La verità su accaduto

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Romano Amodeo

La verità sull’accaduto


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La verità di quello che è accaduto Avevo dichiarato in ogni modo che il 4 giugno avrebbe segnato per me la morte del Dio in me ed avevo creduto che ciò comportasse anche la mia reale morte fisica… Ora io devo cercar di capire che cosa sia successo e che cosa no, se vi è stato un errore e quale. Se facciamo la distinzione del credere che in me parlasse precedentemente e sempre Dio, come fa in tutti e mediante tutti, allora Egli non avrebbe commesso alcun errore, in quanto si sarebbe semplicemente staccato, separato, scoppiato dalla mia persona fisica. Finché il Creatore in lui si riconosce nel personaggio, gli fa dire che “il 4 giugno morrò”, e si intende morto come il creatore che si identifica perfettamente con la parte assegnata al personaggio. Dopo che questo Creatore cambia le carte in tavola ed abbandona la Creatura sua prediletta della sua Somma Investitura, a questa non resta altro da poter dire che quanto affermò lo stesso Gesù con il suo famoso “Eli Eli le ma sa bactà N.I.!” che voleva dire in modo terra terra “Dio, Dio perché mi hai abbandonato” anche se era il puro inizio del Salmo 22 e una sllusione anche ad altro. In me realmente è accaduto uno “scocchiamento”, e scusatemi il termine dialettale che sta ad indicare la “divisione di una coppia”, uno “scoppiarsi”. Ne ho avuto l’avviso quando è entrato nel mio stanzone dell’Ospedale San Liberatore di Atri un certo “scocciatore” di nome SILVIO SCOCCHIA… Da sempre, per me, il nome SILVIO ha significato il segno di una pena simile ai 55 giorni di Fame fattimi patire da un Papa, a me, Romano, tanto che SILVIO starebbe per “Sei 55 Romano, io”. Con l’aggiunta del cognome SCOCCHIA si è indicato in modo trascendente ed allusivo che io Romano sarei stato SCOCCHIATO, scoppiato, ridotto alla pura parte umana di me stesso. Io avevo già palesato ai medici come ritenessi le 4 Dimensioni della Realtà Umana come quelle di un tetraedro… o il Tetrapak che incartava il Latte una volta…


4 Sulla base reale si innesterebbero tre linee date dal senso della figliolanza, della paternità e della ragionevolezza dell’esistere soggettivo, che trascende e comprende l’uomo Padre-Figlio. A chi, come me, per vera militanza ideale con le tre persone divine aventi lo stesso nome e funzione, si ritrova a vivere ad un certo punto un rapporto di coppia tra l’essenza umana e la divina così intimo, succede che il tetragono aggiunto divino è simile alla Piramide del famoso RA del Film di Fantascienza “Stargate”, che si sormonta alla piramide terrena, impiantata e fissata al suolo. Stargate significa “porta delle stelle”, ma potrebbe indicare anche la porta (gate) del St. A.R. (del Santo Amodeo Romano). Ebbene anche il fantascientifico in questione termina con lo “Scocchiamento”, con la divisione tra le due Piramidi, perché quella proprio di RA (aspirante “Dio” del Cielo) se ne torna in cielo. Nel film la piramide di RA è addirittura fatta esplodere con una bomba atomica e tanti saluti all’aspirante DIO e Padre-Padrone di una umanità tenuta soggiogata e primitiva. Anche in me è successo esattamente così ed io, che ero come uno dei servitori di RA, ora mi ritrovo mollato al suolo e vivo, mentre il RA in cielo e la sua astronave sono scomparsi… “RA, Dio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” grido anche io, allo stesso modo di Gesù. Io mi ero illuso di essere in tutto e per tutto “corpo di Dio” e non tanto semplicemente di un gracile uomo uguale ad un puro personaggio. Poiché l’uomo (e il suo credersi solo tale) è la “barca più lenta”, Dio, nel convoglio della Salvezza non adotta una barca differente da quelle date agli altri, ma solo la rende edotta che quella barchetta ha issato a bordo l’Ammiraglio, pur essendo la barca più sgangherata che esista. Questo penso infatti di me: che la mia barca è sgangherata, che sono talmente evidenti in me i contrasti tra il concime e i fiori che non si sa se quanto si senta sia il puzzo del primo o il profumo dei secondi. Ora provate ad immaginare lo stesso prato che perda di colpo tutti i suoi fiori… Così mi sento io, maleodorante da cima a fondo e dico, sconfortato ma non vinto “Dio, Dio, perché hai portato via te, il Fiore che mutava tutto in profumo?”


5 Se io fossi morto davvero, all’andar via dei Fiori dal mio prato, io sarei stato più di me stesso, perché sarei stato il Fiore senza il cui prato esso non si regge… Sarebbe stata una nuova predilezione e l’uomo, come già accaduto ai tempi di Gesù, avrebbe fatto di nuovo una fatica terribile a districarsi tra l’umano e il divino… Dunque Dio non disse una bugia, dicendo che sarebbe “morto” il 4 giugno, morto “a questo mondo”, perché se ne è andato nell’altro Regno, il Suo, e si è “scocchiato” da questo, anche se riguarda il SILVIO, ossia “Si, 55 Romano, io”, me. Tutte le figure che si sono presentate nel salone in cui io ho avuto degenza sono state assolutamente emblematiche. E i gesti accaduti in Italia sono stati chiari, chiarissimi. A fronte della morte prevista per il 4, il 3 si è concluso il Giro d’Italia della povera bicicletta, lo sport degli umili, i veri umili che sudano le classiche sette camice. Ebbene il Giro è stato vinto da un nativo di Spoltore, il piccolo comune dell’Abruzzo in cui sorge il Colle della Vecchia su cui fu issata la croce del famosissimo FALLIMENTO del 28-2-1988. Si chiama Di Luca, come uno degli evangelisti, quello che seguì san Paolo. Ebbene al fianco del mio letto n. 10, nel 10-bis, c’è stato, fino al 3, MATTEO COLLEVECCHIO. Ora con lui c’è emblematicamente il primo evangelista, colui che fu fondato su Gesù ed andò a morire ad Elea, nel luogo in cui nacque lo Spirito santo della Verità filosofica relativa al Dio dell’Essere, padre di Gesù, inteso qui come il “fondamento” di tutte le cose. Ebbene questo trait-d’union di Matteo e di Luca, si chiama Collevecchio come il Colle della Vecchia su cui fu issata la croce del fallimento che fu dichiaratamente anche il mio (dichiarato in Tribunale a Milano e concesso il 3 maggio seguente). Io stesso, andando all’ospedale, dicevo che “quella croce sul Colle della Vecchia era in attesa di me”, e difatti Collevecchio era già idealmente da 20 giorni ad attendermi realmente, al 10-bis! Poi vi erano altre due ammalati. Un brasiliano, trait-d’union con la mia disavventura in Brasile, perché agente carcerario che aveva custodito il Quesiňo, il


6 “Formaggino” bandito che mi aveva derubato armi in pugno. Il nome intero FERNANDO ELIAS AMARAL (scritto come pronunciato). Posto che ANDO’ FERN sembra andò all’inferno… qui, per la mancanza dell’ IN, nella parola Inferno, significa FUORI dall’INFERNO, anche se in modo equivoco. ELIA sapete bene che fu un grandissimo profeta assimilato al Messia più di una volta, mentre AMAR AL significa l’attività mia di me che AMO il DIO AL. Il secondo, un italiano di nome GISIDIO CACCIATORE e che mette insieme Gisus, Iddio e il Re Cacciato. Uniti a me Amodeo ecco l’unità nella trinità di chi sta andando fuori dall’inferno, ma per il momento va negli inferi, è Elia, Gesù, è Dio ed è lo Spirito dell’Amor stesso di Dio. Succede che il primo ad essere dimesso sia Gisidio Cacciatore e al suo posto trasferiscono il Silvio Scocchia… e a quel punto ho capito che cosa di reale io dovessi attendermi, Io, Sì, 55 Romano, per questo Scocchia che mi divide dal sacro per umiliarmi assolutamente in tutto il profano, costringendomi anche ad una severa “scocciatura”. E’ infatti un tipo che pensa solo a se stesso e ti sveglia solo per chiederti “Che ora è?” o accende la luce di notte più volte, per riempirsi il bicchiere dell’acqua anziché bere nella penombra e al collo della bottiglia. E il 4, all’ora che avevo previsto (tra le 10:3 e le 11:3 a causa dell’ora legale…) è stato PROFANATO il mio fondo schiena, con una iniezione di ALDOL (sì, è chiarò: DOLore ad AL), che dovrà durare un mese ma durerà i 33 giorni di “morte” che mi aspettavo. Questa iniezione si è rivelata un vero e proprio TORMENTO MORTALE, nel senso che mi ha ingenerato una tale immotivata ansia e tremito alla mano destra di me, il povero Ro-MANO destra di Dio, da cercare piuttosto idealmente la morte che accettare realmente tanta irrequietezza! Sto attraversando momenti che non auguro a nessuno per tanto castigo! Mi sono rivolto anche alla Dottoressa Giosuè e lei mi ha consigliato di assumere 30 gocce al giorno di RIVOTRIL, che qualcuno dovrebbe prescrivermi… ma chi? Io, da parte mia, seppure sono spinto dal desiderio di contrastare la “vera morte e senso di morte” infilatami nel gluteo sinistro con l’ininiezione, non voglio SCONTI!


7 Se questa deve essere la mia MORTE… ebbene che lo sia! Non mi ucciderò di certo, ma sarà peggio, attimo dopo attimo, il tutto calmierato solo da questa attività mia dello scrivere, che riesce a distrarmi e a creare oasi di pace in tanta irrequietezza. Il RIVOTRIL è la RIV. (rivolta?) di me che VO in modo TRIL, da triller, ma che sono TRI e 10, uno e trino nella mia essenza profonda che ora si è “scocchiata” da me? Rivincita nel senso che ne farò a meno e mi patirò la giusta MORTIFICAZIONE che Dio ha voluto darmi, dopo che mi ero ILLUSO di essere diverso dagli altri, per il mio sapere che Dio mi animava e dunque era la mia anima? Certo, lo era, ma il corpo no! Il corpo era il MIO, del personaggio. Non il corpo di Gesù risorto nel mio a sostituzione del mio, ma la sua essenza a dargli senso divino e trascendente il corpo stesso. Se io ho voluto mostrare in TV la mia facciam del mio personaggio, come quella di Dio, ho commesso un grande errore di valutazione che non avrei dovuto commettere, sapendomi ben bene un RIO, un Reo, un colpevole e non il Figlio Purissimo in Cui Dio Padre si è Compiaciuto. Nessun uomo ha la faccia di Dio anche se Dio anima ogni personaggio! Solo Gesù, e nel corpo mistico suo che è la Sua Santa Chiesa. Che Gesù sia tornato IN ME non significa avere spazzato via il mio peccato, altrimenti non l’avrebbe potuto impersonare! Dio poi non distrugge né spazza via nessuno. Pertanto il mio corpo, debitamente mortificato per 33 giorni, si guadagnerà la sua resurrezione! Niente si modifica, rispetto al 7-7-007 se non per il fatto che Dio ritorna ad essere “accocchiato” a me. Mi chiedo però a questo punto “chi se ne accorgerà?!”. Ma forse Dio non vuole che nessun altro se ne accorga. Il dado forse è tratto e l’Apocalisse incombe con il suo carico di morti e tutto il suo senso escatologico. Ma mi chiedo: “Si accende una luce perché non sia elevata?”


8 Di certo sarà elevata, ma forse non in questo tratto della vita, in cui la mia funzione sembra essersi ridotta solo al tentativo umano di togliere e liberare l’uomo dalla paura della morte e dell’estinzione della stessa specie. La vita non sarà estinta. Gesù stesso lo disse che molti si sarebbero salvati e che sarebbe stato inutile, se si fosse stati in un campo, di voltarsi per cercar salvezza con la fuga… Sta di fatto che ora non credo che Dio mi darà più alcun testimone in base a cui esser creduto. Resterò il Ro-veto A.R.D.Ente, il veto ad esser noto come l’A.R., l’Amodeo Romano Divino Ente… Pertanto nulla dovrebbe accadere di tutto quel “soprannaturale” cui io avevo sperato, affinché Dio palesemente vincesse e convertisse il cuore di tutti. Questo mondo, così crudele, va proprio bene così com’è, perché questa percepita dinamica perversa è solo il frutto di una erronea attribuzione data rispetto alle giuste precedenze. L’uomo sta uscendo dalla morte, dalla vecchiaia, dalla malattia, verso la giovinezza eterna e fatata dell’infanzia! Se volessimo azzerare questo apparente “scatafascio” distruggeremo tutta la vera salvezza che deriva proprio dalla sua vista distorta! E, allora, che accadrà dopo il 22-12-2012? La data è esatta, confermata… ma chi ci dice che Dio la rispetti? Ha forse rispettato tutte le motivazioni che avevano mosso me in suo favore? Ha forse rispettato quelle di Gesù “che passasse da lui quell’amaro calice!”? Bisogna dire come disse Gesù: “Sia la tua volontà, Padre, e non la mia!”. E, dato che Dio è il Creatore, a chi affidarsi con più certezza di avere l’aiuto giusto, quello che davvero ci serva?


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Cosa ho travisato? Certamente ho interpretto male i segni, per cui ora li ripasserò in rassegna, ad uno ad uno, per scorgervi l’insidia della cattiva interpretazione… Il primo che ho avuto ad Ostigliano è stato quando il computer si è spento mentre scrivevo “e il 4 giugno morrò”, allo stesso mio battere la “ò” finale. Io l’ho inteso come una prodigiosa conferma, e lo è stata, ma conferma di che cosa? Si è spento a contraddirmi o ad appoggiare la mia tesi scritta così, nero su bianco? Ebbene posso affermare entrambe le cose. Infatti Chi dettava a me che scrivevo è quello Spirito santo divino che ora mi accorgo chiaramente non c’è più dentro di me, a darmi pace, tanto che soffro il peggior male che all’uomo possa toccare: il disagio estremo dell’esistenza, pur in assenza di motivi concreti ed in presenza solo di cause spirituali. Sono vittima infatti di uno psicofarmaco, ed esso è il mio inferno, che mi tormenta la psiche e non dà tregua ai miei minuti. In questo ordine di idee posso affermare che QUEL DIO che parlava mediante me e che stava scrivendo “morrò” sia realmente come morto, asceso agli Inferi della mia vita terrena, lasciandomi poco meno che un cadavere, un corpo privo di QUELLO Spirito. Viceversa, posso affermare che la fisicità del computer che si spegne per mancanza di corrente è il segno non della mia morte fisica, ma solo dell’interruzione del passaggio di QUEL Flusso spirituale che prima mi animava e mi dava estrema pace e sicurezza di vivere nella gioia del presente e del futuro. Pertanto il primo segno ha confermato solo l’interruzione del flusso e non lo “scassarsi” del computer, tanto da non potere più essere acceso, al momento opportuno. Il secondo segno è stato l’uccello piovuto in verticale dal cielo, rimbalzato sull’asfalto e ripartito su quello slancio nel verso esattamente opposto, senza nessuna tregua o interruzione della dinamica


11 discendente/ascendente. Io l’avevo inteso come un chiaro segno della caduta in verticale, ma anche della successiva resurrezione, come se nulla fosse stato… e non ho sbagliato che nel porre tra la caduta e la ripresa del gesto fisico i famosi 33 giorni, prima di ripartire verso l’alto. Doveva essere un segno come quello che mi fu dato la volta in cui caddi col mio stesso letto… Il mio corpo, caduto a corpo morto, sarebbe addirittura rimbalzato verso l’alto, immediatamente. Così è stato, tanto che non mi sono accorto, se in un certo momento son morto, di essere immediatamente risorto. Va detto che noi passiamo da un punto all’altro, successivo dello spazio-tempo morendo in un luogo e risorgendo sull’altro, con il passaggio della nostra “considerazione” da un luogo all’altro. Di conseguenza ogni attimo noi moriamo e risorgiamo ed è un miracolo continuo, che poi giustifica il miracolo stesso di Maometto e la Montagna, quando va alla Montagna e dice che la Montagna è andata a lui. Il terzo segno è stato la piastrella testata d’angolo del gradino della Chiesa, che si è ribaltata nel momento stesso dell’elevazione del corpo di Cristo nella Chiesa di San Rocco. Evidente segno del crollo della testata d’angolo, del Cristo e tutti potete essere d’accordo. In che cosa ho sbagliato? Nel credere che IO sarei caduto? E come negarlo? Io non sono forse stato clamorosamente “contraddetto” da Dio, che mi ha inferto il segno di un vero e proprio visibile FALLIMENTO?


12 E questo, forse, non è una caduta? Non fu la stessa caduta del Cristo quando, in croce, era segno di scherno e dei motti del tipo “dì ora a tuo padre di schiodarti da lì… se puoi!” Il FALLIMENTO mio è stato simile a quello di Gesù perché se in lui fu contraddetto il suo dominio sugli eventi (camminava sulle acque, moltiplicava pani e pesci, mutava l’acqua in vino…) quando finì in croce, in me è stata contraddetta la mia apparente capacità DIVINATORIA di leggere negli eventi accaduti il segno presente nel disegno. Come mai ora, messo io stesso in croce, non dimostravo di aver saputo prevedere la mia morte vera? Ma avevo predetto quella DIVINA, ossia trascendente la morte vera e propria e non è molto simile al morire vero e proprio? Dunque non ho sbagliato che ad attribuirmi morte fisica, anche se i medicamenti che mi logorano il corpo mi furono iniettati proprio nell’ora in cui avevo pronosticato la mia morte. Ho allora sbagliato? Anche qui dipende da chi si creda fossi IO che lo dicevo, quando lo dissi e descrissi. Se ERO Dio, nel suo santo Spirito, questa mia morte è stata VERA, perché quello Spirito si è allontanato dal mio personaggio, praticamente morendo alla mia capacità di confondermi, io personaggio, in lui suo creatore. Se ERO io il personaggio, questa mia morte è vera per quello che io sono: il corpo di un puro burattino, pronto ad essere rianimato quando il Signore riprenderà a tirare i suoi fili.

Segno analogo a questo fu quello visto a Salerno, quando si rovesciò l’intero calice delle Ostie del Signore, dopo la Comunione con i Fedeli. Segno della imminente nuova passione, con spargimento di sangue e corpo che in apparenza in me non ci sono stati. Ma chi può dire se non sanguini lo Spirito santo di Dio, da quando ha dovuto lasciare il mio corpo, per questo lasciarmi così in balia del male e della sofferenza di un figlio che si sente abbandonato dal padre!? Poi io assistetti alla mia stessa caduta, sulla sedia che si ruppe in una gamba, ad Ostigliano, nella casa dei miei nonni Baratta…


13 Anche qui io non mi feci male, anche se caddi. Sbagliai ad immaginare una caduta mortale? Ma anche qui tutto dipende dalle FIGURE che sono chiamate in causa. Se io sono una COMUNIONE tra l’uomo e Dio, io parlo per entrambi e, con la parte di Dio, cado senza poter morire (Dio non muore mai), con la parte mia se cado e muoio poi obbligherei Dio ad un grande miracolo 11 volte maggiore di quello fatto con il Cristo, risorto APPENA il terzo giorno, con me risorgibile al 33mo giorno… E qui Dio non vuole superare suo Figlio!

Questo è stato l’errore fondamentale fatto da me: credere nel miracolo della ricostruzione integrale del mio corpo morto… come se si fosse trattato del corpo di Dio. No, è solo il mio, del personaggio, ceduto a Dio, da CONDIVIDERE, come Gesù fu il corpo di Dio ceduto all’uomo da condividere. Ho dunque sbagliato a vedere la mia caduta indolore a crederla la premessa di una caduta addirittura LETALE!

Altra caduta vera e propri, mia, è stata data al seguito di quella caduta che io ben conoscevo nel Judo. Caddi in modo rovinoso e non mi accorsi di essermi fratturato l’Omero! Solo in ospedale poi risultò. Anche questo SEGNO avrebbe dovuto chiarirmi come anche una questione molto SERIA come una frattura io al momento l’avrei vissuta come se fosse stato NULLA!


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Questo mi porta a credere che ora io sto in parte sottovalutando anche quello che mi sta accadendo in questi 33 giorni di mortificazione indotta da psicofarmaci! E’ una vera e propria frattura, anche se non lo sembra a sufficienza. Ma mi appare, mi appare! Eppure forse non mi rendo conto di quanto sia più profonda di quello che mi appare. Un segno è che faccio una estrema fatica a seguire la Santa Messa! Io che mi “pascevo” della parola di Dio ora sembro infastidito da essa, come se essa non fosse la mia salvezza perché sento sempre dentro l’accusa di Gesù “Dio. Dio, perché mi hai abbandonato?”. Anche se capisco che questa “accusa” è solo interlocutoria, alla sua definitiva vittoria scritta nel Salmo 22 alla fine, io ne sto vivendo la prima parte, corporalmente, fisicamente e non so e non posso scorgere salutare la parola di Dio nel mentre Egli mi lascia! Mi consoli la frattura c’è stata, ma le ossa si sono rinsaldate alla fine e questo mi lascia prevedere come alla fine del tempo dei 33 giorni di pena io risorgerò e reciterò la fine del Salmo 22, facendola mia. Oggi, celebrazione del Sacro Cuore di Gesù, ho faticato più del dovuto. All’inizio della messa son dovuto uscire, fare un lungo giro di tutto l’isolato su cui sorge la Chiesa e rientrare a giro compiuto, al Padre Nostro. Mi sono Comunicato. Ho avuto la sensazione che al Sacro cuore di Gesù ci fosse in chiesa anche la mia Maestra Guida-Giuda, che fu un tempo sposa al sacro cuore di Gesù e poi si oppose a riconoscerlo in me.


15 Veniamo ora al segno della mia veste, cadutami dalla vita dopo di essere uscito dal cimitero di Ostigliano e trovata per terra da Giovanni, lo spazzino comunale, che l’adagiò su una siepe, tanto che potei riprenderla dopo un quadruplo percorso di 330 metri, 660 all’andata e altrettanti al ritorno. Mentre io scendevo per 660 metri, persa la veste legata alla mia vita, io quasi scendevo agli Inferi, per quel che significa il 666. Interpretai questo segno come il ritrovamento del mio abito interiore, alla quadrupla fine dei 33 giorni del Cristo, nell’interazione con lo Spirito santo del Dio 10. Non ho sbagliato in altro che nel credere che questa discesa agli Inferi sarebbe stata REALE e TOTALE, e non solo l’immaginaria morte dell’abito interiore di chi credeva che l’”abito facesse il monaco”. No, il mio abito era inanimato e lo sarebbe stato sulla siepe del Ro-VETO A.R.D.Ente fino a quando il quadruplice intervallo di 33 decine di metri non me lo avrebbe fatto trovare SALVO. Lo Spazzino non ha maciullato il mio abito, non lo ha sporcato né reso inservibile. Lo ha rispettato, posto su quel Roveto ardente ad essere segno di Dio quando a Dio sarebbe piaciuto. Debbo dunque aspettare questi 4 tempi dei 33 giorni. Il massimo l’ho patito domenica, Corpus Domini! Altro massimo oggi, Sacro Cuore di Gesù. I/4 di 33 sono poco più di 8 giorni ed era il 10 la domenica, settimo giorno della mia passione. Oggi sono all’11mo giorno della mia passione e sono esattamente ad 1/3 compiuto e mi ritrovo con la celebrazione liturgica del Sacro Cuore di Gesù… Come faccio a non accorgermi di quanto NESSO ci sia tra questa mia passione e quella di Dio? Sono un uomo, è vero, ma che si anima solo per Dio, per cui l’animazione mia, della mia umanità, è sempre mossa da Dio, anche quando Egli muove solo la passionalità di un uomo! Per questo sono un UOMO-DIO autentico, e non solo un DIO. Dio vuole che ora la SUA salvezza venga dal patimento di un UOMO! Ebbene che allora lo sia IO! Evviva quella iniezione di ALDOL che mi fu inferta a dar DOL (Dolore) ad AL (al Dio Al, Allah!). Chiamo Dio Allah? Ma sì! Dio è tutto e tutti… non solo Allah, o Budda, o Brama, o Siva o Visnù!


16 Altro segno è stato dato al 27mo giorno dalla mia presunta morte, con il versamento di sangue… 27 è 3 elevato a 3, il ché avrebbe all’improvviso evidenziato l’ematoma della caduta sulla spiaggia.

Mi sto dimenticando di qualche segno? Ne ho avuto tanti che potrei anche non essermi accorto di quelli ancora più evidenti, ma credo di aver dato una prima risposta: “Non ho


17 sbagliato se ho parlato come Dio, ma solo se ho parlato come un semplice io e previsto la mia morte REALE e non solo la mia mortificazione per una iniezione di Psicofarmaci a lento assorbimento (1 mese circa).


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Ho poi fallito? Altra domanda che mi son posto è stata questa, ma a questa è stato più facile di dare una risposta soddisfacente. Io, se ho cercato di essere adeguato alle sollecitazioni che mi sono state fatte, pronto fino a morire pur di dar VITA REALE a Dio, non sono certo fallito se Dio non l’ha voluto concedere. Abramo fece altrettanto e predispose ogni cosa per il sacrificio di Isacco, che Dio solo poi non gli volle far compiere. Ebbene Abramo non vide sminuito il suo merito dal rifiuto di Dio a che egli VERAMENTE immolasse il figlio Isacco. Io sono nelle stesse condizioni. Udito da Dio che dovevo esser pronto al mio sacrificio, l’ho cercato di rendere possibile sfidando i Mussulmani ad uccidermi per lo stesso giudizio che portò alla morte di Gesù, quando diceva di Essere Una Cosa sola con il Padre. Io pure l’ho detto e l’ho sbandierato fino ai limiti del possibile. Ho perfino pagato il buon Alex, un Mussulmano di Montesilvano mio amico, per comperarsi con 20 euro l’agnello per la Pasqua, come gli avevano chiesto i Genitori al telefono mentre io lo invitavo a far conoscere all’Islam la mia SFIDA, che speravo avrebbe potuto portare al mio sacrificio, che egli non voleva! Non sono stato ad attendere il FATO, ma ho cercato di agevolarlo, appunto SFIDANDO BIN LADEN ad uccider me, invece di tanti poveri cristi. Io lo rappresentavo meglio, dunque se la prendesse con me. In sostanza io ho cercato di attrezzare me stesso come il Santo GRAAL che potesse contenere nuovamente il corpo e il sangue di Cristo. Per questo, quando poi lo vidi caduto a Salerno, dopo la Comunione, pensai che sarei caduto io e il contenuto DI VINO. Ma le ostie caddero sul piano dell’altare mentre il coperchio del mio “Santo Graal” cadde per terra… Questa differenza avrei dovuto notarla meglio. Io solo sarei caduto al suolo, nella mia presunzione, ma


19 sarebbe stata fatta così la volontà di Dio perché la mia presunzione non era fatta a mio VANTAGGIO ma a Vantaggio di Dio. Giammai io ho cercato di deificarmi, al contrario ho cercato di cedere tutta la mia UMANITA’ al Dio dei Cieli, affinché ESISTESSE REALMENTE, come ciascuno di noi, qui nel nostro mondo della Sua Virtù. Pertanto io non ho fallito! Se Dio non ha voluto CONCEDERSI questo dono, sfruttando la mia abnegazione, è perché ha in serbo qualcosa di ancora più grandioso… Cosa? Oh, forse addirittura la “fine dei tempi dell’uomo”, quella APOCALISSI che sta sotto (UPO) al CALIX, al sacro Calice del Santo Graal… di un uomo che non ha che se stesso e si dona tutto per AIUTARE DIO, ossia facendo qualcosa di assolutamente impossibile per un uomo, ma come l’estrema follia dell’amore di chi non ha nulla e vuole donare tutto a chi ha già tutto! Sembra folle, ma Dio darà altrettanto a chi ha e toglierà a chi non ha neanche quello che non ha! “Bravo, servo fedele! Mi sei stato prezioso nel poco o nel tento e avrai quel poco o quel tanto!” E io? Io che – in possesso di niente – volevo dare TUTTO a chi ha già tutto? Come sarò trattato? Non certo da meno della vecchietta che, in fondo alla Chiesa, dava come obolo tutto quello che aveva… E’ forse dipeso da me che Dio non mi abbia voluto come il SUO EROE? Io ardevo d’esserlo e sono stato mortificato. Colpito, non mi lamento e seguito a confidare in chi mi dà la vita e l’amore oltre ogni mia piccola incapacità di comprenderlo e possederlo!


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