Voci - Numero 1 - Anno 7 - Amnesty International in Sicilia

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EDITORIALE di Chiara Di Maria

Attivisti pro-immigrazione con le mani pitturate di bianco partecipano alle dimostrazioni anti-G8 a Genova il 19 Luglio 2001 / Photo by SEAN GALLUP/GETTY IMAGES

Dal 19 al 21 luglio 2001 Genova ospitò il Vertice del G8, un incontro tra i governi delle otto nazioni più industrializzate. In quei giorni, oltre 200.000 persone presero parte a iniziative “antiglobalizzazione”, in larga parte pacifiche, nelle strade del capoluogo della Liguria. Alcune proteste degenerarono in atti di violenza, che procurarono danni alle persone e alle cose: in quei giorni Genova divenne teatro di aggressioni indiscriminate da parte di agenti di polizia verso manifestanti pacifici e giornalisti. A 20 anni di distanza, il G8 di Genova resta una ferita aperta. Verrà ricordato, come commentò all’epoca Amnesty International, come “una violazione dei diritti umani di dimensioni mai viste nella recente storia europea”. Ebbene, nel nostro Paese, a 20 anni di distanza, si registrano ancora episodi violenti e brutali da parte delle forze di polizia che abusano dell’utilizzo della forza e delle armi sia nei confronti di civili per la strada che nelle carceri e ciò accade nonostante le numerose (e reiterate negli anni) richieste alle autorità italiane di sottoporre a revisione approfondita le disposizioni applicabili alle operazioni di ordine pubblico, compreso l’addestramento delle forze di polizia impiegate durante le manifestazioni e la disciplina sull’uso della forza e delle armi da fuoco. 3

Si tratta di una revisione necessaria per rendere le forze di polizia adeguatamente equipaggiate e addestrate per l’impiego di metodi non violenti prima di ricorrere, quando strettamente necessario, all’uso della forza e delle armi da fuoco. Le forze di polizia devono infatti rispettare norme riguardanti l’uso di tali metodi ed essere sottoposte a un rigoroso meccanismo di accertamento delle responsabilità, attraverso la previsione di elementi d’identificazione individuale durante le operazioni di ordine pubblico. Appare opportuno precisare infatti che le forze di polizia sono attori chiave nella protezione dei diritti umani in ogni Paese. Hanno, tra le proprie responsabilità, quella di ricevere denunce su abusi dei diritti umani, svolgere le indagini e garantire il corretto svolgimento delle manifestazioni, proteggendo chi vi partecipa da minacce e violenze. Più in generale, il lavoro della polizia consiste nella prevenzione del crimine, nel mantenimento dell’ordine pubblico e nella protezione della popolazione. Per svolgere tale lavoro e garantire la sicurezza, le forze di polizia possono legittimamente restringere i diritti delle persone; in determinate situazioni, possono fare uso della forza e delle armi. L’applicazione e il rispetto della legge richiedono infatti che una certa capacità coercitiva possa essere esercitata. LUGLIO 2021 N.1 / A.7 - Voci


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