13 Magazine N. 153 by Visioni Grafiche srl

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SPECIALE

49 Questione di cilindri

14 La rifoma costituzionale:

53 Sagre

55 Viaggi

cosa cambia se passa

16 Favorevoli e contrari

59 Musica

19 Perchè votare sì

61 Salute e Benessere

23 Perchè votare no

63 Scienze

69 Budget e Ricette 74 Oroscopo

ECONOMIA 27 Sale la povertà

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13 Editoriale 37 Arte e Cultura 41 Lettere a 13 Magazine

43 Mode e Modi

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di Maurizio Carta

COLOPHON Anno 15 · n.153 · NOVEMBRE 2016 mensile d’informazione: politica, attualità, cultura, sport, spettacolo, moda www.13magazine.it Direttore Editoriale Claudio Petrollo claudio@visioni-grafiche.it

Direttore Responsabile Maurizio Carta maurizio@visioni-grafiche.it

Art direction Cristian Bifolco cristian@visioni-grafiche.it

Pubblicità Edoardo Rocchi - Sara Amicucci Renata Di Santo - Giuseppe Regalbuto Amministrazione e Segreteria Ombretta Petrollo Collaboratori 13 Magazine Palma Agosta - Lucia Bianco Alessandro Cortellessa - Dante Cruciani Simone Felicetti -Paolo Fiore Gaetano Gaggiottino-Vincenzo Galvani Sveva Guerreri - Penelope Salomone Barbara Zorzoli Editore Visioni Grafiche S.r.l. Direzione e Redazione Via delle Case Basse, 210/212 00126 Roma T. e F. 06.69373749 e-mail: info@visioni-grafiche.it

Stampa Distribuzione C.P.C.B. Service 13 MAGAZINE · tutti i diritti di riproduzione riservati. Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo mensile è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. 13 MAGAZINE · Reg. Trib. di Roma n.439/2009 del 18-12-2009

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“UN VERO GIORNALISTA SPIEGA BENISSIMO QUELLO CHE NON SA” Leo Longanesi al giorno della vittoria di Trump si è detto di tutto. L’episodio politicamente più inatteso degli ultimi trent’anni ha generato un’infinità di commenti in libertà, spesso proferiti dagli stessi giornalisti che, prima delle elezioni, descrivevano il miliardario americano come un fenomeno da baraccone. È andata diversamente, molto diversamente. E più che della vittoria di Trump, la cui politica è tutta ancora da stabilire, sarebbe il caso di discutere della sconfitta del giornalismo. Mai come per le ultime elezioni americane sono stati buttati, di fatto, milioni e milioni di euro in stipendi, statistiche, corrispondenze e collegamenti. Fiumi di parole sono finiti nella discarica della realtà, quella che non si è conformata ai desideri dei giornalisti e che ha sancito una perdita di credibilità per chissà quante generazioni. In un mondo normale, in un Paese normale, di fronte a una Waterloo della professione di queste dimensioni sarebbero dovute arrivare altrettante energiche contromisure. Il giorno dopo l’elezione di Trump avrebbero dovuto sprecarsi gli annunci relativi la ricerca di giornalisti, corrispondenti, esperti di Stati Uniti disposti a collaborare con giornali, televisioni, radio e siti vari. Non è esattamente andata così. Perché la notte americana non solo non ha contribuito ad aprire le porte della professione a giovani qualificati e in grado di raccontare la realtà, ma addirittura è passata come se niente fosse, con le stesse facce di bronzo impegnate a spiegare - molto maldestramente, a dir la verità - la vittoria del Presidente in pectore degli Stati Uniti. Nelle ore in cui maturava l’affermazione del candidato repubblicano, c’è addirittura chi ha avuto il coraggio di dire che “non si è mai vista come in queste elezioni una stampa così compatta e unita contro un candidato […] eviden-

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EDITORIALE

IL MENSILE

PIÙ DIFFUSO E LETTO DI ROMA

SUD

temente la stampa non ha più forza e peso”. E a fare da contrappunto, in uno studio Rai, le parole di un sedicente esperto americano: “Vogliamo dirlo? La retorica di Donald Trump è stata molto simile a quella dei nazisti in Germania negli anni Trenta”. Insomma, l’obiettivo del giornalismo, piuttosto che informare, è diventato quello di orientare l’opinione pubblica. E tanto per non farsi mancare niente, a chiosa di una posizione al di fuori di ogni deontologia, è arrivato un parallelo storico che è un attentato alle coronarie di qualunque professore di storia contemporanea. Viviamo un periodo di ristrutturazione delle grandi redazioni, di precariato del giornalismo, di ridimensionamento di tutto il settore dell’editoria. Spesso, in maniera molto pigra, si liquida la faccenda accollandola a internet, ai social network, al giornalismo fai da te, all’inevitabile vantaggio in termini di velocità delle notizie diffuse attraverso il mezzo della rete. Tutto ciò in parte è vero. Ma è anche una narrazione di comodo. Manca l’altra parte della medaglia: quella che racconta di giornalisti sempre più ignoranti, di gente che scrive e parla male, di corrispondenti che frequentano solo i salotti che contano, di cronisti che timbrano il cartellino e fanno il proprio lavoro come un Fantozzi qualunque. È scomparso totalmente il destinatario del giornalismo, quel “lettore” che Montanelli invocava come unico padrone del giornalista. Ecco, il lettore non esiste più, sacrificato sull’altare della supponenza, del narcisismo, dei click in rete, delle copie da vendere, della famiglia da mantenere. E con lui muore anche la professione.

Distribuito nei seguenti quartieri: ACILIA - AXA - AXA MALAFEDE - CASALBERNOCCHI CASALPALOCCO - DRAGONA - DRAGONCELLO EUR - EUR TORRINO - INFERNETTO MADONNETTA - OSTIA - OSTIA ANTICA - VITINIA

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SPECIALE

di Dante Cruciani

LA RIFORMA COSA molto complicato sintetizzare in pochi punti un testo che modifica diverse dozzine di articoli della Costituzione vigente. Eppure è un dovere di fronte al lettore, perché dal voto del 4 dicembre dipende molto del futuro dell’Italia. In generale, si può dire che il testo che approderà al referendum ha un impianto che stabilisce due tipi di supremazia: della Camera dei deputati sul Senato (il quale cambia completamente natura e funzioni) e del governo centrale sulle istituzioni locali, in particolare le Regioni. Quest’ultime, come ci si potrebbe aspettare, non cambiano le rispettive competenze: la pianificazione del territorio regionale e della mobilità al suo interno, la dotazione infrastrutturale, la programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, la promozione dello sviluppo economico locale, l’organizzazione della formazione professionale, la promozione del diritto allo studio, la valorizzazione e organizzazione del turismo, eccetera. Tuttavia, lo Stato - dopo aver precisamente indicato le competenze di natura nazionale e centrale - precisa che potrà legiferare su materie riguardanti le Regioni qualora “lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero l’interesse nazionale”. La riforma cambia dunque l’assetto del Paese e introduce elementi di velocizzazione dei processi decisionali. Insieme a questo, afferma con maggior forza ed esplicitamente la necessità di una maggiore parità tra i sessi dal punto di vista economico e sociale. Nel dettaglio, tutti i cambiamenti più importanti sono indicati di seguito.

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• Finisce il bicameralismo, ovvero la necessità di una doppia approvazione della maggior parte delle leggi da parte della Camera dei deputati e del Senato (vedremo più avanti le competenze). In particolare, la fiducia al governo è votata solo dalla

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Camera dei deputati: 630 membri votati, come oggi, attraverso il suffragio universale. • Il Senato della Repubblica si trasforma completamente. Passa da 315 a 100 membri. Quest’ultimi saranno 74 senatori nomina-

SPECIALE

COSTITUZIONALE: CAMBIA SE PASSA ECCO I FONDAMENTALI PUNTI DI MODIFICA SUI QUALI SI DOVRANNO ESPRIMERE GLI ITALIANI IL 4 DICEMBRE ti dai Consigli Regionali, 21 sindaci (uno per regione) e 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica (in carica non a vita ma per sette anni). • I senatori proverranno dalle diverse regioni in base al rispettivo peso demografico. Nessuna potrà averne meno di due ed è stabilito che le provincie autonome di Trento e Bolzano ne abbiano 2 a testa. I senatori saranno indicati dai cittadini al momento del voto e confermati dai Consigli regionali ma non è ancora chiaro come (dipenderà dalle modifiche alla legge elettorale delle istituzioni locali). Manterranno la propria carica e decadranno in base a quanto accade nell’istituzione di provenienza. Godranno dell’immunità parlamentare (non potranno essere intercettati o arrestati senza autorizzazione del Senato) ma non riceveranno alcuna indennità. Verranno pagati in base allo stipendio dei sindaci dei capoluoghi delle Regioni da cui provengono. • Le competenze del Senato riguarderanno soprattutto la rappresentanza delle istituzioni locali e il raccordo tra quest’ultime e lo stato centrale. Si esprimerà inoltre sulle leggi costituzionali, sulla tutela minoranze linguistiche, sui referendum popolari, sull’ordinamento dei Comuni e delle Città metropolitane, sui trattati e le normative europee, sui casi di ineleggibilità e incompatibilità con la carica di senatore. Come vedremo, la Camera dei deputati può non conformarsi alle decisioni del Senato. Ma se il Senato si esprime su materie riguardanti le Regioni a maggioranza assoluta, la Camera dei deputati ha il potere di non conformarsi solo pronunciandosi ugualmente a maggioranza assoluta dei propri componenti. Il Senato può inoltre svolgere attività conoscitive e formulare osservazioni su atti o documenti della Camera dei deputati. Infine, a maggioranza assoluta, può chiedere alla Camera di procedere all’esame di un disegno di legge e quest’ultima deve pronunciarsi entro sei mesi. • Il Governo può chiedere che il Parlamento si esprima entro 5 giorni per dare priorità a un disegno di legge che rappresenta essenziale per l’attuazione del programma. Se il Parlamento accorda tale priorità, s’impegna contestualmente a pronunciarsi entro 70 giorni. • Corte Costituzionale: sarà sempre composta da 15 giudici. Di quest’ultimi, 5 saranno nominati dal Capo dello Stato, 5 dalle supreme magistrature ordinaria e amministrative, 3 dalla Camera dei deputati e 2 dal Senato. • Cambia il modo di eleggere il Presidente della Repubblica.

Aboliti i 58 rappresentanti delle Regioni che concorrevano con il Parlamento, in seduta comune, a votare l’inquilino del Quirinale. Per le prime tre votazioni si procede come in passato: si vota a scrutinio segreto e a maggioranza di due terzi dell’assemblea congiunta di Camera e Senato. Dopo il terzo scrutinio - in passato era necessaria la maggioranza assoluta (50% più uno) - è sufficiente la maggioranza dei tre quinti degli aventi diritto. Al settimo è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti. • La seconda carica dello Stato diventa il Presidente della Camera e non quello del Senato. Spetta al Presidente del Senato convocare il Parlamento in seduta comune ed entro 15 giorni nel caso in cui il Presidente della Camera eserciti le funzioni di supplenza del Presidente della Repubblica per impedimento, morte o dimissioni di quest’ultimo. • Cancellate definitivamente le Provincie. Erano già state trasformate in Enti di secondo livello ma erano presenti in costituzione. Vengono definitivamente abolite. • Introdotto il ricorso preventivo alla Corte costituzionale, con l’avallo di un quarto dei componenti della Camera dei deputati o di un terzo del Senato, sulle leggi elettorali. Tale ricorso deve avvenire entro 10 giorni dall’approvazione della legge. • Abolito il CNEL, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Il CNEL è un ente che offre consulenze al governo su temi riguardanti la società e l’economia. È inoltre un luogo di mediazione tra le imprese e i lavoratori. • Cambiano alcune condizioni per richiedere lo svolgimento di referendum abrogativi. Lo stato è tenuto a organizzarli quando lo richiedono 5 consigli regionali o 500.000 elettori. Amnistia, indulto, leggi di bilancio e tributarie, ratifiche dei trattati internazionali non sono materia referendaria. Se i proponenti però arrivano a 800.000, il referendum passa anche solo se a partecipare è la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera. Altrimenti, come in passato, ci vuole la maggioranza degli aventi diritto. Viene inoltre introdotta la possibilità di tenere referendum propositivi. Alle camere spetta legiferare in materia. • Salgono da 50.000 a 150.000 le firme necessarie per proporre disegni di legge d’iniziativa popolare. I regolamenti della Camera dovranno però indicare tempi certi per l’esame degli stessi. • È istituito lo statuto unico e il ruolo unico per i dipendenti del Parlamento (sia della Camera dei deputati che del Senato).

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SPECIALE

di Dante Cruciani

FAVOREVOLI L’ITALIA SI DIVIDE, TANTI I PUNTI DI VISTA E LE DICHIARAZIONI DI VOTO ECCO DIECI VOCI PER IL

Stefania Sandrelli (attrice): “Indipendentemente dalla politica, il referendum è un’occasione che non va persa: fidiamoci di chi almeno qualcosa fa”. Emma Bonino (politico): “La riforma costituzionale deve essere considerata il presupposto per un’altra battaglia sociale, per i diritti di tutti e di ognuno […] Questa riforma è il punto di partenza, il primo passo di un percorso di profondo rinnovamento del nostro Paese”. Umberto Veronesi (medico, scienziato): “Sono stato Senatore e ho constatato di persona l’assurdità, la perdita di tempo e l’inutilità del bicameralismo. La proposta per il nuovo senato è molto buona: un senato piccolo […] che rappresenta tutte le regioni. La costituzione è un atto umano, non divino; quindi, come tutte le cose umane si modifica nel tempo. Purtroppo questa riforma, siccome è voluta dal Primo Ministro, comporta il fatto che chi è contro il Primo Ministro non vota la riforma […] Votare no vuol dire fare un passo indietro, rimanere bloccati”. Flavio Briatore (imprenditore): “Io voterò sì al referendum di Renzi perché c’è un programma sul turismo molto forte da parte del primo ministro e mi auguro che vinca le elezioni […] Io non ho paura del diavolo, non ho paura dei comunisti perché non credo mangino i bambini”. Ilaria D’amico (conduttrice tv): “La riforma è perfettibile, ma ne condivido i punti focali. Il bicameralismo paritario è un impiccio: ci sono istituzioni che vanno eliminate e serve un governo che possa decidere davvero, anche per togliere a chi è al potere l’alibi del ‘Non mi fanno lavorare’. Abbiamo bisogno di una scossa, il No a oltranza serve solo a nutrire lo stallo”. Roberto Benigni (comico, attore, regista): “Sono trent’anni che sento parlare della necessità di superare il bicameralismo perfetto: niente. Di creare un Senato delle Regioni: niente. Di avere un

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solo voto di fiducia al governo: niente. Pasticciata? Vero. Scritta male rispetto alla lingua meravigliosa della Costituzione? Sottoscrivo. Ma questa riforma ottiene gli obiettivi di cui parliamo da decenni. Sono meglio del nulla”. Aurelio De Laurentiis (imprenditore): “Il 4 dicembre si può votare solo per Renzi, non perché io sia il supporter di Renzi, ma per dare continuità ad un paese dove la litigiosità ha creato in questi settant’anni ben poco. Se poi democrazia significa anarchia, Renzi è stato l’unico che si è preso la responsabilità di dire ‘faccio mi’”. Sabino Cassese (costituzionalista): “L’esigenza di riforma è stata avvertita circa quaranta’anni fa. Sono stati fatti molti tentativi, tutti abortiti […] Le migliori menti tra i costituenti erano favorevoli o al monocameralismo o a un bicameralismo differenziato […] La funzione di riequilibrio, di bilanciamento, di condizionamento che si vorrebbe svolta dalla doppia rappresentanza è molto meglio svolta oggi dal Parlamento europeo e dai consigli regionali. La semplificazione del procedimento legislativo ordinario consentirà anche di evitare l’abuso della decretazione d’urgenza e di rimettere su basi più corrette il rapporto tra governo e Parlamento”. Bruno Pizzul (giornalista sportivo): “Dopo tanti tentativi questa può essere l’ultima occasione per rinnovarsi davvero […] auspico che sia ripreso un insegnamento a livello scolastico poiché la costituzione oggi è diventato un oggetto quasi misterioso”. Tito Boeri (presidente Inps): “La riforma ha effetti potenzialmente importanti. Penso al contrasto alla povertà: oggi se ne occupano Comuni e Regioni a macchia di leopardo, mentre lo Stato contribuisce residualmente con la carta acquisti. Ci vorrebbe un sistema di finanziamento nazionale affiancato da un cofinanziamento locale. Questo responsabilizzerebbe gli enti locali a controllare che i soldi vadano davvero a chi ha bisogno e a spingere chi può a lavorare.”

SPECIALE

E CONTRARI DI ARTISTI, ECONOMISTI, SCIENZIATI, IMPRENDITORI, STAR DELLA TV. ECCO DIECI VOCI PER IL

Alba Parietti (conduttrice tv): “Questa riforma stravolge i valori su cui era fondata la vecchia Costituzione, i valori partigiani per cui si era battuto mio padre. Quindi: da un lato mi ripugna e dall’altro mi spaventa. Anche perché, combinata con l’Italicum (la legge elettorale approvata ma ancora in discussione, ndr), rischia seriamente di mandare un uomo solo al comando del Paese: può capitarci un santo, d’accordo. Ma se ci finisce un demonio?”. Carlo Freccero (dirigente ed esperto di media): “Il Governo vuole oggi ‘rottamare’ la Costituzione. Ma il fatto che non esistano più nel panorama politico parlamentare partiti che possano definirsi ideologici, non significa che la nostra libertà non corra dei rischi […] Oggi non si tratta più di combattere il fascismo storico, ma lo strapotere delle multinazionali, il TTIP, la militarizzazione che ci ha fatto superare il divieto esplicito nella nostra Costituzione a fare la guerra. Oggi più che mai le minoranze parlamentari devono avere diritto di parola”. Maurizio Crozza (comico, attore): “L’Italia è spaccata in due sul referendum: quelli che votano sì e quelli che hanno capito”. Piergiorgio Oddifreddi (matematico, saggista): “Voto No perché non mi piacciono i modi del Presidente del Consiglio che controlla un Parlamento che è stato eletto da una legge incostituzionale e che si prende la briga di fare riforme addirittura sulla Costituzione”. Maurizio Landini (sindacalista): “Un No in autunno, per poter poi dire tanti Sì, in Primavera, ai referendum proposti dalla Cgil per abrogare le vergognose leggi sul lavoro varate dal Governo”. Stefano Rodotà (giurista): È persino imbarazzante, per la pochezza dei contenuti e del linguaggio, leggere il testo al quale è stato consegnato il compito impegnativo di riscrivere ben quarantatré articoli della Costituzione. L’intenzione dichiarata è quella di

semplificare le dinamiche costituzionali, in particolare il procedimento legislativo. Ma per liberarsi dal tanto deprecato bicameralismo paritario si è approdati invece a un bicameralismo che generosamente potrebbe esser detto pasticciato”. Gustavo Zagrebelsky (costituzionalista): “Vedo un progressivo svuotamento della democrazia a vantaggio di ristrette oligarchie. Per ora le forme della democrazia reggono, ma si svuotano. Si parla di post-democrazia e, se subentra l’autoritarismo, di ‘democratura’”. Monica Guerritore (attrice): “A me non va che una legge raffazzonata diventi la mia Costituzione. Vivendo accanto a un costituzionalista (Roberto Zaccaria ndr), so che questa riforma genererà una serie di vizi nelle procedure e di necessità di verifiche, per cui l’iter di approvazione delle leggi, al contrario di quanto si dice, si complicherà e allungherà. Per questo sono contraria”. Luciano Canfora (storico, filologo): “Il modo in cui è posto il quesito referendario ha chiari intenti manipolatori rispetto agli elettori per indurli a votare Sì […] la radicale modifica dell’attuale legge elettorale costituisce la posta in gioco per la difesa delle nostre libertà democratiche; non quindi un’altra cosa rispetto alla riforma costituzionale ma in strettissimo legame con essa”. Marco Travaglio (giornalista): “La riforma aumenterà a dismisura i contenziosi tra Camera e Senato, tra parlamento e regioni, con un’infinità di conflitti d’attribuzione che finiranno tutti davanti la Corte Costituzionale […] Stanno creando un premierato assoluto nel senso che il capo del partito che arriva primo - indipendente dai pochi o tanti voti che avrà - diventerà il padrone onnipotente del parlamento, del governo, del Quirinale, della costituzione, delle autorità indipendenti, della corte costituzionale. In più si nomina i membri del CSM della Consulta e tutta la Rai”.

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SPECIALE

PERCHÉ VOTARE

SÌ

DIECI RAGIONI PER SCHIERARSI A FAVORE DELLA RIFORMA Perché 63 governi in circa settant’anni dimostrano l’estrema instabilità del sistema italiano. Una parte preponderante di tale instabilità è dovuta al bicameralismo paritario: a due camere che fanno le

smo, per avere una funzione ritardatrice. Ma nel tempo tale funzione ha perso di senso perché sono sorti ben altri contrappesi alle decisioni del parlamento italiano: si pensi ai consigli regionali e alle decisioni dell’Unione Europea. Dunque cadono le ragioni cautelative. Senza contare che il Senato, piuttosto che ritardare e perfezionare le leggi,

stesse cose. Quante volte poi l’Italia si è trovata con due maggioranze diverse tra Camera e Senato? Recentemente è successo nel 2013. Pochi anni addietro, è successo a Berlusconi nel 1994 (due alleanze elettorali diverse per ottenere la maggioranza) o, a parti invertite, a Prodi nel 1996 (maggioranza sicura al Senato ma non alla Camera). In Europa solo l’Italia ha due camere che fanno le stesse cose. Il bicameralismo è stato concepito, dopo il fasci-

si è semplicemente sovrapposto all’attività della Camera dei deputati. Il Senato proposto dalla riforma servirà invece ad altro. Diventerà luogo di rappresentanza dei territori e parteciperà alle decisioni dirette alla formazione e attuazione di atti normativi e delle politiche dell’Unione Europea, verificandone l’impatto nei territori. Potenzialmente potrebbe anche evitare multe e infrazioni all’Italia. Perché la riforma non si limita solo ad abolire l’attuale forma di Senato. Punta in generale anche a snellire i processi parlamentari e a conferire maggiore speditezza ai lavori della Camera dei deputati. Sono disposti tempi certi per alcuni iter legislativi

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visioni grafiche

SPECIALE e tutto ciò contribuirà ad avere leggi in tempi più rapidi nell’attuazione dei programmi di governo e nelle decisioni da prendere con urgenza. Un esempio su tutti: nelle materie di sua competenza (vedi articolo pagina 14 e 15), il Senato delle Regioni avrà 40 giorni massimi per discutere e proporre modifiche alla Camera. Perché la riforma costituzionale non ha nulla a che vedere con la legge elettorale. Si sente spesso ripetere che il “combinato disposto” (locuzione orribile che vuole dire “la somma di”) della riforma costituzionale e della legge elettorale dà spropositati poteri in mano al Presidente del Consiglio. Ma la legge elettorale è una legge ordinaria e può essere con molta più facilità modificata o cambiata totalmente. È sufficiente una diversa maggioranza parlamentare. I cambiamenti costituzionali sono invece soggetti a un iter molto lungo, un percorso a ostacoli che in Italia è stato coronato puntualmente dall’insuccesso negli ultimi trent’anni. Per cui i due piani sono oggettivamente distinti. Perché la bocciatura della riforma sarebbe un brutto segnale per chiunque voglia investire, vivere e lavorare in Italia. Votare per la conservazione significa affermare che l’attuale stato di cose sia accettabile. E non lo è: perché è evidente che l’Italia è lenta mentre il mondo corre veloce. Occorre dare ai governi che verranno strumenti per stare al passo e governare con più efficacia. I governi che sbagliano verranno comunque giudicati nelle urne. Perché quasi tutti i sostenitori del fronte del No (esclusi i Cinque Stelle e altre forze politiche minoritarie) hanno già detto Sì alla riforma nelle commissioni parlamentari preposte e hanno compartecipato alla sua ideazione in Parlamento. Nel tempo ne hanno condiviso la gestazione, i compromessi, il perfezionamento proprio perché si voleva che la riforma avesse la base politica e di consenso più larga possibile. Non è andata così: al momento della verità sono prevalse le piccole ragioni della politica, gli interessi particolari, le vendette di partito. Perché la riforma riduce obiettivamente i costi della politica e comporta ingenti risparmi per lo stato. Non si tratta solo del fatto che 215 poltrone da senatore non dovranno più essere alimentate, che il ragguardevole apparato del CNEL verrà smantellato, che l’indennità dei rimanenti 100 senatori verrà legata allo stipendio del sindaco del capoluogo di Regione di provenienza, che le Province saranno finalmente eliminate del tutto. Perché la riforma comporterà ben altri e ingenti risparmi. Il governo e il parlamento avranno molta più voce in capitolo sulle decisioni degli enti locali ed è espressamente disposto che l’esecutivo potrà legiferare sulle materie riguardanti le Regioni se “lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero l’interesse nazionale”. Molti rubinetti degli sprechi

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potranno esser facilmente chiusi. Perché la riforma fornisce strumenti efficaci per una più ampia partecipazione popolare. È introdotta la possibilità dei referendum propositivi e, per quelli abrogativi, se proposti in ragione di 800.000 firme, abbassa drasticamente il quorum necessario affinché passino. Anche le leggi d’iniziativa popolare godranno di tempi certi d’esame da parte del parlamento. Perché la riforma stabilisce competenze molto più chiare tra Stato e Regioni. Saranno abolite le “competenze concorrenti” e limitati i terreni di scontro potenziale con lo stato centrale. Niente più continui ricorsi alla Consulta. Materie come le grandi reti di trasporto e di navigazione, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia o la formazione professionale saranno di esclusiva competenza dello Stato. Alle Regioni, oltre alle competenze proprie (come l’organizzazione sanitaria, il turismo o lo sviluppo economico locale), potranno essere delegate altre competenze legislative. Perché se la riforma non passa - considerato l’iter necessario e l’instabilità politica - dovranno passare altri anni prima che l’Italia riesca a darsi un qualsiasi assetto più efficiente. Non è assolutamente vero che le forze politiche saranno in grado di proporre in tempi brevi nuovi e più razionali progetti di riforma costituzionale (senza contare che anche l’attuale testo è già frutto di un lungo compromesso e che molto probabilmente – considerato il quadro politico generale - si ritornerà a votare una riforma molto simile). La costituzione non è la Bibbia e la riforma su cui si esprimeranno gli italiani il 4 dicembre lascia completamente intatta la prima parte del testo dei padri costituenti. Non c’è nulla che stravolge l’impianto dei Padri Costituenti, solo il tentativo di migliorare, adeguare ai tempi e razionalizzare l’impianto istituzionale italiano. Perché votare No per votare contro Renzi non ha doppiamente senso: Renzi non si dimetterà e la riforma non è pensata per lui ma per chiunque governi l’Italia nei prossimi anni. Fare una battaglia politica personale su una questione che riguarda tutti gli italiani è miope. Lo stesso Presidente del consiglio ha riconosciuto da tempo d’aver commesso l’errore di personalizzare la tornata referendaria. Votare No per votare contro Renzi significa ripetere il medesimo errore.

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di Paolo Fiore

PERCHÉ VOTARE

SPECIALE

DIECI RAGIONI PER SCHIERARSI CONTRO LA RIFORMA Perché è una riforma costituzionale figlia del “Porcellum”. Il problema, prima ancora che nei contenuti della Riforma Costituzionale, sta nella composizione della maggioranza che l’ha approvata. Maggioranza che, alla Camera ha potuto contare sul bonus previsto dal Porcellum e definito illegittimo dalla Corte Costituzionale, mentre al Senato su un vantaggio numerico ristretto e “pericolante” (indispensabile l’appoggio di Ala dall’opposizione). Vista la portata e l’importanza delle modifiche previste dalla riforma, insomma, sarebbe stato auspicabile un coinvolgimento più ampio e diversificato del Parlamento. Perché il problema non è il bicameralismo. Uno dei punti cardine per i fautori della riforma è il cosiddetto “superamento del bicameralismo perfetto” come occasione di grande cambiamento del paese e di snellimento dell’iter legislativo (il famoso ping-pong delle norme da una camera all’altra). Prima di capire se effettivamente la riforma porti o meno ad un effettivo superamento delle due camere paritarie, per molti sostenitori del No il bicameralismo perfetto non può essere considerato la causa dei rallentamenti della macchina legislativa: in primis perché tutti i parlamenti che si sono succeduti negli anni hanno ratificato costantemente un’abbondante quantità di norme, provvedimenti e anche riforme (secondo alcuni anche troppe); poi perché ci sono numerosi esempi di legge approvate in pochi giorni nonostante il doppio passaggio alle Camere. Le problematiche legislative del paese, insomma, per i contrari alla riforma non sono

da attribuire a Camera e Senato con pari poteri ma a questioni prettamente politiche e di divisione interne alle coalizioni di maggioranza e ai partiti stessi.

Perché il Senato non viene abolito ed è per giunta un Senato di nominati. Come ormai tutti sanno, la riforma costituzionale non abolisce il Senato della Repubblica ma riduce a 100 il numero dei suoi componenti. L’aspetto più importante, però, è che se al referendum del 4 dicembre vinceranno i Sì, i cittadini italiani non saranno più chiamati a eleggere i senatori visto che i 100 che comporranno la nuova assemblea di Palazzo Madama saranno nominati tra i sindaci e i consiglieri regionali (oltre ai 5 nominati dal Presidente della Repubblica). Ad aggiungere ulteriori dubbi sull’eventuale composizione del nuovo Senato c’è poi il caso, più che discusso oltre che paradossale, del Trentino Alto Adige, che si ritroverebbe addirittura con 6 rappresentanti a Roma (3 sindaci, 1 consigliere regionale, 2 consiglieri

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SPECIALE provinciali). Da risolvere poi la questione relativa alla nomina a senatori dei consiglieri delle regioni speciali, il cui statuto impone il divieto di doppio incarico. Perché c’è confusione tra la carica di senatori e quella di amministratori locali. La nomina a senatori dei consiglieri e dei sindaci fa sorgere, inevitabilmente, la domanda su come i 95 rappresentanti locali riusciranno a conciliare tutti i vari impegni, i viaggi e gli spostamenti tra Palazzo Madama e i rispettivi consigli regionali e comunali. Il rischio è che non portino avanti nel migliore dei modi né l’uno né l’altro incarico. Perché arriva l’immunità parlamentare per gli amministratori locali che faranno i senatori. Statistiche alla mano, quella degli amministratori locali è certamente la classe politica più a rischio (anche per la vicinanza col territorio) in tema di corruzione. La concessione dell’immunità parlamentare potrebbe favorire ancora di più le condotte illecite che obiettivamente in questo paese non mancano. Perché esiste il pericolo del cosiddetto “combinato disposto”, ovvero l’unione tra il nuovo testo costituzionale e la nuova legge elettorale (Italicum)

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Perché il nuovo articolo 70 della costituzione, quello che disciplina le nuove funzioni della Camera e del Senato, è di difficile comprensione. Si passa dalle 9 parole presenti nella versione dei padri costituenti alle oltre 430 (439 per l’esattezza) della versione approvata lo scorso aprile 2016. Al di là poi delle differenze numeriche di testo, le perplessità che suscita il nuovo articolo 70 sono notevoli: in primo luogo si contano, all’interno, almeno dieci diverse tipologie di procedimenti di approvazione di una legge, con concrete possibilità, per molte materie di competenza del Senato, di aumentare (e non scongiurare) la famosa “navetta” delle leggi fra le due camere. In secondo luogo, poi, oltre che il rischio di nuovi rimbalzi legislativi, il nuovo testo costituzionale potrebbe causare conflitti di competenza fra Stato e Regioni, fra Camera e Senato e anche fra premier e capo dello Stato. Perché ci saranno altri conflitti tra Stato e Regioni. La Riforma Costituzionale voluta dal Governo Renzi è senza dubbio di natura centralista, ovvero riporta nelle mani dello Stato competenze e poteri che la Riforma del 2001 del Titolo V aveva invece assegnato alle Regioni. In realtà molte decisioni che verranno prese da Roma potranno essere impugnate dalle Regioni e dai Comuni, creando nuovi contenziosi sui quali oltretutto non è ben chiaro chi sarà chiamato dirimere le divergenze. Perché il risparmio per le casse pubbliche è di soli 58 milioni di euro l’anno. Al di là dei benefici, tutti da verificare, sulla nostra economia che i fautori della Riforma Costituzionale promettono, un altro aspetto su cui si concentra il fronte del no è l’esiguo risparmio prodotto dal taglio del Senato. La Ragioneria Generale dello Stato, con nota 28 ottobre 2014 prot. n° 83572, ha stabilito che si avrebbe un risparmio di 40 milioni circa per la soppressione della diaria per i Senatori, di 9 milioni circa per la riduzione del numero dei Senatori e di 8,7 milioni dalla soppressione del CNEL. In totale sarebbero circa 58 milioni di euro, molti meno dei 500 promessi ad inizio riforma. Perché la riforma diminuisce la partecipazione diretta. Oltre a non poter più eleggere i senatori, la Riforma Costituzionale prevede anche un importante cambiamento per quel che concerne i disegni di legge di iniziativa popolare la cui raccolta di firme necessarie sarà triplicata, passando dalle 50mila attuali alle 150mila previste dal nuovo testo.

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approvata nei mesi scorsi dall’attuale Governo. Qualora dovesse passare la Riforma della Costituzione e l’Italicum restasse inalterato, si moltiplicherebbero gli effetti distorsivi sia della rappresentanza politica che delle funzioni di garanzia e di controllo assegnate al Parlamento. In sostanza, potrebbe presentarsi una situazione in cui ad un partito potrebbe bastare il 25% di voti alle elezioni politiche per ottenere una vera propria maggioranza assoluta visto che il nuovo articolo 70 previsto dalla Riforma Costituzionale consente al governo nella Camera dei deputati di superare eventuali dissensi del Senato.

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di Palma Agosta

ECONOMIA

SALE LA POVERTÀ el 2007 i poveri nel nostro Paese erano 1,8 milioni (il 3,1% del totale), nel 2015 la cifra è schizzata a 4,6 (il 7,6%), registrando dunque un aumento esponenziale delle persone in condizioni di indigenza in un lasso di tempo relativamente breve. È stato presentato lo scorso 17 ottobre, Giornata internazionale contro la povertà, il Rapporto 2016 della Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale. Il titolo del dossier è “Vasi comunicanti”, e affronta l’argomento allargando il proprio sguardo oltre i confini nazionali. Il Rapporto è frutto dell’analisi dei dati e delle esperienze quotidiane delle oltre duecento Caritas diocesane operanti su tutto il territorio nazionale. I numeri sono aggiornati al 2016. “Vasi comunicanti” si colloca in una particolare congiuntura storico-sociale. Il 2015 è stato

infatti definito come l’annus horribilis per i movimenti migratori. E ciò non solo per l’elevato numero di rifugiati, sfollati e morti registrati, ma anche per l’incredibile debolezza ed egoismo che molti Paesi europei hanno dimostrato nell’affrontare quella che, innanzitutto, si è rivelata un’emergenza umanitaria. Nel mondo il numero di persone costrette a lasciare le proprie case in cerca di protezione a causa di guerre, conflitti e persecuzioni è arrivato ai livelli massimi mai regi-

IL RAPPORTO 2016 SULLA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE DELLA CARITAS PARLA CHIARO: IN ITALIA, DAL 2007 AD OGGI, 3 MILIONI DI PERSONE IN PIÙ VIVONO SOTTO LA SOGLIA DI SOPRAVVIVENZA strati, superando la quota di 65 milioni. In Europa il numero dei profughi giunti via mare (nel 2015) risulta quattro volte più grande di quello dell’anno precedente, facendo registrare anche un incremento del numero delle vittime nelle traversate. Di fronte a tali dinamiche la

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I NEGOZI DI VIA BOLDINI

ECONOMIA politica europea è risultata frammentata, disunita e per molti aspetti inadeguata. È dunque in questo delicato momento storico ricco di insidie e in cui in tutto il continente sembra riemergere la paura del diverso, che Caritas Italiana ha deciso di affrontare il tema della povertà in Italia allargando il proprio sguardo oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade oltremare. In Italia - secondo i dati Istat - vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, per un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave d’indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Le situazioni più difficili sono quelle vissute

dalle nuove generazioni, dalle famiglie del Mezzogiorno, dalle famiglie con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri e dai nuclei il cui capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio. Un elemento inedito messo in luce nel rapporto e che stravolge il vecchio modello di povertà italiano è che oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce all’aumentare di quest’ultima. La persistente crisi del lavoro ha infatti penalizzato (o meglio, sta ancora penalizzando) soprattutto giovani e giovanissimi in cerca “di una prima/nuova occupazione” e gli adulti rimasti senza un impiego. Stando al rapporto, le condizioni di povertà assoluta si riscontrano soprattutto a sud, nelle famiglie con anziani, nei nuclei con almeno tre figli piccoli e in quelle in cui nessuno dei familiari ha un lavoro. Sembra poi essere cresciuta - questo il dato inquietante - al centro-nord, tra le famiglie giovani, nei nuclei con uno o due figli minori e persino in quelli con componenti occupati. Il problema della povertà tocca oggi l’intera società italiana e non è più circoscritto come in passato. Il nostro Paese resta l’unico in Europa, insieme alla Grecia, ancora privo di una misura nazionale universalistica contro l’indigenza assoluta. “La sua introduzione - ricorda la Caritas - è stata richiesta da più parti sin dagli anni ‘90, senza trovare ascolto da nessuno dei Governi susseguitisi nel tempo”. Anche in Italia accanto al disagio di coloro che in modo transitorio, persistente o, nei casi più gravi, cronico sperimentano delle difficoltà legate alla mancanza di reddito e/o di lavoro, coesistono le situazioni più estreme vissute da chi è costretto a fuggire dal proprio Paese. I dati uffi-

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ECONOMIA ciali documentano di 153.842 persone migranti sbarcate nelle coste italiane nel 2015. Le nazionalità prevalenti dichiarate al momento dell’arrivo riguardano i seguenti Paesi: Eritrea, Nigeria, Somalia, Sudan, Gambia, Siria, Mali. Le persone che hanno fatto domanda di asilo sono state 83.970; appena un decennio fa (nel 2005) i richiedenti asilo in Italia erano poco più di 10mila. Solo corso del 2015 i profughi e i richiedenti asilo - in fuga da contesti di guerra - che si sono rivolti ai Centri di Ascolto Caritas sono stati 7.770. In risposta al forte incremento della povertà assoluta in Italia l’unica strada percorribile è quella di un Piano Pluriennale di contrasto alla povertà, che porti all’introduzione nel nostro Paese di una misura universalistica contro la povertà assoluta. Tale Piano dovrebbe prevedere un

graduale e progressivo incremento degli stanziamenti in modo da raggiungere tutte le persone in povertà assoluta e rafforzare adeguatamente i sistemi di welfare locale. Rispetto alle problematiche della questione migratoria si chiede l’attivazione di politiche inclusive, non discriminanti e la composizione di un sistema di accoglienza per i richiedenti la protezione internazionale e i rifugiati. Nel documento non mancano proposte concrete: “La prossima legge di stabilità - si legge - dovrebbe incrementare di ulteriori 500 milioni il miliardo già reso disponibile a partire dal 2017. Considerate le misure già esistenti per i poveri, si dovrebbe arrivare a complessivi 2 miliardi di euro, con i quali si potrà intercettare solo una quota della popolazione indigente, certamente inferiore al 35% del totale”. Secondo la Caritas, dunque, per il 2017, 2 miliardi sarebbero una cifra sufficiente ad affrontare il problema. Attualmente, precisa ancora il documento, “i nuovi stanziamenti finanziano due misure transitorie, il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) e l’Assegno per la Disoccupazione (ASDI), che nel corso del 2017 saranno assorbite nel REI, la misura definitiva. Al suo finanziamento concorreranno le risorse indicate sopra e le altre che si deciderà di stanziare”. La qualità della riforma, in conclusione, non va giudicata dall’entità degli stanziamenti per il prossimo anno bensì dalla capacità o meno di costruire un concreto progetto di cambiamento che porti a radicare, entro il 2020, un sistema di welfare rivolto ai più deboli, e adeguato al contesto italiano.

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di Palma Agosta

COSTUME E SOCIETÀ

BURLESQUE CAPUT MUNDI alla Francia alla Repubblica Ceca, dagli Stati Uniti all’Inghilterra, passando per Finlandia, Australia, Russia, Polonia e Slovacchia. Provengono da tutto il mondo i performer della quarta edizione di “Caput Mundi”, il festival internazionale del burlesque che per tre giorni, da venerdì 6 a domenica 8 novembre, ha portato a Roma oltre venti tra i più famosi artisti del settore, mescolando streap tease e cabaret, piume di struzzo e atmosfere rétro, con toni tra comicità e sensualità, in un programma che ha incluso, oltre agli spettacoli, anche dj set, mostre, expo market e workshop. L’intero mondo del Burlesque si è esibito al Caput Mundi International Burlesque Award aprendo il suo elegante circo di femminilità con un weekend di concerti, workshop, eventi expo, live performance e tanto Burlesque. Giunto ormai alla sua quarta edizione, il concorso, ideato dalla producer e riconosciuta performer di fama mondiale Albadoro Gala, ha illuminato la città eterna con una tre giorni dedicata all’universo delle dive d’altro tempo. Sono trenta gli artisti di fama internazionale che sono giunti a Roma da ogni parte del mondo - Russia, Francia, America, Australia, Germania, Messico: solo per citarne alcuni paesi. Vanno a sostanziare la galleria di 120 professionisti di calibro internazionale che si sono esibiti in quattro anni di kermesse. I numeri del Caput Mundi International Burlesque Award non sono paragonabili a nessun’altra esperienza di spettacolo a tema che l’Italia conosca. Tra le novità di questa edizione merita una particolare menzione la location dello Spazio Novecento, che nei primi due giorni è stata teatro della competizione, fino alla conferma dello Yellow, importante realtà alberghiera e di intrattenimento che ogni anno ospita migliaia di persone nella capitale e che anche per questa edizione

si è confermata la Casa del Burlesque, offrendo ospitalità a tutte le performer che gareggeranno per il titolo. Proprio dagli alloggi dello Yellow è partita nella serata di Sabato la vintage car parade, una parata di macchine americane d’epoca che hanno portato le artiste sul patinato Red Carpet dello Spazio Novecento, dove le note di Frankie & Canthina Band e Crazy Stompin’Club hanno accolto il pubblico tra i banchi del Bazar Mundi, l’esposizione di banchetti tematici di oggettistica burlesca.

ESIBIZIONI D’ARTISTI DI TUTTO IL MONDO: TANTA FANTASIA, TANTO GLAMOUR E MOLTA MUSICA Tra le curiosità, i workshop d’autore del Gala Studio, aperti alle numerose donne affascinate dall’antica arte della seduzione. Lezioni di swing gratuite e poi due ore di disegno dal vivo con il format Dr.Sketchy, oltre al pepato reading Naked Girls Reading: un format internazionale che vede tre artiste nell’atto di leggere grandi classici della letteratura mondiale, rigorosamente vestite solo da monili preziosi. Vere e proprie maestre di cerimonia sono state Vibrissa e Lady Flo, che hanno condotto il festival. Per la giuria che ha incoronato quest’anno la papessa nomi altisonanti del burlesque: Viky Butterfly per esempio,

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COSTUME E SOCIETÀ tra le performer più rappresentative del burlesque europeo nel mondo, vincitrice del premio Most Dazzling Dancer presso l’Hall of Fame 2016 a Las Vegas. L’italiana Janet Fischietto, nota nel patinato mondo burlesque come

The Flying Queen; lei non partecipa ai festival, se non da guest! I suoi tatuaggi si rincorrono sulla sua pelle e ne fanno un’opera d’arte vivente, in volo sul suo trapezio. Velma Von Bon Bon, insieme alle prime due, Janet e Vicky, fra le migliori 5 performer d’Europa. Infine Jett Adore, nominato artista dell’anno nel 2010, esibitosi negli anni accanto a mostri sacri come Liza Minnelli e Dita Von Tease (vincitore inoltre del Most Innovative 2010 e il premio Best Duo 2012, sempre presso il blasonatissimo Hall of Fame). Bravissime le performers in gara, tra le quali l’ha spuntata su tutte, vincendo il titolo di Papessa del Burlesque, la procace e simpatica norvegese Kiki Chérie, 25 anni, che

ha presentato uno show dedicato ai colori della bandiera italiana. Infine una curiosità: l’unico festival che ospita artisti da tutto il mondo nella città santa per eccellenza come poteva appellare le proprie vincitrici se non le “Papesse”? La scelta provocatoria del titolo non lascia spazio all’immaginazione e tradisce la volontà burlesca di peccare, di giocare con la figura papale, superlativamente maschile, sostituendola con donne di un certo glamour, sicure e con grande personalità.

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VG visioni grafiche

di Penelope Salomone

ARTE E CULTURA

ROMA - PARIGI. ACCADEMIE A CONFRONTO

ella storica Accademia, lungo la rampa di Francesco Borromini (restaurata per l’occasione) e fino alla Galleria accademica al terzo piano, si susse-

L’ACCADEMIA DI SAN LUCA E GLI ARTISTI FRANCESI: ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA, FINO AL 13 GENNAIO 2017 guono 130 creazioni - quadri, disegni di figura, sculture, bassorilievi e disegni di architettura - di artisti italiani e francesi entrati a diverso titolo in rapporto con l’istituzione formativa, fondata a Roma alla

TRASTEVERE INTRECCI D’ARTE E DI VITA MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE, FINO AL 26 FEBBRAIO 2017 oto, libri, lettere, quadri appartenenti agli abitanti di Trastevere - da sempre anima popolare della Capitale e cuore della movida romana - hanno contribuito a realizzare la mostra documentaria proprio sul Rione che ospita il Museo. 28 testimoni tra ristoratori, artigiani, baristi, giornalisti, scrittori, eccetera raccontano la vita del quartiere, i suoi ritmi, la anima. Un viaggio all’interno del cuore pulsante di Roma che è fatto anche di sculture, oggetti, lettere, libri, documenti, disegni, rac-

colte, fotografie e ogni genere di curiosità. All’interno del museo viene anche proposto un documentario. Un’occasione unica per riscoprire un pezzo di Roma che ha fatto la storia della cultura cittadina.

fine del Cinquecento. Tra le opere, il Putto di Raffaello, affresco staccato donato all’Accademia da Jean-Baptiste Wicar come lascito nel 1834, Il sogno di Giuseppe, olio su rame di Nicolas Vleughels, l’Autoritratto di Antonio Canova (gesso, 1812) e i tre disegni di Pierre Bernard del Grand Prix d’architecture (1783). Non poteva mancare il dipinto di Charles François Poerson che celebra l’amicizia tra l’istituto di San Luca e la Francia: il Re Sole, nelle vesti di Apollo, che benedice l’incontro tra le Accademie impersonate da due giovinette. L’esposizione, a cura di Carolina Brook, Gian Paolo Consoli e Susanna Pasquali, è concomitante a quella allestita a Villa Medici “350 anni di creatività. Gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai giorni nostri” a celebrare i 350 anni dell’apertura (1666) dell’Accademia di Francia a Roma. Ingresso gratuito.

LA FINE DEL MONDO

CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI (PRATO),FINO AL 19 MARZO 2017 l centro Pecci, riaperto in occasione dell’avveniristico ampliamento - oltre 3mila metri quadrati di superficie - firmato dall’architetto Maurice Nio, si appresta a diventare un polo di produzione e riferimento

internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. Si parte da “La fine del mondo” raccontata attraverso 50 artisti - Boccioni, Fontana, Warhol, Sugimoto, eccetera - sospesi tra un passato ormai lontanissimo e un futuro ancora distante. A cura di Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci. Previsto un biglietto congiunto (14 euro) con Palazzo Strozzi che consente di visitare anche la mostra “Ai weiwei. Libero” in corso nell’istituzione fiorentina.

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E R M A N N O

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E R M A N N O

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F E R R A R I

LETTERE A 13MAGAZINE

INFORMAZIONE REDAZIONALE

IO BALLO DA SOLA IL SETTORE DELLA DANZA E LA MANCANZA DI NORMATIVE PER L’INSEGNAMENTO n tempi di riforma della costituzione forse è il caso di rispolverarne un articolo: “L’Arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” (articolo 33). In Italia, rispetto alla danza, esistono grandi realtà coreutiche come il Teatro alla Scala, il San Carlo, l’Opera di Roma. L’unico istituto di alta cultura che rilascia diplomi accademici riconosciuti dallo stato è l’Accademia nazionale di danza di Roma. Fin qui tutto chiaro. La confusione nasce però su un livello diverso. Perché esistono, di fatto, tantissimi corsi di alta formazione per danzatori, corsi di perfezionamento, accademie, trienni specialistici e scuole internazionali. L’Italia è un Paese dove l’arte non ha dignità, dove aprono più scuole di danza che farmacie, ma i teatri si svuotano, le compagnie scompaiono e i danzatori trovano lavoro solo all’estero. Chiunque può aprire una scuola di danza e arrogarsi il titolo di insegnante nelle svariate realtà in cui si esercita la “danza”. L’insegnante ha in teoria una grande responsabilità verso i suoi allievi. Non dovrebbe solo saper eseguire i passi, dovrebbe avere anche conoscenze analitiche del movimento e saper costruire una lezione in base al livello e all’età degli allievi. È necessario lo studio della metodologia, dell’anatomia, della musica, della storia della danza, della psicologia e della pedagogia. Alla luce di queste considerazioni, la certificazione degli studi per un insegnante dovrebbe essere obbligatoria, e quindi il discorso sulla difesa dei titoli ritorna. Purtroppo, ad oggi, neanche l’Accademia Nazionale di Danza difende il suo titolo, visto che la laurea specialistica (con un numero infinito di ore di tecnica metodologica, tirocinio e tante altre materie di studio) non abilita all’insegnamento nella scuola secondaria. Nel settore privato, come è stato detto, il livello è invece uguale per tutti: anche chi non hai mai studiato per diventare insegnante può aprire una scuola di danza. È il paradosso di un’arte dimenticata: nel paese che fissa norme per tutto, la danza non interessa a nessuno.

di Mariagrazia Sarli

Se c’è un tema che vi preme segnalare, inviate il vostro articolo (max 2000 battute) a info@visioni-grafiche.it

SAPORESIA

UN PICCOLO EDEN DEL CAFFÈ E DEI SAPORI

roppo spesso il caffè è associato a una pausa da vivere in fretta, magari in piedi di fronte al bancone del bar. Saporesia è l’altro modo di vivere il caffè: a casa propria, ma con lo stesso gusto del bar. Il negozio di Francesco e Barbara è infatti un specie di piccolo paradiso del gusto, un emporio dove fermarsi senza problemi di parcheggio per scoprire sapori, aromi, accessori e tanto altro. Con loro abbiamo parlato dell’attività… Voi vi dedicate soprattutto a cosa? Il progetto iniziale in prevedeva un’attività dedicata al mondo delle capsule e cialde di diversi marchi. Successivamente abbiamo pensato di offrire qualcosa in più in termini di gamma e qualità di prodotti. Oggi il nostro punto vendita è il frutto di una ricerca continua indirizzata alle eccellenze alimentari italiane. Cosa posso trovare da Saporesia? Innanzitutto caffè in capsule e cialde. Ne esistono di molteplici tipologie. I sistemi d’impiego delle capsule possono essere “aperti”, cioè quelli utilizzati dai più torrefattori (ad esempio il sistema Nespresso), o “chiusi”, cioè quelli ad uso esclusivo di un unico torrefattore (ad esempio Bialetti). Poi ci sono le cialde esa44: semplici filtri-carta da utilizzare con una macchina dedicata (è un sistema “aperto” molto utilizzato). Tutti questi sistemi producono ottimo caffè espresso ma anche caffè aromatizzati, tè, tisane, infusi, orzo, ginseng, cioccolate, cappuccino, cortado. Ovviamente per non lasciare indietro nessuno disponiamo anche di ottime miscele di caffe in polvere e in grani. E che cosa avete di particolare? Oltre i migliori e più noti marchi di caffè in capsule e cialde, proponiamo prodotti di qualità che vengono da lontano. La lista è lunga, faccio alcuni esempi: dal Trentino confetture, chutney e ragù di cacciagione; dal Piemonte mieli e creme alla nocciola; dalla Sicilia marmellate, creme al tonno e al pesce spada, alla mandorla e ai pistacchi; dalla Calabria i piccanti; dalla Puglia, l’olio. Abbiamo anche prodotti dalla Francia e dall’Inghilterra. Da noi si trovano cioccolate, tisane, infusi, tè in filtri, sfusi e in piramidi di seta, biscotti, amari, grappe, liquori. Vi state preparando per il Natale? Anche per il Natale la scelta ricade su produzioni artigianali, prepariamo anche cesti “su misura” per dimensioni e prezzi. A breve arriveranno anche i prosecchi… Qualche altra idea regalo? Disponiamo di una gamma di accessori correlati al mondo del tè e degli infusi: teiere in porcellana e in ghisa, infusiere, tazze, filtri, oltre ovviamente alle macchine per caffè espresso e moka. Che marchi di caffè e tè avete? Borbone, Lollo, Gattopardo, Pop Caffè, Nutis, Moreno, Best Espresso, Segafredo, Gran Caffè Garibaldi, Illy, Nescafe, Tè e tisane Neavita, San Demetrio, English Tea Shop, Taylors. Blend, Ridgways, Healt & Heather.

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di Palma Agosta

MODE E MODI

UNO SGUARDO ALLA MODA nche durante la stagione fredda è impossibile fare a meno degli occhiali da sole. Nelle giornate più assolate, sono il nostro accessorio perfetto; in quelle grigie ci conferiscono una nota di mistero, quello che basta per renderci attraenti e interessanti. Un elemento da sfoggiare con eleganza, per declinare al meglio il proprio stile. E di modelli, per l’Autunno-Inverno 2016-2017, ce ne sono davvero tanti. Molte delle nuove tendenze degli occhiali autunno/inverno 2016-2017 arrivano direttamente dalle passerelle, come quelle della Paris Fashion week, la settimana della moda tra le più ricche di eventi, presentazioni e sfilate. In questa occasione le più importanti, famose e apprezzate maison di tutto il mondo mostrano le loro ultime novità. Non solo, dunque, vestiti, scarpe e borse, ma anche una serie di accessori ricercati tra i quali spiccano senza dubbio gli occhiali da sole da donna. Una premessa: i modelli della nuova stagione

si caratterizzano per forme per lo più cat-eye, sottolineate da montature bold e spesso sfumate. Alcuni evergreen come il tartarugato resistono ancora, ma come non lasciarsi sedurre dai sunglasses oversize, decorati con fiori colorati. Tra i grandi protagonisti c’è Dior, che ha portato in scena una serie di creazioni molto glamour, delle quali, siamo sicure, le vere fashion addicted non potranno fare a meno. I sunglasses realizzati sono essenzialmente di due tipologie: una cat-eye, con taglio piuttosto ampio e mon-

PRESENTATE A PARIGI FORME E TENDENZE DEGLI OCCHIALI CHE VERRANNO tatura in acetato tinta unita o effetto marmo; l’altra è quella round, ovvero degli occhiali da sole tondi caratterizzati da lenti specchiate e scurissime, declinate in marrone, nero e blu intenso. Loewe ha proposto delle montature in metallo dal frontale oversize con grandi lenti specchiate dalla forma quadrata con angoli leggermente smussati. Ci sono poi le proposte di Carven, che ha creato delle mascherine con taglio leggermente a goccia, sempre con sostegno in metallo. Qualcosa di simile, ma decisamente più grande e avvolgente, l’ha realizzata Celine, con borchiette lungo i bordi. Cat-eye anche per Rochas: dalla forma molto sottile e vintage. Anche quelli di Balenciaga non sono certamente passati inosservati. Ma veniamo a Dolce & Gabbana. I loro occhiali si vestono soprattutto di forme cat eye molto intriganti. Come le proposte della linea Giardino Botanico, arricchite con stampe in verde e bianco d’ispirazione floreale. La grande maison, però, è autrice anche di modelli più originali, pensati per chi ama osare con gli accessori: stupendi i sunglasses oversize impreziositi da cristalli colorati sulla parte superiore. Gli occhiali da sole Louis Vuitton sono un altro meraviglioso esempio di come il campo degli accessori donna possa arricchirsi di splendide novità. In particolare, i modelli della linea Lila Pilot offrono un look ricercato ed elegante, grazie alla montatura leggerissima con design a goccia, ideali sia per i volti di forma triangolare che per quelli di tipo ovale. Sono decorati con petali ispirati ai fiori Monogram, così come le lenti. Da Saint Laurent e Miu Miu, già autori di bellissimi occhiali da sole per uomo, prevalgono le montature bold, declinate talvolta in versione degradè. Burberry, invece, resta fedele al suo stile inimitabile, presentando modelli aviator in metallo con motivo check sulle stanghette. La silhouette torna ad essere fortemente cat eye , come per i modelli della scorsa estate, con Gucci e Bottega Veneta. Quest’ultima griffe inserisce l’iconico motivo intrecciato anche sugli occhiali per l’inverno, stagliandolo sulla parte superiore della montatura. Gucci, invece, arricchisce di fiori delicati le sue strutture trasparenti!

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di Barbara Zorzoli

ANGELINA JOLIE ROMPE IL SILENZIO SUL SUO DIVORZIO

rad Pitt è ricomparso di nuovo in pubblico, per la prima volta dopo la rottura con l'ormai ex moglie. Il motivo? È stato finalmente scagionato dalle accuse di abusi sui minori, dopo l'indagine da parte del Dipartimento di Los Angeles in seguito al presunto incidente che ha coinvolto il figlio maggiore Maddox su un aereo privato, il 14 settembre. In seguito alla notizia, un portavoce della Jolie ha rilasciato una dichiarazione: "Il lavoro del Dipartimento per i Minori è quello di assicurarsi che i bambini siano in una situazione sicura e protetta. Come abbiamo detto all'inizio di questa settimana, i professionisti per l'infanzia hanno incoraggiato un accordo legale accettato e firmato da entrambe le parti e pensato nel pieno interesse dei bambini. Angelina ha detto fin dall'inizio che sentiva di agire per la salute della sua famiglia ed è sollevata che, dopo le loro verifiche effettuate in 8 settimane, il Dipartimento sia ora soddisfatto delle garanzie messe in atto per la salvaguardia dei bambini". Quando la notizia della rottura del matrimonio è emersa nel mese di settembre, l'avvocato della Jolie aveva rilasciato una dichiarazione che diceva: "Angelina ha presentato istanza di scioglimento del matrimonio. Si tratta di una decisione presa a tutela della sua famiglia e chiede che alla famiglia sia data tutta la privacy richiesta da questo momento".

SPETTACOLANDO

IL PRINCIPE HARRY CONFERMA LA STORIA CON MEGHAN MARKLE

a conferma del fidanzamento tra il principe Harry e Meghan Markle arriva con un comunicato ufficiale di Kensington Palace. Ma non si tratta di una lettera di felicitazioni alla nuova coppia: il motivo del messaggio è un monito alla stampa e agli haters del web di non prendere più di mira la "ragazza del principe Harry", oggetto in questi giorni di abusi e di molestie da parte dei media. Una presa di posizione dura, che su Twitter è stata condivisa da più di 10.000 persone. Kensington Palace parla di attacchi "sessisti e razzisti" che l'attrice della serie tv Suits ha dovuto subire in appena due settimane, alcuni dei quali - precisa il comunicato - sono stati tenuti segreti per non veder diffuse storie diffamatorie su giornali e siti internet. Vittime del bombardamento da parte dei media, sembrano inoltre essere gli amici, i colleghi di lavoro e l'ex ragazzo di Megan Markle, con tanto di fotografi che si sono introdotti illegalmente nella casa della ragazza. Una situazione che fa arrabbiare e intristire il principe Harry, "incapace di proteggerla", come scritto sul comunicato, che si conclude con: "Lui (riferito a Harry) sa che tutti diranno che questo è il prezzo che lei deve pagare e che fa tutto parte del gioco. Non è così, però, perché questo non è un gioco, ma la vita vera".

KRISTEN STEWART E ST. VINCENT: UNA LOVE STORY DA TAPPETO ROSSO risten Stewart e St. Vincent hanno fatto la loro prima apparizione ufficiale in pubblico a Los Angeles. La coppia è arrivata - perfettamente abbinata anche nel look - al Fashion Fund CFDA Vogue Show. Kristen e la cantante St. Vincent (il cui vero nome è Annie Clark) sono state viste assieme per la prima volta quest'estate, quando sono iniziate a girare le prime voci di una loro liason. Una fonte ha detto a Us Weekly che le due erano in atteggiamenti "molto romantici" e che l'ex vampira "parlava con la musicista chiedendole

sempre la sua opinione". Le ragazze erano insieme anche al New York Film Festival, dove la Stewart presentava il suo nuovo film. "Sono state sempre unite, Kristen ha portato Annie come sua accompagnatrice alla prima" almeno secondo People. St. Vincent, musicista di talento e amatissima dai fan dell'indie e della musica alternativa, si è fatta conoscere al grande pubblico per la sua relazione con Cara Delevingne, finita durante l'estate. Kristen, dopo la parentesi con SoKo, ha avuto una storia on-off con la produttrice cinematografica Alicia Cargile.

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CENTRO COMMERCIALE ESCHILO

SPETTACOLANDO

RIHANNA E DRAKE SI SONO LASCIATI?

ihanna e Drake si sono lasciati. Almeno secondo E!Online, che riporta la dichiarazione di una fonte vicina ai due, rivelando che la coppia è già di nuovo scoppiata - nonostante non ci sia stata nessuna dichiarazione ufficiale da parte di entrambi per confermare il loro status di fidanzati - e che, pur continuando ad amarsi, ora stanno frequentando altre persone. Insomma, la coppia on-off per eccellenza del mondo della musica pop da on è tornata off. Quest'estate, complici le apparizioni l'una ai concerti dell'altro (e viceversa) e il bacio in mondovisione sul palco degli Mtv Video Music Awards, si era parlato di una svolta, con il rapper che finalmente riusciva a conquistare la donna che “amo da 22 anni”, come confessato on stage dalla star. Ora, invece, un'altra fonte dice a People che “sono insieme, ma la loro è una relazione aperta”. Intanto, Drake è stato visto in queste settimane con la modella India Love e Rihanna non lo segue più su Instagram (...pare che funzioni così in caso di rottura). Non c'è proprio speranza per il vero amore?

BELLA HADID SARÀ BEATRICE BORROMEO UN ANGELO (ED È DI INCINTA. NUOVO SINGLE) SEMBRA PROPRIO DI SÌ

arrivato il benservito al rapper The Weeknd, ovvero Abel Tesfaye. La loro prima apparizione è datata 2016 ai Grammy, mentre il loro primo incontro avvenne circa un anno e mezzo fa, quando il rapper le chiese di collaborare alla grafica dell'album “Beauty Behind The Madness” e di far parte del video “In the night”. Sulla rivista People si legge: "The Weeknd si sta concentrando sulla promozione del suo nuovo album e i loro programmi sono difficili da coordinare. Tra loro c'è ancora tanto amore e rimarranno amici". Comunque vada, sarà un successo: Bella è appena stata scelta come Angelo di Victoria's Secret e sfilerà a Parigi.

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eatrice Borromeo e Pierre Casiraghi, a inizio novembre in visita negli States dal fratello Andrea Casiraghi, hanno sorpreso tutti, soprattutto i media, passeggiando mano nella mano nelle vie chic della Grande Mela. Da un cappottino dal taglio sartoriale di

lei spuntava un pancino da futura mamma. Già la scorsa estate era stato detto che la bella giornalista italiana fosse in dolce attesa ma non vi erano conferme, né da Palazzo, tantomeno negli ambienti del jet set monegasco perché i due sempre molto riservati ed innamoratissimi pare volessero aspettare l'evidenza dei fatti per una serie di motivi. Secondo i bene informati Pierre, molto affettuoso e premuroso verso la mogliettina, non avrebbe gradito alcune dichiarazioni dei media esteri (troppo invadenti). Da tempo però i due sognavano questo dolce momento. "Vengo da una grande famiglia - avrebbe di recente chiosato lei, Beatrice Borromeo (secondo fonti vicine ai Conti ancora molto scossa per la perdita della cara nonna, la contessa Marta Marzotto) - è voglio diventare mamma”.

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di Alessandro Cortellessa

QUESTIONE DI CILINDRI

ASKOLL ES2,

LO SCOOTER GREEN anti sono ormai gli scooter elettrici che vengono offerti sul mercato, vista anche la grande richiesta di mobilità in versione green, specie nelle grandi città con alto tasso

elettrico brushless Askoll ad alta efficienza energetica, con una potenza di 2,7 kW, coppia da 130 Nm e alimentato da due pacchi batteria Panasonic agli ioni di litio con una capacità complessiva di 2,1 kWh e 8 kg di peso. Per meglio adattarsi al percorso, sono selezionabili tre differenti modalità di viaggio: Eco, per un minor consumo della batteria; Normal, per i consueti spostamenti urbani; Power, ideale per le città con molti saliscendi.

AUTONOMIA, CONVENIENZA ECONOMICA, NIENTE INQUINAMENTO. ARRIVA IL MEZZO DEL FUTURO

di inquinamento dove la sensibilità ambientale è particolarmente alta. Spesso però si tratta di “motorini” tradizionali, almeno per quello che riguarda telaio, ciclistica e design, presi a prestito dai cugini con tradizionale motore termico e adattati all’uso con un motore elettrico al posto di quello a scoppio. Askoll nasce invece direttamente come progetto elettrico, e alle spalle può vantare una grande azienda che viene appunto da una ultradecennale esperienza tecnica nei motori elettrici. Dopo la prima versione monoposto, premiata nell’anno 2015 con il Green Prix (prodotto dell’anno nella categoria degli scooter elettrici), la casa ha recentemente lanciato la interessantissima versione biposto, che permette di godere anche con il passeggero dei vantaggi della mobilità urbana sostenibile. Evoluzione del precedente modello, il nuovo modello eS2 di Askoll ha la sella allungata biposto e una potenza incrementata, per una maggiore accelerazione del veicolo, che risulta scattante anche in salita e con due passeggeri a bordo. Design essenziale e linee ergonomiche caratterizzano questo scooterino molto performante, se ovviamente lo rapportiamo alla sua giusta configurazione, dotato di un motore

Dotato di sistema di illuminazione a LED, dispone di un comodo vano batteria (per due unità) da cui poterle facilmente estrarre insieme al caricabatteria ad alta efficienza e ricaricarle (ad esempio) mentre si è in ufficio o a casa se non si dispone di una presa in garage durante la notte. Leggera ma robusta ed efficiente la ciclistica, che ha sopportato bene gli strapazzi delle martoriate strade cittadine di Roma, con le sospensioni, idraulica telescopica sull’anteriore e a mono-ammortizzatore sul posteriore, che, abbinate a pneumatici di dimensioni generose (80/80 16 l’anteriore e 90/80 16 il posteriore), rendono il mezzo perfetto per muoversi agilmente in città, in totale silenziosità, dimenticandosi dei problemi di parcheggio e di accesso alle aree a traffico limitato. Anche i freni, a disco sulla ruota anteriore, a tamburo su quella posteriore, supportano bene questo simpatico scooter, e non vanno in crisi anche nelle frenate più impegnative, anche con un buon carico a bordo. La velocità massima è di 50 all’ora, che si raggiunge molto rapidamente, ovviamente con il selettore della potenza sulla terza posizione Power, grazie anche alla coppia generosa e subito disponibile, tipica dei motori elettrici, che spinge vigorosamente. Semplice ma molto chiaro nelle informazioni che fornisce il cruscotto, che

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QUESTIONE DI CILINDRI ci tiene costantemente aggiornati non solo con il classico tachimetro/contachilometri e le spie varie, ma con due icone a cristalli liquidi ci aggiorna in tempo reale dello stato delle due batterie, con indicazione percentuale come sui telefonini. Il software che controlla tutta l’elettronica di bordo prevede uno scarto del 3% nello scaricare le due batterie e dispone della funzione di recupero di energia che consente di effettuare delle miniricariche in corsa sfruttando sia le frenate che le lunghe discese. Nella breve prova condotta nel traffico di Roma, il consumo di energia indicato dal display è stato in linea con quanto dichiarato dalla casa, che prevede una percorrenza di circa 50/60 km sfruttando sempre la massima potenza in posizione Power, e arriva fino ai 90/100 km nella modalità Eco e con guida accorta. Un “pieno” di energia del pacco batterie costa poche decine

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di centesimi e vengono garantiti circa 800 cicli di ricarica prima che gli accumulatori al litio perdano circa il 20% di capacità, garantendo comunque almeno l’80%: anche ipotizzando il “consumo” peggiore, si sta parlando di almeno 40.000 km di vita utile delle batterie alla massima efficienza. Fatti due conti, con una media di 20 km al giorno, con Askoll eS2 è possibile spostarsi con meno di 20 euro all’anno di costi di ricarica! A tale convenienza si aggiungono le agevolazioni derivanti dalla gratuità del bollo per i primi cinque anni, il dimezzamento dei costi assicurativi concesso ai veicoli elettrici e le spese di manutenzione quasi inesistenti. Lo scooter Askoll produce indirettamente (cioè nella fase di produzione dell’energia elettrica da fonti non rinnovabili) solo 7 g/km di CO2 rispetto ai 70 g/km di CO2 prodotti da un motociclo da 50 cc endotermico e ai 100 g/km di una macchina utilitaria (90% in meno). Compatibilmente con i regolamenti comunali, consente quindi di accedere liberamente alle zone cittadine a traffico limitato. ES2 è disponibile in sei varianti di colore (nero, bianco, giallo, rosso, arancio e pervinca) e costa al pubblico 2.990 euro. Con parabrezza e bauletto (necessario in quanto il vano sottosella è occupato dalle batterie), può rappresentare una soluzione per chi ha necessità di spostamenti in ambito urbano, con un risparmio quotidiano davvero interessate, oltre alla soddisfazione di contribuire al miglioramento della qualità dell’aria.

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di Palma Agosta

SAGRE

PRODOTTI TIPICI E ARIA DI NATALE TANTE ANCORA LE SAGRE CHE HANNO AL CENTRO L’OLIO, IL VINO E LE CASTAGNE; EPPURE, GIÀ SI SENTE ARIA DI NATALE… 19 - 20 NOVEMBRE Pane, olio e…, Montelibretti (Roma). Una festa all’insegna dei due protagonisti assoluti della cucina mediterranea: il pane e l’olio. Si terranno degustazioni di olio, visite ai frantoi, eventi sportivi e una fiera-mercato. Al centro di tutto lui: l’olio della Sabina, con quel sapore fruttato e pieno di sentori di erba fresca, carciofo e mandorla. Per l’occasione sarà inoltre possibile degustare e acquistare il tartufo, la cioccolata, le passate di frutta, il formaggio, il miele, le marmellate, i dolci fatti in casa. Presente anche una fiera antiquaria e d’artigianato. Montelibretti è un borgo importante e la sagra è l’occasione perfetta per fare una visita al seicentesco Palazzo Barberini, alla chiesa parrocchiale San Nicola di Bari e alla necropoli Colle del Forno (VII sec. a.C.). Le giornate dell’olio e del vino, Gallese (Viterbo). Il caratteristico borgo ospita una due-giorni dedicata ai sapori tipici del territorio, in particolare ai prodotti biologici del bio-distretto della via Amerina e delle Forre. Protagonisti i piatti delle nonne: le spuntature, le frittelle di ortaggi freschi, le zuppe ai funghi, il pane mollo, i vini locali e, ovviamente, l’olio extravergine. Botteghe storiche e rievocazioni medievali attendono il visitatore. Oltre a questo, un fantastico programma di escursioni e di passeggiate nella natura. 20 NOVEMBRE Sagra della bruschetta, Monteleone Sabino (Viterbo). Olio lavorato rigorosamente a freddo e pane locale: è il menù prelibato di Monteleone Sabino, borgo antichissimo fatto di strade strette, case arroccate e, ovviamente, frantoi. Una curiosità: un tempo nota come Trebula Mutuesca, la città ha come patrona Santa Vittoria, che nel 250 d.C., secondo la leggenda, riuscì a convertire i suoi concittadini allontanando un drago. Un funzionario romano invitò la

Vittoria ad abbandonare il cristianesimo e a venerare la dea Diana. Al rifiuto, venne pugnalata e sepolta nella grotta del drago. Oggi dove avvenne il martirio sembra che l’erba non cresca più. 27 NOVEMBRE Sagra della patata, Pofi (Frosinone). Tanti piatti locali e ricette originali dedicate a uno dei prodotti tipici del territorio. Si terrà anche un concorso dedicato alla patata più grande e a quella più particolare. Tutto nel centro storico cittadino. Aspettando il Natale tra profumi e sapori d’autunno, Tor Lupara (Roma). A Fonte Nuova (18° km della via Nomentana), mercato artigianale con oltre 100 espositori, prodotti tipici regionali, intrattenimento per bambini. 3-4 DICEMBRE 18ª edizione della mostra-mercato dell’artigianato e dell’oggettistica per il presepe, Greccio (Rieti). Nella “Betlemme francescana” una grande fiera per ripercorrere e rinnovare una tradizione - quella del presepe - nata proprio a Greccio, nel monastero del reatino. Una gita irrinunciabile nel periodo natalizio. Festival del cioccolato, Lanciano (Chieti, Abruzzo). Le migliori aziende del settore presenti per offrire degustazoni ed esporre prodotti a base di cioccolata. 8 DICEMBRE Festa della polenta e festival dei primi piatti, Lariano (Roma). Mercatini di Natale, Campo di Giove (Abruzzo). In piazza Alberto Duval. 10 DICEMBRE Sagra della Zazzicchia, Prossedi (Latina). Tra i mercatini di Natale, si svolgeranno le degustazioni a base di salsicce. Ottime quelle con i broccoletti nei panini tipici del luogo. N.B. Prima di mettersi in viaggio controllare il regolare e previsto svolgimento degli eventi

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di Simone Felicetti

VIAGGI

ORGOSOLO E I SUOI MURALES n una terra aspra e remota, tra le montagne e le valli della Barbagia, sorge Orgosolo, comune di appena 4000 abitanti, nel cuore più profondo della Sardegna; un luogo ricco di storia, contrasti, aneddoti e leggende, nonché paesaggi e scorci straordinari. Da queste parti, però, il turismo ha iniziato ad affacciarsi, seppur timidamente, solo nella seconda metà degli anni ‘70.

NELLA BARBAGIA DI OLLOLAI, LE BELLEZZE DI UN PAESE CHE RIMANDA ALLA SARDEGNA PIÙ PROFONDA Terra di banditi, teatro di vendette, di faide, di lotte fino agli anni Sessanta, la Barbagia e i suoi dintorni, è finita nel dibattito pubblico per lo più per fatti di cronaca; volendo citare il più noto, il sequestro di Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi avvenuto la sera del 27 agosto del 1979. Un alone di mistero che nel tempo ha generato diffidenza e per decenni ha soffocato le potenzialità di una zona tutta da scoprire. Oggi troviamo Orgosolo come un luogo profondamente mutato, o

per meglio dire rivoluzionato tanto nel suo tessuto sociale quanto nel sua veste estetica. Ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo raggiungono le montagne nei dintorni facendo la loro prima tappa obbligata, proprio a Orgosolo, per ammirare i suoi, ormai famosi Murales. La storia dei murales coincide, racconta e scandisce proprio gli anni del suo cambiamento ed è per questo non soltanto un diletto artistico o una semplice attrattiva ma la testimonianza storica di una rinascita. In altri luoghi, con storie millenarie, parleremmo di monumenti. Il primo murale fu firmato nel 1969 da Dioniso, nome collettivo di

un gruppo di anarchici. Di lì in poi vi fu una escalation che dapprima vide un significativo contributo di un insegnante senese e della sua scolaresca che ne realizzarono degli altri, tutti ispirati ai valori della Resistenza e della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, e da quel momento una partecipazione attiva di numerosi artisti locali e non. Solo in alcuni casi, comunque, queste opere urbane sono riconducibili ai loro autori. Gli autori della maggior parte dei murales sono infatti ignoti. Nei decenni gli affreschi sulle case hanno accompagnato le trasformazioni sociali. Se negli anni ‘70 erano fortemente presenti tematiche locali, come la condizione della vita pastorale o le lotte per la terra, negli anni successivi si assiste ad un impegno che sente l’esigenza di illustrare temi epocali internazionali e globali. Ad oggi, a Orgosolo si contano centinaia di pitture murali: opere che illustrano i più disparati aspetti della storia del Novecento, che rimandano e si ispirano a correnti pittoriche contemporanee e quasi sempre sono accompagnate da un messaggio o una didascalia. Una scelta singolare dei muralisti sardi è stata, fin dal principio e per tutti gli anni a venire, quella di utilizzare prettamente vernici a acqua, adatte alle tinture di interni e dunque facilmente deteriorabili. Una decisione quasi certamente di tipo estetico-democratico, secondo la quale i murales vengono ritinteggiati solo se la comunità locale lo ritiene necessario, altrimenti vengono destinati alla memoria. Il fenomeno dei murales, tanto fu dirompente che si diffuse e continua a restare, in alcuni casi, in auge in moltissimi altri centri e comuni dell’entroterra sardo. Decine di decorazioni urbane dal nord al sud della Sardegna raccontano attraverso un proprio linguaggio i costumi e la cultura degli abitanti e delle comunità locali. Nascono così nuovi itinerari e un motivo in più per visitare questa irresistibile regione.

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visioni grafiche

di Sveva Guerreri

MARSALA:

VIAGGI

UNA SICILIA BUONA PER TUTTE LE STAGIONI

PAESAGGI UNICI AL MONDO, IMPORTANTI SITI ARCHEOLOGICI, PRELIBATI VINI, NATURA INCANTEVOLE. UNO DEI BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA e si vuole approfittare di un weekend fuori stagione in Sicilia, si può optare un itinerario molto interessante e anche pratico dal punto di vista logistico. C’è un angolo nella parte nord-ovest dell’isola che parte dalla raccolta e splendida cittadina di Marsala. Antico borgo fondato dagli arabi, da cui il nome Marsa Alam (porto di Allah), Marsala è una località nota anche per il Barocco e lo stile Liberty dei suoi monumenti e dei suoi palazzi. C’è poi l’omonimo vino, che gli Inglesi scoprirono e considerarono migliore del Porto e del Madeira. Da lì è iniziato un commercio su scala mondiale. Nel 1833 l’imprenditore Vincenzo Florio compra un terreno nei pressi dei bagli (edifici tipici del luogo, al cui interno ci sono ampi cortili) di Ingham-Whitaker e di Woodhouse. Su questo appezzamento di terreno, l’imprenditore fa costruire uno stabilimento per la produzio-

ne di vino Marsala. Per questo motivo, una volta nel borgo, si suggerisce caldamente la visita alle Cantine Florio, una specie di viaggio nell’800: le botti di rovere, i grandi magazzini, il museo con gli attrezzi dell’epoca e l’imperdibile degustazione dei sapori del vitigno locale. Sono indimenticabili anche le Cantine Pellegrino, un casa vinicola edificata nel 1880, uno splendido incrocio tra antico e contemporaneo. Un valido motivo per visitare questa cittadina è l’Isola di Mozia. Colonia fenicia risalente all’VIII sec. a.C., questa storica località è stata in seguito chiamata (periodo alto medievale), Isola di San Pantaleo (nome datole da monaci basiliani). Si può raggiungere molto facilmente grazie alle piccole imbarcazioni dei pescatori del luogo. Dalle barche, durante il breve tragitto, per raggiungere Mozia si può scorgere l’antica strada fenica, che quasi sfiora dall’acqua cristallina del mare. Mozia è un parco archeologico a cielo aperto, qui si possono ammirare i resti della colonia fenicia ed in particolare lo storico porto, un vero resto archeologico senza tempo da vedere, perché ancora ha mantenuto il profilo naturale dell’insenatura costruita nell’VII sec a.C. Al centro di Mozia si trova il museo, una volta residenza della famiglia inglese Whitaker, produttrice del famoso vino Marsala. Nel visitare questo meraviglioso sito, si incontrano i bassi vigneti autoctoni, odori e profumi intensi della macchia mediterranea che caratterizza l’Iso-

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VIAGGI la. Una volta tornati a terra, si consiglia di consumare nei pressi delle imbarcazioni una tipica e semplice pietanza locale, il “pane cunzato”, un mix di odori e sapori: olio, peperoncino, tuma (formaggio) pepato accompagnato dai pomodorini secchi, il tutto avvolto da un pane caldo fragrante siciliano di grano duro dal colore giallo quasi oro. Tornando verso la cittadina di Marsala, in particolare nei pressi del lungomare, si trova il Baglio Anselmi, ex stabilimento vinicolo degli inizi del ‘900, nel quale ha sede il Museo archeologico. L’area museale conserva il relitto di una nave punica (un relitto risalente alla metà del III sec. a.C., durante lo svolgimento della I Guerra Punica). All’interno sono esposti reperti recuperati all’inizio degli anni ’70 nel tratto di mare della Laguna dello Stagnone di Marsala. Quest’ultimo luogo, per chi lo osserva per la prima volta, potrebbe apparire come un incantevole paesaggio olandese. Antichi mulini, perfettamente conservati, sono incastonati in piscine artificiali sul livello del mare e collegati da un ingegnoso sistema idraulico. Questa riserva naturale, un

tempo, in epoca fenicia, costituiva un sito fondamentale per l’Isola di Mozia. Un riparato ed efficiente centro commerciale fenicio per gli scambi tra Oriente ed Occidente. Questa sua funzione si concluse con la conquista romana ed è rimasta nell’oblio fino a quando, con la dominazione spagnola, nel XV secolo, furono costruite le saline e contemporaneamente aumentava il commercio del pesce. Le saline sono ancora oggi una delle peculiarità della “Riserva dello Stagnone” e possono essere visitate. Così come i monumentali mulini a vento, che erano e sono impiegati per il pompaggio dell’acqua e la macinazione del sale. Non ultima e non meno importante della bellezza di questa Riserva, la presenza, in alcune stagioni dell’anno, di diverse specie di uccelli migratori: cavalieri d’Italia, anatre selvatiche, aironi e fenicotteri bianchi o rosa. Infine lo Stagnone racchiude in sé una lussureggiante vegetazione tipica degli acquitrini salmastri come le Salicornie, i Giunchi e la Palma nana. Un viaggio da fare in qualsiasi stagione per godersi natura, storia, cultura, sapori di una terra unica.

di Penelope Salomone

MUSICA

GENERAZIONI A CONFRONTO PARTE NUOVA CONSONANZA: NUOVI TALENTI E GRANDI NOMI DELLA MUSICA lla scoperta del suono di oggi: in 20 appuntamenti, dal 12 novembre al 20 dicembre, presentati nella Capitale nel corso del 53° Festival di Nuova Consonanza, coordinato dal presidente Lucio Gregoretti. Tra le singolarità di quest’edizione il confronto tra i compositori nati negli anni Ottanta del Novecento e i grandi maestri delle generazioni precedenti. Ed eccoli: Gianluca Cascioli, Federico Gardella, Virginia Guastella e Riccardo Panfili, nati nel 1979, e Ottorino Respighi (1879 - 1936) nato cent’anni prima, esponente dello storico movimento della “Generazione dell’Ottanta”. Non potrà mancare, a dieci anni dalla scomparsa, un tributo a Giuseppe Scotese, pianista e compositore, che fu socio e presidente di Nuova Consonanza. Tra i concerti e gli incontri - ma tutti sono da non perdere - “Mitologie per pianoforte e video” di e con l’acclamato compositore Daniele Lombardi e “Ma-

estri di Maestri” con Ennio Morricone, fra i componenti dell’ormai leggendario Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza. Il concerto del Premio Oscar sarà aperto dalla rara esecuzione di Tre cori sacri di Petrassi, che di Morricone è stato fondamentale insegnante. Il Festival, già meritoriamente definito “di particolare interesse per la vita culturale della Città”, coinvolgerà più di una sede: il Macro (Museo di Arte contemporanea Roma) di via Nizza, il Conservatorio di Santa Cecilia, i teatri Palladium, Vascello, Centrale Preneste e il Goethe-Institut. Tutte le info sono reperibili sul sito www.nuovaconsonanza.it. L’ingresso è gratuito per i concerti dell’1, 10 e 18 dicembre. Il costo dell’abbonamento all’intero Festival è davvero alla portata di tutti (dai 25 ai 100 euro).

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di Palma Agosta

SALUTE E BENESSERE

CONTRO IL DIABETE SPESSO BASTA L’ATTIVITÀ FISICA Associazione americana che lotta contro il diabete ha stilato delle linee guida che riguardano il rapporto tra attività fisica e la malattia. La prima raccomandazione è quella di ricondurre l’attività fisica a una vera e propria terapia, come se fosse un farmaco. A questo fine vanno assunti carboidrati durante l’attività fisica, vanno monitorati i livelli di glucosio nel sangue ed è benefico un buon controllo metabolico prima d’iniziare. Ogni trenta minuti di sedentarietà ne vanno passati tre di moto. Bastano due ore e mezza di cammino a settimana (passeggiata veloce) per impedire lo sviluppo del

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diabete nel 60% dei pazienti. Se l’attività è più impegnativa - corsa, sci, spinning, eccetera - bastano addirittura 75minuti. Dieci minuti a piedi dopo i pasti per far scendere il livello degli zuccheri del 12%. E più si cammina e più la glicemia scende. Oggi è molto facile prendere vizi che causano il diabete e rovinano la salute. Lo scorso ottobre l’European Journal of Endocrinology ha per esempio chiarito che chi beve bevande gassate tutti i giorni (anche solo una lattina) ha un rischio di due volte e mezza maggiore di prendersi il diabete di tipo 2. E tale rischio non diminuisce di molto con le bevande a base di dolcificanti: è infatti assodato che comunque tali prodotti stimolino la fame e l’assunzione di alimenti.

BAMBINI UCCISI DALL’INQUINAMENTO Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente pubblicato dei dati allarmanti sulla salute dei bambini. Circa 300 milioni di bambini nel mondo sono infatti

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esposti a livelli di inquinamento pari a sei volte il massimo tollerabile. Quelli che poi respirano comunque aria inquinata sono circa 2 miliardi (620 milioni in Asia meridionale, 520 milioni in Africa e 450 milioni in Asia orientale e Pacifico). I dati sono stati diffusi dopo la recente Conferenza Cop22 (significa Conferenza della Parti ed è il 22° appuntamento internazionale. Famosa la Cop 3 di Kyoto, ndr) di Marrakech.

INFARTO E COCAINA: UN RAPPORTO STRETTO ressione alta, angina, aritmie, ischemie miocardiche sono le patologie più comuni per i consumatori di cocaina, una parte per niente trascurabile della popolazione italiana (alcuni stimano che si parli addirittura del 10% degli italiani). Tra i problemi più insidiosi c’è il fatto che il paziente tende a nascondere la circostanza di essere un consumatore di cocaina e i medici ipotizzano che tali patologie possano essere determinate da altre cause. È un fatto fondamentale perché cambiano le cure. Alcuni farmaci che potrebbero essere benefici per altri pazienti sono invece ulteriormente dannosi alla salute del cocainomane. Secondo un’analisi del Centro europeo per il monitoraggio delle droghe e delle tossicodipendenze, Londra è la città regina d’Europa per il consumo della cocaina. Uno studio delle acque reflue rileva infatti la presenza di 1000 milligrammi di cocaina giornaliera per mille abitanti. Seguono Amsterdam e Anversa (800), Barcellona (500) e Milano (250).

AIDS, ANCORA BASSA LA PERCEZIONE DEL RISCHIO n recente congresso della Società italiana delle malattie infettive e tropicali ha fornito dei dati interessanti sui malati d’Aids. Scarseggia, come sempre, la prevenzione e la coscienza. Il 50% dei malati arriva tardi a una diagnosi e il 15% addirittura non sa

nemmeno di essere malato. Il contagio nell’84% dei casi arriva per via sessuale. I giovani maschi omosessuali che non usano il preservativo corrono un rischio 20 volte maggiore dei loro coetanei. Le nuove terapie fortunatamente stanno abbattendo i tassi di mortalità.

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di Gaetano Gaggiottino

SCIENZE

INSETTI: IL CIBO DEL FUTURO?

maggiori indiziati sono gli insetti. Ne sono convinti gli esperti di “Italbugs”, un Istituto di ricerca che si occupa di insetti edibili dal 2000. Secondo tali professionisti del settore, già da oggi ben due miliardi di persone sparse in 50 Paesi si nutrono di insetti. In Italia intanto si sta discutendo, presso la Commissione Agricoltura del Senato, della possibilità di rimuovere i vari veti tutt’oggi presenti per iniziare una produzione organizzata di insetti edibili. Come direbbero gli antichi, “de gustibus…”

I BENEFICI DELLA MINESTRA

LANGHE: TERRA DI VINI INEGUAGLIABILI

eriva dal latino “ministrare”, cioè servire in tavola. In tempi antichi si riferiva a qualunque cibo servito in tavola. Oggi, nell’italiano moderno, il sostantivo definisce piatti costituiti da verdure, legumi, cereali e tutto ciò che si

erra fertile e feconda, le Langhe piemontesi sono state dichiarate nel 2014 patrimonio dell’Unesco. Grazie al vitigno nebbiolo, le Langhe sono fra i migliori territori vinicoli del mondo. Dal nebbiolo si ottengono i vini Baro-

può preparare e servire in brodo. Dotate di eccezionali proprietà nutritive, da sempre le minestre sono uno dei piatti principali della nostra tradizione culinaria e alimentare. Nelle minestre sono infatti presenti i carboidrati delle patate, degli ortaggi e dei cereali; le proteine vegetali dovute ai legumi e ai cereali con i relativi aminoacidi essenziali. Se aggiungiamo a tutto ciò i grassi insaturi dovuti all’olio di oliva, possiamo affermare che una buona minestra è sicuramente un elisir di lunga vita.

lo e Barbaresco. Il primo, definito “il re dei vini, il vino dei re”, ha un colore granato intenso e un bouquet che si fa sempre più complesso con il passare degli anni. L’altro grande vino delle Langhe, il Barbaresco, è prodotto in una piccola zona che comprende quattro comuni ed è caratterizzato da un gusto più delicato. Ottimi come vini quotidiani sono il Dolcetto e il Barbera d’Alba. Ovviamente, non può mancare il Moscato, vino da dessert, una specialità unica che si ottiene aggiungendo al celebre vino una miscela di spezie.

LA ZUCCA DALLE MILLE VIRTÙ ‘

appena passata la festa di Halloween, tipico appuntamento d’oltreoceano, e la zucca è stata per una notte una star. Come è accaduto per diversi altri ortaggi, la zucca è stata portata in Europa dalle Americhe ed è stata da subito apprezzata. Grazie al suo sapore e agli usi versatili che se ne possono fare in cucina, la zucca è entrata nelle case degli europei ben prima che diventasse una delle decorazioni della festa di Hallowe-

en. Furono i Conquistadores spagnoli a portarla nel Vecchio Continente insieme al mais e al cacao. Le popolazioni peruviane conoscevano e utilizzavano la zucca fin dal 1200 a.C. Si tratta di un ortaggio dai notevoli e benefici contenuti nutrizionali. Non contiene grassi, è molto ricca di vitamine (in particolare A e C) e di oligoelementi quali calcio, fosforo, sodio, potassio e ferro. Tutti elementi fondamentali per l’organismo umano.

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Fatti, Notizie, Curiosità e Approfondimenti per chi vive nel Municipio X

ACILIA SUD, CASE ATER TRA DISSERVIZI ED INCURIA

SPORCIZIA E DEGRADO IN VIA CANALE DELLA LINGUA

mpianti di illuminazione guasti, cumuli di rifiuti sparsi qua e là, carcasse di automobili. La situazione nella quale versano le case dell’Ater di via Cagli (Acilia Sud) non è delle migliori. A testimoniarlo sono alcuni residenti, coloro i quali pagano tutte le utenze senza vedersi corrisposti, il più delle volte, alcun servizio. “L’impianto di illuminazione dei nostri parcheggi e vialetti - dice Paolo D., da anni residente in questi stabili - funziona ad intermittenza, soprattutto quelli di proprietà dell’Acea. Tutto questo sta determinando una situazione di insicurezza tra gli abitanti, nonché di forte disagio”. A questo disservizio va ad aggiungersi il degrado strutturale nel quale versano gli immobili, che presentano frontalini fatiscenti e facciate corrose dall’umidità. “Ma non basta - aggiunge un abitante che vuole restare anonimo - qui la sporcizia viene gettata ovunque. Coacervi di rifiuti sono accatastati in ogni angolo dei cortili. Inoltre, la raccolta differenziata, fatto gravissimo, è ridiventata di tipo stradale e non più condominiale, come prevedono i regolamenti comunali per la nostra zona. Infatti, Hanno rimosso i secchi dall’interno dei nostri parcheggi per poi posizionarli sulla via adiacente. Con il risultato che, tutti, vengono a buttare i loro rifiuti, indiscriminatamente, creando una situazione di forte degrado. Ma nessuno interviene. Attendiamo interventi per il ripristino del decoro e della legalità”. di Vincenzo Galvani

acchetti colmi di calcinacci, rifiuti di provenienza domestica, siringhe e sterpaglie: è questa la situazione di degrado nella quale versa, attualmente, il tratto di via Canale della Lingua, all’infernetto, che incrocia con via di Castelporziano. Sembra, infatti, che qualcuno, nottetempo, si sia ingegnato per coniare una nuova disciplina olimpica: il lancio dei laterizi. E, pare, che abbiano scelto proprio questa zona del quartiere residenziale, come location inaugurale. I sacchetti sono stati lanciati a decine proprio al di là della recinzione, ormai divelta, di un terreno adiacente, incuranti di ogni regola civile, morale e penale. Ed ai calcinacci, nel corso degli ultimi giorni, si sono aggiunti coacervi di rifiuti “ordinari” lasciati lì da qualcuno a cui il nuovo modello di raccolta differenziata del pattume porta a porta, proprio non va giù. In un clima di idiosincrasia generale con le regole del buon vivere civile, sono a decine le mini discariche comparse nei rioni del X Municipio. E il fenomeno non sembra arrestarsi. La situazione di via Canale della Lingua è, comunque, emblematica. Uno sversamento illegale di rifiuti così ingente, in una via trafficata di una zona ormai popolosa, non solo risulta essere uno sfregio all’ambiente e ai cittadini onesti ma invita ad una riflessione sul ruolo che stanno esercitando gli organi preposti al controllo delle strade, sul lassismo e sull’indifferenza. Nell’attesa che qualcuno si degni, almeno, di ripulire l’area. di Vincenzo Galvani

MADONNETTA, TORNANO I RIFIUTI IN VIA PADRE PERILLI nulla sono valsi gli interventi straordinari di pulizia dall’Ama e l’impegno dei comitati di quartiere locali: nel tratto finale di via Padre Perilli si è riformata l’ennesima discarica abusiva. Con buona pace dei residenti, di qualsivoglia regolamento, o legge, qui qualcuno ha deciso di trasformare l’area a punto di raccolta. E, a giudicare dal materiale gettato in strada, sembra che a servirsi della zona siano alcune attività di sgombro cantine e ditte di ristrutturazioni. Vista la mole di rifiuti - intelaiature di automobili, mobilio dalle grandi dimensioni,

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porte, calcinacci ed arredo - l’azione di singoli cittadini sembra infatti essere un fatto isolato. Sono molti i residenti che, a questo punto, invocano interventi radicali, come l’installazione di telecamere o la chiusura totale di quel tratto di strada. Altri chiedono, solamente, che si poti la siepe prospicente che, a loro dire, metterebbe la via al riparo da occhi indiscreti. Tutti concordano su un fatto: che si prenda una decisione risolutiva, perché gli interventi dell’Ama non sono un deterrente.

di Vincenzo Galvani

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NEL CUORE DEL CENTRO STORICO IN PIAZZA GIULIANO DELLA ROVERE A pochi metri dal mare e dall’isola pedonale proponiamo in vendita in una elegante palazzina in cortina appartamento posto al 3° P. composto da ingresso soggiorno 2 camere cucinotto 2 soppalchi e 2 balconi “classe g epi 175,00 kwh/mqa” Tel. 06 5601944

NEWS

Ostia CARLO DEL GRECO 2° P. ingresso salone 2 camere cucina bagno 2 balconi luminoso affaccio su strada “classe g epi 175,00 kwh/mqa” Tel. 06 5601944

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di Lucia Bianco (inviate le vostre ricette a luciabianco@hotmail.it)

BUDGET E RICETTE

ANTICHI SAPORI SARDI

DUE PIATTI AUTUNNALI E ANTICHI DIRETTAMENTE PROVENIENTI DALLA SPLENDIDA ISOLA ccoci di nuovo insieme. Sono reduce da due appuntamenti tipici dell’autunno: la vendemmia prima, e la raccolta delle olive poi. Come sempre è tutto molto faticoso, ma che soddisfazione versare un filo d’olio verdissimo e profumatissimo su una fetta di pane bruscato, magari seduta davanti al caminetto dove cuoce un pezzo di maialetto! Si tratta dell’essenza della felicità. Questi lavori si svolgono sempre in compagnia ed ogni

amica porta una pietanza o un dolce da condividere. Ovviamente ho subito chiesto le ricette e mi affretto a riproporvene due delle più gustose. Si tratta della panada e della tumballa (il budino sardo). Tali ricette si tramandano da nonna a mamma e da mamma a nipote. Hanno il sapore e l’aroma delle tradizioni di casa. Sono piatti sardi antichi e chissà quale popolo le ha lasciate in dote! Fatemi sapere se vi sono piaciuti.

PANADA DI CARNE E PATATE

LA TUMBALLA

INGREDIENTI PER LA PASTA • 400gr di semola rimacinata • 80gr strutto

• acqua fredda qb • sale

INGREDIENTI PER IL RIPIENO • 3 patate medie a cubetti • 400gr di carne a cubetti (nella tradizione si usa l’agnello ma la scelta può variare) • 2 cipolle a fette

• sale • olio evo • paprica dolce • prezzemolo • aglio in polvere

PREPARAZIONE

INGREDIENTI • 200 gr zucchero • 1 litro latte • 8 uova • 1 tazzina di caffè o cacao

(oppure aroma vaniglia, rum, eccetera) • 5 cucchiai di zucchero (per il caramello)

PREPARAZIONE

avorate le uova intere con lo zucchero. Unite il latte bollente mescolando bene il tutto, quindi aggiungete il caffè o gli altri aromi. A questo punto preparate il caramello: in un pentolino sciogliete lo zucchero sul fuoco facendolo diventare color oro. Alla fine, versatelo nello stampo che deve essere di alluminio adatto per andare in forno. Il composto deve cuocere a bagnomaria per 30 minuti in forno a 160°. La-

reparate con cura l’impasto, deve avere la consistenza giusta, non troppo morbido né troppo duro. Dividete l’impasto in due parti. Quella un po’ più grande la userete per rivestire uno stampo a cerniera; l’altro disco, quello più piccolo, per coprire il tutto. Dopo aver rivestito lo stampo, mettete il ripieno dentro. Abbiate cura di averlo fatto prima marinare un po’ di tempo. Coprite con la seconda sfoglia saldando bene il bordo. Fate una piccola croce al centro della sfoglia per far uscire il vapore in cottura. Tenete in forno a 180 gradi finché la panada non è bella dorata.

sciate raffreddare e decorate a piacere. Un consiglio finale: create un tappo con la carta stagnola e mettetelo nel foro dello stampo se no rischiate di far andare l’acqua sul budino.

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MAGNAROMA

RISTORANTE: ORIGINE E SENSO

a parola “ristorante” deriva dal francese restaurant e venne usata per la prima volta in Italia nel 1877. Rispetto alle altre forme di somministrazione del cibo, il ristorante è caratterizzato dal servizio al tavolo. Il termine deriva da “ristorare”, verbo che secoli fa si riferiva soprattutto alle minestre ricche. Sobrino de Botin, ristorante che ha aperto a Madrid nel lontano 1725, è probabilmente il più antico ristorante in attività del mondo. Il primo ristorante che ha dato la scelta tra più piatti e il servizio al tavolo è stato aperto nel 1782 da un cuoco di nome Antoine Beauvillier.

PANE AR PANE VINO AR VINO SPECIALITÀ > CUCINA ROMANA Ve piace magnà bene secondo la tipica cucina romanesca? Allora venite da noi: a parcheggià nun c’è problema e quanno entrate drento a “Pane ar pane vino ar vino” potete aggustà tutto quello che ve pare dei piatti de Roma nostra, le minestre, le pastasciutte, li seconni de carne e puro de pesce (martedì e venerdì oppuro su ordinazione), er tutto annaffiato dal vino bono de li Castelli. I prezzi ce dovete da crede so proprio boni che de meno nun se pò. Aho, v’aspettamo!!! INDIRIZZO Via O. Ghiglia, 257 TELEFONO 06.52440063/334.8473257 PREZZO MEDIO de meno nun se pò! RIPOSO SETTIMANALE ce semo sempre! CARTE DI CREDITO abbasta che paghi! PARCHEGGIO ce sta! NUMERO POSTI voi venite, noi ve sistemamo! PRENOTAZIONE è mejo! APERTO Pranzo/Cena

ED INOLTRE PARCO ATTIVITÀ PER BAMBINI ZONA

MALAFEDE

EDUCATAMENTE SI VEDONO TUTTE LE PARTITE

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MAGNAROMA

IL FRANTOIO: SAPORI GENUINI E PORTAFOGLIO CONTENTO

due passi dagli scavi di Ostia Antica e dalla Pineta di Castel Fusano, sorge il Frantoio, ristorante dall’ambientazione tradizionale e dagli antichi sapori. Collocato come detto in uno dei punti più belli di Roma, il Frantoio punta ad una cucina sincera, genuina, fatta dei piatti che contraddistinguono la cucina italiana e romana. Per capire in che senso il ristorante offre un ritorno ai sapori veri, basti pensare che vino e olio extra vergine, entrambi di alta qualità, sono della casa e sono a portata di degustazione del cliente. Ma non basta. Perché al Frantoio il pane è fatto in casa la qualità delle materie prime non viene scaricata sulle tasche del cliente. Al Frantoio infatti si può scegliere ancora di pranzare o cenare con un menù fisso di 10 euro. Alla carta è poi possibile scegliere tra golosi antipasti, primi piatti e carne alla brace. E per chi

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ha la necessità di portare con sé il computer, la connessione wi-fi è gratuita. È gradita la prenotazione.

MAGNAROMA

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OROSCOPO DI NOVEMBRE

di Alehandra

ARIETE 21/3 · 20/4

JENNIFER ESPOSITO

11/4/1973

Periodo energico, intenso, pieno di cose. Attenzione alle solite contorsioni amorose, ai sentimenti contraddittori, alle tensioni nascoste: contribuiranno ad appesantire il vostro umore. Periodo ideale per intraprendere viaggi, investire, risolvere faccende pratiche, concedervi qualche sfizio. È ora di pensare anche a voi stessi.

BILANCIA 23/9 · 22/10

MARK HAMILL

25/9/1951

TORO 21/4 · 20/5

BILL PAXTON

17/5/1955

Sarà un mese difficile dal punto di vista della comunicazione affettiva, sia con i familiari che con il partner. Potreste essere incompresi e dare luogo a tensioni. Mentre voi riuscite a guardarvi dentro con più consapevolezza e onestà, gli altri sembrano non accorgersi di nulla. Tutto ciò potrebbe causare tensioni a casa e al lavoro. Tirate dritti sulla vostra strada.

SCORPIONE 23/10 · 21/11

LEELEE SOBIESKI

10/6/1983

NIA LONG

SAGITTARIO 22/11 · 21/12

MICHAEL CLARKE DUNCAN

10/12/1957

CANCRO 22/6 · 22/7

RICHARD BRANSON

18/7/1950

Durante la prima metà di novembre sarete molto lucidi e saprete prendervi il vostro spazio. Sfruttate questa situazione perché non durerà a lungo. A fine mese potrebbero affacciarsi sulla vostra vita tensioni e incomprensioni. Niente di serio, ovviamente; ma il consiglio è di stare lontani il più possibile dalle polemiche. Siate curiosi del mondo.

DEBI MAZAR

15/8/1964

GENE SIMMONS

25/8/1949

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La prima metà di novembre ha portato nella vostra vita nuove amicizie e nuove relazioni sociali. Approfittate di questo periodo per concedervi una pausa e gustarvi le migliorate relazioni familiari. Avete dalla vostra parte un’invidiabile forma comunicativa e un carisma che gli altri vi riconoscono. Saprete dare buoni consigli e trovare soluzioni.

JANUARY JONES

5/1/1978

ACQUARIO 21/1 · 19/2

CHRISTOPHER ECCLESTON

16/2/1964

VERGINE 23/8 · 22/9 Avete in campo mille progetti ma soprattutto avete le forze per seguirli tutti. Siete in un periodo iperattivo e potete permettervelo. La vita sociale è molto movimentata. Scoprirete affinità insospettabili con il partner e, per i single, potrete fare nuove conoscenze davvero interessanti. A fine mese è possibile qualche incomprensione tra le mura domestiche.

Le novità che arriveranno nella vostra vita in questo mese vi metteranno coraggio e ottimismo. Siete dinamici e attivi sia con la famiglia che con gli amici e questo apre le porte a un periodo di entusiasmi che per troppo tempo avete messo in un cantuccio. Il quadro astrale è con voi, per cui anche qualche contrattempo verrà superato con facilità.

CAPRICORNO 22/12 · 20/1

LEONE 23/7 · 22/8 Il mese è partito con una serie di tensioni familiari che non ci volevano proprio. Adesso che la buriana è passata, godetevi il vostro meritato riposo mentale. È tempo anche di fare progetti per il futuro: regalarvi una giornata di shopping, un viaggio, qualcosa che vi gratifichi e che spezzi la routine casa-lavoro. È in arrivo un periodo davvero piacevole.

Il mese è partito bene e qualche risultato l’avete già messo in cascina. Siete grintosi e vogliosi di fare: un attivismo che darà risultati piacevoli anche in un prossimo futuro. Tutto ciò potrebbe essere sfruttato anche per risolvere situazioni scomode che si trascinano da tempo. Il passaggio di Marte in Acquario porterà però tensione.

30/10/1970

GEMELLI 21/5 · 21/6 Siete assertivi, energici, vogliosi di fare. Ma, anche per questo, vivete con molta insofferenza le persone che rallentano, che vi mettono i bastoni tra le ruote, che irritano la vostra suscettibilità. Contate fino a dieci prima di aprire bocca: questo è l’unico consiglio che vi serve. Per il resto, non vi curate degli ostacoli, andrete oltre facilmente.

Siete ostaggio di alti e bassi emotivi ma la bilancia del periodo è decisamente positiva dal punto di vista della vita sociale, degli interessi, dei progetti e del divertimento. Fate qualcosa di concreto per voi e la vostra famiglia. Da metà novembre Mercurio vi darà la lucidità necessaria per affrontare i problemi e trovare la soluzione migliore.

I primi quindici giorni di novembre sono passati all’insegna del nervosismo e dei battibecchi familiari. Tutta acqua passata. Preparatevi a una serie di momenti piacevoli e divertenti. Sarà infatti un novembre positivo dal punto di vista dei rapporti sociali, nel quale ne beneficeranno soprattutto i vostri interessi personali. Tanta la voglia di vivere.

PESCI 20/2 · 20/3

ESTHER CAÑADAS

1/3/1977

È il mese giusto per un viaggio o una piccola vacanza. Siete in forma dal punto di vista dei rapporti sociali. Le amicizie vanno a gonfie vele e a casa, tutto sommato, vige un clima di concordia. A fine mese potreste avvertire una certa stanchezza interiore. Colpa di qualcuno che, nonostante i buoni consigli, ripete sempre gli stessi errori.