NelMese 6/2010

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DIRETTO DA NICOLA BELLOMO

Periodico mensile di Cultura Medicina Turismo Economia sped. abb. post. 70% Fil. di Bari NUOVA GEDIM SRL via Suppa 28 Bari

Euro 3,20

anno quarantaquattresimo

6/2010

nelmese

Alla ricerca delle origini pugliesi, romanzo dell’americana Terry Stanfill

A New York il teatro di Nicola Saponaro

Searching for her origins in Puglia, a novel was born

Nicola Saponaro’s theater works in New York

Giugno 1940: l’Ambasciatore pugliese Attolico tentò di persuadere Mussolini a non entrare in guerra a fianco di Hitler Due progetti della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia L’affido dei minori in difficoltà familiare e ambientale Dalla teoria alla pratica. Stage di studenti della Facoltà di Architettura presso il Formedil-Bari (Formazione per l’edilizia) Libertà di informazione in rete Lettura e giochi. Un libro edito da Adda per coinvolgere i giovani lettori Margherita di Savoia, alle Terme si rinnova l’appuntamento con la salute ONOFRIO INTRONA, PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE PUGLIESE



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nelmese periodico di Cultura Medicina Turismo Economia direttore responsabile

NICOLA BELLOMO n. 6/2010 anno 44esimo Edizioni NUOVA GEDIM S.R.L. Direzione - Amministrazione - Pubblicità via Suppa, 28 - tel. 0805232468 - 0805220795 - 70122 Bari NUOVA GEDIM S.R.L. iscritta alla Camera di Commercio di Bari il 14/01/2008 al numero 503184 - “NELMESE” periodico di cultura medicina turismo economia iscritto al n. 333 del “Registro dei giornali e periodici” del Tribunale di Bari 9/11/1967 - Spedizione in abbonamento postale comma 34 - art. 2 - Legge 549/95 Filiale di Bari - E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di scritti e la riproduzione in fotocopia -. Nicola Bellomo ideazione Grafica. - Stampa: Pubblicità & Stampa Via dei Gladioli 6 - 70026 Modugno/ Bari - tel. 0805382917 ABBONAMENTO ANNUO PER IL 2010 Euro 32,00 - LA COPIA - euro. 3,20 (con copertina plastificata euro 3,50) - CONTO CORRENTE POSTALE 000088305263 INTESTATO A NUOVA GEDIM S.R.L. - VIA SUPPA 28 BARI 70122 BONIFICO BANCARIO SU C/C N.1000/61567 intestato a NUOVA GEDIM SRL VIA SUPPA 28 - 70122 - BARI DEL BANCO DI NAPOLI, FILIALE 0620 VIA ABATE GIMMA 101 BARI IBAN IT41 D010 1004 0151 0000 0061 567

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Sommario LIBRERIE & LIBRI / FUORICASA LIBRARY AND BOOK / OUT OF HOUSE

TEATRO / THEATRE

NICOLA SAPONARO A/IN NEW YORK WEEKEND WITH A KILLER

22

REGIONE PUGLIA

TERRY STANFILL PUELLA APULIAE IL ROMANZO / THE NOVEL L’AUTRICE / THE AUTHOR

26 29

di Adriano Cisario GIORNALISTI DEL MEDITERRANEO

CONSIGLIO REGIONALE 9 LEGISLATURE, LE FOTO DEGLI 11 PRESIDENTI 4

ESPERIENZE VISSUTE 20 E RACCONTATE

IL PRESIDENTE INTRONA PER LA POLITICA DEL DIALOGO 6

DIVELLA, MEDITERRANEAN PASSION IN THE WORLD

FONDAZIONE CASSA RISPARMIO

AMBIENTE E ARTE, PREZIOSI PATRIMONI 8

REDAZIONALE

32

SOCIALITA’

AFFIDO FAMILIARE NUOVO PROGETTO

STORIA / 10 GIUGNO 1940

ATTOLICO AMBASCIATORE DI PACE 10

35

LIBRERIE & LIBRI

DE ROMITA UCCELLI, FARFALLE, RETTILI, I SUOI AMICI 36 LIBRERIE & LIBRI

diUAdriano N I V E RCisario SITA’ / RICORDI

LA CULTURA SECONDO 13 LEONE DE CASTRIS diUNIVERSITA’ Adriano Cisario / CONFINDUSTRIA

IL TALENTO DELLE IDEE

15

DIRITTO / GIORNALISMO

INTERNET E’ INFORMAZIONE

17

EDILIZIA / FORMEDIL-BARI

POPOLO DI ARCHITETTI, MURATORI E SANTI 41 REDAZIONALE

diVAdriano I T E D ICisario GIORNALISTI /

PREMIO CAMPIONE

MARIDA LOMBARDO PIJOLA, ORA ANCHE “ALLA CARRIERA”

LETTURE & GIOCHI UNA RECENSIONE FUORI CONCORSO 38

18

MARGHERITA DI SAVOIA, ALLE TERME SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA SALUTE

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REGIONE PUGLIA

Consiglio regionale

R

isale all’estate 1970 la prima seduta della storia del Consiglio regionale pugliese. Il 20 luglio venne celebrato l’insediamento dell’Assemblea eletta nelle prime “storiche” regionali. La riunione si tenne nella Sala consiliare della Provincia di Bari, in mancanza non solo di un’Aula ma di una stessa sede della Regione, allora al debutto come nuovo soggetto costituzionale dell’ordinamento repubblicano. Primo presidente, fino al 29 luglio del 1975, il socialista Beniamino Finocchiaro, che fu poi anche presidente Rai. Nella seconda legislatura alla presidenza venne eletto un altro socialista, Luigi Tarricone, in carica per due mandati dal 30 luglio 1975 al 20 giugno 1985. La carica passò al democristiano Walter Distaso, dimissionario pochi mesi dopo, per gravi motivi di salute. Gli subentrò Nicola Di Cagno del PLI (28 ottobre 1985 - 27 giugno 1990). Anche nella quinta legislatura un cambio di presidenza in corso, perché il democristiano Mario Annese, eletto il 28 giugno del 1990, si dimise due anni dopo, per ragioni di equilibrio politico nella maggioranza. Nella seduta del 16 dicembre 1992 il Consiglio elesse il socialista Cosimo Convertino, rimasto in carica fino al 19 giugno 1995. Un avvicendamento nella carica, sempre per ragioni politiche, anche nella legislatura successiva. A Rosario Rinaldi (AN), eletto il 20 giugno 1995, subentrò il 25 luglio dello stesso anno il presidente che ha traghettato il Consiglio regionale nel nuovo millennio: Giovanni Co-

pertino (CCD). È stato, infatti, alla testa dell’Assemblea fino al 12 giugno 2000. Quindi, è la volta di Mario De Cristofaro (Alleanza Nazionale) dal giugno del 2000 al maggio del 2005. Infine, Pietro Pepe (Margherita poi PD) dal 7 giugno 2005 al 26 maggio 2010. Ed ora dal 27 maggio Onofrio Introna (Sinistra e Libertà).

I (1970-1975): Beniamino Finocchiaro (20/7/70-29/7/75) II (1975-1980): Luigi Tarricone (30/7/75-7/8/80) III (1980-1985): Luigi Tarricone (8/8/80-20/6/85) IV (1985-1990): Walter Di Staso (21/6/85-27/10/85) Nicola Di Cagno (28/10/85-27/6/90) V (1990-1995): Mario Annese (28/6/90-15/12/92)

Cosimo Convertino (16/12/92-19/6/95) VI (1995-2000): Rosario Rinaldi (20/6/95-24/7/95) Giovanni Copertino (25/7/95-12/6/00) VII (2000-2005): Mario De Cristofaro (13/6/00-5/5/05) VIII (2005-2010): Pietro Pepe (7/6/05-26/5/10) IX (2010-2015): Onofrio Introna (27/5/10 - 2015)

L’aula consiliare in via Capruzzi a Bari

Nove fotografie su undici dei Presidenti del Consiglio regionale provengono dall’Archivio di NelMese

Beniamino Finocchiaro nelmese - 6/2010 - 4

Luigi Tarricone


9 legislature, 11 presidenti

Walter Di Staso

Nicola Di Cagno

Mario Annese

Cosimo Convertino

Rosario Rinaldi

Giovanni Copertino

Mario De Cristofaro

Pietro Pepe

Onofrio Introna nelmese - 6/2010 - 5


REGIONE PUGLIA / IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE

Il presidente Introna per la politica del dialogo P

rimo giorno d’aula per consiglieri di parenti e amici ma anche di giore assessori della nona legislatura nalisti che, nonostante le disposizioni della Regione Puglia che vede alla preufficiali, sono riusciti a trovare spazio sidenza il riconfermato Nichi Vendola e posto tra mogli, figli e fidanzate dei (Sinistra e Libertà) che, nelle elezioni consiglieri. che si sono tenute a marzo, ha avuto All’ordine del giorno della seduta, la meglio su Rocco Palese (Pdl), canufficialmente aperta da Francesco didato del centrodestra, e su Adriana Damone, il consigliere più anziano, la Poli Bortone (Io Sud – Udc), rappreproclamazione ufficiale dei consiglieri e sentante dello schieramento di centro. l’elezione dell’ufficio di presidenza che E una delle novità del rinnovato Conha visto la conferma delle indicazioni siglio regionale è proprio la presenza della vigilia, con la nomina di Onofrio “autonoma” di una coalizione centriIntrona a presidente del Consiglio, sta, un eventuale ago della bilancia tra ruolo ricoperto negli ultimi cinque anni maggioranza e opposizione, il cui ruolo da Pietro Pepe. potrà con molta probabilità assumere La candidatura dell’esponente di particolare rilievo nella dialettica conSinistra e Libertà è stata fortemente siliare e nei sempre difficili, e talvolta sostenuta da Nichi Vendola che già instabili, equilibri politici. nella scorsa legislatura lo aveva scelto Riflessioni e considerazioni queste che Onofrio Introna come assessore, con deleghe ai lavori insieme ad altre sono state, tuttavia, pubblici e successivamente alle polititemporaneamente accantonate e rimandate a quando i che ambientali. Socialista e con una lunga carriera polavori assembleari entreranno nel vivo, dopo le dichiaralitica alle spalle, Introna è stato proposto in quanto zioni programmatiche del presidente Nichi Vendola di cui ci espressione di esperienza, equilibrio ed autorevolezsoffermeremo su un prossimo numero. za. Il suo compito istituzionale sarà quello di guidare, super La prima seduta del Consiglio regionale ha riservato, inpartes, i lavori dell’assemblea garantendo la tutela del sano fatti, poco spazio al dibattito e al confronto tra le parti. La confronto politico e della dialettica consiliare. sensazione che si è avuta è che per un giorno si sia scelto L’ufficio di presidenza è stato poi completato con l’elezione volutamente di non surriscaldare i toni e di mantenere i dei due vice presidenti, Antonio Maniglio (Pd) e Nicola rapporti composti e pacati, in un clima sostanzialmente seMarmo (Pdl), e dei due segretari, Giuseppe Longo (Udc) reno e rilassato, come quello tipico da ritorno a scuola dopo e Andrea Caroppo (La Puglia prima di tutto). le vacanze estive, con momenti anche di distensione, ampi La cerimonia ha toccato il suo punto più alto e solenne con sorrisi, battute e strette di mano. La voglia di incominciare il giuramento di fedeltà alla Repubblica del presidente della e di mettersi subito a lavoro ha preso il sopravvento sulla Regione Nichi Vendola che, nel suo breve intervento, ha vis polemica, l’emozione e l’entusiasmo sono stati i sentisottolineato la necessità di riaffermare il senso delle istitumenti dominanti, non solo tra i debuttanti, apparsi particozioni in modo tale da “riattribuire all’esercizio delle funzioni larmente sorridenti, ma anche tra i veterani, tra coloro che politiche il compito fondamentale di raccontare la vita dei sono riusciti a spuntarla ancora per un altro quinquennio territori e di aiutarli ad uscire dalla condizione di dolore e di e che, soddisfatti, si sono goduti forse di più la passerella sofferenza”. Vendola ha, inoltre, colto l’occasione per eviiniziale della nuova legislatura. Tutti presenti e puntuali, denziare la drammaticità del momento in cui l’intero Paese quindi, eleganti e curati per l’occasione. Gli uomini, in abito si trova, auspicando una concreta assunzione di responsascuro e cravatta, e le donne, poche, in sobri tailleur, si sono bilità da parte dell’intero Consiglio regionale affinché tutti prestati alle rituali foto ufficiali e agli scatti dei numerosi folavorino concretamente nell’interesse dei cittadini e delle tografi e cineoperatori presenti in un’aula consiliare gremita loro problematiche. ONOFRIO INTRONA è nato il 17 febbraio 1943 a Bari, dove risiede. È coniugato con Gabriella Colonna ed ha tre figli, Vito, Pierluigi e Marcello e due nipoti, Onofrio e Gabriella. Laureato in Economia e Commercio, è abilitato all’esercizio della professione di dottore commercialista ed è revisore contabile. Socialista dal 1962, nel 1994 è stato nominato segretario regionale pugliese e componente del comitato esecutivo dello SDI. Consigliere comunale a Bari, dal 1981 al 1984 ha ricoperto gli incarichi di vice sindaco e di assessore ai Lavori pubblici. Per la Regione Puglia ha svolto il ruolo di commissario straordinario dell’Ente Provinciale per il nelmese - 6/2010 - 6

turismo, dal 1986 al 1990. Dal 1990 al 1993 è stato presidente del consiglio di amministrazione di “Aticarta spa” di Roma. Consigliere della Regione Puglia dal 1992 al 2000, è stato assessore con delega alla Sanità dal 1992 al 1993. Dal 2002 al 2006 è stato coordinatore politico del centrosinistra pugliese. Dal 2005, alla sua terza legislatura, è stato assessore nella Giunta Vendola, con deleghe ai Lavori pubblici e successivamente alle Politiche ambientali. Alle consultazioni del 2010 è stato il maggior suffragato della lista “Sinistra Ecologia e Libertà”, nella circoscrizione di Bari, con oltre 7.400 voti.


Nella fila di sopra, al centro, il presidente dell’assemblea regionale il neoeletto Onofrio Introna attorniato dai componenti della segreteria. Sotto, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e gli assessori (Foto Ufficio stampa Consiglio regionale della Puglia) Quindi, le luci della scena sono state tutte rivolte sul neo eletto presidente del Consiglio dott. Onofrio Introna che, dopo un momento di sincera emozione sfociato con un lungo abbraccio a Nichi Vendola, ha preso in mano le redini dell’assemblea per il suo discorso di insediamento, aperto con un chiaro e convinto imprimatur: “il mio lavoro sarà all’insegna della politica del dialogo. Si apre la stagione della collaborazione”. Tra i primi impegni nel 2010 quello dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia e quello dei quarant’anni dalla fondazione delle Regioni, nonchè della nascita dello Statuto dei Lavoratori. Di pari passo, poi, il problema del federalismo fiscale e quello più pressante della questione del Mezzogiorno verso il quale - come ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - è già da tempo assai bassa l’attenzione. Un’altra questione riguarda la riforma del nostro Statuto per il quale bisognerà lavorare tutti insieme. Ritornando al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia Onofrio Introna ha affermato con vigore che “deve essere un’occasione per ripensare il presente guardando al futuro senza dimenticare il passato. Ma partendo dal basso, dalla nostra storia comune e dalla nostra identità nazionale”. Il neo presidente ha detto poi di non credere nelle contrapposizioni ma piuttosto nella esaltazione delle diversità, nella specificità dei territori, nei mille campanili che, insieme, costituiscono la ricchezza dell’intera Italia. Riferendosi, poi, alle emergenze venute fuori dall’incontro svoltosi a Bari dei sindaci delle città meridionali, Introna ha detto che le emergenze devono essere appunto affrontate dalla Regione Puglia con rinnovato vigore. In pratica, tra l’altro, impegno contro la criminalità e il

lavoro nero, concreti interventi per sconfiggere le morti sul posto di lavoro, l’elaborazione di un piano straordinario di infrastrutture di intesa con gli enti locali e il governo. Ecco perchè, ha aggiunto Introna, “è necessario puntare su un federalismo vero che tenga conto dei singoli sistemi economici e sociali locali”. Di qui l’auspicio che si realizzi una larga convergenza in tutte le fasi dell’attività del Consiglio “in un confronto aperto e corretto nell’interesse della Puglia, senza dimenticare i cambiamenti ai quali siamo chiamati dalla politica economica del governo nazionale”. Introna ha avvertito a questo punto “non c’è dubbio che con la sfida al federalismo fiscale si ponga una maggiore responsabilizzazione delle classi dirigenti che sono chiamate a compiere un salto di qualità, ad abbandonare le logiche assistenzialiste, a prendere in mano, da protagoniste, il destino dei loro territori per garantire crescita e benessere”. Rivolgendosi al presidente Vendola, Introna ha così esclamato: “ci troverai al tuo fianco di ogni altra iniziativa che il governo regionale vorrà mettere in atto per favorire l’occupazione. Il Consiglio non si sottrarrà sostenendo le politiche del governo regionale anche con iniziative legislative autonome per contrastare il disastroso impoverimento delle famiglie e del mondo del lavoro in generale”. Circa la riforma dello Statuto Introna ha auspicato la ridefinizione della missione del Consiglio e quindi del rapporto dell’assemblea con l’esecutivo. Infine: “programmazione, razionalizzazione, calendarizzazione, snellimento, confronto consuntivo saranno i punti di forza su cui puntare, restituendo slancio alla più proficua attività legislativa e politica adeguandoci ai tempi e alle discipline europee” (alessio rega) nelmese - 6/2010 - 7


FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PUGLIA

Ambiente e arte, preziosi patrimoni Rientrano nei qualificati interventi della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia al suo 12esimo anno di attività. Presentati due dei più importanti progetti finanziati nel 2009. Gli interventi del presidente Antonio Castorani e del direttore generale Giovanni Paparella

L

a Puglia in trasferta a Buenos Aires in Argentina. Una serie di pannelli sui tanti itinerari, culturali, storico-religiosi, demologici, folkloristici, paesaggistico-ambientale ed enogastronomici che caraterizzano la regione è stata esposta in una mostra nella capitale argentina e riportata in un ricco catalogo “Cento itinerari più due in Puglia”. Il progetto del prof. Giorgio Otranto, titolare del Dipartimento di Studi classici e cristiani dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, è stato sostenuto finanziariamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia e illustrato nella sede di Viale della Repubblica a Bari in occasione della “Decima Giornata della Fondazione”. Nel corso dell’incontro è stato anche presentato un secondo progetto “Recupero degli affreschi della Chiesa Santa Maria dell’Isola di Conversano” illustrato dalla dott. Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca provinciale di Bari. La chiesa è un monumento architettonico di grande valore le cui prime strutture risalgono al Trecento. Mentre per il primo progetto la Fondazione ha erogato 77mila euro, per il secondo lo stanziamento è stato di 25mila euro. I due stanziamenti sono rientrati nell’attività del 2009 della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, presieduta dal prof. Antonio Castorani, nata nel novembre del 1991. La Fondazione, che favorisce la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale e ambientale della Puglia, devolve ogni anno circa 2,5 milioni di euro per la realizzazione dei progetti in tre settori: 1) la ricerca scientifica e tecnologica; 2) arte, attività e beni culturali; 3) salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa. Circa la politica economica-finanziaria della Fondazione, il prof. Castorani ha detto che il principio applicato è quello della continuità del bilancio, vincolata al mantenimento dell’integrità del patrimonio, a investimenti che assicurino un’adeguata redditività del patrimonio, all’adeguatezza delle spese, alla struttura organizzativa e all’attività svolta e all’erogazione minima pari al 50% del margine disponibile per le finalità istituzionali. Castorani ha chiarito che la Fondazione “non va considerata come un semplice erogatore di contributi ma come un partner nelmese - 6/2010 - 8

con valore decisionale nelle scelte sia a livello scientifico che artistico ed amministrativo: un co-protagonista negli eventi, in grado di agire come moltiplicatore di investimenti”. Altri dati. Il capitale della Fondazione al 31 dicembre dell’anno scorso era di 115 milioni di euro, con entrate nette di circa 5.540.000. In raffronto con altre Fondazioni italiane che hanno subito pesanti perdite è motivo di orgoglio per la Fondazione pugliese. Dal canto suo, il direttore generale della Fondazione avv. Giovanni Paparella ha ricordato che nel convegno organizzato dall’Acri sono stati individuati tre obiettivi nel futuro dell’istituzione: 1) le fondazioni sono persone giuridiche private che svolgono una funzione pubblica, prevalentemente sociale; 2) le fondazioni esercitano “anche” un ruolo di sussidiarietà complementare secondo l’articolo 118 della Costituzione. Attività non sostitutiva di quella pubblica ma integrativa degli interventi statali; 3) le fondazioni non possono consistere “in espressioni di una determinata corrente politica”. Quindi, Paparella ha espresso l’augurio che “l’attività della Fondazione possa proseguire, indipendente, libera e senza alcuna ingerenza, ancora per molto tempo”. Durante l’incontro nella sede della Fondazione sono intervenuti con brevi dichiarazioni intese a sottolineare l’importante ruolo che svolge la Fondazione, il presidente della Provincia prof. Francesco Schittulli ed il presidente del Consiglio regionale dott. Onofrio Introna. Quest’ultimo ha ribadito l’intensa attività della Regione Puglia per lo sviluppo turistico della regione anche attraverso un’intensa politica di difesa dell’ambiente. Ormai la Puglia ha soggiunto Introna può lanciare sfide nel campo turistico e culturale anche a livello europeo. Stesso discorso anche dell’assessore alla cultura del Comune di Bari Fabio Losito. Sulla storia millenaria della regione e sul successo della mostra a Buenos Aires hanno parlato Alessandra Campione e Alessandra Moro che hanno collaborato all’aggiornamento del progetto e al catalogo “Cento itinerari più due in Puglia”. (n.b.)

GLI ORGANI COLLEGIALI

Consiglio di Indirizzo Presidente Prof. Antonio Castorani

Componenti Dott. Giuseppe Andreassi Dott. Nicola Biscotti Prof. Francesco Dammacco Prof. Giovanni Dotoli Prof. Giovanni Girone Prof. Antonio Muscio Prof. Nicola Paparella Prof. Regina Poso Ing. Lorenzo Ranieri Consiglio di amministrazione Presidente Prof. Antonio Castorani Componenti Dott. Nicola De Benedictis Ing. Pietro Cesidio Gentile Prof. Oronzo Limone Prof. Salvatore Marzano Dott. Vincenzo Massari Prof. Gaetano Piepoli Dott. Michele Quaranta Collegio dei revisori Presidente Prof. Nicola Di Cagno Componenti Prof. Marcello Passaro Prof. Mario Scicutella


Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia prof. Antonio Castorani che svolto una lunga e dettagliata relazione sul ruolo dell’istituzione

Il salone della sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia in Viale della Repubblica 111 durante la presentazione della attività svolta nel 2009

Il presidente della Provincia di Bari prof. Francesco Schittulli ed il presidente del Consiglio regionale pugliese dott. Onofrio Introna

La dott. Clara Gelao che ha illustrato il secondo progetto finanziato dalla Fondazione “Il recupero degli affreschi della Chiesa Santa Maria dell’Isola di Conversano” e il direttore generale della Fondazione avv. Giovanni Paparella

Il catologo della mostra (edito da Gelsorosso e stampato dalla Sedit Bari) incentrata su alcuni aspetti della Puglia, allestita a Buenos Aires e in versione ridotta nella sede della Fondazione in occasione della “Decima Giornata”. Sotto, l’ideatore del progetto il prof. Giorgio Otranto dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” nelmese - 6/2010 - 9


STORIA / RILEGGENDO IL PASSATO /

A 70 ANNI DALLA ENTRATA IN GUERRA NEL GIUGNO DEL 1940

Attolico ambasciatore di pace Il diplomatico pugliese tentò nel 1940 da Berlino in tutti i modi di persuadere il capo del governo Benito Mussolini a non entrare in guerra a fianco del dittatore tedesco Adolf Hitler. La sua solida preparazione e il suo eccezionale acume sono stati ricordati nel 1992 nel 50esimo della morte in un convegno internazionale di studi organizzato ad Adelfia. L’appassionato e documentato contributo di studiosi italiani e stranieri

A

70 anni dalla dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 dell’Italia alla Francia e all’Inghilterra, ancora una volta è stato ignorato nella sua terra di origine un diplomatico di eccezionale acume come Bernardo Attolico, nato ad Adelfia, in provincia di Bari, nel 1880. Il diplomatico pugliese, ambasciatore a Berlino, tentò in tutti i modi di persuadere il capo del governo italiano Benito Mussolini a non entrare in guerra al fianco del dittatore nazista Adolf Hitler. In verità, nel 1992, in occasione del cinquantenario della scomparsa dell’Attolico, nel suo paese natio fu organizzato un incontro di studiosi italiani e stranieri che misero nella giusta luce la personalità e gli sforzi, appunto, compiuti dal diplomatico per scongiurare il conflitto bellico. DA ADELFIA NEGLI STATI UNITI

Bernardo Attolico, nato nel 1880 e deceduto a Roma nel 1942, si era laureato in Giurisprudenza nel 1901. Studioso di economia politica, nel 1923 divenne professore di Scienze finanziarie all’Istituto tecnico di Foggia. Successivamente si recò negli Stati Uniti, Canada e Turchia come ispettore governativo dell’Emigrazione. Dopo una serie di prestigiosi incarichi a livello internazionale, Bernardo Attolico divenne ambasciatore dello Stato italiano presso le sedi diplomatiche di Rio de Janeiro e nel 1930 di Mosca sino al 1935. Nel quinquennio successivo, sino al

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Bernardo Attolico

fu per sette anni alla Società delle Nazioni, l’organismo sovranazionale ideato dal presidente americano Woodro Wilson e nato dopo la Prima Guerra mondiale. maggio del 1940, A Ginevra gli vennetentò per l’apro affidati numerosi punto di porre incarichi e per circa argine agli eventi sei anni ricoprì la Benito Mussolini e Adolf Hitler che preannuncarica di vice segretaciavano il secondo conflitto mondiale rio generale. Per sole cinque settimane, svolgendo le sue mansioni nella sede nel ‘20 fu inviato a Danzica, come Alto diplomatica di Berlino. Commissario dello Stato libero che la Un personaggio, come si vede, di gran Società delle Nazioni vi aveva costituito rilievo. per garantire alla Polonia un accesso al Bernardo Attolico fece il suo esordio mare. sulla scena internazionale presso la Negli anni ginevrini il diplomatico di Commission lnternationale de RavitailAdelfia - come scrisse su NelMese il lement di Londra, inviato da Francesco valente giornalista Alessandro LogrosciSaverio Nitti a rappresentare il Ministeno nel resoconto dell’incontro di Adelfia ro dell’Agricoltura italiano. L’anno era il del 1992 - potè peraltro incominciare a 1915, ma già in precedenza, a partire sperimentare la non sempre facile condal 1907, si era occupato di problemi vivenza con il regime fascista. Dimostrò legati allo scenario internazionale. Era - come sottolineò nell’incontro di Adelfia stato infatti ispettore di emigrazione l’ambasciatore Bruno Bottai, all’epoca negli Stati Uniti d’America. In anni segretario generale della Farnesina in cui dal suo Paese e dalla sua terra che era possibile mantenere un ruolo coloro che partivano per cercare fortuna autonomo, ma dovette subire le critiche si contavano a centinaia di migliaia, il di taluni esponenti del regime che gli giovane funzionario seppe dare subito imputavano di servire gli interessi geprova delle sue capacità, come ricordò nerali più di quelli italiani. ad Adelfia, James O’Callaghan, all’epoca console americano a Napoli e direttore NEL 1930 AMBASCIATORE A MOSCA dell’Usis per il Mezzogiorno d’Italia. Attolico, che aveva avuto esperienze Lo storico Ottavio Bari si soffermò su precedenti nella scuola e nell’universiquesti aspetti, facendo cenno in particotà, ebbe a cuore soprattutto il sostelare alle dure notazioni di Dino Grandi. gno educativo a favore dei compatrioti Questo gerarca anomalo, il cui ordine costretti a lasciare l’Italia e, da uomo del giorno presentato al Gran Consiglio di scuola, seppe promuovere strumenti del Pnf il 25 luglio 1943 avrebbe dato pedagogici che stupiscono per la loro il ben servito a Mussolini, dovette poi modernità (come i corsi estivi intensivi). ricredersi con gli anni, a mano a mano Di diplomazia “strictu sensu” prese ad che andava assumendo una posizione occuparsi dal 1920. Bernardo Attolico sempre più anti-tedesca e filo-occiden-


tale. Nelle sue “Memorie”, a proposito di Bernardo Attolico, così scriveva: “Era un pugliese asciutto, di poche parole, ma intelligente e concreto”. Nominato ambasciatore nel 1927, Attolico fu mandato per quasi tre anni in Brasile. Anche a Rio de Janeiro egli si adoperò per superare ogni contenzioso, con risultati talmente soddisfacenti che il 12 maggio 1930 fu trasferito, appunto, in una delle sedi più difficili: Mosca. Attolico inizialmente si limitò a migliorare le relazioni economiche fra i due Paesi: nel breve volgere di qualche anno l’operazione potè dirsi soddisfacentemente conclusa. L’ambasciatore d’Italia però, nonostante le incertezze del governo di Roma, non si fermò alle questioni relative all’interscambio commerciale. Come osservò, sempre nell’incontro del 1992, il professor Anton Giulio de Robertis, docente di Storia dei trattati all’Università di Bari, egli ritenne utile servirsi del gigante sovietico come “sponda” per realizzare un sistema di contrappesi alle eventuali (e temute) pretese in qualche modo egemoniche di Francia e soprattutto della Germania. Le puntuali segnalazioni sugli sbocchi futuri della politica estera sovietica contribuirono a chiarire le idee di Mussolini e nel 1934 fu firmato un trattato di amicizia, non aggressione e neutralità. Bernardo Attolico, notò lo storico romano Enrico Serra, seppe anche mettere in luce presso le autorità moscovite le divergenze fra la Germania e un’Italia non ancora assoggettata ai progressi hitleriani. Al punto che, ancora nel ‘34, l’autorevole periodico “Isvestia” accreditava una netta distinzione fra fascismo e nazismo. Ricerche d’archivio più recenti, presentate ad Adelfia dall’allora Nunzio Apostolico della Santa Sede a Mosca, mons. Francesco Colasuonno, inoltre testimoniarono l’impegno del diplomatico pugliese, definito dall’alto prelato “un esemplare e fervente cristiano”, in favore della Chiesa cattolica e delle vittime della spaventosa persecuzione religiosa messa in atto da Stalin. Egli si preoccupò di difendere i pochi esponenti della gerarchia ecclesiastica che avevano avuto accesso a Mosca e sul cui conto vennero fatte girare calunnie e dicerie, probabilmente messe in giro dai sovietici. Per un certo periodo trasmise tramite il corriere diplomatico italiano la posta inviata al Vaticano dall’unico vescovo cattolico, ordinato clandestinamente, rimasto a Mosca a metà degli anni 30, mons. Neuveu. Questi fu, fra l’altro, condotto sotto mentite spoglie da Attolico all’Ospedale del Cremlino per somministrare gli ultimi sacramenti al comandante Umberto Nobile, il protagonista della tragica impresa del dirigibile Italia, che vi era stato ricoverato moribondo. Il 26 luglio 1935 Bernando Attolico giunse a Berlino con il nuovo incarico di Ambasciatore d’Italia in Germania. Il contenzioso italo-tedesco presentava ancora diversi nodi irrisolti e appariva

necessario rinegoziare gli accordi economici. Trascorsero pochi mesi e il trattato fu cosa fatta. Adolf Hitler si mostrò peraltro piuttosto arrendevole, poichè desiderava un avvicinamento all’Italia Littoria. Il progetto del Fuhrer trovò nell’anno 1936 il suo grande alleato: la remissività germanica ed i dinieghi delle potenze occidentali di fronte alle pretese italiane sull’Etiopia, nonchè, sul versante opposto, la retromarcia del Duce sull’indipendenza dell’Austria, appianò la strada della fatale alleanza. Gli avvenimenti presero una piega sgradita all’ambasciatore. “Egli - scrisse nel suo ‘Diario’ Galeazzo Ciano (che nel giro di alcuni mesi si spostò su posizioni assai vicine a quelle di Attolico) - è ostile ad un’eccessiva compromissione con i tedeschi”. ALLARMANTI RAPPORTI DA BERLINO A partire dal 1937 anche i suoi rapporti cambiarono tono: vi si leggevano veri e propri ammonimenti a diffidare dell’accresciuta potenza e delle mire tedesche e, al declinare del decennio, quando la guerra appariva ormai più che un sinistro presentimento, a non dimenticare la debolezza dell’Italia di fronte alla possibile avventura bellica. Intanto il suo giudizio complessivo sulla situazione del Paese che lo ospitava e sul precipitare degli eventi si andava

UN LIBRO DI GRANDE VALENZA STORICA

Gli atti e i documenti del convegno di studi di Adelfia del 1992 sono stati pubblicati a cura di Leonardo A. Losito da Schena Editore (pagg. 304 - € 23,24 www.schenaeditore.it schenaeditore@libero.it Tel. 0804414681 Fax 0804426690)

facendo sempre più duro ed esplicito. Considerava “perniciosissima per l’ltalia” l’influenza della Germania hitleriana, mentre erano pessimi i suoi rapporti con Ribbentrop, ministro degli Esteri del Terzo Reich, che si precipitava a Roma ogni volta che Attolico tentava, nei limiti delle proprie competenze, di porre ostacoli all’irrigidimento del Patto d’acciaio. Nella sua corrispondenza non mancarono annotazioni sull’antisemitismo dei nazisti. Attolico invitava senza mezzi termini a non credere alle spiegazioni di regime, all’alibi delle “manifestazioni spontanee contro gli ebrei”. Del resto già alla fine del 1935 aveva espresso il proprio disgusto per l’aberrante legislazione antiebraica, che aveva definito “inconcepibile per l’ltalia”, non immaginando che non molti anni più tardi anche nel suo Paese sarebbero state promulgate misure discriminatorie. Con l’approssimarsi della guerra, traspariva nelle sue lettere, evidente la disillusione, la stanchezza e quasi la disperazione. All’incontro di Adelfia Jens Petersen, all’epoca vice-direttore dell’Istituto storico germanico di Roma, presentò una missiva di Attolico indirizzata al diplomatico svizzero della Società delle Nazioni, Carl Jacob Burckrardt, in cui l’ambasciatore di Adelfia non esitava a definire “buffoni” i gerarchi nazisti, principali responsabili della prevedibile catastrofe, e, poco oltre, lamentava che “da noi le cose non vanno molto meglio”. Le ultime righe sono particolarmente significative: Bernando Attolico arrivò a scrivere che “forse sarebbe preferibile morire” per aggiungere però, immediatamente dopo, di dover lottare fino all’estremo contro la guerra. Non erano solo parole: Bernando Attolico dette vita insieme allo stesso Burckrardt, al già citato Henderson, al sottosegretario al Ministero degli Esteri tedesco Ernst Von Weizsacker e a pochi altri ad una “congiura per la pace”, andando probabilmente al di là nei suoi poteri. In pieno 1940 poi, sull’orlo del baratro, convinse Ciano a denunciare il Patto d’acciaio. Tutto inutile: Benito Mussolini, abbagliato dai primi successi militari della Wehrmacht in Francia, volle il suo pugno di morti per avviare l’Italia alla vittoria. La sua permanenza a Berlino, dopo l’ultima battaglia perduta, era ormai superflua. Hitler e Ribbentrop ne chiesero anche la testa a Mussolini. Solo la stima di Ciano, che nelle sue memorie lo giudicava uomo “onesto e coraggioso”, gli valse la successiva nomina presso la Santa Sede. “Dal diavolo all’acquasanta”, fu l’unico commento, amaramente ironico, dell’ambasciatore, che sopravvisse ad appena un biennio di guerra. Un “uomo onesto e coraggioso”, che non abbandonò mai i legami con la Puglia. (g.d.)

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI / RICORDI

La cultura secondo Leone de Castris

In occasione della recente scomparsa del prof. Arcangelo Leone de Castris, NelMese ha ripubblicato sul numero di aprile scorso un’intervista rilasciata nel dicembre 1973 alla collaboratrice prof. Rosaria Beneduce. A tal proposito, ci scrive la scrittrice Gianna Sallustio ricordando l’insegnamento dell’illustre docente. “Grazie, per sempre per quella bandiera che stringiamo nel pugno del cuore”.

A

rcangelo Leone de Castris, professore di Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari, è sempre stato severo e perseverante docente di consapevolezza storica e sociale, di responsabilità politica e culturale. Leggendo l’intervista (dicembre 1973) ripubblicata su “NelMese”, diretta da Nicola Bellomo, rivivo le emozioni che le lezioni del Professore suscitavano in noi discepoli oltre che alunni. Sentendosi come a disagio per la sua nascita nobile “direi feudale, fatto di rapporti arcaici” (egli, disse), sognava una politica dedita veramente al riscatto degli umiliati ed offesi. Cultura che doveva tramutarsi in utile programmazione, in leggi che, col tempo, avrebbero trasformato il tessuto sociale, arginando egoismi immondi e feroci contraddizioni. “Se lo studio della Letteratura mi deve blandire l’anima... questo no, contesto che debba servirmi a questo...” egli asseriva. Quindi, non cultura come mera contemplazione del Bello che lenisce e trascura ingiustizie e sopraffazioni, ma cultura come tragica coscienza della Storia; diagnosi che necessita di tera-

pia, non legata a personali o partitiche esigenze. Questa la sua magnifica, per me intramontabile “ingenuità”: la lotta di un aristocratico contro una società bistrattata e brutalizzata da grossolani ricchissimi borghesi. Il Rettore dell’Università di Bari, prof. Corrado Petrocelli, commemorando il Professore Leone de Castris dinanzi al Senato Accademico con perspicace ed onesta impostazione del discorso, riconosce che la lezione più preziosa che egli ci lascia sia quella di non aver mai rinunciato a congiungere il rigore della ricerca all’impegno della coscienza. Siamo stati noi suoi alunni e discepoli a fare un coro di domande alle quali il Professore rispondeva con altre e più complesse domande, rovesciando tradizionali e asettiche (noto il suo anticrocianesimo) analisi dei testi, da Dante a Manzoni a Leopardi a Svevo... Il sapere codificato veniva da Leone de Castris interrogato, vivisezionato, evidenziato nelle magagne sottese a reggere le varie candele d’ogni regime. Le prime certezze che sottoponeva alla sua e alla nostra “critica”, sempre cartesiana, erano le sue certezze.

Arcangelo Leone de Castris

Gianna Sallustio Insieme al prof. Mario Ziccolella, lo salutiamo: “Vale, Professore, Vale!”. E grazie, per sempre, per quella bandiera che stringiamo nel pugno del cuore.

GIANNA SALLUSTIO

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI / CONFINDUSTRIA PUGLIA

Il talento delle idee Un gruppo di ricercatori chimico-farmaceutici della Facoltà di Farmacia dell’Università di Bari “Aldo Moro” ha vinto il Premio organizzato da Confindustria e Unicredit

P

resso Confindustria Puglia si è svolta la cerimonia di premiazione relativa al concorso “Il talento delle idee” organizzato da Confindustria e da Unicredit. Sono state premiate, dopo una impegnativa selezione, le migliori idee imprenditoriali provenienti dalle sei regioni dell’Area Sud d’Italia, Puglia, Calabria, Campania, Molise, Basilicata e Abruzzo. A questo concorso hanno preso parte sia aziende costituite da non piú di dodici mesi ed altre realtà avviate all’imprenditorialità come gli spin-off universitari. Tra le numerose proposte pervenute, quasi trecento, in diversi settori, sono state premiate tre idee imprenditoriali di cui una proveniente dalla Puglia, lo spin-off universitario nel settore farmaceutico “Biofordrug”, i cui proponenti, Carmen Abate, Francesco Berardi, Nicola Antonio Colabufo, Savina Ferorelli, Enza Lacivita, Marcello Leopoldo e Roberto Perrone sono docenti-ricercatori della Facoltà di Farmacia. Lo spin-off Biofordrug è espressione dell’attività di ricerca svolta negli anni dal gruppo di ricerca guidato dal Prof. Roberto Perrone, preside della Facoltà di Farmacia dell’Università di Bari, e si propone come strumento e come interfaccia per il trasferimento tecnologico-innovativo dei risultati scientifici ottenuti in ambito accademico ed il mondo imprenditoriale. Il gruppo di ricerca nel corso degli anni ha sviluppato sia una serie di ligandi che strategie per la diagnosi precoce di patologie neurodegenerative come morbo di Parkinson ed Alzheimer. Questi ligandi sono stati radiomarcati per l’impiego come radiotraccianti in tecniche di imaging diagnostico tipo PET/SPECT evidenziando, rispetto a quanto disponibile ed utilizzato nel medesimo ambito clinico, elementi innovativi come la capacità di visualizzare la funzione e l’attività di alcuni costituenti chiave come la Glicoproteina-P presenti a livello della barriera ematoencefalica e che sono criticamente coinvolti nell’insorgenza e nella progressione di patologie neurodegenerative. Ad ulteriore conferma dei risultati ottenuti, una molecola sintetizzata dal gruppo di ricerca che ha maturato lo spin off, nota come [11C]MC18 è stata individuata per originalità ed effi-

Il prof. Roberto Perrone, preside della Facoltà di Farmacia cacia diagnostica, da una prestigiosa rivista scientifica internazionale nel settore farmaceutico, Current Topics in Medicinal Chemistry, come Molecola del Mese, marzo 2010. Si tratta del primo ed al momento unico radiotracciante riportato in letteratura in grado di visualizzare con notevole selettività la quantità e l’attività della Glicoproteina-P, proteina presente in alcune barriere biologiche come quella ematoencefalica, cerebrofluido spinale, gastrointestinale ed avente la funzione di estrusione dalle cellule di particolari composti e farmaci. Oltre questa proprietà di tipo farmacodinamico, questa molecola ed altri composti che il gruppo di ricerca ha in fase di sviluppo e perfezionamento, possiedono idonei requisiti farmacocinetici per lo studio diagnostico in vivo mediante PET come testimoniano i risultati incoraggianti ottenuti da studi preclinici svolti in collaborazione con ricercatori del Dipartimento

di Medicina Nucleare di Groningen (Olanda). Il concorso “Il talento delle idee” continua per lo spin-off “Biofordrug” in quanto le tre migliori proposte provenienti da ognuna delle sei aree regionali, quindi diciotto proposte in tutto a livello nazionale, andranno in competizione nella fase finale di selezione che si svolgerà in Santa Margherita Ligure in occasione della giornata nazionale di Confindustria alla presenza del Capo dello Stato, di Ministri e del Presidente di Confindustria. Il successo ottenuto dallo spin-off universitario Biofordrug gratifica sia i ricercatori che nel corso degli anni hanno costruito un notevole bagaglio di conoscenze e di risultati scientifici di indubbia valenza che le Istituzioni accademiche dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, il rettore prof. Petrocelli, il prorettore prof. Garuccio, il preside della Facoltá di Farmacia Prof. Perrone, che hanno sempre incoraggiato e spinto per una ricerca scientifica che avesse ricadute positive per il territorio sia in termini occupazionali che di sviluppo economico. Particolare soddisfazione è anche dovuta al fatto che per il concorso “Il talento delle idee” l’unica idea imprenditoriale premiata in Puglia tra le prime tre dell’Area Sud, lo spin off Biofordrug, sia del settore farmaceutico per il quale Confindustria Puglia e Sistema Universitario Pugliese hanno recentemente sottoscritto, in occasione della “I giornata Pugliese sul Farmaco” organizzata dalla Facoltà di Farmacia nel gennaio scorso, un protocollo di intesa per la costituzione in Puglia del “Distretto produttivo ad alto contenuto tecnologico del farmaco e dei prodotti per la salute”. Questo dimostra che vi è in Puglia nel settore del farmaco un substrato di conoscenze, di idee innovative, di know how scientifico che sono il presupposto per uno sviluppo industriale nel settore che può dare speranza e prospettiva ai giovani laureati in tale ambito e che ora in massa emigrano fuori dalla Puglia per trovare occupazione.

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seconda edizione

PREMIO LUM per l’arte contemporanea L’ARTE A RESPONSABILITA’ ILLIMITATA

O2

Progetto scientifico a cura di Achille Bonito Oliva promosso da Lum - Libera Università Mediterranea

www.lum.it nelmese - 6/2010 - 16

Regione Puglia

PROGETTO FINANZIATO COL FESR ASSE IV.3

Provincia di Bari

Città di Bari

Comitato scientifico VITO LABARILE SALVATORE LACAGNINA MAURIZIO MORRA GRECO CHIARA PARISI CESARE PIETROIUSTI

Comitato curatoriale GIUSY CAROPPO STEFANO CHIODI CAROLINE CORBETTA


DIRITTO / GIORNALISMO

Internet è informazione

Tra libertà e controllo nell’era della rete

Tavola rotonda presso la sala della Biblioteca del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari tra autorevoli esperti del settore, organizzata da OPPIC - l’Osservatorio pugliese della proprietà intellettuale concorrenza e consumo digitale - dalla Scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto”, da W-Labs e dal Centro Studi informatica giuridica di Bari, con il patrocinio morale dell’Ordine degli Avvocati di Bari.

Da sinistra, Fortunata Dell’Orzo, Pino Bruno, Vittorio Pasteris, Michele Partipilo, Guido Scorza, Adriana Augenti, Marco Bellezza e Giuseppe Milano

N

el ciclo arturiano, la “Tavola rotonda” non era altro che il tavolo del castello di Camelot intorno al quale i Cavalieri e Re Artù sedevano per discutere questioni di fondamentale importanza per il reame, evitando conflitti di prestigio: infatti, non essendoci nessuno a capo-tavola, ogni cavaliere (compreso il re) aveva il suo posto uguale a tutti gli altri. In un contesto più attuale, la questione di fondamentale importanza che ha originato l’appuntamento in questione è stata la libertà di informazione in rete in un momento storico come il nostro, caratterizzato da interventi normativi, sia a livello nazionale che comunitario, tesi ad un progressivo restringimento degli spazi di libertà e di partecipazione. Nata come un’occasione di riflessione, ne è venuto fuori un incontro tra “compagni di viaggio”, come si sono definiti, quotidiani e assidui frequentatori e fruitori della rete, abituati a condividere le loro opinioni, ciascuno attraverso i propri blog, “sul ruolo ed il valore di internet come strumento propulsivo di processi informativi alternativi a quelli ‘gestiti’ dai media tradizionali”. Attorno al tavolo, Guido Scorza, giurista e docente universitario tra gli esperti di diritto delle nuove tecnologie, Vittorio Pasteris, giornalista del quotidiano La Stampa, Alessandro Gilioli, giornalista dell’Espresso (in videoconferenza tramite Skype), Pino Bruno, giornalista Rai e scrittore, Fortunata Dell’Orzo, direttore di BariLive, Michele Partipilo, membro del Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Adriana Augenti, segretario del Centro studi Informatica giuridica di Bari, Marco Bellezza, presidente Oppic e Giuseppe Milano, della Scuola di formazione politica “A. Caponnetto”. Numerosi gli spunti: dall’importanza di far uscire certi temi dalle aule universitarie e di collaborare il più possibile nella difficile ricerca di un punto di equilibrio tra libertà e controllo in rete, alle esperienze di vita di giornalisti che hanno cominciato con il piombo per poi accettare la sfida della rete. Numerosi anche i punti di forza di internet che sono emersi: la libertà di “impressione” e non solo di semplice espressione dell’utente attraverso il blog (dalla contrazione di web-log, ovvero “diario in rete”, è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l’autore pubblica più o meno periodicamente, i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video), e quindi l’opportunità di servirsi di una piazza così variegata, permette il formarsi di un’opinione che non derivi solo dalla tv; il rapporto più informale che il giornalista instaura con i lettori, sottoponendosi anche a contestazioni molto forti e a decine di migliaia di punti di vista; la biodiversità culturale; la potenzialità di uno strumento i cui utilizzatori finali sono al tempo stesso autori; la rapidità delle notizie; non solo l’informazione, perché aiuta a seguire anche in tempo reale tutto quello che accade, amplificando “l’offerta”, ma anche la controinformazione, perché alimenta canali alternativi all’informa-

zione ufficiale (le “mistificazioni di Stato” vengono spesso svelate dalle inchieste in rete); la libertà dell’utente di decidere cosa sia notizia, con un semplice click, riducendo l’arbitrio del giornalista; il “glocalismo”, cioè l’abbattimento delle barriere spazio-temporali (“una semplice connessione wireless può consentire ovunque alla maggior parte dei giornalisti di ‘raccontare’ al mondo intero le notizie quasi mentre accadono. E di corredarle di immagini quasi allo stesso momento in cui vengono scattate le foto o effettuate le riprese. Certo il giornalista può essere sempre arrestato e ucciso, ma oggi molto più difficile di un tempo nascondere le cose brutte, farle ignorare al mondo” sostiene Fortunata Dell’Orzo). Il rovescio della medaglia, e quindi i punti deboli di internet analizzati sono stati: l’assenza di un’organica disciplina giuridica; l’approccio sbagliato di un legislatore che, non valorizzandone le risorse, intende estendere ad internet la disciplina dei Padri Costituenti prevista per la stampa; il binomio internet-informazione, poiché la forza della rete nasconde la sua più grande debolezza proprio nel fatto di essere fonte di informazione, e l’attrito che ne deriva tra i padroni dell’informazione di ieri e la rete di oggi è una contraddizione fin troppo evidente; il forte problema di accertamento della verità posto dalla comunicazione digitale stessa, legato all’impossibilità di distinguere la copia dall’originale; la disinformazione, perché in rete circola anche tanta spazzatura; la difficoltà di un quotidiano on-line di imporsi come fonte autorevole di informazione a causa di una mentalità retrograda e diffidente abituata alle fonti tradizionali. Tra i vari rischi all’orizzonte ce n’è uno in particolare: con l’approvazione della cd. legge bavaglio sulle intercettazioni all’esame del Parlamento, destinata a colpire tutti i media, nessuno escluso, il blog verrebbe parificato agli altri mezzi di comunicazione e disincentivandone lo sviluppo se ne perderebbero le peculiarità. Sostanzialmente ammazzerebbe internet. E se già ora l’Italia è posizionata al 72esimo posto nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta da un recente studio (Freedom House), figurarsi dopo questa legge quali margini di miglioramento resterebbero. Tornando alla tavola di Re Artù, la storia parla di un seggio pericoloso, il tredicesimo, lasciato vacante perché riservato da Merlino a quell’unico nobile cavaliere che fosse riuscito nell’impresa di ritrovare il Santo Graal. Chiunque avesse osato sedersi su di esso, senza averne titolo, sarebbe incorso in gravi sventure. Fingiamo che nella tavola dei nostri tempi quel posto sia destinato esclusivamente all’unico legislatore che sarà in grado di farsi portatore del delicato equilibrio tra libertà e controllo nella rete. Al momento, purtroppo, anziché promuoverne uno sviluppo ulteriore, a tutto vantaggio dell’informazione, stiamo assistendo ad un’inflessione a causa di intimidazioni censorie. Speriamo che quel posto non rimanga vuoto per molto.

GIOVANNA DIMICCOLI nelmese - 6/2010 - 17


VITE DI GIORNALISTI / FUORICASA

Marida Lombardo Pijola, ora anche “alla carriera” Il riconoscimento dal “Premio Giornalista di Puglia - Michele Campione”. Brillante giornalista si è affermata a livello nazionale come scrittrice con due romanzi di denuncia delle discrepanze nel mondo degli adolescenti. I primi passi, negli anni ‘70, a NelMese sino al Messaggero di Roma

A

ncora una volta alla ribalta Marida Lombardo Pijola, classe ‘56, giornalista, scrittrice, moglie e madre. Ora vincitrice del “Premio alla carriera”, edizione 2010, “Giornalista di Puglia - Michele Campione”. Attenta osservatrice della realtà, particolarmente sensibile alle problematiche dei minori, Marida Lombardo Pijola ha mosso negli anni ’70, a Bari, i primi passi nel giornalismo, collaborando con il mensile di cultura, medicina, turismo, economia “NelMese”, diretto da Nicola Bellomo, trampolino di lancio per tanti giovani talenti. Poi, l’esperienza professionale con la tv privata “Telebari”, l’ingresso nel quotidiano “Puglia”, l’arrivo a “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Nel 1986 fu assunta dal “Messaggero”, a Roma, dove attualmente lavora con la qualifica di inviato speciale.

dell’adolescenza. La motivazione del Premio alla carriera a Marida Lombardo Pijola recita “...per il suo impegno professionale, la sua capacità di raccontare fatti, scenari e circostanze di un mondo che pensiamo di conoscere ma che, sempre più, sfugge alle attenzioni delle famiglie e delle agenzie deputate alla crescita di bambini e ragazzi” Il riconoscimento è nato per ricordare Michele Campione, uno dei padri del giornalismo pugliese, già caporedattore e direttore della sede Rai di Bari, scrittore, poeta

Marida Lombardo Pijola

IL PRIMO LIBRO SUCCESSO E’ assurta a fama nazionale nel 2007 con la pubblicazione del primo romanzo, “Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa - Storie di bulli, lolite e altri bimbi”, (Bompiani, 2007), un libro-inchiesta sul mondo dei preadolescenti, che ha raggiunto le 14 edizioni. Un libro del cui successo – lo ha dichiarato l’autrice – continua a stupirsi, perché tutte le informazioni utilizzate per dipingere una realtà che si è rivelata sconvolgente erano lì, su internet, a disposizione di chiunque avesse avuto il desiderio, la curiosità, la voglia di scoprirle ed approfondirle. Lo scorso anno la giornalista ha pubblicato il romanzo “L’età indecente” (Bompiani), incentrato sulla problematica della incomunicabilità all’interno delle famiglie, con particolare attenzione, anche in questo caso, all’età nelmese - 6/2010 - 18

e critico d’arte, pronto - nella sua lunga carriera professionale – a coniugare l’etica professionale con la morale umana. Il premio “Giornalista di Puglia”, giunto alla 7ª edizione, è organizzato dall’Ordine regionale dei Giornalisti, in collaborazione con la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Bari, l’Università di Bari, l’Arcidiocesi Bari-Bitonto, il Coni Regionale

e la famiglia Campione. L’iniziativa si suddivide in due sezioni, carta stampata-internet e radio - tv - agenzie e per ciascuna sezione vengono premiati i migliori elaborati nelle tre categorie previste: sport, cronaca e cultura-costume. Le finalità della manifestazione sonoduplici: valorizzare le professionalità e le eccellenze locali, in una logica di attenzio-


zone del Sud Italia, è costretta a lasciare il lavoro, dopo la nascita del secondo figlio, per poterlo accudire. Una necessità resa tale, là dove manca il tessuto familiare, dalla completa assenza di una rete sociale che consenta alle donne di districarsi tra casa e lavoro. Ed alle donne, al loro ruolo, alla loro capacità ogni giorno di sapersi

tà spesso misconosciute, ma anche termometro di un rapporto a volte difficile tra mondo della informazione e mondo della politica. Ma accanto a Marida Lombardo Pijola tante sono state le donne protagoniste di questa edizione 2010, premiate o segnalate nelle diverse categorie, per il loro impegno, accanto a colleghi uomini. (ph. Saverio De Giglio)

ne alle giovani generazioni tanto cara a Michele Campione e, con il “Premio alla carriera” attribuito ad un giornalista pugliese che si è affermato a livello nazionale ed internazionale, offrire un esempio luminoso e positivo di giornalismo militante, vero e corretto. Marida Lombardo Pijola, nella sua carriera partita da giovanissima da

Michele Campione Bari, ha saputo sempre percorrere la strada della correttezza umana e professionale. Lei è riuscita, con le sue inchieste, a realizzare un giornalismo di denuncia al servizio della collettività; ha voluto, con tenacia e dedizione, intraprendere un cammino – ieri più che oggi – difficile. Ed in una certa misura, ostile. Per una donna non è mai stato facile farsi largo nel mondo dell’informazione, soprattutto se puntava a realizzarsi anche come moglie e madre. Ma la Lombardo Pijola è riuscita a coniugare, in una alchimia quasi perfetta, grazie al sostegno indiscutibile del marito dott. Carlo Vitelli, come ha dichiarato durante la cerimonia di consegna del “Premio Campione”, la vocazione di giornalista con l’essere donna. IMPEGNO DI DONNA Dunque, un esempio importante di come, superando stereotipi e preconcetti, una donna possa inseguire e realizzare il suo sogno, senza per questo dover rinunciare alla famiglia. Una testimonianza significativa per una società come la nostra ancora troppo maschilista nella quale - lo dicono le statistiche - quasi il 50% delle donne, nelle

Marida Lombardo Pijola con la signora Cettina Caiati Campione inventare, impegnare, e donare, è stato dedicato l’intervento di Marida Lombardo Pijola, visibilmente commossa per aver ricevuto a Bari, nella sua città, un riconoscimento così prestigioso, divenuto ormai, un momento di riflessione e di incontro tra i giornalisti pugliesi e le istituzioni, sui problemi della professione giornalistica e dei suoi rapporti con la società. Un tema di grande attualità destinato ad avere sempre maggior peso nell’ attività quotidiana degli operatori dell’informazione. LA PRESIDENTE DELL’ORDINE Ed è su questa tematica che si è incentrato il discorso della presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, Paola Laforgia, un’altra donna che ha saputo essere ad un tempo giornalista, moglie e madre superando l’inevitabile handicap iniziale con cui le donne si cimentano nel mondo del lavoro. Alla premiazione c’era Enzo Jacopino, segretario nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che, con la sua presenza, ha voluto sottolineare il valore di una simile iniziativa, attenta alla realtà locale, prezioso serbatoio di professionali-

Oggi, è stato sottolineato durante la cerimonia da più parti, quasi in contrapposizione alle difficoltà incontrate dalle prime pioniere del giornalismo, circa il 60 % dei giornalisti sono donne . Segno che una buona parte del cammino è stata realizzata, anche se non mancano le difficoltà e gli ostacoli. I premiati della edizione 2010 sono stati: Leo Lestingi del Corriere del Mezzogiorno e Pietro Russo di Tele Blu per la sezione cultura e costume, Maria Luisa Mastrogiovanni de Il Tacco d’Italia e Miki De Ruvo di Telebari per la sezione cronaca, mentre per la sezione sport Pietro Francesco Cristino di Radio Tedesca ed Alvise Cagnazzo di Calcio 2000. Ornella Bellucci di Radio Articolo 1 ha ricevuto un premio speciale. Un riconoscimento, anche per la sua lunga militanza giornalistica, è andato a Tito Manlio Altomare. Nelle scorse edizioni i premi alla carriera sono stati assegnati a Paolo Longo, Giuseppe Zaccaria, Giampiero Bellardi, Giovanni Valentini e Remigio Benni. (g.d.)

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GIORNALISMO

Esperienze vissute e raccontate

Significativi riconoscimenti della seconda edizione del Premio internazionale “Giornalisti del Mediterraneo”. Numerosi e significativi patrocini all’iniziativa. Numeroso il numero dei partecipanti provenienti da prestigiose testate. La cerimonia per la consegna dei premi nel salone dello Sheraton Nicolaus Hotel

U

Tra i tanti premi speciali all’interno di “Giornalisti del Medin mare che da millenni unisce e divide popoli e civilterraneo” è da segnalare la medaglia di bronzo del Presità, dove gli antichi confini si trasformano in occasioni dente della Repubblica Giorgio Napolitano, andata a Beppe di scambio e di crescita comune, e dove le guerre anche Stallone di Antenna Sud. Altre medaglie di bronzo (inviate recenti hanno lasciato intatto il senso di appartenenza al dai presidenti del Senato e della Camera), sono state Mediterraneo. Tra popolazioni colpite da conflitti e drammi attribuite a Gilda Sciortino (A Sud d’Europa) e Raffaella come l’emigrazione forzata, lo sfruttamento e il depaupeAngelino (La Rinascita della Sinistra). Menzioni speciaramento dell’ambiente, giornalisti di lungo corso e giovani li invece per Vincenzo Sinapi (ANSA); Flaviano Masella cronisti con la voglia di raccontare si sono incontrati a (RaiNews24) e David Murgia (Sat 2000). Il Premio Scuola Bari per ricevere premi e riconoscimenti per il loro lavoro. Il Premio internazionale di Giornalismo è stato vinto “Giornalisti del Mediterrada Matteo Acmè e Antonio neo” è arrivato alla seconda Melluso della Scuola di Gioredizione e si conferma non nalismo di Torino. solo come un tributo al mestie“Con questa seconda ediziore di raccontare la realtà, ma ne del Premio - ha dichiarato anche come uno spazio libero l’assessore al Mediterraneo per interpretare il futuro delle della Regione Puglia, Silvia terre bagnate dall’antico Mare Godelli - si rinnova una Nostrum. sfida importante, una sfida Il premio, per iniziativa dell’Asche abbiamo raccolto lo scorsociazione “Terra del Meso anno e che oggi ci vede diterraneo” presieduta da ancora impegnati a costruire Tommaso Forte, ha ottenuto intorno al Mediterraneo un’iquest’anno l’alto riconoscidea di futuro diverso, fatto mento della Presidenza della di relazioni interculturali, di Repubblica, ed è organizzato integrazione e di coesione”. in partnership con Europuglia, “Il successo di questa il portale che promuove le edizione - ha aggiunto il attività e i progetti del Servizio presidente della giuria Lino Mediterraneo della Regione Patruno - è testimoniato dal Puglia, con il patrocinio della numero dei partecipanti, dal Presidenza del Consiglio dei loro alto livello, dal prestigio Ministri, della Presidenza del delle testate di provenienza, Parlamento Europeo, dell’Asdal valore delle esperienze semblea Parlamentare del vissute e raccontate. Con la Il presidente dell’Associazione culturale “Terra Mediterraneo, del Ministero particolarità della nutrita predel Mediterraneo” Tommaso Forte delle Politiche Europee, delle senza femminile fra i vincitoAmbasciate di Svezia, Turchia, ri. Tutti stimoli per una terza edizione sempre più ricca”. Polonia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Romania e Cipro, Altri premi sono stati assegnati a Tony Capuozzo (TG5-Medell’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo della diaset), che ha ricevuto il “Caravella del Mediterraneo Regione Puglia e della Rai. 2010”, Domenico Nunnari (TGR Rai), Antonio Fatiguso Primo classificato per l’edizione 2010 è Fausto Bilosla(ANSA-Tokyo), Leyla Tavsanoglu (Cumhuriyet-Turchia), vo, del settimanale Panorama, che nel reportage dall’AfOscar Iarussi (Gazzetta del Mezzogiorno), Michele Traverghanistan “Noi sotto il fuoco dei talebani” ha descritto sa (LSDmagazine), Franco Deramo (responsabile relaziol’esperienza delle truppe italiane in una guerra sempre più ni esterne Enel). Particolarmente apprezzati sono stati i aspra. Il premio è articolato in diversi argomenti: Elisa Di riconoscimenti al Maggiore Arcangelo Moro, fondatore e Benedetto del Messaggero Veneto, ha vinto per la sezione primo direttore di Radio West in Kosovo, e al Colonnello “Missioni di Pace dell’Italia all’estero”; Antonella Galli di Giuseppe Perrone, portavoce del Contingente italiano nelle LA7, si è aggiudicata il premio “Solidarietà, Soccorso e Immissioni militari, svolte in Iraq e in Libano. I due ufficiapegno Civile”; Francesca Ambrosini di Rete4 ha vinto sul li hanno poi consegnato all’Ambasciatore Onofrio Solari tema “Immigrazione, Integrazione, Accoglienza”, mentre Bozzi un premio alla memoria del padre Giuseppe, storico Antonio Di Bartolomeo della scuola di giornalismo di Perugiornalista del Giornale d’Italia. (G.L.) gia è risultato primo nella sezione “Giovani Talenti e Web”. nelmese - 6/2010 - 20


Assessore Silvia Godelli: “Con questo premio siamo ancora impegnati a costruire intorno al Mediterraneo un’idea di futuro diverso, fatto di relazioni interculturali, di integrazione e di coesione”

L’assessore al Mediterraneo della Regione Puglia Silvia Godelli, il primo classificato per l’edizione 2010 del Premio Fausto Biloslavo e Lino Patruno. Nell’altra foto, Patrizia Camassa e il giornalista Tony Capuozzo, vice direttore del TG5, vincitore del “Caravella del Mediterraneo 2010”

Il presidente della giuria del Premio Lino Patruno e Oscar Iarussi responsabile Cultura-Spettacoli del quotidano La Gazzetta del Mezzogiorno e presidente della Fondazione Apulia Film Commission nelmese - 6/2010 - 21


TEATRO

THEATRE

Nicola Saponaro a/in New York

Weekend with a Killer L’AUTORE

THE PLAYWRIGHT

Nicola Saponaro ha vinto i maggiori premi teatrali (Marzotto, Ugo Betti, Riccione, Daunia, Magna Grecia) e nel 1965 è stato insignito della Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per La traccia. Si è sempre dedicato al teatro come “poeta di compagnia” ed è stato rappresentato e pubblicato in Italia e all’estero. Tra i suoi migliori successi ricordiamo I nuovi pagani, Giorni di lotta con Di Vittorio, Rocco Scotellaro. Vita scandalosa del giovane poeta, La mafia non esiste, I Girovaghi, Bianca Lancia, Erasmo, La maschera, La bottega dei sogni, La fedeltà, Il ventre molle, Femminilità. Nel 2008 l’editore Spirali di Milano gli ha pubblicato le Opere (commedie e aforismi) con la prefazione di Franco Perrelli, premio Pirandello per il teatro. Il 3 aprile 2010 all’Abingdon Theatre di New York è andata in scena in prima mondiale una sua novità, Weekend with a Killer (titolo originale: Contratto con l’assassino) che ha incantato il pubblico americano per l’umorismo dei dialoghi e l’imprevedibilità della vicenda.

Nicola Saponaro has been awarded several Italian literature prizes (Marzotto, Ugo Betti, Riccione, Daunia, Magna Grecia), in 1965 he won the Gold Medal of the President of the Italian Republic with the play La Traccia. His plays have been staged and published in Italy and abroad, and he defines himself a “companionship poet” who devoted his life to theater. Among his success plays in Italy, it is worth mentioning I nuovi pagani; Giorni di lotta con Di Vittorio; Rocco Scotellaro. Vita scandalosa del giovane poeta; La mafia non esiste; I Girovaghi; Bianca Lancia; Erasmo; La maschera; La bottega dei sogni; La fedeltà; Il ventre molle; Femminilità. In 2008, Milan based publisher Spirali printed his complete oeuvre under the title Opere (plays and aphorisms), prefaced by Franco Perrelli, and winner of the Luigi Pirandello prize for theater. On April 3, 2010, the Abingdon Theatre premiered on the American soil his Weekend with a Killer (original title: Contract with the Assassin), which enchanted the American public with its witty dialogues and unpredictable plot. THE PLAY

LO SPETTACOLO Weekend with a Killer è interpretato da Deindre Brennan, Lucio Polosa, Louise Rheas, scenografia di David Ogle, musiche di Ron McIntyre, stage manager Bonnie Hilton, lighting designer Dan Jobbins, regia di Vittorio Capotorto. La commedia è sponsorizzata dalla Teca del Mediterraneo, diretta da Waldemaro Morgese. Alla prima di New York erano presenti numerose personalità dello spettacolo di Broadway e di Hollywood. Repliche con il tutto esaurito.

DALLE RECENSIONI “Nicola Saponaro… è certo innanzi tutto uno scrittore di teatro. Fortunato, per altro, quanto a spendibilità dei suoi testi, visto che un suo lavoro del 2003, Contratto con l’assassino, va in scena nientemeno che a New York all’Abingdon Theatre con una compagnia americana” (Pasquale Bellini, La Gazzetta del Mezzogiorno, 27 marzo 2010). “L’autore ci ha fatto condividere con brillantezza la sua visione graffiante e burlesca delle ossessioni metropolitane” (Giuseppe Greco, America Oggi, New York, 19 aprile 2010). “Non accade quasi mai, neppure nei dintorni di Broadway, che un italiano sia tradotto e messo in scena, non è mai accaduto finora ad un autore pugliese vivente. Ho assistito alla prima, in una platea senza neppure un posto libero che si è molto divertita, apprezzando e applaudendo questa pièce originale, dalla trama paradossale, ma intrisa di saggezza ed anche, fra le righe, di drammatica verità del vivere, densa di humour e per questo deliziosa… L’Italia e la Puglia hanno da essere lieti e orgogliosi: i dintorni di Broadway parlano di loro, e le repliche dello spettacolo stanno avendo successo come la nelmese - 6/2010 - 22

“Weekend with a Killer” was directed by Vittorio Capotorto and interpreted by Deindre Brennan, Lucio Polosa, and Louise Rheas. Set design by David Ogle, musical arrangements by Ron McIntyre, who was also production coordinator and sound designer; Bonnie Hilton was stage manager while lighting design was provided by Dan Jobbins. The play was sponsored by the Apulian library network Teca del Mediterraneo, directed by Waldemaro Morgese. The New York premiere was attended by several Broadway and Hollywood celebrities, it had repeated performances, almost always sold out. SOME REVIEWS “Nicola Saponaro… is first and foremost a playwright. And a lucky one considering that his plays are easily performed: his 2003 “Contract with the Assassin” is on stage in New York’s Abingdon Theatre with an American theater company” (Pasquale Bellini, La Gazzetta del Mezzogiorno, March 27, 2010). “The author brilliantly shared with the audience his rasping and burlesque view of metropolitan obsessions” (Giuseppe Greco - America Oggi - New York, April 19, 2010). “It is quite unusual, let alone on Broadway, that a living Italian playwright is translated and performed, and this is the first such case for a contemporary Apulian author. I attended the sold-out premiere, much appreciated by a cheery audience who applauded this innovative pièce. There is this paradoxical plot with a hint of wisdom on the dramatic truth of life, however full of humor and therefore lovely… Italy and all Puglia have a reason to be pleased and proud: the Broadway scene is talking Apulian now, and repeated performances of the play are already a success, as was the premiere. As director of Teca del Mediterraneo, I am proud too of this accomplishment: the Apulian Regional Council Library deemed


L’autore / playwright NICOLA SAPONARO

La protagonista / protagonist actress in the play DEIRDRE BRENNAN

Nella foto sopra / above Deirdre Brennan e Lucio Polosa; sotto / below Brennan, Polosa e Louise Rheas nelmese - 6/2010 - 23


prima. Ne sono orgoglioso anche io, direttore di Teca del Mediterraneo, l’istituzione bibliotecaria del Consiglio Regionale della Puglia che ha ritenuto importante sostenere lo spettacolo nel quadro della valorizzazione delle identità pugliesi” (Waldemaro Morgese, La Gazzetta dell’Economia, 27 aprile 2010). INTERVISTA A NICOLA SAPONARO Corrispondenza da New York di Frank Harrison Mister Saponaro, dopo quasi 50 anni di messe in scena dei suoi lavori, in Italia e in Europa, approda a Broadway un suo testo dal taglio decisamente internazionale. Innanzi tutto, cosa l’ha spinto a scrivere questa “black comedy”? Ho cercato di vedere un personaggio femminile americano con l’ironia e l’umorismo di un occhio europeo. Quando lei inventa le storie e i dialoghi quanto è affidato alla fantasia e quanto a vicende (o persone) realmente accadute? La vita come pretesto è il segreto dello scrittore. Mi piace partire dal vissuto per reinventarlo nel modo più paradossale possibile. Nota un cambiamento nei personaggi femminili che ha descritto nelle sue commedie? Direi che in questi ultimi decenni le donne sono cambiate. Il guaio è che anche gli uomini stanno cambiando. Perché in Italia si producono pochi testi di autori viventi, mentre negli Stati Uniti esiste una tendenza opposta? In Italia c’è una grande paura delle novità. Nel cono d’ombra di Luigi Pirandello i nuovi autori sono annegati nel buio, negli Usa c’è più coraggio e curiosità. Scorrendo la sua prolifica produzione teatrale e letteraria, ben 33 opere se non vado errato, notiamo la sua versatilità che abbraccia più generi, sia storici che brillanti. Le piace seguire i cambiamenti della società o le storie che le vengono in mente sono frutto di conflitti eterni e atemporali? Alcuni critici hanno detto che io amo molto la storia, dall’antica Roma ai nostri giorni. Ma io aggiungerei che la leggenda è il vero combustibile della storia. Ciò non m’impedisce di spaziare anche nel genere brillante. E’ una sfida continua. Visto questo primo significativo approdo nell’inimitabile palcoscenico della nostra grande, ed oserei dire “universale metropoli”, ha altri progetti destinati alla nostra città? L’accoglienza del pubblico e della critica mi spingono a continuare. Abbiamo saputo del suo antico rapporto con il regista Vittorio Capotorto, che intanto si era spostato a New York, prendendo la cittadinanza statunitense. E’ una collaborazione solida che offrirà altro? Conosco Vittorio Capotorto da una vita, fin da quando lavorava in Italia con il suo grande maestro Eduardo De Filippo. Ammiro la sua tenacia e il suo vivace senso della scena come gioco di parole e di gesti, secondo la lezione del miglior teatro napoletano. E così ho avuto piena fiducia nella sua regia. Spero di continuare a lavorare con lui. Che cosa ha in serbo per il futuro? Sto lavorando a una storia americana dopo le Due Torri e il crollo di Wall Street. Desidero affondare il dito nella piaga, senza censure, ma con molte risate. Io dico che la nelmese - 6/2010 - 24

it essential to support this overseas theatrical production in order to add value to our cultural identity.” (Waldemaro Morgese - La Gazzetta dell’Economia - April 27, 2010). INTERVIEW WITH NICOLA SAPONARO By Frank Harrison, in New York Mister Saponaro, your plays have been staged for almost 50 years in Italy and Europe, now your début in Broadway with a decisively international text. What inspired you in writing this “black comedy”? I tried to portray an American female character with the irony and humor of a European eye. How much do your stories and dialogues draw upon imagination, and how much on real life and existing people? The secret of a writer is to use life as a pretext. I like to start from real life to reinvent it in the most paradoxical way. Have you noticed a change in the female characters you portray in your plays? I should say that women have changed over the last decades. Trouble is that men are changing, too. Why is that in Italy there are so few productions of contemporary authors, while in the U.S. the trend is quite the opposite? In Italy there is a great fear of new things. Shaded by Luigi Pirandello, new authors have drowned in darkness, while in the U.S. there is more courage and curiosity. Browsing through your prolific literary and theatrical production - a good 33 publications if I am not wrong - it is quite clear that your versatility spans over different genres, both historical and brilliant. Do you like to follow society’s changes, or are your stories the outcome of eternal and timeless conflicts? Some critics say that I am much in love with history, from ancient Rome to contemporary times. I would add that legends are the real fuel of history. This does not hold me back from roaming through the brilliant comedy. It is a constant challenge. After this first considerable foray into our grand, and I dare say “universal metropolis”, do you have new projects involving New York? Critics and theater goers gave positive feedbacks, and this encourages me to keep on writing. You have a fruitful partnership with director Vittorio Capotorto, who meanwhile moved to New York and became an American citizen, are you guys preparing something new for the U.S. public? Vittorio Capotorto is a friend for life, ever since he worked with Italy’s maestro Eduardo De Filippo. I admire his willful dedication to the theater and his vivid sense of the scene, his love for play on words and gestures, deriving from the legacy of the best Neapolitan popular theater. I trusted him completely as regards direction, and I hope to keep on working with him the same way. What do you have in mind for the future? I am working at an American story, after the Twin Towers and the Wall Street crash. I’d like to “dig my finger into the wound” as we say in Italian, without censorship, however with many laughs. I think laughter is the orgasm of thought.


risata è l’orgasmo del pensiero. Gli attori americani, quando hanno letto per la prima volta il suo copione, che hanno detto? Che è un testo straordinariamente nuovo. E questo è il miglior premio per la mia avventura oltreoceano. Come definisce il teatro? Il teatro, al contrario del cinema, è più intrigante perché ci possono essere tante interpretazioni di un copione quante sono le sue rappresentazioni. Ci dica qualcosa della sua “black comedy”. La mia commedia può essere vista come un giallo alla rovescia (si sa fin dall’inizio chi è la vittima e chi è l’assassino); una “crime novel” di stampo romantico basato sul binomio “amore e morte” che Leopardi definisce “fratelli” sotto le stelle. Un incontro tra due esseri in età matura, che fino a quel momento hanno avuto nella loro vita soltanto rapporti spiacevoli e tristi e che solo davanti a una situazione estrema si accorgono di poter cogliere finalmente un attimo di felicità; la storia di una donna-manager che col passare del tempo teme di diventare “invisibile” agli occhi degli uomini e vorrebbe sopprimersi, ma non ha la forza di farlo da sola; è anche la storia di un assassino, serio e referenziato, che non può esimersi dal portare a termine le sue missioni delittuose, altrimenti uscirebbe dal giro e perderebbe il suo lavoro di “professionista”; un pretesto per scatenare una serie di battute e sorprese tali da non essere mai scontate e che perciò ammaliano gli spettatori. Come le pare la traduzione di Maureen Gonzalez? Magnifica. Maureen è riuscita a superare tutti i trabocchetti linguistici del mio italiano popolare con uno slang americano vivacissimo. E ancora una volta mi sono accorto che l’inglese, dal punto di vista teatrale, è una mitragliatrice. A proposito, che ne dice di Woody Allen? Woody, mio coetaneo (siamo nati entrambi nel 1935) ha fatto della “battuta” la sua ragion di vita. Aiutato, si capisce, dal ritmo veloce della lingua inglese. E’ il più grande uomo di spettacolo, dopo Chaplin. I suoi aforismi (circa 500) suonano come tante battute teatrali. Ce ne sceglie uno sull’amore? L’errore dell’amore è pretendere sempre di più. Sulla corruzione? La corruzione fa cantar la messa al dio denaro. Sulle banche? Le banche sono come le puttane. Capiscono solo i soldi. Sulla matematica? La matematica è un’opinione quando si applica ai bilanci. Sull’uomo? Il paradosso dell’uomo è che con lui convivono sia un dio che una bestia. Sulla felicità? La felicità è la paura di perderla. Sulla fine del mondo? La fine del mondo è il denaro che vive solo di denaro. Abbiamo dimenticato le donne? Le donne piangono con facilità, specie quando fingono.

What did American actors say after a first read of your script? That it was an extraordinarily new text. And this is the best prize for my overseas adventure. How would you define “theater”? Theater, contrary to the cinema, is more intriguing because it involves different interpretations of a script; as a matter of fact, every performance is a new interpretation. Tell us something about your “black comedy”. Actually, my plays may be seen as reverse black comedies, since you know from the very start who is the victim and who is the killer. Or maybe they are like romantic crime novels on the “love and death” antinomy, defined by Giacomo Leopardi as “brothers under the stars”. There is this meeting of two souls in their mature age, who until then had only entertained unpleasant and sad relationships, and suddenly realize that an extreme situation may finally yield an instant of happiness; there is the story of a woman, who is a manager with the fear of becoming invisible to men, and therefore would like to put an end to her life, without the strength of doing it alone; it is also the story of a killer, a referenced professional who has no way out of his criminal pursuit unless he gives up his job and “professionalism”; all this is a pretext to unleash a series of gags and coup de théâtre so unexpected and astonishing as to keep the public bewitched. What do you think of Maureen Gonzalez translation? Magnificent. Maureen was able to overcome all linguistic tricks arising from my “popular code” of the Italian language, and render a vivid American slang out of it. Once more, I realized how the English language, from a theatrical standpoint, is like a machine gun. By the way, what do you think of Woody Allen? Woody, who was born in 1935 like me, made the “gag” his reason for living. He was of course helped by the quick rhythm of the English language. He is the greatest comedian, after Chaplin. Your aphorisms (around 500) sound like theater lines. Would you choose one on love? The mistake of love is asking always more of it. On corruption? Corruption is the holy chant of the money god. On banks? Banks are like whores. They only understand money. On math? Math becomes an opinion when applied to corporate balance sheets. On mankind? The paradox of man is that a god and a beast live with him. On happiness? Happiness is the fear of losing it. On the end of the world? The end of the world is money living only out of money. Did we forget women? Women cry easily, especially when they fake.

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LIBRERIE & LIBRI / FUORICASA

LIBRARY AND BOOKS / OUT OF HOUSE

PUGLIA, CALIFORNIA E RITORNO

FROM PUGLIA TO CALIFORNIA AND BACK AGAIN

Così ama definirsi una poliedrica intellettuale americana dalle origini pugliesi. Dall’amore per la Puglia, per la storia dei Normanni e di Federico II nasce il suo romanzo, pubblicato in Italia da Schena Editore, tra passato e presente

This the way a multifaceted American intellectual of Apulian origin defines herself. Her love for Puglia and the history of the Normans and Frederick II led her to write a novel of past and present, published in Italy by Schena Editore.

Terry Stanfill, puella apuliae

di/by Marisa Di Bello

IL ROMANZO

THE NOVEL

omanzo complesso questo di Terry Stanfill, dove realtà attuale e racconto fantastico si intrecciano su due piani di lettura che si alternano in un percorso non sempre facile, fino alla conclusione in cui finalmente si compongono e trovano soluzione molti enigmi. Rose Kirkland e Rosamunda di Normandia, le due protagoniste del presente e del passato fantastico, per strani disegni del destino si trovano a percorrere gli stessi sentieri, la prima provenendo dalla California, la seconda dalla Normandia, e attraverso larghi giri e misteriose coincidenze giungeranno lì dove il segreto delle loro vite sarà finalmente disvelato. Luogo d’elezione la Puglia, la terra dove anche l’autrice trova la sua ragione d’essere e le radici della propria identità. Terry Stanfill è innamorata di questa regione a cui appartengono i suoi avi, è affascinata dalla storia dei normanni e dell’imperatore Federico II, lo stupor mundi che vi lasciò numerosi segni della propria grandezza, a cominciare da quel particolare e per molti versi misterioso Castel del Monte. Da ciò la sua definizione di puer Apuliae. E questo amore per la luce, la natura, la gente di Puglia, in particolare del Gargano dov’è la sua Vieste,

his c om plex nov el by T e rry S tanfill is a st or y told in t he reality o f t he pr es ent and t he nar r ativ e fa nt a sy o f the pa st alter nating on t wo lev els , gra nt ed s o m et ime s not eas ily, a s it dr aws t he reader into t he stor y to solve the enig ma s leading to it s conc lus ion. Rose Kir kland of C a l ifo r nia a nd R o s am o nde of N or m andy a re t h e pr o tag onist s of pas t a nd pre se nt , brought t oge t he r b y fa t e and m y s t e rious circumst a nce s, t o e ve nt ua lly rev eal the se cre t s of t he ir live s. T he se t t ing is Puglia, t he land of he r anc es tor s . T he writ e r is fa scina t e d by t he hist ory o f the Normans in sout he rn I t a ly a nd of E mp er o r F r ede rick I , st up or mund i who le ft Puglia a leg ac y o f gra nd e ur, most not a b ly his unique a nd m y s ter ious C a st e l de l M ont e . Fre de rick is sa id to hav e consid e re d himse lf Pue r A p uliae . I n t his nove l, t he light , na t ure , t he people o f Puglia , p art icula rly t he Ga rga no a nd V ies te, ar e e voca t ive ly de scribe d in t he se t t ings o f the pr o t a gonist s in b ot h p re se nt a nd pa st na rr ativ es . T his is t he la nd of t he writ e r’ s ide nt it y , her land re d iscove re d t ha t we a ve s t oge t he r t he des tinies of Rose a nd Rosa mund e .

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“As last I had a glimpse of Castel del Monte in the distance, like a golden crown rising above sloping vineyards and almond groves. As we drove closer the giant octagon loomed up from a hill dense with pines. Octagonal towers projected from each of the castle’s eight angles, repeating the octagon eight more times”.

“Finalmente potei intravedere Castel del Monte innalzarsi come una corona sopra l’ondulato pendìo di vigne e boschi di mandorli. Avvicinandomi, il gigantesco ottagono si rivelò in tutta la sua grandezza, profilandosi in cima ad una collina di pini. In ciascuno degli otto angoli si stagliava una torre ottagonale, ripetendo otto volte la stessa forma geometrica”. è quasi tangibile nelle pagine del libro e si manifesta attraverso le due protagoniste. E’ la terra dell’identità ritrovata, è la terra che intreccia i destini di Rose-Rosamunda. Veniamo alla protagonista principale. Rose Kirkland è una donna attiva, moderna, designer di gioielli a Santa Monica in California che, non riuscendo ad avere figli, viene sollecitata dal marito Mattew a ricorrere ad una madre sostitutiva. E’ una decisione di cui non è affatto convinta e così si mette in viaggio per trovare risposte ai suoi interrogativi ed ai suoi dubbi. E lo fa spinta anche da una voce

I t is he re , in Puglia , whe re t he fa t e s of Ros e a nd Rosa monde b e gin t o e nt wine . T he st ory be gins wit h t he ma in chara cter , Ros e Kirkla nd, a je we lry de signe r living in Santa M onica , C a lifornia . Rose , who is una ble to hav e childre n, is urge d b y he r husb a nd M a t thew to conside r finding a surroga t e mot he r, but Ro s e ca nnot be convince d . A nd so be gins her jour ne y t o look for a nswe rs t o he r que st ions and d oub t s, and t o se arch for he r root s. Ro s e is st unne d whe n she he a rs a n inne r voice intr uding int o he r t hought s, inva ding he r life - the

Terry Olivieri Stanfill ed il marito Dennis Stanfill. Accanto, i figli Francesca e Dennis Jr. Il padre della scrittrice Salvatore Olivieri era nato a Vieste e la madre Maria Carminia Rea del Molise, le cui famiglie erano emigrate negli Stati Uniti. Terry è nata a West Haven in Connecticut

Terry Olivieri Stanfill and her husband Dennis Stanfill. Opposite, their children Francesca and Dennis Jr arriving at Bari Airport The father of the writer, Salvatore Olivieri, was born in Viese and her mother Maria Carminia Rea in Molise, both parents emegrated to the United States. interiore che si palesa all’improvviso e non le dà tregua, inserendosi continuamente nella sua vita e nei suoi pensieri. E’ la voce di una dama medievale, Rosamunda de Roland, giovane donna della Normandia, strappata contro la sua volontà alla terra d’origine con la promessa di un matrimonio in una terra lontana e per lei sconosciuta, la Sicilia, dove invece sarà destinata segretamente a sostituire nella maternità la regina Giovanna sterile, e assicurare così un erede al re Guglielmo. Le prime parole che Rose sente emergere dentro di sé sono infatti “Domani la-

voice of a me d ie val woma n, Rosamonde de Rola nd , a young woma n in N orma ndy, is fo r c ed a gainst he r will t o le a ve he r home a s the pr om ise d b rid e of a st ra nge r in a dist a nt la n d y et unknown t o he r, nor doe s she know t h at s he is se cre t ly int e nd e d t o be come a mot he r for the st e rile Que e n, Joa nna of Sicily, t hus in s ur ing an he ir for he r husband King Willia m of Si c ily . T he se words are t he first t o e me rge from Ros e’s unconscious. “T omorrow I must le ave my ho m e fore ve r” . Rose d oe sn’ t re cognize t he voic e and nelmese - 6/2010 - 27


t o wha t it re fe rs, b u t the scerò per sempre la mia casa”. na me Ha ut e ville se em s faAll’inizio la protagonista non milia r and a s it t oo keeps si rende conto di chi sia quelsurfa cing in he r mind. Ro s e la voce, a cosa si riferisca. is e age r t o le a rn mor e about Poi, un nome si fa strada nella t he Haut e ville fa mil y . S he mente, quello degli Altavilla e be gins t o st ud y t he his to r y comincia a studiare la storia of t he N orma ns a nd the exdi quei normanni che attraploit s of t hose fe a rl es s s ons versando le paludi salate del of T a ncre d de Ha ut ev ille, loro confine, si avventurarono who le ft t he sa lt mar s hes alla conquista dell’Italia meriof N orma ndy t o e ventually dionale, costituendo un regno conque r fe rt ile souther n Itnormanno nel sole. In seguito a ly and Sicily, cre a ting their a questi approfondimenti, il reNorman kingdom in the s un. gno normanno di Sicilia, come A ft e r t he se insight s s o beg in l’autrice scrive, diventa l‘infert he pa ra lle l st orie s o f Ro s e no di Altavilla di Rose che ne a nd of Rosamund a , unfo ldè presa totalmente. E da qui ing, e nt wining, som etim es comincia anche l’intreccio delle Terry e Dennis Stanfill con la madre in a d re a mlike wa y. Befor e due storie, la sua e quella di dell’editore, signora Maria Schena a long, Rose is ob se s s ed with Rosamunda, che si srotolano Fasano t he sub je ct of t he H autev ille parallele lungo tutto il romanTerry and Dennis Stanfill with the cla n. zo, in forma quasi mediatica, mother of the editor, Signora Maria T he p rologue be gin s m y s ter ionirica, a cominciare dal proloSchena. ously wit h M icha e l S c o t, the go che inizia misteriosamente con Michael Scot, l’alchimista personale di Federico p e rsona l alche mist of Fre d e rick I I e x p l aining his II che spiega all’Imperatore il progetto di Castel del d e sign of C a st e l d e l M ont e t o t he E mp er or . S c ot Monte e gli consegna il grosso rubino, simbolo di t he n p re se nt s Fre d e rick wit h a n e normo us r uby , vita, quasi cuore che pulsa, dell’imperatrice Costant he symbol of life , once t he rub y of t h e Em pr es s za e che ottocento anni dopo, nello stesso giorno, C onst a nce , his mot he r. E ight hund re d y ear s per vie misteriose, sarà dato in dono a Rose. Affala t e r, on t he sa me da y, t he E mpe ror’ s bir thday , scina la storia del passato nata per ispirazione nella t he ruby will b e myst e riously find it s way to mente della protagonista. Quella triste di RosamunRose . da lontana dalla propria terra, che porta in seno un T his fa scina t ing st ory t he n be gins in t he m ind figlio che non alleverà avuto da un uomo, il re, che of Rosamond e , t he p rot a gonist from t he pas t, ha imparato ad amare al buio e che non potrà più le a ving he r home in N orma ndy, not kn o wing rivedere. t ha t she is t o b e a r a son t o a king. La ricerca di Rose, per saperne sempre di più, la Rose Kirkla nd’ s se a rch t o le a rn more abo ut her porterà a Oxford, in Inghilterra, e poi a Vieste dove fa mily’s hist ory, le ad s he r t o Ox ford , England troverà diverse tracce tangibili di quella antica a nd t he n t o V ie st e , whe re she d iscove rs c o nstoria. E’ la terra che legherà ancora di più le due ne ct ions t hat b ind t he wome n t oge t he r ev en donne. Lì entrambe visiteranno il santuario di San more . He re bot h visit t he shrine of St . Mic hael Michele, lì vivranno due storie romantiche... E’ il a nd in t wo p ara lle l st orie s t he a ut hor des c r ibes Gargano amato dall’autrice che si rivela nella mat he Ga rga no, it s ma gica l light , a pla ce s o bles s gia della luce, dei frutti, della gente di questa terra e d by na t ure . baciata da una natura generosa. Ma sarà in NorBut it will b e in Norma nd y, at Pirou C as tle mandia, presso il castello di Pirou, che alfine Rose whe re Rose will find he r link t o t he p a s t. The scoprirà il legame esistente tra gli eventi della sua myst e ry is fina lly solve d a s she discover s who vita e quelli storici: “Avevo saputo qui, al castello di she is a nd how ca me t o b e a nd rid s her s elf o f Pirou chi ero, chi erano i miei antenati”. Svelato il t he obse ssive voice . mistero, finalmente Rose potrà liberarsi dall’ossesT he Richia mo de l sangue is a st ory con c eiv ed sione di quella voce e ritrovare se stessa. from fra gme nt s of t he unconscious mind, an Il Richiamo del Sangue nato da un inconscio frame x cit ing journe y t ha t conne ct s t he me aning mentario, è il racconto di un viaggio appassionanof pa st t o pre se nt , bringing t oge t he r feeling s , te che si svolge in luoghi densi di significato, tra ima ge s, a nd me morie s from t he de p t hs o f the passato e presente alla ricerca di verità, per prenone ’ s se lf. dere coscienza del proprio io più profondo, perché, T his is t he pre mise of t he st ory which unfo lds spiega l’autrice, dentro di noi portiamo sentimenti e on t wo le ve ls. T e rry St a nfill le a ds us with g r eat ricordi del passato, anche se non sempre ne siamo skill, in a st ylish and incisive way, t ran s po r ting consapevoli. Questa infatti è la premessa del ract he re a d e r int o hidd e n re gions of t he s oul. conto che Terry Stanfill conduce con grande abilità, T he nove l wa s p ublishe d in 2 0 0 1 wit h the title. in un stile elegante e incisivo, trasportando il lettore T he Blood Re me mbe rs b y E lt on Wolf Publis hnelle regioni nascoste dell’anima. ing, Se a t t le , Wa shingt on a nd wa s t ra n s lated Pubblicato in inglese nel 2001 con il titolo The Blood int o I t alian (p g. 3 1 3 . 2 5 ) b y Prof. C a rl a BalaRemembers da Elton-Wolf Publishing a Seattle, è t re si. T his is a sp e cia l e dit ion which in c ludes stato tradotto in italiano (pagg. 320 prezzo di cocolore d phot ographs of t he fa mous a lchem ic al pertina euro 25) dalla prof. Carla Balatresi, e pubcha rt , T he Se a rch for t he Philosop he r’s S to ne blicato nell’efficace e curata edizione (corredata di b y Ge orge Riple y, court e sy of t he Hunting to n 4 tavole a colori che rappresentano la Pergamena di L ib ra ry, Sa n M a rino, C a lifornia. T he nov el w as Ripley, che mostra il procedimento alchemico di proe d it e d a nd p ublishe d b y Sche na E d it or e. duzione della “pietra filosofale”), da Schena Editore. nelmese - 6/2010 - 28


Marisa Di Bello durante l’intervista alla scrittrice nella redazione del periodico NelMese a Bari. Accanto, da destra, l’editrice italiana Angela Schena di Fasano (Brindisi), Terry Olivieri Stanfill, Marisa Di Bello e Dennis Stanfill Marisa di Bello during the interview with the writer to be published in the periodical, NelMese, in Bari. Opposite from the right, the editor Angela Schena of Fasano, Brindisi, Terry Olivieri Stanfill, Marisa Di Bello e Dennis Stanfill

L’AUTRICE

THE AUTHOR

erry Stanfill, una donna radiosa, brillante dall’intensa vita familiare e professionale sembra aver avuto alla nascita tutti quei doni destinati a dare felicità anche a chi le vive intorno. Nata in America ha un cuore che da sempre pulsa per la Puglia, dapprima inconsapevolmente, poi, dopo averla visitata, con un amore totale che la porta ad approfondire legami antichi, ben oltre quelli suoi strettamente familiari che pure sono tanti. Suo padre, Salvatore Olivieri, infatti, era nato a Vieste da cui partì per il nuovo continente a diciotto anni, spinto dal desiderio d’avventura, e sua madre, Maria Carminia Rea, dal vicino Molise aveva appena due anni quando con i suoi genitori attraversò l’Atlantico. Troppo giovani entrambi perché potessero tenere vive tradizioni e lingua del proprio paese, ma a questo pensarono abbondantemente i nonni che per qualche tempo vissero con loro in America e i numerosi parenti. Lei, Terry Stanfill, nata a West Haven in Connecticut, imparò così a mangiare pugliese insieme a vocaboli di un dialetto arcaico, non certo la lingua forbita e ricca che seppure in maniera non fluida oggi parla, dopo aver letto libri dei più grandi autori italiani. Volendo elencare le tante attività cui si dedica ci si trova imbarazzati, non sapendo bene da dove cominciare. Intanto, l’intensa vita familiare che ha svolto in parallelo con il lavoro, insieme al marito, Dennis Stanfill, conosciuto quando era in collegio nel Maryland e lui era un bellissimo ufficiale di marina. Una vita all’inizio molto faticosa per le lunghe assenze di lui e tre figli da crescere, Francesca oggi scrittrice, Dennis junior, managing Director HBDESign a Bangkok) e Michaela Sara precocemente scomparsa pochi anni fa. Poi il trasferimento a Oxford, grazie ad una borsa di studio assegnata al marito e il ritorno in America, a Pasadena, in California, dove lui, proprio per vivere più vicino alla famiglia diventa prima agente di cambio e poi amministratore delegato della Twentieh Century Fox, risollevandone le sorti con film colossal come la serie di Guerre Stellari e Poseidon. Tra cambiamenti, trasferimenti, famiglia, Terry Stanfill, avendo conseguito un Bachelor of Arts Degrée in letteratura inglese e laureatasi in storia medioevale, mette a frutto i suoi studi, iniziando un’intensa e poliedrica

Terry Stanfill, a vibrant woman, with a brilliant family and professional life, seems to have been born with those qualities which bring happiness to those who surround her. Although born in America her heart always beats for Puglia, at first unconsciously, but then after visiting Puglia, with a complete love that led to a deeper understanding and knowledge of its history, perhaps beyond that of her many relatives. Her father, Salvatore Olivieri, in fact, was born in Vieste and left for America when he was eighteen years old, driven by the desire for adventure. Her mother, Carmina Rea was born close by in Molise, and was only two years old when she crossed the Atlantic with her mother. Terry’s parents were too young to be concerned about keeping traditions, but when her grandparents from Vieste lived with the family for six years, they and their friends made these traditions come alive. Terry Stanfill, born in West Haven, Connecticut, grew up eating Italian food, hearing Italian spoken, but an archaic dialect, not the polished language and rich, albeit sometimes hesitant, Italian she speaks today. Not having had much formal study in Italian, she credits this to having read some of the great Italian authors. Asking about her many commitments and activities she seems somewhat embarrassed, not quite knowing where to begin. Terry met her husband, Dennis Stanfill, a young and handsome naval officer while she was in college in Maryland. They soon married and moved to Oxford. England where he would study for three years on a Rhodes Scholarship. After Oxford they transferred to New York where Dennis worked as an investment banker, and finally the family relocated to Pasadena, California with their children, Francesca Stanfill, journalist and novelist, Dennis Jr, managing director of HBDesign, Bangkok, and the late Michaela Sara. Dennis Stanfill eventually became CEO of Twentieth Century Fox, reviving the failing studio with his leadership and success with blockbuster films like Poseidon Adventure and Star Wars.

T

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attività lavorativa che ruoterà tutta intorno all’arte, alla cultura più in generale e all’Italia e alla Puglia in particolare. In seguito all’alluvione del ’66 a Firenze e Venezia, fonda e presiede la Los Angeles Venice for international Fund for monuments che a Venezia restaura completamente una chiesa molto amata dai pescatori, San Pietro di Castello, poi Santa Maria dei Miracoli e proprio di questi tempi è la decisione di restaurare la sala più importante dell’Accademia di Belle Arti dove c’è il quadro della Vergine di Tiziano. Per questo impegno che continua con l’Associazione Save Venice di cui oggi è vice presidente le sono state conferite due onorificenze prestigiose, prima di cavaliere e poi di commendatore della Repubblica Italiana. E dell’Italia recentemente le è stata riconosciuta a Los Angeles la cittadinanza, cosa di cui va molto fiera. Intensa attività dunque, e infatti il suo impegno non si ferma qui. Terry Stanfill è anche rappresentante internazionale della Casa d’aste Christe’s e a Los Angeles è tra i fondatori della Compagnia dell’Opera e membro del Board of Overseers della Biblioteca di Huntington di San Marino in California, dove è anche lettrice, con soggetto di ricerca su “La conquista normanna del Sud Italia e della Sicilia nell’undicesimo secolo”. E’ intorno a questo periodo storico e ai normanni che si incentra il suo maggiore interesse che privilegia naturalmente la storia di Federico II, dei fili che la legano alla Puglia e alla sua storia personale. E a causa di questo suo forte amore nasce il romanzo The blood remembers, edito in America nel 2001 dalla Elton Wolf Publishing e oggi pubblicato in una curatissima edizione in lingua italiana da Schena Editore di Fasano col titolo Il richiamo del sangue. Un’occasione che la porta nuovamente in Italia, in Puglia, e ci dà l’opportunità di intervistarla.

Terry Stanfill, earned a Bachelor of Arts degree in literature and medieval history, which has enriching her intense and versatile life, which revolves around art, and culture, more specifically the art of Italy and Puglia. In 1966, after the disastrous floods in Florence and Venice she chaired the Los Angeles Committee for International Fund for Monuments. This organization fully restored San Pietro di Castello, the ancient cathedral of Venice beloved by the local fishermen and their families. With Save Venice, Inc she has raised funds to restore Santa Maria dei Miracoli, and a new project will be the restoration of the important Sala in the Accademia, with its famous Titian, The Presentation of the Virgin. Her commitment continues with Save Venice. Today she is vice president of the organization and has been awarded two prestigious honors, the first as Cavaliere, and later as Commendatore of the Italian Republic. She is proud to have recently been given Italian citizenship by the Consul General in Los Angeles. She is an International Representative Christie’s, the auction house, a founder of Los Angeles Opera, an Overseer of the Huntington Library in San Marino, where she is also a reader. Her subject of research, not surprisingly, is focused on the Normans in the South which has bound her even further to Puglia and her interest in Frederick II. Out of this passion for Puglia her novel was born Il Richiamo del sangue, was published in America as The Blood Remembers in 2001 by Elton Wolf Publishing, and is now published in a well-curated Italian edition by Schena Editore Fasano entitled Il Richiamo del sangue. Now that you are in Italy, it and gives us the opportunity to interview you.

Signora Stanfill, come ha imparato a conoscere la Puglia, prima ancora di visitarla?

“Through my grandparents and many relatives who have kept alive the traditions of Puglia. At home my mother made orecchiette and cavatelli, cooked with olive oil and garlic, in those days Americans didn’t use olive oil or garlic but today everyone exalts the Mediterranean diet, especially the Italian diet. Then, I remember the religious feasts, St. Anthony, Our Lady of Mount Carmel, the awesome processions, stands hung with strings of hazelnuts huge blocks of toasted almond torrone - these were all part of my childhood. My many relatives spoke an old fashioned dialect and when my mother came to Italy she found that there were words in her vocabulary that sometimes people didn’t understand”.

“Attraverso i miei nonni e i numerosi parenti che hanno sempre tenuto vive le tradizioni pugliesi. Noi non abbiamo mai mangiato all’americana. A casa mia madre faceva orecchiette e cavatelli, cucinava con l’olio d’oliva e l’aglio che era inviso allora agli americani. Oggi invece tutti esaltano la dieta mediterranea. Poi, ricordo le feste religiose, Sant’Antonio, la Madonna del Carmine, la processione impressionante, “lo stands” appeso con corde di nocciole e enormi blocchi di torrone mandorlato - erano tutti parte della mia infanzia. I parenti erano numerosi, parlavano un dialetto antico che, quando mia madre è tornata in Italia, nessuno al suo paese comprendeva più”. Lei, invece, parla un italiano molto forbito. Dove lo ha imparato? “Ho sempre avuto il desiderio di imparare questa lingua e l’ho fatto da sola, leggendo molto, per esempio libri come ‘Il nome della rosa’ di Umberto Eco. A casa infatti i miei parlavano inglese e solo quando non volevano farmi capire qualcosa parlavano in italiano”. Quando è venuta per la prima volta in Puglia? “Nel ’69. Prima ero stata a Venezia, dopo i disastri dell’alluvione, per il Found International. Qualcosa mi tratteneva dal recarmi in Puglia perché da poco era morto mio padre e andare nella sua terra mi rattristava. Poi, mi sono fatta coraggio ed è stato bellissimo. E’ stato come trovare qualcosa che inconsapevolmente cercavo. nelmese - 6/2010 - 30

Ms. Stanfill, how did you learn about Puglia, before you even visited here?

But your Italian is very polished. Where did you learn? “Mostly on my own, reading a lot, for example books like ‘The Name of the Rose’ by Umberto Eco. At home my parents always spoke English unless there was something they didn’t want my sisters and me to understand, and then they spoke Italian”. When did you come to Puglia? “In ‘69, after the disastrous floods, I went to Venice with the International Fund for Monuments to oversee restorations. Something held me back from Puglia because my father had died a few years past and the very idea of returning to his land saddened me. Then, when I finally found the courage it was amazing, as though I had discovered something that I was unconsciously looking for - yearning for”.


Io credo profondamente di avere un’anima pugliese”. E i parenti che ha conosciuto per la prima volta? “E’ stato come trovare dei fratelli, non dei cugini. Un’atmosfera familiare calda e accogliente” E il paese, Vieste?

And how did you feel meeting your family for the first time? “It was like meeting brothers and sisters, not cousins. The atmosphere was so warm and welcoming”. And Vieste?

“Molto bello come tutti i paesi del Gargano, piccoli, dove è facile incontrarsi e ci si saluta tutti. Anche mio marito ne è innamorato. Abbiamo guidato tutta la Puglia, da Rodi a Otranto, - e ha visitato la maggior parte dei musei e siti storici, e le sue splendide città come Lecce, più volte. Recentemente, a Fasano siamo rimasti in una masseria agriturismo immerso tra ulivi antichi. Abbiamo avuto un’accoglienza calda (?) e generosa ospitalità della famiglia Schena. E’ stato memorabile “”.

“Very beautiful, the entire Gargano. People here smile a lot and are friendly wherever we go. My husband has even fallen in love with Puglia and feels very much at home here. We’ve driven all over Puglia - from Rodi to Otranto - and visited most of the museums and historical sites, and its beautiful cities like Lecce, several times. Recently, in Fasano we stayed at an agriturismo masseria set among ancient olive trees. We were given the warmest, most generous hospitality by the Schena family. It was memorable”.

Ogni quanto tempo viene in Italia?

How often do you come to Italy?

“Per il mio impegno con Save Venice anche due, tre volte, ma è qui, in Puglia che io mi sento a casa”.

“For my efforts with Save Venice at least twice a year, but it’s here in that Puglia that I feel truly at home. We’ve been in Puglia twice within the year and we hope to spend even more time here”.

Il suo amore per i normanni e Federico II che poi l’ha portata a scrivere il romanzo, come è nato? “Ho cominciato a studiare quella storia già all’università e mi aveva affascinato. Soprattutto avrei voluto approfondire la conoscenza di Costanza D’Altavilla, ma non trovavo fonti sufficienti, quando mi sono imbattuta in Federico II. Inizialmente questo personaggio storico non aveva suscitato in me alcun interesse, finché non ho letto la sua definizione di puer Apuliae. Allora, si è come accesa in me una lampadina. L’interesse è stato immediato, ho iniziato ricerche e studi e, non potendo scrivere una biografia di Costanza, ho scritto questo romanzo, in maniera quasi mediatica, seguendo quello che mi avevano ispirato le letture”. Torniamo alla Puglia. Cosa apprezza di più? “A parte l’ambiente di cui ho già detto, il clima, l’estate di Vieste, il colore del mare, le spiagge e il cibo. Direi tutto. Il mio cuore batte per la Puglia, il mio spirito è in Puglia”. E in California, quale Puglia si porta dietro? “Una spirituale, di ricordi e affetti e una più materiale. Per esempio, fino a quando le misure di sicurezza in aeroporto non l’hanno proibito, portavo con me una boccia di olio da cinque litri, ogni volta che partivo. Nel mio orto, ho piantato i pomodori San Marzano e, per farli ‘sentire più a casa’, ho portato da Napoli delle pietre laviche che ho frantumato e sparso sul terreno per ricreare il loro ambiente naturale. Profumi e sapori di Puglia certo non mi mancano nemmeno in America”.

Your passion for the history of the Normans in the south, and Frederick II, led her to write the novel, how did it come about? “At my university I had already studied medieval history. And as I read I wanted to deepen my knowledge, I wanted to write a biography on Constance de Hauteville, but the was sources were few. Frederick II had originally aroused no particular interest in me until I learned of his sopranome, puer Apuliae, It was as though a light bulb had been turned on in my head, so immediate was my response. Then, since there were not enough sources to write a biography on Constance, I was inspired to write this novel”. Now back to Puglia. What do you appreciate most? “Apart from the environment which I have already mentioned, the climate, summer in Vieste, the color of the sea, the beaches and food and of course the culture. My heart beats for Puglia which has become my spiritual home. Besides all these there are practical things, For example - before there were such airport security measures, when we left Vieste I always carried a five litre container of olive oil. And in my garden, I plant San Marzano tomatoes, and to make them feel more at home, I brought some crushed lava and scattered it around the plants to recreate their natural environment on the hills of Mount Vesuvius. So the aromas and flavors of Puglia are certainly not lacking here!”

Di che cosa oggi va più fiera?

Of your accomplishments which makes you the most proud?

“Tra tante soddisfazioni e riconoscimenti, certamente l’aver ricevuto dal console generale di Los Angeles la cittadinanza italiana. Oggi sul mio passaporto c’è scritto Teresa Olivieri e ogni volta che lo leggo mi sento fiera”.

“Among my awards and recognition, certainly the Italian citizenship I received from the Consul General in Los Angeles On my passport - Teresa Olivieri - and whenever I read it I feel proud”.

Come si definirebbe, dovendo sintetizzare quello che lei è oggi?

How do you sum up what you are today?

“Semplicemente puella Apuliae”.

“Quite simply - puella Apuliae”.

MARISA DI BELLO nelmese - 6/2010 - 31


REDAZIONALE

Divella, Mediterranean Passion in the World

F. Divella S.p.A. has been producing durum wheat semolina pasta for well over 100 years. In fact, way back in 1890 our founder, Francesco Divella, built his first wheat mill in Rutigliano (not far from Bari in the South East of Italy), a small agricultural community at the heart of the vast Apulian plains which have been the best durum wheat growing area in Italy for centuries. Our main aim is, and always has been, to give our customers really top quality products: a priority which involves all the phases of production and which necessitates a non-stop technological evolution to adopt the best avant-garde production methods. Indeed, Tradition, Experience and Technology are the main ingredients for our delicious, top-quality pasta. The results have always been encouraging, with an ever-increasing consumer acclaim. Indeed, the steadily increasing sales volumes are proof that our customers appreciate our products with their excellent quality-cost ratio. Our quality is obtained first by carefully selecting the raw material used and then scrupulously following all the steps involved in producing and packaging the pasta, making sure that they are carried out in full respect of the strictest requirements and also that all this is done in the best possible hygienic and sanitary conditions such as to guarantee 100% food safety (the core of our belief in pasta which has always been with us, right from the beginning). To make sure that our products always respect the evolving European regulations and standards and to fully meet all our customers’ expectations, one of our main priorities is “Customer satisfaction” in all possible ways, ranging from the quality of the product itself to the packaging and to specific market and environmental requirements. To do this, apart from our ISO 9001:2000 Quality System, we have also recently introduced a system for Respect of the Environment: UNI EN ISO 14001:2004 which covers all our production phases. At the base of our everyday activity are principles which are an integral part of our Divella culture, beliefs and our “Divella DNA”: the health of our consumers, respect of our environment and all the currently-existing European laws on health and safety in the work-place, as we are well aware of our social and moral responsibility towards our local communities. nelmese - 6/2010 - 32

Two hundred and eighty people, all fired by our “Mediterranean Passion”, work together in running our 6 modern factories in Rutigliano and Noicattaro where every day we produce 1200 tons of durum wheat semolina (two mills for durum wheat), 350 tons of soft wheat flour (1 mill for soft wheat), 850 tons of durum wheat semolina pasta (1 big pasta factory), 15 tons of fresh pasta (1 fresh pasta factory), 20 tons of biscuits (1 biscuits factory). Our mills use carefully-selected durum wheats grown and ripened in the warm Apulian sun, turning them into the semolina we use to produce all our pasta which includes: spaghetti, rigatoni, our famous orecchiette, our egg pasta, our bronze-extruded pasta, whole-wheat pasta and, last but not least, our pasta with added, dehydrated vegetables (chilli-pepper, garlic & basil, tomato & spinach). In all, we have over 150 shapes to satisfy even the most demanding consumers. And this is not all. We also offer a complete range of tomato products to complement our pasta: tinned peeled tomatoes, “passata”, diced tomatoes, cherry tomatoes, sliced tomatoes, sauces and catering-cans of crushed tomatoes. All of these are typical of the very best in traditional Italian cuisine and enable our customers to get a taste of the very best tradition has to offer. We believe eating should be a pleasure and this means choosing genuine products which guarantee a healthy, balanced diet: indeed we have a range of soft wheat flour and durum wheat semolina for making bread and cakes, rice, biscuits, mini-cakes, tinned pulses, extra-virgin olive oil, balsamic vinegar, polenta and cous cous. All these products strictly adhere to our quality criteria on production but with the highly competitive price typical of all our products. And what is the reasoning behind all this? Our desire to spread throughout the world what we and our consumers believe to be delicious, top-quality products which contribute to a healthy eating programme. Today our company, now entering the 4th generation, still continues to concentrate its efforts on constantly researching high quality. This was, is and always will be our daily commitment so that those who look for the genuine tastes of the past will always be able to find them.


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SOCIALITA’

Affido familiare nuovo progetto

Incontro nella Sala consiliare del Comune di Bari. Esperienze a confronto e nuove prospettive di solidarietà. Dal sostegno alla genitorialità alle sperimentazioni in una comunità sempre più disposta all’accoglienza

DI GIOVANNA DIMICCOLI

L’

Assessorato al Welfare del Comune di Bari, il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bari, l’ASL/ BA e il Tribunale dei Minori si sono dati appuntamento nell’Aula Consiliare del Comune per una giornata di studio, al fine di stabilire nuove linee guida comportamentali e sperimentali in tema di affido dei minori in difficoltà ambientale. Si è assistito ad uno scambio di riflessioni e conoscenze sulla base dei dati disponibili relativi all’esperienza maturata al Comune di Bari. Innanzitutto l’affido familiare si offre come strumento alternativo all’inserimento in istituto e rispetta il diritto dei minori in situazione di disagio familiare a crescere e ad essere educati nell’ambito della propria famiglia. La legge 149/2001 prevede infatti un sistema binario, in base al quale prima debba esservi un sostegno alla famiglia d’origine e solo in situazioni estreme possa disporsi l’allontanamento del minore. Ad esempio, mai lo stato di indigenza economica della famiglia ne deve misurare la capacità e l’adeguatezza educativa: in tali casi vengono attivate le risorse pubbliche necessarie al fine di un sostentamento delle famiglie d’origine. Solo laddove i problemi siano più profondi e delicati si può ricorrere alle cosiddette “famiglie surrogatorie”. Le famiglie o persone singole che si rendono disponibili accolgono il minore nel proprio nucleo familiare, per un massimo di due anni, con l’obiettivo di un suo rientro nella famiglia d’origine una volta superata la situazione di crisi. Da un’analisi più approfondita sono emersi però dei lati oscuri. Il cd. tallone d’Achille della legge, secondo la dott. ssa Rosa Anna De Palo, presidente del Tribunale dei Minori, è dato dalla previsione normativa che subordina certi interventi di sostentamento alle disponibilità economiche degli Enti Locali, che agiscono in autonomia. A quanto pare un’occasione persa per fare chiarezza sulla loro coattività. Per non parlare dell’istituzione di un Ufficio Garante previsto da una Legge della Regione Puglia del 2006 e non ancora operativo. Certo, considerato il surplus di impegno che si richiede al minore di essere figlio di due famiglie, anche il legislatore potrebbe impe-

L’assessore comunale al Welfare Ludovico Abbaticchio gnarsi più a fondo nell’intercettare la delicatezza e complessità delle reali situazioni familiari e soddisfarle efficacemente. Si è preso poi atto che le politiche sociali sono le prime a subire tagli in casi di difficoltà finanziarie o comunque a richiamare la sensibilità dell’opinione pubblica, sempre più attenta agli sprechi e all’efficienza e pronta a contestarne l’opportunità rispetto ad altri investimenti. Ma basterebbe il giusto sostegno politico ai processi di valutazione delle politiche sociali, quelli necessari per supportare le decisioni. E secondo il prof. Giuseppe Moro, docente di Programmazione e valutazione delle politiche sociali, il Comune di Bari sembra stia mostrando una certa lungimiranza strategica, tenendo conto del principio della sostenibilità economico-sociale di certe scelte. Tra i vari progetti, la proposta di sottoscrivere il 5x1000 dell’Irpef nella prossima dichiarazione dei redditi in favore dei Servizi Sociali del Comune di Bari, al fine di allargare l’azione sociale e solidale avviata in questa nuova legislatura del governo Emiliano. Il progetto intende garantire ai minori in situazione di disagio il diritto di crescere ed essere educati nell’ambito della propria famiglia di origine, offrendo il necessario sostegno sia al minore sia alla famiglia in difficoltà. L’assessore comunale al Welfare Ludo-

vico Abbaticchio ha già incontrato i sindacati, gli ordini professionali e i centri di assistenza fiscale per condividere l’iniziativa e darne un’informativa completa. Occasione di confronto è stata anche l’analisi offerta dalla prof. Rosalinda Cassibba, docente di Psicologia dello sviluppo dell’Università di Bari: l’esperienza dell’affido necessita di una valutazione non solo per le risorse economiche investite in termini di operatori e servizi coinvolti, ma anche per i “costi emotivi” del minore e della famiglie d’origine, e di quelle affidatarie: i primi, subendo un trauma del distacco, non mostrano certo gratitudine, alle seconde d’altra parte viene imposta una riorganizzazione dei ruoli in seguito all’inserimento di un nuovo membro. Servirebbero, ma allo stato mancano, degli strumenti di coordinamento a livello generale in grado di aiutare a perseguire meglio gli obiettivi a medio e lungo termine: offrire al minore modelli di famiglia ben funzionanti, far recuperare ritardi, distorsioni o blocchi nello sviluppo cognitivo, affettivo e sociale, aiutare la famiglia di origine ad acquisire o incrementare le proprie competenze genitoriali. Un passo avanti in questa direzione è stato fatto con la collaborazione tra il Tribunale dei minori e l’Università, che ha reso possibile ad esempio che il Dipartimento di Psicologia contattasse le famiglie coinvolte nell’affido per lo studio dei punti di forza e dei punti deboli, in modo da trarre il massimo da questa esperienza ed elaborare dei criteri operativi. Oltre ad un approccio giuridico e socio-psico-pedagogico, l’affido è stato visto anche sotto la lente della statistica: nella provincia di Bari si contano 1047 minori fuori famiglia, di cui ben il 68% ha un’età compresa tra gli 11 e i 17anni; il 48,5% degli affidi dura più di 4 anni, il doppio del termine previsto dalla legge, il 20% dai 2 ai 4 anni. Al 2008 i servizi sull’affido risultano attivati solo in 19 comuni su 41; sul territorio poi vi è una forte sperequazione nell’erogazione dei contributi, per sanare la quale sono stati promossi dei tavoli di coordinamento coi quali si arrivi all’adozione di protocolli.

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LIBRERIE & LIBRI

De Romita

uccelli, farfalle, rettili, i suoi amici

S

i cammina per le strade della propria città, leggendo distrattamente le targhe che le denominano, Celentano, Suppa, Re David… Nomi senza significato per i più, che servono per andare e venire e nient’altro. Poi, quasi per miracolo una di quelle scritte si anima, prende volto, vita, racconta fatti, quelli che hanno reso possibile immortalarne il nome. Ed è emozionante scoprire quanta ricchezza di idee, sentimenti, ideali giacciono cristallizzati in quelle targhe. Ma perché il miracolo si compia è indispensabile che qualcuno si incarichi di un’operazione maieutica che lo renda possibile. E’ quanto ha fatto Peter Zeller, ricercatore di Storia della scienza e delle tecniche presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Foggia, giornalista e scrittore di numerosi saggi, illustrando la figura di un grande scienziato naturalista, Vincenzo de Romita, suo bisnonno, cui è intitolata una di quelle strade che spesso distrattamente percorriamo. Il volume da lui curato inaugura la collana “Naturalia” creata insieme all’editore Adda di Bari, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia e all’interessamento del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia. Si intitola “Vincenzo de Romita e il suo tempo”, sottotitolo “Uno scienziato nella Bari dell’Ottocento” (pagg. 247. E 20,00). La prefazione è di Giuliano Volpe, rettore dell’Università di Foggia, di Luigi Traetta, anch’egli ricercatore e collega dell’autore presso la stessa facoltà è un corposo capitolo sulla presenza dell’Italia e di Bari all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Vincenzo de Romita, nato a Bari nelmese - 6/2010 - 36

il 23 maggio del 1838 a via Palazzo di Città, nel cuore del borgo antico, va a studiare non senza molti sacrifici economici scienze naturali a Napoli, Peter una città in profonda trasformazione quando arriva, essendo passata proprio in quell’anno, il 1861, al Regno d’Italia. Una città chiassosa, piena di contrasti, angustiata da problemi igienici e sociali. Ma al tempo stesso una città ricca di arte e di cultura dove sono presenti insegnanti e scienziati naturalisti di alto livello come Ernst Haeckel, Felix Anton Dohrn progettista di un grandioso acquario inaugurato nel 1874, dopo un iter travagliato, visitato da illustri personaggi dell’epoca, tra cui Alfred Krupp, il ‘re dei cannoni’, appassionato studioso di fondali. Divenuto poi docente presso il Regio Istituto Tecnico di Bari, in seguito denominato “Pitagora”, conduce ricerche di grande interesse scientifico in un periodo particolarmente felice per le Scienze Naturali. Nella seconda metà dell’Ottocento, tutto il mondo scientifico, ma non solo, è in fermento per le tesi evoluzionistiche di Charles Darwin. De Romita inizia la sua carriera in questo clima culturale ed entra nella Società Italiana di Scienze Naturali, dedicandosi prevalentemente a ricerche relative a osservazioni e materiali riguardanti gli uccelli pugliesi di cui individua numerose specie elencate anche nelle tavole del volume. A questo interesse associa lo studio di rettili e pesci e quello per i primi abitatori del Barese, cercando manufatti litici

Foto Art Iocchi

La figura e l’opera di uno scienziato raccontata in un volume edito da Adda, curato da Peter Zeller, docente dell’Università di Foggia e suo pronipote. Inaugurata con questo volume la Collana Naturalia DI MARISA DI BELLO

La copertina del libro con il ritratto ad olio del pittore Giuseppe De Nigris, del naturalista nato a Bari (1838 - 1914)

tra Puglia e Basilicata, regione quest’ultima ricca di ciottoli di selce. Zeller ne tratteggia un Zeller ritratto molto vivace. Ce lo descrive in giro per campi e grotte, a discutere con contadini restii a cedere quelle pietre, utensili preistorici, ritenuti da loro talismani contro il malocchio, ce lo fa immaginare mentre cattura uccelli e serpenti che poi porta a casa non senza spavento dei suoi familiari. E’ una descrizione quella che ci fa che rende vivo il personaggio, animalista, vegetariano e critico verso gli eccessi dei cacciatori, grazie ai racconti ascoltati dalla zia Annina, Anna de Romita, una delle figlie dello scienziato, sorella della nonna Giustina. Da quel lavoro di ricerca condotto direttamente sul terreno nascono due importanti raccolte. Una collezione di 1500 esemplari tra punte di frecce, coltelli, lance, accette, raschiatoi, una collezione definita da Antonio Jatta la più importante di manufatti litici del barese, oggi custodita nel Museo Archeologico Provinciale, e una raccolta zoologica ospitata presso l’Istituto Tecnico Pitagora che probabilmente per incuria col passare del tempo ha perso molti dei reperti. Tra i volumi più importanti pubblicati da Vincenzo de Romita, L’Avifauna, catalogo che elenca le varie e numerose specie di Puglia, premiato nel 1887 dal Ministero della Pubblica Istruzione con 1500 lire, integrato successivamente da “Materiali”,


La collezione de Romita presso l’istituto scolastico “Pitagora” di Bari presente all’Esposizione di Parigi inaugurata il 14 aprile del 1900 che mostra la svolta impressa dalla tecnologia alla produzione italiana. Su questo evento si sofferma l’intervento di Luigi Traetta, che mette in rilievo l’internazionalizzazione verso cui scienza e tecnologia si sono ormai avviate. L’Italia descritta all’estero come il Paese dalla vita comoda e disimpegnata, ha modo in quell’occasione di mostrare le realizzazioni nell’arte, nell’artigianato e nell’industria. L’Italia per l’occasione contribuisce attivamente alla distribuzione dell’energia elettrica nell’Esposizione con imponenti gruppi elettrogeni della ditta Tosi di Legnano e mostra diverse applicazioni della tecnologia, grazie ai lavori curati dalla Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo. Anche la Puglia in quel periodo è lanciata verso importanti conquiste. Aveva visto nascere ‘Il Corriere delle Puglie’ nel 1887, nel ’96 il progetto per la realizzazione dell’Acquedotto pugliese e nel ’98 l’inaugurazione della stagione lirica del Piccinni. Nonostante la “Tariffa generale” introdotta dal Governo nel 1887 per proteggere i prodotti industriali italiani, provvedimento protezionistico che bloccò le esportazioni agricole su cui contava il Sud, facendo fallire le aziende vinicole e le banche che avevano investito nella produzione del vino, i prodotti pugliesi riscuotono all’Esposizione un grande successo. Vino, olio, grano suscitano interesse e apprezzamento per le loro ottime proprietà. Inoltre Bari è presente all’Esposizione non soltanto con prodotti agricoli, ma anche con un’importante fabbrica di sapone e olio di solfuro fondata dal marsigliese M. Gazagne, dimostran-

dosi così centro di investimento per capitali stranieri. Il volume contiene inoltre 12 lettere che attestano la lunga amicizia tra de Romita e il professor Enrico Hillyer Giglioli, all’epoca direttore del Museo Zoologico di Firenze, “I Materiali”, un estratto dal III volume dell’opera “La Terra di Bari” pubblicato nel 1900 per iniziativa della Provincia, “Gli Avanzi Antistorici” della Provincia di Bari, denso di suggestioni che oltre ad offrire un’idea della ricerca sul campo di reperti coniuga criteri naturalistici a criteri archeologici, la riproduzione di tre litografie disegnate dallo stesso de Romita e infine immagini di reperti neolitici ospitati presso il Museo Archeologico di Bari. Poetiche e affettivamente sentite le ultime pagine che chiudono il libro curato da Peter Zeller, intense di ricordi familiari. Il ritratto del bisnonno che “dominava la parete tra la madia e la finestra” da cui lo segue con “lo sguardo vivace e severo, il braccio fermo sul poggiolo della sedia” e il racconto di quella vita avventurosa richiesto più volte alla zia Annina a cui è dedicato il libro. Un racconto che Peter bambino non si stanca mai di ascoltare, del bisnonno scienziato che spesso la gente ha visto vestito di bianco, col cappello a larghe tese aggirarsi per i campi, provvisto di un lungo retino. E il racconto di quella morte improvvisa, mentre discute col figlio Gaetano, esperto botanico, sulla classificazione delle castagne. Una morte che lo coglie a 76 anni, in piena attività, nello stesso mese in cui era nato, parlando degli argomenti di una vita.

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LIBRERIE & LIBRI

Letture & Giochi

Un libro - edito da Adda - per coinvolgere i giovani lettori e ideato dalle docenti baresi Maria Pia Latorre e Paola Santini con racconti e vivaci disegni

O

gni giorno assistiamo a quanta “sopportazione” mal celata serpeggi tra le nuove generazioni per l’oggetto libro che reclama attenzione da parte di utenti disamorati, sfiduciati, disinteressati a priori. Come fare allora per rompere questa

Paola Santini

spirale d’indifferenza e allevare lettori interessati ed appassionati? Per suscitare amore verso la lettura è indispensabile trasformarla da richiesta in offerta variegata e coinvolgente. Con questa intenzione nell’ultimo biennio le docenti baresi Maria Pia

Maria Pia Latorre

220 pagine - euro 14 - Adda Editore

Latorre e Paola Santini si sono impegnate come autrici, realizzando due proposte tese a mescolare la pratica del leggere con il gioco. I loro testi, “Raccontinascensore” e soprattutto “Strade Strambe”, cercano di interagire con i giovani non solo attraverso racconti brevi e spiritosi, ma anche con una pluralità di proposte ludiche che rendano il ragazzo coautore del volume. “Strade Strambe” addirittura offre la possibilità di scegliere il finale della storia tra quattro proposte e si chiude con una scheda che invita i lettori a produrre un proprio elaborato all’interno di una sfida tra ragazzi. La lettura si fa gioco, il gioco competizione, la competizione assume la forma di una gara. Nasce così il concorso “STRADE

Una recensione fuori concorso

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l libro di cui voglio parlare si intitola “Strade Strambe” e Il viaggio della nostra nonnina si conclude in una città alvi spiego anche perché: le autrici vogliono farci capire che quanto bizzarra di nome Lindopoli, dove incontrerà l’amore le strade del mondo non sono sempre rettilinee e asfaltate della sua vita, Camillo il portiere e qui abbandonerà la maccon segnali chiarissimi ma possono essere sentieri scoscesi china per allontanarsi in mongolfiera. con buche e dossi, un po’ come la VITA, che non è solo rose Quando sembra che il libro sia finito ci accorgiamo che Cae fiori come nelle fiabe: ma può avere curve e millo e Rosetta stanno viaggiando attraverso il dossi che sono le complicazioni di ogni giorno. resto del mondo. Se li raggiungeremo potremo La protagonista di questo libro si chiama Roleggere di posti meravigliosi e scegliere il finale setta ed è una nonnetta vivace ed arzilla che del viaggio tra quattro proposte. In base alla intraprende un viaggio di fantasia lungo perscelta potrai trovare un profilo dove c’è scritto corsi reali in Italia, per andare a trovare i suoi che tipo di lettore sei. parenti. Questo libro non è simile ad altri, è divertente Solcherà strade e vie a bordo della sua “fercon tanti giochi, adatto per i bambini di quaracci” rosso fuoco, insieme ai suoi compagni di lunque età ed è illustrato con disegni belli e avventura: un’iguana golosa di marmellata di colorati!!! ibis e un criceto che adora mordicchiare le dita E, se per esempio non conoscete una parola, di Rosetta. Ma cosa succede? Tutto diventerà controllate alla fine di essa, se c’è una freccia Francesca Romana rosa all’improvviso, nel vero senso della parola, verde correte alla fine del libro (nelle ultime Riccardi agli occhi di Rosetta che da sempre desidera pagine) e troverete la spiegazione con parole V elementare avere una nipotina femmina ed invece, ha ben semplici e adatte ai bambini. Scuola Piccinni, Bari nove nipoti MASCHI. FRANCESCA ROMANA RICCARDI

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STRAMBE: UNO STEMMA PER LINDOPOLI” con cui si sono messe alla prova le capacità figurative e creative dei lettori a partire da uno dei tanti racconti di Strade Strambe. I partecipanti sono stati infatti chiamati ad inventare lo stemma della città fantastica ed ecologica in cui quella storia è ambientata: Lindopoli. L’iniziativa è stata proposta agli studenti di scuola primaria nell’anno scolastico 2009-2010, sostenuta e condivisa altresì dall’Associazione Culturale L’Aquilone, dall’Università per gli Studi di Bari, dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Bari. Tra le scuole che hanno risposto all’invito, si sono distinti i circoli didattici Anna Frank (Bari), A. Gramsci (Noicattaro), S. Domenico Savio (Triggiano) e Fornelli (Bitonto). Gli studenti, sotto la guida sapiente dei loro docenti (Margherita Iommi, Amelia Nuzzo, Rosanna De Nicolò, Marianna Carrara) hanno dato vita a elaborati originali, coerenti con la consegna e con i temi della storia, attenti ai particolari e alle tecniche di decorazione, sfociando talvolta – come nel caso della V A del Circolo Didattico “Fornelli” di Bitonto - nella produzione di manufatti in cui i materiali sono stati assemblati in un tripudio di gusto, cura e fantasia. Questa iniziativa ha cercato di suscitare sensibilità oltre che per la lettura, anche verso il territorio di appartenenza, offrendo in premio ai vincitori alcune visite guidate in luoghi pugliesi di particolare interesse. Tutto ciò è stato possibile grazie alla grande disponibilità e alla convergenza di sensibilità tra gli organizzatori e chi ha messo a disposizione i premi suddetti: il dott. Fabio Rausa, direttore dello Zoo di Fasanolandia, che ha generosamente regalato i biglietti d’ingresso al parco, e l’associazione culturale IRIS di Casamassima (Ba), esperta nell’organizzazione di visite guidate, che ha reso possibile la creazione del “Premio Classe Iris”, a disposizione di tutta una classe che si fosse distinta nella produzione di elaborati di particolare pregio. Tra i finalisti, cinque hanno invece avuto in dono dalla casa editrice Mario Adda, sempre attenta ai giovani lettori, un totale di venti volumi a scelta tra le proprie pubblicazioni per ragazzi. A giudicare dalla quantità e dalla qualità degli elaborati pervenuti, si può dire che le due autrici ed ideatrici della iniziativa abbiano toccato corde sensibili nell’esigenza esplorativa dei ragazzi e ci auguriamo che le insegnanti abbiano approfittato di questa occasione per ingolosire i loro studenti alla fragranza della carta stampata. (g.d.)

prosegue da pag. 35 Più che dai dati statistici elencati, che certo danno l’idea dell’ampiezza del fenomeno, il vero riscontro è stato offerto dalle toccanti testimonianze di una madre di famiglia biologica, di una ragazza accolta da famiglia affidataria ed ora madre di quattro figli, e di una famiglia affidataria. È risultato chiaro come l’idoneità di una famiglia affidataria vada costruita, e non semplicemente valutata; come sia preferibile un affido con il consenso della famiglia d’origine rispetto a quello giudiziale; perché problemi complessi meritano soluzioni complesse, fatte di iniziative interattive e meno frontali, di piccoli passi, magari in punta di piedi, che non offendano la sensibilità di un bambino. COME FUNZIONA L’AFFIDO L’affido può essere a tempo pieno o a tempo parziale (diurno o notturno) o per il fine settimana e vacanze; intra-familiare (a parenti) ed etero-familiari (ad altre famiglie). Possono offrirsi come famiglie affidatarie coppie con figli, coppie senza figli, persone singole. Requisito indispensabile per gli affidatari è l’accoglienza nel proprio nucleo familiare del minore e la capacità di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui necessita. Le persone interessate possono comunicare la loro disponibilità all’affidamento dei minori: al servizio sociale della Circoscrizione di appartenenza; presso l’associazione di Famiglie Affidatarie “Famiglia Dovuta”, presso l’associazione di Famiglie “Famiglia per Tutti”. Gli operatori dei consultori familiari di residenza degli affidatari valutano l’idoneità delle famiglie disponibili. L’ufficio centrale di affido aggiorna la banca dati dei soggetti idonei all’affido. Questi ricevono in affidamento il minore e sottoscrivono una scheda di impegno in cui si definiscono i tempi dell’affido. Ricevono dal Comune un contributo mensile e per esigenze particolari del minore il Comune eroga contributi di carattere straordinario (es. spese sanitarie). Nel caso di affido consensuale (quando c’è il consenso delle famiglie d’origine) il relativo provvedimento di affido viene disposto dai Servizi Sociali e trasmesso al giudice tutelare, perché lo renda esecutivo con decreto. Nel caso in cui manchi l’assenso dei genitori del minore, sarà il Tribunale dei Minori a provvedere in merito. All’incontro erano anche presenti la dott.ssa Rosanna Lallone, dirigente dei Servizi sociali della Provincia di Bari nonchè gli operatori pubblici e del volontariato del settore. nelmese - 6/2010 - 39


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EDILIZIA / POLITECNICO / FORMEDIL-BARI

Popolo di architetti, muratori e santi

Concluso lo stage formativo, realizzato presso il Formedil-Bari, destinato a studenti del primo anno della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari per avviare un ponte tra mondo accademico e mondo del lavoro. Interesse per l’organizzazione dei cantieri e per la realizzazione dei progetti con materiali tipici della tradizione edilizia pugliese

U

n’Università lontana dal mondo del lavoro capace solo di insegnare teoria senza prassi? Mai più, secondo la Facoltà di Architettura del Politecnico e il Formedil-Bari (Ente scuola provinciale per la formazione professionale in edilizia), uniti in un progetto rivoluzionario ed unico in Italia: far conoscere subito alle matricole la vita di un cantiere edile ed insegnare l’arte del costruire in pietra e mattoni secondo le regole della tradizione pugliese, per realizzare poi concretamente ciò che finora si studiava solo sui libri. Una novità assoluta volutamente connotata da un nome arcaico: “Santi quattro coronati”, una citazione che riporta ai quattro santi protettori degli scalpellini e scalpellini anch’essi (Sinforiano, Claudio, Nicostrato, Castorio) i quali oggi proteggono anche 150 futuri architetti pugliesi che insieme ai giovani del Formedil Bari e con la guida di docenti del Politecnico e di istruttori della Scuola, hanno innalzato cinque manufatti in muratura coadiuvati dagli allievi del corso per operaio edile. I manufatti sono quelli essenziali alla realizzazione edile: muro, apertura e soluzione d’angolo, cupola sferica e ad archi incrociati, volta a crociera e scala elicoidale, progettati e realizzati con i materiali tipici della tradizione edilizia pugliese, come pietra tufacea, mattoni pieni, malte a base di calce e gesso scagliola. Belle e significative anche a livello progettuale le cinque costruzioni disegnate e realizzate dagli studenti sotto la guida di docenti universitari ed istruttori di cantiere. L’entusiasmo e l’interesse dei futuri architetti nel veder realizzati i progetti su carta ha dato ragione al preside della facoltà di Architettura, Claudio D’Amato Guerrieri, per cui lo stage è una necessaria risposta a “la recente deriva verso le forme irresponsabili nate dalla modellazione grafica, al di fuori di ogni ragionevole logica”. Le parole del preside sono confermate inoltre dal protocollo di intesa fra la Conferenza dei presidi delle Facoltà di Architettura e l’Ance per favorire iniziative comuni.

Da sinistra, il preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari prof. Claudio D’Amato Guerrieri, il presidente del Formedil-Bari cav. lav. ing. Michele Matarrese e il direttore dott. Luigi Aprile. Sopra, la sede del Formedil-Bari e uno scorcio del cantiere-scuola Essere, dunque, come si legge in un comunicato della Formedil, non solo architetti migliori, ma anche lavoratori consapevoli delle dinamiche di cantiere, del lavoro esecutivo, dei problemi degli operai: questo è il senso dello stage. “In questo spirito - ha detto il Preside - abbiamo dedicato lo stage ai Santi quattro coronati, maestri edificatori di se stessi, prima ancora che dell’arte del costruire”. Successivamente si è svolta poi la consegna degli attestati da parte del presidente di Formedil-Bari, cav. lav. ing. Michele Matarrese, e del preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, prof. Claudio D’Amato Guerrieri, vero inventore del progetto. “I futuri architetti devono sporcarsi le mani di malta e polvere di pietra - ha affermato il Preside durante la cerimonia - per capire che segnare un tratto di matita su un foglio significa spendere o risparmiare denaro, avere maggiore o minore sicurezza, maggiore o minore vivibilità e serenità”. Un messaggio che certo i 150 studenti pugliesi non dimenticheranno mai. (g.d.m.) nelmese - 6/2010 - 41


REDAZIONALE

Margherita di Savoia, alle Terme si rinnova l’appuntamento con la salute!

“Prima di tutto, la salute!”. Questa sacrosanta verità è, da sempre, lo slogan delle Terme di Margherita di Savoia, diventate ormai un punto di riferimento nazionale nel panorama termale italiano, il primo Stabilimento Termale in Puglia e tra i primi dieci d’Italia. Un appuntamento che, puntualmente, si rinnova ogni anno con decine di migliaia di persone disposte a tutto pur di non privarsi degli effetti “miracolosi” delle acque salso-bromo-solfo-iodiche e dei fanghi naturali, mai riciclati che dispensano salute e benessere attraverso una serie di applicazioni per la cura e la prevenzione di un gran numero di patologie. Numerose leggende hanno, da sempre, circondato questa deliziosa cittadina della salute; perfino Annibale con l’esercito cartaginese si fermò qui per ritemprare il corpo e nelmese - 6/2010 - 42

lo spirito prima dello scontro decisivo con i Romani! Oggi, noi conosciamo con certezza i meccanismi fisiologici che sono alla base di questo grande successo, frutto della ricerca scientifica che rappresenta la componente fondamentale delle Terme. “La ricerca scientifica come segreto: - spiega il direttore sanitario dott. Mauro Galantino - è proprio sulla base di queste approfondite indagini che le Terme, ogni anno, si arricchiscono di nuove attrezzature medico-sanitarie e di centri specialistici. E’ il caso, ad esempio, del Cen-

TERME DI MARGHERITA DI SAVOIA Piazza Libertà 1, 71044 Margherita di Savoia (BT) Tel. 0883.655402 Fax 0883.655107 www.termemargherita.it

tro Benessere Spa Club dove è possibile lasciarsi coccolare da una lunga serie di massaggi anti-stress, linfodrenanti, anticellulite, rassodanti e rigeneranti, oltre a impacchi e trattamenti per viso e corpo, peeling leviganti al sale termale, trattamenti specifici per il seno e per le mani, idromassaggi salini ed agli olii essenziali, hammam, doccia emozionale e tutto quanto può contribuire a riappacificarsi con la propria immagine riflessa nello specchio”. Direttamente collegato alle Terme è il Grand Hotel Terme, un albergo a quattro stelle sul mare, che si distingue per il comfort, la qualità del servizio, l’ambiente raffinato, le camere con vista sul mare, il ristorante panoramico dove si possono gustare i piatti tipici della cucina pugliese e della cucina nazionale. Inoltre, la bellissima spiaggia privata consente di godere appieno di una rilassante vacanza all’insegna della salute. “Il Grand Hotel Terme - prosegue il dott. Mauro Galantino - offre varie tipologie di pacchetti per programmare nel migliore dei modi la propria vacanza all’insegna della salute ed un vasto programma di manifestazioni per allietare le serate del turista che durante il giorno ha già fatto il pieno di sole, mare e di benessere”. Tutti noi, almeno una volta l’anno, dovremmo “staccare” dalle nostre occupazioni quotidiane ed operare una “giusta manutenzione” della nostra salute: quale luogo più adatto del Grand Hotel Terme di Margherita di Savoia per ritrovare la forma migliore?


Le acque e i fanghi delle Terme - Terapie inalatorie - Centro di diagnosi e cura della sordità rinogena - Centro di broncopneumologia e di riabilitazione respiratoria - Fangoterapia - Balneoterapia - Irrigazioni vaginali - Maschera facciali

Al Teatro Petruzzelli, il 14 maggio, le Terme di Margherita di Savoia sono state sponsor della prima de “Il lago dei cigni” con il Balletto del Teatro Bol’soj di Mosca. In particolare, è stato gradito, da parte delle signore, il gadget - un fermaborse - offerto per l’occasione dalle Terme. nelmese - 6/2010 - 43


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