Bellofatto

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ISBN: 978-88-31314-75-6 © 2021 Les Flâneurs Edizioni di Alessio Rega • Bari a.rega@lesflaneursedizioni.it www.lesflaneursedizioni.it info@lesflaneursedizioni.it Editing: Serena Vallarelli Progetto grafico: Mariano Argentieri Finito di stampare a febbraio 2021 presso Creative 3.0 Srl • Reggio Calabria per conto di Les Flâneurs Edizioni


Vito Carenza

BELLOFATTO il tour tra briganti, brigadieri, santi e abitanti



A chi ha naso e gli occhi belli e a chi non li ha



«M’raccomand all’erv! Jé la nost. Jé d’tutt. Puortn’g r’spett».


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Bellofatto

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Chicchi

«Sei a San Vito?». «Sì, ma sto per andare in campagna, caffè?». «Ok, dove?». «Parcheggio e ci vediamo in piazza, vicino al castello». «Arrivo». Caporalato da chat quello tra me e Vera. È il primo venerdì di luglio che dà il via ai festeggiamenti dei patroni san Vito e san Vincenzo Ferreri. Piazza Leonardo Leo indossa autoreggenti bianche da cui traspare la pelle abbronzata tutto l’anno. È Claudia Cardinale senza riparo dalla pioggia che col petto bagnato e gonfio d’affanno entra nel Caffè. In una mano uno spartito barocco, con l’altra ricompone i capelli e l’animo sotto lo sguardo sorpreso e subito eccitato di chi interrompe la partita a carte e la discesa della birra. Due ragazzi, poco più che pony boy, si mordono già le mani colpevoli di aver lasciato quelle del tempo quando dalla campagna arrivavano in paese per la festa. «Con il progresso mio padre ha venduto masseria e bestiame e così la tradizione», mormora l’uno che con la mano salvata dai morsi si accerta del taglio mohawk. Un uomo impeccabile commenta la dura vita dei santi in paese di cui a nes11


suno frega più niente se non i vezzi della festa. Una matrona, con occhiali da sole che non l’aiutano a mettere a fuoco, chiacchiera sulla forma del pensiero di città: «Tutto è uguale, forse no, da quando sono andata via prima degli americani. Ritorno solo in estate dopo aver svernato…», non ho sentito dove. Tolgo i miei occhiali da sole e mi accomodo a braccetto con la Cardinale, non prima che Vera sieda petto a petto con la piazza per l’attacco preventivo: «La cinematografia non mi seduce più». Ordiniamo caffè e parliamo in nome dell’arte possibile, mentre estrae dalla borsa una collana che lega al collo, perché il suo portamento deve essere a puntino, anche argomentando della polvere di Castello d’Alceste e delle catene a San Biagio. Ho dentro l’energia da boss in Ghosts per sentirmi vero e fuori il nervo nella presa della musica di Leonardo Leo trasmessa dal bar: «Dovrebbe mandarsi nella piazza tutti i giorni e nelle orecchie dei sanvitesi i lunedì durante il mercato settimanale». Piove cipria rosa che lo scirocco stacca dalla chiesa di San Giovanni. La polvere, impercettibile a tanti, è il solletico della formica che non c’è, Vera la cerca sulle gambe e con gli occhi puntati su di me fiduciosa azzarda: «Provaci».

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