Nel segno di Giona

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Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO

Nel segno di Giona Tutte le mie 8 morti annunciate e accadute... pur senza apparirlo


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Ai suoi concittadini che gli chiedevano “un segno”, Gesù rispose che avrebbero avuto solo il “Segno di Giona”. Il libro di questo Profeta contiene in tutto 4 capitoli, di cui i primi due riguardano il primo avvento di Gesù Cristo, mentre gli ultimi due la sua avvenuta Parusia. E' ben noto che la morte e la resurrezione di Gesù nel terzo giorno, sono state esemplificate attraverso il Profeta ingoiato dalla balena, e risputato fuori il terzo giorno. Ignoto è invece quanto ha inerito gli ultimi due capitoli, in cui il “riottoso” Giona, che non era bendisposto a fare il “falso profeta”, è stato infine convinto dell'ineluttabilità a recarsi a Ninive ad annunciare l'imminente castigo di Dio della sua distruzione totale. Così ci va, la annuncia e – come temeva, conoscendo la misericordia di Dio - è regolarmente smentito dai reali avvenimenti. E diranno di lui che è un FALSO PROFETA. Ebbene, in questo libretto io vi descriverò tutte le profezie di sciagura cui sono stato spinto io – nel segno del Giona del secondo tempo – e che si sono puntualmente realizzate, ma in modo totalmente diverso da come io l'avevo predetto, e sufficiente a farmi apparire nel segno dell'ultimo Giona, per come egli è apparso, in definitiva, a tutti gli abitanti di Ninive quando nulla è accaduto nella forma in cui da lui tutto era stato loro predetto.


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PREMESSA Lo scopo cui era finalizzato il Profeta Giona non era quello di far di tutto pur di non andare a svolgere il compito che Dio gli aveva affidato. Al punto tale che la morte e resurrezione di Gesù apparisse come un castigo, inferto a chi non intende compiere il suo dovere.

Anche Lazzaro, nella sua morte e resurrezione, è stato nel segno di Giona, per come esso è dato nei primi due capitoli. Contro la riottosità ad andare a Ninive, in questo caso c'è stata quella ad accorrere immediatamente alla notizia della cattiva salute dell'Amico.

Altrimenti dovremo credere che tutta la vita di Gesù, conclusasi con la sua resurrezione, sia stata data solo per convincere Gesù Cristo a voler compiere infine il suo incarico, ritornando sui suoi passi, nel tempo della sua seconda venuta, in cui – mentre nella prima vista non era stato disposto a mostrarsi come un Falso profeta – manifestasse infine di avere assunto tutta la necessaria occorrenza per mettersi infine a fare dichiarazioni che sarebbero parse a tutti totali stravaganze, nel momento dell'annuncio, e errori evidenti, nel momento della cosiddetta “prova dei fatti”..

Gli dice Marta: “Signore, se tu fossi stato qui, egli non sarebbe morto”. L'apparente mancanza di un pronto aiuto a Lazzaro sono simili al profeta Giona che tergiversa, rispetto al compito che Dio vuole sia svolto da lui. Ma infine Gesù ci va, e il Signore non lo tratta come poi tratterà Giona, perché nel caso di Giona l'atteggiamento del profeta è sostanzialmente diverso. Egli infatti sapeva, come il Cristo sapeva, della misericordia di Dio, ma era meno disposto a mettersi in gioco perché i suoi interventi profetici non erano profezie di una salvezza che passasse analogamente da una promessa morte ad una resurrezione concessa ex abrupto, ossia senza che prima facesse morire, ma solo di una morte legata ad un indifferibile castigo di Dio.

Pertanto, quando i suoi concittadini, che sapevano bene da che famiglia fosse nato, sentendogli dire di essere il Figlio di un Padre Celeste, o di essere il Pane disceso dal cielo, gli chiedevano “un segno”, Gesù si comportò esattamente come il Profeta Giona che rifiuta di fare questa affermazioni categoriche che poi potessero essere “segni” di quanto egli diceva, che le sue “verità” fossero messe alla prova dagli eventi. La sua vita e tutte le sue affermazioni sarebbero dovute essere intese e credute “sulla sua parola”. E tutte le volte che accadevano poi segni miracolosi, che Gesù ha evidentemente dato – si pensi alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, in cui con 5 pani e 3 pesci sfamò cinquemila persone – egli li ha sempre voluti mostrare come segni non del suo personale potere, ma della fede di chi era stato miracolato e che Dio aveva premiato.

Il problema di fonda sta in questo dilemma: se Dio castiga oppure no. Il Figlio Gesù Cristo è stato incaricato a rivelarsi segno intrinseco di morte e di resurrezione, con una forma di castigo dato e poi rimosso. Il compito dello stesso Gesù nel tempo della sua Parusia sarebbe stato nell'affermazione di un castigo inevitabile, collocato nel tempo. Pertanto nel secondo tempo della sua divina opera, Gesù avrebbe operato totalmente nel segno di un profeta che sembra perennemente smentito dai fatti... ma che in verità sarebbero state tutte smentite del tutto false, poiché quegli eventi si sarebbero verificati tutti, ma in un modo sostanzialmente differente che – mentre li confermava avvenuti – li faceva apparire non avvenuti realmente, ma in quel divino e “trascendente modo” che è


4 caratteristico del vero modo DIVINO con cui Dio protegge tutta la natura. Laddove ogni cosa è fatta solo da Dio, ma occorre dimostrare nel Figlio di Dio il suo potere, esso è simile del tutto a quello di un Figlio che si impone sulla volontà del Padre e muta il disegno Paterno. I lebbrosi, i morti a favore dei quali Gesù ha operato “salvezze”, il mare e la tempesta placati, l'acqua mutata in vino, i pani e pesci in vagonate di pani e pesci, tutti questi atti erano simili al gesto di Giona che NON ACCETTA il compito disegnato per lui da Dio. Non lo accetta e “muta” il disegno divino attuando tutti questi “mutamenti” rispetto a quanto Dio aveva predisposto, in relazione a quei lebbrosi, quei morti, quella tempesta, quell'acqua e quel vino. Noi siamo abituati a capire MIRACOLO l'intervento che MUTA lo stato delle cose pianificate dalla Divina Provvidenza. Siamo troppo convinti che sia la Natura ad attuare eventi, insieme a tutta la vita che sembra avere la stessa capacità di MUTARE l'essenza delle cose. Invece la verità è che LA NOSTRA NORMALITA', di un mondo apparentemente privo di miracoli e con un DIO ASSENTE che ha delegato alla natura e alla sua vita ad agire al suo posto, che è il massimo miracolo compiuto da un Dio come quello VERO, che compie e pianifica tutto lui, ma lo fa apparire come una opera altrui in cui accadano trasformazioni osservate nel tempo e nello spazio. Viste le convinzioni umane, Dio ha inteso conformarsi all'esigenza di chi poi deve arrivare a comprenderlo. Per questo motivo la sua opera è stata distinta e differita in due momenti successivi.

dimostrare l'esistenza di un disegno che è tutto quanto opera di Dio. Al punto tale che lo Stesso Dio, con il Figlio riapparso in lui come una sua parte assolutamente vitale, non manifesta più nessuna capacità di modificare un disegno, per quanto chiaramente egli – da incarnato – esprima di volerlo e di prevederlo. La caratteristica fondamentale di Dio è quella di non avere nessuno che lo regoli. Nemmeno le sue decisioni riescono a togliergli la libertà di violarle. Egli semplicemente le “supera”, ossia mette in atto altre forme di calcolo, rispetto a quelle ordinate a tutti gli enti “secondari a lui”. Faccio un esempio terra-terra di quello che dico. Prendete questo semplice calcolo riguardante questi tre numeri. 3x5+2 Chi è del tutto LIBERO, in presenza di due differenti operazioni, comincia da dove vuole. La libertà porta in tal modo Dio a sommare prima 5 a 2, e ottiene un 7 che solo dopo moltiplica per 3. Ne risulta il numero 21. Se invece si procede secondo le regole IMPOSTE che per prima cosa vanno fatte le moltiplicazioni e solo dopo le somme, la correttezza di questo calcolo determina UNICAMENTE il risultato di 15 +2 = 17. Ebbene, mentre il mondo REGOLATO per gli altri da Dio ha come unico risultato esatto il 17, per la libertà di Dio è lecito anche il risultato 21, per come lo abbiamo calcolato prima. La differenza tra i due calcoli è data da 21 -17 = 4 e potete ipotizzare che Dio assuma “in principio” questo 4, lasciando ai “comandati da Dio” quanto vi sia di differenza.

Nel primo apparirà il potere del Figlio di Dio di modificare a sua volontà le cose che accadono, per come sono capite, ossia ad opera di una natura o dei viventi.

La Natura e il mondo “creati” conseguono al calcolo per come è ORDINATO da Dio. Il Figlio di Dio, che scende in terra e compie il MIRACOLO, è simile al Dio che permette al Figlio di ATTIVARE questo 4, relativo al calcolo che stiamo ponendo a esempio.

Nel secondo tempo, quando Dio ha portato la conoscenza scientifica ad un livello in cui essa possa capirlo ed accettarlo, lo scopo divino è quello di

Quando il Figlio si ripresenta, in un Padre e Spirito santo che devono mostrare a tutti in base a quali calcoli esiste il mondo attuato da loro, non danno


5 più a se stessi – scesi al mondo – la libertà di calare questo 4, e farlo incidere “contro le regole”. Dio vuol far capire all'uomo che le regole date, per come mostrano il mondo, sono attuate da una Divina Provvidenza che compie opere perfette così come sono, anche se sembrano tutte tutt'altro che perfette. Il Dio incarnato, a questo punto, si dota solo di una apparente capacità a scorgere il vero, e a rivelarlo, ma non di modificare quel disegno che è opera sua così come esso è. Se Dio lo mutasse, allora sì lo renderebbe SBAGLIATO. I MIRACOLI di Gesù cristo sono stati SBAGLI. Perché il FIGLIO che si impone al PADRE che crea il mondo con la sua Divina Provvidenza, secondo l'attuazione di PRECISI CALCOLI, non può metter in atto ALTRE REGOLE. Gesù è sempre in lotta, egli pure, se COMPIERE o NO delle modifiche del Piano perfetto di Dio. Arriva al colmo di questa lotta alla vigilia della sua passione, quando, nell'orto degli ulivi, chiede: “Padre, se possibili passi da me questo calice!” Immediatamente impedisce a se stesso di dar atto a questa variazione, e dice: “Ma sia fatta la tua volontà e non la mia”. Il Figlio di Dio incarnato è stato “limitato, delimitato”, anche senza togliergli la capacità di SOVVERTIRE LE REGOLE. I miracoli fatti da Gesù sono state SOVRAPPOSIZIONI alla volontà della Divina Provvidenza che regola il mondo con la DETERMINAZIONE delle sue regole precise. Non è che il calcolo fatto prima, in cui la somma è stata fatta prima dei prodotti, non porti a COSE PRECISE, che siano differentemente regolate. Tra le differenti regole esiste pur sempre un chiaro collegamento di verità. A me è stato dato di capire come 5^4, che vale 625, esiste anche nella forma 54, che allora indica una altra cosa che resta perfettamente relazionata e

assumerà una differente forma. Nel primo caso sono tutte le cariche elettriche in 624 unità di Coulomb. Nel secondo caso sono le 54 decine di secondi o i centesimi 54, di secondo, che esistono in un giorno siderale, o il ciclo della candela. Dico insomma che la “forma” assunta da numeri uguali, quando sono l'uno posto in relazione all'altro in modi differenti, anche se porta a forme differenti, non muta ad esempio il valore 9 della sintesi 5+4, contenuta sia in 54, sia in 5^4. Ora Dio sa bene di aver messo le creature in un mondo totalmente dominato dalle regole, per cui – consumata la prima funzione concessa al Figlio di VIOLENTARE le regole – poi lo obbliga al secondo tempo in cui le deve rispettare in toto egli pure, quando ritornerà nell'incarnazione di padre e Spirito santo, che si incarnano solo per dimostrare il loro POTERE sulle regole, tanto che – mentre prevedono alcuni risultati ben determinati – in sostanza questi fatti si attuano, me nelle forme differenti legate al divino progetto e non in quelle proposte. Insomma è proprio il differente modo con cui è costretto ad agire Giona. Come uno che dice certamente il vero, ma che poi Dio, secondo le regole con cui attua il mondo, le fa accadere in modi semplicemente differenti nella loro forma. Quando Giona dice ai niniviti: “tra quaranta giorni sarete distrutti tutti” - e lo dice su ordine di Dio – lo dice ed è una verità. Ma essa apparirà diversa, come quel disastro che non è accaduto, e per fondati motivi di novità sopraggiunte: loro si sono pentiti e Dio è misericordioso con tutti, specie con chi si pente. Io sono stato costretto ad agire esattamente come Giona. Per via di calcoli e segni evidenti relativi al disegno che io vedo con chiarezza, io sono portato a fare previsioni. E sono lecite. E' lo stesso operare di chi estrapola eventi futuri, da statistiche, ricerche di mercato. Se nulla di nuovo e di diverso accade, che modifica quegli eventi e li presenta infine in modo differente, essi accadono! Provate a pensare all'opera di chi studia Meteorologia... Insomma Dio non è un Creatore che desidera apparire dispotico. Ha messo


6 in atto tutte le cose con un fondamentale calcolo e desidera che gli uomini si impossessino sempre più degli stessi strumenti di calcolo. Se uno sta male, può mettersi a pregare Dio dicendogli: “fammi guarire, ti prego!” Ma Dio vuole che egli si metta nelle mani di un Dottore e non di uno stregone! La preghiera a Dio deve esistere ma si deve mutare in una cosa ben diversa da una “richiesta” di MUTARE IL DISEGNO. Se l'uomo non capisce che è Dio che l'autore di quel disegno e che dunque è giusto tutto quello che accade, non capisce che, tra le cose che accadono per guarire esiste anche quella di andare da un dottore. Chi vuol vincere ad una lotteria deve voler comprarne il biglietto. Se chiedi l'intervento divino e non vuoi adeguare la tua volontà a che tu TI AIUTI, non aspettarti che DIO TI AIUTI se tu non compi l'atto volontario per adeguare la tua volontà a voler fare. Chi rinunzia a VOLER fare e si riduce a chiederlo a Dio, sapendo che succede davvero solo quello che Dio vuole, è simile ad uno che deve fare un TEST attitudinale, che lo orienti nella vita, e che, convinto che si tratta solo di un test, non lo prende sul serio. Ogni uomo deve essere portato a VOLERE, sapendo però che DIO (ossia la totalità delle forze più o meno vicine in atto nel tempo e nello spazio) poi attuerà secondo la SUA volontà. Non basta VOLERE per POTERE. Questo “potere” che crediamo di avere è solo quello che ci è PERMESSO perché non è CONTRASTATO da niente e da nessun altro (ossia dalla Provvidenza di Dio, che tiene sempre conto dei DESIDERI di tutti. Ciò detto, il compito umano va BEN OLTRE il caso specifico. Un atto di VOLERE caratterizza il quadro nei nostri desideri e costruisce il nostro personale DIO DEI VALORI. Questo DIO non è condizionato da cose che accadono o no.

L'aspetto IDEALE è il nostro lato assolutamente vittorioso rispetto ad ogni delimitazione reale. A questo mira l'opera divina: a che ciascuno, nel massimo della sua indipendenza COSTRUISCA IN SE STESSO IL SUO DIO. Invece è comune idea che questo DIO sia infine un IDOLO. Lo è solo se il DIO DEI VALORI della persona cessa di essere la soluzione del problema personale e diventa esso stesso il problema. Quando accade? Quando il modello di salvezza personale che ognuno di noi idealizza in se stesso, cessa di essere aperto e senza alcun limite, e diventa esso stesso il limite. Quando l'uomo idealizza la sua vera salvezza certamente costruisce il suo IO. Ma se questo IO si oppone a restare sempre aperto e disponibile ad ogni altro IO come lui e si muta in quell'EGO di un narciso, innamorato di se stesso, siamo di fronte alla totale confusione sopraggiunta tra quanto sia un FINE e quanto sia un MEZZO. Se il nostro spirito resta aperto e si considera un puro mezzo per un bene sempre più ampio, siamo di fronte ad un IO aperto a DIO. Se il nostro spirito si innamora della sua stessa bellezza e si propone – a se stesso – come l'idolo personale, ecco che si è mutato in un EGO, tutto chiuso nella contemplazione di se stesso e si CHIUDE a DIO. Gli atti della VOLONTA' sono indispensabili nella giusta costruzione degli IDEALI che VOGLIAMO siano i nostri. Non conta proprio nulla che siano impossibili da realizzare, per chi arrivi a capire come l'IDEALE sia infinitamente più importante di quanto è REALE. Al contrario, spesso è proprio dal raffronto tra il reale e l'ideale che questo assume più forza e più apertura al bene verso tutti, ossia al bene verso Dio. Nella sua opera Divina, il progetto divino punta a responsabilizzare sempre più la VOLONTA' delle sue anime, nel rispetto delle regole. Lo aveva ben capito già Socrate quando, comandato a bere la cicuta mortale, chiedeva come andasse fatto al meglio, ossia nel pieno rispetto delle regole. Ecco, infine la verità di Dio s'è incarnata per dimostrare a tutti che anche il Dio in terra si è sottoposto alla sue regole. Le sa utili e non le trasgredisce più.


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Quando ho profetizzato proprio come Giona

<Alle 21 o 22 del 23-5 del '3 a Cogliate e Saronno molti “dovranno farsi curare” di Sars e morranno> Premessa. Il pontefice Giovanni Paolo II nell'Enciclica FIDES ET RATIO del 14-9-1998, aveva provocato i filosofi affinché affiancassero la TORRE DELLA RAGIONE, a quella già esistente della FEDE in Gesù.

(10^0) = (10^+1) (10^-1) Spirito Santo = Padre × Figlio

in figura di: che la fisica aveva adottato come:

Ogni Unità deve essere 10^-1 di un 10 su cui si basano tutte. Insomma le unità della Fisica, per essere perfette, dovevano rispettare che fossero come il Figlio decimo del Padre di tutti i numeri decimali. Questo ciclo 10 era posto alla base delle lettere ebraiche, che erano i numeri da 1 a 9, poi da 10 a 90 e infine da 100 a 900.

Un solo filosofo, Romano Amodeo, si era sentito “Messo” dal Papa nel ruolo di un nuovo “messia” che rischiasse tutto volentieri per portare a credere in Gesù per ragioni intrinseche, provate vere dalla scienza umana, fondata sui principi della Matematica, della Geometria, della Fisica. Io riconoscevo nel modello del Dio Uno e Trino annunciato da Gesù la verità che aveva a fondamento il 10 (Padre di tutti i numeri decimali) nelle tre modalità, una espressa in potenza e due in atto uguale e contrario di:

Anche la Geometria, con Cartesio, aveva posto l'unità del volume nel concorso di tre assi infiniti come Padre, Figlio e Spirito santo, contrapposti tra loro per quella presenza di ¼ di angolo giro, come ¼ era la stessa presenza, sulla presenza in linea unita del tempo, e trinitaria dello spazio. Il principio terzo, della legge dinamica, era stato rivelato da Gesù a Nicodemo, Maestro di Israele, quando gli raccontò che l'esistenza in linea era relativa ai due versi contrapposti nella dinamica materiale dell'acqua e in quella antimateriale dello Spirito. Dicendogli “fino a quando non vedrai la discesa dall'alto non entrerai nello


8 Spirito santo della Verità” gli aveva rivelato come nessuno è un vero conoscitore della scienza, fino a quando non si accorge che, possibile ad ogni treno risalire al suo binario morto se esso prima non è disceso da lì. La Relatività Generale, secondo Gesù, era in atto tra l'esistenza in potenza di Spirito santo e quella posta in atto uguale e contrario di padre e Figlio. Posta E questa energia, essa era uguale all'ammassamento dell'acqua quando si espandeva totalmente in tutti i possibili sei versi. La Creazione del mondo in 7 giorni indicavo proprio come, una velocità in atto unitario come 1/1, lanciandosi nel percorrere tutti i 6 versi dello spazio, li percorreva in 6 giorni ma solo grazie al settimo, posto come il tempo del riposo divino in un Sabato questo sì da rispettare sempre, altrimenti non esiste il tempo 1 relativo a quei 6 totali movimenti. 9/1 = 1 massa × 9 era tutta l'energia bloccata nel tempo 1 su un piano 3×3 che se si metteva in moto alla velocità 1/1 di una massa, allora doveva moltiplicarsi per una c^2 che fosse esattamente 9. Infatti questa era la totale differenza tra l'energia acquattata sul piano immobile 3×3, e questa stessa 9 espressa in 1+1+1+1+1+1+1+1+1, una manifesta e unitaria traslazione. Questo 9/1 era la presenza unitaria esistente nel Padre, quando si metteva come il tempo di presenza del piano 3×3 riguardante ogni possibile dimensione. Invece Albert Einstein ancora non era riuscito a porre una Relatività generale se non nelle limitate dimensioni dell'energia, dello spazio, del tempo e della massa. Non ancora neppure considerate le altre dimensioni la cui unità stesse nell'Ampere, nel grado Kelvin, nella Mole e nella intensità della luce. Invece nella visione “superiore” e non ancora raggiunta delle RAGIONI di Gesù Cristo, il paterno 10 era il ciclo di tutte le unità sue figlie. Tutte queste erano tutte uguali, essendo tutte date da 1/10 di quel 10, tanto che la dinamica delle unità non dipendeva dalla loro qualità differente, nello spazio, nel tempo, nel flusso reale, nel flusso termico, essendo importanti davvero solo le quantità e non le differenze formali.

Scrivo questo per dimostrare come, da una analisi seria delle affermazioni di Gesù fatte in una epoca in cui egli parlava di cose che i contemporanei nemmeno sapevano e che dunque sono state raccontate nel modo grossolano di chi sia tenuto a descrivere cose che non capisce, la sua conoscenza di quanto sia vero e quanto puramente apparente e relativo ancora non è stata raggiunta del tutto. Aveva ragione Papa Giovanni Paolo II a credere che un serio studio delle verità di Gesù avrebbe portato anche un non credente in lui alle stesse sue verità. La Chiesa Cattolica aveva bisogno di queste verità, perché aveva diffuso ormai in tutto il mondo il Verbo affidandolo alla Fede in lui, ma essa non aveva conquistato a quella Verità tutto il mondo. Pertanto sarebbero stati portati a Gesù tutti coloro che si fossero serviti della Torre divina della Verità dello Spirito santo. Ora era però accaduto che – forte di queste conoscenze da consegnare al Pietro che le chiedeva e giudicava di vitale importanza – tutto il Vaticano e le sue Strutture si erano opposte all'idea stessa che la Fede in Gesù potesse essere motivata dalle ragioni dello Spirito santo! Io, accortomi che non c'era alcuna predisposizione a VOLER ricevere da me questo “mio” aiuto... come se glielo dessi io e non lo Spirito santo che guidava totalmente la mia condizione assoluta di “povero di Spirito mio”, allora iniziai ad affrontare quei sacrifici che il Papa aveva detto dovessero essere affrontati, con coraggio e spirito di sacrificio. Iniziai un digiuno assoluto, ponendomi nei confronti del papa come la “pecorella smarrita” che Gesù per tre volte affidò alle cure di Pietro, se era vero che Egli lo amava. Come se la Chiesa non sapesse che Gesù disse chiaro: “avevo fame e non mi deste da mangiare... perché in verità in verità non avete dato da mangiare a me ogni volta che avete tenuto digiuno uno dei miei piccolini”, la Chiesa si accanì a non voler credere FATTO CONTRO CRISTO, tutto quanto fatto contro un... “povero Cristo!” Volevo io NON MANGIARE? E allora... “che me ne restassi a digiuno!”


9 4 Preti e 460 altre persone fecero una petizione scritta al Papa affinché avesse pura compassione umana per uno come me. Ma neppure una parola ricevettero dal Papa! Che io mi ammalassi o ne morissi... la Chiesa cattolica non aveva nessuna responsabilità! Tutti mi avevano detto di mangiare! Se perseveravo... peggio per me! Mi comportavo come uno senza senno? Che allora io cercassi di mettercelo! Chi è l'assassino? Uno che si crede sapiente e vede uno che giudica incosciente e lo lascia morire, o lo è lui, che non usa almeno lui la “sua” creduta sapienza, in soccorso di un povero incolpevole totale... se gli manca la ragione? Io insisto per dimostrare che la Chiesa cattolica, in coloro che scelsero al posto di un Papa a cui non dissero niente, si dimostrò come quella degli spietati assassini di Bin Laden quando decisero di colpire le due Torri Gemelle della Nazione più forte del mondo. Assassini nei confronti di un “povero cristo” essi agivano così CONTRO CRISTO, e colui che lo fa, mentre lo uccide, uccide anche se stesso. E' la Chiesa cattolica stessa che si suicida, quando agisce in modo assassino contro quell'aiuto, invocato, richiesto dal Papa, e che le viene porto. Sicché quando io vidi accadere il fattaccio dell'11 settembre 2001 lo vidi come un evidentissimo segno che Dio stava facendo alla sua opera che stava realizzando attraverso me, il nuovo Messia richiesto da un Papa abilitato da Gesù a legare in terra come in cielo. Io cercai di farlo capire alla Chiesa cattolica che quello era un evento che Dio le mandava come un terribile monito! Ma fu inutile. Nella deviata ragione umana c'è la ferrea convinzione che è la Natura e la vita contenuta in essa a determinare le azioni che appaiono poi nella realtà del mondo. Non era alcun segno di Dio, ma solo della “cattiva fede” di alcuni Islamici. Ed io: l'Islam in questo c'entra solo poiché non esistono dei cristiani che per partito preso fanno atti di suicidio e di omicidio, per indurre il terrore. Poiché queste azioni esistono in alcuni tesi deviate della fede Islamica, Dio ha usato questi, ma per indicare con chiarezza che nel Cristianesimo vi erano stati omicidi e suicidi,

in gesti compiuti tutti contro la volontà del Signore, che aveva manifestato la sua volontà attivando il Papa Giovanni Paolo II per affiancare la torre della RAGIONE a quella della FEDE in Gesù Cristo. Non mi diedero ascolto e allora Dio, dopo 555 giorni esatti, fece attaccare il Paradiso Terrestre storico, bombardando Baghdad. Io vidi, il 13 novembre 2001, attaccato anche a Cogliate, e in me, quel solito “povero cristo” che mette pace e che invece fu scacciato dal Parroco che gli intimò: “Vai a farti curare!”. Avevo cercato di metter la pace tra due cantorie in lotta per la loro maestra, e mi trovai scacciato ingiustamente, proprio io! Sapendolo fatto al Cristo quando sembra fatto ad un poveretto, giudicai che – con un Signore che si era messo a dar feroci lezioni – gli stessi 555 giorni dopo che il Parroco mi aveva cacciato sarebbero stati tutti quanti costretti a FARSI CURARE: dalla SARS, che sembra come SAR'S una questione dipendente da un Saronnese che è un Santo A.R. L'unica incertezza che io avevo riguardava l'orario in cui Dio avrebbe fatto questa COSTRIZIONE. Infatti il Parroco cacciò dal Coro Parrocchiale il “povero innocente cristo” alle ore 21 di un mese in cui esisteva l'ora solare. Invece in maggio c'era l'ora LEGALE. Dio avrebbe rispettato l'orario solare o quello legale? Lo avrebbe fatto, in sostanza alle ore 21, o alle ore 22 corrispondenti all'ora 21 Solare? Se leggete la lettera scritta da me al Sindaco di Cogliate e fatta protocollare, vedete chiaramente che essa è nella forma religiosa di un “oracolo”. Vedete elencate delle morti in persone precise, di Cogliate e di Saronno... come quella fatta dal profeta Giona a Ninive. Ma io la chiudo dicendo che pregherò io la Madonna “che passi da noi questo calice”. La pregherò – in processione con tutta la comunità della mia chiesa di S. Giovanni Battista - dicendole che se uno dovesse pagare, che fossi io solo a pagare


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11 Potete leggere chiaramente nella quartultima riga della prima pagine: il giorno 23 maggio Dio colpirà duramente tutti gli abitanti, portando in Paradiso i figli innocenti... ecc. Nell'ultimo periodo così concludo:

Parroco, scacciatolo con un VAI A FARTI CURARE dal Coro parrocchiale, avrebbe costretto TUTTI I CITTADINI di Cogliate e del Saronnese ad ANDARE A FARSI CURARE. Ora, in processione, io chiesi alla Madonna di PAGARE SOLO IO. E, esattamente dopo i 555 giorni dalla cacciata dal coro, alle ore 21 si presentarono a casa mia due vigili urbani. Non mi trovarono. Ripassarono alle ore 22 e mi dissero: “Lei venga con noi!”

Il 18 maggio, infatti, tutta la comunità parrocchiale della mia Chiesa di san Giovanni Battista andava in processione alla Madonna dei Miracoli, di Saronno, per l'espletamento di un antico voto fatto da quando, 400 anni prima, la Madonna aveva salvato il saronnese da una pestilenza come questa che io ero certo incombeva sul saronnese. La mia certezza derivava dal fatto che avevo visto attaccato il “povero cristo in me”, n. 2 del Signore, quando non erano servito altri 55 giorni di digiuno, aggiunti al mio esser 2, per essere ricevuto in udienza dal Papa che desiderava ricevere un 2° percorso (razionale) che portasse alle verità di Cristo. Condannato praticamente a morir di fame, poiché Gesù ha detto che ogni cosa fatta ad ogni piccolino di Dio è fatta a Dio, chi avevano affamato, senza dargli importanza era stato Dio. E allora aveva fatto attaccare da una Fede traviata (come quella di Bin Laden) le 2 Torri Gemelle, in segno delle due torri di Dio LA FEDE E LA RAGIONE, abbattute nella mia risposta a alla FIDES ET RATIO che chiedeva che queste due torri fossero erette. Dopo 555 giorni di ulteriore inutile attesa, Dio aveva fatto attaccare dal Dio degli Eserciti (degli USA) il Paradiso terrestre Storico. Dio aveva reagito dopo 555 giorni all'offesa contro le SUE due torri gemelle, e ora ERA CERTO che dopo gli stessi 555 giorni, a partire dal 13-11-2001 in cui il

MI PORTARONO A FARMI CURARE, presso l'ospedale di Saronno nel reparto Psichiatrico, per avere accertamenti sulla mia salute. Un provvedimento di ASO (accertamento Sanitario Obbligatorio) causato dal fatto che il Parroco di Cogliate, in combutta con quello di Saronno, avevano spinto il Sindaco di Saronno a ordinare questo obbligo. Più ascoltato di così, dalla Madonna, io non avrei potuto essere. Oltre la lettera, spedita 555 giorni prima (più di un anno e mezzo prima) io non avevo fatto NULLA. Invece il Sindaco di Cogliate, ricevuta la lettera riservata, protocollata e firmata che io vi ho mostrato in copia esatta (tranne il 13-11-2001 che per un errore di stampa aveva la data del 13-12-2001, quando il fattaccio era invece accaduto a novembre e non a dicembre), chiamò la stampa e rese di dominio pubblico la lettera riservata a lui. I giornali saltarono sulla notizia e tutti i saronnesi si spaventarono. Ora la lettera era datata 13 maggio 2003. Oltre quella lettera non avevo fatto NULLA, non avevo telefonato a nessuno, minacciato nessuno! Ma – spaventatissimi da questo “oracolo divino – visto che avevano un buon timore di temere Dio per l'accaduto, si mossero contro di me proprio i parroci. E fu compiuto un vero abuso. Una vera prepotenza.


12 Questo accertamento obbligatorio può essere chiesto dal Sindaco della città in cui si risiede. Ma io ero residente ancora a Milano. Il Sindaco di Saronno, senza che mai alcun medico mi avesse visitato, non poteva arrogarsi il titolo di un atto così coercitivo contro un residente di Milano, che a Saronno aveva solo una abitazione, ma non ancora la residenza. Nell'Ospedale di Saronno io pagherò a caro prezzo il trattamento che ricevetti. Obbligato a cure e farmaci di cui non avevo minimamente bisogno, mi fu procurato una ansia terribile, da una iniezione a lento rilascio che fui costretto a ricevere.

Ma avevo chiesto alla Madonna di pagare io, e – ove tutti dovevano andare a farsi curare - FUI COSTRETTO IO e con prepotenza e ogni arbitrio A FARMI CURARE... e fui conciato... per le feste! Io sono certo che gli eventi che avevo dichiarato sarebbero accaduti a Cogliate e Saronno, tutte quelle malattie e quelle morti CI SAREBBERO STATE CERTAMENTE. A Baghdad e sotto le due torri Gemelle LA GENTE MORI'.

Mi ritennero “disturbato” da manie religiose. Avendo io nel 1973 deciso di “dar corpo al Cristo” e di spendere tutte le mie risorse per il suo Ideale di vita, io, che ero imprenditore, agivo totalmente nell'aiutare un prossimo mio di cui io non avevo affatto bisogno! Ebbene i medici di Saronno affermarono: “Soggetto che da molto tempo trascina segni di un comportamento fuori della norma! Da imprenditore assumeva persone di cui non aveva bisogno!” Per il mondo, chi segue davvero Gesù e ha solo un amore gratuito che offre a tutti, non è un Cristiano che conserva ancora il sale del cristianesimo, ma un soggetto anormale, come chi schiaffeggiato offre l'altra guancia. Fa due miglia di strada con chi vuol compagnia solo per 1. Dona gratuitamente quello che ha e se gli chiedono una tunica lui dà via anche il mantello! “Anormale e da rinchiudere”... è giudicato oggi un VERO CRISTIANO da chi si picca di conoscere bene lo Spirito, perché segue le lezioni del Doctor Freud. Le medicine mi indussero un principio di Morbo di Parkinson che mi è restato e mi rende tremante la mano destra.

Ma come a Ninive, per le preghiere dei Niniviti e del loro Re, Dio diede ascolto alle LORO preghiere, e poi dissero al povero GIONA che li aveva spaventati tutti e invece non era accaduto nulla... Così accadde esattamente nel caso mio. Bastarono solo le preghiere a Dio Del Duo divino in me (che io porto come un puledro sulla mia groppa) e a Saronno e Cogliate non hanno visto accadere nulla e mi chiamano come chiamarono Giona. Tutto nel perfetto SEGNO DI GIONA di chi è costretto a dare avvisi di morte, che poi non accadono solo per una preghiera fatta a Dio... Come nessuno a Ninive fu grato a Giona, allo stesso modo nel Saronnese nessuno è grato ad un “povero cristo” che si dichiara ben disposto ad essere egli solo chi debba pagare.


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Prima mia previsione della mia morte.

Morirò a 66 anni il 9 giugno 2.004 (Nato io 1 mese esatto dopo Gesù, morirò 2 mesi dopo il suo Venerdì santo “per esser vero segno” delle 2 altre persone della Trinità) La questione che io – nuovo Giona – fui portato a dichiarare pubblicamente fu questa. Io l'ho creduta inevitabile, se era davvero vero che Iddio si fosse incarnato in me assumendo le due persone di Padre e Spirito santo. Io sono nato il 25 gennaio, un mese esatto dopo il 25 dicembre. Se fossi uno solo, e non due, anche la mia morte sarebbe spostata di un mese esatto, a parità di vita di 33 anni. Se sono davvero un “duo”, allora deve succedere che il ritardo si presenta sia in una vita, sia nell'altra, per cui quando nel 2004 io avrà compiuto 66 anni, due mesi dopo il Venerdì santo di Gesù, sarà la volta giusta per me. Il venerdì santo del 204 fu il 9 aprile. Io aggiunsi i due mesi e dichiarai a tutti che il 9 giugno io sarei morto. Se sono vivo ancor oggi, ossia 12 anni dopo, è segno che quella fu una sorta di “profezia” fatta come quella del Profeta Giona. Ossia che Dio non volle attuare solo per sopravvenute altre necessarie condizioni, che si sono semplicemente aggiunte, non modificando per nulla le verità che io avevo dette. Vediamo allora se esse sono o no esistite. Il mio presupposto si costruiva tutto sul fatto che io, sulla mia vita reale, fossi un numero 2, rispetta al Figlio che è 1 solo, solo il Figlio. Dunque che io fossi le 2

altre persone, del Padre e dello Spirito santo. Ora io vi chiedo: quando uno è un numero 2, e nasce 1 mese dopo Gesù, è vero, 66 anni sono il doppio dei 33 anni che visse Gesù, ma occorre che io sia un 2 anche in fatto di giorni. Insomma un 2 come nato il giorno 2°, il mese 2° e durato per un 2° gruppo di anni. Inoltre, con un mondo costruito dal Dio che ha usato a a immagine e somiglianza sua un 10 in ATTO, deve esserci anche la simultanea presenza, assieme a questo atto, anche dii quello uguale e contrario. Dunque di un 10×10=100, che se si presenta in un 2, debbono essere 200 giorni. Riepilogo la questione: Nato il giorno 2, il mese 2 e con una vita di 2 trentatre anni, ma anche nel rispetto di 200 giorni. Ora tutte queste necessità si raccordano se, con me che ho previsto una morte nel 9 giugno, si colloca di traverso, su questa data 9 un piano trasversale che abbia 100 giorni in un lato e 100 nell'altro. In questo modo nel piano della realtà nostra, data esattamente da 100×100=1.000=10^4, si ritrovano tutti i giorni in linea che vallo tra il 9 giugno che dista 205 giorni dalla fine e quanto disti 5 giorni dalla fine del 31 dicembre, il che porta al 26 dicembre.


14 Il 26 dicembre è il giorno numero 2 dopo il 25 della nascita di Gesù. La morte è posposta di 2 mesi a quella di Gesù e tutto il piano che giace sul 9 giugno, virtualmente ha tutto quanto il giorno 9, nel rispetto del piano assoluto dei 200 giorni. Ma c'è stato ancora di più. Infatti io avevo 66 anni ed era il doppio della vita di Gesù. Ma avevo anche 24442 giorni di vita (il 26 dicembre) ossia 22222 +222 × 2×5, essendo un 2 sia a 1 dimensione moltiplicata per 5, sia a 3 dimensioni e sia a 5 dimensioni. Invece nel 9 giugno in cui avevo detto era la mia morte avevo 22222 +22×2×5, sommando dunque al 22222 nelle 5 dimensioni della mia mano, il 220 che è il terzo di Romano=66, moltiplicato per il 10 che la fa da Dio. Insomma ero un 2 a tutte le dimensioni. Il 26 dicembre celebra santo Stefano, che significa “Manifestazione regale”. Ebbene, il 26 dicembre del 2004 accadde lo TSUNAMI. <T sun Am I> trascende Sono io il sole della Croce, e Gesù Cristo è elevato a Re manifesto, della croce. Io invece fui reso manifesto come il 2, rispetto a lui, in tutte quante le dimensioni del primato della dimensione 1, 3 e 5, quando è 5×2×222+22222, con un 2, tre 2 e cinque 2 nei miei giorni... il 2° giorno dopo il Natale. La manifestazione dello Tsunami fu un segno straordinario dato da Dio agli uomini. “Voi celebravate il Dio Sole, ma ho messo al mondo il sole della Croce, di un Sole destinato al sacrificio. Con questo Sole della croce vi ho fatto passare da questo mondo di Egitto al mondo di Dio, come quel passaggio del mar rosso in cui già annegai cavallo e cavaliere di tutti coloro che contrastavano questo Esodo verso il Sole della Croce. E voi che fate, in tempo di Natale? Approfittate dei giorni concessi per la festa sacra per profanarla e degradarvi di nuovo a chi si prostra al sole, nei Paradisi della natura. E allora ecco di nuovo le acque che

si chiusero su questi che no riconoscono e osservano l'Esodo divino attuato da Dio. Direte: ma Dio è una simile carogna che fa morire decine di migliaia di persone per un segno di questo tipo: che Gesù è INCORONATO Sole della Croce e tu sei incornato il 2 a tutte le dimensioni, di padre e Spirito santo? Avete ogni diritto a chiedervelo. Dio l'ha fatto, ed ha attuato COSTI QUEL CHE COSTI questa che era stata la mia previsione. Dio l'ha attuata ANCOR PIU' e MEGLIO di quanto avessi fatto io, Ma se considerate che il tempo è un VOLUME. Che la realtà si costruisce sulla lunghezza di 1 giorno e che essa è una area data da 10^4, allora il suo lato è di 100 giorni e si interpone un esatto piano di 200 giorni in lunghezza, che arriva, nella sola linea del flusso al giorno 9 giugno collocato due mesi dopo quel Venerdì santo in cui morì Gesù. Dunque Dio ha TRASCESO, rispetto alla mia previsione in linea di 2 mesi dopo il venerdì santo del Cristo il PIANO ASSOLUTO della realtà, e questo ha portato all'altro limite collocato proprio nel giorno numero 2 dopo la nascita di Gesù nel giorno numero 1. Dunque Dio ha osservato MOLTO DI PIU' e non mi ha contraddetto, se era vero che io ero il doppione suo nella mia vita. Dite che non IO sono morto? E' vero. Io no. Ma se in me c'è chi E' TUTTI NOI, che cosa rappresenta meglio la morte di Dio? Quella di uno solo è delle decine di migliaia di morti il giorno dello TSUNAMI? Dunque io sono stato TRASCESO anche nella mia morte, e al posto mio migliaia e migliaia di persone. Provate a pensare a Guerre Stellari. Quando muoiono tante persone, il Ghedi dice: “Ho sentito una grande vibrazione nella Forza”. Ebbene il Dio in me è simile a questa forza, e decine di migliaia di morti assomigliano di più, rendono di più l'idea della morte di Dio di quanto possa essere la mia, di me che sono appena 2 persone.


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Seconda previsione della mia morte.

Morirò il 4-6-2.007 e risorgerò il 7-7-7 Sperimenterò la morte per 33 giorni e risorgerò il dì in cui nacque mio padre Questa cosa, poi, di una morte sperimentata per i 33 giorni della vita di Gesù Cristo, cominciata il 4 giugno in cui già dovevo morire nel 1940 in cui fui miracolato... sembra la cosa più improbabile e pazzesca che possa venire in mente a qualcuno. Ma c'era una ragione legata a questo 4 giugno: io avevo dato appuntamento a chi volesse uccidermi, per le offese che credevano io facessi al Dio Allah, nell'ospedale di Atri, in cui ero stato già trasportato di forza nel 2005, dopo un altro digiuno di 55 giorni fatto a Montesilvano. Minacciato di morte, io avevo fissato un appuntamento per quella data e in quella struttura protetta. Non è facile superare lo sbarramento del reparto psichiatrico di un ospedale. Pertanto io stavo creando le condizioni da cui fosse manifesto che non avevo di certo aiutato coloro che erano i miei potenziali assassini. Per essere sicuro che mi ricoverassero, bastava che io raccontassi ai medici la verità: che io credevo che il 4 giugno io sarei morto. Una delle fobie sufficienti per un ricovero è questa di morire. Nella visita fatta con il medico, egli accettò di ricoverarmi e di proteggermi fino a quella data, dicendomi: “Vedrà che non morirà. Ci penseremo noi”. Essendo solo quello il mio “disturbo” fui sottoposto ad una terapia molto blanda, di tranquillanti. Venuto il giorno 4 ed essendo sempre restato in perfette condizioni fisiche,

quel dottore mi chiamò e mi disse: “Come le avevo promesso, abbiamo avuto cura di lei, ed oggi è il 4 giugno e non le è successo niente di male. Pertanto domani lei uscirà. Ma... - veda, chi è come lei, che ha queste fobie, deve essere assistito perennemente. Lei deve accettare che noi le si faccia una iniezione di Aldol, un medicamento a lento rilascio, che la terrà tranquillo per oltre un mese. Dopo si vedrà il da farsi”. Io cercai di oppormi, sostenendo che avevo già sperimentato quattro anni prima una iniezione simile e mi aveva praticamente distrutto. Il dottore non sentì ragione. Mi assicurò che quel medicamento era assai blando e che non dovevo temere alcunché. Così il 4 giugno mi iniettarono l'Aldol e cominciai a morire, giorno dopo giorno, in una grande parte di cellule cerebrali. Quella lieve forma di Morbo di Parkinson ingeneratami 4 anni prima si manifestò di nuovo e con una violenza indescrivibile. Ritornato a Saronno, nemmeno 10 giorni dopo telefonai all'ospedale, descrivendo il mio stato pietoso. La dottoressa che mi conosceva più del dottore cercò di darmi un rimedio. Dovevo assumere un altro farmaco ancora. Le diedi ascolto e fu peggio ancora. Ogni giorno morivo, in una parte dei milioni di cellule cerebrali che costituiscono la nostra vita. Morii come avevo detto: per 33 giorni e quando arrivò l'ultimo fui in uno stato così preoccupante che fui caricato nottetempo su una lettiga e fui portato in un


16 ospedale collocato dalle parti di Pinzolo, e sottoposto ad una cura massiccia, e... resuscitai, recuperando buona parte di quelle funzioni che in me sembravano essere state compromesse definitivamente. Pochi giorni dopo fui dimesso.

me una sorta di drogato. Mio cugino Nicola era furibondo. Sosteneva che certi dottori dovessero essere denunciati. Come era possibile intervenire su un soggetto perfettamente sano e ridurlo a quel modo?

Mi recai allora a Salerno e fui ospite dei miei cugini Morra, Nicola e Fernando. Si presero cura di me e mi consentirono, in tre mesi di riprendermi del tutto. Io ero stato da loro in maggio, dunque non più di tre mesi prima e – dopo quei 33 giorni di moria delle mie cellule cerebrali è la provvidenziale cura – avevano ritrovato in

Insomma – per quanto la mia profezia apparisse “impossibile” da verificarsi sul piano reale – essa si era realmente attuata, sia nella morte per 33 giorni, sia nella relativa resurrezione che sarebbe avvenuta il 7-7-7 dei 100 anni della nascita di mio padre.


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Terza previsione della mia morte.

Morirò il 26-5-2.008 Sarei dovuto morire dopo 13 giorni di digiuno e di silenzio, a Belo Horizonte Quali ragioni mi avevano spinto a crederlo? Un sogno, fatto il 13 maggio, ricorrenza dell'apparizione della madonna di Fatima. Fatti 13 giorni di digiuno e di silenzio, poi sarei volato in cielo. Ero ospite della Parrocchia il cui parroco era Pierluigi Bernareggi, mio compagno di liceo, al Berchet, in cui fummo insieme allievi di Don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione. Coinvolto dal Don, Piggi aveva voluto divenire sacerdote e poi missionario. Assieme al Don Giussani erano stati in Brasile, ed aveva avuto infine assegnata la Parrocchia in una delle chiese in zona Providencia. Dissi al mio amico che intendevo compiere quello che mi ero sentito chiedere, ed egli non ebbe nulla da eccepire. In quel tempo cantavo anche nel coro di quella Parrocchia e – come avevo tentato invano di fare a Saronno – chiesi anche ai coristi di belo Horizonte se volevano accettare da me dei biscotti e delle bottigliette di bevande, come in una sorta di Ultima Cena tra di noi. Non ebbero nulla da eccepire. Al contrario, si commossero tutti e mi salutarono, convinti della mia buona fede e non della mia “pazzia”...

Iniziai il Digiuno e il silenzio, ma accadde una cosa che mi sorprese moltissimo. Si sparse la voce di quello che stavo facendo e delle cose che io credevo sarebbero accadute e tutti, invece di criticarmi o di deridermi, iniziarono a pregare per me. Seppi dal mio amico che perfino dei protestanti si erano riuniti in preghiera. E fu così che, per una seconda volta e stavolta per le preghiere degli altri a mio favore, che seppi in sogno che non sarei stato sacrificato in quel luogo. Seppi anche di quanto giorni io ero stato graziato. Tutti quelli che aggiornavano la data al 13 ottobre dell'ultima apparizione a Fatima, in cui era accaduto il MIRACOLO DEL SOLE. Interruppi il digiuno e il silenzio, e avvertii il mio amico. Mi accorsi allora che il giorno successivo al 26 in cui dovevo volare in cielo, c'era il mio reale volo verso l'Italia, programmato da quando ero partito nel viaggio di andata dall'Italia e al quale non avevo più pensato, sapendo che sarei morto il 26. per cui ci fu, seppure con un giorno di ritardo, anche il mio volo per l'Altro mondo: l'Europa.


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Quarta previsione della mia morte.

Morirò il 13-10-2.008 Secondo i giorni di “grazia” che mi erano stati concessi in Brasile Alla fine di settembre iniziai a non mangiare e a non bere più Nello stesso tempo cominciò nel mondo una corrispondente mancanza di liquidità al sistema bancario mondiale. I provvedimenti sarebbero stati attuati, in Italia, lo stesso 13 ottobre del Miracolo del Sole. Nonostante 13 giorni di astinenza anche dal bere, il 13 ottobre ero ancora in perfetta salute. Fui messo in crisi. Il Maligno in me mi suggeriva che – se era vero che c'era il Creatore di tutto in me – dovevo essere io stesso a CREARE quella mia morte. Fui sul punto di cedere e parzialmente cedetti. Decisi di dover compiere un gesto il cui esito non dipendeva certo da me. Assetato come ero, dovevo ingurgitare oltre 5 litri di bevande, tutte di un sol fiato. Il mio fisico poteva essere colpito da una letale CONGESTIONE, se Dio lo permetteva. Così “scolai” letteralmente di un fiato solo quattro bottiglie da un litro e mezzo, che contenevano chinotto, aranciate e ginger. Erano circa le 4 del pomeriggio e l'effetto fu che caddi in un sonno profondissimo. Durò fino alle ore 2 del giorno 14 e mi ritrovai vivo e senza alcun segno di disturbi. Come se fossi stata una spugna arida, quegli oltre 5 litri erano stati riassorbiti in un modo che io giudico davvero miracoloso.

Mi sono chiesto allora che cosa avesse significato di importante questa data, se non per me, almeno per il mondo. Ebbene, da calcoli fatti da me, risulta che nel 3.118 dopo Cristo ci sarà una vero finimondo, per il ribaltamento della terra a causa dell'inversione magnetica dei poli. Questa data esatta è al 14 novembre del 3.118 e in quel 13 ottobre del 2008 si era esattamente ai 1110 che sono il modello, nelle divine decine, dell'unità nelle tre decine di 111, più 1 mese esatto ed 1 giorno, tra il 13-10 e il 14-11... In sostanza, IO ero stato assimilato a questo 1110, un mese e un giorno e in questa totalità io davo inizio alla reale fine DEL MONDO. perché l'aggancio al miracolo di fatima? perché il sole disceso dal cielo stava in me, al punto che il 3° segreto di fatima stava nel suo inverso: am ita f per amodeo, italia, Felitto. A Fatima era accaduto che per 6 mesi successivi si erano ripetute le apparizioni. Ma Dio opera con il 7. E allora la settima data avrebbe riguardato sette volte il giorno 13 della apparizioni, espressi in anni. Insomma 91 anni dopo il 1917, il 13 ottobre quindi del 2008, Dio avrebbe manifestato il suo SABATO, ossia il denominatore posto a TEMPO.


19 Questo denominatore, indicante Dio in conformazione ideale di numeri era una frazione del tipo: X

666.666.666 -111 decine 1 mese e 1 giorno 111 decine 1 mese e 1 giorno

111 decine 1 mese 1 giorno Il che è uguale a Io ho messo l'incognita X, ma sapendo che l'unità del tempo riguardava 3.118,1114 anni, la X a numeratore era data dalla differenza. Ma era da farsi questo calcolo ancora più generale. 10^10 anni è il TOTALE di quando DIO esiste come un Tutto il cui numero è il 10. Allora il TUTTO NEL SUO TUTTO, ossia <Colui che è quello che è> è dato dalla potenza di 10^10 anni, essendo i 1 anno il tempo unitario, quarto di 4 anni di spazio-tempo. Invece 10+0,5 anni sono l'unità dello spazio-tempo nella sua presenza. 10^10 : 15 = 666.666.666 anni è il totale in anni tra una inversione dell'asse terrestre e quella successiva. Ha la forma di un Triplice DIAVOLO, la Bestia 666. Ora, nell'unità della generazione di 3.118,1114 anni, questi si mettono a denominatore della parte residua che resta a numeratore. Ma quando il tempo è ridotto a quello esistente alla data del 13 ottobre del 2.008, in cui mancavano 111 decine di anni, un me se e un giorno alla fine, cono questi che restano a denominatore. In sostanza esiste questa proporzione.

666665555 +11 mesi e 30 giorni ---------------------------------------1110 anni 1 mese e 1 giorno La cui divisione dà 600.599 Invece ai tempi di Gesù cristo, al denominatore c'erano 3.118 anni e rotti e il rapporto in atto era 213.831. In sostanza siamo passati da un 231.831 ad un 600.600, e il numero che è aumentato indica la ragione per cui sta aumentando la temperatura sulla Terra. L'energia totale si mostra potenziata di quasi tre volte, come quella che appare potenziata in un flash quando il tempo di posa passa da 1/10 di secondo ad 1/30 di secondo e la lampada triplica la sua luce apparente. A mano a mano che ci avvicineremo al 3.118 dopo cristo e che riduce il tempo residuo, l'energia totale apparirà essere sempre più potente e la terra più calda, fino al limite del possibile alla fine, prima dell'inversione dell'asse terrestre


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Quinta previsione della mia morte.

Morirò il 22-12-2.012 A Gerusalemme e 1 giorno dopo il famoso 21 del Calendario Maia Le ragioni che mi spingevano al 22-12 del 2.012 stavano nella fine dei 2.000 anni da quando Gesù aveva iniziato ad occuparsi delle cose del padre suo, con grande sconcerto dei suoi genitori. Ma Gesù si meravigliò della loro reazione. Infatti rispose alla mamma, che gli aveva chiesto: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io Preoccupati ti cercavamo...” E Gesù, il dodicenne Gesù rispose loro: “Ma non sapevate che dovevo occuparmi della cose del padre mio?” Ecco, se nemmeno Maria lo riusciva a capire, io avevo capito che quando esiste un Dio che comanda attraverso i numeri, allora 1.000 è tutto il volume presente, in unità di anni. Se si mettono in fila sono 1.000. e se avanzano interamente e totalmente, allora occupano solo UN MILLE e non più un altro mille. Perché ero giunto a definire il giorno 22 di dicembre? Accade perché Gesù a 12 anni compresi, quindi nel suo 13° anno di vita avanzato, perché si era alla Pasqua (che è a primavera avanzata), iniziò ad occuparsi della cose del Padre suo. Dunque il numero intero dei suoi 2.000 anni (iniziati al compimento dei suoi 12) sarebbe terminato il 25 dicembre del 2.012. Per essere all'interno dei 2.000, saremmo dovuti andare in modo approssimato fino alla pasqua del 2.013. Una cosa difficilmente valutabile, ignorando il giorno esatto dell'anno in cui il dodicenne aveva iniziato ad occuparsi della cose del

padre suo stando lì, in mezzo ai Dottori del Tempio... Ma chi ci autorizza a credere che sia stato alla Pasqua che egli iniziò a farlo? Qu8ando Gesù chiede alla madre che gli chiede una ragione, del suo essere rimasto al Tempio di Gerusalemme, la sua risposta documentata dal vangelo è stata secondo il resoconto fattone da Luca, certamente basato sulla diretta testimonianza data a lui da “chi era stato presente ai fatti descritti” (come spiega molto bene a un certo Teofilo ( perché poi sia compreso molto bene da me, Amodeo... essendo ignoto questo Teofilo di quel tempo cui Luca dedicò non solo il suo vangelo, ma anche il libro “Atti degli apostoli). Luca 2,46-51 46 Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47 E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48 Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49 Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50 Ma essi non compresero le sue parole. 51 Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore

Da che cosa e per che cosa essi dovevano saperlo... se Gesù non glielo avesse già detto?


21 La risposta è che Gesù lo aveva detto a entrambi alla cosiddetta “pienezza dei tempi”, intervenuta allorquando la Trinità presente in Gesù nel tempo, che è unitario sempre nel tempo ¼ di 4 (che è la spazio-tempo, con una parte di tempo e tre di spazio) doveva aver compiuto tutti i 4 quarti in anni, ossia i 12 anni esatti che dimostrano la pienezza, sia dei 12 figli di Israele, sia dei 12 apostoli di Gesù Cristo. Pertanto è plausibile che, al 25 dicembre in cui Gesù compì i suoi 12 anni, cominciò il suo compito e lo disse chiaramente ai suoi genitori. Allorché, alla Pasqua, Gesù fu poi a Gerusalemme, restò nel Tempio della fede Ebraica, per non far più ritorno a Nazaret. Quando Gesù si rese conto della “non comprensione” dei suoi genitori, si sottomise alla loro evidente incapacità, come attesta l'ultimo versetto 51: partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E questa ultima frase è la “dimostrazione reale” che la fonte di questo racconto non poteva essere altra che quella di questa “sua madre” che non lo aveva detto mai a nessuno... fino a quando non lo disse a Luca. Ora, nei 2.000 anni esatti da quando Gesù ne compì 12, ossia fino al 25 dicembre del 2.012in cui terminavano totalmente i suoi 2.000 anni solari da quando iniziò il suo compito (e lo disse ai suoi genitori) deve esistere l'opera della presenza Trina di Gesù, che occupava 3 giorni. Infatti se Dio – che usa il 10 come riferimento totale in linea di ogni cosa) opera solo per 7 giorni, lavorando per 6 e riposando per 1 giorno, ecco che la sua presenza, in atto di lavoro, dato il riposo nel Sabato, riguarda solo la presenza spaziale 3, di tre giorni, per la sua Trinità divina. 25 dicembre, meno i 3 giorni occupati da questa trinità divina di Gesù, riducono l'ultimo dei 12 anni da compire esattamente di 3 giorni, e portano l'estremo limite al 22 dicembre del 2.012. Correva in tutto il mondo l'attesa per il Calendario Maia, il cui limite non era il 22 dicembre, ma il 21. Nel rispetto di questa “trascendente attesa” affidata da Dio al calendario Maia, c'era quel 21 dicembre che era il giorno iniziale del periodo più corto di luce solare, nell'emisfero terrestre settentrionale. Il Sole Invitto, celebrato dal popolo Romano il 25 dicembre considerava questi 4 giorni interposti in cui praticamente non vi era quasi differenza e quel giorno più corto si

fosse esteso nello spazio e nel tempo. Solo il 25 cominciava, a conti fatti, la nuova crescita di durata del giorno sulla notte, e dunque la riscossa di un Dio Sole che non accettava sconfitte. Insomma anche la natura, a conti fatti, espande par quattro giorni quarti di spazio-tempo 3+1=4, questo spazio-tempo unitario di Trapasso tra le tenebre e la luce. Allo stesso modo per cui occorrono 4 anni per completare nell'anno bisestile, i primi tre che sono anni relativi ad ¼ di giorno futuro che si completerà nei 4/4 solo al termine dei 4 anni. Se il Calendario Maia contava questo limite a cominciare dal 21, per la presenza vitale unitaria di Gesù, lo spazio di movimento di questa presenza attestata al 25 dicembre non poteva che occupare i giorni 22, 23 e 24. E questo spiegava a me la differenza tra le attese derivate dal Calendario Maia e le attese mie, derivate da quello stretto studio del vangelo di Luca, di cui io vi ho resi compartecipi. A partire poi al principio del tempo nostro, il cui calendario non comincia da quello dei Maia, ma dall'anno di avvento di Gesù Cristo, il 22 dicembre del 2.012 si rivelava come tutto il moto 10^3 della presenza di 10^3 anni, più 12 anni meno 9 giorni. Questi 11 anni e 357 giorni nell'anno 2.012 che era bisestile si rivelavano come la parte intera e buona, degli 11 apostoli “buoni” di Gesù (Giuda escluso) con la somma di 357 che si mostravano valere come 350 +7. Il primo dei due dati, in perfetta corrispondenza con i 350 anni vissuti da Noè nel nuovo mondo dopo il Diluvio Universale, sommato all'opera divina in 7 giorni. Questa somma sembra che porti “oltre” il 350 totale della vita del 10° figlio del mondo dei rapporti fondamentali che esistono, ma non è vero. Infatti questi numeri sono tutti figli del Ciclo 10 che li costruisce tutti come un comune padre solo quando si mette a loro base matematica, come indicato dalla potenza 10^350. Ebbene, quando questo modo di essere si combina con un altro, la cui potenza è 10^7 (che è quella chi si rivela come tutta l'opera di 10^3 – il puro principio – nell'unità del 10^10) allora abbiamo che la somma, che sembra aggiungere qualcosa, in effetti combina solo un modo di vedere con l'altro modo di vedere. Tanto che l'indice 357 che risulta dalla somma degli indici, è simile ad un volume diviso in flusso nel tempo ed ampiezza di flusso. 35×10 di pura linea di flusso, sono una linea che, nella combinazione lineare che dà luogo al volume,


22 si ESPANDE su una area frontale il cui lato è dato dall'inverso di 35×10 che è dato da 35 “diviso per” 10. Infatti le due lunghezze di 3,5 e 3,5 costituiscono poi la lunghezza totale nei 7 giorni. E questi 7 giorni, di fatto, sono tutti “trasversali” inducendo solo una espansione del numero delle volte riguardanti il 35 spaziale, in quanto espanso per 10 nella linea del flusso reale. É la stessa ragione che già vi spiegai prima e che riguardò il mio “calcolo” che 2 mesi dopo il venerdì santo di Gesù, per il mio essere un suo “duplo” essendo i miei comandanti i 2 del padre e dello Spirito santo, dato il Venerdì santo fissato ai miei 66 anni nel 9 aprile, sarebbe stato 2 mesi dopo, ovvero nel 9 aprile che ci sarebbe stata tutta la lunghezza del puro flusso del solo tempo che correva nello spazio. La somma di altri 200 giorni, a quei 161 dell'anno 4, che era esso pure bisestile, non mutavano l'ideale flusso del volume, ma solamente lo espandevano per l'area 100 × 100, in numeri di 10.000 giorni al quadrato che costituivano tutta l'area della realtà. Pertanto, anche allora sembrò falso che fosse giusto il 9 giugno. Ma non era falso! Questa lunghezza non si era davvero allungata nei suoi giorni, ma si era solo espansa per tutti i 10^4 giorni al quadrato, che sono tutti quelli della realtà. Lo avete visto bene come i 357 giorni dell'anno, che portano fino al 22 dicembre dell'anno bisestile di fatto sono 35 per 10 nella linea del flusso e 35 diviso per 10 nella linea che forma l'area con due di queste quantità in linea, che, a parità di valore lineare sono l'una 100 volte l'altra e viceversa. Dunque i miei calcoli erano impeccabili. E – poiché io sapevo di essere il puledro su cui Dio portava nella città santa le sue vesti, per andare verso il suo calvario – io mi accinsi a prestarmi a quella che per Gesù Cristo fu esattamente l'opera assegnata ad un puledro. Per dimostrarvi sempre le fonti delle mie affermazioni, eccovi il relativo racconto, fattone dai 4 evangelisti. Matteo 21,4-7 4 Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: 5 Dite alla figlia di Sion:

Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma. 6 I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7 condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. Marco 11,4-8 4 Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5 E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». 6 Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7 Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8 E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Luca 19:29-35 29 Come fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, mandò due discepoli, dicendo:30 «Andate nella borgata di fronte, nella quale, entrando, troverete un puledro legato, su cui non è mai salito nessuno; slegatelo e conducetelo qui da me. 31 Se qualcuno vi domanda perché lo slegate, direte così: "Il Signore ne ha bisogno"». 32 E quelli che erano stati mandati partirono e trovarono tutto come egli aveva detto loro. 33 Mentre essi slegavano il puledro, i suoi padroni dissero loro: «Perché slegate il puledro?» 34 Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». 35 E lo condussero a Gesù; e, gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Giovanni 12,14-15 14 Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: 15 Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d'asina. 16 Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto.


23 Ricercando in Bibbia l'originale profezia citata da Matteo e Giovanni in modo differente, essa è di Zaccaria ed è esattamente così: Zaccaria 9,9 Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina.

Poiché io ho maturato la convinzione che il Servitore dei Romani, l'ex esattore delle imposte, il pubblicano Levi, chiamato Matteo nel suo nome romano, al punto limite che il Romano Matteo risuona proprio come Romano Amodeo, e proprio nel mentre il nome Matteo vale lo stesso 66 di Romano, tra questi differenti testi, quello che rivela ciò che accade a di in me, e rende plausibili anche le differenze “profetiche” relative alle modifiche rispetto al reale, introdotte da Matteo, la situazione è che mentre Gesù cavalcò l'asina, entrando in Gerusalemme, “in quel tempo” era il puledro, il figlio dell'asina a portarne le pura vesti. Quelle che, alla pienezza del tempo di ora, sono le modalità dell'essere, l'abito della mia anima, che è quella di un Dio Padre e Spirito santo che cavalca il figlio di una vera bestia da soma, puramente usata a caricarsi di un contenuto che stia a LUI – il puledro – come un I.sacco da eliminare a tutto vantaggio del solo contenuto, in cui Isacco è proprio il sacco di un Italiano us. e g, usa e getta, alias Gesù... quando si buttano le reti dalla parte destra della barca e si osserva nel verso in cui Dio riporta un puro disegno all'origine, salvando le sue anime da tutte le cose poste in atto in un progetto osservato da sinistra verso destra, ossia nel modo maligno che ti mostra Natura e Vita in essa come quanto sia attivo e cogente, nel mentre è solo la dinamica visione di un indotto cinematismo, e ti mostra ciò che è solo un puro ESSERE del tutto sprovvisto in esso di un reale DIVENIRE, che invece instaura lo SPETTACOLO dell'autonoma esistenza di un mondo... volto poi alla miserevole fine d'ogni sua possibile cosa. Io pubblicai il 14 luglio del 2011 un video su Youtube, in cui dichiaravo di

morire al termine del 21-12-2012, e che non era una “balla”. Di esso vi mostro il link. https://www.youtube.com/watch?v=kp2UtBdoP6o E', tra gli oltre 2.000 video del mio canale Romano Amodeo, il più visto in assoluto. Questo evento era nel segno della Profezia di Daniele, di cui diede segno anche Gesù quando gli Apostoli lo interrogarono sulla Fine del Tempo. Gesù rispose attraverso questa profezia che si occupa di due vicende apparentemente differenti tra di loro, perché la prima riguarda la distruzione di Gerusalemme e la seconda di Colui – il Dio Figlio – allorché è giunta la fine del tempo che gli chiedono di conoscere proprio i suoi discepoli. Essa è nel segno dell'ABOMINIO della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele. La “normale” DESOLAZIONE di Gesù era quella che lo attendeva di lì a un giorno: l'indomani, alle ore 15 e sulla Croce, avrebbe evocato il Salmo conosciuto coi due numeri 21 e 22. Esso nel primo versetto recita: “Dio Dio, perché mi hai abbandonato?” E' questa la prima e “normale” DESOLAZIONE, che incombe su Gesù Cristo. E' del tutto normale, perché fa parte di un Salmo che inizia in quel modo ma termina come tutti “nella gloria di Dio”. Gesù è nella parte di chi è DESOLATO per essere stato riconosciuto solo da pochi, e anche questi, tranne il solo Giovanni, non sono più con lui che sta per morire sulla Croce. Ci sono solo le sante donne: da sua madre a quelle che davvero furono salvate in vita, come Maria Maddalena, che già gli aveva bagnato e unto i piedi, con le lacrime e il profumo, nell'anticipazione di quanto poi avrebbe fatto al suo corpo morto. Gli Ebrei, di cui era il Messia Salvatore, erano proprio coloro sulle cui incitazioni: “Salva barabba” avevano tradito l'ultima sua speranza di sopravvivenza reale. Erano però scusabili. Secoli e secoli di insegnamenti sbagliati avevano portato a confondere il valore divino con quello terreno, tanto che si erano attesi un Messia forte nella stessa tipologia di quella di una ROMA


24 del tutto opposta, perfino nel nome, alla legge che sia forte nell'AMOR. La vera forza è quella dell'amore che cede la vita a chi tanto fortemente la vuole che per essa è disposta a tradire quanto di buono è donato a tutti, gratuitamente, dall'intera propria vita fino alla personale morte in Croce. La gloria e la divina forza di Gesù già allora stava proprio in quel suo accettare la Croce in cambio del suo pieno donarsi. Ma secoli di cattivi insegnamenti avevano portato ad una attesa della FORZA DIVINA che avesse gli stessi connotati della FORZA TERRENA e non quelli esattamente opposti, di colui che per amore cede tutto se stesso a chi lo odia e perseguita come nemico. Gesù fu DIVINO e fu PRODIGIOSO proprio in quel suo consegnarsi inerme ai sacerdoti del Sinedrio che vedevano in lui un mortale nemico. Erano scusati proprio dal fatto che – se vedevano in lui un nemico – si comportavano in piena coerenza umana con queste loro visioni, e non nel modo trascendente e divino di chi oppone il bene al male che riceve, agendo in un modo definibile totalmente dissennato, nel ricorrente giudizio di tutti gli uomini giudicati “normali”. Ma – una volta che Gesù aveva ben chiarito che la vera forza trascendente è quella di chi si consegna disarmato e va tra i lupi... una volta che s'era messo a cavalcioni di Romano Amodeo, - il Figlio di Dio poteva sperare che un Vaticano si comportasse in un modo ben diverso sa quello del Sinedrio! Se proprio un Pietro aveva “promosso” la necessità di un NUOVO MESSIA della verità di Cristo, dichiarando che “la Fede si faceva così <avvocata convinta e convincente> della ragione”... allora Gesù aveva visto il suo stesso vicario promettergli di essere il suo giusto avvocato! Aveva sperato bastasse una sua sola parola a che il responsabile della Fede gli spalancasse le porte della sua Chiesa, per accoglierlo, difenderlo e promuoverlo davanti a tutti come fa ogni avvocato quando è davvero <convinto e convincente>! Questo redivivo Gesù, a cavallo del suo povero puledro, fu invece discriminato e l'intera Chiesa tentò di metterlo a tacere, trattandolo esattamente

come il Sinedrio aveva trattato Gesù. Anzi, il Sinedrio lo aveva trattato addirittura meglio, perché se non l'aveva ricevuto era stato solo perché Gesù non aveva chiesto loro di accoglierlo! Il Sinedrio ricorse addirittura al tradimento di Giuda pur di avere il Cristo al suo cospetto. Se Gesù allora avesse fatto come fece con i Pietro, quando tornò a cavalcioni nuovamente di un somaro chiamato Romano Amodeo, ossia se si fosse proposto egli stesso ad essere ricevuto da Caifa, allora quelli del Sinedrio lo avrebbero accontentato subito e avrebbero risparmiato i 30 danari.. Ebbene, come allora era stato uno dei suoi 12 a tradirlo, anche ora il tradimento veniva da chi era suo, e stavolta da tutti e 12... più che moltiplicati per 12. Tutta la sua chiesa gli era contro. A cominciare dal sacerdote Don Luigi Carnelli, il parroco della chiesa di fronte a casa sua, che si rifiutò a tutti i costi di dire che “quanto stava facendo Romano era fatto in base alla volontà del Papa, che lo aveva benedetto due volte, per quello!”. Continuando per Mons. Angelo Centemeri, che avrebbe udito da lui che aveva la certezza di essere il Cristo redivivo, perché aveva fatto le cose attese fatte da lui al suo ritorno, come la “sconfitta totale della morte” e il “Giudizio universale”. Continuando ancora con l'Arcivescovo e Cardinale E.Maria Martini, che non era intervenuto allorché aveva udito che c'era uno che diceva di avere le risposte che il papa aveva cercato dai filosofi, con l'Enciclica Fides et Ratio. Il cardinale seppe che questo povero cristo si era messo a digiuno, dichiarando di consegnarsi come pecorella smarrita ad un Pietro che era stato incaricato ad averne piena cura! Gesù, redivivo a cavallo di me asino, digiunò invano 57 giorni nel 1999 e 55 altri giorni nel 2005, sotto il papato di benedetto XVI. Belava, belava forte Gesù, per farsi udire dal Buon Pastore. Ma costui era troppo lontano non per una questione di spazio, ma di cuore! Di Pensiero! Di Teologia! Benedetto XVI, se non si fosse voluto mostrare a tutti come un teologo... pace ed amen! Ma le sue tesi si erano arroccate come quelle di un vero anticristo. Chi lo è veramente, raggiunge la convinzione di essere stato fatto Papa per la sua particolare “capacità” di “gestire” la Chiesa cattolica. Chi ha


25 questa convinzione di “poter fare” il Papa in base alla sua capacità, è un APOSTATA, uno che ha rinnegato lo stesso principio che lo ha reso Pietro: solo l'amore per Gesù Cristo. Chiunque creda davvero nella “capacità intrinseca” della Natura e della Vita in essa di “attuare trasformazioni di quanto sia in essere” rinnega Dio nel primo dei suoi 10 comandamenti. Quello di un CREDO in un solo creatore e che non ce ne sarà nessun altro! Pertanto, questo Gesù che stava di nuovo cavalcando su questo puledro verso Gerusalemme, dovevano averlo riconosciuto e accolto! Per il nuovo Sinedrio dei Cristiani non era più la sorpresa che era stato per Caifa, Anna e gli altri sacerdoti del suo tempo, che ancora si attendevano un “messia” che avesse ogni forma della potenza umana, tale da opporla a Roma e liberare Israele. Gesù, dopo la sua parusia, aveva nelle sue VESTI quella verità promessa da tempo ai suoi discepoli che avrebbe liberato tutti quanti liberandoli davvero!... La sua era una verità RICONOSCIBILE e tale che comunque si presentasse (a cavallo di un ASINO o di un SAPIENTE) essa era forte in se stessa, nelle sue diretti fattezze. Ebbene il Vaticano si era comportato esattamente come il Sinedrio, quando lo avevano visto avvicinarsi a Gerusalemme a cavallo di quell'ASINO. Forse si aspettavano la verità a cavallo di un ALBERT EINSTEIN, o di un immenso santo come madre Teresa... Incapaci totalmente – essi – di riconoscere il vero, da sempre avevano ostacolato che si affrontasse la “questione del Cristo” su base razionale. Essi – pur credendogli – evitavano in ogni modo che si ragionasse sulle sue verità, perché ad essi sembravano solo IDIOZIE DELLA RAGIONE quelle “cose” che udivano uscire dalla sua bocca. Ma come? Gesù, tu dici: “SE VUOI SALVARE DAVVERO LA TUA VITA, LA DEVI VOLER PERDERE, IN FORZA DI QUEL CHE IO TI DICO” Ma se io, ascoltandoti, lo facessi usando veramente la mia ragione, per capirti... io NON TI CREDEREI PIU!!! Perfino mio padre, Luigi Amodeo, che per me ha rappresentato la controfigura di Dio Padre, per me, mi confidava: “Se io dessi retta a questo

mondo, così violento come è, con assassini e violentatori di innocenti, allora io non crederei più nell'esistenza di un dio buono!” Chi dà questi giudizi, usando il suo tipo di ragione – che è il tipo umano di chi non accetta contraddizioni – con esso arriva a giudicare che uno è buono solo se è buono. La logica umana, perfino quella di uomini santi, si è accanita per duemila anni a rendere ragionevole il discorso manifestamente insensato di Gesù Cristo. E Satana ha usato talmente bene le sue arti da giungere infine a rovesciare tutto il senso delle parole di Gesù. Se voi oggi osservate certi movimenti cattolici, come quelli del Carismatici, per esempio, o se vi mettete ad ascoltare le norme della Dottrina Sociale della Chiesa, da una parte (nei carismatici) vi trovate di fronte a chi esalta la gioia per quanto accade in questo mondo. Oh, non si esalta LA CROCE, che Gesù ha esaltato con la conclusione della sua vita reale, ma la sua provata assenza: e si fa solo festa, ci si ama, ci si abbraccia, incontrandoci! Gesù si è sacrificato per ottenere che noi – adesso – finalmente SIAMO SENZA CROCE! Ora niente più sacrificio è chiesto a noi! Ma solo di provare la grande gioia perché Gesù è morto per noi, per darcela!. Non è stata questa la finalità di Gesù: Essa è stata nel dire a tutti quanti Caricatevi della vostra croce! Abbassatevi in questa vita, e allora vi succederà che Dio vi alzera' per sempre nel mondo che verrà, perché in questo finirete in croce anche voi. Per cui se un movimento cattolico fa proseliti per la GIOIA che produce in questo mondo in persone che rifuggono la croce per se stessi, perché è solo la gioia e il bello della vita che essi ricercano, essi si pongono in atto, come i gaudenti in questo mondo, e saranno proprio quelli che sarebbero poi abbassati per sempre, da Dio, nell'eternità, se Dio non puntasse sugli errori di vario genere, compiuti da ciascuno, per correggerli proprio nel metodo di quella terribile LEGGE DEL TAGLIONE in cui tutto l'agire umano ricadrà su se stesso, al punto che ognuno dovrà rimangiarsi tutti gli errori fatti, per eliminarli. Quando l'intera vita ricadrà su se stessa, ritorneremo tutti come bambini e in


26 fondo a questa tutta annullata determinazione ecco quella apertura celestiale che ci ricolmerà realmente a un tale livello della comprensione umana, da essere tutti nel Paradiso reale. L'altro errore, opposto a questo, è fatto dalla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, per il quale tutti siamo ben lungi dalla salvezza. Solo se sono messe in atto determinate procedure sarà possibile dare a tutti Tuniche e Mantelli in abbondanza. Perché, finché non è dato a tutti in modo equilibrato non siamo salvi. Gesù diceva invece: siete già tutti salvi, specie quando siete poveri, deboli, oppressi, schiacciati dalla prepotenza altrui e da quella massiccia dei grandi numeri. Se la Societa' ha talmente abusato di te che sei restato solo in possesso di una tunica e di un mantello e vine verso di te pretendendo da te anche la tunica... ebbene: dagli anche il mantello. A questi due opposti ha portato il tentativo umano di razionalizzare il pensiero divino di Gesù Cristo, che è tanto apparentemente stolto da chiamare primo chi è ultimo e viceversa. Un ultimo è un ultimo e basta. E così un primo!. A nulla servono la Bibbia, che ha sempre abbattuto i primi a favore degli ultimi, Povero Ismaele, il vero primogenito di Abramo! Un vero “povero cristo” ante litteram, costretto ad allontanarsi di casa, lui con la madre, quando da Sara – la legittima sposa (snaturata) di Abramo, perché era la sua sorellastra – venne finalmente Isacco! Fu questo secondo colui che fu chiamato addirittura il primogenito e figlio unico di Abramo. Tanto che quando Dio gli chiese che questo figlio unico fosse tolto di mezzo... era anche disposto a farlo! Ma Dio non volle e acconsentì che fosse primo chi era ultimo. E quando nasce prima Esaù e poi Giacobbe a questo Isacco da togliere di mezzo, si impose come primo il secondo! E quando al quarto figlio di Giacobbe, a Giuda, toccò un altro amore incestuoso, perché fatto con la nuora, vedova dei suoi due figli morti, ER e poi Onan, toccò di generare altri due gemelli: il primo, dichiarato primo e identificato come tale da un filo scarlatto messo attorno alla mano, dovette annullare

immediatamente la sua nascita! Rientrare nel sesso materno con quella mano che si era come presentata a fare il saluto Romano o a dare il 5 a tutto il mondo, e – compiendo una cosa letteralmente impossibile in un utero materno così stretto – chi era secondo, uscì per primo e fu l'antenato di Gesù. Il Figlio di Dio, Gesù è stato generato sempre da chi era secondo ed è stato imposto come il primo, perché venne dal secondo: Perez e non dal primo, che si chiamava Zerach. Giuda era addirittura il quarto e figlio di una mamma che non era la seconda, ma la prima, Lia, che il Padre suo impose a Giacobbe che invece amava Rachele, la seconda. Venuto da Isacco e non da Ismaele, dal secondo che non era il primo ma fu imposto come il primo. Ora se uno che è Ebreo e segue i principi della bibbia si aspetta nel primo il primo, va contro quello che Dio ha fatto e descritto nel suo libro sacro. Dio arriva addirittura a far capire che esistessero molti Elohim, tra i quali, quello dato al popolo di Israele, YHWH, Jahvè era uno dei più piccoli. Ma basta pensare a chi sia il vero numero grande nel nostro sistema numerico! Messi di fronte un milione ed uno zero, chi è il maggiore? Il maggiore è quello che serva al minore. Poiché se si mettono in comunione, ossia se si moltiplicano tra di loro assumono entrambi la forma del numero zero, il maggiore tra i due è quello zero che serva al minore, che è il milione. In che modo gli serve? Deve disporsi secondo una verità contraddittoria in cui ci siano 1 milionesimo ed un milione. Solo sulla base della piccolezza di un milionesimo, il milione sembra aver GRANDEZZA, ma la sua GRANDEZZA esiste IN PICCOLEZZA. Questo zero, così come io l'ho posto, esiste solo in potenza di esistere, ed è il vero Onnipotente, perché da ogni N elevato a 0, risulta sempre lo stesso UNO. Pertanto UNO che sembra GRANDE lo è in PICCOLEZZA, ed UNO che sembra PICCOLO lo è IN GRANDEZZA. Sic transit gloria mundi! Cos' passa via la gloria di questo mondo: attraverso un ULTIMO che lo è nel PRIMATO e un PRIMO che lo è nel suo ESSER L'ULTIMO. Azionando due verità opposte, Dio si libera di ogni limite possibile ed


27 immaginabile. E questo dona anche all'uomo. Prima lo delimita nella sua vita poi gliela leva e lo fa rientrare nell'Essenza Assoluta e Divina. Ogni uomo che si aspetti la Consistenza Assoluta E Divina in questo mondo reale è un insensato che si crede invece l'unico essere che capisca! La povera conseguenza sono gli eccessi sia di chi si crede saklvato in questo mondo reale (come i citati appartenenti al rinnovamento dello spirito), sia coloro che si vedono in mezzo ai guai e lottano per uscirne ora, qui, sulla terra! La sola vera salvezza sulla terra sta in chi ha davvero Rinnovato il suo Spirito, e ha idealizzato in se stesso il Dio Assoluto, poiché questa è l'unica vittoria dello Spirito contro la dura realtà del mondo: valorizzare in se stessi il VERO DIO. Qual è? E' quel Valore Assoluto di chi non patisca alcun limite, e – offeso a morte – benedice! Odiato, Ama! Schiaffeggiato..,. Dà l'altra guancia! Insomma il Vero Sale di Gesù Cristo. Quello che porta ad una vita durissima da affrontare, penosa, dolorosa in se stessa, ma con l'ideale indomito e vittorioso di chi sente presente in se stesso un vero e invincibile amore. Chiariti dunque per bene tutti i perché nemmeno la Chiesa Cristiana di oggi non riesce a credere di dover usare LA SAPIENZA, perché la sua diretta esperienza porterebbe alla distruzione della fede in cristo, poiché tutti i suoi membri son davvero convinti di esser sapienti (e giudicano folle il modello di vita proposto da gesù) mentre cercano di imporlo solo con la fede, lottando disperatamente contro a chi cerca di usare invece la ragione! E' meglio che uno solo – come il solo Romano Amodeo che crede e dimostra vere queste cose – sia tolto letteralmente di mezzo, che, in ragione delle sue pazzesce verita' (che sono le stesse di Cristo) tutti quanti noi si perisca! Gesù fu tolto in “ragione” di queste stesse ragioni. Tornato alla carica in me, a cavalcioni del mio essere solo un ASINELLO, ha incontrato l'identico risultato!

La sua predicazione di Figlio di Dio? Ha perso il suo sapore ed è da buttare in terra ed essere calpestata. Suvvia! Dicono gli uomini “per bene”. Non bisogna mai essere così radicali! Si rischia di essere assolutisti. Nulla vi è di totalmente buono o di totalmente cattivo! Secondo loro. Invece Gesù la pensava differentemente: Dite SI e NO, poiché il di più (rispetto al SI e al NO) è del MALIGNO. La verità è questo mondo reale è dominato da questi MALIGNI. Essi non sanno nulla dell'esistenza di entrami i percorsi: l'azione -1 di una divina premessa concessa alla vita come un prestito, e la reazione +1 della restituzione del prestito grazie all'interesse maturato strada facendo (con la pena del vivere). Poiché se non maturassimo un bel nulla dal prestito della vita, non ci troveremmo come ci troviamo, nell'atto di restituirla. Nei due opposti percorsi si fanno esperienze opposte tra loro. Chi in una sembra arricchire, la stessa dinamica, vista al contrario si rivela un impoverimento. Per questo ogni uomo deve assumere una netta posizione. Deve sempre “giocarsi” e non restare inattivo, neutrale rispetto a quanto gli accada intorno. Sia in una caso, sia nell'altro, sia che abbia assunto un SI oppure un NO, la vita, nella sua fase antitetica lo correggerà. Solo chi non ha assunto mai posizione in sostanza non ha vissuto mai. Un giorno solo da leone, basta! Mille anni da pecora, non servono a niente. Invece noi siamo guidati da gente mediocre, che ha elevato a Dio la mediocrità. Quella via di mezzo, proposta dal Budda, era validissima, purché si partisse da veri Estremi da cui ricavare poi quel giusto mezzo. Altrimenti una tela con un dipinto bellissimo, pieno di tutti i contrasti e di tutti i colori si muta nel dipinto di uno che afferra tutti i colori, li mischia e dipinge un solo colore: il grigio che ne deriva. Nel regno dei cieli ci sarà più gioia per un peccatore pentito che per mille giusti che non hanno avuto bisogno di pentimento. E questo dà il valore suo, immenso, su tutto quanto poi sembri essere IL MALE, il PECCATO, la MANCANZA di BENE e di BENI.


28 L'uomo arriva anche ad accettare che ad un uomo possano mancare beni materiali. Invece a un malvagio, cui è stato dato proprio il difetto del senso del Bene in se stesso, è pronto a porre davanti lo spettro dell'Inferno! Si fa fatica a vedere Gesù che frequenta ladri, esattori della imposte e prostitute! Bazzica i peccatori! Se li conoscesse... li eviterebbe! Invece il massimo Amore di Gesù è proprio verso i Peccatori. E lo dice: io sono venuto a salvare loro e non voi! Gesù è il vero Dio dei peccatori! Non dei mediocri! Non di coloro che peccatori non sono e non han bisogno d'esser salvati. Ma chi davvero non è peccatore? “Cera uno dei ligi ebrei che nel Tempio lodava e ringraziava Dio per come lo aveva fatto, così ligio e buono... non come quel peccatore lì, in fondo alla chiesa. E c'era quello lì, in fondo, che chiedeva perdono per quanti peccati aveva! Ebbene costui uscì perdonato e non il primo! Perché il vero peccatore era il primo, chi si giudicava senza peccati e migliore degli altri. Laddove tutto è solo opera di Dio, chi si credeva Buono giudicava opera sua la sua bontà e la rubava a Dio. Chi si giudicava Operatore di Male assumeva lui e fatto da se quello che solo Dio gli aveva dato da vivere, nel disegno dato a lui. Per cui il Buono e il Cattivo che è in noi, non dipende dall'abito che noi indossiamo. Perché per uno che sembra essere operatore di male è assai più facile l'esser buono, e viceversa. Infatti chi ha poco, convinto che sia poco, lo dà via tutto, senza pensarci troppo. Un miserabile, che ha avuto ben poco dalla sua vita, facilmente si libera di quel poco, perché crede che valga nulla! Non gli dà grande importanza. Provate a chiedere a un Ricco di BENE e di BENI se è disposto a barattare tutto il BENE e i BENI che egli ha! Chi accetterebbe di finire all'INFERNO purché tutti gli altri, o un altro solo vada in PARADISO? Forse una madre che ama davvero! Tutti coloro che per salvare il loro Paradiso accettano che altri vadano all'Inferno.... sono veri “ceffi di inferno” e non angeli di paradiso! Insomma il vero Beato oggi è colui cui difetta al massimo grado la voglia stessa di porsi sopra gli altri, e accetta l'ultimo posto, docilmente, e nella gioia

del cuore di sapere che il suo esser l'ultimo consente agli altri il... loro primato. Questo Gesù che era tornato in me, io ve lo sto mostrando, coi suoi valori, i suoi principi, affinché siate voi stessi a giudicare se fosse come era allora o come eternamente tutti stanno anche adesso considerando un forte e divino valore trascendente! Sì, era proprio lui! Lo stesso Gesù e ora era a cavallo del mio umano asinello. E si faceva nuovamente piccolo davanti a un Pietro cui avrebbe potuto presentarsi con autorità! Ma... lo fece Gesù con Caifa? Lo fece con il Sinedrio? No. Non lo fece. E di nuovo non lo ha fatto né con il Vaticano di San Giovanni Paolo II, né con quello di Benedetto XVII. Però a entrambi si propose come la pecorella smarrita che era stata affidata alle loro cure... se Pietro amava veramente Gesù. Glielo aveva chiesto Dio per tre volte, per come scritto nel vangelo di Giovanni: Giovanni 21,15-17 15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».

Ebbene, quel Gesù che cavalcava me, nel 2005 fece trasmettere al Pietro della vecchiaia Benedetto XVI tre domande che erano queste: “mi ami?” e solo perché Gesù s'era presentato a Pietro come sua povera e indifesa pecorella.


29 Il Pietro della Vecchiaia dei Papi nemmeno gli rispose. Per questo Dio aveva dato un incarico sulla base dell'amore per lui! Sarebbe venuto LUI come una pecorella, e voleva avere a che fare con un Pietro che AMASSE LE PECORELLE e non che si ponesse su di loro come un altezzoso arbitro sulla vita o sulla morte! L'ABOMINIO di un Papa Teologo che si intende investito PER CAPACITA' e non per amore! Ma lo ha mai considerato questo capitolo 21 che Dio aveva fatto aggiungere a un vangelo già concluso al capitolo 20... solo per lui? Solo per questo PIETRO DEL GRAN RIFIUTO... PER VECCHIAIA, che si arrende e si fa portare da un altro papa dove lui non voleva! Non voleva più. Ecco l'ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE! Gesù se ne tornava in cielo recitando di nuovo il suo sconforto antico, ma posto ora davanti all'ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE di un rinnovato: “Dio, Dio, Perché mi hai abbandonato? Ecco accadde che Gesù, a cavallo del mio asino, si recò a Gerusalemme. Volle salutare tutti, amici e parenti. Offri dei dipinti a chi glieli chiese, e promise di inviare cartoline di saluti. Insomma fu una cosa importante, di fronte alla quale ci fu un certo seguito. Non fu come l'altra volta, quando per le strade lo accolsero con le palme gridando ed osannando al Signore. Volle fare l'Ultima cena con i suoi parenti e si ritrovarono di nuovo in 13 a mensa. Ma non sembrava, perché non c'era ancora tra loro Margherita, che in quella sera ara ancora nel grembo di sua madre, Paola Amodeo, primogenita di suo fratello Benito, nato il 17 febbraio del 1940 ma concepito in quello stesso 4 giugno in cui fu miracolato, da una madonna cui fu irresistibile la preghiera della madre mia che le chiedeva: “Salva Romano, innocente come Gesù!” E quella stessa mattina fui salvato. Quella sera di questa ultima cena coi miei, c'ero io R. assieme al mio fratello BEN, gemellati nel primato di RuBEN, in tutti i figli di Giacobbe. Romano con la R che segnava il suo primato, e U., ultimo BEN, Benito, nel segno biblico di Beniamino.

Gesù a Gerusalemme visitò i luoghi sacri della sua prima passione, preparandosi alla seconda, attesa per il 22, ossia alla fine del 21 dell'attesa dei Maia. Ed ecco quello che accadde. Romano dormiva e non stava sognando nulla, il suo Spirito non stava provando nulla. All'improvviso si accese un quadrato celeste che nel tempo di poco più di un minuto secondo si ridusse, per concentrazione, fino a sparire nel nero assoluto della reale visione. Un secondo dopo il corpo di romano fu attraversato da un fortissimo fremito, come quelle vibrazioni avvertite in una scossa elettrica. Queste vibrazioni partirono dall'esterno del corpo e si concentrarono, fino ad azzerarsi, come aveva prima mostrato la visione affidata alla luce. Questa potentissima scossa fu come se mi ridestasse alla reale visione di me, e, pur nel buio di quella stanza, potei vedermi dall'alto, mentre giacevo immobile nel letto. La mia volontà provò a muovere quel corpo, ma essa non riusciva a rianimarlo, e restava lì sotto, come di corpo morto. Provai, e provai a muoverlo, finché riuscii prima a muovere un dito, poi la mano, poi tutto me stesso. Mi accorsi a quel punto della presenza alla mia sinistra di un altro letto, che nella stanzetta non c'era. Su esso c'era mio cugino, Gennaro. Gli dissi che esperienza avessi appena fatto. Poi si aprì la porta di fronte al letto ed entrò nella stanza mia madre. Credo che la presenza di Gennaro fosse motivata soprattutto dal suo nome. Egli – per nome – era la “Geenna” di Ro. Era in se stesso nella figura degli Inferi, che sono citati nel Credo breve, quando si recita: “Discese agli inferi e il terzo giorno resuscitò da morte”. Mia madre era invece nel segno di quella donna citata da Giovanni in Apocalisse, quando, nel capitolo 12, scrive di un Figlio che le fu rapito e lei trovò rifugio in un deserto in cui sarebbe restata per 1260 giorni. Fu allora che mi riallacciai alla realtà delle cose come uno che si risveglia da un sonno. Guardai le ore: da pochi minuti erano trascorse le ore 2 del giorno 22 a


30 Gerusalemme, mentre era già il 22 in Europa, Africa ed Asia, ma ancora il giorno 21 nel Nuovo mondo delle Americhe. Pertanto io ho veramente vissuto l'uscita di scena, dal mio corpo, di quello Spirito vivente di Gesù Cristo che vi era entrato il 4 giugno, quando io fui miracolato, e probabilmente da quella stessa scossa elettrica che entrò in me e mi risanò. Contando i 1260 giorni dal giorno 21, in segno dell'Unità e Trinità di Dio che poi subentrano il 25 ed è natale, si arriva esattamente al 4 giugno del 2.012 in cui Maria santissima esca dal suo deserto e rigenera suo figlio, rianimando un Asino come me, che egli cavalca. Certo io rimasi sorpreso, poiché credevo che sarei morto in quel giorno, senza quella straordinaria resurrezione attivata da mia madre, quando entrò in quella stanzetta e mi rianimai... come uno che si risvegli alla vita. In me era accaduto l'esatto inverso della prima volta di Gesù. Tutti ebbero modo di assistere alla sua reale morte, mentre nessuno ha potuto vedere quella di nuovo avvenuta nel mio intimo... tranne il mio intimo. E si presentò risorto solo ai suoi intimi. Mentre stavolta tutti mi hanno visto risorto, senza avermi visto morto. Tanto che negano che io sia morto, come gli Ebrei increduli che ancor oggi negano che Gesù sia Risorto, non essendo stati tra quegli intimi cui la resurrezione apparve. Dunque anche reazioni opposte. Chi non fu intimo con Gesù vide di lui solo la morte. Nessuno ha potuto entrare nel mio intimo per vedere sia la mia morte, sia la resurrezione, e allora tutti giudicano – e a torto – che io non sia morto! In verità io non potevo restare morto. E proprio per come lo racconta San Giovanni in Apocalisse quando parla della donna cui fu rapito il figlio e che 260 giorni dopo la permanenza in un deserto, ne esce e si ritrova un nuovo figlio, in quel 4 giugno del 1940 in cui accadde un miracolo perché quella mia mamma, che ho visto entrata nella mia stanza collocata nei miei inferi, ha chiesto con gran fede alla Mamma di tutti: Salva Romano, innocente come Gesù, e Lei ha messo il suo Gesù su questo povero puledro, figlio di una bestia da soma.

Differenti invece erano le cose per chi aveva preso nel mondo il posto mio. Due erano le figure: Gianfranco, che s'era sostituito a me come il compagno della mia sposa consacrata, e mio Fratello Benito, che si era aggiunto a me, come il reale segno della vita nuova entrata in me con il Cristo che mi cavalcava. Tornato a Milano il giorno dopo, telefonai a Giancarla, la mia sposa davanti a Dio ed ella mi disse: “Romano, devo darti una brutta notizia: è morto il mio compagno!” Non era morto quel giorno, ma qualche tempo prima, mentre io ero già con tutto me stesso in viaggio verso Gerusalemme per tornarvi a morire. Fu solo la notizia, che mi fu data subito dopo l'esperienza che io avevo fatto, dell'uscita da me stesso dello Spirito di Gesù Cristo. In quanto a mio fratello Benito, la cosa era più lunga, Infatti egli si era presentato, il giorno in cui Gesù mi adottò a suo puledro, ancora nel grembo di mia madre. Anche Gesù, in una figura di vita reale entrato con quella reale di mio fratello, era in gestazione, come quei due gemelli nel grembo di una Tamar che aveva veramente gli estremi di BaratTA MARiannina. Dal 4 giugno 1940 al 17 febbraio (in cui Benito nacque e nacque BEN l'ultimogenito figlio di Giacobbe, Beniamino con lui diminuitivo di Benedetto....) ci furono esattamente 258 giorni. Il doppio di tutto ciò (per la gestazione del Gesù reale associato a Benito), sono 516 giorni. Se il 21-12-12 fosse cominciata una “gestazione celeste” (corrispondente a quella “terrena”) per tutti e due, Benito sarebbe dovuto nascere in cielo il 21 maggio del 2.014. Vi salì invece il 7 aprile, ossia 44 giorni prima (22 in conto Gesù e 22 in conto Benito). Anche io morirò 22 giorni prima del 17 agosto che è uno dei due tempi detti dal Profeta Daniele, quando parlò di 1335+1 giorni dopo l'uscita di scena di Gesù, a partire dal salmo 21-22 attuato nel giorno 21-22 del dicembre 2012. Questo termine supera di 76 giorni il limite di 1260, della Donna in Apocalisse che esce dal suo deserto (in cui Dio le aveva trovato un rifugio), e che scade il 4 giugno. Aggiungere 75 giorni a questo 4 giugno significa arrivare al 17 giugno 2.016, che eccede degli stessi 22 la mia fine, che Daniele collocò nel mezzo


31 tempo di 1290+1335+1, che è ½ di 2626 e dunque 1313.. Insomma la Gestazione Celeste, che ha già impegnato 22 giorni in Gesù e 22 in Benit, ne impegnerà 22 anche in me, tanto che nella nostra terna ci saranno stati 44 giorni di premessa celeste già avvenuta per Benito-alias Gesù (di cui è stato l'immagine vivente reale) e ce ne saranno altrettanti per me. Io a questo proposito sto tirando in ballo quella profezia di Daniele, che Gesù stesso disse di ben meditare, a chi l'avesse letta. Il capitolo 12 di Daniele descrive in quel tempo una massima pena passata dal popolo ebraico, cui poi seguì la liberazione del Popolo. Essa è stata certamente l'Olocausto e le ricostituzione susseguita dello Stato di Israele. I morti che risorgono sono i ricollegamenti dei morti antichi ai vivi che di nuovo calcano quell'antica Terra di Canaan. Poi appaiono a Daniele tre Uomini vestiti di bianco: due ai lati dei un fiume e uno in mezzo. Quello in mezzo raffigura lo Spirito santo della verità tra gli estremi del padre e del Figlio posti sulle due rive. Lo Spirito santo gli rivela che dopo l'Abominio della desolazione, ci sarebbe stato un TEMPO (che poi precisa in 1290 giorni), TEMPI (che poi precisa in 1335 unità che come TEMPI (al plurale) sono il numero dato da 1335 (il numeratore) sommato al tempo 1 del denominatore, che rende unitario il numeratore e lo fissa in 1335 unità. Ebbene questo TEMPO, sommato a questi TEMPI con 1290+1335+1 = 2626 presenta un DIO YHWH=26 in valore numerico, sia nel valore assoluto 100 sia nelle unità date dai suoi centesimi. Ci sarà poi LA META' DI UN TEMPO, che allora è la metà di 2626 unità tanto da essere quel 1313 che dista esattamente 22 rispetto alle 1335 unità. Risulterà che questi tempi sono comandati tutti dai 5 tempi del mio nome che ne ha 5, per 66, il primo, 78 il secondo, 26, il terzo, 51 il quarto e 113 il quinto. Il mio terzo nome ANNA vale il 26=DIO=YHWH,

Mentre il mio secondo nome ANTONIO valendo 78 vale la Trinità del 26. Ebbene, 26 volte 78 portano al 2.028 in cui a tutto il moto 1.000 del Puro Principio che è 1.000 si aggiunge l'opera 7, in forma Una (di presenza) e Trina (di poro spostamento 3 della presenza 1. Poiché ogni presenza vale ¼, dove esiste un solo tempo sui 4, essendo 3 di puro spostamento, lo spostamento che è tre, esteso a tutti e 4 le unità (poste nei quarti) costituiscono un totale 12 in espansione. Essa, sottratta all'anno 2.028, lo blocca al 2.016 che stiamo vivendo. Questo estremo è dato solo dai due nomi sui 5, per la loro valenza una e trina in fatto di Dio. Sono relativi al calcolo 26×78 che può essere anche dato da 26+78=104. ma allora ne serve il duo a configurarne una area espressa dalla lunghezza di due 104. pertanto la lunghezza di 208 giorni porta esattamente al 26 luglio che precede di 22 giorni il 17 agosto, che è il giorno numero 230 dell'anno bisestile 2.016. Ebbene, sommando i 3 nomi che non partecipano a quanto si gioca sul 26=DIO, Uno e Trino, che sono 66+51+113 abbiamo proprio il totale 230 che porta a quel 17 agosto. Insomma, considerando solo le somme, il nome 1, sommato al 4 e al 5 supera di 22 giorni quello che è un quadrato avente due lati lunghi 26+78 come il secondo e terzo nome. INCREDIBILE, eppur vero. Come negare che – andando a morire a Gerusalemme – io sia realmente morto in Gesù? Sono realmente morti sia il compagno che prese il posto mio con mia moglie, sia quel Fratello che si aggiunse per U. (ultimo) a me primo con R, per fare con R+U+BEN il primogenito esatto di Giacobbe, quello bistrattato, quello messo in croce da suo padre, perché aveva preso il posto suo con una concubina.


32

Sesta islamica previsione di mia morte “paterna”.

Morirò il 23-12-2.013 Essa si basò sulla lunghezza dei giorni reali di vita avuta da mio padre. Essa (posta sulla mia iniziata il 25-1-38) sarebbe durata fino al 23-12-'13 Su questa base io scrissi questa mia profezia sul libro CON ROMANO, in cui affrontai il Corano Tradotto in Italiano e rileggendolo così come esso fa letto. Infatti esiste questa proporzione aurea tra i nomi di MAOMETTO=11+1+13+11+5+18+18+13=90, ROMANO=16+11+1+12+13=66 e GESU=7+5+17+19=48, che valgono per i loro numeri il 90 esatto in Maometto, il 66 in Romano e il 48 in Gesù. Romano è il “medio proporzionale” Allora succede che: MAOMETTO sta a ROMANO come ROMANO sta a GESU'. Scritto nei numeri: 90 66 ---- = ----- ossia 1,36 eterno nel 36 = 1,36 + 1 / 66,66 eterno. 60 48 In cui la relazione tra MAOMETTO e ROMANO è data dall'Unità, sommata al 6×6 infinito che è il tempo eterno nel 66 nel mentre la divisione tra il 66 di Romano e il 58 di Gesù somma allo stesso uguale 1,36 l'eterno tempo dell'unità dato da 1 diviso per un 66 infinito, un Romano Infinito.

Per me, la verità di me stesso in quanto a padre, è costituita da mio padre. Per questo aveva un senso reale, contati i giorni della vita di mio padre, iniziata il 7-7-7 e terminata il 5-6-83, essi avevano una lunghezza tale che – sovrapposta sulla mia, avrebbe determinato un VERO LIMITE. Ora io mi chiedo quale limite sia stato. Ebbene è stato questo. Posto il 21 dell'anno bisestile 2012 l'uscita di scena del Figlio nel Nuovo Mondo, e alle ore 2 del mattino del 22 a Gerusalemme, il Padre, assimilato al Figlio come mio Padre reso simile a me, quando sarebbe morto, se fosse nato il 25 gennaio del 1938 e fosse vissuto tutti i giorni che realmente visse, dal 7-7-7 della sua nascita, fino al 5-6-1983 della sua morte?. Lo scopriamo solo dal calcolo. Dal 1907 al 1983 ci sono esattamente 76 anni fino al 7-7- del 1983. Il 5 giugno in cui morì fu esattamente 33 giorni prima. Per cui vanno sottratti 33 giorni al prodotto tra 76 e 365,25603604a66666...che è il valore esatto del giorno siderale rispetto alle stelle fisse. Pertanto 27759 che -33 sono 27726. Calcolare quando si concludono questi anni, a cominciare dal mio giorno natale del 25-1-1938 è dunque il problema da risolvere.


33 Bisogna aggiungergli 76 anni e togliere 33 giorni. Arriviamo con 76 anni al 251-2.014, giorno che, ridotto di 33 lo arretra al 25 dicembre con -31, dunque al 23 dicembre del 2.013, che è collocato esattamente 1 anno e 1 giorno dopo l'uscita di scena di Gesù da me, che accadde alle ore 2 del 22 dicembre del 2.012. Insomma entra in scena una ripartizione di 366 giorni, uguali esattamente a quelli di un anno bisestile, tanto da poter fissare questa progressione. Il 22-12-'12 esce di scena Gesù a Gerusalemme. Il 23-12-'13 esce di scena il Padre in relazione a mio Padre.. Il 24-12-'14 esce di scena lo Spirito Santo. Il 25-12-'15 entra in scena il Natale di Gesù, il che avviene esattamente nel 2.015 a 215 giorni dalla mia uscita reale di scena il il 26-07-'16, ossia secondo una scala perfetta che si diversifica solo dal fatto che il mese non è più il 12, ossia dicembre, ma il 7, che è il 7° mese immediatamente dopo, a indicare la pienezza di una opera creativa. Laddove il decimo di ogni quantitativo ammassa l'unità, accade che i 2000 anni si ammassano nella loro unità a dimensione 200, cui si aggiungono i 15 giorni che sono nello stesso dettaglio del 2015, che nel 25 dicembre è il suo giorno natale. Ricche i 215 giorni residui e corrispondenti a 7 mesi di questa progressione fatta ad anni interi come i bisestili, sono la virtuale unità dell'anno 2015, riposta solo nel valore decimo degli anni 2000 e non dei 15, che idealizzano tutto un volume cubico il cui lato sia quello reale, posto nel solo +5 di un complesso ciclo, di 10 unità, andante da -5 fino a +5. A questo ciclo reale è condizionato anche il 2.015, che compone 10^2.000 moltiplicandolo per 10^10^1/2, che in 10^5 è tutta la dimensione elettrica o magnetica in 10^10. Pertanto possiamo “leggere” l'indice temporale dato dall'anno 2.015 come il Principio 10^3, in tutto il suo spostamento, per tutto il suo lato elettrico, che poi corrisponde a quello magnetico. Passare da 10^2.000 a 10^200 significa elevare la prima potenza ad 1/10, il

che la ripropone nel valore assoluto del piano avente i due lati di 100 e 100. L'indice 15, allora aggiunto, indica tutto il volume elettromagnetico. E' “evidente” che – laddove l'unità del tempo terrestre sta nell'anno – le sue quantità interne definiscono, in veri e propri “indici dimensionali” le singole unità poste IN PRINCIPIO. Tutta l'impostazione divina delle quantità si fonda infatti su quanto è IN PRINCIPIO (=Brasyt o libro Genesi della Bibbia) agganciato al 1.000 che si lascia misurare dal suo valore inverso, dato da un suo millesimo. Da 1.000 -1 = 999 deriva la “cabala” seguente. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 200 300 400 500 600 700 800 900 i cui massimi sono 9+90+900 = 999 unità in 999/1 che sono 1.000 Quando questo IN PRINCIPIO = 10^3 (il DIO uno nella base 10 e Trino nella sua potenza) avanza di 1, allora ESISTE nel tempo 1/1, in movimento unitario, ed occupa 1.001 unità. Da cui: 1.001 meno il valore di BRASYT=913 0,913 --------0,088 si rivela tutta la realtà in moto, nel suo complesso dato da 2^3, laddove la base 10, mossa di 1 vale 11. Allora 8 volte 11 è questo “coerentissimo” ed esatto 88, in cui se ad 8 date il significato di infinito, il cui segno è ∞ , allora 88 significa l'INFINITO INFINITO del Dio SONO chi SONO, l'INFINITO dell'INFINITO. Tutto questo che potreste giudicare a torto “sfoggio di sapienza”, lo scrivo solo per ricondurvi “significato trascendente” del valore “indicato” dai 215 giorni che sono solo una parte dell'unità data da 1 anno.


34 Se partite dal 125 che risulta dato da 10/2 al cubo e lo comparate al valore intero 10^3 posto IN PURO PRINCIO (di calcolo) vi rendete conto che la differenza sta nel rapporto tra quanto è INTERO come 10^3 e “reale” (ossia solo l'avanzamento +5 tra il 10 esistente nel complesso da -5 fino a +5. Noi “carichiamo” sul solo tempo reale e dimezzato a 5, tutto quanto esiste interamente come 10^3. 10^3 1.000 -------- = ---------- = 8 5^3 125 Questo è il valore “si carica” della realtà dimezzata, nel suo valore 1.000. Quando abbiamo che si fa carico del 1.000 che avanza di 1.000 allora passa a 16, che è il valore della realtà intera data da 10^4, quando si divide per 5^4. Il libro 1,25 di Bibbia non è stato determinato “a caso”. Esso, infatti, ricalca in pieno la base esistente come: 0,5 + 1,25^0,5, che determina la SEZIONE AUREA 1,618003398874... Che sia proprio vero lo dimostra il Signore, come risulta in Bibbia. Genesi 25,22-23 22 Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così, perché questo?». Andò a consultare il Signore. 23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».

Il popolo più forte dell'altro in cui il maggiore serve il minore si riducono a 1 come il maggiore, e 0,6180....come il minore, in cui la loro somma 1,6180... sta ad 1 come 1 sta a 0,6180... Infatti 1,6180 : 1 = 1 : 0,680... divisione che risulta 1,6180...

I due gemelli, il maggiore, che è Unitario, 1, sta nel grembo materno assieme al minore, che vale 0,6180. Verranno al mondo tutti e due i gemelli e la loro somma è comandata dal primo. Ciò accade quando un valore si pone a denominatore di un altro (il numeratore) che esprime solo il “numero delle volte” relativo a chi comanda, ossia al denominatore. Ma quando costui che comanda, essendo il denominatore, si esprime come il numeratore, che è comandato dal denominatore che è il minore, allora abbiamo questo 1 : 0,618 che vale per tutti e due insieme. Questa base della sezione area, la cui formula deriva dal valore 1,25 elevato ad ½ (ossia solo a uno di due gemelli) diventa la sezione area solo se si somma all'altro gemello nel suo valore assoluto, dato dal fatto che è ½ del parto gemellare. Il libro Bibbia “nasconde” verità immesse da un DIO che è proprio spinto a rappresentare il suo potere che DETTA LEGGE, attraverso i 10 principi del Decalogo. Quando Bibbia traccia il suo libro 1,25 descrive quanto si carica, come valore 2^3, di Padre e Spirito santo in potenza Trina, sulla realtà. E allora descrive di 2 che sono uguali, gemelli, e che valgono per numero 42 ciascuno. Sia ESAU'=5+17+1+19=42, sia GIACOBBE=7+9+1+3+13+2+2+5=42. La Cabala Giudaica afferma che queste 42 cifre celano il nome segreto di Dio. E difatti G+ESU', che compone un Gesù in modo Uno e Trino, ossia con 4 numeri associati a lettere dell'alfabeto italiano a 21 lettere, è Uno nel primato della G di Giacobbe, ed è Trino in ESU' che altri non è che ESAU' senza la A=1 del suo primato. Ebbene, per tornare al 215, che cosa è se messo in relazione al principio 1.000?

E' ¼ con resto 140 che possiamo “indicare” come il modello geometrico di un piano trasversale avente i due lati di 70 e 70, che costituiscono la creazione in 7 giorni fatta da un DIO=D.10, dimensione 10.


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¼ è il tempo ESATTO di un Principio che sia Uno e Trino come 1000/4=251. Vi rendete conto che siamo passati da Bibbia 1,25 al 5^3=125 che – attuando in pieno quello che poi è descritto nel testo (il il primo è costretto a mettersi per ultimo) si consegue esattamente che 125 è costretto ad essere 251? Lo è quando è “esattamente” ¼. Ma quando questo 1000, che è il volume dato da 10^3, deve realizzare la presenza ¼ che sia il flusso in linea di un volume, allora, data la divina creazione che vale 7 volte il 10 cui è stato data l'immagine e la somiglianza di DIO, si determina il piano (e potete intenderlo anche come un progetto eseguito attraverso “indicazioni” che sono veri e propri INDICI della base 10 elevata a DIO), tanto che si debba addivenire all'esistenza di un piano a lunghezza “indicata” in 140, e per il flusso di 1000 meno 140 = 860 che poi siano divisi per 4. Allora succede che 860 : 4 = 215 e le stesse tre cifre di 125, 251, si “presentano” come 215, e indicano un altro modello assunto dal libro Genesi 25, ossia da Bibbia, 1,25. Rovescia il 12 in 21, sommandogli di fatto un 9 che indica tutto un moto unitario di 1 nel 10. Insomma, quando il 125 diventa 215 è perché questa GENESI espressa nel 25 gennaio è avanzata interamente. Quando, in un anno intero (quello bisestile di 366 giorni), anno che è un ciclo praticamente da -183 fino a +183, il che dà 3666 giorni, avanza solo in positivo, ossia “realmente”? Quando avanza solo per il +183 di positivo. Allora occorre aggiungere all1,25 indicante gennaio 25 esattamente 183 giorni. Il che ci porta esattamente al giorno n. 208 dell'anno, dato da 25+183=208. Nell'anno bisestile è il 26 del mese 7 del 2.016. Come state vedendo in nodo assolutamente perfetto, quando la

crescita perenne di. 22-12-'12 giorno mese ed anno in cui esce di scena Gesù a Gerusalemme. 23-12-'13 in cui esce di scena il Padre in relazione a mio Padre.. 24-12-'14 in cui esce di scena lo Spirito Santo. 25-12-'15 in cui entra in scena il Natale di Gesù, e 26-07-'16,in cui esco di scena io... tutto questo è totalmente legato ai 215 giorni che mancavano al mio decesso, di me chiamato ROMANO, in quel 25-12-'25 in cui ci fu 'accesso in vita di Gesù Cristo. Natale collocato in quel giorno, proprio in quanto in quel dì si celebrava – in relazione ad un Sole senza sconfitte . un DIO ROMANO. Nato, questo ROMANO in data 1-25, in quel dì celebrante il DIO ROMANO, la sua genesi andava incrementata esattamente quanto ANNA=26, la “dolce metà” di un SIGNOR ANNO, intero, di 366 giorni. Questo DIO=26 avrebbe dovuto operare per 7 volte, tanto che 7×26=182 unità si sommassero alle 25, determinando 207 volte 1 “giorno” per un totale di 208 giorni solo nell'anno bisestile, tanto da divenite “in tutto” 26 volte 8 = 208. Perché 26 volte da moltiplicare per 8? Perché essa è la carica data da 10^3 / 5^3. Insomma quando a Roma era celebrato il Dio ROMANO (del sole senza sconfitte) ci si riferiva ad un conto “alla rovescia” espresso dai giorni MANCANTI verso una Fine, che va invece giudicata IL PRINCIPIO, il NATALE divino. A meno 215 giorni, insomma, chi è nato 125 (come me ROMANO), quando si invertono i 12 (su cui si fonda sia Israele, sia il Cristianesimo) nel 21 che è il termine delle lettere dell'alfabeto, allora si arriva ad una FINE che è un PRINCIPIO: posto nel Natale del 2.015. Poiché anche il Natale del Figlio è derivato da quello del PADRE suo, posto in Romano, ecco che la vita del Papà di Romano, collocata sulla sua, determina 336 giorni aggiunti all'uscita di scena del Figlio, ed esce il Padre però seguita a vivere ancora, da Spirito santo, fino al 26-07-2016.


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7a finale previsione della mia morte.

Morirò il 26-07-2.016 Esatta fine dei numeri posti IN PRINCIPIO e secondo la profezia di Daniele

Occupiamoci prima di capire a che cosa corrisponde la data del 26 luglio 2.016. Laddove Dio ha affidato al ciclo numerico 10 il compito di rappresentare un perfetto creatore, perfetto e a sua immagine e somiglianza, automaticamente è definito interamente anche tutto il ciclo nella sua espansione spaziale. 1.000 anni sono il PRINCIPIO puro dato da 10^3. 1.000 anni aggiunti sono tutto il moto unitario, in puro spostamento. 0,016 anni sono la “carica” della realtà, simile ad un piano (1+3) (1+3). -----------2.016 anni sono il principio spostato, più il valore di carica dato da un piano di espansione Una e Trina su ciascun lato. Tutto questo è legato ai miei nomi, che sono una divina proporzione. 66 il primo, in ROMANO 78 il secondo, in ANTONIO che è 26+26+26, trinità del DIO=26=YHWH 26 il terzo, ANNA, come la madre posta nella madre di Gesù. Se si considera

il Dio “SONO COLUI CHE SONO” chi è MADRE di colei che è MADRE del FIGLIO” si arriva a capire il valore “trascendente” di ANNA, madre della madre di Gesù. 51 è il quarto, in PAOLO. 113 è il quinto, in Torquato. Hanno funzione “da Dio=26” il nome secondo e il terzo. 26 e 78, Unità e Trinità di Dio possono combinarsi tra di loro, e allora si moltiplicano l'uno per l'altro, e possono invece sommarsi. Nel primo caso sono come potenze, indici di potenza di potenza. 10^26^78, tanto per definirla nei numeri, Essa porta ad un puro indice di 26×78=2.028. è proprio il 2.028 dopo Cristo, se partiamo da un tempo che si basa sull'avvento di questo Dio, di cui Gesù è il Figlio. Tutto il moto 1.000 del 1.000 vede combinato con ciò un 7 (l'opera intera) Una e Trina, ossia moltiplicata per 4. Tutto quanto sia Uno e Trino è “espanso per 3. Anche il 7 Uno e Trino. Per estrapolare tutta la sua pura espansione della pura presenza (che vale 1 sola delle 4 dimensioni date da 1+3) occorre espandere la pura espansione 3 a tutte e 4 le dimensioni della presenza, ove essa è solo ¼, Pertanto quattro volte 3,


37 indica la totale espansione. Giacobbe, che si espande nei 12 figli sono tutta l'espansione che Dio promise ad Abramo, di espandersi come tutta la sabbia del mare... Allora, se togliamo l'espansione di 12 anni, ai 28 di tutta l'espansione del 7, da 28 -12 = 16, ritorniamo alla pura presenza nel 2.106 Pertanto dal prodotto di 26 per 78, del DIO=26, uno per trino, tolta l'espansione della creazione in 7 giorni, si determina l'intero 2.016 in cui il mille, avanzato di mille, si è solo espanso “divinamente “ a 4×4, dal 7× che aveva portato al 2.028. Ci resta da valutare l'apporto in linea, dato ora dalla somma di 26 e 78. Come indici della base 10 di DIO, la somma equivale ad una combinazione tra le sue potenze, e non come prima ad una POTENZA della POTENZA. Se dunque mettiamo in linea il 26+78=104, abbiamo espresso una sola linea. Noi lo sappiamo dal Teorema di Pitagora che il valore verso di una linea è dato dal valore al quadrato. Pertanto avremo due linee perpendicolari, ciascuna delle quali misura 104, e la lunghezza sarà di 208. Abbiamo in questo modo il dettaglio del numero dei giorni allorché saremo nel 2.016. Pertanto è aggiunto a 2.016, il valore di ½ anno più il valore ¼ di 100 giorni Questa somma di fatto combina il ciclo intero dei 2016 anni con la sola parte realmente avanzante e con la quantità assoluta della presenza considerata in ¼ di 100 giorni. Il ciclo intero, infatti, deve far combinare tra loro tutte le caratteristice unitarie, come tutta la presenza posta in principio, tutto il suo spostamento, tutto il suo

valore ci carica reale 16, tutti i giorni di ½ anno e tutti quelli assoluti in un 100 che sia considerato tempo solo in un suo quarto. CONCLUDENDO: Posto IN PRINCIPIO puro il 10^3, si determina esattamente anche il suo intero ciclo, in cui si determina la GIUSTIZIA, nel suo contenuto. Infatti se è in corso la divisione di 100 mele tra 100 bambini e dal rapporto sappiamo che dobbiamo darne via 1 alla volta, fino a quando non saranno passate tutte le 100 “volte” ci sarà sempre scontento, da parte di chi ancora non ha avuto quanto gli spetta. Questa GIUSTIZIA, nella ripartizione basata su questo che è posto IN PRINCIPIO e che poi si muove e vive, ha determinato dal suo stesso numero quando si compie l'intero ciclo nella sua giustizia. Il 26 luglio del 2016, già proclamato anno santo della Misericordia Divina dal santo Padre Cattolico, abilitato a legare in terra come in cielo... la verità. Infatti è la celebrazione cattolica di colei che <è madre alla madre di Gesù Cristo>, ma anche di chi è <padre della madre di Gesù>, celebrandosi il 26 luglio sia sant'Anna sia San Gioacchino. Il Profeta Daniele lo aveva predetto. Ma qui non ve lo ripeto. Vi consiglio di leggere il libro sulla PROFEZIA DI DANIELE, che potete trovare sul sito www.issuu.com/amoramode Starete voi a vedere se in questa data, senza che io faccia nulla per causarmelo, Dio porrà fine alla vita del somarello che lo porta e cavalca, mentre entra nella Gerusalemme Celeste..


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Io, nato nel 38

l'ho finito di scrivere il 30 gennaio 2016, a 178 giorni esatti dalla mia salita in cielo


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