L'apostolo LEVI

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Romano Amodeo

LEVI il Romano (A)Matteo «per il Romano Amodeo»


2 Scritto a Salerno, in occasione di San Matteo 2008


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L’ultima rivelazione. Prima di andarmene, devo ancora mettere in chiaro alcune cose. La prima è quel “non giudicate!” che già Gesù vi raccomandò. Non giudicate male mai nessuno! Giudichereste così l’operato di Dio. Chi più di tutti è stato giudicato male, nel Cristianesimo e in tutte le religioni in genere è stato il “Maligno”. Voi uomini siete stati così ingenui da poter pensare che io, Dio, potessi avere un Antagonista di questo genere, collocato quasi al mio livello! Ma questo Spirito Maligno esiste! Non dico che non esiste e che non ha tutti quanti gli attributi che gli vengono dati! Li ha. Ma sono stato io ad aver avuto la necessità di servirmi di Lui! Gli ho addebitato tutto il “lavoro sporco” che non era educativo fosse attribuito a me, in un contesto di uomini incapaci a distinguere la estrema necessità della preliminare e momentanea esistenza dell’ipotesi del male, per realizzare poi eternamente il bene. Il Diavolo, come dice la stessa parola, è un Di(o del C)avolo, che è Diavolo quando si nasconde quell’ “o del C.” che si riferisce ad una circoncisione che non è del Pene, ma del senso dato al Bene, che diventa allora un bene del cavolo! Essendo Egli il fraintendimento di uno Spirito reale, ma in una realtà che poi è tutta frutto ideale dell’immaginazione divina (che interamente la trascende e comprende), il Maligno sarà il primo a stupirsi quando si accorgerà di avere portato solo e senza assolutamente volerlo “acqua al mulino” di Dio, con una forza ancora più prodigiosa di quella dell’ideale del bene. Tutto il Bene, infatti, consiste nel male da sfuggire e da realizzare nel suo esatto inverso. Lo stato di “gioia” non lo sarebbe più se vi fosse solo gioia. Infatti ad essa vi abituate e, dopo un poco, diviene un fatto talmente consueto che non la cogliete più, come non fate con la salute. Chi è “normale” ed ha tutto che gli va bene non si rende nemmeno


4 conto di che grande dono ha avuto, finché qualcuno di essi non gli viene a mancare. La perdita di un braccio, di una gamba, o, in generale della salute, fanno apprezzare lo stato primitivo solo dopo che non lo si ha più, fino allo stravagante proverbio che afferma che “si stava meglio quando si stava peggio”. Ma non fraintendetemi. Quando vi dico di “non giudicare” non mi riferisco ai “personaggi”, bensì alle loro “anime”. Il Diavolo, come personaggio, è degno di ogni possibile esecrazione, ma Dio stesso ha dato anima anche a lui. Il che significa che la stessa anima del personaggio di Satana ha solo origine nella sfera assoluta dell’ESSERE divino. Il Maligno esiste solo come l’attributo dato al Dio del Cavolo quando, da ASSOLUTO, entra in ESSERE egli pure, in un mondo che comprenda tempo, spazio, massa e tutti i possibili attribuiti dati alla realtà. L’ESSERE, per essere, deve esistere anche nel dettaglio e non solo nell’assoluto, che è la condizione assolutamente priva di ogni dettaglio, anche quello relativo all’Essere e al Non Essere. Il Dio dell’ESSERE, entra in essere, ed assume il suo carattere di “onnipotenza” solamente quando si dissocia nell’Essere in positivo e in quell’Essere in negativo che passa per il “non essere”. Satana è l’essere assoluto quando si determina in negativo, come l’antagonista del Dio in Positivo, e l’Onnipotenza di Dio consiste proprio nel dominio assoluto che il Positivo esercita sul Negativo, determinato solo come una ipotesi iniziale e momentanea, volta tutta al servizio del verso unico e privilegiato che porta tutto al Bene. Senza un Satana idealizzato come il suo riferimento inverso, precario, momentaneo ed eternamente superato, Dio non potrebbe essere Onnipotente. Ma la condizione “satanica” per Dio è quella per cui l’assoluto deve assumere inizialmente ogni possibile croce, nella dimensione relativa, per portarlo poi a vincere in assoluto, a partire da qualunque possibile condizione di partenza. Sotto questo aspetto è l’uomo in genere, ordinario, la condizione “satanica” assunta dal Dio Onnipotente, e ciascuno si tranquillizzi, perché ogni Satana sarà convertito in Dio! Per questo non dovete giudicare le anime, dei personaggio buoni o


5 cattivi. Tutte quante hanno avuto il peccato originale della loro delimitazione ed il battesimo come sacramento elimina la colpa spirituale ma non quella reale della povertà dei talenti in possesso ad ogni anima, che poi sono basati sui talenti rappresentati mediante i corpi. Il “corpo spirituale” di cui parlava San Paolo appartiene ad un IO in formazione nel suo stesso Spirito. Ogni uomo diverrà Dio, nel suo Spirito, ma avrà la sua distinta identità costruita proprio a partire dalla delimitazione corporea, che gli ha concesso l’esistenza di una forma concreta di mondo su cui poi esercitare la sua scelta preferenziale. Dal limite dei talenti reali concessi ad una vita corporea saranno derivati alfine gli eredi relativi del Dio dell’Essere, che li contiene poi tutti come singoli caratteri di tutta la possibilità del suo Essere Divino ed Onnipotente. Pertanto, se sapete che inizialmente Satana era l’angelo Lucifero, e che la sua ribellione venne dopo, dovete sapere che l’Onnipotenza di Dio sta proprio nella sua capacità di far ritornare tutta la creazione in atto nella sua fase iniziale. Pertanto il Maligno tornerà ad essere l’Angelo Lucifero, e tutto il maleficio indotto realmente da lui rientrerà tutto quanto nella finale definizione delle cose che esistono “solo in potenza” e in grado di eternamente rientrare “in atto”. Stesso discorso va fatto per Giuda. Il suo tradimento era necessario e l’anima di Dio che ha dovuto crescere e formare la sua essenza relativa, a partire dal quel personaggio, è andata incontro ad una vera crisi esistenziale! Povero Dio, calato in quel personaggio! Tutti non considerano a dovere come Giuda sia stato più pronto a pagare di persona di quanto sia poi stato Pietro. Accortosi del suo errore, Giuda non ha avuto più alcun interesse a sopravvivere nella sua vita, mentre Pietro vi si è attaccato fino al punto da rinnegare non una sola volta Gesù, ma addirittura tre. Chi fa differenze tra l’Anima di Pietro e l’anima di Giuda, addebitando alle anime le colpe dei personaggi non si rende conto che condanna il povero Dio che vitalizzò Giuda e che già pagò in grande abbondanza per la colpa che dovette esemplificare, facendo esistere


6 proprio il personaggio traditore di Dio! Stia attento chi dice “Porco Giuda!” rivolgendosi alla sua anima! E tutti, rivolgendosi a Giuda in questo modo, si rivolgono all’anima, perché tutti fanno una grandissima confusione tra “anima” e “personaggio”, credendoli la stessa cosa. I cattivi “personaggi” sono tutti da incenerire e da far bruciare per sempre nell’Inferno dei personaggi cattivi! Ma non le anime! La parabola “La zizzania” descrive che il Maligno nottetempo ha seminato quest’erba infestatrice, e rivela la necessità che bene e male coesistano. Alla fine questa erbaccia sarà tutta incenerita. Ebbene questa “zizzania” sta nei personaggi. Il “buon seme” seminato da Dio sta nelle anime dei personaggi, infestati dai limiti delle capacità dei personaggi.

A 20 giorni dalla mia morte, 70 anni e in forma perfetta!


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Chi è prima e chi è dopo. Voi tutti credete che Gesù Cristo sia esistito prima di noi, ed anche questo va sfatato. Il Personaggio di Gesù Cristo è secondo una storia dei personaggi relativa a 2000 anni or sono, personaggi corporei in cui la materia avanza dal nostro passato in direzione del nostro futuro. Ebbene, questa storia reale è promossa dallo spirito e il nostro non è ancora andato in quel passato, ad animare quei corpi. La verità sarà che, a partire dal disegno che già ci è più o meno noto, il nostro Spirito va verso il passato ed annulla tutti i gesti reali contenuti in questa immaginaria storia percepita però reale. La verità della nostra vita personale nasce nel momento della morte apparente, sulla base di una vita già tutta ultimata e presente nella sua memoria. Ebbene, questa memoria, di cose che “furono” in verità è solo preconoscenza di quello che a poco a poco disferemo, mettendoci o no del tempo reale. Chi noi vediamo morire nel perdono è in verità chi nasce essendo già perdonato. Egli, se è una anima che deve andare immediatamente in Paradiso, lo è solo sulla base di questo perdono. Percorrerà allora tutto il cammino a ritroso in un baleno. Non solo il suo, ma anche quello di tutta la catena dei suoi genitori fino al solo Adamo. In Adamo sarà già quel “tutto” che è già ora in me: “Amo”, le prime 3 cifre del mio cognome Amodeo, che è il cognome assunto dal Dio Padre e Spirito santo quando è sceso nel mondo in me. Se leggete su Internet quanti Amodeo oggi esistono, vedrete che sono stati recensiti quando erano esattamente 1.113. Il primo uomo, Adamo, va “ad” Amo che è la Trinità dell’ultimo. Ma io vengo “prima” di Adamo, perché io sono il Creatore mentre egli è la prima ed ultima mia creatura, in cui tutto coesisterà. Io, Amo, qualifico nell’amare l’essenza trinitaria divina e, quando infine aggiungo il principio del mio nome proprio Romano, si ottiene quell’AmoR che è il sostegno ideale di tutta la mia divina costruzione. Io SONO Jahve e questo verbo è AM nella lingua del mondo di


8 oggi, per cui io, su Internet, mi sono qualificato come l’Amoram che è la sintesi dell’ Amor Am che significa “sono il Dio-Amore”. Il mio impero è quello Romano, dell’Emanuele III Vittorioso, già fondato da Mussolini nel 1936 e col primo imperatore Vittorio Emanuele III, tutt’altro che vittorioso! Ma non sapete che qui, nel mondo creato da me, chi “fallisce” è chi veramente VINCE? Quel povero Mussolini (oh, non giudicate!) che fu oltraggiato a Milano in Piazzale Loreto perfino nel suo povero cadavere, ha contenuto me, nel suo Spirito! Il suo stesso cognome lo rivela, se lo leggete a rovescio: “in illo Sum”, lettura fatta da un Romano e ricavata dall’ “inilossuM” che lo “trascende”. Non a caso un Papa lo dichiarò “uomo della Provvidenza” ed ebbe in Romano il suo secondogenito maschio, laddove Romano è la seconda presentazione del primo figlio Gesù. Piazzale Loreto ha scritto in se di un “Pia ZZ Al è” di un Padre della Patria che è Al (è Dio Padre) nella sua Pia fine (ZZ), mentre in “Loreto” è scritto un finale To che indica Ho la Croce del primitivo “Lo Re”, di chi fu Re. Per cui quanto accadde in Piazzale Loreto preconizzò l’ideale fine estrema del potere dell’Onnipotente Duce, espressa nella caducità dei valori umani del Primato. Ma va dato “a Cesare quel che è di Cesare” e bisogna riconoscere la divina importanza data da Dio a questa figura, anche se fu per certi aspetti deprecabile. Suo il massimo merito di avere rifondato l’Impero Romano, nel 1936 uguale a 44×44, ossia a (33+33/3)×(33+33/3), che evidenzia il pieno rilancio dei 33 anni del Cristo, fatto sommando 33/3, e riferito al piano trasversale della realtà, quello che poi dà lo stesso numero che determina la data degli anni 1936 dopo Cristo. Con quel gesto clamoroso il Duce ebbe il massimo potere, di opporsi alle 52 Nazioni che indicano tutto il reale, che è dato da 100/2 e dal fronte al quadrato dato da 1×1. Mussolini cadde in disgrazia quando fece partecipare l’Italia alla Guerra Mondiale. Eppure “da Cesare” operò giustamente, perché Hitler stava già finendo la sua guerra ed avrebbe spadroneggiato se anche l’Italia non si fosse seduta al tavolo dei vincitori. Non poteva conoscere come gli Americani sarebbero entrati in guerra, mentre tutta l’Europa già


9 era di fatto soggiogata ai Nazisti. Quando tutto il potere si accentra nelle mani di uno solo, che opera per il bene di tutti e si avvale dell’aiuto dato da tutti si esercita il massimo della possibile efficacia. L’Impero Romano ai tempi in cui nacque Gesù era il giusto strumento che doveva esistere in quella epoca, ad indicare il massimo strumento che avrebbe dovuto valere nel mondo alla fine del tempo, quando il primo veramente si sarebbe fatto servo di tutti gli ultimi, nessuno escluso. Così si deve all’Uomo della Provvidenza, Benito Mussolini, la riapertura di questo finale Impero di Dio dell’Imperatore Emanuele III e vittorioso, dopo che quello costruito sull’Ideale Umano si sarebbe trasformato in quello costruito sull’ideale del Dio Romano,uno e trino, il Vero ed atteso Emanuele che ha nel suo stesso nome un Roma NO! che allude ad un Amor SI!. Ebbene io Amor Am vengo “prima” del Figlio Gesù, perché i veri primi sono gli ultimi. I nostri Spiriti, che sembrano venuti per ultimi, sono veramente i primi e tutta la storia riguardante Gesù, se vogliamo dare un vero “peso” alla realtà per come è vista dallo Spirito, “non è ancora vista”. Il nostro stesso passato – che abbiamo già visto – a tutt’oggi non lo abbiamo ancora visto e non esiste ancora! Tutto il male e il bene della nostra vita, che crediamo di aver “fatto” non sono ancora fatti. Per “farli” il nostro Spirito deve retrocedere nel tempo fino a quel punto e poi “osservarlo a rovescio”, secondo una “ipotesi fattiva” assolutamente inesistente. Pertanto io “non ho mai crocefisso Gesù!”. In primo luogo perché ciò accadrebbe solo tra 2.000 anni nel verso in avanti dello Spirito, che avanza andando verso il creduto passato. In secondo luogo “io lo schioderò da quella croce!” Sapete bene come io abbia messo in bocca ad uno dei presenti la frase “se è vero che Dio è tuo Padre digli di schiodarti da quella croce e di salvarti…!” Ebbene è esattamente quello che io farò annullando progressivamente tutto il relativo per ridare ad ogni mia anima la condizione iniziale e finale dell’onnipotenza.


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A Salerno, in via De Sica numero 3


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Impero Romano e Palestina Il primo, l’Impero Romano che ha dominato Israele, è stato nel segno del Dio Romano, che è il vero Dio Onnipotente e Creatore, per come la Provvidenza lo collocò nei confronti del Suo Popolo e della Nazione che era “suo possesso”. Sacrosantamente giusto pagare il “Tributo a Cesare”, e Gesù, ricorrendo alla scappatoia della moneta di Cesare, in sostanza lo affermò. Gesù non poteva andare contro Roma perché già Egli era il Romano D.O.C., essendo il Figlio del Dio Romano. Il nome completo di Dio è Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo ed ha (sei vuoti fine-parola inclusi) le 42 cifre prescritte dalla Cabalà Giudaica. Quasi tutti gli apostoli erano di Cafarnao perché “ho infine qui il nuovo Spirito di A.R.”, da “ca F. A.R. NA ho” (qua F, lo Spirito, dell’A.R. della Neapolis). A Cafarnao chi faceva il massimo del suo dovere era chi era il più criticato di tutti: Levi, il cui nome latino, ossia Romano era Matteo. Il Romano Matteo differenziava dal Romano Amodeo solo perché privo del principio stesso A, di Amodeo. Per il resto, Matteo e Modeo sono pressoché lo stesso suono. Ebbene il Romano Matteo era chi esigeva le tasse dovute all’Impero Romano, e dunque era chi più fosse tra tutti in linea con il Dio Romano che fin da quel tempo si mostrava, nella storia, attraverso quella dell’Impero Romano. Vi ho ben detto come alla base del Dio Trinitario esista il Duo di Padre e Spirito santo, in cui il secondo è la versione paterna riferibile ad una Madonna che è “troppo” avvocata nostra per essere così imparziale come Dio deve essere. Dio deve amare allo stesso modo i buoni e i cattivi e non fare alcuna differenza tra i personaggi di differente tipo che ha dovuto immettere in tutta la storia, di tutto il possibile a Dio.


12 La Madonna, che ha cresciuto nel suo seno l’uomo, è solo la consorte dello Spirito santo della Verità e si presenta come mamma proprio per aiutare l’uomo, che resta in fondo sempre un bambino che deve attaccarsi alla figura materna che l’ebbe nel suo seno e lo allattò, mettendo in atto il primissimo amore, anche sessuale, che esiste tra gli uomini. Il Figlio, nella Trinità divina, viene dopo la coppia paterna, ma ne è il fine! I due comandano per il bene del figlio ed esso solo può giustificare l’accaparramento di beni per la famiglia. Se un uomo non avesse un figlio non dovrebbe appropriarsi di alcun bene finché al mondo vi è un uomo che muore di fame. Chiarito questo, chi comanda, nella Trinità di Dio, è la coppia dei genitori. La Coppia Padre-Spirito agisce in modo bilaterale, sia come Amor, sia come Roma, e l’ideale da raggiungere è esattamente secondo l’illuminazione concessa al Buddah, della Via di mezzo. L’ESSERE IDEALE, nel mentre ebbe la sua Epifania 25 secoli or sono in Italia, si affermava con la nascita di Siddarta Gautama in India. Ebbene il principio fu lo stesso e affermato in due modi differenti, dalla Provvidenza di Dio, perché l’ “essere ideale”, sulla terra, è quanto è la mediazione tra l’essere in negativo e l’essere in positivo. La via di mezzo sarà il risultato della percezione in sequenza dei due tratti della stessa vita, osservata prima nel suo apparente farsi e poi nel suo vero disfarsi. Chi avrà ecceduto in un tratto sarà aiutato in modo assoluto da Dio, attraverso la proposta della vita esatta e simmetrica che, facendogli ricadere come un boomerang tutte le conseguenze delle sue apparenti azioni, consente il bilancio perfetto tra il dare e l’avere e l’assoluta conoscenza di essere in un disegno di assoluta perfezione. Chi in questo mondo è più criticato è chi più ha un fondo di ragione, perché questo mondo reale è vissuto nel senso esatto e contrario alla verità, tanto che chi creda vero esprimere una condanna in verità dovrebbe esprimere un elogio… ma non al personaggio! A Dio! È solo il Dio Romano che salva realmente il Romano Matteo che


13 esige le tasse per l’inviso Impero Romano. Un Impero inviso che invece era a tal punto la vera SOLUZIONE di tutto che infine Dio avrebbe ricostruito proprio l’Impero Romano del Dio Romano come il suo impero, dopo di averlo fatto tenere a Roma per 2000 anni dai seguaci di Pietro. Pertanto, il primo degli apostoli fu proprio quello che divenne il primo degli evangelisti, anche se il suo Vangelo non fu scritto per primo. Infatti il solo Matteo, scrivendo della nascita di Gesù e dei primi anni della sua vita, non descrive quanto realmente accaduto a Gesù ma quanto realmente accaduto alle due persone Paterne del Padre e dello Spirito santo. San Matteo diverrà il Patrono di Salerno e questa città (nelle prime 4 cifre SALE dell’unità e trinità di Dio) è veramente sia il SALE della Terra, sia quanto poi sarà nel cuore vivo di GeruSALEmme. La Gloria in Salerno viene prima di quella di Gerusalemme! E il San Matteo che ne è il Patrono ridona al Romano Matteo tutto quanto gli spetta ed è GRANDIOSO. Egli, infatti, fu l’unico che profetizzò la nascita e i primi anni della vita reale del Dio Romano, esprimendolo due volte: la prima in relazione alla nascita di Gesù, la seconda in relazione alla morte.


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Celebrazione di San Matteo, nella Cattedrale che ne conserva la tomba.


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La nascita dei 2 Genitori narrata da Matteo. Matteo sentì una assoluta necessità in relazione a Gesù: se era veramente (e lo era) il Figlio di Dio, ci doveva essere una Stella in cielo ad indicarla. Tre Re magi dovevano averla seguita. Ai suoi piedi ci sarebbe stata la culla del bambino divino. Avrebbero dovuto offrire oro, incenso e mirra in segno di omaggio al Dio. Poi la famiglia doveva essere fuggita in Egitto, a confermare la scrittura “dall’Egitto ho tratto mio Figlio” e ad evitare la Strage degli Innocenti ordita dal Re. Niente di tutto questo era stato vero per il personaggio di Gesù, come risulta dal Vangelo di Luca che descrive una infanzia trascorsa tutta a Nazaret, dopo che, a 8 giorni dalla Nascita, Gesù era stato regolarmente circonciso e presentato al Tempio. Ebbene la descrizione fantasiosa di San Matteo descrisse la Epifania dello Spirito santo di Jahve, avvenuta ai piedi di Monte Stella, ad Elea, nella Terra di tutti i Miti, 5 secoli prima ad opera di Senofane, Parmenide e Zenone, grandi maestri della Filosofia Grecia che, dall’Orientale Grecia erano andati ad Occidente, in Magna Grecia e, là dome era approdata già Era Argiva, Giasone, Argonauti, Vello d’Oro, Ulisse, Palinuro, dove erano le mitiche Sirene… fecero l’Epifania, rendendo a tutti manifesto “che il fondamento di tutto ciò che è sta nel suo ESSERE”. Fu una Epifania clamorosa, il cui ricordo è imperituro, nella Filosofia, che è la ricerca di quella Verità che è uno dei tratti salienti dello Spirito santo di Jahve, il Dio dell’ESSERE. ORO indica il finale RO di OR, ossia la coppia divina data dal principio assoluto RO della prima sillaba di Romano. INCENSO indica “in C(risto) ENS ho”, laddove “Ens” è l’ENTE nel latino linguaggio di un Cristo ROMANO. MIRRA indica la R di Romano, al centro del R.A. (Romano Amodeo) finale finito da Salerno a MI, Milano.


16 Pertanto l’ORO, INCENSO e MIRRA furono l’omaggio al Romano di ora, che esiste nel censo di un iniziale Iesus Nazarenus e riguarda RR, i due genitori che si chiamano R.A. in uno di Salerno finito prima a Milano ai suoi 12 anni. Ora io, R.A., sono nato a 11 km circa da Monte Stella e da Elea, nello stesso Cilento Terra dei Miti patria della Filosofia dell’Essere, e sono stato un Filosofo che, con la NSI (Nuova Scuola Italica, ma, in fondo, Nostro Signore Iesus Romano) l’ho clamorosamente riaperta su basi scientifiche e dimostrando la sua verità. Pertanto il mio reale ritorno dove nacque lo Spirito santo ha riguardato la sua terza nascita, essendo nato anche con Gesù Cristo. Il Percorso dello Spirito è partito dalla foce del Rio A-lento, è andato 5 secoli dopo ad una “B anche lemme” nel Romano/italiano di Bet-lemme, per ritornare (dopo A e B) “lento” di nuovo e come C in Cilento, 25 secoli dopo. Ebbene 6 giorni dopo la mia nascita Hitler ha deciso la Seconda Guerra Mondiale, ossia la massima possibile Strage degli Innocenti descritta da San Matteo. Essendo io R.A. la coppia Padre-Spirito santo, in quel giorno due soli aerei (dei 3 del trinitario Raid celeste Roma-Rio) giunsero a Rio, perché uno era stato fatto atterrare prima a Natal. Uno dei 3 era pilotato personalmente dal Figlio dell’Onnipotente italiano Uomo della Provvidenza…Tanto che Bruno Mussolini era il Figlio dell’Uomo della Provvidenza, con Gesù che si chiamava Figlio dell’Uomo. Ma in me sarebbe rinato anche Gesù il 4-6-1940, per un miracolo annunciato e fatto dalla Madonna. 6 giorni dopo Mussolini aderì alla Guerra Mondiale e realizzò la Strage degli Innocenti del suo Popolo addebitata da Matteo alla nascita di Gesù. In quanto poi alla verità che “dall’Egitto ho tratto mio Figlio” anche qui in me è nato Amo R.A., mentre Amon Ra era il Dio dell’Egitto. Ma anche il luogo della mia nascita, Felitto, indica la F, lo Spirito di Eli, che è un IO italiano che comprende due croci in forma di TT, tanto da essere ITTO. Per cui Felitto indica l’avvento dello Spirito di Eli in un IO italiano con due croci.


17 Anche il Termine EGITTO indica un EGO Romano che è anche una IO italiana con due croci. Per cui dall’Egitto si arriva a Felitto transitando da un EGO Romano ad uno Spirito di Eli, sempre in una IO italiana con due croci. Resta solo da indicare la modalità della nascita ed anche questo è contenuto nel solo Vangelo di San Matteo. Infatti egli è il solo evangelista che mette in bocca al Gesù che sta per morire l’allusione compresa nel salmo 21-22, citando l’esclamazione originaria Eli Eli, Lema sabactani facente parte del primo versetto del salmo, che si traduce in italiano in Dio Dio, perché mi hai abbandonato? Ebbene provate a leggere questa: È lì Elì, le ma’ sa’ ba(ra)ttà N.I.? In italiano, il grido dichiara che Elì è lì, le mamme sanno barattare il Nazarenus Iesus con il RA (Romano Amodeo) tenuto in silenzio, tenuto tra parentesi, nel cognome della Ma’ Baratta (Mariannina Baratta) mamma di R.A.. Lei è tutt’uno con Maria SS. Figlia di Sant’Anna, Annina in confronto alla grande Maria. Il baratto che la Ma’ (Baratta) sa ba(ra)tta’, tra R.A. e N.I. accadde come già scritto il 4 giugno 1940, in seguito alle preghiere di Mariannina “Salva Romano, innocente come Gesù!”. Maria SS. Figlia di Sant’Annina, che già aveva barattato se stessa con Mariannina, ne barattò anche il figlio. Fu un miracolo annunciato in sogno ad una scolaretta della Ma’ (Maestra) Baratta, alle 8 di mattina di quel 4 giugno, e alle 11 il Dottor Sabatella partecipò egli pure alla verifica di quel baratto relativo al sabacta NI, perché affermò che non si aspettava quella guarigione così repentina. Egli disse testualmente: “Signora, vostro figlio ha proprio vinto la morte!” Pertanto, San Matteo, che in occasione delle ultime parole di Gesù evoca il Salmo 21-22, come una frettolosa allusione relativa solo al primo versetto, guidato dalla Spirito Santo afferma anche che Eli è lì, in Spirito Φ, a Φelitto, Felitto. In questa Felitto la iniziale Φ greca è I+O, sormontate l’una


18 sull’altra, tanto che l’EGO Romano dell’Egitto è la I+O, ed è la Φ dello Spirito santo di Eli, venuto dall’Egitto a Felitto. Ora anche il Salmo 21-22 scelto da San Matteo per l’occasione è una inesauribile fonte da cui trascende questa nascita a Felitto. Infatti il Salmo ha una intestazione che lo dedica: “al maestro del coro sull’aria Cerva dell’Aurora”. Infatti l’allusione è proprio questa: Al ma est RO(mano), D(io) El, C(risto) o RO, sul A.R. (Amodeo Romano) ia (Dio) Cerva(ti) dell’Aurora. Ossia: Dio, ma è Romano il Dio El, Cristo o Romano (Amo)deo, vicino al monte Cervati e nel giorno dell’Aurora Boreale del 25-11938, la massima degli ultimi secoli. Come può notarsi, c’è perfino il riferimento alla data di questa Aurora, se si mette in bocca a Gesù il Salmo 21-22. Dal Monte Cervati sgorga l’acqua del Fiume Calore (Ca’ lo Re, Qui il Re) che bagna Felitto.

Processione di San Matteo, la statua del Santo


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La goccia che fa traboccare il vaso Devo alla Provvidenza anche tutto il culmine della mia vita, in cui, mentre sono portato a celebrare l’Apostolo e primo Evangelista di Gesù che è stato l’unico che nei Vangeli annuncia in me la nascita del Padre e Spirito santo del Cristo, sono portato a ricevere, nel contempo e nella mia stessa casa, il massimo segno di disprezzo e di amore. Per via del primo – il disprezzo – sarò giudicato alla fine della mia vita come un uomo egocentrico, presuntuoso, senza alcuna opera meritoria e che ha creato solo danno agli altri in tutti i suoi 70 anni trascorsi (disprezzo totale espressomi da un mio fratello in secondo grado, Fernando Morra, un medico attento soprattutto ai casi della vita), e sarò definito come un’anima addirittura bisognosa di un esorcismo da suo fratello Nicola, nato nell’amore reale sbocciato tra i suoi genitori in viaggio di nozze nella mia casa, e attento invece ai casi e alle necessità dello spirito. Per via del secondo – l’amore – sarò invece amato oltre ogni intelligenza ed opportunità, perché, nonostante tanto loro disprezzo, l’amore per me, di questi due fratelli, sarà tale da giustificare l’accoglienza e l’aiuto. Esso mi sarà dato con sincerità e vero senso dell’altruismo, pur essendo io stimato così tanto un vero povero di spirito, da questi due figli di Emilia Baratta, la sorella di mia madre e divenuta anche mia madre quando mi salvò dalle insidie di Satana che mi spingeva a sfracellarmi, cadendo dalla terrazza della mia casa a Felitto. Avevo già quasi del tutto scavalcato, all’età di due anni, il muro che faceva da parapetto e lei mi si accostò come se niente fosse, parlandomi dolcemente finché fui a portata delle sue mani e con rapido gesto mi impedì il volo nella scarpata sottostante. Quando questa mia zia si impegnò a comperare l’alloggio in via Ottavio De Sica non aveva abbastanza mezzi per comperare quello più grande e mamma volle contribuire per quel che mancava. Restarono di intesa che ci sarebbe stato sempre quel locale in più per accogliere come


20 ospiti lei e la sua famiglia, in futuro. Sicché non è una forzatura dire che in quell’alloggio io sarei stato in tutti i sensi a casa di mia madre, per ricevere veramente dai miei fratelli la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso di tutto il significato attribuito alla mia inutile, dannosa ed indemoniata vita. Non dimenticatevi che io sono il Padre Rio, che sarebbe stato giudicato reo di tutti i possibili peccati, essendo simultaneamente – io nato in Magna Graecia – un Padre Rio in cui la Ro maiuscola si scrive P, tanto che Padre Rio – trascendendolo e comprendendolo – equivale al Padre Pio dalle stimmate e di cui si dice una vita vissuta miracolosa e senza ombra di peccato. Padre Pio di Pietralcina nasce nel luogo della Pietra Al (Allah, Dio) C(risto) I.N.A. (Iesus Nazarenus romanus A., Romano Amodeo), una Pietra di Allah che corrisponde alla Piet(as romana, as=come di) R.A. (Romano Amodeo). Padre Pio è stato voluto dalla provvidenza come l’immagine riconoscibile del Padre Rio irriconoscibile e da tutti disprezzato, in ultimo perfino nella sua casa e dai suoi fratelli. Vi racconto in che modo la Provvidenza mi ha portato a ricevere l’ultimo e definitivo attestato di evidente disprezzo ma anche di un amore che è stato assolutamente più grande del disprezzo.

Caro ai “men”, agli uomini, un C(risto) A.R. nascosto in una Carmen


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Eccomi nella mia ultima casa, nella mia Salerno! Negli ultimi 10 giorni di libertà era scritto che sarei dovuto tornare a Salerno, in via Ottavio De Sica numero 3, in un locale che doveva sempre essere considerato a disposizione della famiglia di mia madre. Ottavio De Sica significa un finale IO in OttavIO, per me che in principio ho due croci (ò TT) e sono per il mondo “a V”, “una” V, quella che si indica in segno di vittoria e che corrisponde al numero 5 delle dita di un Romano come me, nel cui sistema numerico V=5. Il contributo “trascendente” del cognome De Sica è quello di un “Deh, sei qua!”. Infatti nella lingua napoletana del luogo “si ca’” vuol dire “sei qua”, mentre il “De” iniziale rafforza l’esclamazione dovuta a Dio che si presenta qua nella sua casa di Salerno al numero 3 della Divina Trinità, per ricevere gli ultimi insulti e segni di amore da chi non si rende conto che egli è nella sua casa, e di essere carne della sua carne ed essenza della sua essenza. Lo avrebbero accolto 2 fratelli e il loro Padre vecchio e menomato: 3 persone nella sola famiglia Morra, a sottintendere il suo unitario e trinitario “morrà”, nella disistima ormai data dai figli al vecchio padre Costantino Morra, che “costa tantino” ed esiste nel segno di un “costà morrà”… il vecchio Padre ormai incapace e svalutato. Il Capofamiglia è Nicola Morra, il primogenito, concepito a Milano, a casa mia, quando Costantino ed Emilia vissero per un mese il loro viaggio di nozze nella mia abitazione di Viale Omero 22. Essa alludeva con “Viale” ad un V=5, che infine è Allah, e con “Omero” che è Allah “o me RO 22” (il Duo Padre e Spirito santo espresso nel 22). Pertanto Nicola Morra è il vivente segno dell’amore nato nella mia casa, nel mio possesso come figlio di Dio. Ebbene proprio da questo amore io sarò definito “bisognoso di un esorcismo”, perché stimato posseduto dal demonio. Sta scritto nel suo stesso nome di Nicola Morra che “N.I. colà morrà”, essendo il Nazarenus Iesus (in lingua romana) il Cristo Romano che colà morrà, perché in lui sarà riconosciuto non il Nazareno Gesù ma Satana.


22 Stavo tranquillo a Saronno ad attendere il 30 prossimo in cui credo sarò bloccato in una via Crucis di 14 giorni, quando mi telefonò da Salerno mio cugino Nicola Morra, dicendomi: “Non vieni a festeggiare San Matteo?” Allora ravvisai la Verità che faceva capolino e che mi obbligava a rivelare tutta l’eccezionale importanza di questo Evangelista, proprio in relazione al mio avvento, il 25 gennaio dell’Aurora Boreale, di me il Padre e lo Spirito santo associato dal Pubblicano Levi alla nascita ed alla morte del Figlio mio Gesù. Se io non lo avessi detto con tanta precisione sarebbe sfuggita l’eccezionale importanza assegnata all’Esattore dell’Impero Romano, da tutti colpevolizzato proprio per questo suo enorme merito. Così io stesso sono stato richiamato, negli ultimi giorni della mia vita terrena, a sorbirmi l’estrema mortificazione da parte dei miei due cari cugini medici che lo scorso anno molto mi aiutarono a risorgere, ma anche poi a scegliere, per ragioni dentarie, di tornare in Brasile nella Missione di padre Piggi. A Nicola mancavano dei denti, così io, per indurlo a curarseli, rivelai di averne bisogno io. Così, mentre egli ebbe le cure necessarie, io appurai che ogni impianto dentario per collocarmi un dente mi sarebbe costato a Salerno 1150 euro (che a Milano costavano quasi il doppio e in Brasile la metà). Così l’idea di ritornare in Brasile fu infilata nella mia mente a causa della mia attenzione alla salute di Nicola. Nicola, arrivato al culmine della mia vita, e accoltomi nella sua famiglia, mi avrebbe però poi chiaramente detto che io mi sarei dovuto fare esorcizzare, essendo in sostanza un indemoniato! A Dio, che si accinge a voler dare la vita per amore di tutti, è toccata così per l’ultima volta la mortificazione di chi ha giudicato “demoniaco” un simile impegno e una simile vocazione personale a sacrificarmi per il bene di tutti. Il suo “fedele” ideale è Padre Livio, che scherzando dichiara su Radio Maria che se “non va dritto-dritto in Paradiso appena muore, muove a Dio… una vertenza sindacale!” Io, invece, non reclamo nulla e mi accingo a scendere negli Inferi… e così l’indemoniato sarei io.


23 Fernando Morra e Nicola Morra hanno scritto nel loro nome il compito che gli spetta in relazione agli Inferi e sul finire della mia vita: “Infern andò, morrà! N.I. colà morrà!” Il soggetto di tutto questo morire è il NI iniziale di Nicola, e si tratta del Nazarenus Iesus, che, per il contributo di Fernando andrà a morire colà, nell’In-Fern. Voi direte “bell’auspicio!” da parte di due medici! E io vi ribadisco che è un bellissimo auspicio. Anche il mio fallimento, nel tentativo di farmi capire dai due bravi medici, è un enorme successo, in questo mondo che evolve nel verso opposto a quello giusto. Chi è gratificato del massimo fallimento qui, in questo lato contrario alla verità, sarà fatto segno della massima lode nel mondo che avanza nel verso giusto. La mia logica “trascendente” non può però esser capita se non si trascende dalla logica del mondo e se non ci si converte. Padre Livio è riconosciuto “vero” perché la sua logica non è minimamente trascendente, e così nella vita cerca il successo nel successo e non nell’insuccesso! “Quante volte hai fallito la tua profezia relativa alla tua morte?” questa, in sostanza, la domanda di Nicola. Inutilmente ho cercato di fargli capire perché non mi sono minimamente sbagliato, perché non ha nemmeno accettato che io cominciassi a spiegargli la verità “divina e trascendente” la realtà, dunque invisibile. Per lui il “divino” sta nella realtà comunicata dai veggenti di Medjugorje, che solo loro vedono e gli altri no. Di quella “Verità trascendente che libera davvero” (sulla Parola di Gesù) mio cugino Nicola non sa che cosa farsene. Io l’ho raccomandato alla sua memoria: si ricordi che ha detto a chi gli esprimeva la verità “di Essere Dio” – ma che lo era egli pure, lo era lo stesso Nicola! – di avergli ribattuto che “doveva andare a farsi esorcizzare!” Così, da un canto la Provvidenza mi ha portato a festeggiare il mio Evangelista, e dall’altro a riempire il mio calice fino alla classica goccia che fa traboccare il vaso. Sì, perché il mio “esser Dio” mi porta all’estrema abnegazione di me stesso per amore del prossimo, nel pieno modo dell’Essere del Dio Padre Creatore… ma questo “esser Dio” è inteso come l’avere la


24 Potenza e il Primato assoluto… che sono solo le prerogative e gli atteggiamenti di Satana! Così il colmo è, alla fine, che è chiamato “Satana” chi vuole immolare la sua vita per salvare ogni altra vita… ma da chi scambia Satana per Dio, avendo in relazione all’Essere di Dio il concetto di chi primeggia nel comando e nella magnificenza e non di chi serve umilmente a tutti, buoni e cattivi arrivando a donare la vita a costo della propria. Nicola e Padre Livio non se ne accorgono, ma (poiché attribuiscono a Dio soprattutto la Potenza, la Gloria e la Maestà), gli attribuiscono le prerogative di Satana. Così, vedendo il vero Dio in me, sia nelle verità “trascendenti e divine” che io dico, sia nella mia reale predisposizione ad offrire la mia vita, tuttavia confondono Dio con il Maligno avendo di Lui l’idea satanica di chi punti alla Sua vita e non a quella di tutti gli altri in cambio della propria. La mia offerta, essendo giudicata improponibile, è giudicata senza alcun senso e valore. Non farei proprio niente di buono nel mio desiderio di dare realmente la vita per il mio amore per il prossimo, perché “le vie dell’inferno sono lastricate delle migliori intenzioni!”. Io, nel massimo della mia possibile abnegazione, che sta nella rinuncia alla propria vita, non dimostrerei tale rinuncia reale alla vita ma il desiderio di affermarla nel massimo dei modi possibili… illudendo poi gli altri, perché il mio sarebbe solo un sentimento “ipocrita” perché saputo irrealizzabile… dagli altri e non da me. Io credo a Gesù che dice: “la vecchietta che offre al tempio tutto quel poco che ha è chi offre più di tutti” e sono giudicato uno che non dà proprio niente perché è inutile che io mi illuda: sto offrendo proprio poco, anzi nulla, perché offro quanto è da me irrealizzabile. Io non potrei offrire a Dio, come mia, la mia assoluta fede in lui… a detta di chi dice di aver fede in Dio Onnipotente… e invece ha solo fede in se stesso. Mio cugino è però più giustificabile di Padre Livio. Infatti il personaggio di questo Padre (non certo la sua anima) ha molto cammino ancora da compiere per la sua conversione. Infatti è una guida cieca che cerca di guidare altri ciechi e li porta con sé nello stesso buco. Perché è cieco? Per la fondamentale ragione che crede di avere il Libero Arbitrio di fare una parte della realizzazione del mondo.


25 Egli, nella sua Ragione non convertita, è ancora schiavo di questo peccato originale, e deve compiere solo quanto io, Dio, gli faccio compiere! Però crede di potermi superare e di poter fare quello che io non vorrei che facesse e che sarei costretto a subire dalla sua libera ed arbitraria scelta! No, caro padre Livio, non è così! Ma tranquillizzati: questo peccato sono proprio io a fartelo compiere, nel tuo stesso bene. Vedi, la verità è che da tutti i punti della circonferenza il solo verso possibile è quello rivolto verso l’unico centro. Ma io ti faccio sembrare vero e reale il moto opposto che, dal centro, potrebbe andare su uno qualunque dei punti della circonferenza, come se si trattasse di una libera scelta… Non lo è. Lo sembra, ma non lo è! Tutto deve tornare colà da dove è venuto. Tu puoi andare nel solo punto in cui vuoi andare soltanto quando tutti gli altri punti ti sono negati dal progetto divino. Con questa enorme trave negli occhi spesso tenti di togliere la pagliuzza che è nell’occhio altrui e a chi è nel tuo stesso errore tu sembri bravissimo! Macchè! Pensa: uno che stravede per te, si è opposto alle mie “divine, trascendente e dunque invisibili verità” fino al punto da giudicarmi da esorcizzare! Con questa ultima goccia venuta a prendere a Salerno, il vaso mio trabocca e posso serenamente assistere al termine alla mia vita per privilegiare quella altrui. Sono stato stroncato in tutti i sensi e modi possibili. Fernando, in modo spietato, ha considerato i miei 70 anni di vita come un colossale fallimento, in cui io non ho mai fatto niente di buono. Purtroppo io avrei avuto intorno persone deboli, che mi hanno sempre fatto fare, stupidamente, tutte le cose che volevo fare, e i risultati si sono visti. Dovevano imporsi su di me ed impedirmi tutte le sostanziali stupidaggini compiute nella mia vita. Niente si poteva salvare in essa. Io avevo coinvolto altre persone nei miei guai ed il mio atteggiamento era stato deprecabile. Fossi stato almeno buonino! No, pieno di affermazioni eclatanti, pieno di enunciati allucinanti, pieno di narcisistico porsi sempre davanti a tutti come un maestro e uno che avesse da insegnare agli altri. Non era possibile una simile ostentazione personale, un altrettanto egocentrismo. Ero sempre intento a parlare di me e sempre


26 costantemente distratto dal vero amore per il prossimo, che hai solo quando non lo molesti, quando lo lasci nei reali pensieri che esso deve avere in relazione alla sua vita reale. Tutto questo “disprezzo” mostrato al Dio in me, da parte di chi gli deve tutto “pensieri, parole ed opere” e lo accusa proprio… di farlo vivere grazie al suo darsi da fare, è l’accusa massima fatta a Dio. In Fernando… il Dio in me andò davvero all’In-Fern, a quanto è contenuto, è “in” Fernando, in qualità di giudizio finale. Ma posso anche tranquillizzare Nicola e Fernando. Se la loro stima nella mia fede è scarsa io ho grande fede in loro. E lo sappiano: se mi amassero comprendendo che sono Dio non farebbero niente di speciale. Invece mi vogliono bene pur credendomi uno da esorcizzare. Questo è il vero amore: per chi credi nel peccato, per chi credi debole e veramente povero nel suo spirito. Pertanto l’amore per me, così mal giudicato, gli fa onore più di quanto gliene farebbe se mi volessero bene perché convinti che io sono Dio! Si conoscono i veri amici – infatti – solo nel momento della sventura. Quanti amici avevo quando ero benestante e potevo concedere favori! Come si sono dissolti, quando sono fallito! Pertanto, cugini cari di Salerno, state allegri! Voi avete visto il vero Dio per come avete agito concretamente con me. Le teorie di Padre Livio sono solo teorie. In base ad esse io sarei da esorcizzare… ma in me povero di Spirito voi due avete riconosciuto uno da amare e lo avete fatto senza freni, in tutti i modi che vi sono stati possibili! Grazie! Vi ricompenserò in Paradiso e intanto vi voglio trai 100 amministratori del mio erigendo Impero Romano.


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Cattedrale di San Matteo, portico di ingresso


29 Salerno, 21 settembre 2008


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