Se il buongiorno si vede dal mattino

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ISBN: 978-88-31314-56-5 © 2020 Les Flâneurs Edizioni di Alessio Rega • Bari a.rega@lesflaneursedizioni.it www.lesflaneursedizioni.it info@lesflaneursedizioni.it Editing: Antonietta Rubino Impaginazione e revisione: Alessio Rega Progetto grafico: Mariano Argentieri Copertina: © Adobe Stock Finito di stampare a settembre 2020 presso Creative 3.0 Srl • Reggio Calabria per conto di Les Flâneurs Edizioni


Carmen Nolasco

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO



«L’età non è importante, a meno che tu non sia un formaggio». Billie Burke


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Se il buongiorno si vede dal mattino

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La telefonata

Se il buongiorno si vede dal mattino, tutto lascia presagire che questa non sarà una bella giornata; anzi, a dirla tutta, credo proprio che sarà una giornata di merda. Esistono pregiudizi, cliché e leggende metropolitane che prendono piede come un’epidemia e, in un amen, diventano dogmi inattaccabili che innescano nella gente comune idee o pretese davvero seccanti. Molti di questi riguardano l’età. Mettiamo subito in chiaro una cosa: non siamo tutti uguali. Certo, è possibile che, mentre il popolo dei giovani giace in stato comatoso tra le braccia di Morfeo, qualche anziano si svegli sempre tra le quattro e le cinque del mattino e, un po’ acciaccato ma arzillo, vada a mungere le vacche o inforni i biscotti, oppure si incammini a presidiare i cantieri cittadini in attesa degli operai. E tuttavia ciò non vuol dire che tali comportamenti possano essere assunti come fondamento antropologico estensibile a tutto il genere umano. Sarà pure vero che alcuni, con l’avanzare dell’età, dormono poco e male, ma – e sia detto una volta per tutte – non è il mio caso. La perdita di neuroni, qualora davvero ci fosse, interesserà probabilmente altre zone del mio cervello, non certo quella 9


dell’ipotalamo anteriore, che, pare, regola il ritmo sonno-veglia e la memoria a lungo termine. Su questo vorrei non ci fossero dubbi, e posso dimostrarlo con tre ordini di argomenti. Il primo: se non puntassi la sveglia, potrei alzarmi a mezzogiorno, se non addirittura nel primo pomeriggio. Il secondo: ricordo perfettamente ogni singolo evento della mia vita che meriti di essere ricordato anche se a volte, per sfuggire alle persecuzioni di Lady Attack, gioco a fare la svampita. Ultimo, ma non per importanza: il mio apparato cognitivo non è ancora compromesso, checché ne dica la tipa del piano di sotto. Tanto premesso, quando il telefono ha preso a squillare a un’ora infelice – le sette e trenta del mattino – interrompendo il mio sonno pesante e forse un po’ rumoroso, ho capito subito che il periodo Azione Zero correva veloce verso il suo epilogo e l’intrusione imprevista aveva di certo a che fare con la prefigurazione negativa che mi aveva inchiodata in casa per dodici giorni buoni. Nessuno che mi conosca oserebbe chiamarmi a un’ora così indecente, a meno che non si tratti di qualcosa di estremamente grave. Il mio ipotalamo, ben lungi dall’essere andato in pensione, ha dimostrato di essere più in forma che mai. Altrimenti non si spiegherebbe perché – quando ancora intontita dal sonno ho detto «Pronto?» e ho sentito rispondere «Ciao, Sara, sei tu, vero?» – io abbia chiuso la chiamata dopo nemmeno sette secondi di stupefatta esitazione. La voce, l’ho riconosciuta subito. È stata l’esperienza condensata e dura di una frazione di secondo, quella sensazione improvvisa che toglie il fiato, azzanna la gola, rende molli le gambe. Quando palpi il seno e scopri il nodulo. O senti l’urlo di tua figlia che precipita dall’altalena. Quando chiudi la porta e hai dimenticato le chiavi dentro. Sono andata in iperventilazione, mi sono trascinata verso il bagno e ho rovistato nell’armadietto dei medicinali. 10


Due puff e ho inalato. Piccole nubi di salbutamolo hanno viaggiato rapidamente su per le narici diffondendo la loro benefica azione di broncodilatazione. Respira, vecchia scema. Su, dai, respira. Occorre però che proceda con calma e vi racconti tutto dal principio. Anzi, comincerei da ieri, per adesso, altrimenti vi perdete per strada senza capirci niente. Ieri, esattamente come oggi, avevo aperto un occhio con fatica ed ero emersa dalla dimensione del sonno con una fitta di cruda diffidenza.

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