Strade e pensieri
La Sq. Panda all'opera con i Genova Cleaner
I risultati del sondaggio su SIL
Le interviste ai nuovi eletti in Regione
ScautismoinLiguria 4
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Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Genova N° 54/anno XI - Luglio 2021
Editoriale
SIL online!
Pag. 3 Strade e pensieri
Futuro Semplice pag. 4 I nuovi eletti in Regione si raccontano
pag. 6 Custodi del Creato
Fare Scautismo pag. 9 L'essenziale è visibile agli occhi
pag. 12 CustodiAMO: starter pack per vivere insieme
pag. 16 Parlami (ancora) di Lui
pag. 14 #noicustodiAMO la prossima sfida associativa sulla sostenibilità e la cura del creato
Sondaggio pag. 17 Il sondaggio su SIL
Chiedilo ai ragazzi
pag. 19 Puliamo la nostra città con Genova Cleaner
Essere Capi oggi pag. 21 Una tirocinante ai tempi del Corona Virus
Zoom Liguria pag. 23 Sentieri (mai) interrotti
Caro SIL, ti scrivo
pag. 24 Route nel Parco Nazionale della Val Grande
pag. 26 Tracce Scout
pag. 17 Un luogo per ascoltare, un tempo per meditare
Arte, Scout e Rock&Roll
pag. 29 Attack on Titans. Gioventù Cruenta
Spiritualità Scout pag. 31 Il ricco simbolismo delle nostre Branche
Bacheca le Gioiose pag. 33 Ripartiamo dalle Basi!
pag. 36 I Simboli delle Basi San Francesco e Rostiolo
Scautismo in Liguria - La redazione Periodico di proprietà dell’Agesci Liguria Vico Falamonica 1/10 16123 Genova Tel. 010.236.20.08
Hanno collaborato: Fausto Lammoglia, Squadriglia Panda GE 51, Chiara Conti, Clan GE XX.
Aut. del Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004
Impaginazione: www.gooocom.it
Direttore Responsabile: Giuseppe Viscardi
Stampa: Pixartprinting Spa
Direttore: Francesco Bavassano
Finito di impaginare il 31 marzo 2021
Redazione: Carlo Barbagelata, Stefano Barberis, Andrea Borneto, Stefano Cavassa, Giorgio Costa, Stefania Dodero, Doris Fresco
La tiratura di questo numero è stata di 1300 copie.
Foto di copertina: Paolo Saracino
Comunicazioni, articoli, foto e altro vanno inviati all'indirizzo stampa@liguria.agesci.it
editoriale In parole più semplici: una buona parte dei capi non fa esperienza piena dell’Associazione, focalizzandosi quasi esclusivamente sul proprio Servizio in Unità. I nostri aquiloni hanno i fili bloccati?
Il Patto associativo è la sintesi delle idee e delle esperienze. Sono le prime parole del nostro caro Patto, che mettono subito in chiaro che ci sforziamo di tenere insieme e in relazione esperienze vissute e idee pensate.
Come declinare i meccanismi di un’associazione nata negli anni ’70 della partecipazione politica rispetto ai ritmi di vita e la forma mentis odierna? A tutti i capi e soprattutto ai quadri la necessaria risposta!
Non si scappa infatti dall’interdipendenza pensiero-azione. È uno dei nostri marchi di fabbrica, una delle nostre tante parole cardine: ricercate e precise, quasi puntigliose.
Parlando di esperienze…
Queste testimoniano un approccio sistematico e per nulla timido alla realtà, la cui espressione migliore è la proposta educativa, così ricca e omnicomprensiva. Dobbiamo però riconoscere che questo stessa forza assertiva può farci scivolare in qualche forma di durezza, di chiusura: la chiamano autoreferenzialità. Che fare poi quando la realtà sembra non corrispondere alle nostre aspettative così strutturate?
L’Estate 2021 è una grande occasione di tornare di corsa ai Campi, di buttarsi a capofitto nella Natura, di sbucciarsi le ginocchia, scottarsi col fuoco, ansimare di fatica sotto lo zaino. Condividere la tenda, il cibo, l’amicizia, le prime cotte, cantare e pregare sotto le stelle. Essere protagonisti della propria crescita nell’esperienza culmine dell’anno. Riprendiamoci i campi! In questo numero di SIL ci sono idee ed esperienze, come è giusto che sia. Non dimenticate di dare un’occhiata ai risultati del sondaggio rivolto ai lettori, anticamera del prossimo piano editoriale.
Parlando di idee… Solo pochi capi hanno occasione di approfondire i temi del Consiglio Generale, il Parlamento dell’Agesci, luogo principe di elaborazione del pensiero. L’unico “Mondo delle Idee”? Assolutamente no, ma è proprio la carente reciprocità tra i livelli associativi che fa sì che spesso in Zona e in Gruppo si fatichi a fare Pensiero.
Buona lettura! Francesco
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Keywords: editoriali, opinioni
Strade e pensieri
Futuro Semplice
Nicolò Vinciguerra
Don Piero Spinetta
Alice Perata
Fabio Forconi
Lorenzo Capelli
A cura di Giorgio Costa
I nuovi eletti in Regione si raccontano Sottotitolo
Suor Benedetta Revello
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Giulia Sparviero
Lorenzo Capelli Responsabile Regionale Vita scout: nato e cresciuto nel Cairo Montenotte, poi nel Savona 10. Capo Branco, Capo Reparto, Capo Clan, IABZ e IABR R/S, 21 ROSS all’attivo, formatore R/S e CFA.
Nella Vita: Parroco della Sacra Famiglia di Sestri Ponente. Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: Servire e mettermi a disposizione e in ascolto, segno di comunione per accompagnare al meglio il cammino del Comitato.
Nella Vita: Educatore professionale in una Comunità Residenziale. Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: Lavorare in stretto contatto e sinergia con Zone e Branche. Ripartire al meglio partendo dai capi e dalle Branche. Da chi è arrivata la chiamata? Da tanti capi soprattutto, ci ho pensato per qualche tempo ma ho accettato. Nome di Totem e soprannomi: Lontra responsabile. Tutti mi conoscono come Resio. Miglior pregio e peggior difetto (come capo): una buona capacità di ascolto, talvolta sono troppo determinato, rischio di travolgere gli altri.
Da chi è arrivata la chiamata? Nel caso dell’AE regionale l’Associazione indica una lista di nomi possibili poi la scelta e la nomina avviene da parte della Conferenza Episcopale Ligure. Materialmente la chiamata mi è arrivata da mons. Nicolò, dopo che don Giorgio mio predecessore mi aveva messo “in allerta”. Soprannomi: molti mi chiamano Dompi, mi piace sentirmi chiamare Baloo. Miglior pregio e peggior difetto (come capo): come pregio non saprei proprio, come difetto il mio carattere, quando mi arrabbio sono incontenibile.
Una persona alla quale ti ispiri: sicuramente uno è Don Lorenzo Milani. Poi fra i tanti capi che conosco Donatella Mela mi trasmette sempre tanto entusiasmo. Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: Il senso di appartenenza e la fratellanza, non mi piace quando siamo troppo chiusi e autoreferenziali. Un messaggio ai Capi della Liguria: ricordiamo sempre che dobbiamo essere non persone straordinarie che fanno cose normali ma persone normali che fanno cose straordinarie. 5
Una persona alla quale ti ispiri: ovviamente Gesù come riferimento assoluto, ma mi ritrovo molto in San Pietro, per tante caratteristiche della sua personalità. Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: mi entusiasma l’educazione integrale della persona attraverso i 4 punti di B.P., non mi piace il rischio che corriamo frequentemente di essere un po’ autoreferenziali.
Futuro Semplice
Vita scout: Sono cresciuto in Azione Cattolica e sono entrato nello scautismo solo da prete, come AE. Ho iniziato nel Genova 6, poi sono stato anche nei gruppi dove il Vescovo mi ha mandato: Golfo Paradiso, Genova 51, Genova 29 e infine nel Genova 54 dove attualmente sono Baloo. Sono anche stato AE della Zona Levante e attualmente sono ancora AE della Zona Tramontana.
Keywords: Regione
Don Piero Spinetta A.E. Regionale
Lo scorso aprile abbiamo eletto, per la prima volta con voto a distanza, sei nuovi componenti del Comitato regionale. Non dimentichiamo anche il nuovo AE regionale, Don Piero che a differenza degli altri componenti viene nominato. Li abbiamo intervistati per conoscerli un po’.
Un messaggio ai Capi della Liguria: Grazie per l’impegno che mettete e Buona Strada!
mi piace quando incontro capi che sembrano vivere solo per lo scautismo, con poca vita personale, rischiando una forma di carrierismo nel loro servizio.
Suor Benedetta Revello. Incaricata al Coordinamento Metodologico Vita scout: Ho conosciuto gli scout da bambina (Imperia 2) ma sono entrata in attività come capo nel Genova 55 e nel Genova 7 mio gruppo attuale. Ho seguito sempre la Branca R/S, ho fatto ROSS e CFT.
Un messaggio ai Capi della Liguria: continuate a svolgere con il consueto entusiasmo il vostro servizio!
Nella Vita: Sono una Religiosa, sono la Madre delle Clarisse di Cristo Sorgente (già Sorelle Clarisse Itineranti) che è una congregazione recente, di ispirazione Clariana.
Vita scout: nato e cresciuto nel Genova 60. Ho fatto il Capo Reparto, MdN, Capo Clan, CG, IABZ, Pattuglia Protezione Civile e Pattuglia eventi.
Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: lavorare sulla globalità della relazione. Approfittare del ruolo della Regione che ha uno sguardo ampio e completo per attivare movimenti di apertura. L’obiettivo è quindi non solo la relazione all’interno ma crescere nella relazione con altre Associazioni e con i ragazzi in senso ampio.
Nella Vita: Programmatore WEB.
Fabio Forconi Incaricato all’Organizzazione
Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: fare un servizio meno tecnico possibile, più educativo possibile (per quanto possibile). Da chi è arrivata la chiamata? Dopo un anno di pressing, principalmente dal Comitato. Nome di Totem e soprannomi: gorilla attento. Da piccolo ero detto “giallo” dal colore dello zaino e altro, per distinguermi dall’altro Fabio del Branco.
Da chi è arrivata la chiamata? Dal Comitato, dai RR, ho avuto solo qualche esitazione perché la mia presenza non venisse interpretata come una ingerenza clericale (ma chi ti conosce non può avere questo dubbio N.d.R.)
Miglior pregio e peggior difetto (come capo): buona capacità di ascolto, per le risposte ho tempi lunghi.
Nome di Totem e soprannomi: Orsetto laborioso. Tutti mi chiamano Benny, chi è più distaccato Suor Benny.
Una persona alla quale ti ispiri: il mio Parroco, persona disponibile e riflessiva. Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: la capacità di costruire qualcosa di concreto (ci sta tutto), non mi piace quando parla di sé stesso!
Miglior pregio e peggior difetto (come capo): Mi metto sempre in gioco con chi incontro sulla strada, un difetto è cercare di assecondare sempre le aspettative degli altri.
Un messaggio ai Capi della Liguria: Lanciatevi senza dubbi nel servizio sapendo cogliere le chiamate.
Una persona alla quale ti ispiri: Santa Ildegarda monaca (XII sec.), non solo studiosa del luppolo e patrona dei birrai, ma esempio bellissimo di femminilità e consacrazione. Più vicino nel tempo Don Rinaldo ha segnato l’inizio del mio cammino Scout.
Alice Perata Incaricata alla Branca L/C Vita scout: nata e crescita nel Genova 54, recentemente nel Genova 56. Capo Branco, IABZ L/C, formatrice L/C
Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: sicuramente la dimensione della Strada (itineranza) e dell’incontro, non
Nella Vita: Fisioterapista pediatrica al Gaslini. 6
Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: Riscoprire insieme ai capi la gioia del servizio, mettendo al centro i fratellini e le sorelline. Ricaricare l’entusiasmo, sognare insieme. Rilanciare il tema nazionale di custodire il creato. Da chi è arrivata la chiamata? Dagli IABR uscenti.
Miglior pregio e peggior difetto (come capo): so ascoltare e incontrare gli altri. Sono pigra e talvolta insicura. Una persona alla quale ti ispiri: I Fratelli Tercon che fanno video ironici su temi importanti. I “Terconauti” mi insegnano ad affrontare problemi importanti con leggerezza Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: La bellezza che si incontra nel cammino, sia paesaggio che persone. Non mi piace quando prende troppo tempo ed energie.
Nome di Totem e soprannomi: Tartaruga tranquilla. Agli scout mi chiamano OPI.
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Un messaggio ai Capi della Liguria: “La Giungla ha molte lingue ed io le conosco tutte”, cioè cerchiamo di sentirci partecipi di un unico grande percorso.
Giulia Sparviero Incaricata alla Branca R/S Vita scout: nata e cresciuta nel Genova 4. Ho fatto la Capo reparto, la Capo Fuoco e la Capo Gruppo. Formatore R/S.
Nicolò Vinciguerra Incaricato alla Branca L/C
Nella Vita: insegnante e interprete LIS nelle scuole (Lingua dei Segni Italiana).
Vita scout: nato e cresciuto nel Genova 51. Ho fatto Akela, Capo Clan e poi Akela. Formatore L/C, Referente regionale per Piccole Orme
Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: impegnarmi nel lavoro per ripartire con la Branca. Tanta curiosità per la pattuglia che è per me cosa nuova.
Nella Vita: Informatico mi occupo in prevalenza di programmi per Alberghi e Ristoranti.
Da chi è arrivata la chiamata? Dalla IABR uscente direttamente, con la quale avevo condiviso ROSS e CAM.
Obiettivi e interessi nel tuo nuovo servizio: In questo momento difficile vorrei dare il mio contributo a ripartire nel modo migliore. È necessario inventare qualcosa di nuovo sia per i bambini che per i capi. Nonostante le difficoltà abbiamo anche imparato qualcosa dal lockdown.
Nome di Totem e soprannomi: Aquila in cresta, in gruppo mi chiamano con tanti soprannomi diversi. Miglior pregio e peggior difetto (come capo): metterci il cuore nei rapporti personali, lavorare troppo in fretta.
Da chi è arrivata la chiamata? Dagli incaricati uscenti.
Una persona alla quale ti ispiri: Virginia Volterra, filosofa del CNR che, studiando l’acquisizione e lo sviluppo del linguaggio, è riuscita ad elevare il tema del LIS ad un livello di materia di ricerca, portando una passione personale nella concretezza del suo lavoro.
Nome di Totem e soprannomi: Volpe attiva. Per gli amici Winwar. Miglior pregio e peggior difetto (come capo): lo stesso, essere preciso e meticoloso è un pregio per me, quando lo pretendo dagli altri so diventare noioso.
Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: la capacità di agire concretamente nelle realtà che incontri accettando quello che arriva, viceversa non mi piace quando ci tiriamo indietro con la scusa che “tanto non possiamo essere efficaci in determinate situazioni” e in questo modo mettiamo in pace la nostra coscienza.
Una persona alla quale ti ispiri: tante che hanno stimolato la mia crescita, nella vita mia Moglie, nello scautismo i vari componenti della pattuglia L/C e del comitato. Una cosa che ti piace e una che non ti piace dello scautismo: mi piace l’idea che cresce “facendo” cose pratiche e concrete, non mi piace quando facciamo troppi “esercizi” mentali.
Un messaggio ai Capi della Liguria: Oggi più che mai abbiamo imparato quanto siano importanti le occasioni di incontrarci e stare insieme nel nostro stile, all’aperto e in comunione. Non perdiamole!
Un messaggio ai Capi della Liguria: Grazie per tutto quello che fate! Soprattutto in questi tempi difficili, coraggio, ripartiremo meglio di prima!
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Fare Scautismo
A cura di Stefano Barberis
L'essenziale è visibile agli occhi
ammirato e ora vi voglio scrivere due righe, per ricordarVi(ci) sempre perché siamo qui!
Cari capi, vi scrivo questa lettera aperta dopo un anno intero passato ad osservarvi e ad ammirarvi.
Sì, avete letto bene il titolo di questo articolo: l’essenziale è visibile agli occhi!
Innanzitutto, vi ringrazio: mai come quest’anno (e lo scorso) la vostra dedizione e il vostro amore per lo scautismo sono stati esempio per tutti coloro che amano il grande gioco degli scout. Magari non avrete fatto il CFM, il CFA etc., non avrete potuto organizzare le più belle missioni di squadriglia invernali o il bivacco di CdA, ma posso dirvi che siete stati grandi. Ora l’estate vi attende, il momento che sempre aspettiamo con ansia, in cui ci troviamo h24 con le mani e i piedi nello scautismo e con i nostri ragazzi. Dal mio osservatorio privilegiato di Responsabile di Zona vi ho osservato e 9
In questa mia breve riflessione vorrei infatti parlare di Essenzialità e Stile Scout, un qualcosa che, oggi che torniamo a rimettere lo zaino sulle spalle dopo mesi di schermi e “Scautismo adattato al COVID”, inevitabilmente ci interroga e ci porta a chiederci: ma cosa è davvero importante? La risposta non può che essere una: i nostri ragazzi, la relazione con loro, tornare a “toccarli con mano”. E questo è quanto di più visibile possa esserci! Ma quale può essere dunque ora l’obiettivo del nostro servizio? Sicuramente ritornare ad essere i loro fratelli maggiori, riavvicinarli a noi, e far vedere loro che le gioie semplici
Keywords: opinioni
Campi, route, vacanze di Branco: ritorniamo a fare scautismo, senza schermi e con l’ingrediente principale: la relazione
dello scautismo che tanto sono mancate loro in questi mesi chiusi in casa, sono ancora lì, sempre uguali, pronte ad essere raccolte nello zaino se loro lo vorranno. Il nostro grande obiettivo oggi è tornare a far godere i nostri bambini e ragazzi dello scautismo, del gioco, dell’avventura, della strada, per questo dico a voi capi, non abbiate paura o timore di organizzare e vivere i vostri campi estivi, non abbiate paura se non ci sarà l’attività perfetta o se non saprete se metodologicamente quanto farete sarà giusto, ma ponetevi un unico grande obiettivo per questo campo: far respirare di nuovo scautismo ai vostri ragazzi! Ma come possiamo capire se quanto fatto finora o quanto faremo durante le attività estive è davvero scautismo? Dopo tanti mesi di schermi, mascherine, attività a pattuglini/ bolle etc. dicendoci che “comunque anche quello era scautismo”, cosa devo fare ora per far “giocare di nuovo agli scout” i nostri ragazzi. Mi immagino le riunioni di staff di questi giorni, a interrogarsi sugli obiettivi del campo, quali attività fare etc. Il mio consiglio è: proviamo a mostrare di nuovo ai ragazzi l’essenziale, proviamo a mostrare di nuovo ai ragazzi lo stile scout, due argomenti che inevitabilmente nello “scautismo a distanza” hanno fatto fatica a uscire fuori. Ma cosa sono? Lo STILE SCOUT non è soltanto la calza blu su o il cappellone1, ma è la conseguenza diretta della scelta di vivere, nella vita di tutti i giorni e nelle nostre attività, i punti
della Legge e della Promessa scout e che inevitabilmente si manifesta anche in una serie di comportamenti esteriori.
Esiste uno stile degli Scout nel fare le cose a 360°, nello stare in relazione con gli altri, nel vivere in certi luoghi e nello stare insieme, avendo attenzione per l’altro e dandosi da fare per primi per la comunità e per il mondo in cui viviamo. In questo momento in cui ci chiediamo di cosa ha bisogno il nostro Paese per “ripartire”, in cui ci chiediamo (e chiediamo ai nostri ragazzi) cosa possiamo fare per ridare serenità, fiducia e forza al nostro Paese e alle nostre comunità, quanto dello stile scout può essere utile? Come leggevamo prima lo stile è fatto di piccole cose e qui il binomio stretto tra stile scout ed essenzialità. L’essenzialità è ottenere il meglio possibile dal minimo indispensabile: è riuscire a far divertire un nostro fratellino e sorellina con una foglia, è riuscire a emozionare una guida ed esploratore insegnandosi a vicenda (e senza tutorial YouTube) come fare una pizza in un forno a legna scavato sotto terra, è far incontrare Dio a un rover e a una scolta su un passo di montagna leggendo insieme di quel cieco di Gerico a cui Gesù chiede: “Cosa vuoi che io faccia per te?”. Essenzialità è anche avere la forza di eliminare qualcosa dallo zaino/dal modo di fare scautismo che abbiamo provato/ promosso finora, magari decidendo in questo campo di fare poche cose bene e togliere “quelle cose che si sono sempre fatte”: si
Anche se la stessa uniforme oltre che essere segno di appartenenza all’Associazione e alla fraternità mondiale dello scautismo e del guidismo, costituisce un «richiamo di essenzialità, di semplicità, di praticità e di rinuncia a seguire mode».
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Sono sicuro che i nostri ragazzi hanno bisogno di noi per “rifare lo zaino”!
sa che una cosa è più facile non metterla fin dall’inizio nello zaino che doverla togliere durante il cammino (At 27,19-32-38). Tra poco partiremo per i campi e torneremo a riempire i nostri zaini: lo sappiamo ancora fare? Ci ricordiamo ancora cosa ci serve per il campo/la route etc. senza appesantire troppo lo zaino o dopo il COVID anche gli oggetti che portiamo (come alcune nostre priorità di vita) sono cambiati? Ecco anche riflettere insieme, capi e ragazzi tra questo parallelo ZAINO PRE-COVID/ZAINO POST COVID credo possa essere interessante per chiederci: «Di che cosa ho realmente bisogno?», per capire quanto questa “tempesta” ci abbia insegnato a guardarci dentro, nel proprio cuore e a prendere coscienza di ciò che siamo e a cercare risposte alle domande più autentiche custodite nel profondo.
Certo sarà difficile partire ora per il campo in maniera essenziale, tutti meno abituati allo stile scout e all’essenzialità e con l’obbligo del gel e di tutti i dispositivi necessari a garantire le attività in sicurezza, ma quello che voglio dirvi cari capi è questo: non scervellatevi, non impazzite dietro alla “griglia campo”, ai materiali da preparare etc. Vi siete già spremuti abbastanza le meningi durante tutto il periodo COVID per fare scautismo nonostante tutto. Ora rilassatevi, siate presenti a voi stessi e con i vostri ragazzi, fate scautismo e divertitevi: nulla di più vi è richiesto per questi campi! L’essenziale è visibile agli occhi!
Spunti di approfondimento: Quaderni di Intercultura Anno XII/2020 ISSN 2035-858X DOI 10.3271/M91 54 L’EDUCAZIONE ALL’ESSENZIALITÀ NELLA PROPOSTA SCOUT Paola Dal Toso
RS Servire, n.1 1991, Essenzialità scout, Gege Ferrario
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Fare Scautismo Keywords: regione, branche, lc
A cura di Alice Perata e Nicolò Vinciguerra - Incaricati Regionali alla Branca L/C
CustodiAMO: starter pack per vivere insieme
Il periodo pandemico ha avuto il merito di tirarci fuori con la forza dal torpore delle nostre sedi e darci la grande opportunità di vivere quella natura, quel “fuori”, che talvolta avevamo snobbato: vivere lo spazio esterno è diventato, oltre che una necessità, anche una grande occasione per rimodulare il nostro modo di educare alla vita all’aria aperta e al rispetto e alla custodia del Creato.
La Giungla ci insegna quanto la natura che ci circonda, che respiriamo e viviamo insieme ai nostri bambini non sia una parte scontata del nostro essere scout ma sia un aspetto fondamentale delle nostre attività di branco e cerchio e, soprattutto, delle nostre vite. La vita all’aria aperta è stupore e meraviglia, ostacolo e limite ma soprattutto maestra. Dal Marzo 2020 ad oggi abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle l’importanza dell’uscire fuori, esplorare, scoprire, incontrare e crescere.
La natura è un contesto nuovo, fuori dall’ordinario, che deve mettere in discussione le certezze e gli schemi di pensiero di adulti e bambini, portandoci a esplorare strade nuove e mai percorse. Non possiamo banalmente replicare quanto facciamo all’interno delle sedi!
“Ed il signore della giungla era Tha, il primo elefante. Egli trasse la giungla fuori dalle acque profonde con la proboscide; e dove traccio solchi nel terreno con le zanne, là corsero i fiumi; e dove batté col piede, là scaturirono bolle d’acqua buona ... Questo fu il modo con cui la giungla venne fatta da Tha; e così la storia fu raccontata a me.”
Lasciamo ai nostri fratellini e sorelline, secondo la sensibilità di ognuno, la possibilità di interpretare, raccontare e dare un senso all’esperienza vissuta e stiamo a guardare
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Tutte queste esperienze però sono possibili solo se offriamo ai nostri bambini l’occasione di sperimentarsi nella natura con un contatto diretto, evitando di viverla soltanto come scenografia delle nostre attività.
e documentiamo quanto succede in modo da poter dar valore a questa esperienza e costruirvi un percorso significativo. Per riuscire in questa nuova pista non possiamo limitarci a vivere la natura come cornice occasionale in cui svolgere le nostre attività ma come compagna e amica, in cui far crescere le nostre comunità di branco e cerchio.
Come può un bambino capire e amare il creato se non è neanche abituato e vederlo, apprezzarlo e riconoscere che può essere soltanto opera della creazione?
“Era quasi buio quando si trovò improvvisamente di fronte al bosco: la paura di un luogo inesplorato e il desiderio di scoprirlo lottarono a lungo nel suo animo … Impaurita dal rumore, Cocci si girò e scorse con meraviglia sulla sua ala un perfetto punto nero. Non ebbe più incertezze e, senza voltarsi, si addentrò nel bosco”
Il vivere con continuità il contatto con l’ambiente esterno permette di sviluppare una dimensione di cura che gradualmente diventerà responsabilità. Pensando alla realtà che stiamo vivendo, di emergenza e distanza, il sentirsi prossimi con l’ambiente che ci circonda diventa ancor di più un’emergenza educativa.
La natura non pone barriere rigide dentro cui i bambini devono incastrarsi ma, citando la pedagogista Monica Guerra, cornici elastiche dove il bambino può crescere e mettersi alla prova, sperimentare la scoperta e il rischio (I bambini amano il rischio, lo sanno valutare se sono in condizione di farlo, mentre gli adulti vivono la dimensione del rischio esclusivamente come pericolo) per poter crescere.
Come educatori, infatti, non possiamo mai dimenticarci dei diritti dei bambini, fra cui spicca il secondo: CRESCERE LIBERI. La nostra sfida, come capi, è quella di sfruttare le potenzialità dell’ambiente naturale per creare nuovi percorsi educativi che sappiano oltrepassare la dimensione dell’attività scout per diventare un vero e proprio stile di vita per tutti i protagonisti del nostro Gioco.
I bambini hanno la necessità fisiologica di vivere la natura per poter sperimentare il loro naturale desiderio di esplorare e sono capaci di superare i propri limiti: la natura offre loro l’esperienza che coinvolge gli aspetti fisico, percettivo, cognitivo e soprattutto quello emotivo, li aiuta a comprendere le proprie capacità, i limiti, a relazionarsi l’un l’altro.
I bambini sentono un legame profondo con la Terra che è la nostra casa da abitare e custodire! Questa è la nuova sfida che attende la nostra associazione e soprattutto noi Vecchi Lupi e Coccinelle Anziane in quanto custodi dei nostri fratellini e sorelline.
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Fare Scautismo
A cura a cura di Letizia Cazzolla e Paolo Castelnovi incaricati regionali alla Branca E/G
#noicustodiAMO: la prossima sfida associativa sulla sostenibilità e la cura del creato
Keywords: regione, branche, eg
Lavori della branca E/G dopo la tavola rotonda del 4 ottobre 2020 “custodi del creato”
ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto». Dimentichiamo che noi stessi siamo terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
Cura del creato. Il 4 ottobre 2020 si è tenuta una tavola rotonda con tutti gli incaricati regionali e nazionali sul tema della sostenibilità, quale tema da affrontare come associazione nei prossimi anni. Il lavoro, ancora in fase iniziale, origina dalle indicazioni che il Consiglio Generale, dal quale deriva anche la scelta di vedere la sostenibilità ambientale nell’ottica di una cura del creato a tutto tondo: non si può e non si deve ridurre il tutto alla semplice ecologia, tutto è creato e in quanto tale dobbiamo prendercene cura.
Tutto è creatura di Dio. Nella Laudato Sì, Papa Francesco ci ricorda del nostro forte legame con l’ambiente e con il nostro pianeta:
Il cambio di prospettiva che ci chiede il Consiglio Generale e che ha trovato la nostra piena approvazione è quello di vedere tutto ciò che ci circonda come creatura di Dio: l’ambiente, gli spazi condivisi, le persone, le relazioni, la comunità.
Questa sorella (La Terra, nda) protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio
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La scoperta. Promuovere tra capi e ragazzi la consapevolezza di essere parte del creato e della necessità di prendersene cura; conoscere e comprendere il tema della sostenibilità in tutte le sue sfaccettature.
andare un po' oltre e immaginare un mondo in cui la cura per tutto ciò che è creatura di Dio sia veramente protetto e di provare a generare un cambiamento in voi e nei ragazzi che vi sono stati affidati.
#noicustodiAMO e l’inizio del percorso regionale. Insieme a tutto questo nasce la campagna social #noicustodiAMO che attraverso video, immagini e webinar ha iniziato ad approfondire il tema a livello generale. Allo stesso tempo come branche regionali abbiamo iniziato a progettare percorsi specifici. Per allargare il pensiero abbiamo ovviamente coinvolto gli incaricati alla branca di zona in continui passaggi tra pattuglia regionale e incontri incaricati nazionali. Come Branca EG abbiamo deciso di affrontare il tema e di proporlo a capi e ragazzi utilizzando lo scouting (osservare, dedurre, agire) declinato nelle tre tappe del sentiero: scoperta, competenza e responsabilità.
La competenza. Acquisire uno stile di vita sostenibile, ispirato e sostenuto dall'esperienza scout per essere trasposto nella vita quotidiana di ciascuno. La responsabilità. Generare un cambiamento che dal singolo porti a coinvolgere la comunità e incidere con azioni concrete e durature sul territorio.
Scouting. Non si poteva prescindere dall’agire con il nostro metodo, ma se ci pensiamo bene non è una forzatura (non che lo sia in altre circostanze). Se non sappiamo di cosa stiamo parlando difficilmente potremmo compiere azioni significative per diventare protagonisti di questo cambiamento.
Scriveteci. Il percorso è appena iniziato e vogliamo che sia il più condiviso possibile essendo un tema che sta a cuore a tutti. Se quindi avete idee o esperienze che possono aiutare nel mettere in pratica tutto questo, scriveteci. Saremo felici di portare agli incontri nazionali anche le vostre idee per creare un percorso vero e utile a tutti i capi e ragazzi della branca EG. Per contattarci, come sempre, potete passare dai vostri incaricati di zona o scrivendoci via mail a eg@liguria. agesci.it.
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Fare Scautismo
Un cambiamento più grande. Su questo tema non si può certo dire di essere precursori, ormai ne parlano tutti e a tutti i livelli. Tuttavia, non possiamo non fare il nostro pensando ad azioni concrete che possiamo compiere per arrivare ad un cambiamento vero e proprio. Come singoli possiamo fare molto e siamo sicuri che la maggior parte di noi compie scelte sostenibili ogni giorno, ma il cambiamento che possiamo raggiungere come Associazione è di portata incredibile a pensarci bene. Quello che non ci deve mancare è (come sempre, guarda caso) il sogno: ci occorrerà
Fare Scautismo Keywords: regione, branche, rs
A cura di Giulia Sparviero e Giorgio Masio, Incaricati regionali alla Branca R/S
Parlami (ancora) di Lui Nella vita c’è esperienza di Dio, possiamo leggerla di parola in parola, accompagnati dalla Parola
L'intera proposta era accompagnata da spunti di attività e documenti fruibili dal sito.
Nel 2018 la branca RS, osservando la partecipazione di varie comunità di scolte e rover al Sinodo dei Giovani e facendosi provocare delle parole di Enzo Bianchi relative all’evangelizzazione nei nostri giorni, progettava un percorso di catechesi che partiva dalla conoscenza di Gesù nella sua umanità per poi arrivare all’immagine completa di Dio che si dona per la salvezza dell’uomo. La proposta riportava al centro della riflessione la domanda “e voi chi dite che io sia?”, per poi approfondire il fascino dell’incontro con Gesù Cristo che dona vita a ciascuno di noi: capi, scolte e rover.
Nel 2021 la proposta è andata ad evolvere. Ora, sulla pagina dedicata a #parlamidilui di Agesci, sono disponibili una serie di approfondimenti sul Vangelo di Marco che vogliono aiutare e guidare nella lettura integrale del testo. La sfida di leggere un Vangelo per intero vuole condurre a conoscere sempre più a fondo Gesù, attraverso uno dei modi in cui si mostra, ovvero la Parola. Nella consapevolezza che è attraverso la Parola che possiamo arrivare a comprendere chi è Lui per noi.
Il percorso proposto prendeva il nome di #parlamidilui e la struttura, dato il suo obiettivo di ri-scoprire Gesù, l’uomo, aveva come centro la Parola. Alle scritture si proponeva di porsi con una lettura meditata, per arrivare a riportare quella parola alla vita di chi legge.
Sul sito dunque ci sono davvero tanti contributi rivolti proprio a noi capi, per aiutarci ad approfondire e arrivare così ad indirizzare, in maniera significativa, i nostri ragazzi nel loro percorso alla scoperta di “chi è Gesù per ciascuno di loro”. Uno scrigno contenente strumenti, testi, idee ed esperienze preziose volto a far camminare capi ed RS interessati a sentire parlare di Lui, che desiderano sentire parlare di Lui. Un percorso che si basa su semplici azioni: testimoniare, narrare e lasciarsi interrogare.
Concretamente, durante il tempo dell’Avvento nell’anno 2020, il percorso ha proposto la lettura di un brano del Vangelo settimanale, accompagnato dalla condivisione della propria esperienza di Gesù da parte di un capo e un ragazzo. Questa “diarchia” voleva sottolineare come il comunicarsi del Signore non segue età o posizioni particolari, ma da qualsiasi persona si può scoprire qualcosa di Cristo. Chiunque, con il proprio percorso, può parlarci di Dio e anzi noi capi abbiamo proprio la possibilità di farci arricchire da come i nostri ragazzi, a modo loro, parlano di Lui. Questo primo stimolo lanciava poi alla possibilità, per ogni comunità RS, di fare la stessa esperienza attraverso #parolecheparlano.
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Sondaggio
A cura di Francesco Bavassano
Il sondaggio su SIL I risultati e il paragone con il 2016
A cavallo tra il 2016 e il 2017, la rinnovata redazione di SIL aveva proposto un sondaggio utile a pianificare il futuro della nostra rivista. Eccoci, a distanza di cinque anni: abbiamo rifatto le stesse domande ai capi, per capire come è andata e, nuovamente, poter rilanciare il piano editoriale di Scautismo In Liguria. In entrambi i casi le risposte sono state un buon numero: 188 (2016) e 149 (2021). In attesa di confrontarci più avanti con il Comitato regionale, le Branche, i Settori e le Zone, vorremmo quindi pubblicare e brevemente commentare i risultati. Grazie a tutti i partecipanti al sondaggio! Quanto leggi SIL? (che esce tre volte all’anno)
Sulle motivazioni per le quali SIL viene o non viene letto si mantengono stabili le motivazioni, con un piccolo spostamento percentuale dal “perché è piacevole” al “perché è utile”. Da rilevare anche un piccolo aumento di chi legge poco SIL per mancanza di tempo. Positiva invece la discesa dal 10 al 4% di chi non legge SIL in quanto non interessato/a agli attuali contenuti.
Partendo da quanto SIL viene letto: sono stabili al 45% circa quelli che lo leggono molto (voto 4 o 5), in salita gli aficionados con il voto massimo che salgono dal 15% al 20%. Scendono dal 30% al 20% quelli che lo leggono poco (1 o 2).
Quanto ti piace SIL? Notizie positive arrivano sull’indice di gradimento, con un balzo del voto massimo dal 7% al 17%, in linea con la salita netta dei voti alti (4-5) dal 49% al 64%. 17
Keywords: regione, SIL
Perché leggi/non leggi SIL?
Quale opzione di lettura preferisci? Non è invece direttamente paragonabile l’opzione di lettura. La versione attuale (SIL stampato + pdf online + qualche articolo sul sito) non esisteva cinque anni fa ed è oggi preferita con il 64% rispetto all’alternativa SIL pubblicato solo online (30%). Cinque anni fa era indicata dal 30% dei votanti l’opzione che è stata di lì a poco realizzata.
Segue col 40% “Attività raccontate dai ragazzi stessi”, seconda come cinque anni fa. Sul podio, “Tecniche scout e competenze” al 35%, che cinque anni fa era invece superata di poco da “Attività sul territorio di gruppi e zone” al 39%. Un paio di note finali. Sul numero delle risposte: difficile dire se le 149 risposte di oggi contro le 188 del 2016 significhino una diminuita attenzione verso SIL o tuttalpiù una maggiore concorrenza per la nostra attenzione di notizie e comunicazioni sui nostri smartphone. L’età di chi ha risposto pure ha valenza limitata: è indice al limite di chi ha scelto di partecipare al sondaggio e quindi ha un certo interesse verso SIL. Non si notano qui differenze nella fascia under 26. Tra i capi più grandi scendono i trentenni e salgono gli over quaranta. Fasce di età e risposte al sondaggio Età 2016 2021 <22 12% 11% 23-26 27% 28% 27-30 26% 18% 31-40 19% 16% 41-50 10% 14% 51+ 7% 14%
Contenuti preferiti Veniamo ai contenuti: la risposta “Riflessioni sull’essere Capi e formazione permanente” è stata selezionata da ben il 58% dei votanti ed era prima anche cinque anni fa esattamente con la stessa percentuale.
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Tutti e 149 commenti a risposta libera sono disponibili su richiesta (stampa@liguria. agesci.it) e non pubblicati qui per motivi di spazio. Ci vediamo su queste pagine, a presto con qualche primo riscontro sul piano editoriale!. La Redazione
Chiedilo ai ragazzi
Puliamo la nostra città con Genova Cleaner
È ormai da molti anni che associazioni, scienziati e ricercatori cercano di sensibilizzare la popolazione sulla dannosità della plastica e di altri rifiuti se abbandonati nell’ambiente. Purtroppo, spesso sono solo parole che come si dice “entrano da un orecchio ed escono dall’altro”. In questo articolo parleremo di un’organizzazione che si occupa di dare un aiuto concreto all’ambiente: Genova Cleaner. Genova Cleaner è un’organizzazione no-profit nata nel marzo del 2019, dall’idea di due amici che vedendo che i posti in cui andavano più spesso erano ricoperti da spazzatura, hanno deciso di ripulirli da soli. In breve, si sono accorti che il numero di posti inquinati erano
molti e hanno aperto una pagina Instagram e Facebook per farsi pubblicità. Hanno ricevuto immediatamente approvazione e sostegno e sono nate le prime spedizioni: tutte le domeniche andavano in luoghi decisi precedentemente e comunicati sulla loro pagina, e insieme a loro a ripulire vi erano associazioni ma anche bambini e anziani. I luoghi erano decisi tramite segnalazioni che ricevevano online e poi andando sul posto a verificare la gravità della situazione. Alcune persone a cui stava più a cuore questa iniziativa sono entrate nell’organizzazione e adesso sono una decina, escludendo i ragazzi che avevano dato il via al progetto, che non ne 19
Keywords: Zone, gruppi, ragazzi, eg
A cura della Squadriglia Panda del Reparto Lezard, Genova 51
fanno più parte a causa di impegni di lavoro. Sono tutti i ragazzi molto giovani tra i 18 e i 25 anni e quando devono prendere una decisione lo fanno insieme non avendo un capo, anche se poi l’ultima parola ce l’ha il più grande. Vivono di donazioni, sponsorizzazioni e collaborazioni non essendo un’associazione a livello legale. Adesso in tempo di covid le spedizioni sono a numero chiuso e bisogna prenotare per poter partecipare. Collaborano principalmente con gruppi già formati e classi scolastiche perché, come ribadito già in precedenza, non essendo un’associazione non hanno un’assicurazione e per assicurarsi che in caso di infortunio chi ha ricevuto un danno sia rimborsato. Noi, la squadriglia Panda (Genova 51, reparto Lezard), abbiamo partecipato ad una di queste spedizioni durante la missione di squadriglia. Siamo andate alle serre di San Nicola, zona Castelletto, provando a dare una mano ai volontari. La situazione iniziale era davvero drammatica, continuavamo a ripetere quanto la nostra inciviltà non raggiungesse i livelli di ciò che vedevamo. In poco meno di due ore, tra una battuta, un verso di disgusto e i ringraziamenti delle persone che passavano e ci vedevano, siamo riusciti a ripulire tutta la zona. Abbiamo trovato davvero qualunque cosa: da capi di abbigliamento con cui abbiamo provato a ricostruire un outfit, passando per lattine e bottiglie fino ad arrivare ad una cabina telefonica. È stato davvero impressionante vedere con i nostri occhi fino a che punto si spinge la pigrizia umana. Si può solo chiamare pigrizia perché i cassonetti dell’immondizia sono poco distanti e lo sforzo per raggiungerli è praticamente nullo. “Serre di San Nicola, 24/04/2021 Durante questa spedizione 2 dei nostri ragazzi hanno prestato supporto a una squadriglia del gruppo scout Genova 51 insieme ad alcuni volontari delle serre di San Nicola. Una decina di persone in totale, lavorando per
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meno di 2 ore hanno raccolto 12 sacchi divisi come sempre in plastica (5), vetro (4) e indifferenziata (3). Invitiamo come sempre chiunque faccia parte di un gruppo scout a scriverci per organizzare con noi una spedizione di pulizia, saremmo molto lieti di coinvolgere più gruppi possibili e riuscire a ripulire la nostra città nonostante le restrizioni.” Questo è una parte del post di Genova Cleaner pubblicato su Instagram e Facebook. Da ciò che è scritto si può capire che lo sforzo da fare è minimo per riuscire a dare una mano all’ambiente. Bastano voglia di provare e amore per quello che ci circonda. È qui che bisogna insistere: vogliamo davvero vivere in un mondo così? Noi una risposta ce la siamo data ed è negativa. Oltre alla nostra squadriglia nel nostro gruppo la squadriglia Lupi (reparto maschile Vanguard) e il clan Stella Alpina hanno partecipato ad alcune spedizioni di Genova Cleaner. Dopo aver finito abbiamo intervistato i ragazzi che fanno parte dell’organizzazione facendoci raccontare come è nata l’iniziativa e come gestiscono la situazione covid. Ci hanno parlato di altre associazioni che si occupano della pulizia di luoghi e della sensibilizzazione delle persone come Black Bag. È stata un’esperienza molto bella che speriamo di ripetere il prima possibile.
Essere Capi oggi
A cura di Chiara Conti, Genova 56
Immaginavo i miei ultimi mesi in Clan completamente diversi, pensavo a come poter concludere al meglio il mio servizio da scolta, ad una meravigliosa festa di fine anno, all'ultima route dove avrei condiviso la tenda con i compagni di strada, fantasticavo sulla ROSS e l'arricchimento che avrebbe potuto darmi. All'improvviso però mi sono ritrovata a concludere il mio servizio dietro uno schermo, a non fare nessuna festa di gruppo, a dormire in tenda da sola e vedere la mia ROSS annullata. Questo perché la mia, o meglio la nostra, normalità è stata spazzata via a colpi di mascherine e gel per le mani. Alla fine dello scorso anno per quanto riguarda le attività estive l’unica cosa che si salvò fu la route, così dovetti anche rinunciare al mio ultimo campo da scolta in servizio. Tuttavia, ho sempre affrontato i giorni con entusiasmo cercando di estrapolare dalle esperienze rimaste tutto ciò che l’anno dopo mi sarebbe stato utile. Non è stato solo un periodo difficile, lo è stato in uno dei momenti più delicati della vita di uno scout:
il passaggio dal Clan (ciò che rappresenta tutte le tue certezze) alla Comunità Capi (contenitore di paure e responsabilità nuove). La mia Partenza fu posticipata molto più avanti rispetto alla norma, non solo perché avevo l'ardente desiderio di partecipare ad una ROSS, ma lo ammetto: avevo paura ed ero arrabbiata. Ero furiosa per essermi persa metà del mio ultimo anno di servizio come scolta, il mio ultimo anno di clan e di non aver potuto fare la ROSS, è stato come se mi avessero rubato tutte le mie piccole ultime emozioni. Dall’altra parte mi ritrovavo davanti una scelta non da poco, prendere la Partenza ed entrare in Comunità Capi nel bel mezzo di una pandemia mondiale, certo si può raccontare come fatto storico ma sul momento mi sono sconfortata. In uno dei testi più famosi di Baden Powell viene detto "Guida da te la tua canoa", io in quel momento non sapevo come fare a guidarla, mi ritrovavo davanti ad una situazione unica nel suo genere e non c'erano episodi passati da cui prendere spunto. 21
Keywords: opinioni, capi, tramontana
Una tirocinante ai tempi del coronavirus
Dopo tanto a gennaio presi coraggio ed entrai in Comunità Capi, la novità mi portava a vivere con gioia ciò che avevo sempre voluto ma senza spensieratezza e leggerezza. Essere capo per la prima volta con il covid non è stato facile, soprattutto per i primi tempi, abituarsi a nuove regole e sapere come gestirle ci portava a proporre sempre le stesse cose ai ragazzi. Sinceramente però la cosa che pesava, e continua a pesare oggi, è il non poter creare contatto, il non potersi toccare. Abbracciarsi, prendersi per mano, donare una carezza, passarsi le stesse cose senza dover per forza lavare o disinfettare le mani, questi sono gesti naturali per l'uomo che questo tempo ci ha portato via. Per quanto riguarda le grandi novità, come ad esempio le riunioni di zona o assemblee varie, io ho vissuto tutto dietro ad uno schermo. Il non poter conoscere e non potersi far conoscere è stato estremamente pesante in certi momenti. In clan immaginavo le mie prime riunioni di zona ricolme di condivisione e scambio di idee, pensavo anche di poter vivere piccoli momenti con chi, come me, era alle prime armi. Non voglio dire che non sia stato così, ma partecipare dal vivo sarebbe stato cento volte più gratificante che dietro ad uno schermo. Nonostante tutto, in conclusione del mio primo anno in comunità capi posso dire che il coronavirus non è stato solo ed esclusivamente negativo. Grazie a ciò ho sentito un fortissimo senso di comunità all'interno del mio gruppo, anche senza potersi toccare qualcuno era sempre lì nei momenti più difficili. 22
Mi sono sentita accompagnata e mai persa di vista, la mia Comunità Capi mi ha dato questa sensazione e io non potrei esserne più felice. Ora come ora le acque si stanno calmando, la nostra normalità ci viene a piccoli pezzi restituita e sappiamo come fronteggiare eventuali problemi. Mi ricorderò sempre che una delle sensazioni più belle di tutto l’anno mi è stata donata da un lupetto poche settimane fa che ha esclamato “Ma quindi Chill la prossima settimana facciamo un bivacco? È tantissimo tempo che non facciamo un bivacco!!” con un sorriso a trentadue denti estremamente contagioso. L’ultima tappa che mi appresto a percorrere come primo anno da capo è il campo, non posso negare di essere agitata allo stesso modo in cui non posso negare che sarà dura, ma immagino già i sorrisi che i lupetti regaleranno a me e alla mia staff. Questo basta, perché siamo lì per la loro felicità. Quello che ho voluto raccontare è un tirocinante ai tempi del coronavirus. Una persona a cui sono state rubate le sue ultime occasioni, ma riparte sempre con il sorriso e l'entusiasmo che ha nel fare il suo servizio, perché poi alla fine anche Baden Powell dice “Sulla tua rotta incontrerai difficoltà e pericoli, banchi di nebbia e tempeste. Ma, senza avventure, la vita sarebbe terribilmente monotona. Se saprai manovrare con attenzione, navigando con fedeltà ed allegra tenacia, non c’è motivo per cui il tuo viaggio non debba essere un completo successo, per piccolo che fosse il ruscello da cui un giorno sei partito.”
Zoom Liguria
A cura della Zona Alpi Liguri
Proviamoci. Magari con la zona gialla possiamo ipotizzare un consiglio di zona in presenza. Vediamo un po’ come si mette... sarebbe importante incontrarci di nuovo di persona. Era all’incirca Marzo 2021 quando all’interno del comitato abbiamo iniziato ad ipotizzare la possibilità di vederci in presenza. A maggio, quella che era una possibilità finalmente si è trasformata in concretezza: ci siamo finalmente rivisti! Dopo una colazione di benvenuto, abbiamo iniziato forse con l’attività di cui sentivamo più la mancanza: il condividere. A turno, abbiamo toccato con mano gli stati d’animo delle nostre comunità capi, ma anche i punti di forza e di debolezza nell’ambito di grandi macro-temi come presenza sul territorio, sostenibilità del servizio, scelta di fede e relazioni. Forniti di evidenziatori, matite e taccuini, abbiamo raccolto le diverse suggestioni, cercando di capire quali potessero essere eventuali percorsi comuni di approfondimento da portare avanti a comunità gemellate.
Siamo chiamati a ricostruire quelle che una comunità capi ha definito “relazioni interrotte”, sebbene l’impegno profuso in questi lunghi mesi a tenere accesa la fiamma del nostro servizio verso i ragazzi. Siamo chiamati ad essere capi testimoni all’interno delle nostre Diocesi, dove spesso non mancano incomprensioni e pregiudizi. Siamo chiamati a rimanere nel Suo amore, affinché ognuno di noi possa continuare a riempire di semi i solchi lasciati dietro di noi: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» La costruzione del progetto di zona non può prescindere dal passare dalle nostre comunità capi, dal capire su quali strade vogliamo camminare e su quali spunti siamo chiamati a metterci in gioco. E non può prescindere dal tornare al fare scautismo guardandoci negli occhi, assaporando insieme un pezzo di focaccia e un bicchiere di buon vino.
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Keywords: zone, Alpi Liguri
Sentieri (mai) interrotti
Zoom Liguria
A cura del Clan Sand Creek del Genova XX A cura di Lorenzo Calvi
Capitolo 3
Route nel Parco Nazionale della Val Grande
Keywords: ragazzi, gruppi, clan Diamante
La natura selvaggia dietro casa
Eppure, per la sua estensione e la sua nota fama di luogo selvaggio, ci affascinava come se fosse una foresta dell’Alaska…
Nella difficile estate del 2020 avremmo voluto perderci in qualche remoto luogo esotico per la nostra Route, ma con tutte le restrizioni e le incognite del momento eravamo un po’ impauriti.
L’abbiamo attraversata da nord a sud da Malesco a Premosello ma le varianti al percorso sono moltissime, tutte immerse in faggete primigenie, abbondanza d’acqua e vestigia ormai abbondonate di alpeggi di alta quota.
Così abbiamo pensato al Parco Nazionale della Val Grande: l’area di wilderness più ampia della Alpi. Non è molto lontana dalla Liguria e si trova tra Verbania e Domodossola a due passi dalla Svizzera.
Qui, più che in altre zone, l’estrema lontananza dalla civiltà e la difficoltà di attivare vie di comunicazione hanno favorito lo spopolamento della montagna. Per 7 giorni non abbiamo avuto contatti col mondo né alcun segnale nei cellulari mentre ci ha aiutato molto un navigatore GPS – satellitare che ci ha consentito di ricevere qualche meteo e interpretare meglio le carte tradizionali. I sentieri sono ben segnati ma mai banali, niente “autostrade” stile Gran Paradiso per intenderci. Eppure, nei nostri ricordi, proprio questo ci ha fatto apprezzare ancora di più questa Route. 24
Una Route di altri tempi insomma, dove bisogna sapersi orientare, osservare ogni bivio e saper leggere le carte. Per chi volesse fare una Route in Val Grande segnaliamo anche la grande disponibilità ed accoglienza che ci hanno riservato i Forestali che si occupano della vigilanza del Parco. Il Comandante del Reparto Carabinieri Forestali del Parco nazionale della Val Grande ci ha raggiunto a fine Route per raccontarci, con passione e competenza, la storia del Parco e delle sue civiltà rurali ma anche il grande ruolo della Val Grande durante la resistenza con l’eroica storia della Repubblica partigiana dell’Ossola nata nel settembre del 1944 e poi riconquistata dai fascisti nell’ottobre del 1944.
Vi consigliamo di consultare i Forestali del Parco prima di partire e di seguire gli aggiornamenti sul sito del Parco poiché i ripari, anche quelli normalmente di libera e gratuita fruizione, potrebbero essere chiusi durante la pandemia mentre alcune zone riservate al campeggio, nell’estate del 2020, andavano prenotate, sempre per evitare affollamenti sul sito (anche se in sette giorni abbiamo visto solo tre escursionisti stranieri). Buona Strada
Insomma, la Route in Val Grande ci ha aperto scenari storici e naturali che non ci aspettavamo, riservandoci un’esperienza unica di Strada che ci sentiamo di consigliare ai Clan più preparati tecnicamente e amanti della Strada senza compromessi. 25
Zoom Liguria Keywords: regione, Associazioni, Mazza
A cura di Paolo Fizzarotti, Consiglio Direttivo CSS Mario Mazza
Tracce Scout Il Periodico del Centro Mario Mazza
gioventù e per l’animazione di ragazzi con problemi. L’archivio ha inoltre in affidamento i censimenti nazionali dell’ASCI, dell’AGI, del CNGEI Liguria e del MASCI. Per l’importanza e la rarità del materiale depositato il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali lo ha riconosciuto come “Archivio di interesse nazionale”; per queste ragioni si può considerare come uno dei più ragguardevoli del suo genere in Europa.
Tracce Scout è il periodico del centro studi e documentazione scout “Mario Mazza” di Genova. Il giornale esce ogni sei mesi ed è diretto non solo agli iscritti del Mazza, ma a tutti coloro che in Italia sono o sono stati scout, delle diverse associazioni. Il direttore responsabile di Tracce Scout è il giornalista Mario Riggio. Tutti gli scout possono collaborare a Tracce. Sulle nostre pagine trovate articoli sulla storia dello scautismo, soprattutto in occasione di anniversari e ricorrenze; recensioni di libri di argomento scout; articoli sui luoghi dello scautismo, in Italia e all’estero; “coccodrilli” e cioè ricordi e ritratti di scout che non ci sono più; relazioni di eventi e convegni; annunci di attività scout; notizie dagli scout del mondo. Ma non potrebbe esserci Tracce senza il CSS Mario Mazza, con sede in via Asilo Garbarino a Genova. Il Mazza è una vera miniera d’oro per quanto riguarda lo scautismo e la sua storia. Al Mazza ci sono archivi che custodiscono la più ricca documentazione storica sullo scautismo in Italia, dalle origini fino ai nostri giorni, con numerosi riferimenti a quello europeo ed extraeuropeo, attraverso la raccolta di materiale molto eterogeneo: manoscritti, epistolari, fotografie, filmati, relazione di attività ed imprese, studi su temi specifici, ricerche ed esperienze in campo pedagogico per l’applicazione del metodo scout nella scuola, nella stampa per i ragazzi, nei soggiorni estivi per la
La nostra Biblioteca è specializzata nello scautismo, ma possiede anche libri relativi ad altri temi pedagogici e letteratura per ragazzi, con circa 5000 volumi in italiano e in lingue straniere; potete trovare pubblicazioni particolarmente rare relative ai primi anni di vita del movimento scout. L’emeroteca raccoglie praticamente quasi tutte le pubblicazioni periodiche delle associazioni scout italiane e delle principali associazioni europee, dalle origini dello scautismo fino ai nostri giorni. Il museo dello scautismo intende mostrare ai visitatori del Centro Studi materiale storico particolare (oltre alla parte cartacea), come distintivi, fibbie, spille e divise di ogni epoca, il tutto raccolto nel corso degli anni, inerente allo sviluppo dello scautismo ligure, nazionale e mondiale.
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Un luogo per ascoltare, un tempo per meditare Alla riscoperta della posta dei lettori
La messaggistica, indubbiamente, ci avvicina tutti. In un attimo possiamo scrivere ai nostri amici, ai nostri compagni di staff e di Comunità Capi, ai nostri ragazzi. Questa prossimità temporale e (falsamente) spaziale è un innegabile supporto alle nostre relazioni. Eppure, qualcosa viene meno. In particolare, viene meno il tempo del ponderare. Come già insito nel nome, questi servizi sono istantanei: non ci soffermiamo più di tanto a pensare, ma rispondiamo immediatamente. Letteralmente: non mediamo tra domanda e risposta ma, spesso, tiriamo fuori la prima cosa che ci viene in mente. Quante volte, infatti, ripensiamo ai messaggi scritti e vorremmo aver detto le cose in modo diverso? Quanti volte nelle nostre chat WhatsApp ci sono “messaggi eliminati”? Situazione quasi analoga vale per le mail: per quanto un pochino più fredde perché spesso associate all’idea di istituzionalità, anche a queste lettere virtuali rispondiamo sovente da smartphone riducendole, di fatto, a semplici messaggi. Infine, anche il diario del terzo millennio (i social media) hanno questo tratto di immediatezza e di scarsa preparazione
(intendendo il tempo di stesura di un post e la conseguente riflessione). Non così la parola scritta su carta. Che sia la classica lettera, o piuttosto una pagina di diario, il cartaceo aiuta un tempo di maggior concentrazione. In primo luogo, non è sempre disponibile: è necessario progettare un tempo per scrivere, avendo il materiale che serve. Questa progettazione aiuta un effetto collaterale importantissimo, ossia l’attenzione. Quando si scrive “al tavolino”, infatti, siamo portati ad evitare le distrazioni, cosa che non è indispensabile quando scriviamo da smartphone. In seconda battuta, il tempo della scrittura carta-e-penna è un tempo lungo. Non tanto in termini quantitativi, quanto in termini qualitativi: difficilmente si scrive di getto. È più facile che ci sia un pensiero, una scelta precisa delle parole. Non solo a livello formale, ma anche contenutistico. Tanto più che, quando si risponde ad una lettera, è normale avere al fianco la lettera a cui si sta rispondendo, rileggendola più volte per essere
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Keywords: SIL, lettere, regione
Caro SIL, ti scrivo...
A cura di Fausto Lammoglia
sicuri di aver risposto a tutto. Il tempo lungo della scrittura è una dilatazione dell’ascolto.
intimo (ossia non necessariamente pubblico) per scriverci e scriversi. Un indirizzo (anzi due, uno digitale per chi proprio non riesce e uno tradizionale) a cui spedire lettere per chiedere un consiglio (metodologico ma non solo), per raccontare un’esperienza ma anche per un semplice sfogo. Mi impegno a rispondere ad ognuno, con il tempo che serve, aiutando e ascoltando qualsiasi spunto. Dove non sarò in grado di rispondere personalmente, chiederò supporto ai Capi della nostra regione mantenendo il riserbo su chi scrive e, ogni tanto, pubblicheremo su queste pagine le lettere di domanda e di risposta (anonime o firmate a seconda di ciò che vorrà l’autore).
Infine, sempre riprendendo il secondo punto, il tempo lungo è una dichiarazione di intenti: mi interessa ciò che sto facendo e voglio investirci (non perdere!) del tempo. Che sia una lettera o una pagina di diario, non si scrive per obbligo ma per piacere. E non si è vincolati dall’effetto spunta blu (“Oddio, ha visto che io ho visto, ora devo rispondergli immediatamente!!”): chi entra nel gioco della scrittura mette in conto il tempo necessario ed è conscio che dovrà attendere. Così come il diario: non è importante scrivere sempre e comunque, quanto piuttosto scrivere ciò che è importante. Lo sanno bene i nostri ragazzi e la nostra associazione che, in un tempo immerso nel digitale, salva ancora la dimensione del cartaceo con i vari quaderni (che siano di caccia/volo, di squadriglia, i diari di strada, finanche ai quaderni di Formazione Capi).
Speriamo di offrire un dialogo, un punto di ristoro non spaziale ma temporale, per chiunque abbia voglia di fermarsi a riposare. Buona caccia, buon volo, buon sentiero e buona strada. Indirizzo: Via Tripoli 1/13; 17100 Savona (SV)
Con SIL vorremmo offrire a tutti i Capi questa possibilità di ascolto e di confronto nella cornice del tempo lento. Aprire uno spazio
Mail: stampa@liguria.agesci.it oppure faustolammoglia@gmail.com
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Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. […] accomodatevi sotto l’albero […], ristoratevi; dopo potrete proseguire perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo» (Gen 18, 3-5).
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Arte, Scout e Rock&Roll
A cura di Andrea Borneto
Attack on Titans Gioventù cruenta
L’attacco dei giganti è un manga (fumetto giapponese) scritto e disegnato da Hajime Isayama. Nel 2006 all’età di 19 anni vinse con una prima versione dell’opera un prestigioso concorso e da lì continuò a svilupparne la storia. Breve cenno di trama: In un mondo dalle parvenze medievali, un ibrido tra il giapponese e il mitteleuropeo, i superstiti dell’umanità vivono in città concentriche separate da enormi mura che fungono da protezione e deterrente per i giganti, enormi creature umanoidi comparse misteriosamente. I protagonisti principali della vicenda sono il giovane Eren Jaeger, sua sorella adottiva Mikasa Ackermann e il loro amico d’infanzia Armin Arelet, i quali si ritroveranno nell’inferno della prima invasione dopo centinaia di anni. L’idea di base dell’opera è venuta ad Isayama in seguito al seguente episodio: all’uscita da lavoro uno sconosciuto ubriaco aggredendolo fisicamente gli fece provare «la paura di incontrare una persona con cui non si riesce a comu-
nicare» e si rese conto che «l’essere umano è l’animale più familiare e spaventoso del mondo». Ed è proprio questo il punto di partenza: il terrore di fronte all’indecifrabilità del male, perché i giganti esemplificano proprio il concetto dell’altro come monstrum, un’alterità inconoscibile ma comunque familiare ponendo un forte accento sul tema dell’incomunicabilità. L’attacco dei giganti è un’opera molto cruenta e infatti ha una scrittura che rimanda molto allo stile di George R.R. Martin, autore del ciclo di libri che diverrà la famosa serie televisiva il trono di spade, sia per l’ambientazione fantasy medievale che per il tema di un’invasione misteriosa da oltre la barriera ma anche e soprattutto per il trattamento dei personaggi in chiave sadica-empatica e per i relativi colpi di scena. Un’opera scritta da un giovane, che diventando anche una serie tv (anime) di fama mondiale riesce a intercettare con una profonda sensibilità una generazione intera di adolescenti, e non solo, immergendoli senza pietà in temi a tratti angoscianti.
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Keywords: arte
La serie Anime tratta dal manga post - apocalittico
Nella mattanza delle puntate possiamo intravedere quella mancanza di speranza provata dai giovani nella società contemporanea, un’angoscia esacerbata dall’incessante insicurezza che si esprime con forza nelle nette prese di posizione in temi scottanti per il futuro, come la questione climatica o i diritti LGBT. Nel mondo internauta della nerd cultura dove i nostri ragazzi sguazzano, ci domandiamo come abbia fatto breccia nei loro/nostri cuori e nelle loro/nostre menti questo prodotto audiovisivo. Oltre che per la crudezza ed il realismo disincantato della violenza rappresentata è sicuramente anche per merito della scrittura avvincente intorno ai misteri del mondo, vedasi gli esempi principe della serialità di questo tipo “Lost”, “Twin Peaks”, e il più recente “Dark”; ma soprattutto per aver ricalcato un disagio generazionale inerente alla condizione di precarietà esistenziale che attualmente viviamo. Attack on titan ha un’anima infervorata e infatti tratta di Conflitto in tutte le sue forme, dalle guerre tra i popoli alle paure per e verso gli altri, verso i nemici ma anche verso gli amici, soffermandosi pure sui numerosi conflitti interiori che attanagliano i nostri protagonisti
Tali conflitti vengono mostrati all’interno delle dinamiche di gruppo del Corpo di Ricerca, dove i giovani cadetti mettono alla prova le loro insicurezze con lo scopo di scoprire la vera natura dei Giganti. Vi ricorda qualcosa? Il corpo di ricerca è un reparto di esploratori che affronta le proprie missioni, utilizzando tecniche accurate, super affascinante per esempio il macchinario del movimento tridimensionale che permette di combattere i giganti fluttuando in aria grazie all’equilibrio perfetto tra fili metallici e movimenti del corpo. C’è molto Scouting for Boys in questo e anche in molto altro che è stato tralasciato per invogliare chi ancora non avesse visto la serie. Recuperatela! Perché arriverà quel giorno in cui uno dei vostri ragazzi che al momento dell’ambientazione del campo o di un’attività in sostituzione ai sempreverde “il signore degli anelli” e “Harry Potter”, e dopo aver finalmente abbandonato anche gli ultimi raschiamenti di barile del mondo Disney, vi proporrà così per puro caso questo controverso “Attacco dei giganti” ed invece che storcere il naso lo guarderete negli occhi con sguardo fiero e gli direte: ありがとう (Arigato).
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“Combatti, per questa libertà sono pronto a sacrificare tutto! Non ha importanza quanto questo mondo possa sembrarti orribile, non ha importanza quanto questo mondo sia crudele: combatti!” Eren Jaeger 30
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Spiritualità Scout
A cura di Sefania Dodero
loro posto nel branco, sulla rupe, nella vita. Analogamente le coccinelle vivono con gioia la ricerca dei 7 punti neri, attraverso le esperienze e gli incontri sul loro cammino dal prato alla montagna affrontano terreni sempre più impervi fino a raggiungere la cima dalla quale spiccare il volo, quindi si augurano un buon volo!
In questo immenso mare di simboli nel quale abbiamo cercato di navigare e pescare curiosità, per ora abbiamo visto soggetti abbastanza generali. Ma, senza addentrarci in tutti quelli che, come già accennato varie volte, sono parte del poliedrico mondo dell’ambiente fantastico cercheremo ora di osservare più da vicino qualcuno dei più caratteristici per ogni branca.
Gli ambienti fantastici utilizzati nella branca (anche se nati in modi diversi) hanno lo stesso significato simbolico. Il Bosco e la Giungla (che in lingua indiana significa “luogo deserto, foresta”) rappresentano in modo figurato un luogo oscuro, un ambiente talvolta insidioso, molto diverso da quello domestico e abituale, che necessita di essere esplorato e conosciuto. Un luogo (come anche il deserto, che invece è parte della branca R/S) attraverso il quale, lottando e affrontando gli ostacoli e le nostre stesse paure, impariamo a conoscerci.
Tutti sappiamo per esempio, soprattutto se è un po’ di anni che camminiamo con gli Scout, che parlando proprio del cammino di crescita personale all’inizio diciamo caccia, pista o volo, poi, crescendo si passa a camminare su un sentiero per concludere (anche se in realtà il cammino continua tutta la vita) su una strada. Non è solo questione di “termini” che si adattano alla ambiente fantastico o al linguaggio più adatto ad ogni età ma ognuno, diverso per ogni branca, ha di certo la sua parte di simbologia. Per cui adesso cerchiamo di guardare a qualche simbolo specifico e particolare proprio di ogni branca.
Insegna caratteristica del Cerchio è la lanterna: simbolo della luce, che deve essere ben visibile e illuminare tutti (“voi siete la luce del mondo…” Mt. 5, 14-16), e della gioia contagiosa che riscalda tutta la famiglia felice. Il totem è simbolo e insegna del Branco, raffigura una testa di lupo o, più attualmente, un lupo in movimento e B.P. ne prende spunto dai
In L/C. I lupetti cacciano e si muovono sulla loro pista, si salutano e si augurano una buona caccia, perché è attraverso la ricerca e la conquista della propria preda, facendo del proprio meglio, che essi crescono e raggiungono il 31
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Il ricco simbolismo delle nostre Branche
totem scolpiti dei pellerossa americani. Esso rappresenta sia l’appartenenza di ogni lupetto al banco sia la “forza” del branco fatta dalle caratteristiche dei suoi lupi (infatti sotto il lupo vengono aggiunte talvolta delle strisce di stoffa colorata che rappresentano le specialità conquistate da ogni membro del branco).
colore della speranza e della longevità; il rosso del fuoco e dell’amore è legato alla comunità e al servizio in quanto è simbolo di energia, lotta per la vita (infatti è anche il colore del sangue), e ancora passione e sacrificio; infine il viola, colore riservato ad identificare la Comunità Capi, è simbolo di mediazione, di equilibrio, di misura, di moderazione in accezione popolare connota anche la fedeltà e, se vincolato alla fede, anche quello di serietà e sacrificio.
In branca E/G abbiamo come caratteristica la fiamma di reparto che, analogamente al totem e alla lanterna degli L/C, rappresenta: luce, speranza, appartenenza, gioia, comunità, unità… Il guidone, di indubbia derivazione militare, rappresenta invece solo una parte del reparto: la squadriglia. Secondo le indicazioni di B.P. nel reparto “ogni pattuglia prende il nome di un animale” la cui sagoma appare sul guidone, e questi animali, pur avendo caratteristiche ben precise (codificate dai colori degli omerali), non hanno un vero e proprio significato simbolico ma favoriscono il processo di identificazione del singolo all’interno del gruppo. Le insegne di reparto comunque sono strettamente legate all’alpenstock o bastone che quindi è tradizionalmente simbolo di potere, di sapere, di guida (pensiamo ad esempio al bastone di Mosè o dei pastori e di conseguenza al pastorale dei vescovi … oppure ai bastoni del potere come lo scettro dei re).
Concludiamo con i totem altrimenti detti nomi di caccia, pur non facendo parte del metodo scout in nessuna associazione, sono diventati parte della tradizione di molti gruppi, grazie anche agli scritti di B.P. dove racconta le occasioni avventurose che gli assegnarono un soprannome come Impeesa (che significa “l’animale che si sposta furtivamente di notte” assegnatogli dai Matabele in Zimbabwe e tradotto poi più usualmente come ”Il lupo che non dorme mai”) e in particolare, nelle pagine della quinta chiacchierata di “Scautismo per ragazzi”, dove descrive la cerimonia di iniziazione degli Zulù: quando un ragazzo giungeva all’età in cui era pronto per diventare guerriero (e quindi essere ammesso nella comunità degli adulti). È tradizione di molti gruppi assegnare alla guida e all’esploratore, attraverso delle “prove” un totem ovvero un nome simbolico, per sottolineare una sua caratteristica, composto solitamente da un animale seguito da un aggettivo. Spesso il nome dell’animale richiama un aspetto fisico della persona mentre l’aggettivo una qualità positiva della sua personalità. A seconda delle varie tradizioni, ovviamente ci sono variazioni sia sulle prove da affrontare sia sulla scelta dei nomi presi non solo dalla sfera animale… ma di questo potreste parlarne voi! Scriveteci alla mail stampa@ liguria.agesci.it per condividere e raccontare le vostre più belle tradizioni di gruppo ed il loro significato. Noi siamo curiosi… voi scriveteci!
Tra gli R/S un altro bastone ha un significato importante: la forcola. Essendo un ramo biforcuto rappresenta in modo simbolico la strada della vita che talvolta giunge a un bivio. Il bivio è a sua volta simbolo sia di incontro (perché vi si congiungono più strade) che di passaggio verso il nuovo ed è per questo che rappresenta anche la cerimonia della partenza di ogni rover e scolta che ha concluso il suo cammino di crescita nella comunità. Anche i colori che caratterizzano le tre branche hanno un significato simbolico: il giallo, associato all’oro, alla luce, al sole è simbolo della scoperta e della gioia; il verde connota tutta la natura, ambiente del reparto, ed è il 32
Bacheca Le Gioiose
A cura di Pattuglia Le Gioiose
Ripartiamo dalle Basi!
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Quando parlavamo tra le passeggiate
Qui Vara.
rinunce hanno portato alla nomina di Federico a cui auguriamo di fare una bella e proficua esperienza, non senza tanti lavoretti ed imprevisti che fanno parte del gioco!
I campi semi vuoti, il distanziamento, le mascherine. Anche questa estate vedrà delle limitazioni, ma per fortuna in progressiva riduzione, lasciando intravvedere una normalità dimenticata; le pattuglie e le basi si stanno preparando.
Alcuni progetti ripartono, lavori grandi e piccoli, manutenzioni e sogni che affronteremo meglio nel prossimo numero di SIL per permettere tutto questo un po’ di aiuto è sempre gradito, quindi se conoscete qualcuno che possa aver voglia di dedicare un po’ di tempo alle nostre basi ditegli di farsi avanti!
A Vara avremo di nuovo la figura del custode, pronto ad aiutare vecchi lupi e capi reparto o clan accogliendoli e dando supporto ed indicazioni. Quest’anno vi sono state diverse candidature che dopo le selezioni ed alcune
Rostiolo@liguria.agesci.it
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Qui Cairo. Finalmente, i primi ritorni alla base scout San Francesco di Cairo Montenotte Dopo lunghi mesi di inattività, praticamente dal dicembre 2019 con solo qualche sporadica presenza a fine estate 2020, la base scout San Francesco ha iniziato progressivamente a ripopolarsi a partire da aprile 2021, maggio e con arrivi regolari su giugno e prenotazioni per i mesi estivi. Finalmente, dopo un triste silenzio, le prenotazioni si sono fatte più frequenti ed è un piacere rivedere gli aggiornamenti settimanali dalla segreteria di Genova e le richieste di informazioni logistiche da parte dei capi dei gruppi in arrivo. Naturalmente occorre mantenere alta l’attenzione alle regole sul distanziamento, l’igienizzazione frequente delle mani e dei locali che rammentiamo ad ogni arrivo e che sono state affisse nei vari locali della base, ma anche con qualche attenzione in più a cui tutti noi abbiamo fatto l’abitudine per forza di cose, sui volti dei capi e dei ragazzi sembra leggersi un po’ di serenità ritrovata e tanta voglia di stare insieme. Durante un sopralluogo alla base, in attesa dell’arrivo di un gruppo, ho notato un bel papavero rosso nato tra le pietre di un vecchio muro del convento e l’ho interpretato come un segno positivo di rinascita, nonostante le difficoltà e come una speranza per un ritorno alla normalità anche per tutti gli ospiti della nostra base. Vi aspettiamo ragazzi e buona strada a tutti! Maria Grazia Malatesta
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I Simboli delle Basi San Francesco e Rostiolo Solitamente il Tau è in legno, perché il legno è un materiale molto povero e duttile; i figli di Dio sono chiamati a vivere in modo semplice e in povertà di spirito (Mt.5,3).
IL TAU Il convento è dedicato a San Francesco e si decise di optare per un simbolo francescano… cosa di meglio del TAU in legno, un oggetto pieno di significati! Prima di tutto si tratta dell’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, veniva considerata come una profezia dell’ultimo giorno e rivestiva dunque un ruolo molto simile a quello della lettera greca Omega. Infatti, come appare dall’Apocalisse: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente dal fonte dell’acqua della vita… Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Ap.21,6; 22,13).
IL GHIRO Diversi sono stati i simboli utilizzati dallo scautismo ligure in base: all’inizio la Liguria con la foglia di rosa del distintivo regionale. Alla fine degli anni 80 si inizia a utilizzare il pino che richiama l’albero che troneggia nel prato di Rostiolo. Infine, nel 1995 si indice un concorso per dare alla Base un simbolo definitivo. Vinse il simbolo del ghiro, a ricordare la presenza diffusissima di questo piccolo roditore che con la sua lunga coda avvolge l’intera Liguria.
In secondo luogo, la sua forma è molto simile a quella della croce sulla quale Cristo si immolò per la salvezza del mondo. San Francesco, infine, ebbe carissimo questo segno, che occupò uno spazio importante nella sua vita. “Con tale sigillo, san Francesco si firmava ogniqualvolta o per necessità o per spirito di carità, inviava qualche sua lettera”. 36