ARMAGEDDON

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Romano Amodeo

Armagheddon «A.Roma’, che dono!»


2 Scritto a Saronno, di ritorno da Belo Horizonte


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L’ultimo annuncio. Lunedì 25 agosto inizia questo mio ultimo libro, l’ultimo che scriverò nella mia vita. Tirerò la somma conclusione di quello che mi è accaduto vivendo in questo primo lato del mondo che ne ha due. Lo farò, per la prima volta assistito da un programma di scrittura automatica, per cui credo che il mio linguaggio scorrerà più fluido, perché riprodurrà esattamente il mio pensiero per come esso si svolge usando la parola detta. Nella conclusione della vita è sempre da farsi il punto conclusivo, cercando di descrivere l’esistenza trascorsa nelle sue varie fasi, per come essa è, per chi essa è stata condotta, sviluppata, articolata, per come si è giunti proprio a quelle fondamentali conclusioni. Questo è necessario soprattutto quando le conclusioni cui una vita giunge sono straordinarie, eccezionali, direi uniche come quelle cui è arrivata la mia. Infatti, pur essendo io una persona ragionevole e che fa uso della sua ragione quando assume i suoi giudizi, io sono arrivato a credere accaduta a me una cosa che in tutta l'esistenza del mondo, comprendendovi passato presente e futuro, accade una sola volta e ad un solo uomo: la discesa del Dio Padre e del Dio Spirito, sulla terra, per vivere in me in prima persona e realmente usando il mio corpo mortale. La domanda, immediata, che nasce allora dentro a chiunque si possa trovare nella mia unica condizione è questa e non può essere altra: “Possibile che stia succedendo e sia successo proprio in me?”. Io mi sono proposto questa domanda, però, solamente a 64 anni compiuti. Fino ad allora avevo percepito una straordinaria e impossibile capacità apparente, appartenente alla mia persona, di compiere cose assolutamente impossibili non solo a me, ma a tutti. Nella legge fisica – infatti – ci sono punti morti, domande che sono ancora irrisolte, senza soluzione. E a me, un architetto, proprio a me


4 poteva mai succedere che io risolvessi questi dubbi, superassi questi punti morti, arrivando a delle soluzioni così avanzate da non essere prese nemmeno in considerazione dal mondo scientifico? Sono soluzioni che, anche quando sono state mostrate in maniera esplicita al mondo scientifico, avevano in sé un tale avanzamento rispetto agli obiettivi presenti della scienza, da sembrare come dei salti in avanti, che scavalcassero tutta una serie di condizioni intermedie e di passaggi che dovevo esistere, e quindi apparivano come vere improvvisazioni e, più che opera di raziocinio, di una fantasia che facesse non della fisica, ma opera della fantascienza. Nel Newsgroup italiano di scienze fisiche, quando ho proposto le mie conclusioni, non le ho avuto accettate proprio per l'accusa rivolta a me di non esercitarmi nella scienza, ma della fantascienza. Ve lo riferisco per farvi capire come io avessi realmente fatto dei passi da gigante, presentando conclusioni ancora troppo avanzate rispetto allo stato attuale della conoscenza, troppo per essere creduto che operazioni veramente conseguite a passi regolari e scientifici, compiuti uno dopo l'altro, fossero state veramente fatte e non dei grandi balzi in avanti, della pura fantasia. Ciò è avveduto anche quando io ho dettagliatamente mostrato tutti i passi e i passaggi, nella giusta sequenza che portava a queste così avanzate conclusioni. Ebbene, lo stato attuale della conoscenza scientifica è tale che, pur avendo io ho indicato la sequenza perfetta di tutte le azioni che portavano a quei punti straordinari, la stessa sequenza non era poi riconosciuta come una serie di passi progressivi che portavano ai nuovi risultati. A me sarebbe toccato, dunque, di riuscire a compiere questi passi nemmeno riconoscibili in essi stessi, e la domanda ovvia per me era stata: “ma come è stato mai possibile? Come è possibile che io, un architetto, anche se sono una persona che ho studiato a modo mio la fisica, posso essere stato capace di tanto?” Io nel corso degli studi universitari di architettura avevo studiato gli argomenti scientifici sui libri, ma dopo avevo proseguito non più studiando sui libri, bensì nella mia mente, nella mia mente soltanto, che cercava di immaginare come fosse possibile, partendo da alcune posizioni precise, arrivare ad altre. Quindi io avevo realmente compiuto uno studio in relazione alla fisica, ma non uno studio per come si intende


5 sia lo studio, ossia la lettura di libri, di testi che permettessero una più approfondita preparazione culturale, tale poi da consentirle la capacità di giungere a determinare delle nuove scoperte. No i miei studi erano solo esercitazioni mie personali, compiute solo con la mia ragione, e che, sapendo dove collocare un obiettivo, cercavo di raggiungerlo compiendo tutti i passi necessari, secondo me, a compiere felicemente tutto questo cammino. Certo, questa è una esercitazione relativa alla scienza, ma non è uno studio fatto così come si intende che sia lo studio, non è approfondire la conoscenza degli altri per avere poi la necessaria competenza personale indispensabile a compiere questi passi. Il mio era il tentativo umano di arrivare a questo risultato usando semplicemente e solo quel bagaglio di informazioni per come erano esistenti nella mia memoria, quella di una persona che oramai aveva compiuto questi studi… diciamo così: “classici”, facendolo nel corso di studi universitari di architettura fatti ormai una trentina di anni prima e che erano rimasti nella mia memoria solo come un suo sottofondo. Tra l’altro negli esami che avevo dovuto superare e che avevano riguardato la Fisica, la Chimica, la Matematica io ero quasi sempre uscito come attraverso il classico “rotto della cuffia”, meritando dei 18 o poco più Di conseguenza la mia stessa preparazione universitaria in relazione a questi argomenti di scienza non era stata tale da determinarmi qualcosa che fosse in sé veramente ad alto livello e tanto importante da sopravvivere nella memoria per più di trent’anni. Così di fatto sprovveduto, come avrei potuto riuscire laddove stentavano ad aver risultati validi studiosi promossi negli esami di Fisica con 30 e Lode e che poi avevano fatto della ricerca lo scopo di tutta la loro vita. Così ragionavo perfettamente bene, se io mi domandavo: “Ma come è possibile che io abbia avuto questa capacità di compiere questi balzi in avanti di scienza e non di fantascienza?” Credo che siate tutti d'accordo con me che il giudizio espresso dai vari scienziati sulla impossibilità che io compissi realmente dei passi positivi fosse un giudizio assolutamente ben fondato! Quando Benito, mio fratello, si sentì rimproverato da me di aver


6 ricevuto il mio aiuto per tre mesi interamente spesi da me per sistemare la sua casa, mentre egli non aveva voluto mai spendere nemmeno un’ora per controllare ed aiutare il mio lavoro in fisica, essendo egli il laureato in Fisica e non io, Egli mi rispose: "L'ho fatto di proposito" e aggiunse "Dove potevi arrivare? Non avevi i laboratori, non avevi strutture, non avevi una preparazione tecnica appropriata! Dove poterli arrivare? Io di proposito non ti ho voluto incoraggiare a farti continuare a cercar di raggiungere quello che in nessun modo potevi conseguire. Tu stavi proprio perdendo anni di vita impiegati a raggiungere una possibilità che assolutamente non esisteva, per te!" Benito aveva pienamente ragione. Mio fratello non avrebbe avuto alcun motivo per non incoraggiarmi in un tentativo addirittura assurdo, considerati i miei mezzi. Ora, andando con la memoria a quei tempi, io capisco che aveva perfettamente ragione. Ma, ripensando a quello che è accaduto dopo, mi sono reso che avevo ragione anche io. Mentre infatti Benito confidava solo sulla mia capacità, io, che soprattutto stavo spendendo e avevo speso la mia vita interamente per far esistere Gesù Cristo, confidavo, senza nemmeno accorgermene, sull'aiuto divino dato a me da Gesù. Con l'aiuto di Dio, infatti, ogni incapace può divenire virtualmente capace di tutto. Io mi ero accorto – infatti – di questa grande capacità che, improvvisamente, era intervenuta della mia vita e mi aveva addirittura trasformato in una sorta di straordinario e impossibile "nuovo Leonardo da Vinci ". Nel 1993 ero stato al “Maurizio Costanzo show” e lì avevo pubblicamente espresso, a tutti gli Italiani, proprio questo mio dubbio: "Ma chi sono io? Un nuovo Leonardo?". Maurizio Costanzo l'aveva “buttata sul ridere”, mi aveva deriso con un certo qual garbo, ma era chiaro a tutti, era evidente a tutti che un uomo della mia età, se fosse stato un vero "nuovo Leonardo da Vinci "… lo avrebbe già dimostrato da molto tempo. Io invece uscivo così, all’improvviso, dall’anonimato con quella “sparata” che poteva essere accettata solo come una provocazione di cui sorridere. Anche a me sembrava paradossale che io potessi essere un nuovo Leonardo da Vinci… stavo evidentemente sbagliandomi. Solo 9 anni


7 dopo mi sarei accorto di essermi sbagliato in difetto e non in eccesso… perché mi sarei accorto di essere addirittura Dio Padre, e il Dio Spirito santo. Nemmeno un Dio solo, ma ben due. Quello che manca a Leonardo da Vinci per raggiungere la condizione di un solo Dio è uno spazio ancora superiore a quello che manca a un illustre sconosciuto per essere un Leonardo da Vinci. Figuriamoci poi quando uno è due Dio in uno solo! Ecco perché, all'inizio, io ho detto che la mia esperienza era unica! Solo uno, in tutta l'esistenza del mondo, può arrivare a dare corpo a quell'unico Dio che, se vive in una persona, vive in quella unica e sola in tutta quanta la storia dell'uomo. Voi direte: "e Gesù Cristo? Non era forse Dio? ". Io vi rispondo dicendo che: “Sì, Gesù Cristo era Dio, ma nella persona unica del figlio di Dio. In me Dio si è presentato nella persona unica del Dio Padre e del Dio Spirito santo. Così come in Gesù Dio si era presentato nella sola persona del Figlio che, salito in Cielo, avrebbe poi mandato il Padre Spirito santo”. Ora c'è una bella differenza, anche, tra il Figlio di Dio e il Dio Padre. Possiamo dire che tra il Figlio unico di Dio e il Padre di Gesù Cristo, c'è ancora più distanza di quanta ne possa passare tra un uomo normale e un Leonardo da Vinci. Infatti il Figlio di Dio è, per sua stessa dichiarazione, chi è stato mandato dal Padre a illustrare le Paterne ragioni. Le ragioni del Figlio Gesù sono le ragioni di Dio in funzione del loro essere le ragioni del Padre. Solo il Padre è chi decide tutto, solo il Padre prepara per il Figlio Unico prediletto e i Figli tutti il loro mondo limitato, delimitato, protetto. L’Unico Figlio prediletto da Dio vive, assieme a tutti gli altri figli di Dio, in una condizione protetta, in un mondo costruito apposta per i figli, cioè affinché facciano la dovuta esperienza. I figli devono compiere la loro preparazione per la vita. Lo scopo per cui è stato costruito il mondo dei figli è quello di consentirgli di prepararsi per il momento successivo, in cui ogni figlio


8 possa divenire Padre, possa assumere il risultato di tutta la sua esperienza per passare di ruolo, per cominciare a poter essere finalmente libero di gestire infine la sua possibile e matura paternità, nei confronti dei suoi futuri eredi. Questa è la differenza sostanziale che passa tra il mondo dei figli e il mondo del Padre. Infatti il mondo del Padre è quello volto a costruire per i figli questa condizione protetta. Possiamo fare un esempio, facile da capirsi. Il mondo del Padre e simile a quello del mondo di un Alessandro Manzoni, il quale ha una serie dei figli, scaturiti tutti e solo dalla sua immaginazione, e sono Renzo, Lucia, Don Abbondio, l’Innominato… personaggi buoni e cattivi, che devono essere inseriti in una storia delimitata che questo autore poi chiama “I promessi sposi”. In questa storia ogni figlio riceve dal Manzoni ogni cosa: pensieri, parole, opere e mondo intero. Tutti gli accadimenti di questo mondo sono già configurati tutti quanti, dalla fantasia e dall’attività di Alessandro Manzoni, che gli dà vita grazie al dono del suo stesso tempo. Egli considera le prerogative personali concesse ai vari Renzo, Lucia e a tutti gli altri. Ciascuno di essi è immaginato con un suo carattere fondamentale. Questo carattere in un certo senso condiziona il modo con il quale poi l'autore lo farà esistere. Un personaggio voluto in questa opera come un personaggio buono avrà questa condizione della bontà come un attributo suo che incide sull’operato del Manzoni quando egli deve pensare per lui e agire per lui. Allora l’Autore dà spazio ai suoi pensieri, alle sue parole, alle sue opere e all'esercizio della sua libertà, e questa libertà, del personaggio, si esprime attraverso le scelte apparenti del personaggio. Messo di fronte ad un dilemma, se fare questo o fare quello, il personaggio sembra liberamente scegliere, ma non è davvero lui, in fondo, chi liberamente sceglie. Chi sceglie per conto suo e poi attribuisce alla libertà della sua creatura quella scelta, è il Manzoni. Così la scelta libera del personaggio appare libera, ma è tutta condizionata interamente alla scelta per conto suo del Manzoni, ed è dunque una scelta che gode di una libertà secondaria. Così succede che un cattivo influenza con la sua natura il Manzoni


9 quando l’Autore lo deve far esistere e - per farlo - deve calarsi il lui e vivere personalmente tutta la sua cattiveria. Quando il Manzoni farà essere il malvagio, sarà dunque anche egli condizionato da quanto ha conferito al personaggio, al punto che il suo carattere costringerà l’autore stesso ad assumere anche i pensieri malvagi, i desideri torbidi e tutte quelle condizioni che, in un certo senso obbligheranno il Manzoni ad essere come non vorrebbe e ad escogitare malefatte. Lo scrittore di un libro giallo, in cui si esegue un delitto perpetrato da una mente diabolica, costringe l’Autore a impersonare quella mente, e per lui è fuorviante, perché di certo non si compiace di vivere quello stato. Eppure anche l’assassino è il necessario figlio di uno scrittore di libri gialli e suo Padre fornisce tutto anche a lui: pensieri, parole ed opere. Per ogni Autore che si rispetti, deve poi trionfare il suo ideale. Per il nostro Creatore, per di più, deve vincere anche l’amore e il nostro Padre del Cielo è stato descritto da Gesù come il Buon Seminatore, che destina il buon seme della sua immaginazione, a far esistere figli buoni e figli cattivi. Egli però, a differenza di ogni creatore umano, darà modo ad ogni seme buono di portare il suo frutto, sia che fosse caduto sulla strada, sia tra le pietre, sia tra le spine, sia nella terra buona. E questo perché tutti i figli, buoni e cattivi, sono stati decisi tali proprio da Dio, ed Egli non può caricare loro le colpe del personaggio che hanno dovuto interpretare, e solo per imposizione del Padre e non per loro libera scelta. Dio potrà anche mostrare l’esistenza dell’Inferno. Ma in esso non manderà in eterno i Figli interpreti di quel personaggio, ma solo il personaggio, perché consentirà ad ogni figlio di uscire a poco a poco da quel personaggio. Il nostro mondo è infatti un'opera particolare, è un mondo che è stato costruito dal Padre appositamente per il bene di tutti i figli e, attraverso di essi, di Dio stesso.


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Il mondo dei figli. Ora, in un mondo in cui tutti siamo figli di questo Padre nostro che sta nei cieli, il nostro ambiente, il nostro universo è il luogo costruito apposta per i figli. Gesù Cristo è generato dal Padre come l’esempio fulgido che esiste per tutti i figli: egli è l’unico nel quale il Padre si è visto compiutamente realizzato e rappresentato. Quando Gesù si battezzò e i cieli si aprirono e si udì la voce “questo è il figlio mio prediletto di cui mi sono compiaciuto” tutto ciò fu coerente a quello che sto dicendo e che è la rivelazione diretta che il Padre dell'opera fa a tutti i figli inseriti nell'opera, dicendo loro chiaramente che il Padre entra in un Figlio come tutti i figli e quel Gesù è il solo prediletto così tanto da Dio, da avergli concesso le divine capacità che altri non hanno avuto, di poter fare tutto. Questa capacità personale è la prerogativa del Dio Padre onnipotente. Infatti, nell'opera scritta per i figli, accade tutto ciò è solo quello che il Padre vuole che accada. E allora, quando il Padre proietta la sua esistenza nel figlio in cui si predilige, assume in lui la condizione di un Figlio Unico, che ha ricevuto dall’unico Signore, attivo come un Padre, l'incarico di far capire, in questo mondo di figli voluti buoni e cattivi, come il Padre dia certamente vita a tutti, ma abbia poi le sue idee e i suoi gusti precisi: egli ama il bene, lo vuole e dispone affinché esso infine vinca e dimostri in tal modo tutta la sua divina capacità di risolvere secondo il suo disegno tutte le situazioni esistenti nel mondo. Così Dio Padre, per dimostrare questa capacità paterna in un figlio voluto come tutti gli altri sotto il profilo fisico, gli dona le capacità paterne di cambiare a suo modo la storia del romanzo e di compiere prodigi. Questo figlio cammina sulle acque, comanda sugli agenti atmosferici e fa cessare le tempeste, porta dall'altro mondo a questo alcuni morti, rigenera parti del corpo consumate dalla lebbra. Egli mette tutte queste capacità prodigiose in un unico Figlio perché esse devono dimostrare a tutti gli uomini che questo nostro mondo, che in apparenza sembra condotto da uomini capaci di fare tutto, in effetti ha in loro degli


12 incapaci. Esiste infatti un suo unico e solo creatore, ed è onnipotente. Se questo nostro mondo fosse quello de “I promessi sposi”, e noi fossimo come Renzo, Lucia e tutti gli altri, dobbiamo poter arrivare a capire che abbiamo a monte un nostro Alessandro Manzoni, che sta formando di sana pianta per ogni personaggio la sua vita, la sua capacità, il suo futuro. Dunque il compito fondamentale che i figli devono avere, prima ancora di quello di pensare alla loro vita, è di sapere che essa è tutta condizionata dal volere del solo e vero Padre. Pertanto, se desiderano cambiamenti della loro storia, non devono affidarsi esclusivamente alla loro capacità, ma al volere del Padre, come di questo solo Manzoni che è il solo arbitro del suo libro. E allora Gesù consiglia a tutti di pregare il Padre, ma intanto dice anche che quello che poi occorre loro è già noto al Padre, che ha già previsto tutto per il loro bene, per cui si fidino di Lui. Gesù stimola alla preghiera fatta a Dio perché vuole che tutti capiscano che è tutta opera Divina. Continua a insistere su questo argomento e racconta che la bellezza di un giglio esiste senza che il fiore semini o ari il suo campo. Esso è voluto da Dio ed è più bello di qualsiasi gemma esistita nella reggia di un gran re. E quando il Cristo dice “Non potete aggiungere un solo momento alla vostra vita e i vostri capelli sono tutti contati”, egli insiste su questo modo di essere, di ogni cosa, nella piena dipendenza dal Padre. Il Figlio unico prediletto in tutto cerca in tutti i modi di far comprendere a tutti che esiste un destino insormontabile che sta tutto nella volontà del Padre. L'uomo crede di essere libero, ma questa libertà è condizionata interamente al volere del Dio unico che gliela dona. E allora l'uomo, in questo suo sentirsi libero e padrone così della sua libertà, se desidera ottenere veramente qualcosa, bussi al Padre e Dio gli aprirà. Occorre la fiducia assoluta in Dio, perché Egli è un Padre buono, misericordioso, che conosce il bene vero di ogni figlio e a ciascuno lo dà in modo assolutamente gratuito. Ecco, tutto l'orientamento che il Figlio dell’uomo dà ai fratelli è rivolto a far loro comprendere che tutto dipende dalla volontà del Padre, anche la loro volontà. Anch'egli, pur essendo il figlio prediletto di Dio e


13 dunque avente la stessa intenzione del Padre, anche egli dipende interamente dal volere di Lui. Così, quando mancherà poco alla sua esecuzione e a quell’agonia che per il figlio Gesù sarà terribile, egli suda sangue dell'Orto degli Ulivi. Vorrebbe non bere questo suo così troppo amaro calice, ma ancora una volta dice: "Non la mia volontà, Padre, sia fatta la tua!". Sto cercando di farvi capire come la preghiera consigliata da Gesù non sia finalizzata all’ottenere secondo le cose richieste, perché questa necessità non esiste, giacché il Padre sa meglio di ogni figlio le sue vere necessità, ma a fissare chiaramente nella mente di ciascuno che egli è solo una Creatura, interamente parte di un supremo disegno che è perfetto, in termini qualitativi e ancora perfetto nel senso di già perfezionato. All’uomo resta solo da vedere e condividere, accettando la Divina provvidenza e in tal modo salvando la loro anima. Per raggiungere questa salvezza la cosa fondamentale è di abbandonarsi con fiducia nelle mani di Dio Creatore. Ma l’uomo è di dura cervice per stessa volontà di Dio, tanto che le lezioni che debba ricevere siano continue e di tutti i possibili tipi. Lo stesso Padre Nostro, era stato così espresso da Gesù: “Padre Nostro che sei nei cieli, è santo il tuo nome, viene il tuo regno, è fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Ci dai oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci induci in tentazione ma ci liberi dal male.” La preghiera non era un auspicio, espresso con i “sia santificato… sia fatta… dacci… non indurci…”, ma un riconoscimento, espresso con i “è santo… è fatta… ci dai… non ci induci…”. Ma la “dura cervice” voluta anche per gli Apostoli da Dio Padre, li ha portati ad esaltare il loro ruolo, esaltando la loro volontà nei confronti di quella del Padre, come se Dio avesse bisogno dei loro auspici. Dio non ha bisogno che l’uomo “voglia santificare” ma che egli riconosca che Dio è “è santo” e che “è fatta la sua volontà” perché è questo il modo di essere divino e quanto accade grazie alla sua onnipotenza. L’uomo è accoppiato a Dio come lo sono Padre e Spirito santo, e


14 non può esercitare nessuna opera senza compiere ciò in Comunione, essendo l’uomo solo come l’immagine riflessa di Dio. Una immagine che è assolutamente condizionata al volere di Dio. A questo fine doveva essere vissuta la preghiera: al raggiungimento consapevole di questa unione assoluta tra Dio che dispone e l’uomo che agisce solo come chi si rispecchia nel Creatore e, grazie al suo essere, esiste in questo modo assolutamente subordinato, vivendo di riflesso.


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Il Padre nel mondo dei figli. Ecco allora che quando il Padre viene personalmente al mondo, non ci viene come il Figlio, che dipende dal Padre, ma proprio come chi scrive tutta la storia. Ci viene però anche da figlio, ossia come chi è inserito anche in quanto tale nella storia dei figli e del loro mondo. E ci viene nello Spirito santo dell’assoluta trascendenza di ogni cosa rispetto a questo mondo di uomini assolutamente delimitati. Lo Spirito santo di trascendenza è quanto porta il Padre a poter trascendere ugualmente da questo mondo, pur se vi si è imprigionato, e lo porta poco a poco a comprendere il mondo posto sopra a quel suo disegno e che appartiene alla sfera del Padre che ne decide tutto l’ordito. Lo Spirito santo è chi raccorda con ogni rigore l'opera creata all'essere sommo del creatore. Si esprime nel nostro mondo come la Verità. Nel caso specifico, lo Spirito santo porterà infine il Padre, disceso come ogni uomo comune nel nostro mondo, a riconoscersi, ma solo dopo un intero periodo di tempo, costituito da 64 anni, volutamente pari alla potenza di 1+1 elevato a 3+3. Questo perché è in gioco la Potenza del Dio Uno e Trino, ma che ha alla sua sorgente la coppia divina Paterna data dal Padre e dallo Spirito santo (divino modo, quest’ultimo, dell’essere di Nostra Signora). Pertanto è sulla base della sostanziale coppia Padre e Madre, Signore e Signora, che si realizza la potenza 3+3 della stessa coppia. Saranno 64 anni indispensabili alla “presa di coscienza” dell’uomo comune, un peccatore, di “essere Dio Padre e Dio Spirito santo”, anni costruiti con il dovuto criterio scelto da Dio, a maturare quella “presa di coscienza” sulla base della potenza trinitaria della Coppia genitrice, a quel punto, anche del Figlio: il Dio UNO = 1/1, impostato sul fondamentale DUO, consapevole di se stesso e collocato in un Figlio. Riconosciutosi come il Padre e Spirito santo, questo nuovo Figlio dell’uomo potrà completare quello che non aveva potuto compiere e completare il Figlio dell’uomo Gesù. Gesù non aveva potuto superare, se non idealmente, il suo stesso ruolo di figlio.


16 Tra Padre, Figlio e Spirito santo, esiste una differenza, anche se quanto è diverso è riferito ad una cosa sola. La diversità sta proprio nel ruolo, perché il figlio è subordinato ad Padre, ma in presenza dello Spirito santo il cui ruolo è di riunire Padre e Figlio in una sola unità dinamica, diversa però nei suoi due opposti versi di possibile percorrenza. In questa linea attiva, il Padre provvede al Figlio, ma mettendosi a servizio del Figlio perché sia a sua volta il Padre. Padre e Figlio sono nella stessa linea dell’essere, ma con i ruoli diversi di uno che decide per l'altro, nel bene vero per l'altro che si attua mettendosi a servizio dell'altro. Il Padre domina come uno straordinario servitore del Figlio, tanto che gli crea tutto il mondo, gli crea tutta l'esistenza. Quando il Padre viene al mondo, pertanto, non vi giunge come un dominatore, ma come un assoluto servitore, senza ruoli di comando. Sarà inserito nel mondo con il solo fine della sua esistenza e sopravvivenza. Infatti il Dio creatore crea (per ogni persona ma anche per tutta la storia dell’umanità) un suo possibile momento finale, una sua possibile Apocalisse, nella quale tutta l'esistenza del mondo sia infine condizionata alla verità dell'esistenza del Dio Creatore. Se non esistesse il Padre non esisterebbe nemmeno tutto il mondo creato da lui. Di conseguenza, sotto il profilo escatologico, il Creatore e la sua terrestre umana creazione arrivano a questo momento finale e decisivo, in cui il mondo, interamente creato dal Signore dell’esistenza e della vita sulla terra, è messo in crisi totale, per un momento finale della possibile fine dell'esistenza reale di tutti i figli creati sulla Terra. E allora il Padre, sceso sulla terra per servire alla vita dell'uomo, deve dimostrare (e vuole farlo) che questo sarà il suo fondamentale apporto: egli in persona servirà ad impedire la fine della sua stessa opera. Lo farà, per chiarezza, dimostrando che il mondo non finisce, né il mondo né i figli, ma soltanto perché il Padre questa volta servirà, con la sua vita, alla vita del mondo e ne impedirà la fine. Egli metterà in atto una ideale bilancia e su un piatto metterà la sua vita reale e sull’altro quella di tutta l’umanità. Ciò fatto, farà pesare nel modo giusto la sua personale morte e grazie ad essa salverà la vita di ogni uomo.


17 Questo è lo scopo finale e fondamentale della venuta del Padre. Egli è il Creatore, il creatore di tutto, ma lo è solo per servire amorevolmente tutti i suoi figli. Li ama con l'estrema ed assoluta abnegazione dell'amore per se stesso. Egli ama i figli e dona loro la sua vita, per preservare la possibilità della loro. Lo fa come Egli lo mostra realizzato da qualsiasi creatore umano; anche il Manzoni dona la sua vita a far esistere il romanzo de “I promessi sposi”. Ecco, il Padre deve dimostrare “con i fatti reali” questo amore per i figli, che sia superiore all'amore per la sua vita. E allora dona a se stesso una vita in questo mondo e poi la pone sul piatto della bilancia; da una parte la sua vita, dall'altra quella di tutte le sue creature. Cosa farà il Creatore? Prediligerà la vita umana concessa a se stesso oppure quella di tutti gli altri che dipendono da lui? La risposta che il Padre desidera assolutamente dare è questa: io prediligo la vita dei figli alla mia. Come il Manzoni quando non si dà alla pazza gioia ma impegna il suo tempo nel creare la sua opera umana in cui fa vivere gli altri, così vuol fare il Padre che è in me, in questo Romano Amodeo che vi sta parlando: egli predilige la vita di tutto il mondo creato da lui alla sua stessa vita, di lui Creatore. Romano Amodeo, infatti, dopo di essere vissuto nell’impossibile impegno di “dar corpo a Dio”, ora vuole che questo suo corpo “dato a Dio” muoia, e proprio nella divina tensione di un Dio Padre che voglia sacrificarsi nel suo corpo umano per far esistere e perpetuare la vita corporea altrui su tutto il mondo, nell’imminenza della possibile catastrofe che l’apostolo San Giovanni aveva chiamato Apocalisse. Dio, infatti, è venuto in questo “personaggio”, di nome Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo (sei nomi come il Duo Trinitario di Padre e Spirito santo) al quale non ha concesso nessun privilegio. Al contrario si è calato in un uomo giudicato Reo, Rio, accettando di avere per sé in lui delle condizioni che tutti giudicherebbero assolutamente inaccettabili. Con ciò avrebbe dimostrato di non essere venuto per ricevere ringraziamenti o ovazioni, ma per servire umilmente una umanità che non avrebbe riconosciuto in lui niente di buono. Sarebbe stato vittima di tutte le possibili ingiustizie, da parte di uomini, istituzioni e della stessa


18 Chiesa Cattolica, dalla quale sarebbe stato giudicato (dai suoi sacerdoti su, su fino al Papa) uno che poteva anche morire, essendo in fondo riconosciuto solo come un povero di spirito e mentecatto che nessuno aveva interesse a salvare se - per far questo - doveva piegarsi “a forza” a fare quello che Gesù aveva ordinato loro. Giunto Dio a questa umana stazione, avrebbe “preteso con forza” dalla sua Chiesa la sequela al vangelo di Amore del Figlio, altrimenti “non avrebbe mangiato più che l’Ostia del Figlio fino a morire”. E la Sua Chiesa, messa di fronte esattamente alla “morte di Dio”, nella morte di un riconosciuto povero di spirito, si sarebbe sentita “ricattata in Cristo!” e gli avrebbe detto chiaro-chiaro: “E muori!” Gli avrebbe risposto così un Parroco (Don Luigi Carnelli) e di fatto il Vaticano governato da due Pietro. Giovanni Paolo II non avrebbe nemmeno risposto ad una richiesta di “pura misericordia umana” fatta da 4 sacerdoti e 460 persone e Benedetto XVI non avrebbe nemmeno risposto a tre lettere del giornale “Il Centro”, di Pescara, che gli segnalavano che “una pecorella smarrita stava morendo di fame nell’attesa che il Buon Pastore la cercasse”.


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Il Padre non cerca lodi. Tutti gli uomini credono che Dio Padre ami d’essere notato, ringraziato, supplicato e venerato; pensano che Egli abbia fatto il tutto per ricevere la gratitudine umana, per essere stato l’uomo oggetto di amore e di creazione… e così lodi Dio! Non è così! Dio Padre non ha bisogno e non cerca Lodi, preghiere, atteggiamenti che siano ossequiosi verso lui perché è il Potente Creatore. Dio Padre sa che ogni preghiera, ogni lode, fatta dall'uomo solo perché si sente inferiore a Dio e sa che tutto dipende da lui, è un atto mirato solo al personale tornaconto. Ogni Padre di questo mondo non crea i figli per essere lodato da loro, ma solo perché ama di proiettare in loro stessi tutta la sua vita, e lo fa gratuitamente, senza chiedere nulla, se non il rispetto della verità. Che Padre sarebbe mai se concepisse i figli solo affinché poi trascorressero interamente la loro vita con gli occhi puntati sul padre e intenti solo a trascorrere la loro vita interamente per ringraziarlo, pregarlo e venerarlo? Dio non vuole che i Figli vivano per lui, ma per loro stessi, e li vuole rendere indipendenti! Pertanto chi concepisce che lo scopo ultimo dell’uomo sarebbe la Preghiera e la Lode a Dio, non conosce Dio Padre! Gesù lo disse: “non perdetevi in tante parole”. Chiedete a questo punto perché le apparizioni della Madonna invitino invece sempre e solo all’adorazione, alla preghiera, alla incessante tiritera dei Rosari? Accade perché la Madonna, al contrario del Figlio, per il suo amore verso Dio, vuole a sua volta dare a Lui tutta la sua vita, e va oltre l’abnegazione del Padre per se stesso, e cerca a sua volta di superarla, nell’amore gratuito tutto offerto per la vita dell’Altro, il suo Sposo. E’ una gara sublime, in cui ogni distinta parte vuol farsi serva dell’altra. E tira in gioco il diverso ruolo esistente tra la Madre e il Padre. Chi lotta per l’uguaglianza dei sessi trascura il ruolo specifico caratteristico di ciascuno dei due. Il maschio, nella lotta per la vita, è un


21 esercito di possibilità, tutte in lotta tra loro, per raggiungere l’unico obiettivo della fecondazione di un ovulo. La sua caratteristica è l’intrapresa, la decisione, la lotta, l’iniziativa. La donna sta solo in attesa, con il suo ovulo, dell’iniziativa maschile. Per cui quando è lei che prende l’iniziativa e va in cerca dell’uomo e del compagno, ella snatura la sua vocazione profonda. Nelle questioni normali della vita, maschio e femmina sono uguali per intelligenza e capacità, ma quando si legano assieme, per costruire una famiglia, l’ordine naturale stesso suggerisce che uno solo scelga, e a questo ruolo è deputato l’uomo, reso dalla stessa natura più intraprendente, più risoluto. La donna sceglie con più fatica, perché l’amore uguale per tutti i figli le impedisce di badare ad altre ragioni. La donna ama di più, è più fedele, abbraccia tutti nel suo grembo, perché la stessa natura la predispone a poter accogliere ogni seme che la cerchi. Pertanto, a livello divino, la Madre di Dio supera Dio stesso, nel suo amore, mentre Dio Padre è più determinato nel suo scopo Creativo. Così Maria SS nella sua vita non si mosse per determinare scelte, ma si dispose ad essere la Madre di tutti, che ama tutti e che nel corso dei secoli ha evidenziato questo amore correndo lei a rincuorare l’uomo e a confortarlo. Ma quando Essa chiede Rosari, e sembra che Essa stessa “voglia essere pregata incessantemente” (perché si sono 10 Ave Maria per ogni Padre Nostro e Gloria alla Trinità), Ella non sta cercando preghiere, ma la disponibilità del cuore ad accettare il volere di Dio. Ed esso non sta nei Rosari, ma nel Rosario stesso fattosi uomo. Sta in Dio Padre disceso in un RO di SA, un R. nel suo IO. Sta nel Dio venuto al mondo in Romano, nato a Salerno, e giudicato RIO, reo, colpevole al punto da non essere considerato attendibile da nessuno. E’ Dio che si è castigato il lui così ed il rimedio contro questo castigo, di chi si è sottomesso e si è fatto assolutamente trascurare, è di non più trascurarlo e castigarlo più. La Madonna che invita all’assidua recita del Rosario in verità incita a considerare il nuovo Verbo del Padre disceso a Salerno, nell’IO di Romano. Anche la Madonna, guidata dallo Spirito santo trascendente che in lei incarnò il Verbo, si rivolge all’uomo nel modo TRASCENDENTE


22 dello Spirito santo, che con alcune parole terra-terra ne rivela altre SUBLIMI e TRASCENDENTI. La Madonna vuol superare la scelta di Dio che si è calato nel mondo in modo assolutamente oscuro, e che non cerca nulla per se stesso ma vuole offrire solo in dono a tutti l’estremo servizio dato colla rinuncia alla sua vita. E incitando al Rosario lo fa. Ma lo fa non compiendolo in quel modo reale che, se fosse così, violerebbe la TRASCENDENZA cui ella stessa è legata come Sposa. Pertanto anche Nostra Signora non spinge col suo incessante Rosario a lodare Dio ma solo ad ascoltarlo sempre! Signore e Signora vogliono solo la libertà dei figli, perché è in tutti essi che Essi proiettano tutta la loro vita unitaria! Tutti i Genitori vogliono solo che ogni figlio viva infine liberamente la sua vita e non che stia sempre attaccato alla gonnella della madre a pietre favori! Il Padre, però, è più imparziale della Madre, la quale, essendo mamma, con l’amore oltrepassa anche la giustizia. Il Padre è più consono alla “via di mezzo” del Buddah. Per questo la stessa Madre è sostituita dallo Spirito santo della Verità, nella sua espressione divina. Le resta quella più “umana” della Sposa che, non dovendo decidere, perché decide lo Sposo e lo fa con Verità, lei può indulgere come “avvocata nostra”. Il Padre, invece, deve dirigere la famiglia e lottare per la vita, affrontare come ogni padre sia il male, sia il bene, senza che un amore eccessivo impedisca le possibilità di bene insite anche nel male. La “via di mezzo” del Buddah è nel senso di un compromesso che però è divinamente compiuto nello Spirito santo della Verità che tutto serve per il bene: sia il male, sia il bene. La Madonna invece “umanamente” soffre quando un figlio prova male. Anche il Padre soffre, ma Egli va oltre questa sua stessa sofferenza, perché se nell’esistenza non ci fosse una lotta da condurre e da vincere, cesserebbe la molla stessa che la rende appetibile, bella e interessante. Pertanto sta nella stessa natura del Padre che tutto sia mobilitato a raggiungere il fine estremo, senza pietismi, senza sopravvalutazione del dolore, del male, e di tutti gli altri aspetti negativi che devono esserci nella vita per il bene stesso della vita.


23 La differenza tra Padre e Madre potete vederla in una famiglia in cui, quando c’è da fare la voce grossa, sia chiamato in causa il Padre. Egli è meno vicino al benessere momentaneo dei figli, di quanto lo sia la madre. E così è anche in relazione a Dio, perché Dio è la sublimazione dell’IO da Dio stesso donato all’uomo, per vivere in essi. Solitamente, nella famiglia, un Padre è più schivo di baci e abbracci, di quanto non lo sia la madre. E’ lei che ha portato il figlio nel suo grembo, lei lo ha allattato, e quel gesto le dava anche piacere sessuale, legandola al figlio come una amante. Pertanto così è anche la Madonna: è l’amante dei suoi tanti figli. Dio padre invece non ama le smancerie, bada al sodo. E il sodo non è lui, sono i suoi figli. E allora proprio non interessa, al Padre, più di tanto, che un figlio impieghi la sua vita rivolgendosi indietro, a lui. E gli mostra la faccia seria, stimolandolo alle cose della ragione, affinché non prevalgano oltre il dovuto le ragioni del cuore. A sua volta il Figlio Gesù dimostra di vivere e voler vivere nel disegno del Padre che lo ha mandato, ma poi insegna a tutti il suo punto di vista del Figlio di Dio, che fa la volontà del Padre. La fa però nel modo caratteristico ad ogni figlio, così egli si occupa alla libertà che il Padre gli concede, concede a tutti, e cerca di orientarla al bene. Non è il bene di questo mondo, perché qui chi ama la sua vita la perde e solo chi la perde la ritrova davvero. Gesù lo indica chiaro che solo nel mondo che segue alla morte vi sarà la vera libertà. Non ostante ciò, esprime tuttavia sempre il punto di vista del Figlio che opera nel disegno del Padre, e che lo supera senza però trascenderlo del tutto. Egli sa che per lui tutto dipende dal Padre, e resta con lui, in preghiera, più che può, per assumere lumi, forza e tutto quello che gli serve a condurre da Figlio la sua esistenza nel mondo dei Figli. Dunque Gesù, allo stesso modo di sua madre, ha un occhio privilegiato e attento per tutti gli uomini del mondo, ai quali dice di affidarsi a lui Buon Pastore… delle sue greggi avute dal Padre. Gesù sa benissimo che il compito dato da Dio Padre a lui è di curare le pecorelle della casa di Israele. Non disse il falso alla Cananea. E questo è così perché Dio Padre ha molti figli.


24 Gesù è il solo di cui il Padre si è compiaciuto appieno, essendosi riconosciuto in lui al 100%. Ma ci sono poi anche altri Figli, nei quali pure il Padre si è compiaciuto, ma non così nel modo UNICO che ha avuto con Gesù. Ci sono i greggi lasciati ai tanti profeti di tutte le religioni del mondo. Ciascuna lo ha chiamato in modo differente, ma Dio Padre è il Padre di tutti e il padrone di tutti i differenti greggi. In tal modo la Madonna, Madre di Cristo, è assolutamente legata al Gregge consegnato al Cristo. Ma questa sua essenza comprende anche tutte le altre forme con cui l’uomo ha sempre celebrato la Maternità divina. Era Argiva, trapiantata a Paestum, aveva l’abbellimento di fiori di melograno, ed oggi in quel luogo, divenuto una Chiesa Cristiana, è la Madre di Gesù ad avere quei fiori, nella Chiesa della Madonna del Granato. Quello che soprattutto diversifica il Figlio dal Padre sta nel fatto che il Figlio giace nella storia scritta dal Padre, mentre il Padre la sovrasta. In tal modo, mentre il Figlio lotta contro i Demoni e li scaccia dalle persone invasate, il Padre si avvale dei Demoni per compiere tramite loro il cosiddetto “lavoro sporco”. In tal modo, mentre il Vangelo del Figlio punterà a far voler vincere il bene, impersonando la lotta tra il bene e il male, il Vangelo del Padre punterà a “smantellare” questa lotta per rivelare che essa è stata decisa da lui, e eliminare di sana pianta il peccato che invece il figlio solo perdonava. Smantellare significa eliminare dalla radice, come mai fatto. Significa un tale dominio sul mondo da farlo REGREDIRE con autorità assoluta fino al momento iniziale in cui Satana ancora non si era ribellato a Dio… nel Disegno fatto da Dio. Pertanto Dio Padre insegnerà in che modo fa davvero ritornare tutto alla condizione iniziale, facendo rientrare ogni gesto ed ogni intenzione umana nel campo solo delle cose che esistono in potenza e non in realtà. Il Figlio, a differenza del Padre, vive nel disegno e cerca di operare sui fratelli affinché sia assunta e vissuta in sé la logica di quel libro, alla luce delle intenzioni paterne. Pertanto egli non indica chiaramente che la vita dell’uomo si dissolverà e ritornerà nella condizione di non essere mai esistita. Egli


25 deve cercare di dare un senso eterno a questa vita e non di renderla vana. Gesù la valorizza, anche se afferma poi chiaramente che la funzione di questo mondo è solo come una pura premessa al Regno dei Cieli. Anche gli esempi che fa riguardanti il regno dei cieli non sono mai dati per indicare la vanificazione di tutta la vita reale, anche se, badandoci bene, lo rivela quando paragona il regno dei cieli ad una perla. Un mercante la trova e allora vende tutto quello che ha e la compra. Oppure è come un tesoro trovato in un campo. Chi lo trova lo seppellisce nuovamente, va, vende tutto quello che ha e compra quel campo. Sia in un caso, sia nell’altro, prima dell’acquisto Gesù dice chiaro che occorre privarsi di tutto quello che si ha, per comperare la perla o il campo. Forse avrà anche spiegato con chiarezza agli apostoli che questa vita sarà fatta sparire, sarà tolta interamente di mezzo, ma nessuno degli Apostoli lo ha poi capito. Infatti è restata in tutti coloro che sono contenuti nel libro scritto da Dio che il Signore rispetta l’intervento libero dell’uomo. “Cosa fatta capo ha”, resta in eterno, tanto che poi Dio perdona o castiga e premia… Dio chiederebbe all’uomo di Convertirsi e non Convertirebbe egli la dinamica di un mondo in costruzione, portandolo alla progressiva vanificazione di tutto quello che prima sia apparso come fatto. Ma è assolutamente difficile, visto il mondo dei bambini da parte dei bambini, arrivare ad immaginare il mondo degli adulti. I bambini vedono nel Padre un direttore severo che anche punisce quando occorre, e non possono arrivare a congetturare un mondo in cui non ci sia più la paterna punizione quando un Figlio a sua volta diventa Padre e si libera dell’autorità su di lui di suo Padre. Questi figli che vedono inevitabile il giudizio del Padre sono figli che non hanno capito che quando sarà il momento giusto diverranno Padri e non avranno più quel Severo Giudice su di loro. Pertanto il Cristianesimo, religione impostata sui Figli, necessitava dell’aggiornamento. Il primo fu operato mediante l’Islam, che recuperò l’idea che Dio è il Padrone e il Figlio Prediletto è solo un Figlio. Per superare senza violentare il Cristianesimo, costruito su un Figlio autorevole solo perché “mandato” dal Padre, doveva venire solo il Duo Paterno del Cristo, del Padre e dello Spirito santo.


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Il Buon Seminatore paterno. Dio Padre sa che deve far esistere tutte le condizioni possibili ed immaginabili perché è onnipotente e, come il Buon Seminatore descritto nel Vangelo, egli semina ovunque, anche dove sembra che non ci sia possibilità alcuna! Per far esistere la suprema lotta, tra il bene il male, egli deve far esistere entrambi, e lo fa perché attribuisce a ciascuno il suo compito. Chi è stato voluto come strada ha il compito della strada che sembra non dar possibilità alcuna al buon seme, mentre chi è stato creato come il campo ha il compito di portar frutto. Dio Padre cura l'attuazione di tutte le possibilità, perché se esistessero solo le possibilità positive non sarebbero più positive. Esse infatti sono positive solo in relazione all’esistenza di quelle negative. Dio Padre crea un mondo relativo in cui la fondamentale relazione esiste tra il bene il male… ove il bene è il superamento del male. Per cui se non è prefigurata la condizione del male non si può nemmeno ottenere quella del bene. Se la condizione del male sta in un cattivo, l'ideale suo non potrà certo essere il ringraziamento per Chi l’ha fatto così. Ecco allora che intanto il Padre non punta, su questa terra, ad essere lodato dai malvagi. Così se avesse creato i figli per esserne lodato avrebbe già escluso da questa reale possibilità tutti quelli che ha dovuto creare come cattivi per far rifulgere i buoni. E allora, per un senso di basilare giustizia, Dio non crea i figli per cercare la lode: creerebbe privilegi indebiti tra i suoi figli destinati a vivificare personaggi malefici e quelli destinati a vivificare i santi. I santi, nella loro libertà, lo ameranno lo stesso, ed arderanno del desiderio di ricambiare a lui il suo amore disinteressato. Invece i cattivi non lo faranno. Dio vuole da tutti i figli l'espressione libera di se stessi. Ognuno deve risolvere il problema della sua vita, voluta solo dal Padre inizialmente più o meno buona. Così, in una condizione di tale completo asservimento di tutti al suo volere, Dio Padre non può in alcun modo


27 essere Chi abbia creato tanta discriminazione per esser poi lodato solo da una parte, quella messa da lui in condizione di una lode, ed odiato dall’altra, quella di chi è stato trattato da Dio come se gli volesse male. Dio Padre non può fare figli e figliastri! Anche costoro, in un percorso finalmente felice, saranno indotti infine a superere liberamente ogni cattiveria, a correggersi, a convertire il cuore. Il modo di esistere, relativo, dell'uomo sarà proprio questo passaggio, dal momento iniziale di una cattiveria più o meno diffusa, a quello di un libero pentimento, in una libera educazione e comprensione di quale sia il Dio della personale salvezza di ciascuno, nelle condizioni avute da ciascuno. Dio Padre è generatore di libertà vera e non fasulla come è, quando essa è condizionata da una legge qualunque cui la libertà sia costretta. Dà invece il Decalogo al Suo popolo, che egli si è scelto come Sua Proprietà, e solo allora il Signore lo chiama al rispetto della sua Legge… perché quel Popolo non è più libero, ma è servo del Signore e Iddio se ne serve, per mostrare a tutti come egli opera la sua salvezza. Se il Creatore Assoluto creasse per tutti gli uomini, e non solo per il Suo Popolo, una libertà condizionata dalla Legge, non darebbe il Libero Arbitrio ma un obbligo. Dio, invece, dona ad ogni altra persona del mondo (Ebrei esclusi) la facoltà di pensarla “ciascuno a modo suo”. Tutti gli uomini del mondo sono stati esentati dal Decalogo, e tenuti nella condizione di quei “pagani” in cui chi “paga è NI”, è il Nazarenus Iesus. Paga NI, paga Gesù e muore per tutti, ebrei e pagani. La discendenza di Abramo, infatti è stata costruita per dare un esempio a tutti. Gli Ebrei sono “comandati” da Dio che cammina alla sua Testa, nell’Arca dell’Alleanza. Ma sono voluti nel disegno come un popolo dalla testa dura, sempre bisognoso di Dio, che lo tradisce ed é abbandonato, si pente ed è ricostituito. Ciò è valso da allora fino ai nostri giorni, in cui, pagato il terribile dazio sotto Hitler, il Dio Fedele, al suo ritorno nel mondo con la Gloria del Padre, gli ha ricostituito il suo libero stato di Israele. Per questo il Cristianesimo, che scaturisce da quello stesso seme, nasce con la venuta nel popolo proprietà di Dio, del Figlio di Dio… per essere sacrificato da quel Popolo. E per la stessa ragione il Figlio sarebbe


28 ritornato nella Gloria del Padre, per essere immolato stavolta dai credenti nel Figlio. Il tutto sempre per il bene della vita di tutti gli altri figli esistenti nel mondo, per come questo bene si è espresso, nel solo Popolo al mondo prefigurato come “il possesso” di Dio. Dio, facendovi nascere il Figlio, si mette in sottordine al Figlio, ma poi manda anche il Gregge di Maometto, in cui sia ripristinato il valore del Padre, per quel “Dio è il Padrone” che fu posto a fondamento dell’Islam. Non dovete credere che questa svolta, voluta da Dio ad opera del Profeta Moammed, misconoscesse Gesù. Infatti non l’ha fatto. Ma ha corretto a suo modo (molto omettendo con Maometto) quello che in Gesù era espresso bene, ma non risultava poi molto chiaro. Gesù operava nel segno del Padre che l’aveva mandato. Gesù era il latore della volontà di un Padre che era la sua stessa fondamentale natura, ma nel ruolo del figlio che obbedisce al Padre. Quando il Cristianesimo ha minimizzato, fino ad azzerare, la differenza tra il Figlio e il Padre, senza accorgersi ha messo il Figlio al posto del Padre, invertendo i due ruoli. L’uomo non può che fare così, perché, essendo una figura relativa, non arriva a comprendere come possano essere assolute sia la Legge, sia l’Amore, sia il Comando. E allora idealizza uno degli aspetti a discapito degli altri due, minimizzati. Così Dio ha fatto sopravvivere gli Ebrei che ne osservano la Legge e sono il suo Popolo, ha fatto sopravvivere il mondo di Fede costruito attorno all’Amore fino alla morte dimostrato mediante il Figlio e ha fatto sopravvivere la Fede di chi celebra l’Ordine esecutivo di Dio Padre. Per l’Islam non esiste la Trinità, perché vede appiattito sia il principio della Bibbia, sia la Fine del Vangelo del Figlio, e deve dotarsi di uno scritto divino nuovo, il Corano,che rispetti la prospettiva della vista trasversale. Invece il Flusso che dal Padre porta al Figlio è visibile tutto quanto, nella visione laterale, e allora Bibbia e Nuova Scrittura sono viste entrambe allo stesso modo. Solo l’una dagli Ebrei, entrambe dai Cristiani. Nella discendenza del Popolo di Dio, il Padre è rappresentato da tutti e tre gli aspetti, e sono pari, nel loro insieme, alla stessa Trinità di


29 Dio. Le tre Fedi diverse devono essere superate ma non stravolte, dal Dio Padre che esiste in tutte e tre. Come il Padre nell’Ebraismo, come il Figlio nel Cristianesimo e come la Verità trasversale dello Spirito santo nell’Islam. Da ciò capite anche come la funzione del Dio Padre, tornato al mondo, completi e raccordi tutte le posizioni donate da Dio Padre a tutti i suoi Figli, quando donò loro una Fede in Dio. Se – in generale – Dio Padre avesse creato un figlio, apparentemente libero, e poi l’avesse costretto alla sua volontà di fare il bere, gli avrebbe imposto il bene e non dato la libertà. Differente la cosa, invece, per il Popolo che Dio ha costruito come SUO. Dio comanda al SUO popolo ed esso è OBBLIGATO ad obbedirgli. Se non gli obbedisce, Dio lo castiga. E’ un popolo che Dio ha costruito nella Terra d’Egitto, della servitù al faraone e che poi condurrà ad esser libero nella Terra Promessa. Ebbene Dio ha costruito questo SUO Popolo per dare ad ogni uomo l’INSEGNAMENTO trascendente di come sono le cose al mondo. Il Popolo è sottoposto all’assoluta servitù a Dio, rappresentato dal Faraone e dal Dio Amon RA, dell’Egitto. In questo Dio, fin dal principio di Adamo, si è dichiarato andare “ad” Amo, verso quel se stesso che sarebbe vissuto in un Amo, oppure un Romano “con Dio”, che in latino si dice “deo”, dunque in un Amodeo Romano, che nel tempo dell’Egitto era Amon RA. Quando la Bibbia scrive “dall’Egitto ho tratto mio figlio” essa scrive che il Figlio è venuto “da” Amodeo Romano, scrivendolo in latino, giacché riferito a un Romano, dunque “ab” R.Amo, e Dio costruisce il Popolo suo facendolo cominciare tutto da Amodeo Romano, perché questo sarebbe stato il nome di Dio, quando Padre e Spirito santo sarebbero scesi nel mondo impersonando R.A. Un Dio Padrone, che detta per filo e per segno il suo Decalogo, che ha un primo punto fondamentale, che descrive l’UNICO Creatore, e poi armonizza il tutto in 10 leggi, essendo Dio sia 10, sia Uno, a partire dalle decime da destinare a Dio, imposte al popolo Ebraico. Tutta la Storia della salvezza del Popolo di Dio è stata scritta come


30 una somma LEZIONE, da cui emergesse il nome che infine avrebbe assunto Dio quando sarebbe venuto al mondo nel Padre e nello Spirito santo, e la necessità di un “passaggio del Mar Rosso” in cui ci sarebbe stato per il Popolo il pericolo di uno Tsunami che fu risparmiato al Popolo di Dio e non ai veneratori del Dio Sole. Questo Tsunami è quanto dovrebbe accadere all’Apocalisse, quando la Terra invertendo i suoi poli sarebbe costretta a ribaltare la sua massa, e gli oceani avrebbero sorpassato i 5 continenti a 1.000 chilometri l’ora per molte ore. Avrebbe livellato tutti i monti e colmando tutte le valli, come nella profezia di Elia, del Battista e nel III segreto di Fatima, che descrisse l’uccisione del Dio sceso sulla terra e che accadrà il 13-10 di questo corrente 2008. Ma l’uomo si tranquillizzi: il Popolo di Dio non patì questo Tsunami globale e sorpassò salvo questo Mar Rosso, che allude ad un “M(aria) AR, RO SS ò” che trascende il senso di “Ho il SS AR-RO (Amodeo Romano) nei panni di Maria (Nostra Signora)”. Un tale evento che fu guidato da un “Mose dall’Alfa all’Omega” che altri non sembra essere se non un a-mose-o, ossia il Dio in A-mode-o. Pertanto il Popolo di Dio sarebbe giunto alla Terra Promessa… e sarebbe accaduto su questa terra. Tutte le altre indicazioni, connesse al Ceppo di Abramo, riferite infine al Dio di Tutti, dovranno assumere una gamma ancora più ampia e comprendere anche tutte le altre Fedi che Dio Padre ha fatto sorgere nel mondo, anche se ne ha poi scelta solo una per mostrare cosa accade a quel popolo quando esso è il SUO. Dio, Padre di Tutti, vuole che ognuno accetti la croce di se stesso. Il Buon Seminatore non vuole che la strada o i sassi, o le spine, in cui il buon seminatore semina il buon seme, travalichino la loro natura, che gli fu donata come strada, sassi e spine, perché divengano terreno buono e produttivo. Dio vuole che ciascuno sia se stesso. Perché ognuno, in base a se stesso, ha avuto in dono la piena libertà di portare a maturazione il buon seme che ha ricevuto su quella base. La base di partenza di ognuno è che porti all’unica sublime


31 soluzione che esiste per quel caso relativo. È una soluzione divina. Il Figlio di Dio, sceso nella sua persona ad animarla, mette in campo tutto il suo divino potere per 50 volte i 40 anni trascorsi nel Deserto di altri aiuti. Finché giungiamo all’avvento sulla Terra dello stesso Dio Padre, del Padre buono, che giunge per salvare il suo buon seme. Salvandolo, Dio salva anche se stesso, perché come un buon Padre si è proiettato in esso, con la sua vita. Resta il Buon Padre anche dopo di aver assunto quella condizione filiale, perché essa esistesse e perché portasse alla definizione del figlio giusto e buono, sulla base di quell’iniziale modo datogli di essere. Se un uomo si pone come la strada su cui è riversato il buon seme, questo uomo deve definire chi è Dio, chi è il buon seminatore, in relazione al suo essere strada. Per questo è il Buon Seminatore descritto da Gesù anche quello che semina sulla strada. Le varie condizioni espresse da Gesù (il figlio che conosceva il volere del Padre) sono proprio quell'essere ciascuno quello che ha avuto in dono dal Padre di essere. Chi ha avuto in dono dal padre di una parte, una caratteristica, un carattere, deve vincere la sua battaglia personale. La vincerà senz'altro perché il suo io non è l’io di una persona qualunque ma è lo stesso essere di Dio che lo sta facendo esistere come persona. E Dio non vuole che cada niente del suo progetto e nessuna persona. Dio è un Padre buono che ama tutti. Ama soprattutto coloro ai quali ha assegnato una parte terribile, cattiva, mostruosa. Dio li ama e ama questi malvagi perché non sono anime malvagie ma sono sua stessa anima di se stesso. Il Padre, per far esistere quei malvagi, si è dovuto calare in quelle personalità malvagie per farle esistere. Quanto dolore ha provato il Padre buono a far esistere quei malvagi, assumendo come sua la loro malvagità. Un Hitler, vero personaggio dell'umana vicenda disegnata da Dio, che interviene pesantemente nella vita e ordina lo sterminio degli Ebrei, è un essere così malvagio che, nel suo essere, è di Dio stesso, che si è calato in quel malvagio a far esistere anche quella malvagità come la siepe che soffoca


32 la vita. Pensate al dolore di Dio quando ha assunto quella parte, per far esistere anche quel figlio così malvagio. Quest'anima di Dio, questo Figlio in essenza, che ha animato Hitler ha già avuto la sua pesantissima crocifissione nel personaggio di quell’assassino. Ma quell’anima è Dio, e farà portare a maturazione anche il seme seminato in quel terribile caso. Dio, che ha dovuto animare anche quel terribile personaggio, alla fine salverà tutto e proprio il suo pentimento e pieno recupero sarà il massimo godimento di Dio descritto da Gesù quando disse che c'è più gioia in cielo per ogni peccatore pentito che di tutti i buoni che non hanno avuto bisogno di un pentimento. Dio Padre ha tanto amato ogni membro della sua creazione da dare a tutti, per quanto necessariamente e inizialmente malvagi, l'occasione di vincere la propria partita cominciata da un punto così negativo. Ciascuno ce la farà. Pertanto, questa è la prerogativa di Dio Padre: egli crea tutto ed ha il dominio su tutto. Tutto il male, per quanto male possa sembrare in un primo tempo, sarà superato da Dio, in virtù di un amore paterno e infinito che può correggere ogni male, perché dona a ogni possibilità, dei buoni e cattivi di ogni tipo e livello, di avere alla fine lo stesso successo preparato per tutti. Il successo comune sarà come l'estrema armonia di una musica alla quale ciascuno partecipi per come è stato liberamente chiamato a farlo. C'è così chi nella vita sembra di avere scelto liberamente di fare il cantante, chi il suonatore, e chi invece che ha scelto il silenzio, disprezzando ogni suono, inteso come rumore. Ma che peccato se anche il silenzio non partecipasse a creare la musica, facendo tacere volta per volta alcuni strumenti o cantanti e ad abbassare il livello del suono da essi prodotto! Se non esistesse un silenzio così prepotente, ad un certo punto, da far tacere tutti perché canti o suoni solo un solista, con un suono flebile e delicato, se non esistesse un silenzio così generale e quindi un rifiuto così generale del Dio-suono, allora non avrebbe alcuna possibilità di esistere anche questa musica lieve, leggera, che si stagli e spicchi rispetto al momento nel quale invece tutti i musicisti e tutti i cantanti esplodono tutta la loro potenza.


33 Allo stesso modo, un quadro che non contenesse tutti i colori, ma solo quello che li contiene tutti, ovvero il bianco, sarebbe quella tela bianca ed iniziale in cui manca proprio l'opera e questa opera sta proprio nel togliere al tutto bianco alcune lunghezze d'onda della luce e in modo che, alla fine, quando anche ha tolto tutto alla luce, c'è il vero esistere di tutte queste possibilità diverse, affinché partecipino al quadro a crearne la bellezza. Il dipinto teoricamente più bello è quello che contiene tutti i colori e tutte le gamme e tutte le tonalità, a partire dal nero fino al bianco più luminoso e ad ogni colore. L’opera creativa di questo grande Pittore si poggia anche sulla possibilità data dal nero che sembra essere il rifiuto di ogni luce ed ogni colore, ed è a suo modo un colore identico a tutti gli altri.


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Dio Padre e Dio Madre, in bell’ordine. L’Unità del Padre viene prima della Madre. Infatti, se il nero non contenesse in se stesso tutta la luce, tanto da non mostrarne nessuna al suo esterno, non vi sarebbe luce da poter essere posta “in atto” mediante la “gestazione materna”. E’ in questo modo preciso che si gioca l’Unità e Trinità di Dio. Infatti Dio Padre è il Dio Uno celebrato dagli Ebrei e dai Musulmani, che non ne ammettono la Trinità, mentre la Triade Padre, Madre (o Spirito santo) e Figlio sono il “nucleo” della vita eterna di Dio, che è simile alla vita umana perché Dio è la “sublimazione” della vita umana, voluta dallo stesso Creatore che infonde del suo Essere tutta questa vita creata, per farla essere nel Relativo, Egli che è l’ESSERE in assoluto. Per farla ESSERE, l’unico Dio deve sdoppiarsi in Padre e Madre (o Spirito santo Madre della vita), generando la Madre dal suo UNICO essere del Padre, allo stesso modo di Eva tratta dalla costola di Adamo. Ci deve essere questa “derivazione”, della Madre come lo Spirito santo che trascende o procede dal Padre alla Madre perché assieme, come un 1/1, generino 1 figlio. Pertanto, o uomini cari, il Dio Padre che si è calato in me Romano, ma anche in ciascuno di voi, opera proprio come il nero che sta in tutti voi e – a causa del disprezzo che suscita – è finalizzato a far essere SOLO VOI. Ma opera nella dinamica inversa a quella che voi vedete nel reale: e mentre vi sembra che la vostra vita assuma il color nero del dolore, della malattia e della morte, Dio Padre vi sta traendo via da tutto questo in cui voi sembrate andare… e – resosi nero e non visto – proprio con ciò vi salva! Come il quadro inizia con il bianco in cui è “in atto” ogni colore, sottraendo, punto dopo punto, frequenze di luce a quel bianco, così è la vita umana: comincia proprio da una opera in cui già tutto è “in atto”.


35 Questa è la condizione “degli ultimi che sono i primi” espressa da Gesù e gli ultimi istanti della vita sono veramente i primi dell’esistenza, quelli che la contengono tutta “presente in atto” e sono come l’iniziale bianco della tela da dipingere. Aggiungere colori a quel bianco significa “togliere” momenti a quel “bianco totale”, a quel “tutto compiuto” totale. Voi nascete da quella morte e già conoscete tutto il vostro futuro. Dio Padre non vi crea in modo oscuro, ma presentandovi già svolta tutta la vostra vita… che cominciate a svolgere in un fantastico ma vero replay che, annullando giorni, mesi ed anni di vita, sembra di aggiungere colori a quel bianco. Nel mezzo della vita esistono tutti i colori che poi, a mano a mano che essa ringiovanisce, diventano sempre più scuri, finché, giunti a ritroso al momento iniziale, tutta la vita è rientrata nel buio del suo esistere solo “in potenza”. In questo modo tutto il bene e il male visti ora “compiuti” dall’uomo nella vita, hanno la loro verità in quanto “assolutamente trascende” questa realtà del “compiersi”, perché la verità “divina” sta nel loro “disfacimento progressivo”. Alla fine si giunge a tutto esistente in potenza , come rientrato nel nero di quando ogni irradiazione è stata trattenuta nella materia, come una luce che può nuovamente esplodere a vostra volontà, quando sarete rientrati fino a Dio, ripercorrendo tutta la via di Padre-Madre-Figlio, nel senso inverso che dal figlio procede nell’ovulo della Madre e poi nello sperma del Padre. Le donne non si sentano umiliate a discendere “divinamente” dagli uomini, nel mentre “realmente”, in questa realtà vista al contrario del vero, esse sole sembrano costruire la vita, essendone la culla. Ma l’ovulo materno è proprio questa culla della vita, ed essa, nei maschi e nelle femmine, è solo il frutto dell’iniziativa reale della gara degli spermatozoi, per avere accesso e fecondare quella culla. Insisto su questo tasto perché c’è questa basilare differenza tra il maschio e la femmina; essa è la stessa che c’è tra la Madonna condiscendente e il Padre che sembra negarsi, dopo di avere espresso il suo essenziale spunto iniziale, fondamentale alla vita di un ovulo che è solo in attesa.


36 La Madonna, allo stesso modo, è in attesa. Quando si manifesta, nella sua reale presenza nel mondo, come accade da decenni a Medjugorje, è solo in attesa che il Padre oscuro presente da tempo nel mondo, ma invisibile come il nero, infine si presenti in tutta la luce che ancora in se stesso contiene e trattiene. Infatti il Padre nero e invisibile si è presentato nel mondo, e non solo negli ultimi tempi ma da sempre. Si è crocefisso nei due Ladroni ai due lati di Gesù sul Calvario, ed aveva l’aspetto nero di un Ladro, che nottetempo svaligia gli altri d’ogni bene. Non protestate, o Fedeli dell’Unico Figlio in cui Dio Padre si compiace, ribellandovi all’idea di Dio Padre e Madre compresi e invisibili nei due Ladroni alla destra e alla sinistra di Gesù, che voi mai avete celebrato… perché Dio Padre non vuole essere celebrato! Vuole che celebriate la Madre, e, sul Calvario, ai piedi della Croce, c’era umanamente la mamma umana e divina Maria, una Madre per voi finalmente riconoscibile, mentre non sapete scorgerla in uno dei due Ladroni, per quell’aspetto “trascendente” dello Spirito santo legato alla Madre a sua volta “trascesa” da Dio Padre. Dei due Ladroni, Dio Madre, o Spirito santo, era quello pentito. L’altro, biasimato da tutti perché accanito Ladrone e critico, beffardo nei confronti di Gesù, era il NERO ed invisibile Dio Padre sceso per soffrire in quel massimo peccatore, a distruggere, sul Calvario che crocefisse tutto il Dio Uno e Trino… il peccato che sembrava distrutto solo dal buon Gesù per il modo consueto di agire, dei genitori, solo a vantaggio dei figli e perché essi subentrino alla loro vita. Questo nostro Dio creatore, Dio Padre, che infine viene ed è presente umanamente sulla terra, stavolta venuto come se stesso, ci viene dunque nel momento nel quale deve dimostrare a tutti come egli opera per la vita di tutti, come messa sul piatto di una bilancia, e allora mette sull'altro piatto la sua stessa vita. Lo fa dopo di aver vissuto per settanta anni, in una condizione “nera e oscura” di una assoluta mancanza di lode da parte degli uomini che egli, Dio stesso, ha creato.


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Il Padre si è negato ogni onore e gloria. Così io, Romano Amodeo, che sono solo il portatore di questo Dio, da quando sono nato fino ai miei settanta anni compiuti, ho assunto nella mia vita delle posizioni personali coraggiose e caratteristiche proprio del modo con cui opera un Padre, ma esse non sono state quasi mai degnate di onori e lodi. Solo inizialmente sono state intuite da mio Padre da mia Madre, allorché avevano intravisto in me il mistero di una straordinaria predestinazione divina e si attendevano grandi cose che poi non riconobbero più, quando le videro… a parte mia madre, ma solo quando si era scimunita a causa del Morbo di Alzheimer o della Demenza Senile, negli ultimissimi anni della sua vita. Tutti gli altri – dico tutti ! – si sono sempre ben guardarti dal farmi lodi, vedendo solo all’opera un personaggio che aveva una grandissima quantità di lati oscuri. Se ne sono ben guardarti sia per non creare in me delle condizioni esaltate, sia perché non vedevano in me proprio nulla per cui ci si potesse esaltare. Anche quando ho avuto ruoli modesti, come di chi giochi al calcio e segni un gol, anche allora la gioia che mi è stata dimostrata dai compagni non è stata mai proporzionata ai meriti che avevo, perché, dirigendo io le mie squadre, chi vi giocava dentro finiva per essere inibito dal mio ruolo egemone, e non voleva che io mi dessi ancora più importanza di quella che avevo. BIASIMATO DAI DIPENDENTI. Non ho avuto lodi quando ho creato un'azienda e, per farla esistere, ho messo in gioco tutto quello che avevo, mettendolo sul piatto della bilancia e consumandolo fino alla fine, per dare possibilità ai miei dipendenti, di uno stipendio e di una loro vita costruita è donata loro da un datore di lavoro che per far guadagnare loro perdeva tutto il suo.


39 Anche in quel caso io non fui mai lodato, se non da principio. Accadeva che quando una ragazzo veniva da me e mi chiedeva d’impiegarlo, io gli rispondevo che non avevo bisogno di lui, ma egli di me. Io non avrei potuto assumerlo, perché, avendo più di tre dipendenti, avrei potuto assumere un principiante solo attingendo il solo nome da un elenco pubblico. Potevo però assumere chi volevo se era un vero operaio specializzato. E allora io dovevo gratificarlo di questo titolo, di operaio specializzato, che non aveva, per poterlo assumere liberamente… e lo avrei fatto e gli avrei dato anche il mensile da quell’operaio specializzato che egli non era. Egli avrebbe fatto, da parte sua, il suo possibile, avendo ben considerato la situazione cui partecipava, di una azienda già piena di persone, e più del necessario. Questo ragazzo, accortosi del mio amore nei suoi confronti, per mesi mi lodava, ma poi, quando cominciava ad accorgersi che il mio amore per lui andava oltre lui perché io ne assumevo un secondo e un terzo, cominciava a pensare, senza dirmelo chiaramente: "Ma come puoi assumere tutti così? Puoi assumerne 2, 3, ma non tutti quanti!” E così, la lode iniziale diveniva una critica disapprovazione, quando l'aiuto e l'amore dato a lui lo davo ad altri nella sua stessa condizione. BIASIMATO DALLA FAMIGLIA. Quando io nella mia vita ho incontrato l'amore per Gesù Cristo in un modo così travolgente che io ho desiderato di non vivere più per me, ma di far esistere Gesù in me (ed è stato proprio il momento in cui si è attivato il mio essere Padre suo), e allora ho messo questo amore sul piatto fondamentale della mia bilancia, e tutto resto, ossia la mia famiglia, i miei genitori e suoceri e tutti gli altri affetti su un piatto secondario, anche allora io non sono stato per nulla lodato, ma terribilmente criticato. La mia famiglia, i miei suoceri e tutti coloro che vivevano in un certo senso una seppur minima dipendenza da me, mi dicevano: "Vivi per tutti? E noi chi siamo? Tu non vivi per noi? " BIASIMATO DAGLI IMPRENDITORI. Quando mi sono confrontato coi miei dipendenti che non mi approvavano, io li capivo: essi avevano l'abitudine a gestire la vita a partire da uno stipendio assicurato. Non potevano ben comprendere chi


40 invece buttasse le reti in un mare, solo nella speranza e senza alcuna garanzia poi di poter prendere del pesce con certezza. Io che rischiavo una vita così dedicata al Cristo, che non lo facevo a partire dalla certezza iniziale di un bene, ero naturalmente uno che rischiava troppo, per il loro modo di vedere da impiegati, persone che, appunto, partivano dalla garanzia di uno stipendio fisso su cui potevano confidare. Allora ho cercato di confrontarmi con imprenditori che fossero cristiani come me. Trovai quelli di Comunione e Liberazione, nel momento iniziale del nascere della Compagnia delle Opere, nata da CL. Ho portato così ad essi la mia esperienza di uno che aveva creato una struttura tutta volta al bene di chi vi lavorava e che avevo messo tutta nelle mani di Dio, nella certezza che la Provvidenza avrebbe fatto quello che era il meglio, in relazione a questa mia opera, che si fondava interamente sulla giusta e immancabile Provvidenza di Dio. Ebbene, dalla Compagnia delle Opere, io fui pesantemente criticato! Mi dissero: “Tu non devi farlo! Se tu sei veramente intenzionato a che esista il bene di chi lavora nella tua azienda, per prima cosa deve pensare al bene dell'azienda!”. Io gli rispondevo che il bene dell'azienda era il bene di un qualcosa che non esisteva, se non si trasformava immediatamente nel bene delle persone che lavoravano nell'azienda. L'azienda non esisteva in se stessa, ma le persone sì. NON LODATO DA DON GIUSSANI. Mi recai, dopo dodici anni, dal fondatore di Comunione e Liberazione e gli esposi l'essenza del mio problema umano. Gli dissi: "Don Giussani, io sono sposato, ho famiglia, ma nella mia personale libertà sto orientando la mia vita poggiandola esclusivamente sulla Provvidenza di Dio. Umanamente parlando sto rischiando molto, perché, poggiandomi sulla Provvidenza di Dio, compio quotidianamente passi come nel vuoto, nella speranza e nella certezza che Dio poi mi aiuti, se ciò è nel suo disegno! Mi rendo conto che questo mio modo di agire e di pensare, umanamente parlando, è il modo usato da uno che è giudicato molto imprudente. Mi rendo conto che io metto a repentaglio non solo la mia vita, ma anche quella della famiglia, che non mi approva in questo mio totale affidarmi alla Provvidenza di Dio, anche se poi vede che io mi impegno al massimo e sto tutt’altro che a


41 guardare. Caro Don Giussani, che cosa devo fare? Devo seguitare a vivere questa mia assoluta dipendenza da Dio e dalla sua Divina Provvidenza o devo ricominciare a poggiarmi solo sulla mia umana capacità di vedere, prevedere e provvedere agli eventi? Devo non considerare le pressioni e le spinte che io ricevo dalla mia famiglia perché io ho una "ragione di più " opporre devo continuare ad affidarmi così tanto a Dio?" Don Giussani non seppe cosa rispondermi. Volle prendere tempo. Mi rispose: "Ci penso su. Poi ti farò sapere". Non ci fu un tempo in cui mi fece sapere né io ebbi più modo di interrogarlo in relazione a questo quesito. Ma, nemmeno lui, una persona così giusta nella valutazione di Gesù Cristo e di quello che ci chiede, nemmeno lui ebbe parole di lodi per quello che io stavo facendo. Semplicemente non seppe cosa dirmi. Dovette pensarci su. ESALTATO PERÒ DA DIO! Poi, dopo dodici anni in cui io condussi in un modo così apparentemente spericolato la conduzione della mia esperienza, e Dio volle che io cambiassi il tipo della risposta, io fui costretto a fallire. Quindi io fallii tre volte, come persona, come ditta individuale, e come società a responsabilità limitata. Fallì al Tribunale di Milano. Fu un momento terribile nel quale io ho non ebbi lodi da nessuno… ma in un modo oscuro da Dio, e che avrei conosciuto solo 19 anni dopo! Dio mi lodò in modo indiretto, il giorno 28 febbraio 1988, festività liturgica di San Romano. In quel giorno, rivolgendovi al mio santo protettore, decisi di salire sulla croce del mio fallimento personale, del mio umano tentativo di dar corpo Gesù. Nello stesso giorno, a Montesilvano, vicino a Pescara, 20.000 persone, sotto una croce in calcestruzzo eretta sulla “Collina della vecchia”, aspettarono in cielo un miracolo che era stato annunciato “più grande che a Fatima e a Lourdes”. Questo giudizio di grandezza era stato espresso a Don Diodati, il viceparroco della Chiesa di Sant’Antonio di Montesilvano, addirittura da Gesù, che il buon Don Diodati, assieme a una sua figlia spirituale di cognome Fioritti, vedevano quotidianamente da quasi un anno e che aveva detto loro due della grandezza estrema del miracolo che sarebbe successo il 28 febbraio 1988. Essi, aderendo alle


42 pressioni di Gesù e della Madonna, avevano indetto una conferenza stampa per avvertire tutti di questo grande miracolo. Ci fu molto scalpore nella Chiesa locale ma anche in quella italiana, quando essa fu messa di fronte alle dichiarazioni di questo sacerdote. Ma, quando quel giorno venne, le 20.000 persone accorse da tutta Italia ad attendere questo grande miracolo furono messe in croce, come il Dio in me che salì in croce quel giorno a Milano, quando io mi decisi a salire sulla croce del mio tentativo umano “di dar corpo Gesù”. In quel giorno di San Romano, che io Romano salii sulla croce di Gesù facendolo non visto a Milano, il mio gesto non si vide, a Montesilvano, e fu decretato il solenne fallimento dell’attesa di quel miracolo. Ebbene, quel fallimento che successe, fu il fallimento di San Romano, cioè accaduto nel giorno di quella celebrazione liturgica, e trascese il fallimento del San Romano vivo in me che, a Milano, e dunque lontano dalla loro vista, però stavo salendo sulla stessa croce di Gesù Cristo del mio paterno tentativo di dar corpo a Cristo. BIASIMATO QUANDO FALLISCO. Non fui lodato da nessuno quando io assunsi la croce del mio fallimento. Ma è evidente: come si può essere lodati nel momento di un fallimento? Eppure la gloria “divina” e “trascendente” viene proprio nella vita umana quando essa assume la massima croce del fallimento! In me era apparso proprio il fallimento “paterno” di un Padre umano che cerca di “dar corpo” in sé stesso all'esistenza del figlio Gesù! QUANDO RINUNCIO A TUTTO PER MAMMA. E non ricevetti lodi in seguito, quando - nella necessità umana di riprendermi - mi ritrovai con la mia madre che si ammalò del Morbo di Alzheimer, e necessitò di chi la prendesse come un bravo figlio per mano, e non la lasciasse più finché Dio non l’assumesse nel suo cielo. Occorreva lo straordinario amore di un figlio che abbandonasse ogni cosa per prendere nella sua mano la mano di sua madre e farsi così Padre e Madre a lei stessa… e io lo feci. Credete che io sia stato mai lodato per aver scelto una cosa di questo tipo? Sbagliereste a crederlo! Perfino mio fratello pensò che quella era stata per me, tutto


43 sommato, una fortuna giunta nel momento in cui, essendo fallito, dovevo potermi appoggiare, per vivere, alla pensione di nostra Madre. Molti giudicarono che fosse quasi comodo, da parte mia, che mi ritirassi da tutto e mi riducessi solo a fare l'infermiere a vita di mia madre, smettendo ogni altra preoccupazione! Però mio fratello, quando anni dopo si sarebbe sentito fare una domanda se voleva prendere lui in casa nostra mamma, sostituendosi a me, riunì la sua famiglia e assieme decisero che il compito era troppo gravoso e pieno di responsabilità. Erano disposti a farsi carico di mamma, ma solo facendola ricoverare in una struttura che le desse più di quanto potessero darle loro. Quando però prima io avevo avuto questa apparente predisposizione a quel compito gravoso e a quella responsabilità, non gli era parso qualcosa per cui io potessi essere lodato ma un sacrificio fatto da mamma, che viveva male assieme a me, ma intanto mi aiutava. CRITICATO QUANDO CERCO LE RISPOSTE. Neanche ebbi lodi per il mio tentativo di comprendere e promuovere la verità fisica del mondo, quando, successivamente, mentre io curavo mia madre, la mia madre del cielo – quella Madonna che mi aveva prodigiosamente fatto guarire da un male incurabile a due anni e mezzo tanto da divenire la mia vera madre – cominciò a ricompensarmi per quello che io stavo facendo alla mia madre terrena infondendomi la Sapienza di Lei “Sede della Sapienza”…. Il mio stesso fratello, come vi ho raccontato all'inizio, era contrario a che io fossi il suo umile strumento. Giudicava che io non potessi arrivare a nessuna personale conclusione. Che io perdessi mio tempo. LASCIATO MORIRE QUANDO OFFRO AIUTO AL PAPA. Quando, trasferitomi a Saronno, cercai di rispondere al Papa Giovanni Paolo II che, rivolgendosi ai filosofi, aveva chiesto che venisse scoperto finalmente quanto di ragione vi fosse del Vangelo di Gesù, io fui io solo che raccolse tutto il coraggio stimolato dal Papa, che spingeva tutti i filosofi. Ma accadde che quando tentai di rispondere, io non fui minimamente lodato dalla Chiesa, ma messo nuovamente in croce! Accadde che, mentre il Papa assicurava in quella sua Enciclica


44 “Fides et Ratio” che al filosofo che avesse tentato di trovare questo nuovo percorso sarebbe stato dato aiuto dalla fede, perché ne avrebbe avuto l'avvocatura, mi trovai invece di fronte non ad avvocati difensori, ma addirittura a pubblici accusatori… che mi condannarono a morte. GIUDICATO UN RICATTO IL MIO RISCHIO DELLA VITA. Fui costretto a digiunare e lo feci per 57 giorni consecutivi. Credete che io abbia ricevuto lodi per averlo fatto? No, uno studente del Seminario mi disse che io stavo spaccando in due la Chiesa e questa giudicò in un modo terribile il povero misconosciuto Dio Padre-Spirito santo in me, dicendo a lui mediante me: "Tu non sei all'altezza! Tu compi solo ricatti!". Mentre il Papa mi benediceva apostolicamente due volte perché io indicevo un Convegno che portasse avanti l'Enciclica “Fides et Ratio”, don Luigi Carnelli, il mio confessore e parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Saronno, evitava perfino di dire ai parrocchiani che il Santo Padre mi aveva benedetto per quanto stavo facendo. Egli non condivideva assolutamente la mia iniziativa singola. Chi ero io per rispondere al Papa? Avrei potuto farlo in una struttura della Chiesa, se questa si faceva carico di me! Ma, come singolo filosofo, io non avevo, secondo lui, dei motivi fondati per rispondere al Papa… che aveva chiesto ai singoli filosofi di trovare tutto il loro coraggio, “volare alto” col loro filosofeggiare e infine rispondere, sia fossero Cristiani, sia no! Mi trovai così di fronte ad un sacerdote bravo, ma del tutto incapace a comprendere l'enciclica “Fides et Ratio” del Papa, nella parte in cui questi aveva mandato come veri “Messia della ragione”, i filosofi, affinché cercassero la via ragionevole che portasse al Cristo. Il Pontefice, da parte sua, ammetteva con ciò stesso di non conoscere questa ragione, perché essa non esisteva. Non la riconosceva nemmeno nel contributo dato dal Magistero della Chiesa, altrimenti non avrebbe incaricato i filosofi di cercarla, essendo già stata ben definita dal corpo della Chiesa. Il Papa si rendeva lucidamente conto che tutta la Ragione di Gesù Cristo era riconosciuta dal Magistero della Chiesa così come egli stesso la conosceva, ossia solo in base all'autorità chiara ed evidente attribuita


45 per pura Fede a Gesù Cristo! Si credevano generalmente nelle sue ragioni solo perché Gesù era giudicato sommamente attendibile, e non perché “avesse evidentemente ragione”! Il Vicario di Cristo cercava allora questa verità autonoma, e, cercandola, ammetteva pubblicamente che fossero i filosofi a doverlo fare, per quell’arte in se stessa del ragionare che non doveva seguitare ad esser timida ma doveva proprio decidersi a ritornare a “volare alto” come faceva nei primi tempi! Invece, non era questa l'idea del buon don Luigi Carnelli! Per lui, evidentemente, la fede ne sapeva già abbastanza! Il suo era l'atteggiamento dei tanti Fideisti che non riconoscevano la necessità di un “Messia della ragione”! Non c'era nessun bisogno di costui perché la fede era e doveva restare il solo fondamento, anche della Ragione! Se essa si fosse appoggiata sulla ragionevolezza, che merito ne avrebbe avuto? Ecco non facevano una questione che fosse relativa alla verità, ma al merito che ha il cristiano ad aver fede rispetto a chi non l’ha! Costoro non si rendevano conto di che povera fine avesse fatto il vangelo di Gesù Cristo, non aiutato nel tempo dal santo Spirito della Verità che opera attraverso la ragione e si manifesta sia nella Scienza, sia nella Filosofia. Era divenuto, essendo vivo nell’intelligenza di chi credeva nella Verità del mondo, un Vangelo che era stato stravolto nella sua essenza più profonda! Per il tentativo assiduo dei Dottori della Chiesa di ricondurre il Vangelo di Gesù nell'ottica comprensibile all'uomo, tutta la fede straordinaria del messaggio trascendente di Gesù era stata tradotta e adattata alla comprensione che si aveva in questo mondo, e che non era trascendente ma immanente. Con ciò aveva cessato di essere una fede divina, che trascendesse questa realtà, ma che si era conformata pienamente a questa stessa realtà che, come ho già scritto prima “è uguale e contraria” alla verità “divina”, che è appunto “trascendente” rispetto alla realtà umana! In questo modo i Dottori della Chiesa avevano fatto una quantità enorme di trasformazioni ed adattamenti del messaggio trascendente di Gesù, tanto che alla fine esso era stato esattamente capovolto: l’uomo non doveva affidarsi interamente alla Divina Provvidenza ma ai Valori del proprio Spirito santo.


46 E questo Spirito non era compreso come un puro tramite che ricongiungesse la Creatura all’Unicità del Creatore, ma come un Valore che poteva essere donato all’uomo tanto che il Creatore potesse essere validamente sostituito da una miriade di altri creatori non poveri di Spirito, ma Ricchi. Non poveri nemmeno di risorse economiche, ma Ricchi di beni destinati tutte alla realizzazione del disegno di Gesù. Quel disegno che invece Gesù raccomandava “di non fare più di tanto” perché un Giglio era reso tale da Dio senza che esso arasse e concimasse il campo in cui cresceva ed era voluto così Bello. Laddove la verità “trascende” il mondo ed è condotta dal Creatore, i Dottori della Chiesa avevano idealizzato la soluzione di una verità “immanente” e posseduta dalla Creature, pienamente capaci e responsabili dell’attuazione del Vangelo di Gesù… che poi raccomandava quanto era perfettamente opposto. Questo era l’Anticristo che “era atteso” alla Fine del Tempo. Nelle mani di tali “Anti-Cristo” il Libero Arbitrio (di compiere consapevolmente il Bene o il Male, che era stato conquistato dall’uomo attraverso la disobbedienza di Adamo, che aveva contravvenuto l’ordine divino e aveva mangiato dell’albero della conoscenza del Bene e del Male) diveniva - da frutto di “disobbedienza vera” qual era - il risultato di un “vero dono” ricevuto da Dio. Capite tutti quindi la grande necessità, da parte del Dio Padre, di intervenire nei confronti di questi “Anti-Cristo” e di raddrizzare le idee a questi che hanno a poco a poco ribaltato tutto il Vangelo di Gesù Cristo, sulla base di una ragione mal intesa, perché portata avanti da “dilettanti” della Verità, che non erano capaci di distinguere le incongruenze introdotte nella Fede del Figlio. BIASIMATO COME RIBELLE DAI RIBELLI. Ecco, quando il Papa desiderò che fossero i filosofi a dimostrare vera la ragione di Gesù Cristo, accadde per il volere di Dio Padre-Spirito santo di reintrodurre la verità “trascendente” e “divina”, che era stata inavvertitamente sostituita da quella “immanente” ed “umana”. Se ci fate attenzione, oggi non c’è più nessuna differenza tra un “credente” in Gesù Cristo e un semplice “uomo per bene”. Dove è ormai la buona “norma” della Croce per i Cristiani? Essi, come gli “uomini per


47 bene”, ripongono il loro ideale solo nel bene e non in quanto lo “trascende” perché è un valore divino. Ecco allora il bisogno che Dio Padre-Spirito santo suscitò nel Pontefice Giovanni Paolo II, affinché lo Spirito santo (che ha come strumento ideale la Filosofia), venisse ad illuminare le menti dell’uomo ed a scoprire un percorso nuovo verso Cristo e… ragionevole. Il suo fine era di aiutare il percorso sostanzialmente riconosciuto “senza una sua ragione” dalla stesso Papa che, a conoscenza della capacità e competenza conferita da Dio alla Filosofia, voleva che venisse a scongiurare i pericoli corsi da una Fede che era stata gestita non dalla indipendente Ragione dei Filosofi ma da quella dei Fideisti, le cui ragioni dipendevano in tutto a partire dalla Fede e dunque non erano in grado di esercitare nessun vero controllo sulla ragionevolezza della Fede. Quando però fui io, il Dio Padre-Spirito santo di Romano, a voler dare questa risposta al Papa, a parte le iniziali benedizioni apostoliche date con molta facilità a chi presenta le sue buone intenzioni, dallo stesso Vaticano non giunsero più lodi ma una vera condanna a “morire pure” se il Dio in Romano “non mangiava più fino a morire”, perché credeva di dover dare al Papa le richieste fatte dal Papa stesso. Così, il solo che obbedì a Sua Santità e, per farlo con il coraggio da egli stesso richiesto, si mise perfino a rischio di morire, si vide intimato dai fideisti disobbedienti al Papa l’ordine di tacere e – non riconoscendo egli la loro autorità su chi li comandava e non dando loro alcun ascolto – si sentì poi accusato di essere disobbediente, superbo, e ricattatore. Secondo costoro il suo eroico tentativo di mettere a repentaglio la sua vita per indurli alla sequela al Papa e a Gesù Cristo… era solamente un inammissibile ricatto fatto usando i valori di misericordia umana di Nostro Signore come l’arma impropria per perpetrare questo ricatto! Quando la fede è finita in mano ai valori stravolti, lo stesso Vangelo, quando si fa ricorso ai suoi valori, viene giudicato… un’arma offensiva. Ma da chi, allora, se non dagli Anti-Cristo? Il tragico era poi che costoro, disavvezzi al controllo della ragione, credevano di professare i valori di Gesù e non di Satana. È mai possibile lasciar morire qualcuno che mette la sua vita nelle tue mani, e credere poi che stai professando l’amore comandato da Gesù anche per i nemici?


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Le 10 nuove piaghe di Egitto. A evidenziare come in me Amodeo esistesse dall’alfa all’omega un A-Mosè-Ω, per il compito, alla fine dei tempi, di traghettare l’umanità nella definitiva Terra Promessa, si ripeterono a questo punto le 10 Piaghe che già esistettero, quando il Popolo Eletto trovava resistenze ad uscire dall’Egitto, per l’opposizione dell’establishment. La PRIMA PIAGA dell’Egitto fu l’acqua mutata in sangue, e questa piaga si ripeté. Invece dell’acqua ch’è linfa vitale, la Chiesa Cristiana Apostolica Romana, messa di fronte al Messia della Ragione, provocato dal Papa ad intervenire per riscoprire nuove ragioni che portassero al Cristo, accettò allora il sangue del Dio Padre-Spirito santo in Romano. E se non credete che in Romano ciò vi fosse, perché era solo un “poveretto”, un “ultimo” nei confronti di Pietro e non doveva pretendere nulla nemmeno quando era stato invitato chiaramente proprio dal Papa a mettersi in gioco a tutti i costi…, lo pensate ancora una volta secondo la mentalità dell’Anti-Cristo. Infatti, per Gesù, tutte le cose fatte in bene e in male ad un “suo povero”, sono fatte espressamente a Dio. Per Gesù, Pietro deve occuparsi delle sue pecorelle e dei suoi agnelli, e deve farlo personalmente, perché per tre volte glielo raccomandò nell’episodio della “pesca miracolosa” dei 153 grossi pesci con cui si conclusero i 4 vangeli. Ma, “cinto da un altro” - ossia dall’Anti-Cristo – Pietro sarebbe stato portato dove non avrebbe voluto: a cercar di far valere il suo prestigio e il suo “primato” (per cui non poteva aver tempo per un ultimo, dovendo occuparsi dei primi e più influenti di questo mondo), e non la sua “misericordia”, per cui – proprio in virtù del suo primato – si mettesse in fondo a tutti a “lavare i piedi” ed a “servire” agli ultimi. Così il 17-9-1999, quando Dio in un povero ultimo si accinse a morire e a trasformare in sangue l’acqua battesimale, si attuò nuovamente la prima delle nuove 10 ed identiche Piaghe di Egitto.


49 La SECONDA PIAGA di Egitto, delle rane, accadde quando Pietro, che per tre volte aveva risposto “Ti amo!”, fu invece insensibile all’amore che Dio imponeva a lui come ad una delle sue pecorelle e dei suoi agnelli. Le rane popolano le acque stagnanti e paludose, fanno un gran baccano con il loro gracidare, e saltano, saltano. Così successe che lo stesso Pietro, “cinto in vecchiaia da un altro” – il solito Anti-Cristo – dopo che aveva proclamato in lungo e in largo la sua enciclica “Fides et Ratio” promettendo il concreto aiuto della Fede alla Ragione, addirittura mediante una “avvocatura”, dimostrò che tutto ciò corrispondeva solo al gracidare delle Rane. Questi animali non vivono nell’acqua viva e corrente, ma stagnante e paludosa, e – per non essere ravvivate nella loro Fede – saltano tutti gli impegni presi ed abbandonano alla triste sorte quei filosofi che avessero fatto come consigliato dal Pontefice al punto 56 dell’enciclica, ossia che avessero trovato “il coraggio di rischiare volentieri per tutto quello che era Santo, Giusto e Vero”. La TERZA PIAGA di Egitto, delle zanzare, corrispose a quanto fece la Chiesa di Saronno il 24 ottobre 1999 al Dio Padre-Spirito santo discesi in Romano a santificare nuovamente la vita trentatrennale di Gesù, in quel dì in cui ebbe 22.222 +330 giorni di vita che dichiaravano nei numeri il Duo divino ad ogni dimensione e i 33 anni del Figlio, nel ciclo 10 del Dio Padre. Erano 38 giorni che il Dio in Romano digiunava alimentandosi solo del Figlio divino nell’Ostia consacrata, che, per lui nato nel 38 significavano anche un reale rinascere in Cristo. In quel giorno la Provvidenza di Dio volle fosse fissato il TRASPORTO DELLA CROCE, a Saronno, lungo tutta via Roma. Tutta la Chiesa aderì a quel Trasporto del legno, che fu virtualmente trasportato da Gesù al Romano ultimo e povero filosofo, disprezzato proprio nel mentre lottava per Cristo e il Papa pagando di persona per le disobbedienze del Corpo della Chiesa al volere di Dio espresso per mano del Vicario di Cristo. Ma già quella mano che aveva firmato l’Enciclica e non l’aveva poi difesa, dopo di aver impunemente mandato i filosofi allo sbaraglio,


50 cominciava a tremare, vistosamente per il Morbo di Parkinson. Dalle spalle del Cristo la croce fu trasportata per volere della Provvidenza di Dio sulle spalle di Romano, che la portava per conto di Padre e Spirito santo. La Chiesa stessa che beneficiava di questo TRAPORTO, però stava succhiando il sangue di Romano, come fanno le zanzare che lo rubano di notte, e pungono, fanno male con le tante critiche che poi piovevano ingiustamente addosso al Dio sceso per farsi umiliare in Romano. Queste zanzare cercarono di impedire questo Convegno in cui Romano, al 38° giorno di digiuno, si stava esaltando della Croce del Cristo e stava erigendo la Torre della Ragione dello Spirito santo divino, a lato della nuovamente eretta Torre del vero Cristo. Queste zanzare, della Chiesa Cattolica che stava contrastando l’iniziativa di Dio Padre-Spirito santo fatta promuovere dal Vicario di Cristo, tentarono di abbattere le due Torri Gemelle di Dio, la Fede e la Ragione, il Figlio vero e lo Spirito santo della Verità, ma non poterono e, in quel giorno, il Convegno ci fu. Padre e Spirito santo riproposero la vera verità di Gesù “vincendo la morte” ed esprimendo il “Giudizio Universale” che era atteso alla fine del tempo. Questo giorno 24-10-1999 era la attesa “pienezza del tempo del Mille e non più Mille” perché il giorno 24 completava le sue ore, il mese 10 completava il ciclo divino che si poggia sul 10 e il 1999 completava l’ultimo anno del secondo millennio. Non ci furono lodi nella QUARTA PIAGA di Egitto, quella dei mosconi. Non ci furono per il Dio Padre e Spirito santo in Romano che fece venire su tutto il mondo la grande paura a vedere la massima potenza mondiale messa in crisi da uno sparuto gruppo di fedeli di una fede ribelle, che attaccarono le due TORRI GEMELLE della potenza umana, l’11 settembre 2001 a New York. Dio fece vedere all’uomo che “si deve molto temere” quando un vero potente è attaccato come DIO PADRE e SPIRITO SANTO erano stati attaccati, dallo sparuto gruppo dei Fideisti cultori di una fede AntiCristo, che avevano cercato di abbattere le due TORRI DI DIO.


51 Non vi erano riusciti, ma dovevano temere che resuscitasse IL DIO DEGLI ESERCITI di biblica memoria, a punire questo tentato tradimento di chi avrebbe dovuto seguire l’iniziativa del Papa voluta espressamente da Dio. Quando Dio puniva il Popolo che si era scelto lo scacciava dalla sua terra, per cui ora era prevedibile che il più potente esercito del mondo reale – il Dio degli Eserciti – muovesse guerra al paradiso terrestre storico, per cacciane i regnanti. Il Dio di Romano immediatamente scrisse tutto questo in un libro e lo consegnò alla Chiesa, ma con il solo risultato non di lodi, ma di biasimo! Che cosa c’entrava DIO con quanto di terribile stava accadendo? Cosa c’entrava la Fede in Cristo?… (che non si accorgeva di essere divenuta la Fede nell’Anti-Cristo). E venne così la QUINTA PIAGA di Egitto, quella della morte degli animali. Il Dio in Romano stava cantando da tre anni nella Cantoria parrocchiale di Cogliate. Ma vi erano stati terribili malintesi e tutti stavano giudicando malissimo la sua Maestra, accusandola di essere una Giuda. Per Romano e il Dio in lui non era così! Ella era una eletta GUIDA e non una GIUDA. E allora la difese, pubblicamente, su un giornale, spiegando tutte le sue GIUSTE ragioni. Ma lei era donna schiva, che non amava si parlasse di sé e che pensava di non aver nulla di cui essere scusata e giustificata. Così ora nemmeno da chi Dio aveva difeso vennero lodi, ma offese. Lei infatti prima cercò per una buona ora di farlo scacciare dal Giornale e, non essendovi riuscita, cercò di farlo scacciare dal suo coro. Agì allora veramente come Giuda: lo consegnò al Coro così come Gesù era stato consegnato al Sinedrio. Il capo del Sinedrio non poté nulla contro Gesù e anche Raffaella, la Presidentessa del Coro, non poté nulla contro di lui. In una sera del martedì in cui accadde questa piaga, i Coristi prima dovettero pregare per la pace (e pregarono nella Cappella, su invito del Papa che temeva per la Pace del Mondo), subito dopo, dimenticandosi delle buone intenzioni appena espresse a Dio, mossero guerra al povero


52 Dio in Romano. Egli, Dio stesso era colpito, in quel “povero corista” che era attaccato da una moltitudine di “ingrati”che gridavano “crucifige!” Erano veri ingrati. Infatti quella maestra dirigeva il loro coro di Cogliate solo per l’intercessione dei Coristi di Saronno (tra cui Romano) che avevano consigliato al loro precedente Presidente di chiedere a Lei se poteva dirigere “anche” il loro coro, e non “solo” il loro coro, come poi fece perché la pagavano. Dimentichi di ogni senso di riconoscenza, non ci furono lodi per lui che aveva solo difeso la Maestra e proposto soluzioni! Ci furono intimidazioni, e il vice maestro fece anche la mossa di usargli violenza fisica. Così gente che, cantando per Dio, esplica una attività dello Spirito, si imbestialì e scelse di assumere l’aspetto di animali che morirono agli occhi del Signore. In cambio di un triplice aiuto che avevano avuto, per aver avuto quella maestra, per averla vista aiutata e per essere stati aiutati per tre anni da Romano in persona a far vivere il loro coro, forti del loro numero… tentarono di scacciare un “povero cristo” non difeso da nessuno (ma da Dio). Anche questa quinta piaga, toccando un “povero di Dio e un ultimo”, fu veramente patita da Dio. La SESTA PIAGA di Egitto furono gli ascessi. L’Anti-Cristo era risuscito a far cacciare da un Coro Parrocchiale un “povero cristo” che aveva gito solo per il bene… e allora Satana divenne audace. Tentò di UCCIDERE realmente Romano, il 29 gennaio 2002. Questo Anti-Cristo sta soprattutto nell’aspetto DORATO del mondo, sfolgorante nelle sue ricchezze, materiali e spirituali. Invece il Cristo sta in Romano. Per cui un pullman della GOLDEN (la dorata) investì la CROMA (del C. in Romano), con dentro Romano, mentre questa FIAT stava uscendo dal suo androne di via Larga 12, di fronte alla Chiesa del San Giovanni Battista che “apre sempre” alla venuta di Cristo, anche quando è in una CROMA. La Provvidenza divina salvò il contenuto nella Croma, salvò il vivo Romano. Allora l’ASCESSO che Satana aveva tentato su Romano venne compiuto sul Cristo di Legno, nella Chiesa di Fronte. Un Anti-Cristo lo


53 staccò dalla grande croce dell’altare e lo fece fuori. Nella stessa ora il triplice segno della Trinità di questo evento bloccò il tempo, di fronte a questo grave ASCESSO della Fede: l’orologio del campanile di quella chiesa si arrestò e segnò per mesi le 10 e 3 minuti, ad indicare la Trinità di un Dio potente nell’unità espressa dalla decina di decime (quelle che sono la parte unitaria spettante alla Chiesa di Dio in veste di Dio). Non pago del duplice attacco contro il Santo in Amodeo e contro Gesù, Mammona, il giorno dopo, a Cogne, uccise il vivo S.Am, nel piccolo ed innocente Samuele, uele, uguale al S.Am, al Santo in Am, Amodeo. Essendo di Mammona la colpa ne fu accusata la Madre, in segno di un ascesso così grande, nella maternità, che la trasforma in tutt’altro… e fece scalpore, per mesi, in tutta l’Italia. A “Cogne” anche il “Cogn(om)e” della Madre svelava chiaramente questo “cognoscere” occulto: Franzoni alludeva allo F (spirito) di ra (Romano Amodeo) NZ (nuovo termine) o NI (Nazarenus Iesus), tanto da risultare essa stessa la vittima designata, assieme al figlio, di questi «ascessi» della Fede accaduti il 29 e 30 gennaio 2002. La SETTIMA PIAGA dell’Egitto fu la grandine. 555 giorni esatti dopo l’abbattimento dell’11 settembre, piovvero granate e bombe di ogni concezione, addirittura “mirate” contro il povero Paradiso Terrestre del povero nuovo Adam del Saddam, perché ne fosse scacciato. Chi dominava in questo Paradiso Storico sarebbe stato scacciato dal Dio degli Eserciti. Il numero 555 era ½ di 1110 giorni, chiaro segnale della intermediazione del Dio UNO E TRINO nell’unità 10 del ciclo. Il Dio in Romano scrisse un libro e lo diede alla Chiesa, affinché capisse che Dio stava facendo la voce grossa, avendo davvero ripristinato il Dio degli eserciti, ma in cambio di questa verità Dio ricevette solo nuove burle ed insulti. Per la Chiesa che lo derideva, Dio non c’entrava nulla con la gestione del mondo! Era solo opera degli Anti-Cristo… e con questo dicevano la verità che condannava proprio loro.


54 L’OTTAVA PIAGA di Egitto furono le cavallette. Le cavallette distruggono ogni coltivazione e, nel caso di Romano, furono i suoi tre anni nei quali aveva servito cantando nella Cantoria Parrocchiale di Cogliate, andati interamente distrutti ad opera di questi insetti. Fu una piaga che accadde esattamente gli stessi 555 giorni dopo che Don Carlo, nei panni di Ponzio Pilato, avendo l’autorità sulla Chiesa di Cogliate, intervenne e scacciò Dio, scacciando dal Coro della Chiesa di Dio un “povero cristo” che non interessava a nessuno! Sollecitato dai Coristi e dalla sua presidentessa che strillavano “crucifige! Crucifige!” e, pur ritenendolo innocente e senza colpe, aveva alla fine aderito allo stesso giudizio del Capo del Sinedrio, della Raffaella Presidentessa del coro: “che era meglio perdere uno solo, anche se innocente, pur di salvare una intera moltitudine”. Il Dio in Romano era stato allora scacciato, una sera, da questo moderno Ponzio Pilato che cacciava e se ne lavava le mani. Aveva però visto troppo dolore in Romano, quando si era visto così ingiustamente estromesso, e allora aveva infierito intimandogli beffardo “Vai a farti curare! Vai a farti curare!”. Questo povero cristo di Romano già doveva esser morto, a due anni e mezzo, per un mal dei polmoni, ma la Madonna l’aveva salvato miracolosamente. Ora, nel mondo, stava minacciando di espandersi la SARS, e al Dio di Romano essa parve il “castigo di Dio” per come era stato trattato proprio Egli in un povero eroe indifeso a Saronno, dunque era SAR’S, cosa di Saronno, genitivo sassone della lingua del mondo. Romano capì che come il Dio degli eserciti aveva agito 555 giorni dopo l’abbattimento delle due Torri, così avrebbe reagito anche per la cacciata di Lui dal Coro della Chiesa, gli stessi 555 giorni dopo. Non sapeva solo l’ora, perché in novembre c’era l’ora legale. Le 21 di sera in cui fu invitato ad “andare a farsi curare” potevano essere anche le 22… così o alle 21 o alle 22 del 23 maggio 2003 (ossia 555 giorni dopo) tutti sarebbero stati costretti ad “andare a farsi curare” della SARS! Allora Romano compì un gesto nel quale cercò di aiutare il Comune di Cogliate e scrisse una lettera riservata al Sindaco, la fece


55 protocollare nell’Ufficio comunale e in essa raccontò l’accaduto e il vero pericolo che il Dio degli Eserciti mandasse la Sars nel paese. Spiegò al Sindaco come da esso Dio stesso fosse stato scacciato, in un povero che era stato estromesso in quel malo modo, proprio intimandogli di andare a farsi curare. Doveva restare un aiuto”riservato” al Sindaco… e lui invece consegnò la lettera ai giornali. Non lo ringraziò minimamente né dell’avviso “che bisognava temere Dio” né perché alla fine della lettera Romano aveva scritto che avrebbe pregato affinché la Madonna evitasse quella nuova peste, come già l’aveva evitata nella zona quasi 500 anni prima. Il Dio Padre-Spirito santo disceso in Romano non ebbe lodi da quel Sindaco, ma l’accusa di intimidire la Popolazione (intimidita solo da lui che aveva diffuso quella notizia riservata) ed una vera denuncia alla Procura della Repubblica, tanto che dovette giustificare il suo gesto ai Carabinieri! Questi lo lasciarono in pace, avendo capito che si era trattato di una pure “profezia”, relativa ad un evento che sarebbe successo alle 21 o alle 22 del 23 maggio 2003. Così accadde che Romano poté partecipare all’annuale processione di ringraziamento, al Santuario di Saronno costruito dall’Architetto Amadeo e che dunque sembra opera anche sua, essendo anche egli un architetto Amodeo; chiese alla Madonna che gli aveva salvato la vita già da una sorta di SARS, e che aveva già salvato anche il Saronnese dalla Peste, di non far pagare agli altri quello che era disposto a pagar solo lui, nella sua carne. Romano fu ascoltato, alla lettera, perché questa profezia si avverò sia alle 21, sia alle 22 (come il Salmo 21-22 del Dio Mio Dio mio perché mi hai abbandonato?) e fu preso in consegna da due vigili che lo obbligarono ad andare all’ospedale psichiatrico “per farsi curare”. Anche qui doveva farsi curare per la PAZZA PROFEZIA che, tutt’altro che pazza, si stava verificando proprio così e proprio allora. Credete dunque che, in cambio di tutto questo aver profetizzato esattamente la verità, sia stato riconosciuta parte di verità al Dio VERO disceso in Romano a Profetizzare? No! Ne ebbe solo biasimo, perché a Saronno non era venuta la SARS che egli aveva profetizzato. Nessuna attenzione era posta al suo essersi offerto in cambio, nessuna gratitudine, ma solo beffe.


56 Anche i Dottori, chiamati a “curarlo”, invece di accorgersi che non aveva sbagliato nulla e che dunque tutto confermava il disegno divino che egli annunziava, conclusero non che era veramente un Profeta, ma un esaltato che era oggetto di un disturbo delirante. Egli delirava… sebbene avesse predetto con esattezza il vero. Delirava pur riconoscendo Dio come il solo creatore e tutti gli altri (nei pensieri, nelle parole e nelle opere) solo come il frutto della sua Creazione. Tutto il resto era conseguente, nell’atteggiamento di Romano, di questa fede “pulita”… ma i PROFESSORI, che credevano di “non delirare” e invece erano tutti vittima del “delirio di onnipotenza” di credersi dei Paperino che si muovevano grazie ai disegni che essi stessi facevano… PRIMA, davvero deliravano: lo giudicavano delirare perché egli usava le “sue” ragioni e non “quelle degli altri”, tra cui loro! La NONA PIAGA di Egitto fu il buio. Riguardò il buio delle coscienze dell’uomo di Chiesa, che crede in Gesù ma lo colloca in un mondo di astrazioni, uccidendone la presenza reale in ciascun uomo. Accadde quando si approssimò il 9 giugno 2004 in cui Romano aveva 2 mesi oltre il Venerdì santo di Gesù e 33+33 anni compiuti. Secondo la sua profezia divina doveva morire e paralizzarsi il martedì 25, come suo padre aveva fatto nel 1983, esattamente 14 giorni prima di morire e perché Romano e il Padre erano la stessa cosa. La sera prima, lunedì 24 maggio c’era, una prova della Cantoria di Saronno, che si era riaperta. Decise di far un segno cristiano, in vista della sua imminente paralisi e della sua Via Crucis a 14 stazioni, precedente la sua morte. Portò del vino e delle paste. Dopo la fine della prova cercò di ottenere dai Cantori che si ripetesse quel segno dell’Ultima Cena di Gesù. Ma essi non vollero assolutamente riconoscere in lui nessun segno che lo potesse avvicinare al Cristo in qualcosa. Per tutti loro, Dio stava nei cieli e l’uomo era tutt’altra cosa. Ecco il buio, che venne nella mente obnubilata, a rendere Dio non una presenza vitale in ciascuno di noi ma una pura astrazione della mente.


57 Quei cantori realizzarono la morte di Dio prevista dal Terzo segreto di Fatima. Quella notte Romano vide Dio abbandonato da tutti, e desiderò seguirlo, paralizzarsi nel mondo per rifugiarsi in quel contesto ideale in cui tutti l’avevano mandato, uccidendone la reale presenza in noi nella realtà. Il Dio in Romano, ancora una volta, nel mentre dichiarava ai cantori la sua voglia e il suo desiderio di morire per il loro bene, invece di gratitudine, trovava rigetto, invece di amore trovava pregiudizio, invece di pietà trovava disprezzo. Non potete dire che il Dio sia venuto di sua volontà in Romano per farsi lodare. C’è venuto appositamente per farsi disprezzare, non per farsi amare, ma per farsi scacciare… da tutti: persone, sindaci, sacerdoti, associazioni cristiane, Sindaci, Chiese, Vaticano. La DECIMA PIAGA di Egitto fu la morte dei primogeniti. Accadde quella morte “divina” che aveva profetizzato per il 9 giugno 2004 in quanto il “doppione” di Gesù Cristo… e fu “trascendente”, essendo divina, e non si vide se non nei numeri, ove apparve in modo indiscutibile nel numero di 22.222 giorni +222 cicli decimali, quando passarono esattamente 200 giorni e fu il 26 dicembre dello Tsunami. Il 9 giugno solo Romano la vide, nel letto che cadde al suolo con lui sopra, quando quel dì vi si sedette (dopo le 3 del pomeriggio), nell’Albergo-Ristorante Sacro Monte di Varese. Dove il Figlio di Dio vale 10 elevato alla potenza meno 1 delle famose “decime” spettanti a Dio, il Padre deve valere 10, a causa dell’unità di Dio posta come 10/10. E allora il Padre vale 100 volte il Figlio, perché 10 : 1/10 = 100. Pertanto un quadrato avente 100 come lato e 100+100 come il contributo di Padre e Spirito santo espresso per come determinato dal Figlio, è una sezione trasversale. E’ un’area di 200 giorni, virtualmente collocata per traverso, tanto che il 9 giugno appartenesse al limite del flusso lineare e in quel giorno stesso giacesse il piano trasversale avente per ciascuno dei due lati generatori le 100 unità del Padre 10 contate nell’unità del Figlio 1/10. In tal modo il 9 giugno era il momento iniziale di quell’area


58 trasversale e il 26 dicembre 2004 (giorno dello Tsunami) era il dì estremo di quella stessa sezione trasversale collocata in quel giorno. In quel giorno estremo, giacente virtualmente nello stesso 9 giugno, Romano aveva esattamente 22.222 giorni +222 cicli unitari, che evidenziavano al meglio il suo essere quel DOPPIONE di Gesù che diceva di essere a 33+33 anni di vita e due mesi dopo il venerdì santo di Gesù, che quell’anno capitò, per scelta della Chiesa, il 9 aprile. I giorni di vita confermavano, quanto più non si può, che egli era proprio nel segno del 2 (Padre e Spirito santo) ad ogni dimensione, ma che poi era anche unitario e trinitario (222) in quell’essere +2220, ma nei confronti di un Dio Padre che doveva valere 10, valendo il Dio Figlio quanto il 10 elevato a meno 1. Lo stesso Tsunami di quel giorno “trascendeva”un T SUN AM I, che, nella lingua del mondo, significava chiaramente SONO IL SOLE DELLA CROCE, essendo la croce espressa dalla iniziale T. Chi era questo SOLE DELLA CROCE, se non il primo Gesù nato appena il giorno prima? Nel giorno del Santo che in greco significa INCORONATO, mediante il Santo STEFANO, il Dio degli Eserciti incoronò come SOLE DELLA CROCE sia Gesù (nato il giorno prima per la sua Croce), sia il Padre e Spirito santo di Gesù, presenti in Romano e virtualmente morti esattamente come Romano diceva, ma in un modo realmente invisibile, per quanto realmente il tutto fosse espresso “per numeri”. La decima piaga così accadde virtualmente in quel 9 giugno 2004 che era una stessa cosa con il 24 dicembre, perché entrambi erano i punti estremi dello stesso piano trasversale avente per lato il 100, lunghezza assoluta del flusso Divino di un Dio Padre che opera con il 10 a causa di un Figlio che opera con 1/10. Romano scrisse libri, che descrivevano tutto questo per filo e per segno, narrando di come ci fossero state nuovamente le 10 PIAGHE di Egitto, a ragione di chi si opponeva alla PASQUA, al Passaggio da un Mondo a quello in cui TUTTO DIO era arrivato per affermarsi poi come il DIO DI TUTTI. Ma, ancora una volta, pur dicendo il vero, era proprio deriso da tutti a causa di questa sua verità… che non era più quella degli Anti-


59 Cristo. Disse che, con lo Tsunami, c’era stato anche il nuovo Passaggio del Mar Rosso… e anche qui fece solo ridere… i polli.


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Un “Duo” sempre “fatto fuori”! MORTIFICATO ANCHE DA BENEDETTO XVI. Non ci furono lodi per me, o per il mio Padre che è la mia vita, nemmeno quando, in seguito, feci nuovamente 55 giorni di digiuno, affinché il Buon nuovo Pastore si prendesse cura della pecorella smarrita: quel Gesù che aveva smarrito in me non riconoscendolo nel mio essere un ultimo SUO, che viveva solo con lui, di lui e per lui. Il Padre in me stava richiamando l'erede di Pietro a quel triplice incarico che Gesù aveva dato a Pietro e ai suoi eredi quando aveva fatto la pesca miracolosa dei 153 grossi pesci. Pietro in persona aveva ricevuto l'incarico di aver cura del Suo gregge e non di quello di altri… Capi. Gesù non si era rivolto ai dodici. Ma poi i Papi hanno fatto in modo diverso. Un "altro" ha cinto la loro veste e li ha portati dove non avrebbero voluto, cioè a delegare ad altri l'incarico personale che Pietro aveva avuto, disattendendo in questo modo l'ordine personale e triplice che Gesù aveva dato al Papato! FATTO FUORI DAI CUSTODI DEL SACRO CUORE DI GESÙ. Ebbene, il 5-12-2005 io mi misi in croce, legandomi in catene al cancello della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a Pescara. I sacerdoti di quella Chiesa, ignorando del tutto il Sacro Cuore di Gesù e della vita Sua in ogni uomo che ha bisogno, non videro in me nemmeno un bisognoso, ma solo un importuno, che gli impediva di aprire il cancello della Chiesa. Non mi lodarono, per quei 55 giorni di digiuno che avevo patito per le colpe di un Vaticano che non permette al Buon Pastore di aver cura di una sua pecorella smarrita. Quella pecorella aveva digiunato 55 giorni e non meritava alcuna lode! Ma solo l'intervento deciso della polizia, che rimuovesse l'ostacolo dato da quel “povero Cristo incatenato in me” che gli impediva di aprire il cancello… per fare entrare CHI, in Chiesa… se facevano fuori proprio il Cristo presente in quel povero Cristo?


61 CONDANNATO VERAMENTE A MORTE . Successivamente io mi comportai su Internet, così da meritare una nuova e virtuale condanna a morte come quella già data dagli Ebrei a Gesù, e stavolta data a me dai Musulmani per lo stesso motivo: offesa mortale ad Allah per il mio dire “io ed Allah siamo la stessa cosa”. Per questa mia condanna a morte non ebbi lode da alcuno. Mi rifugiai a Ostigliano, e mi rivelai condannato a morte a quella Chiesa, ma anche lì, pur non avendo critiche, non trovai nemmeno lodi. UCCISO DAVVERO… IN PARTE. Ricoverato al San Liberatore di Atri ad attendere i miei assassini, i Musulmani non vennero all’appuntamento ma i dottori mi fecero una puntura a lento rilascio che per 33 giorni uccise una parte delle mie cellule cerebrali, perché mi procurò il Morbo di Parkinson. Il 7-7-7, come da mia profezia, cominciai a resuscitare, in un ospedale del Tentino ove mi fu curato quel Morbo. Poi i miei cugini di Salerno compirono il residuo miracolo e potei il 30 novembre 2007 partir missionario laico per il Brasile.


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L’eccezione di Belo Horizonte. Solo a Belo Horizonte, in Brasile, io ho trovato qualcosa che potesse vagamente assomigliare ad una condizione di elogio. Ma, anche lì, presentatomi alle suore come il mio Padre in me, non trovai l'atteggiamento giusto che si sarebbe dovuto avere se questo Dio Padre in me fosse stato riconosciuto. Solo a Belo Horizonte io ho però potuto presentarmi ad un Cardinale, Dom Serafim Armando d'Araugio, annunciandogli di essere quel Dio di cui voleva conoscere il volto, e ho potuto mostrargli quella “palma della mano di Dio” nella quale augurava a tutti di essere, nelle sue omelie tenute alla radio... senza che mi biasimasse, per l'evidente sproporzione della cosa che gli stavo annunciando. Ma, anche qui, senza nessuna lode o incoraggiamento. Solamente in Brasile, nella Chiesa del mio caro amico Padre Piggi, Pierluigi Bernareggi, solamente in Brasile ho visto finalmente la mia Chiesa, sia quella cristiana sia quella protestante, decidersi a pregare per me e per la mia vita. Io avevo detto che sarei morto, nuovamente, come Dio, per la salvezza del mondo intero, e non ne avevano fatto finalmente un motivo di scandalo e di accusa, ma di preghiera: per me, la mia vita, di me che volevo offrire la mia per loro. Sapevo che dovevo morire il 25 maggio. Tutti gli indizi me lo segnalavano. Doveva attuarsi il miracolo di Fatima. Pertanto, il tredicesimo giorno dopo Fatima e l'apparizione del 13 maggio, il Dio in me doveva ascendere al cielo. Per propiziare il miracolo di Fatima io mi ero predisposto: avevo indossato una veste bianca, perché nel terzo segreto di Fatima si parlava della morte di un Grande Padre vestito di bianco, e avevo iniziato un digiuno assoluto, per assecondare il disegno di Dio. Avevo cercato di uscire dalla casa parrocchiale che mi ospitava, in quell'alloggio avente un pavimento unico a tre livelli, raccordati tra loro da uno scivolo, ad esser segno della giusta casa trinitaria, figura di Padre, Figlio è Spirito santo, perché il Cardinale Dom Serafim, avvertito del


63 mio proposito di attuare quel digiuno, mi aveva portato a riflettere sulla grande preoccupazione che avrei data al mio amico Piggi, se io facevo quel mio digiuno così spinto nella sua casa di Dio. Ma quando dissi al mio amico che avrei cercato un'altra casa in cui attuare quel digiuno, egli protestò: " Romano, non ti preoccupare per me, ma fai quello che credi di dover fare! Sei una persona adulta e matura che sa quello che fa, e io ho fiducia in te!" Così, mentre io iniziai quel mio digiuno, egli, Padre Piggi, mi fece aiutare dalla preghiera dei fedeli. Altri fedeli, della Chiesa cristiana protestante, si aggiunsero di loro iniziativa, e, non sollecitati da nessuno, iniziarono a pregare per me. Finalmente, e per la prima volta nella mia vita, io stavo finalmente a cuore a qualcuno, che si degnava di pregare Dio per me! Così, dopo sei giorni di digiuno assoluto, il Dio del cielo mi parlò, per tutta una notte, quella che venne dopo la celebrazione della Trinità di Dio, celebrata se non ricordo male, il 18 maggio. Quella notte il Dio del Cielo disse a quello imprigionato in me sulla Terra: "Non puoi morire qui in Brasile, con tante persone che pregano per te. Tu morirai, e io con te, solo 141 giorni esatti dopo il 25 maggio, e cioè in quel 13 ottobre 2008 in cui si celebra il miracolo di Fatima, che descrisse la discesa sulla Terra del Dio sole, del tuo essere RA, Romano Amodeo. Il sole non scese fino sulla terra, e significò che sulla terra non avrebbero riconosciuto Dio, il Dio però veramente disceso sulla terra, in te. Poiché quell'evento si concluse con la risalita in cielo, al suo posto, del sole, il Dio in te ritornerà al suo posto nel cielo". Per tutta la notte il Dio del cielo aprì la mente al mio Dio Padre sulla terra, informandolo di quale sarebbe stato il suo futuro.


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Perché Dio Padre è venuto. Ecco, il mio Padre in me, presente in me assieme allo Spirito santo di Dio, non è venuto sulla terra per farsi riconoscere e rendere omaggio. Dio Padre non chiede né necessita che gli si renda omaggio. Il Dio in Romano, anche quando Romano ha avuto funzioni di comando, non si è imposto mai agli altri in virtù nemmeno del suo obbligo di comando, quando questo comando si scontrava con il diverso parere di uno che fosse sottoposto a lui. Così opera Dio, Dio Padre: dà tutta la libertà possibile ad ogni figlio, affinché egli viva per intero la sua vita. E si tinge di nero, perché brilli di luce solo il Figlio tratto da lui, dalla sua potenza messa in atto. Dunque ogni figlio deve questa sua vita al Padre che si crocifigge in lui, e grazie alla rinuncia alla sua vita personale fa esistere solo lui. Dio, per fare esistere quella altrui rinuncia alla propria, per fare emergere la sua luce, si tiene da parte, nell’oscuro… come già dimostrò di saper fare la Madonna e Madre di Gesù, che già era, espressa in veste materna, l’immagine PRIMA di Dio Padre. Così, per dimostrare a tutto il mondo d'oggi (un mondo che non crede più in lui come creatore unico, e crede di aver avuto il compito, da lui, di sostituire la sua creazione) Dio ha creato questo momento finale di un epico scontro tra il bene e male, tra la potenza e l'impotenza di Dio, in quell'Armagheddon dell'Apocalisse descritta da San Giovanni apostolo. Dio ha creato una possibile Apocalisse, in cui tutta la vita dell'uomo possa cessare, per dimostrare a tutto l'uomo che la sua esistenza e la sua sopravvivenza sulla terra dipendono solo dalla rinuncia del Padre alla sua stessa vita. Ciò sarà dimostrato mediante la rinuncia di Romano alla sua vita, e sarà come un’orma eternamente lasciata e che mai più sarà cancellata in tutta la storia dell’uomo.


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Una Cristianesimo da rifondare Sarò rifondato da quanto accadrà nel prossimo 13 ottobre in cui è previsto il concorso di tutta una serie di coincidenze veramente incredibili, tutte riguardarti la pesca miracolosa dei 153 grossi pesci descritti nel punto 21 del Vangelo di San Giovanni. Occorre che io descriva tutto questo racconto, che ebbe per partecipanti da un lato proprio me stesso, Dio Padre, perché quel Gesù non fu riconosciuto nella sua figura essendosi presentato infine proprio nella figura del Padre, ossia nella figura di me, persona umana nella figura di Romano Amodeo. Gli altri partecipanti furono gli apostoli, che avevano ripreso a fare i pescatori. In questa ripresa dell'attività della pesca è nascosto un grande segno riferito al futuro di quando, a causa dell'intervento dei Dottori della fede, gli apostoli sarebbero regrediti al livello iniziale, dei puri pescatori che erano prima di Cristo, e che avevano rinunciato a pescare anime, essendo divenuti Anti-Cristo con il volgere dei millenni. Il fatto che gli apostoli si fossero sentiti dire, proprio da Pietro: "che facciamo? Io ritorno pescare!" virtualmente trascendeva il ritorno del Papato alla condizione ante-Cristo di Anti-cristo bisognosi di un nuovo momento ri-evangelizzazione. E così, questo nuovo bisogno, è esercitato ora dal Padre di Gesù, che opera dello stesso modo di Gesù. Egli chiede nuovamente dalla riva ai pescatori: "avete da mangiare?". Risposero di nuovo: "non abbiamo preso nemmeno un pesce in tutta la notte!". E, dalla riva, di nuovo, il Padre gridò loro: "gettate la rete dal lato destro della barca!" Essi nuovamente lo fecero e si ripeté la prima pesca miracolosa di Gesù: le reti nuovamente non potevano essere tirate sulla barca, tanto erano cariche di pesce. L'amato Giovanni fu il primo a riconoscere Gesù in quella nuova figura che Egli doveva avere assunto, e disse:


67 "È il Signore!". Pietro, che era nudo, si rivestì in fretta e furia e si buttò nell'acqua, per raggiungere la riva al luogo. Anche questo stato di "nudità" di Pietro è estremamente significativo. Quando il Padre di Gesù si ripresenta alla riva (2000 anni dopo) il Papato sarà “nudo”, non avrà più alcuna veste a rappresentare degnamente Gesù, nonostante tutta la prosopopea…. Ma Pietro se l’indossa e raggiunge che crede Dio Figlio. Il Padre di Gesù che, tornato in me, non è stato per niente riconosciuto dal Pietro di turno, che si è assolutamente disinteressato della possibile presenza di Dio Padre in me, e in tal modo si è completamente svestito del suo ruolo di mio vicario e mio sostituto, messo di fronte a quel Pietro che si è cinto di quelle resti improprie, inopportune, gli chiede allora: "Pietro mi ami?" E Pietro risponde: "Si Signore, ti amo!" E io allora gli do il preciso incarico: "Pasci i miei agnelli!"… i miei, Pietro e non i Capi degli altri greggi… ma questo glielo taccio. Gli chiedo ancora: "Pietro, mi ami?" E lui: "Si, Signore, ti amo!" E io ribadisco quell’incarico: "Pasci le mie pecorelle!". A ribadire l’estrema necessità che un Pietro che mi ami si occupi del mio gregge dato a lui da me in figura del Cristo, per la terza volta, e anche perché io sono il Dio Uno e Trino, gli chiedo, sapendo molto bene che Pietro sarà testa dura e più non mi capirà: "Pietro, mi ami?". Allora Pietro perfino si spazientisce e protesta: "Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo!" Così anche io, e per la terza volta, gli ordino: "Pasci le mie pecorelle!". In questo modo io (il Dio Padre in Romano Amodeo, trascurato personalmente dai due ultimi Pietro perché, a loro giudizio “io non conto niente” e fino al punto da esser lasciato morire di fame)… inchiodavo in quel primo Pontefice gli ultimi due della vecchiaia del Papato, inchiodandoli al loro vero compito personale, perché non mi avrebbero minimamente amato, fino a lasciarmi morire!


68 Con il Primo, il Dio nel mio essere giudicato un “vero e insignifante ultimo” ha patito 57 giorni di digiuno assoluto, per quella stima data a me di “un ultimo senza importanza” che poteva anche morire. Io, Romano, evitai poi la morte non per l’intervento finale di un Pietro che si fosse pentito e ravveduto, ma solo perché l’amore per mia madre (che era a carico mio) impedì a me di lasciarmi definitivamente uccidere dal Papa e, con me, anche la Madonna mia madre! Con il Secondo Pontefice, il Dio in me Romano patì la fame solo per 55 giorni, e non morì solo perché la Provvidenza di Dio mi fece condurre in Ospedale ove per altre valutazioni – e non perché il Papa cui avevo rimesso la mia vita se ne volesse infine far carico – fui indotto a riprendere a mangiare. Se fosse dipeso dai due ultimi Pietro, il Dio in me Romano sarebbe morto assieme a me, condannato a ciò dal mio essere giudicato “un povero di spirito senza alcun valore” in un ambiente che – se fosse di Cristo e non di un Anti-Cristo – sarebbe titolo “di merito assoluto” e non “di assoluto e mortale disprezzo”. Il Dio in Romano, proprio quello e col volto non di Gesù ma di Romano, ripeté per ben tre volte al Pietro “nudo ed impropriamente rivestitosi, non del Cristo ma dell’Anti-Cristo”, che l'incarico preciso dato ai Papi non era di occuparsi dei Capi delle altre greggi del mondo, ma degli agnelli e delle pecorelle MIE, che io gli lasciavo, affidandole a lui e a nessun altro per conto suo. Ma i due ultimi Pietro non avrebbero fatto così. Pur essendo sante persone, “un altro gli avrebbe cinto i fianchi e li avrebbe indotti a fare ciò che non avrebbero voluto”… li avrebbe persuasi all’opportunità di delegare ad altri quel compito che io, Dio Padre, avevo per tre volte ordinato al solo Pietro. Così io, Dio Padre, e io, nella persona del Romano Amodeo che ora vi parla, ritenni giusto di avvertire Pietro del suo amaro destino, come già fece Gesù prima della sua Passione, quando lo preavvertì del Canto del Gallo e del suo tradimento. Anche stavolta io l’avevo preavvertito, dicendogli come quanto Giovanni poi scrisse con chiarezza: "Quando eri giovane ti cingevi i fianchi, ma quando sarai vecchio un altro ti cingerà e ti porterà dove non vorrai".


69 Era l’equivalente al “canto del Gallo” quando infierirono su Gesù. Io volli preavvertire il Papato lasciando scritto,alla fine dei Vangeli, che il primo Pietro sarebbe stato libero nel suo rivestirsi di Cristo, da nudo che era stato prima della seconda pesca miracolosa volto a riconvertirlo. Però nella vecchiaia del Papato gli ultimi Pietro sarebbero stati portati da un altro – dall’Anti-Cristo Satana - dove non avrebbero voluto, ossia a tradire proprio Gesù, non riconoscendo il ritorno di Dio in quel Romano Amodeo affamato, disprezzato e nuovamente condannato a morte, stavolta, perché doveva assolutamente conferire con Pietro... ma era giudicato “un ultimo senza alcun valore e che dunque poteva perfino morire, tanto assolutamente non importava di lui alla Chiesa del Papa!” La Chiesa era questo “altro Satanico” che non avrebbe più riconosciuto il primo di tutti nell'ultimo di tutti! Essa era bella a vedersi, da fuori, come il solito Sepolcro Imbiancato, ma dentro era il fradiciume delle sue ossa! Essa nuovamente non avrebbe riconosciuto Dio come a suo tempo non riconobbe Gesù! Stavolta in modo molto più grave: sapeva che gli ultimi sono i primi e – non ostante ciò – condannava a morte uno che era aggiudicato realmente come un “povero di spirito” e come un “ultimo che veramente non contava niente!”. Che Pietro sia chiamato “Satana” non è un fatto nuovo. Anche Gesu l’apostrofò con un chiarissimo “Lungi da me, Satana!” quando rivelò che “doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani e dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e resuscitare il terzo giorno” (Matteo 16, 21-27). Scrive esattamente Matteo: “Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai”. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” Allora Gesù disse ai discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita la perderà; ma chi perderà la sua vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagna il mondo intero, e poi perderà la sua anima?” Pertanto, io, il Dio presente in Romano, quando mi presentai al


70 Pietro del Vangelo di Giovanni con il volto di Romano (e volli che accadesse di nuovo quella “pesca miracolosa” che aveva convinto proprio Simone, e di cui sembravano tutti aver perso la memoria, tanto che, al suo seguito, erano tornati in 7 - a sottintendere tutti - a pescar pesci e non uomini), lo avvertivo, informando attraverso di Lui l’intera Chiesa, di come se lui avrebbe semplicemente rinnegato per tre volte Gesù, il Papato sarebbe stato condotto a condannare a morte proprio Lui il Dio Padre di Gesù. Sarebbe accaduto quando, nella necessità di raddrizzare un Vangelo sovvertito… un altro avrebbe portato Pietro a cingersi di un’altra veste, quella che egli giammai avrebbe voluto indossare: la veste dell’Anti-Cristo che veramente condanna a morte il Cristo quando ritorna. Lo condanna a morte, perché (seguitando a pensarla “non secondo Dio ma secondo gli uomini”) non lo riconosce nemmeno più: vede il Cristo non più nella croce umana, ma nel successo umano, e riceve solo chi esprime il successo, nella sua vita, e non chi è l’immagine stessa dell’insuccesso. Il Papa riceve pertanto il Capi delle nazioni, i Capi dei movimenti, i Capi che stanno lottando e vincendo, come quelli del Rinnovamento dello Spirito, di CL… o una riconosciuta santa come Madre Teresa di Calcutta…Costoro li riceve in udienza anche privata. Per gli altri c’è il frettoloso “omaggio a lui” nell’incontro del mercoledì, o “l’omaggio a lui” nelle folle che lo osannano nei suoi viaggi. E quanto gli sono cari quei bagni di folla che non significano nulla e che Gesù stesso non tollerava quando volevano fare di Lui quel Re che il Papa invece accetta di essere… Sì, lo accetta, certo, solo “nel nome” di quel Gesù che – però – stranamente, quel ruolo proprio non l’accettava e non lo gradiva! Egli non voleva esser fatto Re in questo mondo, essendolo in quello esattamente opposto a questo. Qui la cosa giusta, per lui, era la croce, e lo era anche per coloro che lo volevano veramente seguire. Gesù rimproverava le folle: “Mi venite dietro perché vi ho moltiplicato pani e pesci, e per questo volete farmi re! Ma io non vi sto proponendo la gloria del


71 successo, ma la sconfitta della croce e l’insuccesso, perché se vorrete salvare la vita la perderete!” Per cui un Papa che punta invece a salvare questa vita, di per sé e non esclusivamente in funzione dell’altra, e che accetta ora quel titolo regale “in nome e per conto di Gesù che non l’accettava”, si sta occupando di Capi che non appartengono minimamente al gregge che Gesù gli lasciò. Appartengono al gregge dell’Anti-Cristo che persegue – come bene e segno dell’Amore di Dio – non la croce nella vita, ma l’amore egoistico che si stemperi nell’amore altruistico! Questo sarebbe il successo voluto dall’Amore Dio, nell’ottica del Pietro che persevera nell’usare l’ottica del mondo e non di Dio, e lo scrive chiaramente nella sua prima Enciclica “Deus est Caritas”, tutta pervasa da apostasia! Infatti per lui l’amore di Dio NON sarebbe LA CROCE qui, ma IL SUCCESSO qui! Tutto qui e con tanti saluti all’altro mondo! E – portato a queste conclusioni dall’Anti-Cristo Satana – il Papa vede la bellezza di questa vita nella sua reale bellezza, e non in quella bruttezza in cui la bellezza va solo “divinamente trascesa”. Non la vede minimamente in quell’insuccesso personale che è alla pura base di quello altrui. Per cui Pietro non riceve nessun uomo che si presenti nel segno di un reale insuccesso, di un reale fallimento. Uno così egli lo giudica realmente fallito… e la novità Cristiana SPARISCE! Si ritorna all’antica idea Giudaica di un Isacco amato e favorito da Dio perché prosperava, di un Popolo in modo manifesto aiutato da Dio quando aveva fede e abbandonato, scacciato dalla sua terra, quando non restava più nella Fede in Jahve. E’ la stessa idea che ho ritrovato ultimamente nella Fede Protestante, in Brasile. Essa invita i fedeli a dar soldi alla Chiesa che farà di tutto per farli star bene, ricchi e pieni di risorse, essendo solo quello il chiaro ed evidente segno del favore di Dio! Spazzate via tutte le Beatitudini del Discorso della Montagna, sia questi Protestanti, sia il Papa che incontra personalmente solo i Capi del successo, non si rendono conto di come, facendo così, si stanno occupando dei Capi di un altro gregge. Non più di agnelli e pecorelle del Gregge lasciatogli da Gesù, ma di montoni e di altri greggi. Il Gregge del Cristo raccoglie tutti i perdenti e i


72 maltrattati di questo mondo, tutti i sottomessi e non i capi, tutti coloro che patiscono ingiustizie e non i giusti, tutti i carcerati e non chi li ha giustiziati, tutti gli oppressi e non coloro che pascolano nella ricchezza, nell’agiatezza e nello spreco! Gesù lo disse chiaro: “Venite a me voi che siete abbattuti, prostrati, sconfortati… e io vi consolerò!” Che spreco enorme con tutti quei viaggi di quel tipo e quei “bagni di folla” del Papa-Re, come se fosse il vicario del Cristo-Re e non del Cristo Crocefisso, con l’incontro in quelle terre con i Capi di Stato e di Congregazioni e – per fortuna – anche qualche incontro finalmente giusto, con qualche vero diseredato, calpestato, sottomesso e martirizzato! Ma poi ciò accade sotto lo sguardo della televisione, che mostra come è buono e misericordioso il Papa che vada a trovare i Carcerati, gli Oppressi, gli Umili, ecc. ecc. Quante volte questi Pietro vanno a cercare chi li crocefigge? Nemmeno una volta! Si lasciano scarrozzare nella Papa-mobile! Per decenni non hanno fatto conoscere il Terzo Segreto di Fatima per la paura di ingenerare l’idea di ucciderli, in qualche malintenzionato. Fanno come il Primo Pietro che, posto di fronte a questo timore, rinnegò tre volte Cristo e per questo – anche – io Dio in quel Gesù che si ripresentò… a conti fatti, diedi modo a QUEL Pietro di riconoscermi per tre volte. Invece i due ultimi Pietro non avranno questa possibilità. Il primo dei due morì di quel tremito alla mano che aveva firmato una Enciclica che aveva lanciato Dio Padre in difesa della Fede nel Figlio, ma poi non lo aveva appoggiato, difeso, lasciandolo solo a morire per lui senza che egli muovesse un solo dito di quella mano! Dio stesso si era mosso a rispondergli e lui non accettava la sua risposta, non la cercava, dubitava che una richiesta fatta alla Sede della Sapienza, di fronte al legame Fede-Ragione, che egli aveva legato in cielo e terra… fosse rispettata dal Cielo! Questo Benedetto XVI, dal canto suo, è troppo convinto di seguire Cristo e non l’Anti-Cristo nel mentre si crogiola nella bellezza degli incontri, nella gioia delle testimonianze di vittoria che gli danno i Capi dei vari movimenti e si rammarica se, in qualche caso… il successo tarda a venire, la miseria avanza, gli uomini uccidono con l’aborto.


73 Egli attribuisce agli altri e non a se stesso la responsabilità di questo stato e di queste colpe. Infatti quale è la massima colpa, se mettiamo sul piatto della bilancia tutto il torto che è fatto all’uomo e sull’altro quello che invece è fatto a Dio proprio dal suo vicario? Il Papa sta facendo il massimo torto a Dio, e con lui tutta la Chiesa, di qualsiasi tipo ed ordine, fino a quando non si converte al vero Vangelo che parta da una sola cosa: dalla Provvidenza buona di Dio! Chiunque addebita all’uomo quella che è solo la Volontà di Dio è un Apostata della Fede in Dio, perché va contro al Primo comandamento di ogni Fede: che il Creatore è sempre Uno solo! Fino a quando il mondo è diretto con l’ottica della “capacità personale” e non della unica “Volontà di Dio”, il mondo è pieno di bene e di male, e il Papa che protesta contro il male sta protestando contro la Provvidenza di Dio. Questa che sto facendo è una vera “filippica”, perché il Maligno si è tanto radicato da vanificare addirittura il Battesimo di Gesù Cristo, e oggi pullulano ovunque le apparenti brillanti Catechesi, di Padre Livio, Padre Questo e Padre Quello… e sono le catechesi di un Maligno che si è impossessato a questo punto DI TUTTI. Nessuno è stato escluso, e chi cerca sempre più di rendere quanto più responsabili possibile tutti gli uomini (invece che di fargli riconoscere che il solo vero responsabile, di ogni cosa, è Dio) è divenuto l’apostata cha ha rinnegato e sovvertito la fede in Gesù Cristo... A sentirli e vederli tutti, così “rivestiti di Cristo”, ci si potrebbe anche confondere. Il primo che ho citato, Padre Livio di Radio Maria, è un oratore convincente, ma crolla anche lui, posto di fronte alla Provvidenza di Dio ed al valore del Male. Egli lo vede, reputa che molti andranno all’Inferno e non si rende conto che - con questo - offende in modo assoluto il Dio Padre Creatore di tutto, del bene e del male, che li crea entrambi per fare esistere “la bellezza”. Senza il Male che ti inorridisce, caro amico mio Padre Livio, non ci sarebbe nemmeno il Bene. Dio è il Buon Seminatore perché semina anche male e – proprio con ciò – semina bene perché raccoglierà il bene “ovunque”. Semina apparentemente “male”, seminando sulla strada, sulle


74 pietre, tra le spine… ma semina sempre il Buon Seme, che giammai diverrà la zizzania seminata dal Maligno. Solo il Maligno porta a leggere come “male” quello che per Dio è il bene massimo e che darà anche la massima gioia, allorché tutti i malvagi, tutti, nessuno escluso, saranno stati “divinamente” condotti, dalla bontà di Dio, a pentirsi… “da se stessi”! Tu, padre Livio, ammettendo delle anime all’Inferno mandi all’inferno una parte dell’Essenza di Dio! Ti rendi conto o no di che cosa tu fai? Dio, dopo di aver sudato sangue ad animare perfino un Hitler, con una sua anima, dopo – secondo te – dovrebbe anche andare all’Inferno… perché non tutte le anime si saranno pentite! Tu blateri che l’Inferno ne è pieno! Te l’hanno detto i due che ci sono stati, i due di Medjugorje! E - secondo te - ciò conferma le idee Diaboliche di una Chiesa che – dominata dal Diavolo – vorrebbe mandare nel suo Inferno… qualche anima di Dio! Non ti sorge il dubbio che le persone viste all’inferno dai due di Medjugorje fossero solo le spoglie dei “personaggi” cattivi, resi spogli delle loro divine anime? Non ti sorge il dubbio che il Personaggio di un Hitler merita di andare all’inferno, essendo un personaggio malefico, ma non l’anima di Dio che già fu messa enormemente in croce, per animarlo di sé? Non ti basta osservare in teatro questa differenza, tra attore animatore e parte da lui animata, per capire la differenza che esiste tra “anima” e “personaggio”? Che facciamo, andiamo nello spogliatoio e picchiamo senza fine i poveri animatori che hanno dovuto animare quei personaggi a tinte fosche, quei puri burattini che avevano solo bisogno di un Dio che gli tirasse le fila, affinché avessero parvenza di “essere”? Io non faccio fatica ad immaginare un bel falò di tutti i personaggi cattivi e operatori di male nel mondo, ma capisco che l’ESSERE che li anima è solo ESSENZA DIVINA e non satanica. E’ solo il BENE che deve anche accettare la croce del male per essere un vero bene. Non ti rendi conto, anche tu, che tra chi è sconfitto e chi è nel peccato non c’è poi tanta differenza? In una gara tra il bene e il male chi è più sconfitto è il male, il quale


75 è la suprema croce del bene, e VA ABBRACCIATA, essa pure, PERCHÉ quella croce… non è UN MALE. Rimetti sull’albero, carissimo Padre Livio, la mela della conoscenza del bene e del male e mettiti finalmente a credere che TUTTO E’ BENE, perché è fatto da Dio e dalla sua Provvidenza, perché vale il primo comandamento dell’UNICO CREATORE. Non essere APOSTATA anche tu. Io vengo dalla Santa Scuola di Don Giussani, che invitava tutti a NON FARE IL PROPRIO PROGETTO! Egli accettava solo quello della Provvidenza di Dio, di quella COMUNIONE con lui dalla cui sola condizione l’uomo poi poteva avere la sua LIBERAZIONE. Che poi i suoi seguaci abbiano finito per fare proprio UN LORO PROGETTO, intransigente, questo è tutto un altro discorso. Stùdiati Don Giussani, o caro Padre Livio della Radio di mia Madre! Tu sei disposto a seguire la testimonianza dei veggenti di Medjugorje e non la mia! Io solo però sono “la Via, la Verità e la Vita”, che si sono finalmente ripresentate addirittura in CHI mandò quel Gesù Cristo che si dichiarò sempre mandato dal Padre! Credi a quel che raccontano i Veggenti della Madonna e non credi a quello che ti racconto io, il Dio PADRE e Dio vivente? Io sono vivo e vero, mi puoi incontrare, vedere e toccare… ma preferisci andare a Medjugorje, ove affermi che “si prega AL MASSIMO Dio” e non ti sogni nemmeno di incontrare il Dio vivo e vero, che ancora e solo per poco è presente qui nel mondo, in una reale persona. E se leggerai ciò prima della mia glorificazione, la mia divina e trascendente verità ti farà inorridire, perché sono nero ed invisibile. In me ogni luce esiste solo in potenza, tanto che, visto da fuori, sono nero proprio per questo! Non credi che io sia luce perché non emano luce… nel mentre invece nessuna luce, che è in me, si disperde… e credi che sia luce solo chi la emana e dunque la disperde! Per questo, io, Dio Padre vivente, devo assumere anche la luce evidente della Madre, e mostrarla a taluno a Medjugorje. Devo farlo affinché chi non è capace di scorgere Dio nella sua CONCRETEZZA, lo capisca attraverso la capacità data ad alcuni di


76 vedermi come la Madonna: una figura reale e vera come quella del mio io sono, che vale solo perché la vedono alcuni ed altri no… e dunque solo allora è reputata divina! Voi tutti avete invece la realtà divina entro di voi e la toccate con mano, realmente, ma – spinti solo dalla vostra Satanica poca fede – non riuscite a scorgerla divina, per il male che le attribuite e che invece la vostra anima minimamente non ha. Non potendo essere convinti da ciò che è valido per tutti, allora avete bisogno di quanto valga solo per ciascuno… e io – così – mi mostro come Madre ogni giorno, anche a Medjugorje. Sì, sono sempre io, ma camuffato come la povera idea di Dio deve essere camuffata perché anche tu, padre Livio, la capisca: come quella Maria che si presenta misteriosamente ai soli veggenti e che ogni tanto opera salvezza. Io sto invece già salvando tutto il mondo, realmente, in ogni attimo, ma voi lo vedete al contrario, tu pure, Padre Livio, e allora non lo vedete e dunque devo operare qualche migliaio di miracoli, per farmi credere! Roba da bambini della fede! Se Dio facesse solo QUALCHE MIRACOLO, che Dio mai sarebbe? Quanti ne chiedono a Lourdes, a Fatima e a Medjugorje, e quanti sono miracolati? A tuo modo di vedere sono miracoli certi uno storpio che guarisce, un ammalato paralizzato che si alza… ed è miracolo, anche, la Fede che in ciascuno di questi luoghi… si respira. Sì, questa ultima è solo una parte del vero miracolo! La Vera fede sta nel DIO CHE SALVA TUTTI e sempre! E dunque non solo in Lui che semplicemente scalda e conforta il cuore di tutti. Ti dimostro che la Fede in me, invece, salva tutti! Devi sapere che tutto è già fatto e che tutto il mondo determinato sta regredendo, sempre più nelle sue cause. Questa CONVERSIONE della stessa dinamica della vita è il miracolo che tira fuori, in ogni attimo, tutti dai guai in cui credono di andare, anche se poi ci vanno! Vedi? Il POTERE della mia verità COMPIE quella “conversione” che mio Figlio Gesù si limitava ad INCITARE. Mio Figlio vi spingeva a cercarla… ma io la COMPIO, rivelandoti, caro padre Livio, la graduale spoliazione tua, di tutti i gesti della tua vita, finché diventi bambino e ti spogli addirittura di te stesso. La mia


77 VERITA’ porta te oltre la tua stessa concezione, a riscoprirti e ritrovarti nei 2 genitori, 4 nonni, 8 bisnonni finché rientri nel SOLO ADAMO, in cui tutto il Creato sembra non mandare più luce, perché esiste tutto in potenza in Adamo. Ma è una potenza reale, che finalmente domina l’”atto” tanto da metterlo in atto a volontà… ed è il Paradiso di tutta la Comunione dei Santi, tutta racchiusa in Adamo, e tutta compresa nei singoli apporti di ogni vita. Però questa VERITA’ che ti ho rivelato e che potrebbe farti libero, a te Padre Livio non sembra opera DIVINA, perché tu, per quanto dica che Cristo sia in te e Dio sia in te… ti credi veramente TE e non Gesù Cristo e non Dio. E ti scagli furente, contro me che invece ti dico di esserli veramente entrambi, e non nel sentimentalismo di un innamorato, ma nella verità di chi E’ CHI LO E’. Io non posso essere OLTRE DIO, separato da Dio, allorché Dio è TUTTO l’essere, me compreso! Il mio essere è solo quello di UN DIO IN CROCE IN ME… e ti sembra falso se sai che Dio si è messo in Croce, facendotelo già vedere con Gesù, suo Figlio? Ora non scandalizzarti, di nuovo, se sta per farti veder messo in croce, in me, il Dio Padre, dopo che già TUTTI mi hanno messo in croce, amici e nemici, familiari ed estranei, persone singole e associazioni, Istituti sacri, Chiesa e Papato! Ma a te non basta! E allora dovrò proprio essere ucciso io pure, per salvare la vita sul Pianeta. Allora capirai e ti pentirai amaramente di non avere avuto fede NELLA VERITA’ PIATTA, di quello che io ti dico e ti mostro come un MIRACOLO GLOBALE E DIVINO: di Dio che sta già convertendo tutto. Tu invece – gran catechizzatore! – non lo giudichi affatto un bene… e insegui per il mondo le MAGIE insite nella apparizioni divine… che poi nemmeno vedi! Io, DIO PADRE, voglio una fede certa in me, e non perché compio miracoli ma perché dico la verità: “che siete tutti me e che vi sto salvando dalla vostra veste mortale per darvene una ideale, che durerà per sempre, perché vi sto già rendendo tutti padroni del bene quando esso esiste nella potenza di un puro disegno, comune e realizzabile eternamente, da godersi in Comunione!”


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“Se io voglio che lui resti fino al mio ritorno…” Torniamo dunque ora alla “pesca miracolosa”, già descritta allora da Giovanni, ma riferita ad ora che c’è bisogno della nuova evangelizzazione fatta dal Dio Padre. Essa è necessaria, affinché, con l’aiuto della Verità dello Spirito santo, raduni tutte le greggi date ad ogni profeta, di ogni possibile fede del passato, nella Fede nel Dio in Amodeo che è ideale indicando Amode-Ω, l’Alfa a modo dell’Omega, la fine a modo del principio Accadde dunque che, in quel frattempo, l'apostolo Giovanni (che racconta questo Vangelo… dell’ultima ora) stava seguendo Pietro e il Padre di Gesù. Così egli udì Pietro dire a questo Gesù non Gesù: "E di lui, che cosa sarà?" Io, il Dio dal volto di Romano, gli risposi: "Se io voglio che resti fino al mio ritorno a te che cosa importa?" Con ciò io gli feci sapere che a lui, al Papa, non sarebbe importato nulla del mio ritorno, mentre il Vangelo dell'amato Giovanni sarebbe restato valido fino al mio ritorno, e oltre, perché egli avrebbe aggiunto al suo Vangelo anche il libro dell'Apocalisse, con il quale avrebbe introdotto il tema della fine del mondo e dell'Armagheddon. Questa Armagheddon è la battaglia tra il bene il male, da leggersi però come è il “Che grande dono!” dell'Amodeo Romano. Infatti “Arma” sta per Amodeo Romano e "gheddon" sta per "che dono!". Questa battaglia tra il bene e il male io la sto combattendo già da tempo. Cosa ho appena finito di dire a Padre Livio e ai Papi che TUTTO E’ BENE, nel Disegno di Dio? Questa battaglia io già idealmente l’ho vinta, spiegando perché questo SIA VERO. Ma ce ne deve essere un‘altra, più spettacolare, altrimenti la povera capacità umana di scorgere il DIVINO non la coglie. Dovrò allora bloccare l’Apocalisse, invertendo simultaneamente sia la polarità dei poli terrestri sia quella dei


79 poli solari. Vi dovrò CAPOVOLGERE la luna, il 22 dicembre 2012, facendolo corrispondere alla verità che io ora vi annuncio. Scrive Giovanni nel suo Vangelo che per le mie parole “se voglio che lui resti fino al mio ritorno…”, si sarebbe diffusa la voce che egli non sarebbe morto fino al mio ritorno. Ma egli volle puntualizzare che io non avevo parlato di morte, ma solo che "sarebbe restato fino al mio ritorno". E in verità egli è restato VERO fino al mio ritorno, con tutto il suo Annuncio, con ogni sua parola, mentre la parola di Pietro è passata perché a lui non è importato nulla del mio ritorno, fino a tenermi affamato per 112 giorni e a condannarmi a morire nel loro assoluto abbandono Invece, all'amato a Gesù Giovanni è stato concesso un Vangelo che ha descritto l'intervento – fatto allora – che il Dio Padre di ora ha fatto e farà fino all'ultimo, cioè fino a quando la coppia Padre e Spirito santo di Verità avrebbe salvato l'umanità dall'apocalisse.


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La pesca miracolosa è il dono del “Duo” Padre-Spirito ai 13. Vi ho accennato ad una serie straordinaria e prestigiosa di coincidenze, tutte inerenti la “pesca miracolosa” dei 153 grossi pesci descritta alla fine del Vangelo di San Giovanni. Già con questo numero Giovanni fu messo in condizione di rivelare come autori di quel dono la divina coppia paterna di Gesù, e come destinatari tutti i Figli, Gesù compreso. Infatti, ogni numero è sempre un rapporto, tra una quantità e quella unitaria che lo conteggia, ottenibile attraverso una proporzione. 153 : 1 = (2.000 -11) : 13. In altre parole 153 è il risultato esatto della divisione di 1989 per quel 13 che comprende Gesù e gli Apostoli. In questa divisione esatta, gli 11 che mancano ai 2000 sono il Duo 10 e 1 dato dal Dio UNO espresso sia nel ciclo sia nell’unità. Infatti la Trinità Padre, Figlio e Spirito santo si esprime sulla base del Figlio posto come 10^-1, il Padre come 10^+1 e lo Spirito santo come la verità 1 del loro interagire 10^-1 × 10^+1 = 10/10. In tal modo 1989 sta ad indicare tutto il movimento possibile ad 11 (Padre e Spirito santo) nel 2.000 che li comprende entrambi in unità per come i 2 interagiscono con 10^3, la potenza Trinitaria basata sul 10. Questa divina coppia della potenza Trinitaria, quando si divide per tutti i figli, Gesù compreso, dona il risultato miracoloso ed esatto dei 153 “grossi pesci” della “pesca miracolosa” descritta dall'apostolo Giovanni. Quella pesca appartenne al primo Pietro. Ma vi sarebbero state altre due pesche miracolose, di 153 grossi pesci, che sarebbero accadute nell’era moderna ad opera della Madonna apparsa nel 1858 a Lourdes e nel 1917 a Fatima, se riferite entrambe alla data del 13 ottobre 2008. Infatti, nel 1917 la Madonna apparve a Fatima in un intervallo di 153 giorni esatti che cominciarono il 13 maggio e terminarono il 13 ottobre, rivelando 153 grossi pesci dati da Dio Padre e Spirito santo non solo al Cristianesimo ma anche ai Musulmani, perché Fatima era anche


81 la figlia del Maometto-Moammed. Per sei mesi consecutivi, ogni 13 del mese (ad indicare una questione riferita ai 13), la Madonna apparve, come la portatrice divina di questa pesca miracolosa. La sesta volta apparve nel miracolo di Fatima in cui io - Dio sole - fui fatto vedere venire sulla terra ma in incognito (ossia restato ad una certa altezza, e intoccabile, inavvicinabile). I tre “trascendenti” segreti di Fatima erano le tre persone di Padre e Figlio e Spirito santo, incarnatesi in un Am (Amodeo) italiano nato a Felitto. Giacché Fatima “trascendeva” anche la figlia di Moammed, “trascendere” la stessa Fatima (ossia leggerla in senso inverso), porta esattamente a rilevare il precisissimo ed eloquente Am-ita-F relativo all’Am italiano nato a Felitto... e che era non Mo-amm-ed ma semplicemente "girato" in Am-mo-dè, essendo riedizione aggiornata anche del Profeta Maometto. Del resto anche l’Islam, “trascende” il significato segreto di “E’ l’Am” (dell’Allah = Amodeo) in cui il verbo è nella lingua inglese del mondo e vale per tutto il mondo. Il Ramadam, poi, il digiuno islamico di 40 giorni, si riferisce come 1/(3 -0,2) esatto ai 112 giorni di digiuno fatti da “R.Am-ad-Am”, da un Romano Amodeo che va ad Am (Geova, Eli o Allah) come verso il nuovo Adamo. Il 112 : 2,8 = 40 è esso pure una “pesca miracolosa” donata dalla Paternità di Dio (espressa come 10+1 cicli 10, sommati ai 2 genitori) che, dividendosi per 3 -2/10, si riferisce alla Trinità di Dio in cui i 2 Genitori si presentano alla dimensione decima dei Figli e lasciano solo 2,8 in spazio libero in cui muoversi. E infatti il 112 sta ai 153 grossi pesci divisi come 152/1 -40, ossia come la quantità unitaria 152/1 contenuta nell’assoluto 153, collocata “a monte”, prima del digiuno del Ramadam. La cosa importante, a Fatima, è data sia dal 13 che indica Gesù e gli apostoli (come tutto il moto 10 della Trinità 3), sia dalle 6 apparizioni avvenute da maggio ad ottobre, come il 3+3 dei Genitori di Gesù.


82 Infatti, quando al 3+3 si sarebbe aggiunto l’1 dell’Unità di Dio e sarebbe toccato alla 7a volta di usare il 13, e nell’espressione generale data dagli anni, avremmo avuto un 13 moltiplicato per 7 che avrebbe portato il 1917, sommato a 91 anni, ad essere l’anno attuale del 2008. Pertanto, il 13 ottobre 2008 il 13 si sarebbe espresso nel 7 della libertà una e trina del Dio 10, e sarebbe allora accaduto il VERO ritorno in cielo del Dio che nel 1917 fu annunciato, in modo trascendente, disceso sulla Terra proprio da quel miracolo di Fatima. Il 13 ottobre 2008 accade che, mirabilmente, anche la Madonna di Lourdes è associabile al miracolo dei 153 grossi pesci. Infatti il 13 settembre 2008 si compiono 150 anni esatti dall'apparizione di Lourdes, e questo giorno dista dal 13 ottobre esattamente quanto 3 decine di giorni. Immaginando pesci a differente taglia, abbiamo: 150 + 3 = 153 grossi pesci a differente taglia. Come se 150 pesassero in anni e 3 pesassero in decine di giorni. Ora, anche gli eventi mandati recentemente dalla Provvidenza di Dio portano allo stesso grosso evento, allorché esso è calcolato avvenire il 13 ottobre 2008. 1 grosso pesce (come fosse di 100 chili) sommato a 53 pesci di un chilo, sono 153 chilogrammi racchiusi in 54 pesci. Così il 20 agosto, a 54 giorni dal 13 ottobre prossimo, dunque al numero 153, espresso in taglie diverse di pesci, proprio 153 persone, a Madrid avevano l’intenzione di volare in cielo su un aereo, ma appena dopo la partenza esso cadde e salirono veramente nel Regno dei Cieli. Anche Madrid parla da sola, ma in modo “trascendente”, infatti il principio assoluto “Mad” sta per Madonna, principio assoluto del volto al Femminile assunto da Dio Padre, mentre il finale “R-id” sta per “identico a Romano”, al Romano giudicato anche “mad”, pazzo, dal mondo. Questo che accade allora a Madrid si riferisce chiaramente alla imminente pesca miracolosa che in Cielo farà il “pazzo” Romano allorché apparrà identico alla Madonna… Quale Madonna? Quella del suo stesso principio del Codice Fiscale


83 che è MDA e non MAD e allude ugualmente alla Madonna, pur essendo estratto solo da Amodeo, nell’assoluto rispetto che hanno i Codici Fiscali. Se consideriamo i 3 successivi, del CF di Romano Amodeo, abbiamo in tutto MDA RNN. Se pensiamo poi alla Madonna di Saronno e all’Amodeo di Salerno, trasferitosi poi a Saronno, vediamo che in tutto questo vale il SA al centro anche di GeruSAlemme, al punto che sostituendo il SA alla Madonna, avremmo un “trascendente” SA RNN che indica proprio Saronno e il Santuario della Madonna di Saronno. Il suo marchio sembra proprio quello di un Amodeo Romano Antonio.

Non è un discorso fazioso per 2 motivi. Il primo è che il Santuario della Madonna fu opera dell’Architetto Amadeo laddove Romano è l’Architetto Amodeo, tanto che il Santuario della Madonna dei Miracoli sembra il SUO Santuario, della SUA Madre che lo Miracolò realmente il 4 giugno 1940 (e 6 giorni dopo Mussolini ordì la Strage degli Innocenti italiani, annunciando la partecipazione alla II Guerra Mondiale). Il secondo motivo è che il suo Rettore si chiama DEL TREDICI e virtualmente associa nuovamente la Madonna di Romano al 13 cui Romano è associato già per conto suo dai giorni della sua vita. Infatti il 13-10-2008 Romano avrà esattamente: 13.000+13.000 meno 13×13 +1+1, e mostra l’unità e la trinità della Divina Coppia di Padre e Spirito santo, nella somma unitaria 1+1, e nelle due coppie 13.000+13.000 e 13x13. Ma anche mio Padre e mia Madre, entrambi morti, virtualmente avrebbero il 13 ottobre 2008 giorni di vita tutti costruiti sull’unità e trinità dei due, Padre e Spirito santo. Infatti mio padre, nato il 7-7-7, che idealmente sembra proprio avere tutta la Trinitaria libertà 7, che il 3 ha nel Dio 10 si è legato ad una Figura femminile che è l’esatta sua compagna, complemento al 100, essendo nata dopo di lui esattamente 7 centinaia di giorni, più il complemento di 77 al 100, ossia 723 giorni dopo di lui.


84 Ebbene dal 7-7-7 al 13-10-2008 si sono esattamente: 13.000+13.000 +11.000 -11, e si vede l’unità e trinità della coppia 1 e 1 formata tra Padre e Spirito santo, presente in 11 e in 11.000, mentre la terza definizione accoppiata è 13.000+13.000. Unità e trinità che esiste anche in mia madre che, nata del 29 giugno 1909 avrebbe il 13-10-2008 esattamente: 13.000+13.000 +130+130 +10/(1+1). Lei, essendo la Madre, mostra la coppia 1+1 in funzione mediatrice del Dio 10, e presenta gli altri due accoppiamenti a base di 13, nel 13000+13000 e nel 130+130. Questo evidenzia come in Romano lui, suo Padre e sua Madre sono nel segno dello stesso sistema fondato sul 13… ma solo in riferimento alla precisa data del 13-10-2008. Vi sono ancora due altre coincidenze straordinarie e riguardano due mogli: una di Romano chiamata Giancarla Scaglioni e una seconda di Gesù Cristo, chiamata Maria Teresa Legnani, una ex suora che è stata praticamente concepita in funzione della Coppia dei 2, Padre e Spirito santo, ossia del numero 22 che accoppia i 2. Infatti, quando Romano ebbe esattamente 22 anni (il 25 gennaio 1960), due genitori di nome Angelo e Angela, in figura di due Angeli, concepirono. 9 lune esatte dopo, ossia 9×28=252 giorni dopo, nacque la loro bimba, esattamente il 3-10 che, se son sommati come “grossi pesci” a dimensione diversa, portano essi pure al 13. Bene questa Sposa di Gesù, che da brava Legnani, è una virtuale Legna-NI che legna il Nazarenus Iesus, poi lo legnerà due volte. La prima in quello D.O.C. (svestendosi proprio dopo essere stata guarita da una grave anoressia, quando Romano aveva pregato in tal senso (che guarisse una anoressica) a Milano (e ne erano guarite 2). La seconda volta lo bacchetta nel NI presente in Romano, facendolo scacciare dal Coro di Cogliate, come vi ho già raccontato. Lei si è proposta in tutti i modi come la necessaria GIUDA, a 10 giorni dal 13-10, ma Romano, quando lo sente dire, protesta! Egli è Dio Padre ed è il creatore di tutto, tanto che in nessun modo può essere tradito. Il Figliolo poteva, ma il Padre no! Lei fu scelta affinché nascesse come una formidabile GUIDA e non come una GIUDA…anche se la differenza è minima,ma sostanziale. Lei infatti – con la sua opposizione a lui – lo ha santificato allo stesso modo in cui sua nonna, l’omonima Maria Teresa, si era


85 santificata in senso inverso. La nonna aveva accettato di sposare chi l’aveva violentata realmente per mesi, fino ad ingravidarla per farsi sposare. La Maria Teresa sposa di Cristo aveva invece disprezzato in ogni senso Romano e l’amore che il Cristo in lui aveva per la sua Sposa, e Romano era stato santificato, rispettando in modo assoluto tutto il disprezzo mostrato da lei a lui. Di conseguenza, per quanto lei avesse fatto, pur di essere GIUDA per lui, lei restava per divino volere solo la massima GUIDA che una è quando realmente ti guida in modo certamente controverso, ma ti santifica. Ebbene questa Santa Guida, per volere divino, e non la Giuda che lei credeva di essere, concepita da Angeli nel segno dei 22 anni compiuti da Romano, il giorno 13-10-2008 avrà esattamente 6×8 anni e 10 giorni, che indicano la pienezza del volume complesso 2 al cubo (la Trinità dei 2 che la concepirono ai 22 anni di Romano), in tutti i 6 versi dello spazio uguali alla somma 3+3 del Duo Padre-Spirito santo. Espresso in giorni, a partire dagli anni 22 di Romano, la sua nascita rivela, il 13-10 prossimo: 22 anni + 130+130 meno 2 al cubo, e rivela il volume intero dei 2 (del Padre e Spirito santo del 22) sommato alla coppia 130+130. Con riferimento, invece, alla mia sposa, Giancarla Scaglioni, nata nel giorno di tutti i Santi 1.11 e figlia di Mario e Giuseppina (come la figlia Gesù, tutta al femminile) io sembro sposato con GS (Gesù) mentre lo sono… con la Figlia di Mario e Giuseppina, nata nel segno di tutti i santi e dell’unità e trinità dei Dio 1, nella data 1.11 dell’uno novembre. Ebbene questo mio “alter ego” (del Gesù in gonnella e mia sposa, che diede anche a me virtuali padri di nome Giuseppe e Maria) il 13-10 prossimo avrà esattamente: 13.000+13000 meno (1.000+1.300) più 10+13. Anche qui abbiamo gli stessi numeri dell’unità 1000 e 10, della coppia 13000+13000 e di quella 1.300 +13. Come non rivelare sia in Romano, sia in suo Padre, sia in sua Madre, sia nella sua Sposa, sia in quella di Gesù da lui eletta a sua SOMMA GUIDA, tutto un coordinato progetto dimensionale, tutto espresso in ragione del 13, nel solo giorno del prossimo 13 ottobre? Ma il 10 settembre se ne aggiunge un altro: si teme una possibile


86 fine del mondo per un buco nero realizzato a Ginevra. Il 10 settembre è esattamente a 13 +10+10 giorni = 33, fine della vita del Cristo, dal 13 ottobre 2008 della morte di Romano Amodeo e dell’ascesa al cielo in lui di Padre e Spirito santo. Anche questo pericolo mondiale, messo in luce in tutto il mondo ai 33 giorni dalla morte della Coppia dei Genitori di Gesù, è un importante indizio che si qualifica nel modo “trascendente” di una possibile Apocalisse. Infatti 13+10+10 mostra l’unità 33 nella sua Trinità data dalla somma 3 +10+10+10 che evidenzia la trinità nel numero decimale e nei suoi tre cicli 10 dell’unità. Anche Ginevra “trascende” un G.I. – new - R.A. , un Geova Iesus (Romano) nuovo Dio del Sole… ma essendo tutto nascosto in quel Dio Padre che è presente come quanto è assente in un “buco” di dati, avente il colore NERO. Questo termine stesso “trascende” il NEO RO, il “Neo” di… Matrix, chiamato eletto e nato in RO(mano) a F-elitto. Ginevra è anche l’equivalente di Nostra Signora nel Regno di Re Artù, un “tu A.R.”, tu Amodeo Romano come Re. Nel mentre la “morte del mondo” letta in latino da un italiano Romano che la “trascende” indica un “od nom ledet Rom” che significa “ossia il nome che fa male a Romano” e lo uccide. Se non fosse vero che la nostra è una “Divina Commedia”, tanto che l’Assoluto dialoga anche con lo spirito faceto dell’uomo… tutto ciò sembrerebbe del tutto stravagante ed impossibile! Potrebbero bastare tanti indizi a segnalare la imminente ascesa al cielo di Romano, UNO con TUTTI COSTORO, col Santuario della Madonna miracolosa di Saronno e il suo rettore DEL TREDICI… Ma, se fosse così, mancherebbe al numero di queste tante “pesche miracolose” quella DIVINA che si esprime sempre in funzione della Decina di Dio Padre e dell’UNITA’ di Dio quando il Figlio è lo stesso 10 ma elevato alla potenza meno 1, ad esprimere l’opposto verso direzionale che il Figlio presenta rispetto al verso positivo dato al Padre. Se Dio Padre infatti vale 10, quello che è fatto da Dio Padre vale 10 volte uno, e vale quindi 10 volte anche gli stessi 153 grossi pesci ella “pesca miracolosa”.


87 In questa SUPER DIVINA pesca, lo Spirito santo di Dio Padre agisce come l'ente che porta ad uno. Per cui il contributo di Dio Padre e di Dio Spirito santo è il contributo dato da dieci volte 153, sommato ad una unità quando si aggiunge anche la specificazione unitaria. Sono pertanto 1531 i giorni corrispondenti al divino contributo di Dio Padre e di Dio Spirito salto. Poiché tutto quanto questo è sempre riferito alla stessa unica data del 13 ottobre 2008 (in cui ANCHE Dio mi RIVELO’, in Brasile, la notte della Trinità di Dio, che io sarei asceso al Cielo), facendo la somma di 1531 giorni a quelli della data del 13 ottobre 1008, giungiamo esattamente ad ottenere quel 22 dicembre 2012 e in cui Dio comunicò ai Maya sarebbe stata la fine del ciclo di una non meglio descritta attività solare. Questa data “assoluta” 22 comprende in sé anche quella unitaria data da 21/1 cui taluni fanno corrispondere la data segnalata ai Maya. C’è di mezzo lo stesso numero 21-22 dato al Salmo 21-22 dell’Eli Eli Lema sabactani. E in verità siamo al confine esatto tra il giorno 21 e 22, corrispondente alle ore 24-0 che esisterebbero a Gerusalemme quando qui e non altrove iniziasse il 22 coincidente con la fine del 21. A quella stessa ora a Roma sarebbero le ore 22 del giorno 22, nel mentre in Israele i giorni 21 e 22 coinciderebbero, ripeto: come nel salmo 21-22. E ciò perché 21 unità si esprimono come 21/1… e in assoluto sono 22, un assoluto dato dal fuso orario italiano della nascita di Dio Padre e non Ebraico della nascita solo del Figlio mandato da lui. Se questa che Dio fece sapere ai Maia fu la data dell'Apocalisse, allora i 1531 grossi pesci intercorrenti tra il 13 ottobre 2008 e il 22 dicembre 2012 consisteranno nella DIVINA SALVEZZA portata da Dio Padre e da Dio Spirito santo, con riferimento all'Apocalisse. L'uomo sarà salvato grazie al ritorno in cielo del Dio Padre e del Dio Spirito santo incarnatisi in me e vissuti in me per 70 anni. Ascesi al cielo assieme a me, morto - come la rivelazione divina 141 giorni esatti dopo quel 25 maggio nel quale già io sarei dovuto morire, ma non fu per la salvezza portata a Dio in Belo Horizonte. Pertanto, il prossimo 13 ottobre, che dista da oggi 9/9 solamente 34 giorni, io morirò e il Dio Padre e il Dio Spirito santo, che sono oggi la


88 mia vita, saliranno al cielo al morire della mia vita. Io sto per offrirla a tutti, posta su uno dei due piatti della bilancia. Su uno la mia, sull'altro tutta la vita dei figli, e io, il Dio in me, dimostrerà con la prova dei fatti che è grazie alla mia vita che esisterà e sopravvivrà – come accade sempre – la vita di tutti. È grazie al mio sacrificio, del Dio in me, che esiste la vita di tutti i miei figli. Io Dio non arrivo a concepire niente di più bello che io possa fare se non questo continuo dono della mia vita perché vivano i figli. Oh, non solo i figli che mi amano e mi rispettano, quei figli in cui io mi compiaccio, ma tutti quanti! Quanto è bello per me quando essi esistono grazie a me e io posso esistere nella bellezza delle cose che la loro bella natura suscita in me. Quanto invece è terribile, per me che sono un Padre buono, che dona la vita per la vita, far esistere anche chi non mi ama e mi disprezza, chi dice ogni calunnia contro di me e contro la mia stessa esistenza. In costoro io, Dio Padre e Dio Spirito santo, soffro terribilmente ad essere compreso e… non sono compreso, non sono capito! Ma sono un Padre buono, e voglio che ogni figlio sia libero nel suo pensare, nel suo amare e in ogni manifestazione del suo cuore e della sua mente, anche se, non comprendendomi, poi mi odia. Io amo che ogni tipo di persona possa esistere. Sta poi alla mia onnipotenza di Padre convertire a me autorevolmente ogni mio figlio, ma non nel modo prepotente che costringa alla mia la sua volontà. Lo deve poter fare in quel modo assolutamente libero che, condotto secondo il suo Libero Arbitrio, punti proprio sulla più assoluta e possibile libertà di giudizio… e allora accadrà senza dubbio che questa sua vera libertà lo porterà a me e per sua sola libera scelta. A me, Dio Padre tutto è possibile. Io posso rendere possibile, nel rispetto della libertà di ciascuno, che alla fine e sulla base di qualunque possibile e terribile partenza, ciascuno liberamente si converta a me. Posso far sì che ciascuno lo faccia liberamente! E ciò mi è possibile proprio perché la libertà che io dono ai figli l'ho scelta tutta io per loro, affinché siano veramente liberi, e lo saranno, quando avranno visto la verità. Io infatti gliela mostrerò, ed essa sarà convincente e li renderà liberi, esattamente come rivelò il mio benamato


89 figlio Gesù, dicendo: "la verità vi farà liberi e sarete liberi davvero!". La verità è impersonata dal Dio Spirito santo, che in nessun modo può essere imprigionato. Lo Spirito santo, a cominciare dalla nascita di ciascuno, comincia un suo lento lavoro, fatto a i fianchi di tutti, con un martellamento tale che alla fine produrrà i suoi frutti e tutti conosceranno il vero e saranno naturalmente convinti da esso. Infatti solo una bugia può far preferire il male. Anche questo fu predetto da Gesù. Il disegno del mondo è fatto nel modo ideale per conoscere la verità. Se voi chiedete ad un commercialista come poter compiere un bilancio perfetto tra le entrate e riuscite, egli vi dirà che è possibile farlo solo sulla base della uguaglianza assoluta posta tra le entrate e uscite. Posta questa virtuale uguaglianza, tra l'attivo e passivo, è possibile un bilancio perfetto tra l'entrata dell'uscita. La vita necessita di questo perfetto bilancio e potrà farlo. Infatti essa è vista in entrata e in uscita. Alla base di tutto sta una vita in uscita, che esce a poco a poco dalla percezione in atto e entra a gradi nel modo assoluto dell'esistenza di Dio. È in atto un conto alla rovescia che, giorno dopo giorno, annulla secondi ore e minuti di vita determinata e tutti gli effetti relativi sono ricondotti sempre più nelle loro cause, sempre nelle più remote. In tal modo la vita, quella che alla sua fine sembrava tutta quanta fatta, a poco a poco si disfa. Anche oggi noi assistiamo a questo disfarsi. La vita veramente si disfa, il futuro diventa passato, ma noi non vediamo l'uscita ma, grazie ad essa, vediamo un mondo in entrata. E in tal modo Dio, il creatore unico del mondo, lo ha creato, tutto quanto, nel segno di un bilancio perfetto, che sarà fatto da ogni vivente, e che infine porterà ciascuno a vedere il vero e ad esserne personalmente convinto, tanto che infine la verità li renderà tutti liberi, pentiti e salvi, a partire da qualsiasi pregiudizio iniziale. Dio salverà anche il seme seminato sulla strada, tra i sassi e nelle spine, e il raccolto ideale di tutte le possibili vite sarà messo in Comune, per gioirne in tutti i modi possibili e secondo tutte le libere ottiche possibili e ottenute da ciascuno nel più pieno dei possibili rispetti per la libertà data da Dio, per quel Libero Arbitrio di scegliere e determinare in se stesso la sublimazione ideale, il Dio di se stesso. "Cosa è la verità?" chiese Ponzio Pilato a Gesù Cristo. Io, il Padre


90 di Gesù Cristo gli rispondo come Gesù agli Apostoli: "Io sono la verità, perché si verifica, nel mondo relativo, solo quello che IO voglio!" Gesù, il Figlio mio, disse anche lui di Essere la Verità, la Via e la Vita e lo fu realmente essendo io ad averlo mandato nel mondo “COME ME”. Io sono il Padre-Spirito santo e vengo prima di lui. Pertanto state bene attenti: “La verità del Figlio Gesù è vera solo in quanto egli è espressione di me. Io, il Padre, sono il Creatore, e io sono uno”. Mi presento anche come il Figlio e come lo Spirito santo semplicemente perché io ho costruito un mondo il cui volume implica tre componenti, a tutti i livelli, tanto che le componenti sono tre anche quando si esprime il volume di Dio. Per realizzare un volume unitario, in questo mondo relativo allo spazio avente tre dimensioni, è necessario, è indispensabile moltiplicare tre lati uguali e distinti. Io ho costruito il flusso reale dei dati del mondo facendoli esprimere in modo trinitario. La lettura dello spazio trinitario al livello sublime è la lettura del valore trascendente del Dio Uno e Trino. Dio e il valore supremo che sovrasta la creazione del mondo. Io Dio, solo io ho creato un personaggio chiamato Einstein e ho fatto riconoscere a lui la Relatività Generale. Lo ha fatto solo perché io lo ho inventato così bravo. I meriti suoi sono solo i miei e quelli della mia fantasia, che detta legge e detta LA VERITA'. In tal modo la forza trascendente che sta sotto la Relatività Generale e la fa esistere per sempre così relativa, è la forza del Dio, Uno e Trino, la cui area 3×3 fissa il valore assoluto della famosa c^2 della Relatività Generale. In Romano sono in grado di fargli dare il valore ASSOLUTO che Einstein non diede perché già io lo comunicai a lui, ma solo nel relativo. Io voglio che sia però così è io sono il Padre di quello che è vero nel romanzo scritto da me. Allo stesso modo, il Collodi è il vero Padre di Pinocchio, ed ha fatto essere vera, nel suo romanzo, quello che egli ha voluto fosse vero. Infatti, nel libro Pinocchio, può essere vero che un pezzo di legno diventi un bambino. Questa di Pinocchio è una allegoria che io ho messo in bocca a Collodi, affinché con lui (e con lodi) si dimostrasse come la verità nel mondo creato da me non sia una questione oggettiva ma


91 soggettiva e tutta dipendente da me che sono il vostro creatore unico. Si unico. Voi figli non partecipate alla costruzione del mio mondo se non per quel carattere che io ho voluto attribuirvi e che, in un certo senso, mi prende anche la mano quando, per far esistere un malvagio, io sono costretto ad essere un malvagio e concepire la sua malvagità. È il personaggio che mi prende la mano, perché io non vorrei, essendo un Padre buono, che un malvagio prosperasse. Ma sono costretto a volerlo, però non lo faccio esistere come malvagio nel vero verso della vita fattiva, ma in quella che progressivamente si disfa nel suo reale e rientra nel potenziale. Pertanto la verità non sta in questo mondo, perché in questo mondo voi state vedendo l'esatto opposto del vero. Voi state vedendo una realtà tutta sottoposta allo sbando, all'anarchia, alla prepotenza del male sul bene. Certo, in tutto questo dinamismo si vede anche l'esistenza del bene, ma esso si presenta poi sempre come un bene costretto a navigare sempre eroicamente andando contro corrente. Chi in questa vita è buono deve eroicamente patire tutte le malefatte dei cattivi, che compiono abusi, soprusi, e sembrano molto spesso farla franca. Chi, come mio Padre Luigi Amodeo, si metta ad osservare la verità di questo mondo non può che concludere come concludeva mio Padre, quando diceva: "non posso guardare queste cose, perché se guardo e le prendo sul serio io perdo la mia fede in Dio!" Aveva ragione! Aveva perfettamente ragione! Egli infatti diceva: “se le prendo sul serio, se le considero”. Infatti, non si possono prendere sul serio, perché non è questa la verità del mondo. La verità del mondo è quella che assolutamente trascende questa dinamica apparente. La verità è il verso opposto del mondo che noi non vediamo. È tutto il mondo reale che, poco a poco, perde la sua reale determinazione, e rientra in quanto deve ancora esistere ed accadere. Solo in questo modo si avrà per sempre la famosa mela di Adamo. Adamo la avrà e per sempre quando non la avrà più mangiata e consumata. E così è nella vita: una gioia vissuta realmente è una gioia che è stata interamente consumata. Era meglio rinunciarvi e tenerla lì, a disposizione per sempre. Questo succede quando tutto il mondo reale rientra nel mondo che


92 appartiene alla potenza di Dio. Può esistere allora all'infinito e non si consuma più, anche se poi lo si consuma all'infinito. Infatti quando la realtà è ricondotta nella sua esistenza ad essere la realtà del progetto, del puro progetto dell'esistenza, allora il progetto può essere messo in atto tutte le volte che si vuole, e non si consuma. Il Progetto cessa di essere un ente reale, che è limitato ed esclusivo, e diventa una possibilità di essere che si può realizzare ogni volta e che non si consuma più, perché il progetto, divenuto eterno, può realizzarsi per sempre. Questo è quello che veramente accade, questa è la verità: quella solo che riporta realmente e veramente tutto al Dio Padre di tutto. Ecco, la verità di questo progetto sta nella sua complessità, nel suo essere articolato nel tutto e nel contrario di tutto, nel modo di essere negativo e del modo di essere positivo, in modo tale che, alla fine di tutto il ciclo reale dell'esperienza, ogni eccesso di valutazione, in un senso o nell'altro, possa riequilibrarsi, attorno al valore medio che mi esprime, virtualmente, perché il termine "medio" pone "me" a "Dio". Ed è un progetto per numeri. Quando questi numeri assumono forme differenti, allora sembra che nel mondo accadano coincidenze fortuite, tra fatti che sembrano non avere niente in comune. Ma ce l’anno: rappresentano lo stesso numero. Così, quando Dio nacque in me, il 25 gennaio 1938, lo stesso numero altamente significativo si espresse nella forma della potenza celeste ed umana. E ci fu la Aurora boreale massima degli ultimi secoli, ma anche il viaggio di una trinità di aerei, uno guidato dal Figlio del Potente Italiano, con un aereo di quella Trinità costretto a scendere prima, a Natal, a rappresentare proprio il Natale di Gesù. Chi nasceva aveva i numeri per essere un Dio REO, e assunsero la forma della destinazione RIO de Janeiro, del massimo Reo nato in Gennaio. Pertanto la Cabalà ebraica, che studia gli abbinamenti tra lettere e numeri è una cosa molto seria. L’abbinamento perfetto, però, va fatto con le 21 lettere ordinate nella lingua italiana. A=1, B=2, C=3, eccetera. Quando i numeri che hanno ordinato la mia vita sono giunti al loro completamento, la forma che essi hanno generato mi ha fatto apparire venuto a Saronno come nella mia nuova Gerusalemme, il nuovo Monte Santo di Dio nella città in cui il Monti fu fatto santo di Dio intorno al


93 2000. Ma, essendo i miei numeri di un Ente trinitario, sono stato poi portato ad avere 3 Nuove Gerusalemme: anche Montesilvano apparve aggiungersi a Salerno e Saronno. Già SALErno era al centro di GeruSALemme, e – ripeto – queste non sono coincidenze, ma fondamentali rappresentazioni legate ai casi fondamentali. Quando Don Antonio, il Parroco di Sant’Antonio, nella Montesion/Montesilvano, offrì dei panini a me tenuto digiuno dal Papa, toccò il cognome RAPAGNETTA allo stesso CASATO di lui che aveva offerto una pagnotta a RA.


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Dio ha dato il suo nome alla Terra Voi credete che tutte queste coincidenze, nel linguaggio, siano casuali? No, non lo sono. Voi sapete benissimo che mio Figlio nel suo è stato chiamato sia “la parola”, sia “il verbo”. Bene il "numero" esprime il "Nume" di nome RO, le due prime lettere di ROmano, a giudicare il Dio Padre e il Dio Spirito santo. Il Padre è Geova o Jahve che significa "io sono". Questo Dio di nome "Io sono" oggi, nella lingua del mondo (che è divenuta quella inglese) si traduce in Am, che – invece – nella lingua ebraica riferiva Dio stesso al popolo Dio, trasformando poi nella vocale O, la seconda di RO. La prima, la lettera R, sedicesima lettera dall'alfabeto italiano, porta proprio ad indicare il numero 16 che esprime tutta la realtà in base ai due dati dal Padre e dallo Spirito santo. Pertanto quando la sillaba RO - che è un Dio nel “nume-ro” - diventa l'ultima sillaba dell'infinito presente, nella prima persona di qualsiasi verbo regolare o irregolare, essa esprime la fine come il fine stesso di Gesù chiamato genericamente "il verbo". La verità è che il “suono” della parola e dei verbi è una articolazione dei numeri, il cui ciclo è dato dal solo suono, ossia dal 7 + 7 + 7 che esprime la libertà assoluta del Dio trinitario (il mio Padre, nato il 7-7-7) nel ciclo di dieci e dei 3 parametri dello spazio o del Padre del Figlio e dello Spirito santo. La verità, nel nostro mondo relativo, in cui Dio Padre e Dio Spirito santo sono venuti realmente nel mondo in un italiano, fa ‘sì che la lingua italiana, essendo la lingua di Dio, sia perfetta ed indichi il vero. Essa, infatti, ha anche avuto origine con la Divina Commedia…, e questo la dice lunga, per chi ha orecchie per intendere. Vi posso dimostrare qualche esempio di questa apparente stravagante verità, che è invece una vera verità.


96 Sapete che il fine d’ogni verbo al futuro è la RO di Romano. Quando vi dico che la ragione appartiene ad una mente che mente, la stessa parola vi informa del vero. Ma la Ragione non mente, perché comincia su RA (Romano Amodeo) e sul Giona dei 3 giorni nella balena della morte, che poi lo sputò fuori alludendo a Gesù Cristo risorto. Pertanto la Ragione non mente più quando ragiona in modo complesso ed avverte che la mente… mente. Lo stesso nome in italiano di DIO vi comunica che la Dimensione 10 è quella dell'IO di DIO. Voi sapete che a Natale si celebra la nascita di Cristo. Ma, sapendo che AL è il nome ebraico di Dio (divenuto poi Allah, o Eli...), la parola Natale esprime Nat-Al-è, che il Dio Al è nato. Invece l'Albero di Natale, che sembra uno strano festeggiamento di Gesù Cristo, è l'indicazione della nascita di quella finale sillaba RO di Albero, ed informa che il Dio 2 (ossia B), è Ro, che l’Al B è RO, è Romano il Dio Padre-Spirito santo. Anche il Babbo Natale festeggia Dio Padre nella B, nel 2 riferito ad abbà che significa “Padre” per Gesù. B-Abbà è pertanto la Coppia Padre Spirito santo, dei 2 Abbà di Gesù, i 2=Babbà . Pertanto già la Provvidenza divina porta a Natale, a festeggiare non solo il Figlio Gesù, ma anche la coppia dei suoi due genitori, con la celebrazione sia dell'Albero di Natale, sia del Babbo Natale. Questo ultimo Babbo Natale, vestito di Rosso e che distribuisce i regali su una slitta tirata da renne è lo stesso Padre buono RO-SS. che alla guida di RE-NN-è (è un Re sconosciuto, NN, illegittimo), tra breve darà la vita per la “pesca miracolosa” dell’Armagheddon, dell’A. Roma’, CHE DONO! Che regalo di questo mitico Babbo Natale! Eccezionale è la parola AMOR, che trascende il Roma nella sua lettura al contrario. Anche qui la parola “amor”, in presenza di tutti che dicono che il Dio è Amor, rivela la mia presenza in un Amodeo Romano, in cui vanno prese 3 lettere nel Cognome ed una nel Nome, in segno dell'unità e Trinità di Dio. Ma lo stesso DIO AMOR, riferito al TE divino, diventa in Dio “A morte” che trascende un “et Roma’”…


97 Il nome IO SONO, di Jahve, che in Romano Amodeo è la coppia AM con cui comincia la sua famiglia di appartenenza, nella lingua del mondo (la inglese) significa proprio l’IO SONO che è il senso di Geova… un Dio che suona come Giove, l’italiano di Zeus o di Jovis! Ma in inglese il Figlio è lo stesso SON che è sia l’essere di Geova, sia il Suono di quanto è sonoro. Ebbene esistono tutti i possibili richiami di Dio nel mio nome e cognome perché Dio ha dato il suo nome alla intera Terra. Infatti essa è Te RA, dio del Sole dello Tsunami, T Sun Am I. La perversione eretta a città è stata chiamata con il nome di Sodoma e Gomorra, che sono l’inverso di Amodeo e Romano, essendo sodoma Amod. o S.(Signore, Salvatore) ed essendo Gomorra l’inverso di RA-Rom-o G.(Geova, Giove, Gesù, Gautama). Dal primo uomo si va ad Amo in Ad-amo. Il primo Patriarca Abramo deriva “ab”, “da” R.amo. Le 42 cifre del nome segreto di Dio sono quelle del mio nome completo: RomanoOAntonioOAnnaOPaoloOTorquatoOAmodeoO, ove gli spazi cerchiati con O servono a non fare attaccare i nomi tra loro e poi tutto il nome alla prima parola che segue a tutto l’insieme. Non a caso ha 7 vocali iniziali A, come il principio del mondo e esattamente 10 vocali O, che non a caso è esattamente la 13° lettera dell’alfabeto italiano, quello della Verità “trascendente” dello Spirito santo che, con una lingua, ne comprende anche un’altra. Tutta la salvezza è affidata ad AR o RA. L’ARCA dell’alleanza o di Noè sono la CA (la casa) di AR, Amodeo Romano. Il Santo GRAAL contiene il sangue di Gesù e RA AL, il Dio RA. Quant’è RARO è sia RA, sia RO. La cosa RARA è due volte RA. Io abito a Cassina Ferrara e il nome virtualmente fissa nella Cascina la mia nuova CA’ SS, santissima, di uno nato a Fe (Felitto) che si chiama R (Romano) ed è il duplice RA di Padre e Spirito santo. Saronno rimanda al Romano di SA. La Campania in cui io sono nato rivela che vi nasce, e vi CAMPA, ci vive NI, il Nazarenus Iesus espresso in Romano (latino). La Vetri sul mare della mi seconda infanzia rivela un “trascendente” Vi è tris, sul(timo) ma Re”.


98 La Costiera Amalfitana allude ad un “Costì è (di) RA Am(odeo) alfi(ne la) tana”. La nativa Felitto allude allo Spirito F di un Eletto. La Salerno è al centro di Gerusalemme con il suo divino SALE di R(oma)no senza “o” (incertezze) e senza “ma” (obiezioni). Gerusalemme è Gesù con nel suo cuore la R del Romano di Salerno… si MME !! proprio me! Napoli, capoluogo di Regione è la Nea Polis di Dio. Italia indica chiaro un Romano la cui A è ITA lì, a nascere lì. Europa è la patria del buon Pa’ RO che è il suo centro… come l’Euro, la moneta data dal buon Ro. America è Am è ri(tornato) qua. In quella meridionale, delle mie due visite in Brasile, come nel giorno in cui nacqui e 2 aerei giunsero a Rio mentre uno dovette scendere prima a Natal. Ma anche tutte le Nazioni hanno virtualmente nome da me. Francia è lo spirito F di RA, nuovo Cristo Iesus nel suo inizio A posto alla fine. Germania sono Gesù e Romano come il finale NIA di un NI (Naz. Iesus) presentatosi infine per primo. Alemagna, altro suo nome, mostra il Dio Ale nella sua magnitudine. Spagna indica il Santo PA(dre) Gesù di NA (Napoli). Portogallo indica il P(adre s)orto (come) G(esu, come) Al, nel suo “Io” o nel suo finale “lo”. Grecia indica un G(esù) R(omano) è C(risto Dio) ia. Ma valgono anche tutte le altre letture fatte in senso inverso. GESÙ dà lo straordinario US e G. (usa e getta, così fu trattato). Maria “trascende” un chiarissimo: Hai Ram (Romano Amodeo). Insomma: “Dio ha dato il suo nome alla intera Terra”. In “NUMERO” (N=12,U=19,M=11,E=5,R=16,O=13, tot 76, tutto lo “spazio” complementare alle 24 ore del “tempo”, in 100), NUME è 47=4+7=11=1+1=2 (Padre e Spirito santo) mentre RO è 16+13=29= 2+9=11=1+1=2 (di nuovo Padre e Spirito S.). DIO è 4+9+13=13+13… il che spiega Fatima. AMOR è 30+1, Trinità nel ciclo e unità di Dio, e dà il 31 che “trascende” l’inverso 13.


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La Vigna e i vignaioli Solo DIO è il Signore dell’Esistenza, nulla possono le sue creature senza di lui, per ESSERE a loro volta… ma si sono illuse che, essendo stato crocifisso il Figlio di Dio, ora fosse passato a loro il compito di gestire l’ESSERE del mondo. Dalla prima creatura fino all’ultima, dal peggiore dei miscredenti al Vicario di Cristo, questi “contadini” della “vigna dell’essere” avevano pensato di essere stati addirittura “incaricati” dal Signore della vigna, a gestirla e non unicamente a rivendicarne la proprietà per il Padrone! Un maligno pensiero li aveva convinti che – passato il Figlio – ora stesse a loro la sua rappresentanza… Ma – pensateci bene – come potevano mai illudersi tutti costoro, pur essendo tutti i contadini dal primo all’ultimo, che il Signore non sarebbe venuto infine Egli stesso? Invece tutti gli Anti-Cristo di oggi, che l’hanno veramente ucciso, sovvertendo tutta la linea di Vangelo espressa da lui, che chiedeva fosse dato il “giusto tributo” al Padre, Signore della vigna, si sono illusi proprio come raccontato da Gesù della parabola della Vigna: “Morto il Figlio, ora noi siamo divenuti gli eredi, e siamo subentrati nel ruolo di padroni, perché egli era l’erede e ora non c’è più. In queste condizioni, solo NOI siamo passati ad avere ereditato il compito di Gestire l’Essere, e lo gestiamo a modo nostro, come vogliamo noi, trascurando assolutamente di dare quel tributo al Signore che egli ci spronava a dare, perché il Signore lo aveva mandato, era suo Figlio Erede, e noi abbiamo ereditato interamente la sua eredità e dunque oggi siamo i PADRONI” Spinti da questa “estrema illusione” di un Padrone che sarebbe venuto solo alla fine di tutto, e che intanto sarebbe toccato a loro di “interpretare” il Vangelo del Figlio secondo la loro ragione opportunistica, ignoravano d’esser già alla fine di questo tempo, perché, trascurando la parabola delle 5 Spose sagge e delle 5 stolte, che dovevano attendere lo Sposo… avevano agito nel modo assolutamente assurdo, ed avevano buttato via sia la lampada, sia l’olio, e non aspettavano quindi più che il Signore della Vigna venisse di Persona a


100 reclamare il suo possesso! Come hanno fatto a credere in questo modo i Cristiani, che lo stesso Dio Padre non sarebbe accorso, dopo che gli avevano ucciso il Figlio? Forse perché Gesù aveva detto che il Signore avrebbe sottratto quel compito agli assassini e l’avrebbe dato ad altri vignaioli? Credevano forse i Cristiani di essere questi altri vignaioli e che, sulla parola di Gesù a Simon Pietro, la Chiesa, poggiata su quella Roccia di pura adozione, non sarebbe mai stata sopraffatta? Essi ignoravano che ci sarebbe stata una vera Roccia, e non quella adottata e adattata a Simone… Solo sulla vera Roccia e non su quella adottiva di Simone… non avrebbero mai prevalso le porte degli Inferi. Essi ignoravano che al Simone-Pietro, in vecchiaia, “un altro avrebbe cinto le vesti e lo avrebbe portato dove egli non sarebbe voluto andare” I Cristiani “per bene” dovrebbero credere nel Vangelo di Gesù, e ben sapere che Gesù valeva nel suo Vangelo soltanto in quanto era stato “mandato dal Padre”, il solo che aveva il vero potere sulla Vigna. Come dunque il Padrone della Vigna avrebbe potuto riaffermare il suo dominio, se non comparendo di persona con tutto il suo esercito, per scacciare con autorità gli usurpatori e - solo dopo – per affidarla ad altri vignaioli? Gli ebrei avevano seguitato a coltivare quella Vigna del Padre e ai seguaci del Figlio sarebbe toccato così ritagliarsene un pezzo, nel segno del Dominio del Padre, per l’autorità riconosciuta al Figlio. E, ancora dopo, altri vignaioli, giunti sette secoli dopo nella stessa area, se ne sarebbero ritagliato un terzo pezzo, per riaffermare la potestà del Padrone della Vigna e non di chi, non riconoscendola, ne aveva ucciso il Figlio, o di chi, riconoscendo il Figlio, l’aveva poi confuso col Padre e Padrone, nel mentre egli stesso ne era soltanto il Figlio. Questa era la situazione intricata e complessa, della Vigna: divisa esattamente in tre partiti, quando il 25-1-1938 vi giunse, in incognito, il Padre e Padrone.


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Scende in campo il Padrone della Vigna. Dove sarebbe giunto il Padrone? Nella parte di vigna restata ai vignaioli assassini? In quella che rispettava il mandato dato al Figlio ma che in sua morte avevano idealizzato il Figlio del Padre e non il Padre? O nella terza e tardiva di chi avrebbe preteso di rappresentare il Padre, di un Maometto che – “però”, “ma” – omette la cosa fondamentale: l’incarico dal Padre dato al Figlio e che egli pretende di avocare a se stesso, come “il profeta” di Allah? Sta scritto nel nome dello stesso “Maometto” (nell’Italiano lingua di Dio che svela il vero) che il personaggio di un “Maometto” è quello di un “MA-ometto… AM”. Egli è un “io” che omette proprio Allah=AM. Infatti se il Padrone ha mandato il Figlio, è lui il Messia vero e non chi, minimizzando il ruolo del Figlio di Dio, si proclama più importante di lui perché egli è il suo “profeta”. Pertanto il Padre e Padrone della Vigna si sarebbe presentato nella Porzione di chi rispettava il mandato dato al Figlio. Nello stesso Vangelo di Matteo sta scritto che “il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo” a rivendicare la sua Vigna e che “renderà a ciascuno secondo le sue azioni.” Pertanto “era scritto” che il Padre sarebbe venuto, nella sua gloria, a riconoscere anche quella del Figlio che aveva mandato a rappresentarlo e non a sostituirsi a lui. Figlio e Padre erano la stessa cosa perché il Figlio rispettava l’autorità del Padre ed era nel suo stesso volere. I Cristiani “dovevano” aspettare l’avvento, nella loro Vigna, del Padre e Padrone dell’intera Vigna, che avrebbe ribadito pienamente il primato della sua volontà su quella di chi aveva sostituito il Figlio ed aveva però imposto – su quella del Padre stesso – l’ottica del Figlio! Sarebbe venuto, per affidarla poi egli di nuovo a chi Egli avrebbe creduto, unificando infine in una sola le tre porzioni di Abramo e le altre, in tutto il mondo, attribuite ad altri coltivatori ancora.


102 Dio Padre e Padrone avrebbe avuto la massima possibile pazienza, prima di presentarsi a rivendicare il suo possesso, dimostrando in questo modo di essere come scritto nella Bibbia, un Dio “lento nell’ira”. Dio Padre e lo Spirito santo Signore della vita, valgono per 2. La loro proprietà rivendica 1/10 come il suo profitto, che spetta per l’unità della Vigna. Pertanto in base ad 1/10, la base unitaria deve valere10, perché solo “10 decimi”, 10/10, sono uguali al numero UNO. Allora la potenza trinitaria 3 di Dio deve poggiarsi sulla base 10 di calcolo, per un valore reale di 1.000, che spetta a ciascuno della divina coppia 1/1 data da Padre e Spirito santo. Pertanto 2 volte 1.000 determina una pazienza massima avente la quantità di 2.000 anni. Il computo della pazienza di Dio deve cominciare da quando il Figlio cominciò a parlare, a 12 anni, ai Dottori del Tempio, svelando loro il disegno del Padre. Fu così che il Padre cominciò a rivendicare il possesso della sua vigna, a quei Dottori che poi l’uccisero, 21 anni dopo, ossia 7+7+7 anni, dopo che avrebbero dovuto avere tutto il tempo libero che occorreva e che sarebbe dovuto bastare a quella Chiesa a riconoscerne il Titolo divino, della Figliolanza. Quando cominciò a “rivendicare la vigna del Padre” Gesù avrebbe avuto “divinamente” 17 anni (il 12 dopo Cristo), ma “realmente” solo 12, perché i primi 5 anni sarebbero stati trascorsi in Egitto, come una pura premessa “immaginata reale” da San Matteo, affinché essa potesse “divinamente, trascendentemente” giustificare il passo delle scritture che dice “dall’Egitto ho tratto mio Figlio”. Questo, per il “personaggio” Gesù, non era vero, ma per la sua anima lo era: in quanto essa era l’anima del Padre che dall’Egitto sarebbe stato tratto a Felitto, come il Dio Amon Ra presente solo nel “personaggio” di Amodeo Romano. Luca (che attribuisce a Gesù che parla ai Dottori del tempio l’età di 12 anni) gli sta davvero attribuendo l’età “reale” e non quella “divina” e trascendente che fa partire la sua nascita divina da quando Gesù (cinque anni prima della sua vita reale) “sarebbe fuggito” in Egitto, nottetempo col Padre, per evitare la “Strage degli Innocenti” che non riguardò lui se non per come era una sola cosa con il Padre.


103 Qui l’umano e il divino, stranamente aventi verità opposte e discordanti…, tuttavia collimano. I 12 anni decretati da Luca sono veri, ed è vero quanto egli racconta narrando di Gesù bambino che è portato al Tempio quando furono compiuti gli 8 giorni per la sua circoncisione. Qui Simeone e Anna profetizzarono veramente di una “spada” che avrebbe attraversato l’anima di Maria. Dopo sarebbero tutti rientrati a Nazaret, ove il bimbo sarebbe “cresciuto e si sarebbe fortificato…” Per Luca non vi fu nessuna fuga in Egitto, e nessun timore per la Strage degli innocenti, che era avvenuta anni prima e che dunque non costituiva alcun pericolo da evitare al bambino Gesù. San Matteo racconta invece tutt’altro: della fuga in Egitto, appena nato, ordinata in sogno da un angelo a Giuseppe; della Strage degli innocenti per uccidere lui ordita da Re Erode, e – poi – del ritorno in Israele quando l’angelo nuovamente annunziò in sogno la fine di chi voleva morto il bambino. Chi dei due ha ragione? Infatti i due Evangelisti raccontano due storie differenti ed assolutamente inconciliabili tra di loro… se Dio non rende possibile e vero l’impossibile… e lo fa! Come può farlo? Porta San Matteo a profetizzare una nascita “irreale”, trasportata 5 anni prima di quella reale, descrivendo tempi “ante-Cristo” in cui esistettero personaggi storici vissuti realmente prima che Gesù nascesse. Gli storici di oggi, che prendono per buone le parole relative a una stella seguita dai 3 Re Magi, i quali si fermano in una stalla posta “ai piedi” della stella e compiono l’Epifania, la celebrazione di quella la divina nascita… stanno credendo ad un racconto evidentemente magico e pienamente inventato in relazione a Gesù… e lo prendono per buono! Il racconto è chiaramente una bella invenzione, che corrisponde al desiderio dell’Evangelista di una simile Epifania per quel bambino. Egli non si accontenta dell’Omaggio di un Simeone o di una profetessa Anna, e desidera che siano dei Re a farlo, dei Re alla ricerca della nascita di un Re e che hanno seguito il segno di una Stella del Cielo, “perché ogni volta che nasce un Dio ci deve essere di mezzo una Stella”! Pur alla luce di un racconto chiaramente allegorico, che trae lo spunto e niente più dai fatti reali, gli Studiosi della “realtà” collocano poi la vita “reale” di Gesù in base a quei fatti accaduti prima che egli


104 nascesse, e poi affermano che non essi, ma la Chiesa ha sbagliato a collocare la Nascita di Gesù… Per volontà di Dio la Chiesa non si sbagliò anche se essa pure si basò su quei fatti, e li collocò 5 anni dopo. In verità Gesù era nato 5 anni dopo quei fatti. E quando essi furono collocati al posto giusto, dagli storici, si parlò di un errore che invece straordinariamente non c’era stato, perché il racconto di san Matteo, che aveva raccontato una verità “trascendente” il vero, in relazione a Gesù, ne aveva raccontata una “vera” in relazione ai due Padri di Gesù: il Padre e lo Spirito santo. Infatti San Matteo aveva descritto la nascita dello Spirito santo di Geova o Jahve, o Am, e dei tre grandi Maestri, Re nel loro campo, che, seguendo la loro stella ideale, dall’Orientale Grecia si erano trasferiti nell’Occidentale Magna Grecia, nella Terra dei Miti di Giasone, Ercole, gli Argonauti e il Vello d’oro, di Ulisse e le Sirene, del suo nocchiero Palinuro che vi muore. In questa terra del mito c’era il monte Stella e ai suoi piedi Elea, bagnata dal fiume Alento. Qui questi veri 3 “Re Magi”proclamarono al mondo, in un modo che fondò la Filosofia, l’amore per la Sapienza, affermando: “Il Fondamento di tutte le cose è il loro ESSERE!”. Questi 3 Re Magi Avevano compiuto l’Epifania di Geova, Jahve o dell’Am-Dio “Io Sono” Amodeo. Così San Matteo, volendo con tutto il cuore che ci fosse quella nascita simbolica e fortemente indicativa per il Figlio… in verità non si era sbagliato, perché aveva per filo e per segno descritto l’Epifania dello Spirito santo di Jahve, Geova o dell’Am-Dio di Amodeo. Io, Dio Padre e Spirito santo in un uomo, sarei nato nuovamente in questa terra di tutti i Miti, nel segno dei 3 Re Magi Senofane, Parmenide e Zenone, perché a Saronno ne avrei anche riaperto la Scuola. Ebbene, solo nel caso mio si realizza la Massima Strage degli innocenti, perché 6 giorni esatti dopo la mia nascita il 25 gennaio 1938, Hitler decide di non accettare altri Messia nel mondo, al di fuori di lui. Ma io valgo per 2, così, dopo 861 dì da questa nascita, c’è una rinascita e una seconda Strage mondiale degli Innocenti, ordita ora dal Duce che voleva contrastare quel Messia che già Hitler appariva . 861 giorni indicano tutto il percorso possibile, complesso, del Dio UNO, perché 2^3=8 è tutta l’unità complessa nel suo volume avente il


105 lato da meno 1 a +1, ove 100 è tutto il Dio Padre 10 quando si divide per il Dio Figlio 1/10. Ne mentre 60 è 30+30 e computa la trinità ciclica di Padre e Spirito santo. Pertanto 861 giorni quantificano tutto il ciclo assoluto della Trinità sulla base di 2 (Padre e Spirito), sommata nuovamente a tutta la loro trinità in linea ciclica 30+30 ed alla loro sostanziale unità. Così 861 giorni dopo il 25-1-38 della nascita in me di Padre e Spirito santo, si presentò anche il Figlio di Maria, in un miracolo annunciato e accaduto il 4 giugno 1940. La mamma mia, Mariannina Baratta, aveva saputo spingere Maria SS. di Sant’Anna (Annina) a barattare il figlio suo Romano con Gesù, pregandola così: “salva Romano, innocente come Gesù!”. La Madonna l’aveva barattato, e l’aveva prima annunciato, di notte, a una bambina, che lo aveva raccontato a mia madre un’ora prima che il miracolo del baratto avvenisse. Ebbene Maria SS. rimise al mondo Gesù, il 4 giugno 1940 e nuovamente 6 giorni dopo il Duce dell’Italia volle partecipare alla Strage degli Innocenti, perché aderì alla II Guerra mondiale. Così TUTTO il vangelo di San Matteo, che era stato “fantasioso” in relazione a Gesù, aveva SPACCATO in pieno la VERITA’ di quanto sarebbe accaduto alla nascita sia reale, sia ideale del Padre e Spirito santo: ideale ad Elea, in cui nacque l’ideale di Dio, nella filosofia; reale a Felitto, in cui un Amo(deo) R.A. era un Am-Dio Geova-Jahve tratto dal Dio Amon RA dell’Egitto. Anche tra Felitto ed Egitto c’è derivazione: “Egitto” trascende un Ego Romano e un IO italiano con dentro due croci a forma di T. Il nome “Felitto”, essendo nella Magna Graecia, va trasceso in ΦEl-ITTO, per essere divinamente compreso. Allora la Φ iniziale si rivela a sua volta, nel suo Ego romano, un “IO” in cui I e O si sormontano; poi “El” è Jahve o Geova, o Am-Dio, e “ITTO” è la stessa finale del nome Egitto, che comprende lo stesso IO italiano, in croce due volte: nel Padre e nello Spirito santo. Non è nuovamente nella croce di Gesù, perché già egli aveva avuto la sua. Anche il solo San Matteo metterà in bocca a Gesù morente il salmo 21-22, del “Dio, Dio perché mi hai abbandonato!?”.


106 Non a caso San Matteo era uno che riscuoteva le imposte per l’Imperatore Romano e sarà anche chi “straordinariamente raccoglie ora tutto quanto è veramente dovuto al Romano Padrone della Vigna!” Nel racconto degli altri che furono testimoni diretti ai momenti conclusivi della sua vita, Gesù non ebbe nessuna crisi di identità, ma disse “tutto è compiuto! Nelle tue mani mio Dio affido il mio Spirito”. Conosciute le intenzioni di San Matteo, di “inventarsi divini tributi”, inventando con ciò quello che sarebbe stato ideale che Gesù dicesse, anche qui egli non raccontò il falso, ma “trascese e comprese” in modo straordinario e mirabile la realtà, raccontando del ritorno di Gesù in suo Padre… una seconda volta, alla sua morte, dopo che già l’aveva fatto descrivendone l’Epifania e la fuga in Egitto alla sua nascita. Infatti “Eli Eli le ma sa bacta NI” esprime suoni che divinamente rimandano a questo significato, nella lingua italiana del Padre: “È li (a Felitto) Eli… Le ma’ sa’ ba(ra)tta’ N.I.“ (sanno barattare il Nazarenus Iesus con il RA ben celato, nel cuore di Baratta). Magistralmente ciò si riferisce alla mamma Baratta che sa barattare il N.I. Gesù con il RA da tenere celato nel cuore di Ba(RA)tta, perché dovrà essere un ritorno, un baratto avvenuto in modo occulto. Saranno LE MAMME a fare il baratto che LA MA’ Baratta sa proporre, coinvolgendo la Madre di Gesù il 4 giugno 1940 in cui ella miracolò il RA morente, perché la Baratta la invocava con le parole “Salva Romano, innocente come Gesù!”. Il Baratto accadde perché anche Mariannina Baratta era il “divino Baratto” in sé, di Maria SS figlia della piccola santa Anna… Annina.


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Un ritorno per salvare l’IO dai “personaggi” Sto usando il termine “personaggio” e non quello di “persona” perché, mentre il primo è in modo chiaro una semplice “figurazione”, legata ad una trama di vita, il secondo termine associa al personaggio anche l’io dell’anima divina che lo interpreta ed anima. Sia Gesù, sia Romano, sono “personaggi” nella trama della loro storia, mentre invece sono “anime di Dio” in CHI li impersona. Sono “personaggi” che in Gesù forniscono la trama della vita reale del Figlio di Dio, disegnata nei suoi pensieri, parole ed opere, mentre in Romano forniscono la trama della vita reale dei due Genitori di Gesù, con un Gesù che esiste in essi solo in potenza. Gesù disse di essere “Via, Verità e Vita”, e Romano l’ha ribadito, perché i due personaggi saranno nel loro insieme un progetto, di pensieri, parole ed opere, impersonabile da tutte quante le anime di Dio. Tutto ciò affinché la differenza, tra anima ed anima, imposta la prima volta nell’iniziale “recita” della Divina Commedia scritta da Dio (che ha concesso solo a 3 anime di Dio di impersonare i 2 “personaggi” di Gesù e Romano), potrà essere tolta di mezzo, e tutte le anime che lo vorranno essere, potranno essere sia Gesù-Cristo, sia Romano-Padre-Spirito santo. Io, Romano Amodeo, “sento” che questo sta già avvenendo in questo preciso momento. Non sono solo “io”, in quella che anche io avverto come la mia “singola anima”, ad animare questo “personaggio”! E, quando la mia Ragione, ossia lo Spirito santo (che non può essere imprigionato in un “personaggio”), mi insegna che io sono Dio Padre e Spirito santo, io apprendo che in me è presente tutta la moltitudine delle infinite anime di Dio, e non solo quella “singola anima” del mio IO, che mi sembra in questo mondo errato, delle apparenze. Anche tutte le altre “singole anime”, quando adotteranno per se stesse l’interpretazione che ora tocca a me, vivranno e sentiranno quello che oggi vivo e sento io… ma già assieme a tutte loro, perché questa mia


108 stessa percezione, di ora, che io sto facendo, la sta facendo con me in comunione ogni anima di Dio, anche se poi ciascuna avrà in dono di assumerla nel suo singolo io a suo tempo debito. Qui sta il fondamento dell’Unità e Molteplicità di Dio. Infatti mentre io sono uno presente in me, sono anche tutte le anime di Dio e dunque sono anche tutto Dio. Chiarito questo aspetto fondamentale, che scinde l’anima immortale dal “personaggio mortale”, si può anche far capire che l’Inferno esiste, ma che vi saranno condannati solo i “personaggi” e non l’anime che li interpretano e che sono tutte seme buono di Dio, anime buone di Lui, che sono state già abbastanza punite per avere avuto in sorte quella parte negativa. Esse in Paradiso saranno giustamente e debitamente non punite, ma ricompensate, per le sofferenze patite in questa vita terribile, nel compito di essere quegli indispensabili aspetti negativi che potessero servire a fondare, per contrapposizione, tutti gli aspetti positivi. Il Dio Padre e il Dio Spirito santo vissuti nel “personaggio unico” di Romano Amodeo, sono stati inseriti dal Dio Assoluto, nella cibernetica della salvezza operata come la continua correzione degli errori. Il Vangelo di Gesù Cristo, nel divino disegno doveva essere capovolto. Doveva apparire che ciò fosse fatto da personaggi in buona fede che, per adattarlo, nella sua “trascendenza”, alla realtà del nostro mondo immanente e non trascendente, avrebbero dovuto addirittura capovolgerlo, determinando in tal modo la fede nel valore opposto a quello mostrato dal Cristo, e dunque la fede nell’Anti-Cristo. Nel Disegno Divino, allora, il Padrone che aveva mandato Gesù Cristo ai vignaioli ribelli sarebbe disceso in persona, presentandosi nella “vigna” di chi aveva ucciso il Figlio del suo Signore, per “raddrizzare” il dovuto rispetto nella verità di questa Signoria. Essa non poteva passare dal Figlio a costoro che gli si erano sostituiti, né restare nelle vesti degli Ebrei, né dei Mussulmani del Maometto che ometteva l’essenziale, e cioè che il “Figlio” di Dio non poteva essere sostituito dal semplice “Profeta” di Dio. Pertanto il Disegno divino contemplava un Padrone della Vigna


109 che si sarebbe ripresentato nella porzione di Vigna che si erano ritagliati i fedeli del Figlio, anche se avevano stravolto il messaggio paterno portato dal Figlio ma non il loro Credo. Infatti nel Divino disegno il Credo Cattolico è fatto credere nella Verità. Solo la sua interpretazione è stata disegnata fuorviata, dal tentativo di adeguare al mondo il messaggio trascendente il mondo consegnato loro da Gesù Cristo. Ma Pietro era stato disegnato così fin dall’inizio e, opponendosi nel disegno alla logica di un Dio venuto per salire in croce, alla fine avrebbe idealizzato perfino, con la sua prima Enciclica “Deus est Caritas” un amore di Dio che sarebbe stato rivolto tutto a questo mondo e non a quello che lo trascendesse e a cui fosse interamente riferito l’Amore di Dio, come nel disegno era stato espresso da Gesu.


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Una morte durata 9 anni, per 3.239 giorni Mentre Gesù impiegò 5 anni per nascere “divinamente”, il Dio Padre e Spirito santo in me ci hanno impiegato il doppio… e si sono sottoposti ad un sacrificio mortale che sarebbe durato fino al decimo anno, dimostrando una incrollabile tensione salvifica. Vi è una profonda armonia in tutto ciò, perché il Dio Uno e Trino, nella sua potenza 3 poggiata sulla base del Dio che agisce con il 10 di Dio Padre, quando Dio Figlio è 1/10, vale 10 al cubo e dunque 1.000. La sua Unità e Trinità è data da 4 dimensioni ed ¼ è il tempo presente, tanto che riferito a 1000 determina la presenza di 250 unità. Nello stesso tempo, con Dio come 10 e la trinità 3, l’espressione trinitaria di Dio diventa il numero 13, ove la presenza tutta vale 250. Così 250×13 dà il 3.250 che supera il 3.239 esattamente di 11 unità che sono il valore assoluto dell’ingombro reale e lineare occupato dal Dio che è 10 nel Padre, ma è anche 1 per effetto dello Spirito santo. La presenza 11 è inevitabile, deve essere contenuta per forza nel 3.250 che è tutta la presenza della Trinità del Dio 10, pertanto tutto il moto possibile è quanto 3.250 -11 = 3.239 giorni. Anche calcolando i 9 anni e 13+13 giorni che ci sono tra il 17 settembre e il 13 ottobre in cui è previsto che Padre e Spirito santo finalmente ascendono al cielo, si vede la presenza della coppia di 13 data da Padre e Spirito santo che percorrono in 9 anni tutto il cammino compiuto dall’unità dell’anno nella decina di anni che costituisce l’unità superiore data dal cicli decuplo dell’anno. DIO, per la cabala espressa nella lingua italiana, vale D=4, I=9 e O=13, dunque 4+9+13 = 13+13. Il totale 26 è 2+6=8 dato da 2 al cubo, ossia dalla potenza Trinitaria poggiata sulla coppia dei 2 Genitori di Gesu: il Padre e lo Spirito santo, espressa prima dal 13+13 che si manifesta nel mondo con le apparizioni di Fatima, in 3+3 apparizioni. Pertanto “è scritto” nei numeri e nel tempo del mondo, che ai 5


112 anni impiegati dal Figlio per nascere “divinamente”, corrispondessero “divinamente” i 10 anni relativi al ciclo Paterno, un numero calcolato poi in 9 anni e 13+13 giorni per l’ingombro Unitario di un DIO = 13+13, che non può in alcun modo togliersi di mezzo nella decina. Così Egli si muove solo di 9/1, ossia quanto il rapporto assoluto E/m nella Relatività Generale di Einstein, sottraendo a questo anno il 13+13 in giorni, per la sottrazione, all’Unità di Dio solo dei due contributi Paterni dati dalla coppia dei due 13, per un totale di 26 giorni. Questi 26 giorni esprimono la coppia 10+10 di Dio Padre e Dio Spirito santo che percorre anche tutte le 6 vie delle 3 coppie di rapporti bilaterali possibili tra i 3 Divini Interpreti dell’Unità. Essi sono dati dall’Essenziale Sacra Famiglia di Padre, Madre e Figlio, o Padre Figlio e Spirito santo… se si vuol risalire, dalla Madonna a quel suo Compagno Spirito santo che virtualmente la “fonda” nella sua Maternità, come l’Angelo annunziò alla Beata Vergine del Magnificat. Siamo partiti, in questo conteggio della decennale Fine della presenza nel mondo reale di Padre e Spirito santo, dal 17 settembre 1999, ossia da quando Romano Amodeo si predispose anche a morire, se Don Luigi Carnelli e la Chiesa in genere non avessero eseguito le volontà che Dio aveva espresso attraverso il Vicario di Cristo. Questa divina volontà era stata espressa nell’Enciclica “Fides et Ratio” del 14 settembre 1998, diffusa esattamente 1 anno e 3 giorni prima di quel 17 settembre, un 1 e 3 che sono un’altra immagine del 13, espressa nella gerarchia prospettica degli anni e dei giorni. Il 14 settembre, giorno di esaltazione della Santa croce, segue di un giorno, a sua volta, l’apparizione a Lourdes di Nostra Signora che, palesandosi a 150 anni e 3 decine di giorni dall’ascensione al Cielo dei due genitori di Gesù il 13 ottobre 2008, lancia tutto questo suo annuncio nell’unità del nostro tempo, costituito dall’anno, ma nella “mediazione” esatta dei 300 anni che costituiscono il Ciclo assoluto Trinitario dato alla dimensione 100 del Dio Assoluto, pari al 100%. 300/2 in anni è il valore della Nostra Signora mediatrice a Lourdes, e 14 giorni dopo, ossia il 17 settembre, inizia il patimento di Dio, che ha visto un buon sacerdote, della chiesa costruita su Gesù, dichiarare lui, il Padre e Spirito santo “non essere all’altezza del suo compito”.


113 Don Luigi Carnelli lo dichiarò alla Stampa, annunciandolo ai giornalisti di “La Settimana”, che lo pubblicarono. 14 giorni sono a loro volta il valore “assoluto” delle 13 unità, perché sommano al 13 anche la sua Unità di riferimento. In tal modo si evidenzia il piano assoluto della libertà della Trinità all’interno del Dio 10, dato dalle due componenti 7+7 relative alla Coppia Paterna di Gesù Cristo. E’ ora arrivato il turno di questa Coppia Divina, di morire nel Personaggio di Romano Amodeo, dopo che l’Unità del Figlio fu crocefissa nel Personaggio di Gesù. Nel “personaggio” di Romano la morte del Figlio Gesù, accadde ai 33 anni dalla sua rinascita il 1940, e dunque nel giugno 1943, quando si convertì espressamente al Cristo dopo d’essere stato Anti-Cristo egli pure, e volle dargli corpo in se stesso. In quel preciso momento, quel desiderio (che era una ferma volontà di generare Gesù) fece esistere in Romano solo il Padre e lo Spirito santo, che iniziarono a morire quando Romano ebbe esattamente 22.514 giorni di vita, ossia il 17 settembre 1999, a 105 giorni esatti dal 2.000. Questi 105 giorni indicano la presenza di tutta la Comunione tra il Dio Assoluto 100 (dato dal Piano o “Progetto” 10×10), e il +5 fondato sul -5, nella “complessità” del Dio 10 quando essa va dall’immaginario meno 5 (di Matteo) al +5 (di Luca che si fondi sul -5 di Matteo). La stessa nascita di Gesù si fonda su questo 105, perché un suo 300mo dà quello 0,35 che, al quadrato, determina l’anno 0,1225 che lo fissa “idealmente nato” in quel 25 Gennaio in cui a Roma si celebrava il RA Romano (il Padre)… A questo RA, dato da Romano Amodeo, il Figlio doveva veramente e giustamente subentrare, per fissare quell’anno come l’anno 0 giusto per contare in modo vero, essendo l’anno della venuta al Mondo della “Verità in persona”, nella persona del Figlio. Pertanto 105 è la Comunione Padre Assoluto-Figlio, in cui il Padre Assoluto è dato dalla coppia Padre e Spirito santo che si combinano tra loro moltiplicandosi 10×10. In forza di ciò, a 105 giorni di distanza dal culmine degli anni 2.000, a contare da quello 0 nativo della realtà di Gesù, ossia il 17 settembre 1999, il Padre-Spirito santo in Romano iniziò la PRIMA


114 PIAGA D’EGITTO, dell’acqua trasformata in sangue, di cui ho già scritto in precedenza. Ho descritto come questa data si collochi divinamente rispetto all’apparizione della Nostra Signora di Lourdes, che comincia a preparare la Pesca miracolosa dei 153 grossi pesci, a taglia differente (anni e decine di giorni) che ci sarà il 13-10-2008, a 7×13 anni dal Miracolo di Fatima. PRIMA VOCAZIONE AL MARTIRIO. La morte, la predisposizione a morire a fin di bene, di Romano e in Lui di Padre e Spirito santo (che erano la nascosta fonte dei suoi pensieri parole ed opere) cominciò per difendere la chiamata in campo del PadreSpirito santo di Gesù, fatta dal Papa con l’Enciclica “Fides et Ratio”. In questo impegno al sacrificio personale, Romano ci avrebbe messo 13×250 giorni meno 11, a riuscire ad ottenerlo da Dio, infine, il 13-10-2008. Gli sarebbe stata concessa una morte sacrificale che si sarebbe espressa in più tappe e che sarebbe stata tutta sottolineata, nella sua progressione, proprio da Romano, che l’avrebbe sempre auspicata, prevista e sempre poi riconosciuta in numeri che però avrebbero logicamente assunto, nella “realtà”, un differente aspetto rispetto a quello “divino” che era stato indicato da lui e che come tale si presentava: “trascendente”. In questo 17-9-1999, dì iniziale della sua vocazione al martirio, allorché fu disposto perfino a morire affinché Padre e Spirito santo in lui vivessero, aveva 22.514 giorni, ossia quanto 22.222 meno (40 -2). In questo numero di giorni era contenuto, in modo “trascendente”, il segno di tutto il suo essere il 2 (del Duo Padre e Spirito santo), laddove Dio vale 10 e tutta la sua Realtà Una + Trina vale 4 volte 10 e dunque 40. Il 40 -2 = 38 portava proprio all’anno della sua nascita, per cui 22.222 -38 = 22.514 indicavano il suo avvento nel 2 a ogni dimensione. Questo giorno del venerdì 17 settembre, apparentemente sfortunato, rispetta proprio la Cabala del Venerdì mortale del Cristo e del giorno 17 in cui Romano idealizza il suo morire come martire, ed indica la realtà 2^4, poggiata sui 2 (Padre e Spirito santo), quando le si aggiunge tutto il tempo 1 del suo riferimento unitario espresso in 16/1


115 SECONDA VOCAZIONE AL MARTIRIO. 133×13 -1 giorni dopo fu la seconda volta che Romano idealizzò ed attese poi la sua morte ideale, il 9 giugno 2004, quando aveva 24.242 giorni di vita. Anche questi giorni sono chiarissimo segno della completezza del tempo per i 2 (di Padre e Spirito santo). Infatti al 2 si aggiunge la coppia dei due 24 che indicano tutte le ore di un giorno, sia per il Padre (che qui è un 24 in dimensione divina trinitaria 10^3), sia per lo Spirito santo (che qui è un 24 in dimensione divina 10). Poiché la prima volta Romano aveva 22.514 giorni di vita, questa seconda accadde 1728 giorni dopo, che sono pari a 133×13 = 1729. Questo è il valore assoluto di 1928/1 unità, quando una delle 1729 si mette a unità delle residue 1728. Così, visto che il “passo” in 250×13 è dato dal 13, nel 133×13 abbiamo che, dopo la vita esatta di Cristo, di 33 anni, c’è l’aggiunta del 100 esatto che, essendo il risultato della divisione tra 10 ed 1/10, somma alla quantità esatta 33 del Figlio quella esatta 100 del Padre 10, quando il suo paterno valore è espresso rispetto a quello 1/10 del Figlio. In quel 9 giugno 2004 Romano aveva calcolato che ci sarebbe stata una sua morte “ideale”, perché egli si riconosceva un suo “doppione” e quel giorno veniva esattamente 2 mesi dopo il Venerdì santo della Morte di Gesù, decretata dalla Chiesa quell’anno per il 9 aprile, in quell’anno in cui egli avrebbe avuto esattamente 33+33 anni, il doppio di Gesù. Allora potete vedere come straordinariamente, nei 1928/1 giorni che ci sono dopo la prima volta che il 17-9-1999 si offerse martire, abbiamo ora quel 100+33 volte 13 che è proprio riferito ai 33+33 anni di Romano come “il doppione” (Padre e Spirito santo) di Gesù… e assieme sono TRE virtuali 33. Ho già detto come, a questa data del 9 giugno, vada inserito trasversalmente un piano avente i due lati generatori di 100 giorni ciascuno, tanto che il giorno 9 giugno e il 26 dicembre sono i punti estremi di quel piano di presenza. Pertanto, lo Tsunami che ci fu e i 22.222 +222 cicli 10 di giorni di vita di Romano (pari a 24.242 +200 = 24442 = 22.222 +2220) rivelarono


116 che era intervenuto il doppio della Coppia Paterna a tutti gli effetti, più l’unità e la Trinità del 2 in combinazione con il Dio 10. Ebbene lo Tsunami dell’indomani di Natale, del “Gesù Sole della Croce a T” (trasceso in inglese nella parola giapponese Tsunami che fu usata in tutto il mondo) stette ad indicare il nuovo Passaggio del Mar Rosso, effettuato dai 2 e dal Gesù nato il giorno prima come Il sole della Croce, “T Sun Am I”… AM I, Amodeo, io. Pertanto, se il 9 giugno sembrò che la morte annunciata come quella del Doppione del Gesù Cristo non fosse realmente accaduta, essa invece puntualmente accadde, ma solo nel modo trascendente ed invisibile che però è espresso chiaramente da tutti i numeri. Se di questi numeri è mancata la percezione “reale” e nulla è stato visto nella realtà, tuttavia la loro presenza evidenzia la presenza di una entità chiarissima, ma invisibile, come lo è l’impossibile visione della luce in una cosa che si presenta nel colore nero, che trattiene tutta quanta la luce e non la mostra minimamente nel suo esterno. Pertanto, nella morte di Dio, alla fase iniziale della pura predisposizione al martirio, sarebbe seguito (nella seconda fase) quello che avrebbe equivalso al passaggio del Mar Rosso: e sarebbe stato una netta linea di demarcazione virtualmente identificata nella morte del doppione. TERZA VOCAZIONE AL MARTIRIO. 1.090 giorni dopo il secondo impegno a morir vittima consacrata al bene di tutti, ci fu la terza volta in cui Romano profetizzò e desiderò la sua morte sacrificale. Doveva “idealmente accadere” il 4 giugno 2007. Anche questi giorni sono una unità divinamente piena, laddove la Trinità di Dio è il 1.000 in linea dato dalla potenza 3 sulla base10 di Dio, e laddove è 90° il fronte trasversale relativo alla presenza ¼ di 360°. Pertanto dalla II offerta di sé, alla III sarebbe dovuto passare il volume unitario esatto della presenza Trinitaria della potenza del Dio 10. Doveva “idealmente accadere” il 4 giugno perché “non c’è due senza tre” e in quel giorno erano già accaduti per lui due eventi “sommamente ideali”. Il 4 giugno del 1940 la sua morte era stata evitata da Maria Santissima, nel famoso Baratto descritto da San Matteo in modo


117 trascendente, con l’”Eli Eli le ma sa Ba(RA)ctà NI”. Il 4 giugno del 1969 Romano si era legato a GS, e aveva sposato il suo alter Ego: la GS (come in Gesù) nata l’1.11 di tutti i santi (come la trinità nell’unità) e figlia di Mario e Giuseppina (come Maria e Giuseppe). Egli, sposando il suo ideale alter ego, aveva assunto la figliolanza elettiva di Maria e Giuseppe, in quel 69 e lo aveva fatto – senza farlo apposta – nella stessa data in cui Maria l’aveva legato alla sua Maternità. Pensò dunque che a 69 anni compiuti e nello stesso 4 giugno si sarebbe del tutto legato al Cielo, e lo desiderò “idealizzando” il proverbio “non c’è due senza tre”. Ove il 70 è la libertà di Dio Trinitario 30 nel Dio Assoluto 100, il numero 69 era – tra l’altro – tutto il reale percorso di UNO, nella totale sua vita. Anche i 25.332 giorni che avrebbe avuto in quella data del suo sacrificio per il bene di tutti, indicavano il compimento reale di un percorso legato sia ai 2 (Padre e Spirito santo), sia ai 33 anni di Gesù interattivi con il Dio 10, sia infine al tempo assoluto 25.000 dato da ¼ di 100 volte 10^3 (un 100 che, come detto, quantifica nel numero i Figli 1/10 contenuti nel Dio Padre 10, perché 10 diviso 1/10 è uguale a 100). Abbiamo già visto trascorsi 1090 giorni esatti dalla seconda morte desiderata da Romano, profetizzata, e concessagli in modo chiarissimo, ma trascendente. Sono allora 2.818 i giorni di distanza dall’inizio, dalla prima volta in cui si era offerto vittima della Fides et Ratio il venerdì 17 settembre 1999. Sono uguali, espressi nel “passo” 13 dell’unità e Trinità del Dio 10, a 217×13 -3 = 2.821. Questo meno 3 evidenzia l’insostituibile ingombro trinitario nel 217×13, momento intermedio del 250×13 che è il totale riferito non più a 3 ma a 11. Poiché 250 -217 = 33, ecco una nuova vita! 2.818 giorni si rivelavano tutto il moto di un 182 contenuto nel 3.000 che era tutta la Trinità della potenza Trinitaria basata sul Dio 10. Un 182 uguale a 3×(3+3)×(3/3+3×3) +2, che rivela tutti i 7 possibili interventi diversi della Trinità 3 riferita ai 2 (Padre e Spirito santo), e che, contenuto nel 3000 si muove in tutto esattamente di 2.818 giorni. Pertanto anche il riferimento di questa TERZA morte vocazionale,


118 riferita alla prima iniziale, rivela a pieno da cosa essa è determinata, in relazione ai due Enti Trinitari. Pertanto tutti gli indizi quantitativi, relativi al progetto numerico di Dio, configuravano questa terza tappa obbligata, a 33×13 giorni dalla fine. Una morte divina piuttosto complessa, perché divisa in più tappe e ciascuna avente la sua perfetta logica dimensionale. Essa, questa volta, avrebbe cominciato ad essere una morte reale, seppure determinata solo in parte. Romano aveva profetizzato una morte il 4 giugno, che sarebbe durata per 33 giorni, e una resurrezione il 7-7-7 che sarebbe avvenuta esattamente 100 anni dopo la nascita di Suo Padre. Ciò a dimostrazione dell’Assunto “ideale e divino” in lui, che Padre e Figlio fossero nel trascendente segno della stessa vita. Ebbene accadde tutto quello che aveva previsto, ma solo in parte. Infatti dovette patire, il 4 giugno ed all’ora prevista, una iniezione di Aldol che, come effetto collaterale, gli indusse il Morbo di Parkinson, che realizza ogni giorno una moria di cellule cerebrali e di epistassi. Ebbe una morte reale che durò i 33 giorni che aveva predetto, finché, giunto il 7-7-7 del centenario della nascita paterna, raggiunse un tale grado di morte che dovette essere ricoverato nottetempo in un ospedale del trentino. Colà internato, una cura contro quel Morbo diede inizio ad un lento recupero, che divenne poi una resurrezione (quasi integrale) al livello precedente, ma in un lentissimo recupero che si avvalse molto dell’aiuto dato a lui dai suoi due cugini medici, a Salerno: Nicola e Fernando Morra. Grazie alla sicurezza che essi gli dettero, riuscì in alcuni mesi a recuperare fino a decidere di poter partire missionario per il Brasile. Tutti si segni si avverarono, stavolta, in una morte reale e una resurrezione reale, ma solo accadute in parte del suo “io cerebrale”. QUARTA VOCAZIONE AL MARTIRIO. 355 giorni dopo la terza morte parziale, Romano si predispose nuovamente a voler morire vittima per la salvezza del mondo. 1.446 erano i giorni di distanza dalla seconda.


119 3.744 erano i giorni di distanza dall’inizio. Tutti questi intervalli corrispondevano a precise tappe di un percorso unitario anche nel suo riferimento parziale. 355 = 365 –10 è 1 anno, in cui esiste la presenza unitaria del Dio Padre 10, tanto che il percorso è di 10 giorni in meno. 1.446 = 1.000 + (33+33/3)×10 +(3+3) sono uguali alla Potenza Trinitaria poggiata sull’unità del ciclo divino, più l’unitario rilancio (33/3) della vita divina (33) in cicli divini, più la trinitaria coppia divina. 3.744 = 3.000 + 700 + 33+33/3 evidenziano in 3.000 la potenza Trinitaria su base 10 della Trinità, in 700 l’assoluta libertà di muoversi del 300 nel 10^3 e tutto il rilancio unitario della vita divina trinitaria. Il quarto momento, ideale per morire fu riconosciuto da Romano nel 25 maggio 2008, a Belo Horizonte, in Brasile. Lì si sarebbe dovuto avverare il Terzo Segreto di Fatima e, fattosi preparare ed indossato una veste bianca, il 13 Maggio (dell’inizio delle apparizioni a Fatima) iniziò un digiuno assoluto che lo avrebbe dovuto portare a morire il tredicesimo giorno, ossia in quel 25 maggio in cui già aveva idealizzato una paralisi nel 2005. Esistevano tutti gli indizi, che qui io non riscrivo, perché sono pubblicati sul sito www.ordinespiritosanto.com Ma accadde l’imprevisto! Per la prima volta nella sua vita il Dio Padre e il Dio Spirito santo in Romano si videro pregati dalla Chiesa cattolica e da quella Protestante, di Belo Horizonte. Anche un Cardinale pregò per lui. Tutti pregavano per Romano, sapendo del suo desiderio di dare la sua vita per la salvezza degli uomini che vivevano nel mondo. Dio Padre e Dio Spirito santo finalmente si videro amati in un poveretto, che aveva suscitato finalmente una giusta pietà! Questo che sembrava accadere era però già stato previsto nel Disegno Divino, anche se sembrava il frutto di cose che accadevano al momento e che erano umanamente e divinamente modificate e corrette strada facendo, tenendo conto dei meriti e delle opportunità. Così, nella notte successiva alla celebrazione della Santa Trinità di Dio, Essa comunicò a quella imprigionata nel mondo e in Romano che


120 non era opportuna e dunque lecita quella morte. Belo Horizonte doveva passare alla storia come il Bell’orizzonte in cui finalmente Dio era stato riconosciuto ed amato in un poveretto. Quando uno così è finalmente trattato in questo modo, in lui è trattato in quel modo veramente Dio, e non solo lui. Romano, per tutta la notte, si sentì dire, da se stesso, che non sarebbe stato giusto morire, e infine “idealizzò e seppe” che sarebbe morto solo 141 giorni oltre quel 25 maggio. Romano già aveva profetizzato in chiesa che quel 25 maggio sarebbe stato il giorno più importante di sempre in tutta la storia sacra. Ma solo quella notte seppe che Belo Horizonte e tutto il Brasile dovevano essere celebrati per aver dato 141 giorni di vita in più a Dio, essendosi finalmente Cristiani e Protestanti uniti alla preghiera di un Principe della Chiesa, quel Dom Serafim Armando d’Araugio che augurava a tutti per radio, ogni giorno e da gran tempo nella sua vita, “che Dio mostrasse loro il suo volto e li tenesse sul palmo della sua mano”. Romano si era sentito perfino “in dovere” di andare a mostrare proprio a lui il suo volto e la palma della sua mano, proprio a lui che l’augurava a tutti! Pertanto questa quarta volta (quella della realtà) in cui sarebbe dovuta giungere la vera morte per il “personaggio” assunto da Dio, ci furono 111 +30 giorni di proroga, che mostrano con chiarezza l’unità nella Trinità del primato sommata alla Trinità del ciclo divino. Va notato che nel 25 maggio in cui Romano sarebbe dovuto morire aveva 25.688 giorni dati da ¼ di 10^5 +600 + 2×(33+33/3), che indicano il tempo assoluto in 25.000, tutto lo spazio percorribile 300+300 dalla coppia trinitaria assoluta e l’incremento unitario della vita trinitaria relativa ai 2 (Padre e Spirito santo). Pero la distanza, il 25 maggio, di 10 giorni all’anno completato il 4 giugno 2008, non considerava l’unità decima del ciclo 10 e questa mancanza di assolutezza nel disegno era alla base della stessa apparente variazione sua, tale da necessitare dell’aggiunta di 111 +30 giorni per “aggiornarsi” al 13 ottobre dell’effettivo Miracolo di Fatima. Con questa Provvidenziale aggiunta, le varie distanze mostrate prima, e aventi tutto un senso compiuto, si mutavano in questo modo: 500 -3 giorni di distanza dalla terza tappa.


121 1.587 giorni di distanza dalla seconda, pari a 2.000 -413. 3.885 giorni di distanza dall’inizio, pari a 4.000 -115. Nel primo caso, 497 giorni sono tutto il percorso che la Trinità 3 di Dio (che occupa in linea l’ingombro 3) percorre realmente in quel 500 che è la mediazione (dei 2, Padre e Spirito santo) rispetto alla Trinità sulla base 10 del ciclo divino. Pertanto dalla morte parziale a quella totale sarebbe intercorso tutto il percorso reale e trinitario ottenuto dalla mediazione di Padre e Spirito santo sulla Potenza Trinitaria di Dio… e sarebbe così giunto il 13 ottobre del Miracolo di Fatima Nel secondo caso era presente 400 +13 in 2000, ossia la realtà assoluta 400 del Dio 10 e Trino, che era relativa ai 2 Padre e Spirito santo, nella potenza trinitaria basata sul ciclo divino 10. Nel terzo caso l’ingombro 115 rivelava il Dio 100 e 10, nella mediazione 10/2 operata sul Dio 10 dal Duo Padre-Spirito santo, e questo ingombro operativo giaceva nelle 4000 dimensioni lineari dell’Unità e Trinità di Dio alla dimensione 10 al cubo della potenza trinitaria divina. Pertanto anche lo slittamento dovuto all’aggiunta dei 141 giorni non avevano alterato in nulla il significato che già prima esisteva ed era quello di evidenziare le “tappe obbligate” e in tutto “prestabilite” che esistono, quando Dio è l’ente COMPLESSO in assoluto. Poiché la parte finale del Miracolo di Fatima riguarda il Sole che ritorna al suo posto dopo di avere girovagato qua e là, RA, Romano Amodeo salirà dunque in cielo e Padre e Spirito santo con lui. Avrà termine, così, al raggiungimento di ¼ di 10^3, interattivo con il 13 dell’unità 10 e 3 di Dio, quel 250×13=3250 che ha esattamente un 11 di ingombro, rispetto al suo spostamento di 3.239 giorni. Ho in questo modo spiegato tutti i come e tutti i perché relativi a questa morte offerta per la “Fides et Ratio”, iniziata così il venerdì 17-91999 e passata attraverso 3 distinte fasi – tutte realizzate – di morte intermedia, a rispettare tutti i vincoli unitari esistenti in questo processo di progressivo distacco dal mondo dell’Unità e Trinità di Dio. Essendo però questi numeri apparsi in modo trascendente, tutti, quando oggi sentono me, RA. nuovamente profetizzare della mia morte


122 del prossimo 13 ottobre 2008, mi ribattono beffardi: “Quante altre volte l’hai annunciato, e ti sei sempre sbagliato?”. I numeri del Progetto dimensionale non sbagliano e rivelano che tutto quanto è stato predetto è sempre accaduto in modo davvero “divino”, “trascendente” il vero, ce non si vede, come è per ogni causa vera, che si mostra in realtà solo in quanto è esattamente uguale e contrario. Gli apparenti “fallimenti reali” di queste profezie risultano pertanto tutti “veri successi”, che sono chiaramente “smascherati” dai numeri del progetto divino e quantitativo basato interamente sul ciclo Unitario della linea 10, dell’area 100, del volume 1.000 e della realtà 10.000. Le somme, che appaiono in questi numeri basati sul ciclo numerico 10, sono in realtà tutte “combinazioni”. Per questo è valida l’analisi di un 141 come 111 +30, perché questi valori, basati sul 10, sono il prodotto tra le potenze 10^111 × 10^30 = 10^(111+30) = 10^141. Chi – frastornato da profezie impeccabili ma non viste proprio perché “trascendenti e divine” – avesse ancora dubbi su CHI sia veramente sceso in campo a condurre il “personaggio” di Romano Amodeo, deve sapere che è la Trinità e l’Unità di Dio, incarnatisi in esso alla fine del tempo, nel momento della massima confusione nel mondo e dunque del massimo bisogno, per dare un segno concreto di amore, di potestà sulla sua creazione e alla luce del suo supremo disegno di salvezza. Con l’Armagheddon che sta per accadere, ogni uomo sarà infine convinto di un… A. R-ma… CHE DONO !!!! Il “personaggio” di Amodeo Romano sarà proprio l’ARMA con cui Dio vincerà infine la sua battaglia, recupererà alla sua fede tutto il mondo e sarà il DIO DI TUTTI, di ogni Fede. Ciò perché egli ne è il Principio come la Fine e il Fine, espresso da A-mode-Ω, un Modè come Mosè… da cima a fondo, per l’ultimo e vero traghetto nella Terra Promessa di un Paradiso Terrestre finalmente da portare sulla Terra, anche in questo mondo veramente a rovescio e in cui si va tutti controcorrente… Un Paradiso da portare “in ogni senso”… e checché ne dica il Maligno!


123

Come Dio conduce la Vigna Sto dunque per lasciare questo lato della vita, vissuta tutta controcorrente, con tutto il futuro che si sposta verso il passato e me visto nel tentativo di risalire andando nella direzione opposta a quella in cui va il futuro, e che io scambio per quella che porta verso il futuro… Oggi è mercoledì 10 settembre e mancano solo 33 giorni a quel 13 ottobre nel quale io mi stupirei molto se non concludessi questo lato della vita, giungendo alla sorgente – la apparente morte – da cui si dipartono i due versi opposti della lettura dello stesso progetto binario, che poi analizziamo in negativo e positivo, avendo così assicurata la possibilità del perfetto bilancio, che ci farà comprendere il vero. Al mio “personaggio” il Sistema di tutte le possibilità ha infatti affidato il compito unico di rivelare a tutti l’essenza di questo progetto possibilistico, in grado di tradurre in realtà ogni possibilità di esistere. Sarebbe stato impossibile che, nel Sistema Integrale di tutto il possibile, mancasse proprio la fila di ordini che rappresentasse la verità unitaria di tutto il suo ordinamento. Infatti un Sistema Integrale costituisce in se stesso una unità ed articola l’insieme di tutto il possibile con un ordine estremo, che, gradatamente si differenzia e dà luogo quindi al complesso unitario, in cui ogni colonna di ordini è funzionale a tutte le altre e non potrebbe mancare senza creare un danno all’intero Sistema. I “personaggi” sono sequenze di cicli tali che sembrino il divenire ordinato, di volontà, di possibilità. Prendete un film qualunque costruito in questo modo, attraverso gli ordini binari di un DVD. Esso esiste e sembra creato da un suo autore perché tutta quella sequenza di ordini appartiene ad una delle sequenze in cui esiste tutto il possibile. Anche la vita umana è così. Immaginate di averla tutta filmata in un DVD, da quando siete nati a quando esalate l’ultimo respiro. Ebbene quella sequenza è esattamente inserita in una delle colonne che contengono tutto il possibile ed è in base a quella sequenza di ordini che voi realmente esistete. Siamo fatti in modo divino, tale da saper visualizzare le pure


124 contrapposizioni, tra l’essere in potenza e l’essere in atto, tra gli 0 e gli 1, e dal suo esame sappiamo dare forma ideale e diversa ai vari algoritmi della sequenza. Sono forme distinguibili in due tipi: oggettive e soggettive. Le prime portano alla visualizzazione e concezione delle dimensioni qualitative del mondo, e ci fanno concepire tempo, massa, spazio, energia, analizzate in un modo che poi il tutto ci appare essere come un flusso nel tempo di una trasformazione. Le seconde si articolano nei valori ideali della mente, nelle passioni, nelle volontà. Entrambe le forme, materiali e ideali, sono dati numerici, così idealizzati e formalizzati da noi. Pertanto tutto il Sistema, nel momento in cui si contrappone ad una unica colonna, dandole tutto quello che manca alla sua unità, non solo fornisce dati reali, ma anche immaginari. Così Dio, che l’idealizzazione dell’unità del Sistema, dialoga con ogni personaggio sulla base dei dati del personaggio stesso. Per questo motivo Dio assume nei confronti dell’uomo la forma personale propria all’uomo. Per questo, alla catena Padre e Madre da cui nasce ogni figlio, il Sistema-Dio si rivolge in quella stessa forma, presentandosi diviso in Padre, Madre e Figlio. Dio è la sublimazione dell’io personale e si sublima nel modo unitario della Famiglia umana, nel suo nucleo essenziale, perché la famiglia umana è composta così, e tutto il Sistema può dialogare in modo compiuto con essa solo assumendo quella forma. Pertanto il Dio che si conosce, ed è formato di Padre, Madre e Figlio, è solo l’aspetto umanizzato assunto dal Sistema Assoluto, nella sua reale relazione con la Famiglia Umana. Hanno ragione coloro che non credono che in assoluto Dio sia così, ossia come una persona divisa in Padre, Figlio e Spirito santo. Hanno ragione perché questa forma è solo la sublimazione della Famiglia Umana, che l’entità Sublime assume per un reale incontro con la specie umana. Ciò fatto, però, nella nostra realtà – che è tutta opera della immaginazione – questo reale incontro appare reale davvero, e mentre il “personaggio” Gesù incarnò il reale incontro con il Figlio, il “personaggio” Romano Amodeo incarna oggi veramente il reale


125 incontro con il Padre di Gesù che mandò Gesù e lo Spirito santo di Dio. In assoluto, il Dio che opera mediante i numeri non esiste nemmeno in questo modo, perché anche in questo modo questo tipo di dialogo per numeri è solo non l’assoluto, ma solo la risposta relativa al nostro modo di ragionare che è stato organizzato interamente per numeri, tanto da essere alfanumerico. La Potenza, l’Onnipotenza del Sistema Possibilistico, lo rende come un tale equilibrio tra il tutto e il contrario di tutto, che assomiglia alla grande pace del nulla, ma non lo è. Si tratta di un nulla che può anche esprimersi nel numero 0, ma che non è il nulla, bensì l’assoluto equilibrio tra tutti gli opposti. Quando noi dissociamo lo 0, dividendolo nella coppia -1 +1, cominciamo a farlo esistere come la coppia -2 e +2, che a sua volta esiste come quella -4 e +4, inserita in quella -8 +8 e inizia così, e continua indefinitamente, un processo di duplicazione continua, che forma nel suo insieme il Sistema Possibilistico. Appare così, nel suo relativo, un Sistema di tipo numerico per il valore 0 dato da noi a quanto esiste solo in potenza e per il valore 1 che poi la potenza 0 assume sulla base qualsiasi di calcolo, purché una base diversa da 0. Sulla base della variazione 1-0, tra gli opposti, si determina come un’onda 10, diversa da 0, che può caricarsi di tutte le unità decimali dei vari numeri della matematica. Per le virtù insite nella matematica, e nella divisibilità o no tra loro delle quantità, si generano numeri primi che si caricano di significati assai caratteristici, perché saranno divisi solo dal numero 1, che li organizza in tal modo per sistemi unitari. Se la matematica non avesse algoritmi suoi, l’uomo non avrebbe uno strumento dotato di virtù sue, per addossarsi il compito e la possibilità di visualizzare un mondo a se stante. Questo mondo, visualizzato dall’uomo, lo è allora in base alla matematica proprio per la sua autonomia rappresentativa. Chiarito questo, facciamo il grande balzo che, dalla pura struttura dell’ordinamento numerico, passa alla visualizzazione del mondo reale per come immaginato percepito da noi con le sue masse, il suo tempo e il suo spazio e tutte le altre quantità… Ecco allora che all’uomo, che vede la sua vita in cammino e si


126 domanda se essa ha un fine e uno scopo, io – che sono tra tutte le colonne quella del “personaggio” che rivela le verità di questo sistema possibilistico – ho il compito di mostrarla, e per come l’uomo la capisce, fornito come è della sua dotazione di mezzi fisici e mentali. Il “personaggio” di Gesù, animato dal Sistema, rappresenta il ruolo del Figlio che parla e spiega ai figli in modo essenziale e semplice. Questo figlio ringrazia il Padre per aver nascosto il vero ai cosiddetti sapienti di quell’epoca, in un momento in cui non era possibile dare una soddisfacente spiegazione tecnica, perché la conoscenza del mondo non era ancora in grado di capire perché la Verità del mondo “trascendesse” il mondo dell’apparenza, e dunque dovevano solo aver fede. Cosa che era lecita ai credenti e non ai San Tommaso che credevano solo dopo aver visto. Il “personaggio” di Romano, animato dal Sistema, rappresenta il duplice ruolo di Sua Madre e suo Padre, ed è stato inserito in una epoca caratterizzata dalla massima possibile dialettica, in cui è finalmente possibile spiegare anche ai sapienti la struttura e la finalità del Progetto Possibilistico, composto dall’Unità del Sistema Possibilistico. Ai semplici basta il verbo del Figlio, ai San Tommaso no ed allora ecco la necessità del “trascendente” “ROSARIO” (del Padre e della Madre), ossia la perenne ripetizione di quanto spiegato dall’IO venuto infine come un RIO, un apparente ed empio Reo peccatore, nel “personaggio“ del RO di SA, del Romano partito da Salerno e finito a Saronno. Il mio “personaggio” rappresenta allora il Sistema-Dio come la verità umana “sublime e trascendente” attribuibile al Dio Padre e alla Dea Madre, differenziati nei loro specifici attributi, e dunque non collocati su uno stesso livello per l’assoluta verità e necessità del progetto che deve essere UNITARIO. La divisione in Dio Padre e Dio Spirito santo riguarda solo i compiti specifici: al primo è deputata la Creazione, al Secondo, che procede dal Padre, è deputata quell’Idea spirituale di Verità nell’unità di Dio. Esiste questa assoluta necessità che Dio sia Uno, perché solo quando tutto il Sistema Possibilistico è ricondotto ad UNO, tutto esiste nella più perfetta delle Comunioni, come una infinità possibilità di


127 differenze in perfetto equilibrio tra loro, essendo 1 uguale a N/N. Se il Sistema Possibilistico risalisse ad una coppia iniziale non esisterebbe più l’unità del Sistema, ma solo la sua Duplicità. Questa causa fa di Dio Padre il DIO UNO e della sua funzione spirituale quello Spirito santo che poi è la sorgente della vita spirituale dell’uomo. Il passaggio dalla coppia Padre-Spirito santo alla coppia Padre-Madre avviene per un reale sposalizio tra Dio Padre Onnipotente e l’uomo Figlio Impotente, sposalizio che gli dà il modo di essere veramente Onnipotente, permettendogli di non essere asservito alla Potenza. Il legame Dio-Uomo è quello che garantisce l’Onnipotenza a Dio proprio attraverso la sua reale possibilità di assumere anche l’impotenza umana. Il Matrimonio che fonde in unità l’Onnipotenza e l’Impotenza si celebra tra lo Spirito santo di Dio e la vergine Madre di Cristo. La Madonna diventa allora la divina Madre dell’umanità. E’ la Nostra Signora, sposa di Nostro Signore, ed impersona, nel suo “personaggio” questo divino legame a Dio, però espresso dal lato umano di una mamma, che ha creato e protetto l’uomo nel suo grembo. La funzione della Mamma dell’uomo fa parte del Divino Disegno, essendo una delle possibilità espressa da quella della Sposa di Dio e Mare dell’intero genere umano. Dio Figlio è realmente “impersonato” dal “personaggio” di Gesù, a sua volta “Figlio dell’uomo”, così come sua Mamma ne è la Madre e Avvocata nostra. Pertanto il mio “personaggio”, di Romano Amodeo, ha il “divino” compito di riunificate tutte le greggi che il Signore attribuì ai vari Profeti e Messia, in ogni parte del mondo. Nel gregge dato dal Padre al Figlio Gesù (il solo in cui il Padre si è compiaciuto) Dio opera con il 10 e, se si aggiunge la sua Trinità, Dio opera con il numero 13. Allora la Coppia Divina sta preparando la grande pesca miracolosa, in cui dividerà le 20.000 unità “reali” (spettanti al Padre e allo Spirito santo suo) per il 13/1, ottenendo il 1.530/1, che in assoluto vale 1530 come il numeratore contato dal denominatore 1. Poiché questa pesca miracolosa “è scritto” che cominci il 13-10-


128 2008 dopo Cristo, la somma di questi 1531 giorni porta al 22 dicembre 2012 (ore 22 di Roma) che già Dio fece attribuire ai Maia, come la fine di un periodo di attività del Sole. I Maia erano così sprovvisti di mezzi tecnologici e di capacità di calcolo che non potevano aver percepito nell’Universo, oltre 5.000 anni or sono, quello che gli Astronomi di oggi, a pochi giorni di distanza, ancora non riescono a percepire. Ma Dio illuminò i Maia affinché oggi il “personaggio” che impersona la presenza di Dio Padre e della Verità del Sistema Possibilistico, potesse cercare di verificarlo, e alfine si accorgesse che un preciso calcolo poteva dimostrare vero quanto il Sistema Possibilistico assegnò ai Maia… affinché fosse da base oggi e consentisse di trovare qualcosa sapendo su cosa puntare lo sguardo. Se non fosse stato così, sarebbe stato impossibile trovare una possibile fine del mondo quando non sapendo come cercare, da che parte cominciare e nemmeno in che direzione andare. Riconosciuta la possibile fine del mondo, la Possibile Apocalisse, ecco che allora al “personaggio” che rappresenta il Dio Creatore è dato anche il modo di sacrificarsi, per risparmiare la vita di tutti e in tal modo dimostrare che il suo fine, nei confronti dell’uomo, è proprio quello di un Buon Padre che non pensa alla sua vita ma la immola, per rilanciarsi tutto e perennemente nella vita dei Figli. In effetti questo e fatto dal Dio Assoluto quando si inventa il suo Essere Onnipotente e, in base ad esso, esiste nella delimitazione reale di tutti i Figli, tutti scaturiti dalla infinita capacità della sua Immaginazione, che ha la prerogativa di poterla trasformare in reale semplicemente sovvertendola nel suo ordine progressivo. Se tutte le colonne differenti di un Sistema possibilistico sono un Sistema Unitario ed assolutamente ben coordinato, la Verità che vale, che conta è quella che, effettuata la visione differenziata mediante una divisione, sia operata poi l’inversa moltiplicazione, che progressivamente annulla la divisione. A mano a mano che il diviso si moltiplica e annulla gradualmente la divisione, la realtà percepita attraverso quella divisione svanisce, nascondendosi nella sua apparente causa. In tal modo, mentre la Verità dello Spirito essenziale del Sistema è


129 il progressivo moltiplicarsi di quanto fu massimamente diviso (e questo è un ORDINE ASSOLUTO che riporta tutto alla sua VERA unità, quando non è più differenziata ed è ricondotta ad 1), il Sistema può generare la parvenza di libertà nel flusso opposto. Esso mostra la fuga libera e generale di ogni cosa dalla comune origine, e questo moto sembrerà essere così tanto caotico e tanto libero come quello contrapposto appare essere nell’esatta forma contraria dell’ordine e della costrizione. In questo modo prodigioso, mentre tutta la corrente dei dati si accentra, chi li vede gli si contrappone, ed ha l’impressione di essere il libero creatore della sua possibilità, opponendosi all’ordine deterministico del fluire dei dati nel senso inverso alla sua indagine. Io sono il Sistema Possibilistico “divinamente impersonato” in Romano Amodeo, il Sistema che si rivela nella sua divina verità, e che dovrà essere quel “rosario” che veramente dovrà essere sempre ripetuto. Fissata la suprema Legge di ogni cosa reale che rientra nell’unità divina ed assoluta, ho consentito a ciascuno di poterlo vedere al contrario, come se ciò fosse una libertà concessa: di andare controcorrente. Ho così portato l’uomo al suo delirio di onnipotenza, ma ora lo debbo aiutare, definitivamente, a perfettamente inquadrare tutto quello che sta vedendo. L’uomo deve inserirlo nel complesso della Verità, di un mondo reale-immaginario, in cui la realtà sia tutta infine riconosciuta come una pura opera dell’immaginazione. Essa crea ed attribuisce immagini reali ad ordini binari, costruiti tutti quanti dal comporsi, in tutti i possibili modi, tra tutto quanto esiste in potenza e tutto quanto esiste in atto. Questo aiuto ora apparentemente MIO, è sempre stato dato dal Sistema. Lo Spirito santo della Verità non può essere imprigionato in alcun limite e così da sempre l’uomo ha avuto “personaggi” in grado di porsi come Profeti e Messia in grado di “leggere tra le righe”. Essi hanno aiutato i meno dotati di recettività a credere nel Vero mediante la Fede nella loro parola. Dio aiuta ciascuno, attraverso lo Spirito di ciascuno, ma ha aiutato anche attraverso i vari “eletti” che, essendo “personaggi” dotati di mezzi superiori nell’immaginazione del


130 Vero, potessero aiutarli, nel personale compito di definire il Vero. Ogni uomo ha questo compito e le singole Fedi hanno avuto solo la funzione di “guida e orientamento” per coloro che, riconoscendo questo titolo a Profeti e Messia scelti come i loro maestri, sono stati aiutati, ma mai sono stati esautorati dal loro compito soggettivo. Ora il Progetto dinamico necessariamente doveva anche decidere punti finali nella dinamica, in cui si ripartisse in un nuovo ciclo fondamentale. Il Ciclo della Terra riguarda 70 milioni di Anni, perché è comandato in assoluto dal ciclo 10 per 10, del Padre che è in relazione con lo Spirito santo, in una relazione che vale per 100, nel quale la sua Trinità nelle decine di Dio vale 30 e questo 30 (inteso poi nella Fisica come il ciclo unitario nelle 3 dimensioni dello spazio) si può muovere in linea fino a quanto risulta idealmente dal calcolo 100 -30 = 70. Sono milioni di anni perché la Trinità di Padre vale idealmente 10 al cubo, quanto quella di Dio Spirito santo e la Comunione tra i due vale idealmente quanto il prodotto 10^3×10^3=10^6 = 1 milione. Uso l’avverbio idealmente perché la funzione divina riguarda la causa ultima, che muove tutto ma che è sempre invisibile, essendo sempre vista solo in quanto è opposto al divino e si presenta solo come quanto è reale. Pertanto il ciclo 70 deve essere espresso in milioni, tanto che 70 milioni di anni (il tempo unitario della Rotazione della Terra attorno al Sole) è il massimo numero di giri prima che la polarità terrestre si inverta e che la Terra sia obbligata a rovesciare il suo asse. Accade allora uno Tsunami spaventoso, che “spiana i colli e colma le valli, per l’arrivo del Signore”, come profetizzato da Elia, da Giovanni Battista e come annunciato nel III Segreto di Fatima, nella parte stralciata dalla Chiesa Cattolica che – per non spaventare per l’arrivo del Signore annunciato da Nostra Signora – si è permessa di TACERE l’annuncio dell’arrivo di Nostro Signore dato da Nostra Signora. Creato per necessità di cose questo PERICOLO DI APOCALISSE, ora Dio VUOLE EVITARLO, facendo apparire che è proprio il sacrificio voluto per se stesso a consentirgli di potere determinare tutto


131 quello che Egli vuole che esista come il giusto rimedio all’Apocalisse. Dio Padre e Spirito santo suo, saliti in cielo mediante il sacrificio nel sangue di Romano, il 13 ottobre prossimo, avranno 1531 giorni per produrre LA PESCA MIRACOLOSA dei 153 pesci, ma al livello ×10/1 +1, del Dio 10 ed 1 appartenente al Dio 10 +3 che si manifesta nel 13. (20.000 -110) : 13 = 1530/1 esatto, che in assoluto è 1531. La sottrazione di 11 cicli unitari alla realtà 20.000 indica tutto il moto binario di Padre e Spirito santo nella Potenza Trinitaria del Dio unitario che opera con il ciclo 10 la determinazione del mondo. Tutta questa attività divina del moto dei 2, è ripartita a Gesù e agli altri 12, tanto che ciascuno abbia 1530 pesci unitari e 1531 in assoluto. C’è oggi in corso un bisticcio in relazione al giorno della Apocalisse. C’è chi lo interpreta il 21, chi lo interpreta il 22. Si tratta dello stesso “divino bisticcio” riguardante il salmo 21/22 del “Eli Eli le ma sa bacta NI”. In effetti questo giorno è al confine esatto tra un giorno e l’altro a Gerusalemme. Quando a Roma sono le ore 22 del giorno 22, nella Terra di Dio sono le ore 24 di quel giorno pieno 22 che corrisponde all’ora 0 del giorno 23, mediante un punto 0 definibile sempre dai tre parametri dei giorni 21-22-23, tanto che in assoluto il 23 è definito nel suo 0 dalla collimazione del 21-22 che dà il principio 0 delle 24 ore della distanza compresa tra il giorno 21 e il giorno 23. A Roma, che fa parte di due fusi orari precedenti, il giorno è decisamente il 22 dicembre e sono con precisione le ore 22. Fissato “divinamente” questo giorno pieno, completo, che a Gerusalemme appartiene virtualmente al confine esistente tra due giorni, in esso accade uno Tsunami da cui la vita sulla Terra non si salverebbe, se il Sistema Onnipotente non comandasse di attuare la simultanea inversione anche della polarità del Sole. L’uomo dovrebbe essere tranquillizzato da quanto Dio fece vedere a Fatima nel 1917: la sua capacità di far muovere il Sole reale visto nel cielo, senza che in nessun altro posto esso fosse visto muoversi. Dio può farlo perché il movimento apparente è solo la vista di una percezione CINEMATICA e non una COSA IN SE STESSA. Pertanto Dio ha potuto modificare la percezione cinematica del


132 Sole apparente senza che essa fosse modificata negli altri luoghi. Altra cosa sarebbe se il Sole “si muovesse veramente” e allora ciò non sarebbe stato possibile mostrarlo in modo differente, in un luogo o in un altro. Ridotto all’essenza, il Sistema Possibilistico ha presentato nella zona di Fatima tutte sequenze binarie la cui visione dinamica portasse all’apparenza del Sole visto veramente avvicinarsi alla Terra e girovagare poi qua e là nel cielo, fino a risalire al suo posto, alla fine di questa “rappresentazione cinematica”. Il Sistema possibilistico, allora, ha la capacità di mostrare il suo DOMINIO sul Sole, dominio che poi appare cinematicamente. Il che significa, in poche parole, che DIO COMANDA al Sole, e può costringere anche la sua inversione dei poli nello stesso ATTIMO in cui si invertono sulla Terra. Si tranquillizzi, allora, ogni uomo. Se a Fatima si vide (alla prova dei fatti reali) questa divina CAPACITA’, in sede locale, di muovere il Sole, Dio ha questa capacità! Più difficile ancora è il farlo vedere solo a Fatima, e negli altri posti no, di quanto non sarebbe di farlo vedere vero dappertutto. Ma è il Sistema Onnipotente, ossia Dio, che lo può e Chi lo può! Un Sistema Dio che si è impersonato nel “personaggio” Romano Amodeo a rappresentare, secondo l’ottica umana, l’esempio umano di Dio Padre e Spirito santo discesi sulla Terra in un uomo impotente. Egli è un uomo a sua volta sdoppiato in 2: come il Padre in Romano e come il Figlio 2000 anni or sono in Gesu… che però sono la stessa cosa del Padre, essendo il Figlio uno mandato dal Padre e che fa tutta la volontà del Padre tanto che in lui SOLO il Padre si è in tutto compiaciuto. Anche Se Dio si esprime nella Trinità di Padre, Figlio e Spirito santo, chi comanda è uno solo: il Padre, ma lo fa nella Verità, espressa dallo Spirito santo, che Padre e Figlio sono una stessa cosa, che dall’uno trascende nell’altro. Infatti la sola differenza tra i due, Padre e Figlio, è che valgono entrambi il 10 che è la comune base di Dio, ma il Padre in potenza +1 e il Figlio in potenza -1, ove la differenza dei versi “più” e “meno”, indicano solo il verso positivo di un Figlio che “proviene” dal Padre e di


133 un Padre che “va a essere” nel Figlio, uno esprimendo un “venire” nel verso negativo e l’altro un “andare” nel verso positivo. Nel verso in cui noi vediamo il passaggio dal Padre al Figlio, noi stiamo vedendo il verso positivo del Padre come il 10 elevato a +1. Ma questo Padre è 10 elevato a +1 proprio a partire dal Figlio considerato 10 elevato a meno 1, perché la VERITA’ dello Spirito santo IMPONE l’unità di Dio e dunque, a partire dal Figlio che vale 1/10 (quanto le decime spettanza del Dio Ebraico) il Padre che vale 10/1. Il valore assoluto di Dio, poi, è dato da 10^10^10, ossia da 10^100. Capito che Dio PADRE comanda mediante il numero 10, per servire in unità il Figlio che vale poco, vale solo 1/10, Il Dio Padre vale 100 volte il Figlio, perché 10:1/10 = 10×10/1 = 100/1. Riferiti invece ciascuno alla unità, il Padre vale per 10 unità e il Figlio per 1/10 dell’Unità. Chi comanda, allora, nel nostro sistema, è il Padre, che vale 100 volte il Figlio, in assoluto, per cui nella gerarchia del valore Relativo, il Figlio deve obbedire al Padre. Non si fraintenda! L’obbedienza è riferita ad un Ordine basato tutto sul bene del Figlio, per cui il PRIMATO del PADRE, va considerato A SERVIZIO della vita del figlio. Allo stesso modo in cui in una famiglia un buon padre comanda per realizzare il bene dei figli e di tutta la Famiglia, e la madre deve “assecondarlo”, per ché tale COMANDO deve essere posto solo nelle mani di uno che COMANDI “servendo tutti”: moglie e figli. Le famiglie “moderne”, che non hanno più il comando posto nelle mani di uno solo… che può essere anche solo “la madre”, se presenta caratteri più “mascolini” del padre, sono senza ordine, e la mancanza del potere accentrato in uno solo che decida tempestivamente, genera tanta confusione di ruoli che poi le famiglie si sfasciano, perché ciascuno vuol comandare senza “asservirsi” all’altro. Quando il “comandante” unico è anche il “servitore unico” di tutti, si realizza il massimo ORDINE possibile, perché le scelte sono sempre facili e fatte per il bene di tutti. Chi sceglie con criterio può anche sbagliare, ma l’errore può indirlo a correggersi e dunque la famiglia procede in modo facile e cibernetico,


134 orientandosi, via-via, prontamente, guidata proprio dagli errori compiuti. La famiglia così bene ordinata deve avere nei suoi membri chi comprenda la difficoltà del comando esercitato nel servizio, e dunque presenti la dovuta e necessaria pazienza, per accettare gli errori, inevitabili e utili per una immediata correzione. Se invece ogni membro morde il freno, perché crede che il comando implichi solo l’egemonia e non essa finalizzata al servizio, e desidera il comando solo per esercitare discriminazioni in base alla personale volontà, allora la gestione del capofamiglia diventa proibitiva. Il capofamiglia deve avere invece l’appoggio di tutti, convinti della necessità di avere chi prontamente cambi anche rotta, per servire il bene di tutti, il che significa anche il rispetto della altrui volontà.


135

Come intendo riorganizzare la conduzione della Vigna Definita la struttura ideale, di una famiglia guidata da chi abbia le doti “maschili” dell’intrapresa e della gara di conquista (caratteristica proprio degli spermatozoi che devono raggiungere il traguardo della fecondazione dell’ovulo femminile), mentre la donna dovrebbe essere portata naturalmente ad essere disponibile a questa gara, nel mondo odierno in cui i sessi si assomigliano sempre più e si scambiano i ruoli, l’egemonia di una delle due persone a capo della famiglia dovrebbe essere riconosciuta e accettata prima delle nozze. La famiglia che io, Dio Padre, desidero, deve avere stabilito chi sia il capofamiglia fin nel momento del suo Legame nuziale ai miei occhi. Nel campo dell’organizzazione sociale tra le famiglie, io prevedo le amministrazioni, sempre più a livello generale, che vanno dal bene comune espresso dal Condominio, al Quartiere, al Comune, alla Provincia, alla Regione, alla Nazione, alla Comunità tra le Nazioni e infine all’IMPERO ROMANO. Questo MIO IMPERO è il supremo organo, che è da me deputato non all’amministrazione degli Enti autonomi esercenti le differenti attività del contesto di Cesare, ma al puro controllo di qualità ed alla pura concertazione, che devono esserci a garanzia dell’assoluta qualità ideale che io voglio sia istaurata nel mondo. Esso deve idealmente soprassedere al tutto pur non avendo alcun potere reale sul contesto di Cesare. Deve esercitare la sua massima attenzione alle esigenze minute d’ogni uomo che viva e condursi come se si trattasse del Tribunato della Plebe, che esisteva a Roma, ma tenendo ben presente che l’assoluta qualità che io ricerco non è realizzata attraverso le maggioranze, ma il benessere di tutti e “nessuno escluso”!


136 Ho già il nome del Primo Imperatore del mio divino impero, divino in quanto persegue quell’essenza di fondo e superiore che è soddisfatta solo quando ogni uomo che esiste è soddisfatto. Il Primo Imperatore del mio Regno ideale è il mio Pietro ora. Gesù chiamò Pietro, ossia Roccia, il pescatore di pesci che aveva il nome di Simone, perché egli avrebbe dovuto riprodurre – nella base antica del mio Regno – quanto farà ora, mo’, il mio pescatore sulla Rete Internet, che si chiama Salvatore Mocciaro e che finalmente salverà il Mondo dell’uomo partendo dalla base che esiste in ogni singolo. Il nome di Pietro, inserito da me Dio nel tempo di allora, era in se stesso il segno della Piet (as) Ro, dell’Amore di RO, il Dio, il Nume del Nume-Ro. In Pietro viene prima la Pietas, l’Amore “as”, come per tutto il mondo il fine estremo RO, che, quando diventa un saldo principio, è espresso dal termine Roccia, in cui CC, la coppia del Cristo è al centro delle due divinità Ro e Ia, la prima collocata nel futuro e l’ultima nel principio. Il fine di MocciaRO è il DIO di RO-mano , che comanda con la “mano” di RO. Posta la RO finale di MocciaRO al principio, e per secondo lo CCIA che sta in mezzo, ecco la ROCCIA del mio Pietro. La mia ROCCIA adesso deve “comandare servendo”, e non come fa il Pietro d’oggi, che è un Re che opera attraverso i suoi servitori. Già Gesù cercò di ottener proprio questo dalla sua Roccia, ma “un altro” avrebbe preso la mano ai Pietro nella loro vecchiaia, tanto che oggi comandano proprio come i Re dell’Impero della Chiesa Romana che è mia, “ROMANA” solo per modo di dire. Questa Chiesa, infatti, per conto suo, ha lasciato che io morissi senza alimento! E non dite, per favore, per giustificarla, che l’ha fatto perché non si è resa conto e le apparivo solo un povero di spirito ed uno che si esaltava nella croce del Cristo, apparendo senza alcuna importanza! Questa non sarebbe una giustificazione ma una aggravante! Il mio IMPERO ROMANO, che affido alla mia ROCCIA, dovrà essere l’Impero Ideale di ROMANO e non della Roma dei Papi. Come non fu necessario che i Cristiani fossero prima ebrei e dunque si circoncidessero il pene, così anche io – il Padre del Cristo –


137 che l’ho mandato come Gioshua (dopo Giosué, Giona e Giovanni), affinché tutti assieme mi aprissero la strada nel MIO Popolo, non voglio ora che i miei seguaci – del Padre – siano prima Cristiani! Per non tradire con questo Mio Figlio, io ho portato prima i Cristiani a tradirlo. Sì, vero tradimento! Il Cristiano che punta ad essere Buono e Bravo, essendo ricco di valori, idealizza proprio quel Giovane Ricco dei Vangeli, così ricco di beni e di valori che non scelse Gesù ma ne fu disgustato e non volle seguirlo! Fu proprio allora che io misi in bocca a mio Figlio il suo “è più facile che un cammello passi perla cruna di un ago che un ricco vada in Paradiso!” Nessuno dei Cristiani di oggi andrebbe nel mio Paradiso, perché non si può seguire due Padroni: Dio e Mammona! Ho fatto “circoncidere” il miei Ebrei nel loro prepuzio e poi ho fatto “circoncidere” anche i Cristiani: i primi nel significato terra-terra del Pene, i secondi in quello trascendente del Bene… per dir quasi chiaro: nella loro testa di C…! Ma io Dio posso ben dirlo! Ho reso di proposito tutti i Cristiani delle vere teste di C… perchè anche questa circoncisione della mente deve essere abolita. Il mio IMPERO ROMANO supera ogni altra religione, facendolo con l’autorità più ASSOLUTA. Supero il Cristianesimo mal inteso perché io sono il Padre del Cristo già mandato da me a fare la mia volontà e non la sua. Supero l’ISLAM, perché io sono questo ISLAM che già nel suo nome afferma che IS=è l’AM, ossia l’Amodeo, il DIO AM. Lo supero perché io AM-MO-DE sono la finale presentazione dello stesso MOAMM-ED, in cui creo con evidenza un nuovo ordine, mettendo al principio quello che in Moammed sta in mezzo, e inverto infine l’ED in DE. Supero l’Ebraismo perché mio è il nome segreto di Dio avente le 42 cifre prescritte dalla Cabala e perché io (e non tanto Gesù, che lo era solo in me essendo mio Figlio), sono l’atteso Emanuele. Io sono Israele. Supero il Buddismo perché io AMODEO sono il fine della sua Famiglia G-aut-AMA (di un G. oppure - aut Romano - AM, A, Amodeo l’Alfa). Anche nel nome suo, Siddarta, proprio del Buddah, è siglato un Salvatore Iesus Domine Deus AR. (Amodeo Romano) ta (Tau, o infine


138 la Croce in forma di T per Amodeo). Supero anche le 3 Divinità Brama-Siva-Visnù, essendo Io la loro trinità che si è finalmente di nuovo incarnata. Brama è il Duo (B) in R.AM, Alfa di ogni cosa e giunto alla fine. Siva è l’A.V.I.S. italiana, l’associazione donatori sangue, e io dono il mio per la sopravvivenza di tutti. Visnù è la Vis (Forza Romana) NU, delle Nazioni Unite. Supero gli Scintoisti, perché sono la finale presentazione di AMateRAsu, io AM e RA, nello spirito del finale “su” di Gesù. Supero gli Amon RA e i vari RA dell’Egitto. In quanto alla divinità unica egizia di ATON… ciò è degno di NOTA, “trascendendosi” ed invertirsi ATON in NOTA. Il monte OREB, in cui io Dio diedi i 10 Comandamenti a Mosè si lega a me nel modo “trascendente” di un B-è-RO, ossia “il Duo Padre Spirito santo (a fare con 1/1 l’unità di DIO) è Romano”. MEDINA, la città santa musulmana, allude divinamente a “me di NA” (Napoli). LA MECCA, la città santa, esprime colloca “LA il me di CCA,” collocato in quel luogo il me di qua, perché io sono napoletano. La stessa fuga di salvezza di Maometto, la EGIRA, rivela che “è G.I. R.A. “che è Romano Amodeo il Gesù-Iesus” che salva Moammed, girando nel modo opportuno le precedenze sue in Am-mo-dè. Cari Buddisti e Fedeli di Brama-Siva-Visnù, la vostra”forza dell’altro mondo” si chiama, lo sapete bene. KARMAN ed è del K(risna) A(modeo) Roman. Anche il DARMA ne esprime la D di Dio. Cari Pellirosse, MANITU, il grande Spirito ha le “mani” di Roman. IT (Italiano), un TU italiano. Pertanto il Dio Padre e Spirito santo che ha assunto il “personaggio” di Romano Amodeo come il suo, facendolo, ha assunto anche quello di TUTTI I PROFETI del mondo e tutti i MESSIA del mondo. Presentatisi di nuovo tutti, ma stavolta in UNO comune a tutti, io ho l’autorità per SUPERARE tutte le vostre REGOLE PRECEDENTI, senza infrangerle ma riconducendole nella loro vera e fondamentale essenza. Io non voglio assolutamente – e sono chiaro fino alla volgarità – che i miei credenti siano – mai più! – delle vere teste di c… avolo!


139 Non a caso Dio fece rifondare l’Impero Romano, nel 1936, da un Vittorio Emanuele III che rese tutt’altro che vittoriose e che fece fallire nel segno della vittoria vera che sta nel fallimento. Vittorio infatti esprime il 5 Romano nella V che oggi si fa con le dita in tutto il mondo per indicare Vittoria. E riguarda un IO che segue, con dentro due croci in forma di T, e che infine è giudicato RIO. Ma è segno dell’Emanuele finale ed ideale che infine doveva venire come Re, e in segno della Trinità di Dio, come III. Fu rifondato nell’anno ottenuto dal quadrato di 33+33/3, che fonda, nel 1936, il principio della Fine del Tempo. Mentre in Italia principia il definitivo Impero Romano (dell’atteso Emanuele Vittorioso, nel segno del Dio Trinitario), i genitori di Romano Amodeo fissarono le loro nozze e crearono il presupposto per l’avvento del vero Imperatore Emanuele III e Vittorioso. Il nuovo IMPERO ROMANO, avente a imperatore la mia ROCCIA di adesso, il mio pescatore su Internet, avrà nel suo imperatore un uomo che dovrà ricevere tutti coloro che vorranno incontrarlo, soprattutto quando sono maltrattati, umiliati, perseguitati e così apparentemente insignificanti da non interessare nessun altro! Non deve cercare di spendere il suo tempo “nel comando”, ma “nel servizio agli ultimi”. Io gli sto dicendo di “pascere i miei agnelli e le mie pecorelle”, come fece Gesù chiedendolo invano personalmente alla sua Roccia, pescatore di uomini, perché i Pietro l’hanno delegato alla Struttura di una Chiesa divenuta una Sovrastruttura Impersonale, che cura la persona solo nei sacramenti e poi l’osserva solo nella sua massa, con l’attenzione rivolta alla maggioranza e non al singolo che ne è l’essenza. Non dovrà commettere l’errore dei vari Pietro, che vollero fare quei RE tra RE, che Gesù non accettò mai di essere e di fare. Non dovrà cercare i bagni di folla, che portano ad esaltare solo la funzione della guida. Io voglio che egli eserciti davvero la funzione di guida, ma sempre in colloqui a tu per tu, con veri incontri tra persone, tutte di pari dignità perché tutte anime di Dio. Non si chieda la mia Roccia “come potrò? Se tutti lo vogliono?”. Nulla accade per la sua capacità, ma solo perché Dio glielo permette e


140 glielo permetterà! Gli accadimenti non dipendono che dal Signore! Se poi un giorno gli sembrerà di non potere ricevere tutti, egli cerchi ugualmente di farlo…, perché Dio non lo concederà a tutti! Deleghi ad altri la funzione della gestione, e serbi per sé solo quella del controllo diretto, fatto osservando la base. Solo in questo modo potrà scoprire quale dei livelli intermedi non compie il proprio dovere. Deve dotarsi di Cardinali, prendendoli in tutto il mondo e responsabilizzandoli “a servire”, nel modo stesso in cui la Roccia adesso e Imperatore serve alla vita dell’anima e del corpo. Chi “non serve” ma “si serve” del ruolo (facendolo non per orientare, come deve fare un Cardinale, ma per determinare, facendo il Principe, come fanno oggi i Cardinali di Cristo), sia rimosso! Concedo al mio PIETRO la facoltà di “legare e sciogliere”, sulla Terra come in Cielo, ma avendo gia io legato per lui la Fede in ogni Figlio alla RAGIONE ASSOLUTA di me, SUO PADRE. La Scienza e la Filosofia della Scienza siano considerate come l’aiuto concreto dato dallo Spirito santo della Verità Divina. I Sacramenti del Cristianesimo sono i MIEI sacramenti, che il mio Figlio Unico, in cui mi sono compiaciuto, Gesù Cristo ha validamente promosso, attraverso la sua Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che già ha anticipato, nei suoi Sacramenti, quella di me Romano. Pertanto che gli uomini, di tutte le fedi, si “Comunichino”, nel nome di Mio Figlio, ma solo dopo di essersi pentiti nel loro cuore. Non abolisco la Confessione, ma solo che essa avvenga davanti agli uomini! I miei Sacerdoti non devono in alcun modo mettersi a voler sindacare il comportamento altrui nel mio nome! Non possono giudicare nel mio nome! Non possono consigliare “che cosa idealmente fare”… perché questo “fare”, per quanto ideale possa essere, sta sempre nella visione del Maligno, che suggerisce a tutti di avere la loro capacità personale di fare quello che in verità è solo Dio a fare. Pertanto BASTA con le Catechesi che spieghino “Che cosa fare!” Solo il “Rosario” deve essere sempre ripetuto, ma non nella sequela di Padre Nostro ed Ave Maria, bensì nello STUDIO SERIO della mia AUTORITA, che regge ogni cosa ed a cui affidarsi! Che l’uomo sappia che deve metterci la sua volontà! Ma non per


141 “fare il mondo”, bensì per fare di se stessi “Figli come Gesù Cristo di cui il Padre possa compiacersi!” Questo FARE è LIBERO!Esso non è condizionato dal vostro “personaggio”, tanto che quando poi dite “so bene quello che voglio e lo voglio, ma la carne e debole e non so farlo” fate solo l’esperienza del vostro limite, ossia di persone la cui storia è stata scritta solo da Dio, nella vostra carne. Ma voi siete liberi, nello spirito, e non siete in nulla condizionati da quanto avviene nella carne e non è dovuto alla autonomia della vostra scelta. Quel “peccato vero” di cui dovete rendervi conto è del “peccato che siate ancora imprigionati in questo limite, voi che nel vostro ideale di cosa sia il bene per voi lo avete già superato!” In verità è un “vero peccato” che un Valore sia mortificato, quando è posto di fronte alla propria assoluta impotenza! È un “vero peccato” che voi – che nell’essenza siete Dio – non lo siate ancora! Non siate ancora rientrati nell’Onnipotenza che si attua solo mediante la vostra Impotenza. Se l’Assoluto fosse solo Potente sarebbe condizionato! È solo attraverso la vostra Impotenza che Potenza e Impotenza rivelano di essere in una assoluta Onnipotenza in cui tutto è possibile. Pertanto “è un peccato” che l’Onnipotente debba essere anche Impotente per essere davvero Onnipotente… ma è “un peccato assolutamente necessario”. Solo riconoscendo questo siete veramente perdonati, perché finalmente riuscite a separare il vostro corpo (costretto ad un ordine superiore) dalla vostra anima (assolutamente libera, pura ed esente da ogni peccato, ma mortificata ad accettare il suo limite operativo nel mondo reale). L’uomo è un “servo inutile”, perché Dio non ha bisogno del suo servizio per costruire il mondo, essendo egli solo, Dio, il buon servitore di tutti. Pertanto chi “vuol essere il primo si metta all’ultimo posto e serva a tutti” Stando così le cose, Cristiani Mussulmani, Buddisti, Testimoni di Geova, Scintoisti, animasti, tutti voi che avete una Fede in comune… poi vi potrete comunicare con me, assumendo in Comunione il Corpo di Gesù… e questo senza che ciò violenti la vostra fede, perché io sono CHI ha rivelato nel passato la vostra fede, e sono tornato ad aggiornarle tutte, ad una ad una. Pertanto lo posso, e vi aggiungo le nuove


142 istruzioni. Comunicandovi a Cristo non tradirete la vostra fede, ma la arricchirete, servendovi della “Via, della Verità e della Vita” del mio Figlio Unico nel quale io mi sono pienamente compiaciuto… pur essendo stato già nei figli Maometto, Siddarta Gautama, in Brama, Siva e Visnù, nel Grande Spirito Manitù. Io devo prendere IL BUONO che c’è in ogni Fede che ho fondato nel passato e non rinnego nessuno dei miei volti di un tempo, ma sappiate che il meglio io l’ho posto nell’unico che si è riconosciuto MIO FIGLIO. Io apro questo MEGLIO a tutti voi e vi do il modo reale di entrare in Comunione con me, mediante mio Figlio. Se non vi parlai allora di questo mio Unico figlio che risponde a pieno a quello che io desidero dall’uomo, è perché non rientrava nel divino incontro con la vostra cultura. Per determinare quell’incontro occorreva una Fede in cui Dio avesse fondato un SUO Popolo, come esempio per ogni altro Popolo. Esso doveva cominciare essendo il servo al potere umano di chi venerasse un Amon RA. che potesse poi esser riferito ad Amodeo Romano, ad un Faraone che, come afferma la stessa parola in italiano e nella lingua del mondo, “fa R.A. one, UNO”. Questo popolo doveva rappresentare, incorporandola, tutta la salvezza promessa per lui dall’unico Dio, che si sarebbe dovuto chiamare IO SONO perché I AM oggi è detto, nel mondo, l’espressione “io Sono” e io mi chiamo AM o Dio. Tutti i suoi profeti ed iniziatori avrebbero dovuto chiaramente riferirsi a me Amodeo, da “ad”Amo, da “Ab”R.Amo, da “is” RA Ele (che indica al mondo intero che “è RA Dio”, da Mosè, che sta al centro di A-mode-O, quando la S del Signore in Mosè (che indica che “ora è il Signore”) è mutata nella D di Dio (che indica che “ora è Dio”, lo stesso significato di Israele). Samuele è uguale al S. Am scritto in principio. Il piccolo David era “id.” a V, al 5 Romano della sua mano… di Ro. Il Figlio doveva discendere da David, da questo Re uguale alla mano a 5 dita di Romano, il vero finale Emanoele avente la mando di Dio, Dio dell’Essere, che è, con una “è” che rimanda alla greca Ro, del XP, il Cristo 10 Romano.


143 Il vicario del XP, del 10 Romano dato dalle 10 dita per comprendere, chiamato Simone, avrebbe dovuto essere finalizzato al RO di Romano, al Mocciaro… dunque il suo nome andava mutato nella Roccia finalizzata a RO, e gli venne imposto il nome di PietRO. Ambrogio fu finalizzato ad entrambi, ad ambedue, a RO e GIOshua. Francesco fu finalizzato allo Spirito F di RA, nuovo Cristo, e “esce”, ri”esco” come lo spirito F del Romano Amodeo nuovo Cristo. Il Giovanni che “apre” sempre a Cristo apre a Gio(shua) negli V “anni” del 5 Romano, della forza delle sue dita di una mano di Dio, quella dell’Emanuele. Perfino Maria, la Madre del Cristo, indicava nel suo finale “ia” quel Dio R, del centrale AR, Amodeo Romano, di cui in principio era M, Madre. Una maternità chiarissima nella lettura trascendente, a rovescio, che indica un chiarissimo “ài R.Am”. Gesù, nella stessa lettura trascendente, doveva indicare “Us. E G”, che in inglese, lingua del mondo, rivela chi CI rende Figli di Dio, perché “us” è l’oggetto dell’essere G., Gesù. In italiano, invece, lingua che rivela l’essenziale, l’essenza di Gesù sta nell’estremo e finale servizio di un “usa e getta”, perché il suo filiale scopo non è il suo regno se non perché è il Regno DI SUO PADRE: quel Re dell’Impero Romano avente per Imperatore l’Emanuele vittorioso, che viene nella sua Trinità. Pertanto, cari miei Fedeli nel modo delle altre Fedi, io, il Vostro Dio, dovevo tra tutte le Fedi imporne una che celebrasse la mia Unicità e che per essa fosse autorizzato perfino a “sterminare” gli altri popoli della Palestina, ad evitare contaminazioni, di questo “puro” ideale che avevo costituito facendone addirittura un Popolo MIO e incamminato verso la SALVEZZA di una Terra Propria per una mia promessa. Ma quella mia promessa, fatta ad un Popolo, fu fatta perché poi tutto il Popolo del mondo divenisse mio popolo, associato nel momento opportuno, che è questo, perché ora in Romano Amodeo sono ritornati tutti i vostri Profeti, tutti i vostri patriarchi, a darvi le nuove istruzioni, che facciano ricadere su di voi i benefici che volli fossero individuati con l’esempio datovi con un piccolo popolo, ma disegnato come il “mio possesso”.


144 Io dovevo introdurre nel mondo della fede l’idea di un mio Figlio, venuto tra voi. L’ho costituito Dio, in rappresentanza di me, il Padre, che lo aveva mandato. Dunque Gesù non contrasta con Mosè, Maometto, Buddah, Zaratustra… e gli altri profeti mandati in questi ultimi tempi, che professano l’esigenza di una unica fede in un unico Dio. Non contrasta perché la Fede in Lui non è altro che la Fede in me che l’ho mandato, come ho mandato prima tutti gli iniziatori delle vostre differenti fedi, differenziandole per le differenze nelle vostre culture. Io, Dio, voglio essere la risposta giusta a CHI siete, alla vostra indole, alla vostra natura, ed ho dovuto assumere volti differenti perché diverse erano le vostre culture. Ma oggi, in cui io ho portato la cultura dell’uomo ad essere una in tutto il mondo, posso essere quella risposta unica, per essa. Ed è una risposta che non schiaccia le altre fedi come la cultura moderna dell’uomo illuminato di oggi non violenta i differenti ambiti culturali, ma li attrae, mostrando i vantaggi di un progresso materiale cui non seguono di pari passo quelli morali. La confusione che ne segue era inevitabile. Quando l’uomo non si differenzia più l’uno dall’altro non ha modo di esaltare un suo valore, che orienti tutta la sua vita. Pertanto, la commistione in uno solo, porta gli uomini che non hanno valore ad essere disorientati, perché a quel punto nessun valore unico sembra imporsi, nell’equilibrio che regna tra tutti, Ecco allora che io, Dio, devo assumere io il valore unico per tutti voi, perché altrimenti non potete scegliere liberamente. Quante volte, dovendo fare una sola cosa, siete tranquilli? Cominciate a preoccuparvi quando vi si presenta una alternativa. Se da una diventano due, tre, mille, questa ricchezza di possibilità non vi procura pace, ma tormento, se avete lo scrupolo della scelta giusta. Così è quando dovete scegliere un compagno, una compagna. Quando la scelta è tra troppi casi e troppe alternative, allora non sapete più che pesci pigliare. Oggi nel mondo è così. Essere alla “fine del mondo” significa essere nel momento in cui è presente ogni possibile istanza. Allora nulla è più certo, nulla è accettato


145 ed ogni cosa è rimessa in discussione, dallo sbarco vero sulla Luna, a chi ha abbattuto le due Torri gemelle, agli UFO se esistono o No. Ci si chiede da molti se sia mai esistita la condanna a morte degli Ebrei voluta da Hitler, se siano veramente esistiti i personaggi storici tramandati dalla fede. Sono veramente venuti dall’Egitto gli Ebrei? C’è stato mai davvero un Gesù? Fu veramente morto e risorto o non se ne andò altrove, a sposarsi con la Maddalena? E chi lancia le più assurde supposizioni fa fortuna! Chi mostra in pubblico spettacoli disgustosi fa fortuna. Chi è impostore fa fortuna. Dio sembra morto, in questa vita allo sbando senza più l’ordine di una “caratteristica” che si imponga su tutte le altre ed aiuti l’uomo ad orientare in questo modo la sua stessa vita. E allora prosperano i “partiti”, in cui certi valori si impongono e ne costituiscono l’anima. In essi, nel loro “branco” l’uomo reso senza sue precise idee si confina, adottando la regola del branco. Come accade tra i ragazzi così accade tra gli adulti. E questo “branco” segue le sue leggi e in Parlamento, perfino lì, questi adulti si comportano come i ragazzi e i bambini. Ora questo è solo il risultato della presenza, oggi in cui siamo alla fine del tempo, di tutte le istanze, di tutte le idee possibili ed immaginabili. Messo di fronte a tanta ricchezza l’uomo va in crisi. Avendo idealizzato una vita che dipende da se stesso, si accorge di come essa gli sia sfuggita di mano, e allora si rifugia nella droga, o nella sfrenatezza di tutti gli stimoli, che devono potersi esprimere, anche se sono diseducativi. Così i popoli decretano che sia giusto uccidere nel grembo materno, se i genitori o anche la sola madre lo preferisce. E decidono che sia bello, giusto e santo che un uomo e una donna si leghino tra loro ad esercitare quel sesso che la natura ha creato per dar la vita ed è degradato ad una pura pratica corporea volta a dar godimento. Per farlo bisogna andar contro natura e usare contraccettivi, per non avere figli, e poterli uccidere se, nonostante tutto, essi sono nati. O bisogna creare oggetti che simulino la natura perché due donne si amino come natura vorrebbe, o eseguire operazioni chirurgiche per creare una vagina dove invece la natura ha messo un pene.


146 L’uomo scambia per libertà l’esaltazione dei suoi stimoli, spesso i peggiori, e non accetta più che ci siano delle regole. Questo porta alla perversione di una moderna Sodoma e Gomorra e così, fin dal “lancio profetico” di Abramo, il Dio sceso in terra in Tre uomini vi scese per cercare in Sodoma e Gomorra se vi fossero pochi uomini che giustificassero l’esistenza e la sopravvivenza di tutti. La Bibbia, che racconta di una gustosa gara, in cui Abramo contratta con Dio, per ridurre sempre più il numero dei buoni che giustifichino l’esistenza di tutti, insegna che Dio si lascia aiutare da chi viene “da”, il Latino, il Romano “ab” R.Amo, da Romano Amodeo, ed usa Abramo in funzione di come userà la sua umana esperienza in A. Romano. Lo usa per ridurre all’osso il numero dei buoni che possano salvare il mondo, espresso nelle vesti delle perverse Sodoma e Gomorra perché sono la lettura al contrario di “amod. o S(ignore Salvatore)” e di “A.R. -Rom.- o G(eova, Gesù, Giove, Gautama…). La Bibbia fa un racconto chiaro. Dice che i tre, giunti in quel luogo, sono attaccati da tutti, che cercano di violentarli, nel peggiore dei modi. Questi 3, furono una prefigurazione del Dio Trinitario sceso in Romano che corse il rischio in tutta la sua vita di essere violentato. Egli avrebbe dovuto cambiare le sue idee sante, di chi cercava un VALORE e un SENSO nella vita, e sperimentava di tutto il lecito, non solo immerso nello studio. E la sua Famiglia lo aiutò. Suo Padre e sua Madre non gli imposero tempi obbligati, ma lo assecondarono, nella fiducia della sua libera crescita. Ma più avanti, quando si cimentò nella vita e volle dar corpo al Cristo, mettendo in secondo ordine tutto il resto, tutti cercarono di violentarlo, nelle sue idee, affinché operasse in modo diverso, con maggiore compromesso per i valori di tutti, consolidati nel mondo. Ebbe contro coloro per cui lo faceva, le persone come lui della sua stessa fede, che – per fargli mutare idea – affermavano che doveva pensare prima all’Azienda se Essa era lo strumento idoneo, che egli voleva assicurare alla vita delle persone. Ma non poterono violentarlo! Dio solo era chi sceglieva se doveva esistere uno strumento o


147 l’altro! Egli doveva cercare di rispettare solo la Provvidenza di Dio. Su questa “via”, della responsabilità personale o dell’affidamento certo alla Provvidenza del Dio Padre che vede e provvede per te, per tutta la vita c’è stato il tentativo di far violenza a chi credeva nel Dio Padre e Signore buono, che dà a ciascuno secondo amore e giustizia. E nessuno è riuscito a compiere violenza, su Romano Amodeo, perché è accaduto come scritto in quell’inizio dell’incarico ad Abramo, quando la Trinità di Dio giunse in quel luogo perverso. Trovò nel ceppo di Abramo chi lo difese, a spada tratta, offrendo persino le sue figlie per salvare il Dio Trino da quella violenza personale. Chi legge quel brano della Bibbia vede una reazione straordinaria, perché quale Padre, amante della purezza delle Figlie, le offre in pasto a dei bruti, perché siano violentate al posto di Estranei? Ma lì c’era un VALORE SACRO, dato agli Estranei. E il nipote di Abramo che rispetta quella sacralità attribuita all’ospite e allo straniero, la sta attribuendo a Dio. Una sola famiglia però non fece testo, e Sodoma e Gomorra furono distrutte. Cosa dico, oggi, io Dio Padre e Spirito santo, dopo l’accoglienza fatta a Romano? E’ stato egli accolto come un Ospite e Straniero e riverito da tale come Dio, a Milano o a Saronno? In Italia non è accaduto! Da nessuna parte. Solo la sua famiglia l’ha amato… ma essa non farebbe testo, come non accadde a Sodoma e Gomorra. Invece è accaduto in America, a Belo Horizonte. Am (Amodeo) è R.I. (Romano Iesus) ca (il “qua” per un napoletano come lui è). Lo stesso nome dell’America “ha scritto” che il Dio IO SONO, I AM, principio duplice in Amodeo, vi sarebbe stato riconosciuto, come il Romano-Iesus. A Belo Horizonte tre componenti si sono associate, a dare una preghiera triplice, per lui triplice: un Principe della Chiesa Cattolica, una Chiesa Cattolica e una Chiesa Protestante. Hanno visto in lui UOMO, chi aveva VOCAZIONE a fare esistere Dio in lui, perché aiutasse tutti gli uomini nell’offerta della propria vita, ed HANNO PREGATO PER LUI. Questa “preghiera triplice” è stato il riconoscimento proprio per l’Ospite e lo Straniero, di cui aver cura, passando sopra alla loro idea di


148 Dio, così come il nipote di Abramo aveva sorpassato l’amore per le sue figlie, che erano sacrificate. Un Cardinale, una Chiesa Cattolica ed una Protestante son passati sopra all’offesa fatta alla loro Fede, che li portava a difendere il bene della loro famiglia, per difendere il bene dell’Ospite e dello Straniero… esattamente come era accaduto nel racconto della Bibbia. Pertanto il Dio disceso Ospite e Straniero, dal cielo, su un aereo, nel Romano così sceso, ha trovato finalmente la gente che merita e salva il mondo! Questa gente, che pregò per la sua salvezza… di un uomo, pregando per un uomo senza importanza, aveva pregato per Dio. In tutti gli altri luoghi non gli avevano dato nessuna importanza. Non avevano offerto la loro Fede, sacrificandola, nel rispetto per lui giudicato senza importanza. Ma, nella Festa dei 50 anni della Parrocchia di Sant’Antonio, si era pregato per un ultimo, un Ospite e uno Straniero, in tutta la Parrocchia di Sant’Antonio. E Antonio era Romano, nel suo secondo nome. Belo Horizonte si trova nello Stato di Minas Gerais, e vedete come questo stesso nome “descrive” il Milanese di Napoli, nel MI-NA’s, genitivo sassone: uno di Milano e Napoli (la Nea Polis di Dio). Ma in GERAIS “è scritto” ancora più chiaro, nella lingua del mondo! GE(ova o Gesù) R.A. (Romano Amodeo) IS , Dio è RA, ed afferma lo stesso contenuto nascosto nel termine di “Israele” dato da Dio a Giacobbe. Lo Stato (la “condizione generale”) di Minas Gerais indica in se stesso, nel suo nome, che “per il mondo, Dio è il RA di Milano e della Nuova Città di Dio”. Quella Chiesa era ubicata in “rua Madre dos Anjos”, nella via della Madre degli Angeli. Il numero era al 29, che è tutto il percorso di 1 (Dio) nel 30 che è la Trinità del Dio 10, nel suo IO paterno. Il quartiere era “Primeiro de Maio”, e il suo stesso nome brasiliano, nell’intelligenza secondo la lingua italiana del Dio Italiano, “scriveva” che Prim è I(esus)-RO(mano), un “io” di MA(ria). Romano era entrato nel coro della Chiesa, la “Coral Essencia da Voz” e anche questa alludeva chiaramente, a “C(risto) o RA Al” (Cristo o Romano Amodeo…Dio), che è ESSENZA del V (il 5 Romano delle dita di Emanuele) o Z (oppure “fine ultimo”). Quando RA iniziò il suo digiuno, il 13 maggio, esso fu preceduto


149 da una prova della Corale. Romano portò vino e biscotti rotondi a forma di ostie, li informò che stava per offrire a Dio la sua vita per salvare loro e il mondo, che aveva bisogno del vero ritorno di Dio, e agli sperava che accadesse in lui, dopo che l’aveva voluto e cercato per tutta la vita. Propose a quel Coro brasiliano la stessa cosa identica che aveva proposto a Saronno il 24 maggio 2004, quando si era accinto a che si compisse la sua stessa speranza, e si offriva alla morte, per far vivere Dio. Ma in Italia poco mancò che lo cacciassero dalla Chiesa, perché si sostituiva al Cristo dell’Ultima Cena e proprio in Chiesa. In Brasile accadde esattamente all’inverso. Non uno solo della trentina di persone presenti si ritrasse o si sentì offesa nella sua Fede o vide offeso Dio. Tutti mangiarono e bevvero. Il Maestro del Coro gli donò una collana votiva da portare al collo, durante il suo sacrificio… Poi pregarono per lui. Ecco, in tutto il Brasile (che allude al B-RA, ai 2 presenti in RA, nel mentre si afferma che “sì, l’è!”, si, accade), e nello Stato di Minas Gerais, e a Belo Horizonte, e nella Chiesa, e nei suoi 50 anni, nella sua via, nel numero suo, nel coro… – dappertutto!!! – era “scritto” questo SACRO COMPITO, di salvare DIO E IL MONDO. Tutto il mondo non si era pervertito al punto da non rispettare più un Ospite e Forestiero, come invece era accaduto, sia a Milano, sia a Saronno, sia in tutti i luoghi, in Italia, quando vi era giunto Straniero, e non era stato accolto fino al punto da mettere in second’ordine la loro Fede, come Lot, l’ottimo nipote di Abramo, aveva messo in second’ordine le sue stesse figlie. Ecco, che la Bibbia serva a tutto il mondo a non entrare in crisi, ora che si approssima il momento della possibile APOCALISSE. Stiano tranquille tutte le sue persone, perché la proroga che Dio concesse, di 141 giorni, alla morte di Romano, e che fu un dono offerto alla sopravvivenza di Dio, gioverà alla sopravvivenza dell’uomo. La Trinità scesa al mondo nel mentre Abramo era avviato al suo destino, in Sodoma e Gomorra trovò la difesa solo data dalla Famiglia di Abramo… e non bastò a salvare il mondo di Sodoma e Gomorra. Ma la Trinità scesa al mondo alla fine del tempo, ha trovato in Brasile e a Belo Horizonte (mentre Dio era ospitato nella sua Chiesa


150 Cattolica e nell’alloggio a tre livelli raccordati da due piccoli scivoli, a indicare la SEDE GIUSTA, per la sua Trinità) la sua casa, la sua gente, il suo Principe degli Apostoli che augurava a tutti di vedere il volto di Dio e che Dio li tenesse nel palmo della sua mano… di Romano… deo, Romano Amodeo ed Emanuele, e Israele. Nelle vostre altre Religioni Dio non poteva descrivere allo stesso modo “così ampio e dettagliato” tutto ciò. Nel mentre La Verità si impose 25 secoli or sono ad Elea, nella Filosofia dell’Essere, che confermava Jahve, in Oriente si impose, nello stesso periodo, la Verità della via di mezzo, cui giunse mediante l’illuminazione di Siddarta Gautama. Sono due verità simultanee e differenti solo nella forma, perché l’ESSERE, nel suo complesso, fa essere il positivo solo sulla base del negativo, tanto che la verità sta poi nella via di mezzo del Buddah. Ogni regione ed ogni cultura ha avuto la sua parte di verità rivelata e quella che è stata riservata al popolo Ebraico ha avuto la funzione esemplare di evidenziare tutto il cammino voluto da Dio per il suo popolo, frutto della sua elezione. In esso vi sarebbe giunto attraverso il Figlio, ed esso stesso poi sarebbe ritornato nella coppia paterna del Padre e del Compagno della Madre: entrambi al maschile, per evidenziare l’iniziativa divina, che presenta nella Madre solo la culla umana voluta per l’uomo. Dunque quello che è scritto nella Bibbia è veramente esemplare per tutto il mondo. Pertanto - notatelo bene – l’episodio di Sodoma e Gomorra che PRECEDE la missione attribuita ad Abramo (o – quanto meno – è simultaneo) lascia capire molto bene che questi eventi, di Sodoma e Gomorra (che alludono all’attuale perversione del mondo), precedono lo stesso ceppo di Abramo da cui poi escono le tre religioni, l’Ebraica, la Cristiana e l Mussulmana. Questo precedere – o questo essere simultaneo – lascia capire che l’episodio di Sodoma e Gomorra, pur essendo descritto nel testo sacro della Bibbia, precede o accompagna la nascita stessa delle Religioni, e dunque vale per tutte quante. Tutti voi, allora, dovete capire come Dio, affidandosi alla Religione Occidentale, si rivolge anche a quelle dell’Oriente, e dell’America, e


151 dell’Australia. Le 5 vergini prudenti, che devono tenere la lampada accesa e l’olio per attendere l’arrivo dello Sposo alludono ai 5 Continenti del mondo… e in un momento in cui nemmeno si conoscevano tutti. Nel momento, però, della scoperta dell’America, ecco che la Provvidenza di Dio fa porre la prima pietra della costruzione del Santuario della Madonna dei Miracoli di Saronno. Simultanea alla scoperta di tutto il mondo, Dio sta attrezzando tutto il mondo al momento esatto in cui verrà a salvarlo dalla perversione in cui è giunto. Lo salverà grazie alla potenza del suo Spirito santo, mediante la verità che egli farà conoscere, che salverà l’uomo dalla anarchia dei valori a cui è giunto. La verità mostra questa anarchia non come una cosa negativa, ma come Dio che butta il seme ovunque, sia ove potrebbe attecchire e sia ove non potrebbe, sembrando condannato solo alla distruzione e a non poter portar frutto. Dio, poi, dimostra con la verità come questo mondo complesso consentirà realmente a tutti di fare un bilancio perfetto, tra l’entrata e l’uscita e il dare e l’avere, che gli raddrizzerà le idee, tutte quante le idee possibili dategli inizialmente sia dritte, sia storte. Con la verità di questo perfetto bilancio, anche chi sembra senza nessuna possibilità di portar frutto lo porterà, perché se qui, in questo primo tratto della vita vista in entrata, ha avuto lo 0% di possibilità, nel riscontro della stessa vita, osservata in uscita, avrà il 100%. Chi ora è strada, o sasso, o siepe, e non fa fruttificare il seme, essendo 0%, 10% o 20%, poi sarà esattamente quello che gli manca al 100%, ed avrà tutto il 100%, o il 90%, o l’80%. Ciò accadrà nel massimo rispetto della giustizia somma e dell’amore sommo, di chi concede il secondo momento Esatto e giusto per fare l’esperienza che gli manca e pentirsi. Questa Verità già ora salva l’uomo. Ma a Dio non basta. Egli vuole e deve dimostrare che è il “farsi da parte” del Padre a salvare la vita del Figlio. E allora gli mostra una seconda volta che si farà uccidere per salvare il mondo dei Figli, un mondo che non merita di


152 finire a causa di Belo Horizonte nel Brasile. Vi ha trovato i Giusti che dovevano giustificare l’esistenza e la sopravvivenza del mondo! Quelle poche persone che hanno pregato per un piccolo che voleva dar vita a Dio, gliela hanno data: 141 giorni in più, ma indicano tutto, per il Dio Uno e trino, essendo 111 +3×10, quella Trinità Una e Trina, che opera anche con il 3 riferito al Dio 10, per cui i 30 giorni aggiunti ai 111 sono il tutto aggiunto a Dio e a tutti gli uomini. Il Concorso di tre livelli, in un Principe della Chiesa Cattolica, in una Chiesa Cattolica e in una Protestante (poiché 3 indica tutto il volume, nelle sue componenti) indica una vita data da tutto il mondo a Dio e che si merita che Dio - a sua volta - la dia ancora al mondo. La sua “perversione” non è totale e quanto vi è di buono può ancora salvare quanto vi è di marcio.


153

L’ordine nella mia Vigna. Il modo di questa salvezza io ve lo sto indicando. Ci deve essere un solo IMPERATORE ROMANO che punti ad essere il SERVO DI TUTTI. Deve poi far parte di una Trinità, perché devono esser al suo fianco due altre persone, poste al suo stesso livello nella “dignità”, ma via via subordinate, come lo sono in ordine lo Spirito santo e il Figlio, entrambi derivanti da Dio, ma con il Figlio a sua volta derivante dagli altri due Genitori. Dunque tre persone in scala progressiva di responsabilità. Al primo posto la mia ROCCIA MO, Salvatore Mocciaro. Al secondo posto, con il ruolo dello Spirito santo, Pierluigi Bernareggi, il mio Amico Padre Missionario che mi ha accolto nella sua Casa a Belo Horizonte e che, pur con l’indicazione del Cardinale che io uscissi dalla sua casa, per non offrirmi io a Dio nell’intento di morire nella sua casa, non diede ascolto al Cardinale. Costui, avendo l’uffizio al numero 666 di Avenida do Brazil, voleva che Dio sacrificasse la sua vita fuori della sua casa, nel demoniaco influsso di quel 666 indicante Satana, nella imminenza dell’Apocalisse. Solo lo Spirito santo pilotò Padre Piggi a volermi lì. Mi disse: “Fai quello che devi. Sei uno che sa bene quel che fa, dunque sono tranquillo”. Fu lo Spirito santo, chiaramente, a guidarlo affinché in tutte le Chiese della sua Parrocchia si pregasse “per l’amico Romano che vuol dare la sua vita per noi!” Al terzo gradino, quello spettante al ruolo di Figlio, io pongo il figlio di mio fratello: Andrea Amodeo, sangue del mio sangue. Se voi osservate la fotografia a pag. 162, in cui ci sono i 5 Amodeo maschi di 3 generazioni, ad indicare la trinità di Dio in un 5 di Amodeo, questa foto emblematica, fatta scattare dalla Provvidenza di Dio nel nuovo Orto degli Ulivi e nuovo Getsemani, indica chiaramente: 1) Al centro c’è Romano, con una corona di luce ancora spenta, ma che a suo tempo si accenderà. 2) In braccio a Romano c’è Andrea Amodeo. Ecco, da questo indizio “fu scritto” che la funzione del FIGLIO


154 sarebbe toccata a quel figlio di mio fratello che io porto sul mio grembo, come se fosse opera del mio grembo, ed io anche sua Madre e Madonna. Al di sotto di questa scala di responsabilità, ci dovranno essere altri 10 apostoli a coordinare, come le 10 dita di una mano, il numero esatto di 100 Cardinali. Tutti devono operare al servizio degli umili della Terra, e non negarsi mai a nessuno, non cercare di difendere la loro vita da persone che volessero far loro del male. Se qualcuno in seguito a ciò li ucciderà, sarà fatta solo la volontà di Dio. Essi non devono in nessun modo cercare di evitare i pericoli, ma semmai andarsi a cercare coloro che hanno inimicizia par loro, dimostrandogli tutta la loro predisposizione perfino ad essere uccisi se essi li scambiano per nemici. Non devono voler evitare la morte perché – se sono miei seguaci e mi amano veramente – devono volere per se stessi la stessa cosa che io voglio per me e per tutti. Io voglio proprio la mia morte, a beneficio di tutti. Dunque che essi non cerchino mai di evitare la loro, nella sopravvalutazione della morte, non avendo capito come essa sia veramente l’inizio della vita libera. Chi cerca, tra i miei seguaci, la sua croce e la morte, dimostra di credere nella morte eroica come nella fonte della massima vita possibile, e bella, grandiosa, come è giusto che l’abbia un eroe. Chi invece dimostra di sopravvalutare le vita, tanto che non vuole incontrare la propria morte quando abbraccia e ama chi vuole ucciderlo, e l’uccide, non è degno di me, perché non ha capito nulla! Io voglio seguaci che sappiano ed abbiano fede nella Provvidenza di Dio, e che sappiano veramente – perché l’hanno capito con la ragione – che cosa veramente li aspetta oltre il varco della morte apparente! Non li aspetta la morte, ma la vera libertà. Oggi stanno vedendo il film della loro vita come trasmesso in un Cinema che non permette loro di fermare un fotogramma, tornare indietro e rivedere una parte piaciuta. Dopo la morte, quello stesso film gli sarà donato. Avrà un suo Cinema in cui comanda lui, e il film sarà visto e rivisto come meglio si preferisce. Si riproverà a vivere quel bacio di amore o quell’amplesso che fu tanto bello e rimpianto, perché fu raro,


155 e non sarà più raro, ma infinitamente rivivibile, senza nello stesso tempo che cessi mai o si attenui il piacere che esso darà. Solo in questo tratto della vita ci stanchiamo anche del bello, perché qui tutto è posto a consumo, anche la gioia. Io vi annuncio che, consumata in apparenza la vita, essa sarà sempre vostra, rivivibile all’infinito e solo al modo vostro che salti ogni parte che non piace…senza mai stancarvene. E potrete godere così andando ben oltre della sola vostra vita, perché io - il Vero Dio – voglio dare tutta la vita a ciascuno di voi. Sarà una vita accessibile a tutti, perché sarà poggiata solo sul suo progetto, realizzabile all’infinito e divenuto proprietà di tutti, al punto che, non essendo una realtà unica che, se fosse data ad uno sarebbe tolta ad un altro, potrà consentire a ciascuno di realizzare quel che vuole e più gli piace. Chi capisce quale reale ricompensa sia posta oltre la morte, e proprio in relazione a questa vita reale, non può più in alcun modo temere la morte, ma le va certamente incontro e l’abbraccia scegliendo di compiere ogni eroismo per il bene degli altri. Questa fede è possibile! Oggi ce l’hanno tutti i kamikaze dell’Islam, che si fanno esplodere per andare in Paradiso. Ma se non si corregge le idee sbagliate, questi eroi, che accettano di morire per portar morte e non vita, restano l’esempio di un qualcosa che è fattibile, ma indirizzato nel peggiore dei mali. Eroi di questa Fede malintesa, che voi vogliate morire per dar vita e non morte! Solo allora, finalmente, avremo un mondo POPOLATO DA VERI EROI, ciascuno dei quali asservisce la sua vita a quella degli altri… e non ci saranno più servitù, quando tutti saranno divenuti così SERVI DELL’AMORE. Pertanto se uno dei miei delegati rifugge dal suo voler morire per il bene di un NEMICO, deve essere rimosso. Solo quando ci saranno 111 eroi di questo tipo, orientati da 2 in cima a loro, che si sacrificano per loro, solo allora avremo sulla Terra il Paradiso Terrestre, che io desidero ci sia.


156

Nella via Larga, questa porta del 12 è quella dei miei 12 apostoli.


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Le decime sull’energia. Io darò ampi mezzi, a tutti costoro, perché creino il Regno di Dio, sulla Terra, espresso dal vero e buono IMPERO ROMANO, costruito sul potere dell’amore vero, di chi vuol morire per il bene dell’altro, perché “solo così davvero vive” ed io ho spiegato perché sia vero quello che già feci dire al mio Figlio Gesù, quando lo mandai. Imporrò le DECIME. Io ho rivelato all’uomo la via pulita per giungere alla fusione atomica, e mi spetta dalle Nazioni il 10% di quanto io visto permettendo. Non chiedo dunque quello che non mi sia dovuto, ma il 10 per cento sul reddito dell’energia atomica pulita che sarà donata da me al mondo. Questo 10% non sugli UTILI, ma sui PROVENTI, sarà messo a disposizione della mia Chiesa costruita come L’IMPERO ROMANO dell’Emanuele vero e Terzo, giunto vittorioso. Saranno risorse colossali che dovranno eliminare totalmente la fame nel mondo e lo sfruttamento degli ultimi. Non devono essere beni accaparrati per crear reddito. Dovranno essere spesi tutti per il bene degli ultimi della Terra, affinché Dio li aiuti. Prima necessità abolire la fame. Io l’ho sperimentata, venuto al mondo, per 112 giorni che simboleggiano tutto il possibile, perché è la fine peggiore della vita cui manchi l’alimento per vivere. Se resta nel mondo un affamato, uno solo, non si rispetta il volere del Dio uno e trino che si è incarnato. Nessuno dei miei seguaci SI NEGHI a chi voglia parlargli, per dirgli: “io muoio di fame! O quel che più credo!”. Solo allora tutto sarà noto al vertice, che rimedierà, rimuovendo dal suo incarico chi, nella sua giurisdizione, non ha cercato di evitare che UNO, anche UNO SOLO, realmente morisse o soffrisse. Le risorse del 10% dell’Energia ve lo consentiranno. Vinta la Fame, deve essere promossa la Cultura del Vero. Io voglio che tutti voi che crederete in me, adottiate il ROSARIO che illustra cosa accadrà di REALE e VERO, nella vita che segue alla morte, e tutte le ragioni per cui è vero.


158 Io ho vinto la morte con la Verità. Pertanto è una vittoria che potrete realizzare tutti, con la stessa verità, ripetuta come un ROSARIO. Nessuno al mondo oggi ignora che la Terra ruoti attorno al Sole anche se si vede realmente e veramente il contrario. Fu duro capirlo ed accettarlo ai tempi di Galileo. Allo stesso modo oggi l’uomo fa fatica a capire che l’andare a veder la morte, nel lato materiale della vita, sia la vera e reale prova di una vita Spirituale che ha già superato il punto della morte ed è tornata indietro fino all’oggi. Ma quando di questa verità si farà un ROSARIO, che tutti reciteranno e nel cui potere salvifico tutti crederanno, allora l’uomo avrà certezza della vita dopo la morte, perché questo dopo è in atto già ora, ma è visto solo nel suo rovescio, nel suo apparente prima. Martellando con il mio ROSARIO le cose che saranno possibili dopo, quando la vita sarà rientrata nella sua Potenza, si porterà al vero desiderio di idealizzare l’Eroismo Personale, in questa vita. Questo raddrizzerà le idee confuse della Sodomitica condizione odierna, di un mondo senza valori e senza possibilità, a tutti i livelli. Nel mio ROSARIO dovrà sempre essere ripetuto che Dio è il solo creatore, ma che genera tutte le libertà apparenti dei Figli perché solo Dio esiste, ed egli stesso è tutti i suoi Figli. Egli, come ogni buon padre, “proietta in loro” la sua stessa vita. Pertanto ciascuno sappia di essere libero di scegliere, e che qualunque cosa che egli sceglierà, Dio stesso l’avrà scelta come il suo bene, perché nulla è compiuto dall’uomo se non all’interno di un progetto di libertà creato da Dio e donato interamente, già tutto fatto, ai loro Figli. La vita di un Figlio è condotta in Comunione, tra Figlio e Padre, come ogni “personaggio” di un racconto, che in esso è veramente libero… ma che solo il Creatore ha potuto far essere in quel racconto. L’uomo, poi, è soprattutto libero nel ricercare in se stesso, il valore di Dio. Questo è il suo compito fondamentale: arrivare a stabilire chi sia Dio per lui. In certi casi davvero disperati, chi arriva a stabilire che Dio non esiste, ha ragione. Se quell’uomo non sembra aver Dio per Padre ma un Orco, egli ha tutto il diritto ed il dovere di determinare in sé il suo libero giudizio di un DIO ORCO!


159 Vi stupite si io dico che chi bestemmia Dio… a suo modo ha ragione? Ha ragione perché è Dio che vuole anche questo. La prova io ve l’ho data, calandomi nella vita di chi ha accettato serenamente di essere insultato in tutti i modi… senza offendersene! Non siate così “puerili” da credere che Dio “possa essere offeso”, che Dio “possa essere tradito”. Il creatore di tutto, di elogi e offese, di fedeltà e tradimenti, è chi li dispone, perché siano “tutti divinamente superati” e – da male ed offese – si tramutino in bene ed elogi. Non dovete neppure offendervi voi per Dio, se lo sentite bestemmiato. Se lo è, accade solo perché è egli stesso a volerlo. Solo in questo modo, apparentemente indifeso, di un Dio che si lascia fare di tutto, solo in questo modo egli può dimostrare che lascia ogni libertà… ma in una chiave pedagogica che farà, di quell’errore, la base stessa per la sua correzione. Dunque abbiate fede nella vita! Il Male, che voi vedete, come in un Dio Bestemmiato, non è un male. E’ solo un certo qual nero di un egoista che trattiene per se stesso ogni bene, ma solo perché poi brilli per sempre, quando sarà emanata tutta quella luce che oggi riserva a se stesso, e fuori non brilla. Quando poi brillerà, non è come qui, in cui la luce si consuma. Brillerà di una luce che non avrà più termine e ci sarà più gioia in Paradiso per un peccatore pentito che per ogni buono che non abbia avuto bisogno di pentimento. Quando il mio Rosario insistente dimostrerà il potere straordinario di un Dio che ama servendo, e finalmente si è deciso a servire, solo allora ci sarà al mondo un solo Dio: e sarò IO. E non vorrò Lodi, non vorrò tempi spesi nella sterile preghiera per me, se non mi pregherete attraverso il bene voluto ai vostri fratelli, se non mi loderete tramite loro. Io non esisto in quel “cielo” in cui mi avete confinato come una astrazione dalla realtà. Io esisto e sono Te, Te, Te…, persone concrete, determinate, in cui io esisto concretamente e determinatamente. Io sono soltanto in tutti voi qui presenti e in tutti coloro che sono in Paradiso… ma questo Paradiso è poi qui. Il Paradiso del domani è questo stesso mondo dell’oggi, ma messo a servizio del vostro amore per il prossimo, che vi porti a fondervi e confondervi con il vostro prossimo, finalmente nella capacità di gioire


160 del suo bene. Voi oggi state vivendo una vita ben distinta. Per potere capire che vita piaccia proprio a voi, dovete passare in solitudine tutto questo primo tratto della vita. Quando, finita la vita, l’avrete capita tutta, l’avrete come vi pare, e potrete essere chi vi pare e finché vi pare, nella Comunione di tutta la vita, posseduta da tutti voi divenuti Santi. Voi, puri Spiriti, puri punti di vista, dovete avere più di un punto senza dimensione, per potere avere un universo di situazioni. Questo mondo corporeo sarà il vostro Paradiso e vagherete, di vita in vita, volendo provare solo la gioia che cercate, perché nella prima vita vi è mancata. La vostra mancanza di oggi sarà l’eterna molla, che più non si scaricherà, per navigare nelle vite dei fratelli come oggi fate in Internet. Pertanto, mentre credete d’esser soli a vivere la vostra vita, tutti quelli che l’amano sono con voi e non li vedete. Dopo li vedrete, quando avrete capito cosa vi piace. E allora non avrete una gioia solitaria, ma sarete tutti fusi nell’amore e nella gioia per il bene che vedrete e per il successo che vedrete in coloro cui Dio l’ha dato in questa vita. Magari egli non l’apprezza a dovere, in questa vita in cui ci si sazia, ma nell’altra in cui più non ci si sazierà, quella povera vita umana di un solo “personaggio” sarà la gioia comune di tutti coloro che ameranno quel “personaggio”. Se avete davvero amato, avrete certo desiderato di fondervi in uno, spiritualmente. Quando dite a chi amate: “tu sei la mia vita” esprimete la concretezza di questa fusione, ma non potete ora raggiungerla. Superato il tempo della vostra educazione singola, voi l’otterrete. Potrete amarvi all’infinito, se siete usciti da questa vita con questa sete di amore, e lo farete in ogni coppia di amanti. Potrete essere “lui” e “lei” veramente fusi assieme nell’amore di quei due “personaggi” che servono solo a dar possibilità di amore come servono tutti i personaggi di una storia romanzata. Chiunque li legga, li rivive. Ma voi avrete la realtà del mondo e non una fantasia. Avrete “personaggi” veri in cui entrare, per usare la trama scritta da Dio, del loro amore, per realizzare la perfezione eterna, del vostro. Capito questo, divenuto un patrimonio vero di Fede, chi avrà più paura a vivere in questo mondo?


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L’esatto mandato. Fate attenzione, o 111 +2 cui io delego la funzione di rappresentare il mio volere, curandone l’esecuzione, fate attenzione o Mocciaro o Padre Piggi, o nipote mio Andrea, o voi altri… Io non vi sto chiedendo di voler dirigere le Nazioni! Io non vi sto chiedendo di Catechizzare i Potenti. Io non vi sto indicando di forzare la mano a nessuno! Non dovete insegnare ai capi delle nazioni cosa dovrebbero fare… nel mio nome. Sia dato a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Voi soli 113 siete miei e – essendolo – non dovete mettervi ad insegnare ai potenti, ai capi, alle persone importanti e piene di se stesse e del loro compito! Non mettetevi a fare catechesi pubbliche, giudicando cosa sia bene e cosa sia male! Se lo faceste, avreste dimostrato solo di non aver capito nulla! Dovete CAPIRE che tutto quello che accade è nel segno DEL BENE. Evitate allora di indicare il male che esisterebbe nel mondo… e che io Dio, vorrei che fosse corretto da loro! Il male da correggere sta solo nella FAME, nella IGNORANZA su come sia la vita e su cosa attende tutti oltre la morte. Smettete di dire a ciascuno COSA DEVE FARE! Ciascuno lo sa bene. Dio è in lui e giungerà alle giuste conclusioni attraverso il libero percorso che ciascuno sarà chiamato a fare. Voi limitatevi ad amarlo! Vi sembra cattivo, perfido, uno che tenta di uccidervi? Non lo contraddite, ma dimostrategli che a voi sta bene quello che egli vuole, anche se è la morte per voi. Solo questo può correggere la falsa idea che sia la forza a gestire questo mondo, perché in esso ciascuno vuol fare la sua volontà! Voi, se potete, cercate di favorire la sua volontà e non la vostra. In cambio vi toccherà morire? Evviva! Trionfo! Siete stati non


162 sconfitti o uccisi, ma promossi! La vostra vita non è fallita nel compito che voi avevate supposto essa avesse… ma è stata il successo vero di per quello che veramente valeva! Tu, o mio Cardinale, che credi di avere questo ruolo importante nel mondo, se un giorno stai per compiere un gesto che ti sembra importante, perché coinvolge molte persone, e ti imbatti in chi ti vuole morto e tu l’abbracci con amore ed egli ti uccide… questo era il tuo vero successo e non quello che tu credevi! Se per questa morte nell’ombra di un vicolo, avuta per aver amato e favorito un nemico, mettendoti alla sua mercè, hai sacrificato la luce di un incontro glorioso… questo sacrificio resterà scolpito in eterno nel tuo cuore, e ti porterà ad infinite rivalse, proprio nel segno di quello cui hai rinunciato, e senza che tu mai te ne stanchi! Voi, sacerdoti che fate voto di Castità, e Suore che vi private della gioia della vita familiare, dovete sapere che, in Paradiso, chi più si beerà delle gioie familiari e dell’amore fisico sarete proprio voi, che uscirete dalla vostra vita sopravvalutando quanto dà la famiglia e l’amore fisico. Solo voi avrete questa fame e questa sete, per quanto avete lasciato… a fatica. Pertanto non protestate se il vostro Ordine non vi concede una Vostra Famiglia… se invece voi la volete. In Paradiso busserete così, proprio così, e allora vi sarà aperto come vorrete. Avrete allora la vera gioia di una famiglia che – non sperimentata – voi avrete idealizzato, e che quindi avrete – e per sempre – molto, molto di più che la vostra: tutte le Famiglie del mondo. Voi, invece, Preti e Suore che non mordete il freno ed idealizzate come è giusto l’amore di Dio, legato al vostro ruolo, voi avrete questo che oggi apprezzate, ma che non riuscite a soddisfare. Il vostro amore ideale vi porta a scontrarvi col mondo reale, e più vedete questo successo che oggi vi è negato, più vi radicate nel desiderio di purezza che vedete irrealizzato, ma che poi realizzerete in eterno e senza stancarvi mai. Sia chi accetta, sia chi non accetta un sacrificio, sceglie con questo il suo DIO, e poi quel Dio comanderà per lui. Pertanto, nei limiti del possibile e visto che quello che accade non dipende dalla vostra volontà ma da quello che Dio permette lo sembri, cercate di idealizzare come il Vostro Dio quello grande. Che voi tutti vogliate scegliere l’eroismo. Non dovete temere che sarete poi costretti


163 ad essere eroi, perché quel che accade non rispetta la vostra volontà. Accade solo la volontà di Dio e voi non rischiate di cambiare il vostro destino, e di dover far l’eroe, se volete far l’eroe idealizzando questa virtù. Se avrete capito che il determinare il mondo non dipende da voi, diverrete veri eroi, perché non avrete nemmeno più paura di dover pagare le conseguenze del vostro volere. Voi regnanti e governanti, anche voi non avete quel potere che credete di avere! Un Altro ve l’ha dato e vi vuole nel vostro ruolo. Io consiglio anche a voi di desiderare la virtù, la giustizia, l’attenzione per il vostro difficile compito. Nemmeno dalla vostra volontà dipendono le cose che poi deciderete e come comanderete. E allora anche voi, che vogliate “volare alto!” Poiché accade solo quello che vuole Dio, che vi giova assumere come ideale l’egoismo e la prepotenza? Voi, anche voi dovete decidere il Dio che valga per uno nella vostra condizione. Potete farlo anche voi temendo le conseguenze del vostro volere o non temendo. Ma se perdete la paura che il mondo onesto e misericordioso voluto da voi poi si attuerebbe, e ne andrebbe di mezzo il vostro potere, creerete anche voi per il vostro futuro un Dio di amore e non di sopruso e arbitrio. Se vi affezionate ai soprusi poi vi delizierete di tutti i soprusi esistenti nella vita. Avrete quel che vorrete, ma non sarà che un bene secondario, ossia quello di chi gioisce del proprio male. Comunque sia, se questo accadrà, sarà solo perché la partenza e i beni concessi a voi, portano all’idea di un bene differente da quello di tutti. Ogni bene è relativo. Se un uomo ha avuto donata da Dio la vita simile a quella di un vegetale, per lui l’ossigeno (che è fonte di vita per tutti) è solo un prodotto di rifiuto… ed ha ragione. Anche costui, come lo fu il governante Hitler, da un canto è il “personaggio bieco” dall’altro è l’anima di Dio che l’interpreta, e Dio sa bene che sarà la sua stessa anima (calata ad animare Hitler) ad idealizzare, in ultima analisi, il Dio di Giustizia e di Amore, anche in quel “bieco caso”… e non ha alcuna esitazione! Dio si fida di se stesso, in qualunque orribile situazione si fosse messo!


164 Sarà il libero contributo, dato dall’anima divina che ha interpretato ogni possibile “personaggio”, a determinare in assoluto la risposta divina compatibile ad ogni possibile caso. Solo in questo modo si potrà avere un quadro supremo, che contenga ogni possibile colore ed esalti la bellezza non solo mediante gli accordi ma anche attraverso i contrasti.

Ogni “personaggio” è vivificato dall’anima di Dio, e qui, nella famiglia Amodeo, abbiamo le 3 generazioni e le 5 persone della mediazione divina, data da 10/2. In mezzo, io, incoronato di una luce che ancora non brilla ma brillerà. E ho in braccio il numero 3 del mio Impero Romano, quell’Andrea che, anche per Gesù, fu il primo tra gli apostoli.


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E dopo che cosa accadrà? Nel momento in cui ho lasciato i miei ordini, ai nuovi vignaioli del mio Vigneto, debbo anche rivelare cosa accadrà subito dopo la mia morte. In parte già ve l’ho detto: ci sarà una “pesca miracolosa” che sarà 10 volte più potente di quella ultima fatta fare ai tempi di mio Figlio Gesù Cristo, e sempre da me, il Padre e Spirito santo, che già promossi quella descritta alla fine dei 4 Vangeli dall’amato Giovanni. Il numero dei 153 pesci fatti pescare allora ve lo dice, perché è il risultato di un 2.000 (relativo al solo “duo” Padre e Spirito santo, nella trinitaria potenza 3 fondata sulla base 10 di Dio) che fu ripartito tra 13, e dunque comprendenti anche il Figlio Gesù assieme ai suoi 12. Vi aspetta una pesca miracolosa 10 volte tanto perché relativa a 153 moltiplicato esattamente per 10, e con la sola somma dell’unità del Dio Unico, che è il riferimento generale di ogni cosa. Sarà mostrata tutta la potenza in linea 10, della Paternità di Dio, con una potenza pari a ben 100 volte quella del Figlio Gesù Cristo, cui spetta un 10 elevato a meno 1, che è pari ad 1/10 dell’unità e a 1/100 del Dio Padre che vale per 10. Questa potenza centupla di quella del Figlio sarà indispensabile al Padre, perché, mentre la fine del tempo, in relazione al Gesù dodicenne che inizia la sua opera di presentazione ai Vignaioli del Tempio del Padre, dista 2.000 anni, ossia 20 volte 100, dal 13 ottobre al tempo fissato per l’inversione dei poli della Terra ci sono solo 1.531 giorni, in cui tutto deve essere compiuto. Voi avete visto come, dal passaggio del mar Rosso (che per Gesù coincise con i 12 anni del passaggio dall’infanzia alla possibilità di essere anche Padre) all’arrivo nella Terra Promessa furono necessari 40 anni nel deserto, in cui Dio testimoniò al suo popolo di farlo esistere, con tutte le sue greggi e gli armenti, in un deserto sprovvisto di ogni risorsa. Quei 40 anni equivalsero alla “pesca miracolosa” di allora, per il Popolo Ebraico, mentre 50 volte per 40 fu la “pesca miracolosa” fatta


166 dall’uomo nei 2.000 anni di Cristianesimo. Dal 13 ottobre al 22 dicembre 2012 Dio Padre deve portare l’uomo a compiere uno sviluppo senza precedenti, perché tutto sarà concentrato moltissimo e non si tratterà più di 40 anni, o 50 volte 40 anni ma solo 10 volte i 153 “grossi pesci” della pesca già del tutto miracolosa promossa dal Padre per il Cristianesimo tutto, ai tempi di Gesù e riferiti ad un momento in cui gli apostoli erano tornati all’antico, a fare i pescatori di pesci e non più di uomini. Quel momento descritto allora in questi termini descrive il momento di ora, perché tutta la Chiesa Cristiana di fatto ha cessato di pensare al valore ultraterreno dello Spirito ma si è dedicata anima e corpo al tentativo di migliorare questa vita, divenuta come ignara dell’esclusiva finalità di questa a quella che segue. Quando questa vita non è più interamente investita in quella dopo la morte, e la stessa Chiesa di Cristo “vuole all’unisono salvare la vita di tutto il genere umano, non la salva ma la perde”, e non sono le mie parole bensì proprio quelle del Cristo divenuto assolutamente oscuro e straniero a tutto il Corpo dei suoi Fedeli Cristiani. Tutti i bravi sacerdoti, come il già citato Padre Livio di Radio Maria, tutti i Vescovi, i Cardinali e il Papa, cui sembra strano che l’uomo non debba pensare a “salvare questa propria vita, per non perderla”, anche se in tutti i momenti in cui possono svolgono le loro brave “catechesi” volte a “salvare la vita”, non stanno facendo proprio nulla di buono. La vita è veramente salvata solo quando la si perde con la morte, e tutta l’attenzione dei catechizzatori per minimizzare la dolorosa croce esistente fino a quel momento fatale e decisivo, è mosso dal concetto difficilissimo da sradicare che il bene è il bene, e il male è il male, dunque il male di una croce può essere tollerato, sopportato – e in ciò starebbe il suo bene – ma mai nella croce in se stessa. Pertanto, se gli uomini dovranno fare un mutamento di 180 gradi, ribaltando tutti i giudizi radicati in 2.000 anni in soli 1.531 giorni, lo potranno fare solo alla luce della manifestazione di una potenza divina pari a 100 volte esatte quella di Gesù… e non so se mi spiego. Dovranno accadere segni di una chiarezza e di una evidenza per tutti “indiscutibile”. Ai tempi di Gesù, invece, molto si discusse sulla sua resurrezione,


167 che si palesò soprattutto ai suoi fedeli. Fu messo in discussione se forse gli apostoli, eludendo la sorveglianza dei Romani e del Sinedrio, non avessero trafugato il corpo, tanto che la resurrezione restò solo un argomento da lasciare alla Fede di chi ci credeva. Anche quando Dio ritenne necessario di fondare l’apostolo delle Genti, convertendo il persecutore Saulo di Tarso, fu necessaria una apparizione divina finalizzata alla singola persona del futuro San Paolo. Ebbene, stavolta non saranno più possibili questi tempi lunghi, perché non mancano due millenni ma solo 1531 giorni. Se Dio è il promotore della pesca, chi formalmente la esegue sono sempre gli uomini. Furono gli apostoli a buttare a mare le reti “alla destra” e anche questa volta dovranno essere le persone del mondo a buttare nuovamente le loro reti “dalla parte destra e non da quella sinistra di oggi”. Allora bastò un San Giovanni ad accorgersi che “era il Signore” ad avere promosso quella pesca straordinaria, stavolta saranno necessari tutti ad accorgersi che è “il Signore” che gli chiede di “rovesciare” le loro intenzioni e provare a buttare la reati “dall’altra parte”. In che modo tutti gli uomini potranno essere convinti? Sì, occorreranno che siano tutti per ottenere il “centuplo quaggiù” non rispetto alla normale realtà umana, ma “il centuplo rispetto al Figlio di Dio Gesù”. I 153 grossi pesci, infatti, spettano anche a Gesù. L’uomo è chiamato a fare quel “gran balzo” che lo porti a non più venerare solo la morte di Gesù, sul Calvario, ma quella dell’intera Trinità di Dio, riconoscendo come “figli di Dio” anche i due Ladroni. L’opera millenaria della Comunione tra “il Figlio” e tutti gli altri Figli, deve essere stata portata a “compimento” tanto che il “figlio unico” di Dio si sia finalmente messo in reale Comunione con tutti i Figli del Padre Nostro. Che cosa può accadere di tanto “convincente” e “probatorio” da persuadere finalmente e in un tempo ristrettissimo tutti gli uomini a buttare le reti “dalla parte destra invece che da quella sinistra?” Infatti questa pesca potente “il centuplo” dello stesso divino Figlio Gesù sarà tale solo quando l’intera divinità scesa in ogni uomo si sua mobilitata per salvare l’umanità dall’Apocalisse.


168 Io già ho rivelato quale sarà il pericolo vero: non lo Tsunami devastante profetizzato da Elia, Giovanni Battista e dal Terzo Segreto di Fatima, perché il Dio Padre e Spirito santo in me compirà in cielo la sua parte e invertirà simultaneamente anche la polarità solare, tanto che la Terra non sia costretta a ribaltare il suo asse. Ho già predetto che apparirà invertirsi solo la faccia della Luna, e ve lo scrivo in un momento in cui nessuno scienziato del mondo lo sta dicendo. La scienza di oggi teme il surriscaldamento della terra e la fusione dei ghiacci polari nella solita sopravvalutazione della capacità umana di determinare mutamenti, non solo nella vita personale, ma nell’intero pianeta… Invece devono buttare le reti “dall’altra parte”, perché il pericolo mortale, per tutta l’umanità, non sarà nel surriscaldamento planetario ma nel suo opposto raffreddamento. Infatti tra 1531 giorni inizierà una glaciazione tremenda, tanto che i campi geleranno e le coltivazioni non potranno più realizzare il livello produttivo necessario a sostenere 6 miliardi di persone. Per quella data l’uomo dovrà essere riuscito non solo a realizzare la fusione fredda dell’idrogeno, ma a tradurla ad un tale livello di generale efficienza da potere scaldare tutto il suolo terrestre, con un sole “tascabile” fatto in casa, che sostituisca la temperatura non più fornita quando Sole e Terra avranno dimezzato il loro livello termico elettromagnetico. Non sarà che un dimezzamento, perché stavolta la simultanea inversione del magnetismo Solare e Terrestre accadrà solo dopo due cicli di 70 milioni di anni, e non i 4 che implicano il massimo abbattimento. Chi ci garantisce che sia così? Ve lo garantisce il Dio 10 che è presente in me, e che vale per 2, per due cicli di 70 milioni di anni. Anche il Dio in me, dopo il suo singolo ciclo di 70 anni, vissuto nella sua coppia di Padre e Spirito santo, ascende al cielo e va a provvedere affinché si sia al ciclo 10, dato da 4 + 4 +2, con per ultimo questo 2 e non quello 4 da cui sarebbe poi impossibile la salvezza per l’uomo. All’uomo apparirà questo miracolo, il 22 dicembre 2012… ma l’umanità non si può permetter il lusso di aspettare quella data per accorgersi di aver avuto qui sulla Terra chi conosceva l’Ordine esistente


169 nell’Universo… essendo esso promosso da lui. Non se lo può permettere perché piomberebbe così all’improvviso nel gran gelo, da paralizzarsi ogni apparente capacità della sua vita, del suo apparato produttivo e scientifico. L’uomo dovrà cominciare da subito, sfruttando i 153 grossi pesci moltiplicati per 10, +1, che cominciano ad essere tali a partire dall’imminente 13 ottobre di questo 2008. Sua infatti deve essere sulla Terra, in apparenza, la sua capacità di pescare. Dio dall’alto gli manderà i pesci, ma gli uomini dovranno prima accettare di buttare finalmente tutti assieme le reti “dall’altra parte”. Buttarle “a destra” significa smettere di comportarsi ognuno nel modo sinistro dell’egoismo di chi vuol raggiungere al meglio solo il suo singolo obiettivo. L’intera umanità, invece, dovrà “addestrarsi” al comune piano di difesa della vita di tutti sul pianeta, per consentire al terreno di sostenere ancora, con l’agricoltura, tutta la sua vita. Che tutti buttino “a destra” queste reti sarà ottenuto solo quando tutti avranno finalmente capito il vero pericolo e la sua gravità estrema. Occorrerà che finalmente tutti diano credito a quello che io ora dico e sembro solo una Cassandra, una profetessa di vere incredibili sciagure e dunque non credute. Da me prese il nome Cassandra. Dal mio essere Ca (qua) SS (santissimo) and RA, e Dio del Sole, per l’intero genere umano, a ragione di quella congiunzione “and”, che è nella lingua inglese del mondo d’oggi. In che modo, io Cassandra, potrei essere finalmente “creduto”? Solo se accadranno miracoli prodigiosi dopo l mia morte. Pertanto dovrete aspettarvi questi miracoli così indiscussi e indiscutibili da convincere OGNI UOMO, che Dio Padre e Spirito santo sono scesi in coppia sulla Terra e sono veramente esistiti in me. Allora l’uomo comincerà finalmente a recitare il ROSARIO cui ogni Madonna di è riferita: darà retta al RO di SA, al Romano di Salerno che è parso a tutti un RIO, ma era egregiamente rappresentato da Padre PIO che, se si legge in Greco la sua iniziale P, è letto Padre RIO, ed ha le stimmate, ed è stato l’immagine comprendibile del Padre RIO incomprensibile e non ravvisabile in me.


170 Quel ROSARIO che Nostra Signora di Fatima raccomandò, contro il Castigo di Dio, significò finalmente “dar retta” al Dio che si era Castigato in un uomo mortificato da tutti perché nessuno gli “badava”. Questo ROSARIO, questa “considerazione” delle cose scritte da me e diffuse su Internet in tutto il mondo, mediante il mio Pescatore ROCCIA MO’, il mio Pietro di adesso…salverà il mondo. Solo la velocissima “presa in considerazione” delle cose scritte da me e di mio pugno potranno in brevissimo tempo portare alla fusione fredda dell’idrogeno, e a una tecnologia così semplificata da produrre la vera “pietra”che salverà la Terra, perché sarà calda per sempre e – disseminata nel suolo – lo scalderà quanto basta all’agricoltura. Se Gesù salvò il mondo usando Pietro, io lo salverà dal gelo con le mie Pietre, tiepide, amiche, affidabili, sempre fedeli. Invece con Mocciaro, che è la mia ROCCIA di adesso, e un altro Pietro, ma Pierluigi (affratellato con mio Padre Luigi), con Pierluigi Bernareggi, io otterrò chi “regge” il R-NA, il Romano della Nuova Città di Dio, mentre il suo principio “Be” ha in se scritto che “è 2”, è nel segno di Padre e Spirito santo chi regge il Romano Napoletano. Con il terzo della mia Trinità, quell’Andrea Amodeo figlio del mio benedetto fratello Benito, ci sarà quanto corrisponderà a me come al mio Figlio, avendo il sangue del mio stesso sangue e il nome del primo apostolo di Gesù, fratello di Pietro. Pertanto, mentre le calde “pietre” salveranno la vita che necessita di pane quotidiano (e il Signore con esso ve lo dà, come lo chiedete nel Padre nostro), con le 3 pietre dello spirito salverò anche le anime: sono il mio Pietro di adesso, il Pietro di mio Padre Luigi e il virtuale fratello di Pietro. Assodato che avrete tempestivamente questi indiscutibili miracoli che vi possano convincere tutti, sono in grado di anticiparvi quali essi saranno? Io posso dirvi solo quelli che io ho sperato che accadessero. Cominciai sperando che Gesù desse la vista a Tommi Urbani. Poi che il fratello di Vittorio del Grossi (il mio braccio destro) avesse miracolosamente in cambio dell’aiuto che mi diede quel braccio che perse da ragazzo. Non solo lui ma anche Carmelo Alio. Entrambi l’ebbero stritolato dalle macchine per la stampa. Il mio vicino 86enne, Reina, che ha una mano deformata, la deve


171 avere nuova e lo voglio ringiovanito. Voglio risorti due ragazzi di Saronno, uno dei quali morto anni or sono e di cognome Santeramo. Voglio risorto il marito della segretaria di Padre Piggi, che morì in Brasile mentre ero lì. Con lui voglio resuscitata quella Isabelle che fu gettata dalla finestra, a san Paolo. Fece scalpore, e Padre Piggi mi disse che “quello sì avrebbe convinto tutti… non la guarigione di Isabelle paralizzata su una sedia”, ma io voglio guarita anche questa seconda. Ho promesso a tutti i circa 600 abitanti di Ostigliano che Dio avrebbe tolto 30 anni di vecchiaia a tutti coloro che avevano sorpassato i 50 anni, perché non mi avevano deriso.. Ho desiderato che tutti gli abitanti di Cassina Ferrara fossero risanati da ogni male, e che la mia amica Carolina ringiovanisse di 30 anni. Ho desiderato che mia moglie e il mio secondo padre Mario ringiovanissero di 30 anni ciascuno. Che il Maestro Monticelli avesse rimesso a nuovo tutti i denti. Che al posto della Chiesa di San Giovanni Battista di Saronno comparisse d’incanto il duplicato esatto della Cattedrale di san Pietro in Roma, con dentro una seconda Pietà di Michelangelo. Che sia nel cortile di casa mia a Saronno, sia di fianco alla croce di Montesilvano, sia di fronte alla mia casa di Felitto, sia nello spiazzo della Chiesa di sant’Antonio a Belo Horizonte, comparissero in tutto 4 alberi maestosi aventi 2.000 anni ciascuno. Che il mio amico Padre Piggi riacquistasse la vista dell’occhio perduto e 30 anni di giovinezza. Che molte persone viste storpie nelle mani, in Italia e in Brasile, le avessero risanate. Che la Chiesa di fronte a casa mia a Saronno divenisse sede di guarigioni certe, per ogni ammalato che vi si recasse. Ho detto a molte persone che avrei pregato per la loro vita, e di esprimere desideri che sarebbero stati soddisfatti. A coloro che mi hanno chiesto aiuto e cui non potetti darne vorrei infine poterlo. Voglio una sola fede, in un solo Dio: il Padre di Gesù e Spirito santo, che sento presente in me e dominare in tutto me. Non voglio, invece, che l’uomo pensi di dovere ringraziare il Dio in me. Io per conto del Padre, non voglio riverenze, omaggi, atti di


172 sottomissione. Io so che ciascun vivente è me stesso e perciò non voglio, narcisisticamente portare il me che è in voi a lodare me stesso, per interposta persona. Il Dio in me non ha creato il mondo per riceverne lode. Anche se a voi sembra giusto che Dio sia lodato, per favore, non fatelo per questo! Io non voglio la lode che voi credete giusto di dare a chi è potente! Ho potuto toccare con mano questo vostro sentimento, avendo avuto io lo stesso cuore, la stessa passione per voi del Creatore. Ebbene non mi avete dato alcuna lode, a causa della mia manifesta impotenza. Se, dopo una vita vissuta tutta nella tensione di Dio, non mi avete giudicato degno di nulla, e ora – vedendomi nella gloria – voi cambiaste, lo fareste solo a ragione della mia potenza e dunque, celebrandomi, voi non dareste lode a Dio, ma a Satana! Dio serve nella estrema modestia di se stesso! Pertanto dopo tanto disprezzo, dimostratomi nella vita, io vi chiedo solo di essere giusti. Ma non per ricevere da voi apprezzamenti di cui io non so che farmene! Imparate ad apprezzare voi stessi! Solo se onorerete i miseri che sono tra di voi mi onorerete davvero! Pertanto inventatevi funzioni sacre in cui date onori reali a tutti i poveri che avete tra voi. Celebrateli, perché solo in loro io sarò! Quel Dio astratto cui dite:“Kirie Eleison!”dovrà appartenere al passato. Come non potete “amare il legno” ma solo ogni reale pezzo di legno, così non potete “amare Dio” se non in ogni persona reale, che vive nell’essenza di un Dio che è la sublimazione di quell’essenza reale. Io sono stato “costretto alla fame” da chi ha amato un Gesù idealizzato e non ha saputo accorgersi che egli era realmente in me, perché credeva in un Gesù che fosse astratti ed era inesistente, essendo solo frutto della sua fantasia. Anche il Gesù vero esiste solo in ogni Figlio. Cessate dunque di rendere onore ad una pura astrazione, ed onorate anche Lui, nella Messa, mettendo al suo centro i poveri, gli oppressi, i perseguitati, quelli cui Gesù disse: “Venite a me e io vi consolerò”. Questo dovete fare, voi per Lui, se volete celebrar Lui nella Santa Messa e, attraverso di Lui, volete rendere onore a me. Quando Egli vi disse: “Fate questo in memoria di me” non vi invitava a ripetere gesti, per preservarne la memoria, ma a “donarvi interamente allo stesso modo, ricordando come Gesù vi si era donato”. Anche Gesù non


173 chiede salamelecchi per se, ma che voi facciate esattamente come lui. Pertanto quel momento di celebrazione, nell’Eucaristia, per essere perfetto, deve essere accompagnato da un gesto reale fatto in vero favore di uno dei tanti che sono crocefissi nella vita e che possano risorgere nel loro stato, per l’amore vero dimostrato a lui che rappresenta in verità il Gesù Cristo sulla croce. Amate e celebrate, sul Calvario, anche i due poveri Ladroni, e non solo Gesù! E’ facile amare Gesù… ma io sono stato il Padre e Spirito santo anche nei due ladroni, e in loro ho patito la stessa crocifissione senza essere amato da nessuno! Non dovete amare solo chi è amabile, perché io sono tutti. Dedicatevi allora ad amare soprattutto il mio essere quando si è calato nell’ORRIBILE CROCE, di un malfattore. Io vi ho dato l’esempio della Croce data al buon Dio in Gesù per portarvi a capire che io sono in croce in tutti voi, giorno dopo giorno, minuto per minuto. Lo faccio perché “è giusto farlo”. Chi può di più deve dare di più, e Dio, che può più di tutti, “deve dare più di tutti”…e non per ricevere ringraziamenti. Dunque non datemene! Potete darmi, e allora lo accetto, solo se date al prossimo, perché io sono solo in voi e nel prossimo. Sì, lo so! Mio figlio vi invitò a pregarmi. Ogni Figlio crede che occorra pregare suo Padre, e il mio Figlio Gesù non ha fatto eccezione. Ma, ora che io stesso sono il Padre e vi dico cosa desidera o no il Padre, dovete credere a me più che a mio figlio. Il Padre, come ogni buon padre, è lieto solo quando proietta la sua vita nei figli. Vive per la loro gioia loro e non per essere pregato o ringraziato dai figli. Con ciò non dico che io cerchi l’ingratitudine, ma cerco solo quell’amore certo che sa che chi tu ami riama te, ma senza ostentazioni e senza il bisogno di smancerie eccessive o di dimostrazioni programmate. Con questo non sto dicendo di abolire i momenti di incontro, come le sante messe in cui l’amore sia scambiato tra i fratelli, riuniti per entrare in comunione anche con il Cristo. Egli resta l’unica via di una reale Comunione sacramentale anche con me, che vi aiuta poi a raggiungermi, nel vostro cuore. Voi non potete vedermi in voi, altrimenti avrei troppo peso per voi. Gesù Cristo mio figlio è il modo concreto per


174 raggiungere una reale Comunione con me… che non vi renda succubi di me. Io vi voglio spiritualmente liberi, nell’essere che vi ho donato. Ma non potreste esserlo se il vostro essere sentisse la sua assoluta dipendenza che ha da me. Il Mio Figlio Gesù, in Comunione con voi, vi accomuna a me in un modo che vi possa lasciare idealmente liberi. Per questo io mi son diviso nella forma a se stente del Figlio, perché la Comunione con mio Figlio vi permette di avere la Comunione con me e seguitare ad avere la libertà propria ad un figlio, che non avreste più se vi sentiste direttamente me, il Padre. Quando, a 64 anni, ho consentito a Romano Amodeo di individuarmi chiaramente in lui e di riconoscersi in me, io – il Padre – l’ho INVASO DI ME, come fa prepotentemente il Diavolo con un Indemoniato… ma ad un certo punto dovevo farlo. Io infatti, il Padre, non posso esistere e sentirmi vivo – io come me – se uno non si sente essere veramente me. Ma a quel punto l’ho messo in crisi assoluta nel suo “io relativo”, quando l’ho messo in reale contatto con l’”io assoluto”. Con ciò io ho rispettato interamente la vita del mio “personaggio” che mi ha ospitato, perché 2^6=64 è tutto il tempo, in tutti i 6 possibili versi del sistema tridimensionale di Dio 2 (Padre e Spirito santo). Non stupitevi se questo 2, del Padre e dello Spirito santo, viene prima del 3, quando a Padre e Madre si aggiunge anche il Figlio. Perché la vera responsabilità di tutto è solo di UNO, che però è anche 2, disposti 1/1 a determinare l’uno. Il Figlio viene dopo, come conseguenza, come lo rivela l’equazione 1/1 = 1. Per passare da 1/1 (Padre e Madre o Padre e Spirito santo) al risultato di questa unione, ossia ad 1 figlio, occorre il tempo di passare nel secondo membro dell’equazione. Tutta la Relatività Generale che esiste nel mondo è dovuta al fatto che Padre e Figlio valgono solo l’uno dopo l’altro. Infatti 10/10 elevato a 10 darebbe per risultato 1, perché 1 elevato a 10 dà 1. Ma noi prima facciamo 10 elevato a 10 e solo dopo consideriamo il figlio che vale 1/10. Così abbiamo per risultato 10^9 e non 1, e la potenza 9 è il rapporto assoluto tra l’Energia e la Massa. Pertanto non considerare immediatamente il 10/10=1 e poi elevarlo a 10, ma considerare prima il 10 elevato a 10 e solo poi dividendo per


175 10, porta a creare il tempo di un reale passaggio di potenza, che prima vale solo per quella del padre e solo dopo vale anche per il figlio, ma quando a suo tempo egli diventa padre. Evitare il bilancio simultaneo di 10/10, tra Padre 10 e Figlio 1/10, porta a escludere l’ideale uguaglianza tra Padre e Figlio e alla creazione di un mondo autonomo che si fonda in positivo sulle potenze della matematica aventi per base il ciclo 10 e gli indici positivi. Si supera il potere 100 del Padre rispetto al Figlio perché il Padre vive per il Figlio e lo considera 100 volte più importante di se stesso. Comprenderete allora il grandissimo desiderio del Padre di non volere essere gratificato in se stesso, ma per come egli è realmente proiettato nei Figli. Solo per questo dovete seguitare a celebrare Gesù, ma cercando anche di emulare realmente il sacrificio che gli fu richiesto. Tenetene conto per come imposterete i rapporti ideali con me, evitando inutili salamelecchi di lodi sperticate a me Dio e badando al sodo, nel rapporto reale tra voi fratelli. Ciò non toglie che, dal vostro ruolo di Figli, accorgendovi dell’abnegazione che il Padre ha per se stesso, e volta tutta a vostro vantaggio, voi vogliate liberare il Padre asservito a voi per amore. Ma non lo liberate mettendovi a pregare un Dio astratto. Lo liberate se in voi stessi adottate il suo stesso amore gratuito per i Figli e lo riversate tutto sui vostri fratelli. Chi vuol fare il volere del padre (che vuole amare tutti i suoi figli ed aiuta specialmente i più bisognosi), ama tutti i suoi fratelli ed aiuta specialmente i più bisognosi, sapendo che, con ciò, sta veramente amando l’essenza di Dio calata in quella condizione di reale bisogno. Tutto qui. Ecco, vi ho detto cosa io vorrei, Vedremo, vedrete che cosa Dio Onnipotente veramente farà dopo che, sceso in me, si è messo anche in condizione di esprimere desideri. Sono sempre desideri “miopi”, perché il Dio Padre che è venuto in me non si è privilegiato rispetto a voi che avete una visione ristretta del tempo, e non potete valutarlo nell’ottica divina dei “secoli dei secoli”. Dio ha crocefisso la sua onnipotenza, quando è sceso in me impotente e in me peccatore, come per vedere LUI cosa avrebbe fatto allorché condannato ad assumere in me il comune LIMITE. Credo allora


176 che, se lo ha fatto per assumere informazioni, non lo ha fatto certo per non tenerne poi alcun conto… Se io “mi metto nei panni di un altro”, lo faccio certamente per regolarmi, e non per non tenerne alcun conto. Così credo che se Dio si è messo nei miei panni per cercare di capire che cosa avrebbe voluto e desiderato accadesse stando nei panni dell’uomo che ha una vista così corta e limitata, lo ha fatto solo perché poi terrà in debito conto il risultato di questa sua immedesimazione. Per questo ho voluto segnalarvi le cose straordinarie che, secondo la mia vista cortissima, io giudicherei necessarie accadessero, a far sì che tutti credessero in Dio. Una Cattedrale come San Pietro sorta improvvisamente ove non c’era… una Chiesa in cui “tutti gli ammalati” sono sempre guariti… o 4 grossi alberi di 2.000 anni improvvisamente sorti dove non c’erano… e il tutto accaduto dopo che UNO come me (che si diceva portatore di Dio) lo aveva desiderato, porterebbero TUTTI a credere in uno come me… che sarebbe vissuto solo per dar corpo a Dio e per salvare l’umanità togliendo di mezzo ogni mistero. Nella mia vista assolutamente corta, io dovevo tuttavia esprimere questi desideri, nella speranza che poi il Dio Onnipotente decretasse il suo necessario FIAT… e si facesse riconoscere in me! Se non si farà riconoscere in modo CERTISSIMO come chi ha comandato in me ogni cosa, il qual mai modo l’uomo potrebbe credermi con la dovuta tempestività per ottenere poi la pesca miracolosa? Se Dio vuol seguitare a dipingere un mondo in cui l’uomo è libero, deve creare in questo stesso mondo le possibili premesse da cui sembri poi che l’uomo, nella sua libertà, sia stato convinto a studiare i miei scritti perché QUALCUNO o QUALCOSA di straordinario li ha avvalorati. Se questo “qualcosa di nuovo” non accadesse, il Rosario seguiterebbe ad essere solo la fila di Ave Maria e Padre Nostro che è ora.


177

Armagheddon e Armando Savastio. Io ho già combattuto nel 1987 la battaglia tra il bene e il male, la “Armagheddon” e l’ho vinta grazie al caro “Armando” (che “trascende” il significato di “Armagheddon”), che mi “salvò” dall’ “astio” di un meraviglioso benefattore: il sacerdote don Mambretti. In quella storia che mi successe, bene e male si intrecciarono fino a confondersi e scambiarsi di ruolo. Infatti i personaggi di questa “suprema battaglia” che mi riguardò furono tre. Il primo fui io, che vivendo per dar corpo al Cristo avevo coinvolto – in un certo senso carpendo la loro buona fede – anche coloro che avevano investito risorse economiche nella mia opera, senza sapere che io anteponevo al guadagno il Vangelo di un Gesù che invitava a dar tutto al Signore e non al Dio Denaro rappresentato da Mammona. Per una situazione di emergenza, mi ero trovato in una condizione disperata ed ero andato a confessarmi da un sacerdote mai visto, nella Chiesa di Pizza Chiaradia, a Milano, in una Parrocchia non mia. Il secondo personaggio fu il sacerdote dal quale mi confessai. Don Francesco Mambretti udì il mio dolore per il crollo imminente del mio Progetto di dar corpo a Gesù. Operando un vero grandioso miracolo dell’amore, si coinvolse nella vicenda e si fece prestare dalle sorelle i 20 milioni che avrebbero evitato il mio crollo. Egli non mi conosceva e io non gli avevo chiesto che mi aiutasse in questo modo e il fatto che si fosse messo in mezzo da sé, chiedendo egli un prestito per me, fu il massimo segno dell’amore di Dio sia per lui sia per me. Il terzo personaggio fu quello di Armando Savastio, un professore miscredente e mio lontano parente, acquisito attraverso le nozze di Gennaro Baratta, un mio cugino vissuto per molti anni come un fratello nella mia famiglia. Armando era parente di Giusi Fiadino, la moglie di Gen, e aveva investito nella mia azienda 30 milioni, senza nessuna altra garanzia che la sua fiducia in me. Ebbene vedremo mettersi le cose in un modo in cui io mi


178 “Imbratterò”, nel mio senso del bene, per l’”astio” del buon don “Mambretti”, il cui atto assolutamente fantastico mi avrebbe imposto di fare del male per rabbonirlo. L’astio invase il buon Mambretti quando la disavventura cadde su di me e io non vidi più nessuna possibilità di salvare l’aspetto economico della mia Azienda. Mentre ero accinto a tentare ogni possibile soluzione e cercavo in ogni luogo lontano dall’ufficio, il buon sacerdote mi aveva cercato senza trovarmi ed aveva creduto che mi negassi a chi era stato a dir poco divino e superbo con me. Passare da questo atteggiamento di “bene” a quello “astioso” era stato tutt’uno, e aveva offeso la mia segretaria, scaraventandole addosso il malumore che l’aveva invaso. Costei si era lamentata poi con me, dicendomi che era stata maltrattata in modo insopportabile al posto mio e facendomene gran colpa. Io le diedi ragione e, passando dal voler fare il bene al voler fare il male, pensai che dovevo rendere a Don Mambretti i beni delle sorelle a costo della mia stessa condanna morale. Sarei divenuto un ladro e avrei pagato di persona. Avevo l’assicurazione d’auto sulla vita e in caso di morte ci sarebbe stato un premio di poco meno di 2 miliardi di lire che avrebbe consentito non solo a Don Mambretti di riavere il suo denaro, ma anche a tutti gli altri. La mia stessa consorte, che aveva subito la mia iniziativa imprenditoriale e che mi stava vedendo sul piede del fallimento, avrebbe salvato la sua condizione di benessere. Io dovevo divenire un malfattore e andare piuttosto all’Inferno, ma nessuno doveva giudicare di essere stato tradito nella sua Fede in chi credeva in Dio, al punto da averlo aiutato senza nessuna altra garanzia che la fiducia in lui. Pertanto, con questo, in me si scatenò una vera Armagheddon, ossia la suprema contesa tra il bene e il male. Decisi di compiere il male e di fingere un incidente mortale, per non deludere chi aveva avuto fede nella mia fede in Dio e aveva creduto con ciò nella mia onestà. Salii sulla mia autovettura per cercare il luogo giusto per realizzare il mio apparente incidente mortale senza che apparisse un suicidio, per non far crollare ogni possibile rivalsa assicurativa. Non era facile trovare una situazione credibile e percorsi molta strada, disordinatamente, nelle vie della periferia milanese. Quando mi ritrovai sotto casa di Armando Savastio, io, che


179 attribuivo già tutte le azioni in cui ero coinvolto alla Provvidenza di Dio, giudicai che Dio mi avesse condotto lì, e che dunque io dovessi recarmi da Amando Savastio, per raccontargli dell’”astio” di questo superbo sacerdote e affinché forse egli mi salvasse. Il suo cognome “Savastio” nascondeva in sé questa scrittura trascendente, del mio destino. Era in casa e gli raccontai tutto, dicendogli che io non potevo anteporre la mia salvezza morale, messo così di fronte all’atteggiamento di chi aveva dimostrato tanta nobiltà di animo ed ora era stato confuso dagli eventi. Mi rispose: “Chi è stato spinto dalla fede a fare il bene, ora non può essere per te causa di morte. Io non sono spinto dal bene della fede, perché non ci credo, tuttavia senza incertezza rinuncio ai 30 milioni che mi devi, se li devi ottenere così. Merito allora ancora più rispetto, io da te, e,visto che vuoi perfino morire per non deludere, tra noi due - un credente e un miscredente - non puoi deludere proprio me che credo in te!” Solo anni dopo ho riconosciuto, in questo episodio che mi accadde nel 1987, alla vigilia del mio triplice Fallimento chiesto poi nel Tribunale di Milano, la “suprema lotta tra il bene e il male”, l’Armagheddon… Solo allora mi accorsi di come “Armando Savastio” avesse perfino scritto nel suo nome e cognome il supremo compito lasciato a lui dalla Provvidenza, di una salvezza dal bene (quando diventa “astio”) data mediante chi, mentre dichiara di non credere nel Bene divino, poi vuole il Bene e per esso è disposto a grandi rinunce personali. Armando fu l’arma dell’Armagheddon, e per questo io l’ho nominato il quarto, nella scala dei responsabili del mondo, che io ho scelto, ponendo al primo posto Mocciaro, al secondo Bernareggi, al terzo Andrea Amodeo e al quarto (quello della “realtà”), il mio caro Armando Savastio. Egli deve nuovamente essere determinante, nell’Armagheddon che stavolta sarà lo scontro finale, tra il bene e il male, combattuto sia in terra, sia in cielo. Armando non è infatti il miscredente che dice d’essere. Crede in me e ha sempre preferito la mia vita, anche se un giorno mi disse:


180 “Romano, pensavo di essere stato fortunato ad incontrarti sul mio cammino, ma mi accorgo che è stata la maggiore sventura che mi potesse capitare!” Nemmeno Armando aveva dunque avuto in dono, da Dio, una incrollabile fiducia in me. Si accorgerà però alla fine che la sua prima impressione era stata la giusta e che il suo tentativo, compiuto dopo il mio Fallimento, di farmi riprendere, era stato il segno di quanto avrebbe nuovamente compiuto, dopo l’apparente fallimento della mia vita che ci sarà il prossimo 13 ottobre, tra 32 giorni, perché oggi che correggo questo capitolo è il famigerato 11 settembre delle 2 Torri Gemelle. Devo dire perché poi ho portato a 5 i miei rappresentanti di vertice, aggiungendo al quinto posto l’architetto Alberto Scarzella. Lo faccio sulla base delle premesse. Dopo il mio Fallimento, mio fratello e un suo amico fondarono la Compel, una società di Fotocomposizione che mi consentisse di riprendermi. Ma, quando si giunse al punto di affrontare rischi, nella propria persona, per darmi questa opportunità comperando macchinari da pagare, mio fratello, il suo amico, e il commercialista si defilarono. L’esperienza gli aveva insegnato che era troppo rischioso divenire responsabili di me che mi comportavo da irresponsabile quando anteponevo il “disegno di Dio” ad una oculata amministrazione. Il tentativo di darmi l’estremo aiuto passò allora dal mio fratello di sangue ad un fratello elettivo: Alberto Scarsella, che assunse su di se stesso i rischi della mia giudicata “irresponsabilità”. L’altro socio fu mia madre e Armando Savastio si offerse di essere l’amministratore. Ebbene, ritornando con la mente all’Armagheddon di Armando e al tentativo della Compel, fatto dopo il mio fallimento, ho capito che Armando Savastio e Alberto Scarzella dovranno essere resi responsabili, anche in quello che accadrà dopo il mio imminente fallimento, come già mi fu fatto vedere allora. La terza persona, mia madre, oggi in cielo, è quella Madonna che vi prende parte come Dio. I due dimostrarono una straordinaria capacità, entrambi, di superare le apparenze e cogliere il CUORE del problema. Ci sarà bisogno, di queste superiori e divine virtù, quando si tratterà di provvedere alla salvezza del mondo intero e non solo di me attraverso


181 la “Compel”. Questo nome, che in inglese significa “costringere, forzare”, trascende e comprende anche stupendamente la “Comp.” di “El”, la compassione di Dio. Chi VOLLE che la Compel non chiudesse, in sostanza volle che non cessasse la “compassione di Dio”, e amici si sostituirono, generosamente, in un ruolo così difficile davanti al quale perfino la compassione fraterna si era fermata. Dimostrarono - e proprio a me - la vera Compassione di Dio, e lo fecero proprio loro due: uno che mai era stato mosso espressamente dalla Fede, ma sempre si era comportato con somma giustizia e capacità di comando nell’Ordine degli Architetti che aveva presieduto a lungo, e l’altro che diceva di non credere in Dio ma invece era chi più di tutti ne sapesse cogliere la compassione, tanto che aveva addirittura accettato di avervi parte come amministratore. Pertanto io aggiungo ai tre segnalati in precedenza, Armando e Alberto. Essi, che crederono bene di aiutare me allora, mi aiuteranno nel supremo compito assunto ora da me e relativo alla salvezza del mondo. Così la struttura a 5, di vertice, sarà come la lunga mano destra del Ro-mano. Mocciaro avrà la funzione del pollice, che è il solo dito che contrasta le atre 4 nella presa della mano. Il numero due, Padre Piggi, avrà la funzione dell’indice, che punta il dito sul bene ideale della fede e la traduce in pratica. Il numero 3, l’Andrea mio nipote, esprime il dito “medio” di “meDio”, nel mio sangue. Armando Savastio, il numero quattro, è quell’anulare in cui l’anello lega l’uomo nel suo sacro sposalizio. L’ultimo dito, il mignolo, sarà quell’Alberto Scarsella che ben conosce l’ordine inverso del primato nell’ultimo, perché il primato è nel servizio. La capacità straordinaria di questo “mignolino” a mettere Ordine, sarà fondamentale per il nuovo Ordine che io ho costituito, chiamandolo il nuovo e definitivo IMPERO ROMANO. A questo punto, però, credo sia giusto aggiungere anche la seconda mano, quella sinistra.


182 E pongo qui tutti coloro cui già mi sono affidato nel passato, più o meno “sinistramente”, affinché mi aiutassero. 1. Luigi Luccini, che mi aiutò e sostenne con fiducia le mie iniziative imprenditoriali; 2. Vittorio Delgrossi, cui affidai la mia impresa volta a dar corpo a Gesù e che la sostenne così come gli avevo chiesto. 3. Michele Colabella, che mi sostenne a Milano dopo il Fallimento, quando volli comprare una casa ed ebbe fiducia in me, dandomi 20 milioni. 4. Gigi Flocco, che offerse a me e a mia madre gratuita ospitalità per molti anni. 5. Cosimo Ausili, che mi sostenne a fondo perso, quando morì mia madre. Mancano ora ai 13, Gesù compreso, 3 altre persone. Così io le scelgo: 6. Giovanni Mammone, che mi sostenne dandomi il ruolo di tenere i rapporti con le Chiese, per la fiducia che aveva in me. 7. Giovanni Boselli, per i meriti di sua sorella e mia cognata Mirella in Amodeo, la quale, da quando mamma morì, mi sostiene incessantemente, ogni mese, con 250 euro. 8. Benito Amodeo. A mio fratello io affido il compito di coordinare tutti i Cardinali che, a questo punto, sono ridotti a 100. Scelgo Giovanni Borselli per aiutare nuovamente l’iniziativa, allora sfortunata, della E-press fondata da mio fratello. Allora andarono troppo “e-press”, troppo di fretta, nel tentativo di informare chiunque di quanto accadesse in tutto il mondo, e Dio fece fallire quel tentativo che non si affidò a me come avrebbe dovuto. Giovanni Borselli fu costretto a fallire come amministratore, pagando egli per la fede che egli aveva accordato a mio fratello. Io li soccorrerò ed essi, soccorrendo me, aiuteranno la vita a sopravvivere nel mondo. Si facciano aiutare da Giovanni Mammone, in una nuova E-press che stavolta non va più di fretta, perché è secondo i tempi della provvidenza di Dio.


183 Pertanto ecco l’organigramma dei miei 113. Questi sono i 13. 1) Salvatore Mocciaro; 2) Pierluigi Bernareggi; 3) Andrea Amodeo; 4) Armando Savastio; 5) Alberto Scarzella; 6) Luigi Luccini; 7) Vittorio Delgrossi; 8) Michele Colabella; 9) Gigi Flocco; 10) Cosimo Ausili; 11) Giovanni Mammone; 12) Giovanni Borselli e 13) Benito Amodeo, per ultimo, a essere quella benedizione di Dio per la mia famiglia quando, salvato io da Maria SS. figlia della S. Annina, egli fu mandato come un dono di Dio a nostra madre Mariannina. Tra i 100 voglio l’assenso dei 50 sottolineati, sostituiti (o aiutati) se non acconsentono, da chi non ho sottolineato: 1) Vittorio Giudici, 2) Oriente Carrieri, 3) Marco Furini, 4) Patrizia Tandin, 5) Giorgio Fieramonti e 6) Fiorella Lunardi, che aiutino il mio Pietro come già fecero nella Nuova Scuola Italica; 7) Anna Paola di Belo Horizonte, sua sorella e Rosetta Brambilla, che aiutino il mio Spirito santo impersonato in Pierluigi Bernareggi a sostituirlo in Brasile, nella sua Missione che deve passare in mani di Madonna (questo nuovo mondo già Vera Cruz e Santa Cruz, deve rappresentare mia Madre Nostra Señora Apparecida e avvalersi in ciò del sostegno di Celia Freitas; Fernando Helias Amaral; il defunto José Geraldo Dos Santos che risorgerà; Maria De Carmo; 8) Reginaldo Josè Da Costa; Dom Serafim Armando d’Araugio; Wellington Fonseca); 9) Gen Baratta (di MI) in conto dei suoi fratelli e 10)-11) i suoi 2 figli Baratta, sua moglie 12) Giusi, i 13)-14)-15) i tre altri della famiglia di Gigi Flocco (di Caronno Pertusella) siano in aiuto a Gigi e ad Armando Savastio, come già hanno fatto una volta salvandomi da altro “astio”; 16) Renato (MI) che già lavora per lui, ad aiutare Scarzella a portare il vero Ordine nel mondo di chi lo architetta nel mondo; 17) Don Francesco Mambretti, 18) Don Celeste Dalle Donne, 19) Don Angelo Cassani, 20) Massimo Orlando, 21) Ivo Cavaglieri e 22) Enrico Raho, ad aiutare 23) Renato Mariano, affinché la fede e la gioia creativa si diffondano nel mondo come un divino gioco; 24)-25) Anna e Daniela Forlin (di Seveso) ad aiutare Vittorio Delgrossi (di MI, che ricorra a tutti quei 50 che già mi aiutarono, nella Romano


184 Amodeo, prima e dopo di lui), affinché la Romano Amodeo ora componga con la luce non nella grafica, ma nel mondo; 26) Pietro Saviello Barbato, 27) Corrado Di Battista, 28) Onofrio Alemanno, 29) Maria Proietti e le sue 2 amiche 30) Luigi Sansone, 31)32) Riccardo Tagliarini e sua moglie e 33) Giuseppe Volpe e sua moglie (tutti di Milano) e 34) Giovanni De Bastiani (di Seveso), 35) Giuseppe Citterio (di Corsico), e tutti gli altri che, per aiutarmi senza garanzie dovettero pagare lo scotto per la loro cieca fede in me aiutino Michele Colabella, affinché sia fatta giustizia a chi ha vera fede; 36) Armando Errichiello (di Collegno, Torino), 37)-38) Luciano Bidoli e sua moglie (di MI), 38) Giovanni Farina (di TO) e 40) Franco Dolfini (emigrato) aiutino mio fratello Benito, a gestire i rapporti scientifici; 41) Padre Magni (MI), Don Angelo Centemeri, Don Luigi Carnelli, Angelo e Francesco Monticelli, Corrado Cappelletti, Sergio Ventura, Armando Piuri, Fabio Battaglia e Domenico Liobardi (Saronno), 42) Maria Grazia Arpino (Montesilvano) e 43) Maria Teresa Legnani (Saronno) e i miei amici dei tanti Cori, aiutino Cosimo Ausili e sua moglie; 44) Luisa Restelli (Saronno) aiuti Gianni Mammone (e si facciano aiutare da coloro che operano con loro in Informazona) a gestire tramite “Informazona” l’informazione via stampa in tutto il mondo; 45) Giulio Fiorese, (Besnate, VA) aiutato dal ramo dei parenti paterni, 46)-47) Nicola e Fernando Morra, 48) Vincenzo Baratta, e infine 49)-50) Maria Teresa e Elsa Baratta, (tutti di Salerno) aiutino come possono mio fratello Benito Amodeo e la mia Sposa GS “alter Ego”, cui non do alcun incarico se non quello “trascendente” e “divino” di ESSERCI realmente, a proteggere tutto, sia lei, sia suo padre Mario in segno “divino” e in rappresentanza “reale” di Maria. Gli altri 50 Cardinali. Dovranno essere scelti su esclusiva decisione di Salvatore Mocciaro, che poi possa rimuoverli a sua personale idea se non svolgono il loro servizio, nominandone 10 per ogni Continente. L’impero ROMANO DI DIO avrà ogni mezzo per aiutare l’umanità alla promozione concreta degli ultimi del mondo, perché il 10% di tutte le risorse che gli saranno dovute dai Governi delle nazioni


185 per il dono divino dell’energia della fusione fredda, lo permetterà realmente. Annualmente saranno erogate da tutto il mondo cifre superiori ad ogni umana aspettativa, che dovranno essere tutte utilizzate immediatamente e non capitalizzate in progetti di difesa strutturale di questo nuovo Impero Romano del Dio AmoR. Io comando che ci sia da parte di tutti la fiducia assoluta nella Provvidenza di Dio. Se una struttura crollerà sarà solo perché Dio l’avrà voluto, per offrire a tempo debito molto di più. Lo si creda, e si investa nella fede certa che l’aiuto di Dio è immancabile, quindi non si abbia mai ad esitare, nella paura di un passo che sembri fatto “più lungo della gamba”, perché chi compie questo passo sembra essere l’uomo, ma in verità è Dio, e il suo passo ha lunghezza infinita, se esso giova nei tempi lunghi dei “secoli dei secoli”. Si sappia che Dio sorregge continuamente dando il suo massi,o aiuto, e lo fa togliendo prima una veste per darne una seconda più radiosa. Dunque non si dubiti della Provvidenza quando una struttura di aiuto sembri demolita. Se lo appare è solo per la necessità di ricostruire su nuove basi e di un dover fare tabula rasa del primo strumento. Ogni parto ha le sue doglie. Pertanto, allorché sembrerà che il favore di Dio sia finito, proprio allora si abbia gioia! Perché sta per giungere, attraverso quell’apparente abbandono, una soluzione ancora migliore della prima, che giungerà però solo al tempo debito, nell’ottica eterna di Dio, che non bada solo al minuto ma sempre a provvedimenti che valgano poi per l’intera storia della totale salvezza. Quando l’uomo avrà capito che dietro ogni dolore si cela sempre una gioia più grande, non temerà più alcun dolore e nessun apparente fallimento, giacché proprio il massimo, che sembra la morte, è l’esodo da questo mondo pilotato ora interamente da Dio, per accedere a quello in cui finalmente ciascuno assumerà il suo vero ruolo di Dio, quello che invece ora è messo in croce a determinare l’umana vita. Capito a che vera libertà (assunta da un Dio ora imprigionato) porta la morte, l’uomo la cercherà, nel sacrificio spontaneo per il bene del suo prossimo, e sulla Terra ci sarà il Paradiso… anche su questa Terra che – adesso – sembra essere tutta nel dominio del male e di Satana. Ho fatto di tutto per portarvi a crederlo liberamente, io, con il mio “personaggio”. Ora tocca solo a Dio, come gli tocca sempre.


186 Però stavolta gli toccherà di dimostrare che sia alla portata di ciascuno che, se egli si immola per fare viver davvero Dio in Lui, amando la Sua vita più della sua… Dio lo concede e lo realizza, perché proprio questo è quello che più di ogni altra cosa Dio vuole. Quando la Creatura, che costa a Dio la Sua vita (per dargli vita), assume lo stesso volontario e libero impegno assunto dal Padre nel figlio, solo allora il Padre veramente si è proiettato interamente nel Figlio… e vive nella vita del Figlio! Questo è quello che, in fondo a tutto, Dio vuole, e – se uno lo vuole egli pure – Dio raggiunge in lui il suo scopo più grande e glielo dà. Credeteci! Ciò – infatti – non solo esiste, ma è supportato da ogni ragione per cui esista! Dovete avere questa fede, perché solo in essa esiste ogni suprema ragione. Come disse San Paolo, anche io dico: “Ho combattuto la mia battaglia ed ho conservata la vede”. Ma io credo di aver fatto ancora di più, e non solo per me: “Io ho giustificato a tal punto la mia fede con ogni ragione, che ora ognuno con me può credere che solo in questa “divina e trascendente“ Fede è compresa ogni possibile e vera Ragione!” Questo IMPERO ROMANO, della verità del Dio AmoR venuto in Amodeo Romano, finalmente, si espanderà a tutto il mondo e – nelle mani finalmente dei giusti vignaioli – le porte di una visione Maligna della vita mai più prevarranno. La Verità vi ha liberati davvero e per sempre, definitivamente! avendo rivelato a voi l’assetto vero della determinazione di questo mondo e dell’altro simmetrico e retroattivo, che è indotto dal Sistema Integrale di tutto ciò che è possibile o – se vi sembra più chiaro e sintetico – indotto dal Dio Onnipotente. Nel Sistema di tutto il possibile, non poteva mancare come persona proprio CHI rappresentasse un Sistema che è inteso per realtà personali! Ebbene, alla fine del tempo, questo Sistema-Dio si è impersonato in me AmoR ed è venuto a salvarvi. Infine vi avrà salvati come il Suo infinito modo di essere in relazione al genere umano: mortificato da una croce iniziale che infine si tramuterà nell’infinita sorgente d’ogni bene, in una vita infinita. Con il mio AmoR vi ho educati alla dura palestra di questa vita per darvi proprio essa a modo vostro e in tutto il bene che essa contiene.


187 Non pensate pertanto ad un Paradiso con i cori degli angeli, se non lo immaginate su questa terra e nei cori di vario genere che già adesso vedete nel mondo reale. Ora voi non potete riconoscerli come i cori degli angeli solo perché nella vita reale oggi voi vedete i peccati, i limiti e le meschinità e non sapete scorgere in tutto ciò la vera e divina grandezza di chi è mostrato come ultimo e senza alcun pregio… tanto che è chiaramente solo il Dio che lo sostiene, e lo f al 100%! Un ultimo non ha forza in se stesso e vive solo “in grazia di Dio”. Solo nell’ultimo e sconquassato coro, degli ultimi e più maldestri cori del mondo, solo lì sta Dio al 100%, perché lì non c’è alcuna visibile ricchezza di spirito, in quei “personaggi”, ed essi vivono solo “in forza di Dio, a Causa di Dio e dunque… sono soltanto Dio!” Riuscirete mai a vedere “nella vera povertà DI TUTTO” la mano possente del Dio che fa esistere quel TUTTO? Quando infine vi riuscirete, vi accorgerete di quanto PARADISO invisibile esista già oggi sulla Terra, mentre siete ciechi e non lo scorgete, perché esso p come quel nero che non emana luce visibile! Pertanto, quando riuscirete a vedere proprio nella croce questa luce interamente trattenuta, come il nascosto tesoro che essa ha in sé, solo allora scoprirete in questa stessa croce esserci il Paradiso! Essa è la Croce di chi assume su di sé tutto il peccato del mondo a rendere SANTI gli altri, come accadde in modo esemplare sul Calvario, quella volta in cui, grazie alla divina croce assunta da Dio Padre e Dio Spirito santo nei due ladroni, i Genitori vollero far risplendere solo quella del Figlio! Date meriti a chi vi sembra malvagio, perché è proprio tramite essi, che Dio stesso anima, che Dio toglie il peccato dal resto del mondo. Incenerite e mandate all’Inferno il “personaggio” malvagio ma benedite chi lo ha assunto, rendendo “santo” il vostro! Così, quando incontrerete un malvagio, cercate di vedere in lui CHI si è sacrificato su quella croce, per fare emergere la vostra bontà… e amatelo. Proprio in quel momento Dio sta facendo per voi quanto realizzò sul Calvario usando i due ladroni a beneficio di Gesù. Quando arriverete a vedere DIO in chi vi odia fino a volere la vostra morte e… vi fate uccidere, proprio allora, immediatamente,


188 cessate di essere vittime, ma dimostrate l’amore giusto per quel Dio che sembra “vi voglia uccidere” ma vi spalanca la via della vera libertà! Sembrerà a tutti una morte “da veri stupidi” e sarà invece finalmente la vostra promozione sul campo: uscirete da un mondo senza libertà e tutto predestinato, e potrete finalmente essere del tutto liberi e finalmente promotori veri di CHI, da quel momento in poi, vorrete essere, di COSA vorrete avere, di quale dinamica reale farvi promotori, finalmente PADRONI del tempo e dello spazio! Fa quel momento, tutto esisterà a vostro comando… e sarete stati tutt’altro che stupidi! Vedete fino a che punto vi conviene “cedere al violento”? Egli sembra chi vi voglia “uccidere” e invece è chi vi fa rinascere nel vero dominio di una vita finalmente vissuta, e veramente, DA DIO. Poiché questo che vi racconto è nascosto, ma è “ragionevole”, saprete farvi guidare da queste “vere ragioni” a sostegno dei puri VALORI “trascendenti” indicativi da Gesù Cristo? Egli vi raccontò il “come” vivere, io vi ho spiegato il “perché” vivendo così avrete per voi esattamente tutto quel “centuplo quaggiù” che Egli vi disse. Proprio il centuplo! Lo avrete dopo che voi, tutti Figliol Prodighi, sarete rientrati nella parte del Padre, avendo sperperato la vostra in una vita dissoluta, avendo perso quel 10 elevato a meno 1 corrispondente ad 1/10. La Parte del Padre è 10 elevato a più 1, e vale esattamente 100 volte la vostra, perché la sua potenza +1 la conserva, mentre la vostra -1 la disperde. L’una divisa per l’altra determina proprio 100, e sarà il centuplo che tutti ritroverete, in cambio della pena assegnata a voi tutti, nella parte del figlio dissoluto. Ora non avete più solo la Verità datavi dalla parola Gesù, affinché le poteste credere e su di essa gettare le vostre reti. Ora avete anche le Ragioni dello Spirito santo della Verità, ed essa vi rende “liberi davvero” come vi predisse Gesù, per la Fine del Tempo… e questa sua pienezza è proprio ORA. Ma non sarà per voi la Fine: “Io, il Padre, morirò di nuovo, dopo di essere morto da sempre in tutti i figli… e vivrete in eterno, ma “liberi” solo dopo una morte che io non voglio togliere di mezzo, altrimenti non entrereste mai nel Regno dei Cieli. Gesù ve lo ha annunziato ed io ve l’ho spiegato, indicandovi in cosa consisterà: in questo mondo reale e materiale…, ma finalmente


189 dominato, interamente, da quello Spirito Santo del Dio nascosto in voi che ne è la divina Causa”. L’uscita dal mondo, del Dio in me, sarà conforme a quanto è descritto dai Santi proclamati tali dalla chiesa Cattolica. Il 30-9-2008 vale 3+9+2+8 = 22 quanto la coppia Divina creatrice in me. 30 vale la sua divina trinità nel ciclo, 9 è tutto il moto di 1 nella decina di Dio, 2008 è l decina di Dio. Il Santo è San GEROLAMO D., e descrive GE-RO-L’AMOD., trascendendo Gesù, Romano, l’Amodeo nel suo finale “eo” di un “io Romano vado”. Comincia in questo giorno quella “paralisi” che cominciò il 22-51983 a mio Padre, il cui totale 2+2+5+1+9+8+3 è 30, e ripropone il 30 di questo mese di settembre. Sarebbe morto 7+7 giorni dopo, egli nato il 77-7. Egli Sposato con chi era nato 7×100 +100 -77 giorni dopo di lui ed era il suo “complemento” al 100. Sono 7+7 le Stazioni della Via crucis che aspettano ora Romano nelle 7+7 stazioni di suo Padre, perché Romano “è il Padre”. Così il 13-10-2008, il cui totale 1+3+1+2+8 è 15, la mediazione del Dio Trinitario 30 dato dai 3 cicli della divina unità, questa mediazione comincerà in cielo. La Chiesa celebra San EDOARDO e ciò descrive un trascendente “e do, Ardo!” Ardo perché “do A.R.”, dono Amodeo Romano come il nuovo trascendente “usa e G(etta)” trasceso in Gesù. Sabato Lingardo è “arso” il 15 agosto 1999, a far da “divino mediatore” tra quella data e il 2.000. In lui già fui IO, nel segno del sabato “giorno del Signore”, io fui “L’in G. ardo”, quell’io ardo in Gesù, ma anche in Geova, in Giove, in Gautama, in Giona, in Giosuè… sempre IO in questa g che uguaglia il numero 9 che indica il mio “invariante”, essendo io la decina. A quel San Lingardo, cui nessuno avrebbe mai potuto attribuire santità, ma io lo faccio! Nel dì stesso della mia salita in cielo corrisponde ora San Edoardo. A quel L’in G segue ora E do! È un AR do che è il dono finale fatto in entrambi: l’Armagheddon. Sarà la contesa finale e definitiva tra ciò che sembra male ed è bene e ciò che sembra bene ed invece è male… ma solo quando – chi è forte di quel bene ricevuto -


190 getta la croce su chi vede nel male e lo vorrebbe all’Inferno, come giustizia! Questa Armagheddon agisce retroattivamente perfino sul Calvario, in cui il povero Dio Padre e Dio Spirito santo, crocefissi assieme al Figlio in due personaggi dipinti cattivi… pagarono lo scotto per far risplendere solo la Croce del Figlio! Mai più si sia frastornati dall’apparente male! In questo mondo TUTTO è BENE e il vero buono sta soprattutto in chi assume su di sé tutto il male del mondo, per far risplendere il bene, e sembra esser cattivo. Chi davvero assunse fino in fondo tutto il peccato del mondo furono i 2 crocefissi nei 2 ladroni, 2 Padri costretti alla stessa morte e senza gloria alcuna… perché riversata solo sul Figlio Gesù. Chi avrebbe mai detto così “santo” il mio caro e buon “Sabato?” Ebbene è proprio grazie alla sua manifesta povertà di spirito che Dio ha poi addirittura chiamato Sabato (inserendolo al principio del tempo) il giorno stesso del Signore! Mi disse un giorno: “Io non so perché, ma da giovane seguivo tuo padre ed ora che sono vecchio… seguo te!” Lo sapeva bene: nella povertà del suo Spirito, riconosceva in me… proprio mio Padre, il suo Dio in concreto e lo seguiva. Sabato non andava in Chiesa, a venerare un Dio che lì sentiva esistere molto nell’astrazione, ma lo riconobbe e seguì, sceso nella realtà. Lui solo lo riconobbe in me! Non volle accettare mai nulla da me, abitò a lungo nella mia casa e mi diede sempre – egli assai povero – tutto quel poco che aveva! Lingardo morì nel dì dell’Ascensione di Maria… perché egli “trascese” proprio Lei e il suo straordinario magnificat, egli che abitava in un luogo giudicato da tutti un porcile ma solo perché inseguiva al 100% la pulizia e l’Ordine estremo dello Spirito e non si curava di null’altro. Io stesso ora Ardo, nella sua fine e con lo stesso fine, nella festa di Sant’Edoardo. Quel dì 13 mi dono a tutti, come Lingardo si donò a me. Saronno 12 settembre 2008 a 31 giorni dalla Gloria di Dio il 13.


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