La sezione aurea divina

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Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO

18 48 66 114 180 La SERIE AUREA del Dio della CROCE=18


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La sezione aurea La progressione di Fibonacci Essa è questa: 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 89 144 233... Ogni valore maggiore di 1 è il medio proporzionale tra i due estremi. Poiché le relazioni riguardano numeri interi, i rapporti saranno sempre approssimati agli interi.

La sezione aurea Riguarda una relazione che considera anche i decimali. In essa due valori, di cui uno è 1 e l'altro è 0,61803398874.... sommati tra loro stanno al maggiore (che è 1) come questo 1 sta al valore minore che è 0,61803398874. Infatti 1, diviso per la quantità decimale uguaglia la somma dei due valori

La sezione aurea DEI NOMI DIVINI, della CROCE del cielo e della Terra Riguarda 5 quanti: 18 48 66 114 180 che in 5 tempi decuplicano il 18=T che parte come la croce in Egitto, da cui Dio “chiamò” il Figlio, quando alla T in <ATon>=<uno sulla croce>, si aggiungono le 10+10+10 trine dimensioni di un DIO a D.10, che portano il 18 al 48=7+5+17+19=GESU', rinominando alfabeticamente tale somma, prima in 7 (l'opera creativa) e una in 1 e trina in 11+13+16, dunque 7+AMOR, in cui 7 è l'opera derivante AB-AMO.R.=AB-R.AMO, in cui l'AB viene chiamata DA da un ROMANO=66, che poi è 1 in 113, e trino nello stesso, come 1+113=114= 1 ROMANO AMODEO, che è anche 1 TORQUATO ed è anche l'acronimo 1 RO AN AN PA TO AM, dualistico, dei 5 nomi Romano Antonio Anna Paolo Torquato e del cognome AMODEO, per un totale di 66+78+26+51+113+47=381. Il totale 1,180, moltiplicato per l'assoluto 100, e sommato alla Trinità di quanto esiste nel Principio assoluto di 10^3, porta al 3.118 della Croce finale della stessa Terra, costretta a ribaltarsi nel suo asse nel mese 11 e giorno 14 segnati sia da Deuteronomio 1,114, sia da Corano 1,114, quando si moltiplicano per 10 e diventano i giorni decimillesimi dell'anno 3.118,1114 dopo Cristo. Laddove 18+48+66+114+180=426 = Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo AMODEO, 59+116+26+83+95+47=426, che è stato il reale figlio di Ta-Mar (Baratta Mariannina, negli estremi congiunti) quando un Romano Ultimo (morente) fu miracolato e accadde la PARUSIA di Gesù, in BEN come l'ultimo dei dodici figli di Giacobbe, dopo la RU del primogenito RU-BEN


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18, 48, 66, 114 e 180 sono tutti capitoli del Deuteronomio come 1 sol libro 1,18, è il libro, nel dettaglio decimale del capitolo. In esso Tre scendono dal cielo con Dio, per vedere e capire cosa succeda a Sodoma e

Gomorra. Abramo si inventa una trattativa con Dio, basata sui numeri da 50 uomini buoni, fino al limite estremo di 10, sufficienti a salvare i territori dalla divina distruzione.

1,48,

è il libro, nel dettaglio decimale del capitolo. In esso Giacobbe informa Giuseppe che i suoi due figli Efraim e Manasse sono avocati a lui stesso, come figli suoi. Tanto che Giuseppe costituisca da se stesso una terna di Figli, in cui il secondogenito Efraim è anteposto a Manasse, così come già accaduto in 1,25 e in 1,38. Sono parimenti benedetti. MANASSE allude alla croce di Ro-<MAN. A.> che <SS è>, ma è in croce come toccherà al Re MANASSE ucciso perché giudicato infedele assieme poi ad AMON (suo figlio re a 22 anni e ucciso dopo 2), laddove anche AMON trascende il MANO susseguente al RO di CHI-RO, il Cristo XP.

1,66,

è il libro, nel dettaglio decimale del capitolo. In esso c'è il dono di Dio agli ebrei della MANNA, per un OMER a testa. La Manna trascende M=11, la cui sommatoria dà il 66 del numero del capitolo, e sta davanti ad ANNA, il terzo nome di Romano, che, valendo 26 afferma che SONO DUE SEI a dar l'essenza del 66. Manna sta anche per Madonna. OMER sta per <ROM è>

1,114, è il libro, nel dettaglio decimale del capitolo. In esso c'è la LEGGE, quella dell'Occhio per Occhio, in cui si ricevono le stesse cose che sono state fatte. Trascende la legge del 3° principio fondamentale della legge dinamica, di AZIONE e REAZIONE.

1,180, è il libro, nel dettaglio decimale del capitolo. In esso è espressa chiaramente la somma di 11 MALEDETTO CHI... ed è la maledizione della croce dell'11 che se lo SEI, vale il 66 di Romano.

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6,614

66,14, che esiste nel piano 7+7 nei tempi centesimi dell'assoluto 100. Sommati invece per i numeri esistenti per conto loro nei capitoli 18+48+66+114+180, portano al capitolo 426, che, per la D.10=DIO, porta a

riguardante la parusia di Gesù accaduta in Romano e resa evidente tramite il suo Gemello in Gesù, chiamato Anna Giovanni Vincenzo Amodeo e 426 nel suo valore numerico. Vediamoli tutti i cinque valori della SCALA DIVINA, in sequenza.

Benito Vittorio


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Cap.

18

Ton>, uno in croce

= <a

1 Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. 2 Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, 3 dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. 4 Si vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. 5 Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa' pure come hai detto». 6 Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce». 7 All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. 8 Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono. 9 Poi gli dissero: «Dov'è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». 10 Il Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». [Non è casuale che sia 10 IL SIGNORE, quando RIPRESE dopo chi i 3 GLI DISSERO. È la prova in se stessa di UN SIGNORE che è Uno nel 10 ed è trino, con 3 persone]. Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. 11 Abramo e Sara [Alludono di uno solo che viene AB-AMOR, girato in AB-RAMO per la R. del nome Romano anteposta all'AMO di Amodeo, e per lei che lo SARA' infine a Saronno, passando per il S. A.<RONN è>, ossia A. RoMAn è>] erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. 12 Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». 13 Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono

vecchia? 14 C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio». 15 Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma quegli disse: «Sì, hai proprio riso». 16 Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. 17 Il Signore diceva: «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18 mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? 19 Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso». 20 Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». [E' lo scopo divino di accertare di persona lo stato delle cose, e scende in terra. Si è davanti ad una terra accusata di perversione in SODOMA e GOMORRA, che sono davvero e “letteralmente pervertite” da <AMOD o S.> e da <A.R.>ROM<o G>. Questo S. o G. -Signore o Gesù- vuole saperlo di persona, e si incarna in AMODEO R., sì ROM, o anche Gesù, la cui parusia è prevista in lui]. 22 Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. 23 Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? 24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». [Voi tutti sapete


5 che Romano Amodeo introduce nella questione divina la rappresentanza numerica. Per lui, DIO opera con la D.10, la dimensione 10. Per lui il piano assoluto è dato dal ciclo di 100, per cui afferma che tutto il moto reale e divino è di 50. Ecco il perché proprio “questo” Abramo coinvolge la presenza di 50 giusti in grado di giustificare la salvezza di Dio alla Terra] 26 Rispose il Signore [e non è a caso che il SIGNORE rispose al versetto 26, essendo DIO=26]: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città». 27 Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... 28 Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque». [Questa insistenza sul “vedi come ardisco io Abramo davanti al Signore” è giustificata dall'Insistenza di quanto viene DA R.AMO, “ab-R. Amo”: stavolta riguarda il fatto che togliendo al 50 la sua massa decima 5, la si muta nella sua pura massa inerziale. Essa allora gira completamente non più nel ciclo 100, ma in quello di 360°, riguardando una presenza complessa, binaria, che è totale in 2^3, tanto che i 360° di rotazione, ridotti alla dimensione ottava, indicano in 45° centigradi la condizione in cui sia unitario il rapporto tra seno e coseno, chiamato “tangente”. Infatti tg 45° = 1, e questo spiega l'accorpamento d'una particella che orbitante in modo tangente. Abramo ha questa conoscenza, e si fa forte di essa per “ardire” davanti al signore che fa coi numeri] 29 Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». [Abramo trova ora vero che il numero 40 rappresenta l'unità e trinità di Dio quando essa si fonda sul ciclo 10 del PADRE di tutti i numeri decimali. Per cui se esistono 40 uomini buoni esistono nel segno intero del Dio Uno e Trino nella dimensione 10. Dio non può fare altro che acconsentire: infatti è vero] 30 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». [Da quanto viene DA R. Amo – ab R. Amo... se non volete supporre DA AMOR – esiste la verità inoppugnabile che se 10 è il valore assunto da Dio, a immagine e somiglianza della sua potenza creatrice di un PADRE di tutti i

numeri decimali, allora anche un volume i cui tre lati siano tutti e tre BUONI in 30 uomini buoni, allora questi stessi 30 uomini rappresentano la stessa bontà di Dio. E il Signore non può fare altro che acconsentirlo, perché è assolutamente vero] 31 Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti» [Adesso, le interpretazioni che vengono da Romano Amodeo, e che sono messe in bocca ad AB-R. Amo, sono che, quando DIO esiste come il ciclo 10 in linea, allora esiste anche nel piano che ha due lati uguali a 10 e che sono l'unità di una presenza binaria simile a quella di Padre e di Spirito santo, per un 10 ciascuno... Anche di fronte a questa osservazione, il Signore non può che riconoscerlo valido e sufficiente: bastano che esistano padre e Spirito santo]. 32 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». [La lezione che proviene da R. Amodeo è che se Dio opera con il ciclo 10, assunto da lui come il padre di tutti i numeri, allora basta questo fondamento. Per questo Abramo dice che l'afferma per l'ultima volta. Se riducesse ancora la quantità di bontà, al di sotto di 10 non avremmo più nulla di unitario, e tutto sarebbe ridotto all'esistenza puramente relativa, interna al ciclo 10. Dio lo riconosce a questo versetto 32 che indica il numero di 2 elevato a 5, che ha la forma numerica sia del 25 della nascita nel giorno divino uguale a 100/4, sia del 33 -1 che mostra tutto il cammino di 1 nella vita intera dei 33 anni vissuti dal Figlio.] 33 Poi il Signore, [sì al versetto 33, perché il Signore Gesù visse 33 anni!] come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione. [Così il cap. 18 introduce l'avvento di Dio 1 in 3, e dichiara di essere disceso per sapere se sia vera la perversione del mondo, che ha “letteralmente pervertito” il nome di lui AMOD o S. e di lui <A.R. - ROM – o G>. Infatti qui è tutta una questione di NOMI, e questo 18=T è il nome stesso raffigurato nella CROCE in mezzo al Dio <Aton> di <uno su un 18>]


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Cap.

48

1 Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli condusse con sé i due figli Manasse ed Efraim. 2 Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto.3 Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse 4 dicendomi: Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te in possesso perenne.5 Ora i due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. [Giacobbe avoca a se stesso i due figli di Giuseppe, e li esemplifica a RUBEN poiché R-U+BEN indica la presenza della vita di R giunta agli estremi, ad U, nel giorno in cui i suoi danno principio alla vita di BEN, Benito Amodeo, esattamente il 4 giugno 1940 della parusia di Gesù in Romano morente. Perché Simeone? E' il secondo, come Benito nato secondo a Romano, e che sono una cosa sola... <simme ONE> siamo UNO! Pertanto ecco che Giacobbe antepone i figli di Giuseppe, che è il figlio numero 11 e rappresenta in esso il 66=romano, che è quello giusto tra i suoi 12 figli che sia messo al posto suo. Non come RUBEN, diseredato per essersi messo nel letto con una concubina del padre!] 6 Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella loro eredità. 7 Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè Betlemme». 8 Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe disse al padre: «Sono i figli che Dio mi ha dati qui». Riprese: «Portameli perché io li benedica!». 10 Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più

= Gesù

distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò. 11 Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di vedere la tua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!». 12 Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra di Israele, e li avvicinò a lui. 14 Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito. [In questa benedizione si ripete quanto è già accaduto e descritto in 1,25 e in 1,38. Insomma si tratta degli stessi nomi già visti ma ora espressi differentemente. Al posto del G-ESU' risultante da Giacobbe nella sola G e da ESAU' senza il primato della sua A, è espresso ora un EFRAIM che ha lo stesso valore 48 di Gesù. E questo in quanto questo è il libro della genesi diretta del 48=GESU', che era nato come secondo ma che è anteposto al fratello, che era nato per primo e si chiamava MANASSE a ricordare in maniera evidente il nome di ROMANO. Poiché MANASSE vale 64 di suo, diventa 66 quando da primo che era è costretto al ruolo di 2°. Insomma è descritto quanto accade nella vita del primogenito ROMANO che che deve cedere e servirà all'avvento di GESU' in lui, il cui segno evidente ed incarnato sarà BENito, concepito quello stesso giorno in cui fu miracolato dalla Madre di Gesù, costrettavi dalle incessante preghiere di TAMAR, Baratta Mariannina che la pregava incessantemente chiedendole: “Salva Romano, innocente come Gesù”!] 15 E così benedisse Giuseppe: «Il Dio, davanti al quale hanno camminato i miei padri Abramo e Isacco, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino ad oggi, 16 l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi giovinetti!


7 Sia ricordato in essi il mio nome [ISRAELE dice in inglese che <IS R.A. ELE, Dio> ed EF-RA-IM: <E' spirito del Dio RA – Elohim, nato a Felitto> e il nome dei miei padri Abramo e Isacco [Abramo viene DA R. Amo, nel mentre ISACCO è il Sacco Italiano pieno di rifiuti e da eliminare pro i contenuti] e si moltiplichino in gran numero in mezzo alla terra!». 17 Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. 18 Disse al padre: «Non così, padre mio: è questo il primogenito, posa la destra sul suo capo!». 19 Ma il padre ricusò e disse: «Lo so, figlio mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà grande, ma il suo fratello minore sarà più grande di lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». [Qui abbiamo il Padre Giacobbe che risponde a Giuseppe come il Signore aveva risposto a Rebecca, in 1,25, rendendogli presente la dimensione divina in cui il rapporto tra il maggiore e il primogenito deve essere come quello del primogenito che sia asservito al secondogenito! E' la divina sezione aurea di Dio!] 20 E li benedisse in quel giorno: «Di voi si servirà Israele [Di voi si servirà quel R.A. Che è Dio... come io ora sto facendo, attuando questa sacra scrittura] per benedire, dicendo: Dio ti renda come Efraim e come Manasse!». [Dio ti renda come 48 +66 = 114 = 1 Romano Amodeo; 1 Torquato!; 1 RO AN AN PA TO AM !] Così pose Efraim prima di Manasse. [E fece nascere il Figlio Gesù prima del Padre Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, anche se costui è nato prima di Gesù ed è il VERO primogenito] 21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri padri. 22 Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la spada e l'arco» [Non è per caso che il Quanto a me sia al versetto 22, che è la presenza terza della trinità data da 22 + 22 +22 in Romano. Non a caso è citato il dorso del monte conquistato dalle MANI degli AMOR REI, che richiamano il Ro-MANO, AM. R. ma di quegli amori che sono considerati colpevoli. E non è a caso l'uso della SPADA e dell' ARCO. In SPADA il S. PA' DA', il Santo Padre dà... mentre con l'ARCO si esiste CO' A.R., con Dio.] [Insomma questo libro 1.48 che dà direttamente genesi a Gesù, attraverso l'immedesimazione di Giacobbe con Giuseppe (padre putativo di Gesù Cristo,

poiché il vero antenato non era Giuseppe ma Giuda, il quarto figlio di Giacobbe e ultimo avuto dalla Lia cui giacobbe fu costretto a legarsi per la violenza di un padre che giudicava decoroso per prima cosa che si sposasse LIA, la sua prima, e non quella seconda, Rachele, che invece Giacobbe prediligeva. LIA è già l'antefatto dell'ITA-LIA in cui la divinità Romana sarebbe ITA, a costituire l'ITA-LIA fino lì, nella presenza di quel padre che il Signore aveva individuato nel ROMANO popolo. Assieme, LIA e il GIA trinitario in Giacobbe, avrebbero significato nei suoi estremi quel LUIGI A.modeo padre. LIA in L...IA e Giacobbe in tutto il suo trinitario GIA. Pertanto, Giacobbe Israele che si fa uno sia con Giuseppe sia con Efraim e Manasse, dà una ragione al nome di Giacobbe che Dio volle mutare in ISRAELE dopo una lotta fatta col Signore... Quella detta nel capitolo 18, che ridusse a 10 onesti la salvezza del mondo)


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Cap.

66

1 Levarono l'accampamento da Elim e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elim e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dal paese d'Egitto. 2 Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 3 Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nel paese d'Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». 4 Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina secondo la mia legge o no. 5 Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni altro giorno». 6 Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto; 7 domani mattina vedrete la Gloria del Signore; poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». 8 Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni, con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore». 9 Mosè disse ad Aronne: «Da' questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!». 10 Ora mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco la Gloria del Signore apparve nella nube. 11 Il Signore disse a Mosè: 12 «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti.

= Romano Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio». 13 Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all'accampamento. 14 Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. 15 Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: «Man hu: che cos'è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. [Mentre in 1,48 si tratta di MANasse, qui si tratta di un MAN you, un RO-MAN che farà da PANE CELESTE per tutti e 40 anni vissuti nel deserto] 16 Ecco che cosa comanda il Signore: Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda». [Non a caso, il SIGNORE compare in vesto versetto 16=R, e COMANDA il pane quotidiano, nella misura di 1 OMER a testa che non si fa molta fatica a capire che <un ROM è!>, che questa MANNA è un romano, ma che si chiama anche ANNA, ed è poi chiamato MANNA perché M+ANNA è 11+ANNA, in cui sia 11, sia ANNA=26 sono la ESSENZA di ROMANO=66. Infatti la essenza sesta di Romano 66 è data da 66/6=11, mentre la ESSENZA del numero 66 è data dal fatto che in esso, in 66, vi SONO DUE SEI, 26! MANNA è nel segno anche della MADONNA, ma anche della MariANNinA, il nome della sua reale mamma, che già ebbe gli estremi TA e MAR in BaratTA MARiannina a indicate TAMAR, la mamma in 1,38, che per lui era proprio e anche gennaio del 38.] 17 Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco. 18 Si misurò con l'omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava: avevano raccolto secondo quanto


9 ciascuno poteva mangiarne. 19 Poi Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». [Cosa significa questa storia, messa in relazione con la manna apportata da Romano Amodeo? Che vi saranno uomini che ci capiranno di più ed altri che ci capiranno meno... ma a ciascuno basterà quel poco che in fin dei conti avrà capito dell PANE QUOTIDIANO che sarà stato fornito in questo modo dal PADRE NOSTRO CHE STA NEI CIELI] 20 Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. [Cosa significa non cercare di conservare eccessivamente le cose che sono relative al mio apporto? Che io do a ciascuno quello che gli serve e gli basta. Chi volesse PRESERVARMI e CONSERVARMI vedrebbe imputridire tutte le verità apportate da me. Io sono uno da USA E GETTA, US e G come GESU'. Io sono un SERVITORE che non ambisce e SI INCAZZA se invece di SERVIRE agli altri accade che è IDOLATRATO dagli altri e allora non è USATO ed ABUSATO più... ma chiuso in un tabernacolo! Incontrato solo IN CHIESA e non in tutti quanti i luoghi... specie laddove mai si potrebbe dire: tra i malfattori e i delinquenti, le prostitute e i ladri! Dio non ambisce ad essere RISPETTATO... se il rispetto è cosa solo FORMALE o indotta dal TERRORE e dalla PAURA per un Dio che è POTENTE e che dunque si vuole ARRUFFIANARE. Non il Figlio che sa di esserlo, accetta il Padre e dice subito di SI'... ma poi non ne rispetta le idee, e fa differentemente... non costui agisce bene! Piuttosto lo fa chi dice PADRE TU NON ESISTI E IO NON TI VENERO IN ALCUN MODO... ma poi usa la sua ragione e – guarda guarda! - essa è QUELLA STESSA DI DIO! Chi dunque fa DAVVERO tra i due LA VOLONTA' DI DIO? Ecco cosa intendo per un giusto USO e non un ABUSO! Vi siete mai INCAZZATI anche voi a sentirvi TROPPO RINGRAZIARE per azioni che avete compiute sentendovi voi in dovere? Dio non cerca SALAMELECCHI! Dio è un Signore molto serio, che arriva a sembrare perfino burbero e scorbutico, pur di NON COSTRINGERVI al senso di gratitudine, intesa come DOVEROSA, a meno che essa non sgorghi liberamente come la diretta espressione del cuore!] 21 Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva. 22 Nel sesto giorno essi raccolsero il doppio di quel pane, due omer a testa.

Allora tutti i principi della comunità vennero ad informare Mosè. 23 E disse loro: «È appunto ciò che ha detto il Signore: Domani è sabato, riposo assoluto consacrato al Signore. Ciò che avete da cuocere, cuocetelo; ciò che avete da bollire, bollitelo; quanto avanza, tenetelo in serbo fino a domani mattina». 24 Essi lo misero in serbo fino al mattino, come aveva ordinato Mosè, e non imputridì, né vi si trovarono vermi. 25 Disse Mosè: «Mangiatelo oggi, perché è sabato in onore del Signore: oggi non lo troverete nella campagna. 26 Sei giorni lo raccoglierete, ma il settimo giorno è sabato: non ve ne sarà». [Si giunge in questo modo proprio AL COLMO! Se la MANNA è il pane quotidiano che esce dalle mie parole, voi dovrete fare a meno di esse proprio in quel giorno! Oggi andate alla messa, per onorare Dio e prendere MANNA da Dio... ma Dio fa festa il sabato! Allora dedicatelo a voi questo giorno! Cercate l'amore tra di voi! Io NON VI OBBLIGO alla santa messa, ma se è nella LIBERTA' DEL CUORE che voi veniate nel giorno della festa a fare un po' di festa a me... a me che riposo... oh fatelo! Ne sarò assai lieto! Ma che sia perché LO SCEGLIETE in piena libertà e non perché IO VE LO COMANDI! Quando nel credo ho fatto scrivere “Ricordati di santificare la festa” ho inteso dirvi che la rendete SANTA la FESTA se vi ricordate che io sono lieto se voi mi fate festa VERA e ripetete il segno eterno del sacrificio di Gesù, che già vi diede se stesso come la MANNA e vi invitò già tutti a cibarvi di lui! Di me vi cibate se fate onore alla verità e vi cibate solo di essa, avendo assunto senso di vero schifo per le menzogne!] 27 Nel settimo giorno alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma non ne trovarono. 28 Disse allora il Signore a Mosè: «Fino a quando rifiuterete di osservare i miei ordini e le mie leggi? 29 Vedete che il Signore vi ha dato il sabato! Per questo egli vi dà al sesto giorno il pane per due giorni. Restate ciascuno al proprio posto! Nel settimo giorno nessuno esca dal luogo dove si trova». 30 Il popolo dunque riposò nel settimo giorno. 31 La casa d'Israele la chiamò manna. Era simile al seme del coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele. 32 Mosè disse: «Questo ha ordinato il Signore: Riempitene un omer e conservatelo per i vostri discendenti, perché vedano il pane che vi ho dato da mangiare nel deserto, quando vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto».


10 33 Mosè disse quindi ad Aronne [Non a caso questo 33 MOSE' è nel pieno segno di A-MOSE-O, un Mosè da cima a fondo, che dalla S in Mosè si trasmuta nella D presente in MODE', trascendente lettura di EDOM, il nomignolo dato ad ESAU'. Ma è in sostanza una Verità che sta parlando a se stessa. Infatti Mosè che parla ad Aronne che è la chiara voce di lui che tartagliava, è l'allusione di chi si rivolga a chi <A-ROMAN è>, ma – poiché Dio è poi chi è, - poiché MA è N - <A.ROMAN è> è <A-RONN è>, è anche ARONNE. Si tratta dunque di un Dio che parla a se stesso e cerca di fissare anche le cose IN ETERNO. Infatti questo che segue è ciò che Mosè gli disse]: «Prendi un'urna e mettici un omer completo di manna; deponila davanti al Signore e conservala per i vostri discendenti». [Qual è questa URNA? La raccomandazione fatta al versetto 33 la esprime nel Tabernacolo dell'Ostia consacrata a Gesù Cristo. Deve essere IN MEMORIA ETERNA... ma è un AFFARE che riguarda Dio stesso che ci resti: Che tutto passi, ma non passi mai la parola, la via e la vita di Gesù Cristo, morto per amore!] 34 Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, Aronne la depose per conservarla davanti alla Testimonianza. [Ed è quello che sta accadendo proprio in questo momento in cui voi leggete come io A. Romano vi invito tutti ad una Testimonianza eterna per il FIGLIO! Voi infatti siete tutti FIGLI di Dio e nel tabernacolo DEL FIGLIO trovate quanto è fatto a vostra misura. Quello che riguarderà me, nella mia duplice persona di Padre e Spirito santo io voglio che abbia un Tabernacolo diverso: LA VOSTRA INTELLIGENZA E IL VOSTRO BUON CUORE! Che non ci sia altro Tabernacolo per il PADRE e per lo SPIRITO SANTO, che quello che potrete erigere per Maria santissima, che si è riproposta a tutti attraverso mia madre, Baratta Mariannina, di cui ha parlato Bibbia, nel libro 1,38 e per me incarnato nel gennaio del 38. In quel giorno ci fu un viaggio celeste dal Mondo al Nuovo mondo in cui uno di tre reali trimotori era guidato dal Figlio della Controfigura del Potente. Tanto Controfigura da essere quasi la Caricatura del Duce dell'Italia: quell'altro BENITO, padre di ROMANO, suo terzo figlio maschio. Dopo il suo 1° - non riconosciuto, disdegnato come ISMAELE da Abramo – e finito morto giovane

in un manicomio, cui Dio volle accadesse realmente ogni cattiva sorte legata al 1°, ogni sua croce. Eppure è da Benito Mussolini che venne la testimonianza di un “ritorno reale dal cielo, di Gesù, per come lo avevano visto salire in cielo”. Infatti, di quel trinitario volo celeste, uno dei tre fu fatto scendere prima, a Natal. A Natal videro dunque il reale ritorno di Gesù per come Dio l'ha fatto scrivere nel primo libro degli Atti degli Apostoli] 35 Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant'anni, fino al loro arrivo in una terra abitata, mangiarono cioè la manna finché furono arrivati ai confini del paese di Canaan. 36 L'omer è la decima parte di un efa. [Chi credete che ci sia e...<e fa?> E' uno solo il Dio che fa tutto, e fino al punto che la decima parte di COLUI CHE FA TUTTO è il FIGLIO di Dio che esiste in ciascuno degli uomini! Pertanto avete visto tutti come nel Pentateuco e capitolo 66 si descrive con chiarezza estrema la natura ed il fine del 66=ROMANO: essere il cibo eterno della vostra anima e della vostra ragione. Con questo 66 che è tutto il complesso che parte dal negativo di -33 e termina al positivo di +33 c'è non solo tutto il SANTO E POSITIVO immesso da Dio nella trentatrennale vita di Gesù Cristo. Esiste anche il negativo di una crescita -33. Solo a queste dure condizioni la vita Divina si è messa in condizione di annullare di persona la verità di ogni male. Infatti quello che NON ESISTE, essendo ZERO, può prendere un divin prestito di -33, per rendere il suo 33 assieme ad un altro 33 di puro e Cristiano Guadagno. Esso è ottenuto PER TUTTI, da un Dio che scende personalmente negli Inferi di questa vita, per assegnare a tutti quanti solo una RISALITA, totale e generale fatta tutta interamente con lui. Se la IMMACOLATEZZA di Gesù sarà eterna DIMOSTRAZIONE di come si sia ESEMPLARI, la vita DUBBIA di Romano Amodeo consoli tutti quanti! Il Signore non è disceso sulla terra solo assegnando a se la PURA parte di Gesù, ma anche quella della BESTIA DI SATANA, per farlo scoppiare dal suo interno, a vantaggio di tutti.]


11

Cap.

114

di Bibbia e Corano

1 Il Signore disse ancora a Mosè: 2 «Ordina agli Israeliti che ti portino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tenere le lampade sempre accese. 3 Aronne lo preparerà nella tenda del convegno, fuori del velo che sta davanti alla testimonianza, perché le lampade ardano sempre, da sera a mattina, davanti al Signore. È una legge perenne, di generazione in generazione. 4 Egli le disporrà sul candelabro d'oro puro, perché ardano sempre davanti al Signore. [Il Signore che dice a Mosè di dire ad Aronne è nel segno dell'IO SONO COLUI CHE – SONO. E il messaggio detto è la perenne verità consegnata in questo modo uno e trino all'eternità della vita trasmessa, di generazione in generazione, come una lampada che resti eternamente accesa davanti all'essenza che il Signore ha posto a immagine e somiglianza di se stesso: il ciclo numerico 10, come l'eterno PADRE di ogni figlio posto nel suo valore del DECIMO, e con lo Spirito della santa ed eterna processione che dall'uno va all'altro e dall'altro rientra nell'UNITA TOTALE data dall'AMORE che sconfigge la SEPARAZIONE. E' la verità SOMMA dell'equazione che fissa l'unità, nella Trinità del 10 Paterno, come il 10 che elevato a zero uguaglia lo stesso 10 elevato all'uno positivo che moltiplica il 10 elevato all'uno negativo. 10^0 = 10^+1 × 10^-1. In questa relazione ESSENZIALE ogni modo di esistere è ricondotto al suo puro valore quantitativo, e le qualità, che distinguono gli esseri tra di loro, cessano di essere quell'ostacolo tenace che discrimina, separa, ghettizza essenze aventi la stessa e del tutto uguale consistenza. Quando l'uomo dice: “io non sono un numero” e valorizza in se stesso la specificità della forma del suo essere, crede che la sua consistenza sia una questione formale anziché essenziale... Ma esiste una sola cosa che possa equiparare ciascuno: il suo essere unico, che lo porta a quell' 1 che non differenzia più un uno dall'uno stesso del suo fratello. Ardano dunque in

eterno, davanti al Signore, solo le questioni che portino all'unità dell'essere di ogni essere e non quelle che lo diversificano. L'esempio l'offre Dio PADRE con il suo 10/1 che appare certamente avverso all' 1/10 del suo ideale Figlio... ma questi due esistono solo come il TUTT'UNO dato da 10/10=1, come in questa trinità di Dio in cui la Trinità è un puro aspetto FORMALE, giacché è ricondotta tutta alla sua SOSTANZIALE UNITA'. Padre, Figlio e Spirito santo sono PERSONE, distinte nella FORMA della Trinità, ma sono UNA COSA SOLA. E questo cessi di essere quel MISTERO che oggi è creduto da credere solo per DOGMA. Diventi la simultanea presenza di una opposta QUALIFICAZIONE, tutta contenuta in una UNITA' che non ha la DISTINZIONE in persone come un LIMITE, ma come la SOVRABBONDANZA DELL'AMORE, che unifichi sostanzialmente tra loro tutti i possibili nemici. Essi nella FORMA sono simili ai 3 assi cartesiani, perpendicolari tra di loro e contrapposti totalmente, poiché la lunghezza esistente in ciascuno è solo lunghezza nulla, perché riferita a un solo punto geometrico e senza alcuna dimensione reale, sugli altri due. Ecco: l'unità del VOLUME è indiscutibile, come quella di DIO, che è TRINO nella FORMA del suo VOLUME, costruito dal simultaneo concorso tra tre assolutamente differenti ENTITA' che non esaltano questa differenza, ma la controbattono fino al punto da saper dare TUTTA la loro QUALITA'ad una totalità che dunque possieda tutte e tre, come 3/3 che sono 1. Il LAVORO DISTINTO sta nei 6 “giorni” necessari a unificare il rapporto di 3/3. Il 7° giorno è il divino risultato quantitativo della relazione dei 3/3 che sono finalmente il SABATO del RIPOSO di Dio, che non lavora più nei TRE TERZI di Padre, Figlio e Spirito santo. E' questo qui il FONDAMENTALE SABATO in cui riportare all'unità di Dio, tutto quanto sia stato diviso in TRE TERZI. La reale divisione distingue i tre tempi di 1/3 + 1/3 +1/3, che sono uguali e distinti come i tre assi, che sono 1/3 della terna in ciascuno. Si celebra davvero DIO


12 solo quando questi 3 OPPOSTI sono ricondotti ad 1.] 5 Prenderai anche fior di farina e ne farai cuocere dodici focacce; ogni focaccia sarà di due decimi di efa. 6 Le disporrai su due pile, sei per pila, sulla tavola d'oro puro davanti al Signore. [Le 12 focacce stanno per i 6/6 in cui il 66=1 Romano, che è 22+22+22, mette in relazione i due 6 che sono la sua essenza nel 26=DIO, la cui unica essenza sta nel 13/13 che pone in netta relazione intrinseca l'unità posta nel padre 10 (di ogni numero decimale) con la terna che costituisce la sua unità. Poiché 1 OMER è dato da 10 Efa, i due decimi di Efa sono 2 OMER diviso in decimi. Essi dividono il totale dato dal dualismo in quanto <è ROM> nei 10 figli posti nei DECIMI, tanto da fissare quanta parte del Dualismo divino tocchi a ciascun Figlio del DIO=D.10. Le due pile contenenti 6 focacce ciascuna sono quei distinti 1/6 + 1/6 +1/6 +1/6 +1/6 +1/6 che – riferiti a 66 – sono nelle distinte 6 quantità di 11 + 11 + 11 + 11 +11 +11 che dovranno essere disposte sulla tavola d'oro puro del Signore. Costituiscono quanto toccherà in anni, al FIGLIO, come 11 + 11 + 11. Essi, questi 33 anni, sommati al 66 della trinità di 22+22+22 di Romano, formeranno quei 99 valori unitari che costituiscono 100 come il PIANO del Signore, che esiste in 10 quantità di 10. Esse, in relazione tra loro, potranno formare 10/10 in unità, 10+10=20 in linea di spostamento intero, e 10^10 in linea del massimo potenziamento di quando non agiscono come 10+10+10+10+10+10+10+10+10+10, ma come il loro prodotto. 10^10 è un tale ONNIPOTENTE SIGNORE, che, diviso per il PADRE=10, sommato al suo TEMPO ½, ottiene esattamente 666.666.666 da 10^10 : 15. Ebbene è questa divisione che porta al TRIPLICE e satanico 666.666.666, che è, in anni, tutto il tempo possibile tra due generazioni del pianeta Terra, che vanno tra ogni ribaltamento dell'asse della rotazione della Terra. In questo totale esistono 3118,1114 anni, tanto da disporre la proporzione di 666.663.547,8886 / 3.118,1114 dal cui rapporto risulteranno in tutto 213.803 intere generazioni unitarie nel tempo di 0,6338 unità. Esse sono esattamente secondo 7+7+7 volte la realtà unitaria in 10^4 unità, nella dinamica in atto per il 38 che è alla base del giorno in 38×38 quantità (quelle data dall'Azione 38 per la Reazione 38) espresse alla dimensione assoluta 100 e in quella 3 dell'unità divisa nei 3 Terzi. Anche il

tempo 0,6338 dell'unità mostra il 38 alla dimensione 10^4 della realtà, in quei 63 centesimi che indicano il flusso delle 37 unità interne al 38 e fissate nei centesimi, del piano assoluto 100. Pertanto vi saranno in tutto 213.803 generazioni che dureranno ciascuna i 3.114 anni interi DOMINATI dalla Bibbia, nel libro 1,114 del Pentateuco esista in modo Trino nell'unità del Libro 1,18, che poi è lo stesso valore nel libro 1,180, quando questi libri sono considerati a dimensione assoluta 100, come 118 anni aggiunti ai tremila, e nel tempo 1114 del libro 1,114. Questa la VERITA' che il Signore dà all'uomo, affinché possa sapere con grandissimo anticipo il giorno stesso del suo “finimondo”. A partire dall'immenso DONO fatto dal Signore all'uomo, con l'incarnazione di quel suo FIGLIO PREDILETTO che fosse in grado di FISSARE il giusto inizio del computo degli anni, in relazione a questa fine. Nessuno tra di voi ha immaginato l'Avvento di Gesù Cristo, come il SEGNO dio inizio dell'ULTIMA GENERAZIONE di tutte le 213.803,8886 che esistono, tra un ribaltamento dell'asse terrestre e il successivo.] 7 Porrai incenso puro sopra ogni pila e sarà sul pane come memoriale, come sacrificio espiatorio consumato dal fuoco in onore del Signore. 8 Ogni giorno di sabato si disporranno i pani davanti al Signore sempre; saranno forniti dagli Israeliti; è alleanza. 9 I pani saranno riservati ad Aronne e ai suoi figli: essi li mangeranno in luogo santo; perché saranno per loro cosa santissima tra i sacrifici in onore del Signore. È una legge perenne». [Questi Pani, queste focacce formate con la MANNA, da computare in OMER sono riservati alla “digestione”, ossia alla comprensione, dopo di essere stati mangiati da chi <A.ROMAN è> poiché MA è uguale ad N. Lo è in MA-do-NN A. che è trascesa in ANN od AM (il Dio IO SONO). Tutto questo impone che in ogni DOMENICA, le Sante messe, oltre a dispensare il PANE del Corpo di Cristo, dispensino QUESTA SAPIENZA! Gli uomini vanno considerati tutti UNO in ciascuno, in quanto essi hanno in vera comunione: l'UNITA' e non nelle differenze qualitative, che rischiano di imporre poi giudizi di QUALITA'... che sopo poi quelli che Gesù stesso ben si raccomandò DI NON FARE. Mentre chi invitò Gesù a pranzo da lui pensava “Se Gesù sapesse CHI E' quella donna che gli bacia i piedi e glieli profuma... non se lo farebbe fare DA LEI e potrebbe semmai accettarlo DA ME...”, da parte sua Gesù vedeva DUE


13 PERSONE identiche, nella loro UNITA', e non si faceva guidare dalle differenze apparenti. Oggi queste differenze le hanno NOTATE gli ultimi tre Vaticani, che hanno sempre giudicato GIUSTO ricevere in visita personale al Papa ogni apparente POTENTE che passasse per Roma! Invece hanno discriminato invece proprio UNO che questa Bibbia ha decritto come UN ARONNE. Quel SOLO ARONNE – coi suoi figli – cui il PANE Dio aveva destinato da “ben digerire”, per donarne i frutti poi in primis al Cristo e poi a tutte le varie fedi i9n Dio.] 10 Ora il figlio di una donna israelita e di un egiziano uscì in mezzo agli Israeliti; nell'accampamento, fra questo figlio della donna israelita e un israelita, scoppiò una lite. 11 Il figlio della Israelita bestemmiò il nome del Signore, imprecando; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Selòmit, figlia di Dibri, della tribù di Dan. 12 Lo misero sotto sorveglianza, finché fosse deciso che cosa fare per ordine del Signore. [Ecco dunque affermarsi la vera questione sorta tra chi è come ISMAELE e chi è come ISRAELE. La bestemmia del primo contro il Dio del Secondo, come va trattata? Quando gli Islamici maledicono il Dio che è affermato dai Cristiani essere posto “nel Figlio Gesù Cristo”, come debbono essere trattati? In base a che cosa, a quale Libro sacro? A questo libro 1,114, riferito al Pentateuco nello stesso modo con cui il 1,114 va riferito al Corano che elenca in fila tutti i capitoli e non distingue in esso i tre libri di Genesi, Esodo e Levitico, rinominando poi il numero di tutti i propri capitoli. Il Corano è il testo sacro dettato Da Dio Padre, Allah, e che non distingue il tutto in tre parti, ma le accorpa tutte in una sola chiamata poi Corano. Pertanto è tutto questo giudizio divino espresso anche sulla base del Libro unico del Corano, in tutta la sua unità. Deve far dunque testo, sia per Ebrei, sia per Cristiani, sia per Islamici.] 13 Il Signore parlò a Mosè [13 è proprio Il Signore 10 e 3]: 14 «Conduci quel bestemmiatore fuori dell'accampamento; quanti lo hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapiderà. [Questa decisione estrema di Dio, che pone fine alla vita e sembra crudelissima e sproporzionata, in verità lo sembra. Ma se considerate che la

morte, nel suo punto ZERO è simile a quella stazione di testa in cui ogni binario sembra un binario MORTO, allora non vi mettete a piangere, se arrivate lì, perché ben sapete che è proprio e solo da lì che PARTONO e ARRIVANO i treni. Se un treno non arriva, non può ripartire. Ed è questa RIPARTENZA da zero la vera e umana PARTENZA relativa. La vita è simile ad una azione da INTRAPRENDERE, sulla base del possesso iniziale almeno di QUALCOSA. Ora se uno parte veramente da ZERO, egli può avere QUALCOSA solo se gli è prestata. Per avere UNA VITA, deve assumere il DEBITO di quella vita. Essa si traduce nella sua lontana dislocazione in cui poi comincia la VITA REALE, che è restituita tutta solo quando il treno della vita arriva alla fine del suo binario morto. Solo allora PUO' RIPARTIRE, e non più da zero ma dall'interesse acquisito da quella esperienza in cui si sia avuto un prestito e lo si sia reso interamente. Quel momento indica che è stato svolto tutto il compito, legato al PRESTITO e alla sua RESTITUZIONE. Pertanto se per l'uomo c'è SCONTENTO, di fronte a Dio che giudica debba essere LAPIDATO, il bestemmiatore, le verità è che Dio ha voluto CONDONARE A LUI tutto il debito che per altri è stato MAGGIORE. Insomma Dio ha donato a questi bestemmiatori la vita minore che ha deciso di assegnare a lui, e con quella LAPIDE TOMBALE cui porta la lapidazione, per povero lapidato COMINCIA da SUBITO a godere dell'INTERESSE che anche egli ha determinato con il prestito a lui della sua vita. L'inizio della vera vita GUADAGNATA attraverso l'interesse, se comincia DA SUBITO per colui che Dio sembra mettere a morte, è PROCRASTINATA, più o meno a lungo, per tutti gli altri per i quali la vita in atto sta solo nella RESTITUZIONE DEL PRESTITO. Sicché tutti coloro che Dio non sembra uccidere sono ancora DEBITORI che non possono godere del successo vero della loro vita perché ancora non hanno reso il prestito avuto da Dio. Come vedete, il GIUDIZIO UMANO sulla morte, che sembra essere un divino castigo, va RIBALTATO: “Dio premia tutti coloro che sembrano uccisi, perché estingue in quel momento il debito concesso e consente a ogni anima di FRUIRE finalmente per se, il proprio interesse.] 15 Parla agli Israeliti e di' loro: Chiunque maledirà il suo Dio, porterà la pena del suo peccato. 16 Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la


14 comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte. [Sono dunque condanne a morte che ricevono tutti gli uomini! Ma chi la riceve per primo è chi per primo comincia a poter fruire per sé del suo interesse a vivere. Perché nessuno mai muore essendo la vita ETERNA. Comincia in quel punto zero della stazione di testa e nel verso opposto esiste l'infinito dei tre assi x, y, e z di Padre, Figlio e Spirito santo. Nei cinque seguenti versetti è ribadita la verità del principio fisico di AZIONE e AZIONE UGUALE E CONTRARIA, il terzo principio fondamentale della Legge Dinamica. Ma quello che l'uomo deve capire è che questo ATTO che noi vediamo, in cui sembra che FACCIAMO qualcosa, esiste solo sulla base dell'azione OPPOSTA realizzata attraverso il PRESTITO della vita. Questo prestito è simile a un PURO DISEGNO, tutto diviso nello spazio-tempo. Provate a immaginare una vita concessa in 100 anni. Il suo rapporto unitario è dato da CENTO unità che esistono tutte distinte in 1/100 posti tutti uno dopo l'altro e sommato all'altro. Visto che ogni centesimo di una vita di 100 anni vale 1 anno, ecco una sequenza di anni, uno dopo l'altro e che raggiunge l'unità del totale in 100 anni. Fino a questo compimento, dei cento centesimi, quest'uomo esiste nel debito della sua vita, e non può avvalersi degli interessi maturati nel frattempo, perché li deve spendere tutti per estinguere il debito. Pertanto il secondo anno che è aggiunto al primo, vale il guadagno ottenuto dal primo e spesso per restituire il secondo. Dal guadagno ottenuto nel secondo anno restituirà il terzo anno, e così via. E' solo in tal modo che procede la restituzione reale nel tempo delle 100 quantità restituite tutte ad una ad una. Ma quando sarà arrivato alla fine, ed avrà estinto il debito n. 100 con i proventi dei 99 precedenti, ecco che l'ultimo anno frutterà a sua volta e sarà quello ottenuto da tutta la sua vita. Ma la differenza che esiste, tra TUTTO il 100 che gli è stato prestato come un PROGETTO di 100/100, è simile ad un FILM che esiste in tutti i suoi distinti 100 fotogrammi. In esso nulla si muove se non la forma che distingue tra loro i vari fotogrammi. Esiste ed è TUTTO IN ESSERE l'unità di un PROGETTO DI DIVENIRE APPARENTE, come l'aspetto reale del nostro tempo diveniente nella

sua natura. Ma questo DIVENIRE eracliteo, è certamente VERO, ma solo come una VERA APPARENZA di un INSIEME che avanza tutto assieme verso sinistra ed è visto ad uno ad uno, temporizzato. E allora ecco l'apparire del cinematismo che fa di quella pellicola che si muove un REALE SPETTACOLO, visto presente e in atto, in ogni singolo tempo centesimo di quella unità 100. Pertanto tutti questo OCCHIO PER OCCHIO e DENTE PER DENTE non sono altra cosa che l'apparente trasformismo, che ha una VERA e apparente giustificazione TRASFORMISTICA solo nel RITORNO ALLE ORIGINI di ogni situazione, tanto che appaia ricadere SU DI SE STESSA, ogni apparente azione umana. In verità il DIVENIRE appare certamente, ma non è vero. Iddio è L'ESSERE DI TUTTO CIO' CHE E' IN ESSERE, ossia è l'UNICITA' del progetto trascendente il suo aspetto REALE.] 17 Chi percuote a morte un uomo dovrà essere messo a morte. 18 Chi percuote a morte un capo di bestiame lo pagherà: vita per vita. 19 Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: 20 frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all'altro. 21 Chi uccide un capo di bestiame lo pagherà; ma chi uccide un uomo sarà messo a morte. 22 Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il cittadino del paese;

poiché io sono il Signore vostro Dio».

[Non a caso è il versetto 22 questo che unifica tutti, senza alcuna discriminazione tra chi esiste in questa legge e chi ne sembra essere forestiero. Poiché IO – la trinità 22+22+22 di questi versetto 22 – SONO IL SIGNORE. In ROMANO=66 sono DIO=26 +PADRE=40 perché è uno e trino nel 10] 23 Mosè ne riferì agli Israeliti ed essi condussero quel bestemmiatore fuori dell'accampamento e lo lapidarono. Così gli Israeliti eseguirono quello che il Signore aveva ordinato a Mosè


15

Cap.

180

(un

10 T on, in CROCE)

1 Mosè e gli anziani d'Israele diedero quest'ordine al popolo: «Osservate tutti i comandi che oggi vi do. 2 Quando avrete passato il Giordano per entrare nel paese che il Signore vostro Dio sta per darvi, erigerai grandi pietre e le intonacherai di calce. [In cui PIETRA è l'acronimo di <Paolo Iesus Emanuel Torquato Romano Amodeo>, mentre CALCE trascende <Cristo ALlah c'è>, nel mentre INTONACO trascende ANTONio che a sua volta trascende ATON] 3 Scriverai su di esse tutte le parole di questa legge, quando avrai passato il Giordano [G. o R. danno] per entrare nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, paese dove scorre latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. 4 Quando dunque avrete passato il Giordano, erigerete sul monte Ebal queste pietre, che oggi vi comando [ossia <è B, è 2 AL>, il Dio Allah posto in questo che <P.I.E.T.R è>, che è Paolo Iesus Emanuele Torquato Romano], e le intonacherete di calce. 5 Là costruirai anche un altare al Signore tuo Dio, un altare di pietre non toccate da strumento di ferro. 6 Costruirai l'altare del Signore tuo Dio con pietre intatte e sopra vi offrirai olocausti al Signore tuo Dio,7 offrirai sacrifici di comunione e là mangerai e ti gioirai davanti al Signore tuo Dio. 8 Scriverai su quelle pietre tutte le parole di questa legge con scrittura ben chiara». [Questo Pietro Iesus Emanuele Torquato Romano Amodeo è simile a una pietra su cui potere scrivere la VERITA' DIVINA E TRASCENDENTE. Deve essere ciascuna una P.I.E.T.R.A. Immacolata, non corrotta, non inquinata dalle verità del mondo, che sono tutte errate in quanto sono tutte UNILATERALI nel tempo.] 9 Mosè e i sacerdoti leviti dissero a tutto Israele: «Fa' silenzio e ascolta, Israele! Oggi sei divenuto il popolo del Signore tuo Dio.10 Obbedirai quindi alla voce del Signore tuo Dio e metterai in pratica i suoi comandi e le sue leggi che oggi ti do».

11 In quello stesso giorno Mosè diede quest'ordine al popolo: 12 «Quando avrete passato il Giordano, ecco quelli che staranno sul monte Garizim per benedire il popolo: Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Giuseppe e Beniamino; [Sono i 6 visti nel positivo di un valore dato dal 2°, 3° e 4° figlio, tutti avuti da LIA sposa dovuta accettare attraverso un inganno paterno, assieme al 9° e poi all'11° e 12° avuti dall'amata Rachele. 2+3+4+9+11+12=41=1+10+30, nel segno dell'unità e dell'unità e trinità nel 10. La somma dei valori numerici dei nomi è di 72+44+40+64+90+74=384, che in 38 è l'azione da cui deriva un giorno, moltiplicata per l'identica reazione 38, ed è “divina” poiché moltiplicata per 10. Poi è combinata con la dimensione una e trina di Dio. Tutto ciò, nel positivo, si afferma come una benedizione] 13 ecco quelli che staranno sul monte Ebal, per pronunciare la maledizione: Ruben, Gad, Aser, Zàbulon, Dan e Nèftali. [Sono il primogenito, Ruben, maledetto dal Padre per essersi messo nel letto suo ad amare una sua concubina, sommato al 5°+6°+7°+8° e 10° per un totale di 47 che è tutta l'opera 7 del Dio 10+30 e nel 47=AMODEO. La somma del valore numerico dei nomi porta 54+12+39+78+17+61=261 che vale il 61=SANTO (dello Spirito SANTO) nel piano assoluto a lati 100 e 100. Tra l'altro, i primi due, Ruben +Gad, come 54+12=66 sono ROMANO, mentre 39 è 13+13+13 (la Trinità del Dio 10+3), mentre 78 è la trinità del DIO=26 e Neftali è uguale a SANTO. Pertanto questa apparente MALEDIZIONE sta in quella della CROCE assegnata sia al primogenito, che come al solito deve cedere il passo, sia al 261 che è nel 260 il DIO=26 moltiplicato per il DIO a D.10, sommato alla sua unità assoluta. Il particolare ruolo di questi CROCEFISSI alle maledizioni sta nel fatto che in questo capitolo sono elencate solo le maledizioni, che sono esattamente 11]


16 14 I leviti prenderanno la parola e diranno ad alta voce a tutti gli Israeliti: 15 Maledetto l'uomo che fa un'immagine scolpita o di metallo fuso, abominio per il Signore, lavoro di mano d'artefice, e la pone in luogo occulto! Tutto il popolo risponderà e dirà: Amen. 16 Maledetto chi maltratta il padre e la madre! Tutto il popolo dirà: Amen. 17 Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo! Tutto il popolo dirà: Amen. 18 Maledetto chi fa smarrire il cammino al cieco! Tutto il popolo dirà: Amen. 19 Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell'orfano e della vedova! Tutto il popolo dirà: Amen. 20 Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il lembo del mantello del padre! Tutto il popolo dirà: Amen. 21 Maledetto chi si unisce con qualsiasi bestia! Tutto il popolo dirà: Amen. 22 Maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre! Tutto il popolo dirà: Amen. 23 Maledetto chi si unisce con la suocera! Tutto il popolo dirà: Amen. 24 Maledetto chi uccide il suo prossimo in segreto! Tutto il popolo dirà: Amen. 25 Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente! Tutto il popolo dirà: Amen. 26 Maledetto chi non mantiene in vigore le parole di questa legge, per metterla in pratica! Tutto il popolo dirà: Amen --------------------246 +(85×11=935) = 1181 = 1111+70 mostra nel totale degli 11 versetti di maledizione un valore totale riferibile a 10 giorni di 24 ore, che esistono in tutti i 6 versi esistenti. Il totale sommato alle 11 volte in cui è ripetuto un MALEDETTO=85, si rivela essere tutto il flusso unitario a quattro dimensioni, in 1111 riferito ad una opera intera e divina in 7 decine. 11 volte l' Amen=29, sono un 319 che, aggiunto al 1181, lo portano al 1500 esatto dello spaziotempo nel puro principio del 10^3 e del suo reale tempo ½. E' quel 15 che – come divisore di 10^10 – fissa in 666.663.547,8886/3118,1114 le totali 666.666.666 quantità in anni tra una inversione e la successiva dell'asse di rotazione della Terra. Ma se riferite questo a 11 maledetti, che sono 1+2+3+4+5+6+7+8+9 +10 +11 = 66 il maledetto è Romano=66. Per arrivare a 246, dobbiamo avere DIO=26 sommato a ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO=66+78+26+51=221. INFATTI 26+221=247, che è il riferimento assoluto riferito al 47 di Amodeo, nelle due centinaia assolute del fronte, al cui interno 1 DIO si muova solo per le 246 unità relative che sono presenti, 246 come SPAZIO ed 1 come TEMPO (il Sabato) dell'Unità divina. AMEN, ripetuto alla fine di ogni maledetto, allude in modo trascendente al NAME, detto nella lingua del mondo intero, che oggi è l'inglese. Allude al NOME proprio a ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO +25, il dì della sua nascita che è lo stesso della nascita di Gesù e che è tutto il moto di 1 nel DIO=26. E che – se non consideriamo la presenza relativa a tutto il

moto di 1 che vi esista dentro, allora è ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO+ANNA=DIO, NEL 247 CHE è 100+100+47=AMODEO. Dunque si tratta esattamente del NAME al quale occorre auspicare il SIA equivalente all'AMEN. Dunque si tratta del MALEDETTO DELLA CROCE. Quando questo libro 1,180 si moltiplica per 100 e lo si rende assoluto, abbiamo 118 anni. Sommati ai 3.000 della Trinità nel suo principio unitario di 10^3 = 1.000, con 3.118 anni dopo cristo abbiamo LA MALEDETTA CROCE DELLA FINE della terra che ora noi conosciamo, per l'evento del ribaltamento suo corporeo in un sol giorno: quel novembre 14 dato da 1 Anno intero meno 47=AMODEO in quantità di giorni, che ha proprio – quando moltiplicato per 10, il numero di 1114 di quanto risultava in Bibbia, in 1,114, che è il capitolo 26 del Levitico.


17 Sicché, tenendo conto del capitolo 180 e del capitolo 114 di una Bibbia che nel Pentateuco fosse l'espressione di un libro unico, tanto da elencare tutti i capitoli in ordine crescente, la somma degli ultimi due valori della scala dei nomi divini porterebbe alla Fine del mondo, ad una sostanziale maledizione relativa alla Terra che, completati tutti gli anni possibili, ne comincia di nuovi ma solo dopo di avere ribaltato il suo asse di rotazione. 1,114 e 1,18 si moltiplicano per 10 e diventano 1114 e 118. Il primo quantitativo riguarda un anno mentre il secondo computa il numero degli anni. 118,1114 sono in tal modo 118 anni, nel 14 novembre dell'anno numeri 119. A questo valore è da aggiungere solo la Trinità del Principio 1.000, ossia dato da 10^3. 3.118,1114 è l'intera durata di una generazione. Ce ne sono per 213.803 e rotti nel rapporto dato da 666.666.666 meno

Cap.

114

questi 3.118,1114 anni posti a denominatore della parte residua, restata al denominatore. Il tutto dunque nei 10^10 anni divisi per 15 anni, quelli che nei centesimi sono la somma dei numeri di questi 11 versetti, de degli 11 MALEDETTO ed e degli 11 AMEN. E' dunque la reale MALEDIZIONE che gravita su tutte le 11 dimensioni della presenza del Mondo intero, espressa in 10 unità di spazio ed una di tempo. E' il tremendo castigo che esorbita rispetto al Corano, che comprende nel suo solo libro solo i 114 capitoli che in Bibbia si fermerebbero al 114 che abbiamo visto introdurre quella RICADUTA di ogni gesto su se stesso, che entra in atto nel momento della morte. Per questo sembra utile a questo punto osservare il capitolo definitivo del Corano.]

del Sacro Co'r.ano

An-Nâs

1. Di’: «Mi rifugio nel Signore degli uomini,

(Gli

3. Dio degli uomini,

Uomini)

[Gli Uomini alludono “divinamente” (ossia “trascendendo l'arabo”) ad ANNA Santa., che la Chiesa Cattolica celebra il 26 luglio del 2.016, in cui cesserà la presenza incarnata di Allah in un 114 = 1 Romano Amodeo= 66+47=113, 1 Torquato=113 e 1 RoAnAnPaToAm=113]

2. Re degli uomini,

(dì: vado in cielo)

(in cui egli, L'UOMO è 66=ROMANO)

4. contro il male del sussurratore furtivo, 5. che soffia il male nei cuori degli uomini, 6. che dai dèmoni o dagli uomini». (IO, ci vado: il 6 “tautologico” di chi è un <SEI SEI> e si esprime in tutto con queste 33 parole dei 6 versetti)


18

Che Gli UOMINI siano in ARABO quanto suona

An-Nâs

, Anna S.

sia da “potersi intendere in lingua Italiana, risulta dal nome stesso di Allah in Arabo:

Qui infatti vedete in che cosa si trasformi il testo del nome arabo di Allah, quando trattiamo la parola come se l'avesse scritta Leonardo da vinci, che scriveva l'italiano da destra verso sinistra e che per leggere in modo facile basta osservare in uno specchio, che rovesci e trasformi la lettura e scrittura da destra, dell'arabo, nella lettura e scrittura da sinistra, come è in uso nell'italiano. Allora il nome di Allah diventa il PRONOME che l'identifica esattamente con LUI. Se poi si osserva sia il nome, sia quello del Corano, nella trascendente interpretazione delle esatte 113 volte in cui il primo dei 114 versetti va ripetuto, abbiamo questo che è stato espresso nella copertina della mia rilettura italiana del sacro Corano, fatta con me, CON ROMANO. Si osserva allora che, laddove il CREDO Islamico afferma che ALLAH HA 99 nomi, dati da 100 meno 1, e attuiamo la trascendenza Alto-Basso, rovesciando cielo con terra, il 99 si gira nel 66=Romano, cui manca proprio la vita di 33 anni di Gesù Cristo per essere 66+33=99. Ma se si INSERISCE <N, OM> nel titolo del CORANO, eccolo divenire esattamente CON ROMANO. Allora il versetto da ripetere per le 113 volte esatte del nome trino poiché è 113 sia in Romano Amodeo, sia in Torquato, sia in RoAnAnPaToAm, quando si inserisce OM in RANO e lo si muta in ROMANO, il testo lo precisa: <ROMANO NOM è di Allah, il Cristo Creatore, Uomo, Padre Santo, è SION è Volume, è il 50 romano e il 5 romano! E... ora so che il misero Gesù Cristo è Dio!> Pertanto il CORANO nasconde un autentico calore di verità piena quando esso è CON ROMANO, che lo legge in quel modo sapiente che spiega la verità trascendente e vera a quelli che lo leggono (come è scritto nel testo) nel modo semplice e diretto espresso dalle pure e semplici parole. Allora accade che sia BIBBIA 1,114, sia il CORANO 1,114 sono ricondotti alla unità cui si giunge quando e finalmente ISMAELE ed ISRAELE, già così vicini, sono unificati Risulta allora IMPORTANTISSIMA la serie:


19

18

48

66

114

180

che nella sua somma è 426 e si traduce nel valore numerico di BENITO VITTORIO ANNA GIOVANNI VINCENZO AMODEO 59 116 26 83 95 47 nel mentre è 381 ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO 66 78 26 51 113 47 Questa serie di Romano trasforma il 48=GESU' nel 3 che è il compendio di 4+8=12, che a sua volta in 1+2 è 3 Il Romano Ultimo e l'ultimo figlio BEN, (Benito, a immagine di Beniamino) tra i 12 figli di Giacobbe, fanno insieme RU+BEN, il Maledetto primogenito (maledetto dal padre per avere OSATO mettersi al posto suo, a fare il marito di una sua concubina). Ma Perché il valore TOTALE è dato dalla serie di Benito, che richiama il più piccolo dei 12 figli di Giacobbe, anziché dal 1°? Accade semplicemente perché il 4 giugno del 1940 Romano era giunto davvero all'Ultimo giorno della sua vita. Essendo il rappresentante del valore posto IN PURO PRINCIPIO 10^3, posto in 1.000 giorni, Romano ha avuto la divina premessa di Bibbia 1,38 che in assoluto è 138. Allora i 1000 giorni posti IN PRINCIPIO si mutano prima nei 999 come dal 1.000 meno 1 che è analogo ai 99 nomi di Allah, dati da 100 meno 1. 999 meno il principio assoluto del 138 lascia 999 -183 = 861 giorni soltanto di vita tutta sua. Partendo dal 25 gennaio del natale 1938, questi 861 giorni si concludono il 4 giugno del 1940.

Romano era moribondo. Sua madre, Mariannina, forzò la mano alla Maria Santissima figlia della santa Anna chiedendole insistentemente : <Salva Romano, innocente come Gesù>. Non fu lecito a Maria santissima di ignorare questa preghiera, ed ella SALVO' ROMANO RIPORTANDO IN VITA IN LUI GESU'. Questo GRANDIOSO miracolo, che ha realizzato la reale e attesa parusia di Gesù – come una opera totalmente divina – non sarebbe stata vista in altra cosa che nella NUOVA CONCEZIONE, in quello stesso 4 giugno del 1940 della vita nuova del futuro Benito. Pertanto la persona reale di Benito è stato – per interposto “divino gemellaggio” - la visibile presenza della vita nuova e divina realizzata in Romano, ma in lui invisibile. Quando in Genesi 25 è scritto che il figlio maggiore per nascita cede al Minore, è scritto proprio di ROMANO che cede a BENITO il compito di rappresentare il miracolo trascendente accaduto in lui. Così succede che tocchi ai 6 nomi di Benito di essere LA SOMMA di tutta al serie divina, nel mentre a Romano resta la pura essenza TRINA di Gesù Figlio di Dio. Sicché sarà Benito a contenere in tutto il 48 del nome GESU', della serie divina, e in relazione ai nomi di Romano, Gesù si SINTETIZZA nel 3 a cui si riduce l'estensione del 3 in tutte le 16 dimensioni della carica reale data da 10^4 diviso per 5^4, ossia da 10.000 / 625 = 16. Mentre il nome 48 di Gesù espande il 3 di tutta la carica 16 della realtà, ciò non accade in Romano. I 12 nomi, simili ai 12 figli assommano a:

426 + 381 = 807 2^3 in assoluto, ossia 800 +7, tutta l'opera Ebbene è già accaduto che: il 7 aprile 2014 Benito è asceso in cielo nello stesso 7 aprile in cui è morta nel 2000 Mariannina Baratta la reale madre che ha operato il Baratto con GESU' Portando in avanti gli stessi 861 giorni in cui Romano è vissuto senza Gesù, a partire dalla morte del fratello che realmente lo ha rappresentato, si arriva


20 esattamente alla salita in cielo della MADRE SANTISSIMA, non più Mariannina ma la Santissima Maria figlia della Santa Anna, il 15 agosto dell'anno santo 2.016. Dunque una vita “pienamente centrata” su un 861+861=1722 di assenza del Figlio, rispetto alla vita del santo Santo Santo Padre suo. D'altro canto, contando che ai giorni della gestazione umana nel grembo materno, di Benito, sia sia legato la duplice attesa di lui e della rappresentata figura di Gesù, dal 4 giugno 1940 al 17 febbraio 1941 della sua reale nascita ci sono 256 +256 giorni, per totali 512. Invece la gestazione “celeste” è durata 40 giorni in meno, ossia 472. Essi, sommati agli 861 tra la sua morte e di sua madre e quella della nostra Madre Santissima il 15 agosto di quest'anno, portano la somma esattamente all'ideale 1333 che nel 1+333 vale la somma dei 5 nomi reali di Romano. Ma perché la gestazione in cielo dura 40 giorni in meno? Accade perché anche la salita in cielo il 26 luglio, nel giorno di sant'Anna, accade 20 giorni prima, dunque 1313 giorni dopo il famoso Abominio della Desolazione che riporta la data al 21-12-12 del Calendario MAIA in cui l'umanità ha atteso un momento di trapasso. E qui non si può non evocare la Profezia di Daniele, per cui quel giorno dell'Abominio della desolazione si sarebbe richiamato al salmo 21-22 in cui Gesù morente disse il primo versetto, che recita DIO DIO, PERCHE' MI HAI ABBANDONATO? Ecco, il primo Gesù visse una semplice desolazione, per non essere stato riconosciuto dagli Ebrei, che si attendevano un POTENTE MESSIA che sconfiggesse Roma con la forza e non rovesciandola in AMOR. Ma una volta che la sua promessa Parusia era accaduta e nessuno l'ha voluta riconoscere dei suoi Cristiani, nella stessa attesa di un ritorno POTENTE nella solita forza di una ROMA e non di un trascendente e irriconoscibile AMOR, quella desolazione ha toccato il suo ABOMINIO, quando si è ripetuta pari pari nei Cristiani. Come se Gesù non avesse sostenuto a sufficienza che la vera GRANDEZZA sta in ciò che sembra essere PICCOLEZZA. Come han potuto i Cristiani NON AVERLO VOLUTO RICONOSCERE, proprio per quella nuova INSTALLAZIONE – stavolta – non in una povera stalla corporea –

ma nella STALLA di una povera e reale vita umana? Tre Vaticani, come tre nuovi sinedri, hanno accettato perfino che si ammalasse e deperisse per fame, pur di non ricevere LUI in Vaticano! Lui IMPOTENTE, nel mentre sono ricevuti dal Papa tutti coloro che SEMBRANO POTENTI capi di Stato e di Associazioni. Non ha forse detto Maria, nel suo MAGNIFICAT: “Ha rovesciato i potenti, ha mandato i ricchi a mano vuote ed ha esaltato gli umili?” Ecco, Romano Amodeo il 21-22 dicembre del 2012 era interra santa, a Gerusalemme, e alle 2 di notte del 22 a Gerusalemme, mentre era ancora il 21 in America, visse di persona l'uscita da lui dell'essenza reale di Gesù. La visse come l'annullarsi di un quadrato celeste apparsogli davanti e subito dopo di un intensissimo flusso di corrente che lo fece vibrare tutto come se fosse attraversato dalla SCOSSA che entrò il 4-6 in lui morente e lo risanò. Ebbene la Profezia di Daniele parla di un TEMPO di 1290 giorni, poi di un altro tempo di 1335, nel mentre li descrive TEMPI, certamente attraverso l'aggiunta al 1335 di quel denominatore 1 che lo rende unitario, ma è fatto di 1336 unità in totali, tanto che 1290 +1335+1 è quello straordinario 2626 che presenta il DIO=26 sia nel valore 100 assoluto sia in quelli unitario e reale. Ebbene il Profeta Daniele parla infine che si tratterà della META' di questo tempo, tanto che 2626 diventa il 1313 che abbiamo già osservato esistere tra il 21-12-12 del Termine dei MAIA e il giorno che celebra la Materna madre di Maria, sant'Anna, il 26 luglio. Ebbene il secondo limite, che non è dei 20 giorni tra il 26 luglio e il 15 dell'ascensione di Maria, porta al 17 agosto. Ecco allora il significato trascendente delle ore 2 del giorno 22 in cui Romano visse l'uscita da lui di Gesù Cristo. Con 2 giorni in meno (come le due ore in meno) ecco l'ascensione della Madre e con 22 in meno, ecco l'ascensione del DIO PADRE in lui. Essendo in atto una reale Trinità tra Romano e Benito, ecco che i 40 giorni in meno di Benito e i 22 in meno di Romano costituiscono il totale di 66 giorni in meno come una permanenza celeste nella sua gestazione reale. E' tutto talmente perfetto e con un senso “che trascende il reale” che tutto questo è veramente un CONTESTO DIVINO.


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CONFRONTO CON LA SERIE AUREA 18 +48 +66 +180 +114 il 2° nato BEN 26 +47 +59 +83 +95 +116 nato dopo il 1°, R.Ultimo dì 26 +47 +51 +66 +78 +113 C'è che il 1° cede al 2° esatti 8 17 17 3 poiché il 2° (in pot. 3 nel 113) è nato il 02 17 col 2°17 = La Bibbia, in 1,25 racconta di un 1° che è maggiore del 2°, ma che tuttavia lo serve, e questo è il presupposto della sezione aurea. Qui vediamo che nel giorno della concezione del 2°, BEN (per Benito anziché Beniamino) c'era il 1°, R. (primo in Romano) giunto però nel suo giorno alla sua fine: U... e salvato dall'aggiunta a lui di BEN; pertanto RUBEN. Allo stesso modo il 1° figlio di Giacobbe-Israele (che è il 2° rispetto ad Esaù), si chiama RUBEN. Questo 1° figlio di Giacobbe raccorda in tal modo questo Romano Ultimo con il 2° suo fratello, che in BEN è aggiunto a lui, come il 12° dei figli di Israele (che è il 2° avuto da Rachele) è aggiunto all'11°, Giuseppe, il 1° di Rachele. Il quale Giuseppe a sua volta deve concedere al suo 2° figlio, Efraim, il suo essere “il Padre”, poiché Giacobbe giudica “suoi propri diretti figli” Efraim e Manasse, facendone una cosa sola con il suo n. 11=Romano=66/6, Giù-séppe (di Ge-sù), reso di fatto “una cosa sola con Giacobbe”). Pertanto acquista rilievo ciò che di fatto il 1° figlio (Romano Antonio

= 426 = 426 = 381 = 45 360/8

Anna Paolo Torquato AMODEO=381), cede al suo sopraggiunto gemello in Cristo, nella sua attesa parusia, e che si chiama Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo e vale il 426 esatto di tutta quanta la scala Divina da 1,18 all' 1,180 che “matematicamente l'equivale”. Con il 1° che nel suo esser 1° è 66, tutto il suo essere è dato da 6×6 ×10 (uguale a D.10=DIO), dunque 360. Ma è costretto a essere immedesimato nel 2 che, nella potenza trina, diventa 8. E allora 360/8=45 è il quanto giustamente ceduto del suo 1° nome, al 2°. 2^3=8, è il 2° posto in potenza 3. Egli è nato esattamente il 2° mese (2° dopo il 1° mese toccato al 1°) e nel giorno 17 con un 2° giorno 17, in segno di una nascita realmente duplice in una controfigura reale di Gesù=48. Di fatto il fratello aggiunge un 2+(2+2+2), un 2° nato in valenza trinitaria, i quale, nel dì 17, vale per il n. 2 che è il 2° figlio e il 2° mese. Questo 34 è il 33+1 (vita di Gesù +1) aggiunto al 2^3. Insomma siamo davvero in presenza di un 1° che si RIVERSA nel secondo nato, attraverso i dati reali della sua nascita reale. E' il 1° che serve al 2° nella SCALA DIVINA.


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Le 6 proporzioni “divine” del 1° che ha ceduto 360/8 al 2°

66 78 26 51 113 47 nel nome... Romano Antonio

Anna

Paolo

Torquato

AMODEO............................

(da sezione aurea e velocità c)


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La SEZIONE AUREA La sua formula è

½ + (10/8)^½

il che porta a 1,61803398874... laddove 1/1,61803398874... = 0,61803398874... tanto che 1,61803398874... × 0,61803398874... = 1 e anche 1,61803398874... - 0,61803398874... = 1

Io l'ho considerata solo nelle prime 12 cifre, come i 12 lati che cingono un cubo. Di fatto, la quantità data da 10/8, uguale a 1,25, che è elevata a ½, ossia da cui è tratta la radice quadrata, riguarda il volume di un cubo a lato ½ =0,5, uguale a 0,125, che è osservato nel suo ciclo 10, dunque in 1,25. Questo volume 1,25 è sostanzialmente ridotto ad una area, attraverso la divisione per una profondità posta 1, e – con la radice quadrata di questa area, si estrae il suo lato, che allora è uguale a 1,11803398874, sempre fermandoci a considerare solo le prime 12 cifre. Io partirò non da 1,25, ma da (10^10)^1/2 diviso par 2^3, ossia dalla unità del lato elettrico (o magnetico) nell'unità del piano 10^10, elettromagnetico, che è anche un volume 10^10 quando la profondità del piano è 1. In tal caso, anche 10^5 è considerabile un volume, relativo al fronte unitario dato da 1×1. In tal modo, l'espressione di 10^5 fratto 2^3 ripartisce tutto il volume elettrico per gli 8 volumi che esistono, a lato 1, in un cubo complesso (negativo e positivo) nel lato 2. Il 12.500 che risulta in tal modo da 100.000 / 8, rivela quanto spetti al volume a volume 1×1×1, di un volume che sia dato da 10^5×1×1. Ad ogni

volume a lato 1 ne spettano 12.500, quando riguarda la totalità del volume a fronte 1×1, che abbia la linea totale del flusso elettromagnetico pari a 10^10 elevato a ½. Che questo quantitativo sia elevato a ½ e poi sommato a 1/200, porti a 100 volte la sezione aurea è una diretta conseguenza. Cominciamo a cercare di capire che cosa significhi la radice quadrata di 12.500, quando si tratta di un volume spettante ad ogni volume a lato 1. 12.500^½ riduce prima questo volume ad una area, che abbia 1 nel suo flusso, e poi, determinandone la radice quadrata, ne calcola il lato. Esso risulta 111,803398874 nelle sue 12 cifre, e si rivelano nelle 3 dimensioni dell'unità, ossia in 111, che è dato dal 10^3 / 9 che risulta 111/1 una relazione tra la quantità esattamente divisa e il resto 1, indiviso, che si ponga a suo tempo. Infatti se proseguissimo la divisione anche dividendo per 9 il resto 1, noi arriveremmo a calcolare solo il tempo dell'unità millesima di mille (che si ha come resto indiviso), e non più del 10^3 che è il suo modello espanso per mille. Porre il risultato di 10^3 diviso per un piano 3×3, ripartisce il 10^3 su quanto spetti a ciascuna delle 9 aree unitarie, perché sono 1×1 ciascuna. Ebbene a ciascuna spetta questo 111 in pura linea, quando l'area è 1×1. E il resto, che riguarda tutte le 9 aree unitarie è un tempo 1, esistente in comune, tanto che


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abbiamo realmente una velocità in linea data da 111/1, che mostra le tre dimensioni in cui esiste ogni unità, come 1 unità, una decina, ed 1 centinaio. Per la determinazione del tempo, la cui unità è il minuto secondo, si parte dalle 6 dimensioni date da tutto il complesso 10^3 × 10^3, il quale, diviso per il numero 9, invariante del sistema decimale, porta a 111.111/1. Procedere nel senso inverso, significa elevare al quadrato questo 111.111, ottenendo 12345654321 e poi dividerlo nelle due opposte letture, quella che in 123456 è tutta in regolare crescita come se fosse una scala, e quella 654321 in regolare decrescita. Insomma questo numero palindromo, che è l'espressione di una area data da lati inversi tra loro, in quanto perpendicolari e perfettamente contrapposti, quando vogliamo esprimere le due contrapposizioni riguardanti questo numero palindromo, siamo a tutta verità autorizzati a esprimere uno con 123.456 e l'altro con 654.321. tenendo conto che l'unità della nostra realtà ha poi la dimensione 10^4, siamo autorizzati a esprimere le 123.456 unità nelle 12,3456 ×10^4. Allora avremo, nella dimensione reale di 10^4: 12 volte 10^4 come tutto lo spazio di questa unità posta in 10^4, e 0,3456 volte 10^4 come tutto il Tempo frazionario dell'unità posta in 10^4 unità. Essendo il tempo la dimensione 1, e lo spazio la dimensione 3, poste nell'indice 4 della realtà 10^(1+3), esso, il tempo 1, presente sulle 4 dimensioni date da 1+3=4 , vale ¼. In verità, elevando a ¼ la potenza 10^4, la modifichiamo in 10^(4/4) = 10^1. Allora, per conseguenza diretta, 0,3456 rappresenta 4 dimensioni, tanto che le 3456 unità contenute in 0,3456 ×10^4, costituiscono in queste 3.456 unità, un valore quadridimensionale. Esso, diviso in quarti, rappresenta l'unità e da 3456 : 4 = 864 abbiamo determinato l'unità. Poiché il fronte assoluto, dato

dal ciclo 10, è il 100=10^2, quando moltiplichiamo per l'area a lato 10, quella del ciclo intero numerico, abbiamo un volume espresso nel numero di 86.400 unità che costituiscono un vero intero. Ci accorgiamo in tal modo di avere ottenuto l'unità di tempo di un giorno reale, misurato da 86.400 quantità di cubetti temporali, tutti dati da 1 secondo al cubo. Il volume, dato dal quanto ¼ di 3456 e moltiplicato per l'area 100 rivela la sequenza cubica di 86.400 cubetti di tempo, il cui lato è 1 minuto secondo. Avendo visto come il lato 111.111 sia all'origine di un giorno contenente 86.400 minuti secondi, la quantità intera avente il numero ridotto al solo 111 delle 3 dimensioni reali (quelle aventi un verso solo positivo in 10^3, e non quelle aventi il complesso positivo-negativo ricondotto alle 6 dimensioni di 111.111), possiamo capire come in 111,803398874... noi si abbia espressa la quantità spettante solo al volume 10^5 (elettrico o magnetico) e non a tutto il complesso elettromagnetico 10^10. Esso, questo intero 10^10, diviso per il numero invariante 9 che lo presenta in modo unitario di flusso lineare, darebbe un valore lineare espresso da 1.111.111.111 unità. Poiché in 111,803398874... abbiamo una virgola, che divide lo spazio 111 dell'unità, dal tempo 0,803398874... anche la sua realtà unitaria sarebbe data da ¼ del numero intero 0,803398874, che risulta essere 0,2008497185, corrispondente a 2.008.497.185 / 10^10. Una analisi dimensionale di questo tempo ¼ si rivela dato scomposto nella somma degli indici (che sono prodotti delle potenze su base 10 aventi questi indici): 200/10^3 è un fronte assoluto a lati 100 e 100 alla dimensione unitaria della massa unitaria nel millesimo. 84/10^5 è un fronte a lati 7×6 e 7×6 alla dimensione elettrica e magnetica


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data da 10^10 elevato a ½. 97/10^7 è il moto di 3 nel 100, tanto che con 97/3 = 32 (con resto 4, la realtà), c'è il 2^5 alla D. assoluta del moto di 10^3 in 10^10. 18/10^9 è il 3 avanzante in tutti i 6 versi, alla dimensione 10^-9 di tutto il moto del ciclo atomico 10. 5/10^10 è il dimezzamento del ciclo atomico di metri 10^-10. Abbiamo tutti TEMPI di queste dimensioni 10^3, 10^5, 10^7, 10^9 e 10^10, che sono tutti quelli perfetti in un modello dimensionale unitario. Infatti nei centesimi, esiste il piano a lati 100+100. In quello elettrico o magnetico, a dimensione 10^5, abbiamo tutte le 7 dimensioni della realtà espressa in 6/1, in cui la velocità 1/1 percorre tutti e 6 i versi reali, impegnate a correre tutti questi 6 versi reali, nelle 42 dimensioni date da 7×6 che combinano l'intera opera (i famosi 7 giorni di Dio usati a costruire il mondo) con la sola opera compiuta nei 6 giorni del solo lavoro. E la dimensione 10^5 riguarda una linea 42 elettrica e una uguale magnetica, lunga 84 in totale. Possiamo considerare anche in altro modo questo 84, riferendolo al 100 del piano assoluto in cui esiste la realtà 4, accelerata a 4×4=16, che è il risultato di quando la realtà intera a dimensione 10^4 si ripartisce su quella avanzante solo nel dimezzamento 5 del ciclo 10, e uguale a 5^4. Allora ad ogni unità dell'UNI.verso ne toccano 16. In tal modo il 100 si dimensiona 84/16 =(7+7+7)/4=5,25, a costituire il modello dinamico di giorni 5,25 il cui indice si somma a quello di 360, per determinare l'anno di giorni 365,25. Pertanto questo tempo 84 dimensiona le 16 unità della carica della realtà 5^4, quando si fa carico di 10^4. 5^4=625 sono tutti i 624/1 Coulomb contati dal Coulomb su base 1 unitaria. Alla dimensione 10^7, che è intera in 10^3 ×10^7 = 10^10, è proprio questo indice 3, del 10^3 che si sottrae al 100, nel porsi di 97/3 che porta alle 32/1 contenute in 33.

Alla dimensione 9, abbiamo un piano a dimensione 9+9. Alla dimensione intera di 10^10 abbiamo il dimezzamento reale di questo ciclo 10. Se vogliamo calcolare in un modo unitario il tempo dato da 111,803398874 dobbiamo dividere lo spazio 111 per 0,803398874 e otteniamo l'intero 138 111 : 0,803398874 = 138,16300 Se sottraiamo a 111 tutto il moto 90 che il 10 ha nel 100, lo riduciamo alle 21 dimensioni che praticamente esprimoni il 111 come le 2 dimensioni di un piano trasversale 10+10 con la dimensione unitaria di 10/10 nel flusso. In questo caso, in cui stiamo di fatto consideranto le tre dimensioni unitarie di 111, moltiplicandole per 7, come 3×7=21 dimensioni interre di flusso, e poi le dividiano per la parte decimale in 111,803398874, allora abbiamo che: 21 : 0.803398874 = 26,1389462 che ' 26,138 nelle 5 cifre significative della dimensione elettrica o magnetica. Poiché 26 è il numero assunto da un creatore in 7 giorni a creare con ANNA=1+12+12+1=26 la “dolce metà” di un signor ANNO=1+12+12+13=38, che vediamo espresso nei valori millesimi dell'unità, sommati a quello di 1/10 che commisuri il tempo decimo dell'unità, ecco che tutto il tempo dei 138 millesimi acquistano un senso molto speciale, se assegnato come tempo alle 26 unità del YHWH (Jahvè) della lettura numerica del nome fattane dagli ebrei, che è poi la stessa fatta del termine DIO, nell'italiano a 7+7+7 lettere, secondo cui le lettere numero 4+9+13=26 quantificano il DIO YHWH, 26+26=52 settimane, in un anno di creazione divina in 7 giorni. Che si voglia o no assegnare valore “trascendente” a questo 26, è indubbio che definisce proprio quanto abbiamo dedotto dal 1,25 assai simile al libro 1 di genesi, nel suo capitolo 25, e da cui abbiamo dedotto il TEMPO decimale 138 del tempo dell'unità dato da


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21/26,138.... = 0,803398874 Quando risulterà in 138 × 10^-25 Joule ogni grado kelvin la costante di Boltzman, che caratterizza i gas, abbiamo messe in perfetta relazione questo tempo 138 con quel 10^-25 che diventa 10^-26 quando si riduce al suo tempo decimo, tanto che 10^-25 ×10^-1 = 10^-26. Ebbene, questo TEMPO dell'unità dato da 1 diviso per 26,138 incarna questo DIO=26 nel gennaio del 38 e per come definito in Genesi 38 della Bibbia, a precisazione di quanto espresso già prima in 1,25, genesi 25 e corrispondente esso pure al gennaio nel giorno 25 che risulta direttamente nelle dimensione 10^-25 relativa al 138 della costante di Boltzman. In realtà, per incarnare questo DIO=26=ANNA, madre della madre di Gesù, quella che poi porta a tutti gli OSANNA, per quanto essa osa... bisogna dividere per il solo 26 intero il valore intero 10 che è il PADRE REALE di tutti i numeri decimali, generati tutti e solo dal numero delle volte in cui questo 10 si rivela PRESENTE. Dividere per 26 la PRESENZA TOTALE 10 (accettata e riconosciuta anche da tutti i fisici quando adottarono le loro unità solo a condizione che esistessero come DECIMI del ciclo numerico posto 10 per tutte) significa dividere il PADRE di tutti i numeri e fino al punto che la D.10 uguali DIO, per il valore assunto nella espressione LETTERALE, sulla base di una reale e certa corrispondenza tra numeri e lettere. Avendo studiato a fondo questo argomento, io ho accertato una straordinaria corrispondenza. 26 è simile ad un piano espresso nella lunghezza dei suoi due lati 13 e 13. Laddove ogni 13 computa la potenza 10^3 posta in PURO PRINCIPIO uno e trino, combinando la base 10 con le 3 volte della sua esistenza Trina. La somma 10+3 riguarda indici della base 10 ed esprime il prodotto: 10^10 × 10^3 = 10^13.Ciò combina la potenza 10^3 esistente IN

PRINCIPIO con quello assolutamente unitario dato da 10^10. Pertanto l'indice 3 è simile a un 3, che definisce in lunghezza i tre lati del cubo a lato 1, con un avanzamento lineare 10 tanto che esse in tutto risultano semplicemente essere 13, di cui 3 di presenza e l'intero 10 della presenza, in totale spostamento. Porne due, significa delineare le due lunghezze 13 e 13 di un piano definito dalla lunghezza 26 dei suoi due lati. In tale considerazione, quando si divide la presenza totale, data da 10, per questo 26, si decreta quanta parte della presenza 10 tocchi a ciascuna lunghezza 1, di quel totale 26. 10 : 26 = 0,384615 in un eterno 384615. Visto che è ETERNO, e si riferisce alla PRESENZA, questo valore INCARNA la presenza di un DIO che valga 26 in lunghezza. 38,4615 con la virgola che fissa la dimensione 10^4 della realtà, diventa simile ad un 38 alla dimensione dell'ANNO=1+12+12+13=38. Il tempo interno all'anno, nei 46/100 esprime MESI e nei 15 decimillesimi esprime giorni. Solo che dobbiamo capire che senso abbia la dimensione di 38,01.25 del 25 gennaio del 38, in relazione all'ETERNO: 38,4615. Poiché è un indice e la sottrazione significa dividere per una potenza avente quell'indice, togliendo: 38,0125 ---------00,4490. Ciò significa che 10^38,4615 : 10^4490 = 10^38,0125. Bisogna dividere l'indice ETERNO per la potenza di 10^4490. Ma che cosa essa indica? Indica questo: 10^4^11^100 × (10^10^10 : 10^10) = 10^4400 × 10^90


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La realtà 10^4 si eleva alle 11 dimensioni di 10/1 e poi al piano assoluto 10^2, e di combina con tutto il moto di 10^10 in 10^100. L'indice 4490 in sostanza indica 4500 -10, ossia tutto il moto di 10 in quei 45° che sono 1/8 di 360° che devono essere portati alla dimensione assoluta di 45 centinaia di gradi, perché 360/8 esistono nella totalità di 100/100, o se volete del 100%. Allora succede concretamente che il ciclo ETERNO “incarna” questo eterno, dividendo 10 elevato a quell'indice eterno, per il 10 elevato al 4500 -10 che lo INCARNA e determina nel 38,0125 indicante l'anno 38, nel mese 01 e nel giorno 25. Quando si enuclea il tempo 0,803398874 dall'intero del 111, e lo si riduce alla presenza ¼ di questo tempo quadridimensionale, accade tutta una serie di definizioni... Ma basta fare 1 : 0,803398874 per ottenere il 26,138 che evidenzia di per se stesso questo gennaio del 38 in cui il 26 dalle divine dimensioni, si incarna, per come descritto in 138 da leggersi libro 1 assoluto (=100) della Bibbia, nel capitolo 38. In questo libro si decreta la nascita di una mano, a 5 dita. Poiché esse sono ½ delle due mani a 5 dita, genesi 25, espressa come 1,25, e elevato a ½ per ripartire la nascita su due gemelli, deve poi combinarsi con questo ½ delle due mani.

½ + 1,25 ^ ½ combina tutti gli elementi descritti quando esiste una mano (quella di Giacobbe) che lega a sé il fratello gemello Esaù uscito prima. Poiché questa somma di fatto è il prodotto:

10^½ × 10^1,11803398874 = 10^1,6180339874 questo indice “combina” proprio il fatto che sia ½ a mettere in comune

questo ½ con 1,25 (genesi 25) elevata ad ½ perché è una genesi condivisa tra due soggetti gemellari, aventi la stessa “sostanza” di Padre e Spirito santo – da una parte - e Figlio, nella sola linea del flusso generazionale, determinato da un piano a due dimensioni simili al Padre e allo Spirito santo di un Dio che si lega con la madre di Gesù cristo. Il nome GES§ è talmente coinvolto che anteporre la G di Giacobbe ad ESAU restato senza il primato espressa dalla sua lettera Alef=1, significa generare un G+ESU', proprio nel nome italiano di GESU'. Da due nomi ebraici abbiamo la sorpresa che deriva il nome in italiano. Non Gioshua, non Iesus, ma GESU'. Pertanto Genesi 25, espressa come 1,25 ed elevata a ½ poiché condivisa tra due gemelli, quando si combina con la mediazione data da quella sola mano che è ½ delle due, determina LA SEZIONE AUREA. Quando osserviamo però solo il libro 1,25 elevato a ½ in quanto condiviso tra due, e non lo combiniamo con quel mezzo stesso, allora abbiamo un 1,11803398874 che se computato in assoluto, ossia moltiplicato per 100, allora e solo allora distingue: 111 unità intere, dal tempo decimale dell'unità dato da 1 diviso per 26,138 nelle prime 5 cifre... di quella mano, e quel tempo si rivela legato a un DIO=26 nel tempo di 138 millesimi che coinvolgono ora quanto Bibbia precisa e completa con Genesi 38, trattandosi di un DIO=26 incarnato nel gennaio dell'anno 38. Per definirlo totalmente, vanno calcolati i DIECI 26esimi, da cui risulta un periodo eterno cominciante per 38, che si definisce nel gennaio e nel giorno 25 solo per deduzione delle 4490 dimensioni che computano il moto del 10 in 4500, che sono le centinaia assoluti dei 45° pari a OTTAVI dell'angolo giro. Se considerate che 1,25 è dato da DIECI OTTAVI capite perché qui si tratti


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anche di cento OTTAVI dell'angolo giro. La data di Nascita del 1938, nel mese 1 e nel giorno 25 riguarda un soggetto avente per primo nome ROMANO. Ebbene, in Bibbia, 1,25 è scritto:

Sono 10 lettere che valgono 88, un numero che si legge bene in 111,803398874, prima del 74= 100 -26, che mentre fissa nel 74 tutto il cammino del DIO=26, esprime nel 74 proprio la lettura inversa nel 47=AMODEO, di ciò che è MODE' dalla Alfa all'Omega.

Genesi 25,23

Le 339 cifre precedenti sono i tre 113 che esistono nel nome di Romano Antonio Anna paolo Torquato AMODEO, che è 113 in Romano Amodeo (66+47 in nome e cognome); è 113 in TORQUATO, il nome numero 5 con tutte le dita della mano; ed è infine per la terza volta 113 nell'acronimo dualistico, ossia dal valore numerico delle cifre delle prime due lettere dei 6 nomi, Ro+An+An+Pa+To+Am.

Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».

Poiché Giacobbe sarà poi chiamato ISRAELE, e esprime la nazione di Israele e il suo popolo, l'altro nome è solo quello del Popolo ROMANO che si imporrà su Israele, ma poi (con Romano e il Dio Sol Invictus, celebrato a Roma il 25 dicembre, FISSA IL NATALE DI GESU'. Fatte debite riflessioni, si potrà desumere anche il nome di LUIGI AMODE' come la figura del Padre reale di Romano. LUI è la lettura speculare del nome in arabo, di Allah, che allo specchio

diventa il chiarissimo LUI in lingua Italiana. Segue dietro di LUI, GIA, la trinità ora espressa da Giacobbe. E a Esaù non resterà che il nomignolo EDOM, che letto in italiano e proprio come è scritto, ossia MODE' (quando è letto Edom da destra verso sinistra), completa LUI+GIA+MODE', suddiviso poi 5+5 in LUIGI AMODE'.

Resta da definire gli 80 centesimi, che poi sono gli 8/10. Essi sono quanto unifica i 10/8=1,25. Pertanto lo stesso numero 111,803398874 definisce Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo. Compreso che il tempo di 8/10 unifica i 10/8 che definiscono in 1,25 il libro 1 di bibbia, nel versetto 25, ecco i tre 113 definiti dal nome espressi nel 339, ecco l'88 definito nel Padre, quando il suo nome 5+5 è LUIGI AMODE' = 54 + 34, nel valore medio di 44+44 =88. Ed ecco infine ANNA=26, presente nell'assoluto 100 che che si muove del 100 -26 = 74, che trascende l'intero 47=AMODEO. Quando al Padre, LUIGI AMODEO, espresso da 11 definizione il nome diventa 88+13=101, ecco le 100 unità che sono assolute quando al 100 si aggiunge il suo valore CENESIMO (di 100), che porta all'unità palindroma di 101. Ebbene la sorpresa è questa: Quando si considerano i decimi di 111,80339, abbiamo 1118,0339 come una data dopo Cristo.


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1118, 0338 sommato a

1,25 della Bibbia.

2000,0776 -----------3118,1114

Potrebbe sembrare arbitrario che un anno sia rappresentato in questo modo, quando è espresso tutto nel ciclo delle decine.

abbiamo l'anno dopo cristo che porterà al ribaltamento dell'asse terrestre e alla fine del mondo che conosciamo. Cosa significa sommare al primo indice il 2000.0776?

Ma 10^4800, che esprime l'indice di 4 anni di 1200 giorni ciascuno, per divenire l'indice della potenza 10^1461 che conta tutti i giorni 365,24 per 4 anno in 1461. deve dividersi esattamente per 10^3339. Infatti:

il 2, seguito da 4 zeri aggiunge il raddoppiamento della realtà 10^4 = 10.000.

10^4800 : 10^3339 = 10^1461

le 776 unità decimillesime della realtà combinano l'indice 666 del Diavolo, della distruzione totale, con il 110 che combina tutte le 11 dimensioni di 10/1, con le 10, quantizzandole 110. la somma di 110 a 666 vale il prodotto:

Questo indice 3339 (che in parte lo vediamo in 111,803398874 nelle centinaia di 1,25 elevato a ½, costituisce il modello cubico del 1113, che aggiunge il principio di 10^3 al 113 del nome trino di Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO.

10^1118,0338 ×10^3.000 × 10^0666 × 10^0110 = 10^3118,1114 Pertanto, partendo da 1,25, dal libro di Genesi nel suo capitolo 25 che descrive la nascita di Gesù avremo che la sola potenza ½ del libro 1,25, estesa all'assoluto 1000, fissa l'anno intero 3118 dalla nascita di Gesù, nel mese di novembre e nel giorno 14 che dista 47=AMODEO giorni dal 3.119,1231. Occorre tutto il flusso 20.000 in decimi, e 776, come il totale valore di incremento rispetto al racconto fatto in Genesi 25, che è il libro

Quando il modello puramente espresso in mesi contenenti tutti 100 giorni (che poi sono osservati solo nella parte terza del flusso lineare, come i 90/3 che rivelano in 30 giorni ogni mese, desinti da 90, che è il flusso del 10 nel 100) si dividono per il modello tridimensionale dello spazio, risolvono perfettamente in 1.461 i giorni di 4 anni, che passano dalla rappresentazione di 4 volte l'anno di 1200 giorni, a quella di 4 volte l'anno di 365,25 giorni.


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Le “PROPORZIONI DIVINE” che entreranno “in potenza” di luce 300.000.000 -207.542 = 299.792.458 è la differenza tra indici, ove il 207.542 sottratto è stato posto a denominatore unitario dell'indice 299.792.458 della velocità della luce. 299.792.458 --------------- metri = 1444,4905513100 metri fino alla dimensione atomica di m 10^-10. Sono 1 giorno di 1440 primi, +4,4905513100 che richiederanno 207.542 4 anni per aggiungere un nuovo giorno al completamento di 4 anni terrestri in cui un anno vale per ¼ di presenza temporale sui 4 di quella spazio-temporale data da 1+3. Questo ciclo 4 si completa a 1444,4 quantità delle totali. Per completare le residue date da 0,0905513100 metri occorreranno 157 anni. Ciò in quanto la rotazione di 1 giorno partecipa alla rotazione in1440+7+7+7 giorni in 4 rotazioni attorno al sole, ciascuna delle quali vale ¼. Mentre il sole a sua volta ruota nella sua galassia. Ciò EQUIPARA la rotazione della massa a quella in linea, della luce.

299.792.458 è un indice della dimensione 300.000.000 (in metri 300milionesimi) del volume, quindi è un indice che, nella sua radice cubica, vale esattamente 669 in valore intero, con 374149 di resto indiviso la cui radice cubica è 72,05788816 in 10 cifre. Se operiamo tutta la radice cubica dello spazio percorso dalla luce in 1 s, anche nel valore decimale, il risultato è 669,2785417438 con 10 cifre decimali, e si nota, nei decimali le 72 decine invertite in 27 centesimi. E' lecito invertire anche il resto indivisibile? Non è lecito, se non vogliamo stravolgere il significato delle quantità che non riguardano la divisione dell'intero, ma del resto indivisibile che vale IN PURO PRINCIPIO

di “unità spaziale” espressione del puro modello quantitativo. Infatti se dividiamo la totalità dei 299.792.458 metri per questo resto indivisibile, che ha lo stesso significato di un “numero primo”, 299.792.458 : 374149 = 801 con resto 99109, in cui 801 sono tutte le dimensioni di 800/1, riguardanti il complesso volume 8 (con lato da -1 a +1) e a valenza assoluta di 10^2, area assoluta. Di fatto, il resto NON DIVISIBILE è l'unità del modello spaziale, che porta al totale in 801 unità aventi esse stesse UN PRINCIPIO di 99109 unità date da 10^5 -891,in cui questa quantità sottratta all'unità elettrica o magnetica, in 10^10 elevato a ½, corrisponde a 888+3, comma di indici che


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combina la dimensione 3 del volume con tutto il complesso volume dato da 2^3 riferito a 111 unità tridimensionali (100+10+1).

300 allorché dimezzato come un ciclo a 150 unità totali, si presenta nel tempo 1 come 149/1 unità.

10^7/374149 è il “tempo unitario” di questa unità spaziale, riferito a tutto il volume nel suo complesso moto di 10^6 per 10. Vale 26,72731986454594 in 16 cifre che mostrano la carica 4x4 della realtà spazio-temporale. Esse evidenziano il quanto 26 assegnato al “Dio” (anche della cabala del nome DIO e a quella ebraica del nome YHWH di Jahvè) che crea ½ anno in 7 giorni, e uno in 7+7 giorni, posti come fossero i lati di un piano creativo intero a lati opposti, come un vai e vieni, che apre e chiude il circolo di un anno.

Ebbene, questo 74, dato da un 26 sottratto a 100, fissa nel 47 che inverte la lettura del 74, un valore assolutamente fondamentale, rappresentando una dimensione 3, presente nel dimezzamento reale dell'assoluto 100, che vi avanza esattamente come quanto è dato da 50-3=47.

Questo 26 è la prima proporzione divina di un sostanziale 10+30=40 scomposto nel flusso 26 di 7+7 che, in 26+7+7=40 dimensioni. 10/26 = il periodo eterno delle 6 cifre decimali in 0,384615 fissa in queste 6 dimensioni 38/100 che sono alla base del piano 38x38=1444, visto nella luce, in cui i 49/100 successivi sono il piano 7x7=49, nel mentre 55131 deriva da (1444444 -11038)/26=1433406/26=55131. La sottrazione di 110 centinaia e 38 unità a 1.444.444, che deriva dalla combinazione dell'unità data 10^6 con il 4 volte 111.111 che estende allo spazio-tempo l'unità a 6 dimensioni di 111.111 e ne determina il valore completo dello spazio-tempo, estrapola il modello assoluto dinamico di 10/1, velocità a 11 dimensioni date da 10+1, con l'avanzamento spaziale 10, computa, sommandogli 38, tutto il flusso in 40 dimensioni, allorquando 2 unitarie sono nel piano trasversale. Quando mettiamo in detrazione il 26 al 100 assoluto, abbiamo il risultato del 74 che segue al 3, nelle 374149 dimensioni spaziali indivisibili nella luce. Questo 74 vale le 75 totali date da 100+300 nei sui 75 terzi. Mentre il solo

Di fronte ad un ente che sia non solo trino, ma anche Uno, 50+1 rappresenta il valore che gli è associato, anche come 10^4 : 666 = 15 intero con resto 10. Infatti 15 volte 666=9990. Ma che cosa è 666? Esso è dato dal 669 che è il valore dei metri in linea nella velocità della luce, che se si divide come 10^669 : 10^3 = 10^666. Pertanto l'indice 666 (il DIAVOLO nella cabala) è proprio dato da 74/16 che uguaglia 666/144 che moltiplica esattamente per 9 i due termini 74 e 16. Quando si divide tutta la realtà che vale 10^4, per il solo 666, otteniamo come intero 15, che è la lettura inversa della realtà dimezzata data da 100/2, quando avanza di 1. Sommare 15 a 51 determina il 66 che è la massa decima intera in 666. Costatato che 74/16 sono 666/144 (che sono i 10 minuti presenti in 1 giorno di 1440 minuti primi), ove dividiamo per 144 anche il 3 che abbiamo enucleato al 669, lato intero in metri, del volume della luce espresso in linea, quando presentiamo queste 3 dimensioni a quella intera di tutta la realtà 10^4, questo 30.000, diviso per 144 dà come intero il 208 che è il ciclo tridimensionale del tempo, dato da 8 quantità esatte a numero 26. Tanto che il senh 26 e cosh 26 sono esattamente uguali, cosa che non accade nei sen e cos letti in radianti di 360°. Poiché 360° -152° = 208°, capiamo che questa differenza tra indici pone il 152 come un 100+26+26


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simile a un piano il cui flusso è l'assoluto 100, mentre il piano trasversale ha i due lati di 26+26.

0+1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11=66 cui si somma nel secondo nome la sommatoria del 12, che aggiunge al 66 in 66+12=78 e ottiene 144.

Detrarre questo modello al generale dato dai 360° radianti, porta al numero esatto di 2^3 quantità (tutte quelle del volume complesso, a lato 2) del “DIO=26”.

Il terzo valore deriva esso pure da questo 144, cui è sottratta la sommatoria di 11 e poi è ridotta a terzo, nel valore terzo, come 78/3 = 26=unità di DIO.

Pertanto il 144 posto a divisore della realtà intera in 10^4, determina interamente il ciclo unitario di 208 giorni. Esso è dato da mezzo anno bisestile, di 183 giorni, più 100/4 espressi in 25 giorni posto IN PRINCIPIO.

Il quanto valore deriva da 1440 diviso per il 28 che esprime la creazione in 7 giorni uni e trini, tanto che 1440 : 28 = 51 cui aggiungere 12 (la radice quadrata di 144) come un puro tempo indivisibile.

Poiché 666 è dato da 144 volte 74/16, il valore contrapposto, dato da 144 diviso per 74/16, che è uguale a 31 come intero, rivela un quanto che, sottratto a 144, lo porta a 113.

Il quinto valore deriva da 144 meno 144 diviso 666/144, uguale a 144 144×144 / 666 =144 – 31 =113.

113, a sua volta, diminuito di 62 (che è l'inverso del DIO=26), porta al 51 della realtà una e avanzante. Abbiamo in tal modo questi contenuti interi: 66 è il primo, presente nelle decine dei 669 metri del lato della luce. 144 si rivela come il primo 66, sommato alla Trinità del DIO=26, data da 3x26=78 e tale che 66+78=144, il numero che determina praticamente tutto in un giorno misurato dal ciclo 10 del primo, che – quando lo è in 66 – con 66×10 sono i 660 metri del lato della luce, cui è da aggiungere solo un piano 9 dato da 3×3). Terzo dato dunque è il 26 dato dal terzo di questo trino 78, posto come il secondo valore, che asseconda il 66 nel 144. Quarto è il 51 di tutto il moto avanzante di 1 in 100/2. Quinto è il 113 risultante da 144 meno il 144/(74 : 16). Come 144 decine nel minuto primo sono un giorno, tutto deriva da questo 12 per 12 =144, tanto che il primo valore è la sommatoria di 11 data da

066+ 078+ 026+ 051+ 113= ----333+1 ha disaggregato perfettamente il 333/1 che è il solo avanzamento reale in 666 unità avanzanti nella trinità che porta alle 669 unità comprese nelle totali 670, del primo valore 66×10, +10. Tutto questo contenuto è condizionato al 26=DIO che diventa 66 quando al DIO=26 si aggiunge 10+30, il valore Uno e Trino del PADRE, dato dal ciclo 10, padre di ogni numero decimale. Quando questo divino 26 si sottrae al 100 e si presenta in 74, la sua lettura trascendente è 47. Sicché:


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333+

2.016

001+

-------- che è ASSOLUTA quando si aggiungono anche questi 208 dì

047=

208

----381, che vale il 334 quando la dimensione unitaria 4 si pone in potenza del 3 e si somma al 300, dando lo stesso 300+3^4=300+81=381. Questa definizione ha posto il luce un 365,25 +15,75. Mentre il primo valore è un anno attorno al solo sole, il 15,75 è il modello cubico di un cubo che ha tre lati uguali a 5,25. Questo valore viene da (7+7+7) / 4 = 21/4 ed è esattamente il tempo che si aggiunge a 360° uguali a giorni, per portare il numero dei giorni a 360+5,25=365,25. Poiché 381 incrementa il 360 del 21 dato dal 5,25 uno e trino, ossia da 5,25×4= 21, questi 381 giorni aggiungono non solo il tempo ¼ dell'opera intera in 7+7+7 dimensioni, ma anche lo spazio dato dall'intera opera trina. Da 381 -208 = 173 il 208 rivela tutto il suo divino valore invertendo a 183 il 381 e togliendogli il 10. Poiché Il DIO=26, quando è uno e trino è 104, si rivela il dimezzamento del 208 dato da 30.000/144. Il 2016, diviso in 208 quantità, diviene 126/13 quando si divide per 16 (infatti 16 volte 126 =2.016, come 13 volte 16 le porta a 208), un rapporto dato anche da 9 + 1/1,44444444 = 14/1,44444444.... comprendiamo come 7+7, l'unità di un piano creativo a due lati uguali a 7 giorni, divisa per l'unità che comprenda l'eterno periodo della realtà a 4 dimensioni, ha lo stesso “ritmo” di 2.016 anni divisi in gruppi di 208 giorni, per poter formare la velocità di:

“come” numero di anni che caricano a 126 volte i 208 giorni a esprimerli in anni 208 Abbiamo allora che il ciclo del tempo che riguarda questi numeri FONDAMENTALI, dura esattamente 2.016 anni +208 giorni. Considerandoli giustamente A PARTIRE dalla nascita di Cristo, ecco che il 26 luglio del 2.016 si completa il ciclo esatto, legato a queste dimensioni. Essendo fondamentale il 381 totale, nel perfetto ordine di anno 38 e mese 1, e tale che 208 meno ½ anno esatto di 183 giorni porta al natale 25 di gennaio, abbiamo la perfetta data di avvento del 38-01-25. Se la confrontiamo al periodo visto in 384615, quando dato da 10/26=0,384615384615384615... per sempre, vediamo come: 384615 meno 380125 = il che, espresso in Bibbia è il capitolo 38 del libro 01 associato al capitolo 25. E' il 38A25 di un Codice Fiscale. --------004490 in cui 44 volte 100 è l'unità assoluta della realtà a 4 dimensioni delle 11 date da 10/1. Nel mentre 90 indica tutto il moto di 10 nel 100. Dal che risulta che la data espressa con 38-01-25 rispetta scrupolosamente il periodo dato quando il DIO PADRE dei numeri decimali, si divide in 10+3=13, ma nel dualismo del piano avente due lati 13 come un solo DIO=13+13=26, o YHWH (Jahvè).


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Questo determina un eterno periodo come una data espressa in 38+46+15 la quale, mentre ha il numero esatto nel 38 legato agli anni, PONE IN PRINCIPIO il quanto 44-90, dell'Unità assoluta 44 nelle centinaia, allora del tutto simile al 144 quando è considerata 100 la dimensione delle centinaia, a partire dal Dio che disse di ESSERE COLUI CHE ERA IN ESSERE.

Tutti questi valori sono NUMERI cui poi sono date le dimensioni alfabetiche di una espressione linguistica che presenterà questo tizio nato il 25 gennaio del 1938 e che morirà il 26 luglio 2.016 all'età precisa di 78,5 anni esatti, nei 6 nomi di:

E se sono 44 le centinaia, allora è 100 in esse +44. Ma IN PRINCIPIO questo 10 deve entrare anche in relazione al 100, e lo fa definendo le 90 dimensioni del suo movimento, del 10 unitario, nel 100 del piano assoluto.

ROMANO=16+13+11+1+12+13

=66

ANTONIO=1+12+18+13+12+9+13

=78

E' tanto “forte” questo 38 che poi va riferito anche al secolo 19, quando a 100+300=400 si sottrae il 381 e si ottiene il 19, in questo contesto delle centinaia. Diventa il così il 1938.

ANNA=1+12+12+1

=26

PAOLO=14+1+13+10+13

=51

Vediamo come sia generato dai 6 valori DI FONDO, che abbiamo distinto in 66, 78, 26, 51, 113 e 47.

AMODEO=1+11+13+4+5+13

1938 = 66 × 29 +24 1938 = 78 × 24 +66 dal che si vede come siano valori complementari. 1938 = 26 × 74 +14 (il che trascende Anna=26, Amodeo=47 e i 14 giorni di via crucis fino al 26-7-2.016, giorno di Sant'Anna) 1938 = 51 × 38, il che rivela come l'avanzamento unitario del ciclo unilaterale dei 10/2 incarni un PAOLO=51nel 1938, e senza nient'altro. 1938 = 113 ×17 +17, il che dimostra l'aggiunta esatta dell'unità 17 a quella che si moltiplica per 113. 1938 = 47 × 41 +11 1938 = 381 × 5 +66/2, essendo l'inverso di 381, ossia il 183, esattamente ½ dei 366 giorni dell'anno bisestile che è il 2.016.

TORQUATO=18+13+16+15+19+1+18+13 =113 =47

Un nome che è Uno e Trino in 113, essendo 113 il 5° nome da solo; essendo 113 Romano Amodeo (1° nome e cognome), ed essendo 113 l'acronimo dualistico che somma i valori delle prime due cifre (16+13) + (1+12) + (1+12) + (14+1) + (18+13) + (1+11) = 113. Questo 113+113+113 è 339, e si mostra DIMEZZATO nel 669 del lato della luce in metri, dimezzato nel solo 66. Insomma, da 10 -26 = 74 “trascende” il 47=AMODEO. Dal 144 trascendono 66+78 = Romano Antonio. Dal 78/3=26 trascende il 26=Anna. Dal 113 -62 (=il 26 trascendente di DIO) trascende il 51=Paolo. Dal 144 -31 (dato da 666/144) trascende il 113 di Torquato.


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Da 10/26 = 0, nel ciclo eterno di 38-45-15, trascende il 38-01-25 come la nascita dell'Eterno. Essa è descritta in Genesi 25 e Genesi 38, della Sacra Bibbia. Il disegno stesso della vita sta in questo progetto Nominale. 26 × 78 combina l'unità con la Trinità di questo DIO=26, nel risultato dato da 2.028, che sono gli anni dopo Cristo. Oltre tutto il moto 1.000 del principio posto in quel 1000, come Dio disse con SONO CHI SONO, sicché avanzo di 1000 in 1000, arrivando a 2000, il 28 aggiunto sono dati dal 7, uno e Trino. Da questo 28 va tolto il tempo 4 (in quarti, che siano dati dal volume 3). va tolto, dunque 4 volte 3, ossia 12, tanto che il 2.028 meno 12 si riduce a 2.016. 26+78=104 giorni di presenza Una, deve spostarsi di 1, e occupare pertanto 208 giorni del 2.016. 66+51+113, che sono il contributo degli altri tre nomi, sommano 230 e fissano il secondo limite definito nella profezia di Daniele, cui lo stesso Gesù si riferì, in relazione alla fine del tempo DI DIO. Mentre gli altri 2 evangelisti non fecero cenno alla profezia di Daniele e allora la profezia si riferisce alla CITTA' DI DIO, alla Gerusalemme rasa al suolo dal Generale Tito nel 70 dopo Cristo, il vangelo del servitore del popolo Romano, Matteo (il che trascende Romano Amodeo) si riferisce alla fine di Romano Amodeo, che è il soggetto descritto in Genesi 25 e 38 in un reale gemellaggio con il Figlio Gesù. Poiché 230 -208 significa 22 giorni dopo il 26 luglio 2.016, significa quel 17 agosto 2.016 che è 1335 giorni dopo il 21-22 dicembre 2.012 del famoso “Calendario MAIA” in cui i MAIA con il tempo di Gesù Cristo non c'entrano, mentre invece MARIA c'entra benissimo con Gesù, ed esiste come

MAIA quando ha perso quello sposo ER (di Tamar) in Genesi 38. I due termini raccontati da Daniele, di 1290 come TEMPO e 1335 come TEMPI... solo se gli si aggiunge anche il tempo 1 della sua unità, porta in questa somma: 1290+ 1335+ 0001 -----2626, un numero tutto impostato sul nome YHWH=26, sia a livello assoluto 100, sia a livello unitario. Il MEZZO TEMPO lo dimezza a 1313 giorni che, fatti retrocedere dal 26 luglio 2016, arretrano allo stesso giorno del 21-22 dicembre del 2.012, che fissa esattamente in 2.000 anni tutto il tempo in cui Gesù cominciò ad occuparsi DELLE COSE DEL PADRE SUO CELESTE, quando aveva 12 anni, secondo il racconto “storico” e non IDEALIZZATO (a Romano Amodeo, fattone dal nome Romano Matteo). Mentre Romano vale 66, anche MATTEO, dato da 11+1+18+18+5+13, come vedete, vale 66, mentre MATTEO è assonante ad AMODEO. Ora il giorno 22 dicembre, alle 2 di notte, Romano Amodeo visse una realistica uscita dello Spirito di Gesù da lui, prima vedendo un riquadro celeste sparire per accentramento, e poi un intensissimo flusso elettrico scuoterlo tutto e sparire con analogo accentramento. Nel vecchio mondo le ore andavano dalla mezzanotte dell'estremo limite occidentale, al giorno avanzato sempre più fino ai limiti dell'Australia e del meridiano in cui c'è il cambio del giorno.


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Nel nuovo mondo delle Americhe era ancora il 21, ed era quello che faceva testo, come nel salmo 21-22 del DIO DIO PERCHE' MI HAI ABBANDONATO citato dal Gesù morente in croce. Questo era la DESOLAZIONE citata dal Profeta Daniele, laddove essa diveniva addirittura ABOMINIO della desolazione se arrivate a immaginare un Gesù che ritorna, nascosto nel ladro che aveva detto, ma che ad un certo punto lo dice chiaro alla Chiesa: SONO TORNATO! SONO IO in Romano, ma non è creduto da chi si era immaginato (e ancora immagina) un RITORNO IN POTENZA, che sia dissimile da quella già avuta allora, nella potenza di un ultimo disprezzato uomo dei dolori che finisce in croce per mano dei suoi stessi Sacerdoti! Gesù è tornato, ma sia nel 1999, sia nel 2005 si mise invano a digiuno, calandosi nella parte della PECORELLA SMARRITA, che deve essere cercata dal BUON PASTORE, se egli ha rispettato alla CONSEGNA triplice espressa in Giovanni capitolo 21: 21.15: … pasci i miei agnelli. 21.16: … pasci le mie pecore. 21.17: … pasci le mie pecore. 21.18: … In verità, in verità ti dico: quand'eri giovane, ti annodavi da te la cintura e andavi dove volevi. Ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti annoderà la cintura e ti condurrà dove tu non vuoi. Ebbene, aggiungendo 1.000 a questo virtuale ed escatologico 2118 dopo cristo, ci sarà la fine del mondo che noi conosciamo, come la quantità di 3118 raggiunta con la 21ma lettera del primo libro della Bibbia. Il numero 31-18=T presenta la finale croce del Dio 30 e 1.

Osserviamo il capitolo 31 di genesi nel versetto 18. Esso dice: “E condusse via tutto il suo bestiame e tutti gli averi che si era acquistato il Paddan-Aram, per andare da Isacco, suo padre, nella terra di Canaan. “ E' descritta l'ARCA che in quel tempo ci sarà in orbita celeste. Gli acquisti in Paddan-Aram sono quelli conquistati per mano di A.R.AModeo, vissuto nella valle Padana. L'0andata dal Padre Isacco (di Esaù e Giacobbe in rappresentazione di Gesù e di ES, tu SEI ROMANO A. in fine, rappresentano il nome stesso di Canaan come quanto è Ca, ossia qua, NAAN, ossia ANNA. In Genesi 31.18 è descritto in modo profetico come, in seguito agli acquisti, derivati dall'insegnamento fatto da Romano Amodeo in pianura Padana si costruirà l'ARCA, nel cielo che è la casa di ANNA=26=DIO. Invece quanto detto in 21.18 da Gesù, lo ritroviamo in Genesi, capitoli 21 e versetto 18, che recita: “Allora il faraone chiamò Abram e gli disse: Che cosa mi hai fatto? Perché non mi hai indicato che era tua moglie?. Ma tutta la sequenza parte dal versetto 15, che dice: 21.15 La osservarono gli ufficiali del Faraone e ne fecero le lodi al faraone, e così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone. 21.16 Intanto Abram fu trattato bene per causa di lei; e gli furono dati greggi, armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.


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21.17 Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe, per il fatto che Sarai, moglie di Abram.

PIETRO della vecchiaia, che si dimette e profetizza Benedetto XVI che si arrende, stende le braccia, e un altro lo porta dove non voleva...

Questi tre versetti corrispondono al comando triplice dato a Pietro di “pascere agnelli e pecore”. Di fatto il Signore promuove la condizione di Abram, grazie all'avvenenza della sua sorellastra e sposa Sarai.

“Questo gli disse per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Dopo queste parole, gli disse: “Seguimi”.

I nomi di costoro evocano ES-A.ù, il tu SEI romano A. infine, e lo SARAI, per mano di una SORELLA ed anche SPOSA.

Pertanto alla morte di Romano Amodeo, sarà collegata la sequela relativa al Papa Emerito Benedetto XVI.

La SORELLA in questione sarà proprio una SPOSA di Cristo, una SUORA, per la cui mano tu che SEI romano sarai messo nella stessa condizione del povero Cristo cacciato senza colpa alcuna da un Coro della Chiesa cattolica.

Gesù fu crocefisso tra due Ladroni, per cui è molto probabile che queste figure che saranno associate alla salita in cielo di Romano, nel mezzo tempo della profezia di Daniele, saranno i due Santi Padri, a contornare il Santo santo Santo che ascenderà il 26 luglio nel giorno in cui la chiesa cattolica celebra i due nonni materni di Gesù, la made e il Padre di Maria Santissima.

Un giorno, in chiesa a Cogliate, Romano disse a questa SORELLA... “mi sposi”? Facendola inorridire, come per un grave INCESTO compiuto proprio in una Chiesa cattolica. Sarà grazie a questa SORELLA e SPOSA di Cristo che Romano SARA' messo a tu per tu con una ELEZIONE sua a MESSIA dello Spirito santo della verità di Cristo, accadendo proprio in relazione a quando SARAI ha il nome mutato in SARA... a evidenziare come più non si potrebbe il R.A. Che nacque a SA, in provincia di Salerno e che morrà a SAR, a Saronno. Lo stesso ARONNE, portavoce di Mosè alluderà a S. A.R. Al santo Amodeo Romano che sarà ingiustamente mortificato a Saronno fino al punto che il Gesù Cristo in lui patirà l'ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE nel 2.012, quei 2.000 anni dopo l'inizio del suo compito verso il Padre Celeste. Il capitoli 21.18 di Genesi, in cui il Faraone chiede ad Abramo IL PERCHE' gli abbia nascosto il suo essere lo sposo di questa SORELLA, corrisponde alla bocciatura data da Gesù, nel capitolo 21 versetto 18, al

Dove lo porta? Giovanni fu chiaro al successivo 21.19:

Pertanto, quello che accadde il luogo santo (a Gerusalemme) alle ore 2 del 22, straordinariamente si sposa con l'ascensione del Padre il 26 luglio, della madonna il 15 agosto, due giorni prima del 17 agosto pari al giorno 230 portato dai nomi 1+4+5. Poiché il 21 iniziale del famoso Salmo 21-22, ha distato 2 ore e il giorno è stato il 22, ecco che arretrare di 2 le “ore” porta alle orazioni per l'Ascensione della Madonna, mentre arretrarlo di 22 porta all'ascensione del Dio PADRE nella realtà storica di Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo, descritto minuziosamente in Bibbia, specie in Genesi 25 e genesi 38, quelle che portano alla sua incarnazione del 25 gennaio del 38. Questa data, ne abbiamo parlato, è tutta descritta da: 10 diviso per 26.


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Essa porta al periodo eterno di: 38-46-15 che, eliminando il PURO PRINCIPIO di 00-44-90 porta per pura sottrazione matematica a -----------38-01-25 In questo modo si è incarnato l'ETERNO 10/26. Un Eterno vissuto come un LADRO, ossia come uno che sembrasse per tutta la sua vita reale come uno che volesse impossessarsi per furto di attributi divini che non fossero i suoi. Sarà ucciso dall'Islam deviato, in seguito a questa accusa. Gli rimprovereranno il suo essersi dichiarato ALLAH nel suo Spirito, camminandogli la stessa condanna a morte che patì il Figlio Gesù, dopo che i nuovi Caifa cattolici si saranno limitati a DISDEGNARE TOTALMENTE di voler ricercare il lui la pecorella smarrita che egli si era dichiarato di essere, non mangiando più per 57+55+81=193 giorni. Contro le sole 38 ore patite da Gesù, dalle 15 del venerdì santo fino alle 5 del mattino della Domenica, il Padre soffrirà per una lunga vita di mortificazioni di ogni tipo. Tranne quelle 38 ore della genesi celeste di Gesù. Dio gratificò il Figlio, fornendogli ogni credenziali divina. Venuto poi egli stesso alla sua vigna, si presenterà senza nemmeno quelle credenziali di essere IL PADRONE, tanto che sembrerà a tutti un LADRO, nel mentre egli si dichiarava di essere IL PADRONE. Questo in risposta alla domanda fatta da Gesù agli apostoli: “Che farà il

Padrone della vigna quando verrà?” L'Eterno ha voluto assumere questa differenza rispetto al Figlio: Nel Figlio tutti i miracoli accaddero nel mondo reale disegnato dall'Eterno, e poi solo quello della sua resurrezione. Nel Padre e Spirito santo : nessun miracolo ci fu, suo, nel mondo reale, vita natural durante... Ma poi – quando dopo il 26 luglio 2.016 l'Eterno sarà tornato nel Regno dei Cieli – allora accadranno finalmente tutti i miracoli desiderati da Lui, mentre era vivo e non lì poté realizzare, dato che si era reso schiavo del mondo creato da lui. Il Figlio invece, aveva avuto sempre il Padre in Cielo, a dirigere il corso degli eventi. Ebbene, quando sarà tornato in cielo il Padre, allora – se Egli ancora lo riterrà opportuno, è logico! - potrà fare finalmente accadere realmente questi 8 eventi descritti sotto, che sono stati quelli che – allorché il Signore è stato in terra da totale impotente a fare – ha fortemente desiderato e voluto, ma non ha potuto: 1) il cieco nato, Tommaso Urbani, per cui digiunò per 45 giorni nel desiderio che il Figlio Gesù gli donasse la vista, avrà finalmente quegli occhi di cui la natura non lo dotò. 2)

Sergio Del Grossi, che ebbe un arto maciullato da una macchina da


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stampa, e che Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo pregò affinché per miracolo lo riavesse come se non l'avesse mai perduto... lo riavrà. 3) Anna Carugati, per cui Romano pregò cessasse la sua menomazione, nella carrozzella con infinito amore accompagnata alle comunioni, da un padre che poi vigilava affinché la figlia non sputasse via l'ostia appena ricevuta, si alzerà, risanata da quella carrozzella. 4) La Chiesa di san Giovanni Battista avrà quella porta santa per la quale tutti coloro che la attraverseranno nel corso di questo anno santo 2.016 avranno dalla Misericordia di Dio risanato ogni tipo di male, malattia, menomazione, deficienza. E questo perché in vita Romano Amodeo lo desiderò, apparentemente invano.

5)

La Fisica sarà unificata.

6) L'energia pulita della fusione atomica sarà donata all'uomo, per come Romano l'aveva desiderata e cercata! 7) La Scienza sarà messa duramente alla prova dalla Fede in Dio, per quando l'Eterno si è voluto incarnare mettendo in atto un rapporto di 10/26, Eterno, tra il Dio a Dimensione 10 e quello alla dimensione due del DIO uno nel 10 e Trino nel 3! 8) Nel mondo, finalmente, l'idea di Dio uscirà dalla superstizione della fede ed entrerà nella Fede per la verità di uno Spirito santo dominante, che non patisce alcun limite, ma che li regge e governa tutti, sapientemente.


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Comparazione tra SEZIONE AUREA e VELOCITA' DELLA LUCE Essendo la velocità reale c^2 il quadrato del rapporto tra 299.792.458 e l'unità elettromagnetica fatta di 207.542 metri, questi che, sottratti all'indice 3 dello spazio cubico sono stati messi in potenza per come espresso da 10^300.000.000 : 10^207.542 = 10^299.792.458, appare evidente la sottrazione del denominatore dai 300.000.000. Allora avremo che:

Possiamo considerare i due valori come indici, tanto che la sottrazione indichi la divisione tra le relative potenze di quegli indici su base 10. 111,803398874 meno 111,571558348 = -------------------

90.000.000.000.000.000 meno c^2, ossia menomazione 89.875.517.873.681.764 è uguale a ----------------------------124.482.126.318.236 ,

000,231840526 è il modello unitario che è in atto in 1,25 elevato a ½, espresso nelle centinaia assolute. Ci sono queste dimensioni unitarie, in questo modello: 22 /10^2 sono le 11 dimensioni in 10/1, esistenti nei due versi della linea componente lo spazio. Quelle che unificano 10^2.

laddove 10^14 : 0,803398874 = 124.471.172.709.161 come intero, nel riferimento ai decimali di 111,803398874

118 /10^4 sono le 111+7 avanzanti unitariamente nelle 7 dimensioni della velocità 6/1, alla dimensione reale che unifica 10^4 nei suoi decimillesimi.

Dalla differenza tra le due aree, una intera in 9, e l'altra solo ridotta al denominatore della c^2, risulta la differenza di un'area.

40 / 10^6 sono le 4 dimensioni reali nel ciclo 10, e nella dimensione totale 10^6 esprimente i 6 versi come indici della base 10.

La sua radice quadrata porta a 111,57155 anziché a 111,80339 quando consideriamo il numero alla dimensione 10^5 della linea elettrica o magnetica, esistente nel piano elettromagnetico a dimensione unitaria 10^10.

5 / 10^7 è il ciclo dimezzato, nella realtà solo avanzante nella dimensione 10^7 che è l'avanzamento di 10^3 in 10^10.


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26 / 10^9 è la dimensione DIO, in tutto il ciclo 10 atomico. Quando il modello lineare unitario in c, si moltiplica per questo modello, allora risultano le 100 quantità assolute di 1,25 elevato a ½, ossia nella sua radice quadrata. Se facciamo la differenza rispetto al numero intero della sezione aurea, che nelle centinaia esprime 161,803398874, allora abbiamo anche la presenza delle 60 unità che costituiscono il comune ciclo dei minuti primi, dei minuti secondi e dei minuti terzi Mentre nella sezione aurea, senza l'aggiunta di ½, le 100 quantità davano la parte decimale attraversi 21 / 26,138... la parte decimale in 111,571558348, è data da 36 / 62 unità sommate al tempo decimale espresso in 0,985695381 e rotti che presenta alla dimensione 10^-9 il valore 381 di tutto il nome di Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo. Nel mentre le 36 cifre al numeratore sono tutte le lettere al lavoro e le intere 62 sono tutto il moto del 38, l'anno di nascita, nel 100, che poi è letto in 26 quando si ascolta Gesù che diceva “buttate le vostre reti dalla parte destra”... ossia non leggete da sinistra verso destra, ma dalla destra verso la sinistra. Ciò fatto, il 62 diventa il DIO TRASCENDENTE, nella sua nascita nell'anno 38, ossia 5 anni dopo la morte e resurrezione di Gesù Cristo, quando, ed esattamente il 25 gennaio del 38 Saulo viaggiava verso Damasco e gli si presentò Gesù in un Sole abbagliante, e nella voce “Saulo Saulo perché mi perseguiti?”. Romano Amodeo, nato in quel giorno e nello stesso segno di un NOME NUOVO che si determina in PAOLO, si presentò in 38 mezzi secoli, ossia

nel 1938 e nello stesso giorno della sua straordinaria conversione, che lo portò a divenire Apostolo delle Genti. Paolo avrebbe affiancato Pietro, aggiungendo il sostegno della pura ragione alla Fede in Cristo. Sarebbero stati celebrati come martiri nello stesso 29 giugno in cui nacque la madre di Romano, quella BaratTA MARiannina i cui estremi congiunto formano il nome della TAMAR descritta in 1.38. Allo stesso modo in cui quelli di suo padre, LuiGI Amodeo hanno formato gli estremi congiunti GIA che qui non esprimono la dimensione trina di Giacobbe, ma quella di GiudA, nei suoi estremi di GI dalla sinistra e A dalla destra. Dal 29 giugno natale della mamma, al 26 luglio mortale di Romano passano esattamente i 28 giorni di una opera intera 7 +3×7. Dal 7 aprile mortale di sua madre al suo mortale 26 luglio passano esattamente i 101 dell'assoluto 100 unitario. Dal natale 25 di romano al mortale 7 aprile della madre passano i 62 che trascendono il Dio=26, nella sua lettura da destra. Dalla sua nascita a quella della madre ci sono esattamente i 155 del 100, sommato alle dita di entrambe le mani, 50 la destra e 5 la sinistra, il che è L e V in numeri romani, quel 55 presente in MontesiLVano, che valse per Romano come il Monte Sion dei 55 giorni di digiuno trascorsivi nel 2.005, quando digiunò invano per aggiungere la RAGIONE alla FEDE dei Pietro, come già Dio aveva fatto fare a Paolo. In relazione al padre, nato il 7-7-7, la distanza tra le nascite è di 163 giorni, il piano uno a dimensioni 80+80 e flusso 3.


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Morto il 5 giugno, avrà il Figlio morto 51 giorni dopo, nel segno esatto del flusso intero in 100/2 +1, nel valore 51=PAOLO. Suo figlio, la cui morte sarà il 26 luglio, rispetto al suo natale avvenuto il 7 luglio, viene esattamente 19 giorni dopo, che sono 38/2. Ma sono state ideali anche le date relative a Mario e Giuseppina, i suoi genitori assegnatigli dal matrimonio con G.S. A immagine di Gesù, essendo figlia di Mario, nato il 15 agosto e morto il 17 gennaio. Morto 9 giorni prima della nascita di Romano il 25, e nato 20 giorni dopo la presunta morte di Romano. Nato nel dì dell'ascensione di Maria Santissima, e figlio, come lei, di una Anna. La mamma acquisita ha avuto il nome al femminile di San Giuseppe, il Padre assegnato a Gesù dalle nozze con Maria. Nata lei il 3 giugno, ossia 130 giorni relativi all'anno bisestile, nel segno dei 26/2 nelle decine. Morta il 21 luglio, ossia 5 giorni prima di Romano, nel segno delle dita della mano di Dio. Romano ha spostato Giancarla Scaglioni, nata il mese 11 nel giorno 1 di tutti i santi, il giorno in cui il Santo Papa Giovanni Paolo II divenne sacerdote. È dunque un giorno che dista dal 25 gennaio in cui è nato Romano esattamente 280 giorni nell'anno normale, che diventano 281 nell'anno bisestile e rappresentano una opera 7, una e trina, nelle decine, e anche una nell'anno bisestile. Sono 98 giorni esatti dopo la prevista morte di Romano, il 26 luglio, nel segno di tutto il moto del piano a lati 1 ed 1, nel 100. Anche lei è descritta in Genesi 25 e genesi 38. In genesi 25, il suo acronimo GS, unito agli estremi E ed U di Esaù, porta

esattamente a Gesù. Ma il suo nome Giancarla è trino nel GIA di Giacobbe. In Genesi 38 il matrimonio è segnato dal FILO SCARLATTO che la nutrice pose attorno alla MANO, (di RO-MANO) e che nel colore SCARLATTO disegna L'atto nuziale con SCA (Scaglioni) CARLA. Sicché il suo nome, che è GianCarla, è definito in GIA in genesi 25 e in CARLA SCA(glioni) in Genesi 38. In lei io ho avuto una moglie del tutto simile ad una madre, per via del valore 141 sia di MARIANNINA BARATTA, sia di GIANCARLA SCAGLIONI., 84+57=141 la mamma, 60+81 la sposa. Come Romano, in figura di Padre e Spirito santo si è legato solo con lei, lei, in figura di Gesù, si è legata con due uomini differenti. Quello sposato davanti a Dio, come nel segno delle vesti di Gesù poggiate su un Puledro, l'altro, nel segno dell'Asina su cui Gesù entrò infine in Gerusalemme. In Bibbia, 1.38 esistono dunque tutti gli estremi, sia dell'anno e mese di nascita, in cui sia ANNO sia MESE valgono 38, sia gli estremi di Padre, madre, Sposa. Persino tutto il codice fiscale: MDA, dato da AMODEO=47 vale il 47 di TAMAR, nome che letto dalla parte destra indica la RA MATer, che è di RA la MADre. Nel mentre, letto dalla destra, MDA è proprio il nome ebraico di ADAMO. RNN, dato dai tre nomi di Romano Antonio Anna, è l'esatto codice fiscale degli sposi ER ed ONAN di cui TAMAR fu vedova. 38A25 indica in A la Alef=1, mese di gennaio, nell'anno 38 e nel giorno 25.


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D527I, le ultime 5 cifra, indicano il Dio 26+26 che crea in 7 giorni e si chiamò, in Romano, la I di IESUS. Sono anche Dita 5, che valgono il 3×3×3 riferito al valore 333 nelle unità, indicate nella I=9, come il -1 a tornare indietro da 10.

Gioacchino, i nonni materni di Gesù, quelli legati alla sua realtà.

E come LUI+GIA+MODE' indicò il padre di Romano in Genesi 25, in questa Genesi 38 c'è il valore 38=LUI, negli estremi GI+A di Giuda e riferiti al MODE' per il MODO in cui è descritta nata per prima la MANO, assegnata al duo di R+O, dei due mariti congiunti nei loro estremi, di ER e Onan.

Ma il reale figlio di Davide, che costruì il Tempio fu SALOMONE, un OMONE, un grande UOMO di SAL, Salerno e Salem, uno che scelse come divino dono la SAPIENZA, quella assegnata a Romano, che ne ha tanta da leggere tutti i segni che Dio ha messo nel libro sacro della Bibbia.

In questo libro 1.38 non è descritto solo il cognome, ma tutti quanti i 5 nomi e il cognome, il cui valore 381 compie quanto descritto nel libro 1.38, in cui chi è nato 1° nella sola mano poi si pone per ultimo a mutare 1.38 in 381. Pertanto, anche se il Padre non è definito interamente nel suo nome, qui è definito in tutti i modi possibili quello di Romano. Ma anche LUIGI=54 sommato a MARIANNINA=84 determina un loro totale in 138, quel 138, lo rammento, che risulta intero quando, nel 111,803398874, la divisione tra lo SPAZIO 111 e il TEMPO 0,803398874, determina lo S/T in 138 unità intere. La vita intera di Romano aggiungerà 183 giorni esatti al suo 25 gennaio natale, tanto che il 25+183 =208 segna la fine del valore 381 del suo nome, allorché ribalta totalmente l'1-38 nel 381 che è la sua lettura fatta dalla fine verso il principio. Egli, chiamato ANNA=26, come Dio nel suo terso nome e come la terza generazione di Gesù, nella madre di sua madre, se ne salirà in cielo proprio nel giorno che celebra entrambi i genitori della Madonna, Anna e

Quando a Gesù è ASSEGNATO il Padre Davide, lo è proprio e solo grazie all'assegnazione dello Sposo fatta a Maria, essendo Giuseppe della casa di Davide.

Il famoso giudizio salomonico, del giusto mezzo! Di quando voleva dividere un bambino conteso tra due madri. Allo stesso modo, il Dio che crea in 7 giorni, e che quando è Uno è 10 nella dimensione 3, e dunque 13, è poi un Dio Trino in tre volte 13, ossia in 39=TRE. Ebbene il giusto mezzo tra 13 e 39 sta nel DIO=26. Quando ne esistono due, uno a dimensione 100 ed uno a dimensione centesima del cento, allora esiste in 2626. Solo una divina sapienza ha permesso a Romano di determinarlo sommando i 1290 giorni alle 1336 unità del 1335/1 scritto nella Bibbia dal Profeta Daniele. Infatti 1290 +1335+1 = 2626, e il TEMPO MEZZO di cui parlò, eccolo, i 1313 giorni che nella vita di Romano sono finiti segnati perfino nell'indirizzo posto di fronte a casa sua, a Saronno, in via Larga 13, in cui per quale altra ragione volete che sia stato incollato di fianco un altro 13?


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GI, in Gesù Iesus, AN nel giorno di sant'Anna “et TI” e Romano, nella Croce di un Iesus. CASA DI RIPOSO, a indicare che CA, qua e questo è il DI, il giorno 1313 del Riposo eterno di chi è nato a SA. Qua il 1313 SA DI RIPOSO eterno. Il sacerdote di questo luogo si chiama Angelo CENTEMERI ed è l'annunciatore dei 100 giorni assoluti, definitivi. E' stato il sosia del cugino di Romano, quando era sua la casa in cui abitava in via Larga 12, ed egli era il Decano di Saronno, tanto che Romano a lungo si chiese se tanta somiglianza alludesse al segno che il proprietario della sua casa era il Decano di Saronno. Ora, che è arrivato il tempo finale descritto dal profeta Daniele, il suo ruolo è simile a quello di un Caronte traghettatore per gli Inferi. Quale ragione ha avuto, chi ha messo una seconda indicazione, quando ne esisteva già una? Ma tutto questo è stato un segno di quanto già un tempo gli accadde quando abitò a Milano proprio in via Larga al numero 13, nel mentre aveva 13 anni e dovette patire una solenne bocciatura, e il MORbillo, il Muore il 2, con LUI Romano. Questa casa di riposo indica il riposo estremo di chi spegne la sua vita in questo luogo. Giulio come il Luglio della casa Iulia di Cesare... ma GIU' L'IO! Ma anche con la lettura trascendente da destra, in cui HO IL LUIG, ho finalmente mio padre! Luigi!

Vi sembra possibile, una cosa normale che, trasferito da Salerno a Milano romano sia finito in casa altrui, da sua zia, in Via Larga 13, e che poi trasferito da Milano a Saronno sia finito ora al 12, un recapito che ha di fronte una casa non sua, nello stesso indirizzo. A Milano il padrone di casa – che l'ospitò - si chiamava Giovanni Venturelli, e di fianco a questo finale Venturo OSPIZIO, avente lo stesso identico indirizzo, c'è la Chiesa di san Giovanni Battista, quel Giovanni che apre il cammino ad ogni divina opera Ventura, per quanto poi E' LI', sì proprio come fu anticipato attraverso Giovanni Venturelli di cui romano fu OSPITE. Sua moglie, Antonietta Amodeo, a segnare il secondo nome di Romano Antonio Amodeo, proprio il Romano Antonio ucciso in Egitto da Cleopatra, come questo Romano Antonio sarà ucciso dai miscredenti dell'Islam.


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