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GOCCIA DOPO GOCCIA
Gooccia dopo goccia, l'acqua con la sua forza e tenacia, con la sua pazienza e determinazione, ha dato vita ad un mondo incantato, meraviglioso, luccicante, che nel corso degli anni ha ammaliato migliaia di persone. Le Grotte di Castellana, scavate nella roccia proprio dall'acqua, hanno infatti origini antichissime. Risalgono al periodo del Cretaceo, quindi circa cento milioni di anni fa, quando la Puglia era sommersa da un antico mare nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini.
“La prima grotta è quella più grande con i suoi 60 metri di altezza, 100 metri di lunghezza e 50 di larghezza, è l'unica caverna aperta delle Grotte di Castellana – ha spiegato Loredana
Romanazzi, speleologa – Migliaia di anni fa la volta è collassata, permettendo così alle grotte di connettersi con il mondo esterno”.
La “Meraviglia d'Italia”, così come sono state definite dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua visita in occasione degli 80 anni delle Grotte di Castellana, sono state scoperte solo nel 1938, dallo speleologo lodigiano Franco Anelli. Prima infatti non c'erano né i mezzi né gli strumenti per potervi accedere.
“Il percorso nelle grotte – ha spiegato ancora Loredana Romanazzi – si sviluppa per circa 3 km ad una profondità media di 70 metri, ma gli speleologi attraverso dei pozzi interni, hanno raggiunto persino una profondità di 128 metri. Uno dei limiti delle grotte pugliesi è infatti la presenza eccessiva di anidride carbonica, che non permette agli speleologi di andare più in profondità”.
Passando di grotta in grotta, circondati da stalattiti e stalagmiti, si può percepire anche come vi sia un cambiamento nella temperatura. La prima gotta, chiamata anche grave, ha infatti una temperatura variabile, avendo un'apertura sulla volta, nelle altre grotte invece la temperatura resta costante e si aggira intorno ai 17 gradi.
E sono davvero tante le concrezioni particolari che affascinano i visitatori lungo il percorso, come la grande colonna di 12 metri, che si trova in alto nel “Cavernone dei monumenti”, il luogo dove terminò la prima discesa di Franco Anelli. La colonna, che poggia entrambe le estremità alla parete, si allontana però nella parte centrale e questa sua posizione fa capire come sia stabile il territorio da un punto di vista sismico. “Se ci fosse una forte scossa di terremoto – ha precisato la speleologa – questa sarebbe la prima struttura a collassare”.
Un luogo davvero magico, a tratti scintillante, che meraviglia e stupisce per le forme e per i colori che qui si possono ammirare.
Ma come si formano stalattiti e stalagmiti?
“L'acqua piovana, dopo aver incontrato l'anidride carbonica, attraversa la roccia calcarea, assorbendone il carbonato di calcio – ha spiegato Loredana Romanazzi - Quando poi l'acqua arriva in uno spazio vuoto, avviene un processo inverso, la gocciolina staccandosi dalla roccia, deposita nuovamente il carbonato di calcio, formando così la stalattite. Se cadendo avviene lo stesso fenomeno, si forma la stalagmite. In questo caso, dall'unione di que- ste concrezioni prendono forma le colonne. Ci sono poi altre strutture particolari, le cortine, che si sviluppano quando l'acqua non cade perpendicolarmente dalla volta della caverna, ma si lascia scivolare su una parete inclinata. Le cortine possono crescere di un centimetro ogni 100 anni, mentre le stalattiti un centimetro ogni 50 anni”.
Un tempo quindi lunghissimo, proprio per questo ogni visitatore è chiamato a rispettare questo luogo, non toccando queste strutture, perchè come precisato dalla speleologa, “il grasso delle mani potrebbe renderle impermeabili, ponendo fine al processo di accrescimento”.
È quindi un luogo che va tutelato e protetto, perchè si tratta di un vero e proprio ecosistema che cresce e respira millennio dopo millennio, e nella cui pancia vivono alcune specie di animali, in primis i pipistrelli che qui trascorrono anche il proprio periodo di letargo, e poi altre specie chiamate troglobi, esseri viventi non abituati alla luce del sole e per questo ciechi e depigmentati, che potrebbero risentire in maniera negativa di eventuali variazioni interne alle grotte, causati proprio dai profondi cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Si tratta infatti di specie animali cavernicole, e nuove generazioni di organismi che si sono adattate alla difficile vita ipogea e che in grotta sono riuscite a trovare un ecosistema che li ha protetti dall’estinzione.
All'interno delle caverne grazie alla guida di speleologi e studiosi è possibile anche ricostruire la storia della terra. Un esempio è il cosiddetto “Corridoio del deserto”, ovvero una grande faglia, creatasi a seguito di un violento terremoto precedente alla formazione delle caverne stesse, che ha provocato una profonda spaccatura nella roccia, dove l'acqua si è poi insinuata dando vita alle grotte.
Al termine del lungo percorso alla scoperta di questa meraviglia tutta pugliese, si giunge infine nella famosa Grotta Bianca, a 72 metri di profondità, dove si è quasi abbagliati dalla lucentezza e dallo splendore candido delle concrezioni qui presenti. Fu scoperta nel dicembre del 1939 dallo speleologo castellanese Vito Matarrese, che nel corso di una esplorazione, giunse davanti ad una parete, vicino la quale la fiammella del suo caschetto iniziò a muoversi in maniera importante, facendogli intuire che dietro quella parete, ci fosse uno spazio vuoto. Decise così di abbatterla con il suo piccone, scoprendo la meravigliosa Grotta Bianca. “Qui ci sono conformazioni particolari – ha raccontato Loredana Romanazzi – le concrezioni a pannocchia, che si formano perchè al centro hanno una forte presenza di ossido di ferro che permette all'acqua di rimanere aggrappata, anche per via della forte umidità, qui infatti – ha concluso – siamo intorno al 99% di umidità relativa e quindi la cristallizzazione dell'acqua avviene in maniera strana ”. Le Grotte di Castellana, nel corso degli anni, sono state visitate da migliaia di persone, tra queste numerosissimi sono stati i visitatori il- lustri, come Luigi Einaudi, Aldo Moro, Enrico Mattei, Gina Lollobrigida, Silvana Pampanini, Margareth d’Inghilterra e Tito Schipa. Ma anche il mondo del cinema non è rimasto indifferente al fascino esercitato da questo luogo magico, dove nel corso degli anni sono stati girati otto lungometraggi. Ogni anno, sempre più, le grotte registrano numeri importanti nel flusso turistico. “Quest'anno – ha raccontato Francesco Manghisi, presidente delle Grotte di Castellana srl – abbiamo rilevato una percentuale maggiore nel numero di turisti stranieri che hanno deciso di visitare questi luoghi. Sono arrivati dalla Francia, dalla Danimarca, dalla Svezia, dal Canada e dagli Stati Uniti. Un luogo – ha proseguito il presidente Manghisi – che attrae ogni anno non solo i turisti ma anche famiglie e scolaresche, queste ultime dopo il periodo di pandemia, stanno finalmente tornando. Infatti, qui si organizzano non solo visite guidate, ma anche laboratori coordinati dalle nostre guide. Infine, nelle grotte organizziamo numerosi eventi culturali, penso ad esempio al presepe vivente nel mese di dicembre o allo spettacolo Hell in the cave, la divina commedia nelle grotte, uno spettacolo straordinario”. Ma ci sono anche eventi dedicati, come le speleo family, adatte a tutta la famiglia, e le speleo night, per coloro che desiderano scoprire le grotte di notte e con poca luce. Insomma, un luogo adatto davvero a tutti, infatti esistono visite e percorsi specifici per permettere ai portatori di disabilità di poter godere appieno di così tanta bellezza e meraviglia. Le Grotte di Castellana non hanno però ancora rivelato tutti i loro segreti e misteri. Una depressione alla base della parete nord della caverna, scoperta in seguito a dei lavori di ripulitura dell’abisso della Grave, lascia infatti intuire che ci possano essere nuovi angoli da scoprire e nuove cavità da esplorare. Inoltre, alcune ricerche geofisiche di superficie hanno persino consentito d’ipotizzare l’esistenza di nuove diramazioni, che partirebbero proprio dalla voragine iniziale. Un luogo quindi che ha ancora tanto da raccontare alle generazioni presenti e soprattutto a quelle future, per questo è nostro compito proteggerlo e tutelarlo, affinchè possa continuare ad essere conosciuto nel mondo e possa continuare a far sognare tutti coloro che hanno la fortuna di scoprirlo.