13 Magazine N. 164 by Visioni Grafiche srl

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INFORMAZIONE REDAZIONALE

PINO E IVANO:

CINQUANT’ANNI DI BUON DORMIRE!

adre tappezziere (il famoso “Pino a Ostia”), nonna tessitrice, nonno ebanista, Ivano Intorto ci scherza sopra: “non avevo certo un destino da meccanico!”. Così, complice anche l’amore per il bello, per la tappezzeria e per l’arredamento, ha deciso di dare seguito all’attività del padre, gestendo insieme i tre punti vendita: quello storico ad Ostia dal 1965 (Corso Duca di Genova), quello Treca In-

teriors (via Isole del Capo Verde) e quello Permaflex (via Danilo Stiepovich). Con Ivano abbiamo discusso del buon dormire e di quello che propone… Come hai iniziato? Con la famiglia, a 15 anni, quando ho iniziato a lavorare d’estate. Poi, a seguito del diploma e del servizio militare, ho iniziato un impegno a tempo pieno. Al liceo artistico ho studiato architettura d’interni. A questo aggiungo passione, professionalità e conoscenza. La mia famiglia si affianca ad aziende serie, realtà che ci spingono a fare corsi d’aggiornamento, a frequentare le fiere, a sapere tutte le innovazioni di prodotto. Come dice mio padre, dobbiamo sempre ricordarci che lo stipendio ce lo dà il cliente, e per farlo stare tranquillo, devo essere sicuro del prodotto che vendo. In che cosa è stata migliorata l’arte del buon dormire? Va fatta una premessa generale: il mercato italiano è indietro. Si è attivato al massimo 15 anni fa. La media nazionale di ricambio dei materassi è ben vent’anni. Significa che la maggior parte delle persone convive con batteri e muffe. All’estero la media del ricambio è 5 anni. Sai Perché? Perché c’è cultura: amano dormire bene. Poi c’è chi cambia il materasso ogni anno, magari puntando sul prodotto economico. Questo è ugualmente sbagliato. Ci si sveglia di notte perché si ha caldo, perché gli arti si addormentano, perché c’è una cattiva circolazione. All’estero si parla ormai di “sistema letto”: materasso, rete, base, trapunta, cuscini, eccetera, ovvero un insieme di componenti che favoriscono il riposo. Dunque? Qualcosa sta cambiando anche da noi? Le aziende importanti non sono molte. Siamo viziati dai prodotti veloci ed economici.

Ci vuole ancora tanto. Noi come rivenditori ce la stiamo mettendo tutta. Prima i monomarca non li faceva nessuno, adesso i nostri due nuovi punti vendita sono Treca Interiors e Permaflex. Se non ti aggiorni sparisci come i dinosauri. All’estero hanno capito che il buon dormire previene gran parte dei problemi posturali. E la tappezzeria? È una cultura che purtroppo si sta perdendo. Ci sono ancora famiglie che ci tengono ma sono poche. Per restaurare una poltroncina con i crismi ci vuole una settimana. A Largo Argentina e via del Governo vecchio c’erano tutti artigiani, adesso gran parte hanno chiuso. Insomma, il committente di alto e altissimo livello è raro, così come sono rari i lavori di tappezzeria di un certo livello. La famiglia media, al contrario di un tempo, cerca la soluzione economica, non ci tiene più. Qual è la soluzione? Riportare il cliente al mondo reale, togliergli dalla testa i discorsi televisivi. Il materasso economico - stampato, pressato, riciclato - dopo tre o quattro anni ti regala problemi di schiena. Basta saperlo. È poi possibile credere a chi propone sconti del 70%? Significherebbe che in regime di normalità inganniamo i clienti. Io voglio stare tranquillo, so quello che propongo. Ti faccio l’esempio della Treca Interiors, azienda seria con la quale mi onoro di collaborare. Accompagnano le tradizioni con l’innovazione. Il materasso è fatto a mano, con molleggio indipendente, con lattice naturale, traspirante e anallergico. C’è uno studio dietro che è davvero complesso. La tv purtroppo vizia i clienti con offerte-spot, prodotti che in realtà non hanno molto a che vedere con il buon dormire.

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IL MENSILE PIÙ DIFFUSO E LETTO DI ROMA SUD LO PUOI TROVARE: SUPERMERCATI AL MERCATO (Caltagirone V. Massimo Troisi) CARREFOUR (Ostia - Staz. Lido C.) CARREFOUR (Dragona Via Criminali) CARREFOUR (Ostia Antica Via del Collettore Prim.) CARREFOUR (Infernetto Viale Castel Porziano) CARREFOUR (Infernetto Via Antonio Angeloni) CARREFOUR (Infernetto Via Boezi) CARREFOUR (Via di Casal Bernocchi) CONAD (Acilia Via di Macchia Saponara) CONAD (Infernetto Via Castrucci) CONAD (Ostia Antica Via di Castelfusano) CONAD (Casalpalocco Via di Casalpalocco) CONAD (Eur Torrino Via della Cina) CONAD (Ostia Via Isole di Capoverde) CONAD (Ostia Via della Stella Polare) CONAD (Ostia - Viale Vega/Via della Tolda) DICO (Infernetto) DIXDI (Ostia - V. P. Caselli) DOC (Torrino - Via Fosso Torrino) EFFE + (Ostia Via dell’Appagliatore) ELITE (Acilia - Via di Acilia) ELITE (Eur - Via O.Indiano) ELITE (Eur Torrino Via della Cina) ELITE (Eur Torrino Via della Seta) ELITE (Eur Torrino Via Salisburgo) ELITE (Eur - Via d. Tecnica) ELITE (Infernetto

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Lops Romus Re Sha.mo Bar Snack Tanaka Sturdust Village Torrino Sporting Center Vasian

INFERNETTO Babel Bar “Al Cinghiale” Bar “Cricket” Bar Andy CASALBERNOCCHI Bar Casina del Bosco Bar Tabacchi (Via Pavullo Bar Cristal nel Frignano) Bar Dolce Paradiso Bar Evandro CASALPALOCCO Bar Gatta Bar “44” Bar La Vela Bar Casa del Tramezzino Bar Star Bar Colombo Bar Strauss Bar Cristal Bar Tabacchi Gli Angoli Bar Drive In Bar Tabacchi Il Cigno Bar Flaming Bar Tabac. Castelporziano Bar Le Mimose Bar Via San Candido Cannavale Immobiliare Bruna Coiffeur - Estetica Centro Sportivo Eschilo 2 Il Gelatiere La Boutique del pane Il Parco Giochi La Tabaccheria d. Terrazze La Boutique del pane Priolo Priolo Quelli dell’Albero Azzurro Twinky St. Odont. Podda & Sorci Zucchero e Babà DRAGONA-DRAGONCELLO Abitare Oggi Bar Oly & Stè Bar Phelipe Bar Pinco Pallino C.I.M. Costruzioni Di Carlo Cafè Legno + Ingegno Panificio Signori Luciano Ristor. Il cielo sul mare Se.Ma. Traslochi EUR - EUR TORRINO MOSTACCIANO Bar Bonsai Bar gelat. gastronomia 3 Bar ristorante di via Lione Bar Roberto Bar Tentazioni Bar Tornatora Bar Via Baldovinetti Birreria Spaten Bread & Coffee Caffè d’Arte Caffè Tazza d’Oro Caffè Viola Euro Caffè Gelateria in via degli Astri Gran Caffè Astoria Gran Caffè Circi

OSTIA ANTICA Bar Centro Bar Stazione Roma-Lido Ceramiche Ostia Antica Conauto International Bar Pizzeria Il Grano & il Luppolo Ristorante Il Frantoio OSTIA LIDO In estate gli stabilimenti balneari del litorale OSTIA LEVANTE Assithermo Bar Antinori Bar Bingo Bar Caprini Bar dello sport Bar Europa Bar Fortuna Bar Friends Bar Giusti Bar Gran Caffè Bar Isola Mauritius Bar Jolly Bar Krapfen Bar Kristall Bar Lo Spuntino Bar Lo Stadio Bar Maffei Bar Marechiaro Bar Mattei Bar Olivieri Bar Paradise Bar Paradiso Bar Piper

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GRUPPO STUDIO RONCONI

S O M M A R I O SPECIALE

39 Arte e Cultura

15 Fisco e tasse:

40 Musica

qualcosa non torna...

41 Teatro

17 Evadere le tasse

42 Questione di cilindri

45 Salute e Benessere

o evadere dalle tasse?

19 Un fisco non credibile

55 Budget e Ricette

21 Scappare dal fisco: l’uovo di

58 Oroscopo

Colombo dell’indipendenza

23 Stirscia la cartella (esattoriale)

X NEWS

13 IMMOBILIARE

MAGNAROMA

ESTERI 29 Lo Zar si prepara alle elezioni

RUBRICHE 13 Editoriale

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di Maurizio Carta

COLOPHON Anno 16 · n.164 · NOVEMBRE 2017 mensile d’informazione: politica, attualità, cultura, sport, spettacolo, moda www.13magazine.it Direttore Editoriale Claudio Petrollo claudio@visioni-grafiche.it

Direttore Responsabile Maurizio Carta maurizio@visioni-grafiche.it

Art direction Cristian Bifolco cristian@visioni-grafiche.it

Pubblicità Edoardo Rocchi - Renata Di Santo Amministrazione e Segreteria Ombretta Petrollo Collaboratori 13 Magazine Lucia Bianco - Alessandro Cortellessa Dante Cruciani - Vincenzo Galvani Elisa Marini - Chiara Rovan - Penelope Salomone Paola Stefanucci - Barbara Zorzoli Editore Visioni Grafiche S.r.l. Direzione e Redazione Via Giordano Bruno Ferrari, 25 00125 Roma T. e F. 06.69373749 e-mail: info@visioni-grafiche.it

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13 MAGAZINE · tutti i diritti di riproduzione riservati. Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo mensile è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. 13 MAGAZINE · Reg. Trib. di Roma n.439/2009 del 18-12-2009

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“NESSUNA STORIA PUÒ ESSERE RACCONTATA SENZA UN PUNTO DI VISTA” Enzo Biagi nutile girarci intorno, la testata di Roberto Spada all’inviato Rai Piervincenzi è stato il tema del mese. Prima ancora, causa elezioni locali, il X Municipio era già diventato, insieme alla Sicilia, una faccenda degna dell’agenda politica nazionale. Il fattaccio del 7 novembre lo ha portato addirittura alla ribalta della cronaca internazionale. Articoli e video sono stati pubblicati dalla CNN, dalla BBC, dal Times, dal Daily Mail, dal New York Post, dal The Sun, eccetera. Qui sta dunque il punto. Le luci sul territorio - ovvero ciò che non erano riuscite ad ottenere anni di faticose inchieste giornalistiche, d’indagini delle procure, di manifestazioni, di incontri pubblici - le ha accese il più banale fatto di violenza. C’è un “non detto” in quello che è accaduto che non è stato colto da molti, inclusi probabilmente i protagonisti. È un assunto scontato per chi si occupa d’immagini e di internet ma molto meno evidente a chi ne è a digiuno (si parla del circuito informativo così come si è conformato negli ultimi dieci anni). Più o meno le cose stanno come segue. Vedere un ragazzo al di sotto dei trent’anni con un giornale in mano è più difficile che imbattersi in un orso spiaggiato a Capocotta. Conoscere qualcuno sotto i sessanta che passi un’intera serata a guardare la tv generalista (per intenderci Rai, Mediaset e La7), è più raro che incontrare un paziente felice di andare dal dentista. Imbattersi invece in giovani automi che camminano e attraversano la strada con la testa dentro lo smartphone è più frequente che prendere una buca. È in questo contesto che l’episodio di Ostia - incluse tutte le sue serie conseguenze - va collocato. Un fatto ormai non è più pubblico perché ne parla La Repubblica, il Corriere della sera o la Rai. Un fatto, oggi, è di massa solo se è sostanziato da un video e condiviso da milioni di persone sui social network. Solo così quel fatto diventa davvero realtà condivisa, oggetto di dibattito partecipato, notizia che agita l’opinione pubblica.

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EDITORIALE

IL MENSILE

PIÙ DIFFUSO E LETTO DI ROMA

SUD

Si dirà: è un progresso, perché tra la cronaca di un episodio e il pubblico non c’è più la mediazione del giornalista. Ecco, questo sarebbe il peggior insulto al cronista di Nemo e alla sua troupe. Perché è ovviamente un bene che i problemi locali diventino di portata nazionale, ma non è altrettanto un bene che chi ne è totalmente a digiuno debba dirne in merito la sua, spesso usando stereotipi e parole a vanvera. A proposito dei fatti recenti, qualcuno dovrà prima o poi chiarire che il X Municipio non è Ostia, né tantomeno la limitata realtà di Ostia Nuova. 147.000 persone delle circa 230.000 che vivono nel territorio non risiedono ad Ostia. È vero: le criticità locali sono tante e quello della legalità è un problema serissimo; ma la politica non ne approfitti per nascondersi dietro un dito. Perché nel Municipio sciolto per mafia esiste anche la quotidiana condanna alla disperazione di centinaia di migliaia di pendolari (trasporti pubblici e sistema viario residui dell’Italia fascista o addirittura giolittiana), esistono buche diventate crateri marziani, esiste un grande polmone verde regolarmente occupato da prostitute, bruciato, vandalizzato. Detto questo, rimangono le domande di fondo, quelle che indirettamente raccontano una realtà che non è propriamente quella di Scampia. Quante persone del X Municipio vorrebbero vivere dentro il Grande Raccordo Anulare? Quanti di quelli che vanno a vivere dentro Roma rimpiangono i tempi del mare e della pineta dietro casa? Serietà vorrebbe che il dibattito sul territorio del X Municipio fosse affidato a chi ne è davvero competente. Il clamore di una settimana o di un mese - specie di un mese elettorale - non cambierà di per sé nulla.

Distribuito nei seguenti quartieri: ACILIA - AXA - AXA MALAFEDE - CASALBERNOCCHI CASALPALOCCO - DRAGONA - DRAGONCELLO EUR - EUR TORRINO - INFERNETTO MADONNETTA - OSTIA - OSTIA ANTICA - VITINIA

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“

di Dante Cruciani

SPECIALE

FISCO E TASSE:

QUALCOSA NON TORNA… “

o Taxation Without Representation” (niente tasse senza essere rappresentati) è lo slogan dal quale prende le mosse, a partire dagli anni ’50 del Settecento, la rivoluzione e l’indipendenza delle colonie americane dal Regno Unito. Più in generale, la questione delle tasse, di chi le paga e di chi ne beneficia, è alla base di tutta la storia moderna: delle rivoluzioni, degli indipendentismi, dei cambi di regime, degli assetti interni agli stati. In Italia, ormai da anni, il rapporto tra fisco e contribuente, tra fisco e poteri locali, tra fisco ed istituzioni sovrannazionali, è al limite del paradosso. Con una pressione fiscale “ufficiale” tra 42,5% e il 43,5% (ma c’è chi calcola, come la CGIA di Mestre, che sia al 48,8%), l’Italia è, per peso del fisco, ben oltre la media dell’Unione Europea (un po’ sotto il 40%) ed è tra i primi cinque paesi comunitari.

Freddi numeri? Non proprio, se si pensa che se il Paese fosse in linea con l’Europa, ogni contribuente avrebbe quasi 1.000 euro in tasca in più ogni anno. E poi c’è il confronto impietoso con gli altri. Francia, Belgio, Austria e Svezia, paesi che per pressione fiscale stanno più

ALTA PRESSIONE FISCALE E NESSUNA EFFICIENZA. IL FISCO È UN MACIGNO SULL’ECONOMIA o meno come l’Italia, che tipi di servizi e di welfare restituiscono al cittadino? Per rendersi conto della differenza non c’è bisogno nemmeno d’entrare in un ufficio pubblico o di sperimentare le cure di una struttura sanitaria. Basta fare un viaggio e guardare le loro strade, il decoro urbano, l’aspetto esteriore degli edifici scolastici, i trasporti pubblici, i parchi cittadini, lo smaltimento dei rifiuti, le infrastrutture in generale. L’Italia è un paese che spreca un mare di denaro pubblico. Lo fa per via ordinaria, con un settore pubblico sempre in deficit e che ormai pesa più del 50% del Pil nazionale; e lo fa per via straordinaria,

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SPECIALE con un debito mostruoso che lo scorso luglio ha toccato quota 2.300 miliardi di euro. Ovviamente questo enorme mostro che chiede sacrifici registra, nel tempo, una fisiologica reazione da parte del tessuto vivo del paese, quello che lo tiene in vita (le imprese, in particolare quelle che esportano). Gli esperti hanno calcolato che nel 1981, quando l’Italia ha più o meno iniziato ad imboccare la strada del deficit pubblico e del debito, l’evasione fiscale totale ammontava a 28.000 miliardi di lire, ovvero circa il 7-8% del Pil. Trent’anni dopo tale quota è salita a un (non plausibile) ammontare tra il 16,3% e il 17,5% del Pil, ovvero a un totale tra i 250 e il 300 miliardi di euro. Sono numeri che spiegano la natura dell’elusione e dell’evasione fiscale, fenomeni solo in parte legati allo storico scarso senso di cittadinanza degli italiani. Perché le poste vere del mancato gettito, come vedremo in questo speciale, stanno forse altrove; e perché spesso il margine

dell’evasione fiscale è quello che, nel caso delle piccole imprese, genera il profitto minimo per sopravvivere e andare avanti. D’altra parte, con un socio al 50% (lo stato) e un’Iva sul prodotto finale che tra poco più di un anno potrebbe sfiorare quota 25%, cosa dovrebbe mai inventarsi un imprenditore per conferire ai suoi prodotti o ai suoi servizi un prezzo finale in grado di concorrere sul mercato? La zavorra è estremamente pesante, il margine per trarre qualcosa dall’attività si è tremendamente ridotto e i rischi da assumere diventano troppo grandi (investimenti, mutui, lavoro, inefficienza burocratica, eccetera). Insomma, è un cane che si morde la coda e che non prevede altra soluzione che un abbattimento della pressione fiscale, una riscossione efficiente, semplice e certa, un innalzamento della produttività dei dipendenti pubblici e un ridimensionamento del costo dello stato. Altra via, in un mondo globalizzato e in perenne concorrenza, non sembra esserci.

EVADERE LE TASSE O EVADERE DALLE TASSE? ul tema dell’evasione fiscale i media e gli istituti pubblici di ricerca spesso danno letteralmente i numeri. Per l’Eurispes l’Italia nasconde un Pil di 540 miliardi di euro e un conseguente gettito al fisco di 250-270 miliardi di euro: un dato a cui gli “esperti” aggiungono altri 200 miliardi derivanti dall’economia criminale. Per la Commissione governativa sull’economia sommersa, il gettito nascosto al fisco è invece di circa 110 miliardi l’anno. Il bello è che entrambe i dossier sono stati pubblicati lo scorso fine settembre. Insomma, cifre mostruose ma tra loro comunque molto distanti, calcoli del tutto teorici che lasciano solo punti interrogativi, perché non è dato sapere - a condizioni legali di lavoro, imposte, tasse, burocrazia, eccetera - se l’economia sommersa di cui si parla sarebbe in grado di stare in piedi (dunque niente nero ma anche niente tasse: semplicemente nulla). Quello che invece si sa è altro. Che mentre qualcuno si lambicca il cervello per andare a stanare quel poco che rimane

nelle tasche del piccolo artigiano, in appena tre anni giganti del web come Google hanno drenato al mercato europeo ricavi per 54 miliardi di euro (si legga bene, 54mila milioni di euro):

quel 10% sia troppo! Così, grazie a un accordo con il governo irlandese, la multinazionale americana ha versato alle casse pubbliche appena lo 0,82% dei suoi ricavi. Si dirà: un caso isolato.

una cifra rispetto alla quale, fuori dallo spazio UE, l’azienda americana paga imposte di circa il 10% (a chi non piacerebbe pagare il 10%?). Ma non è tutto. Stando ai dati forniti da Paul Tang, responsabile politico del team di riforma della corporate tax europea, sembra che per i vertici di Google anche

Per niente, perché anche Facebook, che all’estero versa tra il 28 e il 34% dei suoi ricavi, grazie a uno specifico accordo con lo stato irlandese riversa al fisco tra lo 0,03 e lo 0,1% di quello che incassa (danneggiando l’erario europeo per una cifra di circa 1,8 miliardi di euro l’anno). Infine viene

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SPECIALE

Amazon, altro colosso del settore con sede in Lussemburgo, che negli ultimi tre anni ha dichiarato addirittura di non aver fatto utili: una circostanza assai singolare se si pensa che attraverso Amazon passano il 50% delle vendite on-line del mondo (circa 80 miliardi di euro annui di fatturato). Qualcosa però inizia a cambiare. Lo scorso giugno la Commissione europea ha comminato a Google una multa per concorrenza sleale di 2,4 miliardi di euro: una cifra che a molti è sembrata spropositata, che a dir la verità non ha niente a che vedere con le tasse (è stata causata dai termini di utilizzo del servizio Google shopping, probabilmente pensati per mettere in difficoltà concorrenti come eBay), ma che è appena la metà di quello che il gigante del web dovrebbe se pagasse, come a casa sua, le tasse al 10%. Un anno prima, agosto 2016, è stato invece il turno di Apple. La UE ha contestato all’Irlanda un mancato introito fiscale dalle proporzioni inimmaginabili. Le tasse sui profitti in Irlanda sono appena del 12,5%. Bene, l’azienda fondata da Steve Jobs si è accordata con il governo locale per pagare, nel 2014, lo 0,005% di quello che fatturava, ovvero 50 euro ogni milione di euro di profitti. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Alla fine è intervenuta Bruxelles, che ha presentato un conto alla Apple di 13 miliardi di euro, fondi da versare direttamente nelle casse irlandesi. E chi è che si è detto contro tale sanzione? Gli stessi irlandesi! Dopo un anno di contenzioso la multa infatti non è stata ancora versata e, stando alle parole del ministro della Difesa Pashal Donohoe,

UN FISCO NON E L I B I D CRE

è stata giudicata “ingiusta” in quanto il governo di Dublino non svolge “il ruolo di esattore fiscale mondiale per chiunque altro”. Insomma, forti con i deboli e deboli con i forti: per un volta i governi nazionali sono peggiori, molto peggiori, delle tecnocrazie europee. Se c’è infatti una minima speranza di recuperare a fini pubblici l’enorme ricchezza prodotta dalle multinazionali, quella speranza passa per altrettanti colossi statuali, soggetti come l’Unione Europea, la Cina o gli Stati Uniti. D’altra parte si parla di aziende grandi come stati (Google, Facebook e Amazon messi insieme capitalizzano come se fossero l’undicesima economia del pianeta), realtà economiche con le quali relazionarsi - per un piccolo stato - diventa complicato. E l’Italia non è un’eccezione. La draconiana Agenzia delle Entrate non si comporta infatti in merito molto diversamente da tutti gli altri stati europei: aziende come Facebook, Apple, Amazon, Airbnb, Twitter e Tripadvisor - realtà che muovono miliardi di euro nel Bel Paese - hanno versato l’anno scorso all’Agenzia delle entrate appena 11,7 milioni di euro. La stessa somma che ad esempio ha pagato la sola Piaggio. Lo scorso gennaio Google ha concordato con l’Agenzia delle entrate il pagamento di 306 milioni di euro per tasse dovute nel periodo compreso tra il 2002 e 2015. I soldi della pubblicità sul motore di ricerca, attraverso una serie di passaggi, finiscono infatti nel paradiso fiscale delle Isole di Bermuda. Con buona pace di chi si alza tutte le mattine per tirare su una saracinesca.

osce di una cartella esattoriale con hiunque abbia avuto la notifica ano itali fisco del tà ibili il grado di cred benissimo e per esperienza diretta la nni dece Per o dell’amministrazione). (un tratto che lo accomuna al rest vo: nuo po stati i condoni. Poi è venuto il tem cifra della sua autorevolezza sono sull’uscio e ttor ’esa dell a, itali , della crisi, di Equ quello dell’integrazione europea mpimento. minimi dettagli ogni mancato ade di casa, pronto a contestare nei volta il una se ibilità rimane la stessa. Perché Eppure, invertito il verso, la cred rottamazione si chiama rottamazione. E se la condono aveva un nome, adesso bis: tutto pur a, si dà il via alla rottamazione delle cartelle esattoriali non bast ifico i fondi spec caso rire il contingente (nel di reperire il necessario per cop l è il suo qua e Ma di che vive il fisco italiano necessari a rientrare dal deficit). ardi di euro di calcolato che dei quasi 500 mili gettito? LA CGIA di Mestre ha

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SPECIALE gettito, circa 420, l’85%, entra grazie alle prime dieci imposte (di cui le prime due Irpef e Iva, con rispettivamente circa 166 e 100 miliardi di euro, coprono più del 50% del totale). A seguire, ovviamente, esistono le più fantasiose forme di balzello: da quello sul rumore degli aeroplani a quello sugli alcolici, da quello sulle insegne dei negozi a quello per la guerra d’Abissinia (contenuta nei prezzi del carburante), da quello sui tubi (Sicilia) a quello sull’ombra (chi monta tende che fanno ombra su spazi pubblici). Fin

qui il lato comico. Molto meno divertente ciò che invece si prospetta alla fine dell’anno elettorale e all’inizio di quello successivo. Sembra infatti che lo stop all’aumento dell’Iva nel 2018 verrà rimodulato a partire dal 2019. In base al testo finale della Legge di Bilancio appena approvata, si prevede, dal gennaio 2019, l’aumento di 1,5 punti per l’Iva al 10%, l’aumento di 2,2 punti per l’Iva al 22% e la ripartenza delle accise. Altri aumenti sono previsti nel 2020 e 2021. Insomma, il futuro del contribuente è fosco.

SCAPPARE DAL FISCO: L’UOVO DI COLOMBO DELL’INDIPENDENZA

cozia, Catalogna, Paesi Baschi, Veneto, Fiandre, Baviera, Slesia, eccetera. Spesso dietro una supposta diversità linguistico-nazionale, dietro l’invenzione di una tradizione distinta, dietro le sottilizzazioni sull’uso dell’idioma nazionale si nasconde una cosa sola: il

L’ILLUSIONE DELLA SECESSIONE E DELLA PROSPERITÀ PER CONTO PROPRIO

vil denaro. Quanto peso ha nel sentire indipendentista scozzese la possibilità di controllare i giacimenti di petrolio e di gas nel Mar del Nord? Quanto nelle richieste catalane il fatto che circa l’8% del Pil regionale non torni nella regione ma venga usato per finanziare il welfare spagnolo? Quanto che il Pil pro-capite dei Paesi Baschi sia superiore i 30.000 euro e quello iberico sfiori invece i 23.000? Quanto che il Veneto sia in una situazione molto simile? Sono domande spesso retoriche, alle quali i campioni dell’identità locale risponderanno in maniera diversa, andando a cercare nel caleidoscopio della storia le risposte più impensate. Eppure è un dato di fatto che certi movimenti si gonfiano e si sgonfiano in base alla congiuntura economica e alle contraddizioni che si porta dietro. Così, per una Catalogna che si accende dopo la cura da cavallo imposta alla Spagna dalla recente crisi, c’è una Scozia che si spegne a causa del crollo sul mercato mondiale del prezzo del petrolio e del gas. C’è chi ha calcolato che se tutte le regioni d’Europa con pretese indipendentiste facessero il passo della secessione insieme, se ne andrebbe quasi il 13% del Pil di tutto il Vecchio Continente, con ripercussioni che metterebbero in ginocchio le economie nazionali. Ma sono calcoli miopi. Perché una regione, al di

là della bilancia tra il dare e l’avere dallo stato centrale, trae la sua forza anche da altri fattori. Il caso italiano, illustrato nel libro “Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane” (De Bonis, Rotondi e Savona), è abbastanza illuminante. Vero che in Italia, attraverso il fisco, c’è stata storicamente una redistribuzione della ricchezza a favore del Mezzogiorno, ma è anche vero che per decenni e decenni il Mezzogiorno stesso è stato il mercato di riferimento delle merci prodotte nel nord del Paese: un mercato in qualche modo protetto dalla concorrenza esterna. Dunque l’industria del nord si è alimentata ed è cresciuta grazie ai consumatori del sud: un bacino d’utenza che, senza la presenza dello Stato italiano, non avrebbe mai avuto (per non parlare della manodopera a basso costo). Dunque? Dunque l’indipendenza per l’indipendenza, pensando al breve periodo e alla situazione contingente, è una grande illusione. L’antagonismo centro-periferia, alimentato dalla globalizzazione, è la base dei populismi e degli indipendentismi di ogni tipo ma ha il fiato corto. Perché esso stesso aumenta i conflitti di attribuzione, la spesa pubblica e, alla fine, le relative tasse che vengono chieste per coprirla ai cittadini. Così, mentre a livello locale si combattono guerre tra poveri, i veri profitti scorrono fluidi verso i paradisi fiscali. Ogni piccola regione, magari provvisoriamente prospera, pensa di ritagliare per sé un ruolo del genere sullo scacchiere europeo o mondiale (essere Malta, essere l’Irlanda, essere la Svizzera, eccetera). La realtà è che un’Europa di piccole regioni e di stati nazionali in crisi sarebbe lo scenario migliore per chi fa grandi affari e non ha alcuna intenzione di restituire o redistribuire nella società ciò che la società gli ha dato.

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SPECIALE

STRISCIA LA CARTELLA (ESATTORIALE) RICCI MI DISSE “TE LA SENTI? SAI, TI VAI A METTERE CONTRO L’AGENZIA DELLE ENTRATE… GLI RISPOSI CHE NON AVEVO PROBLEMI” iccardo Trombetta è uno degli inviati di maggior successo di “Striscia la Notizia”. Da anni si occupa di fisco e dell’Agenzia delle Entrate, denunciando i casi più controversi e raccontando il complicato rapporto tra italiani e fisco. Una chiacchierata con lui permette di comprendere come nascono i servizi, quanto costa in termini personali il giornalismo libero e che tipo di problemi affronta il contribuente. La strada verso una relazione di normale fiducia è purtroppo del tutto in salita…

Dunque Riccardo, l’Agenzia delle Entrate fa le pulci alle tasche degli italiani e tu le fai all’Agenzia delle Entrate. Grazie a te abbiamo scoperto le somme buttate nell’affitto di uffici dismessi, le falle dei software che forniscono ai commercialisti, le cartelle esattoriali da 5 centesimi, gli avvicendamenti poco trasparenti ai vertici, le supervalutazioni di immobili e terreni (in base alle quali arrivano le cartelle esattoriali), eccetera. Ti chiedo: di chi è stata l’idea di “controllare il controllore”? Tua o di Antonio Ricci? L’idea di fondo è stata di Antonio Ricci. Però non c’era un’indicazione precisa. Ci si diceva in generale che avremmo dovuto capire come funzionava il meccanismo di controllo e riscossione dei tributi, e se c’erano degli abusi. Ho iniziato facendo delle ricerche sulla rete e mi sono imbattuto nella storia di un avvocato tributarista alle prese con un comportamento scorretto dell’Agenzia del Territorio (che successivamente si è fusa con l’Agenzia delle Entrate). Il caso era quello dei cambi di categoria catastale dei Bed & Breakfast, i quali da immobili normali del gruppo A venivano passati allo status di alberghi (D2). Il problema è che ciò veniva fatto all’insaputa dei proprietari e che a quest’ultimi venivano

accollati implicitamente tutti gli obblighi della nuova categoria (norme di sicurezza, tasse, numero di stanze, eccetera). In tale situazione, qualora qualcuno avesse ricevuto un controllo, sarebbe stato multato per chissà quali somme e poi denunciato. Insomma, dopo la prima messa in onda del servizio abbiamo avuto un sacco di segnalazioni e lo stesso avvocato tributarista mi ha segnalato altre tipologie di comportamento scorretto. Il caso tipico era quello delle supervalutazioni a tavolino di un immobile acquistato con conseguente richiesta delle relative tasse dovute. Insomma, a partire da questi casi mi sono messo sotto a studiare e tutto quello che è venuto dopo è figlio di quei primi servizi. Quante segnalazioni riguardanti l’Agenzia delle Entrate arrivano a Striscia la Notizia? Ne arrivano a migliaia, tant’è che è stato fatto un indirizzo email apposito. I redattori sono sommersi dalle segnalazioni e io ovviamente non sono riuscito a chiamare tutti coloro che si sono rivolti a noi, nonché a studiare l’enorme mole di carte. Il primissimo anno, quando abbiamo iniziato a seguire questo filone, non sono riuscito ad andare fisicamente da tutti e Antonio Ricci ha pensato di mandare altri inviati in tutta Italia. Ancora oggi, purtroppo, non ce la facciamo a rispondere a tutti. C’è un’impunità generale rispetto ai comportamenti dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Fondo Monetario e OCSE, due organizzazioni sovranazionali, hanno spinto per un disegno di legge in grado di dare ancora più autonomia all’Agenzia delle Entrate. Continua dunque una tendenza alla tecnocrazia, al sottrarre al controllo democratico, quello del cittadino e dell’elettore, certi Moloch amministrativi. Si configura un’azienda paraprivata del controllo del gettito

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SPECIALE verso le casse pubbliche. Che ne pensi? Penso che è esattamente così. Con il lavoro costante che abbiamo fatto qualcosa all’interno è cambiata. Faccio l’esempio dell’ispezione ipotecaria, che per legge è gratuita e invece la facevano pagare. Dopo una serie di nostri

servizi è stato restituito il denaro richiesto e non dovuto. Ma è poco. Perché, di fondo, rimane il dato che l’Agenzia delle Entrate ha pieni poteri di imporsi e il cittadino è succube. Lo vedo anche con la nuova gestione di Ruffini, il quale aveva annunciato un “fisco non più controllore ma amico”. In realtà non è assolutamente così. L’Agenzia delle Entrate, ad oggi - e questa è anche colpa di Padoan, il ministro responsabile di controllare la situazione - non è affatto amica del contribuente. In sostanza mi dice: tu mi devi pagare e in un modo e nell’altro mi paghi. Poi ci sono i contribuenti più coraggiosi che fanno ricorso per principio. Altri, stanchi e spaventati, rinunciano a priori e pagano. Tutt’oggi c’è una grande soggezione rispetto al fisco. Il lato meno accettabile della faccenda è che, parallelamente, l’Agenzia delle Entrate non brilla certo per buona gestione e trasparenza. Qualche esempio? Prendi il caso della Sogei, la società informatica che ha un contratto di 200 milioni di euro per la gestione dei software che usa l’Agenzia. Oggi come oggi ragazzini di 15 anni fanno, per pochi dollari, applicazioni che gestiscono centinaia di migliaia se non milioni di dati. Bene, a fronte delle cifre spese dall’Agenzia, i software spesso non funzionano a dovere e creano degli intoppi che mandano in tilt le banche dati e gli studi dei commercialisti. Un altro caso è quello dell’affitto della vecchia sede di Roma, quella in via Ciamarra, oggi sgomberata e vuota. Ben 305.000 euro buttati ogni mese per una cifra che attualmente è arrivata a più di 3 milioni e mezzo di euro. E la palazzina è completamente vuota. Molti cittadini mi hanno chiesto perché non disdicono tale contratto, che in teoria è in pie-

di fino al 2022. Il problema è che loro, su questa vicenda, non mi vogliono rispondere. Dopo otto servizi sul tema c’è un silenzio tombale. Dunque nessuna discontinuità con il passato? Loro sono liberi, hanno potere, ma soprattutto hanno reintrodotto il meccanismo degli incentivi: se io sono funzionario, più controlli faccio, più avvisi di rettifica e di liquidazione mando, più aumento il bonus che prendo a fine anno. Tu che rapporto hai con l’Agenzia delle Entrate? Quando sentono il nome di Riccardo Trombetta che pensano? Quando Ricci mi chiese di capire se i controlli o gli atteggiamenti dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei contribuenti fossero corretti, mi chiese anche se me la sentivo di farlo. Mi disse: “sai, ti vai a mettere contro l’Agenzia delle Entrate…”. Gli risposi che non avevo problemi, che pago le tasse, verso l’Iva, quindi nessun problema, niente da nascondere. Appena sono iniziati i servizi forti, mi hanno fatto un controllo. Hanno trovato una parte di Iva da me non versata (per sbaglio ovviamente) ed ho pagato quello che dovevo pagare con relative sanzioni, interessi, eccetera. Per i servizi che ho fatto sono stato denunciato da diversi funzionari. Inizialmente la rabbia dei cittadini era tanta e i conduttori in studio raccontavano le soluzioni estreme che avrebbero intrapreso i vari segnalatori: cose del tipo “mi do fuoco”, “brucio casa”, “vado a cercare il funzionario tal dei tali”. Non hanno capito le situazioni di estremo disagio che andavamo a raccontare. Mi hanno addirittura accusato di prendere attori invece che veri e propri cittadini. Nelle diverse sedi, ormai, non mi fanno più entrare. Appena mi vedono mi buttano fuori. Cercano sempre di non incontrarmi. L’ufficio stampa è gentile e si confronta con me, però ormai non riesco ad ottenere interviste o risposte. Insomma, in generale il rapporto non è idilliaco. Ormai sei diventato un esperto del tema. Secondo te è cambiato qualcosa con la morte formale di Equitalia? Assolutamente nulla. Anzi, forse è peggio, perché ci sono persone che hanno vinto cause contro Equitalia e che adesso non sanno da chi farsi indennizzare. Ti faccio l’esempio di un servizio recentissimo. Un caso di Firenze. Una contribuente che per più di dieci anni è stato rincorsa da Equitalia per tasse non versate 15 anni prima: una faccenda complicata riguardante un’eredità di uno zio. Lei fa ricorso e vince in primo e in secondo grado. L’Agenzia

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visioni grafiche

SPECIALE delle Entrate riconosce la situazione ma la vecchia Equitalia tira dritto e continua a emettere fermi amministrativi sulle automobili di questa persona. La contribuente vince i ricorsi anche sui fermi amministrativi. Glieli tolgono ma Equitalia continua a mettergliene di nuovi. La grande soddisfazione è che dopo il servizio di Striscia, Equitalia ha contattato la signora e le ha ripagato le spese sostenute per tutti i ricorsi in tribunale. Alla fine è arrivata la sentenza definitiva della Commissione Tributaria, la quale ha condannato Equitalia al pagamento del danno per “lite temeraria”. Per me è un grandissimo risultato. Solo che adesso la signora deve prendere il suo indennizzo ma Equitalia non c’è più e l’Agenzia delle Entrate non sa come liquidarle la cifra. Un aspetto positivo, se c’è, in questa storia… Mi ha fatto piacere che, a seguito dei nostri servizi, anche tantissimi altri programmi hanno intrapreso la stessa strada. “Mi manda RaiTre”, “Virus”, “L’aria che tira” hanno cominciato ad interessarsi allo stesso tema.

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di Elisa Marini

ESTERI

LO ZAR

SI PREPARA ALLE ELEZIONI attivismo dell’era Putin, specialmente quello dell’ultimo quinquennio, quando è tornato a vestire i panni ufficiali di presidente della Federazione Russa, non è un fatto nuovo. A partire dal 2012 la Russia è passata attraverso le forche caudine della crisi ucraina, dell’allargamento della sovranità in Crimea, dell’intervento nella crisi siriana, del crollo del prezzo del petrolio e del gas, della svalutazione monetaria, della crisi economica, delle sanzioni e delle controsanzioni,

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PUTIN NON HA SCIOLTO ANCORA LA RISERVA MA LA MACCHINA ELETTORALE È GIÀ PARTITA. IL 2018 SARÀ UN ANNO CRUCIALE delle tensioni con gli Stati Uniti. Tutto questo con due appuntamenti internazionali in mezzo: l’organizzazione delle Olimpiadi invernali a Soci (perfettamente riuscita) e gli imminenti mondiali di calcio. Dal cambio di millennio, Putin è di gran lunga il primo e più stabile protagonista della politica internazionale. E se tutto andrà come è intuibile presagire, lo sarà anche nel 2018. Perché il 18 marzo, in coincidenza con la firma del trattato per la riunificazione tra Russia e Crimea (2014), si terranno le importanti elezioni presidenziali. Anche se non ha ancora sciolto le riserve per la sua candidatura, c’è da scommettere che il rientro nell’alveo di Mosca della piccola penisola è una medaglia che Putin si appunterà al petto durante la campagna elettorale. In questi giorni circolano a Mosca biglietti della metropolitana che ricordano la quasi ultimazione del ponte sullo stretto di Kerc, l’infrastruttura materiale che permetterà una continuità territoriale tra Federazione Russa e Crimea. L’evento della sua ultimazione è previsto proprio per la prossima primavera: un record non male se si pensa che l’infrastruttura - 18 km di ferrovia e circa 17 di autostrada - è stata costruita in

circa tre anni ed è costata meno di 3 miliardi e mezzo di euro (ovvero molto al di sotto della Linea C della metropolitana di Roma, in costruzione dal 2007 e il cui congiungimento con la stazione Colosseo dei Fori Imperiali è previsto nel 2023). Nel frattempo, i media occidentali hanno puntato riflettori e fiches su Ksenia Sobchak, neocandidata alla presidenza della Federazione russa, prodotto dello star system russo, figura a metà tra moda, televisione e relazioni pubbliche con la buona società: qualcuno forse ricorda le sue recenti foto al matrimonio del figlio di Samvel Karapetyan, miliardario armeno che per l’occasione ha invitato a cantare Eros Ramazzotti. Non è certo da personaggi del genere che deve guardarsi l’attuale inquilino del Cremlino. Tuttavia rimane il problema di una reale e credibile alternanza, perché da una parte l’opposizione più radicale manca di un progetto credibile e complessivo per il Paese (può sperare di prendere voti solo nelle grandi metropoli e solo in alcuni strati sociali marginali); dall’altra il resto dell’opposizione - figure come Zjuganov o Žirinovskij, quelle che raccolgono più voti - è di tipo consociativo: ha molto spazio nei media, nelle università, nelle amministrazioni locali e non pone in questione la leadership di Putin. Undici fusi orari fanno della Russia un paese davvero complicato da governare. Non si può pensare che un contenitore politico del genere applichi le regole dei cantoni svizzeri. L’esigenza di stabilità e di un centro forte non può essere la stessa che in un qualsiasi stato-nazione europeo (va ricordato che la Federazione russa è un soggetto multinazionale e multiconfessionale). Tuttavia - pur avendo Putin uno stabile e largo consenso tra la popolazione - rimane il problema del ricambio della classe dirigente e della tenuta democratica. Le elezioni del 2018 potrebbero rappresentare un passaggio fondamentale di tale processo. Poi il calcio d’inizio del mondiale. Con l’Italia a guardare da lontano.

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di Barbara Zorzoli

IL VERO NOME DI MEGHAN MARKLE NON È MEGHAN, MA ANCHE IL SUO FIDANZATO PRINCIPE HARRY NON SI CHIAMA DAVVERO COSÌ!

ella Royal Family è una cosa normale, e anche noi ci siamo ormai abituati: il vero nome del Principe Harry non è Harry. All'atto di nascita il secondogenito di Lady Diana e del Principe Carlo è Henry (molto più regale e tradizionale rispetto a Harry). Harry è un nome alternativo che solitamente gli inglesi usano come vezzeggiativo per Henry. La stessa cosa, soprattutto con il contributo della stampa, è successa a Kate Middleton, che in realtà si chiama Catherine. Kate è il nomignolo che le danno mamma e sorella, e noi che le siamo altrettanto affezionati, ma la Regina Elisabetta e il Principe William la chiamano in modo formale: Catherine. E adesso scopriamo anche che il vizietto di cambiare nome non è soltanto un'abitudine degli inglesi (che chiamavano Diana semplicemente "Di"). Anche la fidanzata del Principe Harry, Meghan Markle, in realtà non si chiama così. Si chiama Rachel, e dovrebbe essere chiamata così, perché Meghan è soltanto il suo secondo nome. Ma l'attrice ha scelto di usare pubblicamente il secondo nome forse perché è più particolare, se non unico, rispetto al diffusissimo Rachel.

SPETTACOLANDO

rivalità tra colleghe avrebbe potuto allontanarle. “Se non fossi la sua più grande fan l’avrei già azzoppata”, ha rivelato di recente Jennifer, scherzando, “Emma è davvero speciale e adorabile”, ha poi aggiunto. Della stessa opinione anche l’attrice di Easy Girl: “C’è stato un periodo in cui pensavo ‘Oh, il mio ego sta impazzendo, è così grandiosa, vivace e piena di talento che sono rovinata. Non lavorerò mai più’. Dopo però ho capito che siamo diverse e che c’è spazio per entrambe”. E ancora: “Ci vogliamo davvero bene e ci preoccupiamo una dell’altra. Saremmo amiche anche se non facessimo lo stesso lavoro”. A unirle, del resto, è anche l’aver vinto un Oscar prima dei 30 anni. La Lawrence, ricordiamo, per il ruolo in Il lato Positivo, Emma per La La Land. E per la prossima stagione dei premi, entrambe sperano in una nomination grazie a film come Mother!, diretto dal nuovo compagno di Jennifer, Darren Aronofsky, e La Battaglia dei Sessi, in cui Stone si è calata nei panni della straordinaria tennista Billie Jean King. Intanto, le due si allenano sul red carpet. E si divertono. Ai Governors Awards, i premi alla carriera e al merito assegnati dall’Academy, hanno regalato ai fotografi un siparietto imperdibile. Con Emma in posa e il “photobombing” di Jennifer alle sue spalle. Tra amiche si fa così.

EMMA STONE E JENNIFER LAWRENCE, QUANDO L'AMICIZIA È “DA RED CARPET” mma Stone, 29 anni, e Jennifer Lawrence, 27, sono buone amiche. Lo sono diventate ormai diversi anni fa, quando l’amico comune Woody Harrelson ha dato a una il numero dell’altra. Dal primo messaggio, come ha raccontato l’attrice di Hunger Games, le due si sono scritte ogni giorno per un anno intero. A quel punto, nemmeno la normale

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SPETTACOLANDO

KENDALL JENNER HA COMPRATO UNA VILLA A BEVERLY HILLS DA 8.55 MILIONI DI DOLLARI

reparatevi a sgranare gli occhi. Kendall Jenner ha appena acquistato una villa da 8.55 milioni di dollari a Beverly Hills che sicuramente diventerà il nuovo passatempo preferito dell'it girl. La casa in stile spagnolo di 6.625 metri quadrati si trova a Mulholland Estates, un’area residenziale super esclusiva con tanto di sicurezza privata in cui già vivono stelle come Christina Aguilera e DJ Khaled. A quanto pare i servizi di sicurezza sono stati uno dei motivi che hanno convinto la modella all'acquisto, viste le brutte esperienze di furto e stalking avute nella precedente casa. Una villa a misura di privacy che Kendall potrà godersi in tutta libertà con la certezza che la security terrà alla larga paparazzi & Co. (tanto ci penserà poi lei a postare quello che vuole su Instagram!). Appartenuta in precedenza a Charlie Sheen e alla sua ex moglie Brooke Mueller, la casa milionaria pare proprio un rifugio all'altezza di una cool girl come Kendall: cinque camere da letto, sei bagni, una fontana, un cinema, una piscina, un centro benessere, un camino, un campo da tennis e un parco giochi (che sarà perfetto per giocare con tutti i suoi nipotini). Rimaniamo allora in attesa di vedere i selfie di Kendall con ogni angolo della villa sullo sfondo (la piscina poi, non ci sono dubbi, sarà il social set ideale).

LA DANZA DI KATE MIDDLETON CON L'ORSO PADDINGTON RIMARRÀ NELLA STORIA on ci si può distrarre un attimo che Kate Middleton torna a stupirci. L'avevamo lasciata alla sua iperemesi gravidica, sindrome di cui la Duchessa di Cambridge è purtroppo affetta e che le sta causando forti nausee mattutine anche durante la terza gravidanza. Questa volta è stata sorpresa dai fotografi a danzare con l'orsetto Paddington durante un evento di beneficenza per bambini alla stazione di Paddington di Londra, in presenza del marito William e del Principe Harry. Ancora una volta Kate Middleton non ha perso la sua compostezza né il suo aplomb reale, destreggiarsi con estrema abilità sui tacchi, colta chiaramente alla sprovvista dal simpatico orso Paddington. William e Harry non pare fossero altrettanto partecipativi, ma Kate è stata tutt'altro che imbarazzata (e impreparata!): elegante come sempre, indossava un tubino rosa cipria di Orla Kiely che mette in risalto il suo pancino. Ma non è finita qui: con una mano teneva la sua splendida borsetta mentre con l'altra assecondava la danza dell'orsetto. Questa è la seconda volta che Kate Middleton presenzia a un evento ufficiale da quando la sua terza gravidanza è stata annunciata ufficialmente lo scorso 4 settembre. E a proposito della iperemesi

gravidica, il Duca di Cambridge ha affermato che la sua bella Kate inizia a stare leggermente meglio. I tre membri della famiglia reale hanno poi raggiunto l'attore Hugh Bonneville e altri partecipanti del cast di Paddington 2 per incontrare ben centotrenta bambini provenienti da alcune delle organizzazioni supportate dalla famiglia reale.

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di Penelope Salomone

ARTE E CULTURA

ARCIMBOLDO

GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA - PALAZZO BARBERINI, FINO ALL’11 FEBBRAIO iuseppe Arcimboldi (Milano,1526-1593) pittore, poeta e filosofo, celeberrimo per le “teste composte” dall’accostamento di frutti e fiori, ortaggi, animali, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma di quel tempo. Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, all’artista fu conferito l’ambito titolo nobiliare di “Conte Palatino”. Palazzo Barberini accoglie, provenienti da mezzo globo

(da Denver a Stoccolma, da Vienna a Milano), i suoi capolavori più noti dalle Stagioni agli Elementi, dal Giurista a Priapo (Ortolano) al Cuoco, i ritratti, l’arazzo di Como e le vetrate del Duomo di Milano. E, ancora, i disegni acquerellati per le feste di corte, una serie di oggetti delle Wunderkammern imperiali, delle botteghe numismatiche e di arti applicate, milanesi e non, fino a disegni di erbari, frutta, animali, studiati all’epoca al fine di incrementare serre, serragli e giardini e, soprattutto, la conoscenza scientifica. La mostra, a cura di Sylvia Ferino-Pagden, la maggiore studiosa dei nostri tempi di Arcimboldo, rappresenta un evento eccezionale - da non perdere - per la difficoltà di ottenere in prestito le opere, che spiega la rarità delle esposizioni dedicate all’artista. Info: www.barberinicorsini.org, www.arcimboldoroma.it

L’ICONA RUSSA:

PATRIZIA COMAND, LA NAVE DEI FOLLI

PREGHIERA E MISERICORDIA MUSEO DI ROMA A PALAZZO BRASCHI, FINO AL 3 DICEMBRE l progetto, a cura di Lilija Evseeva, dedicato alla tradizione figurativa spirituale della Russia celebra altresì il 25° delle relazioni tra i Paesi della Federazione e l’Ordine di Malta. Da ammirare: ben 36 icone del XVII e XVIII secolo provenienti da due prestigiose istituzioni moscovite (Museo Andrey Rublev e Museo Privato dell’Icona Russa), un’opera di Vladimir Tatlin, Composizione con superfici trasparenti (1916), mai esposta al pubblico finora e Madre di Dio grande Panagia (2012) di Dimitri Gutov, entrambe appartenenti a privati. Info: www.museodiroma.it

ANNALIA AMEDEO, SINESTESIE. NATURA, STORIA, ARTE

VILLA TORLONIA - CASINA DELLE CIVETTE, FINO AL 21 GENNAIO a mostra, a cura di Elena Paloscia, presenta cinquanta sculture in porcellana e installazioni site-specific, realizzate dall’artista partenopea a partire dal 2012. I leitmotiv (foglie, Veneri, farfalle, fossili e gusci) delle creazioni di Annalia Amedeo, restauratrice di ceramiche di provata esperienza - attiva a Palazzo Vecchio a Firenze e al Museo archeologico di Napoli - si integrano con incantevole armonia nella cornice storica che li ospita.

PALAZZO CIPOLLA, FINO AL 12 NOVEMBRE mponente opera allegorica, sul potere e la vanità umana, dell’artista milanese, Patrizia Comand, dipinta tra il 2013 e 2014 e accompagnata da venti

disegni preparatori. Pur essendo ispirata all’omonimo poema satirico di Sebastian Brant (Das Narrenschiff) - pubblicato per la prima volta, durante il Carnevale altorenano, a Basilea nel 1494 e illustrato anche dal giovane Albrecht Dürer - non mancano chiari riferimenti all’attualità. Iniziativa realizzata, con il supporto tecnico di Civita, dalla Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo. Info: www.civita.it Per l’occasione, tante le iniziative nella Casina delle Civette, museo diretto da Maria Grazia Massafra, tra cui la visita animata alla mostra, sul tema della sinestesia e il confronto con le decorazioni delle sale, per bambini da 6 a 12 anni (max 10 partecipanti, su prenotazione telefonica al 347.8285211).

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ARTE E CULTURA

di Paola Stefanucci

150 PER PIRANDELLO LE INIZIATIVE PER IL SECOLO E MEZZO DALLA NASCITA n “luogo (letterario) di culto”: nella Casa (Museo) di Luigi Pirandello, nella Capitale, a due passi da Villa Torlonia al 13b di via Antonio Bosio, il tempo si è fermato. Gli arredi in stile fiorentino, la scrivania (dove nacquero anche i Sei personaggi), la biblioteca (2mila volumi) il divano, le poltrone, le sedie savonarola, la macchina da scrivere portatile, i manoscritti, i quadri, i ritratti di Marta Abba, le foto, il letto, l’armadio con gli

di Paola Stefanucci

MUSICA

CLASSICA, IL MEGLIO DELLA STAGIONE A ROMA er i cultori di note (musicali) il calendario di quest’autunno capitolino è arricchito da eventi, per la loro singolarità, imperdibili. A partire dal

abiti, i cappelli, il bastone, la divisa della Reale Accademia d’Italia sono intatti; come quando vi abitava e così come li ha lasciati lo scrittore e drammaturgo più significativo del Novecento (non solo) italiano, premio Nobel 1934 per la letteratura. Tutti, volendo, possiamo varcare la soglia dell’abitazione dove Pirandello, nato a Girgenti il 28 giugno 1867, è vissuto negli ultimi tre anni di vita, dal 1933 al 10 dicembre del ‘36. Ciò grazie all’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo - decollato nel ‘61, oggi pilotato da Paolo Petroni - che, con fervore religioso, la custodisce e quest’anno ha altresì lanciato una serie di iniziative già in corso - per il 150° della nascita del letterato siciliano. Eccone alcune, prossime: “Il caso Pirandello”, mostra storico-documentaria, a cura di Paolo Petroni e Claudio Strinati, dal 21 novembre al 14 gennaio. Due sedi - Casa Museo e Teatro di Villa Torlonia - accolgono, tra l’altro, autografi, costumi, foto inedite, video dedicati, quadri dipinti (molto rari da vedere) proprio da Luigi Pirandello, padre, ricordiamo, di Fausto (1899-1975), celebre pittore. In collaborazione con la Cineteca nazionale, dal 25 al 29 novembre, la rassegna “Pirandello e il cinema”, a cura di Amedeo Fago, alla Sala Trevi e a casa del geniale Luigi tavola rotonda con il gotha della regia cinematografica, da Marco Bellocchio ai fratelli Taviani. Su www.studiodiluigipirandello.it tutti gli eventi proposti dal Comitato promotore, presieduto da Andrea Camilleri.

XVI Festival internazionale di Musica e Arte Sacra che, dal 4 al 10 novembre, “offre” (alla lettera) sei concerti nelle basiliche di San Pietro, San Paolo, Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio e Santa Maria del Popolo. Attesissimi i leggendari Wiener Philharmoniker: mai saltata un’edizione. Ricorderà i 500 anni della Riforma protestante il “Concerto Luterano” con il Kammerchor der Frauenkirche Dresden diretto da Matthias Grünert insieme all’Ensemble Instrumenta Musica che chiuderanno la manifestazione. Tutte le info (programma completo e prenotazione) su www.festivalmusicaeartesacra.net. Non solo concerti: la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, presieduta da Hans Albert Courtial, profonde il suo generoso impegno anche nella conservazione del patrimonio artistico: nel 2019 sarà ultimato il restauro del tamburo della grande cupola e delle cupolette minori delle cappelle Clementina e Gregoriana della Basilica di San Pietro in Vaticano. La stagione (20 concerti, da ottobre ad aprile) dell’Università capitolina di “Tor Vergata”, realizzata in collaborazione con l’Associazione Roma Sinfonietta e con la direzione artistica di Luigi Lanzillotta, vivifica un’area metropolitana, altrimenti “priva di note”. Il 1° marzo l’Orchestra Roma Sinfonietta, sul podio Gabriele Bonolis, festeggia l’inaugurazione del nuovo Rettorato e dell’anfiteatro all’aperto, un nuovo spazio per la cultura. Su www.romasinfonietta.it tutto l’attraente cartellone e i suoi protagonisti: Enrico Dindo, Massimo Venturiello che legge Dante, Marco Serino, il Quintetto Bottesini, Gli esclusi (compagnia teatrale), Sandro Cappelletto, drammaturgo e voce narrante de “La felicità inseguita. Schubert e il male di vivere” e… collegatevi!

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di Chiara Rovan

TEATRO

“IL RITORNO DI CASANOVA” AL TEATRO INDIA

al 28 novembre al 10 dicembre il Teatro India ospiterà l’opera di Arthur Schnitzler Il ritorno di Casanova, adattato per il teatro e con la regia e traduzione di Federico Tiezzi. A vestire i panni del gran

seduttore per antonomasia, giunto ormai alla soglia della vecchiaia fisica e morale, l’eclettico Sandro Lombardi accompagnato sulla scena da Alessandro Marini e dai mu-

sicisti Dagmar Bathmann, Omar Cecchi e Niccolò Chisci. Dalla introspettiva penna dello scrittore austriaco, autore del celebre romanzo Doppio sogno (da cui la pellicola Eyes Wide Shut di Kubrick), scandaglio anch’esso degli oscuri abissi della mente umana, emerge dal suo racconto il personaggio di uno stanco Casanova che, deciso a tornare nella sua Venezia, dopo anni di viaggi e avventure, tra case di piacere e palazzi di nobili politici, teatri e corti europee, si ritrova nella villa di una coppia di vecchi amici a riflettere sulle sue debolezze e sul passare del tempo. Ormai solo, a cinquant’anni, l’anziano libertino tenta di sondare le profondità malate della propria psiche e della mente umana, mostrandoci il panorama decadente di una società settecentesca ormai sulla soglia del collasso. L’abilità di autoanalisi psicologica di Schnitzler viene trasportata con maestria sulla scena dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi, dando la parola proprio al protagonista che tenterà di calare la maschera del cinico nomade sfacciato, conquistatore amorale nonché beffardo diplomatico, per svelarsi semplice creatura alla ricerca del vero sé. L’incontro con una giovane studentessa, però, riaccenderà i suoi antichi istinti portandolo ad affrontare per l’ultima volta l’ennesimo scontro tra Eros e Thanatos, in un estremo e stanco tentativo disperato di strappare al tempo il suo inevitabile corso. Con una sorta di testamento spirituale, il magnifico e imperturbabile dongiovanni del passato, lascia il posto a un fragile e quanto mai lucido uomo del presente, che finirà i suoi giorni consapevole rassegnato dei suoi vecchi piaceri e disilluso schiavo solitario del suo destino.

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QUESTIONE DI CILINDRI

di Alessandro Cortellessa

NUOVA SUZUKI SWIFT 1.2 HYBRID TOP 4WD ALLGRIP ppena lanciata sul mercato italiano con la presentazione alla 4x4 fest di Carrara, la nuova Suzuki Swift 1.2 Hybrid Top 4WD Allgrip raggiunge un livello unico di tecnologia e sportività nel suo segmento, che punta a esaltare il guidatore attraverso l’evoluzione e l’innovazione. Il DNA SWIFT si perfeziona grazie a uno stile innovativo, tecnologie di sicurezza avanzate, un corpo vettura molto leggero e robusto e alla trazione integrale 4WD ALLGRIP, a tutto vantaggio delle prestazioni. Le forme della Swift confermano gli stilemi tipici del modello come le spalle

TRAZIONE INTEGRALE A GIUNTO VISCOSO, MOTORE IBRIDO ED ECCELLENTI SISTEMI DI SICUREZZA PER LA NUOVA VERSIONE DELLA SUZUKI SWIFT: UN CONCENTRATO DI TECNOLOGIA massicce, i montanti anteriori neri e i fari a sviluppo verticale davanti e dietro. Il corpo vettura è ora più corto, più basso e più largo per un look muscolare e ben piantato a terra, mentre il frontale ha una calandra più ampia e aggressiva.

All’intero il quadro strumenti di colore rosso dal look a cronografo, i dettagli sofisticati di colore bianco e le cromature satinate della plancia contrastano con la tonalità nera di fondo per creare un abitacolo dalla personalità marcata. Lo schermo LCD del sistema “My Drive”, posto tra i due indicatori circolari, è a colori e fornisce dei dati sul comportamento della vettura e sulle sue

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funzionalità, come: la visualizzazione della Forza G sul veicolo, in tempo reale; di potenza e coppia in tempo reale; dell’uso dell’acceleratore e del freno; dell’utilizzo del sistema Hybrid; della velocità impostata con l’Adaptive Cruise Control e della distanza fra i veicoli; i consumi medi di carburante. Nel quadro strumenti si trovano, oltre al tachimetro e all’indicatore del numero di giri motore, l’indicatore del livello di carburante e della temperatura del liquido di raffreddamento. Il cruscotto è dotato anche di Smartphone Linkage Display Audio con touchscreen da 7”, con connettività multistandard, mp3, Bluetooth e USB, supporto Apple CarPlay, Android Auto e MirrorLink, navigatore con mappe 3D e slot contenute nella SD card, sistema Radio DAB. Il telaio si avvale della piattaforma Heartct di nuova generazione caratterizzata da un riuscito mix di leggerezza e rigidità. Una revisione complessiva del sottoscocca e del posizionamento dei componenti ha permesso di ottenere una struttura molto rigida, che aumenta la sicurezza in caso d’impatto limitando il peso del corpo vettura a 960 kg e contribuendo in maniera determinante alla riduzione dei consumi e agli ampi miglioramenti nel comportamento di guida in termini di marcia, curve e arresto. Nuove anche le sospensioni per comfort e stabilità eccellenti; leggere e irrigidite, rialzano il corpo vettura di 25 mm rispetto alla versione 2WD, mantengono la caratteristica risposta molto diretta dello sterzo e allo stesso tempo garantiscono un grande comfort di marcia. La nuova Suzuki Swift 1.2 Hybrid Top 4WD Allgrip è disponibile con il motore ibrido a benzina 1.2 Dualjet Hybrid con 90 cv di potenza massima e 120 Nm di coppia il motore termico, 2,5 cv e 50 Nm per quello elettrico; il motore a scoppio è dotato di un rapporto di compressione più elevato, valvola di ricircolo dei gas di scarico EGR e di doppio iniettore per cilindro. Cuore dell’Hybrid è l’Integrated Starter Generator (ISG), costituito da un alternatore che riunisce le funzioni di tre componenti (motore elettrico, alternatore e motorino di avviamento), fornendo un surplus di potenza in accelerazione e in ripresa. Questo sistema produce energia durante le frenate, accumulandola in un’efficiente

QUESTIONE DI CILINDRI e leggera batteria agli ioni di litio da 12 V, che con le sue dimensioni ridotte lascia invariata la capacità di carico e gli spazi interni delle vetture ibride Suzuki. Il risultato è una progressione brillante e lineare, che si traduce in un grande piacere di guida su ogni percorso. Il sistema Suzuki Hybrid è il massimo della praticità, perché non richiede alcun intervento da parte del pilota, non ha bisogno di ricariche esterne e lavora in modo puntuale e preciso solo quando serve, contribuendo notevolmente al risparmio sul consumo di carburante. Il sistema 4WD Allgrip Auto di Swift adotta un giunto viscoso per la gestione della ripartizione della trazione tra gli assi an-

teriori e posteriori. Il giunto viscoso è un dispositivo nel quale si trovano un olio siliconico e due serie di dischi, collegate, attraverso due alberi, una all’asse anteriore e una a quello posteriore. Non appena si verifica uno slittamento delle ruote anteriori e, di conseguenza, si crea una differenza di velocità fra i due assi, l’olio siliconico presente nel giunto si scalda, diventa più viscoso e aumenta l’attrito tra i dischi, trasferendo coppia motrice alle ruote posteriori, in modo automatico e tempestivo. In condizioni normali, nella marcia rettilinea su asfalto, il 90% della coppia è trasmesso alle ruote anteriori e solo il 10% a quelle posteriori. Viaggiando su neve compatta la suddivisione diventa circa 60%40% mentre su ghiaccio si può arrivare anche al 50%-50%. Con la sua semplicità e l’assoluta affidabilità dei suoi componenti, il sistema non richiede inoltre alcun intervento di manutenzione. I progressi effettuati nelle prestazioni e nel feeling di guida di Suzuki Swift 1.2 Hybrid Top 4WD Allgrip sono abbinati all’adozione di raffinati dispositivi di sicurezza, che comprendono i sistemi “occhiodilince” (Advanced forward detection system, riconosce oggetti e pedoni e attiva gli altri sistemi di sicurezza), “attentofrena” (Dual Sensor Brake Support), “guidadritto” (Lane departure prevention), “restasveglio” (Weaving alert function), “nontiabbaglio” - (High beam assist), Adaptive Cruise Control (mantiene velocità e distanze di sicurezza), “guidadritto” - (Lane departure warning) che, 60km/h o a velocità superiori, ha il compito di monitorare la corretta direzione dell’auto e allertare il pilota in caso di fuoriuscita involontaria dell’auto dalla corsia di marcia. Altri dispositivi di sicurezza sono il Radar Brake Support, il Controllo della stabilità ESP®*2, il monitoraggio pressione pneumatici TPMS, la scocca Heartect a assorbimento d’urti, 6 airbag SRS e il “partifacile” - Hill hold control.

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INFORMAZIONE REDAZIONALE

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Un TaTUaggiO non è per sempre!

n italia, si stima che circa 7 milioni di persone, il 12,8% della popolazione, si siano tatuate almeno una volta nella vita (fonte istituto Superiore di Sanità). il tatuaggio è una delle più antiche forme di espressione d’arte in cui convivono manualità, fantasia e creatività del Tattoo artist e sogni, desideri, aspirazioni e racconti della vita del portatore di tale opera. a ciascuno il proprio tatuaggio che si differenzia per forma, colore, significato, grandezza; amori finiti, conquiste raggiunte, desideri, speranze, forza, coraggio, dolore… appunti impressi sul corpo e che, a seconda della posizione, se a destra o a sinistra, se sul braccio, su di una gamba o sulla spalla, ci indicano addirittura il vero carattere della persona. Ma nel corso della vita si sa, i sogni, gli ideali o anche delle semplici e pratiche esigenze possono cambiare e allora, come fare per riportare quel lembo di pelle al colore originario? il centro medico LighT TOUch del lido ha la risposta: il PicoWay, un laser con 3 lunghezze d’onda che si basa sul rilascio di impulsi a picosecondi ultra-brevi, consente la frammentazione dell’inchiostro del tatuaggio in particelle più piccole e più facilmente eliminabili, rimuovendo anche i colori più difficili come il verde e il celeste. QuALI sONO I VANTAGGI DEL NuOVO LAsER A PICOsECONDI A 3 LuNGhEzzE D’ONDA? • È efficace nel trattamento dei tatuaggi di qualsiasi tipo e colore.

licatezza, precisione ed accuratezza con la quale è stata precedentemente dipinta sulla tela/pelle, l’opera d’arte che meglio rappresentava lo stato d’animo del cliente. i tatuaggi sono arte, LighT TOUch del lido è l’arte che cura... DOPO 2 TRATTAMENTI

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• Non lascia nessuna cicatrice o segno visibile. • Richiede un numero ridotto di sedute: i tempi si sono generalmente ridotti, andando mediamente da 2 a 6 sedute. Tutti i diversi fototipi di pazienti possono usare questa tecnologia senza rischi, anche le carnagioni più scure. i costi in totale sono ridotti rispetto ai laser di vecchia generazione. LighT TOUch del lido, con il suo innovativo sistema PicoWay, offre la certezza della rimozione di un tatuaggio non più in linea con lo spirito del suo possessore, il tutto effettuato in un centro specializzato, con tecniche all’avanguardia, personale medico qualificato che opera con la stessa de-

LIGHT TOUCH del lido sTuDIO MEDICO DERMATOLOGIA - LAsERTERAPIA - MEDICINA EsTETICA

Via Corrado del Greco, 54 - 00121 Ostia Lido (RM) Tel. 06 95 219 112 / 06 56 72 820 - www.lt-lido.it FOTO Luigi Filetici

al civico 54 di via corrado del greco ad Ostia (Roma) è nato LighT TOUch del lido, uno studio di dermatologia, medicina estetica e laserterapia. Un progetto innovativo per ambientazione, architettura, potenzialità terapeutiche e connotazione emozionale che porta il paziente alla riconciliazione con la natura, con il corpo, con il tempo, in un microcosmo al passo con la modernità efficiente, sofisticata degli strumenti e dei metodi che LighT TOUch del lido ed i suoi professionisti mettono a disposizione per i trattamenti di medicina estetica. Pareti di legno, grandi vetrate, sculture e quadri, un sottofondo musicale rilassante accolgono i pazienti di armonia tra mente e corpo all’insegna di tutto ciò che aspira al bello, a ciò che può essere considerata quella forma d’arte che cura. Un modo per introdurre il visitatore al tema dell’attività: la ricerca dell’armonia tra mente e corpo. in una sola parola, la medicina estetica.

di Paola Stefanucci

SALUTE E BENESSERE

I BENEFICI DELL’ARRAMPICATA arrampicata su roccia nasce, in origine, come metodo usato dagli scalatori esperti per allenarsi a alla vera montagna. Negli anni ’80 si è diffusa come attività indipendente dalla pratica originaria e si è iniziato a svolgere anche al coperto, su pareti interne. Nel corso di questi ultimi decenni sono nate diverse varianti:

L ’

PER PSICOLOGI E TERAPISTI UN’ATTIVITÀ FONDAMENTALE PER SVILUPPARE MENTE E CORPO il “bouldering”, arrampicata a basse altezze, con tappeti di sicurezza; “l’arrampicata sportiva”, ovvero l’arrampicata su pareti rocciose, in cui si sale di solito senza corda; “l’arrampicata tradizionale”, cioè percorsi montani in cui ci si arrampica con la propria attrezzatura di sicurezza, e “l’arrampicata su ghiaccio”, ovvero su pareti rocciose ricoperte di ghiaccio. L’arrampicata indoor a livello di principianti è diventata molto popolare perché è un’attività che possono praticare in tanti, dai 5 ai 70 anni. In certe fasce di età è utile l’assistenza degli allenatori preparati anche in riabilitazione. È poi uno sport completo, perché coinvolge tutti i muscoli e rafforza l’apparato scheletrico oltreché quello cardiaco. Una buona tecnica è più utile della forza fisica, anche se l’energia diventa ovviamente sempre più necessaria all’aumentare dei livelli di difficoltà. In generale sono indispensabili l’equilibrio e la consapevolezza che alla soluzione dei problemi si arriva con l’esperienza e l’abilità più che con la forza. Ogni percorso, infatti, è una sfida dove entra in campo la pazienza, la propria capacità di pianificazione e di analisi. I principianti, molte volte, cominciano a salire subito, poi con l’esperienza, si capisce come pianificare e visualizzare il percorso migliore, individuando le parti più

difficili prima di iniziare. Mano a mano si impara che ogni colore degli appoggi indica diverse difficoltà. Quelli neri per esempio sono molto lisci, altri sono di difficile presa. In una salita, quindi, a seconda delle proprie abilità si segue preferibilmente un solo colore. Nel corso del tempo, praticare con regolarità l’arrampicata sviluppa la concentrazione, la propria determinazione e la capacità di problem-solving. L’esperienza porterà, naturalmente, al volere sfidarsi e provare salite più difficili. Il climbing all’aperto è anche un’attività sportiva che favorisce la socializzazione, visto che dovrebbe essere praticato soprattutto in gruppo, condividendo sfide, esperienze ed emozioni. L’arrampicata è una buona terapia per bambini o gli adolescenti affetti da “disprassia”: la difficoltà di coordinare i movimenti ed il linguaggio. Inoltre, dal punto di vista psicologico, chi vive un momento di depressione può avere dei benefici praticando questo sport. Come spiegano diversi terapeuti, il livello di concentrazione è talmente alto e totale sull’obiettivo-sfida, che ciò libera la mente dai pensieri più negativi. Infine il climbing aiuta a recuperare la capacità di riconoscere e gestire la paura in tutte le sue sfumature, fino al panico. È comune tra gli psicoterapeuti sostenere che l’arrampicata metta le persone in contatto con sé stesse, in particolare con la gestione delle proprie emozioni: paura, rabbia, impotenza e le proprie frustrazioni, autonomia, dipendenza o fiducia in sé e negli altri.

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tart moving significa movimento di avvio: muovere l’inizio. È un percorso per l’estetista, nel quale massaggio, respirazione, riequilibrio energetico, allentamento delle posture rappresentano gli strumenti e non la finalità delle attività del corso che proponiamo. Siamo convinti che sia possibile far sorgere nello spazio interno dell’individuo e nel suo modo specifico di percepire questo spazio, un ambiente, un clima, uno stato di rilassamento profondo ma vigile, uno stato di vagotonia che ripara, guarisce e fa vivere l’esperienza del recupero delle sensazioni del corpo, dell’ampliamento della propria percezione in modo da favorirla. Attraverso tali strumenti lo Start Moving permette di leggere

i segni e i messaggi del corpo e di trovarne il punto di inizio e il movimento appropriato. Il limite è dato dal grado di apertura possibile in quel momento di quel corpo e dalla disponibilità della cliente che lo indossa, ma anche dalla capacità dell’estetista di sentire quel limite e rispettarlo. È un corso attivo, dinamico che coinvolge chi partecipa, la parte teorica e tecnica delle manovre e dei movimenti è fondamentale, ma ciò che fa la differenza e arricchisce chi partecipa è dato dalla esperienza che matura dentro di sé. Start Moving è frutto di anni di lavoro, di osservazione, di sperimentazione, di studio, di ricerca, di pratica di chi lo propone con l’ausilio di relatori medici specialisti. Seguiteci sul nostro sito www.somawell.it, sarà nostra cura inserire i contenuti del corso con le relative date di effettuazione entro la fine di dicembre 2017 Per ulteriori informazioni, contattateci al numero 06.50930113, oppure su facebook o instagram (Somawell benessere e medicina) la nostra segreteria sarà disponibile per rispondere alle vostre domande.

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www.13magazine.it

Fatti, Notizie, Curiosità e Approfondimenti per chi vive nel Municipio X

LO SPORT DIVENTA UNIVERSITÀ

n vero e proprio campus universitario dedicato allo sport, al suo retroterra tecnico e culturale, all’alta formazione in ambito fisico e marziale. Questo vuole essere l’Università Popolare della

NASCE PRESSO IL BABEL L’UNIVERSITÀ POPOLARE DELLA CULTURA FISICA E DELLE DISCIPLINE MARZIALI Cultura Fisica e delle Discipline Marziali: un punto d’aggregazione e di formazione che mancava nell’ambito del territorio del X Municipio. Abbiamo parlato del progetto con il suo Presidente, Luigi Cappadonia… Iniziamo dalle basi: che cos’è questa nuova Università? È una realtà accademica riconosciuta legalmente che ha in animo di curare e formare studenti e operatori del settore sportivo e marziale coniugando due realtà: la cultura fisica in senso lato (tutti gli sport) e le arti marziali. Questo connubio non è una novità ed era già presente in Italia negli anni ’70. In quel periodo per diventare istruttore di sala pesi o di qualunque disciplina sportiva non agonistica era necessario essere almeno una cintura marrone di Judo. Perché questo? Perché il Coni prevedeva che Caposcuola M° Luigi Cappadonia gli sport da combattimento che erano stati elevati al rango di disciplina sportiva - ad esempio il Karate - erano i più completi e formativi dal punto di vista della preparazione fisica e teorica. Dunque che idea di sport avete? Siamo andati a recuperare il concetto di cultura fisica che, a partire dagli anni ’80, è stato deviato dall’uso di anabolizzanti e steroidi. La cultura fisica non è culturismo. Noi rivendichiamo una formazione che ha chiesto accreditamenti come ente di ricerca al MIUR e che è stata accettata tra le università popolari alla CNUPI (Conferenza Nazionale Università Popolari Italiane). Dunque abbiamo deciso di strutturarci attraverso organismi accademici, con un Rettore e dei Docenti. Questo denota una scelta qualitativa diversa: non limitarsi a fare sport ma aggiungere un sostegno di tipo tecnico e teorico. Come funziona l’Università popolare? Abbiamo periodi formativi brevi mirati all’insegnamento pratico, master brevi e annuali. Tutto questo nel quadro di un partenariato con l’Uni-

versità popolare degli studi di Milano. La nostra scelta per quanto riguarda la sede è ricaduta sulla polisportiva Babel, perché riteniamo che nel territorio del X Municipio sia la realtà con le strutture più idonee per accogliere i nostri corsi. Ci hanno consentito di usufruire di spazi importanti in un posto meraviglioso. Cosa mi dice del corpo insegnanti? I nostri insegnanti sono tutti quanti delle eccellenze nei rispettivi campi. Abbiamo anche inserito dei medici, tra cui il rettore, Igino Bernini. Nella cultura fisica è necessario conoscere l’anatomia e la biomeccanica. Per ogni singola disciplina marziale abbiamo dei maestri riconosciuti. Tanto per fare qualche nome, abbiamo Stefano Iandoli (ottavo dan) e io stesso sono rappresentante di uno stile sino-tibetano tradizionale che precede il Kung Fu Shaolin, il quale a sua volta eredita dal mio stile tutta una serie di tecniche. Abbiamo nel nostro Direttivo e come docente Sergio Di Maio per ciò che concerne l’area della cultura fisica. Abbiamo inoltre tra le attività dell’università la danza e il tango, discipline sino ad oggi non contemplate negli studi accademici. Che tipo di opportunità è per gli studenti? I nostri corsi tramite la Conferenza Nazionale Università Popolari Italiane saranno immediatamente iscrivibile nel motore “SOFIA” del Ministero della Pubblica Istruzione: chi completerà un corso formativo potrà iscriversi e certificare la propria formazione attraverso tale portale. Il titolo ha dunque evidenza a livello nazionale e una forma di spendibilità curriculare di privilegio, potendo integrare sempre e comunque con successive formazioni e aggiornamenti professionali. Quando partirà l’attività universitaria? Per la metà del mese di novembre, avremo iscrizioni e immatricolazioni. Abbiamo tante richieste e i corsi sono già stati predisposti. Li approverà il senato accademico e il direttivo.

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X NEWS

di Vincenzo Galvani

MADONNETTA, HA RIAPERTO I SUOI BATTENTI LA SCUOLA PER MIGRANTI EFFATHÀ a ripreso le sue attività soltanto da poche settimane ma conta già molti iscritti la scuola per stranieri Effathà, facente parte delle attività della Onlus C.i.a.o., all’interno del centro di formazione giovanile Madonna di Loreto nella chiesa di San Carlo da Sezze in via di Macchia Saponara. L’istituto scolastico, il cui personale agisce su base totalmente volontaria e offre servizi gratuiti, articola le sue attività sulle direttive del Quadro di Riferimento Europeo delle Lingue, e offre il suo servizio ai lavoratori, alle lavoratrici, agli indigenti e a chi cerca una forma di inserimento sociale. La scuola offre anche uno sportello legale e può contare anche su una squadra di calcetto formata dai suoi studenti. Il tutto sotto la supervisione del direttore, Flavio Tannozzini. Per chi fosse interessato, le lezioni si svolgono tutti i martedì ed i giovedì dalle ore 19:00 alle ore 20:30.

UN CONVEGNO PER RIPENSARE LE TERRE SCOSSE DAL SISMA al 28 novembre al 2 dicembre, in piazza della Rocca 13 (Sala Riario, Borgo di Ostia antica) si terranno un convegno e un workshop (“Refactoring Norcia”) che avranno per tema la riqualificazione, attraverso idee e specifici progetti, delle aree produttive ed industriali dei territori colpiti dal sisma del Centro Italia. Una tre giorni nella quale si alterneranno gli interventi di alcuni tra i più importanti esperti di urbanistica e architettura. L’evento è riconosciuto dall’ordine degli architetti e riconosce crediti formativi.

BIBLIOTECA IN MEZZO ALL’ABBANDONO rba alta, rifiuti, piante malate: la situazione dei giardini intorno alla biblioteca comunale di Acilia Sud peggiora. Pochissimi interventi istituzionali e incuria hanno consentito che lo spazio si trasformasse in una piccola selva. E non basta. Le mura del luogo continuano ad essere oggetto di gesti vandalici e affissioni abusive. A tutto questo vanno aggiunte le soste abusive delle automobili dinanzi agli scivoli per i disabili o in doppia fila. Anche la situazione del parco adiacente, comunque, non è delle migliori. Rifiuti, panchine divelte e tanta noncuranza “animano” la vita del punto verde Un luogo dimenticato che rimane in piedi solo grazie all’intervento di pulizia di alcune volontarie.

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di Lucia Bianco (inviate le vostre ricette a luciabianco@hotmail.it)

BUDGET E RICETTE

DUE CLASSICI: LASAGNE E SPEZZATINO fine ottobre ho avuto a casa degli amici carissimi con una deliziosa bambina di cinque anni. La mia intenzione era di coccolarli con sapori gustosi e con Roma che non si smentisce mai! Asia, una bimba curiosa e molto intelligente, mi ha subito raggiunta in cucina, si è arrampicata sulla scaletta, si è rimboccata le maniche e ha esclamato: “sono pronta”! Così è

cominciata la nostra settimana di cucina insieme. Nella dispensa avevo una confezione di “lasagne ricce” e ho pensato che fosse finalmente l’occasione per prepararle. Dunque spazio ai sapori classici come quelli della lasagna con ricotta e spinaci; ma con un tocco “frufru’”. Chiudo con lo spezzatino con i piselli: un piatto per il quale ultimamente mi sono arrivati dei complimenti…

LASAGNA RICOTTA E SPINACI

parmigiano grattugiato e provola grattugiata e infornate a 180 in forno preriscaldato per 25-30 minuti circa Gustate calde e filanti o tiepide. Se le preparate in anticipo potete conservarle in frigo e poi cuocerle al momento oppure potete cuocerle sempre in anticipo per poi riscaldarle in forno a 220 gradi con la carta argentata per 5 minuti. Ovviamente l’aiuto di Asia è stato indispensabile... Buon appetito!

INGREDIENTI • 1 confezione di sfoglie di lasagna riccia • 300 gr di ricotta vaccina • 4 cucchiai di parmigiano reggiano • 500 gr di spinaci

• 80 gr di provola affumicata • 1 bottiglia di passata di pomodoro • 1 spicchio d’aglio • Basilico • Sale e pepe qb

PREPARAZIONE

ominciamo preparando gli spinaci. Possiamo scegliere se comprare quelli surgelati a cubetti oppure quelli freschi (io consiglio quelli piccoli). In ambedue i casi preferisco usare il microonde per cuocerli: basta veramente poco tempo per quelli freschi, appassiranno senza trattenere acqua. Quelli congelati metteteli nel microonde 6 minuti al massimo e, se l’acqua non è evaporata, metteteli a scolare, dovranno essere ben asciutti. Stesso discorso per la ricotta, la quale deve scolare il più possibile, io la metto nel colapasta dalla notte prima. Ammorbidite la ricotta lavorandola con sale, pepe, parmigiano ed un po’ di noce moscata. Poi aggiungete gli spinaci tritati finemente e amalgamate il tutto. Il sugo di pomodoro potete prepararlo velocemente con la passata di pomodoro, olio, cipolla e basilico facendolo ridurre per 10 minuti circa. Ora passiamo alla pasta. Fate bollire l’acqua in una padella larga e lessate 4-5 sfoglie di lasagna alla volta nell’acqua salata per 5-6 minuti circa: il tempo da renderle abbastanza morbide da arrotolarle su sé stesse. Fatele asciugare sul canovaccio poi tagliatele a metà e farcitele una per volta con il mix di spinaci e ricotta e qualche cubetto di provola (che avrete fatto asciugare in frigo per una giornata). In una pirofila da forno mettete del sugo di pomodoro sul fondo. Arrotolate le lasagne e sistematele nella pirofila preparata con il sugo. Coprite tutto con abbondante sugo,

SPEZZATINO CON PATATE E PISELLI INGREDIENTI (4 PERSONE) • 500gr di polpa di manzo • 1 cipolla • 1 gambo di sedano • 1 piccola carota • 2 dadi

• Vino bianco • 3 o 4 patate (dipende dalla grandezza) • 200gr di pisellini congelati

PREPARAZIONE

on la pentola a pressione, ottengo una carne ben cotta, morbida e saporita impiegando solo 20 minuti di cottura. Nella pentola mettete un filo d’olio e la cipolla tritata

finemente (aggiungete un filo di acqua per non bruciarla), quando diventa trasparente aggiungete la carne e fatela rosolare velocemente. Aggiungete i dadi e ¼ di bicchiere di vino bianco, fate evaporare e chiudete la pentola; quando sfiata il vapore, abbassate la fiamma e cuocete per 10 minuti. Preparate le patate a tocchi non troppo piccoli ed il battuto di sedano e carota, allo scadere dei 10 minuti mettete la pentola sotto un filo di acqua fredda aprite lo sfiato ed aprite la pentola; aggiungete le patate ed il trito, mescolare, chiudere la pentola e allo sfiato cuocete altri 8 minuti ed il gioco è fatto…

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MAGNAROMA

CIBO: I NUMERI DELLO SPRECO

risi economica e cambiamenti climatici costringono gli uomini a ripensare la loro permanenza sul pianeta terra. Ancora oggi organizzazioni come la FAO stimano che vada buttato un terzo dei prodotti alimentari, ovvero 1,6 miliardi di tonnellate, pari a 660 calorie a testa al giorno. Tutto ciĂ˛, oltre allo spreco di denaro (vanno in fumo 700 miliardi di euro), porta a una stimabile e inutile produzione di gas serra per 3,3 miliardi di tonnellate. Insomma, dopo Cina e Stati Uniti, lo spreco alimentare sarebbe il terzo soggetto al mondo per inquinamento. Lâ&#x20AC;&#x2122;Italia, essendo sopra la media e sprecando circa 990 calorie al giorno di cibo, produce 16 miliardi di euro di sprechi e circa 25 tonnellate di gas serra inutili. Insomma, va profondamente rivisto lo stile di vita.

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OROSCOPO DI NOVEMBRE di Alehandra

ARIETE 21/3 · 20/4 Troppo stress e lavoro. Cercherete riposo nelle amicizie e nel pensiero, accarezzando nuovi sbocchi professionali e sondando nuove vie. Cercate di non tirare troppo la corda e di non mostrarvi nervosi con parenti e amici. All’orizzonte ci sono novità interessanti: sappiate coglierle senza ansia, cercando di trasformare il quotidiano senza strafare.

ELI ROTH

18/4/1972

BILANCIA 23/9 · 22/10

BAILEE MADISON

15/10/1999

TORO 21/4 · 20/5 Mese ambivalente, nel quale soffrirete di alcune incertezza sentimentali. Da altri punti di vista sarete invece energici e pieni di brio. Saprete come dedicarvi a voi stessi e ai vostri scopi professionali. Il tempo libero vi aiuterà a raccogliere le forze per le sfide future e per le tensioni a casa. Non preoccupatevi, ne uscirete bene.

MELANIE MARTINEZ

28/4/1995

SCORPIONE 23/10 · 21/11

LORENZO PELLEGRINI

19/6/1996

21/11/1992

SAGITTARIO 22/11 · 21/12

KHLOE KARDASHIAN

27/6/1984

11/12/1996

CAPRICORNO 22/12 · 20/1

JESSE JAMES RUTHERFORD

21/8/1991

24/12/1991

ACQUARIO 21/1 · 19/2

CHLOE GRACE MORETZ

10/2/1997

VERGINE 23/8 · 22/9

CHINA ANNE MCCLAIN

25/8/1998

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Mercurio in Sagittario vi darà fastidio e vi metterà alla prova. Siete precisini, organizzati e metodici ma siete distratti. Una sfida vi occupa il centro del cervello e tutto ciò vi distrae. Insomma, è il periodo delle emozioni, della testa tra le nuvole, dell’umore lunatico. Per voi è un po’ tutto nuovo: forse da tempo non vi sentivate così. Non preoccupatevi!

L’inizio del mese è passato all’insegna del nervosismo. Per chi ha tenuto duro si prepara il meglio. Marte e Venere ci mettono del loro per complicarvi la vita. Giove vi verrà in aiuto e vi toglierà dai guai. L’importante è avere cautela e molta pazienza. Soprassedere è un’arte che vi darà un grande interesse finale. Coglietelo ed evitate gli atti impulsivi.

LOUIS TOMLINSON

LEONE 23/7 · 22/8 A novembre avrete una marcia in più. Periodo giusto per organizzare delle piccole vacanze, magari weekend romantici, e prendere una pausa dalle incombenze. Quest’ultime purtroppo non mancano, e sono economiche o di tipo sentimentale. In ogni caso non vi mancherà una buona dose di energia. Saprete come prendere il toro per le corna.

Mercurio e Marte vi spalleggiano, dunque sarà un novembre decisamente interessante. In vista nuove amicizie e scoperte frizzanti, quelle che vi permetteranno di passare le serate giuste. C’è una questione in famiglia che aspetta di essere risolta e voi la prenderete con il piglio giusto. Un fine settimana diverso, magari con un viaggetto, vi darà lo spunto per stare sereni.

HAILEE STEINFELD

CANCRO 22/6 · 22/7 Il parere di qualcuno in famiglia è contrario, ma è tempo di realizzare qualche cambiamento o addirittura la rivoluzione alla quale lavorate da tanto. Questo darà vita a qualche tensione in famiglia ma supererete tutto grazie all’intuito, agli amici e - perché no alla furbizia. Nel complesso sarà un periodo positivo: godetevelo!

È il mese del cuore e degli affetti, inclusi quelli sedimentati da tempo in famiglia. C’è aria di sorpresa in vista e qualche buona notizia in arrivo. Potrebbe essere sul fronte dell’amore ma anche su quello del denaro. Insomma, il vento inizia a soffiare in poppa e l’unica cosa che vi chiede è di avere la pazienza di assecondarlo. Tutto il meglio arriverà.

CONOR MAYNARD

GEMELLI 21/5 · 21/6 Mese davvero positivo. Vi sentirete soddisfatti per fatti che riguardano la famiglia o per un rapporto sentimentale che riprende il volo. Attendete da tempo che qualcosa si concretizzi. Ecco, il tempo è arrivato. Rimane sul tappeto solo il problema dei troppi pensieri confusi, delle distrazioni, della tendenza a discutere di cose che non hanno senso.

Sarà un mese vivo, intenso, vivace e frizzantino. Mercurio è in Sagittario e Marte è nel vostro segno. Significa che avete entusiasmo, voglia di fare e di ottenere risultati. Alcune questioni sono in sospeso e potreste approfittarne per ottenere dei risultati importanti. C’è una bella spinta alla vita famigliare, qualcosa di positivo nell’aria. Da tempo lo aspettavate.

Marte e Mercurio vi daranno in questo novembre un alone di magia. È preventivato un viaggetto a fine mese e tutto andrà bene se terrete sotto controllo le faccende di casa. Sì, insomma, in famiglia ci sono alti e bassi ed è il caso che voi ridimensionate le vostre pretese dal partner. Equilibrio: questa è la parola all’insegna della quale dovrete arrivare al Natale.

PESCI 20/2 · 20/3

JENSEN ACKLES

1/3/1978

Sarà un mese un po’ faticoso, per cui in amore dovete assolutamente trovare il tempo per dedicarvi al partner. I rapporti vanno coltivati e voi da un po’ di tempo avete la testa altrove. Cercate di non suscitare gelosia e di dare un po’ di tenerezza. Sul lavoro prendete la competizione come un’opportunità.