ScautismoinLiguria
Non muri ma ponti
Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Genova N째 37/anno IX - Ottobre/Novembre
Dove faremo la nostra tana oggi?
Speciale Assemblea
Non muri ma ponti!
9
14
29
editoriale Mi piace l’idea di dedicare questo numero ad alcune parole che Papa Francesco ha detto agli scout nell’udienza di Giugno - “Non muri ma ponti” - sulle quali troverete un approfondimento nella rubrica Spiritualità scout. L’accoglienza è uno dei temi di grandissima attualità non più solo per noi scout ma in generale per la nostra società e come educatori è un aspetto cui dobbiamo prestare attenzione, orecchie e cuore. Senza volermi addentrare in poche righe in un argomento decisamente complesso, vorrei solo condividere con voi un pensiero che spesso ho fatto ultimamente. Nei momenti in cui abbiamo paura o siamo in difficoltà, il rischio che corriamo è quello di chiuderci, semplificando, cercando delle risposte ben definite che ci diano sicurezza. Quando succede, chiudiamo il nostro cuore, e quasi senza
accorgercene gli chiediamo di essere piccolo, come se non avesse spazio per tutto quello che succede intorno e ci chiama. Quello che sto imparando in questi ultimi anni, non senza fatica e paura, grazie all’incontro con persone inaspettate alle quali solo poco tempo fa il mio cuore non sarebbe stato aperto ma giudicante, è che il cuore di ognuno non è uno spazio limitato. Quanto più lo apriamo tanto più si dimostra capiente e accogliente. Chi tocca il nostro cuore non ne rimane più al di fuori. E sono convinta che per creare ponti il cuore sia un ingrediente fondamentale, il solo capace di andare oltre ostacoli che la nostra testa vede come insormontabili. Vi auguro di vivere questo nuovo anno di servizio con un cuore grande e in continua crescita.
Emanuela
La redazione Scautismo in Liguria
Periodico di proprietà dell’Agesci Liguria Vico Falamonica 1/10 16123 Genova Tel. 010.247.44.04 - Fax 010.247.43.08 Aut. del Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004 Direttore Responsabile Giuseppe Viscardi Direttore Emanuela Ratto Redazione: Pietro Barabino, Carlo Barbagelata, Stefano Balbi, Stefano Barberis, Francesco Bavassano, Daniele Boeri, Giorgio Costa, Stefania Dodero, Paolo Marré Brunenghi, Luigi Picone.
Hanno collaborato: Gianvittorio Battaglia, Giacomo Beretta, Barbara Cazzolla, Clan Isola del Sole Gioiosa Albenga 1°, Carlotta Costa, Alessandro Costanzo Castro, Alessandro Denicolai, Francesco Gamberoni, Martina Isoleri, Elio Li Calsi, Francesco Massa, Michela Mazzoccoli, Don Mario Novara, Simone Palchetti, Pattuglia Vara, Mauro Pozzi, Laura Quaini, Irene Rapallo, Marco Rivara, Enrica Roccotiello, Marco Rossello, Don Stelio Spanò, Luigi Territo, Valentina Ursino Impaginazione: www.gooocom.it Stampa: Pixartprinting Spa Finito di impaginare il 27 ottobre 2015 La tiratura di questo numero é stata di 1300 copie.
Passato prossimo A cura di Marco Rivara Settore Ligure Foulard Bianchi
Un percorso tecnico e spirituale nella progressione personale di un RS
Dalla bottega d’arte giochi dis-abilità a Lourdes Alla domenica giornata di servizio attivo presso la sacra Famiglia di Andora dove siamo stati accolti dagli ospiti, persone con lievi o medi deficit psicofisici, con enorme gioia ed entusiasmo. Abbiamo cantato e suonato con loro in spensieratezza e semplicità creando un bellissimo clima di empatia e aumentando la coesione del gruppo di formazione. La verifica degli RS è stata più che positiva ma la soddisfazione più grande in noi capi “seminatori” è ritrovare anche uno solo di loro, dopo due mesi pronto a servire a Lourdes!! È il 19 giugno, siamo in Piazza della Vittoria, e sono vicino al grosso pullman attrezzato, indaffarato ad accogliere i nostri amici, alcuni in carrozzina altri semplicemente accompagnati a braccetto per problemi di equilibrio. La sistemazione è facilitata dal sollevatore elettrico e dalla competenza degli amici volontari dell’Unitalsi. Mentre saluto Alessandro, un giovane disabile che cammina con la sua stampella, mi sento toccare la spalla e salutare: “Ciao Marco, ti ricordi di me?..ero alla Bottega... parto anch’io!!..” Ma certo, Stefano!!..
Era il 18 aprile del corrente anno e a Pietra Ligure io, Martina, Davide, Donatella e Don Giorgio accogliemmo una quindicina di RS da ogni parte della Liguria per vivere una “full immersion” di due giorni sul servizio rivolto al “diversamente abile”. Nei volti dei ragazzi traspariva spensieratezza, entusiasmo, gioia, ma tutti erano accomunati da quello sguardo di curiosità che pervade nuove esperienze e soprattutto nuovi incontri, perché la bottega è un evento che spinge a mettere il naso fuori dalla propria comunità.
In questi momenti hai la netta sensazione che il Signore ci apre delle porte, ci invita a varcarle e forse, con il nostro umile servizio, creiamo “ponticelli” per facilitare l’avvicinamento a “nuove terre”, magari per superare “ostacoli mentali”, paure.
La visita guidata dalla collega fisioterapista Inghe all’Unità Spinale è stata per tutti, anche per me che “sono del mestiere”, un momento forte di contenuti, non solo tecnici ma soprattutto di profonda testimonianza di una persona che accompagna un’altra persona ad accettare una vita “altra”, ad affrontare con forza e consapevolezza un cambiamento non solo del corpo ma soprattutto dell’anima.
Stefano, con la sua chitarra inseparabile, ha capito appieno che “la strada verso il successo” non è la più corta, la più facile; Stefano ha intuito che Lourdes è un luogo dove bisogna avere il coraggio di perdersi, di lasciar cadere le proprie certezze, di mettersi in gioco. Lourdes fa “saltare le carte”, ti mette “sotto-sopra” ma Stefano non ha avuto paura e così ha fatto davvero una vera revisione della sua progressione personale. Stefano è cambiato, si è ritrovato.
Alla sera S. Messa e a seguire un bel gioco sulla nostra “carta d’identità”, ma non in senso anagrafico ma cercando di mettere a fuoco la nostra vita, il nostro viaggio non solo scout; la condivisione e la profonda introspezione che ha raggiunto questo gioco ha avuto momenti emotivamente molto commoventi. 3
Passato prossimo A cura di Simone Palchetti, Capo Reparto Genova 206
Eccomi Giappone arrivo L’esperienza di servizio al Jamboree di un capo reparto ligure ospitato e fatto a vivere a pieno lo stile di vita e le abitudini orientali.
È passato quasi un anno ormai da quella email. Dove la mia grande avventura come capo scout della Liguria è iniziata.
Un’esperienza sia per noi capi che per i ragazzi di grande emozione, condivisione e soprattutto di amicizie.
Giappone, portare 30 ragazzi dall’altra parte del mondo a vivere un’esperienza di fraternità scout più unica che rara.
E finalmente siamo arrivati sull’isola Kirarahama dove la citta’ delle tende è nata.
Sarò all’altezza di questa possibilità che mi è stata data? Sarò pronto per le sfide che incontrerò lungo la mia strada? Sarò un buon testimone e messaggero?
Mi ha colpito molto con quale semplicità ragazzi scout che non si erano mai visti e con usi e costumi completamente diversi si stringevano la mano e si scambiavano parole ed idee.
Sono queste le domande che ho pensato e che ho messo nel mio zaino.
Un gesto, una canzone, un cenno e soprattutto quel fazzolettone al collo bastava per farci sentire fratelli!
Il motto del Jamboree è “wa: a spirit of unity”. I temi che si intendevano valorizzare erano: l’energia, l’innovazione e l’armonia.
La giornata tipo al Jamboree? Sveglia alle 4.30 per andare a fare la coda con la propria cassetta per ritirare la colazione e tutto il necessario per preparare il pranzo.
Jamboree, la marmellata di ragazzi che hanno in testa solo un obiettivo: essere testimoni del messaggio di pace nel mondo.
Poi si partiva per le attività, dal gioco sulla spiaggia alla giornata che ci ha molto segnato a Hiroshima per l’anniversario della bomba atomica.
Il primo assaggio di questo viaggio è stato la “home hospitality”, vissuta sia dai noi capi che dai ragazzi in famiglie giapponesi che ci hanno 4
Passato prossimo Abbiamo una grande responsabilità. Riuscire a trasmettere ed essere testimoni di questa marmellata.
Vedere con i propri occhi il dolore che hanno provato le vittime e i sopravvissuti è stato un modo per tutti noi per capire ciò che accadde e per convincerci del valore della pace e dell’importanza di portare nel mondo questo messaggio di fratellanza.
Noi capi reparto del contingente avevamo un mandato ben chiaro: dare gli strumenti ai “nostri/ vostri” ragazzi per essere consapevoli di essere testimoni.
Le attività finivano intorno alle 17.00. A quel punto dovevi correre ovviamente a ritirare la cena. Quindi altra coda.
Dall’uniforme che indossiamo ai nostri gesti. Date spazio, domandate e date la possibilità di farvi raccontare da loro che hanno vissuto questo grande sentimento di fratellanza.
Ovviamente non potevi preparare la cena come ad un campo normale. Non facevi in tempo a metterti a lavorare, che veniva qualcuno nel tuo sottocampo a salutarti e chiederti da dove vieni e portarti allegria e a combinarti qualche “disguido” Dormire? Non avevamo tempo! Ai campi normali si dorme, non al Jamboree!
Basta davvero un fazzolettone al collo per abbattere le diversità. A quel punto non importerà più il colore della pelle, la lingua parli o la provenienza. Ringrazio i ragazzi del reparto Cristoforo Colombo e tutti i loro gruppi che hanno creduto in loro.
Un’immagine che mi manca è quella delle tende e delle bandiere di ogni nazionalità che ogni mattina, uscendo dal mio igloo azzurro italiano (molto patriottico), potevo scorgere a perdita d’occhio.
Le loro famiglie che ci hanno affidato i loro figli per portarli in un mondo tutto nuovo. Un ringraziamento speciale alla mia Coca del Genova 206 che ha creduto che io potessi affrontare questo viaggio.
Dall’inno nazionale dei tunisini, al suono dei bonghi più lontano.
E alla mia staff, Alessia, Don Alessandro e Francesco.
Ma il vero viaggio inizia adesso.
Ora dobbiamo raccontare.
5
Passato prossimo A cura di Matteo, Genova 100
Jamboree parola ai ragazzi Sin dal primo incontro con il Reparto di Formazione, il Cristoforo Colombo, ho cercato di immaginare come sarebbe stata l’esperienza del Jamboree, ma ciò che ho visto e vissuto non avrei mai potuto concepirlo solo con l’immaginazione: più di trentamila ragazzi, provenienti da ogni angolo della Terra, con cui fare amicizia, parlare di tradizioni e cultura, giocare e partecipare insieme nelle tante attività offerte dal Jam, o anche solo “swappare” qualche distintivo particolare, il fazzolettone o persino la propria camicia. Una moltitudine di Nazioni unite dallo Spirito Scout, indifferenti alle discordie e alle guerre tra di esse, uniti sotto la stessa Legge e la stessa bandiera, il Giglio Scout. Energia nel giocare, partecipare con gioia alle attività o anche solo svegliarsi presto la mattina per prendere la colazione, Armonia tra le diverse Bandiere, in un legame di pace e fratellanza, Innovazione, mostrando a tutto il mondo che una convivenza pacifica è possibile tra tutte le Nazioni, con un rinnovato senso di rispetto e di amore per tutti. Ringrazio con tutto il cuore i Capi Reparto, Francesco Paolo, Simone, Alessia e Don Alessandro oltre che la Sq. Falchi di cui faccio parte e ringrazio anche B.P. che ha fatto nascere questa meravigliosa e duratura esperienza.
6
Passato prossimo
A cura di Giacomo Beretta e Barbara Cazzolla, Incaricati alla Branca EG Regione Liguria
Dal sogno al progetto Cronache da un convegno
Ad uno sguardo superficiale qualcuno potrebbe pensare che non è cambiato nulla, ma non è così perché le cose sono cambiate e il cambiamento è avvenuto perché la realtà osservata ha palesato che la nostra proposta non andava bene così come era! Dire che non c’è nulla di diverso è un po’ come negare il lavoro che staff e ragazzi hanno fatto con i reparti sentinella, ma anche chi non è stato coinvolto in questo osservatorio ha potuto dire la sua e portare la fotografia del proprio reparto agli incontri di zona e ai cfm a cui ha partecipato. Quello che è cambiato è la prospettiva, l’orizzonte in cui la P.P. si muove, ora l’attenzione è ancora più sugli EG sulla loro crescita PERSONALE perché si accompagnano in modo graduale, ma più consapevole, a quel meccanismo educativo che chiamiamo autoeducazione. I punti nodali del convegno sono stati il brevetto e l’impresa e il concetto, tanto semplice ma altrettanto complesso per noi capi da trasformare in realtà, che questi strumenti creano una musica armoniosa ed unica con il sentiero. Per noi bisogna vivere il reparto non come una routine scolastica dove i ragazzi fanno ciò che “si deve fare”, ma come una routine in divenire dove i sogni guidano l’azione, dove la fiducia in ciò che gli EG sanno fare è la carica per l’agire, dove ci si diverte, dove tutto è in mano loro. Solo così
Pensare e realizzare il convegno era sicuramente una cosa da fare viste le modifiche al regolamento...il lavoro della pattuglia di quest’anno è stato per la maggior parte volto a questo. L’intenzione che ci ha guidati è stata quella di creare un momento per i capi che potesse unificare la regione ovvero: fare in modo che tutti parlassero la stessa lingua e che la proponessero nei reparti, era costruire quella che noi incaricati chiamiamo “cultura di branca”. In questi due giorni volevamo creare un modo di sentirsi Liguria, di sentirsi regione. Avere il cantiere LC a pochi passi da noi ha aiutato in questo, ed è bello pensare che nello stesso luogo due branche stessero lavorando per svolgere al meglio il nostro servizio con i ragazzi! L’occasione era preziosa perché i capi erano tanti e la possibilità di poter parlare e confrontarci insieme era troppo importante per essere sprecata. Nessun dubbio nel partire dalla centralità della relazione capo ragazzo come “conditio sine qua non” al nostro essere capo, perché è da questa che tutto il resto, P.P. in primis, nasce ed acquista significato. Il convegno parte da lontano, anche se non sembra, la sua storia ha origine con l’osservatorio del sentiero, i reparti sentinella e circa sei anni di riflessioni a livello nazionale e regionale.
7
Passato prossimo
e ha divertito adulti sempre così poco propensi alle serate scout! Quindi grazie a Sissi che ha reso “magica” la nostra serata. Un grazie a tutti voi per aver partecipato con entusiasmo, per chi è semplicemente capitato lì, per chi ci ha fatto visita, per chi si è annoiato, per chi si è divertito... Ora sta a voi verificare questo evento alla luce di questo articolo, ma soprattutto cercando di trarre da questa esperienza i temi, i dubbi e le linee del vostro lavoro in zona per l’anno futuro perché non diventi un luogo sterile, ma un fecondo laboratorio di formazione per tutti! Buon sentiero Barbara e Giacomo.
i ragazzi sentono di vivere esperienze uniche e vere perché utili, perché lasciano il segno in loro e nella realtà in cui vivono. Volevamo ringraziare la Pattuglia Nazionale, Cecilia e Paolo, che con i loro interventi interessanti hanno portato quello sguardo più ampio, sempre così prezioso per non chiuderci nella nostra realtà, e sono stati la testimonianza di come chi “sta a Roma” è vicino alle regioni, ai capi e ai ragazzi. Il convegno è stato costruito insieme ai formatori EG, crediamo sia stata una scelta vincente perché l’esperienza di chi riflette sulle tematiche metodologiche ed educative è preziosa, ed è sempre un piacere “lavorare insieme”: un grazie di cuore a tutti! Grazie per la loro presenza a Vara e perché hanno dedicato il loro tempo, le loro serate estive a pensare e progettare con noi. Un grazie va a tutti gli IABZ perché è solo grazie al lavoro fatto quest’anno, e anche negli anni passati, che il convegno è stato possibile, perché sono stati capaci di cogliere nel cammino che hanno fatto con voi gli spunti per quest’evento. Per noi incaricati era fondamentale che oltre alla “serietà” dei temi ci fosse spazio per una serata diversa e con piacere abbiamo organizzato una serata con balli popolari e danze occitane. Ci sentiamo di dire che è stata un successo anche senza una verifica! Pensate alla grossa portata educativa che una serata come questa potrebbe avere con i ragazzi, se ha unito capi sconosciuti
8
Futuro semplice
A cura di Enrica Roccotiello e Marco Rossello, Incaricati alla Branca LC Regione Liguria
Dove faremo la nostra tana oggi? Dopo il Cantiere regionale LC, raccogliamo pensieri per rimetterci in cammino «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». essere vissuto senza che sia stato spiegato. Ciò significa esperienze calibrate sui reali tempi di assimilazione del bambino, significa dare valore alle cerimonie, ai gesti del singolo, significa usare fin da subito linguaggi, simboli e strumenti. Abbiamo il coraggio di abbandonare lo stile tipico dell’adulto che trova le sue sicurezze nei manuali di istruzione, nelle lezioni frontali, nelle esperienze pilotate che “sa già come andranno”?
La pattuglia regionale LC ha ragionato sulla Progressione Personale con 130 capi attraverso il cantiere. Ora è tempo che gli staff LC parlino con le loro azioni, con le loro traiettorie da sperimentare, perché solo attraverso l’esperienza e la fantasia il #nuovogiocoLC delle prede e dei voli potrà perfezionarsi e la globalità del bambino, espressa attraverso l’intera P.P., essere salvaguardata. Ci saranno altre occasioni che verranno offerte nell’arco dell’anno: un momento pre-assemblea regionale, i momenti di formazione a spot degli IABR nelle zone di branca, le attività che la pattuglia LC offrirà alle singole Zone attraverso gli IABZ ed i pattuglieri, la discussione in Co.Ca. e in staff. Quali spunti offrire dunque agli staff che si accingono a giocare?
USO DELL’AMBIENTE FANTASTICO Ogni fase del gioco delle prede è immersa nella Giungla non dimentichiamocene. Conosciamo questo strumento? Sappiamo concretamente e puntualmente tessere una trama fitta che unisca le esperienze vissute dal bambino con le immagini di cui è portatore l’AF? Sappiamo quanto siano potenti i racconti per un essere umano che ha bisogno di dare ordine ai propri pensieri e azioni per farli diventare mattoni con i quali costruire la propria identità?
ACCOGLIENZA, ADESIONE, CURIOSITÀ Come permettere al bambino di vivere concretamente con spirito di gioco queste tre esperienze che si alimentano a vicenda in una spirale infinita? Due sono le sfide per lo staff: 1. offrire esperienze semplici, concrete, ricche di contenuti, di immagini, di simboli; esperienze che prevedano un bambino protagonista e un adulto attivo, capace di raccogliere le provocazioni dei lupetti, di offrire spunti, chiavi di lettura; un adulto capace di essere custode e promotore della Legge. 2. Abbandonare l’efficientismo tipico degli adulti che pretendono di verificare in modo oggettivo e univoco se un bambino “ha capito cos’è la promessa”. Noi, oggi, dopo anni di scoutismo, siamo coscienti della nostra promessa?
FASI DELLA STAGIONE DI CACCIA Siamo chiamati a vivere in maniera nuova il tempo della caccia. Dobbiamo immaginare la stagione di caccia come un periodo in cui il branco si trasforma in una piccola fucina dove tutti, pur nella diversità, stanno vivendo una tensione al cambiamento. La preda non è il “compitino a casa” ma un processo che prende forma sotto gli occhi del capo che può così dare il suo apporto in maniera più adeguata: ascoltare, dare una mano, pungolare il singolo e la comunità, ricordare lo stile del branco (“del mio meglio!”)
LA COMUNITÀ Ecco lo spazio privilegiato in cui crescere, il contesto in cui la curiosità del bambino può trovare sfogo e le sue domande risposta. La comunità è in grado di far tacere il capo e di far parlare l’esperienza; in essa tutto può
PARLATA NUOVA Significa credere nella visione del bambino, condividere il suo sogno, offrirgli spunti di riflessione per allargare gli orizzonti. Significa essergli concretamente a fianco, giorno per giorno prima, durante e dopo la stagione di caccia per 9
Futuro semplice fargli sapere che noi ci siamo sempre con la testa e con le mani pronte a “fare con”.
La stagione di caccia sarà il tempo in cui ogni componente del CdA dovrà sentirsi non il solito “grande che deve prendersi cura dei più piccoli perché è l’anagrafe che lo dice”, ma un bambino che assecondando le proprie inclinazione dà ossigeno a se stesso e alla comunità.
INSUCCESSO Ricordiamoci che il capo educa attraversando un eventuale insuccesso del bambino nel giocare il gioco affrontandolo mano nella mano insieme a lui/lei. Capo e bambino non si nascondono le difficoltà, dietro un distintivo dato frettolosamente, né dietro al “6 politico” che distrugge l’identità. Essi, grazie a un dialogo costante, guardano in faccia quella preda così bella e così difficile da raggiungere e immaginano strade nuove che permettano di arrivare alla meta. Si impara facendo, ma si impara anche facendo insieme ai propri capi.
PASSAGGIO DAL VECCHIO AL NUOVO GIOCO Assimilate nel miglior modo possibile - grazie al dialogo in staff - il #nuovogioco LC, solo così potrete essere compresi dal branco. Non abbiate timore della semplicità: “quello che ci apprestiamo a giocare è un gioco nuovo con nuove regole”. Un pensiero di questo tipo è più facilmente accettabile da parte di un bambino che di un adulto.
CONSIGLIO DEGLI ANZIANI Fondamentale sarà la stretta relazione tra lo staff e il gruppo dei grandi del branco durante la fase che precede la stagione di caccia: siamo chiamati a conoscere veramente questi bambini e ad offrire loro una proposta che gli sia cucita addosso.
Ora non resta che mettersi in discussione e giocare il gioco, leggere i segnali, credere nella rielaborazione di una regione che è chiamata a riscoprire la sua capacità di essere comunità e affidare tutto questo a Colui che solo è capace di rinnovare nel profondo tutto e tutti ogni giorno.
10
A cura di Giorgio Costa
Si fa presto a dire zona... Zona: una struttura talvolta poco definita ma così importante per la vita associativa del capo.
È capitato ultimamente di discutere della Zona. Ma cos’è la Zona scout? Se vogliamo parlarne è importante prima capire cos’è. E non è facile. Se leggiamo la definizione nello Statuto AGESCI ci accorgiamo che per spiegare cos’è la zona il modo migliore è dire cosa fa.
La Zona ha poi la funzione importante di rapporto col territorio, dove ci sono più gruppi vicini creando rapporti con le istituzioni locali, dove i gruppi sono più dispersi mantenendo i contatti con le Diocesi e istituzioni sovracomunali. La vocazione particolare della Zona è quella dello sviluppo, cioè della distribuzione dei gruppi sul territorio, per arrivare ad avere nuove unità dove forse c’è bisogno e anche attraverso l’apertura di nuovi gruppi. Questo oggi ci fa sorridere: con gran fatica riusciamo a tenere aperti i nostri gruppi!
La Zona serve a tanti scopi, quindi fa un servizio e specificatamente lo fa ai capi. Il primo è quello di favorire la formazione dei capi, la formazione “ricorrente” di ogni capo, dal cammino di tirocinio, molto strutturato in alcune zone, fino a tutte le occasioni di scambio e aggiornamento metodologico che si possono creare negli incontri di branca. Sulla formazione c’è un aspetto particolare: la zona è l’unica in grado di dare ai capi l’occasione di vivere insieme esperienze formative educative attraverso la realizzazione delle attività di branca. In particolare gli eventi, in cui si applica il metodo in collaborazione con le direzioni di altri gruppi, permettono di confrontarsi, di incontrare “altri” ragazzi e di far vivere a loro il primo esempio di fraternità scout. È un valore unico quello di poter vivere l’attività educativa con altri gruppi, con spirito di apertura e di condivisione. Meglio che negli incontri parlati, in Zona possiamo concretamente creare eventi utili ai ragazzi e alla nostra crescita di capi educatori, cioè imparare facendo.
Dobbiamo dire che la Zona non è quella che ci deve risolvere il problema della mancanza di capi nei gruppi anche se potrà dare una mano a far circolare le informazioni sulle criticità che ci sono o aiutare e indirizzare qualche capo che non trova un gruppo di riferimento. La zona non può sostituirsi alla Co.Ca. nella formazione permanente dei suoi capi o dei suoi tirocinanti, ma può aiutare, coordinare e dare supporto, favorire l’incontro e lo scambio. La zona ha strumenti operativi ben definiti nello statuto: Convegno capi, Assemblea di Zona, Consiglio di Zona e Comitato di Zona che supporta i Responsabili di Zona. C’è da strutturare un progetto condiviso ma non è completamente definito è il modo in cui lavora. In un’Associazione molto affezionata al metodo questo fatto provoca talvolta un po’ di disorientamento. Ma questa è la forza della Zona che può essere molto diversa nelle diverse realtà in cui serve. Esistono modalità di lavoro tradizionali, condivise ma che potrebbero essere adeguate a nuove situazioni ma soprattutto a nuove esigenze dei capi. Perché questa è la missione fondamentale: servire ai capi che fanno servizio con le loro ur-
Le attività di branca di Zona rappresentano poi un importante collegamento con le attività della Branche regionali, attraverso gli IABZ, l’acronimo associativo più impronunciabile per una figura dal ruolo complesso. Gli IABZ sono capi in grado di diventare riferimento metodologico per gli altri capi di Zona, ottimi animatori di adulti, efficienti componenti delle pattuglie regionali di Branca. È facile capire quanto siano preziosi e rari… 11
Photo by @MBergamini
Fare scautismo
Fare scautismo genze e i oro problemi quotidiani, sempre diversi e sempre più difficili. In sintesi si potrebbe dire che la Zona è un gruppo di capi al servizio degli altri capi che per operare ha bisogno una forte adesione e partecipazione di questi ultimi. In questi termini si gioca l’efficacia della zona nei suoi scopi, si capisce perché la Zona rappresenta il primo (talvolta unico) livello associativo delle strutture percepito dai giovani capi, si capisce quanto sia importante il rapporto personale con i partecipanti alle attività, si capisce quanto questa struttura sia strategica per la crescita dell’Associazione. Quindi un caro augurio di buona Zona a tutti!
Dallo Statuto AGESCI.
Art. 23 – Zona: definizione e scopi La Zona scout è la struttura composta dai Gruppi esistenti ed operanti in un ambito territoriale contiguo. La definizione territoriale e conseguentemente il numero dei nGruppi formanti la Zona sono stabiliti dal Consiglio regionale con deliberazione motivata e riesaminati periodicamente. Scopi della Zona sono: a.
promuovere e curare la formazione e la crescita delle comunità capi;
b.
contribuire alla formazione ricorrente dei Capi;
c.
coordinare i Gruppi esistenti e promuovere la costituzione di nuovi Gruppi, predisponendo un apposito progetto di sviluppo;
d.
curare, per il proprio livello, i rapporti con gli organismi civili ed ecclesiali, con le altre associazioni educative, con la stampa e altri mezzi di comunicazione.
12
Fare scautismo
A cura di Luigi Territo
Suggerimenti per i capi: uno stimolo all’inizio del nuovo anno Dalla lettera di saluto di un capo clan alla sua Co.Ca. Carissimi nel momento del distacco vorrei lasciarvi una breve traccia/decalogo di ciò che ho imparato con voi in questi due anni meravigliosi: 1) Amiamo lo scoutismo, ma ancor di più amiamo gli scout: i lupetti e le lupette, le guide e gli esploratori, i rovers e le scolte. Amiamo e serviamo i nostri ragazzi, quelli che il Signore ci ha affidato, amiamo le loro storie, le loro fatiche, sosteniamoli e incoraggiamoli sempre. 2) Apriamo i nostri orizzonti, non cadiamo nell’autoreferenzialità, siamo un germe gettato in questa città, in questo quartiere, in questa comunità parrocchiale. Abbiamo un grande potenziale di idee e di esperienze, offriamole con generosità e arricchiamoci delle esperienze altrui… siamo scout per gli altri non per noi stessi! 3) Programmiamo, progettiamo, organizziamo tutto con grande serietà e responsabilità e con altrettanta serietà e determinazione buttiamo all’aria i nostri programmi e i nostri piani ben congeniati…. “perché è il sabato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Gesù). 4) Lo scautismo non si inventa si riceve! Prendiamo con serietà il nostro cammino di formazione, confrontiamoci senza presunzione con le tante occasioni che ci vengono offerte per crescere come capi ed educatori. Non disdegniamo le tradizioni, conserviamo il meglio della nostra storia, tramandiamola e facciamola conoscere. 5) Serviamo le nostre branche con affetto e dedizione, considerando un privilegio e una vocazione poter accompagnare i ragazzi e le ragazze del nostro gruppo. Cerchiamo la collaborazione in tutto, sfruttiamo al meglio le risorse e le competenze della Comunità Capi, alimentiamo fra di noi uno spirito di fraternità e di vera amicizia. 6) Affidiamo al Signore Gesù il nostro servizio, le nostre fatiche, le nostre attività, i nostri dubbi. Cerchiamo di amare anche la Chiesa, di conoscerla, di partecipare alla sua vita, siamo chiamati ad essere pietre vive di questo grande edificio spirituale. È la nostra casa, solo noi possiamo renderla più bella e accogliente, è la nostra povera famiglia dove c’è posto per tutti, dove nessuno deve sentirsi escluso. 7) Desideriamo le cime! Non accontentiamoci del già fatto, del già visto, del già sperimentato. Arriviamo per ripartire, conquistiamo le vette per ridiscendere, smontiamo le nostre tende per intraprendere nuovi sentieri…. Osiamo con responsabilità, ma osiamo!!! 8) Viviamo in un mondo attraversato da ingiustizie, divisioni, indifferenze, non temiamo di assumere posizioni chiare e “fuori dal coro”, non condividiamole solo all’interno della nostra comunità, ma esponiamoci con determinazione e modestia, facendo sentire con coraggio la nostra voce. Soprattutto trasformiamo i nostri buoni propositi in azioni concrete, non lasciamo che le chiacchere ci facciano dimenticare la realtà ordinaria e drammatica dei poveri, dei rifugiati, degli esclusi. Incontriamoli, invitiamoli, ascoltiamo le loro storie ed adoperiamoci per lasciare questo mondo un po’ meglio di come l’abbiamo trovato (penso ai servizi extra ass., il Natale, le feste di gruppo, ecc., route di servizio). 9) Per capi dubbiosi: i nostri scout non hanno bisogno di certezze monolitiche, di risposte esaurienti, di testimonianze cristalline, hanno bisogno di fiducia, di entusiasmo, di occasioni per dimostrare il loro valore, di sentire che la passione che li anima non tradisce, non illude…. Hanno bisogno di sapere che parole come testimonianza e solidarietà, servizio e fraternità, amore per il creato e spiritualità, sono sentieri da battere, non voli pindarici per idealisti stanchi! 10) Semplifichiamo la complessità e non complichiamo ciò che è semplice, e infine, facciamoci grandi, grandi risate e divertiamoci... perché un capo triste è un triste capo! Vi voglio bene, pregate per me, Gigi 13
Speciale Assemblea A tutti i Capi
Convocazione Assemblea regionale La 61° Assemblea regionale di AGESCI Liguria
“Non abbiate paura di dare tutto. Cristo non delude mai.” (papa Francesco)
è convocata per il giorno 29 novembre 2015 alle ore 9.00 (iscrizioni dalle 8,30) Con il seguente ordine del giorno: Modifica al regolamento dell’Assemblea regionale Discussione e votazione relazione del Comitato regionale e rendiconto consuntivo 2014-2015; Approvazione Programma regionale 2015-2016 Discussione e votazione variazioni al rendiconto 2015-2016 e rendiconto preventivo 2016-2017; Chiamate al servizio al ruolo di: Incaricato maschile al Coordinamento metodologico; Incaricato maschile alla Formazione Capi; Incaricata femminile alla Formazione Capi; Incaricata femminile all’Organizzazione; Incaricata femminile alla Branca EG; Incaricata femminile alla Branca LC; un Consigliere Generale Varie ed eventuali. L’Assemblea terminerà alle ore 18,00. Al momento di andare in stampa il luogo dell’Assemblea è ancora da definire e verrà pertanto comunicato in seguito. I Responsabili e l’Assistente Ecclesiastico Regionali Laura Quaini, Gianvittorio Battaglia e Don Stelio Spanò ---------------------------------------------------------------------------------La quota individuale per la partecipazione all’Assemblea è di 3€. ---------------------------------------------------------------------------------Si partecipa in uniforme. Votano tutti i soci adulti censiti e nessuno può avere più di una delega.
La Santa Messa verrà celebrata nel pomeriggio. È previsto un saluto di congratulazione ai capi brevettati nello scorso anno. Chi volesse inviare materiale da inserire in cartellina dovrà farlo avere in segreteria 15 gg. prima dell’Assemblea. Chi desidera proiettare documenti, filmati, foto ecc. dovrà inviarli entro il 22/11 a irom@liguria.agesci.it
14
Speciale Assemblea A cura del Comitato Regionale
Relazione Comitato Regionale 2014-2015 “Com’è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme”: questo crediamo sia stato il filo conduttore di un anno di comitato molto intenso e soprattutto molto diverso dal solito.
Con nella testa ancora la canzone della Route Nazionale (e molti di noi con addosso la polvere di San Rossore) abbiamo iniziato i Convegni nelle Zone verso il nuovo Progetto Regionale. È stata una grande occasione per tutto il comitato allargato per mettersi in moto e andare incontro ai capi, fisicamente nelle varie parti della Liguria e metaforicamente raccogliendo le esigenze e i pensieri di tutti. Capita di girare la Liguria, fa parte del nostro ruolo. Gli incaricati alle branche spesso lo programmano con costanza. Ma girare tutte le Zone nell’arco di pochi mesi, con l’intento preciso e unico di ascoltare ciò che i capi chiedono alla loro Regione, è stata un’esperienza significativa e interessante. Dai Convegni di Zona, passando per il Consiglio Regionale allargato ai capi gruppo, siamo arrivati al Convegno Regionale e all’Assemblea. Un’Assemblea in primavera, due giorni a Quiliano proiettati verso il futuro: così li avevamo in testa noi del comitato. Sabato coi gruppi di lavoro in cui fare ulteriore sintesi, insieme, dei sogni emersi nei mesi precedenti e definire gli obiettivi. Domenica dedicata sia ai temi caldi del Consiglio Generale in arrivo, sia a selezionare, democraticamente, le priorità del nostro futuro agire: dopo tanto dibattere, confrontarsi, sognare e scontrarsi con la quotidianità, era giunto il momento di scegliere e mozione dopo mozione siamo arrivati alla conclusione di un percorso partito mesi prima. Crediamo sia stata una bella Assemblea. Bella perché ricca di confronto (anche acceso) e di partecipazione, bella perché conclusione di un percorso condiviso, bella perché ha prodotto tante idee, tanti spunti, tanti obiettivi. Il nuovo Progetto Regionale è sicuramente molto concreto.
Meno tematiche di ampio respiro rispetto al precedente e più obiettivi pratici e puntuali. Una buona parte del Progetto, poi, nasce dalle proposte degli RS presenti e del loro lavoro di sintesi di quanto arrivava dalle loro comunità. Questo progetto ci dice qualcosa della nostra regione? Che sogniamo di meno? Che abbiamo imparato a passare dai sogni alla concretezza? È sicuramente una domanda interessante e la lasciamo alla vostra riflessione. Come già scritto, i nostri due giorni insieme hanno visto anche la partecipazione di alcuni Rover e Scolte, che hanno scritto insieme ai capi come sognano AGESCI Liguria nei prossimi cinque anni. Rover e Scolte delegati dalle loro Comunità, che hanno ulteriormente scelto alcuni loro rappresentanti per partecipare al Consiglio Generale e verificare insieme la Route nazionale. Il Progetto Regionale ci chiede ora di lavorare su questa partecipazione dei ragazzi ai momenti di democrazia associativa: una partecipazione tutta da costruire e concretizzare, da valutare e da rendere sempre e comunque esperienza educativa. Dello stesso tema si è parlato anche a Consiglio Generale, con la scelta precisa di dare a Zone e Regioni il mandato di studiare le forme ritenute migliori per questa strada di partecipazione. In parallelo al percorso verso il nuovo Progetto abbiamo portato avanti, come nella normalità, i nostri appuntamenti col Consiglio Regionale. Dopo un primo stop causato dall’alluvione, che ci ha costretto a far saltare il Consiglio di settembre, i lavori sono entrati nel vivo con l’intenso Consiglio di gennaio allargato ai capi gruppo in preparazione del Convegno/Assemblea regionale. Successivamente Chiavari ci ha ospitato per il Consiglio di aprile, centrato sulla raccolta dei ritorni dalle Zone sui temi
15
Speciale Assemblea del Consiglio Generale presentati in Assemblea. Poi il Consiglio di luglio, il primo dedicato già ai contenuti del nuovo Progetto Regionale. Nella seconda parte dello scorso anno scout ne abbiamo iniziato ad affrontare due: ridisegnare le Zone e le modalità dell’Assemblea (plenaria/per delegati). Abbiamo istituito una commissione per ciascuno di questi temi, in modo da mantenere più stretto il legame con le Zone (da cui ovviamente venivano i componenti della commissione). Il dibattito che si è sviluppato nel Consiglio Regionale di luglio ci ha fatto riflettere su quanto sia importante sviluppare modalità adatte, e magari nuove, per fare sintesi adeguata del pensiero dei capi. Le commissioni hanno lavorato per mesi, i loro componenti (uno per Zona per la commissione Zone, più ridotti per quella sull’Assemblea) hanno avuto la possibilità e il mandato di tornare nelle proprie Zone, discutere di quanto pensato in commissione e poi arricchire l’incontro successivo con gli ulteriori pareri emersi... e questa cosa è stata fatta più volte, ovviamente a discrezione dei singoli componenti e delle singole Zone. Una commissione non può essere luogo di decisione ultima, ma allo stesso
tempo è impensabile che un Consiglio Regionale o un’Assemblea ripercorra per intero lo stesso percorso di condivisione e riflessione che una commissione vive nel corso dei mesi. Questo presuppone di trovare quel delicato equilibrio che sta tra il valorizzare ciò che la commissione ha prodotto come pensiero condiviso (e ogni risultato di un percorso è sempre differente dal pensiero che tutti avevano all’inizio) mantenendo la responsabilità dei luoghi decisionali. Da parte nostra crediamo ci debba essere maggiore attenzione nell’anticipare i temi e nel non dare nessun contenuto per scontato, da parte di tutti i quadri forse maggiore attenzione a fare memoria dei percorsi in atto e a ricordarci del nostro ruolo: non battitori liberi, ma sintesi della voce di altri capi o esecutori di un mandato. E infine il Consiglio Regionale di ottobre, ospiti del Genova 58, che contemporaneamente ha concluso l’anno scout passato e iniziato quello corrente. In esso abbiamo definito i dettagli della proposta di modifica del Regolamento dell’Assemblea Regionale (che voteremo appunto in Assemblea) e chiuso il percorso della commissione Zone. Infatti la nostra associazione dà ai Consigli Regionali
16
Speciale Assemblea il compito, periodicamente, di ridefinire i confini tra le Zone, e quindi era il Consiglio il luogo dove portare a termine quell’obiettivo del nostro Progetto Regionale. Dopo i mesi di lavoro nella commissione, il passaggio al Consiglio di Luglio e gli ultimi momenti di confronto, al termine della mattinata si è arrivati al voto: così abbiamo ridefinito le Zone della Liguria, che entreranno a regime nel prossimo anno scout 2016-2017. A quest’anno il compito di traghettare i gruppi dalle Zone “vecchie” alle “nuove”. E poi cos’è successo l’anno scorso? Di seguito una carrellata di altre azioni che hanno coinvolto il comitato e qualche considerazione. Partiamo con la grande gioia dell’incontro con Papa Francesco. Gioia che diventa responsabilità nel far risuonare le sue parole nell’impegno quotidiano, impegno che ognuno di noi vive con ruoli e servizi differenti (sul sito AGESCI è disponibile il testo del discorso del papa durante l’udienza). Stiamo continuando la collaborazione con il MASCI, collaborazione che nell’anno appena concluso ha avuto il suo punto di verifica e riprogrammazione. La pattuglia mista MASCI-AGESCI ha visto la partecipazione agli incontri spesso anche dei rispettivi referenti regionali, puntando a diventare luogo di coordinamento più ampio anziché semplice pattuglia operativa. Maggior collaborazione anche con la Pastorale Giovanile regionale. Grande gioia per molti di noi è stata l’Ordinazione episcopale di don Nicolò Anselmi, già A.E. regionale ma soprattutto compagno di strada. Un accenno ai settori: nel mezzo del percorso nazionale che li sta ridefinendo, permane da noi la difficoltà a trovare alcuni incaricati, in parte compensata però da una serie di compiti ad hoc che molti capi svolgono (solo per citarne alcuni: la redazione di SIL, la collaborazione con l’associazione Libera, il supporto alle attività nautiche da parte degli ex incaricati, ecc.). Per i settori operativi al 100%, invece, vi rimandiamo alle loro relazioni. Raccogliamo con piacere la notizia dell’apertura in Liguria di una nuova Colonia Castorini. La Formazione Capi ha realizzato 12 campi tra CFT, CFM e CAM. Per il resto ha collaborato strettamente, attraverso i formatori, alla realizzazione degli eventi
per capi delle varie branche, con l’idea di riportare le branche stesse al centro dell’aggiornamento metodologico. La direzione è quella di garantire uniformità e correttezza metodologica a tutte le proposte regionali. Inoltre a livello nazionale sono stati seguiti i percorsi in atto, legati soprattutto all’iter di formazione. Abbiamo rinnovato il sito web regionale e lo stiamo ampliando il più possibile, e in parallelo abbiamo coordinato il passaggio alla nuova posta elettronica AGESCI. Scoiattolo ha confermato il fatturato previsto per il 2014, segno che la situazione si sta assestando sul nuovo assetto di spaccio di uniformi e pochi altri prodotti. I dati 2015 ci dicono che serve comunque mantenere alta l’attenzione. Un dato emerso da un confronto dei bilanci elaborato da AGESCI nazionale ci ha fatto riflettere e lo condividiamo: abbiamo una delle medie più basse d’Italia di acquisto pro capite, totale e di uniformi. È cosa buona e giusta passare le uniformi usate ai più piccoli, ci mancherebbe. Ma il dato è talmente basso (12€ annui pro capite) da far pensare che forse più che al riciclo ci si affidi a prodotti comprati in altri luoghi... con buona pace dell’attenzione all’etica nella produzione delle uniformi. Lasciamo questo dato alla riflessione di tutti. Potevamo dimenticarci di Vara? In realtà un pochino sì, perché ha occupato solo marginalmente il nostro tempo e principalmente per la gestione ordinaria. La stagione dei grandi lavori sta volgendo al termine, o meglio le risorse fin qui trovate sono esaurite e più che a nuovi grandi lavori è bene dedicare attenzione a concludere quelli aperti e a valorizzare ciò che abbiamo. Casa Romana è entrata a pieno regime ospitando i campi estivi. Lì resta un’ala ancora tutta da costruire (e questo fa parte dei grandi lavori per i quali attualmente non ci sono risorse) ma anche tanti piccoli dettagli. Piccoli dettagli che, in tutta la base, sono spesso alla portata di tutti, ma che se ricadono sulla buona volontà di pochi sono irrealizzabili. Per questo la pattuglia Vara (sempre sia lodata per il mazzo infinito che si fa) sta studiando modalità nuove per coinvolgere sempre di più tutta la regione nel migliorare ed abbellire la nostra casa comune. In contemporanea stiamo studiando modalità per far conoscere la nostra Base anche
17
Speciale Assemblea
all’esterno della ristretta cerchia di noi scout liguri, in modo da valorizzarla in quei periodi in cui noi tradizionalmente la lasciamo deserta. Per finire, una riflessione sulle modalità di servizio del comitato. Nel corso dello scorso anno abbiamo iniziato a lavorare sul comitato stesso e sulle modalità di svolgere questo nostro servizio, che è collegiale pur avendo per tutti alcuni mandati ben definiti. Abbiamo diradato gli incontri dell’intero comitato anche nell’ottica di avere tempi più sostenibili per chi viene da fuori Genova. Questo ci ha portato ad uno stile di lavoro più autonomo tra i vari ruoli del comitato “ristretto” (responsabili, AE, organizzazione, formazione capi e coordinamento metodologico) che pian piano deve trovare il giusto equilibrio con la necessaria collegialità. Allo
stesso tempo, stiamo cercando di costruire uno stile più elaborativo e di condivisione nel contesto del comitato allargato (cioè con gli incaricati alle branche). Forte è il bisogno di riportare le branche al centro dell’associazione con le loro sfide metodologiche ed educative, e il Progetto Regionale ci spinge in questa direzione. E proprio con un accenno alle branche vorremmo concludere questa nostra relazione: i due incontri metodologici (il Cantiere LC e il Convegno EG) che hanno avuto luogo a fine settembre nella cornice della nostra Base regionale. Due giorni splendidi, e non solo per il meteo, che ci ricordano una volta di più il centro del nostro impegno di quadri: i capi ed il loro servizio quotidiano coi ragazzi.
Lettera scritta dagli RS presenti all’Assemblea Regionale 2015 Noi RS vi ringraziamo per l’opportunità dataci di aver potuto partecipare all’assemblea regionale, dandoci la possibilità di essere portavoce delle idee del nostro Clan e della Carta del Coraggio. Al fine di adempiere pienamente al compito di partecipazione che la carta del coraggio ci richiede, proponiamo di poter prendere parte alle prossime assemblee con ruolo propositivo e consultivo affinché le questioni riguardanti la branca RS possano essere arricchite e aggiornate di un punto di vista interno. Ricordando che voi capi siete il nostro strumento per poter vedere realizzare le nostre proposte, consci del nostro ruolo di educandi e non di educatori, desideriamo che questo nostro strumento, cioè voi, si basi su un criterio che sia il più condiviso possibile, che prenda atto anche della nostra prospettiva e che questa sia rispettata. BUONA STRADA Gli RS
18
Speciale Assemblea
A cura di Enrica Roccotiello e Marco Rossello, Incaricati alla Branca LC Regione Liguria
Relazione degli Incaricati Regionali alla Branca LC “Certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova” (Gianni Rodari) Passi verso… Questo anno scout 2014-2015 che ci lasciamo alle spalle è stato veramente impegnativo. Ogni passo compiuto ha avuto precise caratteristiche: prima di tutto sono stati passi comunitari; la pattuglia, facendo tesoro dell’esperienza maturata già due anni fa, si è sempre più connotata come fucina di idee, luogo di dialogo e soprattutto come “casa”, luogo in cui – puoi starne certo! – non mancherà mai un sorriso, un occhio e un orecchio sensibili ai piccoli e grandi problemi che costellano il servizio dello IABZ. In secondo luogo sono stati passi calibrati sulla velocità di tutti, passi che non hanno voluto lasciare indietro nessuno e questo stile ci ha ripagato, perchè piano piano la pattuglia ha conquistato una verticalità (presenza di IABZ, IABR e formatori) che è essenziale per la crescita di ogni suo componente. Infine sono stati passi “verso…”, passi né egoisti né casuali, ma passi progettati e orientati verso tutti quei capi che quotidianamente si sporcano le mani con i bambini, immaginano uno scoutismo di qualità sempre maggiore e – cosa “rivoluzionaria” in questo periodo storico – vogliono avere ancora fiducia nella Zona intesa come luogo cardine per la propria formazione permanente.
vivamente – permesso ai capi LC di toccare con mano una regione che c’è ed è al loro servizio, attraverso ognuno di noi, con semplicità, serietà e gioia. Immaginare il futuro Una delle caratteristiche più importanti del lavoro di quest’anno è stata l’intensità con la quale si è lavorato per assimilare più possibile i “come” e i “perchè” del nuovo gioco delle prede e dei voli in modo tale da impostare un percorso regionale di formazione che sia capillare e critico: è importante che tutti i capi LC liguri sappiano che noi li pensiamo e li penseremo, che IABZ e formatori sono pronti a sostenerli, a dar loro chiarimenti e a scandagliare con loro le zone grigie del nuovo gioco e di tutti gli altri strumenti del metodo, quelle zone dove la relazione educativa si sfuma in virtù dell’incontro di due persone uniche e irripetibili. È stato bello vedervi e discutere con molti di voi al cantiere regionale. Questo non è che un inizio al quale ciascuno dei 130 presenti ha fornito un contributo essenziale. Ora abbiamo bisogno di ognuno di voi per proseguire! Le Piccole Orme patrimonio di tutti Con la pazienza e l’impegno di cinque staff volenterosi (2 invernali e 3 estivi), molti fratellini e sorelline hanno potuto seguire la propria pista fino a Vara Inferiore per prendere parte alle Piccole Orme invernali ed estive. Come ogni anno rinnoviamo il nostro appello al fine di dare linfa a questo reale patrimonio della regione: ricordiamoci sempre che queste importanti tappe del cammino dei bambini che ci sono stati affidati sono possibili solo grazie all’apporto dei capi degli staff liguri. Non dimentichiamoci mai che campi come questi hanno enormi potenzialità dal punto di vista della crescita del singolo “nel e per” il Branco e dal punto di vista della formazione permanente dei capi che partecipano.
La formazione di una pattuglia e la formazione al ruolo dello IABZ Questo anno – e, in generale, il lavoro degli ultimi tre anni – ha avvalorato con i fatti un pensiero per noi irrinunciabile: non c’è crescita reale se non è globale e non è sostenuta da una comunità, la cui formazione viene prima di ogni cosa. La creazione di momenti di formazione per le zone, la formazione relativa al nuovo gioco delle prede e dei voli, l’incontro nazionale delle pattuglie regionali LC a Bosco Albergati e l’entusiasmante cantiere regionale LC del 26-27 settembre sono stati mattoni e cemento che hanno consolidato la percezione che gli IABZ hanno di loro stessi e hanno – lo speriamo
19
Speciale Assemblea
A cura di Giacomo Beretta e Barbara Cazzolla, Incaricati alla Branca EG Regione Liguria
Relazione EG 2014-2015 L’anno scorso c’erano i sogni...quest’anno abbiamo cercato di capire “di che sostanza sono fatti i sogni”... C’è un filo invisibile che lega ogni cosa e che non fa procedere a tentoni, ma con un senso logico nelle cose che progettiamo e che realizziamo...questo filo lega ciò che ogni singolo ragazzo e capo vivono, ciò di cui hanno bisogno che poi arriva nelle zone e da lì in pattuglia e poi al livello nazionale per poi fare ritorno. Non sempre è facile capire il senso, trovare il senso...ma se guardiamo indietro ci accorgiamo che ciò che la branca propone ogni anno non è qualcosa di estemporaneo o il frutto delirante degli incaricati, ma è un tentativo di risposta a esigenze che si sono palesate a cui con le nostre parole, le nostre proposte, i nostri eventi cerchiamo di dare delle risposte. Speriamo che anche quest’anno noi incaricati e la pattuglia siamo stati in grado di fare ciò.
Le modifiche al regolamento metodologico sono diventate per la pattuglia, e in generale per la branca a vari livelli, l’occasione per rielaborare le tematiche educative, metodologiche per solidificare l’intenzionalità educativa di noi capi. La modifica al sentiero ha evidenziato come sogni e sentiero sono strettamente connessi uno all’altro e questi “legami” sono stati al centro del lavoro nostro e del convegno capi fatto a Vara. Come ogni modifica anche questa si inserisce nel solco di lavori che già stavamo facendo, come regione e a livello nazionale, e ha permesso di focalizzare l’attenzione su quegli strumenti assolutamente noti, ma che forse non sempre vengono utilizzati al meglio. Con quest’ottica ed intenzione ci siamo buttati come pattuglia nel preparare il convegno. Gli strumenti che maggiormente sono stati sviscerati, alla luce delle modifiche, oltre che il sentiero, sono stati le imprese e il brevetto di competenza. Le modifiche al sentiero hanno aperto molte possibilità di lavori e riflessioni che come branca vogliamo cogliere per migliorare la nostra proposta verso i ragazzi. Anche quest’anno abbiamo voluto coinvolgere i formatori EG e l’occasione è stata il convegno, crediamo che questa continua collaborazione sia la strada vincente per la branca perché è sempre
Per noi è stato un anno positivo, all’insegna dei cambiamenti e del passaggio da un progetto regionale ad un altro con un programma aperto che tenesse conto di entrambi. Gli obiettivi erano consolidare ciò che l’anno scorso abbiamo fatto, in particolare il con.ca come “officina di sogni” e concentrarci sull’aspetto più “concreto” dei sogni: ovvero come gli strumenti del metodo diventano facilitatori dei sogni nostri e dei ragazzi e di ciò che si fa nei reparti. 20
Speciale Assemblea un’esperienza arricchente sia per gli iabz che per i formatori stessi.
Il lavoro del pattuglino eventi è stato quanto mai prezioso e fondamentale, senza il lavoro di questi capi molti eventi, noi azzardiamo a dire gli eventi stessi della branca, non potrebbero esistere! Un grazie sincero a Letizia, Chiara, Daniele, Davide, Fabio, Michele, Edoardo, Davide.
Le indicazioni dei capi arrivate dall’evento di febbraio 2014 sono diventati i punti del programma nella prima parte dell’anno e hanno permesso la costruzione degli incontri che come incaricati facciamo in tutte le zone.Venire in ogni zona è importante per noi perché è l’occasione per conoscere e confrontarci con tutti i capi della regione oltre che un modo concreto per rispondere alle esigenze di ognuno.
parlando di sogni, di sentiero e di concretezza...gli eventi sono la risposta! ...possiamo considerarli il luogo più concreto dove i sogni si realizzano! Campetti di specialità I campi di specialità hanno visto la realizzazione di 27 campetti con la partecipazione di 623 EG. Sono sicuramente uno degli eventi più importanti visto che la partecipazione dei ragazzi e dei capi che si coinvolgono aumentano ogni anno. La speranza è che questo evento possa avere una ricaduta nei reparti sempre maggiore, che ogni EG possa vedere come lui e le sue capacità hanno un valore e diventano una risorsa per tutti. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i capi che hanno reso possibile e significativo questo evento per ogni ragazzo che vi ha partecipato.
Il filo invisibile che da senso e lega tutto ciò che abbiamo cercato di fare quest’anno parla anche di Dreemland che ha coinvolto non solo la nostra regione ma tutta Italia. Questo gioco per le squadriglie era una risposta al bisogno di sogni dei ragazzi, è stato un prezioso osservatorio per il sentiero e per valutare lo “stato di salute” dell’autonomia delle squadriglie e dello strumento impresa. Per la nostra regione è stato un volano per lavorare sulle specialità di squadriglia, ma i numeri di squadriglie che hanno portato a termine il gioco è di 16 in totale per tutta la regione.
21
Speciale Assemblea
Campi di competenza Giugno: 5 campi 89 ragazzi Settembre: 4 campi 29 ragazzi Anche quest’anno con un grande impegno e sforzo siamo riusciti a garantire le due proposte di giugno e settembre. Questo evento è un momento importantissimo nel sentiero di ogni EG che ci auguriamo sia opportunamente valorizzato nei reparti e che porti anche alla conquista del brevetto perché significherebbe che l’esperienza vissuta è stata progettata nella progressione personale. Quest’anno siamo riusciti ad aumentare il numero dei campi e delle competenze a giugno, vorremmo continuare su questa strada. Chiediamo il vostro aiuto per costruire staff sempre più numerose, capaci di rinnovamento e trapasso nozioni e anche per aumentare l’offerta con sempre più competenze da proporre ai ragazzi. Dopo tre anni in cui sperimentiamo la doppia proposta di campi possiamo trarre delle conclusioni: se a giugno c’è un numero sempre maggiore di ragazzi presenti a settembre il numero è sempre al limite tanto da annullare i campi, come l’anno scorso, o unirli, come quest’anno. Quindi possiamo dire con serenità che dal prossimo anno la data di settembre non sarà più presente perché ci sono troppe risorse a fronte delle troppo poche risposte degli EG presenti. Ringraziamo tutti i capi che da anni si spendono per realizzare i campi che sono un’occasione unica per gli EG e un evento significativo per il loro sentiero! Un grazie anche a chi per il primo anno si è buttato in questa avventura.
Guidoncini verdi 59 squadriglie 243 ragazzi 28 capi Possiamo dire con orgoglio che questo è l’evento su cui abbiamo puntato maggiormente in questi anni, e su cui punteremo ancora nel futuro, perché è la realizzazione più concreta che i sogni esistono e diventano realtà! Con i i guidoncini verdi il sentiero di ogni ragazzo “parla” ed è protagonista, la squadriglia e la sua autonomia si realizzano. Quest’anno è raddoppiato nei numeri e migliorato nei contenuti segno che stiamo andando nella direzione giusta.Vedere e sentire l’emozione dei ragazzi mentre raccontano i loro sogni realizzati, vedere capi che sono stati capaci di dare loro il giusto spazio per realizzare questi sogni è il senso del nostro servizio ed è la scommessa su cui, come regione e come branca, vogliamo puntare. Ringraziamo anche chi, quest’anno, ha colto il nostro invito a partecipare anche se non aveva concluso il percorso per la conquista del guidoncino perché semplicemente nell’essere presenti hanno vissuto il fermento delle idee e crediamo siano stati contagiati dal grande entusiasmo. Ci auguriamo che la modifica del sentiero con la sua novità porti ad incrementare ancora la partecipazione delle squadriglie ai guidoncini verdi perchè è la risposta al “come si passa dal sogno ad un progetto significativo e realizzato?” BUON SENTIERO BARBARA E GIACOMO Prossimi appuntamenti Marzo/aprile 2016: campetti di specialità. 18-19 giugno: guidoncini verdi 19-24 giugno: campi di competenza
22
Speciale Assemblea
A cura di Alessandro Denicolai e Michela Mazzoccoli, Incaricati Branca RS Regione Liguria
Relazione branca RS 2014 - 2015 L’evento Route Nazionale si è concluso il 10 agosto 2014, ma il percorso sviluppatosi in quell’occasione, in particolare con la stesura della Carta del Coraggio, è proseguito. E proprio uno dei principali obiettivi della branca a tutti i livelli è stato quello di aiutare i rover e le scolte a rendere davvero concreto quanto scritto in quel documento. Per questo, durante l’assemblea è stata presentata la Carta del Coraggio a tutti i capi. La presentazione è stata curata dagli “Alfieri” che a San Rossore avevano materialmente partecipato alla stesura di questo documento. Come Incaricati alla Branca, li avevamo incontrati precedentemente per condividere l’esperienza che avevano vissuto a San Rossore e per preparare quel momento di presentazione. Alcuni di loro hanno anche colto l’opportunità di partecipare ad un incontro alla Camera con la Presidente Laura Boldrini che li aveva invitati durante la sua visita a San Rossore.
È stata davvero una bella occasione di confronto e di sperimentazione di democrazia, i ragazzi hanno dimostrato voglia di partecipare e di dire la loro sui temi che più sentivano vicini. Durante l’assemblea regionale, con coraggio e passione, hanno presentato le proposte a tutti i capi. Tali proposte sono state espresse in forma di mozioni presentate dal comitato regionale e sottoposte al voto per andare ad integrare il progetto regionale. Sebbene la novità di questo tipo di esperienze susciti ancora opinioni variegate e talvolta contrastanti (come le discussioni e le votazioni delle mozioni in merito ai percorsi della branca hanno evidenziato), tutte le mozioni con i contenuti portati dai ragazzi sono state approvate. Riteniamo importante che i nuovi percorsi che si stanno sviluppando trovino il coinvolgimento consapevole di tutti i capi liguri, in particolare quelli di banca RS: il nostro impegno sarà quello di lavorare ancora di più per ricercare il confronto e la condivisione. Ci piace osservare che nelle occasioni che ci sono state, i ragazzi si sono sempre dimostrati desiderosi di esserci, di dire la propria, di essere ascoltati: prova ne è la lettera aperta scritta ai capi durante l’assemblea. Crediamo che queste opportunità possano affiancare, senza sostituirle, le occasioni di protagonismo che i rover e le scolte sono chiamati a vivere nelle loro comunità. In linea con questo approccio è stata la partecipazione di una rappresentanza di rover e scolte al Consiglio Generale (un RS per zona) al fine di verificare la Route Nazionale con i veri protagonisti di quell’evento. Con i rappresentanti liguri abbiamo fatto un momento di formazione in cui, con l’aiuto del consigliere Daniele Paccini, abbiamo provato a spiegare cos’è il Consiglio Generale e il senso della loro presenza a Bracciano. Le mozioni più significative per la branca RS approvate al CG sono state la richiesta che la Carta del Coraggio diventi un documento istruttorio del prossimo progetto nazionale e l’ indicazione
In occasione dell’ assemblea regionale, insieme al comitato, si è voluto cogliere l’occasione dell’elaborazione del progetto regionale per proporre ai ragazzi un’ esperienza di partecipazione reale alla vita associativa. L’idea è stata quella di coinvolgere direttamente gli RS chiedendo loro quello che avrebbero voluto che l’associazione a livello regionale li aiutasse a fare/ sviluppare/organizzare nel prossimo futuro. Il percorso è iniziato nelle Comunità RS dove i ragazzi hanno individuato delle proposte da discutere nelle proprie zone. In seguito due rappresentanti per ogni Comunità hanno lavorato a livello di zona per scegliere, fra le proposte pervenute dai diversi gruppi, quelle da presentare a livello regionale. A Quiliano, parallelamente al convegno capi che lavorava al progetto regionale, i rappresentanti delle Comunità RS si sono confrontati a gruppi sulle idee emerse per elaborare le istanze da presentare all’ assemblea regionale dei capi liguri. 23
Speciale Assemblea a lavorare per individuare luoghi di confronto e partecipazione per gli RS in Zona e/o in Regione quali occasioni di lettura delle istanze del territorio con eventuale funzione consultiva. (vedi Atti CG 2015).
Le Botteghe hanno visto l’apertura di 10 eventi e la partecipazione di circa 160 rover e scolte. Rispetto all’anno scorso sono partite quasi tutte quelle organizzate (10 su 11), ma anche in questo caso l’offerta non è molto ampia.Vorremmo che le Botteghe fossero ancor più eventi di qualità, da un lato facendo sì che le staff coinvolte siano ben consapevoli di realizzare un evento regionale e dall’ altro cercando di inserire nuovi eventi anche su tematiche richieste dagli RS e che al momento attuale non sono affrontate.
Altro aspetto su cui c’è ancora strada da fare, come emerso anche dal percorso verso la Route Nazionale riguarda la formazione metodologica in branca RS: abbiamo iniziato un cammino che continuerà l’anno prossimo partendo da un momento di confronto tra la pattuglia regionale ed i formatori liguri.
Per concludere, un occhio a quanto si muove a livello nazionale: i temi principali sono la riscrittura del manuale di branca, gli EPPPI e le nuove forme di partecipazione degli RS....di fatto gli stessi temi che sono al centro delle nostre attenzioni in regione: contiamo di sfruttare al massimo questa sintonia di percorsi insieme agli IABZ, con i quali stiamo progettando il cammino della pattuglia nel prossimo anno.
Ultimo argomento, ma non per importanza... gli EPPPI (ROSS e Botteghe)....altro tema su cui vorremmo dedicare parte delle nostre forze nel prossimo anno. Quest’anno la Liguria ha offerto due ROSS per un totale di circa 60 RS e 12 capi coinvolti. Sappiamo che la richiesta di partecipazione è alta e vorremmo ancora ampliare l’offerta: per questo siamo alla ricerca di nuovi capi da inserire in staff consolidate per iniziare un percorso insieme.
Speciale Assemblea A cura di Francesco Massa e Irene Rapallo, Incaricati PC Regione Liguria
Relazione di fine anno 2014 - 2015 Pattuglia PC Liguria Diversamente dal passato, la Pattuglia Regionale PC durante l’anno appena concluso, è stata composta da un numero limitato di capi che, impegnati anche in altri servizi associativi, hanno avuto maggiori difficoltà a seguire con continuità le attività del Settore. Nonostante questo, abbiamo portato avanti progetti avviati precedentemente, a livello regionale e nazionale. In particolare, a livello regionale, abbiamo condotto una breve indagine per capire con quali modalità organizzare i corsi formativi di
Primo Soccorso rivolti ai capi, uno degli obiettivi di Pattuglia dell’ultimo biennio, individuato su suggerimento di due medici membri del Settore. Secondo le preferenze espresse da chi ha partecipato al questionario, somministrato durante l’Assemblea Regionale dello scorso Marzo e per via telematica, la modalità preferita sarebbe un incontro rivolto alle singole Co.Ca. di una giornata o, come seconda preferenza, un corso durante le riunioni di zona di branca. Cogliamo l’occasione per invitarvi, nel caso
24
Speciale Assemblea siate interessati, a contattare la Pattuglia con l’inizio del nuovo anno per chiedere maggiori informazioni.
Inoltre, un membro della nostra pattuglia, Lorenzo Cabona del gruppo di Tigullio 1, ha partecipato ad uno stage formativo rivolto a capi per la promozione della sicurezza in attività, organizzata a Lodi dalla Pattuglia Regionale PC Lombardia.
Prosegue inoltre, in collaborazione con la pattuglia nazionale PC e con tutti gli altri Incaricati Regionali la definizione delle nuove modalità per la formazione dei capi che intendono partecipare attivamente alle eventuali emergenze territoriali e nazionali. Infatti, secondo il recente Decreto 81, è necessario aver partecipato ad un corso di formazione, omogeneo per durata e contenuti in tutte le regioni, per poter avere un ruolo attivo e riconosciuto istituzionalmente durante le emergenze. A tenere questi corsi di formazione su specifica richiesta delle singole zone (come da Protocollo Operativo AGESCI) saranno capi che, a loro volta, hanno partecipato ad un corso di formazione per formatori (a Roma), con esito positivo. Ad oggi la Liguria dispone di tre capi formati in merito: Giorgio Costa, Elena Feltrin e Marcello Neri che, si occuperanno di organizzare e gestire tali corsi di formazione, in collaborazione con la Pattuglia Regionale PC. La prima edizione, avrà luogo il giorno prima della prossima Assemblea Regionale (28 Novembre) e sarà aperta anche ai soci RS maggiorenni nell’anno. A breve apriremo le pre-iscrizione e cogliamo l’occasione per chiedervi di farlo fin da subito.
Per quanto riguarda il servizio della pattuglia rivolto alle branche LC ed EG, quest’anno siamo riusciti ad intervenire solamente all’evento EG “Guidoncini Verdi”, che ha avuto luogo presso la Base regionale “Il Rostiolo”. Gli ormai consueti appuntamenti ai Campetti di Specialità e alle botteghe RS, purtroppo, sono stati invece cancellati, a causa della mancata disponibilità di capi (Campetti EG) o di partecipanti (Botteghe RS). Al termine del nostro mandato di Incaricati Regionali, ci auguriamo che la Pattuglia possa ricominciare ad attirare nuovi capi che portino avanti i lavori intrapresi in questi anni oltre che a nuove esperienze ed idee. Noi conserviamo di certo un felice e positivo ricordo degli anni trascorsi in Pattuglia malgrado le diverse alluvioni occorse e gestite: speriamo di averlo fatto al meglio. Speriamo inoltre di aver svolto un servizio il più possibile utile e qualitativamente valido, contraddistinto soprattutto dall’entusiasmo, dal sorriso e da una particolare sensibilità che dovrebbe connotare ogni nostra azione, specialmente quando ci si confronta con la sofferenza ed il disagio degli altri. Certamente, non avremmo potuto realizzare nessuna nostra impresa senza l’aiuto degli altri componenti della Pattuglia che, negli anni, ci hanno aiutati e supportati, diventando preziosi compagni di viaggio, oltre che collaboratori.
A questo proposito, teniamo a ricordare a tutti che, secondo il nuovo Articolo 32 del Regolamento, la formazione di cui sopra è a carico delle zone, in collaborazione con il nostro Settore e che solo chi sarà in regola con tale formazione potrà prendere parte agli interventi AGESCI di Protezione Civile. Sempre sul fronte della formazione, rispetto ai temi legati alla prevenzione ed all’intervento in emergenza, vogliamo ricordare la positiva esperienza con il Clan del Savona 8 che, durante lo scorso inverno ci ha invitato per una serata di formazione, insieme ad altre Associazioni di volontariato di PC e l’intervento fatto ad inizio anno in Zona Val Polcevera (Incontro di branca LC).
A loro prima di tutto, e a tutte le persone che hanno accompagnato a diversi livelli questa avventura, va il nostro più sentito GRAZIE! Buona strada a tutti voi, fraternamente, Irene e Francesco.
25
Speciale Assemblea A cura di Martina Isoleri e Mauro Pozzi, Incaricati FB Regione Liguria
Foulard Bianchi Liguria: tempo di bilanci per guardare insieme al futuro
Relazione anno 2014/2015 Terminato un anno ricco e intenso per i Foulard Bianchi, è tempo di bilanci. È stato un anno sicuramente segnato dalla mancanza di Don Rinaldo, mancato nell’aprile del 2014. Dopo un momento di difficoltà, siamo comunque riusciti a iniziare al meglio, con una assemblea, quella dello scorso anno, molto partecipata, nella quale sono stata eletta come Incaricata regionale insieme a Mauro Pozzi. L’assemblea si è svolta alla Madonna della Guardia e ha visto la partecipazione di quasi tutti i membri della comunità (una quarantina circa). Una spinta forte è arrivata dall’esperienza della route nazionale, a cui diversi Foulard Bianchi della Liguria hanno proposto il loro servizio, anche attraverso due laboratori per i ragazzi. Durante l’anno i nostri incontri si sono tenuti soprattutto a Manesseno (nella parrocchia di Don Giorgio, il nostro assistente) e ad Albenga, in modo da venire incontro alle esigenze dei membri di comunità. Il tema della catechesi delle nostre riunione “mistico&mastico” è stato quello proposto dal Santuario, la gioia della missione. Insieme alle serate di catechesi, abbiamo organizzato altri momenti significativi fra cui la partecipazione di alcuni membri della Comunità al pellegrinaggio a Torino in occasione dell’esposizione della Sindone, l’uscita di comunità ad Avegno, presso la parrocchia di Don Danilo delle Piane; l’accoglienza della Luce di Betlemme e la veglia di Pasqua organizzata e preparata insieme a Don Stelio. Purtroppo la fucina, programmata per aprile presso le Clarisse di Voltri, è stata rimandata per le poche adesioni “esterne” alla nostra Comunità. Un discorso a parte merita la bottega “Giochi di dis-abilità”, a cui quest’anno hanno partecipato 15 ragazzi tra clan e noviziato e che si è svolta, come da un po’ di anni a questa parte, fra Pietra Ligure e Andora. Siamo molto soddisfatti per come si è svolta la bottega, soddisfazione confermata anche dalla verifica dei ragazzi. Accanto a momenti di gioia e di festa, la nostra Comunità ha trascorso anche
momenti difficili, soprattutto quando a giugno è mancata all’improvviso Laura, una pezzo importante della Comunità, capace di essere presente sempre e “in punta di piedi”. A partire da febbraio una certa preoccupazione è emersa dalla possibile riforma due settori, ed è per questo che spenderò due parole. È stato un anno sicuramente particolare e talvolta difficile per la nostra comunità regionale ma anche nazionale.. A partire dal primo incontro a Roma fino ad arrivare a quello di giugno a Bosco Albergati, la nostra comunità si è interrogata su quanto sta accadendo. Soprattutto insieme alla pattuglia abbiamo lavorato affinché questi cambiamenti non fossero occasione di divisioni, ma di riflessione per l’intera comunità, riflessione che sicuramente continuerà anche il prossimo anno. Sulla vicenda settori infatti si sta ancora lavorando, e dunque non è possibile fare un bilancio finale. Ma è già possibile notare come positivo il dialogo avvenuto fra incaricati foulard bianchi e ICM su questo argomento. Il nostro intento come Comunità Ligure è quello sicuramente di continuare con l’Agesci, sulle linea di quanto fatto insieme in questi anni, cercando sempre di puntare sulle relazioni e sulla chiarezza, affidandoci con umiltà a Maria.
26
Visti da fuori A cura di Pietro Barabino
Devi lottare come se dovessi ottenere tutto e subito, consapevole che per alcune cose ci vorranno generazioni. Per fare un milione di miglia si comincia con il primo passo. Le utopie del passato sono le realtà di oggi. Le utopie di oggi saranno la realtà del futuro.
Visti da fuori [Dal 2009 interviste a persone significative per allargare gli orizzonti, fornire spunti di riflessione, metterci in discussione.] Intervista a Renato Accorinti, Sindaco di Messina, già insegnante e attivista per l’ambiente e contro le mafie. Renato Accorinti nasce nel marzo 1954 a Messina, per 40 anni professore di educazione fisica, prende parte negli anni a diverse iniziative contro le mafie, per i diritti civili, per la promozione della pace e la difesa dell’ambiente. Nel 2013 viene candidato a Sindaco dalla lista civica “Cambiamo Messina dal Basso” e vince le elezioni contro ogni pronostico. Abbiamo realizzato l’intervista su richiesta del Settore Pace Nonviolenza e Solidarietà Agesci in occasione del laboratorio nazionale per capi “Dentro o fuori? - Scautismo in aree a rischio e inclusione sociale” organizzato nel 2014 a Reggio Calabria dall’area metodo (link video goo.gl/mwC0Tw e goo.gl/Od0RCL).
Mi ricordo un’impostazione un po’ severa e rigida, ma erano altri tempi, oggi è molto diverso. Prima era difficile condividere con i gruppi scout l’impegno sul territorio, molti gruppi rifiutavano di interessarsi ai problemi della collettività. Oggi vedo percorsi educativi ben fatti che aiutano i ragazzi a prendere coscienza. Ho collaborato spesso con diversi gruppi scout impegnati sul territorio. Conosco e apprezzo molto il metodo, ho una grande simpatia per quello che fate. In alcuni gruppi ho notato ancora alcuni toni rigidi, occhio, a volte anche un tono sbagliato può ferire mortalmente una persona. Ho rapporti molto buoni con diversi capi siciliani, ero stato invitato a tenere una tavola rotonda alla Route Nazionale ma purtroppo non ho potuto esserci, ma ci sono state e ci saranno altre occasioni [Accorinti è tra gli ospiti del Forum regionale RS che si terrà nel 2016 in Sicilia].
In oltre quarant’anni di impegno educativo e sociale che impressione ti sei fatto degli scout? Da piccolo frequentavo gli spazi parocchiali, c’era anche un gruppo scout, li conoscevo bene. 27
Visti da fuori Qual’è per te il segreto per incentivare all’impegno dei giovani senza indottrinare né strumentalizzare? Come insegnante il pericolo che percepivo di poter essere invasivo nella vita dei ragazzi per me era una delle cose più allarmanti. I ragazzi si entusiasmavano e volevano fare le cose che facevo io, ma gli dicevo sempre: “Tu devi fare le cose solo dopo che hai filtrato con la tua mente e la tua coscienza. Se mi verrai dietro come una pecora, io non avrò stima di te. Se riuscirai a pensare, a dimostrare spirito critico, e arriverai a una conclusione anche opposta alla mia, ti stringerò la mano”. Non è importante se i ragazzi arrivano a conclusioni diverse dalle nostre, lo spirito critico dev’essere al centro di qualsiasi sistema educativo. Non si può pensare di avere una verità da ‘trasferirÈ ad altri che la recepiscano acriticamente. Ognuno deve arrivare alla proprie conclusioni con i suoi mezzi, e dare per quello che può. Questa è l’arte dell’educatore: incentivare la ricerca di ognuno. Non a caso quando chiedevano a Gesualdo Bufalino come sconfiggere la mafia lui rispondeva: “Con tantissimi bravi maestri elementari”. Lasciare le persone nell’ignoranza conviene perché così si possono comandare. Le persone che hanno cultura non le puoi comandare, le devi governare, che è un concetto diverso. Solo comunità di individui autonomi possono partecipare con protagonismo al cambiamento della società.
Quali ti sembrano i punti di forza e quali i punti deboli della nostra proposta? L’attenzione all’ambiente. La filosofia di vita che vi avvicina alla natura e agli animali vi rende persone attente a una formazione equilibrata e armonica, questo vi porta a crescere molto liberi. Non dovete però avere paura di schierarvi. Schierarsi significa essere sereni, propositivi e critici. La persona critica non è il “criticone” che si lamenta di tutto, ma chi sa essere propositivo. Non schierarsi significa essere conniventi. Martin Luther King diceva: “Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti”. È il silenzio degli onesti che ha creato il disastro. Al funerale di Peppino Impastato un cartello diceva: “La mafia uccide, il silenzio pure”. Educare alla nonviolenza non vuol dire solo rifiutare l’uso della forza fisica, ma essere capaci di gestire i conflitti e attivi nel correggere un governo quando si ritiene giusto farlo. Di scuse per non schierarsi se ne sentono molte, ma come si può, dopo aver sensibilizzato i ragazzi sull’importanza del rispetto dell’ambiente, o sull’importanza della raccolta differenziata, stare in silenzio se i governi vanno contro tutto questo? Cos’è per te l’impegno per il bene comune? Mi scialo a fare il Sindaco, a lavorare per il bene comune, ma non avevo intenzione di entrare nelle stanze del potere. Impegnarsi da cittadino è meraviglioso e può essere anche più incisivo. Questa volta la sfida mi ha appassionato e mi sono buttato. In una città totalmente controllata dalle mafie, dalla corruzione e dalla massoneria, non ho mai pensato di entrare nelle istituzioni, ma penso il problema non sia l’istituzione, ma l’uso che se ne fa. Siamo tutti cittadini, tutti indispensabili, nessuno escluso. Anche la persona più ridotta male, nazi-fascista nel cervello, può cambiare e contribuire al bene comune. Pensa a Francesco d’Assisi e a Milarepa, il Francesco tibetano. Milarepa era un assassino, Francesco un poco di buono vanitoso. Sono diventati dei giganti della spiritualità. Può aprire bocca per chiedere qualcosa solo uno che prima fa qualcosa. L’impegno per il bene comune produce energia e da gioia, è quello di un genitore per un figlio, non si può dire non sia faticoso, ma restituisce in cambio una gioia immensa. Se immetti energia pulita in questo mondo, ottieni risultati miracolosi, se inizi a pensare in modo pulito e fai le cose per bene, tutte le porte si aprono. I partiti servono, ma spesso diventano centri di potere e luoghi di smistamento di privilegi, è mortificante vedere la politica concepita come spartizione del potere.
Quanto conta per te la dimensione spirituale? La dimensione spirituale è fondamentale, ci insegna a guardare il mondo e gli altri con benevolenza e compassione. La spiritualità per me è la ricerca del sè. In questa ricerca è fondamentale trovare momenti di silenzio, un valore straordinario che in questa società è andato perso. Nella società del traffico, del rumore, dell’improvvisazione e della superficialità, è difficile trovare noi stessi. Se provi a stare in silenzio, scendi come un sub sottacqua e riesci a entrare nel mare della tua anima. Dopo questi momenti di ‘deserto’, anche i ragazzini scrivono delle cose che sono sono affascinanti, perché non sono proporzionate alla cultura di chi le scrive. Negli anni hai insegnato spesso in quartieri difficili, quali sono per te le “esche educative” più efficaci in questi contesti, che da Patto Associativo gli scout dovrebbero privilegiare? Bisogna intervenire con delicatezza infinita, perché prima di tutto bisogna farsi accettare. Guadagnare autorevolezza è una conquista. I ragazzi ti devono 28
Visti da fuori cambiamento. Ci sono segnali incoraggianti, basti vedere il discorso ecologista e ambientalista. Cinquant’anni fa chi osava criticare lo “sviluppo” e portare avanti posizioni in difesa dell’ambiente era visto come un matto. Oggi quelle battaglie minoritarie sono diventate normative e leggi internazionali. Siamo molto lontani da una società giusta e sostenibile, però guardate quante persone si impegnano per un mondo diverso e sostenibile. Il cambiamento culturale e spirituale non può avvenire in un attimo, ci vuole tempo. Ma allora, noi vedremo il cambiamento? Intanto, nel momento in cui vivi secondo dinamiche differenti, hai già realizzato il cambiamento intorno a te, e stai facendo la tua parte. Alcune lotte daranno un risultato immediato, di altre magari non vedrai il frutto perché sarà anche tra secoli. Ma per fare un milione di miglia si comincia con il primo passo. Questo dà un senso al tuo fare, anche se non vedrai il risultato del tuo impegno. Le utopie del passato sono la realtà di oggi, le utopie di oggi saranno la realtà del futuro. Solo gli stupidi pensano di volere tutto e subito. Devi lottare come se dovessi ottenere tutto e subito, con quella energia, consapevole che per alcune cose ci vorranno generazioni. Ma se qualcuno arriverà, è frutto di un cammino cominciato già da ieri, al quale oggi dai il tuo contributo. Dobbiamo essere concreti come dei sognatori, come diceva Gaber. Chi ha lottato contro il fascismo come poteva immaginare di poter ottenere quella Costituzione meravigliosa che dà garanzie e diritti ai cittadini? Per scrivere quella Costituzione persone con orientamenti politici diversi si sono messe intorno a un tavolo. Pensa che valori immensi hanno lasciato alle future generazioni. Sono stati stupidi? No, io mi inchino ogni giorno a gente che mi ha permesso di avere oggi dei diritti costituzionali straordinari. Allora perché noi dovremmo mollare? Non abbiamo neanche il diritto di fermarci un attimo nel nostro percorso: buona strada!
voler bene, e per conquistare l’affetto dei ragazzi ci devi mettere tutta l’anima. Solo così si può fare strada insieme. Con i ragazzi problematici è più difficile, ma se li conquisti scopri che hanno una grinta e un entusiasmo alla vita favoloso. Devi toccare l’anima dei ragazzi, dare una botta di defibillazione alle loro coscienze. Se non riesci a fare questo percorso hai fallito. Per farlo devi essere credibile: se sei vero, riesci a superare quel muro di diffidenza che spesso i ragazzi innalzano. Contano l’esempio e la proposta di percorsi che siano credibili. L’energia positiva di amorevolezza e compassione deve superare quela durezza che spesso crea una vita difficile. Bisogna avere molta pazienza, non c’è una “buona strada”, ce ne sono molte e ognuno deve trovare la sua. Coltivare la propria spiritualità aiuta anche a resistere nell’impegno? Aiuta a discernere e prendere una direzione. Non deve fare paura la distanza dal traguardo. Se vedi la meta, anche distante, puoi iniziare a camminare e avvicinarti. Sulla strada dell’impegno si crea anche un’energia rinnovabile e pulita che viene dall’anima e dà una motivazione altissima. Nella frenesia di tutti i giorni come ritagliarsi spazio per ‘ricaricarsi’? Ti ricarichi nel momento in cui fai le cose, può sembrare strano ma è così. È una gioia infinita mettersi al servizio degli altri, dà una carica che non finisce mai. La vita è nell’attimo presente. Parliamo troppo di passato e di futuro, mentre l’attimo presente siamo molto distratti. Bisogna mantenere sempre una grande consapevolezza e presenza mentale.Vivere ogni momento come se fosse l’ultimo e tutto. Se invece vivi qua e pensi ad altro, tu non sei ne qui ne lì, e allora perdi sempre quel senso del miracoloso che ha la vita. Bisogna imparare a gustare ogni attimo, altrimenti passa tutto e non hai neanche un ricordo. In un contesto mondiale che riduce sempre più la possibilità di intervento della politica, vedi motivi di speranza? Tutto è governato dalla finanza, è chiaro. Ma come diceva Brecht, l’uomo ha un difetto: può pensare. Lo diceva ai militari per invitare alla diserzione, ma vale anche qui. Qualunque cambiamento esterno è preceduto da un cambiamento del pensiero. È come l’annuncio del Regno, anch’io credo che tutto possa cambiare, e investo la mia vita in questo
Parti dell’intervista video al link youtu.be/mMLLd8TuJT4
29
Zoom Liguria
A cura del Clan Isola del Sole - Gioiosa Albenga 1°
Un giorno al campo migranti di Ventimiglia Il racconto di un’esperienza di servizio “al confine”
In occasione della Route di avvicinamento al campo di gruppo per il Centenario, la nostra Comunità RS ha deciso di confrontarsi su tre diversi argomenti di attualità: le dipendenze, l’omosessualità e l’immigrazione. A tal fine la Comunità si è divisa in tre pattuglini, uno per argomento: ogni pattuglino, prima della partenza, ha dovuto approfondirlo sotto i profili socio-antropologico, etico-morale e politico, sia mediante letture e ricerche, sia mediante esperienze ed incontri, per poi, durante la Route, condividere il tutto con l’intera Comunità. In questo contesto i capi hanno proposto al pattuglino immigrazione di vivere l’esperienza di visitare il campo migranti provvisorio allestito dalla Croce Rossa Italiana presso la stazione di Ventimiglia, mettendoci al servizio degli immigrati, per toccare con mano la situazione offrendo loro sorrisi ed il nostro tempo, in modo tale da farli sentire persone e non solo cifre. Così lo scorso 28 luglio i membri del pattuglino, accompagnati dalla staff, presi accordi con l’Incaricato PC della Zona Intemelia, si sono prima incontrati con Mons. Suetta,Vescovo della città e con il capo incaricato dalla Zona di coordinare gli interventi Scout presso il campo. Quest’ultimo -essendo poliziotto- ci ha fornito informazioni sulla situazione della microcriminalità connessa alla presenza dei migranti; quindi ci ha accompagnato al campo dove siamo stati divisi in due gruppi: uno si è occupato della pulizia dell’area, l’altro della mensa. Durante la cena alcuni si occupavano di raccogliere i vassoi dai tavoli e pulirli, un altro di sedersi accanto a loro, ascoltarne le storie e le sensazioni: questi ragazzi parlavano come meglio potevano, alcuni in
inglese, altri in francese, altri ancora a gesti o con lo sguardo.Terminato il servizio, abbiamo cenato con i volontari CRI, i quali hanno condiviso con noi alcune loro esperienze. Infine abbiamo pulito la cucina ed il refettorio. Siamo stati tutti molto colpiti da questa esperienza: ad alcuni è rimasto impresso lo sguardo di queste persone, nei cui occhi si potevano leggere la sofferenza del viaggio, che un ragazzo parlando con loro ha descritto ‘’impossibile’’, la gioia di essere al sicuro e la richiesta di aiuto; ad altri la loro dignità e voglia di integrarsi, che supera le difficoltà di comunicazione; abbiamo imparato anche dal rispetto da parte dei volontari delle loro tradizioni, delle quali abbiamo scoperto alcuni tratti, come l’essere molto rispettosi nei confronti delle donne, fatte passare davanti a tutti gli uomini in fila, durante la distribuzione della cena. Questo fenomeno migratorio è un vero e proprio disastro storico, dovuto alla crescita degli egoismi globali. Bisognerebbe affrontare questo evento con più umanità e combattere i pregiudizi negativi di molte persone, senza tuttavia essere troppo buonisti, vivendo queste realtà in prima persona. Ci siamo resi conto che ci vuole molto coraggio e molta disperazione per correre dei rischi così grandi come attraversare l’Africa a piedi ed il Mediterraneo su un relitto senza sapere quale potrà essere il futuro, avendo solo il sogno e la speranza di una vita migliore. Abbiamo condiviso con gli immigrati, anche se per poco tempo, il loro dolore, che li ha portati a rischiare così la vita, ma anche la loro gratitudine nei confronti nostri e di quanti li stanno accogliendo e speranza di poter realizzare i loro sogni di libertà.
30
Scout chi legge! A cura di Ippogrifo Attento
Quel fenomeno di BP L’essenzialità è tutto. Per questo ho deciso di rinunciare a tutto. Nota di redazione: abbiamo recentemente ricevuto copia di un cerimoniale di ingresso in Co.Ca. a quanto ci risulta utilizzato dal 102% dei gruppi. Lo pubblichiamo qui in memoria del 2% fantasma, dopo averlo epurato dai contenuti di rilevanza penale.
31
Scout chi legge! DICEMBRE 2015 - INGRESSO IN CO.CA. DI ALFONZO (Ogni Co.Ca. si adegua alla direttiva nazionale votata nel Consiglio Nazionale AGESCI del 30 febbraio 1969, adottando l’antico cerimoniale d’ingresso WOSM)
†Cerimoniale ufficiale † (l’entrante legge ad a alta voce)
DAL RESOCONTO DEL DISCORSO DI BP AL JAMBOREE DEL 1912 AD AMSTERDAM BP, stringendo ancora in mano il tradizionale calumet della pace olandese, si avvia al palco con andatura insolitamente sghemba.
Cari capi, la maggior parte di voi proviene dalla branca Rover, e di questi la maggior parte entra perché non ha testa di pensare ad un’alternativa. Ma quanti sanno ripensarsi come scout una volta che assumono il ruolo di Capo? Come sapete, il metodo è il seme dello scoutismo. Ho dedicato la mia vita a spargere il mio seme in giro per il mondo.. Che questo Jamboree sia occasione per tutti voi ardenti giovani di fare lo stesso. Lo Scoutismo si fa umile vanto di aver aperto molte strade: la fratellanza universale, il contatto con la natura, la coeducazione, il cosiddetto metodo tapioca ed il gesto interrotto. Anche se, a proposito quest’ultimo, vi consiglio di adottare protezioni sempre e comunque. Vedete miei cari scout, c’è qualcosa che ho imparato nella tenda di Brownsea mentre Jon (il cameriere sudafricano ndr) mi serviva il tè delle cinque e quei discoli dei ragazzi rovesciavano i tronchi per cercare cibo, stremati dalla fame: l’essenzialità è tutto. Per questo ho deciso di rinunciare a tutto. Non voglio tediarvi con i miei discorsi da vecchio, anche se sono convinto che darei ancora una sonora battitura alla metà di voi. Ma mi preme dirvi questa cosa, ora che, toccando il ferro della mia baionetta, mi avvicino alla fine dei miei giorni: Il futuro del movimento e dell’Europa siete voi ragazzi miei! Per questo ho deciso di trasferirmi in Kenya e spero di salutare presto questa Terra. Come sapete, infatti, tra pochi mesi mi recherò in Africa per trascorrere la mia vecchiaia in luoghi più caldi per una vecchia baionetta come me... Ancora affilata, certo. Dice rivolgendosi alle girl scouts in prima fila. Molti non vedono la grande possibilità di costruire ed edificare, insita nel servizio. Infatti, in tanti si ostinano a biasimare pubblicamente lo scoutismo, a trovarne punti deboli, vogliono essere voce critica del movimento. Non sia mai! Come sapete, il nostro motto (poi accorciato nel ‘68 durante le agitazioni studentesche) è ESTOTE PARATI, NOBISCUM AUT MORS.
Con noi o morte! E chi non ci sta, si attacca all’alpenstock! Dice, strappando una risata alla platea. Ora c’è soltanto lacrimucce c’è soltanto perdenti nel movimento, ma noi siamo combattenti e combattiamo a viso aperto... I piagnistei vadano in chiesa! Aggiunge dando un bonario mascone al Primate della Chiesa Anglicana che siede a fianco. Il modo migliore di relazionarsi con i ragazzi è Ask the boy! È chiaro: non ho detto ask the girl. Per loro ho inventato infatti un nuovo articolo della Legge. (risale a quel Jamboree l’introduzione di “Sanno obbedire”). Non bisogna mai dimenticare il ruolo delle donne! Infatti Ceethcholla, la mia giovanissima moglie, da quando stiamo insieme ha imparato a cucinare, badare ai lavori di casa, spuntarmi i baffi e massaggiarmi i piedi. Ho avuto una grande intuizione a fingermi il nonno della sua amica quella volta! Sono state la carenza di cambusiere e la sporcizia inumana delle latrine a convincermi ad aprire l’associazione alle donne. Non possiamo fare a meno di voi! Ora devo salutarvi, vi impartisco la mia benedizione, che come ho stabilito raccoglie e supera ogni religione in un unico abbraccio indistinto. Altro mascone al prelato. Conclusione della cerimonia: (tutti si inginocchiano di fronte all’entrante che in quel momento rappresenta BP e ripetono frase per frase ciò che lui dice) − Rivolgiamoci verso Londra - dove riposa Colui che ci ha creati scout - in trepido e fervido raccoglimento. − Chiedo ufficialmente di essere ammesso in questa Co.Ca − Giuro sul mio indefettibile onore - che il mio braccio si leverà a proteggerla da chi o cosa possa minacciarla - ovvero dagli improvvisati gruppi parrocchiali - dal buonsenso - e dalla legge italiana. − Mi prostro e bacio il suolo a simbolo di questo mio giuramento. − Chuga chuga erinni devostoriu, sez enbonnifero (Del nostro meglio in Swaili)
Educare è un’arte A cura di Francesco Bavassano
I nostri aquiloni hanno i fili bloccati? Storia di due ragazze che vogliono spiccare il volo.
LA FAMIGLIA BÉLIER Francia 2014
LA BICICLETTA VERDE Arabia Saudita - Germania 2012
Paula, 16 anni, unica non sordomuta di una rustica famiglia di agricoltori scopre di avere talento per il canto e vorrebbe studiarlo a Parigi. La famiglia però non gradisce.
Wadjda, 11 anni, è una studentessa saudita alle prese con le restrizioni riservate alle donne nel suo paese. Una bicicletta verde sarà il simbolo della sua voglia di libertà.
La famiglia Bélier si colloca nel solco del cinema francese recente, brillante ed irriverente, ma anche aggraziato e attento a temi sociali. Conosciamo questa famiglia di agricoltori, padre, madre e figlio minore sordomuti, più la maggiore Paula, che si divide tra scuola e l’azienda di famiglia, mantenendo i contatti con il mondo dei normoudenti con molte più responsabilità dei coetanei. Grazie ad un professore di musica scopre un talento cristallino per il canto e decide di tentare le audizioni per una scuola della lontana Parigi. Inizia così un difficile processo di accettazione da parte della famiglia, che si vede abbandonata da Paula e non riesce a percepire fino in fondo il talento della ragazza. Un film che scorre bene, con tema curioso e stile moderno ed una comicità irriverente molto frequente (il vitello nero appena nato battezzato “Obama”). Racconta con brio i turbamenti ed il talento di Paula che deve mettere in discussione la sua identità. Il nodo sciolto dal film riguarda proprio l’incomunicabilità (anche reale) con la famiglia, il diventare grandi dovendo mettere in discussione i legami che fino a quel momento vigevano. Da non trascurare anche l’ottima colonna sonora, basata sulla canzone pop francese.
Wadjda vive con distacco le imposizioni culturali riguardo il coprirsi il viso, i comportamenti e le frequentazioni ritenuti peccaminosi per le ragazze. Distacco che a tratti brilla di irriverenza e di coraggiosa ostinazione. Continua a giocare in segreto con la bici dell’amico Abdullah, sognando di acquistare quella verde che tanto desidera, ma che le è vietata dalla cultura vigente con le dure reprimende della direttrice della scuola. Sullo sfondo, una madre con cui condivide la quotidianità, che inzialmente non la capisce. Modello di donna adulta, addolorata dalla scelta del marito di prendere una seconda moglie perché lei non è più fertile. Una simbolica alleanza tra le due donne concluderà il film con un poetico messaggio di speranza.
33
La società saudita è raccontata con realismo e senza critiche troppo esplicite (forse ancora impossibili) ma la femminilità e il desiderio di libertà traspaiono in modo credibile e coinvolgente e viene offerta una visuale di una condizione di vita femminile, normalmente fin troppo facile da discutere, che invita all’approfondimento.
Spiritualità scout a cura di Don Mario Novara, A.E. Zona Genova Centro
Non muri ma ponti Dalla frase di papa Francesco all’udienza dell’AGESCI di Giugno nuove tecniche di costruzioni in dialogo da imparare e trasmettere È innegabile che Papa Francesco stia introducendo un modo fortemente innovativo di comunicare all’interno ed all’esterno della Chiesa e questo può, a mio parere in modo molto salutare, metterci abbastanza in imbarazzo proprio come accadeva per i contemporanei della vita terrena di Gesù, che coglievano l’autorevolezza delle sue parole ma, nello stesso tempo, erano anche in difficoltà nell’accettarne le esigenze. Gli interventi di Francesco vanno a toccare in modo provvidenziale proprio una delle maggiori difficoltà odierne e cioè quella di stabilire tra le persone rapporti autenticamente umani e non superficiali e che è alla base della maggior parte delle problematiche comunitarie. Questo Papa ha un linguaggio semplice e discorsivo che consente in modo immediato un incontro cuore a cuore e così facendo valorizza veramente quello che si chiama, nel linguaggio teologico, il Magistero Ordinario cioè quegli insegnamenti dei Successori degli Apostoli che, anche se non infallibili, accompagnano il concreto cammino della comunità in un certo contesto storico e vanno accolti con
piena apertura della mente e della volontà a Cristo che ci parla attraverso di loro. Se cerchiamo di essere un po’ onesti con noi stessi dobbiamo avere il coraggio di ammettere che la maggior parte dei nostri problemi non riguarda normalmente i caposaldi dogmatici della nostra fede ma la loro concreta attuazione nella vita e quando qualcuno va a toccare questo ambito, se è efficace, finisce inevitabilmente per diventare anche molto scomodo. Anche per quel che riguarda lo scoutismo il Santo Padre né si nasconde dietro paludamenti formali nè fa sconti d’occasione di nessun tipo ma va subito al nocciolo della realtà, mettendo in evidenza sia il valore indiscutibile ed attuale del metodo educativo sia le difficoltà che normalmente esistono nel praticarlo nel contesto ecclesiale. Va detto con chiarezza che, nel discorso del 13 giugno 2015 all’Agesci, sapientemente vengono distinte due situazioni, una positiva e l’altra negativa: la prima riguarda la capacità di dialogo generica, che, nell’associazione, è sicuramente un’eccellenza
34
Spiritualità scout
In pratica, basandomi sulla mia esperienza di parroco a Genova – Sampierdarena ed assistente del gruppo scout Genova 58 per nove anni, dal 2003 al 2012, vedo possibili alcune proposte, che, a vari livelli, possono rendere possibile, naturalmente lavorando con fatica, aprire nuovi cantieri di ponti, abbattendo vecchissimi muri: a) partecipazione della comunità capi ed eventualmente del clan ai percorsi parrocchiali o vicariali di catechesi per gli adulti, evitando orari di attività che coincidano con quella dei ragazzi; b) concordare con i parroci, non necessariamente A.E., un calendario annuale di momenti di spiritualità per la comunità capi ed ogni singola branca, che comprenda sia la partecipazione alla vita liturgica (messa domenicale e nelle festività da vivere insieme almeno una volta al mese o di gruppo o di unità, raccogliendo l’invito del Pontefice, cioè di uno specialista in questo genere di progettazioni!, che non si tratti d’una presenza puramente “decorativa”) sia la formazione personale, compreso l’accompagnamento spirituale individuale; c) l’inserimento costante negli organismi di partecipazione dei fedeli sia a livello generale (consiglio pastorale parrocchiale, vicariale e diocesano) che particolare (attività della Consulta Diocesana di Pastorale Giovanile).
e si esprime in modo apprezzabile “sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio”, spingendo “alla libertà nella responsabilità” secondo l’ispirazione di B.P., la seconda concerne invece alcune altrettanto rilevanti chiusure nei riguardi del cammino della Chiesa, che molti hanno occasione di riscontrare. Come possiamo leggere, anzitutto si dice: “Vi dirò una cosa - ma non vantatevi - voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia”; poi si fanno tre critiche: 1) “nel panorama delle associazioni scout a livello mondiale, l’AGESCI è tra quelle che investono di più nel campo della spiritualità e dell’educazione alla fede. Ma c’è ancora tanto da lavorare, perché tutte le comunità – capi ne comprendano l’importanza e ne traggano le conseguenze”; 2) “So che fate dei momenti formativi per i capi sull’accostamento alla Bibbia, anche con metodi nuovi, mettendo al centro la narrazione della vita vissuta a confronto con il messaggio del Vangelo (...) che non si tratti di momenti sporadici ma che si inseriscano in un progetto di formazione continua e capillare, che penetri fino in fondo nel tessuto associativo, rendendolo permeabile al Vangelo e facilitando il cambiamento di vita”; 3) “i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia del luogo, dove hanno la loro sede, ma che in molti casi non frequentano, perché, pur svolgendo là il loro servizio provengono da altre zone. Siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio”.
È ovvio che fare nuove costruzioni è impegnativo ma farlo dipende in prima battuta da noi, se siamo consapevoli che la Chiesa è la nostra casa e non un luogo dove siamo ospiti: sicuramente troveremo resistenze dentro e fuori ma, se inizieremo questo percorso, “senza rinunciare a ciò che è specifico nell’educazione scout (…) il risultato è una personalità più ricca, e più completa. Se voi siete d’accordo? Allora andiamo avanti così!”.
35
Bacheca
A cura della Pattuglia Vara
Anno nuovo, Vara nuova! Ho fatto un sogno che sembrava vero... (L’Aquila ed il Condor - Eros Ramazzotti) Mentre vi scrivo, la ditta scelta per la realizzazione della copertura del Gazebone sta iniziando i lavori, cosi finalmente avremo una struttura che potrà ospitare tante persone al coperto, utile anche per le feste di gruppo. Il bagnetto di quercia é quasi ultimato. La casa Romana comincia ad essere utilizzata per i campi estivi o quantomeno durante i periodi un po’ più caldi. Solo le persone un pochino più coraggiose si sono spinte li nel periodo invernale, perché per ora c’é solo un camino (rinnovo l’appello per trovare caloriferi in buono stato). Ultimamente abbiamo deciso di concentrare un bel po delle nostre energie su questa casa, per far si che possa essere sfruttata a pieno.
Sono passati dieci anni da quando un “manipolo” di persone ha pensato di lasciare la base un po “meglio di come l’hanno trovata”, finalmente il progetto “grande vara” volge al termine. Chi ha reso possibile questo lavoro ha avuto un immenso coraggio ed ha investito tanto impegno. Ora servono nuove idee, progetti, coraggio e la costanza di credere nuovamente che non esistano mete irraggiungibili. Servono braccia nuove e menti sveglie, se si vuole andare avanti e non fermarsi qua.
Secondo voi è finita qui? Assolutamente no, anzi, ci sono un bel po di altre cose da fare, tra cui: - Conclusione del bagnetto e del magazzinetto adiacente - Ripristino del cucinino del rifugio Quercia - Manutenzione della cucina di casa Pino - Rifacimento del tetto di casa Pippo Senza dimenticare le tante manutenzioni ordinarie necessarie. Cambiando discorso, chi legge questo spazio avrà sicuramente letto una breve presentazione di ogni casa che compone la base. Ora è giunto il momento di parlare dei tanti campi tenda. Se ne contano ben 8, uno ampio appena dall’ingresso carrabile chiamato campo 5, il campo 6, subito sopra Palazzo, composto da diversi terrazzamenti e un po’ appartato, per gruppi un po più piccoli e che preferiscono un po’ di indipendenza.
36
Bacheca
Di seguito campo 1, che é posto alla confluenza del rio Rostiolo con il fiume Orba e campo 2 e 3 di fronte a casa Pino, abbastanza ampi e pianeggianti. Campo 4 si trova al di sopra di casa Mulino e ha il pregio di essere il più vicino al laghetto. Gli ultimi due sono il campo casa Romana e Bric Pellucco, uno spazio più piccolo adatto a gruppi molto ridotti sul sentiero che conduce da Pino al Mulino. A parte quest’ultimo tutti i campi sono serviti di acqua potabile, lavatoio, gabinetti e impianto anti incendio.
Un particolare ringraziamento va al MASCI, che ha sempre fatto tanto per la base ed ora più che mail sta cercando di adottare alcuni lavori per alleggerire le fatiche della pattuglia. Ma ora tocca a voi tutti, dopo le positive esperienze dei campi Ora et Labora, abbiamo pensato di aprire le attività della pattuglia a clan e noviziati, inserendole in un calendario (qui a sotto). IL CALENDARIO di Pattuglia: MARZO 24 - 26 ORA ET LABORA Campetto di Preghiera e Lavoro organizzato da Agesci Ligura, particolarmente adatto a comunità RS piccole.
La pattuglia Vara é sempre disponibile a ricevere l’aiuto di chiunque abbia voglia di mettersi in gioco, potete contattarci all’indirizzo Rostiolo@ liguria.agesci.it. Per poter gestire uno spazio così ampio avremo bisogno di un veicolo fuoristrada, fino ad ora messo a disposizione da un membro della pattuglia, se qualcuno sapesse di un mezzo adeguato (ex. Nissan Patrol) , vecchio ma funzionante ci contatti alla mail di pattuglia. Ovviamente a buon mercato! Da diversi anni la pattuglia organizzato una “Festa” a fine estate coinvolgendo anche alcuni amici di Vara, ringraziamo di cuore loro e le persone che ci hanno dato una grande mano e speriamo in futuro di avere una maggiore partecipazione di scout, anche per trasformare questo evento gioioso in un’occasione per progredire con i lavori a casa Romana.
MAGGIO 7 - 8 GIUGNO 4 - 5 SETTEMBRE 10 - 11 Campetto “festa della Pattuglia” a Romana In ogni attività ci concentreremo su un preciso lavoro che stabiliremo di volta in volta per via della variabilità delle urgenze, delle condizioni climatiche e del numero delle persone che ci potranno aiutare. +
37
Bacheca
A cura della Alessandro Costanzo Castro
Palestra scout Le Casette: una piccola base diventata grande “Il Cantiere dei Minions” e “Lascia la tua impronta alle Casette - anno II”: 2 grandi progetti per il 2016 Le Casette si sono affermate come meta ideale per i bivacchi dei gruppi genovesi, liguri e sempre più anche per gruppi fuori regione, con una forte presenza di unità milanesi.
Il cammino della base scout Le Casette a Genova Sant’Ilario è ricominciato 10 anni fa. Fondate negli anni ’80 come terreno di caccia del Gruppo Genova Levante (e poi del Genova 15, staccatosi dal Levante nei primi anni ’90), dal 2005 sono state teatro di una rinnovata attività di recupero, che, in diverse tappe, ha portato al recupero di molti spazi sottratti ai rovi e, nel 2013, all’inaugurazione di Casa Beppe, una nuova casa-rifugio che ha raddoppiato la capacità di accoglienza.
Il 2015 è stato un anno di svolta, sotto molti punti di vista. Abbiamo raddoppiato le presenze annuali, che ormai sfiorano i 5.000 pernottamenti ed abbiamo ospitato ben quattro campi estivi (di cui uno di gruppo del CNGEI Como 1, con oltre 70 partecipanti). La base è così stata ininterrottamente occupata dai primi di luglio a fine agosto.
Unica struttura ligure insieme alla Base regionale di Vara a far parte della Comunità delle Basi Agesci (CBA), cui ha partecipato fin dalla sua fondazione,
Grafica by: Riccardo Liporace
Quello che ci ha fatto piacere è l’aver constatato un grande apprezzamento per l’attenzione che abbiamo
38
Bacheca
messo nel curare l’assistenza ai gruppi sia prima, sia durante i campi. Siamo convinti che sia questa la vera differenza fra scegliere per il proprio campo estivo la casa parrocchiale o il terreno del contadino, oppure una base scout CBA. In particolare abbiamo potuto mettere in campo una serie di proposte di attività che valorizzino la specificità, anzi l’unicità della nostra base: l’essere al tempo stesso “in città, sui monti e a due passi dal mare”. Ecco quindi un pacchetto di proposte da cui pescare durante i campi: giro in canoa con Legambiente, tour del centro storico e dei luoghi della storia dello scoutismo genovese con il Centro Studi Mario Mazza, visita guidata ai bunker di Monte Moro, giro a cavallo presso un maneggio di S.Ilario, gita al Parco di Portofino e altro ancora.
Santa Messa nella base. Nelle domeniche dedicate al servizio una casa sarà sempre riservata alle Comunità desiderose di dare una mano. Le unità partecipanti avranno modo di lasciare un segno del loro contributo di servizio per le Casette in uno speciale “wood of fame”, che resterà ad abbellire la base. Per aderire: sul sito www.lecasette.org prenotare “Casa Beppe” in una delle date indicate, specificando “servizio” nella richiesta.
Un enorme passo in avanti dal punto di vista educativo è poi stato il grande progetto di servizio che abbiamo chiamato “Lascia la tua impronta alle Casette”, che, durante l’anno, ha visto coinvolte ben 12 unità per quasi 200 ragazzi, che si sono impegnati per circa 2.000 ore di servizio, l’equivalente di un anno di lavoro full time di una singola persona. A tutti i partecipanti abbiamo offerto il pernottamento alle Casette e un pasto caldo. È così che abbiamo potuto realizzare una nuova grande fascia per le attività e tanti altri progetti di abbellimento della base, resa più accogliente in vista dei quattro campi.
• 20 marzo
Abbiamo già calendarizzato tutti gli appuntamenti, che saranno: • 15 novembre • 13 dicembre • 17 gennaio • 17 aprile • 15 maggio “Il Cantiere dei Minions - concorso di idee pioneristiche per squadriglie”: è la novità di quest’anno, in collaborazione con la Branca EG regionale di Agesci, come proposta di impresa per un percorso verso i “guidoncini verdi” liguri. Entro il 31 gennaio ogni squadriglia, anche non ligure, potrà presentare il proprio progetto per la ricostruzione del portale e dell’alzabandiera della base. I progetti saranno valutati dalla Pattuglia Casette per scegliere i due migliori, che le squadriglie vincitrici realizzeranno insieme alla Pattuglia. Siccome un concorso è giusto abbia un premio oltre alla gloria (anche fra scout!), ciascuna sq. vincitrice si aggiudicherà 150 euro, che saranno consegnati ai capi reparto, affinché li restituiscano alla squadriglia nel modo che ritengono educativamente più significativo.
Per la Pattuglia Casette è stato bellissimo, dopo anni di lavori “in solitaria”, poter accompagnare i ragazzi in un progetto di servizio che al tempo stesso è educazione alla fatica, al lavoro, alla gioia del costruire insieme. Altro valore aggiunto l’aver fatto lavorare fianco a fianco diverse unità, che hanno così avuto modo di sperimentare collaborazione e fraternità scout. È per questo che il 2016 si apre rilanciando la sfida con due nuovi progetti:
Sul sito www.lecasette.org è pubblicato il regolamento del concorso.
“Lascia la tua impronta alle Casette - anno II”: un grande servizio collaborativo, in particolare per la branca RS, che sarà accompagnato da pernottamenti, un pasto caldo e – lo speriamo, perché sarebbe una novità - dalla celebrazione della
La Pattuglia Casette vi aspetta! Cercaci anche su Facebook: Le Casette - Palestra scout
39
IL CANTIERE DEI MINIONS
concorso di idee pionieristiche per squadriglie La tua MinionSQ ha passione per costruzioni e legature? Costruire un alzabandiera e un portale in cui incidere per sempre il nome della tua sq è un'impresa che ti attira? PRESENTA IL PROGETTO DI SQ ENTRO IL 31 GENNAIO
Grafica by: Riccardo Liporace
In palio per i 2 progetti vincitori un premio da 150 euro ciascuno e la possibilitĂ di realizzarli insieme alla Pattuglia dei cattivissimi delle Casette. Info e regolament regolamento: WWW.LECASETTE.ORG Contatti: organizzazione@lecasette.org
40