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All’Arena il caos aleggia leggiadro Chaos in Arena aleggia leggiadro
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All’Arena il caos aleggia leggiadro Chaos in Arena aleggia leggiadro 04
Cultura Culture
Antonio Canova, genio a tutto tondo Antonio Canova, an all-round genius 13
Quando il profumo si fa solido Perfume becomes substance 17
Festivaletteratura: longevo, curioso, divertente The Mantua Book Fair: charming, consolidated and chock-full of curiosities 21
In viaggio Travel
Mollo tutto e vado a Bali (anzi, in Nepal) Escape to Bali – no, Nepal 24
A tavola Food & wine
Collio, terra di “ponka” e grandi vini Collio, “Ponka” and great wines 29 Datemi una birra, solleverò il mondo A beer, a beer, my kingdom for a beer 33
Tempo libero Free time
Manuela Furlan, il simbolo dell’Italrugby che va Italian rugby’s poster girl 38
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Le rubriche
Cantina a bordo Business Class / Business Class Cellar 37 Air News / Air News 42 Informazioni passeggeri / Passenger information 44 Uffici di conciliazione / Arbitration boards 46
Spazio Italia magazine
Anno XXXI - n. 159 Luglio - Settembre 2022 Autorizzazione Tribunale di Verona n.1900 del 21/01/2011
Proprietà
Air Dolomiti spa
Direttore editoriale
Giovanni De Luca (deluca.spazioitalia@gmail.com)
In redazione
Alessandro Amadei (amadei.spazioitalia@gmail.com)
Progetto grafico
Marina Baldisserri
Grafica
Garden di Lorena Lombroso
Editore
Terqua Terque srl Largo Molina 4 - 40138 Bologna
Stampa
D’Auria Printing Spa S. Egidio alla Vibrata (TE) Pubblicità inferiore al 45%. Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dall’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comportano responsabilità alcuna per l’Editore. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa, con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’editore. Per quanto riguarda le immagini, l’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
Silvia Bonetti
Calma apparente e tutto sotto controllo Calm on the surface, everything is under control
All’Arena il caos aleggia leggiadro
by GIOVANNI DE LUCA
Fai e disfa, monta e smonta, stringi e allarga. Dietro ad ogni spettacolo c’è una squadra invisibile che ogni giorno rende possibile questo miracolo a cielo aperto, anche se non emette nemmeno una nota, ma dipinge, cuce e scolpisce. Siamo andati a conoscerli Chaos in the Arena aleggia leggiadro Doing and undoing, assembling and dismantling, taking in and letting out – behind every performance is an invisible team that delivers this open-air miracle day after day. They may not sing a single note but they paint, sew and sculpt. We went to meet them
Opera d’arte
Il costume del Conte D’Almaviva nel Barbiere di Siviglia, un piccolo capolavoro da indossare
A work of art
Count Almaviva’s costume for The Barber of Seville, a mini-masterpiece
L’Arena di Verona non è un posto qualsiasi e decidere di utilizzarla nel XXI secolo per ospitare un cartellone ricco di opere ed eventi costringe a scelte che altrove sarebbero considerate folli e ingestibili. Cominciando dal fatto che ogni sera si smonta letteralmente tutto ciò che è servito per lo spettacolo di turno, lo si sposta in giganteschi magazzini a pochi chilometri dal centro cittadino, si monta la scenografia per il nuovo spettacolo serale e si va in scena come se nulla fosse. Questo da metà giugno sino a settembre, quasi ogni sera. Con l’ancora di salvezza del lunedì, giorno dedicato (teoricamente) al riposo. La gigantesca gru che consente lo spostamento degli elementi scenici più grandi, depositati in piazza Bra, è l’unica concessione “tecnologica” in aiuto agli attrezzisti, perché tutto il resto, dalle scarpe agli oggetti di scena, alle scenografie, viene caricato a mano passando dall’arcovolo centrale, il cunicolo che collega l’anfiteatro all’esterno. Il cuore pulsante di questa macchina operosa ha sede in un ex deposito degli autobus di 10mila metri quadrati di superficie nella prima periferia di Verona, dove 5 capannoni lunghi 90 metri e larghi 20 ospitano il laboratorio dove tutto ciò che va in scena viene creato, montato, dipinto, cucito, lavato, saldato, restaurato, riparato, caricato e scaricato. E dove regna un caos ordinatissimo, perchè si vive in un colossale puzzle dinamico dove il materiale delle varie opere è al centro di un turbinio che mette angoscia solo a pensarci. Poi ci sono loro, gli artisti che con la propria manualità danno concretezza a questo sogno folle, sempre pronto
The Verona Arena is
no ordinary venue and using it in the 21st century to host a programme packed with operas and events dictates choices that elsewhere would be considered crazy and unmanageable, starting from the fact that, every evening, they literally dismantle everything that was needed for that day’s show, move it to huge warehouses a few kilometres from the city centre, install the set for the next evening’s performance and go on stage as if it were the norm. And this occurs nearly every evening from mid-June to September, with just the safety net of Mondays devoted to rest (in theory). An enormous crane that shifts the largest stage scenery and deposits it in Piazza Bra is the only “technological” concession that makes the stage technicians’ job easier. Everything else, from the
Caterina Marcioni
La creazione dei tappeti di scena che verranno utilizzati nel corso della stagione 2022 Producing the stage carpets that will be used during the 2022 opera season
a trasformarsi in un incubo. Una squadra di professionisti usciti dall’Accademia di Belle Arti che qui danno forma all’immaginazione, lavorando insieme ai registi che si alterneranno in Arena per trasformare il bozzetto di uno scenografo in realtà. Esempio concreto 1: nell’opera a cui si sta lavorando è previsto un colonnato con capitelli. Dov’è il problema? Si prende della plastilina, la si modella e la si scolpisce sino a farla diventare un capitello identico al disegno dello scenografo, si crea uno stampo in lattice e si producono nella termoformatrice i capitelli in materiale plastico, che verranno poi dipinti rendendoli simili al marmo. Esempio concreto 2: in scena occorrono dei tappeti in stile spagnolo del XVII secolo? Semplice, si parte da una rigorosa ricerca storica. Si copiano i disegni in auge nel periodo stoshoes to the stage props and scenery, is transferred by hand through the central archway, a passageway linking the amphitheatre to the city outside. The throbbing heart of this industrious machine is based in a former bus depot 10 thousand square metres in size in the inner suburbs of Verona where five warehouses, 90 metres long and 20 wide, are home to a workshop where everything seen on stage is created, assembled, painted, sewn, washed, welded, restored, repaired, loaded and unloaded. It is also a realm of organised chaos because it is like being in a colossal and dynamic puzzle where the material for all the operas is at the centre of a maelstrom that instils fear at the very thought. Then come the people, the artists whose craftsmanship transforms this crazy dream – ever on the verge of becoming a nightmare – into substance. This team of professionals, trained by the Accademia di Belle Arti, lend form to that imagined, working with directors who come and go at the Arena to turn a sketched stage set into something real.
Vi ricorda un pezzo della scenografia dell’Aida? Bingo! Remind you of part of the set of Aida? Exactly!
rico prescelto e, non potendo tesserli, si dipingono a mano su della tela grossa, uno per uno, in maniera filologicamente corretta. Talmente belli che a vederli ad un paio di metri di distanza sembrano veri. Il vero delirio è rappresentato dalla sartoria, un potenziale inferno dantesco retto da Silvia Bonetti, una elegante signora con famiglia e due figli adolescenti, che ha al suo servizio una squadra di una settantina di sarti e costumisti. Il suo compito? Fare in modo che ogni cantante, corista, figurante o suggeritore indossi il giusto abito di scena, adattato alla sua taglia, nel momento giusto. Detta così è una banalità, lo sappiamo, ma i numeri remano contro, perché in un’opera come Aida, fra persone in scena e cambi d’abito, ci sono un migliaio di costumi da gestire. E
Dettagli minuziosi
Anche se il pubblico non potrà coglierli a 60 metri di distanza, la ricerca della perfezione è assoluta
Minute detail
The audience may not grasp the details from 60 metres away but they aim for utter perfection Concrete example no. 1: the opera people are working on calls for a colonnade with capitals. No problem! Simply take some plasticine, model it and sculpt it until it becomes a capital identical to that in the set-designer’s drawing. Then you create a latex mould and produce plastic capitals in a thermoforming machine before painting them to look like marble.
Paolo Scala
Il capitello realizzato dallo scultore e che presto diventerà stampo in lattice A capital created by the sculptor and soon to become a latex mould
Carmen
Ci rivediamo in scena See you on stage
Traffico
Una minima parte dei costumi di scena che si muovono ogni giorno verso l’Arena A small selection of the stage costumes transferred to the Arena every day
Sartoria
Una squadra pronta a rimettere a misura ogni costume in pochi istanti
The dressmaking workshop
The team is ready to adjust the size of every costume in a flash
Silvia Bonetti ti racconta del caos totale con una calma degna di un maestro Zen. Perché qui di normale non c’è nulla, a cominciare dal dettaglio sartoriale dei costumi. Mentre parliamo ci tira fuori l’abito che indossa il Conte d’Almaviva e quello della Bella Rosina, i personaggi centrali del Barbiere di Siviglia. Costumi di scena disegnati dal costumista seguendo le forme e i dettagli degli abiti dell’epoca, che poi diventano cartamodello, vengono tagliati, cuciti, ricamati, messi a misura per un “cantante standard” e rimessi a misura ad ogni produzione sulla taglia del cantante che andrà in scena. Ovviamente tutti gli abiti di scena vanno lavati, perché presentarsi sugli spalti roventi dell’Arena indossando un abito che pesa 7-8 chilogrammi, vestiti di tutto punto con camicia, gilet e palandrana non è facile e soprattutto, “più che l’amòr potè il sudòr”. Silvia Bonetti è arrivata in Arena negli anni ’90 per uno stage estivo a conclusione del suo percorso di studi in Accademia e non è più venuta via, stesso percorso di Caterina Marcioni, che abbiamo seguito nella creazione dei tappeti o dello scultore Paolo Scala, il maestro dei capitelli. Artisti a tutto tondo, che mettono a nostra disposizione la propria arte per ricreare ad ogni stagione operistica quella magia che il mondo ci invidia.
Info
Tutto il mondo dell’Arena Opera Festival è qui: www.arena.it For everything about the Arena Opera Festival: www.arena.it Concrete example no. 2: the set requires rugs in the 17th-century Spanish style… Simple, begin by conducting meticulous historical research. Copy the designs in vogue at that point in history and, as they cannot be woven, hand-paint them, one by one, onto a large canvas to philological perfection. They are so beautiful that they look real from a distance of a couple of metres. However, the true frenzy is found in the dressmaking atelier, a potential Dante’s Hell run by Silvia Bonetti, an elegant married lady with two teenage children who has a team of about 70 dressmakers and costume-makers working for her. Her mission? To ensure that every singer, chorus member, extra and prompter is wearing the right stage costume, adapted to their size, at the right time. Said like that it all sounds easy but the sheer numbers work against you. An opera such as Aida has thousands of outfits to handle if you count the people on stage and the costume changes. But Silvia Bonetti describes the utter chaos with a calm worthy of a Zen master. There is nothing normal about it, starting with the tailoring details. As we talk, she pulls out the costumes worn by Count Almaviva and Rosina, the main characters in The Barber of Seville. The stage outfits are developed by a costume designer to reflect the styles and details of clothing of the period. Then they are cut out using paper patterns, sewn, embroidered, created to fit a “standard singer” and adjusted to the size of whoever is going on stage for each production. Plus, all the stage costumes must be washed because appearing on a scorching Arena stage wearing a costume weighing 7-8 kilograms and dressed to the nines in a shirt, waistcoat and a frock coat is not easy and “then perspiration did what love could not do.” Silvia Bonetti arrived at the Arena in the 1990s for a summer internship at the end of her studies at the Accademia and has never left; the same can be said for Caterina Marcioni, whom we observed creating the rugs, and for the sculptor Paolo Scala, the master of the capitals. These are accomplished artists who, at every opera season, provide their artistic skills and recreate a magic envied worldwide.
Massima creatività
Ogni oggetto di scena prende vita nel laboratorio di via Gelmetto a Verona
So creative
Every stage object starts out in the Via Gelmetto workshop in Verona