Il verso giusto

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ISBN: 978-88-31314-82-4 © 2021 Les Flâneurs Edizioni Les Flâneurs Edizioni è un marchio del Gruppo Editoriale Les Flâneurs Srl

Editing: Serena Vallarelli Progetto grafico: Mariano Argentieri Finito di stampare ad aprile 2021 presso Creative 3.0 Srl • Reggio Calabria per conto di Les Flâneurs Edizioni


Angela Aniello

IL VERSO GIUSTO



Alla mia carissima professoressa Carmela Anna Casamassima A Leonardo, Gabriele e Vanessa A Taranto graffiata Ai suoi cittadini fra ruggine e vento A tutti i sogni che non cadono dagli alberi come le foglie


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Il verso giusto

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Premessa

Smargino e basta! Senza tesi, senza ipotesi, senza tattiche. Il cielo non è tutto di metallo. A occhi sbarrati lo tengo stretto stretto. A volte può arrugginirsi e manca l’ossigeno. A respirare ci pensa il mare. Io sono il mare. Mi ci specchio. Mi ci confondo. «Tu sei nata per non arrugginirti» mi ha detto una volta mia madre. Ma come si fa a non arrugginirsi? Procedo sempre con il naso all’insù, quando la strada non basta a contenere i miei passi, quando il blu del mare è una tavola scomoda su cui surfare, quando dai dedali dei pensieri se ne affaccia uno, grigio come il fumo, o forse ancora di più. “Questo fumo mi fa ancora paura” mi ripeto tutto il tempo mentre inonda i miei occhi vitrei e spenti. Questo fumo è una calamita o una calamità? Taglia l’orizzonte, lo scalfisce incastonandolo. Non sono più pietre preziose i sogni. Neppure le strade sconfinano. Hanno ingoiato l’azzurro scambiandolo col rosso. Non quello puro del tramonto. Un rosso scialbo, stinto, sottilmente polveroso. S’addossa ovunque come cipria. Imbelletta i prati, i giochi, i bambini, gli adulti, i vecchi. 9


Domina il centro dell’anima e, se fosse una sera orgogliosa, annerirebbe subito la città, la mia città, mutandole il volto, fra rughe di rame cesellate dalla fabbrica. Se il cielo potesse pensare farebbe troppo rumore, mettendo a fuoco la sua profondità miniaturizzata e giocando con le distanze. Nulla lassù è immobile. Si proietta sulla terra come un sogno e poi si consuma nel tempo perdendo forma. Ha cominciato ad aspettare la notte. Io ho cominciato ad aspettare la notte. Entrambi all’unisono. Forse, l’abbiamo deciso insieme in un delirio d’impotenza. Quando guardandoci negli occhi abbiamo smesso di sorriderci perché non avevamo più favole da raccontarci. C’era una volta un cielo limpido e adesso non c’è più. C’era una volta un cielo disegnato e adesso non c’è più. C’era una volta un cielo e adesso lo invento.

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