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13 MAGAZINE · ANNO 13 · N. 130 - OTTOBRE 2014 · WWW.13MAGAZINE.IT
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ti n e m a t n u p p a i l Segui g Calendario Proiezioni 25 OTTOBRE ARRIETTY - IL MONDO SEGRETO SOTTO IL PAVIMENTO 29 NOVEMBRE ERNEST E CELESTINE 6 DICEMBRE MIÀ E IL MIGÙ
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S O M M A R I O
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SPECIALE
15 Un disastro chiamato Roma
TEATRO
39 L’abito della sposa
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ESTERI
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27 Ucraina al bivio
36 Spettacolando
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38 Sagre 41 Arte e Cultura
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COSTUME E SOCIETÀ
46 Questione di cilindri
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49 Arredamento
35 Ecomondo a Rimini:
53 Salute e benessere
il rifiuto come risorsa
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35 Fine ottobre, tempo di
62 Libri
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63 Budget e Ricette
alla terra…
66 Oroscopo
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CINEMA 33 Lazio: quattro luoghi
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“IL LAVORO MI AFFASCINA, MI PIACE. POTREI STARE SEDUTO PER ORE ome A GUARDARLO.” ome K. Jer
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stato il mese dell’articolo 18 e del Jobs Act, una discussione infinita sul nulla. Il livello di ipocrisia della politica, già di per sé molto alto, ha segnato record inediti. A una maggioranza che parlava a vanvera dell’introduzione di legge necessaria per tutelare i giovani precari, si è contrapposta un’opposizione che parlava altrettanto a vanvera di dignità del lavoro e di nuovo schiavismo. Falso, doppiamente falso. Non è vero che il Jobs Act di Renzi allargherà le tutele. No, non le allargherà: le finanze pubbliche italiane non hanno le risorse per tutelare con decenza, come avviene oltre le Alpi, coloro che perdono il lavoro o coloro che entrano nel mercato del lavoro. Allo stesso tempo, non è vero che l’abolizione dell’articolo 18 rappresenti la reintroduzione dello schiavismo o una misura tatcheriana. La retorica in merito di una minoranza della sinistra è diventata insopportabile. Sarebbe molto più onesto dire che in Italia non funziona nulla, che gran parte di coloro che godono dell’articolo 18 e delle tutele previste dai contratti a tempo indeterminato, usa questi diritti per cercare di lavorare il meno possibile (spesso anche nel modo peggiore possibile). In Italia non c’è ufficio pubblico che funzioni, non c’è servizio che stia al passo con gli standard europei, non c’è municipalizzata che non sia un disastro a partire dai suoi dipendenti. D’altra parte in merito c’è poco da discutere. Una recente indagine dell’ufficio studi della CGIA di Mestre (Associazioni di artigiani e piccole imprese) ha infatti disegnato un quadro impietoso dell’italiano al lavoro. Questi i dati: oltre il 30% dei certificati medici dei lavoratori dipendenti viene presentato il lunedì, il tempo medio di malattia per dipendente è quasi 18 giorni, in Calabria ci si ammala il doppio (34 giorni nel pubblico, 40 nel privato), così come più spesso ci si ammala in Sicilia e in Puglia. Insomma, un’immagine della voglia di lavorare che è quella che tutti sanno per esperienza privata: generalmente inesistente.
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Anno 13 · n.130 · OTTOBRE 2014 mensile d’informazione: politica, attualità, cultura, sport, spettacolo, moda www.13magazine.it Direttore Editoriale Claudio Petrollo
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EDITORIALE
IL MENSILE
PIÙ DIFFUSO E LETTO DI ROMA
SUD
E qui sta il punto. Perché prima delle discussioni sull’articolo 18 o sulla Thatcher, bisognerebbe riflettere seriamente su che fine abbia fatto l’etica del lavoro in Italia. Gli ultimi trent’anni hanno partorito una società che guarda dall’alto in basso qualsiasi attività lavorativa non sia conforme ai sogni televisivi. Non è solo questione di ragazzi che bramano di diventare calciatori o modelle. Gran parte degli adulti italiani non sa più immaginarsi in una posizione di dignità umana indipendentemente dal lavoro che svolge. È passata l’idea che la rispettabilità del lavoro non sia pertinente a qualsiasi occupazione, che qualunque lavoro comporti attenzione, cura, responsabilità, professionalità, senso del dovere. Senza il risveglio dell’etica del lavoro, senza questo ritorno al passato, sarà impossibile risalire la china. È un discorso che in Italia vale soprattutto per tutti coloro che godono di contratti a piene tutele. Perché gli altri, i precari, quelli che si spaccano la schiena per tappare i buchi dei primi, quelli che vengono pagati la metà (se va bene) e a capriccio, l’etica del lavoro l’hanno già imparata a proprie spese.
Il 10 ottobre 1919 è nato un grande uomo: il sig. Vincenzo Pinto, marito, padre e nonno esemplare. All’eccezionale Vincenzo gli auguri di buon compleanno dalla dolcissima mogliettina Gabriella, dai figli: Maria Pia, Tonino, Orietta e Laura, dai nipoti: Patrizio, Giada, Noemi, Armando, Pamela, Arianna ed Elisa, dai generi: Maurizio, Luigi e Marco, dalla nuora Kelly. Le più sincere felicitazioni anche dalla redazione di 13 Magazine. Distribuito nei seguenti quartieri: ACILIA - AXA - AXA MALAFEDE - CASALBERNOCCHI CASALPALOCCO - DRAGONA - DRAGONCELLO EUR - EUR TORRINO - INFERNETTO MADONNETTA - OSTIA - OSTIA ANTICA - VITINIA
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di Dante Cruciani
SPECIALE
UN DISASTRO CHIAMATO
ROMA n disastro. Non si capisce bene se il problema di Ignazio Marino sia politico o umano. Se la sua evidente estraneità a Roma e ai romani sia derivante da fattori culturali (è nato a Genova e cresciuto lì fino all’adolescenza) o dalla mancata gavetta nell’arte del governo (il non capire, da medico, le strade tortuose della politica). Fatto sta che i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Roma è un’emergenza permanente. Tra le competenze comunali, non c’è un fronte che non rappresenti una criticità. Ma iniziamo dal peccato originale: niente più dell’immagine che il primo cittadino predilige dare di sé - quella del sindaco in bicicletta - descrive meglio il gorgo in cui si è infilata la Capitale. L’idea di una Roma declinabile in breve sulle due ruote è surreale. Nota sin dai tempi dei Re come città dei sette colli, sviluppatasi fino a inglobare 1287 km² (poco meno di Londra), Roma ha piste ciclabili quasi inesistenti, una rete metropolitana ridicola (circa 40 km contro i 404 della capitale inglese), un traffico impazzito e una morfologia del terreno che
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UN’EMERGENZA PER OGNI FRONTE DELL’AZIONE COMUNALE. ROMA È ORMAI UN ALLARME CONTINUO
rende difficile l’uso delle due ruote persino per chi vive in centro (figuriamoci fuori dall’anello ferroviario). Nonostante quest’oggettivo quadro di riferimento, come se fosse una battaglia finale, il sindaco ha deciso di sventolare la bandiera delle due ruote. Probabilmente Marino vede se stesso come un sognatore. Molto più probabilmente, chi esce da casa ogni mattina per andare al lavoro lo pensa come Maria Antonietta, la celebre regina francese che pretendeva di dare le brioches al popolo in rivolta per il pane. Non è dato sapere se le fantasie di Marino e della sua Giunta arriveranno fino al capolinea naturale: la scadenza del mandato e le elezioni. Ciò che oggi è certo è che alla prossima tornata elettorale qualsiasi candidato in opposizione a Marino avrà la vittoria in tasca (esattamente come Marino dopo la sindacatura Alemanno). Vediamo, punto per punto, il perché.
LA VIABILITÀ IMPOSSIBLE È il fronte più nero della Giunta Marino. Si fa fatica a elencare sistematicamente i disastri. Il primo è stato il senso unico su via Labicana e l’impossibilità di salire per via Nicola Salvi (Colle Oppio) venendo dall’Aventino e da Piramide. Quella preziosa fettuccia di strada era un indispensabile sfogatoio del traffico per chi voleva raggiungere Porta Maggiore, la Tirbutina o la Nomentana dal quadrante dell’Ostiense (Da Ostia fino a Garbatella). Insomma, Roma sud per Roma est senza passare per il Lungotevere (notoriamente sempre scorrevole). Già prima, su via delle Terme di Caracalla e via Cilicia, le uniche due arterie che permettevano tale passaggio, c’era il delirio. Oggi, dalle 18 in poi, chi le percorre è costretto a rivolgersi allo psicologo. Un’esordio così in grande non poteva però che avere un seguito degno. Si parla in questo caso della riduzione a una corsia del tratto di Olimpica compreso tra Tor di Quinto e Galleria Giovanni XIII. La criticità è durata da fine gennaio (piogge e frana) alla fine di giugno: cinque mesi di agonia per tutta Roma Nord, da Pineta Sacchetti al Nuovo Salario. La leggenda narra che alcune famiglie, tenute in ostaggio dal traffico impazzito, siano andate a vivere per un periodo nelle seconde case sul litorale. Tutto questo per una
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di Angelita Papa piccola frana e una contesa legale che non ha permesso di iniziare i lavori prima di aprile. Qualsiasi sindaco assennato si sarebbe mosso a pietà e avrebbe agito d’imperio, rivendicando il primato della politica (cioè dei diritti della cittadinanza, della collettività) e accollandosi la responsabilità dell’inizio dei lavori. Evidentemente, “il coraggio se uno non ce l’ha, non se lo può dare”. D’altra parte, al di là del coraggio, sembra che l’amministrazione capitolina non si renda affatto conto delle condizioni di ordinario disastro del traffico in corso. All’altezza del Verano, coloro che imboccano la tangenziale e coloro che vi escono, devono incrociarsi per necessità diverse (c’è chi deve entrare sulla tangenziale e chi deve prendere l’A24 per arrivare al raccordo). Ad ogni ora, migliaia di automobili seguono i flussi a caso, spesso riducendo a una misera corsia lo spazio per immettersi in tangenziale. Stessa cosa a Piazza Venezia, sotto gli occhi del mondo. Chi viene dal centro spesso è costretto a imboccare via IV Novembre a causa della chiusura del secondo tratto di via dei Fori Imperiali (orgoglio del sindaco Marino), quello che collegherebbe a Largo Corrado Ricci e permetterebbe a parte del traffico di sfogare su a via Cavour. A quel punto è necessario avere in auto un rosario. Perché centinaia di veicoli sono costretti a infilarsi nel piccolissimo imbuto di via IV novembre dopo ben due passaggi pedonali usati da altrettante centinaia di turisti. Il risultato? Automobilisti esasperati che vorrebbero abbattere ogni pedone, traffico dei mezzi pubblici bloccato (troppo
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grandi e poco agili), turisti terrorizzati. Insomma, un capolavoro.
MEZZI PUBBLICI: UN DISASTRO Per capire che cosa sia diventato un mezzo pubbico di Roma basta salirci sopra. L’igiene è spesso inesistente, l’aria condizionata il più delle volte latita, le condizioni di sovraffollamento causano odori inenarrabili. Nel clima di svacco
generale, si distingue spesso anche il personale. Non è dato sapere se l’autista debba indossare una divisa (e quale), se qualcuno controlli il modo in cui si presenta al lavoro, se lo smartphone debba essere - per disposizioni aziendali - sempre a portata di mano, se il modo di guidare sia monitorato da un qualsiasi dirigente. Di controllori neanche l’ombra, d’altra parte su circa 13.000
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di Sveva Guerreri dipendenti non superano le 80 unità (parliamo di un personale che dovrebbe coprire 2200 autobus per circa 12.000 fermate). Le macchinette che erogano i biglietti, nemmeno a dirlo, sono spesso fuori servizio (l’Atac deriva solo il 30% dei suoi ricavi dai biglietti). Peggio ancora se si scende sotto terra. Le stazioni della metro sono lercie, molti vagoni sono vecchi e senza aria condizionata, dalla stazione Bologna della B i treni si dividono tra Rebibbia e Conca d’Oro (può essere considerato metropolitana un treno che passa ogni 10 minuti?). Insomma, un capolavoro d’inefficienza che parla in maniera perfettamente chiara attraverso i suoi conti: 1,6 miliardi di euro di debito negli ultimi dieci anni (2003-2013). Tutto ciò a fronte di continui scandali - dalle parentopoli per le assunzioni all’emissione di biglietti falsi - e di una politica che non ha fatto altro che questuare denaro pubblico. Lo scorso settembre Marino ha detto che sotto i 240 milioni di risorse pubbliche conferite all’ATAC (la Regione è pronta a metterne 140) sono a rischio gli stipendi di ottobre. Anche qui siamo al vecchio della politica. Non perché Marino abbia responsabilità maggiori di sindaci che buttavano o permettevano di buttare nell’ATAC mezzo miliardo l’anno (sempre soldi del contribuente). Ma perché insieme al discorso pietistico sugli stipendi dei dipendenti non ha posto la questione vera: come tornare all’efficienza, come dire basta a un pozzo senza fondo di sprechi, clientele e malagestione.
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ne di Roma. Il punto del contendere? L’aumento delle tariffe dal 6 al 16% in corso d’opera, comunicato nelle bacheche degli asili solo a settembre: quindi solo dopo l’iscrizione di giugno che prevedeva altri esborsi. In più, oltre al danno, la beffa: la fine dell’esenzione dalle rette per il terzo figlio (una politica illuminante per un paese a natalità zero e con una popolazione che invecchia a vista d’occhio).
SICUREZZA, QUESTA SCONOSCIUTA L’ultimo giudizio l’ha emesso lo scorso agosto il Ministero degli esteri inglese. Roma è stata infatti inserita nella “lista nera” delle città meno sicure. I cittadini inglesi sono stati avvisati di stare attenti presso l’aeroporto, sui mezzi pubblici (in particolare il 64) e presso le stazioni dei treni: tutti posti indicati come ad alto rischio furti e scippi. È vero quello che dicono le autorità pubbliche britanniche? Certo che è vero. E cosa ha risposto il sindaco Marino? Che “Londra è meno sicura di Roma”. Sarebbe allora il caso di chiedersi che differenze passano tra gli aeroporti di Londra e quelli di Roma (Fiumicino o Ciampino), se a Londra sarebbe mai immaginabile (non possibile, solo immaginabile) che qualche accattone di terza categoria molesti presso le macchinette automatiche coloro che vogliono fare i biglietti del treno o della metropolitana, se a Londra sia mai possibile il profluvio di chioschi abusivi, figuranti abusivi, scippatori impuniti che c’è a Roma. Gli inglesi non potrebbero mai tollerare il nostro scempio manifesto in fatto di sicurezza e la scarsa presenza del decoro. Senza contare che ormai Roma ha fenomeni preoccupanti di sfilacciamento del tessuto sociale: dalle baby gang di Roma nord che hanno quasi spedito in coma - e per gioco - un ragazzo che portava il cane, agli assalti ai bus pubblici; dagli spacciatori del Pigneto, ai regolamenti di conti stile Banda della Magliana. Il comune di Roma vive in un mondo suo.
Tutto questo a ulteriore miglioramento di un sistema che fa acqua da tutte le parti, che ogni anno lascia fuori dagli asili comunali migliaia di bambini, che da anni aspetta la realizzazioe del quoziente familiare, che ha un sistema di selezione delle domande del vetusto (l’ISEE), che è in perfetta continuità con le politiche delle passate gestione. L’attuale sindaco con gli asili si era riempito la bocca durante la campagna elettorale. Quelli i proclami, questa la realtà.
SI FA PRESTO A DIRE ASILO
IL DECORO INDECOROSO
Il 4 ottobre alcune famiglie romane hanno fatto un flashmob sulla piazza del Campidoglio. Volevano un fisco più equo, soprattutto un fisco che non cambi le regole del gioco in corsa. Sul banco degli imputati, nemmeno a dirlo, il Comu-
Se si potesse fare causa per l’invenzione di una sottocultura, Roma dovrebbe farla agli Stati Uniti per la nascita
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di Angelita Papa dell’hip-hop. Non c’è strada, palo della luce, quadro elettrico, muro, saracinesca che non sia deturpata dalla firma di un idiota voglioso di segnare il territorio (il livello è quello del cane che si ferma a urinare). Il lato tragico di tutto questo è che spesso il foglio su cui scrivono i novelli
Basquiat non è rappresentato dalla grigia, cementificata, postmoderna New York. No: il foglio è la Roma barocca e umbertina, la Roma imperiale e rinascimentale. Cosa faccia di concreto il Comune per arginare una vera e propria emergenza non è dato sapere. È invece più certo quello che ha fatto in merito alla pubblicità abusiva. Nonostante i tagli di Marino (da 224.000 a 138.000 mq.), questa forma di comunicazione rappresenta ancora un cancro della città. Quanto ai manifesti abusivi, quelli elettorali, lo vedremo alle prossime politiche o comunali.
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impossibile stabilirne l’origine. Nel restante quarto è quasi sempre merce cinese. Ovviamente, allo stesso tempo, anche la crisi in questo ha un ruolo: un romano su tre compra merce dagli abusivi. Secondo un’indagine di Confcommercio l’abusivismo è dappertutto e spesso si mimetizza. Spesso ciò avviene nei mercatini dell’antiquariato, dove i banchi in regola e quelli illegali si mescolano, e differenziarli a volte è difficile. Una delle novità è che nel commercio abusivo si registra un aumento dei prodotti farmaceutici. Chi compra corre il rischio di prendere farmaci che non sono quelli indicati nella scatola. E dire che il commercio abusivo, in particolare quello nelle zone di Piazza Navona, del Vaticano e del Colosseo, doveva essere oggetto di un apposito piano coordinato tra Prefettura e Comune sin dallo scorso giugno. Basta una passeggiata in centro per farsi un’idea in proprio.
RIFIUTI: FINE DELL’EMERGENZA? È da circa un anno che Malagrotta, con i suoi 240 ettari di estensione e 5000 tonnellate di rifiuti al giorno, non c’è più. Ma gli abitanti di Valle Galeria giurano che il cattivo odore, il transito dei camion lungo la via che conduce alla discarica e i fumi dagli impianti non siano mai cessati. E i cassonetti
NON È COMMERCIO: ABUSIVO MA ORDINARIO Roma è una città piena di abusivi e di merce contraffatta, con un movimento d’affari che costituisce il 30% di quello nazionale: 7,5 miliardi di euro l’anno. Solo l’Urbe ormai conta ventimila venditori abusivi. Ed è un trend in crescita: negli ultimi tre anni + 20%. Nel 2013 i sequestri delle forze dell’ordine hanno riguardato per il 69,8% prodotti di alta moda contraffatti, seguono i beni di consumo (16,6%) e gli oggetti di elettronica (13%). Ancora molto incerta, poi, la provenienza dei prodotti sequestrati. In tre quarti dei casi è
straboccano: abbondano le segnalazioni su Facebook e su Twitter dei cittadini infuriati per il degrado che imperversa per le strade (specialmente nelle zone periferiche). Spuntano discariche abusive in ogni angolo della città: camion e furgoni scaricano abitualmente al lato dei cassonetti rifiuti di qualsiasi natura; altrettanto fanno alcuni cittadini incivili per liberarsi di elettrodomestici ed affini, a cui si aggiunge il racket dei rovistatori che, a caccia di materiali da rivendere, spargono tutt’intorno il contenuto dei bidoni. Senza contare la carenza di mezzi ( o dei passaggi) dei veicoli Ama. Cupinoro (Cerveteri) e Rocca Cencia insorgono: la prima rischia di diventare una Malagrotta bis; la seconda è candidata ad “ecodistretto” - dietro al cui nome, molto probabilmente, si cela la stessa sorte della prima. Con la raccolta differenziata, si insinua il timore che i nuovi bidoni possano diventare oggetto di smaltimento selvaggio. Ma il Campidoglio rassicura: la situazione sarà monitorata con attenzione.
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di Sveva Guerreri
C’ERA UNA VOLTA LA CULTURA... C’era un tempo la Roma della cultura. Il degrado la fa da padrone: il Museo della Civilità Romana è “temporaneamente” chiuso per lavori di ammodernamento da più di sei mesi, mentre il Museo Montemartini (Ostiense), in alcuni periodi della scorsa stagione estiva, ha conteggiato un numero di ingressi desolante: cinque. Deserti Palazzo Braschi, cancellate la Rassegna dei film dei grandi festival (Cannes, Locarno e Venezia), mentre la Piramide Cestia viene restaurata grazie a fondi giapponesi. A Villa Pamphilj c’è un museo di statue che non è mai stato aperto, mentre quello delle Mura Aureliane e l’Ara Pacis sono praticamente sconosciuti. Non se la passano meglio le Biblioteche di Roma: sul sito www.firmiamo.it è stata lanciata una raccolta firme intitolata “Salviamo le Biblioteche di Roma Capitale”. Eppure era soltanto il 2013 quando il Commissario Straordinario della Provincia di Roma, il Prefetto Riccardo Carpino, ha adottato la deliberazione con la quale viene approvato il Piano 2014 di finanziamento di Musei, Biblioteche e Archivi Storici della Provincia di Roma, per un totale di 450.000 euro. Annunci tanti, fatti pochi.
SPECIALE
dopo una lite a Villa De Sanctis davanti a bambini e famiglie. Pietro Pace, quarant’anni, assassinato con sei colpi di arma da fuco ad Anagnina. Ed ancora: era lo scorso settembre quando un sessantunenne pregiudicato è stato gambizzato in un bar di San Basilio durante un agguato. Poco tempo dopo un altro uomo, Casimiro Nori, è stato ferito a braccia e gambe da alcuni colpi di pistola. E poi ci sono le piogge: alberi caduti, seminterrati allagati e viabilità al collasso. Nel 2011 perdeva la vita Sarang Perera, singalese, durante un’alluvione abbattutasi sulla Capitale. Il V Municipio è tristemente famoso per lo spaccio di sostanze stupefacenti, mentre i fumi provenienti dai roghi tossici dei campi rom in zona Monte Mario hanno fatto scattare l’allerta per la salute dei cittadini. A mancare sono politiche di integrazione, segni forti di legalità ed una significativa educazione alla tolleranza.
PERIFERIE: ESISTONO SOLO PER LA CRONACA Rifiuti, allagamenti, strade dissestate, accampamenti nomadi, disservizi e disagi sociali: le periferie romane sono all’implosione. Tanti i fatti di cronaca che parlano chiaro: Dumitrus Pradais, un romeno di cinquantadue anni, ucciso
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di Maurizio Carta
ESTERI
UCRAINA AL BIVIO alla metà dello scorso giugno, l’Ucraina partorita dai moti di piazza Maidan ha un suo nuovo presidente: il magnate del cioccolato Petro Poroshenko. Sciolto il parlamento alla fine di agosto, Poroshenko ha dunque fissato per il prossimo 26 ottobre le elezioni dalle quali nascerà il nuovo parlamento.
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A FINE OTTOBRE LE ELEZIONI PARLAMENTARI. IL FUTURO DEL PAESE È PERÒ SEMPRE PIÙ INCERTO… È una costruzione politica assai singolare la cosiddetta Ucraina filoeuropea e filoccidentale. Dissestata da una sanguinosa guerra civile interna (tra i 2000 e i 3000 morti), esangue dal punto di vista delle finanze pubbliche (moneta svalutata del 38%, Pil in calo nel 2014 per il
30%, prezzi dei generi alimentari che salgono vertiginosamente, fuga dei capitali), tenuta in piedi da un prestito di 17 miliardi di dollari del Fondo Monetario Internazionale (e non basteranno), non si capisce a quale futuro possa approdare. È noto che gli Stati Uniti spingano per una completa integrazione dell’Ucraina nel sistema occidentale. Gli americani hanno calcato talmente tanto sul tasto della derussificazione del paese, da aver fatto digerire a un’Europa recalcitrante persino le sanzioni verso la Russia (le cui controsanzioni costano ad alcuni settori del comparto alimentare italiano mezzo miliardo di euro). Ma non è questo, o meglio, non è solo questo,
il punto. Perché il mondo ha una complessità maggiore degli interessi americani, nonché spesso il vizio di non adattarsi a loro. Ora, nel caso ucraino, non solo è vero che Kiev rappresenta per Mosca ciò che Firenze è per l’Italia (il primo grande regno russo è nato a Kiev), ma è anche vero che quella che storicamente è sempre stata considerata Ucraina, cioè la parte centrale, meridionale e orientale del paese, non ha quasi più voce in capitolo su quello che accade nella capitale. Ovviamente tutto questo poco importa a Europa e Stati Uniti. Il mondo NATO, pur di attirare l’Ucraina nella propria orbita, è pronto persino a sostenere un governo che ha al suo interno ministri espressione della destra nostalgica del nazismo, che invoca come eroe nazionale un personaggio come Stepan Bandera, che arruola a combattere nostalgici di estrema destra provenienti da tutta Europa. Non si capisce bene come questa maggioranza, espressione di una sola parte del paese, per giunta una porzione dell’Ucraina che storicamente è stata sotto la Polonia e altre nazioni fino al 1945, possa far fronte ai tempi duri che verranno. Alcuni osservatori sostengono che il governo ucraino in carica, considerata come è finita la faccenda della Crimea (annessa dalla Russia senza sparare un colpo), punti a mantenere il controllo sui territori dell’est e del sud favorendo, attraverso l’assedio militare, la fuga della popolazione locale (in Ucraina ormai si contano diverse centinaia di migliaia di profughi scappati verso la Russia). Quanto questo sia vero, contribuiranno a chiarirlo anche le prossime elezioni, quando il governo di Poroshenko, pur senza la partecipazione di una parte del paese, dovrà affrontare il primo referendum su se stesso. Ciò che è certo è che il Donbass difficilmente accetterà di esser governato da una parte del paese portatrice di un’identità del tutto estranea. Il Bacino del Donec è dal ‘700 parte dell’impero zarista. La sua continuità con la storia russa parte da Pietro il Grande, passa per la resistenza ai nazisti durante la seconda guerra mondiale e arriva a Stachanov, il minatore che raccolse 102 tonnellate di carbone in 5 ore e 45 minuti: un record che gli valse il riconoscimento di Stalin e la gloria in tutta l’URSS (e pure un posto nel vocabolario italiano: il termine “stacanovista” deriva proprio da Stachanov). Insomma, Europa e Stati Uniti, prima che con l’economia, dovranno fare i conti con la storia.
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ESTERI
di Angelita Papa
IL MOZAMBICO ALLE URNE LE ELEZIONI DI METÀ MESE POTREBBERO STABILIZZARE IL PAESE
o scorso settembre si sono stretti la mano in segno di pace ed hanno siglato l’intesa al cospetto di un centinaio di diplomatici e alti funzionari presso il palazzo presidenziale: si tratta del leader del Renamo (Resistenza Nazionale
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Mozambicana), Afonso Dhlakama, e dell’attuale presidente del Mozambico, Armando Guebuza, appartenente alla fazione opposta (Frelimo, Fronte di Liberazione Mozambicana). Un accordo che dovrebbe aver posto fine a guerriglie, crimini efferati e lotte di potere che hanno devastato il Paese per due anni consecutivi, facendo presagire lo scoppio dell’ennesima guerra civile (stavolta per il controllo dei giacimenti di gas naturale e carbone). Una mossa per addolcire l’elettorato? Il prossimo 15 ottobre, infatti, la popolazione verrà chiamata alle urne per eleggere il nuovo Presidente del Mozambico ed i nuovi membri del Parlamento. Tra i candidati vi è proprio Dhlakama, che si contenderà il titolo con Filipe Nyussi (Frelimo) - dato che all’attuale Presidente in carica è interdetta una terza candidatura -, entrambi rappresentanti dei due principali partiti in lizza. A giudicare dai programmi politici, sembrerebbero molti i buoni propositi di entrambi in caso di vincita: dopo la pace siglata da Dhlakama, Nyussi promette, di contro, la redistribuzione della ricchezza. Eppure il clima non sembra così disteso: di recente ventisei scatole contenenti schede elettorali sono state misteriosamente rubate da un camion proveniente dal Sud Africa (Paese nel quale erano state stampate) durante il trasporto. E a distanza di pochi giorni dall’accordo di pace, pare che siano stati lanciati sassi e pietre contro il convoglio di uno dei candidati dell’opposizione.
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COSTUME E SOCIETÀ
INFORMAZIONE REDAZIONALE
di Angelita Papa
CALDAIE NONO CIAK MANUTENZIONE SU ROMA E SICUREZZA FESTIVAL DEL CINEMA ALL’AUDITORIUM al 16 al 25 ottobre, anche quest’anno l’Auditorium Parco della Musica ospiterà il Festival Internazionale del Cinema di Roma. Una nona edizione più snella, “popolare” e attenta al cinema emergente. Film sia di autori noti che emergenti per la sezio-
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rmai siamo alle soglie dell’inverno e, come di consuetudine, si pensa al riscaldamento, alla nostra caldaia, alla
sua manutenzione e ai costi di gestione. Per assicurarsi che il vostro impianto funzioni correttamente e per tenere sotto controllo i consumi, bisogna avvalersi di tecnici qualificati secondo il D.M. 37/2008 (ex legge 46/90), “Responsabile tecnico per
Paolo Torturro Responsabile Tecnico della Nuova ITC s.r.l.s.
l’esercizio delle attività di cui alla lettera C, D, E”. Tali requisiti vengono rilasciati dalla Camera di Commercio relativamente all’esperienza del soggetto (Responsabile Tecnico), quindi per la ne Cinema D’Oggi, pellicole “popolari ma originali” per la sezione Gala ed un tuffo nella vasta gamma dei generi esistenti in Mondo Genere. Prospettive Italia, invece, sarà la sezione volta a consacrare le nuove linee di tendenza del cinema nazionale di fiction e documentaristico. Già resi noti i titoli di quattro film della sezione Cinema d’Oggi: “12 Citizens” del cinese Xu Ang; “Lucifer” del fiammingo Gust van Den Berghe; il thriller di Christoph Hochausler “The Lies of Victors” ed infine “We Are Young, We Are Strong” di Burhan Qurbani, regista tedesco di origini afgane. In tutto, circa quaranta i lungometraggi presentati - un numero ridotto rispetto alle kermesse precedenti - e votati direttamente dagli spettatori. La più grande novità dell’edizione 2014 è dunque che i riconoscimenti più importanti saranno assegnati in base alle preferenze espresse dal pubblico dopo la proiezione. Accanto a quella ufficiale, il Festival ospiterà una sezione parallela di lungometraggi per ragazzi, Alice nella città, con una giuria rigorosamente composta da giovani tra i 14 e i 18 anni. Una manifestazione, dunque, all’insegna della leggerezza, più a misura di pubblico (quello televisivo), anche in base agli ospiti che sfileranno sul red carpet: Fabio De Luigi, Ricky Memphis, Cristiana Capotondi, Chiara Francini, Diego Abatantuono, Fatima Trotta, Nino Frassica, Ale e Franz e Ficarra e Picone, tutti i protagonisti delle due attesissime pellicole “Soap Opera” e “Andiamo a Quel Paese” (film di chiusura). Dunque un po’ meno di ricercatezza e un pizzico in più di spensieratezza: chissà se, oltre alle consuete polemiche, il Festival non riesca a (ri)sollevare anche un po’ l’umore generale del Paese.
vostra sicurezza bisogna accertarsi che la ditta della quale vi avvalete abbia i requisiti idonei. L’esperienza e la professionalità del Tecnico, sono fondamentali per garantire un corretto funzionamento dell’impianto termico, permettendo all’utente di essere sempre aggiornato sulle normative e sulle regolamentazioni che sono soggette a continui cambiamenti, e di trovarsi in regola durante i controlli da parte delle autorità competenti. Durate tali controlli, ai quali bisogna obbligatoriamente sottoporre l’impianto, un incaricato della società Ati Con Te (Roma Capitale) verificherà che i documenti siano in regola. Per evitare sanzioni in merito, bisogna essere in possesso di: dichiarazione di conformità dell’impianto alla regola dell’arte, accompagnato dalla Visura Camerale (sulla quale si verificano i requisiti sopra descritti con la nomina del Tecnico Responsabile), del nuovo libretto d’impianto completo di analisi dei fumi e manutenzioni (obbligatorio dal 15 ottobre p.v.), del libretto di uso e manutenzione della vostra caldaia, del nuovo rapporto di controllo termico - Allegato II e del relativo bollino blu (rilasciato durante il controllo di manutenzione della caldaia). Assicuratevi quindi di essere in regola con tali documenti. La Nuova ITC s.r.l.s. essendo una ditta certificata con il Responsabile Tecnico in sede, chiarirà eventuali dubbi per la sicurezza vostra e della vostra famiglia. Potete dunque chiamare i seguenti numeri: 06.52382502 - 06.52350519
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CINEMA
di Penelope Salomone
LAZIO:
QUATTRO LUOGHI DA SCOPRIRE
ltre Roma. Chi ha visto (o vedrà) i quattro videodocumentari su “I Luoghi Sacri nascosti del Lazio”, è probabile che sia stato (o sarà) solleticato dall’idea di mettersi in moto, pur di scoprirli. Il primo dei filmati, tutti realizzati dalla società Arsenale 23 grazie all’iniziativa della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Regione, illustra la Certosa di Trisulti a Collepardo, nel frusinate, edificata
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Certosa di Trisulti
nell’anno 1204 per volere di papa Innocenzo III. Oltre alla chiesa, che presenta la pregevole volta affrescata da Giuseppe Caci (XVII sec.), il Complesso custodisce un’antica farmacia, pressoché immutata, opera di Filippo Balbi, artista campano della seconda metà dell’Ottocento, che ne realizzò la decorazione pittorica e gli arredi. Il secondo video, a cura di Gabriella Frezza presenta invece la Badia di San Sebastiano ad Alatri. L’edificio, visitabile solo in rare occasioni in quanto proprietà privata, sorge su uno dei siti dove soggiornò San Benedetto nel percorso da Subiaco a Montecassino (528). È invece firmato da Giannino Tiziani il documentario sull’ex Convento di San Francesco, a Canino (Viterbo), voluto dal feudatario Gabriele Francesco Farnese nel tardo Quattrocento e affidato ai Frati Minori Osservanti che vi rimasero fino al XIX secolo. Vi si possono ammirare gli affreschi del pittore seConvento di San Francesco centesco Monaldo Corso e una tela cinquecentesca attribuita all’artista maceratese Giuseppe Bastiani. L’ultimo video, a cura di Mario Caddeo, è dedicato al Santuario della Madonna del Tufo, a Rocca di Papa. Il minuscolo luogo di culto ricorda il miracolo del viandante salvato dalla Vergine Maria dalla caduta di un masso, da allora inglobato nella chiesa, dove è altresì conservata una raffigurazione ad affresco della Madonna con Bambino di Antoniazzo Romano.
di Penelope Salomone
MUSICA
ISTITUZIONE UNIVERSITARIA CONCERTI INIZIA LA STAGIONE!
na stagione ricca (36 appuntamenti) e attraente è quella che l’ormai storica (70 anni, nel 2015) Istituzione universitaria dei concerti (IUC) offre, dal 14 ottobre al 26 maggio, a studenti e non, nella rituale cornice dell’Aula Magna della Sapienza. Il cartellone - lanciato per il 70° anniversario dell’istituzione sapientina prevede un ben diversificato ventaglio di proposte per spettatori esigenti in fatto di classica, jazz e musica “altra”. Inaugura per il Ciclo Minerva l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia con Alexander Lonquich al piano. Seguiranno il clarinettista David Krakauer e la sua nuova band “Ancestral Groove”, Avi Avital, il virtuoso trentaseienne che
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Avi Avital
ha dato al mandolino una nuova vita, Peppe Servillo con i solisti dei Berliner Philharmoniker, l’artista partenopeo Peppe Barra, lo stravagante duo Igudesman and Joo che eseguirà Mozart in chiave comica, il pianista cinese Yundi Li e la violinista svizzera Rachel Kolly d’Alba, per la prima volta a Roma. In questa stagione, poi, ritornano nell’Aula, affrescata da Mario Sironi, Viktoria Mullova, Ottavio Dantone e l’Accademia Bizantina, Andrea Lucchesini, Fazil Say, Tallis Scholars e Les Percussions de Strasbourg. C’è anche Igudesman and Joo un addio alle scene, quello dello Hilliard Ensemble, che saluterà il pubblico della Sapienza dopo 40 anni di attività. Non mancherà ovviamente Beethoven: Quartetto di Cremona e Trio Rachlin-HarrellZuo. Infine, progetti speciali come “i 100 anni di Charlot” con musiche dal vivo “Nove colori in nove movimenti”, “Musica sull’abisso”, “Musikautomatik”. Ovviamente non è tutto. Info su:www.concertiiuc.it
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visioni grafiche
di Angelita Papa
COSTUME E SOCIETÀ
ECOMONDO A RIMINI:
IL RIFIUTO COME RISORSA er l’Italia questo è un anno all’insegna dell’innovazione e delle buone pratiche: lo testimoniano eventi come il Maker Faire (Roma, 3-5 ottobre) o Ecomondo, la piattaforma di tutto il bacino del Mediterraneo dedicata alle principali strategie europee ed internazionali sull’ecoinnovazione e la trasformazione del rifiuto in risorsa, nonché prossima protagonista della 18° Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile che si terrà a Rimini tra il 5 e l’8 novembre prossimi. Una vetrina per le aziende virtuose o aspiranti tali, un luogo di ritrovo per competitor, partner pubblici/privati nazionali ed internazionali e nuovi target di clientela nei diversi settori produttivi.
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“La ripresa economica europea dipenderà molto dalla nostra capacità di innovazione e creatività che deve essere alimentata a tutti i livelli della popolazione attiva” ha affermato l’ormai ex Commissario europeo all´Ambiente Potocnik: è ormai inesorabile la spinta verso lo sviluppo delle energie rinnovabili, il risparmio energetico e l’innovazione green di prodotto e processo di produzione. Tra i “progetti speciali” presentati durante la fiera figurano le bioraffinerie multiprodotto o da biomasse non alimentari per la produzione di biogas all’interno di aree industriali dismesse, sebbene tale proposta non rappresenti una vera e propria alternativa alla combustione per la produzione di energia. Interessante anche la bioplastica biodegradabile e compostabile da fonte rinnovabile.
FINE OTTOBRE, TEMPO DI MANGIARE SLOW E TORNARE ALLA TERRA… l 2014 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare”: e se è un organismo sovranazionale a celebrarla, ne possiamo intuire la rilevanza e l’importanza a livello mondiale. Slow Food fa di questa celebrazione il cavallo di battaglia per il Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre che si svolgerà a Torino (Lingotto Fiere) dal 23 al 27 ottobre. Cibi da mangiare, cibi da salvare: sarà questa la filosofia che animerà i diversi spazi, pronti a intrattenere i numerosi ospiti della fiera con sfiziose ricette culinarie e divertenti laboratori educativi per adulti e bambini (area Slow Food Educa). Oltre ai classici e già consolidati “Laboratori del Gusto” e “Incontri con l’Autore” (momenti di de-
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gustazione guidata da chef, produttori ed esperti), la vera novità sarà la “Scuola di Cucina”: il pubblico verrà coinvolto in prima persona nella preparazione delle pie-
tanze grazie all’interazione con gli chef presenti in loco. E poi ancora Mixology (su prenotazione), per gli amanti dei cocktail che ne desiderano approfondire le tecniche e l’arte del-
la preparazione; la “Fucina Pizza&Pane”, luogo didattico che accoglie maestri pizzaioli e panettieri di tutta Italia; gli “Appuntamenti a Tavola” per cenare in ambienti unici del Piemonte dove cucineranno i migliori chef italiani e internazionali. Non poteva infine non mancare un’ampia area mercato, prevista all’interno dei padiglioni 1, 2, 3 e all’interno dell’Oval con prodotti dei Presidi Slow Food, della Comunità del cibo di Terra Madre e di espositori provenienti da ogni angolo del pianeta. Per prenotazioni, informazioni sui costi e sul calendario degli eventi, potete consultare il sito www.salonedelgusto.it
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SPETTACOLANDO
di Barbara Zorzoli
SELENA GOMEZ E CARA DELEVINGNE
IATA C C O B S È ZIA I C I M A ’ UN
er festeggiare il suo compleanno, Selena Gomez si è concessa una vacanza “tra ragazze” in yacht a Saint-Tropez. Con lei c’erano tanti amici, tra cui anche Cara Delevingne e l’imprenditore Tommy Chiabra. “Non voleva che la recente rottura con Justin (Bieber, ndr) gettasse un’ombra sul suo compleanno. È amica di Cara fin da quando Taylor Swift le ha presentate. Anche Cara è single, dunque era la persona perfetta per partire insieme a lei”, ha rivelato un insider. “Entrambe volevano distaccarsi da tutto ciò che negli ultimi tempi ha creato loro dei problemi. Hanno anche pagato un guaritore spirituale affinché le seguisse a bordo e portasse a termine dei rituali per liberarle delle energie negative”, ha proseguito la fonte. Gli amici di Selena, però, non vedono di buon occhio questa nuova amicizia. “Si sono avvicinate molto, ma gli amici di Selena sanno che Cara ha un lato selvaggio e vogliono che Selena si tenga pulita. È vulnerabile, specie adesso che la sua relazione con Justin Bieber è finita. Selena è ancora in una fase post rehab e i suoi amici temono che Cara possa avere una pessima influenza”, ha riferito sempre la stessa fonte. Nonostante ciò, la Gomez sembra sentirsi bene in compagnia della reginetta delle passerelle. “Selena assicura di avere il controllo della situazione. Le piace molto Cara e il suo spirito libero”, ha concluso l’insider.
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BEYONCÉ E JAY Z:
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crisi matrimoniali e sodalizi artistici
l vento del gossip ha iniziato a soffiare forte dopo la lite tra Jay Z
salvare il rapporto con la moglie. “Lui adora la piccola Blue Ivy e vor-
e Solange Knowles (sorella di Beyoncé), al Met Gala 2014, solle-
rebbe anche regalarle un fratellino ma Beyoncé non è molto convinta a
vando anche sospetti di infedeltà su di lui. Inizialmente correva-
riguardo. Il rapper sa benissimo che la fine del loro rapporto non sareb-
no voci che si sarebbero separati a settembre, alla fine della tournée,
be solo un fallimento a livello personale, ma nuocerebbe gravemente
ma ora sembra ci stiano ripensando per il bene della figlia, nata nel
alla sua carriera”, ha continuato l’amica della coppia. I diretti inte-
2012. “Ora che hanno Blue Ivy a cui pensare lei è ancora più deter-
ressati, ovviamente, non hanno commentato fino al 27 settembre,
minata”, ha spiegato un’amica della coppia riferendosi a Beyoncé.
quando una raggiante Beyoncè è salita sul palco del Global Citizen
“Molto probabilmente lei e Jay Z hanno fatto un patto: non vogliono
Festival, a New York (Central Park), per dar man forte all’esibizione
assolutamente far soffrire la piccola per cui stanno facendo di tutto
del marito. Il risultato? Un duetto da brivido e fan increduli.
pur di sistemare la situazione tra di loro. Sono stati mesi difficili ma la popstar non ha nessuna intenzione di lasciare la sua famiglia”. Beyoncé, in particolare, sarebbe contraria all’idea del divorzio. “Beyoncé non vuole il divorzio. È contraria a questa pratica come principio. Ecco perché ha aspettato tanto per sposarsi, voleva essere sicura al cento per cento di star facendo la cosa giusta”. Eppure a settembre era stata avvistata mentre andava a vedere un appartamento da 376 metri quadri e del valore di 16 milioni di euro nel quartiere di Chelsea, a New York, e l’ipotesi più accreditata era che stesse cercando un posto tutto per se (e la figlia). Dal canto suo, Jay Z starebbe organizzando una fuga romantica per
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SPETTACOLANDO
NICHOLAS HOULT E KRISTEN STEWART
FLIRTANO SUL SET DI EQUALS
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more al capolinea per Jennifer Lawrence e Nicholas Hoult, già ai ferri corti dallo scorso anno. Lo assicura People secondo cui, a mettere in crisi l’equilibrio della coppia, sarebbero stati i troppi impegni lavorativi. Conosciutisi nel 2011 sul set di X-Men: l’Inizio, i due si erano già lasciati nel 2013, per poi tornare sui loro passi pochi mesi dopo, complice il ritorno sul set di X Men. Stando ad alcune foto circolate in rete, tuttavia, sembra che Hoult non abbia perso tempo, visto che è stato beccato fuori a cena in compagnia della collega Kristen Stewart. I due sono impegnati in Giappone sul set di Equals, una rivisitazione moderna del lavoro di George Orwell. Il film, diretto da Drake Doremus, vedrà i due attori calarsi nella parte di due amanti in un futuro prossimo. “Non posso credere di aver accettato”, spiegava la Stewart all’Associated Press. “Sono terrorizzata. Anche se si tratta di un film con un solido concetto di base, è terribilmente ambizioso. In Equals, la situazione precipita perché non è possibile soffocare la propria umanità. È una storia devastante. È una storia d’amore epica, di proporzioni stratosferiche. Ho paura”. Che la sua sia (anche) “paura d’innamorarsi”?
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SAGRE
di Sveva Guerreri
OTTOBRE E NOVEMBRE:
UNA GITA FUORIPORTA È D’OBBLIGO on l’inizio dell’autunno arrivano le sagre dedicate all’uva, ai funghi, alle castagne, alle mele e ai tartufi. Insomma, l’occasione giusta per abbandonarsi ai piaceri del bosco, per godere dei piatti della cucina tipica e per visitare gli antichi borghi che li esprimono. A ottobre, intorno a Roma, segnaliamo una serie di appuntamenti da tener d’occhio. Il 12, nel paese di Canterano, la “Sagra del tartufo”. Lungo le vie del borgo si potranno degustare i tonnarelli al tartufo, le bruschette al tartufo
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TUTTI GLI APPUNTAMENTI INTORNO A ROMA PER GODERE DEI BORGHI E DEI PIACERI DELLA BUONA CUCINA e le uova al tartufo, nonché altre leccornie annaffiate dal tipico vino rosso locale. Sempre il 12, a Norma (Latina), si terrà la settima edizione del Choco Day. Imperdibile la visita del Museo del cioccolato “Antica Norba”. L’evento offrirà agli affezionati del settore e ai turisti occasionali la possibilità di assaporare tutta la bontà del cioccolato e di vederlo accostato in maniera insolita e innovativa. Sempre non lontano da Roma, dal 18 al 20, segnaliamo la “Sagra della castagna di Rocca di Papa”, che ormai ha
superato la trentina di edizioni e torna ogni anno per offrire a cittadini e turisti specialità enogastronomiche, spettacoli folcloristici, musica e visite guidate. Nel centro storico di Marino, sempre il 20 del mese, inizia la “Sagra della ciambella al mosto”, con la degustazione dei deliziosi dolci creati con passione dai pasticceri e dai fornai della cittadina. A Sant’Angelo Romano, tra il 20 e il 21, si terrà la “Sagra dei Cellitti al sugo di pecora”. Lavorati rigorosa-
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mente a mano dalle abili mani delle massaie locali, i Cellitti sono tradizionalmente accompagnati da un corposo sugo. Il fine settimana successivo (dal 26 al 27), a Sambuci, si celebra la “Festa della polenta” di Sambuci, cioè di una succulenta polenta locale accompagnata da spuntature e salsicce, vino e dolci tipici. La “Sagra del marrone segnino” nel paese di Segni, dal 25 al 28, chiude infine ottobre. Si comincia con una ghiotta degustazione a base di castagne. Tra i vari stand si potranno assaporare i deliziosi primi a base di farina di marroni e i secondi di carne insaporiti dal dolce frutto. Novembre. dal 1° al 2 si dà il via alla “Festa della castagna” a Riofreddo, dove un menu a prezzo contenuto darà la possibilità di degustare zuppe, polenta, carne alla brace, pizze fritte e castagne arrosto. Inoltre dal 2 al 3 inizia la manifestazione intitolata “I sapori del borgo antico”, con i prodotti tipici come l’olio extravergine di oliva, il miele degli apicoltori locali, la birra del Borgo, i vini delle cantine e tantissime altre ghiottonerie in grado di soddisfare tutti i gusti. Il week end successivo (10 e 11 novembre) “Sagra del prosciutto, dell’olio e del vino novello” a Torri in Sabina (RI) e “Sagra della braciola” (braciole e maccheroni al sugo di castrato). Il 22 e 23, a Capranica Prenestina, si festeggia con la “Sagra della mosciarella”, la tipica castagna secca. Un momento di grande interesse dell’evento è sicuramente l’illustrazione dei metodi tradizionali di essiccazione delle castagne, che durano circa un mese ed avvengono all’interno dei fitti castagneti del territorio.
di Chiara Rovan
TEATRO
L’ABITO DELLA SPOSA PINO STRABIOLI IN SCENA AL TEATRO DELLA COMETA al 21 ottobre al 9 novembre, l’attore regista e conduttore Pino Strabioli, tornato in gran forma sugli schermi di Rai 3 con la trasmissione teatrale Colpo di scena (in replica dal 28 settembre, mentre una nuova edizione è prevista per gennaio 2015), dopo dieci edizioni della fortunatissima Cominciamo bene - Prima, porta in scena con Alice Spisa il successo del recente Todi Festival, L’abito della sposa, scritto da Mario Gelardi (insieme a Roberto Saviano, autore e regista della versione teatrale di Gomorra, Premio E.T.I. 2007 ndr) con la regia di Maurizio Panici. La giovane attrice, vincitrice del premio Ubu under 30 lo scorso anno, veste i panni della timida e ritrosa ricamatrice Nunzia che aiuta l’esperto Lucio, sarto militare da generazioni un po’ burbero e diffidente, nell’arduo compito, mai tentato prima, di confezionare un vestito nuziale, quello della figlia del generale Cafiero. Da scenario di sottofondo la Napoli degli anni Sessanta e l’Italia del boom economico, cullate dalle note di Mina, Sergio Bruni e Michele, affascinate dai gossip su Rita Pavone e Sophia Loren, distrutte e sconvolte dalla catastrofe del Vajont e dall’omicidio di Kennedy. La grande storia, dichiara Strabioli, si intreccia e si confonde con le piccole storie dei due protagonisti, così distanti eppure così simili nella loro solitudine. Nunzia e Lucio si trovano per caso a condividere per lavoro lo spazio della sartoria, ma alla fine scopriranno di aver condiviso, senza neanche accorgersene, quello più profondo e umano dei sentimenti e dell’amicizia. Sebbene lui parli una specie di strano dialetto che è un impasto di lingue differenti, risultato del suo continuo girovagare per l’Italia con i genitori, la giovane sarta riuscirà a capirlo perfettamente grazie proprio alla perfetta sintonia e all’intima complicità del lavorare insieme. Mario Gelardi: “È l’incontro e la scoperta di due imprevedibili vite, il piccolo mondo di due persone che custodiscono un segreto che finalmente possono svelare”.
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di Penelope Salomone
ROMA: OTTOBRE E OLTRE
TANTI GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE NELL’AUTUNNO DELL’ARTE E DELLA CULTURA
“MARIO SIRONI 1885 – 1961”
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l Vittoriano dedica al pittore, illustratore, grafico, architetto, scultore e decoratore Mario Sironi una spettacolare retrospettiva, a cura di Elena Pontiggia, la maggiore esperta del Maestro, tra le più emblematiche personalità artistiche del Novecento italiano. Novanta dipinti, esposti nell’Ala Brasini, illustrano le stagioni della feconda attività dell’artista nato a Sassari 130 anni fa. Il percorso espositivo parte dall’esordio simbolista, dunque prima dell’epoca futurista (Il camion, 1914-15) e metafisica (La lampada, 1919). Segue il periodo novecentista e classico (L’architetto, presentato alla Biennale di Venezia nel 1924), la crisi espressionista (Pescatore, 1930), la pittura murale (Il lavoratore, 1936), la neometafisica (Eclisse, 1943), il ritorno al quadro (La penitente, 1945) e le opere del Dopoguerra fino all’ultimo capolavoro (Apocalisse, 1961). Sironi ha altresì impresso il suo inconfondibile segno nella pittura monumentale romana. Sue creazioni comprendono la vetrata del Palazzo delle corporazioni, l’affresco dell’abside nell’Aula magna de La Sapienza e i due affreschi per il Sacrario dei Mutilati di guerra. Di tali opere sono in mostra i bozzetti e gli studi preparatori, oltre a quelli per copertine di riviste e pubblicità. Infine, c’è pure un carteggio con protagonisti del secolo scorso: Campigli, Piacentini, Ada Negri e il Cardinal Montini. Le opere provengono dalla Galleria d’Arte moderna di Roma, dal Mart di Rovereto, dalla Pinacoteca di Brera e da collezioni private, incluso l’Archivio di Romana Sironi. A sottolineare l’importanza dell’evento un lungo elenco di patrocini: Presidenza della Repubblica in testa. Per chi raggiungerà la Capitale con le Frecce Trenitalia, sconti sull’ingresso alla mostra (9 invece di 12 euro) e su tutti gli acquisti (10%) presso il bookshop. Fino all’8 febbraio, www.comunicareorganizzando.it
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OCCHIO AL CALENDARIO Antologica di Gianni Testa Nella mostra, a cura di Claudio Strinati, 40 dipinti del pluripremiato pittore romano, nato nel 1936, cultore della Divina Commedia, che spazia attraverso temi sacri, mitologici, cavalli, ritratti, paesaggi e nature morte. Vittoriano, Sala Giubileo, fino al 15 ottobre
ARTE E CULTURA
SE “GLADIATORE IVO. AGONE SPORTATURE ARMI ED ARM DELL’IMPERO ROMANO” o Stadio di Domiziano (86 d. C.) mette in mostra l’arte gladiatoria. L’esposizione, a cura dell’architetto e collezionista Silvano Mattesini, ne ripercorre la storia dal
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IV secolo a.C. fino all’inizio del II secolo d.C.. Nell’area archeologica, situata sotto piazza Navona e aperta al pubblico nel 2010 dopo un laborioso restauro, sono ospitati circa 350 esemplari tra corazze, elmi, spade, scudi, schinieri, cinture, cingula e maniche di protezione. Non solo armi e armature, ma anche accessori quali guantoni, lance, loriche da auriga e dischi da lancio. Sul posto perfino strumenti musicali dell’epoca e maschere tragiche raccontano l’evoluzione, nel tempo, della figura del gladiatore: da semplice guerriero catturato dai Romani in battaglia a vera star osannata dalla folla. Fino al 30 marzo www.stadiodomiziano.com
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Karl Brullov (1799-1852) Alla Galleria Berardi (C.so Rinascimento, 9) disegni e bozzetti del pittore russo più innovativo (autore del celeberrimo quadro L’ultimo giorno di Pompei, 1833) della prima metà del XIX secolo, conservati dai discendenti dei suoi amici romani. Fino all’8 novembre.
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VIAGGI
di Sveva Guerreri
VALTOURNENCHE
SPLENDIDA TUTTO L’ANNO un piacere scoprire Valtournenche, un piccolo borgo medievale sdraiato nella valle omonima al centro della Val D’Aosta, circondato dalla Valpelline, dai comuni di Antey-Saint-André e Chamois (sud) e dal comune di Zermatt (Svizzera, nord). Questa località, oltre ad essere una rinomata meta sciistica durante il periodo invernale, diventa in estate un luogo turistico in cui è impossibile annoiarsi. Innumerevoli le passeggiate e le escursioni di trekking da effettuare.
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UN ANGOLO DI PARADISO CHE IN OGNI STAGIONE OFFRE AI TURISTI IL MEGLIO DI SÉ Imperdibile la gita da Valtournenche al borgo “Cheneil”, da dove si gode una splendida vista sul Cervino, in un contesto naturale particolarmente suggestivo, tra fitti boschi e pascoli fioriti. Punto di partenza per alcune delle più note escursioni della zona è il lago di Cignana, al quale si giunge per un sentiero che parte da Barmasse, il luogo dove nel 1972 sono state rinvenute incisioni rupestri risalenti all’età del Bronzo. Se si prosegue su questo sentiero si possono scoprire le splendide grotte Gouffre des Busserailles (l’ingresso è a pagamento ma ne vale davvero la pena). Un altro percorso caratteristico è la “Traversata Chamois - Cheneil”. Una volta raggiunta la località di Chamois in funivia, si vedono svettare le cime della valle centrale del Mont Emilius, del Gran Paradiso e del Rutor, poi si inizia a scendere lungo le ampie distese prative e si raggiunge così il sentiero della Gran Balconat, fino ad
arrivare a Cheneil, mentre sullo sfondo si apre il palcoscenico naturale delle Grandes Murailles e del Cervino. Ma la Valtournenche offre molto anche a chi ha voglia di sciare durante il periodo estivo. Si possono infatti facilmente raggiungere gli impianti sciistici del Plateau Rosà (a 3.480 mt), dove sulla sua terrazza d’arrivo della funivia, è possibile ammirare da vicino quattro cime maestose: dal Cervino al Monte Bianco, dal Gran Paradiso al Monte Rosa, nonchè tutte le cime svizzere del Vallese. La Val D’Aosta è costellata da innumerevoli castelli e fortezze. In mezz’ora da Valtournanche è possibile raggiungere il famoso Forte di Bard, una fortezza medievale dalle fattezze meravigliose. All’antica proprietà della signoria dei Bard è subentrata la dinastia dei Savoia. Ogni anno, a fine agosto, si celebra all’interno del villaggio la ricorrenza di un importante evento storico: il passaggio di Napoleone Bonaparte con le sue truppe (1800), quando le truppe francesi invasero la Valle d’Aosta ponendo sotto assedio il Forte, che dopo due settimane di strenua resistenza si arrese. Aosta, ricca di antichi resti ai tempi della dominazione romana, è molto vicina. Caratteristica per il suo centro storico, attraversato da piccole viuzze e da angoli dal sapore medievale. Per di più, per chi ha voglia di trascorrere delle ore in totale relax, nelle vicinanze di Valtournenche, ci sono le terme di Prè Saint Deider, un gioiello in stile liberty dove rigenerarsi, magari facendosi cullare dai dolci idromassaggi e cromoterapie all’interno di piscine incastonate nel paesaggio naturale. Infine, per la felicità del proprio palato, si possono gustare i prodotti tipici caseari di questo antico borgo valdostano: dalla Fontina alla Toma di Gressoney, i cui sapori vengono arricchiti dai fiori dei prati dei pascoli circostanti. Mentre per gli amanti della polenta (anche d’estate), si suggerisce di assaggiarla nei rifugi affogata nella fontina. Si preferisce qualcosa di dolce? Sicuramente i biscotti realizzati con fiori di lavanda.
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QUESTIONE DI CILINDRI
di Alessandro Cortellessa
I T A C U D R E L B M A R C S O T I M L I TORNA lla fine di un’operazione di marketing che ha saputo dosare nei mesi la giusta attesa, alternando amarcord della celebre moto degli anni Settanta e briciole di anticipazioni del nuovo modello, la Ducati ha presentato in anteprima mondiale, alla fine di settembre, in occasione della fiera internazionale Intermot di Colonia, la nuova Scrambler (o meglio, il nuovo Scrambler, in quanto il nome viene declinato al maschile).
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VOGLIA DI ANNI SETTANTA, DI LIBERTÀ E DI CURA DEI PARTICOLARI Versione contemporanea di una delle icone delle moto degli anni Settanta, ormai divenuta un oggetto al di fuori del tempo, tanto da assurgere ora direttamente a brand con il suo nome, come già successo ad automobili come la Jeep, lo Scrambler diventa oggi una gamma di moto che si inserisce a buon titolo come regina del filone vintage che tanto sta prepotentemente tornando di moda. Scrambler Ducati è uscita definitivamente dal misterioso “container giallo” (il giallo era il colore più diffuso di questa moto all’epoca) che lo ha gelosamente custodito e caratterizzato negli ultimi mesi e, dopo l’anteprima ai dipendenti Ducati e agli appassionati presenti al World Ducati Week (luglio 2014), è ufficialmente pronto. Non si tratta solamente di una nuova moto, ma di un mondo che si esprime attraverso una serie di proposte e versioni, che sono il punto di partenza per soddisfare le esigenze ed i gusti di diverse tipologie di motociclisti. Scrambler Ducati è una moto contemporanea capace di esprimere la pura essenza del motociclismo. Materiali veri, come l’alluminio del forcellone e delle cartelle motore e l’acciaio del serbatoio a goccia e del telaio, si uniscono a componenti di nuova generazione, tra i quali le luci anteriore e posteriore a LED e
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la strumentazione LCD. Il manubrio largo e la sella lunga e confortevole garantiscono una posizione di guida comoda e rilassata. Uniti poi al peso contenuto, al baricentro basso ed agli pneumatici leggermente tassellati, assicurano puro divertimento in ogni situazione. Il design “post-heritage” interpreta, in chiave contemporanea, i valori dell’iconica moto della Casa bolognese degli anni ‘70. Scrambler Ducati non è una moto vintage, ma il risultato ideale di come sarebbe oggi la celebre moto di Borgo Panigale se Ducati non avesse mai smesso di produrla. Scrambler Icon, disponibile in giallo e rosso, è affiancato da tre versioni - Urban Enduro, Full Throttle e Classic - che interpretano lo spirito Scrambler in direzioni stilistiche e funzionali differenti. Urban Enduro, caratterizzata dalla colorazione “wild green”, è per chi ama lo stile enduro ed è pronto a cambiare strada in ogni momento; Full Throttle è per chi è affascinato dal mondo delle corse “flat track” e non può fare a meno di cercare il limite in ogni cosa; Classic è per chi ama i dettagli e lo stile anni ‘70, ma non vuole rinunciare al piacere di guida ed al comfort di una moto contemporanea. Il gruppo ottico anteriore, assieme al serbatoio, è uno degli elementi più caratteristici di Scrambler Ducati. Tondo, dal design classico ma allo stesso tempo contemporaneo, ha il trasparente in vetro, con un guidaluce lungo la circonferenza esterna alimentato da una sorgente LED che funge da luce di posizione. Sella e serbatoio sono stati oggetto di profondi studi per dare a Scrambler Ducati il giusto equilibrio delle proporzioni. È una moto compatta, che infonde fiducia sin dal primo sguardo. Le sue dimensioni sono state studiate per renderla accessibile ad ogni tipo di motociclista mentre la lunga sella è stata disegnata per offrire il massimo comfort e ospitare comodamente anche il passeggero. Il motore della Scrambler Ducati è un bicilindrico ad L due valvole raffreddato ad aria e olio da 803
QUESTIONE DI CILINDRI cm3, con alesaggio di 88 mm e corsa di 66 mm, rivisitato per privilegiare accelerazioni fluide ad ogni regime. Grazie alla vasta gamma di accessori moto e abbigliamento, che sarà presentata a novembre, le possibilità che Scrambler Ducati può offrire sono praticamente infinite, sia in termini di personalizzazione che per quanto riguarda l’esclusività di un vero e proprio “life style”.
rancHero road
road ladY Scrambler, dall’inglese “to scramble” ovvero mescolare, mischiare, lascia spazio all’immaginazione, alla condivisione con gli altri e alla libera interpretazione. Scrambler Ducati è l’espressione a
teXas
enGineer
modelli su misura personalizzata possibilità di scelta del colore e delle rifiniture due ruote di chi la guida, con tutti i presupposti per affermarsi anche quale fenomeno di costume e culturale. È uno spirito libero, positivo e anticonformista aperto all’incontro con altre culture e stili, non solo una moto, ma un mondo a se stante. Scrambler Ducati sarà disponibile presso i Ducati Store a partire da fine gennaio 2015. La prima delle quattro versioni disponibili sarà la Icon e verrà commercializzata a partire da 8.240 euro (prezzo franco concessionario). Per ulteriori informazioni www.scramblerducati.com
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di Simona Bottoni
ARREDAMENTO
VIENI, C’È UNA LUCE NEL BOSCO LE NUOVE LAMPADE
CREANO ATMOSFERE MAGICHE E FIABESCHE a tecnologia - almeno nel settore dell’interior design - si mette sempre più a servizio del relax: dai creativi nascono idee di arredo che sembrano prenderci per mano e condurci in atmosfere da sogno, che evocano boschi incantati, fiabe, ambienti impalpabili e quasi asettici. Sarà che l’uomo contemporaneo vive il suo tempo freneticamente e che, quando torna a casa dopo una giornata di lavoro, sogna che ad accoglierlo sia un ambiente in grado di rigenerarlo, di restituirgli la serenità perduta nel tran tran quotidiano, di farlo regredire all’età infantile; ma molte nuove idee, ad esempio nel settore dell’illuminazione, sembrano riuscire a centrare questo obiettivo. Un esempio? Le lampade a sospensione “Gio”, in metallo cromato e vetro borosilicato, col design di Carlo Colombo per Penta; oppure la lampada a sospensione “Johnny B. Butterfly” con decorazione di insetti fatti a mano di Ingo Maurer (atmosfera del bosco); o la lampada da tavolo “Stone”, in vetro opalino, col design di Laudani & Romanelli; oppure ancora la lampada-pouf “Pill-Low”, rivestita di tessuto colorato, con design di Francesco Rota per Oluce. La lampada “Imu”, poi, riproduce una casetta di uccellini col design di Omar Carraglia Johnny B. Butterfly per Davide Groppi. Ci fa pensare allo spazio la lampada da tavolo “Meteorite”, in vetro soffiato di Artemide. La lampada “Filo filo”, con struttura di metallo e design di Umberto Asnago & Carola Minotti per Penta, ci fa sentire immersi nel silenzio notturno di una tenda piantata a due passi dal bagnasciuga. Il Tavolino luminoso “Toy”, col design di Studio 4P1B per Martinelli Luce ci porta dritti dritti nel soggiorno di una navicella spaziale in viaggio intergalattico. Insomma, sognare si può.
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di Sveva Guerreri
SALUTE E BENESSERE
IL BENESSERE DELL’EDUCAZIONE AL SESSO
AVERE UNA SESSUALITÀ CONSAPEVOLE EVITA PROBLEMI SERI ANCHE IN ALTRI CAMPI
al 29 settembre al 4 ottobre si è tenuta la “Settimana del Benessere Sessuale”, un’iniziativa presente in tutto il territorio italiano, cui hanno aderito 150 professionisti del settore con seminari, punti di ascolto e consulenze gratuite. L’iniziativa ha cercato, tra l’altro, di rispondere alla necessità di un’educazione sentimentale e sessuale nel nostro Paese. A questo proposito, si può consultare il sito della “Federazione Italiana di Sessuologia” nello spazio dedicato
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Regioni. Il progetto ha infatti l’obiettivo di diffondere una corretta informazione permanente in campo sessuologico. L’educazione alla sessualità, la consulenza sessuale e le terapie delle disfunzioni sessuali maschili e femminili sono i campi d’azione. Per di più l’obiettivo principale è la promozione del benessere sessuale del singolo e della coppia, senza distinzione di genere, orientamento sessuale o cultura di appartenenza, oltre a quello di coinvolgere la popolazione sulle principali tematiche legate alla sessualità.
alla “Settimana del Benessere Sessuale”, dove sono presenti i contatti dei professionisti che hanno aderito all’evento e scoprire le iniziative proposte nelle varie
Per diffondere una cultura sessuologica consapevole, ovvero un processo di emancipazione individuale e collettivo è importante conoscere la propria sessua-
lità, quella che gli specialisti definiscono una parte fondamentale di ognuno di noi (oltre che della relazione di coppia). Per questo occorre dare spazio e voce alla propria sessualità, affinchè sia “funzionale” al piacere e alla serenità con sè stessi e con il proprio partner. In questo senso la sessualità andrebbe vissuta come momento di comunicazione, gioco e di scambio reciproco. Molte coppie italiane hanno rapporti sessuali rispetto ai quali non si sentono soddisfatti. A volte in una coppia la sessualità diventa un luogo di scontro e di ostilità per affermare il proprio ruolo. Inoltre è spesso frequente la situazione in cui tra i partner non c’è più sesso e, di solito, neppure intimità: un distacco emotivo che piano piano spinge i due partner ad essere più lontani l’uno dall’altro e a vivere il sesso come una prova ed una prestazione. Inoltre in alcuni casi l’incompletezza affettiva e sessuale di un individuo porta lo stesso a compiere atti e gesti inconsulti. Sempre più spesso la cronaca nera parla infatti di casi legati alla tragica fine di amori patologici e morbosi, che talvolta sono anche la conseguenza di un “insano” rapporto sessuale all’interno di una coppia. La pericolosità di alcuni soggetti è costituita probabilmente anche dalla tendenza di esercitare un dominio assoluto sulla propria partner. Dall’impulso irrefrenabile e ossessivo a possedere qualcun altro può anche scaturire un crimine. È bene ricordare che le persone che hanno risolto la propria sfera sessuale ed emotiva non portano le loro problematiche nelle rispettive relazioni sessuali ed affettive.
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di Gaetano Gaggiottino
SCIENZE
LA MELANZANA: I UNCACHI: AIUTO ALL’ORGANISMO
ELISIR DI SALUTE
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ssieme ai frutti di bosco, alle prugne, all’uva nera e al radicchio, le melanzane fanno parte del gruppo di alimenti dal colore blu-viola ricchi di antocianine dal potere antiossidante. Comprese tra le verdure fresche e meno caloriche, le melanzane hanno un buon contenuto di sali minerali, specie di potassio. Buono l’apporto di vitamina C e tan-
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rutto di stagione che la natura ci regala per combattere l’arrivo dell’inverno con tutti i suoi malanni. Un solo cachi fornisce la metà della vitamina A necessaria in un giorno e 100 kcal di energia, il doppio di una arancia. Insomma, energia concentrata.
PESCE PESCATO E ALLEVATO. te le fibre quali pectina e cellulosa. Vanno scelte ben sode e con la buccia liscia e lucida.
LA SOIA:
UN ALIMENTO, MILLE USI
semi di soia contengono il 37% di proteine, il 19% di grassi e il 23% di carboidrati. L’uso può essere multiforme. L’olio ottenuto dalla soia è molto ricco di acidi grassi e pertanto adatto per un consumo a crudo. La salsa di
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sualmente al mercato del pesce si trovano sullo stesso banco pesci di allevamento e pesci provenienti dal pescato giornaliero. A parte il prezzo, più basso per ciò che concerne i primi, la differenza la fanno le dimensioni (più uniformi per il pesce allevato e più variabili per il pesce pescato). Poi ci sono i colori, che risultano più scuri nel pesce allevato. Ma la vera differenza è nella maggiore quantità di grasso attorno alle viscere, dovuta al fatto che il pesce allevato in gabbia è alimentato in maniera costante e abbondante con mangimi
a base di oli vegetali. Questo comporta che gli Omega 3 del pesce allevato siano presenti
in quantità inferiori rispetto a quello pescato. Per ultimo, e vale per il palato, le carni dei pesci selvaggi sono più consistenti.
LA CARTA D’IDENTITÀ DEGLI ALIMENTI soia è il condimento più utilizzato in oriente e si ottiene dalla fermentazione dei semi in acqua e sale. Ovviamente occorre fare attenzione alla soia se si seguono diete povere sodio. Il latte di soia è ideale per chi è intollerante al lattosio, non contiene colesterolo e ha un buon contenuto di grassi polinsaturi a differenza del latte vaccino. Il miso è un condimento ottenuto dai semi. Caratterizzato da un gusto forte e salato, viene utilizzato per insaporire brodi, minestre e zuppe.
i chiama Safety for food ed è il passaporto digitale per i prodotti alimentari. Il progetto ha come obiettivo primario la realizzazione di una banca dati mondiale della sicurezza alimentare. Lo strumento consentirebbe all’intera filiera agro-alimentare, agli enti preposti e anche ai consumatori di ottenere una completa tracciabilità delle produzioni secondo le regole e gli standard internazionali in materia di sicurezza, qualità e origine degli alimenti.
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IL NATALE “SOCIAL” DI
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ancano appena due mesi al Natale e presto per Roma si respirerà un’aria diversa. Ieva Studio d’Arte - che nella settimana della Natività sa dare sempre il meglio di sé sta dunque già pensando ad alcune piccole sorprese che faranno contente tutte le persone che vogliono avvicinarsi al mondo del bello, dell’arte e della creatività. A partire da Ottobre, tutto il periodo delle feste sarà dedicato ai corsi che tradizionalmente si svolgono nello spazio di via Terpandro: Trompe l’oeil, pittura su tessuto e seta, disegno ed acquarello, cucito creativo e tanto altro. Ma quest’anno c’è qualcosa di più. Ieva ha infatti deciso di fare del periodo prenatalizio un momento “social”, cioè un tempo nel quale incontrarsi, scambiarsi esperienze, crescere nella creatività e nel gusto. Lo Studio d’Arte diventerà un salotto nel quale socializzare, conoscere gli altri, condividere le proprie passioni attraverso il cucito creativo, i pannelli patchwork, le bambole di pezza, le decorazioni per la casa e molte altre invenzioni della fantasia. Insomma, si tornerà allo spirito vero del Natale: quello di regalare qualcosa fatto con le proprie mani, qualcosa che attraverso il dono esprima agli altri una parte di noi. Il consiglio è uno: venite a provare! Prima di passare in via Terpandro 36, Ieva Studio d’Arte invita però tutti i lettori di 13 Magazine a mettere un “mi piace” sulla pagina Facebook. Solo così si potrà concorrere alla vincita di una lezione gratuita. Per il resto, basta mettersi in gioco e farsi coinvolgere dallo spirito del Natale.
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LIBRI
di Dante Cruciani
IL MANOSCRITTO ROMANZO STORICO INCOMPLETO CONUNIL SAPORE DEL GIALLO amal Abdulla non è un autore tra tanti. Insigne turcologo e slavista, scrittore e sceneggiatore teatrale, è stato a lungo rettore dell’Università di studi Slavi di Baku. Autore di scritti, romanzi e saggi tradotti in tutto il mondo, oggi Kamal Abdulla è Consigliere di Stato per i Rapporti interconfessionali e il Multiculturalismo: una carica che gli dà un rango pari a quello di un ministro della Repubblica dell’Azerbaigian. Questo retroterra di raffinata cultura e senso dello stato vive tutto ne Il manoscritto incompleto, romanzo che intreccia la passione per la filologia, il gusto del giallo e il senso del passato. La narrazione ha inizio con un misterioso manoscritto privo di alcuni frammenti e dimenticato per seco-
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li. Lo studioso che lo ha per le mani deve dunque venire a capo di un intrigo che spazia tra l’epopea dei turchi Oghuz, lo scià dei Persia Ismail I e i giorni nostri. Il risultato è un racconto avvincente, che avvicina il lettore italiano al mondo lontano e mitico dell’oriente turco e persiano: un immaginario fatto di khan (signori), spie, palazzi, notti e saghe familiari. Franco Cardini, medievalista di fama internazionale, ha curato l’introduzione al Manoscritto incompleto. Del romanzo dice che “Senza dubbio piacerebbe al conte Potocki, al buon Manzoni e al professor Eco”. D’altra parte lo scritto è stato già definito da alcuni recensori il nuovo Nome della Rosa.
LA SHOAH IN ME
L’EPOPEA DELL’ULTIMO SOPRAVVISSUTO DEL GHETTO DI VARSAVIA prile 1943: inizia la rivolta del ghetto di Varsavia e le SS naziste danno vita ad uno degli stermini tristemente più noti della storia. Costretti a vivere in condizioni disumane, 40.000 ebrei si ribellano. Simcha Rotem - nome di battaglia Kazik - è l’ultimo testimone ancora in vita di quella mattanza. Ad appena diciannove anni, Rotem si è arruolato nei ranghi della Zob, l’Organizzazione ebraica di combattimento. Composta da giovanissimi ragazzi e ragazze, la Zob riuscì nella titanica impresa di tenere testa, per settimane, al potentissimo e spietato esercito nazista. Quando tutto sembrava perduto, fu proprio Kazik a guidare le ultime decine di combattenti nella parte ariana di Varsavia e da lì nella foresta, dove poterono unirsi alle formazioni partigiane polacche e continuare la lotta contro l’esercito nazista. Per decenni Rotem si è rifiutato di raccontare quella storia. Eppure, una volta portate a termine, le sue memorie sono state tradotte in tutto il mondo. Oggi la testimonianza di Rotem esce per Sandro Teti Editore con il titolo “La Shoah in me”. Di Kazik, Gad Lerner, curatore della prefazione al testo, scrive: “Il coraggio aveva dovuto darselo da sé, fin da quando, adolescente, nei giorni successivi all’invasione tedesca del settembre 1939, era rimasto sepolto fra le macerie della sua casa bombardata, trascinandosene fuori gravemente ferito [...] I ragazzi e le ragazze dello Zob non avevano speranza di vittoria ma bastava loro esprimere col linguaggio delle armi il proprio diritto calpestato alla dignità”. Una piccola curiosità storica. Nelle sue memorie, Simcha Rotem cita per ben 19 volte le SS ucraine, notoriamente fiancheggiatrici di quelle tedesche nello sterminio del Ghetto di Varsavia. Si tratta di quelle stesse milizie che una parte sempre più consistente di politici e di semplici cittadini galiziani (la Galizia è una regione dell’Ucraina) vorrebbe oggi riabilitare.
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di Lucia Bianco (inviate le vostre ricette a luciabianco@hotmail.it)
SAPORI
BUDGET E RICETTE
IL SAPORE DECISO E UNICO DEI PEPERONCINI SOTT’OLIO
ROSSO FUOCO en ritrovati! Come al solito le ricette che vi propongo non seguono un preciso filo logico. Le mie decisioni dipendono dall’innamoramento per un certo sapore, dai miei
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esperimenti oppure dai ritmi dettati dalle stagioni. Ottobre è il tempo dei vasetti, è il periodo delle marmellate e di tutto ciò che va messo sott’olio. Quindi, non facendo altro da una setti-
mana, non posso fare a meno di darvi una di queste ricette. Del mio attuale esperimento sul formaggio fatto in casa ne riparleremo quando avrò ottenuto il risultato che dico io.
O I L ’O T T O S I N I C N O R E PEP ALCUNE AVVERTENZE
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o appena terminato di invasare dei piccoli, rossi, tondi e bellissimi peperoncini. Li chiamo i peperoncini malefici! Dovrete dunque fare attenzione ad un paio di cose molto, molto importanti. La prima: sono fuoco puro, non toccateli a mani nude perché vi si gonfierebbero, consiglio dunque due paia di guanti. La seconda: lavorateli in un ambiente aperto o vicino ad una finestra, le esalazioni piccanti prendono alla gola e comincereste a tossire. La terza: non toccate né occhi né labbra. Se non avete ancora chiuso il giornale terrorizzati, vuol dire che alla fine riuscirete ad assaggiare, a detta degli esperti, uno dei “sapori della memoria” che ricercherete ancora ed ancora.
INGREDIENTI E PREPARAZIONE
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e dosi dipendono dalla quantità dei peperoncini. Per ogni peperoncino abbiamo bisogno di un filetto di acciuga sott’olio, un cappero e un cucchiaino di tonno sott’olio. Per darvi un’idea, ne ho usato 400gr per 45 peperoncini. Vasetti di vetro sterilizzati, in ogni vasetto piccolo si mettono sei peperoncini, nei vasetti tipo quelli delle marmellate ne entreranno nove (farete strati da tre). Ci serve poi l’olio extra vergine per riempire i vasetti, aceto, vino bianco e sale. Dunque cominciamo. Vi serve un coltellino piccolo e tagliente, un cucchiaino da caffè, una ciotolina per mettere gli scarti, un’altra per i peperoncini puliti e infine una gratella. Con il coltellino incidete attorno al picciolo facendo attenzione a non bucare le pareti, col cucchiaino togliete delicatamente i semini ed i filamenti bianchi. Fate così con tutti i peperoncini. Versate in una pentola uguale quantità di vino e aceto con un pizzico di sale e portate a bollore, scottate per 3 minuti i peperoncini e metteteli a scolare su una gratella dove li lascerete per alcune ore. Frantumate il tonno, lavate bene dal sale i capperi e dividete i filetti di acciughe, arrotolate ogni filetto attorno ad un cappero e cominciate a riempire; mettete il tonno, pressatelo facendo un incavo nel centro dove inserire il rotolino di acciuga, premete perché non esca e continuate così con tutti gli altri. Ripulite ogni peperoncino ed inserite il tutto nei vasetti. Mettetene tre per ogni strato, con la parte ripiena verso l’esterno, (come da foto), versate poi l’olio extra vergine arrivando sino al colletto del vaso (per permettere il sotto vuoto), premete delicatamente con un cucchiaino per far uscire eventuali bolle d’aria. Lasciate riposare tutta la notte. Prima di chiudere i vasetti rimboccate con olio se necessario e stringete bene. Io preferisco pastorizzare anche i vasetti e lo faccio in forno, a 160°, per 20/25 minuti. Sentirete il classico clic. Appuntamento al prossimo mese...
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MAGNAROMA
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OROSCOPO DI OTTOBRE
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ALEX PETTYFER
10/4/1990
Siete imprevedibili anche nelle cose che per altri sono scontate. Avete ottime idee e ponderate con estrema cura sempre. Forse è arrivato il momento di lasciarvi trascinare più dall’intuito che dalla ragione. Potreste essere tentati nel fare un azzardo finanziario. La vostra audacia sarà premiata. Il secondo week-end del mese si annuncia molto caldo per i single.
BILANCIA 23/9 · 22/10
SERENA WILLIAMS
26/9/1981
TORO 21/4 · 20/5
AUDREY HEPBURN
4/5/1929
È tempo di lasciarvi alle spalle il regime di “austerity affettiva” dell’estate. I pianeti dell’amore entrano nel segno e vi dispongono verso l’altro sesso. Sarete affascinanti da persone che non vi aspettate. I vostri orizzonti si espandono e ne risente in modo benefico anche il lavoro, dove siete più sorridenti e disponibili.
SCORPIONE 23/10 · 21/11
MATTHEW MCCONAUGHEY
4/11/1969
GEMELLI 21/5 · 21/6
PRINCE
7/6/1958
Si apre un nuovo capitolo della vostra vita. La voglia di lasciare tutto e tutti, avventurandovi oltre i soliti vecchi confini, vi stuzzica la fantasia. Sia l’amore, che il lavoro, che le amicizie sono per voi ottimi motivi di riflessione, ma il vostro spirito avventuriero e sognatore preme più forte di ogni sterile ragionamento. In fondo la vita è una vi dite, e non avete torto.
DIANA SPENCER
1/7/1961
KATIE HOLMES
18/12/1978
JASON STATHAM
26/7/1967
SEYDOU KEITA
16/1/1980
SOPHIA LOREN
20/9/1934
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Inizia una nuova stagione sotto il segno dell’amore. Le stelle sono favorevoli a incontri, flirt, storie a lunga scadenza. Siete voi a decidere se è il momento di metter su famiglia o di cominciare una nuova avventura in luoghi lontani. Il consiglio è di non portare zavorre con voi che intralcerebbero il cammino verso le nuove mete! Osate.
ACQUARIO 21/1 · 19/2
MELISSA SATTA
7/2/1986
VERGINE 23/8 · 22/9 Nel vostro tranquillo e ripetitivo mondo, tutto è scandito da un orologio dal funzionamento perfetto. Proprio per questo è lecito inseguire qualche follia e frequentare persone capaci di tirare fuori la vostra audacia. La vita professionale potrebbe subire contraccolpi fortunati e cambiamenti felici grazie a una persona appena conosciuta, a un aperitivo, a un viaggio di piacere.
Alla voglia di apparire dovrebbe seguire quella di voler piacere anche per ciò che si è dentro, e voi avete perso la rotta su ciò che conta davvero. Guardatevi attorno, c’è qualcuno che vi scruta con occhi innamorati. Il capo mette i bastoni frà le ruote alle vostre iniziative, creando tensione con i colleghi. Sicuri di stare facendo le cose per bene?
CAPRICORNO 22/12 · 20/1
LEONE 23/7 · 22/8 A quando i confetti? C’è la possibilità di coronare il vostro sogno d’amore con la persona amata. Fate luce sugli aspetti che non vi sono ancora chiari. Se ci sono domande che fino ad oggi non avete fatto, fatele: è arrivato il momento. Tutto vi sarà più chiaro e potrete decidere con serenità. Siate superiori ai colleghi che cercano di mettervi i bastoni fra le ruote.
La gestione “allegra” delle vostre risorse va rivista. In attesa del lungo inverno avete fatto scorte come brave formichine, ora non gettate tutto alle ortiche solo per un capriccio. Piuttosto concedetevi un week-end d’amore fuori con la persona amata. Con la complicità del pianeta dell’amore, sarete irresistibili e potrete chiedere ciò che volete.
SAGITTARIO 22/11 · 21/12
CANCRO 22/6 · 22/7 Ascoltatevi di più. Avete le giuste idee e la giusta energia per portarle avanti. Non tentennate ascoltando le parole di colleghi e amici, prendete il progetto che state pianificando già da questa estate e mettetelo su carta mostrandolo al capo o a chi può aiutarvi nella realizzazione. L’amore vi sprona a buttarvi nella mischia. Vi appoggia e sostiene! Non esitate.
Cambiamento radicale nelle vostre relazioni: l‘apertura alla sensibilità del vostro partner dà i suoi frutti. La comprensione vi libera dai limiti ormai inutili, vivrete l’amore in grande. Il mese promette di farvi vivere momenti di passione intensa! Sta a voi conservare la pace d’animo prima di prendere delle decisioni irrevocabili sia nel vivere il quotidiano che in ambito lavorativo.
Al cuore e al corpo, non si comanda. Una forte attrazione fisica vi impedisce di valutare al meglio la relazione in corso. Basta uno sguardo e vi accendete! Cercate di ponderare con più cautela, di godervi il bello senza star su a rimuginare. Se sul lavoro vi proporranno un nuovo ruolo o incarico, accettate senza esitazioni: è l’occasione che aspettavate.
PESCI 20/2 · 20/3
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26/2/1932
Avete buoni transiti nel segno che lasciano presagire giorni di serenità. Volete amaliare la famiglia e siete alla ricerca di una nuova sistemazione. Guardatevi bene attorno perchè la casa dei vostri sogni vi sta già aspettando! Gli impegni di lavoro sono tanti, ma voi riuscite a gestire al meglio tutto senza trascurare la famiglia.
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