TARIFFA ROC: POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 - DCB - ROMA
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ABITARE OGGI
49 J’ADORE
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12 LEGNO+INGEGNO
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34 LILÙ
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OFFICINE DEL GUSTO
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PATIO ANTICO, IL
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GREEN TEA
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GUIDA AI RISTORANTI
26 ITC
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S O M M A R I O
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SPECIALE
RUBRICHE
17 Sesso tricolore
15 Editoriale
19 I numeri del sesso in Italia
36 Mode e Modi
40 Sagre
e nel mondo
21 Soldi e sesso?
41 Arte e Cultura
44 Viaggi
Spesso coincidono…
23 Quartieri a luci rosse:
46 Questione di cilindri
49 Arredamento
il modello Europa
25 Sesso e salute binomio
51 Viaggi in Italia
trascurato
52 Salute e benessere
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53 Alimentazione
ESTERI
53 Libri
27 L’ Isis battuto dalle donne curde
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54 Scienze 55 X News
MONDO
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58 Budget e Ricette
27 Il costo del non credere
65 Home Restaurant 66 Oroscopo
ECONOMIA
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33 Gasarsi di TAP
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MAGNAROMA
COSTUME E SOCIETÀ
35 José Dalì figlio dell’arte
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TEATRO
40 Problemi di coppia?
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di Maurizio Carta
EDITORIALE
“VI SONO POCHISSIMI UOMINI - E SONO LE ECCEZIONI - CAPACI DI PENSARE E SENTIRE AL DI LÀ DEL MOMENTO PRESENTE.”
lausewitz C n vo b ie tl ot G p ip il Ph l ar C
COLOPHON Anno 14 · n.134 · FEBBRAIO 2015 mensile d’informazione: politica, attualità, cultura, sport, spettacolo, moda www.13magazine.it Direttore Editoriale Claudio Petrollo claudio@visioni-grafiche.it
Direttore Responsabile Dott. Maurizio Carta maurizio@visioni-grafiche.it
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13 MAGAZINE seguilo su
opo due anni di tentativi, l’ISIS è arrivato a ridosso del Canale di Sicilia. L’obiettivo sono i porti, le infrastrutture e i giacimenti della Libia che fu. Poi, a modo suo, tenterà di regolare i conti con i vicini, primo tra tutti l’Italia (che significa tante cose: Occidente, Nato, Chiesa Cattolica, Roma, ecc...). Ad oggi, la notizia sembra aver alimentato solo le scalette dei talkshow televisivi. Perché di serietà, nella reazione del parlamento e delle istituzioni preposte, non vi è traccia. È difficile capire se il problema sia pertinente unicamente alla politica o se, piuttosto, riguardi un trentennio di svacco culturale che non permette, anche solo a livello di dibattito pubblico, di chiamare le cose con il loro nome. L’Italia è forse l’unico stato al mondo che permette a un civile, il Comandante dell’Enrica Lexie, di consegnare alle autorità di un altro paese (l’India) due suoi militari (i fucilieri di Marina Latorre e Girone). L’Italia è forse l’unico paese al mondo la cui Marina, pur di salvare un barcone di disperati, si fa puntare i fucili addosso da una mezza dozzina di scafisti (con conseguente scippo dei barconi utilizzati per il traffico di clandestini). L’esaltazione del gesto, insieme al plauso dei media, racconta di un paese che ha perso perfino il senso delle cose minime. La Marina italiana non è una onlus. È pagata dal contribuente per presidiare e difendere lo spazio nazionale. Se minacciata, è tenuta a rispondere con tutte le generose dotazioni che lo stesso contribuente le conferisce. Ma in Italia non è così, non sembra essere così. Nei giorni successivi all’arrivo dell’ISIS a Sirte, si è brevemente discusso di un possibile intervento italiano di terra. Messe da parte le tante speculazioni sull’opportunità o meno dell’iniziativa, ciò che ha destato più stupore è stato il ricorrente invocare una supposta incapacità militare
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IL MENSILE
PIÙ DIFFUSO E LETTO DI ROMA
SUD
di condurre una simile operazione. “L’esercito italiano è impreparato”, “l’esercito italiano non ha i mezzi e il personale per condurre una campagna del genere” hanno affermato diversi esperti. Bene, se così è, non si capisce a cosa servano i quasi 21 miliardi di euro che il bilancio pubblico destina nel 2015 alle forze armate. Affermare che i militari italiani siano inabili a combattere è dire che ogni giorno centinaia di migliaia di persone portano la propria divisa come se fosse una sfilata di carnevale. A quel punto, tanto vale smantellare tutto e mantenere solo forze interne di polizia. Il dubbio, comunque, è che il pesce puzzi dalla testa. Non è raro ascoltare politici contrapporre la politica all’uso delle armi. La politica sarebbe l’arte del dialogo, la guerra sarebbe solo forza bruta. È retorica ad uso dell’ignoranza altrui. “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”, spiegava in un celebre aforisma von Clausewitz. Secoli prima, una frase latina recitava “Si vis pacem para bellum” (“se vuoi la pace, prepara la guerra”). Le due sentenze hanno retto alla prova dei secoli. Senza contare che spesso, in guerra, il campo della battaglia lo decide il nemico. Non sarà l’Italia a scegliere come meglio combattere l’ISIS. Sarà l’ISIS a dettare i tempi e a stabilire il terreno del confronto. Se l’Egitto e le altre fazioni libiche non fermeranno l’esercito islamista, l’ISIS prenderà l’iniziativa a modo suo, da organizzazione terroristica potenziata con mezzi di stato. Così in Italia i politici torneranno a studiare Clausewitz. Perché se la politica non governa la guerra, la guerra governa la politica.
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di Angelita Papa
SESSO
SPECIALE
OLTREOCEANO SI PARLA APERTAMENTE DI QUARTA RIVOLUZIONE SESSUALE. L’ITALIA SI ADEGUA CON LENTEZZA…
TRICOLORE al punto di vista letterario, gli anni della crisi sono stati soprattutto gli anni di Cinquanta sfumature di grigio. Dal 2011, anno della pubblicazione, il libro ha venduto 100 milioni di copie in tutto il mondo, di cui tre e mezzo solo in Italia. Per il film, appena uscito, si stimano invece 240 milioni di dollari nei soli tre giorni d’esordio (8 in Italia). Insomma, sembra che il pianeta viva una vera e propria mania - un misto di curiosità e di desiderio - per una storia fatta di pratiche sessuali sadomaso e bondage. La sensazione è però che il tema tocchi soprattutto chi lo vede dalla finestra. Eloquenti, in merito, le parole di Madonna: “Credo che [Cinquanta sfumature di grigio] possa avere effetto solo su un tipo di persone, quelle che non hanno mai fatto sesso nel corso della loro vita” (intervista a Billboard). Dibattito su libro e film a parte, sembra però che davvero qualcosa stia cambiando nella sessualità del mondo occidentale. In America, dove certi fenomeni vengono monitorati con più attenzione (perché significano mercato e denaro), si parla ormai esplicitamente di era del Sesso 4.0, ovvero di una quarta rivoluzione sessuale (dopo quella di metà ‘800, quella degli anni Venti e quella degli anni Sessanta). Persino la psicologia sta cambiando le sue categorie interpretative. Diversi psicologi sono passati dalla definizione di “perversione sessuale” a quella di “devianza senza patologia”. Si stanno dunque affermando due principi base: che se qualcosa è fatto tra persone consapevoli e quel qualcosa non comporta danni, non può essere moralmente o socialmente condannato.
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E in Italia? Da questa parte del mondo, le sorprese arrivano man mano che qualcuno si prende la briga di condurre studi seri. La prima ricerca in merito del Censis (2003, campione di 1500 persone) metteva ad esempio in evidenza che i comportamenti sessuali più liberi e soddisfacenti sono più diffusi tra gli anziani che tra i giovani; che la verginità è ancora un valore tra gli adolescenti; che i comportamenti sessuali trasgressivi comprendono meno del 2% delle persone. Appena tre anni fa, un altro studio (“La sessualità degli italiani”), questa volta condotto su 7000 persone, ha spiegato che i comportamenti sessuali nazionali sono cambiati ben prima della generazione del ‘68; che le disuguaglianze tra donne e uomini permangono; che il sesso ha sempre più a che vedere con la componente individualistica ed edonistica. Sullo sfondo, rimane un paese che non riesce a fare i conti in maniera onesta con ciò che si agita dentro le mutande. Per gli uomini la prova implicita sono i dati sulla prostituzione: 90.000 prostitute attive per 3 milioni di clienti e un fatturato di 3,6 miliardi di euro (dati Codacons). Per le donne invece il problema riguarda l’incomunicabilità: due su tre, circa 13 milioni, dichiarano di essere insoddisfatte della propria vita sessuale e si concedono solo a rapporti sporadici (dati forniti nel corso del recente congresso nazionale della Società italiana di andrologia medica e Medicina della sessualità). Insomma, la sessualità in Italia è ancora vissuta in maniera non del tutto libera e consapevole. La ritrosia a recarsi dal medico in caso di problemi, la sopravvivenza negli uomini di una certa doppia morale (moglie e amante), l’autocensura femminile, le insicurezze, il conferimento al gesto sessuale di significati che vanno molto oltre lo stretto piacere, raccontano un paese ancora molto immaturo. Sotto le lenzuola, la strada verso la felicità è tutta in salita.
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di Palma Agosta
I NUMERI DEL
SPECIALE
SESSO
IN ITALIA E NEL MONDO DUE INDAGINI QUANTIFICANO IL RAPPORTO DEGLI ITALIANI CON IL SESSO li italiani lo fanno 108 volte all’anno, un po’ di più rispetto alla media del pianeta (103 rapporti) ma i tempi di “durata” non sono quelli sperati. Questo significa 9 rapporti al mese, quindi circa uno ogni 3 giorni. Non male, in effetti, se non fosse che per 4 milioni di coppie il sesso si consuma entro i 2 minuti. E così 7 connazionali su 10 si sentono insoddisfatti della propria vita intima. Sono 800 mila le coppie che rischiano di “scoppiare” per un sesso non soddisfacente, abbandonandosi a infedeltà o arrivando alla rottura. In particolare, la metà delle donne pensa a un altro uomo e una su 5 passa dalla fantasia ai fatti. La fotografia è stata scattata da una ricerca Doxa - Pharma, promossa dalla Società italiana di urologia (Siu) e dell’Associazione ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi). L’indagine ha coinvolto un campione di 3mila uomini e donne, fra i 18 e i 55 anni. E in questo quadro gli uomini del Sud spiccano tra i più focosi sotto le lenzuola, ma anche tra i più veloci. La ricerca, infatti, sembra non smentire il proverbiale “ardore” dei meridionali: Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia sono le regioni dove i maschi sono più attivi sotto le lenzuola, però il problema “durata” incombe a disfare il mito. Stando ai dati raccolti, inoltre, i più frustrati e timorosi di deludere la compagna sono gli uomini del Friuli, mentre i meno preoccupati di lasciarla insoddisfatta sono i siciliani. I più ossessionati da un possibile tradimento della partner sono calabresi e lucani, forse non a caso essendo anche i più colpiti dal problema del “sesso fast” (hanno una frequenza di eiaculazione precoce doppia rispetto alla media). Tra i più “freddi” del paese, invece, trentini, lombardi e toscani. E all’estero? Possiamo riconsolarci pensando che i francesi stanno comunque peggio di noi (sono i meno soddisfatti in Europa, col 36%), mentre i giapponesi si trovano all’ultimo posto nel mondo (10%). Lo dice la Sexual Wellbeing Global Survey di Durex, indagine condotta su un campione di 26.032 persone in 26 paesi, con l’obiettivo di definire in maniera completa quali siano gli elementi che costituiscono il benessere sessuale. Per quanto
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riguarda i “giochi” praticati dalle coppie per aumentare il desiderio, si scopre che in cima alla preferenze degli italiani c’è il sesso orale, apprezzato nel 75% dei casi, mentre il 73% predilige le fantasie sessuali e due terzi (65%) utilizzano i massaggi sensuali. Ma questo sembra non bastare, dato che il 44% ritiene che serva più varietà nel rapporto. Nello stesso tempo si scopre che quasi nove italiani su dieci (l’87%) si sono masturbati almeno qualche volta, rispetto all’83% della media mondiale, con oltre un terzo che lo fa una volta alla settimana. I primi anni di un rapporto sono quelli più avventurosi, ma anche le persone più avanti con gli anni adottano diverse soluzioni per mantenere viva la passione: il 48% degli over 55enni pratica il sesso orale e oltre un terzo soddisfa le proprie fantasie sessuali.
Gli uomini italiani hanno in media 19 partner, più della media globale di 13 ma molto meno dei vicini austriaci, che hanno una media di 29 partner. Le donne di casa nostra hanno mediamente 7 partner, l’esatta media globale, ma di molto inferiore alle austriache, che sembra possano contare nella loro vita amorosa su 17 partner. Sebbene l’81% delle persone in Italia abbia un rapporto sessuale ogni settimana - e oltre un terzo (36%) faccia l’amore almeno tre volte alla settimana o più questo non è sufficiente per il 59% degli intervistati, che vorrebbero una frequenza maggiore di rapporti. La nostra durata media è di 41 minuti, la stessa dei greci, ma più della media globale di 36 minuti e di quella dei francesi, che con 33 minuti sono all’ultimo posto in Europa. E poi arrivano gli statunitensi: niente sesso, grazie: sto navigando!
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di Angelita Papa
SPECIALE
SOLDI E SESSO?
SPESSO COINCIDONO… baraglia le visualizzazioni di siti di noti quotidiani di informazioni online. Il volume d’affari mondiale è da nove zeri: circa 145 miliardi di dollari (21 dei quali degli Stati Uniti, 48 della Cina e 1,5 dell’Italia), ed è in crescita esponenziale negli ultimi anni (grazie alle nuove tecnologie), superando fatturati di note banche
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INTERNET HA CAMBIATO SOPRATTUTTO LA SESSUALITÀ. I NUMERI DI UN MONDO CHE CAMBIA ALLA VELOCITÀ DI UN CLICK internazionali o dell’intera industria di videogiochi. Coincide con un terzo del materiale caricato sul web, dove ogni giorno viene fatto l’upload di oltre duecento nuovi video. E fioccano le richieste di abbonamento, nonostante esistano molti provider il cui accesso è gratuito. L’industria della pornografia, florida più che mai, non sembra conoscere crisi. È stato calcolato che, per ogni secondo che passa, vengano spesi in media l’equivalente di ottanta euro (solo sul web) in abbonamenti: cifra esorbitante, se si calcola che in alcuni siti specifici vengono ospitate quattromila pagine al secondo gratuitamente. E tra i fruitori, contrariamente al pensiero comune, vi è anche una quota rosa che si aggira intorno al 30%. Sembrano cifre incredibili? Per niente, perché i dati statistici certi si fermano al 2005, anno di pubblicazione del quarto (ed ultimo) rapporto Eurispes sulla Pornografia. Già all’epoca si delineava il profilo del consumatore pornofilo italiano: materiale a disposizione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, novello utilizzatore dei primi cellulari satellitari, sofisticato acquirente nei sexy shop, abbonato iniziato alla PayTv (a scapito dell’home video). Ne è passato del tempo da allora, e nel frattempo i sexy shop, così come la nota fiera milanese Misex, sono andati incontro ad un’ineluttabile decresci-
ta: apparente, ovviamente, poiché i consumi si sono spostati da una tipologia di consumo più “concreto” ad uno virtuale e più “casalingo”: il prototipo di consumatore acquista ormai tutto sul e tramite web o applicazioni. Fioccano dunque le “app” gratuite per Android, ed esistono diversi escamotage per iPhone e iPad per ottenere materiale di consumo, nonostante il diktat di Steve Jobs di preservare la Apple da tale tipologia di prodotti e di destinarli, piuttosto, ai sistemi Android. Oggi solo il mercato dei sex toys vale nel mondo 15 miliardi di dollari (parola di Stefan Dallakian, titolare di Paris Intimates, società che distribuisce on-line
tali giocattoli). E che il mercato del sesso fosse florido, lo ha capito anche Coop (sì, la nota catena di supermercati): ha infatti da poco inaugurato i profilattici con il proprio marchio. In Italia, non sarà un caso, si vendono 6 milioni di pillole di Viagra all’anno (60 milioni di pillole nel periodo 2003-2013). Il fatturato annuo complessivo della pillolina blu è di circa 700 milioni di euro. Scaduta la licenza della Pfizer, da due anni fa è operativo il farmaco generico (il Sildenafil), un rimedio che ormai si prende una bella fetta di mercato: circa 200 milioni di euro. C’è infine il fenomeno delle “Cam Girl”, le ragazze che offrono spettacolini sessuali a pagamento via internet. Ormai nel Bel Paese se ne contano circa 18.000. Giovani, senza figli, di età compresa tra i 25 e i 35 anni, di medio-alta cultura (lo dice un rapporto Codacons), sono cresciute esponenzialmente negli ultimi otto anni. Spesso offrono prestazioni per prezzi modici e a crescere. Poche ore di impegno per uno stipendio che un qualsiasi giovane precario si sognerebbe. È il cosiddetto nuovo che avanza...
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visioni grafiche
di Paolo Bianchi
SPECIALE
QUARTIERI A LUCI ROSSE: IL MODELLO EUROPA
a proposta del presidente del IX municipio Andrea Santoro, poi sposata dal sindaco Ignazio Marino, di istituire all’Eur una zona di tolleranza per l’esercizio della prostituzione, ha generato un grande dibattito. La polemica è sulla validità o meno del progetto e sull’opportunità etica e morale di metterlo in pratica. Ad oggi, l’Europa conta otto paesi nei quali i quartieri a luci rosse sono una realtà già da molto tempo. Si tratta di Svizzera, Austria, Germania, Olanda, Lettonia, Ungheria, Grecia e Turchia. Paesi dove prostitute e altri operatori del sesso pagano le tasse, si sottopongono a controlli medici regolari e operano al chiuso di strutture accessibili alle forze dell’ordine. I più famosi Red Districts
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sono certamente quelli di Amsterdam, di Amburgo (il “Saint Pauli”) e di Berlino (la Kurfürstenstraße). Sono modelli che non escludono persino la statalizzazione dei bordelli. Secondo il sito havocscope.com - che cita fonti giornalistiche e istituzionali - in Svizzera si stima operino circa 20.000 ragazze, di cui 14.000 regolarmente registrate: il sesso a pagamento legale nei cantoni vale 3,2 miliardi di franchi svizzeri ogni anno. Ma non è niente se paragonato alle cifre della Germania, che si assesta attorno ai 15 miliardi di euro di giro d’affari, con stime che parlano di 400 mila lavoratori del sesso. Basti pensare che negli Stati Uniti, nazione immensamente più estesa, il giro d’affari presunto sia nell’ordine dei 12,3 miliardi di
euro (18 miliardi di dollari). In Germania i bordelli sono più di tremila e vengono offerte oltre 600 mila prestazioni sessuali ogni giorno. Nella piccola Olanda il mercato del sesso legale vale comunque ben 625 milioni di euro. Ad Amsterdam, nei pressi della chiesa di Oude Kerk, si trova il famoso distretto a
COME FUNZIONA LA PROSTITUZIONE NEI PAESI CHE ADOTTANO MODELLI INCOMPATIBILI CON LA LEGGE VIGENTE IN ITALIA luci rosse. Nelle vie che costeggiano i canali, si trovano le ben note vetrine dove ragazze di ogni etnia si offrono ai clienti. I prezzi variano dai 50 ai 100 euro a prestazione ed è necessario avere almeno tre clienti al giorno per coprire i costi dell’affitto della vetrina, che può variare dai 120 ai 150 euro per turno di lavoro. Oltre ai negozi in cui scegliere le prostitute, si trovano sexy shop di ogni genere e per ogni esigenza, anche la più bizzarra. E poi ancora teatri erotici, peep show e persino un Museo della Prostituzione. La tassazione nei paesi europei che hanno legalizzato il mestiere più antico del mondo è regolata con modalità diverse. In Svizzera ogni prostituta lascia allo Stato una tassa di circa 5 euro a turno. In Germania le amministrazioni cittadine possono imporre tasse “personalizzate”: Berlino ad esempio chiede un forfait di 30 euro a notte per prostituta, mentre Bonn è la più economica, con 6 euro. In Olanda ognuno degli 8.000 lavoratori del settore paga invece allo Stato il 33% di tasse. In Turchia, paese laico dove tuttavia sta prendendo piede un forte recupero della morale musulmana, vi sono bordelli regolamentati e controllati che valgono 3 miliardi e mezzo di euro l’anno. A Istanbul, nel quartiere Karakoy, c’è la Zürafa Sokak, la via dove esercitano le prostitute della città. Ma l’epoca d’oro di Madam Matild Manukyan, una signora armena scomparsa nel 2001 all’età di 87 anni, che era diventata una delle donne più ricche della Turchia grazie alla sua “catena” di 32 bordelli, sembra essere ormai tramontata.
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di Angelita Papa
SPECIALE
SESSO E SALUTE BINOMIO TRASCURATO l Ministero della Salute dichiara che in tutto il mondo sono circa 350 milioni le persone colpite da malattie a trasmissione sessuale. E non è questione di trovarsi nella parte di mon-
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AUMENTANO I CASI DI DIFFUSIONE DELLE INFEZIONI PER VIA SESSUALE do più o meno industrializzato o “informato” grazie a internet, televisione e smartphone: questo dato, di una gravissimo e impressionante, fotografa la situazione globale senza distinzioni tra Nord e Sud del mondo. Già nel primo studio dell’ECDC (European Centre for Diseases) del 2009, la tendenza all’incremento delle malattie veneree è una triste quanto inattesa realtà: 344mila casi di clamidia (un batterio che può provocare diversi tipi di patologia) sono stati registrati soltanto durante l’anno della pubblicazione del rapporto con un’incidenza, negli ultimi dieci anni, di 332 ogni centomila persone - di contro ai 143 dei dieci anni precedenti. Dati alla mano, a
sorprendere sono i Paesi Europei in cui il tasso di diffusione è più alto: Svezia, Norvegia, Gran Bretagna e Danimarca. E nelle infezioni da clamidia non rientrano quelle più conosciute, come la sifilide, la gonorrea e il linfogranuloma venereo - le quali, lungi dall’esser debellate, rivelano tuttavia tassi di incremento più contenuti, ad eccezione della sifilide - ma altre ancora come l’herpes genitale, le infezioni da papilloma virus (HpV) e le epatiti virali, meno conosciute ed evidentemente più diffuse, anche perché spesso asintomatiche. In generale, le fasce di popolazione più a rischio sono le donne (60%) e i giovani tra i 15 e i 24 anni (75%). Per sifilide e gonorrea più a rischio gli uomini, per le infezioni da clamidia le donne. E in Italia? Si stima che le infezioni sessualmente trasmesse ammontino, all’incirca, ad oltre mezzo milione l’anno. Fortunatamente, nel nostro Paese sifilide e gonorrea sono in lieve diminuzione, ma aumentano i condilomi (33%). Non è poi finita qui. La relazione epidemiologica annuale dell’ECDC rivela che l’infezione da HIV, di cui si parla attualmente molto poco, è uno dei maggiori
problemi di salute pubblica in Europa, registrando 28mila casi all’anno. Il 35% dei casi riguarda i rapporti omosessuali tra uomini, seguito da un 24% di contagi per via eterosessuale e da un 5% di consumatori di droghe iniettabili. L’1% dei casi è rappresentato invece dalla trasmissione madre-figlio, dalle infezioni nosocomiali, dalle trasfusioni e dall’utilizzo di altri prodotti ematici. Fortunatamente, ad eccezione degli Stati Baltici il cui aumento di casi è stato vertiginoso negli ultimi anni, il numero di diagnosi di AIDS si è quasi dimezzato. In generale, il periodo dell’anno più a rischio per la trasmissione di tali malattie è l’estate, e i problemi principale sono sempre due: assenza di prevenzione e/o ricorso tardivo alle cure ospedaliere. Giorgio Vittori, presidente della società italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) ha affermato come si stia compiendo un passo indietro di cinquant’anni, e di come sia bassissima la consapevolezza nei giovani, nelle famiglie e nella società in generale. In una buona parte dei casi - quando asintomatiche - , queste infezioni causano sterilità e si diagnosticano soltanto nel momento in cui si cerca di avere un figlio.
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visioni grafiche
di Paolo Bianchi
ESTERI
L’ ISIS BATTUTO DALLE DONNE CURDE obane è libera. Il 27 gennaio scorso la città curda del nord della Siria, distante solo poche centinaia di metri dal confine con la Turchia, ha respinto l’assedio dei combattenti dell’IS, l’autoproclamatosi Stato Islamico di matrice terrorista che punta a espandersi tra il Medio Oriente e l’Africa, imponendo la shari’a e la segregazione femminile. Sono state proprio le donne curde, perfettamente inquadrate nell’esercito resistente, a imbracciare i kalashnikov e a ricacciare indietro i fondamentalisti islamici. Oltre a combattere casa per casa, in evidente inferiorità numerica e di equipaggiamento,
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fronte un imminente massacro” scriveva a ottobre 2014 Meysa Abdo, nome di battaglia Narin, una delle comandanti dei resistenti, in una lettera al New York Times. Per lunghi mesi, quando a settembre dello scorso anno è iniziato l’assedio e 300 mila profughi si sono ammassati al confine con la Turchia, dal resto del mondo non è arrivato alcun aiuto. Le Unità di Protezione Popolare (YPG), molto
LE RAGAZZE DELLE UNITÀ DI DIFESA POPOLARI RESISTONO ALL’ASSEDIO DEGLI ISLAMO-NAZISTI E LIBERANO LA PROPRIA CITTÀ le ragazze (si parla spesso di poco più che adolescenti) si sono attrezzate per raccontare al mondo cosa stava accadendo grazie a Twitter, Facebook, Instagram e Youtube. La contropropaganda all’IS è avvenuta spesso con connessioni alla rete lente e altalenanti, per mezzo di vecchi laptop impolverati e nel contesto di macerie. Tutto il mondo ha visto le donne di Kobane sorridere, cantare, camminare a capo scoperto e mano nella mano con i propri fratelli in armi, sfidando il nemico non solo sul piano militare, ma soprattutto su quello dei principi e dei valori, promuovendo libertà e rispetto per le donne. Dai loro vecchi cellulari, ogni giorno hanno raccontato alle agenzie di tutto il mondo quanti metri avevano conquistato o perso, quanti compagni erano caduti combattendo e quanti jiahdisti erano stati uccisi. Senza celare un pizzico di soddisfazione: i fondamentalisti sono convinti che se vengono uccisi per mano di una donna, creatura inferiore, non possono accedere al paradiso dei martiri e giacere con le tanto agognate 72 vergini. “Stiamo difendendo una società democratica e secolare di curdi, arabi, musulmani e cristiani che hanno di
vicine al PKK del noto Ocalan, hanno dovuto attendere a lungo, aiutate solo dalla Free Syrian Army (FSA) e dai Peshmerga del Kurdistan iracheno, prima che venissero in loro soccorso le incursioni aeree degli Stati Uniti e degli alleati arabi. I curdi sono uno dei più grandi gruppi etnici privi di unità nazionale al mondo: un popolo indoeuropeo di quasi 40 milioni di persone sparso soprattutto, ma non solo, tra Iran, Iraq, Siria e Turchia. Per oltre un secolo i curdi hanno cercato a più riprese di ottenere la creazione di uno stato indipendente, agendo sia politicamente che militarmente, ma senza successo. Questo ha fatto sì che qualunque operazione finalizzata alla fornitura di armi all’esercito curdo - anche se in funzione anti-IS - sia stata vista come fumo negli occhi da molti governi dell’area. Oggi le donne di Kobane rappresenteranno un nuovo simbolo non solo della causa curda nel mondo, ma anche delle donne libere, indipendenti ed emancipate di ogni paese. Di coloro che vogliono diventarlo e di coloro che vogliono restare tali.
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MONDO
di Paolo Bianchi
IL COSTO DEL
NON CREDERE
LA LIBERTÀ DI ESSERE ATEI È UN MIRAGGIO IN MOLTI PAESI
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un mondo strano, in cui non credere in Dio e professare ateismo può costare molto caro. La International Humanist and Ethical Union (IHEU), un’organizzazione internazionale che coordina movimenti di atei e agnostici in 40 paesi, ha da poco pubblicato i dati relativi alla sua ultima indagine Freedom of thought 2014, sulla libertà di pensiero e coscienza nel mondo. Sono ben 19 i paesi dove non credere può costare una condanna per apostasia (in 12 tra questi si rischia la pena di morte). Si tratta quasi esclusivamente di paesi islamici dove è in vigore la shari’a, la legge islamica. L’Arabia Saudita addirittura equipara ateismo e terrorismo. Va ricordato tuttavia che esistono diverse nazioni musulmane dove le cose non stanno così; come l’Azerbaigian, paese post sovietico a cavallo tra Europa e Asia Centrale, dove Stato e Chiesa sono nettamente divise, la società è secolarizzata e professarsi atei o agnostici non comporta nessuna conseguenza. In Pakistan invece non vige la shari’a, ma una legge introdotta nel 1986 è diventata una vera e propria piaga sociale: non essendo mai possibile dimostrare con certezza questo “crimine”, tale legge è spesso utilizzata come uno strumento per risolvere questioni personali; l’85% dei casi che emergono ogni anno sono falsi: molti innocenti sono accusati di blasfemia da persone che vogliono rovinarle e sbarazzarsene. Questo fenomeno è diffuso anche in altri paesi con ordinamenti simili. Senza fare necessariamente riferimento alle nazioni più retrograde, nel complesso esistono 55 paesi, incluse alcune nazioni occidentali, dove sono ancora attualmente in vigore leggi più o meno severe contro la blasfemia; in 39 di questi esiste ancora oggi la possibilità, sebbene solo sulla carta, di finire in carcere. In Italia il legislatore ha messo mano alla questione negli anni ’90, prima estendendo la previsione di offesa della sola religione cattolica a tutte le altre religioni - per un principio di eguaglianza costituzionale - poi nel 1999 derubricando il reato da penale ad amministrativo. Negli Stati Uniti e in Inghilterra questo reato non esiste, né penale, né amministrativo.
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di Angelita Papa
ECONOMIA
GASARSI DI TAP UN’INFRASTRUTTURA FONDAMENTALE PER L’ITALIA E PER IL MEZZOGIORNO IN CRISI
a TAP è un’infrastruttura come da tempo se ne attendono in Italia, in particolare nel Mezzogiorno: un’area talmente in sofferenza che dal periodo pre-crisi la Confindustria conta un Pil in calo di 47,7 miliardi di euro; oltre 600.000 posti di lavoro perduti; circa 32.000 imprese in meno; 2 giovani su 3 disoccupati e 114.000 persone in cassa integrazione. Ma cos’è la TAP? In sintesi, è un gasdotto che congiunge Baku alla Puglia, che coinvolge sei paesi (Italia, Albania, Grecia, Turchia, Georgia e Azerbaigian) e che porterà in Italia circa 10 miliardi di metri cubi di gas. Di TAP in Italia si è discusso molto poco; e quel poco, male. Prima ancora che si entrasse nel merito della questione, circa un anno fa, un Comitato “No TAP” era già sul piede di guerra. E dire che si parla semplicemente di una conduttura di 120 centimetri di diametro (90 quando si inabissa nell’Adriatico): un tubo interrato a circa un metro dal piano stradale. Dentro, gas naturale, un elemento la cui combustione produce il 30% di anidride carbonica in meno del petrolio e il 45% del carbone. Si può giudicare in molti modi un’opera complessa come un gasdotto. Generalmente, una conduttura è sempre una mano tesa, un formidabile ponte tra nazioni. Due o più economie che condividono investimenti infrastrutturali e materie prime difficilmente arriveranno a scontrarsi. La stessa storia dell’Unione Europea, partita dalla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (1951), testimonia un per-
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corso del genere. Ma la TAP non arriva in un mondo vuoto. Per poterne valutare l’impatto, occorre considerare i paesi che coinvolge. Ciò che in particolare interessa l’Italia è la crescita del rapporto con l’Azerbaigian. Già oggi Roma è il principale partner commerciale di Baku. Lo scorso anno l’interscambio commerciale si è attestato sui 7,2 miliardi di euro, un dato che risente soprattutto delle importazioni italiane di petrolio, da sole un quarto di quelle azerbaigiane (23%). Parallelamente, Saipem, Todini, Finmeccanica, Codest, Gruppo Leitner e Unicredit rappresentano la punta avanzata della presenza tricolore nel “Paese dei fuochi”. E se la bilancia commerciale, per il citato fattore energetico, è oggi del tutto squilibrata e a favore dell’Azerbaigian, va detto che gli affari italiani in zona crescono in maniera vorticosa. Difficile rintracciare un altro posto al mondo in cui le statistiche riportino un +30% annuo. Detto questo, la costruzione della TAP avrà ovvie ricadute anche dirette. Impatterà sul Pil dei paesi coinvolti, sull’occupazione, sulla fornitura in loco di merci e servizi. Se, come detto, si considera che il Mezzogiorno è ridotto a un cadavere economico, il dibattito sull’opportunità o meno di dotarsi di un’infrastruttura del genere non dovrebbe nemmeno iniziare. Appuntamento dunque al 2016, quando inizierà la posa dei primi tubi. Dal 2020, il caffè della mattina uscirà grazie alla fiamma alimentata dai giacimenti di Sangachal, località azerbaigiana sulle rive del Mar Caspio, circa 55 km a sud di Baku. Sono 5 ore di volo e 3 di fuso orario. Non tutta la globalizzazione viene per nuocere.
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di Rossella Smiraglia
JOSÉ DALÌ
COSTUME E SOCIETÀ
INTERV MAESTRO JOSISTA AL É DALÌ, FIGLIO DI UN GIGANTE DEL ‘900
FIGLIO DELL’ARTE l Maestro José Dalì, figlio del celeberrimo Salvador, è reduce dal successo presso l’esposizione universale di Parigi, tenutasi nel Salone Gustave Eiffel (primo piano dell’omonima torre). Qui è stato ospite d’onore. Prima ancora si è distinto in occasione di Spoleto Arte e Spoleto incontra Venezia (curata di Vittorio Sgarbi). Con lui abbiamo parlato di arte e del rapporto con il padre, genio del Novecento... In tutto il mondo è riconosciuto come unico figlio di Salvador, ma in Italia qualcuno le ha messo un po’ in discussione le sue origini, come ha vissuto la diffidenza nei suoi confronti? Chi ha interesse a metterla in ombra? Fino a prova contraria, sono un essere vivente completamente autonomo che, pur vivendo parzialmente di luce riflessa, non ha bisogno di nobili origini per svolgere il proprio lavoro. Inoltre, della diffidenza (vera o presunta) seminata ad arte (si fa per dire), da oscuri individui potrei anche fregarmene. In sintesi, non me ne sono nemmeno accorto.... In un suo libro ha raccontato in dettaglio le vicende che hanno creato un po’ di confusione. Ce le può ricordare in sintesi? Non è facile sintetizzare il contenuto di 360 pagine biografiche e concentrarsi su inezie di poca importanza. I più pazienti potranno trovare materiale esaustivo su simili argomenti, corredati di nomi, cognomi e quant’altro, sul mio prossimo libro, Rigurgiti di fango. Anche se, alla base di tutto, credo prevalga principalmente la mia poca propensione a mettermi in mostra e a diventare, come molti, oggetto inanimato di speculazioni commerciali. Ha vissuto la sua adolescenza con dei genitori adottivi, che infanzia è stata la sua? La mia infanzia, vissuta all’insegna della libertà e della ragionata inconsapevolezza, è stata fantastica: riservata e intensa, come la mia vita attuale. La mia regola primaria è di non prendersi mai sul serio, nemmeno pochi attimi prima del trapasso. Che ricordi porta con se di suo padre e di sua madre? Ricordi festosi e spensierati. Durante l’infanzia ero il principale bersaglio dei loro scherzi: parlo di quei brevi ma intensi periodi in cui i miei tutori si liberavano di me, lasciandomi in loro compagnia. Poi, ovviamente, ho ricordo molto più tristi, specialmente quando tutto precipitò con la dipartita di mia madre e la successiva malattia di mio padre.
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Ha sempre scelto di tenere un basso profilo. Oggi qualcosa è cambiato? È stata una scelta dettata soprattutto dalla mia pigrizia. Nell’odierna società, come in quelle passate, per emergere non bastano certo il solo talento genuino o la bellezza estetica. Ho preferito vivere al meglio la mia vita privata, anteponendola alle effimere luci del palcoscenico. Ho ceduto solo temporaneamente alla curiosità di assaporare cosa ci fosse dall’altra parte della “barricata”. Da giovanissimo ha fatto cinema, fotoromanzi, arte. Cosa farà da grande José Dalì? Non lo voglio nemmeno sapere. A parte che, per sapere cosa fare da grande è necessario diventare grande; e io, probabilmente, non ne ho proprio alcuna intenzione. Qual è la caratteristica di suo padre che ritrova più in lei? Come ogni primogenito, credo di somigliare più a mia madre. Direi comunque il sarcasmo e l’ironia. Cosa avrebbe voluto fare con suo padre e invece non è riuscito a fare? Il film della nostra vita, ma non è detta l’ultima! Da grande potrei diventare regista e vivere il mio peccato veniale come una pregiata, doverosa, eccezione!
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MODE E MODI
di Palma Agosta
VON FURSTENBERG: QUESTIONI DI STILE
INTERVISTA CON VINCENZO MERLI, BRAND MANAGER DELLA MAISON EGON VON FURSTENBERG, REDUCE DALLA PRESENTAZIONE DI PITTI UOMO
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operato di Egon Von Furstenberg nella haute couture rappresenta un fenomeno indimenticabile nella storia della moda. L’azienda oggi è titolare di quasi 20 licenze che comprendono prodotti dall’abbigliamento, accessori, profumi, collezioni casa e molto altro ancora.
Chi si occupa oggi del design di tutte le licenze Egon Von Furstenberg? La Egon Von Furstenberg gestisce quasi 20 licenze di prodotti che vanno dall’abbigliamento, agli accessori, ai profumi, alla collezione casa e così via. Dato che ogni settore è differente, oggi la maison si avvale della collaborazione di esperti di stile, di design, per i vari prodotti, sotto la nostra supervisione, che consiste nel controllare le varie fasi delle collezioni, dalla creazione alla distribuzione e commercializzazione. Quali sono le licenze e chi le produce? Oggi le licenze d’uso del marchio Egon Von Furstenberg sono circa una ventina e vanno dall’abbigliamento uomo, cerimonia, formale e sportwear. Dalla camiceria, all’intimo, fino alla pigiameria e calzetteria. E poi ancora, cravatte e foulard, profumi, occhiali e pelletteria che realizza borse, scarpe e valigeria. Non dimentichiamo anche gli orologi, la bigiotteria, le bomboniere, gli ombrelli e tutti gli articoli promozionali. Infine, la linea casa, che spazia dagli imbottiti alle lampade, por-
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cellane, cristalli e accessori in acciaio, argento e così via. Per creare tutto ciò, la maison si è affidata alla professionalità di importanti aziende di ciascuna categoria merceologica. Realtà che operano da anni nei vari settori sopra elencati, evitando di esternalizzare le varie fasi di lavorazione, al fine di ottenere un prodotto totalmente made in Italy. Cos’è cambiato nel mondo della moda uomo, sia nel mercato che nella realtà della moda della Maison? Un’eleganza disincantata che prevede un total look che abbina il comfort al gusto sartoriale, una collezione che racchiude una filosofia di eleganza che rivive ad ogni stagione grazie ad una minuziosa ricerca del prodotto. Quello che è cambiato rispetto alla scorsa collezione è una sfumatura contemporanea, ma sempre fedele al brand, una collezione che veste l’uomo non solo nei momenti celebrativi ed eleganti ma anche nella quotidianità.
Un uomo attento al proprio look, sempre più vigile e vanitoso. Lo diceva Egon 15 anni fa. Oggi cosa dice Vincenzo? Sì, l’uomo oggi è più vanitoso, raffinato, dedito alla cura di sé, del proprio corpo, in cerca di una forma perfetta. Chiamatelo come volete, dandy, latin lover, narciso, ma una cosa ammettetela: sa come vestirsi a seconda del luogo, dell’occasione e dell’ora. Cura il dettaglio fino all’ossessione, vedi la scelta delle calzature. Vi domanderete: “piacerà quest’uomo?”. Penso proprio di sì. Piacerà soprattutto a se stesso, ma anche a lei, perché semmai non l’avesse ancora conquistata, saprà come farlo. Dalla moda all’arredamento. Cosa l’ha spinta verso questa direzione? Da sempre l’arredamento, sia per me che per Egon, è stata un’idea preziosa da sviluppare. Donare alla casa un’eleganza naturale, evocare suggestione senza tempo, come un tessuto di abiti d’alta moda: tutto questo merita un taglio su misura e secondo i desideri del committente. Pertanto, dopo aver arredato insieme ad Egon numerose delle sue case sparse nel mondo, da Miami, New York, Rio, abbiamo deciso di trasporre questo nostro concetto d’arredo nelle case degli altri. Il mondo dell’arredamento rappresenta una sfida vincente? Non potevamo rinunciare a una sfida cosi bella. Che abbiamo vinto perché siamo tra le poche aziende italiane che possono vantare la straordinarietà di associare al proprio marchio di moda un prodotto così lontano dall’abbigliamento: l’arredamento. Nel 1993, siamo stati i primi. Oggi raccogliamo risultati brillanti. Abbiamo riservato alla cura del prodotto tantissima attenzione e la stessa attenzione è stata data allo sviluppo della distribuzione: abbiamo 350 punti vendita multimarca distribuiti in 40 paesi al mondo. A rafforzare tale espansione ha contribuito in maniera determinante il Salone del Mobile, una vetrina per Medio Oriente, Asia, Est Europa. Il nostro obiettivo è infatti posizionare la collezione, al 100% made in Italy, su questi mercati. A quanto ammonta il totale giro d’affari del marchio? Come è diviso il fatturato tra Italia ed Estero? Attualmente il giro d’affari del marchio comprende un 60% del fatturato in Italia e un 40% all’estero. Negli ultimi anni però il trend si è capovolto grazie al mercato della Home Collection che genera il 30% del turnover globale. Oggi il 60% del fatturato annuo dell’azienda è generato dal mercato del Medio Oriente. Quali saranno i suoi prossimi impegni? Ad aprile il salone internazionale del mobile e a maggio l’Expo. Egon era la forza creativa e intramontabile dell’azienda che porta il suo nome. Oggi, anche dopo la sua scomparsa, con l’impegno di Vincenzo e di tutto il suo staff, con il consenso dei figli, continua ad essere l’azienda che il suo fondatore aveva sognato: sobrietà ed eleganza senza mai perdere classe.
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SAGRE
di Palma Agosti
di Chiara Rovan
SETTE APPUNTAMENTI PER GODERE DEL TERRITORIO
UN FINE SETTIMANA DIVERSO INTORNO A ROMA, NEL LAZIO O NEL CENTRO ITALIA
he cosa sono lo stincone, il frittone, lo stratto, lo stocco, il frico, la fricamastra, il mascuotto? Nessuna brutta parola, ma alcune delle tante specialità gastronomiche di un paese che fa della cucina la sua eccellenza e che trasforma i piatti tipici in occasioni per fare festa. La sagra è una festa dal sapore antico che coinvolge tutte le generazioni con una serie di eventi e manifestazioni che vi ruotano intorno. I prossimi appuntamenti in Lazio e regioni vicine: Roma Sagra della polenta rencocciata il 19 febbraio a Licenza (RM). Distribuzione della polenta “rencocciata” con cinghiale. Sagra dell’olio extra vergine il 26 febbraio a Nerola (RM). Dalle campagne nerolesi l’olio extra vergine di oliva, fiore all’occhiello della Sabina romana. In caso di maltempo, la sagra sarà rinviata a domenica 4 marzo. Lazio Sagra falia e broccoletti il 20 febbraio a Priverno (LT). La falia è un pane tipico privernese che ben si accompagna ad essere degustata con i broccoletti, verdura tipica della valle dell’amaseno. Toscana Sagra della frittella dal 21 al 22 febbraio a Campi Bisenzio (FI): si svolgerà presso la Fratellanza Popolare di San Donnino. La notte dei rivolti il 17 febbraio a Cinigiano (GR). In Piazzale Capitano Bruchi si terrà “La notte dei rivolti” con musica e cena con baccalà alla brace. La Pulendina il 22 febbraio a Vernio (Prato). Rievocazione storica della Festa della polenta con il corteo storico e distribuzione della polenta dolce di farina di castagne. Umbria Frittata al tartufo e lu ciuccittu dal 23 al 24 marzo a Ferentillo Terni. La città si anima grazie alla sagra della frittata al tartufo e lu ciuccittu, ovvero un antico gioco con le uova che vede fronteggiarsi i rioni della città. Campania Sagra del maiale e della salsiccia dal 27 febbraio al 01 marzo 2015 a Senerchia (AV). Il tutto viene allietato con musica folkloristica e caratteristici falò.
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TEATRO
PROBLEMI DI COPPIA? LA VERSIONE DI GABRIELE PIGNOTTA: “MI PIACI PERCHÉ SEI COSÌ” al 10 al 22 febbraio Gabriele Pignotta e Vanessa Incontrada saranno in scena al Teatro Quirino per svelarci tutte le sfaccettature delle questioni di cuore tra le coppie di oggi, con una panoramica di tutto ciò che ci fa sorridere, disperare e sperare. Commedia già di successo nella scorsa stagione teatrale, questa nuova edizione con cast rinnovato, eccezion fatta per la pietra miliare Fabio Avaro, strepitoso partner di Pignotta
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da sempre, Mi piaci perchè sei così segue l’onda dei trionfi del giovane sceneggiatore-regista-attore romano al suo esordio teatrale con Una notte bianca, che lo ha portato poi a incassare ampi consensi con Scusa sono in riunione ti posso richiamare? e Se tutto va male divento famoso. Il sodalizio con Vanessa Incontrada prosegue dopo il debutto del primo film di Pignotta Mi sposo ma non troppo, tratto dalla sua omonima piéce. Filo conduttore di tutte queste storie, un’analisi ironica e spensierata della società contemporanea, con le sue incomprensioni interpersonali, i mutui da pagare, le bugie e i sogni, la ricerca della felicità. Ecco che ci si presentano due coppie: Marco e Monica (Pignotta-Incontrada), Stefano e Francesca (Avaro-Siddartha Prestinari) alle prese con la quotidianità del loro amore. Marco è pratico, cinico, tifoso di calcio e amante del riposo casalingo. Monica è iperattiva e romantica. Affronteranno per questo un momento di crisi da cui tenteranno di uscire con l’ipnosi proposta dal loro terapista. Le loro parti si invertiranno: Marco penserà con la testa di Monica e lei vedrà il mondo con gli occhi del marito. Risultato? Situazioni assurde e risate garantite. Stefano e Francesca, invece, i vicini di casa affiatati e innamorati in apparenza, mostreranno il loro lato oscuro di dubbi e problematiche che alla fine verranno allo scoperto. Le esperienze disastrose di queste due coppie si mescoleranno per dar vita a quasi due ore di divertimento garbato e sottile sarcasmo, in una trama semplice e lineare, ma dai contorni bizzarri e fantasiosi. Chi non ha mai pensato nella vita di voler cambiare il proprio partner, perché russa, ama la discoteca, si veste sempre in tuta o ci trascina a fare shopping? Ma in fondo, se ci si ama, “ci piace proprio perché è così”!
di Penelope Salomone
ARTE E CULTURA
I VESTITI DEI SOGNI
MUSEO DI ROMA, PALAZZO BRASCHI, FINO AL 22 MARZO e le star cinematografiche sono scolpite nel nostro immaginario estetico, il merito è anche degli abiti che hanno indossato durante il tempo (breve) delle riprese e per sempre nelle immagini dei film. Dalle dive del muto a La grande bellezza, la mostra “I vestiti dei sogni” percorre un secolo di storia dell’invenzione dei fratelli Lumière attraverso i capolavori (tessili) dei grandi costumisti italiani. Che, purtroppo, per ragioni di spazio, non possiamo menzionare tutti. Citiamo, almeno, alcuni premi Oscar: Piero Tosi, per la carriera nel 2013, Danilo Donati per i costumi di Romeo e Giulietta di Zeffirelli nel 1969 che bissa con Il Casanova di Fellini nel 1997, Milena Canonero, tris di statuette per Barry Lyndon di Stanley Kubrick, poi per Momenti di gloria e negli ultimi anni per Marie Antoniette di Sofia Coppola e Gabriella Pescucci per L’età dell’innocenza di Martin Scorsese. Oggi (e domani) possiamo apprezzarne il talento creativo anche grazie all’abilità sartoriale di case storiche, dalla Tirelli costumi alla Maison Gattinoni. L’esposizione, curata dal direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, presenta cento abiti originali, una selezione di filmati, bozzetti e oggetti, tra i quali la pressa che Danilo Donati costruì per foggiare i costumi del Satyricon di Fellini. Accanto alle creazioni del passato e a quelle recenti appena apparse in pellicole ancora nelle sale (Il giovane favoloso), potremo vedere in anteprima assoluta i costumi di Massimo Cantini Parrini per il fantasy ambientato nel ‘600, Il racconto dei racconti, di Matteo Garrone, in cui “abiteranno” Salma Hayek e Vincent Cassel.
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LA LIBERAZIONE DEI CAMPI NAZISTI
GIPSOTECA DEL COMPLESSO DEL VITTORIANO, FINO AL 15 MARZO romossa dalla Fondazione Museo della Shoah, a cura del
P al 28 febbraio all’8 marzo si terrà a Spello (e in altri borghi limitrofi) la IV edizione della rassegna-concorso “Le Professioni del Cinema”: ben novanta, senza le quali la Decima Musa non potrebbe esistere. Oltre alle proiezioni in suggestivi siti monumentali l‘Associazione Culturale Aurora, promotrice dell’evento, organizza seminari per le scuole, anche materne, su suono, effetti speciali e costume nel cinema, nonché il Premio all’Eccellenza che quest’anno sarà conferito a Giuliano Montaldo. Tra i film italiani in concorso Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, Le meraviglie di Alice Rohrwacher e Il Capitale umano di Paolo Virzì, tra quelli europei Gloria di Sebastián Lelio e Moliere in bicicletta di Philippe Le Guay. In programma anche documentari sulla Grande Guerra in occasione del Centenario e tante altre iniziative che valgono bene una trasferta in Umbria, non solo per i cinefili.
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lettere, oggetti provenienti dagli archivi di tutto il mondo, racconta la crudeltà e l’efferatezza dell’Olocausto. Una mostra necessaria: per ricordare. Perché com’è scritto nel museo del campo di Dachau: “coloro che dimenticano il passato sono condannati a ripeterlo”.
direttore scientifico Marcello Pezzetti, e realizzata da Comunicare Organizzando, l’esposizione ci conduce ai giorni de “La liberazione dai campi nazisti”. E, attraverso ricostruzioni scenografiche, nonché documenti, immagini, testimonianze, filmati,
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VIAGGI
di Angelita Papa
INIMITABILE
BAKU
hi vive a Baku cerca spesso approvazione. Non è raro che il turista si senta chiedere: “come ti è sembrata la città?”, “ti è piaciuta?”, “che ne pensi?”. Sono domande che nascondono un po’ di orgoglio e molta voglia di conferme. Perché è evidente che Baku sia una delle più belle città del mondo, un compromesso perfetto tra una storia importante e un presente volto al futuro. È difficile scrivere della capitale azerbaigiana senza lasciarsi andare
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VIAGGIO NELLA CAPITALE AZERBAIGIANA: LA STORIA, I COLORI, I SAPORI E LE MELODIE DI UNA CITTÀ UNICA AL MONDO allo stupore. L’arrivo all’aeroporto Heydar Aliyev è il primo e piacevole battesimo azerbaigiano. I megaschermi ad alta definizione, il design raffinato, la tanta pulizia e l’efficienza parlano una lingua che l’italiano medio, in particolare quello proveniente da Roma, ha perso da tempo. Se è già calato il buio, la larga strada che porta in città è un susseguirsi di luci e colori. Il nuovo stadio - completamente avvolto da un’illuminazione che alterna bandiera azerbaigiana e lingue di fuoco ardenti, due simboli nazionali - suggestiona e spiazza. Ma è il centro, dove lo
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stesso leitmotiv di luci si ripete sulle celebri Flame Towers, a lasciare completamente di stucco. Di Baku, il maggiore dei centri dello zoroastrismo, si scrive fin dal nostro medioevo. Ancora prima, stando ad alcune iscrizioni trovate in zona, sembra vi siano arrivati i soldati romani (I secolo d.C). Qui approdò l’apostolo Bartolomeo e qui fondò una delle più antiche comunità cristiane al mondo (la chiesa udina è ancora in vita). Da allora, sembra che la città, come spesso si dice nei Balcani, abbia “prodotto più storia di quella che sia riuscita a consumare”. Baku è stata il centro del lungo regno Shirvanshah, un potentato sul lato ovest del Mar Caspio che per gli azerbaigiani è il primo mattone dell’identità collettiva. Poi arrivò il regno Safavide e, con esso, un’altra epopea di altri due secoli e mezzo. È per questo che una qualsiasi visita a Baku non può prescindere dalla una passeggiata nel suo centro storico: un dedalo di vie strettissime che si adagia
su una collina e che è perfettamente incastonato tra il mare e le vecchie mura. Su tutto, a restituire il mistero dei tempi andati, il vecchio complesso dello Shirvanshah, un edificio-museo la cui visita merita almeno una mezza giornata. La capitale azerbaigiana non è però solo cultura e storia. Sì, oltre allo Shirvanshah c’è la Torre della Vergine (museo cittadino); oltre alla torre della Vergine c’è il Museo di Storia; oltre al Museo di Storia (Taghiyev) c’è la Moschea di Bibi-Heybat, e così via. Eppure, il senso dello spazio urbano si percepisce molto più nella sua architettura, nelle strade affollate e luccicanti del quartiere Torgova, nella lunga successione di negozi, ristoranti, caffetterie, pasticcerie, bazar che raccontano una città piena di vita, dove è possibile passeggiare in sicurezza il giorno e la notte e dove i fermenti culturali sono sempre percepibili. Impossibile visitare a Baku e non provare la cucina locale. I tanti locali contemplano un’offerta che si concentra soprattutto sulle diverse declinazioni della carne (spesso alla brace e spesso di buon taglio). Da segnalare anche una sapienza nell’arte della panificazione che raramente si trova al di fuori dell’Italia. Infine menzione d’onore per gli interessanti vini: un settore, quello della viticoltura e dell’enologia, che in zona cresce esponenzialmente grazie ai tanti esperti che arri-
vano dall’estero (anche italiani). E per il dopocena? Baku contempla tutto ciò che può offrire una capitale europea: dal pub alla caffetteria, dalla discoteca alla sala giochi, dai club per soli uomini alle sale da biliardo. Chi però è in cerca di qualcosa che non si trova altrove, non può assolutamente prescindere da una serata in un club jazz. L’Azerbaigian in note è infatti il jazz “mugham”, ovvero un’interessante ibrido tra la tradizione etnica locale e la musica dei neri americani. Del mugham l’orecchio occidentale apprezza soprattutto la ricerca e la bellezza delle melodie. Basta poco per rimanerne coinvolti e per apprendere un percorso di evoluzione cinquantennale: una storia che affonda le radici nella genialità da Vagif Mustafazadeh e che arriva fino ai recenti successi della figlia, Aziza Mustafa Zadeh. L’ultima menzione spetta al lungomare di Baku. Ovviamente l’acqua non è limpida come quella di un porticciolo sardo (a largo sostano i carghi che portano petrolio). Però tutta l’area adiacente al centro cittadino è un capolavoro di pulizia, di moderne strutture, di lounge bar, ristoranti, aree svago per bambini e un mirabile pontile in legno. Pezzo più pregiato, il suggestivo museo del tappeto: struttura modernissima e tre piani espositivi che raccontano i villaggi, i maestri, i motivi ornamentali, i colori di un elemento culturale nazionale
che affonda le sue radici addirittura nell’età del bronzo. Baku è stata la città natale del fisico Landau, del direttore d’orchestra Rostropovi e dello scacchista Kasparov. Tanta intelligenza non poteva che avere una degna madre.
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QUESTIONE DI CILINDRI
di Alessandro Cortellessa
LA SMART RADDOPPIA el 1998 si presentò sul mercato un’auto completamente diversa dalle altre: allora si chiamava Smart city coupé ed era l’attuale Smart fortwo. Con una lunghezza di poco superiore ai due metri e mezzo, la biposto era capace di infilarsi nei parcheggi anche trasversalmente, inaugurando una
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USCITA ALLA FINE DEL 2014 LA NUOVA SMART: ORA ANCHE LA VARIANTE A QUATTRO PORTE classe di auto a sé stante. Negli anni, l’idea e il marchio si sono affermati a livello mondiale. Se inizialmente Smart fortwo era offerta solo in Germania e otto altri Paesi europei, oggi è disponibile in ben 46 Paesi. L’Italia e Roma in particolare hanno particolarmente apprezzato la Smart e le sue dimensioni ridotte antitraffico. Le nuove Smart fortwo e forfour mostrano senza dubbio di appartenere alla stessa famiglia di sempre. Molti elementi di design, come i proiettori, la griglia dell’aria di raffreddamento nel frontale e la cellula di sicurezza tridion, divenuta un’icona, sono identici alla Smart che ormai conosciamo da anni. Entrambe le vetture montano il motore posteriore, che conferisce particolare agilità nel traffico urbano. Gli sbalzi corti, la lunghezza ridotta e l’angolo di sterzata elevato sono caratteristiche che consentono ai nuovi modelli Smart di infilarsi in ogni parcheggio ed eseguire inversioni a U con estrema facilità. A questa maneggevolezza esemplare contribuisce lo sterzo diretto con rapporto di demoltiplicazione variabile e servoassistenza elettrica, presente di serie su tutti i modelli Smart. I nuovi modelli si distinguono ancora una volta per la massima spaziosità in ingombri mini-
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mi, fatto dimostrato dall’eccellente Body Space Index, che descrive il rapporto tra lunghezza interna e lunghezza esterna: in questo parametro entrambi i modelli Smart fanno registrare valori da record: 75% (Smart fortwo) e 77% (Smart forfour). La nuova Smart forfour dispone, per sua natura, di una capacità di carico maggiore. Ribaltando gli schienali dei sedili posteriori si ottiene una superficie di carico piatta con un volume di carico che può raggiungere i 975 litri. Il principio di base su cui è stata fondata con successo la sicurezza del modello precedente è stato mantenuto anche nelle nuove Smart e la cellula tridion continua a proteggere gli occupanti come un guscio il suo interno. In linea con la filosofia Real Life Safety di Mercedes-Benz in tema di sicurezza, si è provveduto a verificare l’effetto degli impatti frontali anche con vetture molto più grandi e pesanti. Gli avanzati sistemi di assistenza alla guida, fino ad oggi riservati alle Mercedes, incrementano ulteriormente la sicurezza ed il comfort. Le nuove Smart, infatti, sono insensibili al vento laterale, si accorgono se non si mantiene la distanza di sicurezza e quando si abbandona inavvertitamente la corsia di marcia. Il nuovo autotelaio si distingue soprattutto per la nuova struttura dell’asse anteriore, con elementi presi in prestito dalla Classe C di Mercedes-Benz, il ponte De Dion ottimizzato, l’escursione di tutte le sospensioni nettamente aumentata, con pneumatici con fianchi più alti. I nuovi modelli Smart sono stati presentati al lancio con due moderni motori a tre cilindri: con una cilindrata di 999 centimetri cubi, il motore aspirato eroga una potenza di 52 kW/ 71 CV e una coppia
QUESTIONE DI CILINDRI piena già ai 1.000 giri/min (valore max 91 Nm a 2.850 giri/ min) e consente una guida dai consumi estremamente contenuti anche nel traffico urbano. La motorizzazione di punta è rappresentata dal motore turbo da 66 kW/ 90 CV, da 898 centimetri cubi, che sviluppa una coppia massima di 135 Nm a 2.500 giri/min. Il turbocompressore di nuovissima concezione dispone di una valvola wastegate, controllata elettronicamente, che consente di aumentare la dinamica del motore e ridurre al tempo stesso i consumi. Un ulteriore elemento caratteristico per ridurre i consumi nel traffico cittadino è il dispositivo automatico start/ stop. Entro breve la gamma si amplierà con un motore a benzina da 45 kW/ 60 CV. Anche le due versioni del cambio rappresentano una novità per Smart: sono infatti a disposizione un cambio manuale a cinque marce e il cambio a sei marce a doppia frizione twinamic. Cinque sono le versioni delle nuove Smart: youngster, sport edition #1, passion, prime e proxy, più una varietà di equipaggiamenti fino ad oggi esclusivi di segmenti di mercato più alti. Le nuove fortwo e forfour diventano così pezzi unici perché, già nella versione youngster, entrambi i modelli offrono un’ampia gamma di equipaggiamenti per la sicurezza e il comfort. Le versioni youngster italiane sono ancora più ricche grazie a volante multifunzione, climatizzatore, radio Bluetooth con audio streaming, cerchi in lega da 15 pollici e copertura vano bagagli. Ben cinque le versioni con le quali è possibile personalizzare soprattutto gli interni: con Passion e Proxy le Smart hanno di serie, tra gli altri, volante multifunzione in pelle, strumentazione con display a colori da 3,5” e sedili riscaldati. Con l’integrazione completa degli smartphone, la navigazione in tempo reale e i comandi intuitivi del touchscreen, i sistemi multimediali soddisfano anche i clienti più esigenti. Per la prima volta smart offre il JBL Soundsystem, che genera un suono di grande intensità. Smart presenta ed offre gratuitamente ai clienti delle nuove fortwo e forfour la nuova, rivoluzionaria app “smart cross connect”, ricca di funzioni da utilizzare durante il viaggio e fuori dalle vetture. L’applicazione smart parking è stata resa più userfriendly e arricchita di nuove funzioni. Prezzi a partire da 12.750 euro per la Smart fortwo 70 youngster.
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visioni grafiche
di Simona Bottoni
ARREDAMENTO
L’EVOLUZIONE NELLA LUCE LAMPADE DA COMPORRE E PERSONALIZZARE: PRODOTTI CHE SI ESALTANO DAL RAPPORTO CON L’OMBRA
a luce naturale è fonte di vita; quella artificiale può dare agli ambienti una vita nuova. Per questo le lampade sono sempre state e si confermano un elemento importantissimo dell’arredamento d’interni. Ed in tempi in cui il riuso-riciclo e le rivisitazioni dei classici sono must, le lampade diventano oggetto di attenzione. Molti i modelli che si possono comporre e personalizzare, da interni e da esterni: un esempio per gli interni è “Igloo”, dello Studio Klass per FontanaArte. È un modulo con una doppia scocca in tecnopolimero plastico autoestinguente, che consente una facile installazione degli spot sia in verticale che in orizzontale; è un sistema di illuminazione a led modulare autoportante che consente il collegamento consecutivo di più apparecchi con singola alimentazione grazie a connessioni elettromeccaniche con curve e distanziali. Un esempio di modulabilità da esterni è “Santorini” - design di Sputnik Estudio per Marset - che si ispira alle lanterne usate sui pescherecci. È una collezione di lampade outdoor che permette di dare vita a molteplici configurazioni: si possono scegliere il colore (per ora disponibile in bianco, grigio e mostarda), il numero, l’ordine, la posizione e la direzione dei paralumi da piazzare su ogni diffusore; si possono creare lampade a sospensione, ma anche da muro o da terra impiegando accessori facilmente aggregabili. Tra le icone che si rinnovano c’è “Atollo”, la celebre lampada disegnata da Vico Magistretti, ora presentata da Oluce nella versione in metallo nero. La stessa azienda mette a disposizione del cliente il servizio Bespoke Tailoring: ogni lampada del marchio può essere personalizzata declinandola nella varietà dei colori e dei materiali disponibili, tra cui anodizzazioni e bagni galvanici per i metalli, venature di pietre e marmi, varietà di stoffe, pelli e cuoi pregiati, per un approccio sartoriale al prodotto. Ci sono, poi, le luci che si esaltano nel loro rapporto con l’ombra: una tra tutte è “Profili” di Panzeri, un sistema modulare in alluminio estruso verniciato di bianco per installazione a plafone, a sospensione o ad incasso, a scomparsa totale o col bordo da applicare a cartongesso o laterizio. Può essere applicata in verticale o in orizzontale e dispone di elementi di giunzione angoli a 90°, orizzontali e verticali, a T o ad X. La luce, insomma, continua il suo cammino evolutivo.
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di Penelope Salomone
VIAGGI IN ITALIA
LICENZA, CIVITELLA DI LICENZA E IL PARCO DEI MONTI LUCRETILI volte basta un libro. Così un’encomiabile operazione editoriale della Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici del Lazio (ri)accende la curiosità su un piccolo e appartato lembo della nostra Regione. Ci riferiamo a: Confini, toponimi, luoghi stregati. Leggende, aneddoti, memoria storica a Licenza e Civitella di Licenza, due borghi che si fronteggiano sui colli della Valle Ustica, nell’area protetta dei Monti Lucretili, legati dall’economia agropastorale e da un comune mosaico di tradizioni popolari. Nel sito la superbia della natura, fortunatamente tuttora incontaminata, si prestava bene a far da cornice a storie fiabesche di streghe, fantasmi, lupi mannari, tesori nascosti che alimentavano la fantasia degli abitanti dei
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A POCHI PASSI DA ROMA UN PATRIMONIO INESTIMABILE DI NATURA, CULTURA, STORIE E LEGGENDE
secoli scorsi. E che affascinano i turisti di oggi, al pari del patrimonio monumentale di questo territorio; un angolo di mondo - ricordiamolo - apprezzato già nel 32 a. C. da Quinto Orazio Flacco. Il poeta latino qui trovava ristoro dal “chiasso” di Roma in una villa donatagli da Mecenate, riportata alla luce, in varie tappe, solo nel Novecento. Oltre ai ruderi della dimora oraziana, situata a due chilometri dal centro urbano, a Licenza, che prende il nome dal fiume omonimo, affluente dell’Aniene, sono da visitare il Castello Orsini e la Chiesa della Beata Vergine Immacolata, progettata da Luigi Valadier. Il tour sarà, certo, reso più avvincente dalla lettura del volume, sul patrimonio cosiddetto “immateriale”, costato alle autrici, Milvia D’Amadio e Elisabetta Silvestrini, dieci anni di certosino lavoro documentario e ricerche in loco,
iniziate sotto la direzione del soprintendente Costantino Centroni e terminate sotto quella di Anna Imponente, che ne firma la prefazione. Non mancano eventi culturali tra cui le Giornate oraziane (calendario variabile con cadenza annuale) e sagre dedicate a pietanze a base di farro, cereale millenario, prodotto tipico della zona. Se poi si ha un po’ di tempo a disposizione, in zona non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sul Parco Nazionale dei Monti Lucretili si affacciano i comuni di Marcellina, Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Orvinio, Palombara Sabina, Percile, Poggio Moiano, Roccagiovane, San Paolo dei Cavalieri, Scandriglia e Vicovaro. Ognuno nasconde tesori architettonici di grande pregio: la chiesa di S. Leonardo e l’antico castello a Montorio, il castello di Moricone, la cinta murata e il castello Orsini a Orvinio, il palazzo baronale dei
conti di Palombara, ecc... Celebre è poi il pane di Vicovaro, cotto nei forni a legna con legni di ginestra. Ogni anno, durante i mesi estivi luglio, agosto e settembre - si svolge la sagra della pagnotta vicovarese. Infine, perché no, è consigliabile provare uno dei tanti itinerari del Parco dei Monti Lucretili. Se ne contano otto e danno la possibilità di vedere la villa di Orazio, il Ninfeo degli Orsini, il convento di S. Nicola, i lagustelli di Percile, la Valle Cavalera, il Pratone di Vena Scritta, Poggio Runci, il Monte Gennaro. Possibili suggestioni dalll’incontro con la fauna e con la flora. In zona si segnalano avvistamenti di lupi e, soprattutto, una coppia di aquile reali.
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SALUTE E BENESSERE
di Sveva Guerreri
DIAGNOSI VIA SMARTPHONE umentano e sempre di più si moltiplicano le applicazioni “mobili” relative al mondo sanitario. Sbarcano poi sul mercato anche gli accessori progettati per fare analisi e diagnosi in tempi brevi. Bastano ad esempio 15 minuti, 25 euro e poche gocce di sangue per diagnosticare, attraverso uno smartphone, un’infezione di Hiv o sifilide.
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SISTEMA RIVOLUZIONARIO PER CONDURRE GLI ESAMI DEL SANGUE ATTRAVERSO I MODERNI DISPOSITIVI MOBILI La ricerca, coordinata da Samuel Sia dell’Università Columbia e pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, ha fatto sì che un vero e proprio laboratorio di analisi potesse essere “assemblato” e collocato in un accessorio come il telefonino. Tutto ciò grazie ad un piccolissimo laboratorio portatile creato inizialmente per fare le anali-
si del sangue nei Paesi in via di sviluppo. Il progetto nasce infatti dalla necessità di svolgere analisi cliniche, anche essenziali, con l’obiettivo di aiutare i medici che operano in aree povere del mondo con un’ampia diffusione di contagi come quella da Hiv e la sifilide (dunque in contesti privi di strutture organizzate e di energia elettrica). Il piccolo strumento mobile, con una semplice puntura sul dito, pre-
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leva poche gocce di sangue per eseguire test clinici in soli 15 minuti. Il dispositivo viene alimentato collegandolo all’uscita degli auricolari di uno smartphone o di un pc. Il suo costo è stato valutato intorno ai 34 dollari, una somma esigua, rispetto ai 15.000 euro necessari per un’attrezzatura da laboratorio con le stesse caratteristiche. I primi test sono stati eseguiti in Ruanda con operatori sanitari che sul campo hanno utilizzato il dispositivo per analizzare 96 pazienti. Il personale sanitario è stato formato per utilizzare l’interfaccia del dispositivo e per registrare i risultati dei test. La grande maggioranza dei pazienti (97%) ha valutato come positiva questa nuova applicazione mobile, grazie alla rapidità del risultato e alla semplicità della procedura. Per di più, per la prima volta, questo nuovo esame immunologico produce un risultato che al momento non era ancora fattibile in un unico prelievo. Ora, con un solo prelievo, il test riesce a rivelare tutti e tre i marcatori: la presenza di anticorpi per Hiv, sifilide e sifilide attiva. Il prossimo passo per questa nuova importante applicazione mobile è quello di ottenere l’approvazione e il sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Prima però occorrerà attuare necessariamente uno studio clinico su scala mondiale. A livello globale e su scala internazionale, l’utilizzo di questi nuovi device medici è sempre più richiesto dai futuri utenti e fruitori, dunque esiste un mercato in continuo sviluppo. Già solo in Italia quasi il 50% della popolazione sarebbe interessato all’uso di supporti digitali da affiancare alla propria terapia farmacologica. Il 40% si dichiara inoltre particolarmente interessato all’uso di applicazioni sulla salute sul proprio smartphone. Fenomeno tecnologico ma anche sociale, l’uso delle applicazioni relative alla salute comporterebbe consistenti risparmi che avrebbero un forte impatto sul nostro sistema sanitario nazionale e quello d’oltreoceano.
ALIMENTAZIONE
a cura della Dott.ssa Federica Pulcini Specialista in Anatomia Patologica Dietoterapia
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A TAVOLA...
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n’alimentazione equilibrata associata al movimento non solo migliora la qualità della vita ma ci aiuta a prevenire molte patologie: l’obesità, le malattie cardio-vascolari, il diabete alimentare, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e riduce il rischio di ammalarsi di cancro. Ma se vi domandassi cosa significa “alimentazione equilibrata” sono certa che la maggior parte di voi non saprebbe rispondermi. Sappiamo però che troppi grassi fanno male, troppi zuccheri fanno peggio, troppe proteine sono nocive... Allora,cerchiamo di scoprire la “giusta dose” e “quali alimenti” dobbiamo assumere per fare prevenzione. Iniziamo con le FIBRE. Esistono due categorie di FIBRE: le fibre inso-
lubili presenti nella parte esterna di frutta,verdura e in alcuni vegetali filamentosi come carciofi, sedano e finocchi; le fibre idrosolubili rappresentate prevalentemente dalla polpa dei vegetali. La funzione delle Fibre insolubili è soprattutto quella di sgombero, cioè quella di spingere le feci favorendone l’emissione e per questo sono definite acceleratori intestinali. Le Fibre idrosolubili espletano la loro funzione trattenendo l’acqua e gonfiando le feci, rendendole così più morbide e sono definite regolatrici intestinali. Infine, le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri contribuendo alla prevenzione e alla cura del diabete e riducono l’incidenza delle neoplasie intestinali. I livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana (LARN 2014) di fibre sono di almeno 25 g/die. Qual è la “giusta dose” di alimenti contenenti fibre da consumare quotidianamente? 25-30g/die corrispondono a circa 250 g di frutta e 250 g di verdura (da “Una vita a strati Uniti” A.Pulcini ediz. PICCIN). Allora, oggi aggiungiamo un posto a tavola... per le nostre fibre! PER INFO: DOTT.SSA FEDERICA PULCINI ECLEPTA YOUR PERSONAL DOCTOR, VIA CRISTOFORO COLOMBO N.1897 PARCHI DELLA COLOMBO, INFERNETTO · T.0650910518
di Angelita Papa
LIBRI
FIABA E
FAMIGLIA ALESSANDRO CARTA RACCONTA LA SUA ULTIMA PUBBLICAZIONE lessandro Carta è persona piacevole e versatile. Professionista del calcio, è in forza al Centro sportivo Babel come preparatore atletico e come preparatore dei portieri. Ha giocato nel ruolo di portiere nel Cagliari ed è arrivato a ridosso della prima squadra. Da lì, una lunga gavetta come insegnante di educazione fisica, collaboratore della FGCI e di società importanti (l’Acilia Calcio, la Lodigiani e la Lazio). Coautore della trasmissione Il gioco del calcio di Giusy de Angelis (Super Tre e Teleroma 56), Alessandro dal 2008 è anche scrittore. Abbiamo discusso con lui della sua ultima fatica… Come è nato il pallino della scrittura? Ce l’ho da sempre. Scrivo e collaboro con L’allenatore, rivista dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio di Coverciano. Nel 2008 però ho iniziato a pubblicare libri. Il primo è stato “Storie di animali domestici”, racconto della mia infanzia in Sardegna e spunto per parlare di una tipica famiglia italiana degli anni ’70. Ovviamente in un paese che cambiava pelle. E poi? Poi ho pubblicato “Le pietre magiche di Giò”, un libro che mi ha portato fortuna. Con il successivo, “L’Orco Balena e la vecchietta ammazza-palloni”, ho vinto un importante premio letterario internazionale a Cagliari. Come è nata l’idea per l’ultimo libro, “Leo, Dino e Dreamy. Alla ricerca della medusa eterna”? È nato durante le sedute di lavoro in palestra, dalle chiacchierate che facevo con Licia Colò. Le è piaciuto il mio modo di scrivere, in particolare “Le pietre magiche di Giò”. Volevamo cimentarci nell’animazione, io però sono rimasto molto colpito da un suo libricino intitolato “Il sogno”. Così è nato “Leo, Dino e Dreamy. Alla ricerca della medusa eterna”, un testo a metà strada tra le nostre precedenti racconti. Parla di un bambino malato che attraverso un sogno portato da un’aquila trova la strada per la guarigione. Il senso della storia è riscoprire il valore della serenità in famiglia. Una vicenda profonda come l’oceano in cui l’abbiamo ambientata.
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SCIENZE
di Gaetano Gaggiottino
FRUTTA E INTEGRATORI
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n una società opulenta come la nostra dovrebbero essere sufficienti i nutrienti assunti con l’abituale alimentazione. In realtà, proprio per frutta e verdure, alcuni meccanismi industriali e casalinghi incidono sulle proprietà essenziali. La lunga conservazione dei cibi in frigo incide infatti sulla perdita di vitamina. Inoltre, in cucina, prima della cottura, vengono lavate spesso con abbondante acqua o lasciate a bagno. Tutto questo porta alla perdita di buona parte delle vitamine idrosolubili. Senza contare che i vari trattamenti industriali precottura, sbiancamento essiccamento - provocano ulteriori perdite di vitamine. Forse, come sempre, il giusto sta nella ragione. Prendere gli integratori ma non sostituirli al cibo.
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LENZUOLA E SESSO
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na ricerca condotta all’Università del Quebec ha dimostrato che il sesso aiuta a dimagrire e restare in forma. I ricercatori hanno coinvolto 21 coppie alle quali è stato chiesto di avere 4 rapporti in un mese e hanno misurato le calorie
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che si riescono a bruciare. Questo il risultato: Salire a letto 2 calorie. Spogliarsi 12 calorie. Coccole 100 calorie. Classico rapporto 250 calorie. Rapporto in piedi 600 calorie. Orgasmo 120 calorie. Decisamente meglio che fare jogging tutti i giorni!
RESVERATROLO E VINO ROSSO
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l resveratrolo è una molecola prodotta da uva, semi di cacao e altre piante. La sua funzione è di aiuto alla pianta in caso di infezioni, siccità e troppe radiazioni ultraviolette. Ovvio che il resveratrolo si trovi anche nel vino, come hanno ribadito un gruppo di ricercatori dello Scripps Institute in uno studio pubblicato su Nature. Quindi anche il vino ha lo stesso effetto protettivo contro stress con effetti benefici sulla salute dell’uomo. Da tenere presente che questa proprietà è soprattutto del vino rosso.
TUMORI E FORTUNA
ZUPPA E SPEZIE
n piatto di zuppa fumante è uno dei piaceri dell’inverno, specie se insaporita con la giusta combinazioni di spezie. Ricordiamoci, allora, che la curcuma si abbina al cumino, l’alloro con il rosmarino, il timo con la maggiorana. Per una delicata crema di verdure abbinare prosciutto croccante e un grattata di formaggio. E un buon bicchiere di vino rosso con il benefico resveratrolo.
ulla prestigiosa rivista Science, i ricercatori Bert Vogelstein e Cristian Tomasetti hanno pubblicato i risultati di una ricerca condotta in base a modelli molto complessi. I due scienziati sostengono che circa due terzi dei tumori non sono riconducibili a fattori ambientali, stile di vita o fattori ereditari. In parole molto povere, i due ricercatori hanno parlato di “bad luck” cioè cattiva sorte. Lo studio si concentra sulle cellule staminali, ovvero quelle che nel dividersi per sostituire quelle vecchie presentano mutazioni genetiche che portano ai tumori (“errori del dna”). La ricerca ha preso in considerazione organi come il cervello, la tiroide, i polmoni, il fegato, e il pancreas. Si è cercato di capire che cosa guida l’andamento della divisione e, quindi, l’eventuale errore del dna. La risposta, spesso, è stata solo il caso. Ovviamente, se confermata, questa ricerca avrà un’enorme rilevanza, non solo nella medicina.
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Fatti, Notizie, Curiosità e Approfondimenti per chi vive nel Municipio X
SAN GIORGIO DI ACILIA, VIA MORELLI TRA SPORCIZIA E DEGRADO alli e galline che razzolano, ormai da mesi, tra i rifiuti in cerca di cibo. Marciapiedi malridotti e una strada costellata di buche simili a voragini. È questa, in sintesi, la situazione di degrado nella quale versa via Domenico Morelli, importante asse viario che collega il quartiere di Madonnetta a quello di San Giorgio di Acilia, nel X Municipio di Roma Capitale. Qui, tra coacervi di rifiuti speciali, ammassati ai lati della carreggiata, e carenze strutturali, sono ormai in molti a vivere. E, in virtù delle nuove edificazioni, il numero degli abitanti è destinato, inevitabilmente, ad aumentare. “Eppure - come sostiene Agnese Schiavon, presidente del Comitato di Quartiere San Giorgio e storica abitante - sembra che nessuno voglia intervenire con decisione al fine di eliminare il degrado ambientale e ripristinare il decoro nella zona”. Ed a osservare lo stato delle cose, viene da darle ragione. Infatti, dopo il rifacimento di una parte dei passaggi pedonali, nessun intervento di miglioramento o riqualificazione è stato messo in atto. “Addirittura - continua la Schiavon - continuano ad essere presenti manufatti abusivi e fatiscenti, usati come abitazioni, ai lati della strada, senza che nessuno trovi una soluzione abitativa migliore per chi li occupa ormai da anni. E questo non fa altro che deteriorare la situazione”. Agli annosi problemi proprio durante questi mesi sembra essersene aggiunto un altro di assoluta gravità. Alcuni tombini, per il deflusso delle acque piovane, pare siano spariti nel nulla. Stessa sorte toccata, c’è da ricordarlo, a quelli di altre strade del nostro territorio, oggetti di furti reiterati e sistematici. “Si, ma questa volta - conclude la Schiavon - questo ladrocinio perpetrato ai danni della collettività, nell’indifferenza generale, potrebbe rivelarsi molto pericoloso. È a rischio, infatti, l’incolumità di chi transita in automobile o in bicicletta su questa strada. Ma pare che questo non interessi a nessuno e che i cittadini di San Giorgio continuino ad essere maltrattati”. di Vincenzo Galvani
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GIORNO DELLA MEMORIA ALLA GIULIO VERNE
o scorso 30 gennaio, presso l’Aula Magna dell’Istituto Giulio Verne, si è tenuta una conferenza per celebrare la Giornata della Memoria. All’incontro - organizzato grazie alla disponibilità e il sostegno della dirigente Patrizia Sciarma - ha preso parte Alberto Mieli, sopravvissuto ai campi di sterminio di Auschwitz e Mauthausen. I ragazzi hanno assistito alle proiezioni di un dvd su Auschwitz e di alcuni lavori svolti dagli stessi studenti che hanno partecipato al Viaggio della Memoria organizzato dalla Provincia di Roma. Alberto Mieli ha raccontato il rastrellamento del ghetto di Roma (16 ottobre 1943), uno dei giorni più tragici della storia della città. Racconta Mieli: “Ci avvisarono che stavano facendo rastrellamenti al ghetto. Credevamo prendessero solo gli uomini per mandarli a lavorare, invece purtroppo presero bambini, donne incinta, vecchi e malati; 1200 persone. In giro per la città c’erano dei delatori, per tremila lire vendevano la vita di un uomo. Ma non posso dire ci fosse antisemitismo a Roma, tanto è vero che dei miei familiari sono stato preso solo io. I miei fratelli, eravamo in otto, sono stati accolti ciascuno da una famiglia della Garbatella, ci fu una grande solidarietà, vennero trattati come figli”. La professoressa Simona Gamorra Bulla, insegnante di psicologia, ha tenuto a precisare: “Per ricordare i 70 anni dalla liberazione di Auschwitz abbiamo bisogno di ricordare, ricordare è un atto di verità. Memoria è un’azione, un impegno morale, un atto di consapevolezza, un atto che unisce tra loro le persone per costruire un mondo migliore. Fare memoria significa costruire il proprio futuro promuovere uguaglianza, responsabilità, solidarietà e di Angelita Papa di Angelita Papa giustizia sociale.”
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BUDGET E RICETTE
di Lucia Bianco (inviate le vostre ricette a luciabianco@hotmail.it)
PECCATO E PENITENZA
UN PIATTO PER LA GOLA UN SECONDO PER LA LINEA
ccoci di nuovo insieme, la mia dieta è finita, magro risultato e altissimo prezzo: persi pochi etti, passate diverse allucinazioni (vedevo cibo ovunque, parlavo solo di cibo) e visto mio marito ingrassare. Data l’attuale confusione mentale, non è stato facile scegliere cosa proporvi. Spero però di stuzzicare la vostra curiosità con due piatti agli antipodi. Vi propongo un primo di
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quelli ghiotti e generosi e un secondo che un po’ il sopravvissuto della mia dieta. Comincio dai tortelli di ricotta e spinaci, piatto al quale ho voluto unire un gustoso condimento. Poi vi suggerisco un secondo piatto un po’ diverso dal solito, quel tanto da incuriosirvi. Potete prepararlo la sera prima e sarà più gustoso. Infine una bella tisana (non fa mai male).
TORTELLI RICOTTA E SPINACI INGREDIENTI PER LA PASTA • 100 gr di farina 00 • 100 gr di farina di grano duro • 2 uova
PER IL RIPIENO • 250 gr di ricotta • 300 gr di spinaci piccoli crudi • 100 gr di parmigiano • 1 uovo • la buccia di 1/2 limone grattugiata
PER IL SUGO • una cipolla piccola • pomodorini ciliegini, che siano saporiti • tanto basilico (se lo trovate)
PREPARAZIONE
C
ominciate preparando gli spinaci, vi consiglio di comprare i più piccoli perché migliori. Lavateli e metteteli in pentola senza scolarli troppo. Coprite con un coperchio pesante che li faccia cuocere velocemente, quasi come se perfezionassero la cottura al vapore. A processo ultimato, scolateli e fateli freddare. A questo punto dedicatevi a preparare la pasta. Mettete le farine in una ciotola, fate una buchetta al centro ed unite un uovo. Con una forchetta battetelo delicatamente amalgamando la farina attorno, dunque unite il secondo uovo lavorando sempre con la forchetta. Cominciate ad amalgamare con la mano cercando di formare una palla. Versate ora il tutto sul tavolo e lavorate la pasta raccogliendo tutta la farina, cercando di renderla morbida e setosa. Dovete lavorarla almeno per 15 minuti. Copritela con pellicola e fatela riposare per 30 minuti. Passiamo ora al ripieno. Prendete gli spinaci, se c’è bisogno strizzateli, tagliateli finemente col coltello e mescolateli bene alla ricotta. Aggiungete il parmigiano, la buccia del limone e l’uovo. Infine amalgamate bene il tutto e coprite. Prendete ora la vostra macchinetta per tirare la sfoglia. Impostatela sul numero uno, tagliate una fetta di impasto e cominciate a passarla ripiegandola, ripassandola e ripiegandola. Dovete ripetere l’operazione circa quattro o cinque volte; vedrete che mano a mano la sfoglia sarà sempre più compatta e più liscia. Continuate sino ad arrivare al numero sei della macchinetta. Ultima fase. Infarinate il piano di lavoro, appoggiate la sfoglia e,
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aiutandovi con un cucchiaino, fate dei mucchietti grandi come una noce. Disponeteli per bene e in linea ogni otto centimetri su un lato della sfoglia, dunque ripiegate la sfoglia sui mucchietti e chiudete i ravioli cercando di far uscire l’aria. Tagliateli con una rotellina o col coltello e schiacciate i bordi per saldarli. I ravioli sono pronti, potete condirli con un sughetto leggero di pachino e basilico. Farlo è semplicissimo. Soffrittino olio, basilico, peperoncino e cipolla piccola. Fate imbiondire la cipolla senza bruciarla. Poi mettete i pachino, salate e apponete il coperchio. Quando i pomodorini sono appassiti, il sugo è quasi pronto. Togliete il coperchio. Cinque minuti per asciugare il tutto e condite i tortelli. Se volete, una generosa spolverata di parmigiano aiuta a migliorare l’umore. Buon appetito.
PETTO DI POLLO CON SALSA ALLO YOGURT INGREDIENTI • Petti di pollo interi 600 g • Mezza cipolla • Radice di zenzero fresca • Yogurt greco 150 g • Senape rustica
• Timo • Salsa di soia • Olio extravergine di oliva • Sale • Pepe
PREPARAZIONE
T
agliate la cipolla a fettine, poi grattugiate un piccolo pezzo della radice di zenzero. Mettete questi ingredienti in una ciotola, versate due cucchiai di salsa di soia e mescolate. Tagliate ogni petto a metà, togliete l’osso centrale e fatene due filetti. Metteteli in un piatto irrorateli con la marinata, coprite con della pellicola e mettete in frigo per tre ore. Sgocciolate il pollo, mettetelo in una teglia foderata di carta bagnata e strizzata. A questo punto infornate a 200° per 10 minuti, poi coprite con l’alluminio, abbassate un poco la temperatura del forno e cuocete per altri 10 minuti. Intanto in una ciotola mescolate quattro cucchiaini di senape con un cucchiano di olio e qualche fogliolina di timo, poi unite lo yogurt, salate, pepate e mescolate. Tagliate i petti di pollo cotti a fette e serviteli con la salsa allo yogurt.
TISANA ALLA SALVIA
INGREDIENTI
• Acqua • Foglie di salvia (6,7 per 1 litro)
• Scorza di 1 limone ben lavato • 1 cucchiaino di zucchero
PREPARAZIONE
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ettete l’acqua in un pentolino e portatela a bollire. Nel frattempo lavate le foglie di salvia, lavate il limone e prelevate la scorza. Quando l’acqua bolle, immergete le foglie di salvia e la scorza di limone. Far sobbollire per una decina di minuti, quindi spegnete il fuoco e lasciate il tutto coperto per un’altra decina di minuti. Trascorso questo tempo, filtrare la tisana e metterla in un bicchiere. Dolcificate la tisana e gustatela.
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MAGNAROMA
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MAGNAROMA
INDIRIZZO Via O. Ghiglia, 257 TELEFONO 06.52440063/334.8473257 PREZZO MEDIO de meno nun se pò! RIPOSO SETTIMANALE ce semo sempre! CARTE DI CREDITO abbasta che paghi! PARCHEGGIO ce sta! NUMERO POSTI voi venite, noi ve sistemamo! PRENOTAZIONE è mejo! APERTO Pranzo/Cena
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SPECIALITÀ > CUCINA ROMANA Ve piace magnà bene secondo la tipica cucina romanesca? Allora venite da noi: a parcheggià nun c’è problema e quanno entrate drento a “Pane ar pane vino ar vino” potete aggustà tutto quello che ve pare dei piatti de Roma nostra, le minestre, le pastasciutte, li seconni de carne e puro de pesce (martedì e venerdì oppuro su ordinazione), er tutto annaffiato dal vino bono de li Castelli. I prezzi ce dovete da crede so proprio boni che de meno nun se pò. Aho, v’aspettamo!!!
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di Simone Felicetti
HOME RESTAURANT
IL RISTORANTE FATTO IN CASA ra il 2009, quando la fotografa londinese Kerstin Rodgers, più nota come Ms Marmite Lover, lanciò per prima l’idea dell’Home Restaurant. Il fenomeno, al limite della clandestinità, era considerato alla stregua dei supper clubs statunitensi o delle paladar cubane. Attraverso il suo blog, oggi al 29° posto nella classifica dei migliori blog del Regno Unito, la Rodgers invitava i lettori a prenotare per una cena nel suo ristorante casalingo. Oggi, a distanza di pochi anni, i commensali sono disposti
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LA RETE PERMETTE DI CONDIVIDERE TUTTO. PRESTO ANCHE LA PROPRIA CUCINA... a spendere anche 50 sterline per mangiare in casa sua. Una volta sdoganata, l’idea è diventata rapidamente una tendenza che sta prendendo piede in tutta Europa. E l’Italia non fa eccezione. Il filo conduttore del social eating risiede nella volontà di condividere la passione per la cucina con estranei, unito all’obiettivo di rendere questa attività un minimo remunerativa se non addirittura, come per alcuni, un vero e proprio business. E così, cuochi amatoriali o professionisti, semplici dilettanti abili e appassionati, con a disposizione uno spazio che si presti alla circostanza, aprono occasionalmente le porte della loro casa a estranei commensali per condividere assieme un esperienza di tipo gastronomico se non di scambio interculturale. Non è un caso che i più assidui frequentatori degli home restaurant siano turisti provenienti da altri paesi, come a giustificare che l’esperienza che si ricerca è legata a una curiosità su costumi, abitudini, sapori: una ricerca di genuinità e autenticità e non semplicemente un metodo per risparmiare sul vitto; un risparmio che di fatto non c’è. Nella gran parte dei casi si tratta di una condivisione della spesa alimentare e del tipo di menù, con a carico dell’ospite, in più, il vino o il dolce. Sicuramente la formula più a buon mercato. Tuttavia non mancano le offerte per i palati più esigenti e ricercati come cene a tema o aperitivi rinforzati, eventi con menù a degustazione preparati da chef affermati, o addirittura home re-
staurant di riconosciuta fama, molto frequentati, molto recensiti. Non c’è un prezzo medio su cui far fede, il contributo varia di paese in paese e di situazione in situazione, di casa in casa. Il criterio è semplice ed è figlio del Couch surfing, dell’Airbnb, del Blablacar, tutti sistemi che fanno della condivisione il loro punto di forza. Il web comincia a popolarsi di piattaforme locali che interconnettono i vari cuochi con i potenziali commensali e sempre più l’offerta si allarga e tende a perfezionarsi. Anche i social network in questo senso hanno giocato un ruolo fondamentale come veicolo spesso privilegiato di chi offre questo tipo di servizio. Per quel che riguarda l’Italia che già vede, specialmente nelle grandi città, una discreta diffusione dell’offerta, la normativa non prevede particolari oneri burocratici e fiscali. Non sono richieste licenze né autorizzazioni, sebbene sia consigliabile un attestato HACCP che autorizzi la manipolazione degli alimenti. Essendo considerata attività occasionale, entro i 5000 euro lordi annui, soglia di esenzione dall’obbligo contributivo, non è richiesta l’apertura della partita IVA. Insomma, lo sharing è ufficialmente entrato in cucina.
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OROSCOPO DI FEBBRAIO
di Francesca M.
ARIETE 21/3 · 20/4
MICHAEL FASSBENDER
2/4/1977
Le cose iniziano ad andare veramente per il verso giusto, siete al centro dell’attenzione. Cercate di essere umili quando potete e di non esagerare con esibizionismi che potrebbero non sortire gli effetti che vi aspettavate. La moderazione sarà la prima delle parole d’ordine per vivere questo periodo con la felicità e la tranquillità che meritate.
BILANCIA 23/9 · 22/10
ELEONORA GIORGI
21/10/1953
TORO 21/4 · 20/5 La dea dell’amore è decisamente al vostro fianco anche se in questo periodo siete leggermente impacciati nei confronti del partner che pretende forse troppo dal vostro spirito mansueto e bucolico. Osate, se volete arrivare alla meta! Un po’ d’ansia è lecita ma la tremarella per un incontro è decisamente troppo per gente come voi.
GRACE JONES
19/5/1948
SCORPIONE 23/10 · 21/11
BRYAN ADAMS
5/11/1959
GEMELLI 21/5 · 21/6 Avrete tante idee, tanti bei progetti, ma per ottenerli dovete mantenere alta l’attenzione e la concentrazione senza perdervi con la testa fra le nuvole. Non saltate da un idea all’altra, restate concentrati sull’idea iniziale e portatela avanti seguendo una linea moderata. Fate affidamento solo su voi stessi: ne guadagnerete in tempo e denaro!
TUPAC SHAKUR
16/6/1971
SABRINA FERILLI
28/6/1964
LUISA CORNA
2/12/1965
ROBERT PLANT
20/8/1948
DAVIDE ASTORI
7/1/1987
MARIANGELA MELATO
19/9/1941
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Questo è il periodo giusto per porvi nuovi ambiziosi obiettivi: abbiate il coraggio di guardare lontano anche nel futuro e non limitatevi! In arrivo novità che stravolgeranno la vostra situazione e il cambiamento sarà in meglio. L’elasticità sarà una dote da non sottovalutare che farà la differenza in ogni situazione veniate coinvolti.
ACQUARIO 21/1 · 19/2
HEATHER GRAHAM
29/1/1970
VERGINE 23/8 · 22/9 Qualche piccolo tafferuglio in arrivo: nulla che metta in crisi un solido legame di coppia, ma che servirà ad animarlo e renderlo più vivo. Non cercate a tutti i costi di voler sempre avere la meglio, un atteggiamento così non porterà da nessuna parte; valutate piuttosto i vostri limiti ed errori. E fatelo con onestà intellettuale!
Nei mesi scorsi avete vissuto dei momenti di tensione e avete dovuto affrontare molte difficoltà, adesso il vento della fortuna sta finalmente cambiando direzione. Una buona situazione economica vi aiuterà a realizzare parecchi dei vostri progetti; siete in grado di trasformare le idee in imprese innovative e indipendenza economica.
CAPRICORNO 22/12 · 20/1
LEONE 23/7 · 22/8 Nuove realtà e rinnovate speranze per il futuro sono le prospettive che vi si aprono davanti. Non dovete più guardare la vostra vita con pessimismo e disperazione. Siete in grado di affrontare qualsiasi avversità. Avete più fiducia in voi stessi, per questo motivo, potrete portare a termine qualcosa che avete lasciato incompiuta.
L’inizio dell’anno difficile si riflette sulla famiglia, con un comportamento irascibile e intollerante verso coloro che vi circondano. Considerate che non serve a nulla essere severi con voi stessi. Imparate a perdonarvi gli errori del passato. Se avete un’attività, lentamente raccoglierete i frutti del lavoro fatto nei mesi scorsi. Ottimismo!
SAGITTARIO 22/11 · 21/12
CANCRO 22/6 · 22/7 Si apre un mese prospero davanti a voi. Riceverete una quantità di denaro che potrete utilizzare per fare degli investimenti a breve e medio termine. É anche il momento ideale per tutte le modifiche relative alla casa. Arrivano occasioni vantaggiose sia per l’acquisto che per l’affitto di immobili. Nella sfera sentimentale potreste vivere qualche momento di tensione.
Vivete momenti di tensione che potranno intaccare l’intesa e la voglia di passare maggiore tempo insieme ritrovata da poco col partner. Se siete single notate alcuni strani movimenti attorno a voi. Forse l’amore è in arrivo? Anche se l’inverno non è ancora finito, il grigiore della stagione sarà per voi meno angosciante e sentirete l’arrivo della primavera.
È in arrivo qualche delusione. Spesso vi affidate a persone che non sempre apprezzano e ricambiano i vostri entusiasmi. Da questa esperienza però capirete di dover contare meno sugli altri e più su di voi. Se invece siete voi a voler chiudere questioni in sospeso, questo è il momento adatto, anche se il fatto di chiudere situazioni stantie, può rivelarsi un processo lungo.
PESCI 20/2 · 20/3
DINO ZOFF
28/2/1942
Buon umore, positività in amore che porta una bella atmosfera e una forte intesa nelle coppie. Ciò favorisce le nuove relazioni per chi è ancora in cerca dell’anima gemella. Il lavoro desta qualche preoccupazione: mantenete il vostro impegno costante e tutto proseguirà a gonfie vele. Colloqui in vista per chi ancora sta cercando!