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SOLIDARIETÀ
SOLIDARIETÀ Lasciti testamentari
a cura della REDAZIONE Lorenzo Anselmi è notaio a Genova. È anche presidente del Comitato Liguria di Fondazione AIRC e membro del Cda di AIRC. Quello della ricerca sul cancro è un mondo nel quale è entrato quasi 20 anni fa: “Partecipo con grande entusiasmo alle attività della Fondazione. Tutti noi presidenti dei Comitati regionali siamo volontari, ciascuno con sue particolari competenze”.
Il 13 settembre si è celebrata la Giornata internazionale del lascito solidale
Se desideri legare il tuo nome o quello di una persona a te cara alla realizzazione di un futuro libero dal cancro, puoi scegliere anche tu, come Marisa Cavanna, di fare testamento per la ricerca oncologica. Per ogni domanda puoi contattare Chiara Blasi. 02 779 72 87 chiara.blasi@airc.it
Il lascito, la scelta più ragionata della vita
Lorenzo Anselmi, notaio e presidente del Comitato Liguria di AIRC, spiega quali strade percorrere per disporre un lascito testamentario
e, per la sua professione e i suoi incarichi in AIRC, Anselmi è la persona ideale per parlare di cosa c’è da sapere quando si decide di far testamento in favore di un’organizzazione non profit. A partire proprio dal ruolo del notaio. “È un compito importante, che va ben oltre quello di recepire una volontà in maniera asettica” dice. “Per un verso, il notaio consiglia quali strumenti giuridici adottare per ottenere il risultato sperato. Per quanto il testamento olografo faida-te sia pienamente legittimo, in determinate situazioni può prestare il fianco a difficoltà esecutive.” C’è poi un compito meno istituzionale ma non meno importante: “Spesso il testatore manifesta in modo generico la volontà di rendersi utile. Il notaio tenta di comprendere i suoi desideri più profondi e di suggerire le strade che può percorrere”.
Da questo punto di vista, dice Anselmi, il lascito testamentario ha una peculiarità: “È un qualcosa che si medita a lungo; forse uno degli atti più ragionati nella vita di una persona. Se decido di nominare AIRC mio erede, lo faccio perché è da tempo che la seguo e so che mi posso fidare. È come se con il lascito dessi un premio, la mia medaglia finale, a un ente che so non mi deluderà, o la cui missione, in questo caso la ricerca sul cancro, mi sono reso conto essere quella cui più tengo in assoluto”.
Disporre un lascito testamentario è dunque un grande atto di fiducia nei confronti del destinatario, importante a prescindere dall’entità del contributo. Chi dona confida che l’ente rimarrà fedele ai suoi valori anche quando non potrà più verificare il suo operato.
È esemplare la storia di un recente e importante lascito testamentario in favore di AIRC, del valore di oltre 5 milioni di euro, disposto da un’ex professoressa di lettere di Genova, Marisa Cavanna. “La signora ha dimostrato una particolare sensibilità verso i temi della salute e della ricerca sul cancro, il suo è stato un esempio fantastico di generosità. Dopo un’attenta valutazione, ha scelto le realtà in favore delle quali disporre il suo lascito, consapevole di potersi fidare di questi enti” racconta il notaio. “Dà enorme soddisfazione sapere di essere eletti tra i meritevoli. La donazione è stata destinata a IFOM, l’istituto di oncologia molecolare, di eccellenza assoluta, creato, controllato e sostenuto da AIRC.”
A tal proposito Anselmi vuole chiarire come comportarsi se si vuole intitolare il lascito alla propria famiglia, dedicarlo al ricordo di una persona cara o se si desidera finalizzarlo a uno specifico obiettivo, come la ricerca su un preciso tumore. “Si può fare, ma si tratta di una materia delicata: le indicazioni derivanti dal testamento potrebbero non corrispondere pienamente alle attività statutarie dell’ente destinatario e renderne quindi difficile l’applicazione. La soluzione migliore in questi casi è informarsi. AIRC mette a disposizione consulenti esperti per aiutare chi sta pensando di fare un lascito per scopi specifici: sapranno indicare qual è il perimetro entro il quale muoversi affinché certe aspirazioni possano concretizzarsi.”