NelMese 12/2008

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periodico di Cultura Medicina Turismo Economia direttore responsabile NICOLA BELLOMO sommario n. 12/2008 anno 42esimo Edizioni NUOVA GEDIM S.R.L. Direzione - Amministrazione - Pubblicità via Suppa, 28 - tel. 0805232468 70122 Bari - NUOVA GEDIM S.R.L. iscritta alla Camera di Commercio di Bari il 14/01/2008 al numero 503184 - “NELMESE” periodico di cultura turismo economia iscritto al n. 333 del “Registro dei giornali e periodici” del Tribunale di Bari 9 /11 / 1967 - Spedizione in abbonamento postale comma 34 - art. 2 - Legge 549/95 Filiale di Bari - E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di scritti e la riproduzione in fotocopia -. Nicola Bellomo ideazione Grafica. Massimo Clori Fotocomposizione. - Stampa: Pubblicità & Stampa - Via dei Gladioli 6 - 70026 Modugno/Bari tel. 0805382917 ABBONAMENTO ANNUO PER IL 2008 Euro 30,00 - LA COPIA - euro. 3,00 (con copertina plastificata euro 3,20) - CONTO CORRENTE POSTALE 000088305263 INTESTATO A NUOVA GEDIM S.R.L. - VIA SUPPA 28 BARI 70122

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LIBRERIE & LIBRI

ATTUALITA’

DA PROGEDIT UNA STORIA DI ANTONIO ROSSANO SULLE VICENDE DEL TEATRO PETRUZZELLI

IN MARGINE AD UNA FOTOGRAFIA DI GRANDE EFFETTO DELL’ARCIVESCOVO DI LECCE RUPPI

Pensando ai bambini

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di Caterina Cappelluti-Altomare

POLITICA /

LIBRERIE & LIBRI

ALLA CAMERA DEI DEPUTATI UN LIBRO DELL’ON. PINO PISICCHIO EDITO DALLA CACUCCI DI BARI

Pericolo Cesarismo per la politica nostrana? di Francesco De Palo

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NEL MONDO DELLA CULTURA IL 45ESIMO ANNO ACCADEMICO DELLA RESIDENZA UNIVERSITARIA DEL LEVANTE

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Intreccio di storie

SOCIALITA’ / NEL MONDO DEI CIECHI / 5.

CAMPIONATO DI CALCIO DI NON VEDENTI

Gol ad occhi chiusi di Alessio Rega

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SOCIALITA’ / MEDICINA INVITO DI ROSITA ORLANDI PRESIDENTE DELLA FIDAS PUGLIA CHE RIUNISCE I DONATORI

Donazione del sangue, servono grandi numeri di Claudia Serrano

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30 anni di solidarietà Università, prezioso investimento per i giovani 8 A G R I C O L T U R A / R E G I O N E P U G L I A INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO PAOLO SALVATORE

Per il rinascimento, sociale e culturale

di Nicola Bellomo

COMMENTO ALLA LEZIONE MAGISTRALE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO

L’”homo oeconomicus” non basta più

di Piernicola de Leonardis

UN DVD CON PERCORSI A TEMA DELL’ASSESSORATO ALLE RISORSE AGROALIMENTARI

Viaggio nella Puglia rurale

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IN GARA 15 GIOVANI TALENTI. AL FINALISTA 20MILA EURO. PRESENTAZIONE DEL RETTORE DE GENNARO

Università Lum, Premio per l’arte contemporanea

SCRITTI SU NELMESE DA POLITICO E DA PENALISTA

di Nicola Bellomo

di Alessio Rega

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ECONOMIA / INDUSTRIE SOLLECITAZIONI ALLA REGIONE DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA PUGLIA DE BARTOLOMEO

Congiuntura, urge terapia d’urto di Tonino Ancona

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ECONOMIA / EDILIZIA I VANTAGGI DELLE “16 ORE” IL PROGETTO DELLA FORMEDIL-BARI PER LE NOZIONI AI LAVORATORI

14 Prima formazione,

IL PENALISTA RICORDATO IN UN VOLUME E IN VARI INTERVENTI ALLA PRESENTAZIONE ALL’ATENEO DI BARI

Giuseppe Castellaneta la forza della parola

Gioielli Mossa, emozioni preziose di Claudia Serrano

12 Molmec per nuovi mercati

RICORDI / LIBRERIE & LIBRI

Giuseppe Castellaneta la forza delle idee

COMMERCIO / SHOPPING TENDENZE NEGLI ACQUISTI E NEI REGALI

UNIVERSITA’ / ARTE

di Francesco De Palo

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di Claudia Serrano

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sicurezza nel cantiere di Tonino Ancona

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CONSIGLI PER MUTUI PER L’ACQUISTO DI CASE E PER I FITTI PER GLI STUDENTI FUORISEDE

Immobiliare Rubino, novità

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Amministrazione - Redazione: Via D. Nicolai, 39 - 70122 Bari Tel. 080/5214220 - Fax: 080/5234777 http://www.cacucci.it - e-mail: info@cacucci.it Librerie: Via B. Cairoli, 140 - 70122 Bari Tel. 080/5212550 - Fax: 080/5219471 Via S. Matarrese, 2/d - 70124 Bari Tel.-Fax: 080/5617175

NOVITA’ DICEMBRE 2008 GIOVANNI DE BONFILS

UN CONSOLE MILANO E L’IMPERO CHE MUORE

ISBN 9788884227867 - pp. 207 - E. 20,00 A. DELL’ATTI / P. DI CAGNO

TEMI SVOLTI DI CONTABILITA’ E BILANCIO

ISBN 9788884227874 - pp. 246 - E. 25,00 TOMMASO MASIELLO CORSO DI STORIA DEL DIRITTO ROMANO ISBN 9788884227898 - pp. 255 - E. 25,00 FIAMMETTA FANIZZA IL VUOTO AL CENTRO Città Politica Comunicazione ISBN 9788884227904 - pp. 111 - E. 12,00 PAOLO MONETA IL MATRIMONIO NULLO NEL DIRITTO CANONICO E CONCORDATARIO ISBN 9788884227935 - pp. 253 - E. 25,00 CRISTINA SUNNA (a cura)

LA LOTTA AL LAVORO NERO NELL’ESPERIENZA LEGISLATIVA E AMMINISTRATIVA DELLA REGIONE PUGLIA

ISBN 9788884227959 - pp. 117 - E. 12,00 nelmese - 12/2008 - 4


ATTUALITA’ Le cronache sono piene di episodi di violenze di tutti i generi. Quelle nei confronti dei bambini destano più orrore. In questa nota prendendo spunto da una fotografia di grande effetto dell’Arcivescovo Metropolita di Lecce mons. Cosmo Francesco Ruppi (apparsa su NelMese in occasione di una intervista del febbraio del 2003) si sottolinea con efficacia il gesto amoroso in contrasto con tanti violenti e discriminanti comportamenti nei confronti dell’infanzia nel mondo intero. L’autrice, giornalista da oltre trent’anni, all’acume e puntualità del cronista, assomma una squisita sensibilità d’animo

Pensando ai bambini Una carezza, il volto del bimbo tra le mani quasi a volerlo preservare dal male del mondo, una madre ed un padre sorridenti; è un messaggio di grande serenità quello che la fotografia dell’Arcivescovo di Lecce, monsignor Cosmo Francesco Ruppi, trasmette grazie al coprotagonismo di un bambino in tenerissima età che emana innocenza, speranza, serenità. Il pastore di anime gli è vicino e pare gli sussurri parole che fan spalancare ancora di più i suoi occhi, padre e madre gli fanno ala: niente pare potrebbe nuocergli mai o turbare la serenità di questo momento di vita familiare, simbolo anche di un cristianesimo concreto ed operante! Eppure qualcosa altera l’insieme, muove ombre fugaci e sottilmente insinuanti, vela il tutto di una quasi tristezza che a poco a poco si svela e porta il pensiero di chi guarda verso scene che mettono in discussione il messaggio di calore e di benedizione divina; allora ecco gli occhi riempirsi di immagini di bambini maltrattati, seviziati, usati, preda di insane brame o di feroci raptus, non importa se a pochi passi da noi o all’altro capo del mondo, se ad opera di estranei o di familiari stessi! L’infanzia con tutti i suoi valori di “dono” ci appare calpestata, infangata, svilita da guerre intestine che vedono i bambini ora protagonisti a fianco dei grandi, ora vittime di massacri e mutilazioni d’ogni genere, ora giacenti in letti d’ospedali con grandi

occhi stupiti per quanto accade intorno a loro. Nessuno di noi può, se una volta ha incontrato occhi così, tirare avanti, dimenticare e sopportare ingiustizie e così macroscopiche differenze tra bambini amati, coccolati, a volte anche viziati, e coetanei cresciuti, loro malgrado, troppo in fretta, senza aver mai conosciuto calore, amore, qualche carezza, la felicità di una famiglia, di un rapporto umano! Perché allora l’umano tramutare le cose “usa” bambini inermi per i suoi scopi, li muta, a seconda delle esigenze, in oggetti del desiderio o in piccoli, tenaci, alacri lavoratori che molto danno e poco pretendono, in merci di scambio o ancora in mercenari pronti a rischiare la vita per il trasporto di qualche arma o di un panetto di droga per conquistare magari una ciotola di minestra? E perché le società sempre più evolute e tecnologicamente avanzate permettono che siano proprio i bambini pagare il prezzo più alto di emigrazione, malattie, epidemie, fame, guerre? Il mondo non può restare a guardare questi cuccioli d’uomo decimati dal furore di tanti, mentre un volto fanciullesco si incattivisce e si prepara a rendere pan per focaccia. Ora ognuno di noi deve guardarsi intorno e cominciare a far qualcosa perché il messaggio dolce di una fotografia possa veramente trascinare a pensare anche a chi soffre. Caterina Cappelluti-Altomare nelmese - 12/2008 - 5


POLITICA / LIBRERIA & LIBRI

Pericolo Cesarismo

per la politica nostrana?

Presentato alla Camera dei Deputati il libro dell’on. Pino Pisicchio edito dalla Cacucci di Bari sul ruolo e sulle evoluzioni dei partiti politici nella democrazia del domani, alla presenza di alcuni vertici nazionali: Fini, Tremonti, Finocchiaro

di Francesco De Palo Sarà ancora il partito politico a dare senso e valore alla democrazia? O potranno esistere Governi con alla base un’entità diversa dal partito stesso, magari in chiave maggiormente dialogante e con una deriva meno “cesaristica”, come l’ha definita il Presidente della Camera? Sono gli interrogativi scaturiti dall’ultimo libro dell’on. Pino Pisicchio dell’Italia dei Valori, dal titolo “Tra declino e cambiamento. Aspetti del partito politico italiano” edito dalla Cacucci di Bari nella collana “Profili di innovazioni” diretta dal prof. Aldo Loiodice, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Bari, presentato a Roma nella Sala Mappamondo della Camera dei Deputati dal “Circolo Montecitorio” presieduto dal vice segretario generale della Camera, dott. Claudio Boccia e dinanzi ad un parterre d’eccezione: il presidente della Camera Gianfranco Fini, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il presidente dei Senatori del Partito Democratico Anna Finocchiaro, l’editorialista de “Il Sole 24 Ore” Stefano Folli. Il volume ripercorre in sei sezioni la vita del partito politico, da una visione giuspubblicistica fino ad arrivare all’art. 49 della Costituzione, ovvero la natura giuridica dei gruppi parlamentari. Oggi il partito vive una fase estremamente mediatica dal momento che le leggi elettorali hanno spinto verso la consegna del potere nelle mani dei capi, ha riflettuto l’autore dinanzi ad una sala gremita, presenti tra gli altri il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, i deputati Donadi e Formisano, Renzo Lusetti nelmese - 12/2008 - 6

del PD, i pugliesi del PDL Sisto e Bruno. Il futuro dei partiti? Non potrà prescindere - ha affermato l’on. Pisicchio - da quella Carta Costituzionale che da sessant’anni rappresenta le istanze generali e la funzione di “garanzia suprema”. L’evento ha suscitato un interessante e costruttivo dibattito, reso ancor più affascinante dalle posizioni di partenza differenti dei relatori.

Gianfranco Fini Il presidente della Camera Fini, dall’alto del suo ruolo istituzionale, ha lanciato un monito sulla deriva cesaristica che al giorno d’oggi i partiti politici rischiano di avere: “Il libro, dotato di spessore accademico, ritengo debba essere letto e studiato. Credo che il cambiamento debba essere guidato attentamente e ciò potrà essere fatto esclusivamente con il conforto di adeguati contrappesi,- ha precisato - in assenza dei quali

esso sarà troppo libero e controproducente. Nel PDL credo serva una maggiore democrazia interna per scongiurare il fenomeno del cesarismo”. Fini pone come punto di partenza la teoria della società liquido-moderna postulata dal sociologo Zygmunt Bauman, utile per giungere ad una prima definizione del modello partito, che “non può più continuare ad essere una specie di chiesa strutturata ideologica-

Giulio Tremonti mente, ma deve evolversi in un qualcosa di più leggero che sia a contatto diretto con la società”. Bene il partito flessibile, ha proseguito l’ex Ministro degli Esteri, ma a patto che non si eviti la selezione della classe dirigente, dal momento che compito della classe dirigente è proprio quello di comprendere di cosa la società avrà bisogno in futuro e mettere in pratica soluzioni adeguate, anziché occuparsi solo di “seguire” la pubblica opinione, che poi trova sfogo nella differenza anglosasso-


Pino Pisicchio ne tra followship e leadership. Proprio l’angolatura derivante da una figura di leader estremamente carismatica ha portato il Ministro dell’Economia a replicare sulla distinzione esistente fra leadership e followship, dal mo-

Anna Finocchiaro mento che non esiste un Governo che non risiede nei partiti, e non esiste una leadership di Governo che non sia essa stessa una leadership di partito. Secondo Tremonti “stando in Forza Italia posso affermare che essa ha sì una configurazione monarchica, ma al tempo stesso è stemperata da una libertà anarchica”. E poi non bisogna dimenticare la spaventosa crisi economica in atto, che in qualche misura costringe la politica a specchiarsi meno in se stessa e

a reperire soluzioni condivise ai problemi reali del Paese, per cui Tremonti persevera in una direzione che già in passato ha caldeggiato, ovvero l’assioma secondo cui la politica non può più essere sostituita dal

Stefano Folli mercato. Inoltre la società sta uscendo da una visione maggiormente consumistica e si accinge a vivere momenti in cui il superfluo non è più contemplato, quindi una sorta di ritorno forzato alle origini. Un altro riferimento al passato è venuto dalla senatrice Finocchiaro, “perché la politica di cinquant’anni fa viveva anche di regole e prassi che tutelavano i cittadini all’interno di un sistema di comunicazione maggiormente rassicurante”.

Nicola Cacucci Ed è in quest’ottica che si pongono “fenomeni nuovi, come i voti che ad esempio alcuni operai metalmeccanici piemontesi hanno espresso alla Lega Nord pur rimanendo iscritti alla Fiom Cgil”. Ma allora quali requisiti dovrà avere il futuro leader del partito? L’autore non ha dubbi quando evidenzia che quel ruolo verrà ricoperto da chi manifesterà una autorevolezza comprovata e non invero da chi si proporrà come mero “proprietario” del partito o della politica. E, aggiungiamo noi, da chi finalmente rammenterà che una democrazia vera non può relegare a semplici comparse gli elettori, come l’attuale legge elettorale invece provvede chirurgicamente a fare, avendo eliminato il voto di preferenza e sfornando un Parlamento di cooptati, le cui sorti sono decise a tavolino dai vertici romani. La battaglia per la reintroduzione delle preferenze non è né ideologica né di partito, è semplicemente la spinta di alcune coscienze ad evitare che la Carta Costituzionale venga ancora calpestata in nome di un principio che, apparentemente, intende eliminare il pericolo del voto di scambio, ma che nei fatti consegna, nelle mani di pochi, il destino di 60 milioni di italiani, il che è ancora più grave perché palesemente antidemocratico e perché produce una democrazia a metà.

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NEL MONDO DELLA CULTURA

Università, prezioso

investimento per i giovani Inaugurato il 45esimo Anno Accademico della Residenza Universitaria del Levante, con una prolusione del presidente del Consiglio di Stato Paolo Salvatore sul tema “Legalità, responsabilità e bene comune” Si è celebrata a Bari, il 15 novembre, l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2008-2009 della Residenza Universitaria del Levante. Il direttore, ing. Primiano Augelli, alla presenza di autorità, di numerosi studenti e delle loro famiglie, ha introdotto i lavori, e con grande emozione ha ricordato che quest’anno accademico è il 45° dall’apertura della Residenza, che ha avuto la sua prima sede in via Roberto da Bari. “Gli anni dell’università – ha detto Augelli - rappresentano un prezioso investimento per il futuro dei giovani studenti; certo è indispensabile conseguire una preparazione specialistica, ma è allo stesso modo necessario saper coltivare le qualità umane e sviluppare la capacità di lavorare con persone di diversa provenienza, interagire con altre culture. Inserita nel cuore della vita culturale della città, la Residenza del Levante non si

Uno scorcio della sala incontri della Residenza del Levante limita ad offrire ospitalità e servizi per studenti fuori sede, ma si estende ad una vasta gamma di attività rivolte a tutti gli studenti baresi. Studiare in college - ha continuato il direttore – aiuta i giovani a sviluppare al meglio i propri talenti e metter-

Il presidente del Consiglio di Stato, prof. Paolo Salvatore mentre firma l’albo dei visitatori, accanto, il direttore della Residenza l’ing. Primiano Augelli ed uno studente del Malì, Emmanuel Tienou nelmese - 12/2008 - 8

li al servizio della società, significa studiare in un ambiente stimolante, di amicizie forti e durature. Un ambiente familiare dove ciascuno è aiutato a dare il meglio di sé anche attraverso il supporto di un tutor. Chi lo desidera, inoltre, può partecipare alle attività di formazione spirituale affidate alla Prelatura dell’Opus Dei, istituzione della Chiesa Cattolica il cui spirito è imperniato sulla santificazione del lavoro e dei doveri quotidiani del cristiano”. A seguire l’atteso intervento di S.E. prof. Paolo Salvatore presidente del Consiglio di Stato con la prolusione sul tema “Legalità, responsabilità e bene comune”. Quando si parla di legalità, responsabilità e bene comune, - ha esordito Salvatore - il riferimento alla Carta costituzionale è obbligato. Infatti questi tre valori sono radicati prima ancora che nelle norme e nelle regole, nella coscienza di tutto il popolo (come ha rilevato il Presidente della Repubblica Napolitano davanti al Parlamento in seduta comune in occasione del 60esimo della nostra Costituzione).


“Ridare fiducia a questa società, - ha continuato Salvatore- vuol dire far ritornare tutti con semplicità al concetto di bene comune, unica strada per evitare quei rischi profondi di relativismo culturale e sociale, denunciati non solo più volte quest’anno dal Presidente della Repubblica, ma chiaramente indicati come seri pericoli per le coscienze da Papa Benedetto XVI. Possiamo essere diversi,

individuale e il bene comune. Solo il pieno rispetto delle leggi e il riconoscimento di una morale comune e quindi la spinta ad una autentica e convinta solidarietà umana e civile - ha concluso Salvatore - possono generare e moltiplicare com-portamenti individuali e collettivi migliori, forieri di nuovo progresso per il nostro paese”. (c.s.)

Il prof. Paolo Salvatore e, a sinistra, l’ing. Primiano Augelli ma questo non significa che non possiamo incontrarci, stimarci, rispettarci. Proprio nel rispetto di una autentica legalità non possiamo limitarci all’osservanza passiva delle norme, ma dobbiamo saperle umanizzare saldando appunto l’io e il noi, e cioè la responsabilità

Promosso dall’IPE, ente morale eretto con D.P.R. 374/81, la Residenza del Levante è uno dei 45 collegi universitari legalmente riconosciuti dal Ministero dell’Università, l’unico in Puglia.

LA RESIDENZA UNIVERSITARIA DEL LEVANTE La Residenza, nata a Bari nel 1964, è nella nuova sede di via Salvatore Matarrese dal 1994. La direzione spirituale della Residenza è affidata alla Prelatura dell’Opus Dei. L’edificio sorge al centro di un’area di circa 10mila metri quadrati ed è circondato da un elegante giardino arricchito da palme ed ulivi che preannunciano al visitatore un ambiente sereno e intenso. La Residenza è strutturata in sale, aule, studi, alloggi e servizi che insieme ad un cappella concorrono a dare la recettività necessaria alle attività formative degli studenti. Le attività che si svolgono nella Residenza mirano, solo e sempre, a far maturare la personalità degli studenti e dei professionisti nel rispetto della libertà delle coscienze e delle scelte di ciascuno. Trattasi, perciò, di attività aperte a giovani di ogni provenienza, senza discriminazioni di carattere sociale, razziale, religioso, ideologico.

Il fondatore dell’Opus Dei, San Josemarìa Escrivà al quale la città di Bari nel 1997 ha dedicato un viale nei pressi della sede della Residenza del Levante (in una bella veduta a destra) che offre il suo servizio culturale e informativo a tutti gli studenti universitari nelmese - 12/2008 - 9


UNIVERSITA’ & DIRITTO

Per il rinascimento, sociale e culturale Lo auspica in questa intervista Paolo Salvatore, presidente del Consiglio di Stato, che è la massima Magistratura amministrativa Il quarantacinquesimo anno di attività della “Residenza Universitaria del Levante” di Bari è stato inaugurato con la relazione del prof. Paolo Salvatore, presidente del Consiglio di Stato, massima Magistratura amministrativa, che ha trattato il tema “Legalità, responsabilità e bene comune”. Riferendosi alla celebrazione del 60esimo anniversario della Costituzione svoltasi recentemente a Roma alla presenza del Capo dello Stato, il prof. Salvatore ha notato che la nutrita presenza giovanile nella sala dei Convegni della Residenza Universitaria è segno essa stessa della perdurante vitalità dei principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale, che ha gettato le basi per realizzare insieme legalità, responsabilità e bene comune. Nell’occasione abbiamo rivolto al Presidente del Consiglio di Stato alcune domande: Quali valori costituiscono il migliore terreno di cultura per lo sviluppo del nostro ordinamento democratico? “Tutti e tre i valori della legalità, della responsabilità e del bene comune sono radicati nella coscienza del popolo prima che nelle norme e nelle regole, come ha avvertito il Presidente della Repubblica Napolitano, di fronte al Parlamento riunito a Camere congiunte per quella solenne celebrazione”. Ma in che modo la nostra Costituzione può determinare un futuro, se essa ha ormai un’età avanzata? “La Costituzione ha una vitalità perdurante perché essa è una tavola di principi e di valori, di diritti e di doveri, di regole e di equilibri che costituiscono la base del nostro stare insieme garantendo una competizione democratica nelmese - 12/2008 - 10

che può e deve svolgersi senza mettere a repentaglio il bene comune”. Si parla spesso del bene comune, particolarmente, in relazione al principio di solidarietà ed ora anche a quello di sussidiarietà introdotto di recente nel Testo fondamentale. Come può il valore del bene comune diventare regola concreta dell’azione di tutte le componenti della nostra società e della pubblica amministrazione? “Dobbiamo onestamente dire che la società odierna, sia a livello internazionale che nel nostro Paese, è spesso profondamente disattenta al supremo valore che è il bene comune, in quanto valore giuridico di sintesi di vari ordinamenti che confluiscono in quello dello Stato: la sua carenza o la sua mancata applicazione rappresenta un rischio traumatico che è sotto i nostri occhi tutti i giorni, di aggravare e rendere ancor più marcate le diseguaglianze sociali”. Come può delinearsi il rapporto tra cittadino e sistema delle istituzioni democratiche? “E’ sotto i nostri occhi, leggendo i giornali o seguendo la televisione proprio in questi giorni, la sensazione che il cittadino si senta spesso abbandonato a se stesso, incompreso dalle istituzioni, incapace di reggere i ritmi del necessario cambiamento. Occorre ridare fiducia a questa società e ritornare tutti, con semplicità, a quell’impegno di realizzazione del bene comune che la nostra Carta Costituzionale indica come unica strada

Il prof. Paolo Salvatore per evitare quei rischi di relativismo culturale e sociale denunciati spesso dal Presidente della Repubblica ed indicati ripetutamente con grande intuito e ‘sapientia cordis’, come seri pericoli per le coscienze e la società intera, da Papa Benedetto XVI”. Quale può essere il compito eminente del corpo della magistratura amministrativa perché questi autorevoli appelli alla fiducia non restino inascoltati? “Occorre un autentico rinascimento culturale, sociale e di dottrina per combattere gli intrecci perversi che talora legano di fatto frange di istituzioni della politica alle diverse forme di criminalità: alle iniziative condotte con coraggio sul piano giudiziario vanno affiancate - e non da ultimo - le testimonianze di ciascuno che puntino a valorizzare la dignità della persona, offrendo opportunità di lavoro e di progresso sociale. D’altra parte, il Consiglio di Stato, i T.A.R. e tutta la macchina della giustizia amministrativa devono rendersi capaci, con uno scatto di orgoglio, di rispondere alle sa-


L’”homo oeconomicus” non basta più

E’ necessario rivedere i fondamenti del diritto per pervenire ad un effettivo bene comune che deve rappresentare l’ago della bilancia sociale Dalla lezione magistrale del prof. Paolo Salvatore, Presidente del supremo organo di giustizia amministrativa, in occasione della inaugurazione dell’Anno Accademico della Residenza Universitaria di Bari, vorrei sottolineare alcuni punti che, per l’autorevolezza del conferenziere, costituiscono un autentico punto di riferimento dell’intero sistema dei Tribunali Amministrativi Regionali e del loro giudice di appello, il Consiglio di Stato. Il tema trattato (legalità, responsabilità e bene comune) ha affrontato in crescendo la dinamica dell’attualità amministrativa, nella quale quei valori non possono non rilevare come la bussola del chiedere e del fare giustizia. Particolarmente stimolante è, allora, la considerazione del bene comune come valore giuridico di sintesi. Orientare l’azione umana nella sua consapevole valenza giuridica verso il bene comune significa esaltare la capacità dell’uomo di porsi in relazione con l’altro uomo non in funzione esclusiva di un’utilità da trarre ma per guadagnare a se stessi il valore aggiunto della realtà oggettiva dell’azione: ogni azione umana, in effetti ed in concreto, rivela l’uomo nella sua interezza e nella sua fondante soggettività. Allora, quando si comprende che il diritto non è più (o non è soltanto) “roba da legulei” ma manifesta l’umanità stessa dell’azione e quindi la sua pretesa di garanzia su questo piano, si evidenzia che il bene della persona e della società non può che essere strettamente connesso con quello delle società naturali in cui si sviluppa, in primo luogo della famiglia, attraverso la quale, come Giovanni Paolo II scriveva nella Lettera alle Famiglie, “fluisce la storia dell’uomo e della salvezza dell’umanità”. Il bene comune – che ha il suo lemma nella consapevolezza che la propria azione possa e debba giovare anche agli altri (come è per la funzione sociale, concettualmente ed operativamente indissolubile dalla proprietà privata) – è tale perché l’azione giuridica ha origine da una persona e si svolge in una comunità che assicura nella sua dinamica tutta l’esistenza umana, senza per questo porre confini al

crosante risposte dei cittadini. La magistratura, e particolarmente la giustizia amministrativa, vuole e deve stare dalla parte dei cittadini. Bisogna rispondere con rigore e tempestività a queste esigenze di cambiamento e di sviluppo democratico, tenendo conto dell’attuale clima di forte relativismo umano e sociale che potrebbe finire col minare la coesione nazionale mentre neppure

grado di prossimità cui riferirsi e cioè fino all’intera famiglia umana. Provvedere a sè stessi, quindi, significa - in una direzione che non è più quella dell’individualismo - riconoscere la povertà e meschinità dello sguardo dell’uomo animato spesso dal desiderio di possedere le Il prof. Piernicola de Leonardis cose anziché di riferirle alla loro propria verità, ritrovando quello stupore per l’essere che è il necessario antidoto di ogni nichilismo e relativismo. La stessa vocazione dell’attività economica si ritrova nell’affidare a ciascuno l’esercizio della propria libertà che è comunque limitata da quella originaria donazione fatta all’uomo perché l’uomo aspiri nel concreto delle azioni e relazioni di ogni giorno alla completezza del suo essere. Il degrado ambientale nelle sue molteplici forme, la fame diffusa in intere popolazioni del globo, l’ipertrofia patologica dei consumi manifesta, in effetti, che il dibattito della scienza deve allargarsi e sostanziarsi di valori umani (che rappresentano la sostanza intima di ogni valore giuridico). L’homo oeconomicus non basta a se stesso.

si giustificano quelle venature di antipolitica che non servono affatto ad arginare un evidente disagio sociale”. Ma può riuscire una società che talvolta appare addirittura imbarbarita, come dalle statistiche della criminalità, a realizzare obiettivi così impegnativi e complessi? “La nostra società, definita ‘fluida’ dalla sociologia contempo-

Piernicola de Leonardis Ordinario di Diritto Amministrativo Facoltà di Giurisprudenza - Bari ranea, esprime la continua incertezza di vivere coerentemente le regole e accreditarle con comportamenti altrettanto adeguati. Mi sembra che la grande spinta che offrono la legalità, la responsabilità e il bene comune sta proprio in quella capacità di unire l’‘io’ delle individualità al ‘noi’ della comunità”. Nicola Bellomo nelmese - 12/2008 - 11


UNIVERSITA’ / ARTE

Università Lum Premio per l’arte contemporanea

In gara quindici giovani talenti di età non superiore a 35 anni tra i quali due comitati individueranno cinque finalisti che, dopo aver meritato una borsa di studio per una residenza all’estero, concorreranno al premio finale di 20mila euro. Le finalità dell’iniziativa illustrate dal Rettore Emanuele De Gennaro

di Francesco De Palo Incentivare l’arte contemporanea italiana promuovendo la Puglia come location ideale di nuove forme culturali. Così è nata l’idea del Premio nazionale biennale voluto dalla LUM, la Libera Università Mediterranea dedicata alla memoria del noto europeis t a “ J e a n M o n n e t ”, c h e d a un decennio ha inteso valorizzare i capisaldi della conoscenza, ovvero ricerca, didattica ed innovazione. Questa volta protagonisti sono quindici giovani talenti di età non superiore a 35 anni tra i quali due comitati, uno curatoriale e l’altro professionale, individueranno cinque finalisti che, dopo aver meritato una borsa di studio per una residenza all’estero, concorreranno al premio finale

Il Sindaco Michele Emiliano nelmese - 12/2008 - 12

Il Rettore della Lum Emanuele De Gennaro di 20mila euro. “E’un’altra tappa del percorso non solo universitario ma anche culturale che la LUM ha intrapre-

L’assessore Silvia Godelli

s o - h a s c a n d i t o i l Re t t o r e Emanuele De Gennaro, alla presentazione dell’iniziativa nella sala multimediale del Castello Svevo di Bari presenti il Sindaco di Bari Michele Emiliano, l’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli ed al responsabile del progetto Vito Labarile -. Siamo in un’eroica controtendenza, dal momento che la crisi economica su scala mondiale ha portato un blocco diffuso e mentre le altre università chiudono i battenti noi addirittura apriamo un’altra sede, come accadrà in occasione della Scuola Forense di prossima inaugurazione a Gioia del Colle”. D e G e n n a r o h a v o l u t o r a fforzare la tesi secondo cui le università policentriche rappresentano la chiave

Il progettista Vito Labarile


vincente per il futuro, dove vengano valorizzati i punti di forza e di eccellenza dei singoli, senza mai prescindere da solide basi economiche e innovative. “All’interno della nostra offerta formativa - ha pros e g u i t o i l Re t t o r e d e l l a L U M - disponiamo di due facoltà come Economia e Giurisprudenza che sono oggettivamente lontane dall’arte, ma abbiamo percorso questa strada perché intendiamo fare anche economia dell’arte”. Secondo il sindaco Michele Emiliano iniziative del genere sono utili per connettere armonicamente i bisogni reali ed intellettuali con risposte concrete, senza farsi abbagliare da “idee accasermanti, ma tenendo ben saldo in mente che è grazie a sforzi come quello della LUM che si hanno occasioni di preghiera civile proprio come questa”. La necessità di un nuovo umanesimo è stata sottolineata da Vito Labarile, secondo il quale una possibile risposta può essere data dalla rigenerazione urbana. “In futuro la produzione della ricchezza avverrà costruendo visioni nuove - ha precisato il responsabile del progetto - che siano dentro il Governo sì come reale trasformazione ma legate però anche alla tradizione.” Il riferimento è al recupero di numerosi nodi urbani che esistono e che permangono in un degradante stato di abbandono. Lo scopo è costruire una scena artistica che sia luogo di produzione e incontro, e che inneschi un processo di “educazione e formazione - ha aggiunto l’assessore Godelli -, rientranti in una logica di riqualificazione non solo urbana ma anche socio-culturale”. Le modalità e gli obiettivi del premio sono stati approntati da un comitato scientifico di elevato target professionale che compren-

de Vito Labarile (responsabile del progetto e collezionista), Andrea Bellini (critico d’arte, curatorial advisor del PS1 M o M a d i N e w Yo r k e d i rettore di Altissima Fiera Internazionale di arte c o n t e m p o r a n e a a To r i n o ) , Nicolas Bourriaud (cof o n d a t o r e d e l Pa l a i s d u To k i o d i Pa r i g i e G u l b e n kian Curator for Contemp o r a r y A r t a l l a Ta t e B r i tain di Londra), Cristiana Collu (direttore del Museo MAN di Nuoro), Mario Cristiani (gallerista e presidente dell’associazione Arte Continua di San Gimignano), Alberto G a r u t t i ( d o c e n t e d e l l ’A c cademia di Brera a Milano e d e l l o I U AV d i Ve n e z i a ) , Marco Piccoli (gallerista ed editore). Inoltre, al fine di selezionare i quindici artisti nazionali emergenti è intervenuta un’altra commissione, questa volta di natura curatoriale, che comprende i tre critici d’arte Luca Corizza (vive a Berlino e insegna curatela alla NABA di Milano), Antonella Marino (docente a l l ’A c c a d e m i a B e l l e A r t i d i Bari), Francesco Stocchi (cura mostra negli Usa ed i n E u r o p a ) . Tu t t i i l a v o r i saranno esposti nel capoluogo pugliese. Al primo classificato sarà assegnata la somma di 20mila euro, e l’opera che avrà realizzato sarà donata in comodato gratuito alla Città di Bari in occasione del grande evento finale previsto per la primavera del 2009. “Abbiamo pensato a questa tipologia organizzat i v a - h a c o n c l u s o i l Re t tore della LUM - così da contribuire a sponsorizzare la giovane arte nostrana anche fuori dai confini nazionali, oltre che fare un qualcosa che risulti profondamente radicato nel territorio”. nelmese - 12/2008 - 13


RICORDI / LIBRERIE & LIBRI

Giuseppe Castellaneta, la forza delle idee Scritti su NelMese del politico sul fascismo in Puglia, sui socialisti a Bari e sull’abolizione del carcere

di Nicola Bellomo

L’avv. Giuseppe Castellaneta. Nella foto accanto, il figlio Giovanni e la moglie avv. Virginia Ambruosi In occasione della presentazione del libro ”Giovane tra giovani” dedicato al compianto avvocato Giuseppe Castellaneta, al quale ero legato da sentimenti di amicizia e di reciproca stima, ritengo opportuno ricordare alcuni suoi interventi su NelMese. Tra i più significativi quello sul dibattito avviato dal periodico nel 1983 sull’effettivo contributo del Fascismo allo sviluppo di Bari e sull’accostamento fatto dal sen. Araldo Di Crollalanza tra le figure e le opere del re Gioacchino Murat, cognato dell’imperatore Napoleone Bonaparte, nel periodo del dominio francese dal 1805 al 1815, e di Benito Mussolini, duce del fascismo. La presenza di Murat, e più in generale di napoleonidi, è legata ad una serie di vere e proprie grandi riforme che hanno interessato molti settori della vita pubblica. Per quanto riguarda l’intervento pubblico a Bari nel ventennio fascista, andava fatta una netta distinzione tra la politica di opere pubbliche di pura facciata, vedi per esempio il Lungomare Nazario Sauro, e quelle iniziative pubbliche a carattere economico che avevano come motore le virtù mercantili delle nostre popolazioni, come la Fiera del Levante. Circa l’altra indagine, nel 2000, sulla presenza dei socialisti a Bari, l’avv. Castellaneta, iscritto per lunghi anni al Pci e quindi al DS, si soffermò dapprima nelmese - 12/2008 - 14

sull’evoluzione ed involuzione del Craxismo, poi sui rapporti del Psi con i comunisti, passando ad esaminare il peso delle varie amministrazioni di centro-sinistra a partire da quella che vide il democristiano Nicola Vernola sindaco e il socialista Franco Passaro vicesindaco. Del socialista Franco De Lucia, sindaco di varie amministrazioni, affermò che “si era trattato di una presenza non di poco conto”. Nel febbraio del 2003 l’avv. Castellaneta trattò la drammatica situazione nelle carceri con polemica ed alcune provocazioni. Partì dal concetto che si deve parlare di responsabilità penale personale e di colpevolezza solo con la condanna definitiva e che, pertanto, secondo l’articolo 27 della Costituzione, le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Nella realtà le condizioni delle nostre carceri o case circondariali, come con un eufemismo ipocrita vengono chiamate, sono terribili, così come assolutamente irragionevole è il metro che la magistratura usa per la gestione del periodo di detenzione. Di qui la proposta provocatoria di abolire il carcere. Per la verità, scrisse Castellaneta, il grido sulla inutilità del carcere comincia a fare proseliti se è vero che, sia pure timidamente, si fa strada l’idea di sanzioni alternative.


Giuseppe Castellaneta, la forza della parola Il penalista barese ricordato nel volume e in vari interventi alla presentazione all’Ateneo barese

di Alessio Rega e per la gioventù”, dal titolo Giovane tra i giovani, curato dalla moglie Virginia Ambruosi, anch’essa avvocato, e contenente anche appassionati interventi di Vincenzo Persichella, Amelia Conte ed Anna Paladino. Il volume, edito dalla casa editrice barese Progedit, è quasi una sorta di romanzo di formazione, in quanto raccoglie La copertina del volume della Progedit e l’editore Gino Dato (Foto Vito Signorile)

può contare e fare affidamento è la forza del carattere. Un carattere che, secondo Castellaneta, deve essere formato prima in famiglia e poi nella scuola, il cui compito non deve semplicemente limitarsi a quello di dispensatore di saperi ma deve configurarsi in un costante impegno di costruzione della persona in tutta la sua globalità. Questa sua propensione e attenzione verso l’universo giovanile prendeva forma nel suo ruolo di consigliere d’istituto al liceo Orazio Flacco di Bari, in cui era iscritto il figlio Giovanni. Tra le tante iniziative proposte, la preside Amelia Conte ha ricordato quella dell’istituzione di un corso di educazione ai sentimenti che potesse servire ai giovani per meglio apprendere un corretto rapporto con le proprie

Da sinistra, Corrado Petrocelli, Vito Marino Caferra, Emanuele Virgintino, Egidio Sarno, Anna Paladino L’arma più potente è la parola. Se si volesse sintetizzare la personalità di Giuseppe Castellaneta, uno dei più stimati penalisti e politici baresi, con una semplice definizione, questa sarebbe la più adatta e quella che meglio di ogni altra traduce quel modo di essere, orientato al confronto e mai allo scontro, che lo ha sempre contraddistinto nel lavoro e nella politica e soprattutto nella vita. La figura esemplare di Giuseppe Castellaneta è stata ricordata, a tre anni dalla sua prematura scomparsa, in occasione dell’uscita e della presentazione di un volume di suoi “scritti di gioventù

prima componimenti elaborati da un Castellaneta ancora quindicenne e, successivamente, articoli e lettere dello stesso autore scritti in età adulta. Le tematiche affrontate sono molteplici e vanno dal lavoro alla libertà, dal sapere e dalla conoscenza all’educazione e alla formazione dei giovani. Si tratta di argomenti che Giuseppe Castellaneta teneva molto a cuore perché convinto che, per affrontare una società in continua evoluzione e sempre più terribile sotto il profilo della competizione personale e sociale, l’unica dote sulla quale si

emozioni e con quelle degli altri. “E’ singolare - ha ribadito l’editore della Progedit Gino Dato - come, in un’età in cui avanza solo la richiesta di diritti, il giovane Castellaneta rimarcasse la necessità di una scuola di doveri, segnata dalla presenza di figure di maestri”. Attraverso questo viaggio tra le parole e le idee, custodite tra le pagine del libro, si può cogliere l’evoluzione del pensiero di Giuseppe Castellaneta che già, in una fase critica come quella dell’adolescenza, era convinto che il futuro poteva essere costruito soltanto sulla base di solidi valori, come l’impegno costante, la sete di nelmese - 12/2008 - 15


Amelia Conte e Vito Angiuli sapere e l’amore per le persone e per tutto quello che si fa. E’ possibile rinvenire quasi un’analogia con l’Ulisse dantesco, il cui desiderio di conoscenza non si placa una volta raggiunta Itaca ma lo spinge a sfidare il volere degli dei e a rischiare la vita pur di riuscire a soddisfare quella voglia implacabile. Le pagine del libro sono legate insieme da un filo rosso conduttore, in una logica tesa ad affermare la coerenza, la misura, la ragionevolezza e il dialogo costante su tutto e con tutti, aspetti che hanno caratterizzato la personalità autorevole e carismatica di Castellaneta. Tutti questi lati del suo carattere sono stati messi in evidenza, durante la presentazione del libro tenutasi presso l’aula magna “Aldo Cossu” del Palazzo Ateneo ed organizzata dalla Camera penale di Bari «Achille Lombardo Pijola», dal Sindacato e dall’Ordine degli Avvocati di Bari, dai vari relatori che hanno voluto ricordare Giuseppe Castel-

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laneta principalmente come un uomo intellettualmente libero e scevro da qualsiasi pregiudizio, come uno strenue difensore dei diritti e come un avvocato sempre dalla parte dei più deboli. Ed è proprio all’interno di quest’ottica che si colloca, come ha annunciato, facendo gli onori di casa, il rettore Corrado Petrocelli, l’istituzione di un premio di laurea in onore del penalista barese, voluto fortemente dalla moglie Virginia Ambruosi, riservato a studenti bisognosi e volto a premiare le migliori tesi di carattere socio-giuridico. Lo scopo del premio è quello di aiutare ed incoraggiare i giovani laureati a continuare ad occuparsi degli altri nonché a sviluppare idee in grado di fornire un apporto al miglioramento della società. Un impegno, quest’ultimo, che Castellaneta ha cercato di svolgere attraverso il suo ruolo di politico, ricoprendo importanti cariche istituzionali all’interno del Pci, ma soprattutto tramite la sua professione di avvocato. Vito Marino Caferra, presidente della Corte d’Appello di Bari, ha ricordato a tal proposito come l’amore per la giustizia e per il rispetto della legge sia stato coltivato da Castellaneta sin da giovane per poi essere affinato alla “scuola” del grande maestro Giuseppe

Papalia. Questi ideali erano vissuti dal penalista barese in maniera coerente tanto che Emanuele Virgintino, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, lo ha definito un esempio vivente di deontologia professionale, un uomo che ha saputo dare lustro, con il suo stile di vita improntato all’onestà, ad una categoria, quella degli avvocati, messa spesso e a volte ingiustamente in discussione. Sentimenti di orgoglio sono stati manifestati anche da Egidio Sarno, presidente della Camera Penale di Bari. L’impegno civile e politico di Peppino, così come veniva chiamato dagli amici intimi, riaffiora anche nelle parole di Vincenzo Persichella, docente di Sociologia all’Università di Bari, che ha sottolineato come Castellaneta sia stato l’emblema del “civis civicus”, ovvero del cittadino impregnato del senso della civiltà. Considerazioni analoghe sono state fatte anche da Anna Paladino, assessore all’agricoltura alla Provincia di Bari, che ha elogiato la sua capacità di valorizzare al meglio le energie e le risorse di cui poteva disporre. Infine, Vito Angiuli ha voluto ricordare l’amico Peppino come un uomo capace di grandi scelte, in grado di trovare nell’ideologia, intesa non come elemento di rottura ma di confronto, la forza per perseguire gli obiettivi che si vogliono raggiungere.


LIBRERIE & LIBRI

Intreccio di storie Sono quelle della città di Bari e del suo storico Teatro Petruzzelli raccontate da Antonio Rossano con stile e con ritmo secco e incalzante del cronista-testimone. E’ un’edizione Progedit Eccovi il libretto dell’opera più importante messa in scena in un secolo di vita e morte del Petruzzelli: una piccola storia di questo mitico teatro e della città che l’ha generato. Un teatro non è solo quinte, luci, platea, musica. E’ la memoria di una città. E l’uso della memoria può diventare uno strumento formidabile di coscienza civile. Con un racconto agile, che attraversa origini, evoluzione, splendori, fatale incendio e ricostruzione, Antonio Rossano rilegge allo stesso tempo le vicende di un luogo artistico, della città e della sua classe dirigente e l’intreccio di imprenditoria, cultura e politica. Il viaggio del cronista, che ha vissuto in prima persona parte delle vicende narrate, non è un percorso lineare bensì a balzi, con qualche sosta e molti sussulti in corrispondenza di tappe e momenti significativi. Fra successi e inciampi, è la storia stessa di una istituzione mentre passavano regimi, mode, protagonisti e tic culturali. Oltre cento anni sono passati al setaccio, rivissuti in controluce: dalla Bari ambiziosa dei primi del Novecento alla grande illusione con l’auto-investitura a città metropolitana. Due guerre, il fascismo, l’avventura di Radio Bari, i grandi nomi che hanno calcato quel palcoscenico: Beniamino Gigli, Licia Albanese, Sergio Bruscantini, ma anche Bing Crosby e Totò, Nureyev e Margot

Fontaine, Pavarotti e Domingo, Von Karajan e Muti, Eduardo e Carmelo Bene. Non mancano episodi curiosi: Mario Del Monaco e la sua Arriflex, i Reali d’Italia che non assistono al finale dell’ “Aida” e Aldo Moro che arriva proprio quando il tenore attacca “Cielo e mar”. Poi le tournées: Norvegia, Charleston, San Pietroburgo, Il Cairo. E ancora: l’incendio, un quotidiano “bruciato” nel rogo del teatro e un bar che apre prima del tempo. Fino alle polemiche sulla ricostruzione e sul concerto inaugurale. Il progetto della copertina del volume è dello STUDIO DELISO

Il manifesto del recital di Frank Sinatra del 16 giugno del 1987 ANTONIO ROSSANO è giornalista (premio Saint-Vincent ‘75) e autore di numerosi libri, tra i quali si ricordano in particolare L’altro Moro (SugarCo ed., Milano 1985, Premio Nuovo Mezzogiorno), e ancora, per i tipi di Levante, Piccinni mi ha detto, Poveri di passaggio, Mi lagnerò tacendo. Con i Cippecciotti-Pierotto baffobuffo (2000), è stato finalista al premio nazionale di narrativa per ragazzi Il Castello volante, di Carovigno. È inoltre autore di atti unici per la voce solista di Giorgio Aldini. Tre suoi radiodrammi sono stati trasmessi dalle reti nazionali Rai. Le opere raccolte in Viva i santi, viva tutti quanti (La Nuova Italia, Firenze 1976) hanno meritato il Premio Campione d’Italia per il teatro. L’ultima sua opera, il romanzo Quel che restò di una città (2008), è stata pubblicata dalla Progedit. Dopo un quindicennio di docenza a contratto presso la Facoltà di Economia e Commercio di Bari, attualmente dirige il Master di giornalismo promosso dall’Ordine regionale in collaborazione con l’Università di Bari. nelmese - 12/2008 - 17


SOCIALITA’ / NEL MONDO DEI CIECHI / 5.

Gol ad occhi chiusi di ALESSIO REGA Gli ingredienti per una partita di calcio ci sono tutti: un campo con due porte, un pallone, un arbitro, un pubblico caloroso pronto ad incitare i propri beniamini ed ovviamente due squadre disposte a battersi l’una contro l’altra. Fin qui n i e n t e d i s t r a n o . L’ u n i c a particolarità è che gli atleti sono tutti non vedenti. Ma si tratta davvero di un piccolo dettaglio perché appena l’arbitro fischia il calcio di inizio quasi me lo dimentico, se non fosse per gli steccati posizionati lungo le linee laterali del terreno di gioco o per il pallone a sonagli utilizzato dagli atleti. Quando sono arrivato al centro sportivo “Di Cagno Abbrescia” per assistere all’esordio stagionale nel campionato di calcio a 5 o r g a n i z z a t o d a l l ’A s s o c i a z i o ne Sportiva Dilettantistica (ASD) che opera nell’ambito della sezione di Bari dell’Unione Italiana Ciechi (UIC), devo ammettere che una serie di dubbi e perplessità mi hanno assalito. Nonostante la mia passione sfrenata per il calcio, sport che considero universale per la semplicità delle sue regole basilari, non mi era mai capitato di assistere ad una partita del genere. Al di là delle mie colpevoli mancanze, devo però constatare che purtroppo i mass media raramente danno spazio a questi avvenimenti. Un evento importante come sono state le paraolimpiadi dei disabili che si sono svolte a Pechino questa estate non ha avuto, ad nelmese - 12/2008 - 18

Esordio del campionato di calcio con giocatori non vedenti, organizzato dall’A.S.D.U.I.C., sponsorizzato dalla Università LUM esempio, un’adeguata copertura televisiva e mediatica, il che di certo non facilita la conoscenza di alcune realtà, spesso splendide ed emozionanti, che ci sono all’interno della nostra società. Eppure è proprio in queste manifestazioni che lo spirito olimpico emerge in maniera più lampante. Lo sport, in questi casi infatti, non è mera esaltazione della perfezione fisica, ma strumento attraverso il quale confrontarsi con i propri limiti e cercare di superarli.

di turno è stata la compag i n e s i r a c u s a n a d e l l ’A . S . Stelle Nascenti, inserita i n s i e m e a l l ’A . S . D .- U I C B a r i nel girone sud del campionato nazionale. La disciplina del calcio a 5 per non vedenti, oltre alle normali regole, presenta alcune peculiarità. Innanzitutto ha come caratteristica principale quella che i quattro giocatori spaziano sull’intero campo da gioco aiutandosi grazie ai suggerimenti che vengono forniti, a voce alta, dall’allenatore e dalla guida, solitamente posizionata dietro la porta avversaria. Fondamentale

Le due squadre di calcio con giocatori non vedenti (esclusi i portieri) che indossano le maglie donate dal Rettore della Università LUM, dott. Emanuele De Gennaro To r n a n d o a l l a p a r t i t a , l a prima giornata di campionato è coincisa anche con un importante traguardo: i vent’anni di attività dell’associazione, il che ha rappresentato un ulteriore stimolo per i ragazzi baresi ad impegnarsi di più. Avversario

è il ruolo del portiere, un vedente, il cui compito, oltre a quello ovvio di parare, è quello di coordinare i compagni sia nelle azioni di attacco ma soprattutto nei ripiegamenti difensivi e nei contrasti con gli avversari. Il pallone che viene utilizzato è un pallone sonoro.


All’interno, infatti, ci sono delle placche metalliche che risuonano durante la sua rotazione permettendone ai calciatori, i quali possono contare su un senso dell’orientamento molto sviluppato, l’individuazione sul campo. Inoltre, lungo le linee laterali ci sono degli steccati che, facendo da sponda, permettono di velocizzare l’azione, rendendola più fluida ed evitando la continua fuoriuscita del pallone dal terreno di gioco. Queste barriere servono anche a facilitare l’orientamento degli atleti nonché a garantire una loro maggiore sicurezza. Infine, per rendere il tutto più imparziale possibile, i calciatori indossano una mascherina per annullare il possibile residuo visivo che in ogni caso non può superare la percezione della luce. In questa nuova avventura e per tutto il campionato, g l i a t l e t i d e l l ’A . S . D .- U I C

Bari, guidati dal mister Francesco Sodano e capitanati dal presidente d e l l a A . S . D .- U I C d i B a r i , Vito Mancini, potranno indossare la nuova divisa frutto della sensibile collaborazione dell’Università LUM Jean Monnet, rappresentata dal suo rettore Emanuele Degennaro, il quale ha voluto fortemente sponsorizzare l’iniziativa. Per quanto riguarda la cronaca del match, la partita è finita con un pareggio a reti inviolate anche se le emozioni non sono certo mancate come il rigore fallito dagli ospiti, sul finire del primo tempo, calciato fuori. Ma, nonostante questo episodio che avrebbe potuto cambiare il volto d e l l a g a r a , l ’A . S . D .- U I C Bari non ha affatto demeritato rendendosi pericolosa in molte occasioni in cui ha rischiato di portarsi in vantaggio.

Alla fine, il pareggio può essere considerato un risultato giusto, che accontenta entrambe le compagini che si sono affrontate lealmente ma al tempo stesso senza esclusioni di colpi, vogliose comunque di conquistare i tre punti in palio. E’ stato sicuramente un piacere assistere all’incontro, un modo per riconciliarsi con i veri e sani valori dello sport in un’epoca in cui non vale più la tanto famosa regola “l’importante è p a r t e c i p a r e ”. E n o n i m porta se a volte i dribbling non sono stati tecnicamente perfetti o qualche tiro è stato sbilenco. Quel che conta è che il divertimento non sia mancato e che gli atleti siano usciti dal campo soddisfatti. Dopo questa partita c’è una squadra della mia città in più di cui sono tifoso ed è s i c u r a m e n t e l ’A . S . D .- U I C Bari.

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SOCIALITA’ / MEDICINA

Donazione del sangue, servono grandi numeri Secondo i parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Puglia può considerarsi autosufficiente. Eppure ci sono ancora periodi di grave carenza del prezioso liquido. L’invito a sentirsi tutti chiamati a donarlo arriva dalla presidente della FIDAS Puglia, la prof. Rosita Orlandi. I diversi aspetti della donazione del sangue e l’attività dell’Associazione dei donatori

di Claudia Serrano Statisticamente ognuno di noi avrà bisogno di una unità di sangue nella sua vita. Forse bisogna partire da questo dato per captare l’attenzione su una questione capitale come la necessità di donare il sangue. Perché pare che fino a quando non ci sentiamo minacciati in prima persona, finché non realizziamo che un problema può essere anche nostro, che, insomma, può capitare anche a noi, siamo indotti a sorvolare superficialmente sulla questione. Debolezza del tutto umana, in fin dei conti. Però è anche vero che viviamo in una civiltà in cui l’informazione, più o meno corretta, arriva a tutti e voltare il viso dall’altra parte non è più giustificabile. La scelta poi, in questo caso di donare o meno il sangue, è e deve essere sempre rimessa al libero arbitrio, ma prima sarebbe meglio approfondire la questione, in modo tale da avere almeno delle motivazioni a supporto delle decisioni. Noi l’abbiamo fatto parlando con la prof. Rosita Orlandi, presidente della FIDAS Puglia, la Federazione delle quattro Associazioni pugliesi di donatori di sangue aderenti alla FIDAS Nazionale: la Federazione Pugliese Donatori Sangue, che ha sede a Bari, la FIDAS Leccese, che ha sede a Galatone (Lecce), l’Associazione Messapica, che ha sede a Casarano (Lecce) e la FIDAS Taranto. Si è costituita nel 1991, ma le Associazioni che ne fanno parte operano da molto più tempo, qualcuna da oltre trent’anni, e contano complessivamente oltre 30mila donatori. E la prima cosa che la prof. Orlandi mi dice è che quel che si è fatto nelmese - 12/2008 - 20

La prof. Rosita Orlandi, docente di Storia delle Istituzioni politiche e della Burocrazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bari negli ultimi trent’anni è proprio far sapere che la donazione è una cosa che riguarda tutti, che il donatore non è una persona speciale, né un eroe: è una persona comune, come tante altre. Per questo si può e si deve educare alla sensibilità. E le svariate manifestazioni che un’associazione come la FIDAS porta avanti, dai dibattiti nelle scuole ai concerti, alle feste, ai raduni nazionali, hanno proprio questa finalità: promuovere la donazione dandole concretezza, facendo vedere, in altre parole, che i donatori esistono e che sono persone normali. Quel che hanno in più, semmai, è una motivazione. Ed è quella che bisogna dare a tutti. Perché donare? Perché il sangue è un farmaco

salvavita. Più la medicina va avanti, più ce n’è bisogno: non c’è chirurgia e non ci sono trapianti se non c’è il sangue. Tutti i tentativi di ottenere il plasma tramite procedimenti chimici sono falliti, perché erano troppi gli effetti tossici collaterali. L’unico prodotto in grado di adempiere alle funzioni del sangue è il sangue, e ne serve sempre di più. Per questo siamo tutti tenuti a donarlo. Senza paure. Perché donare è assolutamente sicuro. Ricevere il sangue lo è se si rispettano le regole: ciò che rende sicuro il sangue sono le analisi, ad oggi sofisticate ed eccellenti, e le abitudini del donatore. Questo perché può esserci qualche malattia che ancora non conosciamo o in fase iniziale, che quindi non risulta dalle analisi. Perciò è indispensabile che il donatore sia periodico, perché soltanto il donatore periodico, continuamente sottoposto a controlli sanitari e ben conosciuto dal medico trasfusionista, garantisce sangue sufficientemente sicuro. Il donatore di sangue deve essere periodico, associato, responsabile, gratuito. Oltre che motivato e informato. Ciò spiega anche perché al donatore sia richiesto di essere associato: la fidelizzazione del donatore permette di mantenere un rapporto costante tra donatore e associazione e di fare della donazione un gesto non episodico. La FIDAS non è una di quelle associazioni elitarie che vogliono restare tali, noi vogliamo essere tanti. Per questo le manifestazioni finalizzate alla sensibilizzazione sono continue e organizzate in modo tale da ottenere il massimo coinvolgimento: prima di tutto conferenze e dibatti-


ti, ma anche concerti, feste, pranzi del donatore, sono solo alcuni di questi eventi. Senza dimenticare il Congresso Nazionale FIDAS che nel 2007 si è tenuto a Bari e che ha riscosso una coralità di partecipazione, anche da parte delle istituzioni. Tradizionale poi l’impegno della FIDAS nelle scuole dove si reca, in alcuni istituti anche da trent’anni, per fare incontri dibattito e raccolta. Quando chiedo alla prof. Orlandi se la risposta sia positiva, mi risponde “che a Bari tra scuole, Politecnico e Ateneo donano ogni anno più di 1000 ragazzi. Se ai ragazzi si parla dicendo le cose in cui si crede, loro capiscono e donano”. Il problema semmai è il distacco quando crescono e si allontanano: bisogna mantenere il filo della comunicazione, perciò è importante l’Associazione e la fidelizzazione del donatore. O un’iniziativa come quella del prof. De Robertis dell’Istituto Panetti, che a fine luglio fa riaprire la scuola perché studenti ed ex studenti tornino a donare. Non a caso nel periodo estivo, quello di maggior carenza di sangue: i donatori sono fuori città, dispersi nelle varie località di villeggiatura. Ma negli ospedali si continua ad operare, si continua ad eseguire trapianti (per esempio solo il trapianto di fegato richiede dalle 40 alle 60 unità di sangue ed emocomponenti) e il sangue conservato nelle frigoemoteche dura 45 giorni. In estate cresce anche la necessità di sangue, perché aumentano gli incidenti stradali e perché aumenta la popolazione: a quella locale si aggiungono i turisti. Ma qual è la situazione in Puglia? La Puglia è considerata autosufficiente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità per essere autosufficienti devono esserci 40 donatori su 1000 abitanti. In Puglia siamo 36 su 1000. In alcuni periodi il sangue è sufficiente o addirittura abbondante, ma ci sono anche momenti di carenza. I pugliesi stanno diventando generosi, ma devono donare sempre, anche d’estate. In Puglia sono una trentina i centri trasfusionali. Luoghi che è necessario siano attrezzati per l’accoglienza del donatore: nel centro trasfusionale va il soggetto sano con tutte le aspettative del sano, cioè un ambiente confortevole, la cortesia del personale, il ristoro dopo la dona-

CHI PUÓ DONARE – I REQUISITI DEL DONATORE • Età compresa tra 18 anni e i 60 anni (per candidarsi a diventare donatori di sangue intero), 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico; • Peso non inferiore a 50 Kg.; • Stato di salute buono; • Non può donare chi ha comportamenti a rischio, tipo: assunzione di sostanze stupefacenti, alcolismo, rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive, o chi è affetto da infezione da virus HIV/AIDS o è portatore di epatite B o C, o chi fa uso di steroidi o ormoni anabolizzanti. Alcune condizioni patologiche o comportamentali non sono compatibili temporaneamente o definitivamente con la donazione in quanto dannose per il donatore e/o per il ricevente. Non esistono categorie di persone escluse dalla donazione, ma nella selezione del donatore sono valutati i comportamenti individuali che possono risultare a rischio.

Bari 2007 Congresso nazionale FIDAS: da sinistra, il Sindaco Emiliano, il presidente del Consiglio regionale pugliese Pepe, il sottosegretario alla Sanità sen. Gaglione, i Sindaci di alcuni centri della provincia e il questore Speranza zione. Si cerca, in altre parole, di creare un’atmosfera gradevole: perciò si fanno le raccolte nelle scuole, perché la prima volta avvenga in un luogo conosciuto, vicino ai compagni. Si deve abbinare alla donazione un concetto positivo: la donazione del sangue è un gesto utile, prima di tutto per chi dona, perché accertandosi della sua salute fa un favore a se stesso. Significativa poi la situazione della donazione del sangue registrata nel Nord Italia, dove ora le donazioni stanno calando: avendo raggiunto da tempo l’autosufficienza si è dato per scontato, a torto, che la cultura della donazione si sarebbe trasmessa attraverso le famiglie, cioè attraverso il buon esempio. Ma il buon esempio non basta, per questo

l’educazione alla donazione deve essere permanente. In questo quale supporto possono fornire i media? Negli ultimi trent’anni il supporto dei media è cambiato molto. C’è stata una maggiore apertura a questi temi, il che certo giova alla causa. Ma vorremmo anche che non fosse ogni volta la prima volta e che ci fosse da parte dei giornalisti una partecipazione personale e spirito critico. Il mio motto è “fare e far sapere”: alla nostra causa la riservatezza non serve. Per questo nel 2001 abbiamo istituito il Premio “Un amico per la comunicazione”. In occasione del Congresso Nazionale il premio fu consegnato ad Antonio Caprarica, quest’anno invece è stato attribuito a due funzionarie della Regione Puglia: alla signonelmese - 12/2008 - 21


dove, essendo la situazione sanitaria ra Silvia Papini – Dirigente del già molto critica, la realtà trasfusioServizio Assistenza Ospedaliera nale è difficilissima: le trasfusioni e Specialistica dell’Assessorafino a poco tempo fa utilizzavano to alle Politiche della Salute e sangue raccolto in massima parte coordinatrice amministrativa del a pagamento ed oggi il 98% dei Comitato Regionale per le Attivipolitrasfusi è infetto. La fondazione tà Trasfusionali (CRAT) – e alla dell’Associazione, la collaborazione dott. Maria Sasso, dirigente del costante della Fpds e la realizzazione Settore E-Government, E-Dedi corsi di formazione hanno fatto sì mocracy e Cittadinanza Attiva dell’Assessorato alla Trasparenza. che fossero poste anche in Albania le premesse per una decisiva svolta Due persone che, nello svolgere le loro funzioni all’interno dell’Isti- nella donazione del sangue. Tra l’altro una delegazione albanese tuzione regionale, hanno sempre ha partecipato anche al Congresso improntato i rapporti con il VoNazionale tenutosi a Bari nel 2007. lontariato del Sangue a rispetto Prima di congedarmi dalla prof. Ore correttezza, riconoscendone landi le chiedo se c’è stata qualche il valore etico e valorizzandone esperienza particolarmente positiva l’esperienza. In particolare, poi, vissuta in qualità di presidente della si è voluta premiare l’attività FIDAS Puglia. organizzativa delle due dirigenti in merito all’efficace campagna di E mi stupisce piacevolmente l’encomunicazione “C’è bisogno di sangue. Anche d’estate”, prima iniziativa del genere varata dalla Regione Puglia a sostegno dell’impegno delle Associazioni per invitare i pugliesi a donare sangue anche nella stagione calda. Una campagna portata avanti nei luoghi di villeggiatura, sulle spiagge, nei campeggi. Minore se non nullo, Bari 2007, il raduno dei donatori delle invece, il supporto Associazioni aderenti alla FIDAS di tutta dei medici di famiItalia partecipanti al Congresso nazionale glia. A quanto pare in Piazza Prefettura sono poco informati in merito alla donatusiasmo che rivela la sua rispozione del sangue e pochissimi di sta: “Un’esperienza positiva? Non loro spendono parole a favore. saprei, perché è tutto molto bello, Eppure, godendo della fiducia dei esaltante. Ci credi!”. loro pazienti, il loro contributo E ricorda di quanto fosse stato potrebbe risultare assai proficuo significativo l’incontro con un doal fine di allargare ulteriormennatore di midollo osseo, un uomo te la cerchia dei donatori. E, ha felice e commosso dall’idea di poter detto la prof. Rosita Orlandi, “abservire a qualcuno, di dare l’unica biamo bisogno di grandi numeri. possibilità di vita ad un malato di Abbiamo bisogno di una crescita leucemia. maturata e condivisa”. Davvero la forza dei piccoli grandi Infine la prof. Orlandi mi dice gesti d’amore sta nella pura gioia di di aver fondato un’associaziofare un dono. ne di donatori volontari anche in Albania (la prima nel Paese) PER INFORMAZIONI: fidas_fpds@yahoo.it www.federazionepugliesedonatorisangue.it tel. 0805219118 nelmese - 12/2008 - 22


Federazione Pugliese Donatori Sangue,

30 anni di solidarietà

Presentato al Teatro Piccinni l’Albo d’Oro che raccoglie in sintesi l’attività della Sezione di Bari della FIDAS. L’occasione per diffondere ulteriormente il messaggio per le donazioni necessarie in tutti i periodi dell’anno. Rilevata l’insufficiente raccolta di plasma che viene importato dall’estero

Più di trent’anni di attività. Quarantaseimila unità di sangue raccolte. La Sezione di Bari della Federazione Pugliese Donatori Sangue ha voluto festeggiare questo anniversario con la realizzazione dell’Albo d’Oro del Trentennale (1977-2007), un libro che raccoglie storia, memorie, fotografie, tutta la dedizione che i singoli componenti della Sezione hanno offerto alla causa della donazione del sangue in trent’anni, tra momenti di esaltazione e di amaro sconforto. Il volume, realizzato dai soci fondatori della Sezione di Bari, Gennaro Rapagiolo e Renato Santelia, è stato presentato al Teatro Piccinni di Bari nel corso di una serata speciale di musica e spettacolo patrocinata dalla Regione Puglia e dal Comune di Bari e presentata dal giornalista Gustavo Delgado. Tra le varie e professionali esibizioni di musiche e danze coordinate dall’attore e regista Lino De Venuto, hanno avuto luogo gli interventi del prof. Michele De Robertis, presidente della Sezione FPDS Bari, del prof. Nicola Laforgia, assessore alle Culture del Comune di Bari, della dott. Antonella Rinella, assessore alle Risorse Umane, Innovazione e Decentramento del Comune di Bari, del dott. Giuseppe De Stasio, medico trasfusionista e socio fondatore FPDS e della prof.ssa Orlandi, presidente della FIDAS Puglia. L’intento, come ha spiegato la prof. Orlandi, non è stato solo quello di celebrare l’attività della Sezione, per quanto sia doveroso ricordarla e ancor di più farlo in un teatro comunale come il Piccinni, dato che l’Associazione si è sempre contraddistinta per la volontà di essere un’associazione cittadina ma anche cogliere l’occasione per diffondere ulteriormente il messaggio della donazione del sangue

tenendo sempre alta l’attenzione pubblica sulla questione: “Serve sempre parlarne, bisogna seminare (e raccogliere!) ogni giorno”.

guardi ancora più consolidati”. La presentazione dell’Albo d’Oro del Trentennale è stata l’occasione per lanciare un altro messaggio: quello

Novembre 2008, Tuglie (Lecce): da sinistra, il presidente nazionale della FIDAS Aldo Ozino Caligaris, la presidente regionale Rosita Orlandi, il presidente della FIDAS leccese Italo Gatto, la dirigente della Fidas Taranto Dora Ucini, la dott. Maria Sasso e il presidente della FIDAS Messapica arch. Massimo Crusi Il ricordo di quel che si è fatto finora, allora, deve diventare solo il punto di partenza per quel che si farà domani. Così si legge sul retro dell’invito alla serata al Teatro Piccinni: “E’ motivo di grande orgoglio e soddisfazione celebrare gli oltre 30 anni di attività per un’Associazione, nata dal nulla e per iniziativa di pochi volontari, con un unico scopo: risolvere il gravissimo problema della carenza di sangue nella nostra comunità. Quanti intrapresero quel difficile cammino, insieme a tutti coloro che hanno condiviso negli anni il desiderio di raggiungere l’obiettivo proposto, anche nel ricordo di chi è venuto a mancare, vogliono indicare a chi seguirà la strada tracciata, nella certezza che la percorreranno con la stessa determinazione, per tra-

della carenza di plasma. La donazione del sangue negli anni si è evoluta ed ora si può donare, oltre al sangue intero, anche solo il plasma. Il plasma, o meglio le sue frazioni, sono indispensabili per curare molte malattie: l’albumina, ad esempio, viene usata per pazienti con gravi malattie al fegato, i fattori della coagulazione per i pazienti emofilici, le gammaglobuline per prevenire o curare diverse malattie infettive. La donazione del plasma, che si può effettuare solo nei centri trasfusionali, è sicura quanto la donazione del sangue intero. Eppure la situazione in tutta Italia è drammatica: manca il 50% del fabbisogno nazionale. Motivo per cui l’Italia è costretta a importare plasma dall’estero. Claudia Serrano nelmese - 12/2008 - 23


AGRICOLTURA / REGIONE PUGLIA

Viaggio nella Puglia rurale

Copertina del dvd Puglia Rurale

di Claudia Serrano

Un dvd che propone dodici percorsi a tema attraverso i territori rurali della regione: è l’ultimo prodotto editoriale realizzato dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia. Intervista al responsabile del progetto, dott. Cosimo Sallustio, che ci svela i nuovi possibili volti della Puglia nel settore

valorizzare le risorse del territorio pugliese e a La Puglia rurale è arrivata al Salone del Gusto di renderle maggiormente fruibili. Ma l’aspetto più Torino e si prepara a girare l’Italia. Il mezzo di trainteressante è costituito dagli strumenti utilizzasporto? Un dvd multimediale. ti per raggiungere tale scopo: mezzi tecnologici È il progetto editoriale “Puglia Rurale”, realizzato moderni e soprattutto un ripensamento globale dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della del territorio rurale, della figura dell’agricoltore e Regione Puglia in collaborazione con la Komunica dell’azienda agricola, il cui futuro si apre a nuovi Srl di Bari. Un progetto partito dieci anni fa con la inaspettati orizzonti. realizzazione della collana di dieci volumi “Puglia Ce ne ha parlato il dott. agronomo Cosimo SalluRurale” e che oggi, alla sua terza edizione aggiorstio, responsabile del progetto “Puglia Rurale” e nata, si è avvalso come strumento di comunicaziodella Gestione dei Fondi Comunitari Leader+, un ne di un dvd multimediale che, abbracciando tutto programma comunitario in crescente sviluppo e di il territorio pugliese dal Gargano al Salento, dà notevole importanza per la Regione Puglia. all’utente la possibilità di interagire navigando per la regione attraverso dodici percorsi a tema (daPIU’ VALORE ANCHE ALLE RISORSE gli itinerari di arte e cultura a quelli del gusto, dal AMBIENTALI E CULTURALI turismo rurale agli eventi e cortei storici). Un’opera editoriale che, come ha spiegato il dott. Dottor Sallustio, qual è l’idea di fondo, lo spiCosimo Sallustio, è importante e prestigiosa non rito che anima da tanti anni il progetto “Pusolo perché è una delle prime opere multimediali glia Rurale”? di questo genere, ma anche perché è il frutto del Valorizzare tutte le risorse del territorio rurale pulavoro di una redazione composta da ben 150 Comuni, sotto la supervisione dell’Assesgliese. Quando noi parliamo di risorse sorato regionale alle Risorse Agroalici riferiamo a quelle produttive, ecomentari. nomiche, ma anche all’artigianato e al Né il progetto può dirsi concluso: turismo. E in più vogliamo dare valore innanzitutto si lavorerà alla diffusione alle risorse ambientali e culturali. È del dvd che presentandosi sotto forma per questo che nei prodotti che abdi cartolina potrà essere spedito a biamo realizzato, come il dvd “Puglia chiunque, e sarà comunque distribuRurale”, abbiamo posto grande attenito presso l’Assessorato alle Risorse zione anche al recupero delle tradizioni Agroalimentari, nelle scuole e a tutte e delle identità locali. Intorno a questo le Fiere cui l’Assessorato parteciperà. abbiamo costruito percorsi che adesso Ma la vera novità è che da gennaio vengono identificati come “itinerari del sarà possibile scaricare i percorsi del gusto” e che non sono altro che una dvd dal sito della Regione Puglia sul proposta che noi facciamo al visitatore telefono cellulare, così da poter perdi toccare diversi punti dei vari terricorrere gli itinerari studiati sul telefotori rurali offrendo uno sguardo d’innino e senza collegamento internet. sieme della nostra regione e delle sue E, sempre per l’anno prossimo, si sta potenzialità. Altro obiettivo è quello studiando l’eventualità di lanciare una di andare oltre le classiche cartoline trasmissione televisiva o radiofonica della Puglia: non pensare che la nostra per percorrere quei dodici itinerari regione sia soltanto Castel del MonIl dott. Cosimo Salsullo schermo o attraverso la radio. te o Alberobello, ma presentare tutto lustio della Regione La realizzazione di questo dvd si ciò che è storia, cultura, ambiente ed Puglia, responsabile inscrive in realtà in un progetto più economia dei territori che si trovano del progetto “Puglia vasto, che vede l’Assessorato alle intorno a questi punti di grande richiaRurale” Risorse Agroalimentari impegnato a mo turistico. Dare valore a ciò che è nelmese - 12/2008 - 24


intorno significa dare valore a tutto ciò che fanper promuovere nelle persone salute, benessere no le genti di Puglia, alla loro creatività e al loro e recupero psico-fisico) o l’aromatherapy. Sono rispetto del paesaggio. terapie che vengono già impiegate dai servizi saIl progetto “Puglia Rurale” è alla sua terza nitari e che nella nuova programmazione verranno edizione. Rispetto alle altre edizioni è camrealizzate presso le aziende agricole. biato qualcosa nel volto della Puglia rurale? Inoltre intendiamo attuare in alcune aziende Cosa? agricole anche servizi sociali come gli agrinido per Il paesaggio della Puglia rurale fortunatamente coppie di giovani agricoltori che hanno bambini non è molto cambiato. È piuttosto aumentata la piccoli; ma l’azienda agricola potrebbe ospitare capacità da parte degli agricoltori e di coloro che anche ludoteche, piccole biblioteche, centri di invivevano una situazione di separatezza dagli altri contro per anziani e giovani. La nostra regione ha settori economici, di integrarsi agli altri settori molti territori che sono sempre stati strettamente produttivi e ai territori di appartenenza, incremenlegati alla campagna e in questi borghi l’azienda tando attività che noi definiamo di multifunzionaliagricola diventa anche un momento di localizzatà, quali ad esempio l’agriturismo o le masserie dizione di alcuni servizi. dattiche. Cioè facendo diventare l’azienda agricola non solo un luogo di produzione, ma il centro di NUOVA IMMAGINE DELL’AZIENDA attività legate anche al tempo libero. Attività che AGRICOLA CON NUOVI COMPITI richiedono all’agricoltore una maggiore capacità professionale: egli deve diventare in altre parole Insomma viene stravolta l’immagine tradiun operatore turistico. Naturalmente avrà bisogno zionale dell’azienda agricola e dell’agricoldi un supporto da parte della Regione per rendetura? Ci sono dei modelli di azienda agricola re appetibile il territorio e quindi strumenti come in Italia o all’estero che avete preso come questo dvd o i precedenti libri servono proprio riferimento? a questa categoria di persone che fanno promoL’immagine dell’azienda agricola ora è molto più zione turistica in aree che sicuramente non sono ampia e questo è un modo per rivitalizzare le aree molto frequentate dai turisti, dando la possibilità agricole, dando nuovi compiti, nuovi ruoli. Per a chiunque volesse visitarle di avere gli strumenti quanto riguarda i modelli, li rintraccerei all’estero, adatti per farlo. soprattutto nel Nord Europa. Io ho avuto modo di Immagino sia necessaria una formazione visitare questa tipologia di realtà rurale in Irlanda perché l’agricoltore acquisisca le capacità più di dieci anni fa. professionali di un operatore economico. Nel promuovere in Puglia un’idea così innoSì, infatti facciamo formazione utilizzando anche i vativa di azienda agricola multifunzionale finanziamenti comunitari. incontrate resistenze? Ha parlato di masserie didattiche. Cosa sono? Più che altro c’è una difficoltà culturale, il cui suSono masserie che ospitano scolaresche a cui peramento richiede anni di attività. Però al mol’azienda racconta e descrive sia teoricamente, ma mento le nuove idee che stiamo portando nelle soprattutto concretamente, tutto il ciclo agricolo aree rurali stanno suscitando interesse. Noi vordell’azienda, a contatto con gli remmo più attenzione da parte animali per esempio, o illustra dei giovani che fanno attività come si fanno il pane, i formagagricola e vivono in campagna, gi, i dolci e così via a partire da perché da loro si possa riuscire ciò che si produce in azienda. È a dare un segnale positivo anche un’attività che si rivolge esclusialle altre generazioni e agli altri vamente alle scuole e devo dire giovani, che attualmente tendoche sta riscuotendo molto sucno ad uscire dall’agricoltura per cesso. andare verso altri settori econoQuali altre attività di mulmici, ma che tutto sommato oggi, tifunzionalità promuovete grazie a questi strumenti, potreball’interno delle aziende agribero avere una reale alternativa cole? lavorativa nelle aree rurali. Nella nuova programmazione Quindi questo progetto del dvd, abbiamo previsto anche la reaall’inizio sottovalutato, visto come lizzazione di servizi di assistenza culturale e basta, ora affianca sanitaria presso le aziende agriinvece scelte strutturali di procole: beneficiari sono particolari spettive economiche nuove delle tipologie di malati, per esempio aree rurali. coloro che si avvalgono dell’ipContinuerete su questa straTorino, Salone del Gusto: poterapia. Adesso ci sono anche da? presentazione del dvd Puglia altre terapie legate all’ambiente Quello che è stato riscontrato Rurale con il presidente della agricolo: per esempio la Hortidalle stime e dalle statistiche Regione Puglia Nichi Vendola cultural therapy (l’uso attivo o è che c‘è un grande interesse ed il giornalista Caprarica dipassivo dell’orticoltura, del giarda parte di tutti. Molti di coloro rettore di Giornale Radio Rai dinaggio e degli ambienti naturali che vivono nelle città intendonelmese - 12/2008 - 25


no trascorrere il tempo libero in ambienti rurali, purché abbiano servizi adeguati. L’operazione che stiamo facendo è di elevare la qualità dell’offerta dei prodotti, e questo può avvenire solo attraverso un’attenzione verso le aree rurali, matura e volta a proporre interventi che siano i più alti come target. È un’operazione che ha bisogno di alcuni anni, le prospettive di mercato ci sono, il target delle persone che vogliono visitare il nostro territorio rurale cresce sempre di più e dobbiamo metterlo nelle condizioni di farlo, anche attraverso le strumentazioni più moderne, come un navigatore satellitare dedicato alla visita delle aree rurali: un navigatore tematico che accompagni nei territori e indichi per ogni area i servizi offerti a chi intenda fermarsi. Questa operazione, per la quale abbiamo già posto le basi, realisticamente partirà nel 2009. ALTRI TERRITORI PUGLIESI PER POLITICHE DI SVILUPPO INTEGRATO Lei è responsabile della gestione dei Fondi Comunitari Leader+. Ci spiega di cosa si tratta? Tutti i progetti di cui abbiamo parlato finora trovano realizzazione concreta attraverso l’attuazione di un programma comunitario, il programma Leader (“Legami tra azioni per lo sviluppo dell’economia rurale”), che arriva in tutte le regioni d’Italia e in tutta Europa. Attraverso i Leader mettiamo in pratica progetti di sviluppo concordati sul territorio da enti locali e privati e che prevedono uno svi-

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luppo di tutti i settori economici, quindi agricoltura, artigianato, turismo, piccola impresa, insieme a progetti di fruibilità e tutela del territorio e a percorsi di formazione per qualificazione e riqualificazione delle persone che realizzeranno questi progetti. Con il programma Leader, la cui attuazione e partecipazione a livello locale è supervisionata e stimolata dai gruppi d’azione locale (GAL), stiamo trasformando territori che erano secondari in territori emergenti. E questo anche perché con il progetto Leader si dà la possibilità di cooperare con altri territori italiani ed europei attraverso scambi di esperienza che risultano estremamente utili, proprio perché aprono a nuove modalità di gestione del territorio e delle attività economiche. Inoltre, nella nuova programmazione si prevede un aumento dei territori pugliesi che abbracceranno politiche di sviluppo integrato dei territori attraverso questo “approccio Leader”. Ci sono dei territori in particolare su cui state lavorando? No, lavoriamo su tutta la Puglia. L’importante è che siano territori che abbiano le attività che noi richiediamo, come una buona presenza di agricoltura e di artigianato. Quindi non lavorate solo su zone già di interesse turistico? No, su quelle aree sono altre politiche che devono andare a operare. Noi al contrario abbiamo bisogno di incentivare e rafforzare le capacità competitive degli altri territori.


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COMMERCIO / SHOPPING

Gioielli Mossa,

emozioni preziose Intervista a Nicola Mossa, titolare della storica gioielleria barese: la tradizione dell’attività familiare e il valore materiale e affettivo dei gioielli, tra tendenze e crisi economica. Un punto vendita anche in Albania

“A che serve indossare tanti rubini e diamanti quando la sola bellezza è il tuo solo ornamento?” scriveva il poeta Pierre de Ronsard. Una bella dichiarazione d’amore, ma che a quanto pare per la felicità dei gioiellieri (e un po’ meno dei mariti!), le donne non sono mai state disposte a prendere alla lettera, rinunciando ai loro monili! Del resto sin dalla preistoria l’uomo ha sentito il bisogno di adornarsi con oggetti che gli conferissero personalità e prestigio, scegliendo per abbellire il proprio corpo le materie più rare, dalle conchiglie ai denti di animali alle zanne di mammut; e i primi gioiellieri li possiamo immaginare così, impegnati a tagliare, sagomare, forare ed incidere quei materiali per ricavarne preziosi ornamenti. Sono trascorsi millenni da allora e in questo arco di tempo l’arte gioielliera si è evoluta ed affinata, ha sfruttato nuovi materiali e acquisito di volta in volta significati e funzioni disparate. Senza che mai il gioiello perdesse il suo fascino e quel valore, materiale ed affettivo, che i gioiellieri gli riconoscono come proprio. Ce ne dà una testimonianza Nicola Mossa, titolare e salda guida della gioielleria “Mossa, gioiellieri dal 1850”, da sempre sinonimo di eleganza e professionalità, di capacità di coniugare gusto e moda. Una storia antica quella di Casa Mossa, nata intorno al 1850 con l’attività del trisavolo dell’attuale titolare in una bottega artigianale della Città Vecchia di Bari. Una storia di tradizione familiare. Infatti, quando incontro Nicola Mossa, al terzo piano (quello dedicato all’argenteria) dello sfavillante negozio di via Sparano al numero civico 70, l’arteria commerciale nel cuore di Bari, è questa la prima domanda che gli pongo. L’azienda che lei guida ha alle nelmese - 12/2008 - 28

spalle una lunga storia di tradizione familiare. Lei si è inserito in questa tradizione per passione o per una sorta di predestinazione? Io mi sono inserito per tradizione. Diciamo che a volte si fa quel che hanno fatto i genitori, se l’ambiente è piacevole; in genere un figlio si allontana quando l’ambiente in cui vive non è gradevole o perlomeno non gli indica la soluzione di spazio. Io trovo che il modo migliore per cui i figli possano seguire il fare dei padri sia quello che i padri provvedano a farli sentire a loro agio, senza che prendano subito il sopravvento, ma facendo sì che siano autori e coautori delle scelte della famiglia. E così, cercando di migliorare, noi siamo arrivati non solo alla mia generazione ma anche a quella delle mie figlie e a quella dei miei nipoti, che però ora sono ancora piccoli. Pietre preziose, oggetti scintillanti, creazioni esclusive: senza dubbio tutto questo è molto seducente. Ma qual è per lei l’aspetto più affascinante del suo lavoro? In genere siamo sempre a contatto con persone che se vengono da noi sono felici, che non hanno grossi problemi di spesa e che quindi possono permettersi qualcosa di inutile come un nostro articolo; inutile però profondamente emozionale, perché segno dei momenti più belli della vita. Ogni donna ricorda il momento in cui ha ricevuto un gioiello, ricorda perfettamente le emozioni che l’hanno accompagnata e col passare degli anni un gioiello aiuta a rievocare i sentimenti di ieri, che a volte la stessa età opacizza. Sua figlia Francesca Romana

Nicola Mossa e, nell’altra pagina, la sede principale, in via Sparano 70 a Bari, della Mossa Gioiellieri dal 1850 è la creatrice delle linee di gioielli firmate Mossa. Nella creazione dei vostri gioielli a quale tipo di donna pensate? Sicuramente a una donna di una certa classe… ma diciamo che le altre non entrano! Chi ha bisogno del gioiello ha bisogno di soddisfare da una parte un bisogno estetico, magari scegliendo un oggetto personalizzato piuttosto che un gioiello di serie, e dall’altra quel bisogno intimo di gratificarsi…o di essere gratificata, che è meglio! A volte vedo persone e personaggi che spendono cifre molto alte per un’automobile, peraltro necessaria, che comunque appena uscita dalla concessionaria varrà di meno, e soddisfano un po’ meno quelli che sono i desideri di una moglie con la stessa cifra, tenendo conto che comunque col tempo sicuramente quell’oggetto avrà maggior valore. Questa è una piccola vecchia battaglia che combatto con quelli della categoria, perché se è vero che un gioiello non serve a niente è vero anche che col passare degli anni, comprando bene, si ritrovano non solo i soldi spesi, non solamente quindi il valore dell’oggetto, ma anche la possibilità di racchiudere in un


piccolo spazio un grande valore. Insomma i gioielli sono degli investimenti? Direi un bene rifugio. Un investimento per quello che posso dire io è centomila euro a fronte di un foglietto di carta dalla banca, in gioielleria invece con centomila euro si ha un oggetto che vale centomila euro. Il primo sicuramente rende soldi, il secondo arricchisce le emozioni e quindi anche il piacere di portarlo. Una volta quelli che investivano in gioielli erano le case reali e le belle di notte perché potevano trasportare facilmente i loro valori. E oggi? Oggi lo stesso, ma io posso parlare di ieri, perché altrimenti la mia frase potrebbe sembrare giudicante e non vuole esserlo! La scelta di un gioiello cosa dice di una donna? Il modo di scegliere un gioiello indica sempre il gusto della cliente e quindi la grande personalità. Spesso le persone che si sentono inadeguate a scegliere il gioiello comprano l’oggetto firmato. Noi abbiamo in negozio i gioielli firmati e li vendiamo regolarmente, però a volte è più bello poter scegliere il gioiello che non sia troppo reclamizzato, perché quella pubblicità la paga sempre il cliente, anche se questa frase non è delle più commerciali! Quali sono le caratteristiche imprescindibili di un gioiello? Prima di tutto il gioiello è fatto solo di materiali preziosi e il segreto dell’alta gioielleria è quello di usare l’oro solamente come supporto per sostenere le pietre: il pezzo di gioielleria classico è di alto livello solo quando si vedono solamente le pietre, l’oro quasi non si deve vedere. Per il pezzo di oreficeria è il contrario. Cosa vendete di più? Si usano ancora le liste nozze? Le nostre vendite principali vanno sulla gioielleria, poi subito dopo viene l’orologeria e come quantità di prezzi i prodotti di oreficeria. Le liste nozze si usano molto meno, perché costringono sull’oggetto, mentre si usa la lista che indica solo la cifra, per cui poi la sposina viene e sceglie quel che vuole. Le liste per altre occasioni ci sono sempre, infatti abbiamo mediamente dalle trenta alle quaranta liste aperte.

Quindi è vero che adesso ci si sceglie da soli il regalo? Sì, i giovani oggi sono molto più pratici, forse un attimino meno legati alle tradizioni ma questo è giusto, il mondo cambia. Cosa propone la moda-gioiello per il prossimo anno? Noi non abbiamo una moda precostituita, abbiamo una moda che rinnoviamo in ogni occasione nei contatti con i vari stilisti di moda-gioiello e poi facciamo una scelta per quello che, posso dire

con orgoglio, è il modo accurato che hanno le donne baresi di scegliere il loro gioiello. So, anche attraverso il confronto con la clientela di tutta Italia, quanto sia impegnativo il nostro pubblico: non è facile accontentare una delle nostre donne, forse perché sono abituate al meglio! Poi c’è una annotazione: le nuove generazioni stanno riscoprendo l’argenteria, che è stata obsoleta per parecchio tempo. Ora invece sta tornando il culto dell’argenteria e il gusto delle cene organizzate a casa, e a casa si offre il meglio di quello che si ha, sia sotto il profilo gastronomico che estetico! Una curiosità: gli uomini regalano gioielli alle donne come un tempo? Sempre. Io amo scherzare sull’argomento, però mi piace ricordare che quando l’uccellino forma il nido con la compagna porta nel becco un insetto per lei... Nell’odierna situazione di crisi economica, nel suo settore si è registrata qualche flessio-

ne? Noi abbiamo un momento di flessione che per fortuna rimane nell’ambito del 2%, perché se è vero che la fascia media è diminuita per un 50%, è aumentata e parecchio sia la fascia di primo prezzo sia quella più alta. Quella più alta però purtroppo dà dei benefici molto ridotti, data l’entità della cifra. Se io vendo un oggetto di mille euro ne posso guadagnare trecento; se vendo un oggetto di centomila euro invece mi sta bene se guadagno il 2%, in proporzione molto meno. Però la fascia degli acquirenti di oggetti importanti è aumentata. Negli anni quindi si è modificata la clientela? Sì. Io mi permetto qualche volta di dire che i soldi possono richiamare il famoso ballo della scopa, per cui alla fine qualcuno ce li ha sempre in mano! Cambiano di allocazione ma non le cifre. La gioielleria Mossa ha diversi punti vendita a Bari e provincia. Contate in un’espansione ulteriore? Da due anni abbiamo anche un punto vendita in Albania. Questo è un momento in cui è impegnativo mantenere i punti vendita che abbiamo, perciò aspettiamo il logico, naturale movimento di ripresa per continuare la nostra politica. Se non ricordo male c’era una vecchia massima del mago Merlino che dice così: “quando sei al massimo delle tue disgrazie sii felice, ti rimane solamente una strada: la risalita”. Uno dei punti di forza della gioielleria Mossa è il consolidato rapporto di fiducia con la clientela. Se così non fosse non esisteremmo da tanti anni. Per noi il fatto di essere cortesi è scontato e necessario. Così come abbiamo sbagliato nel tempo a non creare i parcheggi per le automobili, mancanza di cortesia verso il cliente; ci siamo resi conto che un ricevimento sbagliato della città crea un allontanamento della clientela dai negozi del centro. In effetti noi gioiellieri siamo abbastanza protetti dall’importanza dei nostri prodotti, ma tutta la qualità dei negozi che c’erano prima in centro, ormai chiusi, è stata la conseguenza di un ricevimento sbagliato. Io non sono in grado di fare analisi del traffico, ma sono in grado di fare analisi dei risultati. Claudia Serrano nelmese - 12/2008 - 29


PROF. MICHELE ROBERTO La Società di Cura e Chirurgia della calvizie, con sigla ISHR (Italian Society of Hair Restoration) è stata fondata a Roma nell’aprile del 1996 in occasione del 1° congresso sulle calvizie fatto in Italia. La Società fu fondata da specialisti di varie branche (dermatologi, chirurghi plastici, otorinolaringoiatri etc.) allo scopo di dare un aspetto multidisciplinare al problema. E’ ormai universalmente accettato che il trattamento di prima scelta per la calvizie comune è un farmaco che si assume per via orale (la Finasteride) oppure una lozione (il Minoxidil). Quando però si vogliono curare definitivamente tutte le forme di Alopecia si ricorre all’autotrapiantomonobulbare. Questa è una tecnica di microchirurgia delle calvizie che consiste nel prelievo di un certo numero di bulbi capilliferi dalla zone nucali e temporali e nell’impianto di queste in aree che sono prive. I capelli trapiantati non cadranno più, saranno attivi tutta la vita e continueranno a crescere con lo stesso ritmo degli altri capelli. Questa tecnica considerata di “elezione” è generalmente utilizzata, vista l’ottima percentuale di attecchimento (circa 90-95%) di bulbi impiantati con sessioni chirurgiche sempre più ampie (megasessione) che portano ad impiantare fino a 3.000-4.000 capelli a seduta. Il successo di questsa tecnica chirurgica la si estende anche a varie forme di Alopecia cicatriziale (ustioni, interventi chirurgici, trauma cranici, radioterapia, patologie del cuoio capelluto) come anche in altre parti del corpo, sopracciglia o pube ed anche nell’Alopecia femminile. nelmese - 12/2008 - 30


ECONOMIA / INDUSTRIE

Congiuntura, urge terapia d’urto

La sollecita anche alla Regione Puglia il presidente di Confindustria Puglia ne, la messa a punto e l’entrata in “E’ necessario porre in atto, in temesercizio di una rete di monitoragpi brevissimi, una terapia d’urto, gio dell’andamento, in tempo reale, una strategia di sistema”. Una vera dell’economia pugliese, o almeno, e propria svolta, in cui la Confindudi alcuni dei suoi maggiori comstria assume un ruolo ben preciso parti. In Puglia, a differenza delle nel tracciare, in un panorama di altre regioni italiane, non si è mai grave crisi congiunturale, le linee costituito una struttura di questo di una programmazione economica tipo. E’ una lacuna da colmare. e finanziaria per la crescita della Noi proponiamo una postazione di Puglia. coordinamento da istituirsi presso “Non c’è tempo da perdere. - avla Presidenza della Giunta Regioverte il presidente di Confindustria nale o dell’Assessorato al Bilancio. Puglia ing. Nicola De Bartolomeo La ricognizione degli andamenti nell’introdurre l’incontro per esadell’economia pugliese, da realizzaminare le conseguenze della grave re, in sinergia con altre strutture, crisi che sta investendo la regione, avvalendosi di un set consolidato di presenti i presidenti e vice presiindicatori da monitorare con periodenti provinciali di Confindustria: dica sistematicità, consentirebbe di Piero Montanari (Lecce), Massimo acquisire informazioni utili, anche Ferrarese (Brindisi), Luigi Sportelli ai fini di un elaborazione di idonee (Taranto), Giuseppe Di Carlo, (vice politiche di intervento da parte di presidente Foggia), e l’industriale una pluralità di soggetti”. Pasquale Divella -. “La ConfinduSempre nell’ambito della stratestria Puglia, sulla base di una serie gia di sistema, un altro fattore di di indicatori - produzione, esportaL’ing. Nicola De Bartolomeo crescita potrebbe essere determizioni, investimenti - stima che il Pil presidente di Confindustria nato dall’accelerazione di spesa regionale nel 2008 si attesterà al di Puglia che si traduce in una immissione di sotto dell’1%. Per l’anno prossimo liquidità per dare immediato slancio a tutto il settore la flessione potrebbe essere di segno negativo”. produttivo. Che fare? Eccola la terapia. “Si ritiene utile richiamare l’attenzione della Regione “Sono necessari interventi, rapidi e concentrati nel sulla necessità che, accanto all’avvio dei bandi per tempo, per affrontare la congiuntura di un rafforzale misure del POR 2007-2013, nelle ultime settimamento strutturale dell’economia regionale, per indivine che ci dividono dalla fine dell’anno, che venga duare risorse adeguate e necessarie”. completato il pagamento ai beneficiari finali dei fondi Quindi il fattore tempo come risorsa fondamentale. comunitari 2000-2006 con l’integrale impiego dei “In questa fase di bassa congiuntura, la tempestiquasi 800 milioni di euro da rendicontare entro il 31 vità degli interventi da porsi in atto può contribuire Dicembre, pena la restituzione all’Unione Europea. grandemente ad ampliare gli effetti positivi. Una vera In più che vengano saldati, almeno in parte, i crediti e propria strategia di sistema che, sotto il coordinamaturati nei confronti delle ASL dalle imprese fornitrimento e l’impulso della Regione e con il concorso del ci di beni e servizi che ammontano a circa 480 mipartenariato sociale, coinvolga il Governo e le autolioni di Euro. Con tali manovre è possibile immettere nomie locali, le grandi stazioni appaltanti, operanti liquidità nel sistema di almeno un miliardo di euro. sul territorio, gli istituti di credito, le organizzazioni La Regione, da parte sua, metta in atto un preciso sindacali, i centri di ricerca, e le istituzioni economicronoprogramma di pagamenti, da concordare con che. Il pacchetto di interventi, messo a punto dalla la Ragioneria regionale. Eguale sforzo di accelerazioRegione il 14 novembre scorso, non potrà, in termini ne si rende necessario per il competente nucleo di di erogazione di cassa, concretarsi prima della prossivalutazione presso la Regione per l’approvazione dei ma primavera”. 10 piani per interventi di forte valenza strategica. Ci Il presidente indica le linee di intervento, definendo le auspichiamo una sorta di cabina di monitoraggio e proposte. coordinamento”. “La Confindustria, preliminarmente, ritiene opportuna Un robusto intervento del presidente nel trattare i e ormai non più dilazionabile, da parte della Regionelmese - 12/2008 - 31


rapporti con il sistema creditizio. La sua “tesi” è un richiamo diretto e senza alcuna scorciatoia, atteso che “l’unico nemico in questa fase piena di contrasti e tensione è la crisi”. “Sollecitiamo - incalza - la Regione ad intervenire sulle banche del pool che ne gestiscono la tesoreria perché non sia lesinato il credito alle aziende meritevoli di riceverlo, non sia erogato credito facile, ma credito sano ed utile alla produzione di ricchezza reale”. L’obiettivo primario è quello del miglioramento dei flussi di cassa alle imprese. “Ampliare, quindi, la capacità e le potenzialità del sistema dei propri Confidi attraverso una migliore redistribuzione, in funzione del peso del settore industriale, dei fondi nazionali e regionali dedicati agli strumenti finanziari, finalizzati al consolidamento e allo sviluppo delle imprese pugliesi con l’attivazione di un fondo di garanzia, anche per le iniziative imprenditoriali delle nostre imprese all’estero. Infine che sia promossa dalla Regione la costituzione di un pool di banche, coordinato dalla stessa Regione, al fine di fattorizzare pro-soluto le fatture degli imprenditori pugliesi verso le P.A. con una percentuale del 95% del credito”. E’ in programma da parte di Confindustria di convocare da subito tavoli tecnici con tutti i soggetti interessati,tra i quali il Partenariato sociale, per verificare la volontà ed individuare percorsi e strumenti per conseguire i risultati attesi. La conclusione è una fotografia, un’istantanea sulla situazione dell’economia reale. “Noi industriali stiamo reggendo, tenendoci del personale a carico, quando dovremmo licenziare. Non possiamo a lungo fare questo gioco. Non possiamo diventare ammortizzatori sociali. Quindi, in definitiva, non si tratta di creare nuovi posti di lavoro, ma difendere quelli esistenti. E’ improcrastinabile una sterzata in un clima sinergico, coinvolgendo tutte le parti interessate, e anche i mass-media”. Insomma Puglia: alzati. Per ciò che concerne la posizione del presidente dell’emittente televisiva Telenorba, ing. Montrone che invita le associazioni provinciali e regionali a rendersi autonome da Confindustria, l’ing. De Bartolomeo precisa “Non è questo il momento di una secessione. Abbiamo sempre sostenuto che l’unione fa la forza. Noi privilegiamo l’aggregazione. Lo facciamo a livello di sistema. Quindi immaginare una forma di distacco, mi sembra inopportuna. Poi noi riteniamo che per poter contare di più bisogna stare insieme agli altri. Io direi di evitare le polemiche perché adesso farebbero solo male. Poi ci mettiamo a tavolino per discuterne. Lungi da me l’idea di distaccarci”. In Puglia, è stata la nostra domanda, è più facile reperire i soldi che spenderli? Un ultimo caso: la Regione ha restituito all’Unione Europea 170 milioni di Euro che non aveva utilizzato per i dissalatori. Ritiene lei che con un forte richiamo o con i tavoli tecnici in programma si possa realizzare una sorta di inversione di tendenza che sarebbe quasi epocale? “Lei sostanzialmente è d’accordo con noi per un deciso impulso, anche se dobbiamo ammettere che sinora siamo stati incapaci a spendere”. Tonino Ancona nelmese - 12/2008 - 32

ECONOMIA / INDUSTRIE

Molmec per nuovi mercati

Gli intenti del Consorzio della Meccatronica di Molfetta presente alla Sfortec di Milano Il Consorzio Nord-Barese della Meccatronica MOLMEC con sede a Molfetta, dal 3 al 7 Ottobre ha partecipato alla 26esima BI-MU/ SFORTEC, una delle più ampie vetrine mondiali di macchine utensili, robot, automazione e prodotti a questi ausiliari (CN, utensili, componenti e accessori), le più avanzate proposte di componentistica e lavorazioni strutturali, rassegne specialistiche delle più recenti soluzioni adottate per saldatura, assemblaggio e stampi, un fitto programma convegnistico e iniziative mirate a evidenziare le opportunità di impiego offerte ai giovani dal settore. SFORTEC è, dunque, l’ambito ideale per promuovere l’offerta di componentistica e lavorazioni strutturali funzionale alla cooperazione produttiva che prefigura il modello della “impresa estesa”. Non a caso, il repertorio tecnologico dell’edizione 2008 della manifestazione, promossa da CIS-Comitato Interassociativo Subfornitura, è allargato ai servizi per l’industria, che incidono in termini sempre più significativi sulla competitività del bene strumentale. “La necessità di cercare opportunità di business al di fuori del nostro ambito territoriale è ciò che ha spinto il MOLMEC a stilare un programma di partecipazione alle fiere internazionali più importanti: e tra queste quella di Milano” ha affermato il presidente del Consorzio Mauro Vitulano. “Vendere in ambito internazionale le nostre competenze, la nostra capacità di filiera produttiva senza dover investire in ulteriori beni tangibili è la nostra strategia di sviluppo in un momento di difficoltà di mercato senza precedenti”. Ancora. “In vetrina a Milano sono andati il knowhow, l’esperienza maturata negli anni dalle diverse aziende consorziate, le capacità realizzative nei diversi campi della meccanica, dell’elettronica e della formazione professionale. Molti i contatti e gli interessi mostrati dai visitatori verso questa forma di aggregazione aziendale. E che potrebbero trasformarsi in occasione di business nei prossimi mesi. Il presidente Mauro così ha conscluso: “E’ il momento giusto per lanciare iniziative come la nostra, che contano sulle sinergie dei consorziati per raggiungere obiettivi di realizzazione, anche complessi, a costi competitivi e standard qualitativi a livello dei migliori competitori di mercato”.


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ECONOMIA / EDILIZIA

Prima formazione,

sicurezza nel cantiere Illustrati i vantaggi delle “16 Ore”, il progetto della Formedil-Bari per le nozioni di base a chi inizia a lavorare nel settore. Il presidente della Scuola, l’ing. Michele Matarrese: è un’offerta a costo zero per le imprese e per i lavoratori

di Tonino Ancona

La sede di Bari della Formedil, Traversa al n. 364 di via Napoli n. 2. Da sinistra, il presidente ing. Michele Matarrese e il direttore dott. Luigi Aprile (foto Vito Signorile) “Entrare in un cantiere dalla porta principale”. Così il dott. Luigi Aprile, direttore della scuola edile, Formedil-Bari, nella sua introduzione al convegno “Primo ingresso:16 ore di formazione iniziale per la sicurezza nel cantiere”, svoltosi nella sede del capoluogo barese. E’ la finalità di un nuovo orientamento professionale, nell’approccio al lavoro in un settore, quello dell’edilizia, che sta dimostrando di avere maggiore sensibilità per il futuro. Nel suo saluto ai convenuti, il cav. lav. ing. Michele Matarrese, presidente del Formedil-Bari, ha sottolineato che “le 16 ore di formazione pre-ingresso, fissate nell’art. 91 del nuovo contratto di lavoro, consentono a chi entra, per la prima volta, in un cantiere

di conoscere come si deve muovere, avere le nozioni di base del cantiere e del suo contesto operativo. Posso affermare che questo progetto, di risonanza nazionale, fornisce, sia pure in forma rudimentale, una prima infarinatura sulle operazioni, sulle procedure, su rischi, sulle protezioni che bisogna adottare. Sono i primi fondamenti utili per approcciarsi al lavoro, soprattutto in termini di sicurezza”. “Questa offerta - ha aggiunto - è a costo zero, sia per le imprese che per i lavoratori. L’impresa, per di più, avrà assolto al suo compito per la formazione sulla sicurezza e la scuola edile, dal canto suo, avrà concretamente sperimentato l’efficacia del corso”. “Se c’è uno slogan che a mio parere - è stato l’inci-

L’ing. Vito Bellomo, Tommaso Contaldo e l’ing. Francesco De Giosa nelmese - 12/2008 - 34


INCIDENTI SUL LAVORO EMERGENZA NAZIONALE - 18 MORTI IN PUGLIA NEL 2007 IN EDILIZIA La piaga degli incidenti sul lavoro, il fenomeno delle morti bianche, il malcostume del lavoro nero ed irregolare continuano ad essere un’emergenza nazionale. I dati Inail relativi al 2007, recentemente resi noti per la Puglia, confermano che il settore delle costruzioni continua ad essere uno dei più esposti in tal senso: 18 morti in Puglia, circa 17.000 casi di incidenti registrati nella sola provincia di Bari. La drammaticità di questi dati è ulteriormente evidenziata dalla tipologia delle cause (caduta dall’alto 42,55%, travolto da gru, carrello elevatore o ruspa 20,85%, crollo struttura 10,64% colpito da materiali di lavoro 14,89%) nonché dalla sempre più giovane età degli interessati: il 30% ha meno di 35 anni e spesso sono alla prima esperienza lavorativa. pit del direttore Formedil-Bari, il dott. Luigi Aprile - sintetizzi l’obiettivo di fondo di questo progetto, è ‘per entrare nel cantiere dalla porta principale’. In un momento critico per il giovane lavoratore, l’inizio della fase lavorativa in un cantiere, con tutte le sue peculiarità, viene delineata la regolarità di un’assunzione, la consapevolezza e la condivisione del lavoro. Si concreta, così, un cambiamento e una logica tutta nuova. Una innovazione nel modo di pensare, nell’approccio al lavoro, nell’arruolamento della mano d’opera. E’ una sorta di controtendenza. Sappiamo tutti che in questo settore vige spesso una convinzione, comune, sbagliata: si impara solo lavorando”. A questo punto ha introdotto lo scottante, attuale tema degli infortuni sul lavoro. “I dati degli infortuni, in nostro possesso, testimoniano che, nella stragrande maggioranza, avvengono in età giovanissima e nei primi giorni di lavoro. In base al CCNL le imprese, con congruo anticipo, devono comunicare l’assunzione di un’ operaio che acceda per la prima volta al cantiere, alla Cassa Edile che informerà la Scuola Edile”. “La scuola, competente nel territorio - ha informato il direttore - chiamerà il lavoratore al corso delle “16 Ore”. Il modulo formativo comprenderà anche le “Otto ore” per la formazione sulla sicurezza. Viene predisposto un calendario con una frequenza di due giorni la settimana: il giovedì e il venerdì. Gli ‘allievi’ potranno apprendere procedure e modalità tecniche e tutte le operazioni delle costruzioni. E’ la concretizzazione di un principio che chi lavora in un cantiere deve operare in sicurezza”. La conclusione è uno stimolo, un incentivo a fare di più in una logica di sinergia con tutti gli operatori del

Il dott. Fulvio Rana e l’arch. Daniele Verdesca

settore. “E’ impossibile pensare che in 16 ore tutto questo si traduca in una competenza professionale. Si tratta, ribadisco, di dare una prima infarinatura in modo che il giovane lavoratore abbia le prime, necessarie ed opportune nozioni”. “Il nostro obiettivo - è partito da un presupposto di base l’ing. Vito Bellomo, presidente Ance Bari e della Sezione Edili di Confindustria Bari - è anche quello di valorizzare l’attività dell’edilizia per far capire che il settore delle costruzioni non è un mondo residuale, ma un mondo che ha in sé tutte le potenzialità per grandi prospettive. Questo corso delle ‘16 ore’ tende, in prima battuta, a valorizzare l’attività del lavoratore. E’ il primo tassello di un progetto più complesso che vuole portare sicurezza e avvicinare i giovani al mondo del lavoro, e nei cantieri edili in particolare. E’ chiaro che noi con questo modulo delle ‘16 ore’ potremmo all’inizio scontare una certa difficoltà nei rapporti con le imprese. Siamo troppo abituati alla solita decisione delle imprese nell’indicare, senza mezzi, la persona che l’indomani debba entrare nel cantiere. Questo corso è un incentivo alla programmazione che ogni impresa si deve porre”. Quindi, Tommaso Contaldo, vice presidente Formedil-Bari in rappresentanza di Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea–Cgil, ha evidenziato un danno per la società di 40 miliardi di Euro per la mancanza di formazione e di informazione per fare fronte ai costi legati agli infortuni. “A mio avviso la formazione preventiva è davvero una conquista epocale. Oggi si è scelto di mettere l’uomo, il lavoratore al centro della nostra attività. Formare vuole dire investire tempo e risorse. Una persona formata è un investimento, oculato e a lunghissimo termine, in sicurezza per sé e per gli altri, anche perché i dati in nostro possesso indicano che potrebbero entrare per la prima volta in un cantiere 80mila operai in un anno. Questa occasione mi da, finalmente, la possibilità di affermare che stiamo prendendo atto della crescita esponenziale del valore della sicurezza nel mondo imprenditoriale edile. Ma non è tutto: i dati del lavoratore, la loro professionalità saranno inseriti in una sorta di banca dati. Queste ‘16 ore’ sono davvero per il bene più prezioso, sono 16 ore per la vita”. “La nostra intenzione – ha detto l’ing. Francesco De Giosa, della nelmese - 12/2008 - 35


IL DIRETTORE APRILE: I VANTAGGI DELLE “16 ORE” PER LE IMPRESE

Due domande al termine dell’incontro. Oltre al valore sociale, questo progetto doterà le imprese di personale specializzato di cui ha bisogno. Sul piano squisitamente economico quale vantaggio per le stesse imprese? “Il vantaggio è che le imprese possono fruire di manodopera con un minimo di professionalità, sia pure rudimentale, a costo zero sia per loro che per i lavoratori”. Qual è il futuro del sistema delle costruzioni e quello dell’edilizia sempre più compatibile con il territorio? “Con il bisogno di tutela ambientale, con il bisogno di approvvigionamento di fonti energetiche sicure ed alternative, è chiaro ,quindi, che anche le maestranze si devono adeguare a questi cambiamenti. Le scuole edili sono qui per fare il loro mestiere. Noi siamo convinti che sarà un volano occupazionale molto importante.Per ciò che concerne il risparmio energetico noi abbiamo presentato all’interno del distretto dell’edilizia sostenibile un catalogo di azioni informative che propaganderemo, diffonderemo, affinché ci sia un’attenzione maggiore verso questo aspetto: dal posatore dell’impianto fotovoltaico, all’operaio edile, alla pura conoscenza di materiali alternativi. Di tutto questo si parlerà in un futuro molto prossimo”. direzione provinciale di Bari del Ministero del Lavoro – è di vedere in cantiere gente formata. L’orientamento è stato definito sia dall’art. 626 del contratto sia dal Testo Unico. Sono convintissimo che questa iniziativa avrà un notevole successo grazie anche alla sinergia di tutti quanti noi. E’ necessario, comunque, diffondere la cultura sul discorso edile anche nelle scuole, soprattutto in quelle dei geometri dove abbiamo incontrato giovani motivati”. Il dott. Fulvio Rana, direttore Spesal Asl BA/4, ha dato un ulteriore e interessante contributo con il suo intervento. “Prevedere una riunificazione a livello provinciale di tutte queste attività formative in una vera e propria scuola permanente per la sicurezza sul lavoro. Necessità quindi di un coordinamento che coinvolga, naturalmente, in primis sia i lavoratori che i datori di lavoro. Sì. Queste ‘16 ore’ non bastono. Sarebbe necessario aggiungere l’addestramento. La figura del tutor, già in attività nei cantieri in alcune regioni, prenderà per mano questi nuovi ingressi e li condurrà attraverso un percorso di apprendimento sul lavoro”. Capire l’operatività del lavoratore all’interno dell’azienda stessa, è ciò che ha auspicato, il consigliere dell’Ordine Consulenti del Lavoro della provincia di Bari, Filippo Continisio. “Inculcare nell’imprenditore la norma secondo la quale il lavoratore deve essere informato su quelle che deve fare. La formazione deve partire dai firmatari delle contrattazioni e dai

L’ing. Giuseppe Paradies e Filippo Continisio nelmese - 12/2008 - 36

lavoratori. Noi, consulenti, siamo trait-d’union fra Inali e le imprese”. “L’Inail si inserisce in questo progetto - ha affermato l’ing. Giuseppe Paradies, coordinatore consulenza tecnica regionale Inail Puglia - in quanto si coniuga con l’azione dell’Istituto di informazione e formazione. Per diffondere la cultura della sicurezza abbiamo fatto, per cinque anni, corsi alle ultime classi dei geometri delle città di Bari, Lecce e Foggia. Disponibilità anche a collaborare con la Formedil. L’Inail ha stanziato diversi milioni di euro per formazione e sicurezza. Abbiamo un budget di 500 mila euro per la prevenzione, formazione ed informazione”. Poi accennando ad un argomento di estrema attualità. “Sì. C’è stato un calo negli infortuni, in relazione al numero degli occupati sulla base degli indici forniti dall’Istat. Ma non per questo dobbiamo cantare vittoria. I mass-media continuano a dire che noi in Europea siamo la maglia nera. La tendenza al ribasso c’è. Dobbiamo prendere forza da questo dato per capire dove abbiamo sbagliato. Dove la formazione non ha funzionato? Perché non ha funzionato? Perché facciamo un determinato numero di ore, soltanto? Perché c’è chi ha speculato? Rientra nei nostri programmi un’ indagine sui cantieri. Speriamo che adesso con la nuova figura giuridica che assumeranno i tecnici dell’Inail cercheremo di capire perché non sta funzionando”. Al direttore del Formedil nazionale arch., Daniele Verdesca, il compito di concludere. “Dobbiamo prendere in considerazione l’apprendistato definito dal ministero un canale parallelo di formazione. Tale percorso di ulteriore apprendimento verrà annotato su un libretto formativo del lavoratore che ha fatto le ‘16 ore’, una sorta di patentino, una specie di cartella clinica. Sarà certamente funzionale per indirizzare l’attività di formazione soprattutto in riferimento a quella precedentemente acquisita. E’ il cardine per la qualità ed efficacia della formazione”. Tonino Ancona


EDILIZIA / SCUOLA

Formedil: “Le 16 ore” per un’edilizia più sicura Dal 1 gennaio 2009 corso - interamente gratuito per le imprese - per la formazione di giovani che non hanno esperienze lavorative di cantiere

A partire dal 1° gennaio 2009 tutte le imprese edili potranno usufruire del vantaggio di inserire in cantiere lavoratori dotati di una formazione di base. Le 16 ore, dopo il DURC, sono un ulteriore passo verso un’edilizia più sicura e trasparente, per contrastare in modo efficace il lavoro irregolare. Prima di assumerlo, l’impresa inviterà il giovane che non abbia precedenti esperienze lavorative di cantiere, a frequentare il Corso delle 16 ORE che il Formedil-Bari eroga con cadenza settimanale. In tal modo egli sarà in grado di svolgere in modo corretto e sicuro le mansioni elementari del cantiere, conoscendo bene i rischi che potrebbe correre. I vantaggi per l’impresa: Con il certificato rilasciato dal Formedil-Bari può dimostrare di aver assolto all’obbligo della formazione d’ingresso. La formazione d’ingresso è collocata prima dell’inizio del rapporto di lavoro e pertanto non grava economicamente sull’impresa. I vantaggi per il lavoratore che entra nel settore in modo regolare; impara a muoversi in cantiere in modo produttivo; impara da subito il linguaggio del cantiere; migliora le proprie possibilità di impiego. Il corso di 16 ore per il primo ingresso in edilizia è già disponibile in modo continuo e tempestivo presso il Formedil-Bari È sempre ed interamente gratuito ed è tenuto da istruttori qualificati in cantieri-laboratorio attrezzati. nelmese - 12/2008 - 37


ECONOMIA / EDILIZIA

Immobiliare

“S.O.S. MUTUI” - DA DICEMBRE A GENNAIO ATTIVO UN NUMERO VERDE PER AIUTARE I CITTADINI PUGLIESI. UN INNOVATIVO SERVIZIO DI CONSULENZA GRATUITA

Dal 1 dicembre è partita, l’iniziativa gratuita “S.O.S. MUTUI” promossa dall’Immobiliare Rubino per i cittadini pugliesi. Per 2 mesi, sino al 31 gennaio 2009, tutti coloro che hanno bisogno di informazioni o di chiarimenti in materia di mutui potranno rivolgersi ad un team dedicato di esperti contattando il numero verde 800-943800. Il servizio verrà fornito attraverso la RSM - Real Estate Solution Mutual, società di con sulenza e mediazione creditizia partner dell’Immobiliare Rubino. “In seguito ai numerosi allarmi diffusi sull’emergenza mutui anche in Puglia, abbiamo deciso di lanciare Il dott. Andrea Rubino questa iniziativa per essere più vicini alle esigenze dei cittadini – spiega Andrea Rubino , fondafamiglie che hanno bisogno di assistenza e tore e presidente dell’Immobiliare Rubino e di supporto nella ricerca di possibili soludi RSM oltre che segretario nazionale della zioni contro il rincaro delle rate del mutuo FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immoo che sentono l’esigenza di fare verifiche e biliari Professionali) – e per offrire loro un confronti prima di stipularne uno o, ancora, aiuto concreto e immediato”. Cos’è la porche vogliono acquistare casa ma non sanno tabilità del mutuo e come funziona? Come come orientarsi nella giungla del mercato si fa a rinegoziare il tasso? Quali sono le finanziario e creditizio”. ultime novità legislative in materia di muL’iniziativa “S.O.S. MUTUI” si inserisce tra tui? le attività gratuite realizzate dall’ImmobiSono solo alcune delle tante domande che liare Rubino in un’ottica di responsabilità gli utenti interessati potranno rivolgere sociale. agli esperti di RSM. Si può usufruire della consulenza anche “Attra verso il numero verde, attivo dal attraverso Internet, scrivendo una e-mail lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalcon la richiesta di informazioni all’ indirizle 16 alle 20 e il sabato dalle 9 alle 13 – zo: info@rsmmutuocasa.it precisa Rubino – vogliamo infatti metterci a completa disposizione dei privati e delle nelmese - 12/2008 - 38


Rubino, novità

“S.O.S. AFFITTI” - MENSILITÀ, BOLLETTE E SPESE DA PAGARE IN ANTICIPO: I PRINCIPALI PROBLEMI DEGLI STUDENTI FUORISEDE CHE AFFITTANO UN APPARTAMENTO IN PUGLIA Quante sono le mensilità di affitto da anticipare al momento della stesura del contratto? E’ normale che il proprietario richieda pagamenti anticipati e fissi ogni mese per i futuri consumi di acqua, luce e gas? Che succede se si è costretti per motivi urgenti e improvvisi a lasciare l’appartamento preso in affitto prima del tempo concordato? A quali problemi si va incontro se non si sottoscrive un regolare contratto d’affitto? Sono soltanto alcune delle tante domande che si pongono gli studenti fuorisede che cercano un appartamento o un posto letto da affittare a Bari o nelle altre città universitarie pugliesi. A rivelarlo, le telefonate e le e-mail arrivate da tutta la regione all’Immobiliare Rubino, promotrice dell’iniziativa “S.O.S. AFFITTI” che, dall’1 ottobre al 15 novembre 2008, ha offerto consulenza gratuita agli universitari che avevano dubbi sul contratto d’affitto o sulla sua stesura. “Come abbiamo potuto constatare direttamente, sono tante le difficoltà che i giovani incontrano quando si spostano in un’altra città per frequentare l’università e devono affittare un posto letto o un appartamento – ha spiegato Andrea Rubino, fondatore e

presidente dell’Immobiliare Rubino oltre che segretario nazionale d e l l a F I A I P, l a F e d e r a z i o n e I t a l i a na degli Agenti Immobiliari Professionali -. La nostra iniziativa gratuita S.O.S. AFFITTI nasce proprio per cercare di aiutarli concretamente in questa difficile trafila e per supportarli nel vedere riconosciuti i propri diritti”. Come emerge dalle segnalazioni arrivate, infatti, i fuorisede hanno bisogno soprattutto di informazioni e chiarimenti su come redigere il contratto d’affitto, sulle clausole da far inserire per salvaguardare i propri diritti, sulle norme da applicare per la divisione delle spese di condominio o più in generale sulla corretta quantificazione e attribuzione delle stesse. Ma c’è anche qualche buona notizia. Come risulta dalle testimonianze raccolte, infatti, sembra in aumento il numero di proprietari disposti a rilasciare ai fuorisede un regolare contratto d’affitto registrato. Non sempre, però, il padrone di casa si fida completamente dello studente. Capita quindi molto frequentemente che, per poter formalizzare l’operazione e consegnare all’universitario le tanto sospirate chiavi dell’appartamento, il proprietario consideri importante e determinante definire il tutto con i genitori. nelmese - 12/2008 - 39


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