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TESTIMONIANZE
TESTIMONIANZE Grandi Donatori
Un impegno etico in memoria di un’amica
Roberto ha iniziato a sostenere AIRC molti anni fa, quando ha perso una persona a lui cara. Oggi ha aumentato il suo impegno contribuendo ai finanziamenti Start-Up che consentono ai giovani ricercatori impegnati all’estero di rientrare in Italia.
a cura di ANTONINO MICHIENZI Un’amica persa nel pieno della vita, la decisione di reagire contribuendo ad arginare quello che chiama un “flagello”: il cancro. E poi, l’imIl contributo di Roberto è cresciuto negli anni e oggi sostiene il programma Start-Up, in memoria della sua amica. “Non che abbia bisogno di questo per ricordarla: la sua memoria non è mai venuta meno ed è sempre viva” precisa. pegno che cresce nel tempo. “Tuttavia, sono contento che AIRC mi
Il rapporto tra Roberto e AIRC è abbia dato la possibilità di legare la mia lungo quasi trent’anni. Magistrato, ha donazione al suo nome. È un segno tanesplorato quasi tutti gli ambiti della pro- gibile, anche per me stesso.” fessione. Oggi, a fine carriera, si occupa di dete- Un sostegno Gli Start-Up sono finanziamenti di duranuti avendo ben chiara la funzione rieducativa del carcere. per riportare i giovani ta quinquennale, che consentono a giovani ricercatori che si soL’incontro con AIRC è stato del tutto casuale in Italia no distinti per le loro qualità all’estero di ried è legato a un evento doloroso del- entrare in Italia e avviare un proprio la sua vita. “Quando avevo 40 anni ho laboratorio di ricerca. perso un’amica con cui avevo condi- “Un progetto importante” dice. “Non viso gli anni universitari. Questa per- solo per la sua finalità ultima, far prosona è stata una presenza costante in gredire la ricerca contro il cancro, ma quegli anni, abbiamo condiviso dalle anche perché è teso a valorizzare l’incose più semplici a quelle più profon- telligenza, il genio italico” aggiunge Rode. Per me, che ero studente fuori sede, berto, che precisa che non si tratta di un è stata una casa lontano da casa. Per vanto nazionalistico. “Purtroppo il noquesto quando è mancata è stato come stro Paese investe nella formazione di perdere una sorella.” tante persone di livello eccellente che
A quasi trent’anni di distanza, i ricor- poi non riesce a far rimanere in Italia.” di sono ancora vivi. “Il dolore per non A questo problema cerca di rispondere aver potuto darle una mano e la sensibi- il finanziamento Start-Up, dando la poslità verso le altre persone che si possono sibilità a giovani ricercatori di realizzare trovare nella stessa situazione mi han- in Italia i propri progetti di ricerca. no indotto a cominciare a contribuire Nei mesi scorsi Roberto ha incontraalle attività di AIRC” racconta. to una delle ricercatrici che hanno riceSe desideri partecipare alla lotta in prima linea contro il cancro, puoi scegliere anche tu, come Roberto, di sostenere il progetto Start-Up. Con una donazione di 5.000 euro contribuirai in modo importante a far rientrare in Italia i più brillanti tra i nostri giovani ricercatori e, se lo vorrai, potrai legare la tua donazione al nome di una persona cara. Per ricevere maggiori dettagli contatta Chiara Cecere dell’ufficio Grandi Donatori. 02 779 73 53 chiara.cecere@airc.it
vuto il finanziamento traendone un’impressione che definisce “entusiasmante”: “Sono appassionati come scienziati, ma anche molto motivati dalla scelta che hanno fatto, quella di dare un contributo al miglioramento di questa drammatica realtà” afferma.
Quanto alle proprie motivazioni, Roberto spiega che nella sua scelta di sostenere AIRC sono almeno due le forze in gioco: la prima è la volontà di contribuire all’avanzamento della ricerca sul cancro. Un impegno che ha per lui un valore etico e civico. “Basta che una sola persona ne tragga giovamento” dice. Ma c’è qualcos’altro. “Donare ti dà sostegno morale” ammette. “Se il mio campo di attività fosse stato scientifico mi sarei dedicato alla ricerca contro il male che mi ha tolto una persona cara. Poiché il mio campo è tutt’altro, quel che posso fare è aiutare, con il mio contributo, chi è impegnato in questa sfida.”
Roberto ai tempi dell’università