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Vecchie impalcature
L’invecchiamento dell’impalcatura delle cellule dà il via a una cascata di segnali ed eventi che alimenta i processi di invecchiamento dell’intero organismo. Molte molecole sono implicate in questo meccanismo, ma tra queste sembrano avere un ruolo rilevante la proteina YAZ, che legge le variazioni delle caratteristiche meccaniche dell’ambiente, e una proteina di allarme denominata cGAS–STING, che dà il via ai processi infi ammatori tipici dell’invecchiamento. È quanto hanno scoperto e pubblicato sulla rivista Nature un gruppo di ricercatori del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova e di IFOM, coordinati da Stefano Piccolo. La scoperta potrebbe portare ora a identifi care sostanze che, interferendo con l’attività di cGAS–STING, rallentino l’infi ammazione e i processi di invecchiamento.
Un viaggio verso i linfonodi artificiali
Uno studio pubblicato su Frontiers in Immunology descrive un meccanismo coinvolto nello sviluppo della leucemia linfoblastica acuta (LLA) di tipo T quando è causata dalla modifi cazione di una via biochimica che coinvolge molecole dette Notch. I ricercatori coordinati da Isabella Screpanti hanno evidenziato un coinvolgimento delle cellule soppressorie di derivazione mieloide, un gruppo eterogeneo di cellule in grado di inibire la risposta immunitaria favorendo la progressione del cancro, già descritte nei tumori solidi ma il cui ruolo è meno chiaro nei tumo-
Nuovi risultati nell’ambito della ricerca sui linfonodi artifi ciali, che potrebbero sostituire i linfonodi presenti nel nostro organismo danneggiati dalle terapie oncologiche o comunque da rimuovere. Il gruppo coordinato da Andrea Brendolan, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, sta lavorando da tempo per produrre linfonodi “di riserva”. Per poter essere utilizzabili, i linfonodi artifi ciali dovranno essere compatibili con il paziente che li riceverà. Nell’ultimo studio, pubblicato ri ematologici. Restano diversi aspetti da studiare, ma uno sembra chiaro e riguarda l’interleuchina-6, la quale promuoverebbe l’espansione delle cellule soppressorie. Gli esperimenti condotti su animali da laboratorio e colture cellulari hanno mostrato una riduzione di queste particolari cellule a seguito dell’utilizzo di inibitori dell’interleuchina-6. Lo studio potrebbe portare in futuro alla valutazione di nuovi biomarcatori ed eventuali bersagli terapeutici.
su Immunity, i ricercatori sono riusciti a risalire ai progenitori delle diverse cellule che costituiscono i linfonodi. In particolare ne sono stati trovati due, uno per i tessuti stromali (ovvero di sostegno) e uno per i tessuti endoteliali (quelli che producono le cellule immunitarie). In futuro si potrebbe tentare di creare linfonodi artifi ciali tramite cellule ottenute direttamente dalla persona destinata a riceverli.