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RICERCA CLINICA
RICERCA CLINICA La qualità della vita
Un concetto sfuggente guida la scelta delle cure
Introdotta come parametro da valutare nella seconda metà del secolo scorso, quando la medicina ha cominciato a mietere i suoi successi maggiori, la qualità di vita rimane importante per la ricerca ma complessa da definire e misurare in modo obiettivo
a cura di DANIELA OVADIA Man mano che la medicina compie progressi e prolunga la vita delle persone, con lo sviluppo di cure sempre più efficaci, tenute a bada dalle cure. Uno dei parametri più importanti per i malati, però, è la qualità della vita.” Star bene in cifre gli scienziati si trovano a dover misu- Spesso indicata con la sigla QoL rare l’utilità dei propri interventi valu- (dall’inglese “quality of life”), la quatando altri parametri che non siano so- lità della vita durante i trattamenti è lo l’allungamento della sopravvivenza. quindi un indicatore scientificamen-
“Ogni volta che presentiamo, nei con- te importante per chi vuole far progregressi scientifici, i risultati di una ricerca su un Numeri dire le terapie anticancro. “Ci sono molte fornuovo farmaco, ci chiediamo, come medici, se si tratta di un vero proper misurare quanto me tumorali che la ricerca ha trovato il modo di cronicizzare: il pagresso per i pazienti o di un interessante passtiamo bene ziente non guarisce ma può vivere anche molso avanti nella conoscenza dei meccani- tissimi anni sotto trattamento. Divensmi molecolari del cancro, con però uno ta quindi essenziale capire se i farmaci scarso impatto sul destino degli esseri che somministriamo offrono una quaumani che ne fanno uso” dice Eric Win- lità di vita soddisfacente o prolungano er, recentemente nominato presidente la vita ma a prezzo di effetti collaterali di ASCO (American Society of Clinical gravi, oppure di dolore tale da impedire
Oncology), la più grande società scienti- il lavoro, il riposo o le interazioni sociafica che raggruppa i clinici che curano il li” continua Winer, che è un esperto sul cancro. “I nuovi farmaci vengono infatti tema e che ha imposto, per il prossimo valutati per i benefici che apportano in congresso della sua società scientifica, termini di guadagno in durata della vi- di mettere la QoL e i pazienti al centro ta – spesso relativamente modesto in va- di tutte le comunicazioni. lore assoluto, nell’ordine di qualche me- L’idea che si possa quantificare lo se – oppure in durata di vita libera dal- “stare bene” delle persone e, in particola malattia, un parametro già più impor- lare, dei pazienti nasce negli anni Sestante per il singolo paziente perché indi- santa del secolo scorso, quale effetto del ca un periodo in cui le recidive vengono progresso della medicina tecnologica.
Le scale di qualità della vita possono prendere in considerazione molti parametri, tra i quali:
1il benessere psicologico e la soddisfazione personale;
2la qualità e quantità delle relazioni sociali
3la possibilità di proseguire nello studio o nella propria occupazione;
4il benessere fisico e materiale;
5la possibilità di mantenere l’autodeterminazione, l’autonomia e la possibilità di scelta in relazione alla propria vita;
6la possibilità di prendere decisioni in merito alle cure;
7la possibilità di vivere in modo indipendente;
8l’integrazione e l’inclusione nella comunità di riferimento;
9il grado di accettazione sociale, il ruolo e lo status sociale del malato; 10 il grado di adattamento alla situazione di salute; 11lo sviluppo personale e la realizzazione di sé; 12 la qualità dell’ambiente in cui il malato vive, studia o lavora; 13 la qualità del tempo libero; 14 la quantità e qualità di servizi offerti dal sistema sanitario o dalla rete sociale.
“Prima di allora i medici avevano poche possibilità di prolungare la vita dei malati gravi, sia con l’aiuto di tecnologie sia di sostanze” dice ancora Winer. “Con lo sviluppo tecnologico, diventa importante capire fino a che punto vale la pena intervenire.”
Nasce così l’indicatore di qualità di vita, una “cifra” sulla quale sia i medici sia gli scienziati sociali continuano a interrogarsi, nel tentativo di dare una definizione univoca a un parametro sfuggente in quanto molto soggettivo. “C’è chi considera insostenibile una vita men che attiva e chi invece si accontenta di poter stare insieme ai propri cari: per due persone così diverse, anche la qualità della vita assume un significato differente” spiega Winer.
La persona nella sua interezza
“La misurazione della QoL è di per sé una sfida” scrivono sulla rivista JAMA Oncology Hilde Buiting e Gert Olthuis, due ricercatori del Radboud Institute for Health Sciences di Nijmegen, nei Paesi Bassi. “La ragione alla base dell’inclusione di questo parametro nell’assistenza sanitaria è stata la necessità sempre maggiore di considerare le persone come esseri complessi, sensibili e attivi, e non solo come organismi biologici.” In pratica, un farmaco che agisce eliminando le cellule tumorali al prezzo di importanti effetti collaterali personali e sociali, che rendono la vita difficile da sopportare, non è un progresso accettabile per una medicina che si rivolga alla persona nella sua completezza. “Diversi studi hanno dimostrato che l’interpretazione della QoL è resa ancor più difficile dal fatto che quanto appare inaccettabile all’inizio della malattia può essere considerato perfettamente accettabile nelle fasi più avanzate.” In sostanza, dicono gli esperti neerlandesi, anche il nostro concetto di “vita degna di essere vissuta” può cambiare radicalmente nel corso di una malattia grave ed evolutiva. Ecco perché oggi le agenzie che vagliano i nuovi farmaci prima di autorizzarne la messa in commercio chiedono che le valutazioni di qualità della vita vengano effettuate lungo tutto l’arco della malattia e della cura, per cogliere anche queste importanti sfumature, in grado di influenzare la scelta da parte del medico e del paziente.
I pazienti nel disegno sperimentale
Recentemente si sta provando a rendere queste valutazioni sempre più inclusive ed efficaci coinvolgendo i pazienti nelle fasi di messa a punto degli strumenti con cui fare ricerca sul cancro, inclusi i questionari di qualità della vita.
È quanto ha fatto EORTC, la European Organisation for Research and Treatment of Cancer, che ha ideato un questionario generale di qualità della vita formato da 30 parametri e altri questionari dedicati a specifici tumori, perché ogni forma di cancro incide sulla vita delle persone in modo diverso.
“Nel 1980, in risposta all’esigenza di una maggiore coerenza nella ricerca sulla qualità della vita, è stato creato all’interno di EORTC il Quality of Life Group, con il compito di produrre e validare strumenti indipendenti per misurare la QoL negli studi farmacologici di fase 3, quelli più vicini alla messa in commercio di una nuova cura” spiega l’attuale presidentessa di EORTC Winette van der Graaf. “Oggi all’interno del gruppo sono rappresentati 15 Paesi europei, oltre ad Australia, Canada e Stati Uniti, e un’ampia gamma di professionisti, tra cui oncologi, radioterapisti, chirurghi, psichiatri, specialisti in cure palliative, psicologi, assistenti sociali e metodologi della ricerca. Questa variabilità culturale si è rivelata preziosa per cercare di dare un valore il più possibile universale a ciò che rende la vita degna di essere vissuta, e per aiutare medici e decisori pubblici a scegliere le cure sulle quali vale davvero la pena di investire.”
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