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Gli esami non finiscono mai

ESAMI CPMA Gli esami non finiscono mai

Lo scorso 13 febbraio si è tenuta, naturalmente online, una sessione straordinaria d’esame alla Scuola CPMA-VALET. Abbiamo chiesto ad alcuni “studenti” come hanno vissuto questo momento di didattica a distanza

Per quanto già laureati e professionalmente attivi, erano iscritti a una Scuola e, di conseguenza, godevano dello status di studenti. Così, per cause di forza maggiore, si sono trovati a essere studenti in tempo di pandemia, con tutto quello che lo status comportava. E quando si sono trovati – all’inizio del 2021 – al termine del percorso didattico, si sono dovuti confrontare con quella didattica a distanza che li ha costretti a sostenere l’esame di fine corso online e non in presenza. Sono medici, ma per un giorno hanno provato le sensazioni che provano un maturando o una matricola universitaria. Hanno frequentato la Scuola CPMA-VALET per allargare i propri confini professionali e oggi, che all’interno dei rispettivi ambulatori mettono in pratica quanto hanno appreso, ad alcuni di loro abbiamo chiesto di raccontarci che cosa significa l’esame ai tempi del Covid.

«VOGLIO TORNARE IN AULA»

Il distacco docenti-discenti è stato vissuto in modo personale, com’è giusto che sia. Ciascuno ha avuto la propria reazione. A Candida Parisi, per esempio, è piaciuto poco, come ci confessa senza remore: «Questa pandemia ci ha tolto il piacere di interagire in maniera diretta fra di noi e con i docenti. Sì, mi è mancata l’aula, tant’è vero che ho già contattato la segreteria per poter seguire in presenza i corsi quando riprenderanno. Mi hanno detto che fra settembre e dicembre ci rivedremo: non vedo l’ora...».

«PENSAVO PEGGIO»

C’è poi chi, come Gerolamo Ferro, tutto sommato non ha sentito in maniera eccessiva la distanza con i docenti. «Chiaro, la parte pratica “a distanza” perde parecchio, però sono stati bravi i medici collegati a farmi sentire vicino a loro, in ambulatorio». Ok le lezioni, ma l’esame? Meglio guardarsi negli occhi o attraverso uno schermo lcd? «Sarò “freddo”, non so, ma anche l’esame è filato via liscio, un colloquio cordiale con la commissione, l’analisi del lavoro svolto… Insomma, forse sono stati talmente bravi che mi è sembrato un esame “normale”, per quanto di “normale”, da un anno e mezzo a questa parte, ci sia niente».

«BEH, È PUR SEMPRE UN ESAME...»

A distanza o in presenza, parlando di esame a fine corso, c’è chi comunque ha “sentito” parecchio l’appuntamento. Per esempio Marianna Tagliabue. «Questo è comunque un percorso postuniversitario importante e va affrontato di conseguenza. Non voglio certo stilare classifiche, però confesso che trovarmi di fronte due grandi professionisti come il dottor Fundarò e la dottoressa Russo, giusto per citarne due per me particolarmente importanti, mi ha dato l’esatta dimensione dell’importanza della mia scelta. Chiaro, in aula il contatto diretto è perfetto, però mi ha soddisfatto anche la modalità online: bravi i docenti, ovviamente, ma perfetti pure i collegamenti. Quanto all’esame, parlo per me ma credo valga pure per i miei colleghi, essendo laureati ne abbiamo superati tanti, però ogni volta provo la stessa sensazione». Niente da aggiungere: aveva ragione Eduardo, gli esami davvero non finiscono mai (di impensierire…). ◼

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