ALBERGHIERO SERVIZI COMMERCIALI AGRARIO MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA TECNICO AGRARIO TECNICO TURISTICO
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“F. Cavallotti”: Viale A. Bologni, 86 075 8521144 075 8520289
Viale Aldo Bologni, 86
06012 Città di Castello 075 8521144 – 075 8520289 e.mail: (istituzionale) pgis02800v@istruzione.it e.mail PEC: pgis02800v@pec.istruzione.it C.F. 90022390547
“U. Patrizi”: Viale A. Diaz, 99 075 8554241 075 8557398
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Biancone Sinonimi: Pagadebiti di Porto S. Stefano. è stato erroneamente confuso con altri vitigni e da alcuni ritenuto impropriamente una sottovarietà di "Trebbiano" od identico allo "Chasselas Napoléon". Da accertamenti fatti risulta che si tratta di un vitigno molto diverso. Descrizione Ampelografica Tralcio erbaceo: di sezione trasversale circolare, contorno in genere angoloso ma talvolta costoluto, lievemente aracnoideo con tomento parzialmente diffuso, di color verde bronzato da un lato. Viticci: bifidi, lunghi, grossi, intermittenti. Infiorescenza: (16-22 cm) medio-grossa, semi-spargola. Fiore: tipo morfologico a sessualità apparente ermafrodita, regolare; bottone fiorale: cilindroide, mezzano, con corolla di colore verde. Foglia: pentagonale, medio-grande, in genere quinquelobata ma talvolta anche trilobata, con seno peziolare a lira; seni laterali superiori a lira chiusa, seni laterali inferiori a lira. Portamento della vegetazione: espanso. Acino erbaceo: ovaleggiante di colore verde scuro, abbastanza pruinoso. Grappolo a maturità industriale: grosso (lunghezza 18-24 cm) di aspetto più o meno compatto, piramidale, tozzo con una o due ali, peduncolo visibile, semi-legnoso, grosso. Acino: grosso (diametro trasversale 18 mm), discoide, ma spesso sferoide; ombelico persistente; buccia pruinosa di colore verde giallastro, di medio spessore; polpa succosa con succo incolore di sapore in genere neutro ma qualche volta erbaceo; pedicelli di media lunghezza; cercine evidente, verde; pennello medio; separazione del pedicello dall'acino piuttosto difficile. Fenologia Germogliamento: tardivo, circa come il "Trebbiano". Fioritura: avviene alla metà di Maggio circa e nella prima decade di Giugno nella collezione ampelografica. Invaiatura: ultima decade d'Agosto Maturazione dell'uva: seconda-ultima decade di Settembre. Caduta delle foglie: alla fine di Novembre. Caratteristiche ed Attitudini colturali Produzione: abbondante e costante nel clone di cui ci si occupa. Posizione del primo germoglio fruttifero: 2-3nodo. Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2. Resistenza alle malattie: ai comuni parassiti della vite presenta una resistenza normale.
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Canaiolo Nero Sinonimi : Numerosi sono i sinonimi di questo vitigno, rilevati anche dal Molon. Riportiamo i più usati: "Canaiolo nero comune", "Cauaiolo nero grosso" (Firenze), "Uva canaiolo", "Uva dei cani" (Ancona, Pesaro), "Uva marchigiana" (Ascoli), "Uva donna", "Uva merla", "Uva grossa", "Canaiolo toscano", "Cannaiola" (Viterbo, Civitavecchia), "Tindilloro", "Calabrese" (Foiano della Chiana, Arezzo). Si richiama l'attenzione su questa ultima denominazione, usata in provincia di Arezzo, perché lo stesso sinonimo viene spesso usato per indicare il "Sangiovese". "Uva fosca" (Pitigliano, Grosseto), "Cacchiume nero" (non sempre però questo sinonimo corrisponde al "Canaiolo nero"). Il Gallesio lo cita come "Vitis vinifera Etrusca", "Cagnina" (in alcune località delle Marche), "Canaiuola" (nel Lucchese e in alcune zone delle provincie di Pisa e di Firenze), "Uva canina" (Camerino), "Cacciuna nera", "Caccione nero", "Canaiolo borghese", "Canaiolo pratese", "Canaiolo romano" (con queste due ultime denominazioni, però, nelle zone di Prato e Pistoia, molto spesso si indica il "Ciliegiolo"). Il vitigno di cui ci si occupa è a frutto nero. E' presente in Toscana anche un "Canaiolo bianco" che è stato oggetto di precedente descrizione (Principali vitigni da vino coltivati in Italia - vol. II). Descrizione Ampelografica Per la descrizione di questo vitigno è stato utilizzato un clone di "Canaiolo nero" ad acini grossi della Collezione sperimentale dell'Azienda "Monna Giovannella" della Facoltà di Agraria di Firenze, dove è stato introdotto, assieme a molti altri esemplari provenienti dalla selezione clonale effettuata in alcune migliaia di ceppi nella zona del Chianti. In precedenza e successivamente si sono confrontati i rilievi in circa 15 aziende del Chianti classico ed in altre zone della provincia di Firenze, nel quadro del sistematico lavoro di individuazione dei migliori ceppi per il prelievo delle marze per gli innesti. Tralcio erbaceo: di sezione trasversale circolare, contorno angoloso, ma talvolta anche costoluto; lanugginoso con tomento quasi interamente diffuso; di color verde, rosso da un lato. Viticci: bifidi, di media lunghezza e spessore, intermittenti Infiorescenza: di lunghezza variante fra i 12 ed i 20 cm; mediamente spargola. Fiore: tipo morfologico: di sessualità apparente ermafrodita; autofertile (Cosmo, 1940); bottone fiorale: cilindroide, mezzano, con stami di media lunghezza, con antere abbastanza ricche di polline. Foglia: piccola o media, quinquelobata ma talvolta anche trilobata, spesso con lobature molto profonde, con seno peziolare chiuso a bordi sovrapposti, seni laterali superiori a bordi sovrapposti, ma spesso anche a lira; seni laterali inferiori a V stretto; lembo piano, alquanto ondulato o bolloso. Grappolo a maturità industriale: di grandezza media (lunghezza 12-18 cm); di aspetto mediamente spargolo, tozzo o piramidale, alato con una o due ali; peduncolo visibile, semi-legnoso, grosso. Fenologia Germogliamento: seconda-terza decade di Aprile (intermedio fra il "Sangiovese" e il "Trebbiano"). Fioritura: prima-seconda decade di Giugno. Invaiatura: fine terza decade di Agosto. Maturazione dell'uva: ultima decade di Settembre, prima decade di Ottobre. Resistenza alle malattie: resistenza normale ai comuni parassiti della vite; leggermente inferiore alla peronospora. Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale. Affinità con i portinnesti: non presenta buona affinità con tutti i portainnesti americo-americani; ha sufficiente affinità con il 41B, il 93,5, il 1202, l'Aramon x Rupestris G.1; un po' meno con il 420A .
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Zibibbo Questo vitigno ad uva da consumo diretto (da tavola), talora però utilizzato anche per la vinificazione, è noto sotto vari sinonimi, i più comuni dei quali sono: Moscatellone o Moscato di Pantelleria (nella parte più meridionale del nostro Paese) e la Salamanna o Seralamanna in Toscana (ove però la sua coltura è attualmente pressocché scomparsa). In Francia è invece noto come Panse musqué e Muscat d'Alexandrie (con riferimento ad Alessandria d'Egitto, da cui è derivato il nostro Moscato d'Alessandria). ermoglio di 10-20 cm Tralcio erbaceo: di sezione trasversale pressoché circolare; contorno liscio; glabro; di colore verde con leggere striature bronzate. Viticci: subcontinui, bifidi o trifidi, mediamente lunghi, verdi e bronzati alla base. Infiorescenza: di media lunghezza, piramidale, alata. Fiore: bottone fiorale cilindroide, di media grandezza; fiore ermafrodita, autofertile e semi ottenuti per autofecondazione germinabili (Cosmo, 1940-41). Foglia: di media grandezza, trilobata (di rado pentalobata) con seni laterali non molto profondi e chiusi e lobi piuttosto acuminati; seno peziolare a V profondo ed un po' stretto (spesso in questi seni si notano 1-2 piccoli denti caratteristici); denti piccoli, acuti, in doppia serie, spesso concavi da un lato e convessi dall'altro; pagina superiore lucente, glabra; pagina inferiore glabra o con leggerissima pubescenza più visibile lungo le nervature, specialmente nei punti d'incrocio Grappolo: un po' lungo e grosso, di media compattezza o tendente allo spargolo, conicopiramidale, alato (con 1-2 ali); peduncolo visibile, semi-legnoso sino alla prima ramificazione. Acino: grosso, subrotondo tendente all'ovoide; ombelico non persistente; sezione trasversale circolare; buccia pruinosa, spessa, consistente, di colore verde-giallastro; polpa carnosa (croccante) e di sapore intensamente moscato, gradevole; pedicello lungo, verde, con cercine poco evidente, verde; pennello lungo, giallo verdastro. Fenologia Germogliamento: seconda metà di Aprile (medio). Fioritura: seconda-terza decade di Giugno (medio-tardiva). Invaiatura: seconda-terza decade di Agosto (medio-tardiva). Maturazione dell'uva: seconda metà di Settembre - prima metà di Ottobre (III-IV epoca). Caduta delle foglie: prima quindicina di Novembre (normale). Resistenza alle malattie: fogliame e grappoli sono apparsi talora un po' sensibili alla peronospora, viceversa non va molto soggetta al marciume e si conserva bene un po' di tempo sulla pianta ed in fruttaio. Affinità con i portinnesti: nel complesso abbastanza buona, particolarmente con gli ibridi di Berlandieri.
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VERDEA B. In Toscana è meglio nota come "Colombana bianca", "Colombana di Peccioli" o "S. Colombano". Nulla invece ha in comune con il "Verdiso" trevigiano, nè con la "Verdise" dei Colli Euganei (Padova), nè con il "Verdicchio" dell'Italia centrale e neppure con la "Verdeca" del Tarantino (Puglie), alle volte chiamata per errore "Verdea" (Del Gaudio e Nico, 1958). Nel grappolo ricorda invece lontanamente l'"Ansonica", con la quale tuttavia non dev'essere confusa, dato che questa varietà tra l'altro presenta le foglie glabre, mentre nella "Verdea" la pagina inferiore è tomentosa per lanuggine. In Francia la "Verdea" è conosciuta con il nome di "Dorée d'Italie". Tralcio erbaceo: con internodi piuttosto corti, di sezione trasversale circolare, leggermente angoloso, aracnoideo, verde con striature longitudinali vinose più marcate da un lato. Infiorescenza: lunga cm 13-14, nettamente piramidale. Fiore: ermafrodita, normale, autofertile Foglia: pentagonale, di media grandezza, tri-quinquelobata ma con seni laterali poco profondi specialmente quelli superiori; pagina inferiore cotonosa, verde-biancastra con nervature di colore verde-chiaro e rosso vinoso in prossimità del picciolo. Grappolo a maturità industriale: di media grandezza, conico piramidale, piuttosto corto ma grosso, mono e bi-alato, giustamente compatto; peduncolo visibile, semilegnoso. Acino: di media grossezza, subrotondo, regolare, con ombelico persistente, buccia poco pruinosa, un po' spessa, molto consistente, di colore verde-giallastro, opalescente (dorata dalla parte del sole); succo incolore, polpa leggermente carnosa, abbastanza liquescente, di sapore neutro, dolce, gradevole. Pedicello medio, con cercine evidente; pennello medio, incolore, di normale separazione dall'acino. Tralcio legnoso: medio-corto, abbastanza robusto, di sezione trasversale quasi circolare, leggermente schiacciato da un lato, a superficie leggermente costoluta e nodi poco appiattiti; glabro, internodi corti, di colore castano uniformemente distribuito; gemme coniche, arrotondate. Fenologia Germogliamento: medio Fioritura: media Invaiatura: media Maturazione dell'uva: III epoca (fine settembre-metà ottobre) Caduta delle foglie: in autunno resistono a lungo sulla pianta. Vigoria: buona (preferisce la potatura lunga ma non troppo ricca, poiché se si lasciano troppi capi a frutto produce eccessivamente ma a scapito dell'aspetto dei grappoli e della qualità del prodotto). Produzione: regolare, abbondante. Posizione del primo germoglio fruttifero: 4a gemma. Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2. Fertilità delle femminelle: scarsa. Resistenza alle malattie e avversità: resiste molto bene al marciume, per cui si può conservare a lungo oltre che in fruttaio anche sulla pianta (la raccolta può venir protratta anche di 20-30 e più giorni); ha pure buona resistenza contro le altre malattie crittogamiche, mentre ha dimostrato di risentire subito la siccità. Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale. Utilizzazione L'uva di "Verdea" può considerarsi a duplice attitudine. In genere, però, viene utilizzata come uva da diretto consumo, per quanto non manchino esempi di vinificazione.
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Vernaccia Infiorescenza: grossa (15-24 cm), piuttosto compatta. Fiore: tipo morfologico: di sessualità apparente ermafrodita; bottone fiorale: cilindroide, mezzano. Foglia: orbicolare o pentagonale, di media grandezza, trilobata, con seno peziolare a V aperto, ma talvolta anche ad U. Grappolo a maturità industriale: piuttosto grosso (lunghezza 17-23 cm), di aspetto semicompatto, allungato, piramidale talvolta alato, per lo più con un'ala; peduncolo visibile erbaceo o semi-legnoso, grosso. Acino: di media grandezza (diametro trasversale 12-16 mm) quasi discoide, regolare, ombelico mediamente persistente; buccia pruinosa, in genere di color verde giallastro, ambrato nelle migliori esposizioni, di spessore medio; polpa succosa, succo incolore di sapore neutro; pedicelli mediolunghi, verdi; cercine evidente di colore verde; pennello di media lunghezza. Vinaccioli: in numero medio di 2 per acino, di media grandezza, piriformi, con becco corto; nessun acino sprovvisto di vinaccioli. Tralcio legnoso: medio-lungo, glabro, abbastanza robusto, non molto ramificato per presenza di femminelle piuttosto rade, mediamente vigorose; sezione trasversale circolare, superficie striata; nodi piuttosto globosi ed alquanto evidenti, internodi di circa 7-8 cm, di colore nocciola a distribuzione abbastanza uniforme; gemme appuntite, cercine peziolare mediamente stretto, diaframma leggermente concavo, midollo di medio spessore, di color marrone. Fenologia Germogliamento: ultima decade di aprile (tra il "Sangiovese" ed il "Trebbiano"). Fioritura: prima decade di giugno. Invaiatura: fine seconda decade, inizio terza decade di agosto. Maturazione dell'uva: ultima decade di settembre, primi di ottobre, precedendo il "Trebbiano" di 1-2 settimane. Caratteristiche ed Attitudini colturali Produzione: abbondante e costante nel clone di cui ci si occupa. Posizione del primo germoglio fruttifero: 3-4 nodo. Resistenza alle malattie: ai comuni parassiti della vite presenta una resistenza lievemente superiore al normale. Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: rilevata una buona affinità con i più comuni portinnesti. Utilizzazione per la vinificazione.
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Trebbiano Toscano Denominazione in altri Paesi: Ugni Blanc (Francia) Sinonimi (ed eventuali errati) I sinonimi del "Trebbiano" sono numerosi se consideriamo l'area di diffusione, mentre sono relativamente pochi quelli che distinguono le differenti cultivar. Talvolta poi la denominazione di "Trebbiano" di qualche vitigno (es. il "Trebbiano Massese") ha mostrato chiaramente all'indagine ampelografica che questo vitigno non è riferibile al gruppo dei "Trebbiani" propriamente detti. II "Trebbiano Toscano" secondo il Molon (Amp. vol. II, pag. 1146) assumerebbe diverse denominazioni a seconda delle zone nella stessa Toscana: "Biancone" (a Cortona), "Procanico" (Siena, Elba, Grosseto), "Brocanico", "Brucanico" (Siena)"Bobiano" (Lucca) e sarebbe diffuso in Italia ed in Francia con le seguenti denominazioni diverse: "Trebbiano fiorentino", "Tribbiano forte" (a Perugia), "Il "Procanico" è certamente sinonimo di "Trebbiano". Il "Biancone" potrebbe esserne una sottovarietà".. Infiorescenza: grande, di forma cilindrica allungata, alata (per lo più con due ali). Fiore: tipo morfologico: ermafrodita autofertile bottone fiorale: di forma piuttosto globosa, cilindroide, piuttosto grosso, con stami di media lunghezza, con antere ricche di polline e pistillo mediano. Foglia: grande o medio-grande; pentagonale, quinquelobata; seno peziolare a lira chiusa con bordi sovrapposti Grappolo a maturità industriale: grande o medio-grande (lungo 18-25 cm e talvolta di più); di aspetto semi-compatto o semi-spargolo, allungato con una o due ali; peduncolo visibile, erbaceo o semi-legnoso, mediamente lungo, di color verde o nocciola, grosso; raspo verde. Acino: medio (diametro mm 13-15), discoide o sferoide di forma abbastanza regolare ed uniforme. Fenologia Germogliamento: in media dal 25 Aprile ai primi giorni di Maggio; più tardivo del "Sangiovese", della "Malvasia" e del "Canaiolo". Fioritura: in media nella terza decade di Maggio - primi di Giugno, ma anche più tardi. Invaiatura: in media dal 25 Agosto al 10 Settembre. Maturazione dell'uva: prima - seconda decade di Ottobre. Caduta delle foglie: in media nella seconda - terza decade di Novembre. Caratteristiche ed Attitudini colturali Vigoria: notevole. Produzione: molto abbondante e costante, specialmente nei cloni selezionati. Posizione del primo germoglio fruttifero: 2, 3 o 4 nodo. Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2. Fertilità delle femminelle: buona. Resistenza alle malattie: ai comuni parassiti della vite presenta una resistenza normale; l'uva si conserva con una certa facilità in fruttaio. Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: ha buona affinità all'innesto. Utilizzazione:è' uno dei vitigni classici che entra comunemente, in proporzione variabile, a seconda delle aziende, nel vino Chianti. Col "Trebbiano" da solo o con la "Malvasia" si preparano in Toscana buoni "vini santi". In combinazione con la "Malvasia" e il "Canaiolo bianco" dà buoni vini bianchi secchi.
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Mammolo Mammolo è un rosso che viene piantato principalmente in Toscana ed in Alta umbria.. Mentre il suo uso è in diminuzione, Mammolo o Mammolone veniva incluso nel misto Sangiovese dove ha contribuito a distintivo o aroma di viola mammola.Oltre ai piccoli impianti nella zona del Chianti, Mammolo si trova nel regione Toscana e in vigneti sparsi in Centro –Italia. Mammolo si crede di essere una vite genitore del Pollera nera.
Sinonimi Mammolo è conosciuto sotto una varietà in tutta l'Italia centrale. Questi includono Fegeri, Mammola asciutta, Mammola minuto, Mammoli, Mammolo asciutto, Mammolo di Montepulciano, Mammolo fiorentino, Mammolo nero, Mammolo nero primaticio, Mammolo normale, Mammolo piccola rooso nero, Mammolo pratese, Mammolo rosso, Mammolo rosso tondo, Mammolo Serrato, Mammolo tondo, Mammolo toscana, Mammolone di Lucca, Uva Mammola asciuta, Uva Mammola vicino, Uva Mammola scrigiolante, Uva Mammolo nero e Uva Mammolo tonda. Caratteristiche: Grappolo medio, conico, spargolo di grandezza media, graspo rosato con peduncolo robusto, acini medi, rossi tendenti al violetto, polpa succosa. Quest’uva rende il vino di colore rubino, odoroso, grato, spiritoso, non grosso, e durevole. Fa ottima composizione mescolato con altre uve.
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GRECO B. Sinonimi Greco del Vesuvio o "Greco della Torre", nella zona vesuviana e del Somma (Napoli); "Greco" o "Grieco nel comune" di Tufo (Avellino); "Greco di Tufo" Tralcio erbaceo: colore interamente diffuso, rossastro, privo di peli, sezione ellittica con contorno un po' angoloso. Infiorescenza: cilindrica con un'ala molto sviluppata che qualche volta può superare l'asse principale, fornita di peduncolo molto sviluppato, lunghezza 12-15 cm. Fiore: bottone fiorale a forma globosa, di media dimensione con stami lunghi, diritti, polline abbondante e fertile, la corolla si stacca facilmente. Foglia: orbicolare, di media grandezza, trilobata e meno spesso pentalobata, seno peziolare ad U con bordi paralleli o appena aperti; seni laterali più o meno profondi, Grappolo a maturità industriale: medio o piccolo, della lunghezza dai 12 ai 17 cm, serrato, cilindrico o leggermente conico, più frequentemente alato con un'ala molto sviluppata tanto da dare un grappolo doppio, più raramente semplice; peduncolo lungo, sottile, con la parte superiore lignificata, erbacea, di color rosato la parte inferiore. Acino: medio o quasi piccolo, sferoide, irregolare, con ombelico persistente e prominente, sezione trasversale circolare, buccia pruinosa, grigio-giallastra o grigio-ambrata nella parte rivolta verso il sole, ricoperta da punteggiature brunastre, media o spessa; succo incolore, polpa succosa a sapore neutro; pedicelli medi o corti, di colore verde rosato, cercine evidente, verde; pennello corto, giallastro; separazione del pedicello dall'acino appena difficile. Tralcio legnoso: medio o lungo, molto robusto ed elastico, poco ramificato, meritalli di lunghezza media cm 9 -10, minima 6-7, massima 13-15 cm, di color cannella distribuito uniformemente; corteccia aderente, superficie liscia non pruinosa, sezione trasversale ellittica, nodi glabri, appiattiti o poco ingrossati, diaframma convesso; gemme coniche a cercine sporgente. Tronco: di buona vigoria. Fenologia Germogliamento: precoce. Fioritura: media. Invaiatura: media. Maturazione dell'uva: IV epoca. Produzione: abbondante Posizione del primo germoglio fruttifero: normalmente lo troviamo a partire dalla terza gemma, più raramente a partire dalla seconda. Numero medio di infiorescenze per germoglio: 2, raramente 3. Fertilità delle femminelle: quasi nulla. Resistenza ai parassiti ed altre avversità: è abbastanza sensibile ai danni della peronospora (più attaccato del "Coda di Volpe"); sensibile all'oidio; se coltivato in terreni freschi, l'uva è soggetta al marciume; l'uva teme le piogge in prossimità della maturazione. Utilizzazione: viene usato esclusivamente per la vinificazione.
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Moscato Bianco Sinonimi ufficiali: MUSCAT BLANC A PETIT GRAIN, MUSCAT DE CHAMBAVE, MOSCATO*, MOSCATELLO*, MOSCATELLONE*, MUSCAT**, MUSKATELLER**, MOSCATO REALE***, GELBER MUSKATELLER Sono così numerosi che fin dai primi tentativi di tassonomia ampelografica si ravvisò la necessità di far posto ad uno o più gruppi di vitigni con uva "a sapore moscato", o, più propriamente, aventi tale aroma..Di veri sinonimi se ne possono citare pochi (anche se il Molon nella sua Ampelografia, alla voce "Moscato bianco", elenca quasi un centinaio di termini, in gran parte però che si differenziano solo per leggerissime varianti di questo nome). I più comuni sono Moscatello Douro, Muscateller, Weisser Muscateller, Weisse Muscalen Traube; oppure Moscato seguito dal nome del luogo di coltura: M. di Canelli, di Strevi, dei Colli Euganei, di Montalcino, di Siracusa, di Noto, di Trani, di Tempio, di Frontignan, ecc. ecc. Talora viene anche chiamato Moscato giallo; è però preferibile riservare questo nome ad altro vitigno. Trattasi indubbiamente d'una popolazione quanto mai numerosa ed eterogenea, per la comparsa, attraverso i secoli di vari tipi E' quindi ovvio che tale popolazione comprenda una quantità di cloni, via via, e nelle varie zone di coltura, approssimativamente (certo non rigorosamente) selezionati, talora anche di valore colturale e tecnologico sensibilmente differente. Infiorescenza: di lunghezza media (10-12 cm), cilindro-piramidale, talvolta alata. Fiore: bottone piriforme, mezzano; fiore ermafrodito, n Foglia: pentagonale di grandezza media o piccola tri- e quinquelobata con seno peziolare a lira. Grappolo a maturità industriale: grandezza media ; compatto (mediamente compatto - Tr., serrato o semi-serrato - . più raramente due corte ali. Acino: di grandezza media (o un po' meno - Eug.; piccolo - Tr.); sferoide, con ombelico persistente prominente; a sezione circolare; buccia poco pruinosa, di color giallo dorato, che diventa ambrato nella parte esposta al sole, con caratteristiche maculature brunastre, abbastanza spessa, consistente; polpa consistente di sapore spiccatamente moscato,dolce; pedicello corto, verde chiaro, piuttosto esile; cercine evidente, verde (poco evidente - Sir., Temp.); pennello corto, giallo piuttosto grosso; separazione dell'acino dal pedicello facile (piuttosto difficile - Tr., difficile - Sir., Temp.). Fenologia .Germogliamento: 5 aprile [prima decade di Aprile [prima decade di Aprile 20-30 Marzo precoce Fioritura: fine Maggio II metà di maggio. Maturazione dell'uva: da primi settembre ad ottobre a seconda delle zone.Vigoria: buona (prossima a quella del Barbera) (Piemonte); poco vigoroso (Tr.); media (Sir.); media o scarsa. Vuole potatura di media espansione (in Piemonte: tipo Guyot con 10-12 gemme; nel Sud e nelle Isole, potatura corta).Produttività: regolare, costante e soddisfacente . Non va soggetto a colatura o impallinamento; però sovente gli acini sono di grandezza disforme.Resistenza alle malattie: alquanto recettivo all'oidio (Piemonte); un po' sensibile alla peronospora (Eug., Tr., Temp); piuttosto sensibile ai freddi (Piemonte).Portinnesti più usati: si comporta ottimamente col 420, bene con la Rupestris du Lot (CN); con la Kober nelle 3 province del Piemonte; . Esigenze: il Moscato è uno dei vitigni più esigenti nei riguardi del terreno, pur trovandosi distribuito su d'una vastissima area. Ma in una stessa regione, anche a distanza di poche centinaia di metri, cessano le condizioni favorevoli per una conveniente coltura e per ottenerne prodotti veramente pregiati.UtilizzazioneCome già s'è detto, il Moscato bianco dà un'uva tipicamente da vino (anche se, come tutte le uve aromatiche, viene anche gradita pel consumo diretto, pur mancando dei requisiti di bellezza che si richiedono per un'uva da tavola).
Sedi:
“A. Baldelli”: Via A. Labriola, 1 075 8557877 075 8553754
“F. Cavallotti”: Viale A. Bologni, 86 075 8521144 075 8520289
“U. Patrizi”: Viale A. Diaz, 99 075 8554241 075 8557398
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BIBLIOGRAFIA: I dati e le descrizioni sono tratte dal Registro Nazionale delle Varietà di Vite del Ministero delle Politiche Agricole.
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“A. Baldelli”: Via A. Labriola, 1 075 8557877 075 8553754
“F. Cavallotti”: Viale A. Bologni, 86 075 8521144 075 8520289
“U. Patrizi”: Viale A. Diaz, 99 075 8554241 075 8557398