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TERAPIE
TERAPIE Effetti collaterali
Ordine e chiarezza sui farmaci evitano gli effetti indesiderati
Perché le cure funzionino al meglio e per evitare spiacevoli interazioni non volute, è fondamentale che ciascun medico conosca in dettaglio le terapie che il paziente sta seguendo e che l’oncologo tenga sotto controllo le prescrizioni che si possono sovrapporre in modo disordinato
a cura di CRISTINA FERRARIO Gli esperti la chiamano “ricognizione-riconciliazione farmacologica” e, stando a quanto riportano gli studi clinici e le esperienze quotidiane di tanti medici, può fare la differenza per la salute e il benessere di un paziente.
Semplificando, si potrebbe definire come un processo in due fasi. La prima fase – la ni o con quanto compare in cartella clinica, per verificare che tutto sia riportato in modo corretto e che non ci siano interazioni potenzialmente pericolose tra le varie sostanze. “La conoscenza puntuale della terapia farmacologica è un elemento fondamentale per garantire la sicurezza del paziente e l’appropriatezza delle prescrizioni di nuovi farmaci, e costituisce inoltre il primo passo verso l’aderenza terapeutica, ovvero la capacità di un paziente di asricognizione – prevede la rac- sumere davvero tutti i farmacolta e la descrizione accura- ci prescritti, nelle dosi e nei ta di tutte le terapie che una tempi giusti” spiega Alessanpersona segue, con dettagli dro Passardi, oncologo medianche sulla via di som- Non esistono co dell’IRCCS – Istituto ministrazione (orale, intramuscolo farmaci innocui, tutti scientifico romagnolo per lo stueccetera) sulle dosi. e vanno valutati dio e la cura dei tumori
Nella seconda fase – la ri- (IRST), autore di un recente conciliazione – il medico studio dedicato proprio alla confronta questa “lista” con ricognizione-riconciliazione eventuali nuove prescrizio- farmacologica.
A sottolineare l’importanza di questo processo ci sono anche documenti pubblicati da associazioni internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità. “In Italia, esiste una raccomandazione ministeriale, la numero 17, che ha come scopo proprio la prevenzione degli errori di terapia a causa di una scorretta o insufficiente riconciliazione farmacologica” aggiunge Passardi.
ANCHE I DETTAGLI SONO IMPORTANTI
“I farmaci oncologici, tra cui quelli innovativi che consentono di ottenere risultati clinici sempre più importanti, non possono essere compromessi da fattori che ne influenzino l’efficacia e mettano a rischio la sicurezza dei pazienti” dice l’esperto. “La conoscenza dei farmaci e di ogni sostanza impiegata, anche a casa, e la valutazione della compatibilità farmacologica sono fondamentali, e altrettanto importante è il
monitoraggio continuo di tamenti: “I cibi devono essere ogni cambiamento durante i cucinati e assunti in relaziocicli di terapia” aggiunge, ri- ne alla loro compatibilità con cordando che la durata sem- i farmaci oncologici e con le pre maggiore della risposta ai altre terapie che si seguono a trattamenti, il decorso stesso domicilio” spiega l’oncologo. della malattia e gli effetti col- È quindi estremamente imlaterali delle terapie antican- portante non tralasciare alcro portano spesso i pazien- cun dettaglio. ti a ricorrere ad altri farmaci autoprescritti o prescritti da L’UNIONE FA LA FORZA professionisti diversi dall’on- L’oncologo da solo non cologo che li segue. “Questi basta. Perché il processo di medici o farmacisti, se non ricognizione-riconciliazione sono a conoscenza dei far- farmacologica vada davvemaci onco logici som - Anche gli ro a buon fine serve ministrati integratori una collaal paziente, non posso- vanno segnalati borazione stretta tra no valutare al medico tutti gli atal meglio tori che soeventuali interazioni e com- no coinvolti nel percorso di patibilità” precisa Passardi. cura del paziente oncologico,
Da ricordare poi che anche quindi anche il medico di bagli integratori, considerati se, il farmacista, il caregiver, generalmente innocui, in re- ma anche e soprattutto il paaltà non lo sono e potrebbero ziente stesso, che mantiene interferire con le terapie on- il ruolo di protagonista. “La cologiche. Persino l’alimen- consapevolezza che la cortazione ha un ruolo nel de- retta ricognizione-riconciliaterminare l’efficacia dei trat- zione farmacologica è uno strumento fondamentale per una prescrizione appropriata e per la sicurezza del malato costituisce la leva principale che porta a un coinvolgimento attivo di tutti” afferma Passardi.
Ciascun paziente, magari con il supporto del proprio caregiver, può cominciare con la preparazione di una lista accurata di tutti i farmaci e di tutti gli eventuali integratori che assume. “Nel corso della prima visita, noi oncologi dobbiamo informare il malato dell’importanza della ricognizione farmacologica nella quale verranno registrati tutti i farmaci, gli integratori e gli alimenti assunti a domicilio” dice l’esperto. Meglio allora portare con sé le confezioni e la documentazione medica legata alle terapie in corso. Sarà poi compito di chi effettua la valutazione individuare le sostanze più critiche. E qui potrebbe entrare in gioco il farmacista, che può fungere da anello di collegamento tra il paziente e l’oncologo o il medico di famiglia. “Il passo conclusivo, la riconciliazione farmacologica, è un atto esclusivamente medico, dunque a carico dell’oncologo e del medico di famiglia” chiarisce Passardi. “Si tratta di eliminare ciò che non serve, ridurre le cure inutili o potenzialmente dannose, programmando tempi e modi delle interruzioni o delle eventuali sostituzioni con altre molecole.”
ORGANIZZAZIONE E ATTENZIONE
Sulla carta potrebbe sembrare semplice, ma in realtà sono molti gli ostacoli che bloccano o rallentano la ri-
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cognizione-riconciliazione farmacologica. “Si tratta soprattutto di aspetti culturali e organizzativi” spiega Passardi. “Tutti devono essere coscienti dell’importanza di questo processo, che deve diventare una priorità e per il quale vengono messi a disposizione strumenti, risorse e interventi formativi. Infine, gli strumenti sono essenziali. In particolare occorre che la comunicazione tra i vari medici che curano un paziente e ne organizzano visite e prescrizioni avvenga su piattaforme informatiche” aggiunge. A questo scopo è dedicato anche una parte del finanziamento che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha destinato allo sviluppo della cartella clinica informatica nazionale, che dovrebbe seguire il paziente nei suoi spostamenti da medico a medico e da luogo di cura a luogo di cura.
La buona notizia è che tutto ciò è realizzabile nella pratica quotidiana, con l’impegno e la collaborazione collettiva. Lo dimostrano i risultati dello studio PROF-1, cui hanno preso parte Passardi e colleghi. Il progetto ha visto la creazione di una rete tra l’istituto romagnolo e le farmacie del territorio e, grazie alla partecipazione attiva dei pazienti, ha permesso di identificare alcuni dati importanti, per esempio sull’uso di prodotti non convenzionali come fitoterapici o medicinali omeopatici, assunti dal 60 per cento dei partecipanti e potenzialmente in grado di interferire con le cure, o di alimenti incompatibili con le terapie oncologiche nel 28,5 per cento dei casi.