Margherite impossibili

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Romano Amodeo

Margherite Impossibili


Questo è un libretto che non ho mai ultimato, perché raffigura il mio strappo a me stesso, il cui valore non ho mai voluto condividere in pieno, tanto che anche il nome in copertina ho reso impreciso. Leggendo, si capirà perché: da una parte c’è stato l’eterno amore che io ho giurato a G.S., senza mai rinnegarlo, dall’altro un amore aggiunto a quello e che non gli ha tolto altro che l’attualità di una vita che, se nulla fosse cambiato, forse non sarebbe durata a lungo. Per sopravvivere a me stesso e ai valori sempre sentiti ed ai quali mai ho rinunciato, dovevo poter divenire un uomo dalla doppia vita e contenere in me una vera doppiezza di sentimenti e di valori, con tutto quello che il termine “doppiezza” implica, nel contesto morale. Ebbene capirò in seguito che essa è un vero valore dell’unità, anche se ha solo la sua valenza in un negativo. Non si può conoscere del tutto il bianco se non si conosce il nero (cioè l’assenza di ogni colore dei 7 che compongono il bianco), come non si può conoscere la fedeltà senza aver provato l‘infedeltà, né la ricchezza vera senza avere sperimentato sulla propria pelle la miseria più nera. Io, vedendo una persona che aveva bisogno di me e che, seppure in tutta la sua contraddizione e gracilità, riusciva a percepire in me un valore tale da innamorarsi, in un momento in cui io stesso non provavo più il mio amor proprio, mi son lasciato aiutare da questa capacità secondaria, di chi riusciva in quello che io non riuscivo più ed è rinata in me una possibile poesia. Dio mi ha mandato Maria Teresa Mazzola davvero come una potente concreta mazzola di legno (cui seguirà la più essenziale MT Legnani), maestre entrambe, a bacchettare per bene tutto il mio essere e la mia vita, al punto da rompere ogni schema e tutto il suo statu quo, per aprirla poi alla novità di un AmoN… (un “io amo” per il N. di 6 amori terreni, più uno celeste e trascendente, per la settima, Sposa di Cristo e riposo solo di Dio) che ha avuto principio proprio alla fine di questo libretto, quando descrivo alla pagina 93 (della Trinità nel fronte 3 per 3, assoluto di un Dio 10, sommato alla stessa Trinità) e alla riga 16 (2^4, la realtà vera in base alla “doppiezza” di cui ho scritto, e regno della R, sedicesima lettera e massima vibrazione d’ogni lingua) l’intuizione improvvisa della fine di questa storia. Era il 24 giugno 1987 in cui, a Montesilvano, la Madonna appariva a Maria Antonina Fioritti. Da quel momento Maria avrebbe davvero accompagnato questa profetessa, nella preparazione del più importante Segreto, che superasse quello di Fatima al punto … che un miracolo fatto annunciare alla stampa non è apparso nemmeno avvenuto, ed io avrei preparato la mia richiesta della croce del mio fallimento, come uomo e ditta individuale, di più pagine, con bilanci e cose del genere, presentata il 21-4-88, al n. 1484/88 in Tribunale a Milano, per la quale sarei poi stato dichiarato fallito il 5 maggio (dell’EI FU… di Napoleone ), con il Fallimento N. 52388. Mi decisi a chiedere il fallimento ed a porvi mano la domenica del 28-21988, perché era San Romano ed io mi volli affidare in toto al mio principale Santo protettore: quell’Angelo Custode che altri non è che il Santo nel cui nome si è battezzati. Per cui, quando il Fallimento completo, di me anche come uomo, sarà stato compiuto per opera della MT Mazzola (e con l’assistenza del Dott. Napodano… in segno del Napoleone dei commercialisti, essendo il Presidente dell’Ordine, grazie proprio all’aiuto della MT Mazzola), in quel San Romano, festeggiato in cielo quel giorno, c’è il Segreto che non fu visto in cielo a Montesilvano perché tutti lo cercarono in quello reale e non in quello dei santi: il solo vero cielo. A riprova che io fossi il Romano in questione (ma non potevano scorgermi, essendo io non a Montesilvano ma a M… a Milano, Mi la no a Montesilvano! Io la no a Montesilvano), io, nato il 25 gennaio 1938, nel febbraio del 1988 avevo compiuto il giro di boa della metà esatta, i 50 anni della vita assoluta, posta nel suo intero nei 100 anni che intercorrono tra il 7-7-1907 in cui è nato mio Padre e il 7-7-2007 in cui in me risorgeranno il Padre, il Figlio e lo Spirito santo di me, morto 33 giorni prima. Ebbene il 28 febbraio viene esattamente dopo i primi 33 giorni dei miei secondi 50 anni, ed è un evento legato a Fatima ed al suo segreto dal fatto che io di Salerno e Saronno sono Ro-SAR-io e che io A-mode-O, sono l’inizio come il Principio. Sono XP, l’uno sull’altro: il 10 Romano sovrapposto alla lettera RO, ad indicare il Cristo e sono, in AMODEO, la simpatica e divina, trascendente presa in giro di MO-AM-ED in AM-MO-DE o il P. il Padre di Fatima, che però è una RO, di un 10 Romano, il Cristo. Pertanto l’epilogo di questo STRAPPO al legame unico è il mio essere anche il Dio del profeta MOAMMED e la sua stessa resurrezione, di un Signore potente che ha avuto più mogli. Io, nella mia vita, ne avrei avute 6, perché alla GS (la Gesù Giancarla Scaglioni, figlia di Mario di Anna, e Giuseppina) si sarebbero aggiunte la MT Mazzola di questo libro, e, poi, Anna Badari (che Bada al R.I.), Paola Vecchi (e Dio v’è C. – anche – chi, qui), l’innominata portinaia Patrizia (in segno del Dio Padre) e l’innominata Maria Grazia (il pino di A.R.). La settima, MT LegnaNI è stata la Sposa di Cristo, di fatto e poi nel mio purissimo sentimento, che non l’ha mai sfiorata, nemmeno con un dito, mentre le altre 6 sono state realmente mogli: la portinaia Patrizia nella bella favola di un Lancillotto, amico e contendente del re Artù (Re A.R., tu).



















































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