Scautismo in Liguria - SIL 48

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Go green!

Intervista a Fridays for Future

Vent'anni di statistiche sui capi liguri

Il rischio di non rischiare competenza in natura

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Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Genova N° 48/anno XI - Giugno 2019


Editoriale

SIL online!

Pag. 3 Go Green!

Be Prepared pag. 5 Il rischio di non rischiare.

Passato Prossimo Pag. 9 Piccole Orme nazionali "Giardini di Pace"

Pag. 11 Noviziati di specialità

Futuro Semplice

Pag. 13 La Ross raccontata da un capo

Essere capi oggi

pag. 17 Diamo i numeri (Parte 2 di 2)

Pag. 15 Jamboree 2019

Fare Scautismo Pag. 25 Cambuse Critiche

Zoom Liguria

pag. 30 L'angolo del Castoro

Pag. 26 Zero waste route

Pag. 28 Surviving kids? Anche noi!

Pag. 31 Venne il giorno in cui il ragazzo aspettava l'uomo per stringergli la mano

Pag. 32 Sporcarsi le mani in questo mare è un segno

pag. 34 100 anni di scautismo a Rivarolo

Mondi Paralleli

pag. 35 Fridays for Future, sui passi di Greta Thunberg

Pag. 37 Zena Netta: Basta la volontà e una paletta

Arte, Scout e Rock&Roll pag. 38 Punto di non ritorno e il sale della terra

Spiritualità Scout pag. 40 Cominciare e ricominciare

Pag. 42 Stare al fianco dei ragazzi

Bacheca Le Gioiose pag. 44 We can't go on pretending...

Scautismo in Liguria - La redazione Periodico di proprietà dell’Agesci Liguria Vico Falamonica 1/10 16123 Genova Tel. 010.247.44.04 - Fax 010.247.43.08 Aut. del Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004 Direttore Responsabile: Giuseppe Viscardi Direttore: Francesco Bavassano Redazione: Carlo Barbagelata, Stefano Barberis, Stefano Cavassa, Daniele Boeri, Andrea Borneto, Giorgio Costa, Stefania Dodero, Doris Fresco, Amelia Moro. Foto di copertina: Alessio Gerundino, Route Valle delle Meraviglie

Hanno collaborato: Lorenzo Bergallo, Luisa Bramante, Franco Calcagno, Don Matteo Conte, Chiara Conti, Massimiliano Costa, Luca Frisone, Sara Lo Pinto, Claudio Masio, Chiara Piemontese, Danilo Repetto, Martina Scolafurru, Branca E/G Zona Alta Via, Branca LC regionale, Pattuglino Centenario Rivarolo Primo. Impaginazione: www.gooocom.it Stampa: Pixartprinting Spa Finito di impaginare il 30 giugno 2019 La tiratura di questo numero é stata di 1300 copie. Comunicazioni, articoli, foto e altro vanno inviati all'indirizzo stampa@liguria.agesci.it


editoriale

Perdonate l’inglesismo, ma d’altronde il nostro Capo supremo veniva da quelle parti. Il verde è il colore della natura, dell’avventura, delle tende Jamboree. In questo numero è soprattutto il colore della cura dell’ambiente: ci siamo infatti sintonizzati su questo tema, sempre più rilevante nella società e per Agesci.

La giovane attivista Greta Thunberg è però considerata da molti (anche da noi!) alla stregua di una macchietta, di un meme diciamo oggi, o al massimo uno specchietto per le allodole. Lo sberleffo liberatorio è tra gli esercizi più divini e un po' di opportunismo non è colpa grave, ma è in questo modo che il mondo dei “grandi” risponde a quello dei giovani?

Abbiamo l’amore e il rispetto per la natura nella nostra Legge, nel Patto Associativo, la cura del Creato nel magistero del Papa, il nostro Metodo è intriso di vita all’aria aperta... E oggi siamo in un momento storico interessante per la nostra vocazione educativa: milioni di ragazzi si mobilitano per l’ambiente, per riprendersi il futuro, lamentando che le misure di salvaguardia (se) intraprese dai governi non siano adeguate.

Agesci ha l’opportunità di rendere fecondo questo rapporto, partendo da uno dei suoi valori cardine. Come ci ricorda Danilo Repetto a pagina 4, essere “uomini e donne dei boschi” non è in contraddizione con l’essere buoni cittadini, anzi, per noi dovrebbe essere un’esperienza primaria sulla quale si innesta l’impegno civile. Si apre quindi la miriade di occasioni che abbiamo per agire: attività nella natura, servizi ambientali (pag 32), riduzione del nostro impatto (pag 33), cambuse critiche (pag 25), imprese (pag 28), capitoli, dialogo con altre organizzazioni (pag 35 e 37), documentari (pag 38)… Questo numero è davvero ricco di esempi concreti.

Capita che noi Capi ci lamentiamo che i ragazzi non sappiano cosa vogliono e abbiano grosse difficoltà ad organizzarsi, pensiamo per un attimo ai nostri Clan... sui temi ambientali lo sanno eccome! Basti l’esempio della partecipazione convinta e gioiosa alle attività di pulizia di spiagge, parchi, torrenti e sentieri. È sufficiente parlare con loro: hanno una sensibilità e una conoscenza del problema spesso superiore a quella del capo medio. Un caso esemplare di Ask the boy.

E non perché “Greta ci vede!” ma perché Greta è una nostra scolta.

La cura dell’ambiente è quindi un’occasione educativa, di incontro e dibattito tra generazioni, oltre che una necessità impellente.

Buona lettura, Francesco

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Keywords: attualità, scelta politica, opinioni, tecniche, ambiente

Go green!


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Speciale assemblea 2018


Il rischio di non rischiare Quando la competenza incontra la natura

In una società che potremmo definire “securitaria”, ovvero dove tutto deve essere ponderato, pianificato, calcolato e assoggettato a norme e regolamenti, lo Scautismo è forse uno degli ultimi baluardi di libertà. La libertà di accettare e conoscere il rischio di quello che decidiamo di fare o delle scelte che decidiamo di intraprendere. Il rischio ( non il pericolo) è forse l’essenza del messaggio Scout: essere preparati (competenti) per attenuare i rischi e, di conseguenza, portarci ad una quota sicura rispetto al pericolo. La competenza allora, se opportunatamente allenata e nutrita, diventa la chiave del nostro metodo educativo, ci fa prendere coscienza vera dei rischi che possiamo incontrare sia sotto l’aspetto meramente tecnico (attività ad hoc, montagna, natura) sia sotto quello relativo alla nostra vita lavorativa e alla nostra vita

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in generale e ci dà gli strumenti per affrontarli. Come allenare e nutrire dunque le nostre competenze? Occorre forse fare un piccolo flash back e ritornare ad una dimensione che oggi, forse, molti hanno dimenticato: quella della curiosità. La curiosità verso la vita, verso le tecniche, verso la natura è la molla che fa scattare in noi la voglia di diventare più competenti in determinati ambiti e, se ci pensiamo bene, è la molla che spinge all’avventura. Lo Scautismo ha due grandissimi vantaggi rispetto ad altri seppur nobili metodi educativi o modelli di vita: vivere la maggior parte delle esperienze a contatto con la natura e non considerare il fallimento come una debolezza. La natura, elemento di per sé imprevedibile e ingestibile, è una vera palestra di competenza, di rischio e di fallimento. In parole forse più

Keywords: attualità, scelta politica, opinioni, editoriali

Be prepared

A cura di Danilo Repetto


semplici ogni volta che affrontiamo situazioni o scelte per le quali non siamo preparati emergono le nostre debolezze fisiche, tecniche e psicologiche. Questo può essere riportato anche al di fuori da un contesto di natura o outdoor puro, basti pensare alle situazioni nelle quali ci siamo resi conto di non avere competenze, strumenti o SKILLS per poterle affrontare più o meno serenamente, che siano sul lavoro o nello studio. Lo Scautismo, “anche “attraverso le attività in ambiente ci permette di uscire dalla nostra zona comfort, ci permette di prendere coscienza delle nostre carenze pratiche, fisiche e psicologiche e, scusate se è poco, ci permette di acquisirle. Multinazionali affermate, esperti di team building, fanno (con metodi diversi, costi esorbitanti e con l’utilizzo di esperti di alto profilo) quello che noi facciamo (o dovremmo fare) iniziando dalla branca L/C: incontrare un problema-acquisire gli strumenti per risolverlo-risolverlo. La competenza allora non sarà più un brevetto che indica quanto tizio è bravo fare qualcosa ma un indicatore di quanto tizio sia capace a riconoscere il rischio ( fallimento, mancanza di risorse) sia in grado di acquisire gli strumenti per affrontarlo ( tecniche, studio..) e infine immagazzini l’esperienza per utilizzarla quando e se ne presenterà l’occasione o, più realistico, sia pronto ad affrontare sempre nuove situazioni anche al di fuori della propria zona comfort con intelligenza, esperienza e capacità. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una progressiva decadenza, o meglio, acquiescenza, circa la figura dell’Uomo dei Boschi in favore di figure più “moderne” come il Buon Cittadino, il Cittadino Consapevole etc. Come se la prima fosse in antitesi con le altre.

A guardare bene e a voler sposare in toto un articolo di Piero Gavinelli di qualche anno fa una non esclude le altre anzi, è attraverso l’Uomo dei Boschi che diventiamo Buoni Cittadini, Uomini consapevoli etc. Attraverso il confronto con noi stessi, con le nostre debolezze e le nostre forze, in un ambiente vero come la natura, impariamo a fare scelte consapevoli, giuste, impariamo a parlare di concretezza e ad agire in prima persona. Il Buon Cittadino dovrebbe avere anche le qualità morali e pratiche dell’Uomo dei Boschi per provare a lasciare il mondo leggermente migliore. Si parla di AGIRE, di FARE, di essere ATTIVI (in vari ambiti) ma per poterlo essere realmente bisogna essere per forza capaci/competenti, e bisogna iniziare dalle cose semplici, ritornare a guardare quello che abbiamo intorno, us-

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cire dalle sedi, dalle assemblee, dai consigli e tornare di più in mezzo agli alberi. Potremmo però scoprire di averne perso un po’ le capacità o la predisposizione o lo stimolo ma, allo stesso tempo, rischieremmo di tornare ad una dimensione di Scautismo e di competenza più vero, rischieremmo di far vivere ai nostri ragazzi lo Scouting e la vita all’aria aperta come esperienze di vita. Vale la pena rischiare.

Danilo Repetto si occupa di alpinismo, speleologia, torrentismo ed esplorazione...fa parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico come Tecnico/Soccorritore presso il quale è stato Responsabile Operativo regionale. Formatore nei CFM L/C ed E/G e CAM di Area, ha collaborato a vario titolo in eventi Nazionali AGESCI (Roverway, Macramè, Campo Nazionale E/G).

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Passato Prossimo


Una caccia e un volo inediti, brillano negli occhi di chi ha partecipato

Questo triduo pasquale è stato qualcosa di assolutamente nuovo per la nostra associazione. Lupetti e coccinelle di tutt’Italia (uno per regione) hanno vissuto una piccola orma molto particolare, poiché al loro fianco cacciavano e volavano i propri vecchi lupi e coccinelle anziane. Per la Liguria eravamo ben tre partecipanti, io in veste di capo campo, Raksha (Giorgia Gazzelli) e la sua sorellina Matilde dal Costa Balene. È stata un’esperienza pilota che ha animato in molti dei capi dello staff la speranza di poterla riproporre, anche se con forme leggermente diverse. Credo che il punto forte sia stata la vicinanza: condividere un’esperienza così intensa con un solo fratellino o sorellina ha permesso ai Capi di toccare con mano cosa sia davvero la relazione educativa; i Vecchi Lupi e le Coccinelle Anziane si sono lasciati toccare dalla Parola per poi tradurre ciò che hanno vissuto in attività per i loro bambini. La speranza, l’augurio e il mandato è che possano ritrovare questo orizzonte anche nei loro branchi e cerchi di appartenenza. Noi IABR abbiamo chiesto a Matilde e Raksha di raccontarci la loro caccia, e subito hanno risposto ancora una volta eccomi a questa chiamata.

è impaziente. Mi fa tante domande e ad un certo punto mi chiede se alle piccole orme ci saranno delle coccinelle, vorrebbe tanto incontrarle, non conoscendone nessuna. Dopo un breve giro per la città, che lascia Matilde assolutamente affascinata, raggiungiamo Sant’Ippolito dove incontriamo i nostri compagni di avventura. 14 tra lupetti e coccinelle, ognuno da una diversa regione, accompagnato da un vecchio lupo o una coccinella anziana. Matilde realizza il suo sogno conosce ben 7 coccinelle. Dopo le presentazioni e un momento di famiglia felice, andiamo a dormire stanche, ma felici per le tante emozioni della giornata Giovedì. Coena Domini Matilde Entriamo nel vivo del campo. Zaino in spalla ci dirigiamo a piedi e in metro verso San Pietro (che bello, per molti di noi era la prima volta, ma che fatica con gli zainoni!). Arrivate alla scuola [dove avremo dormito] noi lupetti e coccinelle giochiamo con Kim mentre i vecchi lupi e le coccinelle anziane si confrontano sulle loro aspettative riguardo al campo. Il pomeriggio siamo andati al centro Astalli, un posto dove ogni giorno si accolgono persone che hanno bisogno di tutto. Alcuni di noi hanno preparato il pane, altri degli addobbi, altri ancora una scatola, che più tardi abbiamo scoperto essere un tabernacolo. Lungo la strada del ritorno Raksha mi ha raccontato che loro hanno conosciuto un signore, Fred del Camerun che gli ha raccontato la sua storia. Fred nel suo paese era un giornalista, che raccontava semplicemente la verità e per questo è stato perseguitato e costretto a fuggire.

Diario di viaggio: Venerdì sera. Zona di branca L/C. Raksha. Gli Iabz ci parlano della possibilità di partecipare alle P.O. Nazionali. Appena concludono mi giro dal mio Bagheera e gli dico: “Io mi candido! E voglio far vivere questa esperienza a Matilde, lei sicuramente ne sarà entusiasta”. Due mesi dopo siamo sul treno per Roma, ci siamo svegliate all’alba, il viaggio è lungo, Mati 9

Passato Prossimo

Piccole orme nazionali "Giardini di Pace"

Keywords: metodo, lc, regione, eventi.

A cura della Branca LC


La storia di Fred mi ha colpita molto, pensate che Fred è arrivato in Italia nella stiva di un aereo... e io che pensavo che queste cose succedessero solo nei film!!

a Sant’Ippolito (quanti spostamenti...io per poco non mi addormentavo in metro!) Prima di andare a dormire ci siamo salutati, sicuri di aver trascorso un momento speciale. Quante persone ho conosciuto, così diverse eppure così simili a me, quante cose vorrei ancora raccontargli e farmi raccontare!!

Venerdì Santo. Via Crucis La mattina dopo una bella dormita siamo andati a Villa Torlonia dove attraverso un gioco abbiamo cercato di sconfiggere le nostre paure. Il pomeriggio abbiamo “conosciuto” i genitori di Sant’Agnese che ci hanno raccontato la sua storia e poi abbiamo visitato le catacombe che portano il suo nome. Usciti, dopo aver giocato tutti insieme, abbiamo passato un momento da fratellini e sorelline con i rispettivi capi costruendo una lanterna su cui dovevamo rappresentare le nostre paure. Non è stato facile, parlarne, capire cosa disegnare, ma condividere le mie paure con Raksha e sapere che anche lei ne ha, ci ha fatto sentire un po’più leggere. La sera con le nostre lanterne ci siamo incamminati lungo via della Conciliazione per la Via Crucis. In ogni stazione abbiamo incontrato uno o più personaggi che ci raccontavano la loro storia e ci coinvolgevano attraverso scenette, dibattiti e giochi. Sabato. Veglia Pasquale Abbiamo trascorso la giornata a villa Panphili dove abbiamo osservato la natura che ci circondava. Non solo quello che potevamo direttamente vedere, ma anche i segni di ciò che non si vede, ma c’è, come le radici di un albero o le tracce di un animale. Al rientro abbiamo fatto un Consiglio della Rupe e della Grande quercia per organizzare tutti insieme una veglia pasquale, assolutamente unica... abbiamo giocato durante la Messa. Sì, sì avete capito bene, giocato!! La prima lettura è stata raccontata e mimata, avete presente il gioco dei quadri viventi? Per la seconda lettura prima abbiamo fatto un gioco, poi Baloo ce ne ha spiegato il significato. Finita la veglia era già tardi, ma eravamo tutti talmente coinvolti che non ci siamo accorti del tempo passato. A questo punto siamo andati a dormire penserete voi, sbagliato! Zainoni in spalla e si torna

Domenica. Pasqua. Raksha Prima di partire per tornare a casa, facciamo ancora un po’ le turiste in giro per Roma. Questa volta però non siamo più sole, ci sono due coccinelle, un Arcanda e uno scoiattolo a condividere con noi questi momenti. Prima che le nostre strade si dividano, parliamo già di quando potremmo rivederci. Torniamo a casa, il viaggio è lungo. Siamo stanchissime, Matilde appoggia la testa sulle mie gambe, penso a quanto sia strana questa Pasqua, durante questi giorni abbiamo imparato a guardare i segni e a scovare la gioia nelle cose nascoste, mi addormento, felice. Sabato 18 maggio. Caccia. Branco Roccia della Pace . Allora Mati la cosa che ti è piaciuta di più? “ma non so..tutto! Ma se devo scegliere la via crucis e la veglia animate” “e Scotti...” sussurra una voce da dietro “e chi sarebbe Scotti??” chiedono subito i lupi “Eh...ma Raksha dobbiamo raccontare proprio tutto tutto?” “Tutto tutto no Mati, infondo anche la giungla è piena di misteri” E la cosa che ti è piaciuta meno? “Camminare con gli zaini, non si era capito?” Ma quindi lo rifaresti? Certo 10, anzi mille volte, è stata un’esplosione di felicità. E tu Raksha? Io sono felice di aver vissuto un’esperienza che ha saputo emozionarci un passo alla volta e continuerà a farlo nel tempo. Felice per le persone che abbiamo incontrato, per le risposte che abbiamo trovato, per aver visto le cose con occhi nuovi, per la pace nel cuore. Che non sia stata la Provvidenza? Semplicemente Grazie! 10


Competenze in scena, un campetto E/G organizzato da un noviziato

Cos’hanno in comune i Campetti di specialità di reparto e un noviziato? Probabilmente molto più di quanto si possa pensare! Purtroppo, capita spesso a noi Capi di accantonare le competenze acquisite dai nostri ragazzi: dopo quattro anni di reparto, l’approdo al tempo di noviziato sembra cancellare ciò che è stato fatto. Ragazzi con anni di esperienza, che l’anno precedente erano la struttura portante del Reparto, si ritrovano ad essere i nuovi cuccioli della branca R/S. Quest’anno abbiamo voluto provare a valorizzarle ma, data la difficoltà di sperimentarsi con quello che era il proprio reparto (a causa della relazione con le vecchie squadriglie) abbiamo lanciato ai novizi una proposta nuova: organizziamo un campetto di specialità!

Nasce così “Niente viola in scena. Cyrano e Romeo vi attendono sotto il balcone”, evento incentrato sulle specialità di attore e scenografo il 30 e 31 marzo a Savona. Il noviziato ha sognato un campetto basandosi sulla propria esperienza in reparto e si è hiesto cosa avrebbe voluto conoscere, cosa lo frenava e cosa lo stimolava in un fuoco di bivacco, sviluppando di conseguenza pochi semplici consigli: come affrontare un pubblico; come occupare la scena; come rendere una scenografia in modo laborioso ed economo (ossia con i pochi materiali che si possono trasportare in una cassa di squadriglia). Alla luce delle verifiche è stato un successo. In particolare, il numero contenuto ha permesso anche al più timido di emergere «ridendo a crepapelle tutti e due i giorni».

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Noviziati di specialità

Keywords: regione, metodo, eg, rs, eventi.

A cura di Martina Scolafurru e Claudio Masio


Guardando poi l’evento con l’occhio del Maestro dei Novizi, abbiamo trovato un successo analogo, poiché Elisa, Teresa, Ilaria, Carlotta, Cristian e Davide hanno sperimentato su loro stessi cosa significa impegnarsi nella progettazione di un evento e spendersi per un intero fine settimana per qualcuno, riconoscendo che questo gioco costa fatica ma al contempo apprezzando la soddisfazione di un clima bello e coeso che loro stessi hanno costruito. Ovviamente questa non può essere una proposta con il tratto della continuità: ogni anno sarà una nuova sfida poiché cambiano le forze in gioco. Ci saranno novizi diversi con cui ci si dovrà confrontare per capire se sia una proposta nuovamente valida e, inoltre, cambiando i ragazzi cambieranno comunque le competenze in gioco. Per cui in ogni modo, anche se fosse ripetibile, sarebbe un’esperienza radicalmente diversa.

Quello che rimane è la soddisfazione e la voglia di mettersi in gioco, di sfidarsi e di guardarsi indietro con profitto. Vedere come tutto abbia un filo, sperimentare il servizio coniugato con le competenze. Tutto ciò che i ragazzi hanno imparato è uscito dalla loro cerchia ristretta per aprirsi ad altri ragazzi, perché potesse fruttare. Ecco cos’hanno in comune un evento E/G e la sua organizzazione da parte di un noviziato: creare un ponte tra il vecchio che mi ha reso ciò che sono e il nuovo che mi aspetta, che mi sto costruendo. Tra competenza e servizio. Un servizio che, per altro, grazie a questo campo ha potuto accogliere 20 tra esploratori e guide che probabilmente sarebbero rimasti esclusi. Chissà quanto servizio potrebbero fare altre comunità R/S accogliendo questa sfida!

Basi Scout sempre più sicure Ci lasciamo contagiare dall’entusiasmo che si respira, ne siamo parte integrante Nel corso dei Guidoncini Verdi è stato posto in Base a Vara un defibrillatore semi-automatico. Il DAE è stato donato al Comitato regionale di Agesci Liguria come frutto di un progetto curato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino E Speleologico ligure, dall’Assessorato alla sanità della Regione Liguria e dall’Ospedale San Martino di Genova. A loro va il nostro grande GRAZIE per la preziosa collaborazione e, a noi, l’impegno di proseguire per rendere i nostri luoghi sempre più sicuri e i nostri capi e ragazzi sempre più pronti in caso di necessità.

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Ci lasciamo contagiare dall’entusiasmo che si respira, ne siamo parte integrante

Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando c’è da rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare. Prendo in prestito queste sempre evocative parole di Giovanni Falcone perché mi pare rendano bene l’idea del percorso che tutti, presto o tardi, siamo chiamati ad affrontare, compreso chi, da capo, riesce a ritagliarsi del tempo per partecipare ad una Ross. In particolare, mentre preparo lo zaino, noto che, tutto sommato, le “fasi” della citazione (paura, dubbio, crisi, azione e cambiamento) sono più o meno le stesse nelle quali proviamo a incanalare i nostri ragazzi, soprattutto quelli che pensano di sentirsi pronti per cambiare strada. Magari quelli che, ad un certo punto, mandiamo in Ross. Si parte per capire come affrontare i propri dubbi e, perché no, scoprirne di nuovi.

Si parte per scorgere nuovi orizzonti e si torna sognatori, gasati, magari pure esaltati ma, in ogni caso, cambiati. Siamo già in sopraelevata quando penso che, tutto sommato, anche io, capo quasi trentenne, parto per affrontare qualche dubbio e capire qualcosa in più di me. Ascoltare gli altri anche per ascoltare me stesso. Aiutare per aiutarsi. La prima notte di Ross serve ad acclimatarsi; i pensieri del lavoro o dello studio, fino al giorno prima priorità assoluta, lasciano lentamente spazio alla bellezza del tempo che scegliamo di regalarci e regalare. Alla magia della comunità che si forma segue la strada e le prime chiacchierate abbozzate in attesa delle vere occasioni per conoscersi. I ragazzi progettano il loro futuro come personalissime barche, tracciano rotte ambiziose, individuano gli ostacoli, fanno mente locale sulle persone che vogliono al loro fianco e condividono. Non aspettano altro. 13

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La Ross raccontata da un capo

Keywords: regione, rs, lettere, eventi.

A cura di Stefano Cavassa


Parlano e si confrontano. Quasi come esistenze che chiedono di esistere un po’ di più e mi piace “vivere la vita” anche al loro servizio.

Quando il sole tramonta, e fa freddo, troviamo sempre il modo di scaldarci. Se non cantiamo davanti al fuoco al ritmo di canzoni, vecchie e nuove, che poi magari ci entrano dentro e canticchiamo a distanza di settimane, parliamo di scelte e proviamo a fare ordine tra i tanti, tantissimi spunti, sogni e desideri. Alcuni magari confluiscono nella veglia rover dell’ultima sera che, quest’anno in particolare, è sintesi di tante sfide che la quotidianità che corre veloce tende ad appiattire o generalizzare e a cui chiediamo di reagire con risposte personali. Da portare a casa.

Trovano il coraggio che spesso non mostrano nelle loro comunità e questo emoziona ma al contempo agita chi, da capo, si trova ad ascoltarli ed essere custode dei loro obiettivi e fragilità. Fa sentire il peso della responsabilità. Inorgoglisce e fa trovare risposte che talvolta non si pensava di avere. Spesso pure a domande che, magari formulate in modo diverso, ci poniamo anche noi. Altre volte ascoltiamo e basta, ci appuntiamo mentalmente tante piccole cose e speriamo di trovare il momento giusto per riparlarne lungo la strada. Sarà un’impresa perché il tempo vola, contingentato tra attività e spunti, tanto che quando il ritmo si abbassa sembra sempre che qualcosa non quadri.

Il rischio, non solo per i ragazzi, è infatti racchiudere la Ross in mezzo a due parentesi che, per pochi giorni, tengono fuori la quotidianità e regalano risposte o nuove domande, in ogni caso buoni propositi. Capita però che, di ritorno, con la stessa velocità di una bella doccia, si metta tutto da parte e si riprenda con quella solita vecchia inerzia dettata, spesso, da altri.

In Ross ritroviamo i paesaggi che emozionano e che fanno sentire vicini a Dio. Resi più belli dalla fatica, quella condivisa. Depurati da quel riflesso, a volte un po’ stucchevole, che si percepisce quando si è “solo” in vacanza.

Penso a questo mentre affronto le curve del Faiallo alle due di notte, il pensiero del lavoro del giorno dopo (per ora) non mi scalfisce nemmeno un po’ e, con “La Strada” dei Modena in sottofondo, mi convinco che la smentita sta a noi. Chiamati, ogni giorno, a cercare ispirazioni nelle frasi lette sui muri o nella musica a tutto volume, a vivere di assoluti e a non appannarsi anzi, esaltarsi, entusiasmarsi ed andare in crisi, cercare l’errore perché - più di tanti successi - detterà la strada. Trovare, in altre parole, il proprio personale modo per essere testimoni di Scelte; il che è, in estrema sintesi, quello che chiediamo ai nostri ragazzi in Ross.

Ci lasciamo contagiare dall’entusiasmo che si respira, ne siamo parte integrante. Ci emozioniamo nel sentire le testimonianze di chi ha trovato la propria strada in nome del cambiamento che vuole vedere nell’Italia e nel prossimo e di chi, innamorato di Dio, ce lo racconta con il sorriso e ci guida nel provare a descriverlo. Dio, poi, lo incontriamo lungo la strada, come quel viandante per i discepoli di Emmaus. Che quando le cose sembrano volgere al peggio, offre nuove prospettive.

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Questa estate 27 ragazzi liguri voleranno negli States

Il 24° Jamboree Mondiale Scout si svolgerà dal 22 luglio al 2 agosto 2019 negli Stati Uniti, presso la Bechtel Reserve, in West Virginia a circa 4 ore e mezza da Washington DC. Come tutti i Jamboree, sarà un’occasione speciale ed irripetibile per tanti ragazzi e tante ragazze, non solo italiani, circa 45.000. Il motto è “Unlock a new world”, ovvero “Sblocca un mondo nuovo” [traduzione letterale per dire “aprirsi ad un mondo nuovo, a nuove avventure, a nuove culture e nuove amicizie]: meta sognata e raggiunta della favolosa avventura di grandi esploratori. È un invito ad aprirci a nuove avventure, a nuove amicizie, a conoscere nuove culture: “Unlock new adventures, new cultures and new friendship”. Guardare il mondo con “nuovi occhi” e, insieme, costruire un mondo nuovo. Il Jamboree americano si pone come obiettivo di offrire l’opportunità di mettere a confronto una generazione che possa cercare di trovare insieme quelle chiavi di lettura per affrontare le difficoltà che ancora oggi impediscono la collaborazione tra popoli.

Adventure, Friendship, Leadership, Service, Sustainability sono le parole-chiave del Jamboree del 2019. Adventure: vivere e sperimentare l’avventura a 360°; l’avventura sarà vissuta nella Natura, la vita all’aria aperta è uno degli strumenti fondamenti del nostro metodo educativo, sarà l’occasione di vivere la Natura e l’Avventura incontrando scout da tutto il mondo. Friendship: conoscere nuove persone, nuove culture, nuovi stili di vita e nuovi modi di vivere lo scoutismo, scoprire come le differenze possono arricchirci e farci crescere. Il tutto basandoci sulla Legge scout “A Scout is loyal; A Scout is a friend to all and a brother to every other Scout”. Leadership: il Jamboree sarà un esercizio costante di partecipazione attiva, cittadinanza attiva, azione e impegno giovanile. I partecipanti non saranno semplici fruitori delle attività ma svilupperanno capacità di leadership, nel vivere e nel costruirsi da protagonisti le loro giornate al campo. 15

Futuro Semplice

Jamboree 2019

Keywords: regione, eg, eventi.

A cura di Luca Frisone


Service: il servizio avrà un ruolo molto importante in questo Jamboree. Quando gli scout prestano Servizio lo fanno innanzitutto partendo da una forte consapevolezza del sé, e quando ognuno conosce bene le proprie possibilità, sa come migliorare il mondo sa come può far la differenza mettendosi a disposizione degli Altri e della Comunità. Il Servizio al Jamboree è inteso come coinvolgimento e impegno attivo verso la comunità Scout mondiale, la promozione della conoscenza e la comprensione fra le persone che ne fanno parte.

... E DALLA LIGURIA? Gli esploratori e le guide liguri che parteciperanno al Jamboree saranno 27. Con loro, altri 9 E/G piemontesi e 4 Capi, a formare il Reparto ligure-piemontese “Ponte San Ludovico” che prende il nome dal ponte di frontiera che collega l’Italia alla Francia. Ad ogni reparto italiano infatti è stato attribuito simbolicamente il nome di un ponte della regione di appartenenza, a riprendere il messaggio del contingente italiano che si rifà all’esortazione di Papa Francesco a “costruire ponti e a non alzare muri”: quale migliore occasione del Jamboree per vivere questa apertura all’incontro e all’accoglienza dell’altro e del diverso.

Sustainability: i partecipanti saranno immersi all’interno di una riserva imparando a rispettare la Natura sotto ogni punto di vista, così come scopriranno alla Treehouse Sustainability, un centro di educazione ambientale. Ci si sentirà non sfruttatori ma custodi della Natura: è bello pensare che il Jamboree possa raccogliere ragazzi e ragazze da tutto il mondo come coloro a cui stanno a cuore le sorti del creato. La natura, il creato non sono un “museo” da osservare, “noi ne siamo parte”: il compito di lasciarlo migliore di come lo abbiamo trovato ci impegna tutti a saper osservare la nostra realtà, capirla, portare il nostro contributo e a viverla con rispetto, con sostenibilità.

Il cammino verso il Jamboree è iniziato ormai un anno fa con la selezione degli ambasciatori e lo svilupparsi dei mesi i ragazzi sono già stati protagonisti di due campetti, uno a Genova e un altro a Ventimiglia, per prepararsi al meglio a vivere l’evento in America e per dare un continuo rimando nelle proprie unità di quanto stanno vivendo. Nel corso dei Guidoncini Verdi dell’8/9 giugno scorso ai ragazzi è stata consegnata una bandiera italiana come mandato di rappresentanza di tutti gli E/G liguri.

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Diamo i numeri (parte 2 di 2) Un'analisi approfondita per capire chi sono i Capi Liguri

I NUMERI IN GENERALE Dal 2000 al 2018 sono transitati dalle comunità capi liguri ben 4182 capi, 1875 donne (45%) e 2307 uomini (55%).

I grafici sono costruiti sulle percentuali mentre la tabella allegata riporta i valori assoluti anno per anno dei capi divisi per fasce d’età. È molto interessante notare come la distribuzione negli anni dei capi maschi e delle capo femmine è molto diversa. In sintesi, negli ultimi vent’anni il numero dei capi in Liguria è pressoché costante poco sopra le 1000 unità. Oltre il 30% dei capi ha avuto interruzioni anche per più anni. Circa il 15% dei capi sono capi più anziani che rientrano anche dopo molti anni per svolgere un servizio. Sotto il valore assoluto dei capi per anno. (Fig. 1). Per i capi censiti capi indicati come sospesi sono stati in svariati casi fatti censimenti integrativi, in altri casi forse è saltato uno o più anni di censimento. Il crollo del 2018 è da intendersi come un baco nella base dati.

FIGURA 1 - Numero di capi censiti

1400 1350 1300 1250 1200 1150 1100 1050 1000 950 900 850

totale incluso sospesi

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

800

totale

17

Keywords: coca, regione, zone

Nota di redazione: come promesso, Massimiliano ha completato il lavoro di analisi statistica dei capi liguri con questa seconda parte. Oltre all’invito a leggere con attenzione, per poterla sfruttare in tutte le sedi opportune, ci preme ringraziare ancora una volta Massimiliano “Macci” Costa per lo sforzo profuso.Il lavoro completo e i dati grezzi sono a disposizione, potete scrivere a stampa@ liguria.agesci.it o contattare l’autore.

Essere Capi oggi

A cura di Massimiliano Costa


Alcune questioni evidenti (Fig. 2 e Fig. 3): - L’età di chi fa servizio di capo è notevolmente aumentata, soprattutto i maschi rappresentano nelle fasce d’età più avanzate la grande maggioranza dei capi.

al 15%, per le femmine l’incidenza è mediamente in crescita passando da valori attorno al 6% a valori attorno al 10%. - La fascia d’età tra i 25 anni e i 35 anni vede una costante diminuzione dei maschi (dal 25% al 18%) ed un lieve aumento con oscillazioni in alto e assestamento attorno al 16% per le femmine. Nei primi anni 2000 il numero dei maschi in questa fascia d’età era molto più alto di quello delle femmine, oggi i valori sono molto più vicini.

- I giovani sono più o meno in numero equivalente, senza grosse differenze riguardo al sesso. - Nella fascia d’età media i maschi sono in numero superiore rispetto alle femmine. - La fascia dei capi over 55 anni dal 2000 ad oggi è triplicata sia per i maschi sia per le femmine, gli over 65 sono sostanzialmente solo uomini.

- La fascia dei più giovani, under 25 mostra come mediamente le femmine siano in numero lievemente superiore ai maschi pur assestandosi tutti attorno al 15% con oscillazioni diverse negli anni.

- Nella fascia d’età compresa tra i 35 e 55 anni l’andamento tra uomini e donne è diverso: mentre nei maschi, con alcune oscillazioni, l’incidenza oscilla attorno

<25

25-35

35-55

>55

<25

18

25-35

35-55

20 18

20 16

20 14

20 12

20 10

20 08

20 06

0,0% 20 00

0,0% 20 18

5,0%

20 16

5,0%

20 14

10,0%

20 12

10,0%

20 10

15,0%

20 08

15,0%

20 06

20,0%

20 04

20,0%

20 02

25,0%

20 00

25,0%

20 04

FIGURA 3 - Capi per età femmine

20 02

FIGURA 2 - Capi per età maschi

>55


LA FORMAZIONE CAPI La quasi totalità dei capi sono censiti (Fig. 4) nelle proprie comunità capi, il grafico riporta i censimenti, anno per anno, dei capi in Regione o nei diversi comitati di zona. Questi capi sono spesso i quadri o coloro che svolgono servizi collaterali all’evento educativo, ovvero funzionali alle strutture o all’associazione in genere. Il buco del 2010 è un baco nella base dati.

I capi considerati hanno raggiunto il livello di formazione capi riportato nel grafico (Fig. 6 e Fig. 7).

Anno per anno (Fig. 5) si può notare come l’andamento dei capi in uscita è molto oscillante rispetto sia ai capi in entrata che ai capi con censimento sospeso, in circa vent’anni sono entrati 2482 capi ed usciti 2594.

I capi con FoCa 1, FoCa 3, FoCa 5 superano per ogni classe il 27% del totale dei capi.

È utile evidenziare come i capi con FoCa 4 sono decisamente in numero limitato rispetto a quelli con FoCa 5, ovvero chi fa il campo nazionale CFA poi raggiunge il brevetto. Molto numerosi sono coloro che si fermano al campo regionale CFM, FoCa 3.

Nel rapporto maschi e femmine c’è una percentuale che si scosta dal rapporto generale che è relativa ai capi con foca 2 dove le donne sono in numero maggiore rispetto agli uomini. Il valore del 2018 è viziato dal momento in cui i gruppi hanno consegnato il censimento.

FIGURA 4 - Censimenti

FIGURA 6 - Formazione Capi

zona

regione

100 80 730

60

575

651

40 20

18

1

20

16 20

14 20

12 20

10 20

08

06

20

20

04 20

02 20

00

183

562

233

0 20

168

430

498

152

2

3

4 Maschi

Femmine

FIGURA 5 - Uscite dal servizio per anno

FIGURA 7 - Capi e livello di formazione

300 275 250 225 200 175 150 125 100 75 50

400

5

350 300 250 200 150 100 50

20

0 20 0 0 20 1 0 20 2 0 20 3 0 20 4 0 20 5 0 20 6 0 20 7 0 20 8 0 20 9 1 20 0 1 20 1 1 20 2 1 20 3 1 20 4 1 20 5 1 20 6 1 20 7 18

20 0 20 0 0 20 1 0 20 2 0 20 3 0 20 4 0 20 5 0 20 6 0 20 7 0 20 8 0 20 9 1 20 0 1 20 1 1 20 2 1 20 3 1 20 4 1 20 5 1 20 6 17

0

sospesi

ingressi

uscite

1

19

2

3

4

5


LE PROFESSIONI Dai primi anni 2000 la “classe” dei capi brevettati è la più alta, ciò è dovuto anche all’innalzamento dell’età dei capi stessi. I Capi con foca 3 diminuiscono progressivamente ma non a vantaggio di Foca 4 bensì a vantaggio di FoCa 2, forse si fa meno formazione, e ciò è da mettere in relazione con la permanenza dei capi in CoCa.

La distribuzione delle professioni tra i capi divisi tra maschi e femmine, negli ultimi vent’anni, evidenzia come tra gli uomini e le donne non sono tenute le stesse proporzioni: le femmine sono in numero maggiore tra gli studenti e gli insegnanti, decisamente in numero inferiore tra i dirigenti e gli operari ed agricoltori (Fig. 8 e Fig. 9).

Le linee di grafico di Foca 1 e FoCa 2 presentano attorno al 2008 un grosso salto, forse ciò è dovuto ad un cambiamento nel cammino di FoCa.

La distribuzione totale delle professioni tra i capi evidenzia che il numero degli studenti è molto alto e significativo è anche il numero degli impiegati e di chi ha registrato altra professione (che però non si comprende bene cosa possa essere). Molto basse sono tutte le altre professioni, quasi nullo il numero dei disoccupati. (Fig. 10)

I Capi più anziani, entrati in Comunità capi prima del 2000, sono spesso rientrati a svolgere un servizio dopo interruzioni, a volte anche più di una, e anche di lunga durata. È interessante notare come i capi entrati prima del 1990 hanno Foca 5 per oltre il 74%, ovvero rientra a far servizio chi aveva concluso l’iter, aspetto interessante per quanto riguarda la motivazione di questa scelta.

FIGURA 8 - Le professioni

disoccupati

32 42

45 91 372

impiegati

494 99

insegnanti

52 77 84

liberi professionisti 45

commercianti artigiani

78 16 97 892

studenti religiosi

Maschi

340

dirigenti

agricoltori - operai

Femmine

290

altro

801 7

228

20


FIGURA 9 - Le professioni religiosi

studenti

operai agricoltori

commercianti artigiani

Liberi professionisti

insegnanti

impiegati

dirigenti

altro

disoccupati

TOT.

M

228

801

97

78

84

52

494

91

340

42

2307

F

7

892

16

45

77

99

372

45

290

32

1875

tot.

235

1693

113

123

161

151

866

136

630

74

4182

5,6%

40,5%

2,7%

2,9%

3,8%

3,6%

20,7%

3,3%

15,1%

1,8%

M5

22

71

29

27

41

34

255

49

115

8

651

F5

1

79

5

17

36

56

157

25

112

11

499

2,0%

13,0%

3,0%

3,8%

6,7%

7,8%

35,8%

6,4%

19,7%

1,7%

FIGURA 10 - Distribuzione delle professioni

15%

2% 6%

2% 40% 21% 3% 4%

Religiosi

Insegnanti

Studenti

Impiegati

Agricoltori - Operai

Dirigenti

Commercianti - Artigiani

Altro

Liberi Professionisti

Disoccupati

3%3%

FIGURA 11 - Permanenza capi

Femmine

Maschi

430 379 260

489

1

186 393

2

185 110

319

3

205

187

167

4

5

6

85

64

41

100

52 82

60

100

86

108

36 58

7

8

9

10 - 11

>=12

>=15

21


LA DURATA DEL SERVIZIO I dati del grafico si riferiscono ai capi entrati in CoCa dal 2000 che sono 3015 (1606 maschi e 1445 femmine) e gli anni di permanenza in Coca nei successivi 20 anni.

La permanenza media dei capi è circa 4 anni ((Fig. 11), con significative differenze in riferimento al livello di Foca: chi ha Foca 1 o 2 rimane mediamente 3 anni, chi ha Foca 3 circa 4 anni, chi ha Foca 4 o è capo brevettato mediamente fa servizio per oltre i 5 anni. Il valore della media non è particolarmente rilevante perché ci sono svariati capi che sono censiti per moltissimi anni e ciò altera sostanzialmente il dato rispetto al numero effettivo di capi che svolgono servizio diretto con i ragazzi.

Nel 2018 sono entrati in CoCa 119 persone che quindi hanno solo un anno di servizio ed alterano parzialmente il dato. Negli ultimi anni il dato percentuale dei capi che svolgono servizio solo per un anno è cresciuto continuamente, erano il 14% nel 2012 e sono il 37% nel 2017. I valori dimostrano come poco più del 54% rimane meno di tre anni.

FIGURA 11 - Percentuale capi rimasti solo per un anno

40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 2012

2013

2014

2015

22

2016

2017


LA NOMINA A CAPO I 1149 capi che hanno il brevetto e hanno svolto servizio dopo il 2000 lo hanno conseguito secondo quanto illustrato nel grafico, divisi per decennio (Fig. 12).

3 e 4 anni è il tempo impiegato da oltre il 42% dei brevettati mentre il 7% arriva alla nomina dopo oltre 10 anni dall’ingresso in CoCa.

974 sono i capi su cui si riesce a fare una analisi dettagliata, 24 capi (11F e 13M) hanno preso il brevetto prima del 1999 ma non si sa quando siano entrati in coca e 151 (112 M e 39F) prima del 1990 ma non si riesce a capire quanto tempo sia trascorso tra la loro entrata in coca ed il brevetto (Fig. 13). Non tutti i capi arrivano ad acquisire il brevetto. Ognuno impiega un tempo più o meno lungo a completare l’iter.

Non esistono differenziazioni percentuali rilevanti tra i maschi e le femmine che hanno raggiunto il brevetto: 26,5% di donne e 28,2% di uomini sul totale dei capi. Gli assistenti brevettati sono 23 pari al 14%. 57 capi hanno lasciato la Comunità nell’anno del brevetto e 102 l’anno successivo al conseguimento della nomina, ovvero il 17% conclude l’iter e poi lascia il servizio. La tabella indica i nuovi capi brevettati per ogni anno e i capi censiti nell’anno che hanno ottenuto la nomina precedentemente il 2000 (Fig. 14).

FIGURA 12 - Nomina a Capo

FIGURA 14 - Permanenza capi 159 171

<2020

203 220

<2010 97

<2000

148

34

<1990

81 5

<1980

31 0

50

100

150

Femmine

200

250

Maschi

FIGURA 13 - Anni di CoCa per la nomina Femmine

Maschi 109 98 55

16 29

68

3 11 <15 10&14 7&9

69 33

118

63

72

6

5

4

50 90 3

54

13 23

2

1

23

Anno

Nuova Nomina

Nomina ant. 2000

2000

40

87

2001

66

78

2002

45

81

2003

49

71

2004

60

85

2005

42

50

2006

29

73

2007

49

72

2008

55

76

2009

43

75

2010

52

45

2011

38

66

2012

52

61

2013

43

58

2014

30

50

2015

50

44

2016

53

51

2017

26

52

2018

40

49


Fare Scautismo Keywords: metodo, gruppi, zone, attualità, scelta politica.

A cura di settore Giustizia Pace e Nonviolenza

Cambuse critiche La Liguria alla sua prova critica

“Il creato è un dono che Dio ci ha dato affinché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine.”

è passata al settore PNS (di cui Michela Mazzoccoli era all’epoca incaricata), si è cercato di coinvolgere anche capi esterni al Genova 53 e si è entrati a far parte di Cambuse Critiche nazionale. Il numero dei gruppi dei partecipanti si è mantenuto sostanzialmente costante. Nel 2015, purtroppo, con la riorganizzazione nazionale dei settori, si è interrotta la gestione degli ordini. Il resto è storia recente: quando a gennaio 2018 Federica ICM ci ha proposto di rimettere in piedi una pattuglia che si occupasse di cambuse critiche, abbiamo accettato ponendoci fin da subito l’obiettivo di non diventare semplicemente i passacarte tra il cambusiere e i commercianti: esistono già numerosi GAS parrocchiali e di quartiere a cui i gruppi possono appoggiarsi per gli ordini estivi. Noi crediamo che l’adesione a questa proposta debba essere frutto di un percorso che parte da più lontano: dall’attenzione ai temi ambientali nei Progetti Educativi di Gruppo alla cura della raccolta differenziata e della riduzione dei rifiuti durante le attività, passando per il consumo critico.

P. Francesco “Ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza, ma dobbiamo parlare chiaramente, non importa quanto questo possa risultare scomodo. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso.” G. Thumberg Cambuse critiche viene introdotto per la prima volta in Liguria nel 2012, grazie al capitolo sul consumo critico del Genova 53. Durante un convegno per capi che si era tenuto quell’anno e durante un evento regionale per RS sui capitoli, si è fatta pubblicità e il Genova 53 ha gestito il primo ordine: hanno aderito 15 gruppi di Genova e uno di Spezia. Inoltre, diverse CoCa e clan hanno chiesto di confrontarsi sull’argomento. Successivamente la gestione 24


In questo senso, partecipare all’ordine estivo di cambuse critiche è solo una parte (molto importante!) della rivoluzione culturale messa in atto. Come scout, siamo abituati a crederci i migliori amici della natura, ma esiste una seria riflessione sul nostro impatto ambientale? Nel 2018 siamo partiti tardi e ci siamo limitati a raccogliere gli ordini estivi: 10 gruppi e le Piccole Orme, ripromettendoci di avviare un percorso più approfondito per l’anno successivo. E così è stato. Abbiamo iniziato coi laboratori prima dell’assemblea regionale, durante i quali una quindicina di capi liguri ha giocato con sapone fai da te, quiz sulla sostenibilità e sulla progettazione di menù più etici. Dopodiché abbiamo realizzato per Ross, Botteghe RS e CFM il “CritiKit”, ovvero una breve attività per mettere alla prova la consapevolezza sui temi del consumo critico: ai primi classificati, uno sconto per gli ordini di cambuse critiche e un sacchetto di caramelle equo-solidali! Venerdì 7 giugno abbiamo chiuso gli ordini, in questi giorni stiamo rielaborando i dati per spedirli ai produttori, che ci consegneranno il tutto entro fine giugno. Diciassette gruppi e le Piccole Orme porteranno i prodotti del listino di cambuse critiche ai loro campi estivi. Proviamo ad analizzare velocemente il dato: da un lato c’è un notevole incremento delle adesioni rispetto all’anno scorso (anche se noi speravamo nel raddoppio), dall’altro è abbastanza chiaro che, al momento, per la stragrande maggioranza dei gruppi liguri il consumo critico non costituisce una preoccupazione. La guida e lo scout amavano e rispettavano la natura? Non si tratta di questo.

Noi crediamo che sia una questione di abitudini e buone pratiche: sono ormai decenni che si parla di consumo critico, sicuramente molti di noi lo fanno a casa propria ma spesso in attività c’è una cultura diversa: si deve risparmiare per tenere basse le quote, quindi piatti e bicchieri di plastica alle feste di gruppo, 60 porzioni di bastoncini di pesce del discount incartati singolarmente, saccone dell’indifferenziato che il cambusiere non può a pensare a tutto, a maggio non posso sapere cosa comprare per il campo estivo, insomma un bel “si è sempre fatto così”. Ma scegliere cambuse critiche non è compito del cambusiere sensibile, non è la buona azione del comprare 5 pacchi di pasta e 3 barattoli di marmellata, non è dare un contentino all’amico che mi invia il promemoria col listino: cambuse critiche è una scelta politica, a nostro avviso lungimirante, che domani inciderà sulle singole scelte dei nostri LC, EG, RS. La Liguria è disposta a mettersi in gioco?

Il QR code porta invece a un’iniziativa di Agesci Nazionale sul tema custodia del Creato. #noicustodiAMO

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Fare Scautismo

A cura di Stefano Barberis

Zero waste route Consigli pratici per una route rispettosa dell'ambiente

Quello della spazzatura in route è sempre stato un bel problema! Soprattutto quando si tratta di camminare in montagna e magari dobbiamo camminare per un’intera settimana in quota senza poter lasciare i nostri rifiuti a valle. Ecco qui di seguito alcune pratiche idee per risolvere/ ridurre il problema rifiuti in route ed evitare che i nostri R/S possano diventare bersaglio dei meme di Greta Thunberg arrabbiata.

OCCHIO ALLA SPESA! COMPRIAMO SUL POSTO E RIDUCIAMO IL PACKAGING Sicuramente può essere utile informarsi se lungo la nostra route incontreremo alpeggi o anche paesi dove fare provviste per ridurre sia il peso sulle nostre spalle che i rifiuti. Ci costerà qualcosa in più, ma sarà una buona cambusa critica. Occhio anche al packaging dei nostri acquisti: le buste di risotti e zuppe e le merendine per la colazione, sono molto pratiche, ma anche molto incartate. Acquistiamo risotti e minestre liofilizzati in confezioni industriali e poi dividiamole tra i ragazzi con sacchettini riutilizzabili, così come i biscotti per la colazione/ la cioccolata/la frutta secca ecc.

Keywords:metodo, ambiente, attualità, scelta politica, rs

CHI PORTA LA SPAZZATURA? E LA DIFFERENZIATA? Quante volte abbiamo visto sacchi della spazzatura appesi fuori dallo zaino sin dal primo giorno della route con rischio tagli, esplosioni, rotture a ogni passaggio tra le rocce o a ogni sosta in cui lanciamo a terra distrutti il nostro zaino? La prima accortezza da prendere per ridurre il problema dei rifiuti in route è quella legata a come portare la spazzatura. Qui esistono varie scuole di pensiero: di sicuro l’idea di fare “sacchi giornalieri” affidati al malcapitato di turno col rischio che egli lo debba trasportare per l’intera route dentro/appeso al proprio zaino non sembra essere la più vincente e ci impedisce di differenziare. Intelligente può essere affidare a ogni membro del clan una propria spazzatura “indifferenziata” più un sacchetto di differenziata (plastica, lattine opportunamente aperte e schiacciate sotto gli scarponi per renderle ingombranti come dei fogli) a qualche volontario. Così facendo la spazzatura sarà divisa tra tutti i membri della comunità e ognuno cercherà di produrne il meno possibile e i sacchetti della spazzatura ci serviranno per lo più per proteggere i nostri vestiti nello zaino.

Non dimentichiamoci poi ovviamente nel fare la spesa di seguire i principi delle “Cambuse Critiche” che gli stessi R/S vedono promossi nel loro servizio in Branco e Reparto. Renderli consapevoli a una spesa critica orientata alla minor produzione di imballaggi è un primo obiettivo da portare a casa anche dopo la route. Neanche a dirlo: banditissime le bottiglie di plastica come borraccia!! PERCHE’SOLO SCATOLETTE? W LA VERDURA! Cosa c’è di meglio di una scatoletta tonno e fagioli a fine di una dura giornata di route? Bè magari una bella ratatouille di verdure! O delle patate bollite! Proviamo a portare nei nostri zaini meno scatolette e più alimenti a “0 rifiuto/ rifiuto biodegradabile” come uova sode, verdure a buon livello di conservazione (patate, carote, melanzane…), carne secca, parmigiano…che non hanno nessun incarto né confezione! Avremo meno rifiuti da portare a valle e anche la nostra schiena ringrazierà! E PER LAVARSI? NECESSAIRE SHARING! Il “necessaire sharing” deve essere obbligatorio: condividiamo shampoo, dentifricio, sapone piatti, spugnette tra tutta la comunità. Ovviamente: BIODEGRADABILI! 26


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Fare Scautismo


Fare Scautismo

Surviving kids? Anche noi!

Keywords:gruppi, ambiente, eg, zone, tecniche

Una scuola nel bosco costruita dagli scout

con rispetto nel bosco di monte Rosato, conoscono i segreti di molte piante perché hanno un amico, lo chiamano Marcone (infatti è un armadio piuttosto corpulento) che spesso li accompagna nel bosco, conosce il nome di erbe e funghi, insieme fanno le foto per allestire un “memory” un po’ speciale. Chi trova in natura le piante o i funghi più rari identificati in fotografia totalizza un punteggio più alto, chi trova le più comuni un po’ più basso.

Cercando il posto per una festa di gruppo sulle alture di Bavari ci siamo imbattuti in Luca, un istruttore sportivo (un po’ visionario…) del Centro oratori salesiani, che voleva allestire una scuola all’aperto nel bosco per gli alunni della piccola scuola elementare locale. A Luca le maestre hanno chiesto di portare i bambini fuori dalla classe almeno una volta la settimana, per scoprire come è divertente la vita all’aperto, a conoscere i segreti del bosco… a sopravvivere con poco o nulla, ad annodare corde e usare piccoli tronchi di alberi (il bosco offre possibilità impensabili ad un bambino abituato a vivere in case di città, seppure sulle alture).

Una volta condivisi i progetti era necessario programmare un calendario per la predisposizione dell’area, elencare il materiale necessario e procurarlo, possibilmente in natura.

Per noi scout vivere all’aperto e l’arte della sopravvivenza sono pane quotidiano fin da quando entriamo in branco da lupetti! È stato molto bello costruire l’aula insieme. Abbiamo formato un piccolo gruppo di scout provenienti da vari gruppi della zona Diamante e progettato le varie costruzioni (in legno, corda, pietra e fango) da allestire nell’area. Un gruppo dei ragazzi di Bavari, e gli alunni della scuola elementare “lavorano” da tempo con Luca: hanno imparato ad entrare 28


Ci siamo incontrati (bambini della scuola, ragazzi di Luca e noi piccolo gruppo di scout) almeno due volte al mese per 6 mesi. Pulita l’area e raccolto i materiali necessari abbiamo predisposto un ingresso con l’insegna del nome del posto: lo abbiamo chiamato “Lurikeen in the shire” (piccole creature erranti nella contea –deriva dall’unione dei nomi dei gruppi). L’ingresso in aula è uno “scivolo nel verde”. Si entra in un’area con tavolo, fuoco di bivacco e forno in pietra. Abbiamo allestito anche una vera e propria aula all’aperto con la cattedra per l’insegnante dove appoggiare piante e funghi da illustrare; le panche per gli alunni

sono di pietra, le abbiamo appoggiate a tronchetti di legno bene fissati al terreno e disposte “ad anfiteatro”. Nell’area abbiamo creato sentieri e gradini per collegare tutto, portato l’acqua e adeguato i servizi. Alla celebrazione Eucaristica dell’inaugurazione c’eravamo tutti: alunni della scuola, ragazzi di Luca, Marcone e noi scout. Ora siamo tutti esperti “Surviving Kids” – il bello di fare insieme. Patrick, Matteo, Stefano, Marco, Luisa Agesci zona Diamante Luca e i ragazzi dell’associazione “The shire”

29


Zoom Liguria

A cura di Chiara Piemontese, CODA ligure (Coordinamento d'Area)

L'angolo del castoro!

Keywords: gruppi, castorini, zona, regione, eventi

Gli incontri di Primavera delle Colonie di Castorini Liguri

Come ogni anno i castorini liguri hanno vissuto l’incontro di primavera, un bivacco particolare che permette di uscire dalla propria Diga per fare nuove amicizie. Al consueto raduno di tutte le colonie, quest’anno l’Area AIC Liguria ha preferito incontri più ristretti a coppie/ trii di colonie.

Croce di Castagnabuona 6-7 Aprile Colonie: Lago delle primule (GE 100), Zampe svelte (GE 56), Achernar (Torino 23) Con gli ospiti piemontesi le colonie hanno giocato nel mondo di Oz, insieme a Dorothy e i suoi amici. I castorini hanno aiutato lo spaventapasseri a ritrovare il cervello, il leone il coraggio, l’uomo di latta il cuore; come ricompensa ogni colonia si è portata a casa un fantoccio con le sembianze del personaggio che simboleggiava ciò di cui avevano bisogno: coraggio, intelligenza, cura degli altri.

Croce di Castagnabuona 18-19 maggio. Colonie: Terra di betulla (Varazze 1), Bosco incantato (Varazze 1), Lago azzurro (Arenzano) I castorini hanno giocato immersi nel l’ambientazione Indiani, dopo aver costruito una vera capanna indiana, ogni castorini si è portato a casa un pezzo del totem firmato. Deserto di Varazze Colonie: la valle degli 8 colori (GE 23), le betulle (GE 52). I Castorini hanno giocato con Madre Natura e i suoi amici abitanti del bosco incantato: gnomi, elfi, unicorni, folletti.

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Zoom Liguria

A cura di Branca E/G Zona Alta Via

Venne il giorno in cui il ragazzo aspettava l'uomo per stringergli la mano

Quest’anno le nostre riunioni di Zona di branca E/G le abbiamo incentrate proprio sul rapporto Capo-Ragazzo. Come ci insegna il “Piccolo Principe” è il tempo che dedichiamo alla rosa a rendere unica ed importante proprio quella rosa, così, viste le proposte dei Capi dei vari Reparti la decisione è stata molto semplice. Aspetto vincente di quest’anno è stato quello di avere sempre ospiti durante le nostre riunioni chiamati a spiegarci le varie sfaccettature del “rapporto Capo-Ragazzo”. Ad inizio anno siamo partiti da un’analisi, fatta tra di noi, metodo alla mano, di cosa significa per noi fare Con.Ca. per poi passare, sempre con la teoria a darci una mano, a come affrontiamo il rapporto, riunione dopo riunione, con i “repartari”. Ogni riunione aveva un chiaro obiettivo, trovare delle parole chiave per poter aver un fil rouge che ci seguisse durante l’intero anno. Una volta chiarito cosa vuol dire per noi essere al servizio dei ragazzi è iniziato il bello: abbiamo ospitato in successione una psicologa dello sviluppo, gli I.A.B.R. E/G, gli I.A.B.R. R/S e per finire niente popò di meno che Mons. Vescovo Calogero Marino, nostro Vescovo che ha accolto con piacere ed entusiasmo il nostro invito e sor-

prendendo lo I.A.B.Z. con una bella e piacevole chiacchierata al telefono per definire i dettagli della riunione. Anche per gli ospiti valeva sempre la stessa regola: arrivare a fine riunione, dopo aver lasciato spazio al confronto aperto, con delle parole chiave da inserire sul nostro mega cartellone. Non ci siamo mai dimenticati di proporre ai Capi Reparto di condividere con la Zona un’attività a loro cara per poter aumentare la condivisione di giochi o tecniche da poter offrire in Reparto. Scriviamo questo articolo per dare uno spunto ai nostri “colleghi” per preparare le varie riunioni di zona e perché a nostro parere ma soprattutto a parere dei Capi Reparto questo metodo di lavoro dinamico e legato nel tempo si è rivelato vincente! Per noi non è stato altro che un piacere poter essere al loro servizio! Ricordiamoci sempre che più vogliamo bene e più ci dedichiamo ai ragazzi che ci sono affidati più loro risponderanno alle nostre provocazioni di crescita e prima ci aspetteranno per stringerci la mano e chiederci “come va?” BUON SENTIERO Alberto&Simona I.A.B.Z. E/G Zona Altavia 31

Keywords: metodo, eg, zona

Un anno di Branca E/G in Zona Alta Via a parare di "Rapporto Capo-Ragazzo"


Zoom Liguria Keywords:ambiente, zone, eventi, rs, scelta politica

A cura di Chiara Conti, Clan del Bosco, Fuoco Le Pleiadi - Genova 56

Sporcarsi le mani in questo mare è un segno! L'evento di Zona Tramontana R/S

Il servizio è una delle scelte fondamentali della vita di uno scout. Esso consiste nella donazione del proprio tempo per qualcosa di giusto, senza aspettarsi nulla in cambio. Proprio per questo quando Genova urla aiuto, lo scout risponde senza pensarci due volte. Stavolta l’aiuto è stato offerto ad un delle zone più belle di Genova, ma anche più antiche, cioè la Villa Brignole Sale Duchessa di Galliera, situata a Genova Voltri. Purtroppo, molte volte per il mal tempo, e per la crescita continua di erbacce, alcune zone della villa sono state chiuse e per questo motivo si è deciso di intervenire. Il caldo giorno primaverile del 31 marzo 2019, 140 scout appartenenti alla zona Tramontana si sono dedicati alla riabilitazione della Villa. I ragazzi provenienti da vari gruppi genovesi si

sono mischiati tra di loro, formando delle vere e proprie squadre da lavoro, che si sono a loro volta divise nelle varie sezioni della Villa, a partire dall’inizio fino ad arrivare al santuario. I lavori da fare erano tanti, e di sicuro non si stava con le mani in mano, i ragazzi si sono sempre dimostrati energici e pieni di voglia di fare doti che fanno sicuramente molto onore. I compiti affidati, dagli altri volontari che lavoravano insieme a loro, erano specifici e ben dettagliati, così che i ragazzi non fossero disorientati. I principali compiti da svolgere erano spostare la terra, spaccare la legna, togliere le erbacce, curare le siepi, e altri piccoli lavori prettamente riguardanti la botanica. Gli scout, inoltre, come ho già accennato sopra, erano aiutati nella gestione delle varie aree da altri giovani volontari e anche dalle suore. 32


Armati di pale, cesoie, accette, saracchi, guanti e altri strumenti, i ragazzi hanno dato il via al grande lavoro, per fare ciò hanno soprattutto portato con sé la loro allegria e voglia di fare. Ad invogliare e incentivare il loro operato, i giovani sono stati spronati dal fatto di conoscere nuove persone e confrontarsi con i loro limiti, magari svolgendo azioni che nel complesso risultano pesanti, ma con un amico e quattro chiacchere possono diventare più che piacevoli. I lavori principali che i rover, le scolte e i volontari hanno svolto durante questa giornata, erano legati alla cura e al rinnovo della flora appartenente alla Villa. Un gruppo in particolare si è dedicato alla cura dei giardini all’italiana, togliendo le erbacce, spostando pesanti carriole di terra da una parte all’altra, e curando delicatamente le rose. Un altro gruppo si è dedicato alla pulizia di sentieri, togliendo di loro mano tutte le erbacce che li occupavano. Altri hanno spaccato la legna, ordinando diligentemente i pezzi nelle nuove cataste. Tutta la fatica spesa sotto il caldo sole, era alleggerita da canzoni, risate, scherzi e qualche cabaret di focaccia che girava qua e là. Tutto questo per dimostrare che anche un lavoro può essere divertente ed efficace se si fa in compagnia e con voglia, ed è stato proprio questo dimostrato dai ragazzi, portando avanti a testa alta due dei principali punti della loro legge: “sorridono e cantano anche nelle difficoltà” e “amano e rispettano la natura”. Raccogliendo testimonianze in giro i ragazzi erano entusiasti del loro lavoro, per averlo svolto insieme e rendendosi conto di essere stati davvero utili. Francesca dice “E’ stato faticoso, però pensare che grazie al nostro aiuto il parco possa riaprire molto più velocemente mi fa un sacco piacere”. Infatti, adesso una nuova parte del parco verrà riaperta il 13 aprile, in parte proprio grazie all’aiuto di questi ragazzi. Lorenzo invece afferma “Ho fatto tutto con

grande voglia e piacere, ero felice di fare quel lavoro, poi in compagnia era tutto meno faticoso e più bello”. Mentre Giulio, orgoglioso del suo operato, sorridendo esclama “La cosa più gratificante è stata vedere così tante persone unite dallo stesso ideale, cioè quello di essere scout, collaborare per il bene comune e dando una mano a chi ne aveva bisogno” Fare tutto ha portato a capire che anche solo con i piccoli gesti si possono cambiare le cose, con il lavoro di squadra si possono fare grandi passi, ma per presupporre tutto questo è necessario sporcarsi le mani, non solo di terra, ma anche di sudore, fatica, allegria, fango, passione, voglia perché “Sporcarsi le mani in questo mare è un segno...”. È un segno che ci siamo, e abbiamo voglia di fare, è un segno che la fatica non ci ferma, è un segno che la felicità si può trovare anche nei lavori più pesanti. Questo è il messaggio principale che i ragazzi hanno voluto trasmettere.

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Zoom Liguria

A cura del Pattuglino Centenario

100 anni di scautismo a Rivarolo Keywords: gruppi, zone, eventi, masci

Da un pugno di ragazzi nel 1919 a 3 gruppi Agesci e 2 Masci

Il 12 Maggio, Piazza Durazzo Pallavicini ha ospitato il Centenario dello Scautismo a Rivarolo. Avevano preceduto la cerimonia finale una mostra fotografica presso la biblioteca Cervetto, uno spettacolo musicale del Gruppo Aquile Randagie presso il Teatro Govi e quattro cene delle annate molto partecipate.

La festa finale è iniziata Sabato 11 Maggio. Castorini e Lupetti hanno partecipato ad una una caccia al tesoro per le vie del Quartiere organizzata dai Rover e dalle Scolte. La domenica ha previsto giochi aperti a tutto il quartiere, per conoscere cosa sono gli Scout e quale sia stata la storia dello Scautismo a Rivarolo.

Il primo gruppo scout di Rivarolo si è formalmente registrato il 13 Maggio 1919; da quel giorno di 100 anni fa è iniziata l’avventura scout a Rivarolo, che ha accompagnato migliaia di giovani fino ai nostri giorni. È stato pubblicato un libro che ripercorre i passi di questa lunga e varia storia, alcune copie sono ancora disponibili.

Al pomeriggio è stata scoperta la targa nel piazzale della Chiesa S.Maria Assunta, dove i primi ragazzi di Rivarolo incontrarono nel 1919 un gruppo di scout di Mario Mazza, decidendo di fatto di costituire un gruppo anche a Rivarolo. I festeggiamenti si sono svolti in Piazza Pallavicini dove è stato eretto un grosso Palo Bandiera; si sono susseguiti l’alzabandiera e la recita della Legge scout, il rinnovo della Promessa. Hanno presenziato i Responsabili di Zona e quelli Regionali, compreso l’AE. La giornata si è conclusa con la Santa Messa concelebrata dai sacerdoti che hanno accompagnato i gruppi scout negli anni.

In tutti questi anni il Gruppo del Rivarolo 1°, si è allargato e ha permesso la nascita di diversi gruppi autonomi. Oggi lo scautismo a Rivarolo è rappresentato dal GENOVA51 (Rivarolo), dal GENOVA52 (Certosa) e dal GENOVA100 (Valtorbella), senza dimenticare i due gruppi Masci Valpolcevera e Certosa. 34


Fridays for future, sui passi di Greta Thunberg

Mondi paralleli

A cura di Amelia Moro

Conversazione con Francesca Ghio, portavoce di Fridays for future - Genova e membro del Comitato Nazionale.

Raccontaci come sei entrata a far parte di Fridays for future - Genova Sono rimasta colpita dalla battaglia di Greta, e avendo visto che in alcune città italiane si stava portando avanti il suo esempio, mi sono chiesta se a Genova esistesse già qualcosa di simile. Effettivamente un gruppo si era creato, e a gennaio ho conosciuto i tre organizzatori durante uno dei presidi del venerdì a De Ferrari (tutti i venerdì dalle 17 alle 18 i volontari di Fridays organizzano dei presidi in piazza De Ferrari dove potete conoscerli) e ho chiesto di partecipare. In quella fase il gruppo era ancora ad uno stato embrionale, io mi sono occupata di creare una pagina Facebook e Instagram, e così è diventato possibile iniziare a stringere una rete di contatti che mano a mano si è allargata sempre più. Ci siamo coordinati con le altre città che avevano creato dei gruppi e poi è nato il Comitato Nazionale, che a sua volta si coordina poi con il livello europeo. C’è stata una prima riunione del comitato a Milano, e ne verrà fatta una seconda a settembre Come è stata l’esperienza di partecipare alla prima riunione del Comitato Nazionale? C’era una grandissima energia, è stato emozionante vedere tanti ragazzi riuniti in quell’auditorium, sembrava come prima del concerto del tuo

cantante preferito! È stato bellissimo incontrarsi tutti di persona e discutere insieme dei temi che ci stanno a cuore. Poi siccome una ragazza si era sentita male, a sorpresa sono stata coinvolta per sostituirla come moderatrice della tavola rotonda, non me lo aspettavo, ma quando mi fanno una proposta io mi butto e dico sempre di sì! Inoltre ho molto apprezzato il fatto che si sia deciso di “pareggiare” i costi del viaggio per ciascun partecipante, ovvero chi aveva speso poco ha versato dei soldi, chi aveva speso molto perché veniva da lontano li ha ricevuti, in modo tale che alla fine la cifra fosse identica per tutti. Parlaci dello sciopero del 15 marzo! Quella è stata la prima grande sfida per noi: esistiamo da così poco tempo, non siamo un’associazione radicata nel territorio, con delle basi, con dei finanziamenti… non è stato facile capire come muoversi, rapportarsi con le varie autorità, il comune, la prefettura, chiedere i permessi, gestire la comunicazione… il giorno prima della manifestazione la Digos mi ha chiesto quante persone ci aspettavamo: gli ho risposto 200 persone. Non credevo che saremmo stati molti, ma per me era davvero importante che Genova ci fosse, desideravo con tutto il cuore che la mia città partecipasse a questo movimento, anche con una piccola pre35

Keywords: ambiente, intervista, attualità, scelta politica

Si definisce da 25 anni orgogliosamente genovese, lavora nel mondo del vino naturale.


lontari sono circa 80. Oltre ai presidi dei venerdì, facciamo una riunione una volta al mese. Fridays for future è una realtà che vuole essere il più possibile inclusiva, siamo apartitici, e felici di accogliere chiunque voglia partecipare. L’unica condizione che poniamo è che ci sia rispetto reciproco. Siamo tutti volontari e bisogna accettare e rispettare le idee, il tempo, la disponibilità che ciascuno può offrire.

senza. Invece quel giorno eravamo tra le 8.000 e le 10.000 persone. C’è stato da poco un secondo sciopero, quello del 24 maggio, come è andato? Prevedete di organizzarne altri? Lo sciopero è andato bene, anche se non è stato partecipato come il precedente, abbiamo comunque raggiunto le 3000 persone. Per noi era importante dimostrare che non siamo un fuoco di paglia, molti ci dicevano “avete fatto il boom e adesso basta, accontentavi di quello che avete raggiunto… tanto non otterrete mai nulla…” invece abbiamo voluto rendere chiara la nostra intenzione di proseguire con continuità questo progetto, e la città ha mostrato che l’interesse per questi temi c’è, c’è davvero. Allora anche le istituzioni iniziano a guardarti con occhi diversi, a considerarti come un vero interlocutore. Perché certo ognuno nel suo piccolo può impegnarsi per l’ambiente, ma è la politica che può prendere dei provvedimenti importanti e con un peso ben maggiore, e la politica agisce solo se vede che questi temi stanno a cuore alle persone. Non vogliamo fermarci, il prossimo sciopero sarà a settembre ma la data è ancora da stabilire.

E tu perché hai scelto di entrare in Fridays for future? Perché hai deciso di dedicarti proprio a questa battaglia? Sin da piccola ho sempre avuto una particolare sensibilità per l’ambiente, non mi piaceva vedere gli altri bambini che torturavano dei piccoli animali, mi faceva sentire a disagio. Ho iniziato a farmi delle domande, e da quelle domande sono arrivate nuove domande. A volte fa paura l’idea di andare oltre la superficie, ma ho scelto comunque di approfondire, ho voluto guardare documentari sugli allevamenti intensivi, o sulle conseguenze della deforestazione, anche se mi facevano stare male. Lentamente ho iniziato a collegare i puntini, a capire che tanti fenomeni facevano parte di un problema più grande. È difficile fare questo, perché se non sai e non vedi hai la sensazione di avere la coscienza pulita. Invece quando sai, allora capisci che puoi e devi fare la differenza nel tuo piccolo.

Quali sono gli altri vostri progetti? Sicuramente continueremo a portare avanti gli appuntamenti del venerdì a piazza De Ferrari, che sono un po’ il nostro “filo rosso”, e il 21 giugno saremo al Suq per un incontro dal titolo Future tea time. Ma ci sono molti altri progetti in cantiere: attualmente stiamo collaborando e stringendo rapporti con varie realtà che si occupano di ambiente a Genova, da gruppi cittadini, a comitati, ad associazioni, a realtà storiche di quartiere, così da sfruttare l’attenzione mediatica che adesso abbiamo per far conoscere tante battaglie (come quelle legate all’inquinamento dell’area del porto) e per unire le realtà singole in un solo grande obiettivo. Non mi piace neanche dire che lottiamo per l’ambiente, perché di fatto la Terra, l’ambiente, sopravvive anche senza gli esseri umani, siamo noi che stiamo rischiando l’estinzione.

Come si fa a fare la differenza? Con la comunicazione e la pazienza. Il rispetto per me è fondamentale: che sia per l’ambiente, o per chi è diverso da noi per etnia, o per orientamento sessuale. Non mi sono mai abituata ad un certo linguaggio violento e irrispettoso ed è una cosa che cerco di far capire a chi sta intorno a me. Per portare avanti questi temi la capacità di comunicare nel modo corretto è fondamentale: il muso duro non serve a niente, perché porta le persone a chiudersi. Bisogna andare avanti passo dopo passo, con grande pazienza. Per esempio: nel locale in cui lavoro sono riuscita a farmi promettere che non compreranno più cannucce di plastica! L’importante è capire che lo scopo non è solo urlare il tuo messaggio, non basta dirlo, ma deve essere capito, perché solo così arrivi davvero nel cuore delle persone, e non se lo dimenticano.

Quanti siete attualmente a Genova, e ogni quanto vi incontrate? E’ possibile partecipare? Al momento nel direttivo siamo in 5, mentre i vo36


Mondi paralleli

A cura di Franco Calcagno

Zena netta: basta la volontà e una paletta

È un’idea che coltivo da anni, e in questo particolare momento storico di difficoltà mi sembra non procrastinabile. È un’iniziativa civica e nasce con l’ambizioso scopo di risvegliare nei genovesi, il gusto e l’orgoglio nella cura della propria città. Il gruppo di coordinamento non ha il “cappello” di nessuno, è apartitico. È un’iniziativa spontanea di alcuni di noi che vuole avviare un circolo virtuoso stimolando i cittadini a: raccogliere i rifiuti sparsi, rispettare la differenziata, rispettare i luoghi di raccolta, reagire contro cattive abitudini, denunciare le discariche abusive, collaborare con l’Azienda che si occupa di rifiuti, ecc. Per comunicare questo è importante dare un buon esempio anche con azioni concrete di pulizia in aree critiche o sensibili. Non vogliamo sopperire alle carenze del servizio pubblico ma far capire ai genovesi che neanche un sistema efficientissimo di raccolta dei rifiuti potrà mai rimediare alle cattive abitudini dei cittadini! Siamo partiti a gennaio costituendo un gruppo WhatsApp di coordinamento dove sono rappresentati, oltre agli organi istituzionali del Comune, anche Amiu, Municipi, Civ, Associazioni varie e comitati di quartiere.

Il primo atto del progetto è stato lo “Zena netta week” dal 12 al 19 Maggio per concentrare l’azione di sensibilizzazione della cittadinanza, la comunicazione e i flash mob di pulizia. Ha coinciso con l’iniziativa “Let’s clean up Europe” nell’ambito della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti. Abbiamo avuto il supporto concreto di AMIU e un ottimo seguito e una grande partecipazione da parte di molti privati e associazioni. Un’agenzia pubblicitaria ha prodotto video con la partecipazione di testimonial genovesi, sempre a titolo di volontariato. Sono stati organizzati flash mob in città e si sono moltiplicate in tutta la città iniziative di pulizia coordinate dai Municipi e dai CIV. Grazie ad accordi presi con l’ufficio regionale scolastico anche le scuole sono state coinvolte nelle iniziative e negli eventi. È un inizio, vogliamo continuare perché si tratta di un processo “educativo” con tempi lunghi che necessita di pazienza e passione come tutti i processi educativi. Aggiornamenti sulle iniziative possono essere trovati sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram di Zena Netta. 37

Keywords:lettere, ambiente, scelta politica, attualità

Genova. Un'iniziativa di sensibilizzazione sociale. Ce ne parla Franco Calcagno, ideatore ed ex Capo Sout.


Arte, ScoutZoom e Rock&Roll Liguria Keywords: ambiente, arte, attualità, scelta politica

A cura di Andrea Borneto

Punto di non ritorno e il sale della Terra Introduzione a due documentari ambientalisti

L. Di Caprio, attore e ambasciatore di pace per il clima, e S. Salgado, fotografo brasiliano impegnato socialmente, sono i protagonisti di due recenti documentari ambientalisti di ampia diffusione. Before the flood – punto di non ritorno di Fisher Stevens, prodotto da National Geographic, è un film che segue l’attore premio Oscar Leonardo Di Caprio in tutti i suoi incontri attinenti al suo ruolo di ambasciatore per l’ambiente. Il documentario apre un’inchiesta serrata contro i negazionisti dei cambiamenti climatici, affronta perentoriamente il tema delle fake news, del lobbismo dei petrolieri dando voce ad esperti in materia di clima, economia globale e sviluppo energetico. Nel frattempo il film mostra lo stato avanzato delle conseguenze climatiche in varie parti del mondo, le sequenze sembrano uscite da Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio.

L’approccio è un forte mea culpa, soprattutto americano, e un monito morale a perseguire soluzioni come la diminuzione dell’uso di energie fossili. Gli incontri illustri con Obama e Papa Francesco, che con l’Enciclica “Laudato Sì” ha illuminato il popolo cristiano riguardo la cura della Terra, sono inseriti nella cornice visiva della metafora del paradiso perduto, come ricorda Leonardo narratore che apre e chiude il film citando e analizzando il quadro “il giardino delle delizie terrestri”. Il trittico di Bosch aperto mostra il mondo diviso in tre pannelli, dall’armonia del paradiso si passa alla dissolutezza fino ad arrivare ad un paradiso arido e distrutto. Richiudendolo, in copertina su due pannelli c’è il pianeta incontaminato nella sua interezza, ciò a cui apparteniamo.

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Il sale della terra – in viaggio con Sebastião Salgado di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Fotos/Grafen: disegnare con la luce la storia dell’umanità, così comicia il film che ripercorre la vita e i lavori di questo importante fotografo, con il suo sguardo che rivela l’essenza di ciò che lo circonda. Il fotagrafo per Sebastião è il testimone della condizione umana, attraverso gli scatti non solo di uomini ma anche degli altri esseri viventi. Questa idea l’ha portato a esplorare il mondo e a fotografare determinate situazioni e soggetti, l’empatia e la densità dei suoi scatti, che scorrono lungo tutto film, sono sconvolgenti. In ogni lavorazione c’è un’anima catartica che colpisce lo spettatore; la forza del ritratto, dice Salgado, è cogliere un attimo di realtà: non solo tu fai la foto ma la persona ti offre la foto. Nei suoi continui viaggi ha incontrato le popolazioni aborigene sudamericane in Other Americas, i copti africani in Sahel – la fine della strada , i lavoratori in Kuwait nello spettacolo enorme delle esplosioni nei centri di estrazione, dove il paradiso naturale è diventato inferno (Workers – la mano dell’uomo). Poi ci fu Exodus – in cammino, un progetto che parlava della migrazione di interi popoli, in un periodo dove in Europa si parlava già di chiudere i porti, Sebastião incontrò la gente costretta a vagare senza più una casa dal

Congo, alla Tanziana ma anche del caso in Jugoslavia. In Uganda alla visione di 200.000 persone destinate alla morte certa in cammino nella foresta, avviene la crisi, non ce la fa più a continuare. “Ogni persona che muore è una parte di tutti che muore” Sebastião è sceso nel cuore profondo delle tenebre, dove non c’è più speranza. L’uomo è colto da una malattia dell’anima, non si può più essere testimoni/fotografi e dopo aver visto tanta sofferenza si consolida l’idea che non c’è sopravvivenza per la nostra specie. Dopo questa esperienza, solo con la speranza dell’ambiente è tornato a sentirsi fotografo, attivandosi in prima persona per il rimboschimento del territorio dove è cresciuto in Brasile, piantando insieme a sua moglie Lelia 2 milioni di alberi e rendendo il cambiamento possibile. Gli alberi restituiscono quel concetto di eternità che l’uomo moderno ha perso, Salgado con l’ultimo lavoro Genesis (passato qualche anno fa anche a Genova) coglie nella natura originaria darwiniana delle Galapagos l’unità genetica che unisce gli esseri viventi: facciamo tutti parte della natura. È una lettera d’amore al nostro pianeta. Da dove si parte poi si ritorna, questo è il ciclo della vita: la distruzione della natura può essere fermata. Le terre maltrattate possono tornare foreste.

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A cura di Sara Lo Pinto

Spiritualità Scout

Cominciare e ricominciare Il capo catechista e l'iniziazione cristiana (questa sconosciuta)

Keywords: zone, spiritualità, foca

Spunti di una serata con Mons. Calogero Marino, Vescovo di Savona - Noli

sa, come introdurre i giovani all’incontro con Gesù, viene sempre più delegata a chi non sa di dire di no! Anche noi, nelle nostre Co.Ca. cadiamo sempre più spesso nell’errore di “delegare” l’affare dell’iniziazione cristiana ai soli catechisti o ai soli capi branco.

Il capo è fratello maggiore, uomo dei boschi, colui che si impegna per lasciare il mondo migliore di come l’ha trovato, ma al solo pensiero che il capo sia un CATECHISTA, un nodo ci stringe la gola! Subodorando questo sentimento diffuso tra coloro che si occupano di educazione cristiana, Mons. Marino “DON Gero”, ha proposto un confronto diocesano tra catechisti, scout e AC; un tavolo dove si sono messi a nudo timori, ma anche potenzialità di ogni realtà e come spesso accade lo scautismo ne è uscito meglio del previsto, con la consapevolezza di avere in mano degli strumenti non scontati, di cui forse ci fidiamo ancora troppo poco, ma che se ben sfruttati possono dare un orientamento forte al nostro remare in direzione “ostinata e contraria” alle realtà avvilenti che ci circondano.

In questo modo, inevitabilmente, si interrompe l’azione virtuosa di una Chiesa madre che genera e ciò che resta è l’annuncio freddo di un messaggio che non incanta nessuno. Il rischio della Chiesa di oggi e dei gruppi che la compongono, è che vengano relegati ad un mero ruolo aziendale che produce servizi religiosi, caritativi o assistenziali, una Chiesa in cui nessuno vuole stare! Domandiamoci, dunque, se i nostri gruppi scout sono solo aziende che producono servizi o vere COMUNITÀ GENERATIVE! Per sfatare l’idea del fardello dell’iniziazione cristiana Papa Francesco usa spesso le parole di Paolo VI “Ritrovare la dolce e consolante gioia di evangelizzare”, la gioia di essere capi catechisti.

Il tarlo che tormentava Gero era vedere come nella Chiesa, il catechismo fosse avvertito come uno zaino pesante che - in fondo nessuno vuole portare. Così a fine estate si delega la classe della Prima Comunione alla pinzochera che non ha nulla di meglio da fare e la classe della Cresima all’insegnante in pensione: una cosa così importante e prezio40


Perché, allora, sentiamo questo ruolo come peso e non come grazia? Dovremmo pensare al servizio catechistico come ad una risposta ad una chiamata, ma non quella del capo gruppo o del prete, piuttosto ad una più grande, quella di Dio, che ci invita a GENERARE, non ad istruire, non ad organizzare, non a “far prendere i sacramenti”, perché noi - per grazia Sua - siamo davvero fatti per generare, per essere padri e madri, in tutti i modi possibili. Il verbo che segue naturalmente il generare è l’ACCOMPAGNARE. Siamo chiamati ad essere compagni del percorso dei nostri ragazzi. COMPAGNO = colui che spezza il pane con me, proprio ciò che è stato Gesù per i discepoli di Emmaus. Gesù li accompagna, li genera: occhi che non lo riconoscevano, cuore indurito dal fallimento, ma … dopo aver fatto strada e aver spezzato il pane insieme, i loro occhi vedevano e il loro cuore ardeva. Questa è l’icona della Resurrezione! Gesù li fa risorgere accompagnandoli. E se questa è la sfida, davvero allora, non la si può delegare soltanto alla pensionata o all’Akela di turno, ma è una sfida che va colta da ognuno di noi! Per generare un uomo ci vogliono 9 mesi. Per accompagnarlo all’età adulta qualche decennio. Insomma serve tempo! Un TEMPO DISTESO, che presuppone un atteggiamento di FEDELTÀ, ossia il coraggio di amare nel tempo disteso. Ogni fase richiede degli atteggiamenti diversi, ma sempre la stessa cura, quella che ritroviamo in un brano del Deuteronomio, che parla dell’amore di Dio per l’uomo “Egli lo trovò in terra deserta, in una landa di ululati solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come pupilla del suo occhio. Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali”. Ecco uno bello sprone per ognuno di noi ad amare i nostri ragazzi nella stessa misura con

cui Dio ci ama, con la stessa cura e tenerezza. Per meno di questo non vale la pena fare il capo catechista! Ma cosa c’è dopo il catechismo? Perché il cammino di scoperta dell’incontro con Gesù non può finire con il buffet della festa della Cresima! Il cammino cristiano che coinvolge i nostri ragazzi e in prima persona ognuno di noi, è una serie di “COMINCIARE e RICOMINCIARE”, verbi di vita. Dopo la Cresima c’è la sfida della PREGHIERA, l’introduzione alla LITURGIA e all’esperienza della CARITÀ del SERVIZIO, tutte cose che noi scout dobbiamo imparare a “maneggiare”. Ma con quale stile? Attraverso una CATECHESI ESPERIENZIALE e NARRATIVA, applicando quegli strumenti che sono la nostra carta d’identità: vita all’aria aperta, strada, servizio, essenzialità, confronto con i ragazzi, che devono trovare tutte le possibili occasioni per potersi narrare e rivedere il proprio vissuto alla luce del Vangelo. A proposito del propiziare la capacità di raccontarsi, Gero citava un monologo di Marco Bagliani attore e regista “Nei primi 10 anni di vita è già successo tutto. Poi nella vita non facciamo altro che ripetere, difendendoci da quelle emozioni che invece in quei primi 10 anni abbiamo affrontato a cuore aperto. Peccato che nessuno ci chieda mai di raccontarlo. Siamo pieni di cicatrici e nessuno ci chiede come ce le siamo fatte. Io a 10 anni mi ero già innamorato, avevo già tradito ed ero stato tradito, avevo stretto patti di amicizia, ero stato vigliacco, ero pieno di storie. Ci fosse stato qualcuno che mi avesse chiesto di raccontarle!”. Questo tema merita sicuramente ben più spazio, ma ogni capo conscio o meno del suo ruolo di iniziatore cristiano ha nelle sue mani tutti gli strumenti per fare questo cammino. L’invito è di parlarne in Co.Ca. e, soprattutto, di essere orgogliosi e curiosi della grazia di questo mandato.

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Spiritualità Scout Keywords: zone, spiritualità, foca

Stare al fianco dei ragazzi la catechesi sulla strada per Emmaus

A cura di Don Matteo Conte

Nel più classico “stile scout”, dopo un breve momento di accoglienza a base di focaccia voltrese e di un simpatico gioco di conoscenza dei nomi dei partecipanti, due Assistenti hanno drammatizzato i discepoli in cammino sulla strada per Emmaus e il loro incontro con il Signore Gesù. Questo brano, infatti, mostra l’atteggiamento del Maestro verso i suoi discepoli: cammina con loro, li ascolta comprendendo le loro delusioni e fatiche, e poi spiega il senso delle scritture. Infine spezza il pane e lo dona, segno della comunione e sostegno della fede: la reazione dei discepoli è infatti l’immediato ritorno a Gerusalemme e la nuova forza per la testimonianza missionaria. Questa pagina evangelica si addice particolarmente a tutti i fedeli impegnati nell’educazione alla fede: i capi scout hanno questo compito fondamentale, bene indicato nel Patto Associativo.

E’ certamente un compito molto difficile quello degli Assistenti Ecclesiastici (AE). E’ difficile perché comporta un grande impegno di tempo, dedizione, ascolto, ma allo stesso tempo è anche molto stimolante e provocante perché ogni ragazzo porta in sé le domande e le perplessità che furono proprie dei discepoli sulla strada per Emmaus. Avendo al centro questo brano del Vangelo secondo Luca (Lc 24, 13-35), mercoledì 20 febbraio si è svolto presso il Convento di N.S. delle Grazie a Genova Voltri, l’incontro degli AE della Liguria, organizzato dagli incaricati regionali alla Formazione Capi, Sara Lo Pinto e Luca Frisone, e dall’Assistente Ecclesiastico regionale, don Giorgio Rusca: un momento di comunione al quale hanno partecipato una ventina di sacerdoti che ha permesso di confrontarsi su alcune tematiche fondamentali per l’educazione dei ragazzi.

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Su questo argomento si è discusso molto durante i lavori e sono emerse diverse considerazioni: la vocazione ad essere capi, lo stimolo a far gustare il sapore di Dio, il discernimento come capacità di fare delle scelte. Gli Assistenti possono con la loro presenza aiutare, accompagnare e ispirare gli altri capi e i ragazzi a farsi interrogare dal mondo e a rispondere ascoltando la voce del Signore. Leggendo attentamente il Patto Associativo si è notato come sia profondamente centrato su Gesù Cristo, e come l’AGESCI partecipi alla vita sociale ed ecclesiale. Altro argomento trattato è stato l’itinerario della formazione nella proposta scout: dall’evento della “promessa” a quello della “partenza” il cammino è suddiviso in tappe legate alla “scoperta”, alla “competenza” e alla “responsabilità”. Un itinerario dove la presenza dell’AE può essere una grande risorsa, non solo perché il sacerdote può “dispensare i sacramenti” (ed è l’unico capo scout che può farlo), ma perché, come Gesù con i discepoli, cammina con loro, può condividere esperienze, ascoltare. Ai lavori di gruppo ha anche partecipato Mons. Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova e capo scout, che ha potuto portare, oltre alla sua grande esperienza associativa, costellata anche dai molti incarichi ricoperti negli anni, l’ultima sua partecipazione al Sinodo dei vescovi sui giovani: la sua riflessione ha rafforzato l’idea che più di proporre “cose da fare”, la fede sia un’esperienza da vivere insieme, rafforzandosi vicendevolmente e affrontando le difficoltà.

L’incontro è proseguito con una meditazione condivisa nella cappella del Santuario: il compito di riempire simbolicamente uno zaino con le cose da portare e il loro significato, per poter essere equipaggiati nel modo migliore durante il cammino. Ogni assistente ha presentato personalmente un oggetto, spiegandone la funzione, e lo zaino si è riempito anche della gioia di fare questo servizio insieme a tanti confratelli, di preghiera al Signore che ci custodisca nel cammino, di speranza che i nostri ragazzi possano incontrare sulla strada persone significative per la loro vita. Il pranzo ha poi concluso l’evento: dopo la serietà degli argomenti trattati, e la profondità della preghiera e della condivisione, mangiare e scherzare a tavola completano un quadro che forse risponde all’indicazione del Signore “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). Amore per il Signore, amore tra confratelli, amore tra capi, amore per i ragazzi: tutti insieme in unico cammino.

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Bacheca Le Gioiose

A cura di Daniele Boeri e Pattuglia Le Gioiose

We can’t go on pretending day by day that someone, somewhere will soon make a change (We Are The World)

Keywords: tecniche, masci, regione, rs, eventi, basi

Idee, emozioni, pensieri e rimpianti di chi gestisce una base scout.

In questo articolo parlerò di tanti argomenti, alcuni belli, altri meno, di idee, di sogni, di cose realizzate, ma soprattutto di noi 4 gatti (per dirla politically correct) che prima delle braccia ci mettiamo il cuore in quello che facciamo. Se un campo Ora et Labora va più o meno bene, se a fine campo c’è gioia o no, non ne risente la base, non le pietre, non i tronchi, ma noi si! Quest’anno abbiamo rischiato che il campo pasquale non si facesse, per le poche adesioni e le difficoltà organizzative e di A.E. Hanno partecipato il Clan del Genova 51, del Guasticce 1 e per un giorno del Genova 60, e grazie ai ragazzi abbiamo potuto anche quest’anno fare un sacco di lavoro. Sono stati puliti da alberi e rovi parte del campo Bric Pelucco e dei prati dietro a casa Romana, è stato fatto il sottofondo di un pavimento a casa Pippo, pulizie nei magazzini e nelle case, verniciatura e manutenzione a casa Mulino e molti altri piccoli lavori. Poi arrivi a casa e ricevi questo messaggio: I tre giorni trascorsi al campo “ ora et labora” alla Base Scout “Il Rostiolo” sono stati particolarmente belli, intensi, carichi di significato.

Sono stati molto utili per il piccolo Clan del Guasticce I°. La base è un luogo da favola... non avrei mai pensato...ma ciò che ha fatto la differenza sono state le persone. Non c’è soddisfazione più grande di essere riusciti a trasmettere non tanto qualche piccola competenza tecnica, ma il sentimento che ci spinge a donare tanta forza ed impegno per portare avanti il sogno di questa preziosa Base. In questa edizione di Ora et Labora è stata inserita una iniziativa in collaborazione con il comune di Urbe per la pulizia dei boschi che speriamo di riproporre anche nelle prossime edizioni alla quale ha partecipato anche il reparto del Genova 50 ed è stata utile ed apprezzata da tutti gli abitanti del comune. Poi succedono cose meno belle, come un reparto di Milano che ha dovuto interrompere il campo in anticipo per aver bevuto l’acqua non potabile con conseguente mal di pacia collettivo, nonostante si cerchi di dare sempre il massimo e fare attenzione ad ogni particolare purtroppo qualche imprevisto accade e da dispiacere. 44


L’impianto di depurazione e potabilizzazione si era rotto nell’ultima parte di inverno ma ce ne siamo accorti solo dopo l’accaduto provvedendo subito alla riparazione e alle analisi dell’acqua grazie anche alla professionalità di:” Acqua su Misura”.

Tirando le somme tante cose sono state fatte quest’anno e tante sono in cantiere in questo momento e altre in fase di progetto, ma il numero delle persone disposte a dedicare qualche giornata di lavoro alla base è sempre troppo basso.

Parlando di amici non posso non ringraziare un’altra volta il MASCI di Certosa che quest’anno per la ventesima volta ci regala un preziosissimo campo estivo di lavoro dedicandosi alla ristrutturazione e ammodernamento della cucina di casa Pino.

Per fortuna anche questa estate alla figura storica del custode Luciano verrà affiancata una presenza fissa che aiuti i gruppi nella gestione degli spazi e delle strutture, che possa migliorare la pulizia e la manutenzione spicciola; dare un supporto logistico a chi lo chiede e mantenere una piccola parte di scout shop.

Il Rostiolo è stato scelto, con nostra immensa gioia, come sede dell’incontro regionale delle comunità MASCI che si è tenuto nonostante la neve! Occasione di incontro e di approfondimento è stata anche la riunione annuale della Comunità Basi Agesci (CBA) tenutasi nella base di Spettine, alla quale le basi di AGESCI Liguria hanno partecipato.

Quest’anno sono state numerose le candidature per questa occasione di lavoro ed è stato scelto Matteo al quale diamo il benvenuto! Presso lo scout shop sarà anche possibile trovare la maglietta della base scelta anche con i voti su Facebook, una ottima occasione per un ricordo o un regalo.

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Nella speranza di non aver mai bisogno di utilizzarlo e con l’augurio che possa essere utile in caso contrario, a breve sarà posizionato un DAE (defibrillatore automatico esterno) presso la base nel punto di maggior passaggio, tra casa Pino e Quercia, grazie al Soccorso Alpino. Terminato l’iter di progettazione e permessi saranno affidati a ditte specializzate alcuni grandi lavori di manutenzione come il rifacimento del sistema fognario di casa Mugnoli, Pino e Quercia, l’ampliamento del sistema antincendio presente nei campi e nei boschi della base e il grande sogno di far rinascere il rudere dietro a Palazzo, i bellissimi sentieri che salgono verso Pianpaludo e la Ca’Rossa. Anche la strada di accesso carrabile alla base ha bisogno di nuove manutenzioni per i danni dell’acqua e dell’inverno e cercheremo di porvi rimedio nel miglior modo possibile.

Alla base San Francesco di Cairo Montenotte intanto riprendono le visite guidate nella bellissima struttura nelle domeniche dalle 16 alle 19 nei mesi di Maggio e Giugno, grazie alla passione di Lorenzo Chiarlone. Anche in questa base i lavori per migliorare i servizi vanno avanti, sono stati montati dei lavatoi esterni e a breve saranno realizzate anche le docce esterne e il locale cucina verrà migliorato e fornito di alcune apparecchiature nuove. Per contattare la Pattuglia: Rostiolo@liguria.agesci.it

Seguici su Facebook: Sito di prenotazione delle basi:

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#noicustodiAMO In occasione della pubblicazione del Messaggio per la Celebrazione della 14° Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, l’AGESCI lancia la campagna #noicustodiAMO, per contribuire a far crescere consapevolezza e impegno sul rispetto dell’ambiente e sulla necessità di stili di vita sostenibili. Partendo dall’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, auspichiamo che molti Gruppi in tutta Italia possano organizzare nei prossimi mesi un momento di confronto e condivisione in stile scout aperto alla loro comunità locale e alla società civile. Un’occasione per promuovere la salvaguardia del Creato, bene comune e casa di tutti noi. L’AGESCI proporrà quattro spunti di riflessione, da giugno fino a settembre, quando si celebrerà laGiornata nazionale per la custodia del Creato. Ogni volta realizzeremo una cartolina da diffondere sui social network, con una parola chiave e il parallelismo tra una frase tratta dalla Legge scout, dal Patto Associativo, o dai testi di Baden-Powell e un brano estrapolato dall’Enciclica Laudato Si. Il primo spunto di riflessione ci racconta di #rispetto. Inviate a ufficiocomunicazione@agesci.it le immagini e i racconti del momento che organizzerete dedicato alla custodia del Creato e attenzione… sulle pagine Facebook di Proposta educativa, Avventura e Camminiamo insieme troverete a breve le cornici personalizzate della campagna! #noicustodiAMO #seiscout #rispetto 48


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