissimi), poi organizzatore (in tandem con Elio Cotena), cittì azzurro, commentatore televisivo, cantante, ballerino, show-

“Non so... Questa è stata davvero un'esperienza molto diversa da tutte le altre. Ma anche più importante ed impegnativa. Chi l'avrebbe mai immaginato? E poi nei panni di un personaggio storico, popolare, interpretato da grandi attori del passato..., era facile sbagliare. Ma il mio è un Pulcinella diverso, fuori dal solito clichè”. Tutto nacque da una partita di pal-

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(passato in autunno nelle sale italiane) in cui interpretava uno spazzino, Gennaro Esposito, in un cimitero. Figura vagamente ispirata alla celeberrima poesia di Totò “'a livella”. “Due ore all'alba” il titolo della pièce scritta dallo stesso regista Capponi che poi ha guidato per mano Patrizio nel nuovo lavoro teatrale, attraverso una tournée in giro per l'Italia nell'in-


verno scorso, toccando piazze importanti come Milano e Roma. E' la storia di un Pulcinella in carcere, condannato a morte ai tempi dei Borbone. La scena si svolge in carcere, la notte prima dell'esecuzione. Con Pulcinella sono coprotagonisti il carceriere (Giulio Brando) e la fidanzata (Anna Capasso). L'interpretazione di Oliva ha lasciato piacevolmente sorpreso anche uno stimato critico del settore, come Valerio Caprara, che lo ha visto prima a cinema come protagonista de “Il flauto” e poi a teatro: “Patrizio ha una comicità antica - osserva Caprara che sarebbe piaciuta tanto a Pasolini, per la straordinaria vitalità. Nel film spicca la sua spontaneità e la maschera antica di grande comunicativa. Sembra uno scugnizzo uscito da una scultura di Gemito. A teatro esprime una notevole vis comica, ma anche tragica. Io credo che se trova il regista giusto ha buone chances in questo mestiere”. E lui ci crede, anche perchè mai come stavolta ha avuto la piena approvazione anche dalla moglie Nilia: “Ha fatto tante altre cose - ammette la signora Oliva - come il cantante, il ballerino. Gli ho sempre detto: divertiti, così giusto per passare il tempo. Ma stavolta credo che abbia trovato qualcosa in cui ha veramente delle qualità. Sono una cinefila da sempre, quindi un po' me ne intendo.” Comica e amara al tempo stesso come da tradizione, la maschera di Pulcinella anche in “Due ore all'alba”,manda chiari messaggi sociali: “Messaggi estremamente attuali - spiega Patrizio - perchè il mio Pulcinella dice basta all'antica filosofia di 'adda passà 'a nuttata'. La nuttata da sola non passa. Bisogna ribellarsi, rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Sulla scena io spiego che la nuttata è una carretta nera e pesante, che

non si smuove se non tiriamo. Se quindi vogliamo che la nuttata passi, bisogna che tiriamo tutti insieme. E, con la crisi che stiamo attraversando, questo messaggio mi sembra più che mai attuale ”. Dalle tavole del ring a quelle del palcoscenico. Ma dov'è finito l'Oliva expugile, ex-campione? La boxe, insomma è morta e sotterrata? “Neanche per idea! La boxe è come il primo amore, ti rimane nell'anima. In fondo, qualunque cosa io faccia, porto sempre con me l'immagine dell'expugile. Ed anche per questo cerco di rompere il vecchio, usato ed abusato copione dell'ex-pugile suonato o magari delinquente. Io mi sento sempre, orgogliosamente, uomo-immagine della boxe”.

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Patrizio Oliva Campione del Mondo a Montecarlo nel 1986, sotto un allenamento in palestra


ROUND XXIII - SARANNO FAMOSI

COME L’ARABA FENICE E’ RINATO DALLE SUE CENERI: INTERVISTA AL CAMPIONE ITALIANO ELITE DEI MEDIOMASSIMI VA L E N T I N O MANFREDONIA

DI VALERIO ESPOSITO PH IL FOTONE G. MONACELLI

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alentino Manfredonia nasce in Brasile il 29 settembre del 1989. Inizia a muovere i primi passi nel mondo pugilistico all’età di 10 anni a Napoli presso l’A.S.D. Pugilistica De Novellis, famosa palestra di pugilato situata nel quartiere Rione Traiano, nota per i tanti successi ottenuti non solo in ambito sportivo ma anche per l’intensa attività svolta nel sociale con i ragazzi “difficili” del quartiere. Valentino vanta all’attivo 66 incontri, due titoli italiani (nel 2006 e nel 2007) e due medaglie di bronzo ai tornei internazionali svolti in Lituania e in Croazia durante la sua attività nelle categorie giovanili, poi un buco di 2 anni e la rinascita fino alla conquista del Campionato Italiano Elite nel Dicembre scorso. Finalmente è arrivato il tricolore agli assoluti... finalmente è arrivato il mio momento!! Dopo tanti sacrifici ce l’ho fatta!! Al verdetto finale pensavo di non esserci riuscito perché il match è stato fermato perché dalla mia ferita fuoriusciva troppo sangue, ma l’ esito finale ha premiato tutti i sacrifici! Ho vinto, sono Campione Italiano! un mix di emozioni indescrivibili Riassumici la tua scalata al titolo italiano In tutto ho disputato 6 match, due nelle fasi regionali e quattro nelle fasi nazionali. Ovviamente tutti vinti e più vincevo più mi allenavo per la voglia di arrivare al mio unico obiettivo...Vincere! Qual’è stato il match più bello e quale quello più difficile?

Il match più bello è stato ai quarti di finale contro il lombardo Oberti, perché forse proprio da quel match hanno capito il talento che c’ è in me..! Il più difficile è stato la finale ma non è stato difficile a livello tecnico o atletico, ho avuto un po di difficoltà a causa della ferita che continuava incessantemente a

“...impegno costante negli allenamenti e non solo... chi sceglie di fare questo sport sceglie anche di modificare stile di vita con sacrifici enormi anche nella quotidianità...” sanguinare e non mi permetteva di vedere bene con entrambi gli occhi. Avevi già incontrato Sperandio.. Ho combattuto contro Sperandio in occasione dei Campionati Italiani Juniores nel 2007 e obiettivamente all’epoca era più bravo di me anche in virtù della maggiore esperienza che aveva del ring. In quell’occasione vinse meritatamente. Secondo te, come si diventa campioni?

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Con impegno costante negli allenamenti e non solo...chi sceglie di fare questo sport sceglie anche di modificare stile di vita con sacrifici enormi anche nella quotidianità come un alimentazione sana e una vita regolare. I risultati si ottengono con i Sacrifici! Quando come e perché hai scelto di fare la boxe? Ho messo piede in palestra per la prima volta a 10 anni con l’intento di dimagrire. con il susseguirsi delle lezioni mi appassionavo sempre di più e così cresceva anche il mio impegno negli allenamento fino ad arrivare al mio primo match a 14 anni. Primo match, prima vittoria! Lì ho capito che appartenevo alla Boxe! Hai una brillante carriera pugilistica segnata da tanti successi nelle categorie giovanili e da un buco (vuoto) di 2 anni...raccontaci quel periodo Sono stato Campione Italiano dei 66 Kg nel 2006 e dei 75 Kg nel 2007 poi tra il 2009 e il 2011 stavo per appendere i guantoni al chiodo. Non avevo più voglia di fare pugilato complice anche un infortunio alla spalla che, nonostante l’operazione, non riuscivo proprio a recuperare. Iniziai a darmi alla “vita mondana” tra cibo, drink e qualche sigaretta. Ormai per tante persone ero un ex pugile con due titoli italiani alle spalle. Nell’ambiente pugilistico avevo perso “considerazione”, non ero più nessuno ma con questo titolo vinto a Novara sono rinato. Quale e stato il momento più bello della tua carriera e quale quello più brutto? Il momento più bello della mia carriera è stato senza dubbio la vittoria dei Campionati Italiani Assoluti, un momento indescrivibilmente emozionante. Io


Campione Italiano, dopo tanti sacrifici finalmente sono il Numero Uno! Il momento più brutto è stato quando 2 anni fa stavo per mollare tutto. Stavo per rinunciare a tutto ciò che ho sempre sognato.. Ti sei trasferito da Napoli a Rimini, perché questo cambiamento? Sono arrivato a quel punto nella vita in cui bisogna fare delle scelte..mi ero prefissato l’obiettivo di vincere i Campionati Italiani e se volevo allenarmi senza distrazioni impegnandomi al massimo a Napoli non potevo più stare. Obiettivo raggiunto! Hai un pugile preferito a cui ti ispiri e perché? Il mio pugile preferito è Alì. Mi ispiro a lui perché era un grande campione dentro e soprattutto fuori dal ring. Vedevo i suoi match fin da piccolo, tanti amici e alcuni maestri dicono che ho un po il suo stile “vola come una farfalla e punge come un’ape” Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Il mio obiettivo è partecipare alle Olimpiadi di Rio e magari concorrere per la vittoria. E’ il sogno di ogni atleta ma per me è differente perché sono nato in Brasile e per me sarebbe il massimo vincere

una bella medaglia nella terra dove sono nato. Pensando al presente, dopo il titolo Italiano devo cercare di convincere i tecnici della nazionale convincendo anche in ambito internazionale! Mi stuzzica anche l’idea di combattere come professionista. Chi vuoi ringraziare e a chi vuoi dedicare questa vittoria? Ringrazio infinitamente il mio Maestro Guido De Novellis! Anche se ho fatto parte dell’Emilia Romagna in questi campionati, lui mi ha insegnato tutto ed è stato nel mio angolo sempre, nelle belle vittorie e nelle brutte sconfitte senza mai lasciarmi solo .Anche a Km di distanza, sia quando mi alleno che quando combatto, sento e ascolto i preziosi consigli e gli insegnamenti che mi ha impartito nel corso degli anni. Ringrazio il mio preparatore atletico nonché mio grande amico Valerio Esposito: parte della mia rinascita è opera sua, grazie a lui ho recuperato dall’infortunio alla spalla e sono ritornato al top della condizione dopo 2 anni di stop. Ringrazio i tecnici Gennaro Marcone e Bruno Valente e tutta la Pugilistica De Novellis. Il raggiungimento di questo importante traguardo lo dedico alla mia famiglia e a tutti gli amici che mi hanno sempre sostenuto.

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Sopra: Valentino Manfredonia contro Adriano Sperandio in finale agli ultimi campionati italiani; Sotto: la vittoria in semifinale contro Amin Ettesami


napoli sul ring

ROUND XXIV - NAPOLI SUL RING

DI ADRIANO CISTERNINO PH gaetano caso

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etti una mattina a colazione cinquant’anni di storia della boxe napoletana in un ristorante a mezza costa fra il mare di Mergellina e la collina del Vomero, “D’Angelo”, con l’incanto del Golfo davanti e con Patrizio Oliva, oro olimpico e campione mondiale “prof ”, ormai consumato show-

due giornalisti, due scrittori che li hanno osannati a suo tempo e che ora, in tempi di crisi anche sul ring, si sono divertiti a celebrare le storie mondiali del ring, quelle degli eroi che resistono all’usura del tempo perchè ormai fanno parte della storia dei loro popoli. Franco Esposito e Dario Torromeo, giornalisti con i globuli rossi a forma di guantoni, hanno presentano “Gi eroi del ring”, quarantesi storie di grandissimi dei guantoni “all time”, fra i quali anche quattro italiani, “percentuale non tra-

sfida tricolore con Duran, c’era Enzo Guerra, vincitore di Mazzinghi con i complimenti di Loi e poi battuto nella finale tricolore da Benvenuti, c’era Antonio Picardi, campione d’Italia e di cinque sfide europee perse, ma tutte all’estero, c’era Ciro De Leva, campione d’Europa e uno sfortunato assalto mondiale con un “certo” Pinango, c’era Elio Cotena, campione d’Europa e poi diventato organizzatore di tanti mondiali visto che, da pugile, la chance mondiale gli era stata negata. E che

scurabile”, come ha sottolineato nella presentazione Pietro Gargano, giornalista e scrittore raffinato. Carnera, Loi, Benvenuti e Mazzinghi, con le loro memorabili imprese, sono perfettamente a loro agio in questa “hall of fame” della boxe mondiale che raccoglie personaggi del calibro di Chavez, Cerdan, Loche, Schmeling, Monzon, De La Hoya, Pacquiao, tanto per citare qualche nome in ordine sparso. Storie di pugili, ma anche storie di popoli, di momenti storico-politici: “il potere si è sempre appropriato dei campioni” ha sottolineato Gargano, rilevando come queste storie guardano sul ring ma anche intorno al ring, nei loro contesti socio-politico-economico. Brani di queste storie sono stati letti dall’attore Giuseppe Ippolito davanti alla platea estasiata degli ex-campioni napoletani che hanno scritto la loro storia, la storia della boxe napoletana dal dopoguerra a ieri, raccontando aneddoti e battute al microfono di Patrizio Oliva. C’era Tonino Borraccia, imbattutto in una tournèe di sei incontri negli Usa, c’era Mario Lamagna, ottomila spettatori al Palargento per la sua

dire di Alfredo Raininger, campione d’Europa contro Castanon e contro i pronostici, di Salvatore Bottiglieri, due volte vincitore del popolare Melluzzo, di Mimmo Di Iorio, un tricolore portato vittoriosamente in giro per l’Italia, di Biagio Zurlo, vincitore di Alessandro Duran, di Pasquale Perna, diciassette sfide tricolori, un record, e poi Giovanni De Luca, Gaetano Caso, Gigi Di Costanzo e Lello Massei, e Vittorio Urso, ex-arbitro di tanti titoli mondiali, e Lucio Zurlo che sta per festeggiare i 50 anni della Vesuviana, e Enrico Apa, arbitro olimpico, ora presidente del Comitato. Insomma ce n’erano di eroi napoletani del ring sotto gli occhi di Franco Porzio, ex-mancino terribile, eroe napoletano delle piscine. Una “mattinata” da consegnare alla storia, realizzata con la squisita ospitalità di Michele Giugliano e la figlia Ida, ristoratori d’antica tradizione napoletana, e suggellata da una raffinata colazione con un menù preparato dagli chef Giovanni Morra e Angelo Falanga sotto la direzione di Gennaro Varchetta. Conclusione all’insegna di pastiera e spumante italiano.

“...celebrati i più grandi napoletani della storia del pugilato...”

man, il microfono fra le mani come il suo antico sinistro, fra campioni d’Europa, campioni d’Italia di tutte le categorie, tutti rigorosamente napoletani, a “rimembrar quel tempo in cui....” splendevano i loro sogni fatti di pugni veri e vincenti. Così, fra mille ricordi, aneddoti e battute, sfilano vecchi eroi di centinaia di battaglie del ring, con qualche capello in meno e qualche chilo in più, per celebrare la boxe napoletana dei bei tempi, ed abbracciare

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ROUND XXV - MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO

La stampa sportiva italiana dall’Ottocento al Fascismo (le oltre 400 testate dimenticate) DEL

MITI E ST OR I E G I O R N A L I S M O S P O RT I VO

DI TOMMASO GREGORIO CAVALLARO

“NON

feriti e dei loro beniamini. L’Italia, oltretutto, è quasi un unicum nel panorama massmediologico mondiale, essendo l’unico paese nel quale si pubblicano tre quotidiani interamente dedicato allo Sport. Uno dei leit-motiv di questo libro è proprio spiegare perché sia successo tutto questo, tornando indietro nel tempo fino ai primordi del giornalismo sportivo italiano: quando, cioè, non c’erano ancora (e non s’immaginavano neppure) né radio né televisioni, tantomeno Internet o la comunicazione on-line. La genesi del Giornalismo sportivo italiano l’autore la racconta anche attraverso le vicende umane e professionali dei maggiori pionieri e di coloro che contribuirono a fare in modo che raggiungesse l’importanza che ha ancora ai nostri giorni. Questa

si chiede ai Neòfiti che oggi militano in fitta schiera nel giornalismo sportivo di rendere omaggio… ai sacrari di coloro che, in tempi lontani e in dignitosa povertà di mezzi, aprirono le vie ad una specializzata attività professionale, ma se riconoscenza per quei pionieri non si pretende, apprendano almeno, i nuovi venuti, i nomi e le opere di quanti contribuirono ala creazione e allo sviluppo di questo giornalismo sportivo nel quale hanno trovato un confortevole collocamento”. Questa frase di Gavroche, al secolo Giulio Corradino Corradini (Torino 18861966), uno dei più grandi virtuosi della penna dello sport italiano e fondatore nel 1912 di una delle più importanti pubbli-

“Questa opera consente a tutti, inoltre, di conoscere approfonditamente le 400 testate di sport apparse in Italia tra il 1859 e il 1919”

cazioni periodiche sull’attività da diporto, Il Guerin Sportivo, riassume l’essenza principale del messaggio che Giulio Colasante ha voluto dare attraverso le pagine di questa sua opera a tutti i suoi colleghi del mondo dei Media Sportivi e a coloro che giornalmente soddisfano il loro appetito di news sportive tramite Stampa, Radio, Tv e vie virtuali. Cosa era il Giornalismo sportivo ai suoi albori? E soprattutto come è nato? Questo libro presentato il giorno 21 gennaio us a Roma presso il Palazzo delle Federazioni - descrive in maniera precisa e rigorosa gli albori di questa professione e le vicende

riguardanti i primi giornali e giornalisti di sport. Pochi sanno che il primo quotidiano sportivo venne pubblicato in Italia già nel 1905 e che il primo settimanale calcistico fece la sua apparizione nelle edicole nel 1910. Ma soprattutto che il primo giornale dedicato alle attività ludiche e sportive porta la data del 1859! Un legame, quello tra Sport e Giornalismo, che negli anni si è cementificato fino a divenire indistruttibile in virtù della passione di milioni di aficionados che, grazie ai mezzi di comunicazione di massa, vedono soddisfatta la loro voglia di essere sempre informati sulle vicende dei loro sport pre-

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opera consente a tutti, inoltre, attraverso complete schede bibliografiche, di conoscere approfonditamente le 400 testate di sport apparse in Italia tra il 1859 e il 1919. In pratica il percorso del primo Giornalismo sportivo italiano dall’Ottocento al Fascismo, che ha fattivamente contribuito al sucesso e sviluppo dello sporto in Italia. L’uscita di questo studio ha coinciso col centenario della fondazione, avvenuta il 21 novembre 1913, dell’ASSI (Associazione Stampa Sportiva Italiana), la prima organizzazione di categoria che, sciolta durante il Fascismo, è risorta nel 1947 con il nome di USSI.


ROUND XXVI - ANGOLO ROSSO

Sara Corazza A NG OL O

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ara Corazza è nata a Ferrara e ha compiuto da poco 24 anni. Si allena nella Costantino Boxe dove si trova in ottima compagnia per quanto riguarda le donne. Da anni viaggia e veleggia ai primi posti della classifica con varie puntate anche in Nazionale. Capelli corti, biondina, con una spruzzata di efelidi sul volto dà l’idea di una svedesina, più che un’ estense purosangue qual è. Ha un record interessante con ben 55 match disputati (+ 35, - 15, = 5) da quando ha esordito nel 2007 ad oggi. La sua prima partecipazione agli Assoluti è avvenuta nel 2010 a San Benedetto dove fu sconfitta nella prima giornata da Monica Gentili. Va meglio a Barge l’anno dopo, ma è sconfitta in finale da Silvia Bortot. Nel 2012 corona il suo sogno di diventare campionessa d’Italia a Roseto degli Abruzzi. La città abruzzese sembra portarle fortuna vincendo quest’anno il Guanto Rosa. A Padova agli Assoluti trova disco rosso di fronte a Nunzia Patti al termine di un match avvincente. Il suo peso attualmente oscilla tra i 60 kg. a fatica e i 64kg, anche se non rifiuta avversarie di 69kg. Cosa porta una ragazza graziosa dall’apparenza tranquilla a infilare i guantoni? Questo è il sesto anno che combatto. Sono en-

R OSS O

DI ALFREDO BRUNO PH Luigia Giovannini trata in palestra così, per caso, con qualche amico; principalmente per mettermi in movimento perché volevo calare di peso. Poi i miei amici se ne sono andati e mi hanno lasciata sola. Io dopo aver visto gli altri fare i guanti in pratica non sono più uscita dalla palestra. In famiglia che pensano? All’inizio erano titubanti, preoccupati per una ragazza che fa uno sport “del genere”. Oltrettutto io di carattere sono l’anticombattività personificata, l’antilitigio per eccellenza, un motivo per dar ragione al loro scetticismo. Il maestro ha cominciato a farmi fare la gavetta con quelle più forti e quando i miei venivano a vedermi, prendevo un sacco di botte. Poi con

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il passare del tempo si sono ricreduti e sono diventati i miei fans più accaniti, anche se talvolta sono io che cerco di tenerli lontano, perché la loro presenza mi emoziona un po’ . Gli amici che pensano? Gli amici in pratica ci hanno creduto solo quando mi hanno visto combattere. Che fai nella vita? Lavoro come cameriera in una pizzeria con degli orari un po’ particolari, spesso lavoro la notte fino a tardi. Cosa ti piacerebbe? Nei periodi con più riposo mi piace girare e viaggiare. Qual è il tuo colore preferito? Il verde. Tutto ciò che è verde. Non so il motivo, ma è sempre stato il mio colore fin da piccola. Mi dà il senso della natura. Per me è tutto verde, spesso mi prendono in giro per questa cosa. Ti piace la musica? Moltissimo. Una preferenza in più per il rock, ma ascolto tutto, qualche volta a secondo della mia emotività. Sei superstiziosa? Un pochino. Prima di ogni match ho da sempre i miei rituali. Combatto solo con le bende gialle, devo ascoltare una canzone nell’arco della giornata prima del match. Dire qualche cavolata senza senso con il mio maestro. Ti piace il cinema? Molto. Io avevo iniziato a studiare scenografia, purtroppo ho dovuto smettere per via del lavoro. Come vedi la situazione del pugilato femminile, cosa manca ancora? Ci tengo a precisare, che da quando ho iniziato fino ad ora, soprattutto negli ultimi due-tre anni le cose sono molto cambiate. Prima quando dicevo che facevo il pugilato sembrava una cosa strana, adesso invece ha un suono diverso. Posso anche capire quello che manca, perché siamo inferiori numericamente rispetto agli uomini. A me piace partecipare a Tornei e Campionati, mi piace quello che vedo, quello che trovo, lo stare insieme diventando in pratica avversarie solo in quei 12’ sul ring.


ALESSIA MESIANO A N GOL O

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lessia Mesiano è nata a Latina 21 anni fa. Ha disputato 32 incontri (+ 19, = 4, 9). Nel 2011 ha vinto il Torneo Nazionale a Roseto degli Abruzzi. Si è ripresentata l’anno successivo, sempre a Roseto degli Abruzzi, per gli Assoluti, perdendo in semifinale con Romina Marenda. Ha vinto quest’anno gli Universitari di Cassino ed è stata sconfitta nuovamente da Romina Marenda alla I edizione del Guanto Rosa e agli Assoluti Femminili disputati a Padova. Alessia è un assidua frequentatrice del Gruppo Sparring “Pugilesse” della Regione Lazio e ultimamente fa parte della Nazionale. Ha uno sguardo sereno, apparentemente timido, ma quando risponde alle domande o sta sul ring dimostra quella sicurezza, che le sue avversarie hanno cominciato a conoscere e a temere. Gli inizi sono la domanda d’esordio… Ho iniziato tre anni fa per curiosità entrando nella palestra che aveva aperto un mio amico a Latina. Io veramente mi allenavo e gareggiavo già in atletica. Poi con il passare del tempo mi sono innamorata sempre più di questo sport e non sono riuscita più a smettere. Mi è venuta una periostite tibiale, perché avevo forzato troppo con due sport. Sono stata costretta a scegliere e ho continuato con la boxe. Come vivi la boxe con la tua famiglia? Mio padre non era tanto contento. Mia madre diceva che questo era uno sport per maschi. Entrambi avevano paura che mi sarei fatta male e che mi avrebbero rotto il naso. Poi hanno visto la mia determinazione e si sono messi l’animo in pace. Adesso sono contenti. Qual è il lato positivo della boxe? A me dà più sicurezza. Sicuramente non è molto femminile a guardarla. Ma è una considerazione che non mi fa né caldo né freddo. Ormai non riuscirei a vivere senza allenamenti, senza combattere. Mi dà una sensazione troppo bella, non facile da descrivere. Cosa fai nella vita? Studio Lingue all’ Università di Tor Vergata. Alla tua Facoltà sanno di te?

ROUND XXVII - ANGOLO BLU

B LU

DI ALFREDO BRUNO PH Luigia Giovannini Si lo sanno, si meravigliano, le solite cose. Ti piace la musica? Si mi piace tutta, non ho preferenze. Mi piace andare a ballare in discoteca con gli amici, però al primo posto c’è sempre il pugilato. Il giorno più amaro? La prima sconfitta che ho subito da Arianna Zaccagnini. Era il secondo match e ho perso per ferita. E’ stato un bell’incontro. Devo essere sincera sono tornata in palestra abbastanza incavolata. Mi sono messa sotto, quella sconfitta mi ha dato lo stimolo ad allenarmi di più e meglio. Il giorno più bello? Quando ho vinto il primo Torneo Nazionale. La pugile che ti ha impressionato di più?

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Senz’altro Romina Marenda. Con lei ho perso tre volte, però vorrei mettercela tutta per rifarmi, magari ai prossimi Campionati. Lei è molto brava, un osso duro. Saltando di palo in frasca qual è il tuo colore preferito e perchè? Il blu. Mi rilassia, perché è il colore del mare, del cielo. Ti piace leggere? Leggo molto, non vivo di solo internet. Mi piacciano soprattutto i romanzi Fantasy e il mio autore preferito è Licia Troisi. Li ho letti un po’tutti, anche se non conosco ancora George Martin, che spero di leggere al più presto. Un tuo parere sui collegiali a cui partecipi assiduamente… Sono utilissimi, mi danno l’opportunità di allenarmi e di confrontarmi con le altre ragazze. A Latina non ci sono ragazze che fanno la boxe, qualche volta sono costretta ad allenarmi coi maschi e non è certo la stessa cosa. Con le ragazze invece c’è spirito di emulazione, di rivalità.


ROUND XXVIII - GIANFRANCO ROSI

SETTE VITE COME I GATTI GI A N F RA NC O

Il pugile è stato il più longevo dei nostri campioni

CON una carriera professionistica incredibilmente lunga, durata 27 anni, e la disputa di 17 incontri per il titolo mondiale, Gianfranco Rosi è passato alla storia del pugilato come uno dei più grandi campioni della boxe italiana. Il segreto della sua longevità sportiva e dei suoi innumerevoli successi sono stati il grande senso di sacrificio negli allenamenti,

R OSI

DI GIANNI VIRGADAULA PH ARCHIVIO FPI Gresta e poi Alvaro Chiabolotti, che per Rosi si rivelò determinante per la costruzione della sua carriera. Dopo 17 combattimenti il 16 aprile del 1982 Gianfranco conquistò il titolo italiano dei pesi welter battendo per ab. Al 7° round Giuseppe Di Padova a Perugia, la cittadina che lo aveva adottato sin da ragazzo. Tutti i suoi sfidanti successivi vennero sconfitti prima del limite, compreso quell’Everaldo Costa Azvedo, che in tempi migliori aveva resistito a Bruno Arcari ben 15 riprese in un incontro valido per il titolo mondiale dei welter junior. Con questo promettente ruolino di marcia, Il 7 luglio del 1984 Rosi, sempre nella sua Perugia diveniva campione europeo dei welter battendo ai punti in 12 riprese lo spagnolo Perico Fernandez, ex campione mondiale dei superleggeri WBC. Con quel successo

combattimenti, ma Rosi in realtà stava preparando quella che poi si sarebbe rivelata la sua annata d’oro. Infatti, il 28 gennaio del 1987, a Perugia, conquistava il titolo europeo dei superwelter sconfiggendo ai punti in 12 riprese il picchiatore Chris Pyatt, che pur avendolo messo a tappeto al 6° round, comunque finì sconfitto chiaramente ai punti. A maggio difendeva il titolo contro Mario Sole (battuto per KO al 2° round) e in giugno a Cannes respingeva l’assalto di Marc Riocco, squalificato al 5° round. Arrivava così il momento sempre sognato da Gianfranco, quello di potere divenire campione del mondo. L’opportunità gli si presentò davanti ai suoi fans perugini il 2 ottobre del 1987, quando potè sfidare il pericoloso messicano Lupe Equino, campione mondiale WBC dei superwelter. Fu quello un capo-

“vinceva e rafforzava quella popolarità che ha saputo tenere sempre alta anche fuori dal ring, grazie al suo carattere sanguigno e spumeggiante ...” una forza di volontà incrollabile e un entusiasmo, tutt’oggi contagioso, che è rimasto sempre costante dai primi pugni tirati fra i puri sino agli anni della maturità Gianfranco, nato ad Assisi il 5 agosto del 1957, dopo una carriera dilettantistica non priva di soddisfazioni che, sotto la guida dell’allora giovane maestro Franco Falcinelli, lo condusse alla conquista del titolo italiano nel 1976 nella categoria dei superleggeri, debuttò fra i professionisti nel 1979 battendo Francesco Sanna ai punti in 6 riprese. Il suo preparatore atletico era Giovanni Bocciolini, mentre i suoi procuratori furono Silverio

Gianfranco divenne il primo pugile umbro a vincere un titolo europeo di pugilato. Ma il 5 gennaio dell’85 egli finiva clamorosamente KO in tre riprese di fronte allo sfidante britannico Lioyd Honeyghan. Una sconfitta pesante che fece pensare ad un suo ritiro. Ma 6 mesi dopo Gianfranco, da poco sposatosi con la sua fidanzata storica Patrizia, rientrava sul ring. Appena 2 match per recuperare la migliore forma e poi il 23 novembre a Viterbo riconquistava il titolo italiano dei welter mettendo KO in 8 riprese Gaetano Caso. L’anno successivo, il 1986, era un anno di scarsa attività, con appena 2

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lavoro tattico di Rosi che riuscì ad imbrigliare l’aggressività dell’avversario ed imporre il suo pugilato, più lineare e scintillante, con il risultato di ottenere un chiaro verdetto ai punti e la conquista del titolo. Chiunque a quel punto si sarebbe fermato un po’ per godersi il successo. Ma Gianfranco non ha mai saputo dormire sugli allori ed appena tre mesi dopo, il 3 gennaio dell’88, difendeva il titolo mondiale a Genova mettendo KO al 7° round il pericoloso sfidante statunitense Duane Thomas. Una vittoria tanto limpida e schiacciante da indurre il nostro campione ad accettare la sfida


del pericolosissimo Donald Curry, detto il “cobra”. Il match si svolse a Saneremo l’8 luglio e fu un calvario per il nostro campione, inspiegabilmente sottotono, che dopo 6 atterramenti venne fermato dall’arbitro al 10° round. Quella sera la carriera di Rosi sembrò davvero finire. Ma ancora una volta il perugino stupì tutti, quando il 15 luglio dell’89, esattamente un anno dopo la perdita del titolo WBC, si ritrovò ad Atlantic City ad affrontare Darrin Van Horn per il mondiale IBF dei superwelter. Sembrava una sfida impossibile, visto che il campione in carica era imbattuto dopo 39 incontri e poteva vantare 24 vittorie prima del limite. Altro fatto non trascurabile, almeno sotto il profilo psicologico, il fatto che Rosi non aveva praticamente mai combattuto all’estero ed era considerato un pugile “casalingo”. Nondimeno, già al primo round Van Horn si ritrovava al tappeto e per tutto il resto del combattimento dovette subire la superiorità dell’italiano, che stravinceva anche l’ultimo assalto costringendo l’avversario ad un nuovo conteggio. Il trentaduenne Rosi tornava sul tetto del mondo e da allora riusciva ad inanellare ben 10 difese consecutive del titolo mondiale, sconfiggendo Troy Waters, Kevin Daigle, poi Van Horn nella rivincita, e poi ancora Renè Jaquot, Ron Amundsen, Glenn Wolfe, Gilbert Baptiste, Alfredo Ramirez, Angel Hernandez, ed infine Gilbert Dalè, sconfitto due volte consecutivamente, nel luglio del ’92 e agli inizi del ’93. Questa serie ininterrotte di vittorie che vide Rosi imbattuto per 5 anni consecutivi lo fece entrare di diritto nel gotha della boxe mondiale, ed egli divenne pure il pugile italiano che più di altri aveva combattuto per un titolo iridato. Ma il 4 marzo del ’94, la fortuna parve voltargli le spalle, in occasione dell’ incontrò disputato a Las Vegas contro l’ americano Vincent Pettway. Infatti, nonostante Rosi avesse dominato i round iniziali, il match venne sospeso al 6° round a causa di una ferita subita dall’italiano a seguito di una testata dell’americano. Fu decretato il no contest e si rese obbligatoria la rivincita, che venne combattuta ancora a Las Vegas il 4 giugno. Fu quello un incontro a senso unico durante il quale Pettway sgretolò Rosi con una serie di assalti furiosi per poi finirlo al 4° round con una combinazione destro-sinistro folgorante. Quella sera Gianfranco annunciò il definitivo ritiro dal ring, ma più per l’amarezza della sconfitta che per una reale convinzione di essere arrivato al capo-

“...il 28 gennaio, conquista il titolo europeo dei superwelter sconfiggendo ai punti il picchiatore Chris Pyatt...”

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linea. E che non fosse finito Rosi volle dimostrarlo tornando ancora sul quadrato per una sfida mondiale il 17 maggio del 1995. A 38 anni Gianfranco compiva così una nuova impresa battendo ai punti a Perugia dopo 12 durissime riprese l’inglese Verno Philips al quale tolse il titolo superwelter WBC che già era stato suo. Ma il risvolto di quel mondiale fu amarissimo per Rosi che risultò positivo al test antidoping e venne quindi privato della cintura mondiale che tornò a Philips. Successivi esami avrebbero dimostrato che il campione italiano aveva in realtà assunto un farmaco per la prevenzione di traumi cerebrali consigliatogli dal suo medico. Rosi comunque ebbe l’opportunità nel 1997 di sfidare ancora l’inglese Verno Phillips a Liverpool, ma il verdetto ai punti non gli fu favorevole. Chi pensava però che sulla carriera del pugile fosse stata scritta la parola fine si sbagliava ancora. Rosi infatti, non potendo più avere dalla FPI la licenza per avere superato i 40 anni, ottenne la licenza croata e rientrò sul ring nel 2003, battendo a Fiume il pugile Mugurel Sebe. Quindi nel 2004 gli venne data la possibilità di battersi per il titolo Internazionale IBF del Mediterraneo e del centro asiatico ed est europeo pesi medi. L’avversario di Rosi era l’ungherese Peter Zsilak, che venne inopinatamente sconfitto per KO al 6° round. A quel punto per Gianfranco ci fu una parentesi televisiva con la partecipazione ad un talk-show che lo vide vincere e rafforzare quella popolarità che egli ha saputo tenere sempre alta anche fuori dal ring, grazie al suo carattere sanguigno e spumeggiante. Poi, Il 20 ottobre del 2006 a San Marino, un nuovo incontro. In quella circostanza Rosi affrontò il francese Robert Roselia in un match valido per il titolo Intercontinentale IBF dei pesi medi. La vittoria arrise al francese che all’11° round riuscì a piazzare dei durissimi colpi al volto del nostro pugile, il quale subì un tremendo KO, tanto da indurre i medici a trasportarlo in ospedale per accertamenti, causa una sospetta emorragia al cervello. Ma Gianfranco, sette vite come i gatti, si riprese presto senza alcuna conseguenza per la sua integrità fisica. Egli però aveva già compiuto 49 anni e stavolta il suo addio al ring fu definitivo. Aveva disputato 70 combattimenti di cui 63 vinti, 6 perduti e un no contest, ma c’è da credere che se i regolamenti e l’anagrafe non l’avessero fermato, probabilmente egli avrebbe continuato a combattere sino a 100 anni!


ROUND XXIX - ONBD

Il

Valori in moviemento O S S E R VAT O R I O N A Z I O N A L E BULLISMO E DOPING

pugilato è uno strumento efficace per comunicare con i giovani. A ribadirlo, facendo riferimento alla consolidata esperienza di Marcianise, è stato il Capo della Polizia Alessandro Pansa in occasione del Convegno “Il rispetto della legalità e prevenzione: i Valori dello Sport”. L’iniziativa, svoltasi a Roma lo scorso 4 febbraio ed organizzata dall’Osservatorio Nazionale Bullismo e Doping in collaborazione con il Ministero dell’Interno – Scuola Superiore di Polizia ed il SIULP, ha dato il via al Concorso Nazionale “Valori in Moviemento”, bandito e promosso dalla Direzione Generale per il Personale Scolastico del Ministero dell’Istruzione e dall’Osservatorio, con il sostegno del CONI e la collaborazione dell’Ecologico International Film Festival e di Rai Gulp. A fare gli onori di casa è stato il Direttore della Scuola Superiore di Polizia Roberto Sgalla che insieme alle numerose autorità presenti ha lanciato la Campagna Nazionale per la Prevenzione, l’Informazione ed il Contrasto del Bullismo e Doping 2014. Progetto pilota è l’iniziativa concorsuale, rivolta a tutti gli alunni e docenti delle Scuole Italiane di ogni ordine e grado che, attraverso la realizzazione di short video, potranno analizzare e reinterpretare, in forma creativa, i valori fondanti della cultura motoria e sportiva come deterrenti per il disagio giovanile. Valori che appartengono da sempre al pugilato, rappresentato dal Presidente FPI Alberto Brasca, dal Consigliere Federale Flavio D’Ambrosi e dal pluricampione Roberto Cammarelle, testimonial dell’evento insieme all’attore, presentatore e doppiatore Pino Insegno,

DI MICHELA PELLEGRIN PH ONBD

tra i componenti della Giuria Tecnica del Concorso come le attrici Claudia Gerini e Maria Grazia Cucinotta, il direttore della fotografia Fabio Zamarion, il Direttore di Rai Ragazzi Massimo Liofredi, il regista Antonio Giampaolo, il Sen. Franco Danieli dell’EIFF, il Presidente dell’ONBD Serena Parisi e l’Avv. Francesco Soro del CONI. Per l’Osservatorio la preziosa Portavoce Paola Ferrari che ha

moderato il Convegno affiancata dall’immancabile motore organizzativo Luca Massaccesi, Segretario Generale ONBD. Una sinergie di forze in campo. In prima linea il Ministro dell’interno On. Angelino Alfano che ha esortato i 150 studenti dell’Istituto Ovidio di Roma presenti a “vivere sportivamente, nel rispetto della legalità che è di per sé è la migliore forma di prevenzione”, per poi consegnare a Cammarelle, campione dello sport come nella vita, il Diploma del Rispetto. Il riconoscimento è andato anche ai campioni Giulia Quintavalle, Felice Mariani, Andrea Giocondi, Daniele Greco e Giovanni D’Aniello, testimoni della grande partecipazione dello Sport Italiano rappresentato dall’Amministratore Delegato di CONI Servizi Alberto Miglietta. Per il MIUR è intervenuto il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione On. Gian Luca Galletti. Per lui come per il Prefetto Francesco Cirillo, il Gen. Gianni Gola ed il Segretario Generale del SIULP Felice Romano, rispettivamente Presidente Onorario e Vicepresidente dell’Osservatorio, la parola d’ordine è stata “impegno”. I dati emersi dall’indagine realizzata da Ipsos sul bullismo nelle scuole superiori non sono affatto rassicuranti: un ragazzo su due subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica e il 33% è vittima ricorrente di abusi. Il 72% degli adolescenti ritiene che il cyberbullismo sia uno dei fenomeni più pericolosi del proprio tempo. www.bullismodoping.it www.valorinmoviemento.it In alto Cammarelle con il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, sotto Pino Insegno, Vladimiro Riga e il Presidente FPI Alberto Brasca

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...e tu? ccia.it iocimettolafa


ARIANNA REA

XV ROUND QUI SI FORMANO I CAMPIONI

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L

ERASMUS+

a FPI continua il suo impegno nel promuovere programmi dall’alto valore socio-culturale e che vede come protagonisti i giovani nel loro processo formativo sia mentale che fisico. Non a caso tra i testimonial voluti dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, ente governativo deputato allo sviluppo di progetti scolastico-universitari per le fasce e’età under 30, per presenziare alla Conferenza Stampa di Presentazione del Capitolo YOUTH di ERASMUS+ (ErasmusPlus) - il nuovo Programma Europeo per i settori dell’educazione, della formazione, della gioventù e del neonato settore dello sport c’era anche il Campione del Mondi dei Pesi Massimi 2013 e Capitano della D&G Italia Thunder Clemente Russo. Il tutto si è svolto a Roma, presso la sede dell’Agenzia in via Sabotino 4, lo scorso 4 febbraio. Un evento che ha visto la partecipazione di personalità sia del mondo istituzionale che sportivo. Il tavolo dei lavori, infatti, era composto da: Cécile Kyenge (Ministro dell’Integrazione con delega alla Gioventù), Giacomo D’Arrigo (Direttore Generale Agenzia Nazionale per i Giovani), la Medaglia d’Oro ad Almaty 2013 e Capitano della D&G Italia Thunder Clemente Russo, l’attrice Cristiana Capotondi, il nuotatore Massimiliano Rosolino e Alessandro Sordi (curatore di nana Bianca, facilitatore Start Up Italia).

DI TOMMASO GREGORIO CAVALLARO PH ANG Tutti sono stati concordi nell’esaltare l’importanza per i giovani di viaggiare e di confrontarsi con differenti culture per formarsi al meglio dal punto di vista personale, culturale e professionale. In primis proprio il Ministro Kyenge, che ha magnificato l’essenza intrinseca del valore che può avere per le giovani generazioni di studenti italiani nell’andare a cementare il loro background culturale e fisico con esperienze di vita-studio all’estero. “E’ importante - queste in sintesi le parole del Ministro - che i nostri ragazzi abbiano la possibilità di completare il loro percorso formativo spendendo un anno della loro vita Oltralpe. Questo è il motivo precipuo per cui è stato sviluppato il Programma Erasmus: interscambio socio-culturale tra i giovani Europei”. Un concetto ribadito anche da Clemente Russo, che ha portato come esempio la sua esperienza di vita a livello sportivo: “Se sono riuscito ad affermarmi come atleta nel mondo della Boxe è anche grazie alle molteplici esperienze che ho avuto all’estero, che mi hanno dato modo di confrontarmi con persone provenienti da ogni angolo del Pianeta. Una cosa che mi ha permesso di crescere sia come uomo che come atleta”.

Quì sotto l’ex Ministro Cecilie Kyenge con Cristiana Capotondi, in basso Clemente Russo con Fiona May e Massimiliano Rosolino

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ROUND XXX - ERASMUS +


ROUND XXXI - BOXE IN ARTE

L’arteeil fascinodellaboxe DI ROBERTO SAVI PH MASSIMO CAMPI

A RT E e pugilato, perché? Cosa c’entrano dei fogli di carta, o delle tele, dei tubetti di colore e dei pennelli, delle matite con dei guantoni e dei calzoncini, dei caschetti e degli stivaletti? Cosa c’entrano dei musei, delle gallerie, delle cornici, con delle palestre e dei palazzetti dello sport, con dei ring? Siete sicuri che non c’entrano niente?

raggiungere da un pugno. Se un pugile non lavora di gambe, non tiene la guardia, non ha dei colpi, non ha una tattica, non sa incassare o picchiare, o tenere la distanza, è come un’opera che non si lascia ricordare. Perché l’uomo dipinge quadri, oppure scolpisce la pietra, o fonde il metallo per realizzare sculture? Perché disegna la carta o incide una lastra di metallo per poi farvi stampe?

L’artista crea una immagine, il pugile combatte un incontro. In questo atto di creazione e di combattimento c’è un qualcosa di divino. Una immagine che è sia riproduzione di forme visuali ed allo stesso tempo visualizzazione di un pensiero. Un combattimento che è sia duello ed allo stesso tempo rappresentazione di una filosofia. L’artista crea una immagine perché ha

“I rimpianti non servono a niente: abbandonarvisi vuol dire perdere il tempo presente per un passato che non ci appartiene più.” (Abel Dufresne, Pensieri, massime e caratteri, 1826) Invece hanno qualcosa di fondante in comune, sia l’arte che il pugilato, e lo sport più in generale - insieme alla cultura ed al lavoro - sono le uniche possibilità di emancipazione che abbiamo per migliorare la nostra condizione onestamente, per salire l’ascensore sociale. Nell’arte, come nel pugilato, non puoi mentire, non puoi barare. Se l’immagine non ha armonia, un messaggio, un contenuto, un’idea, un pensiero, non racchiude grazia, bellezza, equilibrio va giù al tappeto come un pugile che si fa

Perché l’uomo si alza presto la mattina per andare a correre, si allena in palestra quotidianamente, sta a dieta per mantenere il peso della categoria? Perché sale sul ring ed incontra un avversario sfidandolo? Qual è il bisogno, la necessità, che spinge l’uomo a fare tutto questo? Vincere il tempo: è questa la partita che gioca il vero artista, è questo l’incontro che combatte il vero pugile. L’artista ed il pugile compiono una azione che gli altri non sono in grado di fare.

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una poesia dentro da comunicare. Il pugile combatte un incontro perché ha un diritto di rivalsa sulla vita, ricerca un risarcimento dall’esistenza. Il loro vero bisogno è quello di vincere il tempo, la ricerca dell’eterno. Se le persone riconosceranno nell’immagine creata dall’artista l’idea che voleva comunicare, se le persone riconosceranno nel combattimento del pugile quella filosofia che voleva interpretare, la sfida sarà vinta. Avranno toccato qualcosa che appartiene a tutti, entreranno nell’immagi-


nario collettivo, e per quell’immagine e per quel combattimento, l’artista ed il pugile, saranno sempre vivi, anche dopo la loro morte. Per il Centenario della Federazione Pugilistica Italiana, 1916-2016, nel contesto della mostra sul pugilato in fase di preparazione, stiamo realizzando una sezione di arte. Il fascino del dialogo con la boxe mi ha permesso di poter contare su delle partecipazioni attive, non solo volte a realizzare delle opere su di un tema, ma a varcare quella linea di superficialità che spesso è il confine della committenza, della richiesta, che, se non superata, può portare ad una risultante fredda. In base alle esperienze precedenti, una sezione di arti plastiche e visive realizzata per la mostra Da Rocco Marchegiano a Rocky Marciano, 60 anni di ring (Ripateatina, Chieti; Siena; New York; 2007) e per l’evento del Trofeo del Guanto d’oro d’Italia (Colleferro, Roma; 2007), si è deciso di richiedere una maggiore partecipazione agli artisti che, oltre a realizzare delle opere, parteciperanno attivamente per dialogare col pugilato; gli artisti partecipanti riceveranno una documentazione adeguata, e svolgeranno delle attività come andare a fotografare e/o disegnare nelle palestre di pugilato, durante gli incontri. Alcuni artisti invitati nel progetto, hanno già dei legami con la boxe e da questo numero inizieremo a conoscerli, a raccontare la loro storia di pugilato ed arte. Per il pittore Massimo Campi – che già ha partecipato alle precedenti mostre – è una questione di famiglia, ed un ricordo emozionante: il padre Mario fu prima pugile, medio e medio-massimo, a cavallo degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, per fare poi negli anni ‘30 l’allenatore di Primo Carnera. In famiglia, col fratello, custodiscono come una reliquia l’album di ricordi, documenti, articoli di giornale dell’epoca, e vecchie foto ingiallite dal tempo che nar-

rano quella lontana storia. Massimo è cresciuto con i racconti in cui il padre pugile batteva sul finire degli anni ’20 a Vienna il campione d’Austria Wesselitsch ed a Spalato batteva il campione di Jugoslavia Tomic, per poi provare l’avventura americana e volare oltreoceano negli Stati Uniti nel 1930: New Providance, New Yersey, New York, incontro dopo incontro, fino a divenire l’allenatore di Primo Carnera. Tra i documenti che ho potuto consultare, vi è una foto molto bella. Il papà pugile porta il bambino, futuro pittore, a ritirare presso il CONI la befana dell’associazione nazionale dei veterani sportivi; si vede un uomo non più giovane con un piccolo bambino su di un ring, ed una persona che consegna lui un pacco, la befana per i figli dei veterani sportivi. Correva l’anno 1956. Massimo, il figlio pittore del pugile Mario, perderà il padre da ragazzo. Chi ama una cosa ha molte probabilità in più di restituirtela nella sua autenticità. Per Campi raccontare il pugilato con la pittura è come in parte aprire ogni volta una scatola da cui emergono i ricordi di questo padre pugile, perso in giovane età e non vissuto appieno, è come fare i conti con questo passato e salire su quel ring che lui stesso sta costruendo sulla tela, dipingendo. Avrò il piacere di accompagnarvi in un viaggio alla scoperta del dialogo tra arte e pugilato, alla ricerca dell’artista e della sua storia col pugilato, che pochi cono-

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scono, ma che il suo lavoro saprà anche meglio raccontarvi. La mia sfida sarà quella di farvi arrivare prima degli altri, di farvi assaporare il piacere della scoperta. Il mio impegno sarà quello di raccontarvi storie vere ed autentiche di pugilato ed arte, perché sappiate che per chi scrive sono passione, sono sentimento. Passione e sentimento; le uniche cose che restano.

Sopra i quadri del pittore Massimo Campi


ROUND XXXII DENTRO IL RING: Brevi sulla Boxe e i suoi protagonisti

IN AIBA Prossimi appuntamenti Internazionali: A I B A - L’International Boxing Association (AIBA) ha reso noto che l’AIBA Women’s World Boxing Championships avrà luogo a Jeju in Corea del Sud dal 13 al 25 novembre pv. L’evento, che verrà disputato presso L’Halla Gymnasium della città di Jeju, si svolgerà in concomitanza con il Congresso annuale dell’AIBA.

TRAINING CAMP NAZIONALE YOUTH CHINA EUBC L’European Boxing Confederation ha ufficializzato l’avvenuta assegnazioni di tre competizioni presenti nel Calendario agonistico 2014: 1) EUBC Women’s Championships avranno luogo a Bucarest in Romania dal 30 maggio all’8 giugno pv 2) EUBC Junior Championships si terrà ad Anapa in Russia nella prima metà di settembre 3) EUBC Youth Championships si disputeranno a Zagabria in Croazia nella seconda metà di ottobre.

11 atleti delle Nazionali Youth (9 Uomini e 2 Donne), scelti dal RT Italia Boxing Maschile Raffaele Bergamasco e da quello Femminile Emanuele Renzini, hanno preso parte dal 25 febbraio al 6 marzo a un Training Camp Internazionale svoltosi nella città cinese di Qian'an. 70 i boxer, provenienti da ogni parte del mondo, che si sono allenati con i nostri ragazzi presso l'avveniristico Centro Olimpico di Qian'an City durante questo importantissimo stage, che rientra nel programma di preparazione verso i Mondiali Maschili (Aprile) in Bulgaria validi come qualificazione alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino (Agosto).

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MARZO CALDO

Allenamenti Congiunti di Respiro internazionale per le Nostre Rappresentative: Marzo sarà un mese all'insegna dell'internazionalità per le nostre Rappresentative. Tutte o quasi, infatti, saranno impegnate in periodi di allenamento con Compagini di altri paesi. Gli Elite, ad esempio, suderanno fianco a fianco con i pari età francesi, che fino al 19 marzo saranno ospiti della Casa della Boxe Azzurra: Il centro Nazionale di Pugilato di Santa Maria degli Angeli. Le ragazze della Nazionale Elite/Youth, invece, dal 15 al 23 marzo saranno in Romania per una serie di sessioni di Training con le boxer della Nazionale romena e per prendere parte al Torneo Internazionale di Slatina. I Boxer della Rappresentativa Tricolore Youth, infine, dal 14 al 16 marzo voleranno in quel di Lille per una giornata di allenamento con i boxer transalpini, che farà da sfondo a un Dual Match con la Francia.


ROUND XXXX - Fuori il Ring: Brevi sulla Boxe e i suoi protagonisti

OUT SPECIAL B OX E

Lo scorso 11 febbraio a Roma presso la sede del Comitato Italiano Paralimpico si è svolto un incontro tra il Presidente FPI Alberto Brasca e quello del CIP Luca Pancalli. Tema principale della riunione è stata la SPECIAL BOXE , ovvero il Pugilato per persone diversamente abili. La presentazione del progetto, che ha dei corrispettivi anche in Inghilterra e Francia, è stata fatta da Luca Tassi (Tecnico dell’Accademia Pugilistica Livornese) e dalla Dott.ssa Marina Casini (Psicologa e Aspirante Tecnico di Pugilato) , che da un anno ci stanno lavorando insieme al team dell’Accademia Pugilistica Livornese nella cui sede già si allenano 5 atleti con disabilità motoria. Riscontrata ampia disponibilità da parte del CIP nell’approfondire questa tematica, la FPI inizierà l’iter burocratico per avere il sostegno e l’autorizzazione formale del Comitato Paralimpico per iniziare una sperimentazione a livello Nazionale della Special Boxe.

A

F I R E N Z E L E O B U N DU IN BIANCO E NERO

Mercoledì 12 Febbraioa nello Spazio Espositivo del “Ganzo”, il laboratorio creativo della “Florence University of the Arts”, è stata presentata la mostra fotografica “Punch” di David Andre Weiss che ha immortalato le imprese europee del campione dei welter L E O N A R D B U N DU . David Weiss ha raccontato la sua esperienza come fotografo delle recenti vittorie del campione fiorentino, aggiungendo: «Vedere Leo combattere è come vedere un artista». Hanno presenziato all’evento, oltre a Leo Bundu, il presidente della FPI Alberto Brasca e Alessandro Boncinelli, Coach del Campione Toscano.

PREMIO PEGASO 2014

TATA N K A

Il 19 Febbraio Clemente Russo Tatanka (il suo soprannome sul quadrilatero) è salito su un ring molto particolare. L’Oro Mondiale di Almaty 2013, infatti, è stato tra i Presenters della Seconda serata del Festival di Sanremo 2014.

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Lunedì 10 Febbraio presso l’Auditorium del centro Spazio Reale a San Donnino si è svolta la cerimonia di premiazione del Pegaso per lo sport, riconoscimento che la Regione Toscana assegna agli atleti locali che maggiormente si sono distinti in ambito nazionale ed internazionale. A vincere è stata la Campionessa di dressage e atleta paralimpica Sara Morganti. Secondo si è piazzato Fabio Turchi, Nazionale Azzurro e Campione Italiano in carica nei Massimi. Premi Speciali per i Campioni Pro Leo Bundu e Orlando Fiordigilio.


ROUND XXX - VOX POPULI

VOX

POPULI DI WALTER BORGHINO DA R E

voce alle proposte, ai consigli, alle segnalazioni. Ma anche alle osservazioni, alle critiche, alle obiezioni. Insomma un contenitore di opinioni, graduato secondo una scala di valori diversificata e trasversale. E’ questa una delle ulteriori e forse più importanti innovazioni che, dal prossimo numero, animeranno la nostra rivista. Abbiamo infatti ritenuto doveroso, ma direi quasi opportuno, dare spazio anche ai nostri lettori, il cui giudizio critico ci aiuterà senza dubbio per la creazione di un giornale sempre attento alle vostre esigenze e capace di rispondere in maniera aderente alle diverse espressioni del nostro mondo boxistico. Ci aspettiamo per questo un contributo partecipativo e costruttivo, capace di aggiungere valore e dare spessore ai nostri contenuti e alle nostre proposte. Saremo inoltre lieti di rispondere

...Le lettere vanno inviate via e.mail all’indirizzo: voxpopuli@fpi.it.

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anche ad eventuali domande e di chiarire ogni dubbio e perplessità. Uno spazio di ampio respiro, che siamo certi sarà apprezzato e seguito. In ogni numero daremo voce alle lettere che la Direzione riterrà più stimolanti e rispondenti allo scopo, riservandoci di pubblicare le altre nei numeri successivi o di rispondere in privato. Scriveteci, quindi, perché vox populi sia realmente la vostra “voce”!

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M D A E N O RI PI CO NIODE RDNIE FATI TI

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