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Sostenibilità, Puglia modello per Università e Imprese
Più che una novità è una conferma: il 2023 sarà l'anno dell'innovazione sostenibile. Chiaro segnale della tendenza è l'indirizzo che i corsi di studio universitari hanno dato ai propri programmi e progetti, sempre più orientati a mettere a punto sistemi per ridurre le ripercussioni delle attività umane sull'ambiente e sulle persone. Il mondo accademico in questo modo riflette le necessità del settore imprenditoriale, ormai giunto alla consapevolezza che le azioni orientate alla sostenibilità rappresentano un investimento e non un costo. È quanto è emerso ad esempio da un'analisi svolta dall'Università Lum “Giuseppe Degennaro”.
“Lo scorso anno – ha spiegato il Rettore Antonello Garzoni – abbiamo condotto una ricerca con Confindustria Giovani Puglia per capire la propensione alla sostenibilità degli imprenditori del territorio. Sono tutti dell'idea che la sostenibilità sia un investimento imprescindibile. Inoltre abbiamo gestito a maggio la tappa pugliese del Salone dell'Innovazione nella camera di commercio con ottimi risultati in termini di rapporti e progetti sviluppati. È chiaro ora come gli studenti e le imprese abbiano necessità di dialogare”.
Altro esempio è quello fornito dall'Università degli Studi del Salento che ha messo a punto una piattaforma on line grazie alle quale imprenditori e stakeholders possono osservare i dettagli e lo stato di avanzamento delle ricerche condotte dall'Ateneo.
“Abbiamo già prodotto ottimi risultati in questo senso – ha spiegato il Rettore di UniSalento, Fabio Pollice - come un progetto per il riutilizzo degli scarti ittici e un altro, brevettato, per per trasformare gli scarti della lavorazione della pelle in materiali rigenerati e riutilizzabili nel settore tessile”.
Il tessuto produttivo comincia dunque a prendere consapevolezza del fatto che la sostenibilità sia un'opportunità, tuttavia ciò non deve indurre a pensare che il risultato sia già stato ottenuto. È ancora il Rettore di UniSalento, Fabio Pollice, a spiegare come il lavoro sia ancora molto. “Abbiamo creato un corso in Sviluppo
Sostenibile e Cambiamenti Climatici, in collaborazione con il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici). In questo caso però la risposta non è stata significativa, ma forse perché c'è un problema di interpretazione legato a questa nuova professionalità. Allora - ha concluso- dobbiamo fare uno sforzo per far comprendere alle istituzioni e alle imprese, ma anche agli studenti, che una figura capace di interpretare le necessità dell'ambiente è fondamentale all'interno di un'azienda”.
C'è ancora un altro aspetto da prendere in considerazione. Il concetto di Sostenibilità, anche alla luce del conflitto che sta sconvolgendo l'Europa, non può che essere legato al concetto di Pace. “Dobbiamo comprendere che senza pace non ci può essere sostenibilità”, ha sottolineato il rettore dell'Università degli Studi di Bari
A. Moro Stefano Bronzini in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico. “I corsi di studio infatti sono ora orientati a progettare la sostenibilità legata al futuro. Stiamo ampliando in questo senso i servizi agli studenti garantendo nuovi spazi di dialogo con le tante imprese che vogliono confrontarsi con noi”.
Esempio concreto sono le potenzialità della Blue Economy, ossia l'economia legata all'utilizzo delle risorse del mare in modo equo. A inizio anno è stato infatti sottoscritto un protocollo d'intesa tra l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro e la Società Italian Blue Growth, tra le principali in Europa del settore. Si tratta di un accordo finalizzato alla promozione della collaborazione in ambito di ricerca trasferimento tecnologico, innovazione e chiaramente formazione.
“Per quanto riguarda la Blue Economy abbiamo programmato più investimenti su ricerca e formazione che significa più dottorati di ricerca, più corsi di laurea legati alla sostenibilità, all’ecologia, alla tutela del mare. In questo percorso – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini – la collaborazione con IBG rappresenta un'ulteriore spinta alla crescita di un modello culturale ed economico che grazie alla ricerca e all’innovazione sia più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”.
A inizio febbrario Uniba ha ospitato un incontro su scala nazionale per parlare del futuro delle Università. Si tratta del convegno GEO-CRUI. Tema centrale: le strategie da mettere in campo per lo sviluppo della qualità nella didattica universitaria. Il Convegno ha visto la partecipazione di alcuni importanti atenei italiani ed e' stato organizzato in continuità con il precedente confronto nazionale, tenutosi sempre all’Università di Bari nel 2018, con oltre 300 responsabili di 37 Atenei.
Collaborazione e sviluppo. Dopotutto i numeri parlano chiaro: nella sola città di Bari negli ultimi due anni sono approdate 10 “big” del mondo dell'innovazione digitale e del busi- ness dei servizi informatici. Nei prossimi mesi sono previste oltre 5mila assunzioni. E quindi occorre accelerare sulla formazione. Il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, è intervenuto in più occasioni per promuovere “la formazione di un Polo della ricerca e di una cittadella dell'innovazione”.
Ancora una volta si sottolinea la necessità di dar voce al coinvolgimento e alla partecipazione della società. Da qui nasce l'iniziativa de laboratorio “Riapro”, patrocinata dal Politecnico di Bari con tutte le Università pugliesi durante la pandemia. Allora c'era l'esigenza di riconvertire le produzioni per realizzare dispositivi di protezione individuale. L'iniziativa partita in un periodo emergenziale è e si ripropone di riconvertire l'industria verso attività più sostenibili. É stata quindi realizzata una rete di laboratori all'interno dell'università pugliesi che possono dialogare soprattutto con le piccole e medie imprese del territorio per aiutarle a decifrare delle logiche, delle regole, che spesso non sono facilissime per loro, ad esempio la questione della certificazione del materiale sanitario.
“Questo tipo di problematiche si riflette nella quotidianità di molte delle imprese del territorio – ha spiegato ancora il Rettore- che forse anche per questo rimangono alcune volte tagliate fuori da alcuni processi che potrebbero permettere loro di affrontare magari anche mercati internazionali”.
Insomma nella corsa a un modello di sviluppo sostenibile la Puglia ha dunque tutte le carte in regola per giocare un ruolo di punta diventando un modello da imitare.
Nuove Figure E Competenze Nella Squadra Aqp
Acquedotto Pugliese alla fonte della gioventù tecnica e tecnologica, nel cuore del Politecnico di Bari, per individuare e selezionare giovani ingegneri da inserire nella sua grande famiglia. Nel mese di dicembre, la società partecipata ha organizzato un recruiting day, al quale hanno partecipato oltre 500 laureati in Ingegneria. “Un doppio filo lega il Poliba ad AQP – ha spiegato Francesco Cupertino, rettore del Politecnico – la scuola di ingegneria nacque a Bari proprio per sostenere lo sviluppo dell'Acquedotto Pugliese. Le necessità ora sono cambiate, basti pensare al tema della produzione di energia”. Nel prossimo futuro infatti la società partecipata si trasformerà in una multiutility, entrando quindi anche nel mondo dell'energia e dei rifiuti. “Per questo – ha dichiarato Domenico Laforgia, presidente di AQP – è per noi necessario individuare nuove figure con nuove competenze da inserire nella nostra squadra”. E tra le parole chiave di questa iniziativa c'è la parola “squadra”, perchè, come sottolineato da Francesca Portincasa, direttrice generale di Acquedotto Pugliese, “ormai abbiamo la certezza che da soli non si va da nessuna parte e in questa catena del valore fondamentali sono le soft skills di ciascun candidato: la capacità quindi di lavorare in team e di problem solving”. Tra le prove affrontate dagli ingegneri anche il gaming, una sorta di gioco digitale e interattivo, in grado di definire il profilo psicologico e caratteriale del candidato.