Corpi sentimentali

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ISBN: 978-88-31314-63-3 © 2021 Les Flâneurs Edizioni di Alessio Rega • Bari a.rega@lesflaneursedizioni.it www.lesflaneursedizioni.it info@lesflaneursedizioni.it Editing: Sara Saffi Progetto grafico: Mariano Argentieri Copertina: ©Adobe Stock Finito di stampare a gennaio 2021 presso Creative 3.0 Srl • Reggio Calabria per conto di Les Flâneurs Edizioni


Rossana Papa

CORPI SENTIMENTALI Racconti



ÂŤNon ci sono fortezze inespugnabili ma solo fortezze che non sono state sufficientemente assediateÂť. Marcela Serrano



A chi l’amore non lo dimostra solo a parole



Prefazione

Scorrono delicati e insieme accattivanti i sei racconti con cui Rossana Papa si affaccia al mondo della scrittura e ci invita a seguirla lungo la rotta di una riflessione intensa e appassionata sull’amore e la vita. È dal corpo che inizia la sua traversata fra i sentimenti, da un singolo dettaglio fisico, un neo sulle labbra, un seno rigoglioso, addirittura una fossetta nella guancia che, come in un dipinto simbolista, penso a certe opere di Odilon Redon, si moltiplica, si dilata e diviene il centro emblematico da cui si irradiano le diverse storie. Eppure, ci sembrano nascere tutte dalla dimensione della quotidianità, le vicende di questa raccolta, un orizzonte concreto e circoscritto, quasi difeso, dai caratteri e dalle abitudini dei protagonisti: relazioni consolidate dal tempo, ardenti passioni, anche solitudini, che paiono assorbire completamente le esigenze e le risorse emotive di una galleria di personaggi molto varia per età e condizione. Per esempio c’è Sofia, la quarantenne con l’hobby della fotografia, Pierluigi, il fidanzato che sta per diventare marito, Luciano, il lupo di mare solitario. Ma, come recita il motto del già citato maestro del 9


Simbolismo, «mettere sempre accanto a una certezza un’incertezza». Qualcosa, infatti, in questo spazio prevedibile, non torna. Accanto al “finito”, così, si fa strada il “non finito”, ossia una sorta di inquietudine che a un certo punto avvolge i protagonisti, prima vaga e poi sempre più profonda sino a diventare lacerante. È l’ombra lunga del sogno. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, la Papa è docente di Lingua Francese, infatti, la suggestione derivante dalla letteratura e, in generale, dalla cultura d’Oltralpe, è evidente nell’elaborazione dei racconti. Questi recano tutti in esergo frasi attinte dalle opere che più hanno influenzato il suo gusto e il suo immaginario. Quella che preferisco è di Jean Paul Sartre: «Lo sai, mettersi ad amare qualcuno, è un’impresa. Bisogna avere un’energia, una generosità, un accecamento. C’è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette, non lo si fa». Sono barche alla ricerca di un nuovo approdo i protagonisti di queste storie, donne e uomini che dopo una lunga sosta distanti, se non proprio in assenza, da se stessi, ritrovano e scelgono la verità che avevano relegato al fondo dell’anima. Il sogno che li tormenta, infatti, non è qualcosa di inaccessibile, di peregrino, ma comporta spesso uno strappo doloroso, con i ritmi seguiti sino a quel momento, con le persone o le attività che credevano avrebbero riempito per sempre le loro giornate, e soprattutto con una parte di loro stessi. È questo a renderli portatori di una forza attiva e fattiva, di una volontà in movimento che impedisce di galleggiare in acque sicure, ma ormai opache e stagnanti, come di lasciarsi travolgere dai marosi della disperazione. Accade così che ogni racconto, chiuso e fruibile in se stesso, possa legarsi all’altro come il tassello di un unico mosaico che oppone alla superficialità e alla liquidità affettive proprie dei nostri tempi, il valore irrinunciabile dell’amore in tutte le sue declinazioni. 10


La Papa accarezza il lettore, offrendogli i colori e le atmosfere di Bari, la città in cui è nata e vive, e altri scorci poetici della Puglia. L’elemento dominante dei suoi paesaggi è certo il mare, cornice e allo stesso tempo cuore dei racconti. Dinanzi alle onde che si rifrangono in un moto continuo e sempre uguale, l’autrice con la sua prima opera rivendica la possibilità, anzi forse il dovere, di cambiare, di riafferrare la felicità, liberandosi, se necessario, da qualsiasi ruolo costrittivo si sia assunto nella vita. «Saltare il precipizio», come direbbe Sartre, o vivere «a vele spiegate», per citare il titolo dell’ultimo racconto, non richiede per forza di spingersi lontano, in mare aperto, ma all’opposto, di conquistare su sé e su chi ci sta accanto uno sguardo nuovo e coraggioso, uno sguardo capace di cogliere nel particolare di un corpo il segno evidente e tangibile di un sentimento unico. Federica Introna

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