Scautismo in Liguria 43 Novembre 2017

Page 1

Essere capi oggi (parte 1 di 3)

RNIMENTO

ISCERNIMENTO

#LIBERTA'

#LIBERTÁ Speciale Assemblea 2017

#CAMMINO

Scout chi legge! La vita del Quadro

ScautismoinLiguria

Un falco volava... una canzone di Battiato!

Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Genova N° 43/anno XI - Novembre 2017

MINO

4

27

32

34


Speciale Assemblea 2017 Pag. 4 Convocazione Assemblea

Pag. 5 Relazione Comitato Regionale

Pag. 14 Verifica Branca L/C

Pag. 16 Verifica Branca E/G

Pag. 18 Verifica Branca R/S

Pag. 20 Relazione del Settore Protezione Civile

Pag. 21 Relazione Foulard Bianchi

Passato prossimo Pag. 22 Il Papa e i giovani a Genova

Futuro semplice Pag. 24 SNI, Strategie Nazionali di Intervento

Fare Scautismo pag. 27 Essere capi oggi (parte 1 di 3)

Zoom Liguria pag. 30 Zona La Spezia e Libera

Scout chi legge! pag. 32 A day in the life. Alessia. Quadro di 35 anni

Arte Scout e Rock'n'Roll pag. 34 Un Falco volava nel cielo, Osage Tribe e Franco Battiato

Spiritualità scout pag. 35 Discernimento for scouts

Bacheca Le Gioiose pag. 40 Basi AGESCI Liguria 2.1

Scoutismo in Liguria - La redazione Periodico di proprietà dell’Agesci Liguria Vico Falamonica 1/10 16123 Genova Tel. 010.247.44.04 - Fax 010.247.43.08

Hanno collaborato: il Comitato regionale, gli Incaricati alle branche e ai settori, Francesco Cavallini sj, Federico Parise sj.

Aut. del Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004

Impaginazione: www.gooocom.it

Direttore Responsabile: Giuseppe Viscardi

Stampa: Pixartprinting Spa

Direttore: Francesco Bavassano

Finito di impaginare il 31 OTTOBRE 2017

Redazione: Carlo Barbagelata, Stefano Barberis, Aurora Congiu, Daniele Boeri, Andrea Borneto, Stefano Celentano, Giorgio Costa, Stefania Dodero, Doris Fresco.

La tiratura di questo numero é stata di 1300 copie. Comunicazioni, articoli, foto e altro vanno inviati all'indirizzo stampa@liguria.agesci.it


Quello che sta iniziando è senza dubbio l'anno scout del discernimento. Un percorso che coinvolge tutte le Co.Ca. d'Italia. Agesci Liguria ha iniziato già l'anno scorso a muovere qualche passo già significativo sui temi dell'affettività, ma il discernimento può essere una chiave interpretativa del nostro intero essere capi, cittadini e cristiani, specialmente in questo tempo. Così anche SIL vuole aiutare i capi a capirci qualcosa. A pag 38 troviamo il contributo dei gesuiti Francesco Cavallini e Federico Parise, che ringraziamo per la vicinanza e l'impegno. L'assemblea regionale stessa darà spazio alla formazione su questo tema. Trovate la convocazione e le relazioni di Comitato, Branche e Settori in apertura.

editoriale

Discernimento. Cammino di Libertà Vorrei poi dare risalto all'inizio del trittico ESSERE CAPI OGGI. Come redazione, in accordo col Consiglio regionale, vogliamo condividere analisi, difficoltà e buone pratiche dell'iniziare o continuare a fare servizio in AGESCI. Oggi e qui, in Liguria. Quindi correte a pagina 27, ma soprattutto scriveteci! Come potete notare, infine, la grafica è stata rinfrescata, grazie all'impegno di Aurora e Carlo. SIL è vivo e lotta insieme a noi . Rimane nel mirino una maggiore presenza online, integrata col cartaceo. Work and thought in progress. Portiamo SIL in Co.Ca. e in Assemblea, e non solo perché sarebbe un ottimo passatempo. Sfruttiamolo. Buona lettura, Francesco

3


Speciale assemblea 2017

A tutti i soci adulti di AGESCI Liguria

“Che cosa cercate?”: un cammino di libertà Carissimi, con la presente vi comunichiamo che

domenica 26 novembre 2017 presso la Sala Chiamata del Porto di Genova con inizio alle ore 9:00 (iscrizioni dalle 8:30) si terrà la

65a ASSEMBLEA REGIONALE di AGESCI Liguria

con il seguente ordine del giorno: 1) discussione e votazione della relazione del Comitato regionale 2016-2017 2) discussione e votazione del Programma regionale 2017-2018 3) introduzione e confronto a gruppi sul percorso nazionale a tema DISCERNIMENTO 4) chiamate al servizio al ruolo di: - Responsabile regionale femminile - Incaricato al Coordinamento Metodologico - Incaricata alla Branca L/C - Incaricata alla Branca E/G - Incaricata alla Branca R/S 6) varie ed eventuali. La S. Messa verrà celebrata in giornata. Si partecipa in uniforme. Votano tutti i soci adulti censiti e nessuno può avere più di una delega. La quota individuale per la partecipazione all’Assemblea è di 3€. Pranzo al sacco. Sarà disponibile un servizio bar e babysitting (quest'ultimo se richiesto in anticipo in segreteria regionale). L’Assemblea terminerà alle ore 17:30. I Responsabili e l'Assistente Ecclesiastico regionali Davide Sobrero - Laura Quaini - don Giorgio Rusca

4


A cura di di Laura Quaini, Davide Sobrero, Giorgio Rusca (Responsabili regionali e AE). Federica Berlanda e Andrea Piazze (Coordinamento Metodologico). Luca Frisone e Eleonora Sodano (Formazione Capi), Mario Garbarino e Ilena Giuradei (Organizzazione).

Relazione del Comitato regionale Secondo anno di Progetto regionale: anno di consolidamenti, di nuovi arrivi e nuove partenze: alcuni percorsi chiari e avviati, altri ancora sul piatto, insieme a tutte le riflessioni arrivate dal resto dell’associazione e suscitate da ciò che succede al di fuori di quanto programmato (il “non esiste buono o cattivo tempo ma buono o cattivo equipaggiamento” di B-P, secondo noi, non vale solo per la pioggia).

pariamo l’assemblea cerchiamo sempre di fare molta attenzione a chiedere a persone che ci risultano possedere le competenze adeguate, facendo i conti anche con ritiri dell’ultimo secondo e sostituzioni in corsa. A tutti ci permettiamo di lanciare uno spunto di riflessione: aspettiamo forse un po’ troppo qualcuno che “ci spieghi le cose” anziché farci prima di tutto carico di prepararci e portare il nostro pensiero?

Il sistema a due Assemblee dopo due cicli è sicuramente rodato e ad una prima valutazione sembra aver raggiunto l’obiettivo di lasciare maggior spazio al confronto su differenti argomenti. Nell’assemblea plenaria di novembre abbiamo avuto modo di ragionare a gruppi su vari temi relativi alle “cose da fare”, in quella per delegati di aprile sulle tematiche di più ampio respiro del Consiglio generale. In entrambi i casi abbiamo privilegiato il confronto suddivisi in gruppi più piccoli, che risulta più utile ed efficace; l’uso di questa modalità resta però troppo condizionato da chi coordina il singolo gruppo di lavoro. Noi che pre-

Altro tema forte dell’anno è stato sicuramente il nuovo ruolo delle zone, che dal Consiglio generale 2016 sono diventate sempre più il cardine della costruzione delle scelte associative. Questo impone a tutti percorsi diversi dal passato, ancora in buona parte da costruire, e a noi come regione un ruolo sempre più di coordinamento, supporto e formazione anziché di azione concreta. Con il Consiglio regionale, di cui fanno parte i Responsabili di Zona, è questa la direzione che abbiamo intrapreso, anche attraverso un percorso specifico di condivisione delle realtà delle zone. Questo percorso servirà anche a costruire man

5


Speciale assemblea 2017

mano la verifica del “nuovo” assetto delle zone, che il 1° ottobre 2017 ha compiuto un anno e che pian piano sta rivelando i punti di forza e le criticità.

chi macina chilometri per partecipare ai momenti di democrazia associativa. Un cenno veloce ai tavoli che manteniamo aperti: col MASCI la collaborazione è continuativa e fruttuosa, col CNGEI è appena ripartita e vedremo se potrà dare qualche frutto. Siamo inoltre presenti nei vari tavoli della pastorale giovanile, portando le nostre specificità, anche con qualche fatica.

La compagine dei Consiglieri generali, da quest’anno eletti nelle zone, sta anch’essa cercando le modalità migliori per essere davvero tramite tra chi li ha eletti ed il resto dell’associazione, affiancando i Responsabili di Zona in questo nuovo ruolo di rappresentanza dei territori. Come regione abbiamo cercato di mantenere un coordinamento che ci sembrava, pur non indispensabile nella forma, essenziale nella sostanza. L’efficacia riscontrata nel riportare in Consiglio generale le istanze dei nostri territori e nel contribuire alla formazione del pensiero sui temi per noi importanti ci sembrano confermare la validità di queste riflessioni, pur restando, quello del Consigliere eletto in zona, un ruolo ancora molto in costruzione.

Concludiamo questa parte della relazione con una riflessione che vorremmo mettere sul piatto: negli ultimi anni siamo passati, in Liguria, da 67 a 62 gruppi. Questo potrebbe sembrare un dato esclusivamente negativo, se non fosse che il numero dei censiti è calato solo di poche decine sui quasi 7000 soci AGESCI liguri. Per dirla in numeri, abbiamo il 7% di gruppi in meno ma siamo calati di meno dell’1% dei soci, quasi una normale fluttuazione come succede anche quando il numero di gruppi resta costante. E quindi? Cosa possiamo leggere da tutto questo?

Continua inoltre la riflessione sulla sostenibilità: ad esempio nel percorso di cambiamento di tempi e luoghi del Comitato regionale, affinché sia un servizio vivibile anche da capi di zone non genovesi o che in generale non possono garantire una disponibilità di tempo che forse qualche decina di anni fa era comune a molti. Il cambio quasi completo del Comitato ha velocizzato ulteriormente questo processo. Abbiamo inoltre iniziato un ragionamento che ci porterà, nell’anno scout che sta iniziando, a modificare anche il calendario dei Consigli regionali in modo da ottimizzare gli impegni di tutti e dare più spazio a quei momenti di supporto e formazione a cui si accennava precedentemente. E per finire abbiamo posto molta attenzione alla gestione dei tempi di Assemblee e Convegni: piccolo segno di rispetto verso

Le Comunità Capi in difficoltà ci sono sempre state, anche se forse il numero sta crescendo: l’impressione è che questa situazione sia molto più distribuita sul territorio rispetto al passato, quando almeno i gruppi di città ne erano in gran parte dispensati. Difficile non associare questa sensazione ai cambiamenti sociali in atto in Liguria negli ultimi anni, guardando per esempio la permanenza media di chi entra in Comunità Capi. Difficile anche pensare che sia un trend che si invertirà da solo a breve. Ma allo stesso tempo i numeri parlano chiaro: abbiamo lasciato a casa davvero pochissimi ragazzi. Alcuni dei gruppi che hanno chiuso hanno mantenuto presidi nei territori, hanno curato l’accompagna6


mento dei loro censiti verso altre realtà, hanno tentato nuove proposte o nuovi luoghi di servizio… Dal nostro punto di osservazione notiamo quanto siano sempre fruttuosi tutti i percorsi di collaborazione tra i gruppi, specie se supportati dalle zone. Tutte queste sono strade ben diverse dal semplice “chiudere baracca”. In momenti di “cattivo tempo” c’è chi forse aveva l’equipaggiamento giusto a cui pensava B-P: il brutto tempo è rimasto, ma ci si è bagnati poco. È questa la prossima sfida che ci aspetta come AGESCI Liguria? Come Comunità Capi e gruppi, in primis. E poi come zone e regione, a supporto. Come ci possiamo equipaggiare? Risposte noi non ne abbiamo ma crediamo che insieme sia più facile cercare, riflettere, discernere e costruirne di nuove. Ed ora, spazio alle parti di relazione specifiche del Coordinamento Metodologico, della Formazione Capi e dell’Organizzazione… e a seguire le Branche, autonome (anche nelle relazioni) come previsto dall’associazione ma allo stesso tempo, per noi, parte della squadra al cento per cento. COORDINAMENTO METODOLOGICO Lavorare in continuità: questo potrebbe essere il motto del Coordinamento Metodologico in questo 2016/2017. Guardando all’anno appena passato, non può non ritornare alla mente quello che è stato l’impegno che più ci ha assorbiti, ovvero quel percorso sull’affettività e l’amore previsto dal Progetto regionale che abbiamo portato avanti cercando di focalizzare l’attenzione, principalmente, su due linee di intervento: da una parte l’educazione all’affettività dei ragazzi che abbiamo nelle unità (tema sempre più

centrale ed importante), dall’altra una riflessione più ad ampio spettro su ciò che significa per ciascuno di noi. Da un punto di vista pratico tutto questo si è concretizzato, con la collaborazione sempre preziosissima e attiva delle Branche, in una pattuglia regionale interbranca a inizio anno in cui gli IABZ, i formatori e gli incaricati regionali si sono confrontati sull’importanza dell’educare all’affettività e su come questo obiettivo venga realizzato tramite gli strumenti propri delle singole branche. Si è affrontato il tema della conoscenza di se stessi e della propria corporeità, delle relazioni con gli altri e della realtà che ci circonda. La scelta di affrontare questi argomenti con questa modalità e con gli incaricati di zona speriamo ci abbia consentito di portare all’attenzione di quanti più capi possibile queste tematiche, in particolare all’interno delle zone di Branca. Chiaramente questo non poteva essere sufficiente e quindi, con il supporto FONDAMENTALE del “pattuglino amore”, abbiamo progettato e realizzato il convegno “Che confusione… sarà perché ti amo!”, che ha tentato di presentare prima il tema dell’affettività attraverso la voce di studiosi (l’antropologa Cristina Zavaroni, il sociologo Mario Salisci e la psicologa Sara Semino), per poi passare all’incontro con le persone che ci hanno raccontato le loro storie e ci hanno donato i loro punti di vista. In chiusura gli interventi di Mons. Nicolò Anselmi (Vescovo ausiliare nella Diocesi di Genova), Giorgia Caleari e Francesco Bonanno (incaricati nazionali al Coordinamento Metodologico) ci hanno illustrato “Cos’è l’amore? La Chiesa, l’associazione e i loro sentieri: sfide, passi e orizzonti da esplorare”. Infine Donatella Mela (Capo Guida… ma era necessario specificarlo?!?) ha 7


Speciale assemblea 2017

re una vera e propria pattuglia regionale Metodo che ci supporti nel coordinare i settori di nostra competenza (Foulard bianchi, giustizia pace e non violenza, nautico e competenze), in modo da avere una proposta più ampia possibile, che punti sempre in alto e con una progettazione futura. Il prossimo passo in questa direzione sarà quello di trovare persone disponibili e interessate che vogliano mettersi in gioco per riaccendere questo motore dell’associazione che nella nostra regione gira a bassi regimi da tempo.

lanciato i lavori di gruppo: tutto questo ci ha regalato domande, riflessioni e - perché no - curiosità che ci sono servite (e ci serviranno!) per stimolare la nascita di percorsi futuri. Come primo risultato “concreto” il convegno ha portato alla realizzazione di uno speciale su SIL dedicato con materiale snello e fruibile per eventuali percorsi di approfondimento per le Comunità Capi, supportati dal pattuglino il cui ruolo è stato centrale e importantissimo anche in questo passaggio. Uno snodo significativo che il nostro percorso ci ha lasciato è un primo approccio con lo stile del discernimento e in questo noi liguri possiamo considerarci degli “apripista” all’interno dell’associazione. Il Comitato nazionale AGESCI, infatti, ha pubblicato in primavera il documento “Discernimento - un cammino di libertà” proponendo ad ogni Comunità Capi un lavoro di approfondimento su questo tema che si interseca in buona parte con il percorso che insieme abbiamo già iniziato: per questo motivo ci è sembrato doveroso cercare punti di collegamento e passi già fatti e ci attiveremo nel corso di quest’anno per supportare, per quanto possibile, Comunità Capi e zone nell’affrontare questa tematica vasta e importante (un primo passaggio sarà proprio in Assemblea regionale).

A questo proposito, spostandoci a livello nazionale, durante gli incontri incaricati a cui abbiamo partecipato in questi mesi c’è stata una grossa spinta verso l’alto del settore nautico: nascendo dall’esigenza di ridistribuire le risorse nazionali di AGESCI dopo la riforma dei settori, si è arrivati ad un approfondimento sul valore della proposta attraverso l’ambiente acqua che noi liguri abbiamo accolto con molto interesse. In chiusura, sempre durante i nostri incontri a Roma e Bracciano con gli altri incaricati regionale, abbiamo partecipato alla stesura di quelle che saranno le “Linee guida nazionali per gli eventi per ragazzi” in collaborazione con Branche e settori e al “Manuale del buon cittadino”; abbiamo inoltre focalizzato l’attenzione alla realtà delle Cambuse Critiche e a percorsi di accoglienza all’interno dell’associ

Ma il Coordinamento Metodologico non è stato solo questo: abbiamo rivolto maggiore attenzione ai settori regionali, che ad oggi, seppur non sempre strutturati in maniera “istituzionale”, sanno collaborare in maniera fattiva con le Branche per organizzare eventi per ragazzi; sempre parlando di settori abbiamo iniziato un cammino che vorrebbe portarci a forma-

FORMAZIONE CAPI Dopo un primo anno di servizio dedicato a impostare il lavoro, a definire le prospettive e le risorse umane in campo il lavoro della Formazione Capi 2016/2017 si è concentrato soprattutto sul percorso

8


tracciato dal Progetto regionale (in particolar modo su Capi Gruppo, tirocinio e IABZ), non tralasciando la formazione formatori e i pensieri su nuove prospettive di impegno futuro. Si è costituita nei primi mesi dell’anno scout la nuova pattuglia regionale di Formazione Capi, che affianca i due incaricati per portare avanti la riflessione ed elaborare quando necessario strategie di intervento. Ringraziamo Barbara, Chiara, Marco, Riccardo, Sara e Simone per il prezioso “sì”. A loro si affianca Anna che prosegue il suo importante servizio come membro della pattuglia nazionale. Rispetto alla formazione Capi Gruppo, è stato organizzato un laboratorio in occasione dell’Assemblea regionale di novembre dedicato al tirocinio in Comunità Capi: l’evento ha visto la partecipazione di circa 35 Capi Gruppo; a questo si aggiunge il prezioso servizio di alcuni formatori che ha permesso di riproporre nel corso del mese di dicembre, dopo alcuni anni di assenza, un Campo Capi Gruppo con una quindicina di partecipanti: vorremmo far diventare questa opportunità un appuntamento fisso - per quanto possibile - nell’orizzonte della proposta formativa regionale. Per gli Incaricati alla Branca di Zona si sono conclusi i lavori affrontati nel corso dello scorso anno in sinergia con il Coordinamento Metodologico e le Branche: ciò ha portato a proporre un momento di formazione ad hoc prima dell’assemblea regionale (non molto partecipato) e a elaborare un breve vademecum nato dalle riflessioni congiunte, anche in seno al Consiglio regionale, da utilizzarsi laddove vi sia necessità di una formazione spe-

cifica al ruolo o non siano chiare alcune dinamiche e relazioni relative agli IABZ. Si è elaborato ed avviato il percorso che ha portato a rifondare il tavolo regionale del tirocinio che, dopo un primo incontro a giugno con i relativi incaricati di zona, coinvolgerà nel nuovo anno associativo tutti gli attori in gioco allo scopo di produrre una riflessione sui tirocinanti, sui loro bisogni formativi, sulle nuove e problematiche condizioni di servizio e su chi è chiamato a dar loro sostegno e formazione necessaria, nella chiarezza dei ruoli e delle responsabilità specifiche. La formazione e il reclutamento dei formatori ha occupato una buona parte del nostro impegno. Si è concluso l’aggiornamento dell’elenco formatori con il “sì” di tante nuove (e non solo nuove!) persone che ringraziamo di cuore. Ciò ha generato in numerose occasioni (pensiamo soprattutto ai CFT) la ridefinizione di interi staff e campi. Alla luce della gran quantità di Aiuti che hanno iniziato il loro servizio, è stato preparato per loro nel mese di marzo un incontro regionale formatori dedicato specificatamente alla formazione al ruolo. L’evento è nato dalla preziosa e non scontata collaborazione con i formatori di CFA presenti in regione. Nel mese di maggio a Bracciano si è tenuto inoltre il triennale incontro nazionale formatori che ha ripreso in mano alcune riflessioni nate all’ultimo incontro dei Capi Campo CFM e CFA, concentrandosi soprattutto sul tema della formazione permanente. Infine, insieme alla Lombardia e al Piemonte si sono avviati i percorsi che porteranno i formatori delle tre regioni a confrontarsi nel corso del 2018 in un incontro pensato insieme al Coordi-

9


Speciale assemblea 2017

namento Metodologico per armonizzare sempre più gli eventi formativi e le riflessioni metodologiche in atto.

stro impegno proseguire a tenere in piedi tutte le collaborazioni possibili per offrire alle Comunità Capi le opportunità di cui necessitano.

In seno al livello nazionale siamo stati impegnati soprattutto nel percorso di verifica dei processi formativi che ha portato il Consiglio generale 2017 ad elaborare una pista di lavoro su più fronti per il prossimo triennio 2017-2020. Abbiamo contribuito in prima persona alla stesura del documento “Co.Ca. e zona luoghi privilegiati per la formazione” edito a dicembre 2016 e nell’organizzazione del seminario nazionale per i settori che si è svolto a Bracciano nel giugno 2017. Nel futuro porteremo il nostro contributo lavorando alle modifiche del regolamento della rete formatori, sul percorso di riflessione in atto sui Capi Gruppo e nel neonato gruppo di lavoro sulla formazione dei quadri associativi.

L’Assemblea regionale di novembre 2016 ci ha inoltre investiti dell’impegno di offrire nel corso dell’anno un momento formativo sul tema scottante della comunicazione. A maggio, in collaborazione con la redazione di SIL e l’aiuto di Paolo Piacenza (già capo-redattore di Camminiamo Insieme) abbiamo offerto a una ventina di rappresentanti di altrettante Comunità Capi e Comitati di Zona una serata di riflessione e prospettiva che speriamo porti ulteriori frutti. Nel corso dell’anno sono stati organizzati e proposti tredici campi di formazione. Tra le novità, alcuni CFT ristrutturati, il ritorno del Campo Capi Gruppo e l’aggiunta di un terzo CFM E/G. Rimangono in piedi le proficue collaborazioni di area nord-ovest per i CAM che diversamente non riusciremmo ad offrire per il basso numero di partecipanti regionali. La proposta è ormai consolidata nel tempo e si attesta come un unicum in tutta Italia; quest’anno abbiamo avuto inoltre la visita di Maria Paola, incaricata nazionale alla Formazione Capi.

Per quanto riguarda la formazione specifica e tecnica imbastita nel tempo con l’aiuto di soggetti esperti esterni, al progetto di Primo Soccorso già esistente con l’ANPAS si è affiancata una seconda collaborazione con il Soccorso Alpino regionale volta alla formazione e prevenzione delle attività in ambiente naturale. Il progetto “Sicura-mente all’aperto”, che per ora ha coinvolto cinque Comunità Capi, si è articolato di un modulo teorico a cui fa seguito un’esercitazione pratica. Dagli incontri svolti è sempre più emergente il bisogno formativo dei nostri capi in quelle competenze tecniche prima date per scontate e acquisite. Sarà no-

Comitato 2017

10


Qualche numero più dettagliato sugli eventi: Evento

Partecipanti Partecipanti liguri fuori regione

Liguri andati fuori regione per lo stesso evento

5 CFT

95

16

3

1 CFM L/C

17

13

26

3 CFM E/G

22

53

16

1 CAM L/C

4

21

-

1 CAM E/G

4

18

-

1 CAM R/S

8

22

5 (+6 per CFM R/S)

1 Campo Capi Gruppo

8

7

1

In regione si sono così formati 312 capi, di cui 150 da fuori regione e 158 liguri che, sommati ai 21 nostrani che hanno partecipato al CFA, porta a 179 (il 16,35% dei censiti) il numero di adulti delle nostre Comunità Capi che hanno vissuto un evento formativo nel corso dell’anno scout. ORGANIZZAZIONE Questo è stato un anno ricco di cambiamenti, soprattutto per il rinnovo di entrambi noi incaricati che ci siamo pian piano addentrati nel ruolo e abbiamo iniziato a muovere i primi passi. Innanzitutto abbiamo cercato di ottimizzare e semplificare la gestione economica, anche nel piccolo come con la chiusura di un conto corrente postale il cui rarissimo uso non giustificava le spese di gestione (attenzione: per questo motivo non sarà più attiva la modalità di pagamento ad AGESCI Liguria per eventi, campi e altro con bollettino postale – modalità comunque già quasi inutilizzata da tutti). La segreteria ha continuato il suo lavoro grazie al prezioso operato di Roberto, sempre disponibile, anche a sperimentare i vari aggiornamenti nella gestione

tecnica associativa. Tra questi il nuovo programma BuonaStrada, che d’ora in poi gestirà i censimenti e in generale tutti i dati dei soci sostituendo il complesso e poco efficiente sistema attuale. Le novità saranno molte per tutti, comprese le Comunità Capi all’atto dei censimenti, e cercheremo di tenervi aggiornati: pur con le iniziali difficoltà di ogni cambiamento, siamo certi che riusciremo tutti a superare questa nuova sfida! Per quanto riguarda le Basi scout regionali, da marzo 2017 Vara non è più sola: abbiamo infatti preso in gestione l’ex convento di Cairo Montenotte, che è diventato la nuova Base scout “S. Francesco”. Per la sua gestione operativa è sorta una pattuglia apposita, espressione del territorio, che ha cominciato il suo percorso. È partito il percorso che punta a rendere la Fondazione “Le Gioiose” il principale attore nella gestione generale delle Basi e delle loro pattuglie, pur riservando a Comitato e Consiglio regionale le scelte di tipo strategico. Il lavoro della Fondazione ha permesso, ad esempio, di implementare nuove modalità di prenotazione che partiranno da questo anno scout e confidiamo siano utili a risolvere i vari problemi emersi in quest’ambito. 11


Speciale assemblea 2017

L’arrivo della seconda Base non ha fatto passare in secondo piano Vara, dove i progetti sono stati portati avanti dalla pattuglia con la manutenzione ordinaria e con miglioramenti sulla sicurezza, come ad esempio le scale di Casa Romana, il tetto di casa Pippo e i vari lavori interni. Inoltre, grazie ad una donazione da parte di Costa Crociere abbiamo potuto dotare entrambe le Basi di un totale di 150 materassi ignifughi che permetteranno sonni confortevoli e sicuri. Ci sono inoltre stati donati da un altro benefattore i copri-materassi per poterli preservare al meglio. Segnaliamo, come chi ha effettuato campi o uscite a Vara ha potuto notare, le variazioni alle regole comunali sulla raccolta dei rifiuti. Vi chiediamo nei vostri soggiorni in Base di porre particolare attenzione a questo aspetto e in particolare a effettuare bene la raccolta differenziata, per rispettare le nuove disposizioni e rendere lo smaltimento più efficace e sostenibile. La nostra cooperativa “Lo Scoiattolo”, forte del suo percorso di ripresa dopo gli anni complicati che tutti conosciamo, continua il suo positivo servizio sempre nei locali della segreteria regionale in vico Falamonica a Genova e con un nuovo punto di distribuzione su Savona. Anche quest’anno il “Fondo zaino”, contributo a cui possono accedere i gruppi per supportare i ragazzi di famiglie in difficoltà, è stato ben sfruttato e confidiamo che i bilanci futuri consentano di continuare a riproporlo.

Nella stessa direzione di sostegno ai soci (che è il compito principale della cooperativa) vanno le offerte su zaini e sacchi a pelo che hanno sortito l’effetto voluto. Sempre in ottica di sostegno ai gruppi segnaliamo che siamo riusciti ad attivare una convenzione con GenovaRent per l’utilizzo dei loro mezzi (pullman e furgoni). Per finire, l’ambito comunicazione. Come avrete letto nella parte di Formazione Capi, è stato realizzato un primo incontro formativo sul tema con il doppio obiettivo di fornire strumenti utili ai capi, pur in assenza di un settore specifico attivo, e di coinvolgere eventuali interessati a collaborare per poterlo far ripartire. Speriamo di trovare altri capi interessati al tema che possano portare avanti queste riflessioni, che in questo momento storico sono fondamentali. Nel frattempo è stato creato il nuovo sito web regionale per rispondere più efficacemente alle attuali esigenze, sito che a brevissimo sarà a disposizione di tutti sostituendo quello attivo ad oggi. Da lì proseguirà il percorso per migliorare sempre più le modalità di comunicazione ai soci liguri.

Comunicazione di Servizio con Paolo Piacenza in streaming.

12


CFM EG APRILE B CFM EG APRILE A

RTT

CFT BEIGUA

CFM LC Aprile

CFT Riviera di ponente

CFT CinqueTerre

CFT Genova Campo Capi Gruppo

CFM EG Dicembre

CFT Riviera di Levante


Speciale assemblea 2017

A cura di: Fausto Lammoglia e Enrica Roccotiello

Verifica Branca L/C anno 2016/2017

Quest’anno, per la branca L/C, è stato denso di sperimentazioni e cambiamenti. Prima di tutto abbiamo modificato la struttura della pattuglia: gli incontri sono stati suddivisi tra quelli per gli incaricati di zona e quelli per i formatori della branca, e in alcuni casi unificati sulla base della tematica. Con entrambi i gruppi abbiamo trattato gli stessi argomenti ma con due livelli di lettura ed approfondimento diversi e, soprattutto, con due visioni diverse: quella dei capi che compongono le nostre zone di branca e quella dei capi L/C all’interno del loro percorso di formazione. Questa scelta ha avuto due buoni risultati: da un lato, abbiamo alleggerito il carico di lavoro degli IABZ, e dall’altro ottenuto una maggiore profondità degli argomenti trattati, da cui tutti hanno tratto vantaggio.

Tre zone hanno chiesto ai formatori momenti di formazione mirata su insuccesso (Diamante), C.d.A. (Tre Golfi) e C.d.A. e Piccole Orme. (La Spezia). Nel complesso l’esito è stato positivo e pensiamo che nel tempo la formazione a spot andrà ad essere sistematizzata, poiché, in quanto elemento di novità, ha iniziato ad essere richiesta solo dalla primavera. Per quanto riguarda gli incaricati regionali, abbiamo visitato su invito quattro zone affrontando approfondimenti e rielaborazioni su morale indiretta e affettività nel racconto giungla (Alpi Liguri), bambini “problematici” e ambiente fantastico (Diamante), catechesi (Spezia) e strumenti di P.P. (Tramontana).

Gli argomenti trattati sono stati l’affettività (interbranca, sulla scia del convegno e in previsione del futuro cammino nazionale); il Consiglio degli Anziani, con particolari riferimenti alla sua importanza all’interno della Progressione Personale; le Piccole Orme.

L’ultima novità introdotta, in seguito alla revisione dei percorsi di Piccole Orme, è lo sviluppo di un pattuglino Piccole Orme che si è dedicato a rivedere i documenti riguardanti l’evento e a proporre, in linea con le richieste nazionali, nuove sperimentazioni per quanto riguarda contenuti e tempi di svolgimento, in risposta al mandato ricevuto dalla pattuglia nazionale L/C.

A questi temi si aggiungono quelli di una seconda sperimentazione: la formazione a spot, o a domicilio. I formatori della branca, coordinati dalla pattuglia regionale, si sono impegnati a visitare le zone che richiedevano interventi metodologici per aiutarle a sviluppare argomenti “caldi” e fare pensiero comune. Questo non ha sostituito ma integrato le visite degli incaricati regionali.

Questa rielaborazione del lavoro della pattuglia ha permesso di ottenere un senso ancor più diffuso di appartenenza alla Branca, avvicinando ancor di più i diversi livelli, specialmente zona e regione. Inoltre, è stato di primaria importanza il ruolo dei formatori, i quali hanno svolto un brillante lavoro nelle zone. Infine, è per ora efficace il lavoro svolto dal pattuglino Piccole Orme, che ha riunito al suo interno

14


capi esperti dell’evento (capi campo), IABZ e formatori che hanno messo a disposizione dei capi della regione e dei bambini partecipanti la loro competenza e il loro entusiasmo. Nel complesso quest’anno si sono svolti 2 campi invernali e 4 campi di P.O. estive. È prevista l’attivazione di un campetto intorno all’8 dicembre e di due campetti nelle vacanze di Natale 2017/2018 con la volontà di allargare e diversificare sempre di più l’offerta dell’evento. Cogliamo l’occasione per rinnovare la richiesta ai capi della regione ad essere parte attiva di questo evento per il quale saremo felici di ricevere la loro disponibilità.

Per il futuro dovremo sicuramente implementare il lavoro del pattuglino Piccole Orme, tentare di offrire maggior supporto al progetto formazione a spot che quest’anno ha risentito di difficoltà logistiche e, infine, regolare la taratura delle riunioni di pattuglia per rendere ancor più efficace l’integrazione tra lavoro dei formatori e degli incaricati alla branca di zona. Sarà una grande sfida, da vivere insieme!

15


Speciale assemblea 2017

A cura di: Giacomo Beretta

Verifica Branca E/G anno 2016/2017 Quest’anno passato è stato un anno in “evoluzione”: il nuovo assetto della pattuglia, dovuto al nuovo cammino delle zone, ha richiesto tempo per poter conoscere i nuovi IABZ, creare con loro un gruppo con uno stesso “linguaggio” e un modo diverso di gestire le riunioni. Uno degli obiettivi, sotteso ad ogni incontro, era quello di lavorare sul ruolo di Incaricato di Zona e della gestione delle riunioni con capi diversi, con modalità e tradizioni differenti. In linea con i lavori della branca E/G nazionale lo strumento metodologico “protagonista” di quest’anno è stata la competenza. È da un po' di anni che la branca si interroga sulla competenza: sia sul brevetto di competenza, sia sul bisogno dei ragazzi di essere competenti e su come spendere nel loro sentiero questa voglia di conoscere e saper fare. L’idea differente di quest’anno è stata quella di creare, insieme agli IABZ, l’intervento nelle riunioni di branca con lo IABR; si può dire che quest’intuizione sia riuscita perché ha permesso di far vivere ai capi una serata il più rispondente ai bisogni, alle necessità e alla realtà che ognuno vive nei reparti. Inoltre è stato un lavoro importante perché ha permesso di poter rielaborare queste tematiche, creare e consolidare la cultura di branca sul tema della competenza e, soprattutto, di portare la voce dei capi liguri al nazionale. Gli interventi nelle zone rimangono un appuntamento prezioso perché mi permettono il contatto con tutti i capi e un

16

confronto con loro, cosa che rende il mio servizio di IABR più ricco. Le zone visitate sono state: Alpi liguri, Altavia, Diamante, Tre Golfi e Tramontana. Durante l’anno abbiamo vissuto anche una riunione di pattuglia interbranca sul tema dell’affettività, altro tema molto “caldo”, inserito nel lavoro che la regione ha fatto per il convegno e che continuerà quest’anno con il cammino che il nazionale propone.

GLI EVENTI DELLA BRANCA I Campetti di Specialità, che sono stati 25, sono andati molto bene e hanno permesso a 580 e/g di partecipare, hanno visto il coinvolgimento di 73 capi reparto, che ringrazio per questo prezioso servizio fatto nei confronti dei ragazzi della regione. L’evento dei Guidoncini Verdi è sicuramente un appuntamento importante per la branca E/G e anche i numeri dicono questo perché a vivere quest’avventura sono state 45 squadriglie, 208 ragazzi e 22 capi. Come ogni anno credo che quest’evento sia davvero un’occasione preziosa sia per le squadriglie che per i reparti che vi partecipano. Credo che lo strumento della Specialità di squadriglia, che fa crescere e sviluppare entusiasmo e voglia di fare, migliorarsi e crescere insieme condividendo fatica, passione e un progetto sia qualcosa di unico e che educhi i ragazzi nel modo più “alto” che si possa intendere e a Vara tutto questo si può toccare con mano.


Un grazie va prima di tutto ai ragazzi che hanno saputo sognare e ai loro capi che gli hanno dato l’opportunità di farlo. Purtroppo quest’anno non ci sono stati i Campetti di Competenza: è stata una decisione sofferta e difficile, ma inevitabile. Negli ultimi anni la proposta dei campetti di competenza ha visto sempre una buona partecipazione dei ragazzi, ma sicuramente ha evidenziato una fatica dei capi nello scegliere di proporsi per questo servizio, fatica che quest’anno ha reso impossibile realizzarli. Soli pochi capi hanno dato la loro disponibilità per questo servizio e l’unico campo, che avremmo potuto aprire, non ha riscontrato un numero sufficiente di ragazzi. Sarà sicuramente un argomento di riflessione sia per il pattuglino eventi sia per la pattuglia.

Il Pattuglino Eventi, che, come sempre ha lavorato da “dietro le quinte” e che rimane uno dei punti di forza per me e per la branca E/G ligure, è composto interamente da formatori E/G e questa coincidenza di ruoli ha reso sempre più fondamentale il lavoro fatto insieme perché è diventato un luogo dove i temi metodologici ed educativi vengono approfonditi e dove si crea il pensiero di branca, poi condiviso in pattuglia. Inoltre è quel collegamento tra Formazione Capi e branca E/G che è fondamentale per la creazione dei CFM che possono essere progettati partendo dalle esigenze della branca e quindi dalla realtà ed esigenze dei ragazzi e dei capi reparto. Posso concludere che è stato un anno in evoluzione, come accennavo all’inizio, ma credo siano state messi le basi per poter continuare con più solidità quest’anno.

17


Speciale assemblea 2017

A cura di: Alessandro Denicolai e Michela Mazzoccoli

Verifica Branca R/S anno 2016/2017 Obiettivo a Progetto

Azioni di programma

Percorso “MigrAzioni: gli R/S liguri per strade non Protagonismo e coinvolgimento battute” degli R/S Formazione ai capi R/S relativamente al nuovo articolo 7 bis del regolamento R/S Fornire agli R/S occasioni di conoscenza di realtà marginali Piattaforma online

EPPPI

Percorso “MigrAzioni: gli R/S liguri per strade non battute” Mantenere attiva la pagina Facebook inserendovi informazioni relative ad eventi realizzati dai clan e alle attività regionali tramite il gruppo di lavoro capi ed R/S Quarta ROSS Migliorare ulteriormente l’evento “Botteghe” curando la parte relativa alla verifica finale

Percorso “MigrAzioni: gli R/S liguri per strade non battute” Se ve lo siete perso (dove eravate?) leggete il riassunto di tutte le puntate su SIL di Giugno. Ci piace riportare l'ottimo coinvolgimento dei ragazzi partecipanti. La presenza agli incontri, l'attenzione a portare le informazioni nelle proprie comunità e generare azioni nei clan, l'ottima preparazione e realizzazione della veglia sono stati i risultati tangibili di questo percorso. Piccolo motivo di orgoglio per la Liguria: il percorso MigrAzioni è stato portato come “good practice” dalla delegazione italiana alla conferenza WAGGS in India. Formazione sul nuovo articolo 7 bis del regolamento R/S Fatto! Abbiamo dedicato una serata di pattuglia insieme a IABZ e formatori per ragionare sul nuovo strumento. Mantenere attiva la pagina Facebook inserendo informazioni su eventi realizzati dai clan e attività regionali 18

La pagina Facebook prosegue la sua storia: dopo la Bottega “Humans 3.0” 2017 un nuovo team capi/ragazzi ha assunto la gestione della pagina e ha già prodotto una gran mole di lavoro (navigare per credere). Quarta ROSS La quarta ROSS è l'obiettivo che abbiamo mancato: purtroppo non siamo riusciti ad attivarla. Come sempre un grazie di cuore va agli staff delle ROSS: l'impegno profuso e la qualità degli eventi proposti sono elevatissimi. Sulla scia di MigrAzioni e all'interno del progetto nazionale “Ponti e non Muri”, abbiamo attivato anche un cantiere nazionale a Ventimiglia. Purtroppo l'evento non si è realizzato per mancanza di iscritti, ma non ci diamo per vinti e ci riproveremo! Migliorare l’evento “Botteghe” curando la verifica finale. Come l'anno scorso abbiamo incontrato i


capi bottega prima e dopo l’evento. Insieme abbiamo lavorato sulla verifica creando un format comune per la staff e per i ragazzi. Quest'anno sono nati eventi nuovi, la partecipazione è stata nella media degli altri anni (209 iscritti) e davvero poche sono state le defezioni dell’ultimo minuto. Tuttavia non sono partiti per mancanza di iscritti cinque eventi legati ai temi fede, spiritualità e affettività. Lavoreremo affinché questi temi, forse meno “accattivanti” ma importanti, non vengano tralasciati dai nostri R/S.

Special Thanks To: Quest'anno abbiamo coinvolto in pattuglia alcune persone affidando incarichi ad hoc visto che le cose da fare erano tante e le mani degli incaricati solo quattro. Nulla di quanto è stato fatto sarebbe stato possibile senza il loro servzio. Ringraziamo, quindi, Giulia, riferimento preciso e efficace degli EPPPI, Eleonora anima di MigrAzioni, Giorgio e Andrea supporti logistico e artistico alla veglia di Albisola, Francesco metronomo della pattuglia Facebook.

Uno sguardo alla vita di Pattuglia Con gli IABZ abbiamo dato seguito alle indicazioni del Consiglio regionale di settembre 2016 e ridotto il numero di incontri da sette a quattro, provando a fare poco ma bene: in verifica è emerso che l'operazione è riuscita. Abbiamo fatto incontri su partecipazione, affettività (interbranca), competenza. Il taglio è stato quello rielaborativo con l'obiettivo di produrre riflessioni e spunti “rivendibili” nelle zone e fruibili dai capi. C'è ancora da lavorare per costruire una reale sinergia tra zona e regione e andare oltre il semplice “scambio di comunicazioni”, ma ci sembra di aver imboccato una buona strada insieme agli IABZ .

E i prossimi passi? Si avvicina il momento di rifare un punto della strada: chi sono i capi della branca R/S in Liguria oggi? Chi sono i rover e le scolte liguri? Quali nuove mete possiamo proporre? Ci sarà ancora da lavorare sulla partecipazione degli R/S: ci piacerebbe vedere e seguire qualche progetto nato in zona... E torneremo a parlare di amore e affettività... Tra i temi di interesse c'è anche quello della precarietà. La branca che vive sulla strada non può non affacciarsi a questo aspetto del nostro tempo che coinvolge in pieno le vite dei ragazzi e dei capi.

19


Speciale assemblea 2017

A cura di: Lorenzo Cabona

Relazione del Settore Protezione Civile Nell'anno appena trascorso la pattuglia regionale di Protezione Civile, composta da 6 membri, si è dedicata sia a proporre momenti educativi e formativi rivolti a capi e ragazzi sia alla gestione dell’emergenza terremoto nel centro Italia.

Abbiamo inoltre organizzato delle attività durante il palio dei Guidoncini Verdi: coordinandoci con i capi dei ragazzi coinvolti abbiamo incontrato alcune squadriglie proponendo loro attività personalizzate e opportunamente calibrate.

Si è posto grande attenzione ed impegno alla realizzazione della bottega R/S dal titolo: “Scout da salotto o da naufragio?” che pur essendo un’importante occasione di formazione degli R/S risultava non attivata per mancanza di iscritti da diversi anni. L’ottima riuscita di questo evento ha posto le basi per affrontare con spirito nuovo il nostro impegno verso la formazione dei nostri ragazzi e capi e ragionare su nuove modalità di incontro.

Anche quest’anno si è svolto il corso "Pronti all'intervento" indispensabile per poter partecipare ad ogni eventuale attivazione di AGESCI in ambito di Protezione Civile.

Durante l’anno, attraverso l’impegno dei vari membri, la pattuglia ha proposto momenti formativi finalizzati alla creazione di una cultura di Protezione Civile ponendo particolare attenzione a trasmettere ai nostri soci l’importanza di pianificare e realizzare attività sicure grazie alla valutazione preventiva dei rischi. Con un nostro momento formativo abbiamo partecipato al CFM E/G.

Dopo l’attivazione a livello nazionale di AGESCI in data 4 novembre 2016 in relazione al sisma del 30 ottobre la pattuglia ha provveduto a raccogliere le disponibilità dei soci formati ad operare in emergenza e costituito le squadre in base alle disponibilità pervenute. Coordinati dal settore PC nazionale, dalla nostra regione è partita una squadra verso il comune di Cascia che ha operato dal 17 al 24 dicembre 2016.

Bottega R/S a tema PC

20


Relazione Foulard bianchi Per la comunità Foulard Bianchi nazionale è stato un anno di rilancio, un anno da cui ripartire dopo il faticoso percorso che ha portato a definire i termini di “comunità” (composta trasversalmente da capi Agesci e Masci) e “settore” Agesci. La nostra comunità è stata solo sfiorata da questa maggiore ridefinizione, in quanto da sempre è stato portato avanti un percorso comune sia di comunità sia di settore, mediante l’organizzazione di botteghe e di altri eventi. Tuttavia si è sentita l’esigenza di cercare maggiori e nuove collaborazioni con le branche e soprattutto con le zone di appartenenza.

La comunità regionale quest’anno ha camminato sul percorso di catechesi proposto dal Santuario di Lourdes, “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. E’ stato un percorso portato avanti insieme al nostro assistente, Don Giorgio Rivarola e culminato con l’incontro avvenuto presso le Clarisse di Voltri. A livello di numeri, la nostra comunità regionale è formata da 58 membri di comunità, di cui 5 appartenenti al Masci (Genova e Pietra Ligure). Buona strada a tutti, Martina

21

Speciale Assemblea 2017

A cura di: Martina Isoleri


Passato Prossimo

Il Papa e i giovani, a Genova

il racconto di una di una novizia del Genova 52

Il 27 maggio 2017 ho avuto la fortuna di poter partecipare all'incontro con il Papa, svoltosi a Genova. Quest'opportunità mi è stata offerta dai miei capi scout e l'ho subito accolta volentieri. La mattina ci siamo recati al Santuario della Madonna della Guardia, dove abbiamo incontrato molte altre persone che si trovavano lì per il nostro stesso motivo. Una cosa che mi è rimasta impressa è stato il calore con cui tutti lo aspettavano e la gioia con cui veniva preparata una "coreografia" per il suo arrivo, composta da canti, cartelloni, palloni e bandierine. Ricordo sopratutto quando ho sentito riecheggiare nell'aria le note di quelle canzoni che cantavo in chiesa con il mio gruppo scout e vederle intonate da tutte quelle persone mi faceva sentire parte di una comunità.

22

Quello però che mi ha colpito di più è stato il discorso fatto dal Papa... dicendoci: " dovete imparare a guardare con occhi nuovi la realtà, come veri missionari, non siate "turisti" della vita, come coloro che fotografano tutto e non guardano nulla. Non sanno guardare, poi riguardano le foto a casa, ma non è la stessa cosa. Non si può guardare la vita con gli occhi del turista, cioè superficialmente. Bisogna toccare la realtà e guardare le cose come sono, mentre succedono. Se non sappiamo guardare finiamo per ignorare i problemi. Non sappiamo leggere nel cuore degli altri, non dobbiamo essere superficiali: trovare adulti ipocriti è brutto, trovare giovani che incominciano la vita con un atteggiamento di ipocrisia è suicida. Giovani, andate a "missionare".Spero che tutti di questo discorso possano farne tesoro.


23


Futuro semplice

A cura di: Giorgio Costa

SNI Strategie Nazionali di Intervento leggendo tra le righe

Il Consiglio generale ha indicato come prioritari tre ambiti strategici per il futuro dell’Associazione. In poche righe sono condensati temi e problemi attuali che riassumono tanti interrogativi sul futuro della nostra Associazione. Ambiti prioritari di intervento, SNI ovvero, mettendo un attimo da parte la nuova metodologia di lavoro, cerchiamo di entrare nei contenuti del documento. I temi proposti, le parole usate, sono un concentrato dei tanti stimoli arrivati dalle CoCa, dalle Zone, raccolti dalle 20 Regioni italiane. Molti temi, ma argomenti che convergono pur arrivando da un estremo all’altro della penisola. ------------------------------------------Primo punto: “Comunità capi. Il soggetto prioritario di cui l’Associazione dovrà avere particolare cura è la Comunità capi, luogo di incontro di diverse generazioni, luogo

24

di scambio, sostegno e condivisione di fatiche e successi. Come esito di un mandato del Consiglio Generale 2015 (moz.41,moz.45), confluito nel documento “discernimento, un cammino di libertà”, le comunità capi sono chiamate a vivere un cammino di discernimento cristiano e ad acquisirne lo stile. Sarà importante poter riscoprire il ruolo della comunità capi nella progettualità, nella formazione permanente e nella creazione di reti sul territorio, con altre realtà associative ed ecclesiali e con le famiglie.” ------------------------------------------Qui c’è il centro del nostro futuro. Le comunità capi talvolta si sentono sole e insicure. Come aiutarle? L’Associazione troppo spesso ci appare solo preoccupata di dare regole e creare vincoli, offrendo attività e contenuti calati dall’alto. Come fare per essere più ascoltati? Come superare il problema di


sentirsi minoranze dimenticate in fondo alle priorità nazionali? I conflitti interni alle Coca danno la misura della fatica e delle difficoltà. Comunicare interagire all’interno prima ancora che con l’esterno è possibile in modo costruttivo? Il peso degli impegni, come dare le giuste priorità? Come eliminare i sensi di colpa della nostra naturale limitatezza per la quale non possiamo arrivare a fare tutto? Come apprezzare e condividere a fondo i momenti di divertimento e gioia? Come accettare e condividere la forte precarietà delle nostre vite, il lavoro e lo studio con orari impossibili che ci portano lontani? Il cammino di discernimento cristiano è un esercizio costante continuo e pressante nelle nostre scelte anche piccole quotidiane personali. Come sposarlo con le scelte della comunità? Le suggestioni continue che riceviamo, gli stimoli emotivi negativi sono una pressione pesante da gestire: come selezionarli? Come condividerli e usarli per trasformarli in momenti di crescita vera? I rapporti con l’esterno, dove la vita comunitaria non è capita, dove la prima comunità quale la famiglia è la prima ad essere in crisi, come fanno a diventare un momento di crescita e di speranza? Ma soprattutto riusciremo ad accettare che le nostre CoCa sono uno strumento nelle mani di Dio e dovremo sempre più affidarci a Lui e non solo al nostro entusiasmo e alle nostre forze così finite? ------------------------------------------Secondo punto. “Educare al sogno. Con i piedi per terra e lo sguardo verso il cielo. Consapevoli di dover fare i conti con il dominio della dimensione virtuale della realtà e di dover contrastare il senso di rassegnazione

che sembra caratterizzare questo tempo, i capi - chiamati ad essere portatori di speranza - educano al sogno. Si impegnano a guardare ai ragazzi e alle ragazze che hanno davanti, non a quello che immaginano, e alle loro potenzialità, per guidarli a scoprire il gusto dei propri sogni e ad accogliere il progetto che Dio ha su di loro. I capi accompagnano i ragazzi a riconoscere nel proprio sogno la possibilità e la responsabilità di rendere il mondo migliore, intrecciando competenze personali e le risorse del territorio (Cfr. Laudato Sì) ------------------------------------------Siamo alla vera emergenza educativa. Cosa significa per noi educare al sogno? Il mondo ci porta già fuori della realtà riempiendoci di paure, quali possono essere gli strumenti per diventare più solidi? Quante volte la paura di sbagliare con noi stessi e con gli altri ci impedisce di aprirci e quindi di crescere? Troppe regole tese solo ad eliminare i rischi ci impediscono qualsiasi slancio impedendoci di sperimentare e conoscerci in profondità. Quali possono essere le proposte veramente alternative? Facciamo fatica a capire e comunicare i nostri sentimenti, come faremo a capire qual è il nostro sogno? Se siamo completamente concentrati su noi stessi, anche a causa della comunicazione virtuale e di prospettive di vita di

25


cortissimo raggio. Come potremo raccogliere il messaggio di Dio che ci parla attraverso i segni della nostra storia e attraverso le persone che ci circondano? ------------------------------------------Terzo punto: “Accoglienza. La sfida più forte con cui la nostra società è chiamata a confrontarsi è l’accoglienza. Impegnarsi in questa direzione significa per l’Associazione testimoniare il senso evangelico dell’accogliere, farsi capaci di educare le ragazze e i ragazzi alla relazione personale nello spirito della reciprocità (non solo includere, ma anche lasciarsi accogliere) e contribuire attivamente a creare contesti aperti all’accoglienza.” ------------------------------------------E’ un atteggiamento che ci chiama in continuazione e un problema che incontriamo ogni giorno. Come essere significativi nel viverlo? Ci sono aspetti ben collegati agli ambiti precedenti. Come e quanto siamo accoglienti nelle nostre CoCa? Quale capacità di attenzione verso il gruppo vicino che sta per chiudere? Quale accoglienza per il giovane capo travolto dalla precarietà che ha un desiderio profondo di fare servizio educativo? Quale capacità di condividere sogni di-

26

versi? La paura delle idee diverse dalle nostre non rischia di impedire qualunque forma di dialogo vero? Lo scoutismo che noi proponiamo è realmente per tutti? Riusciamo a essere significativi in qualsiasi ambito sociale? Riusciamo ad uscire completamente da un radicato senso di superiorità quando offriamo la nostra proposta educativa ad ogni livello? Siamo capaci a farci aiutare (non solo nelle piccole cose), affidandoci a persone meno conosciute? Quante volte la “fragilità” dei nostri ragazzi diventa un alibi per limitare o “regolare” incontri e attività? Accettiamo il fatto che non è solo la perfetta adesione alle “regole” che ci fa proporre un buon scoutismo? Ognuno di noi di fronte a questi tre ambiti si porrà altrettanti interrogativi. Sarà importante condividerli in ogni occasione e in qualche modo farli arrivare fino al livello nazionale. Abbiamo sicuramente bisogno di idee originali e costruttive. Solo così potremo crescere un po’ e fare vero scoutismo. Link al documento sulle SNI


Fare Scautismo A cura di: Stefano Barberis e la redazione di SIL

Essere capi oggi (parte 1 di 3)

l'inizio di un percorso di condivisione sull'essere capi oggi, in Liguria.

Gli ingressi che scarseggiano, turnover in Co.Ca., giovani capi unità, Erasmus, precarietà…quale la ragione? Quali le circostanze? Quali le soluzioni? Una riflessione a 360° per l’intera associazione, che trova spazio anche nella relazione annuale del Comitato. Inizia l’anno e arriva il tanto temuto momento delle “disponibilità”: chi resterà col cerino in mano? Akela continuerà ad guidare il mitico Waingunga nonostante il prossimo Erasmus a Monaco di Baviera? E Lorenzo, capo clan neo-laureato in Ingegneria, riuscirà a trovare lavoro vicino a casa per portare alla partenza ai suoi ragazzi? E che dire di Valeria, aiuto capo reparto che non si sente molto più partecipe dello scautismo e che “proprio quest’anno non ce la fa”? “La Cambusa” è ormai da anni, la fonte delle statistiche riguardo ai nostri censimenti e ai numeri dei capi presenti nelle nostre Comunità Capi. Dando uno sguardo ai dati, raccolti da Giorgio Costa, si possono fare alcune considerazioni

che (senza alcun velleità di giudizio o di redazione di tesi di giustificazione/ comprensione del fenomeno), possono essere utili per provare a capire cosa sta succedendo all’interno dei nostri gruppi magari per avviare un processo di riflessione all’interno dell’associazione sul percorso di tirocinio dei nuovi capi, sulla pratica sempre più comune di capi unità al primo anno di Co.Ca., su dinamiche di disponibilità a servizio “più elastiche” in termini di impegno temporale e sul ruolo di capi che devono sentirsi sempre più a servizio dell’associazione e meno dei propri gruppi. Partiamo da un primo confortante dato: il numero di capi in Liguria è abbastanza costante negli ultimi anni e si attesta intorno alle 1100 unità. Guardando i dati de “La Cambusa” rispetto agli abbandoni in Comunità Capi tra il 2016 e il 2017, la fotografia mostra che ogni anno la nostra associazione perde circa 150 capi, di cui 34 nella fascia d’età >37 anni che include anche capi formatori, assistenti, capi gruppo,

27


quadri associativi ecc. Introducendo una metafora “cambusiera” li chiameremo: CAPI CARNE SECCA (a lunghissima scadenza) Il dato che stupisce è sicuramente quello relativo agli abbandoni entro i primi 3-4 anni di percorso in Co.Ca. (trai i 21 e i 24 anni ossia 1 anno di tirocinio + un percorso di 3 anni di capo unità in branca come proposto dall’attuale metodo) che risultano essere più di un terzo degli abbandoni totali Liguri (58). Questi sono i CAPI YOGURT. Cosa spinge i capi yogurt ad interrompere il proprio servizio: percorsi di studi/ inizio di carriere lavorative fuori dalle proprie località di appartenenza? Esperienze Erasmus? Eccessiva rinuncia a ciò che è altro dalla vita scout? Certo, non può esserci solo questo; soprattutto guardando il dato relativo agli abbandoni al primo anno di Co.Ca. che ci mostra come gli abbandoni dopo l’anno di tirocinio sembrano essere più frequenti a Genova piuttosto che fuori Genova, “sconfessando” il fatto che una potenziale giustificazione legata agli abbandoni dei capi di paesi e province legati al loro essere “studenti fuori sede”. Questo dato apre ovviamente una riflessione che l’associazione e le Co.Ca. dovrebbero legata all’efficacia del percorso “motivazionale” di tirocinio e alle responsabilità/sfide che vengono affidate ai nuovi capi, cercando di guardare anche al di fuori delle nostre sedi, in una società sicuramente più precaria e più “difficile” per impegni a lungo termine, ma che allo stesso tempo forse non promuove la voglia di mettere nel proprio zaino fatica e responsabilità.

28

Nella seconda parte di vita in comunità capi (25-29 anni – tipico “passaggio” a servizio in branca R/S) notiamo che si concentra la seconda tranche di abbandoni (53), di capi che spesso “esaurito” il loro servizio o per scelte di vita (nozze/ lavoro), decidono di lasciare la Co.Ca: sono i CAPI SCATOLETTE. In questo caso la riflessione che penso l’Associazione potrebbe aprire è: come possiamo sfruttare questi capi che tanto hanno dato allo scautismo e alle loro Co.Ca per coinvolgerli verso servizi “meno impegnativi” temporalmente, ma necessari per la nostra associazione sia a contatto con i ragazzi (campetti competenza, Piccole Orme, Ross, campi formazione ecc.) che non (quadri associativi, incarichi di zona ecc.)? L’associazione promuove abbastanza questo tipo di servizi durante i campi di formazione? I capi non vogliono parteciparvi perché hanno perso l’entusiasmo dopo essere stati “spremuti”? I servizi in associazione a minor contatto con i ragazzi come sono visti dai capi oggi presenti dalle Co.Ca.? Solo come noia e burocrazia? Non bisogna trascurare poi un fenomeno più difficile da quantificare ma ugualmente importante: i capi mancati, i tanti ragazzi che non entrano nelle nostre Co.Ca., magari dopo la Partenza. Potremmo chiamarli I “CAPI” SCAFFALE, che di fatto rimangono al supermercato scegliendo di non spendersi in AGESCI.. Ultimamente c'è la percezione che il numero di chi sceglie altre strade (ci mancherebbe che ce ne sia solo una e che sia quella associativa!) sia aumentato. La Co.Ca. risulta poco attrattiva? Il servizio troppo gravoso e carico di responsabilità? Troppo tempo ed energie richieste?


Questo articolo vuole essere il primo di un trittico che porti a un’analisi più approfondita del fenomeno degli abbandoni in Co.Ca. e dei non ingressi (!!) nella nostra regione per provare ad avviare a livello di zone e di regione un percorso di riflessione sul coinvolgimento e la “durata media” dei capi in servizio.

1. Esiste un problema?! 2. Analizziamolo. 3. Identifichiamo delle buone pratiche. …ma soprattutto per far sì che ogni comunità capi possa avere una cambusa ben fornita con Capi yogurt, capi scatolette e capi carne secca per poter offrire una proposta sempre adeguata ai nostri ragazzi. Loro sono i veri protagonisti!

A tutti i lettori e ai gruppi chiediamo di confrontarsi in Co.Ca e di scrivere a: stampa@liguria.agesci.it per dare vita al secondo passo. Raccontateci: - La situazione degli ingressi di nuovi capi nella vs Co.Ca. - La permanenza e il coinvolgimento dei capi che già ci sono. Ci sono fenomeni (positivi o negativi) in accelerazione? Ci sono diversità tra zone, quartieri, … Condividiamo! Le vostre testimonianze (possibilmente sintetiche) verranno pubblicate! Abbandoni dello scorso anno Età (anni)

LIGURIA

Area Genova

36

3

3

35

4

2

2

34

2

1

1

33

7

4

3

32

3

2

1

31

7

2

5

30

6

5

1

29

11

8

3

28

13

11

2

27

8

5

3

26

10

7

3

25

11

6

5

24

19

15

4

23

19

11

8

22

12

8

4

21

8

7

1

29

Fuori Genova


Zoom Liguria

A cura di Doris Fresco

Zona La Spezia e Libera:

un rapporto di fratellanza nello sforzo comune di memoria ed educazione alla legalità

A La Spezia il coordinamento di Libera- associazioni, nomi e numeri contro le mafie, è una realtà molto attiva e ben radicata grazie alle attività con le scuole, soprattutto a Sarzana; AGESCI ha sempre fatto parte di questo tavolo. Per quanto riguarda la zona Spezia, il rischio è stato spesso quello di guardare passivamente quello che Libera proponeva. In questo contesto, un esempio positivo è sempre stato il rapporto tra il gruppo Sarzana 1 e Libera, proprio per i fatti di cronaca che hanno negli anni fatto emergere un triste quadro di infiltrazione ‘ndranghetista nella Val di Magra: la presenza delle mafie sul nostro territorio è, infatti, una storia lunga più di cinquant’anni, come descritto nel libro inchiesta Il Confine di Marco Antonelli, che racconta la criminalità organizzata nelle sue attività nella “terra di confine” tra Liguria e Toscana. Marco Antonelli, che fa parte dell’equipe di gestione del “Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della criminalità organizzata e della corruzione” del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, ha incontrato più volte i ragazzi scout dell’intera provincia spezzina, per consegnare loro questo racconto teso e coinvolgente, ricco di testimonianze di magistrati, che documenta le informative

30

degli operatori di polizia, le denunce degli amministratori locali, ma anche i faldoni dei fascicoli dibattimentali dei processi e le conseguenti sentenze, e le pagine dei giornali locali. Si legge nella descrizione dell’editore: “Il Confine è un lavoro minuzioso e pionieristico da cui emerge il vivace spaccato delle “gesta” di piccoli e grandi criminali e delle loro famiglie e organizzazioni. Un libro che si legge come un romanzo e che - tra spaccio, racket delle estorsioni e vendette sanguinose – proietta sulle coste e sull’entroterra di questa magnifica terra la quadruplice ombra di Cosa Nostra, Camorra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita”: è dunque sembrato giusto a tutta la zona, nominato un referente AGESCI all’interno del coordinamento di Libera, consolidare ancor di più questo rapporto, come ci spiega Stefano Rolla, aiuto capo alla bottega Ora, Legale! che si è svolta a maggio e che è stata riconfermata per una seconda edizione nel 2018: “Abbiamo voluto accogliere la richiesta dell’associazione di collaborare con la Zona, per creare insieme momenti educativi e di confronto, proprio grazie alla presenza di Irene Ratti, nominata referente AGESCI all’interno del coordinamento. Proporre una bottega ci è sembrata la scelta più giusta, anche per


portare oltre i confini della zona la nostra proposta e per far conoscere questa proficua esperienza ai ragazzi di tutta la Liguria”. Grazie alla Bottega gli R/S partecipanti hanno potuto conoscere l’autore Antonelli, e con lui- insieme ad altri preziosi testimoni- hanno scoperto la relazione fondamentale tra legalità e quotidianità. Il messaggio lanciato dalla zona Spezia è chiaro: la conoscenza può essere una difesa ed un deterrente nei confronti delle organizzazioni criminali, ma anche nel vivere quotidiano che spesso ci porta a dover prendere delle decisioni che possono portarci verso la legalità o l’illegalità. La collaborazione con il presidio Dario Capolicchio di Sarzana è stato fondamentale per l’esperienza della Bottega, essendo nato proprio in un Liceo di Sarzana e quindi formato da ragazzi della stessa età. Durante la Bottega i ragazzi hanno potuto scoprire la realtà dell’infiltrazione mafiosa a Sarzana e nella provincia spezzina, toccando con mano come, grazie all’impegno di giovani capaci, possa nascere qualcosa di bello. Come già accennato, il gruppo Sarzana 1 ha sempre proposto ai propri ragazzi questa positiva collaborazione, segno di un radicamento nel territorio che gli stessi rover e scolte hanno voluto portare

anche nella nuova esperienza del gruppo Lunae per questi motivi hanno scelto per la Route estiva la Sicilia, volendo approfondire e conoscere da vicino le realtà che hanno scoperto grazie al lavoro di anni. Come si legge nella presentazione del presidio Dario Capolicchio a Sarzana: “Lbera si fonda su due capisaldi irrinunciabili: la memoria e l’impegno. Per i giovani di Sarzana non è stato difficile individuare, così, il primo capo del filo di questa storia. Da concittadini di Dario Capolicchio, hanno sin da subito voluto legare l’elemento della memoria a questo giovane studente, rimasto vittima della strage di via dei Georgofili a Firenze. Durante la tessitura di questa trama si è sviluppata negli anni un’intensa attività, volta a condividere gli ideali di Libera e la storia di Dario con tutta la cittadinanza. Partendo dal capo della memoria, questo filo ha segnato un percorso di impegno concreto, che dura tutt’ora: dal presidio sarzanese a quello spezzino intitolato a Nino Agostino e Ida Castelluccio, fino alla nascita del coordinamento provinciale di Libera e dell’associazione di promozione sociale L’égalité”. La zona Spezia non si è voluta sottrarre a questo impegno di conoscenza e memoria, riuscendo a tessere con Libera un rapporto che si spera possa andare sempre più in crescendo.

31


Scout chi legge

A cura di: Francesco Bavassano

A day in the life Alessia, Quadro di 35 anni

O tempora o mores, come faremo a mantenere in vita questa associazione. di un incaricato. La chiamata è sempre a orari strani, per cogliere alla sprovvista, inizia da un argomento totalmente differente per distrarre, blandisce con complimenti per far abbassare le difese e poi colpisce con la proposta che non si può rifiutare. Il vero problema è quando due dicono di sì contemporaneamente, lì scattano i risarcimenti con altre cariche o sconti censimento. Ore 8.30 Iniziamo la riunione, strategie d'azione, bilanci, grappa. Cose da quadri. Ognuno dei 30 partecipanti ripete lo stesso identico concetto variando alcune parole, alcune sfumature lessicali e talvolta solo l'accento. Sembra l'interrogazione di poesia alle medie.

Ore 7.30 Mi sveglio quando la terza pallina nera centra infine la mia bocca cadendo dal soffitto di travi. Nel mentre suona la sveglia di Lucia, ...Celentano, e vabbé. Cerco di disincastrarmi dal saccapelo Berghaus che ha visto troppi inverni. Il buon Alberto è già sveglio, sicuramente da ore, e adesso, in mutande, scruta dalla finestra. Eccolo: il sapore di ghiro della pallina conferma il primo sospetto della mia mente ancora annebbiata. Sono a Vara. Incontro quadri. Ore 8 Mentre faccio colazione ne approfitto per uno dei miei cavalli di battaglia: l'inchiap*** telefonica, abbiamo bisogno

32

Su molte cose passiamo 15 minuti solo a decidere di chi sia competenza la risposta: eh no ma è più della zona, no, dei gruppi, però in realtà... Finiamo spesso per rimandare alla prossima l'argomento. Easy win. Ore 10 Parliamo dell'assemblea, la base si lamenta le presentazioni sono troppo scarne, le relazioni troppo lunghe, arrivano troppo presto, vengono consegnate troppo tardi Ma vaff... Peccato per l'incaricata che si sente una piccola Steve Jobs sul palco e deve assistere a capi in libera uscita, che chiacchierano e tacchinano le ignare tirocinanti al caffè. Sembra il Lucca Comics, un branco di nerd normalmente apolidi che si ritrovano in ambiente non ostile.


Anche tu cosplayer di Avatar? Vieni, ti faccio vedere la mia collezione di distintivi. Ore 12.30 Non è male essere quadro: conosci persone importanti, vescovi, politici, capomafia rionali. Peccato che dobbiamo presentarci in uniforme e quando il presidente di turno vede le nostre improbabili gambacce spelacchiate o la camicia stropicciata con i distintivi da Gran Mogol la credibilità è difficile da conquistare. E' anche vero che ai monsignori praticamente in gonna nessuno si sogna di dare la tara. Forse dovremmo passare alla talare azzurra. Ore 16 Dobbiamo organizzare il viaggio a Bracciano. Ci sfiora l'idea di andare in aereo. Pensiamo al Freccia Rossa. Passiamo al Vito 9 posti. Finiamo col pulmino scassato alimentato a segni della croce, “prestato” da una parrocchia che lascia il cancello aperto e le chiavi nel cruscotto. Tutti gli anni a Bracciano la sensazione è quella di immergersi nella vasca degli squali, anzi del pesce azzurro. Movimenti, bisbigli, conta dei voti, elezioni sul filo di lana. - Per cosa combattono?- mi ha chiesto una volta mio cugino Alfredo. -Mah niente, per poter girare l'Italia come l'acqua nei tubi, parlare ogni sera a 40 sconosciuti sul futuro del mondo e dell'associazione, rubando tempo al lavoro, alla famiglia e a Netflix. Gratis. Ore 18 Passiamo al resoconto delle Branche. Ognuna, più o meno sottilmente, tira acqua al mulino e percula bonariamente le altre: la nostra relazione è più lunga, i nostri campetti più partecipati, i nostri

capi si lavano di più, i nostri treni arrivano in orario. Velo pietoso sugli scherzi nella sede regionale, guano nei cassetti interbranca, cartelloni dissacrati, manichini lasciati in pose volgari, gabbiani vivi nel baule del comitato, assalti alle sedi ACR di sotto. Ore 22 L'ora è giusta per richiamare il ragazzo per l'incarico di stamattina. Nel frattempo si è attivato il suo capo gruppo che ha provato a strapparlo all'abbraccio mortale. Mi sento un po' come il Balrog infernale versus Gandalf. Non saprei dire quale dei due. C'è una guerra fredda tra quadri e gruppi che manco negli anni 80. Spie nelle zone, registrazioni a tradimento, tangenti agli IABZ. Che poi la vera emergenza sono i formatori, figura mitologica quanto lo Yeti. Una volta sul muro di Vara ho letto una frase sibillina. “Chi forma i formatori. Chi controlla i controllori. Giulia sei la cosa + bella k abbia mai esistito”. Bah. Ore 23.00 Stiamo terminando l'incontro quadri. Direi KO tecnico alla dodicesima ripresa. O tempora o mores, come faremo a mantenere in vita questa associazione. La gente se ne fregano, la società è in declino, i ghiacciai si sciolgono e non ci sono più i capi di una volta. Poi, mentre ci avviamo alle macchine col peso di Agesci sulle spalle, Ale, un sognatore, alza la testa e: Ragazzi, in fondo noi siamo dei quadri, siamo fatti apposta perché qualcun altro dipinga sulla nostra struttura. Certo, a volte l'associazione sembra un Picasso periodo cubista, ma... belin, un Picasso!

33


Arte Scout e Rock&Roll A cura di Andrea Borneto

Un Falco volava nel cielo, Osage Tribe e Franco Battiato scoperte le origini di una delle più celebri canzoni scout

Un falco volava nel cielo al mattino, ricordo quel tempo quando ero bambino. Io lo seguivo e nel rosso tramonto dall'alto di un monte SCOPRIVO il mio mondo. E allora Eha, eha, eha! ... E allora? Non sapevate che dietro a queste parole c'è niente popò di meno che Franco Battiato. Ebbene sì nel 1971 il noto artista siculo fondò il gruppo rock progressive Osage Tribe e incise nello stesso anno il 45 giri Un falco nel cielo. Tutto cominciò con l'interesse verso la musica degli indiani d'America:

A casa di Hebert Pagani, nel 1971, [Battiato] incontra Nunzio Favia, in arte Cucciolo, un batterista giunto poco tempo prima da Bari, con il quale nasce un'amicizia: discussioni, progetti, voglia di incanalare le energie in qualcosa che non miri soltanto alle vendite. 34

Lo spunto iniziale arriva:"Eravamo andati a vedere Il piccolo grande uomo, con Dustin Hoffman, ed eravamo rimasti affascinati dalla musica degli indiani d'America, così pensammo di fare qualcosa di simile." [...] il progetto sui nativi americani viene così proposto a Massara [fondatore dell'etichetta discografica Bla Bla] che si dimostra subito disponibile ad appoggiarlo.1

I motivi dell'adozione scoutistica riguardo questa canzone sono da ricercare su diversi piani interpretativi, quelli qui proposti sono alcuni dei tentativi che si posso provare. Nel complesso si può dire che nella nostra versione strimpellata per chitarra la forma elementare ( 5 strofe alternate da un ritornello onomatopeico e minimalista) e il testo semplice, snello ma ricco di suggestioni, la rendono accessibile e orecchiabile a qualsiasi tipo d'età. 1

ANNINO LA POSTA, Franco Battiato – Soprattutto il silenzio, pp. 15-16, Giunti, 2010, Firenze


La sua forza è proprio in questa semplicità di scrittura che riesce ad immergere nel mondo dei nativi americani attraverso immagini chiare dalle sfumature sinestetiche. È evidente come l'andamento della narrazione ripercorra un percorso di formazione di un personaggio che da bambino diventa uomo. Nella prima strofa per esempio c'è il tema della scoperta collegato al ricordo d'infanzia, e così in neanche quattro versi e in due fotogrammi abbiamo la spensieratezza del bambino e la nostalgia dell'adulto. Fiumi, boschi e mari senza confine, i chiari orizzonti, le verdi colline. E un giorno partivo per un lungo SENTIERO, partivo ragazzo e tornavo guerriero.

un sentiero dove le esperienze ti segnano l'animo e si torna cambiati. Le TENDE rosse vicino al torrente, la vita felice tra la mia gente. E quando il mio arco colpiva lontano, sentivo l'orgoglio di essere indiano Fiumi, boschi e mari mossi dal vento, lune su lune i miei capelli d'argento. E quando era l'ora dell'ultimo sonno, partivo dal CAMPO per non farvi ritorno. E allora? "Chissà chi lo sa" era il nome della trasmissione al quale Un falco fece da sigla sempre nel 1971, e chissà chi lo sapeva?

Per assaggiare il mercato, la Bla Bla decide di puntare su una canzone leggera, Un falco nel cielo, [...] che in massima parte è scaturito dalla penna di Battiato, che ne è sicuramente l'interprete. La canzone diventa la sigla di una trasmissione televisiva del sabato pomeriggio, "Chissà chi lo sa".3

E allora eha eha eha! ... E allora un'altra chicca ancora meno nota, la genesi di questa canzone è legata a Genova:

Cucciolo ha dei contatti con il chitarrista di un gruppo genovese, la Nuova Idea, Marco Zocheddu, che sposa l'iniziativa e, insieme a un altro genovese, il bassista Bob Callero, si unisce al nuovo gruppo, gli Osage Tribe. Il nome, scelto da Battiato, si riferisce a una tribù di nativi americani che ha venduto la propria tradizione a una modernità fatta di whiskey e commerci petroliferi. Seguono giorni e giorni di prove sulle colline intorno a Genova, in una sala annessa a una chiesa, presa in affitto dal prete. 2 Nella seconda strofa il bambino diviene ragazzo, la natura in tutte le sue sfaccettature è teatro di crescita, si parte lungo 2

Ibidem

La terza e la quarta strofa si incentrano sulla comunità e il raggiungimento degli impegni. Gli indiani sono stati fonte d'ispirazione per B.P., il ricorso al loro immaginario ci suona familiare ed è per questo che implicitamente il parallelo di immagini di tende, fiumi e prati verdi rafforza il collegamento. Il tempo continua a scorrere, lune su lune, giunge il momento in cui staccarsi dal campo come in un Hyke e farsi grandi, abbandonare il vecchio e passare al nuovo, scegliere di ri-partire. Un falco volava nel cielo al mattino e verso il sole mi indicava il CAMMINO. Un falco che un giorno è stato ferito, ma non è morto, si è solo smarrito. 2

Ibidem

35


E allora un'ultima cosa. Sul 45 giri originale non è presente solo la traccia che conosciamo, sul retro c'è anche un'altra traccia:

Sul retro c'è Prehistoric Sound, identica a Un falco volava, ma con un testo diverso scritto in inglese. Se il disco non affonda i colpi, lo fa invece la copertina, che presenta una testa di bambola mozzata con un rivolo di sangue che le cola dalla bocca.4

4

Ibidem

L'ultima strofa si ricollega alla prima, rispunta il falco che è la guida del nostro sguardo, lo stimolo a spingersi oltre, a giocarsi. Un finale di speranza che non dimentica i dolori, le difficoltà, le atroci ferite che spesso abbattono il cuore e la mente, ma non è morte esistenziale bensì smarrimento e almeno finché ci si ostina ad alzare gli occhi al cielo si può continuare a sognare di volare. Link: https://www.youtube.com/ watch?v=b2vjSY3UAUc Osage Tribe https://www.youtube.com/ watch?v=diDfXJjqZ_k canzone scout

36


37


Spiritualità scout

A cura di: P. Francesco Cavallini sj e Federico Parise sj

Discernimento for scouts

dall'esperienza gesuita, una rilettura per scout.

Il rischio di parlare di discernimento con un capo scout è quello di usare una terminologia da addetti ai lavori che poco lo coinvolge nel linguaggio e nell'esperienza radicata del metodo scout. Per questo vorremmo aiutare a riconoscere ciò che di discernimento è già presente all'interno della propria esperienza di scautismo. Se guardiamo con uno sguardo di prospettiva al percorso che un ragazzo segue dalla branca L/C al Clan, notiamo che il metodo scout fornisce attraverso il gioco, la manualità e la responsabilità un percorso di crescita che aiuta il ragazzo a situarsi nel suo "qui ed ora" e a prendere decisioni che lo coinvolgono personalmente, all'interno di una comunità e di una tradizione di gruppo, di metodo ed ecclesiale. Queste esperienze servono da contesti di regole in cui il ragazzo può sperimentarsi nella propria progettualità, acquisendo uno sguardo sulla propria vita (che porta anche all'esterno facendolo progressivamente sempre più suo) che è quello di crescita, di libertà e di Strada da fare con coraggio; non è un percorso teorico ma molto pratico, dove il ragazzo impara facendo, confrontandosi con gli altri e leggendo la realtà che gli sta attorno. 38

Dall'altro lato i capi non sono garanti passivi di un sistema che funzionerebbe anche senza di loro, ma sono le persone in carne ed ossa che seguono questo progetto di crescita, adattando una metodologia ricca e di provato funzionamento e mettendo sempre al centro i ragazzi. La formazione obbligatoria per i capi che l'AGESCI prevede è una delle più ricche, ma non vuole essere, nè é, un libro di regole o una serie di concetti da replicare in qualsiasi situazione, come ogni capo sa bene. A tutti è capitato in Co.Ca di ritrovarsi ad agire in situazioni non ideali, quali la carenza di Capi formati per garantire l'anno di Noviziato, il pensare se accogliere in una branca un ragazzo con evidenti problemi psicologici o se accogliere in Co.Ca un Tirocinante senza percorso di Fede e/o esperienza Scout; di trovarsi a fare i conti con la mancanza di tempo e ad appoggiarsi ai genitori per la preparazione del Campo di Reparto, ecc... Tutti questi casi mostrano che il Capo deve fare fronte a sfide ed imprevisti che lo mettono in gioco, pongono in discussione loro stessi e il metodo e lo mettono in connessione con una realtà che cambia sempre o che, come dice Papa Francesco, è superiore alle idee.


Questo è il discernimento, saper prendere buone decisioni, anzi le migliori possibili, tenuto conto della complessità della realtà concreta. Ma questo implica il coraggio di assumersi la responsabilità delle decisioni senza delegarle ad altri o alle regole o a procedure. Di fatto l'esperienza umana originaria è quella del mondo come "Kaos", che se non viene organizzato con regole, procedure, usi, ecc. risulta invivibile. Esempio, si decide che: si viaggia a destra, ci si ferma al rosso, l'ora di lezione inizia e finisce al suono della campanella; che i mezzi pubblici hanno un percorso regolare e orari definiti, che se si firma un assegno c'è anche il corrispettivo in denaro, che i turni di lavoro hanno un orario stabilito così come gli uffici. Ma è esperienza altrettanto comune che, proprio per la complessità della realtà, non basti attenersi alle regole e agli usi per fare la scelta migliore e che, addirittura, a volte attenersi alle regole comporti fare la scelta peggiore (o il male!) con la perversione di sentirsi a posto in quanto si sono rispettate le norme. Un esempio un po' paradossale che può rendere l'idea, è quello di un medico fuori dal turno che sta percorrendo una strada con divieto di inversione a "U" e dall'altra parte c'è un incidente con un ferito che necessita di cure; se il medico rispettasse scrupolosamente al codice della strada, trascurerebbe il ferito e formalmente sarebbe corretto. Ma c'è un livello ancora più profondo e importante del "discernimento" cioè quello di saper riconoscere l'azione del-

lo Spirito Santo nella vita particolare di ognuno, il quale si contrappone allo spirito del "sabotatore", quello che gli antichi padri spirituali chiamano lo "spirito del nemico" che non cerca il nostro bene e il vero bene, ma il male facendo leva sulle nostre paure, condizionamenti, egoismi. Questo è il "discernimento degli spiriti" (cioè delle dinamiche interiori) perchè queste forze sono attive dentro di noi e il discernimento è quell'arte di saper riconoscere tali dinamiche e di saper assecondare l'azione dello Spirito buono, che è lo Spirito Santo, l'azione di Dio in noi, che cerca sempre il nostro bene, la nostra autenticità e che fa in modo che generiamo bene. E' lo Spirito che dentro di noi genera coraggio, speranza, generosità, autenticità, libertà, perseveranza e che illumina quale sia il vero bene nella complessità della realtà. D'altra parte è anche l'arte di non assecondare lo Spirito del nemico che è sempre contrario al vero bene, genera egoismo e paure e quindi mediocrità ed inautenticità. Confrontarsi con la figura di Gesù crea i presupposti per un discernimento di qualità. Anche in questo caso, non si tratta di una conoscenza solamente teorica, ma di una memoria costruita con la frequentazione delle scene bibliche in cui vediamo come Gesù si comporta, cosa fa e conosciamo i suoi criteri. Come quando frequentiamo una persona che stimiamo e da cui desideriamo imparare, e pian piano assumiamo il suo stile fino a farlo nostro, così accade con Gesù: stare alla sua presenza ci renderà per così dire "pratici" del suo modo di agire fino a saperlo tradurre nelle scelte concrete nelle diverse situazioni che viviamo.

39


Bacheca foto di GRV Italia

A cura di Le Gioiose

Basi AGESCI Liguria 2.1

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. (Eleanor Roosevelt)

Prime notizie sull’attività della base agesci Convento di San Francesco di Cairo Montenotte La base agesci Convento di San Francesco, data in gestione all’AGESCI Liguria dal Comune di Cairo Montenotte a fine marzo 2017, traccia un bilancio dei suoi primi 6 mesi di attività, periodo caratterizzato da una grande operosità della pattuglia di gestione, che l’ha dotarla di letti, materassi, cucina, stoviglie, ha tagliato l’erba quando necessario e l’ha ripulita dopo gli anni di inattività, successivi alla ristrutturazione. Il convento ha iniziato ad essere opera-

40

tivo, a soli 15 giorni dalla sua apertura, il 15 aprile con l’accoglienza del branco del Genova 58 che ringraziamo per la fiducia data ad una struttura appena aperta. La bellezza e il fascino dell’edificio duecentesco, la sua collocazione al centro di una valle verde e la pace assoluta che si respira, hanno probabilmente compensato qualche pecca di inizio attività. Le presenze si sono susseguite numerose e a fine settembre possiamo contare una quindicina di gruppi che hanno raggiunti la base San Francesco per un totale di circa 500 persone e 1500 pernottamenti tra convento e prato.


I gruppi sono arrivati non solo dalla Liguria , ma anche dal milanese e addirittura, un numeroso gruppo con lupetti, reparto e clan da Offenburg in Germania. Man mano la cura del convento si è fatta sempre più precisa, grazie anche ad un gruppo di amici, molti ex scout che ci hanno regalato qualche domenica di lavoro in compagnia. I commenti degli ospiti sono stati estremamente utili per portare la base allo stato attuale e hanno spesso sottolineato la bellezza della struttura, la numerosità dei percorsi a piedi che partono dalla base, che ci ripromettiamo di tracciare adeguatamente , la vicinanza accettabile al centro di Cairo per i rifornimenti alimentari e la Messa. La nostra base scout, trattandosi di un convento simbolo di Cairo e molto amato dalla città, in alcune particolari occasioni è stato aperto alla cittadinanza. E’ stato visitato dagli ospiti della celebrazione del 150esimo anniversario della nascita di Federico Patetta, illustre cittadino cairese, storico di diritto di levatura europea, dagli studenti dell’Istituto Patetta geometri, dai bimbi dell’asilo Picca di Bragno ed il 30 settembre è stato teatro della celebrazione del 25esimo anniversario dell’ AVO, associazione volontari ospedalieri, alla presenza della presidente dell’AVO di Cairo M.tte Giusi Nisi, dei responsabili nazionale dott. Silumbra e regionale dott. Colombo, del Dott. Salmoiraghi. Il Vescovo di Acqui Terme Piergiorgio Micchiardi ha celebrato la Santa Messa nel chiostro del convento gremito di cittadini in un tiepido sabato di fine estate.

Pensavamo che con settembre finissero le presenze nella nostra base, invece ci hanno piacevolmente sorpreso le prenotazioni per tutti i fine settimana di ottobre, della prima metà di novembre e del ponte dell’8 dicembre, quindi appuntamento al prossimo numero per raccontare le avventure invernali.

Alla base il Rostiolo la pattuglia si è dedicata alla manutenzione, è stato rinfrescato il bianco in molte stanze di casa Mugnoli, sono stati portati avanti molti lavori di rifinitura a casa Romana e tante riparazioni piccole e grandi in tutta la base. Purtroppo bisogna segnalare che tanti gruppi scout hanno lasciato spazzatura, case sporche e qualche danno di troppo; comportamenti che ci soraggano nel nostro faticoso lavoro di manutenzione e miglioramento delle basi Liguri. Per fortuna ci sono anche gruppi che hanno lasciato i luoghi che li hanno accolti meglio di come li avevano trovati ed hanno aiutato la pattuglia eseguendo piccoli servizi e lavori utili. Anche quest'anno AGESCI Liguria organizzerà un campetto Ora et Labora nel periodo pasquale e nello specchietto a seguire sono indicate tutte le date in cui la pattuglia sarà impegnata presso la base di Vara per permettere a singoli capi maggiorenni, Clan o Noviziati di svolgere un servizio assieme a noi.

41


Ora et Labora : 29-30-31 Marzo. Campo aperto a comunità RS (consigliato per clan e noviziati poco numerosi) Numero massimo dei ragazzi partecipanti 40. 28-29-30 Aprile - 1 Maggio 19-20 Maggio 16-17 Giugno 8-9 Settembre (festa della Pattuglia) Per rimanere sempre in contatto ed essere informati delle tante novità di quest'anno vi ricordiamo di seguire la pagina Facebook della base!

Per quanto riguarda le novità riguardanti il sistema di prenotazione ed il regolamento, pubblichiamo la lettera di Gioise che riguarda entrambe le basi liguri. Cari capi, in attesa del nuovo sito web delle Basi Scout della Liguria, vi comunichiamo due importanti novità: 1) Prenotazioni per i campi estivi (Vara e Cairo) per il periodo di alta stagione (da metà luglio a metà agosto): sono state eliminate le diverse scadenze di prenotazione e mantenuta l’unica scadenza del 31 ottobre. Dopo il 31 ottobre ulteriori prenotazioni verranno gestite in ordine cronologico assegnando gli spazi rimasti disponibili. Tra le prenotazioni ricevute entro tale giorno l’organizzazione assegnerà case e prati cercando di accontentare quanti più gruppi possibili, mantenendo nell’assegnazione priorità rispettivamente ai campi di gruppo liguri, indi ai campi di gruppo non liguri, indi ai campi di unità liguri e a tutto il resto. La segreteria confermerà l’avvenuta prenotazione al più presto e comunque entro il mese di novembre onde consentire ai gruppi di programmare bene le attività estive. Dopo questo momento, nel caso vi fossero ancora case o terreni liberi, verranno assegnati man mano che vengono richiesti. Per altri campi (estivi in bassa stagione o in altri periodi dell’anno) le prenotazioni verranno gestite in ordine cronologico. 2) Caparra: Una volta comunicata la disponibilità della Base, il gruppo dovrà versare una caparra entro una settimana. Se, trascorso tale periodo, non fosse stata versata la caparra il gruppo decadrà automaticamente dalla prenotazione e la base verrà riconsiderata disponibile per ulteriori prenotazioni. In caso di annullamento del campo la caparra NON verrà restituita. Per i campi estivi entro il 31 maggio dovrà essere versato un ulteriore anticipo della quota pari al 70%. 3) Offerta 2 notti al prezzo di una! Considerato che alcune scuole non svolgono lezioni al sabato, abbiamo pensato di offrire la possibilità di fare uscite in Base (in periodi diversi da quelli di Natale, Pasqua, ponti…) a partire da venerdi pomeriggio, fino a domenica pagando solo una notte (oltre alle eventuali spese vive di riscaldamento)

42


CDA del GE 58

Campo di gruppo per il decennale del GE 100

43


ph. Luca Frisone

Save the date! Campi ed eventi per Capi

26 Novembre 2017 Assemblea Regionale 1 - 3 Dicembre CFT Beigua - Varazze 2 - 8 Dicembre CFM E/G 8 - 10 Dicembre Campo Capi Gruppo 16 - 17 Dicembre Consiglio Nazionale 5 - 7 Gennaio CAM R/S 14 Gennaio Consiglo Regionale 27 - 28 Gennaio Incontro nazionale incaricati 22 Febbraio Giornata del pensiero 16-17-18 Marzo Co.Ca. in cammino 21 Marzo Giornata della memoria e dell'impegno contro le mafie 14 Aprile Consiglio Regionale 15 Aprile Assemblea per delegati 21 - 27 Aprile CFM E/G 28 Aprile - 4 Maggio CFM L/C 11 - 13 Maggio CFT Riviera di Levante

44


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.